A cura di Franco Fanelli Questo mese (Arte contemporanea e Gallerie) 146 mostre Anna Maria Farinato (Arte antica) in 72 città Laura Giuliani (Archeologia) Walter Guadagnini (Fotografia) di 15 Paesi «IL GIORNALE DELL’ARTE» | MARZO 2020 IL GIORNALE DELLE MOSTRE Italia Milano Roma Mondo Speciale Tefaf Berlino Londra New York Parigi Vienna SUPPLEMENTO DI «IL GIORNALE DELL’ARTE» N. 406 MARZO 2020 / SOCIETÀ EDITRICE ALLEMANDI N. 406 MARZO 2020 / SOCIETÀ SUPPLEMENTO DI «IL GIORNALE DELL’ARTE» Un fotogramma del video «Nova» (2019) di Cao Fei. Cortesia (2019) di Cao Fei. Un fotogramma del video «Nova» dell’artista e di Vitamin Creative Space e Sprüth Magers. Dal 4 marzo al 17 maggio l’artista progetto espositivo per le Serpentine Galleries di Londra. cinese presenta un nuovo GRESSONEY-SAINT-JEAN PISTOIA VENARIA REALE IL GIORNALE DELLE MOSTRE ITALIA Bologna Tutti insieme a casa Ricomposto il Polittico Griffoni, perla del Quattrocento emiliano

«Santa Lucia» di Francesco del Cossa, Washington, Bologna. La riscoperta di un capola- National Gallery of Art. voro è la realizzazione di un evento In alto, Cecilia Cavalca che resterà probabilmente irripetibi- e Mauro Natale «Nudo femminile di schiena» (1735 ca) di Pierre Subleyras e, sotto, il logo della mostra le. Nell’epico racconto di un «ritorno a casa», nel mistico ritrovarsi di quel Così, in una mostra vo- Venaria gruppo di santi eleganti e solenni, una lutamente concentrata squadra di campioni spirituali «ricon- e filologica, dove a in- vocata» dopo quasi 300 anni, c’è, infat- cantare è, come sempre ti, il sapore dell’impresa memorabile. dovrebbe essere, la rara Tra Barocco e C’è, insomma, aria di festa, a Bologna, qualità degli originali, nell’accogliere questa mostra, «La ri- l’unica concessione alla Neoclassicismo scoperta di un capolavoro. Il Polit- spettacolarizzazione è Alla Citroniera di ricerca «Antico/Moderno. Roma, tico Griffoni», a Palazzo Fava dal 12 la perfetta copia del Po- Torino, Parigi, 1680-1750», varato nel marzo al 28 giugno, l’evento più im- littico realizzata dalla una mostra ridisegna 2013 dalla Fondazione 1563, e pre- portante della primavera e momento Factum Foundation di storia e geografia senta 200 dipinti, sculture, arazzi, epocale per gli studi su un’opera fon- Adam Lowe, che utiliz- disegni, incisioni, arredi e oggetti damentale per comprendere la quali- za le più avanzate tec- della modernità provenienti da musei, istituzioni e tà, erudita e sperimentale, del Quat- nologie di scansione e collezioni private. Esposte in 15 se- trocento emiliano. Il Polittico Griffoni, riproduzione in 3D delle zioni, le opere mettono a confronto commissionato alla fine del ’400 dai grandi opere del passa- Venaria Reale (To). Una mostra di re- il diverso sguardo degli artisti verso membri di un’eminente famiglia bo- to per farle rivivere. Ma spiro europeo, «Sfida al Barocco la Storia, la Natura e i modelli della lognese, i cui volti sono rivelati nelle non va dimenticato che, 1680-1750. Roma Torino Parigi», tradizione (inclusi quelli del primo effigi di san Floriano e santa Lucia, è poiché l’idea di riunire progettata dalla Fondazione 1563 Barocco), e si devono ad artisti come il frutto della stretta collaborazione e far rivivere la grande per l’Arte e la Cultura, organizzata Maratti, Gaulli, Subleyras, Pannini, tra due artisti ferraresi, Francesco questa occasione. Oggi, però, sono le nuo- opera è stata promossa da Fabio Ro- dal Consorzio delle Residenze Reali Batoni, Chardin, Boucher..., ovvero a del Cossa ed Ercole de’ Roberti, che ve tecnologie ad avermi consentito di met- versi Monaco, presidente e anima Sabaude e affidata alle avvedute cure maestri la cui opera segnò tappe fon- avevano operato alla corte estense. tere a punto un’idea convincente, propo- di Genus Bononiae, la mostra si am- di Michela di Macco e Giuseppe damentali nella ricerca figurativa di Un’opera ben raccontata dalle fonti sta in mostra attraverso una scenografica bienta perfettamente tra gli affreschi Dardanello, affiancati da un -co un periodo poco considerato, stretto storiche prima della dispersione, ora ricostruzione dell’insieme a grandezza dei Carracci a Palazzo Fava, un luogo mitato scientifico internazionale e tra le due fasi «maggiori» note per di nuovo esposta poco lontano dalla naturale, mentre i singoli pannelli origi- dove l’incanto della bella pittura rina- con la collaborazione del Louvre, è convenzione sotto i nomi di Barocco Basilica di San Petronio e dalla cappel- nali sono esposti ad altezza di sguardo, scimentale a Bologna trova continui- ospitata alla Venaria Reale dal 13 e Neoclassicismo. la gentilizia da cui fu allontanata nel per consentire di apprezzarne i mirabili tà con l’opera dei suoi più tardi eredi. marzo al 14 giugno. La rassegna Michela di Macco spiega: «La sfida

1725. Rimossi dalla cornice tardogotica dettagli, dai panneggi agli sfondi...». q Valeria Tassinari © Riproduzione riservata rappresenta il risultato del progetto al Barocco coincide con la riflessione sul (perduta), che li univa in un’architet- moderno. Attraverso le sezioni è possibile tura di aureo splendore, trasformati seguire i canali attraverso i quali si svilup- in singoli quadri da stanza dal prelato pano i pensieri artistici della modernità», Pompeo Aldrovandi, poi separati dal Fotografati dall’alto il modo in cui gli artisti formulano destino e in preda alle correnti del soluzioni espressive inedite. Inedito mercato antiquario internazionale, i Gressoney-Saint-Jean (Ao). Per raccontare l’ambiente, l’architettura e la popolazione è anche l’ordinamento che ispira la 16 pannelli superstiti di quella che fu del territorio che si estende intorno alla valle del Lys, l’edizione 2019 del «Gresso- sequenza espositiva, invitando a rive- una delle pale d’altare più ammirate ney Highsight. Fotografia ad alta quota» ha puntato sull’americano James Whit- dere le idee più o meno preconcette del Rinascimento sono infine appro- low Delano e la svedese Lina Scheynius, i cui lavori sono esposti fino al 13 aprile che abbiamo sul Barocco e sui suoi dati in 9 diversi musei, tra i quali la al Museo Regionale della Fauna Alpina Beck Peccoz. Diametralmente opposti gli «modi», spesso ancor oggi travisati. Al National Gallery di Londra, il Louvre sguardi dei due: Delano (nella foto, «Stone Crossroads»), noto per le sue indagini focus temporale 1680-1750 fa da com- di Parigi e i Musei Vaticani. «L’intreccio sui cambiamenti climatici, imprime al viaggio una visione documentarista, in cui la plemento quello spaziale, incentrato di interessi scientifici e relazioni umane che montagna è spettacolo grandioso e terreno condizionato dall’intervento dell’uomo; la Scheynius, più intimista, compone immagini sul ruolo di tre città capaci di favorire ha permesso di realizzare questa mostra diaristiche dove il paesaggio si ritrova in dettagli minori: una tela di ragno, un corpo femminile, il colore di un fiore. q Chiara Coronelli una rigenerazione delle arti. «Roma, è stato delicato e avvincente, ricorda il spiega ancora Di Macco, cerca il Natu- curatore Mauro Natale, perché non va rale nell’Antico senza mai perdere di vista dimenticato che dietro questo allestimento il patrimonio dei modelli, Parigi cerca c’è un lavoro di oltre due anni di diretto- Il cammino dei migranti nuovi riferimenti e un diverso impiego dei ri di musei ed esperti, i quali, non senza modelli confrontandosi direttamente con qualche comprensibile tentennamento, Pistoia. Nonostante le prime mostre su questo lavoro risalgano ormai a vent’anni fa, quello raccontato da Sebastião Salgado in il Naturale», mentre Torino, assurta hanno finalmente acconsentito al presti- «Exodus. In cammino sulle strade delle migrazioni» rimane un tema attuale. Due sedi, Palazzo Buontalenti e l’Antico Palazzo al rango regale nel 1713, con Juvarra to, riconoscendo il valore dell’iniziativa e dei Vescovi, per oltre 180 immagini che compongono l’esposizione aperta fino al 14 giugno, curata da Lélia Wanick Salgado aggiorna l’urbanistica della città e considerandola una grande opportunità e organizzata da Fondazione Pistoia Musei in collaborazione con il festival di antropologia del contemporaneo «Pistoia - Dialoghi diventa laboratorio del nuovo grazie per la divulgazione, l’analisi e persino sull’uomo». La fatica del cammino, la paura di lasciare tutto, la disperazione nei campi profughi, ma anche l’eroica determina- all’allestimento di una galleria delle per l’auspicabile ritrovamento delle parti zione di chi cerca una vita migliore e la collaborazione fra persone unite da un destino comune. Tutto questo nelle immagini di scuole pittoriche italiane contem- ancora mancanti». Anche a questo, in Salgado, che fin dai suoi esordi ha viaggiato per raccontare la vita dell’uomo sulla terra, mostrandoci il dramma del resto del poranee che permette di ridefinire i fondo, servono le occasioni espositive, mondo. Un’umanità che sembra reiterare continuamente i propri sbagli, costringendo sempre più persone ad abbandonare le rapporti tra «anciens et modernes». che riaccendono i riflettori su questio- proprie case per inseguire il sogno di una E se gli strilli pubblicistici che propa- ni ancora aperte. «La mancanza di sette mitica Terra Promessa. Non solo guerre, gandano oggi qualsiasi evento corri- piccoli santi dei pilastri non compromette persecuzioni e il crescente divario fra spondono di rado alla realtà dei fatti, la leggibilità complessiva, spiega Ceci- ricchi e poveri, ma anche le calamità na- in questo caso si può ben dire che lia Cavalca, che ha curato la sezione turali: secondo la Banca Mondiale, nel alla Venaria sia davvero presentato dedicata all’ipotesi ricostruttiva, anzi, 2050 ci saranno 143 milioni di persone «uno straordinario percorso verso la mo- proprio nel riportare la nostra attenzione costrette a migrare a causa dei cambia- dernità», capace di restituire la com- sulla relazione tra l’insieme e le parti, cioè menti climatici. Un progetto che Salgado plessità di un’epoca mal compresa e sulla dialettica che innesca il meccanismo ha iniziato negli anni ’90 per dare un di ridisegnare una geografia storico semantico del polittico, l’opera ci restitu- volto a questi numeri, ancora in grado artistica in cui Torino conquista un isce pienamente la sua efficacia espressi- di interrogarci. «Un’immagine è come ruolo capitale. Una nota, infine, sul va. Il dispositivo della collocazione delle un appello a fare qualcosa, non soltanto logo della mostra che pare memore figure, già studiato nei primi decenni del a sentirsi turbati o indignati. L’immagine della passione che l’età del Concet- Novecento da storici dell’arte di rilievo, fu dice: “Basta! Intervenite, agite!”». Nella tismo ebbe per la sigla enigmatica e intuito quasi perfettamente da Roberto foto, Jade Maiwan, un tempo la strada compendiosa, un ideogramma di un Longhi che, nei suoi studi sull’“Officina principale di Kabul. Afghanistan, 1996. qualcosa capace di buttar all’aria e Ferrarese”, ne tentò la ricostruzione tra- q Monica Poggi dissolvere i luoghi comuni. q © Riproduzione riservata mite piccoli modelli di carta, esposti in © Sebastião Salgado / Contrasto Alessandra Ruffino

2 | IL GIORNALE DELL’ARTE NUMERO 406 MARZO 2020 CATANZARO FIRENZE NAPOLI

IL GIORNALE DELLE MOSTRE ITALIA Firenze L’ossessione del giallo Pietre corrose

Napoli. Per la quarta volta, lo Studio Catanzaro. Riflettere sul passato, Marmo siete Trisorio ospita i lavori di Alfredo attendendone la rivelazione, rievocando Maiorino (1966). Con la personale le sue icone, le opere d’arte che da marmo «Giallo camera» (fino al 30 marzo), tempi remoti sono arrivate fino a noi l’artista, disinteressato alla pittura come per parlarci di una cultura lontana di ritornerete rappresentazione della realtà e come cui siamo frutto. Massimiliano Pelletti, espressione degli stati d’animo, insiste scultore profondamente legato alla Da Poggiali il titanico sui temi della sua ricerca, volti a indagare cultura del marmo, essendo nato a la forma, attraverso una dimensione Pietrasanta, in una famiglia di artigiani Fabio Viale percettiva e spaziale sia architettonica del marmo, vincitore del premio sia pittorica. L’uso persistente del colore Henreaux nel 2014, lavora su queste giallo contribuisce a far immaginare gli icone, restituendocele attraverso una Firenze. Cunee- ambienti della galleria come un’unica rilettura che ne distorce la perfezione se, classe 1975, opera. Geometria, luce, rifrazione, giochi antica, come se qualcosa le avesse Fabio Viale «Root’la», una delle due installazioni monumentali di Fabio Viale cromatici sintetizzano lo spazio in un intaccate e corrose dal loro interno (foto a fianco), momento unitario della visione, che va (nella foto «Gyoia tra gli artisti le rende ancor più scultoree: sono mes- mento ne hanno provocato la distruzione poi a differenziarsi nell’attenzione che il 2020»). Non a più abili a scol- se in evidenza la forza di una forma e parziale e una sorta di frammentazione, visitatore dedica a ogni singolo lavoro. caso la sua scelta pire il marmo, l’incanto di una superficie fatta di una rendendole molto simili ai reperti greci e Le forme geometriche che Maiorino cade anche su infonde in ogni texture che ricrea fedelmente il tempo e romani conservati nei musei. Non è im- propone sono senza peso. Ciascuna è materiali, quarzi, dettaglio tra- il passaggio dell’acqua. Le basi, ossidate portante porre l’attenzione sulle singole un «corpo fragile», come recita il titolo onici, calcari dizione mille- dalla permanenza nel Padiglione Venezia, opere, ma sul loro funzionamento nell’in- dei lavori (2017-19) della serie realizzata e altre pietre naria e sensibilità contemporanea. ne aumentano i toni, portandole quasi al sieme. L’installazione è come un quadro con acrilico su legno. Anche per questi stratificate, che Fino al 16 maggio la Galleria Pog- drammatico. Sono sculture monumentali, tridimensionale dove solo a una certa lavori (nella foto un’opera), come per i richiedono una giali ne ospita la personale «Acqua colonne-figure di una forza fallica non da- distanza è possibile visualizzare le opere precedenti, il vetro è parte determinante lavorazione alta - High tide», con due titaniche ta dalla monumentalità dell’impatto, ma distinguendole dai sassi. È come se la scul- dell’opera perché opacizza e riflette lo © Cortesia dell’artista e della Galleria Barbara Paci, foto Nicola Gnesi Pietrasanta, lenta, in grado installazioni: le «Bricole» e «Root’la». dalla relazione impari tra uomo e natura. tura tornasse alla sua radice: il marmo. spazio pittorico, proteggendo al tempo di superare la loro insita fragilità e Come sono nate le «Bricole»? Ci parli di «Root’la». Perché un ravaneto? stesso la superficie. inadeguatezza a riprodurre la perfezione Per l’ultima Biennale di Venezia sono sta- È un enorme ravaneto, ricostruito in gal- Ho pensato di usare il ravaneto come uno q Olga Scotto di Vettimo formale. Una trentina di opere to invitato a pensare un’opera che pones- leria, ricco di frammenti scultorei: un’in- strumento di scultura. Da Michelangelo compongono la mostra «Looking forward se al centro elementi caratterizzanti della stallazione colossale in un ambiente alto 4 ad Arturo Martini si è sempre immagina- to the Past», a cura di Alessandro città. Le bricole hanno dei valori aggiunti metri, con 15 tonnellate di detriti e circa to di prendere le sculture e farle rotolare Romanini, aperta fino al 30 aprileal dati dalla forma e dalla superficie. Ho ini- 10 tonnellate di sculture marmoree, frutto dai ravaneti per purificarle dagli eccessi. Marca, Museo delle Arti di Catanzaro. ziato a vederle come figure e ho deciso di di una performance fatta a inizio febbraio Gli scarti di lavoro e di fatica hanno un’e- In collaborazione con la galleria Barbara rappresentarle come una qualsiasi scultu- a Carrara. I soci della cooperativa Cave di nergia che non può essere sottovalutata e Paci di Pietrasanta, la mostra si colloca ra figurativa. Gioia mi hanno messo a disposizione un subire la classificazione di detriti. In gal- nel percorso sul contemporaneo A Venezia le «Bricole» erano im- ravaneto per una performance durante la leria essi sono affiancati e confrontati alle costruito insieme alla Fondazione Rocco merse in un canale ricreato nel quale ho fatto rotolare a fondovalle una opere, diventando un tutt’uno in grado di Guglielmo, creando una connessione Padiglione. A Firenze? serie di sculture acquistate da me in un trasmette un valore che ne va ben oltre. con il Parco Internazionale delle

Hanno una loro autonomia formale che negozio di souvenir. La caduta e il rotola- © Riproduzione riservata q Jenny Dogliani Sculture. q Camilla Bertoni

Arte dall’Africa, dall’Oceania e dalle Americhe nella Collezione Peggy Guggenheim 15.02 - 14.06.2020

Con il supporto di La mostra è resa I programmi educativi sono Mobility Partner Con il patrocinio di possibile grazie a realizzati con il sostegno di Institutional Patrons EFG Fondazione Araldi LAVAZZA Guinetti, Vaduz SANLORENZO

Dorsoduro 701, 30123 Venezia guggenheim-venice.it

IL GIORNALE DELL’ARTE NUMERO 406 MARZO 2020 | 3 MONDOVÌ TORINO VENEZIA

IL GIORNALE DELLE MOSTRE ITALIA Sfida in laguna La felicità è una piroetta Venezia. Definito «l’occhio Venezia. Fino al 14 giugno, Casa dei Tre Oci ospita del secolo», tra i fondatori «L’invenzione della felicità» dedicata a Jacques Henri di Magnum Photos, ideatore Lartigue (1894-1986), enfant prodige della fotografia del della teoria dell’istante Novecento. È il 1902 quando, a sette anni, riceve in dono decisivo, ma soprattutto dal padre la prima macchina fotografica, con cui inizia subito autore di alcune delle a ritrarre la quotidianità borghese di parenti e amici. Tutta la immagini più iconiche della sua carriera è caratterizzata, in netto anticipo sulla nascita nostra storia, dalla vita dei social, da una sorta di bulimia visiva che lo porta a parigina alle guerre che realizzare decine di migliaia di scatti suddivisi in circa 130 hanno sconvolto il secolo album, spesso accompagnati da appunti e riflessioni. Nelle passato, fino ai ritratti sue immagini ricorrono salti, tuffi, danze e piroette da cui agli amici artisti, Henri Henri Cartier-Bresson© Fondation / Magnum Photos deriva l’appellativo di «fotografo della felicità», ripreso anche Cartier-Bresson è probabilmente il fotografo più conosciuto nel titolo della mostra. I suoi sono ritratti di un’epoca e e apprezzato del Novecento (nella foto, «Derrière la Gare di una classe sociale che, esaltata dalle nuove invenzioni

© Cortesia dell’artista. Pinault Collection Saint-Lazare, Place de l’Europe, Paris», 1932). Quando, nel meccaniche, vive fra mondanità e modernità. Negli anni in cui «Self Portrait with Botticelli» (2009) di Youssef Nabil. Sotto, «Gelijkenis I & II» (2002) 1973, fra tutta la sua immensa produzione selezionò i suoi l’avanguardia futurista fonda la propria poetica sulla velocità di Marlene Dumas 385 scatti migliori, ne realizzò solamente sei raccolte, oggi e sull’impeto del movimento, in ambito fotografico questa custodite da alcune delle più prestigiose istituzioni culturali attitudine trova terreno nell’evoluzione dell’attrezzatura, ora Venezia del mondo, fra cui la collezione Pinault. Da questo nucleo in grado di ritrarre anche l’istante più effimero. Tra gli scatti di nasce «Henri Cartier-Bresson. Le Grand Jeu», presentata a Lartigue l’automobile lanciata in una folle corsa che impedisce Palazzo Grassi, sede espositiva della collezione veneziana, dal all’obiettivo di seguirne la traiettoria e la ragazza che sembra Celebrità? Pas encore 22 marzo al 10 gennaio 2021. In campo, a fare da arbitro, volare sopra i gradini di una scalinata, sono solo due dei tanti Da Pinault spazio a giovani e prospettive nuove troviamo l’ideatore del progetto Matthieu Humery e cinque esempi. L’esposizione, composta da circa 150 stampe (alcune curatori (il collezionista François Pinault, la fotografa Annie a colori) 56 delle quali inedite, ne ripercorre l’intera produzione Leibovitz, lo scrittore Javier Cercas, il regista Wim Wenders anche attraverso gli episodi più significativi di valorizzazione Venezia. «Che cosa significa arte per noi?»«Untitled» , il nuovo percorso espo- e la conservatrice Sylvie Aubenas) invitati a rileggere l’opera della sua ricerca a partire dalla mostra del 1963 al MoMA. Da sitivo in apertura il 22 marzo a Punta della Dogana (fino al 13 dicembre), del grande autore francese. Diversi sguardi che danno vita qui Lartigue conosce la fama internazionale grazie alla quale rappresenta la risposta corale data a questa domanda da tre curatori, tre a cinque percorsi autonomi, condizionati dallo specifico ottiene la pubblicazione di un approfondimento sui suoi lavori punti di vista e tre esperienze diversi: quello dello scultore inglese Thomas rapporto con l’immagine che ognuno dei partecipanti esercita degli anni ’20 e ’30 da parte di Richard Avedon e Bea Feitler Houseago, della sua compagna Muna El Fituri, artista e storica dell’arte, attraverso la propria professionalità. Un gioco che non nasce e nuove collaborazioni con il mondo della moda e del cinema. e di Caroline Bourgeois, conservatrice delle raccolte di Punta della Doga- solo dalla volontà di rendere evidenti le tante possibili chiavi La mostra, che ha il na. L’obiettivo è quello di offrire un percorso inedito attraverso un secolo di di lettura offerte da questa raccolta, ma anche dall’incontro/ sostegno della Donation storia dell’arte, articolato in 18 sale e suddiviso per temi, con le opere di una scontro di diverse personalità: quella dell’artista e quelle di Jacques Henri Lartigue sessantina di artisti, da Rodin ad oggi, provenienti dalla collezione Pinault e chi è chiamato a raccontarlo, anche a rischio di darne una di Parigi, è curata da da prestiti internazionali, con installazioni site specific. Assenti, volutamen- visione assolutamente soggettiva. La mostra (ma sarebbe Denis Curti. Nella foto, te, grandi nomi del Novecento, come Duchamp, Brancusi o Picasso. «Voleva- più corretto parlarne al plurale) è realizzata insieme alla «Anna la Pradvina detta mo prenderci un rischio artistico, spiegano i curatori, e presentare al pubblico un Bibliothèque Nationale de France e in collaborazione con la La femme aux renards approccio all’arte contemporanea più delicato e sensoriale, un’esperienza corporea». Al Fondation Henri Cartier-Bresson ed è accompagnata da un in Avenue du Bois, centro del percorso, nel Cubo di Tadao Ando, la ricostruzione di uno studio catalogo edito da Marsilio. q Monica Poggi Paris, 1911». q M.P. Photograph by Jacques Henri LartiguePhotograph by © MAP-AAJHL Ministère de la Culture (France), d’artista, su ispirazione di quello dello stesso Houseago, luogo privilegiato della creazione «dove i visitatori sono invitati a soffermarsi, prendere del tempo per studiare, pensare, dare forma a idee e immagini, giocare, leggere, ascoltare musica e vedere le immagini preparatorie della mostra». Grande spazio in questo percorso Torino alle artiste, con «l’opportunità di comprendere la portata delle loro opere e il loro contributo pionieristico, nonostante le circostanze che le hanno viste spesso svantaggiate rispetto agli uomini». Canaletto, Intanto a Palazzo Grassi continua con Youssef Nabil (Il Cairo, 1972) la serie delle monografiche dedicate agli artisti contemporanei (dal 22 marzo al 10 gennaio 2021). «Once Upon a Dream», c’era una volta un sogno, è la prima XX secolo importante retrospettiva dell’artista egiziano (ma le sue opere sono già state Al Museo Ettore Fico esposte in Italia in una personale a Villa Medici e in alcune collettive), a cura la «recita casuale» di Matthieu Humery e Jean-Jacques Aillagon. Fotografia, video, installa- zioni, ma anche pittura: in 120 opere viene raccontato il percorso dell’artista di Massimo Vitali egiziano che ha esordito nei primi anni ’90 come fotografo, scegliendo come soggetti i protagonisti dei melodrammi del cinema egiziano, trasponendo poi lo stesso stile nei ritratti delle star del suo mondo personale. Fin da su- Torino. Se Canaletto avesse potuto bito, anche sviluppando la mettere l’occhio dietro l’obiettivo tecnica della fotografia in di una macchina fotografica, il suo bianco e nero dipinta a ma- lavoro, con tutta probabilità, sareb- no, tradizionalmente usata be stato affine a quello di Massimo per le locandine dei film, Vitali (1944). La profondità di cam- Nabil si è interessato alla po, la definizione dei dettagli, la ni- «Carcavelos Pier Paddle» (2016) di Massimo Vitali creazione di un’atmosfera tidezza dell’immagine e l’assenza di sospesa, onirica, carica di atmosfera e sfumature sono i tratti luglio. Sono esposti una trentina spirito illuminista. accenti nostalgici e ma- che accomunano le loro opere. A di lavori, realizzati negli ultimi 25 Anche i titoli concorrono allo sco- linconici, restituendoci le mettere in luce tale somiglianza è anni; i soggetti spaziano dalle asso- po: «È come se l’artista destinasse alle immagini di un Egitto che Andrea Busto, direttore del Mef e late e affollatissime spiagge italia- persone ritratte parti precise e ruoli da sta svanendo e l’evocazio- curatore dell’antologica «Costella- ne, fotografate negli anni Novanta primo attore, proseguono. Succede in ne dei problemi del Medio zioni umane» che il museo dedi- in periodo di vacanze, al Jova Beach “De Haan Kiss” (2001), in cui due ragaz-

© Pinault Collection q Oriente. Camilla Bertoni © Riproduzione riservata ca al fotografo comasco fino al 5 Party Tour della scorsa estate. Nono- zi in primo piano si scambiano un bacio, stante ciascuna immagine sembri o in “Cefalù Orange Yellow Blue” (2008), una gigantesca coreografia orche- dove vi sono costumi da bagno colora- strata a tavolino, in realtà i soggetti ti. Ma è il caso che determina il titolo Stupiamoci con Marras si muovono spontaneamente e in dell’opera, deciso in post produzione do- totale assenza di istruzioni: «Come po un attento riesame della fotografia». Mondovì (Cn). Il Museo della Ceramica di Mondovì non è solo custode di manufatti d’arte e in Canaletto le figurine recitano parti Lo sguardo algido di Vitali trasfor- sede espositiva, ma anche un centro di produzione. Dal 2014 Palazzo Fauzone, lo storico edi- di una commedia scritta in modo corale, ma brulicanti masse di individui ficio in cui è accolta la collezione permanente, ospita il laboratorio «UP», dove artisti e artigiani così in Vitali le persone appaiono dirette eterogenei in un superorganismo realizzano le proprie opere. È qui che è nata la mostra «Antonio Marras: memorie dal sottosuo- da un regista fuori scena. Tutto è proiet- esteticamente perfetto che suscita lo» (fino al 15 marzo), a cura di Francesca Alfano Miglietti. Lo stilista e artista di Alghero (nella tato su uno schermo in cui i protagonisti meraviglia, la stessa che suscitereb- foto) ha lavorato nei locali del laboratorio per sei mesi, producendo oltre 60 lavori in collabo- recitano, come attori istruiti, parti a loro be osservare su qualsiasi altro pia- razione con un gruppo di studenti dell’Accademia Albertina: sculture in ceramica, installazioni, destinate dai fatti contingenti», spiega- neta una forma di vita complessa. assemblaggi e objet trouvé. «Si tratta di una “Mostra per Mondovì, su Mondovì”, sottolinea la no dal museo. La mostra è accompagnata da cata- curatrice Francesca Alfano Miglietti. La caratteristica prima di Antonio Marras è lo stupore: di Le immagini fotografate da Vitali logo (Steidl Verlag) e realizzata in fronte alla collezione di ceramiche monregalesi, ai vecchi stampi, ai depositi, nell’incontro con gli sono frammenti di realtà sottovuo- collaborazione con la galleria Maz- artigiani e con la direttrice del museo, ha iniziato a esplorare e raccogliere gli elementi su cui ha to, in cui la casualità si piega al pen- zoleni (Torino, Londra). q q © Riproduzione riservata modulato il suo progetto espositivo». Emmanuele Bo © Daniela Zedda siero razionale e scientifico in pieno Jenny Dogliani

4 | IL GIORNALE DELL’ARTE NUMERO 406 MARZO 2020 LA SPEZIA MURANO

IL GIORNALE DELLE MOSTRE ITALIA Reggio Emilia La Spezia Dagli archivi dei vetrai

Murano (Ve). Due pensieri sono meglio di uno Un lungo BAU Secondo appuntamento Svenja Deininger con Władysław Strzemiński Al CAMeC mille opere per il sedicesimo numero espositivo alla Collezione Maramotti del «Contenitore di cultura contemporanea» per lo Spazio Punta Conterie. Dopo «Lino

Reggio Emilia. Un lavoro pittorico La Spezia. Si racconta che, quando nel lontano novembre 2003 gli ideato- Martin© Foto Adam Tagliapietra, raffinato, inserito in un processo ri dello sperimentale progetto editoriale «BAU» stavano approntando il Glasswork» (cfr. n. 401, ott. ’19, «Il creativo che non si conclude nella primo numero della rivista, loro stessi non avrebbero scommesso sulla Giornale delle Mostre», p.4) ora fino singola opera ma si prolunga nelle longevità di questo «Contenitore di cultura contemporanea». Progettata al 10 maggio è la volta di «Vetro e tele successive, come un flusso di inizialmente da Carlo Battisti e poi da Gumdesign (Gabriele Pardi e Laura Disegno. Il processo creativo nelle energia. Cromie delicate e prezio- Fiaschi) e da Gabriele Menconi, la rivista è uscita invece per 16 volte, propo- storiche vetrerie muranesi del ’900» (a se, ricavate dall’accordo delle tinte nendo ogni anno un contenitore, in edizione limitata, di interventi sciolti cura di Caterina Toso, storica del vetro e della luce, diversamente cattura- (da 60 a 100) di poeti e artisti visivi italiani e stranieri: da Fluxus alla Poesia nonché erede dell’archivio Fratelli Toso). ta da texture e spessori dalle varia- visiva, dalla Patafisica alla Mail art. E proprio in questa fitta rete interna- 50 vetri in tutto (da collezioni private bili minime, eppure determinanti. zionale di contatti e nell’assemblaggio di esperienze differenti tra loro ri- italiane e straniere tra cui quella Lutz I quadri dell’artista austriaca Sve- siede lo spirito di questo innovativo e originale progetto di pubblicazione H. Holz,) ripercorrono cronologicamente nija Deininger (Vienna, 1974), d’artista, rigorosamente autofinanziato. Gli autori che hanno preso parte la produzione muranese dagli anni ’10 sono realizzati con una tecnica ad al progetto sono stati moltissimi e sarebbe qui impossibile citarli tutti, ma sino agli anni ’80, uscita dalle fornaci alta sensibilità luministica, grazie in occasione dell’uscita di «BAU 16», nella sua scatola nero mat, una mo- più celebri: Fratelli Toso, Barovier&Toso,

© L’artista, foto Markus Wörgötter © L’artista, anche a una particolare mescolan- stra curata da Mara Borzone al CAMeC della Spezia offrirà l’opportunità Salir, Venini, A.Ve.M., Seguso Vetri «Untitled» (2019) di Svenja Deininger za di gesso, polvere di marmo, col- al pubblico per ve- d’Arte, Vetreria Aureliano Toso, Vistosi, la e colori a olio, che le consente dere il contenuto Galliano Ferro. La rilevanza della di lavorare per stratificazioni ripetute su entrambi i lati della tela. Le composi- di tutti i numeri sinergia tra maestri vetrai e le firme zioni, spinte a indagare sul piano rapporti spaziali costruiti per segmenti archi- finora editi. L’e- che disegnarono le nuove creazioni tettonici, appaiono al primo impatto pienamente astratte, ma, come l’artista sposizione «BAU. (come Tomaso Buzzi, Fulvio Bianconi, stessa dichiara, di fatto non lo sono, perché nascono dall’osservazione di un da- Contenitore di Ercole Barovier, Dino Martens, Vittorio to reale, poi riletto e purificato attraverso la pittura. L’impatto richiama subito cultura contem- Zecchin) è affidata a materiale d’archivio certe atmosfere delle prime avanguardie, e perfetto appare l’accostamento alla poranea 2004- proveniente dalle vetrerie stesse e poetica dell’artista Władysław Strzemiński (Minsk, 1893 - Łódź, 1952), figura 2020» (visitabile al dalla Fondazione Giorgio Cini (Archivio chiave dell’avanguardia polacca. Ambientata nella Pattern Room della Collezio- piano zero del mu- Centro Studi del Vetro) affiancando ai ne Maramotti, dall’8 marzo al 26 luglio, la mostra «Svenja Deininger. Two seo sino al 7 giu- disegni originali anche foto storiche. Ad Thoughts» è, infatti, costruita come un dialogo aperto tra il nuovo ciclo pittori- gno) presenterà aprire il percorso è un lampadario della co di Deininger, appositamente concepito per l’occasione, e quattro opere degli infatti le oltre mil- vetreria artistica Galliano Ferro, firmato anni Venti di Strzemiński, prestate dal Muzeum Sztuki di Łódź, che lui stesso ha le opere raccolte da Giorgio Ferro; in chiusura, un affondo fondato insieme alla scultrice Katarzyna Kobro. L’eco delle forme, la purezza dei nei 16 numeri del- sugli anni ’60 e ’70. Nella foto «Reazioni contorni, il rigore di una progettualità dal respiro architettonico, accomunano la pubblicazione. Policrome» (1950 ca) di Giulio Radi per gli artisti e sondano le possibili relazioni tra due pensieri che, a un secolo di q Matteo A.Ve.M., Collezione Holz. Il contenitore aperto di «BAU 15» distanza, sembrano seguire una linea affine. q Valeria Tassinari © Riproduzione riservata Fochessati © Riproduzione riservata q Veronica Rodenigo

In cammino sulle strade delle migrazioni Travelling the Roads of Migration

a cura di / curated by Lélia Wanick Salgado

Pistoia Palazzo Buontalenti / Antico Palazzo dei Vescovi 8 febbraio 14 giugno 2020

© Sebastião Salgado/Contrasto

IL GIORNALE DELL’ARTE NUMERO 406 MARZO 2020 | 5 ARCORE PERUGIA BOLOGNA TARANTO MANTOVA VENEZIA IL GIORNALE DELLE MOSTRE ITALIA Perugia Una Biennale tutta per le fotografe

Mantova. La città si prepara ad arricchire la sua Aperto offerta culturale con la prima edizione della Biennale della Fotografia Femminile, iniziativa al futuro dell’Associazione la Papessa che, con la direzione artistica di Alessia Locatelli, ospiterà dal 5 marzo Prima monografica su mostre, incontri e residenze a firma delle fotografe più interessanti del panorama internazionale. Tema Taddeo di Bartolo di questa prima edizione è il lavoro, trait d’union dei progetti fotografici delle invitate, provenienti da sette Paesi differenti. Tra queste, le due vincitrici dell’annuale Premio , che sarà assegnato quest’anno ai due portfolio più interessanti tra quelli visionati dalla giuria. Le opere esposte documentano vicende controverse e attuali, attraverso una prospettiva condivisa che pone al centro il ruolo della donna e l’identità di genere. Le autrici puntano la lente di ingrandimento sulle comunità sfruttate e marginalizzate: Rena Effendi racconta la Transylvania rurale (nella foto, «Bambina con la treccia»), Annalisa Natalia Murri la prostituzione

transessuale in Bangladesh, «The Black Gold», inchiesta fotografica di Daro Sulakauri 2020 Guerzoni, Rolando Paolo © Foto documenta le condizioni dei minatori georgiani, Sandra Hoyn i combattimenti infantili «Upgrade in Progress» (2020) di Geumhyung Jeong alla Palazzina dei Giardini di Modena di boxe in Thailandia. L’emergenza climatica e il rapporto dell’uomo con la natura sono al centro delle ricerche di Betty Colombo in «La Riparazione», progetto realizzato Modena in collaborazione con Save the Planet e Canon. Completa l’offerta espositiva «La fatica delle donne (1965-oggi)», una selezione di opere della Collezione Donata Pizzi. Le mostre si terranno in edifici del centro storico normalmente chiusi, che verranno Inquietudini tecnologiche aperti grazie al supporto di Comune e Provincia di Mantova. q Ilaria Speri Gli assemblaggi disfunzionali di Geumhyung Tutto in 32 pagine Jeong in una messa in scena futuribile Taranto. Il Crac Puglia (Centro di ricerca arte contemporanea della Fondazione Rocco Spani), Modena. Possiamo sottrarci al legame disposti ironici e imprevedibili ro- dedica, fino al 20 marzo, una mostra al genere che vincola il nostro corpo agli ogget- bot meccanici a controllo remoto, di confine del libro d’artista. I 51 manufatti sono ti della tecnosfera contemporanea, rigorosamente autocostruiti. Chiave stati realizzati da altrettanti pittori, scultori, poeti rendendolo da un lato schiavo di una del progetto è, infatti, la realizzazio- «Santa Caterina» di Taddeo di Bartolo, visivi e incisori italiani nel periodo 2008-19, per dipendenza sempre più ammaliante ne amatoriale degli oggetti, assem- Caen, Musée des Beaux-Arts volontà del gallerista Roberto Peccolo di Livorno. e dall’altro più forte e resiliente? L’in- blati e controllati con componenti «Memorie d’artista» è il titolo dato dal gallerista alla collezione e alla mostra. stallazione che la Fondazione Mo- acquistati sul web dall’artista stessa, Perugia. Vissuto dal 1362 circa al 1422, Nell’abbinamento di parole e immagini si sono cimentati, tra gli altri, Grazia dena Arti Visive ha commissionato volutamente autodidatta e più inte- Taddeo di Bartolo diffuse il lin- Varisco, Gianni Bertini, Arrigo Lora-Totino, Irma Blank, Lamberto Pignotti, Lucio all’artista coreana Geumhyung Je- ressata all’errore che all’efficienza guaggio senese tra Toscana, Liguria Pozzi, Elisabetta Gut, Giulio De Mitri, Massimo Barzagli, Maria Morganti, Sandro ong (Seul, 1980) pone apertamente il dell’oggetto funzionale. Protesi e e Umbria. Ed è Perugia, con la Gal- De Alexandris, Michele De Luca, Sergio Dangelo, Giovanni Fontana, Ugo La Pietra, quesito, giocando sull’ambiguità che circuiti, aggregati in forme parzial- leria Nazionale dell’Umbria, che Fernanda Fedi & Gino Gini, Nanda Vigo (nella foto), Vittorio Corsini e la francese sospende ipertecnologia e mortalità mente antropomorfe, che la cura- con la prima monografica sul pitto- Orlan. Ciascuno ha declinato il proprio mondo espressivo nella dimensione del in un rapporto ancora non risolto. Fe- trice Diana Baldan definisce «una re voluta dal direttore Marco Pierini libro-oggetto, la cui sola prerogativa fissa era di essere composto da 32 pagine e dele alla vocazione performativa della gabbia che ha bisogno di riappropriarsi dal 7 marzo al 7 giugno assembla tirato in 200 esemplari, di cui 30 corredati da un intervento ad hoc. Nel catalogo Jeong, che si è già fatta apprezzare a sia del corpo mortale che del suo control- un centinaio di opere prestate da edito per l’occasione, Flaminio Gualdoni definisce la collezione di Peccolo «la sua livello internazionale per le disorien- lo», attendono il loro momento di raccolte italiane ed estere tra cui il autobiografia di commilitone consapevole dell’arte». q Guglielmo Gigliotti tanti coreografie, in cui utilizza come vita, pronti a integrarsi con l’essere Louvre di Parigi e il Szépművészeti partner inquietanti umanoidi, eredi umano, insieme al quale agiscono Múzeum di Budapest. La curatrice è dei primitivi robot che furono tanto maldestramente durante le azioni Gail E. Solberg, storica dell’arte nor- Murano, U.S.A. cari alle avanguardie del Novecento, performative. Come cavie in attesa damericana degli Associated Colleges «Upgrade in progress», fino al 2 di essere testate, queste sculture ci of the Midwest-Florence Program di Venezia. L’appuntamento delle Stanze del Vetro giugno alla Palazzina dei Giardini, interrogano sui meccanismi di con- stanza a Firenze: studia Taddeo da sull’Isola di San Giorgio Maggiore va negli Usa. Con si propone come una messa in scena trollo reciproco tra oggetto tecnolo- decenni e fa sapere di aver concluso una selezione di 155 lavori da Stati Uniti ed Europa un po’ superata e un po’ futuribile. gico e creatività, secondo modalità una vasta monografia con circa 600 dal 23 marzo al 26 luglio «Venice and American L’installazione, che ricorda un mu- che si svelano solo in occasione delle immagini che dovrebbe uscire entro Studio Glass», a cura di Tina Oldknow e William seo-laboratorio, trasforma l’architet- live action, immancabili nella ricer- l’anno per l’editore Brepols. Con lavo- Warmus (già curatori presso il Corning Museum of glass di News York), offre una tura seicentesca dell’antico casino ca della Jeong (a Modena l’1 e il 29 ri dalla metà del nono decennio del panoramica degli esiti del movimento americano Studio Glass, nato a inizio degli di caccia dei duchi in uno scenario marzo, a Bologna il 26 e 27 marzo Trecento agli ultimi anni, la rassegna anni ’60, quando, per iniziativa del ceramista Harvey K. Littleton, spogliandosi della tecnologico, o piuttosto in un pal- presso la galleria P420). vuole giocare le sue carte principali sua funzionalità, l’oggetto di vetro ritrovò la sua qualità di pura arte. Nella tradizione coscenico continuo, sul quale sono q Valeria Tassinari © Riproduzione riservata sui polittici a partire dalla ricomposi- di Studio Glass come in quella muranese è fondamentale il confronto dal vivo coi zione, per quanto possibile, della pa- maestri: è per questo che a Murano artisti come Dale Chihuly e Benjamin Moore la perugina di San Francesco al Prato incontreranno maestri come Lino Tagliapietra invitandoli a loro volta a trasporre negli di cui il museo possiede 13 elementi Usa le loro conoscenze. «Laguna Murano Chandelier», monumentale installazione Sì, sono ambiguo (altri pezzi sono in sedi italiane, Ger- di Chihuly creata con la collaborazione di Tagliapietra e Lino Signoretto, esemplifica mania e Olanda). «Taddeo è stato offu- tale legame nella mostra che presenta inoltre gli esiti delle sperimentazioni di Bologna. Lo svizzero Urs Lüthi (Kriens, scato dai nomi più conosciuti della scuola Richard Marquis (con «Silhouettes and Stripes Marquiscarpa», 1999; nella foto), Lucerna,1947) non è un habitué dell’Italia, senese, interviene a voce la studiosa. Nancy Callan, William Morris, Martin Blank, Michael Schunke e altri. Il catalogo dove pure ha esposto in varie occasioni, Per la storiografia a fine carriera aveva Skira è introdotto da Laura de Santillana, artista del vetro e nipote di Paolo Venini, rappresentando anche la Svizzera alla perso i valori tanto piacevoli e convincenti scomparsa in ottobre. q Veronica Rodenigo Biennale di Venezia del 2001. Alla Otto della gioventù e della maturità. La vedo in Gallery che fino al 10 aprile propone «Aus tutt’altra maniera e cerco di mostrarlo con der Serie der grossen Gefühle (dalla serie le tavole esposte e in catalogo. L’artista ha Sposata, interrotta e nascosta dei Grandi Sentimenti)» l’artista è comunque elaborato una meditata ricerca di un’ar- alla presenza numero tre, dopo le mostre ad te dai valori più classici, più volumetrici, Arcore (MB). Apre l’8 marzo, in Villa Borromeo d’Adda (dove ArtVerona e allo Studio d’Arte Cannaviello quasi all’avanguardia verso nuovi sviluppi proseguirà fino al 3 maggio), la mostra «Carla Maria Maggi. negli anni ’80. Urs Lüthi mette al centro dei che vedremo nel Quattrocento. Se ha for- L’artista ritrovata». Curata da Simona Bartolena, cui si deve suoi lavori, compresi quelli pittorici, meno me che preludono al Rinascimento? Direi la monografia (Skira) dell’artista e la cocuratela, con Elena conosciuti e ora visibili a Bologna, l’ambiguità di sì non solo nelle figure ma anche nelle Pontiggia, della mostra del 2008 in Palazzo Reale a Milano, del suo pensiero. L’ambiguità è una caratteristica evidente soprattutto nella scene narrative laddove esercita l’illusione la rassegna racconta la storia di un’«artista interrotta». sua produzione fotografica, in video e installazioni: immagini molto conosciute e della profondità, dove studia lo spazio e le Carla Maria Maggi (1913-2004) che, nata in una buona molto personali, nelle quali lo stesso protagonista si ritrae «en travesti». Alla Otto espressioni. È aperto al futuro». Inoltre, famiglia milanese, con il matrimonio dovette piegarsi alle Gallery, invece, va in scena una parte della sua ricerca praticamente mai vista nel dice ancora Gail E. Solberg, «l’aspetto convenzioni altoborghesi del tempo e abbandonare i pennelli, a dispetto del talento e nostro Paese, i dipinti alternati ad alcune sculture come «Selfportrait as Kafka più sorprendente è veder ricorrere certe dei riconoscimenti che aveva ricevuto. Nascose quindi le sue opere (una quarantina, at the time he wrote the Metamorphosis», una fusione in alluminio del 2014 o la figure. Da radiografie e riflettografie nei ora esposte) nella soffitta della casa di campagna, dove il figlio le ha ritrovate solo fusione in bronzo «Small Monument» del 2011. Negli anni ’80 l’artista svizzero restauri è emerso un sistema di modelli dopo la sua scomparsa. Da allora il suo dipinto «La sigaretta» (nella foto) è stato ha iniziato a realizzare grandi tele dipinte ad acrilico dalle cui forme semplificate, come fossero sagome che gli permette una lungamente esposto al National Museum of Women in the Arts di Washington, che legate alla riflessione tra individuo e identità, emerge una grande ironia. Ne sono produzione in serie ma in versioni sempre oggi patrocina la mostra. Oltre a ritratti e scene di vita borghese, la Maggi dipinse esempi significativi, lungo il percorso, lavori quali «Selbstportrait aus der Serie der nuove». q Stefano Miliani nudi femminili dal vero. q Ada Masoero grossen Gefühle» (1985, nella foto). q Stefano Luppi

6 | IL GIORNALE DELL’ARTE NUMERO 406 MARZO 2020 CITTÀ DI LORETO CASTELLO NUORO FIRENZE PERUGIA GUBBIO PIANEZZA JESI URBINO IL GIORNALE DELLE MOSTRE ITALIA Raffaelliadi umbro-marchigiane Nuoro Sorprese sardo-sabaude Un’originale lettura degli scambi artistici tra Piemonte e Sardegna

Nuoro. Dal 13 marzo al 14 giugno, siamo considerare i biellesi Sella gli con «Il regno segreto. Sarde- “Alinari sardi”». gna-Piemonte: una visione po- Strutturata in quattro sezioni, stcoloniale» il Man ricorda l’arri- la mostra inizia con la produ- vo dei Savoia sull’isola (1720). In un zione cartografica, architet- inedito crossing tra testimonianze tonica e monumentale della

artistiche e documentarie, il curato- Sardegna sabauda. Spiccano Cortesia Spano - Archivio Altara di Federico Edina Altara fotografata da Vittorio Accornero alla re Luca Scarlini indaga «la nascita tre grandi vedute di Giovanni fine degli anni Venti di un’arte sardo-sabauda di grande in- Michele Graneri provenienti

© Credito teresse. Nonostante la popolazione locale da Palazzo Madama (1747), la Olivetti di Ivrea) conservato al Man. lo abbia spesso sottovalutato, i Savoia celebre Carte Géologique de l’Ille de Le ultime sezioni ricostruiscono la ebbero sempre un occhio di riguardo per Sardaigne di Alberto Della Marmora nascita del cinema sardo e propon- gli artisti e gli intellettuali sardi, anche (1856) e le fotografie di Ettore Sot- gono anche un film di animazione Da Prima e dopo Raffaello. Città di Castello e il Rinascimento, a cura di A. Delpriori, Perugia 2019 Perugia a cura di A. Delpriori, Da Prima e dopo Raffaello. Città di Castello il Rinascimento, dopo l’Unità d’Italia», precisa Scarli- tsass dedicate all’architettura cimi- sugli illustratori locali realizzato © Riproduzione riservata Stendardo processionale di Raffaello, Città di Castello, Pinacoteca Civica ni. «Gli artisti più talentuosi diventaro- teriale. La seconda sezione indaga dalla Fondazione Film Commission no spesso illustratori nelle case editrici l’illustrazione e si avvale del fondo Sardegna. Per i 500 dalla morte di Raffaello le amministrazioni regionali di Marche e piemontesi, come accadde ad esempio Pintori (grafico e illustratore della q Elena Franzoia Umbria coordinano palinsesti espositivi in più città. Ne diamo una selezione, a Carlo Chessa, padre del celebre arti- le date potranno cambiare. Per un quadro più completo, rimandiamo ad alcuni sta Luigi. La grande Edina Altara, una siti web istituzionali (in aggiornamento): www.raffaelloinumbria.it; http:// specie di Frida Kahlo sarda, fu tra le più eventi.turismo.marche.it (eventualmente www.turismo.marche.it o www. note illustratrici déco con il marito pie- Il Salgari del plein air destinazionemarche.it). montese Vittorio Accornero e in seguito q A Urbino la Galleria Nazionale delle Marche a Palazzo Ducale, dove prosegue disegnatrice di ceramiche. A proposito di Pianezza (To). «La vita imita l’arte molto più di quanto l’arte imiti la vita». Una frase fino al 13 aprile «Raphael Ware. I colori del Rinascimento», da giugno a ceramica, un caso interessante è quello di Oscar Wilde che ben si addice all’opera di Mario Lisa (1908-92), denominato settembre espone arazzi su cartoni del pittore nato in città il 28 marzo 1483. dell’azienda Lenci, rilevata dopo la crisi dai suoi contemporanei il Salgari della pittura. A ripercorrere la carriera Le Sale del Castellare (nel Palazzo Ducale ma esterne al museo) da giugno a del ’29 e rinominata Essevi da Sandro dell’artista piemontese è una retrospettiva in Villa Casalegno a Pianezza dal 7 ottobre hanno la mostra «Raffaello e Baldassarre Castiglione» con documenti, Vacchetti, che andò a cercare ispirazione marzo al 5 aprile (accompagnata da monografia). Instancabile viaggiatore, amante oggetti, codici e opere sull’autore del Cortegiano e la vita di corte. proprio nella tradizione sarda, tanto da della pittura en plein air, seguace della tradizione paesistica di Delleani, Lisa ha q A Loreto, fino al 19 aprile il Comune nel Bastione Sangallo espone l’arazzo produrre ad esempio un’inedita Maria dipinto paesaggi, ritratti e nature morte fondendo realtà e fantasia. Il disegno, da un cartone di Raffaello raffigurante Ananias e Saphira. Il Museo Pontificio José in abito di Desulo. Si deve del resto chiaro e preciso, l’intensa tavolozza cromatica e l’abile uso del chiaroscuro hanno della Santa Casa invece propone dal 4 aprile al 5 luglio la mostra «La ai Savoia anche la prima rappresenta- fatto del suo lavoro un’inedita sintesi fra il realismo ottocentesco e le innovazioni Madonna del velo o Madonna di Loreto» focalizzata su una replica di bottega zione cartografica dell’isola, mentre pos- del primo Novecento, con un’impronta poetica e sognatrice. q Jenny Dogliani di un dipinto raffaellesco disperso. q A Jesi i Musei Civici di Palazzo Pianetti dal 6 giugno al 6 gennaio 2021 allestiscono «Raffaello e Angelo Colocci. Bellezza e scienza nella costruzione del mito della Roma antica» sulle connessioni tra il pittore e l’umanista jesino che fu personaggio influente nelle lettere e nelle arti nella città dei papi. q A Città di Castello, nella Pinacoteca Comunale a Palazzo Vitelli della Cannoniera da ottobre a gennaio 2021, «Raffaello giovane a Città di Castello e il suo sguardo» ruota intorno a più confronti con l’unica opera del pittore rimasta in città, lo stendardo processionale (con fronte e retro) conservato nel museo, con prestiti da musei italiani e stranieri. q A Perugia. In collegamento con la mostra di Città di Castello, avrà una nuova illuminazione al termine di un restauro il solo Raffaello rimasto a Perugia, l’affresco della Trinità e i santi nella Cappella di San Severo. La Galleria Nazionale dell’Umbria organizza dal 3 ottobre al 10 gennaio 2021 la mostra «La fortuna della deposizione Baglioni di Raffaello nelle copie perugine»: sette antiche copie del capolavoro dipinto in città dall’urbinate nel 1507 nella Chiesa di San Francesco al Prato, trafugato e portato a Roma dal cardinale Scipione Borghese nel 1608. «Fortuna e mito di Raffaello in Umbria», da giugno a ottobre al Museo civico di Palazzo Penna, si concentra sulla lezione del pittore diffusa quando era ancora in vita e oltre. «Raffaello in Umbria e la sua eredità», a Palazzo Baldeschi dall’8 aprile al primo novembre: installazioni multimediali, documenti, disegni, incisioni e dipinti sulla formazione umbra del giovane artista e sul suo mito nell’800. q A Gubbio «Dal lustro all’istoriato: Raffaello e la nuova maiolica», alle Logge dei Tiratori, da aprile a ottobre propone una cinquantina di maioliche umbre «a lustro», dalle origini ad oggi, con supporti multimediali. q Stefano Miliani

Per piedi divini

Firenze. Nei filmoni «peplum» («Cleopatra», «Ben Hur» «Quo Vadis?», «Il Gladiatore»...) tutti abbiamo guardato, oltre alle vesti, i fantastici calzari o calzature prodotti dalla ditta Pompei Shoes. Ora una mostra al Museo della Moda e del Costume di Palazzo Pitti «Ai piedi degli dèi. Le calzature antiche e la loro fortuna nella cultura del Novecento», a cura di Lorenza Camin, Caterina Chiarelli, Fabrizio Paolucci (fino al 19 aprile), è dedicata al tema e mette a confronto opere d’arte, frammenti di statue, ceramiche, stele e alcune calzature romane del V-IV secolo a.C. rinvenute negli scavi del Nord Europa con le creazioni di grandi stilisti del XX secolo. Completa il percorso la multivisione ideata e diretta da Gianmarco D’Agostino per Advaita Per contatti “Gli Amici dell’Arte” cell. 3391365377 Film. Nella foto, Piede votivo dedicato a Serapide, Iside e Arpocrate (II-III sec. [email protected] www.amiarte.it d.C.), Torino, Museo Egizio. q Laura Lombardi

IL GIORNALE DELL’ARTE NUMERO 406 MARZO 2020 | 7 BOLOGNA MERANO PARMA TORINO IL GIORNALE DELLE MOSTRE ITALIA Merano Parma Rancori Theatrum moderni Fornasetti Il risentimento, vizio Un’esuberante summa della nostra epoca, visto del sapere in relazione con ironia da 13 artisti con la Pilotta

Merano (Bz). Appartiene alla sensi- Parma. L’inconfondibile creatività di bilità artistica la capacità d’intuire Piero Fornasetti risalta nel calenda- lo spirito del tempo in anticipo ri- rio espositivo di Parma Capitale Ita- spetto agli accadimenti storici e alle Un manifesto di Wolfgang Tillmans liana della Cultura 2020, imperniato letture sociologiche. Parte da questo a sostegno della campagna anti Brexit sul tema «La cultura batte il tempo». © Foto Giovanni Hänninen Giovanni © Foto assunto la mostra «Risentimento/ Il Complesso Monumentale della «Theatrum Mundi», render dell’allestimento al Teatro Farnese di Piero Fornasetti, Parma, Ressentiment», a cura di Christiane Non manca l’ironia sui comportamen- Pilotta ospita infatti dal 5 marzo Complesso Monumentale della Pilotta Rekade, che si inaugura il 7 marzo ti sociali, come nella visione tragico- al 27 settembre la mostra «Forna- (fino al 14 giugno) a Merano Arte mica di Gernot Wieland, o sui nazio- setti Theatrum Mundi», realizzata gono in modo nitido la ricchezza della i nuclei nevralgici della poetica forna- (Portici 173). A partire dalle analisi nalismi («Fun with Flags» di Riccardo nell’ambito del Bando Rivitalizzazio- sua immaginazione e quel movimento settiana: il passato inteso come fram- di filosofi come Nietzsche e Scheler, Previdi), mentre Monika Sosnowska ni del Contemporaneo. «Raccontare bidirezionale e quasi perpetuo inside mento, l’architettura, la musica, il il risentimento, inteso come «rancore induce con la sua struttura labirinti- la classicità attraverso la lente del de- out/outside in, dall’immaginazione alla tema e le variazioni, la grafica, il col- che si protrae nel tempo, recondito e reite- ca a vivere esperienze di pressione. sign» è l’obiettivo della mostra che pratica concreta, che caratterizza la sua lezionismo, l’oggetto quotidiano e la rato», viene considerato come lo stato Il workshop ideato da Beatrice Volpi, il figlio Barnaba, in collaborazione creatività fluida e priva di recinzioni». dimensione illusionistica. Non a caso d’animo che caratterizza il tempo at- terapeuta specializzata in respiro, vo- con Valeria Manzi, dedica al pa- Una costante negli allestimenti curati la mostra inizia dal celebre Teatro tuale da parte di 13 artisti: Teodora ce, canto e ipnosi, offre però una via dre, proseguendo un intenso impe- da Barnaba Fornasetti è l’attenzione Farnese, disseminato di una miriade Axente, Francesca Grilli, Massimo d’uscita: con «Per-dono» Volpi invita a gno espositivo internazionale in cui site specific. Come in un Theatrum di piatti, per poi proseguire con centi- Grimaldi, Klara Lidén, Christian «entrare nella stanza del risentimento» e a «la figura artistica di Piero Fornasetti cinquecentesco, inteso come summa naia di oggetti dell’Atelier Fornasetti Niccoli, Riccardo Previdi, Liesl vivere «un’esperienza sensoriale capace di viene svelata in tutta la sua complessità, enciclopedica del sapere, il percorso sparpagliati tra le collezioni della Pi- Raff, Monika Sosnowska, Barbara portare alla sensazione di un nuovo inizio». rivelando come la sua opera spazi attra- espositivo parmense struttura in co- lotta in un arguto contrappunto.

Tavella, Wolfgang Tillmans, Be- q Camilla Bertoni © Riproduzione riservata verso varie discipline artistiche. Emer- stante relazione con gli spazi antichi q Elena Franzoia © Riproduzione riservata atrice Volpi, Raul Walch, Gernot Wieland. Alla lettura degli artisti visivi si associa, in un calendario di eventi, quella musicale dell’ensemble Come si occultano le informazioni di archi Conductus, diretto da Mar- cello Fera, e quella letteraria a cura Torino. Lo Spazio: orizzonte di sogno e fantasia, ma anche territorio da conquistare. È della casa editrice Alpha Beta che ha vero che le galassie stimolano da sempre l’immaginazione degli uomini, ma è altrettanto invitato dieci autori a confrontarsi sul vero che da qualche decennio Stati e agenzie di intelligence investono somme di denaro tema. Non è un caso che ad accogliere vertiginose in ricerche aerospaziali. Un’ambivalenza che Trevor Paglen sottolinea i visitatori siano i manifesti creati dal attraverso il lavoro presentato alle Ogr (Officine Grandi Riparazioni) dal 12 marzo al fotografo tedesco Tillmans per inco- 31 maggio. A cura di Ilaria Bonacossa con Valentina Lacinio, «Unseen Stars» rivela raggiare gli inglesi a votare contro la i meccanismi di occultamento delle informazioni. Aiutato da attrezzature fotografiche Brexit: punto di partenza sono le stru- che spingono la capacità di visione al limite del possibile, Paglen ha più volte ritratto le mentalizzazioni politiche di un senti- attività segrete di agenzie militari di tutto il mondo. Le immagini, tuttavia, sono spesso mento diffuso. Lo sguardo critico sul indecifrabili per chi non ha conoscenze specifiche, o troppo poco nitide per poterne trarre presente entra anche nella sfera più informazioni utili. Il fallimento diventa uno strumento di denuncia. Gli oggetti esposti intima e personale, come rivelano le non hanno alcuna valenza pratica: tre satelliti privati di qualsiasi funzione militare sono performance della bolognese Fran- pronti a essere lanciati in orbita. Se questo dovesse succedere, potremmo vederli solo cesca Grilli (selezionata attraverso il col favore del buio: un esercizio di poetica inutilità in cui torna la dicotomia fra visibile e programma Level 0 di ArtVerona) che invisibile che permea tutto il lavoro di Paglen. Non una semplice provocazione, ma l’invito espone anche sculture e lavora sul te- a riflettere sulle dinamiche di controllo ed esercizio del potere della nostra società. Nella

ma della migrazione contemporanea. foto, «Prototype for a Nonfunctional Satellite» (2013). q Monica Poggi © Cortesia San Francisco dell’artista e di Altman Siegel,

«Mirar Ver Percibir» (2009) Una mostra in compagnia di Massimo Melotti di Antoni Muntadas La città Muntadas In cinquant’anni di ricerca artistica l’artista spagnolo ha anticipato e documentato problematiche attuali nella società dello spettacolo e nell’era della postverità

Bologna. A Villa delle Rose, fino al 22 marzo, la mostra «Muntadas. Interconnessioni» pre- allestite sui due piani della Villa. Al primo piano il percorso ha funzione introduttiva e andamento senta una ragionata selezione delle opere di un protagonista dell’avanguardia del secondo ’900. cronologico, al secondo piano vengono presentate opere di diversi periodi. «Subsensory Experien- Antoni Muntadas, dopo un periodo di formazione in Spagna, alla fine degli anni ’60 si trasferisce ces», degli anni ’70, pone al centro il tema del corpo, in «Mer cados, Calles, Estaciones», degli stessi a New York dove entra in contatto con le pratiche concettuali e della controcultura, iniziando anni, l’attenzione si sposta su quelle reti di relazioni la cui evoluzione critica verrà messa in luce inoltre a insegnare in istituzioni come il Mit di Cambridge e lo Iuav di Venezia. Fin dagli anni dall’antropologia dei «non luoghi». In «On Subjectivity» il tema è l’informazione: l’installazione è ’70 anticipa temi e problemi che diverranno quanto mai attuali: la globalizzazione, i rapporti tra composta da un video e un libro che raccoglie 50 immagini di «The Best of LIFE» commentate da comunicazione e potere, la relazione pubblico/privato. Considerato un pioniere della Media art, persone provenienti da aree geografiche diverse. Nell’installazione «La Televisión» (1980), il mass Muntadas utilizza diversi mezzi espressivi: interventi nello spazio urbano, fotografia, materiali medium per eccellenza è appeso in alto nell’angolo di una stanza mentre immagini fisse in dia- tipici della comunicazione scritta e visiva, proiezioni, archivi, videoinstallazioni. Alla Biennale di positiva invadono la stanza sulle parole dell’omonima canzone di Jannacci. La critica alla società Venezia del 2005 il visitatore veniva accolto all’ingresso del Padiglione della Spagna (trasformato dello spettacolo si fa più acuta e specifica in «On Traslation», serie ancora in corso iniziata nel 1995. dall’artista ne «Il Padiglione di On Traslation») dalla scritta «Attenzione: la percezione richiede impegno», La traduzione diviene il dispositivo linguistico e segnico per l’indagine che l’artista compie a tutto che si può considerare il manifesto della sua poetica. Con una così complessa e variegata produ- campo. L’interpretazione del reale data dai mass media può così essere vista nella sua evoluzione zione presentare l’opera di Muntadas può costituire una sfida ardua. A Villa delle Rose i curatori temporale e nelle diverse situazioni: dalle architetture ai rituali agonistici (Media Stadium), dagli Cecilia Giuda e Lorenzo Balbi hanno giocato sulla specificità dei lavori e su una peculiarità spazi della globalizzazione (aeroporti, centri commerciali, musei) ai sistemi di potere economico. fondante della ricerca di Muntadas: l’interconnessione. Sottolineando la componente di nomade Concettuale e processuale, la poetica di Muntadas richiede da parte del pubblico una volontà cri- e networker di Muntadas, Mark Wigley lo definisce: «una città, piuttosto che una persona, una rete di tica di partecipazione. In «Mirar Ver Percepir» (2009) tre lampade da interrogatorio illuminano le spazi di scambio che opera per lunghi periodi, piuttosto che un individuo». I curatori ci invitano alla scoperta parole del titolo scritte sul muro. Di quanto la materia sia delicata e complessa, è testimone «The della «Città Muntadas», una città calviniana dove i segni s’intersecano con le immagini, i concetti File Room», progetto iniziato nel 1994 e tutt’ora in corso che raccoglie vari tipi di censura e pone con le relazioni, con un’analisi trasversale sul lavoro dell’artista raccontata attraverso 21 opere interrogativi sulla libertà d’informazione quantomai attuali e inquietanti. q Massimo Melotti

8 | IL GIORNALE DELL’ARTE NUMERO 406 MARZO 2020 BRESCIA TAORMINA TORINO

IL GIORNALE DELLE MOSTRE ITALIA

La provocazione Italia attraverso il medium fotografico, la Tableaux d’Olaf cui ultima tappa era stata «GE/14 Altro Brescia. Dal 21 marzo al 30 settembre Paci Contemporary presenta una grande delle iperdonne dalle Immagini» (2014). A cinque anni mostra di Erwin Olaf (Erwin Olaf Springveld, nato a Hilversum, Olanda, nel Torino. Nel suo lungo percorso di di distanza da quella mostra, 25 artisti 1959, vive e lavora ad Amsterdam), in cui è riunito un corpus d’immagini che eccellente, provocatorio (e quindi italiani sono protagonisti della mostra attraversa l’intera produzione di questo celebre fotografo, apprezzato ovunque controverso) fotografo, Helmut Newton curata da Filippo Maggia, organizzata per la profondità dei suoi ritratti e per la forza emotiva delle sue immagini, (Helmut Neustädter, nato a Berlino dalla siciliana Fondazione Oelle sapientemente composte in monumentali tableaux dai toni onirici e sospesi, nel 1920, naturalizzato australiano e Mediterraneo Antico in collaborazione di volta in volta stranianti, provocatori o allarmanti, di cui è al tempo stesso scomparso in California nel 2004) ha con la Fondazione Sandretto Re il regista e il fotografo. Come eludere le seduzioni estetiche ed emozionali di creato un nuovo modo di fotografare Rebaudengo, e articolata tra Piemonte

un’immagine come «The Mother», della serie «Dawn» (2009, nella foto), immersa la moda, introducendo sin dalla fine Estate © Helmut Newton e Sicilia in un ideale viaggio che in un candore latteo, o dei personaggi solitari di «Indochine» e di «Keyhole», degli anni ’60 in quei servizi sino ad ripercorre il suo lavoro dai primi anni attraversa il Paese. Tra talenti emergenti immobili nelle loro stanze silenziose? E come non reagire alle provocazioni visive allora emotivamente asettici, elementi ’70 al 2000, esponendo 68 immagini: e artisti già riconosciuti, tra ricerca e di un’immagine come «Marie Antoinette», da «Royal Bloods», o di «Pearls», da di morbosità e di voyeurismo che gli ritratti, campagne pubblicitarie e sperimentazione, i siciliani che stanno «Squares», con la bellissima modella dalla cui bocca «zampilla» una cascata guadagnarono la fama di misogino e immagini celeberrime, specie di nudi facendo parlare maggiormente di sé di perle? La mostra, accompagnata da un catalogo (Silvana) con un saggio sfruttatore dell’immagine e del corpo femminili ipersessualizzati, scattate sono Renato Leotta (che vive tra Torino di Walter Guadagnini, lo segue dal 1988, quando conosce la prima notorietà femminile. Lui non si scomponeva, per importanti riviste internazionali e Acireale), il giovane Francesco Di internazionale con la serie «Chessmen», che gli garantisce il primo premio al anzi, consapevole dell’effetto mediatico e ripubblicate in libri e monografie. Giovanni, Carmelo Nicosia (che aveva concorso «Young European Photographer of the Year», attraverso tutti i suoi cicli delle sue immagini, proseguiva sulla Immagini che provano come il suo non preso parte alla mostra del 1999), oltre più famosi, fino a «Palm Springs», 2018, parte di un triplice progetto (con Berlino sua strada e rincarava, sostenendo che fu solo un «successo di scandalo», ma a Luca Andreoni, Antonio Biasiucci, Luca e Shanghai) e uno dei primi che lo abbiano condotto fuori dallo studio. Sebbene «bisogna essere sempre all’altezza della fu anche sorretto da un forte senso Campigotto, Francesco Cardarelli, Elisa Olaf abbia dapprima prediletto l’uso del bianco e nero, si è poi volto anche propria cattiva reputazione». Intanto, estetico e da una solida sapienza Crostella, Daniele De Lonti, Paola De alla fotografia a colori: la mostra ne esibisce numerosi esempi, da «Paradise» diventato una celebrità, ritraeva tutti i tecnica. A commento, l’omonimo Pietri, Nicolò Degiorgis, Gianni Ferrero a «Grief» a «Hoper», da «Dawn» a «Dusk» a «Rain». Mistero e contemplazione protagonisti della scena internazionale volume di Taschen che, oltre alle Merlino, Tommaso Fiscaletti e Nic sono la cifra delle sue immagini, oggi presenti in importanti musei, come il più patinata del tempo, da Andy Warhol fotografie in mostra, presenta un gran Grobler, Antonio Fortugno, Claudio Gobbi, Rijksmuseum. La ragione? La spiega il suo direttore, Taco Dibbits: «La sua opera (1974) a Gianni Agnelli (1997), a numero di altre immagini. q Ad.M. Francesco Jodice, Tiziano Mainieri, affonda le radici nella grande tradizione artistica olandese, il che fa di lui uno dei Paloma Picasso (1983), Catherine Tancredi Mangano, Pino Musi, Paola più importanti fotografi del nostro tempo». q Ada Masoero Deneuve (1976), Anita Ekberg (1988), Siciliani di ritorno Pasquaretta, Luca Pozzi, Alessandra Claudia Schiffer (1992, nella foto), Spranzi, Marco Tagliafico, Giovanni Troilo, Gianfranco Ferré (1996). Fino alla Taormina (Me). «GE/19 Boiling Giuliano Severini (nella foto, «Interno quasi centenaria Leni Riefenstahl, Projects da Guarene all’Etna», dopo Piscina, Poggioreale», 2015). In mostra la fotografa e regista tedesca amica la prima tappa a Guarene (Cn), dove fotografie, film e documentazioni di personale di Hitler, che Newton ritrasse si è tenuta fino a novembre a Palazzo performance. q Giusi Diana nel 2000, nella potente immagine Sandretto Re Rebaudengo, torna in con cui si chiude la mostra che la Sicilia a Taormina (fino al 26 aprile GAM-Galleria Civica d’Arte Moderna tra l’ex Chiesa del Carmine e la e Contemporanea gli dedica fino Fondazione Mazzullo), dove tutto al 3 maggio. La rassegna «Helmut era cominciato, a vent’anni esatti Newton. Works», curata da Matthias dalla prima mostra del dicembre Harder, direttore della Helmut Newton 1999. Un lungo ciclo, questo, voluto Foundation di Berlino (che produce dalla Fondazione Sandretto Re la mostra con Civita Mostre e Musei) Rebaudengo sulla ricerca artistica in

VETRO

Stuart Arends, Luigi Carboni, Marcela Cernadas, Alberto Garutti, Herbert Hamak, Paolo Icaro, Igino Legnaghi, Esther Mathis, Luigi Ontani, Roberto Pugliese, Costas Varotsos, Giorgio Vigna 21 marzo > 16 maggio 2020

Lungadige Galtarossa 21 T. +39.045.597549 studiolacitta.it 37133 Verona - Italy [email protected] artsy.net/studio-la-citta

IL GIORNALE DELL’ARTE NUMERO 406 MARZO 2020 | 9 A cura di Ada Masoero, autrice di tutti gli articoli salvo diversa indicazione

IL GIORNALE DELLE MOSTRE MILANORicostruzione del leone Mudec meccanico di Leonardo (2005) di Luca Garai e Opera Laboratori Fiorentini, Bologna, Collezioni Penso d’Arte e di Storia della Fondazione Cassa di Risparmio dunque robot in Bologna - Genus Bononiae Dagli automata di robot umanoidi, i cosiddetti «robot emotivi», progettati per dei Greci ai CoBot accompagnarci nel quotidia- © Bologna, Collezioni d’Arte e di Storia della Fondazione © Bologna, Cassa di Risparmio in Bologna - Genus Bononiae no, come Elf, , ultratecnologici, , RoboThespian, cui qui è il sogno antico di un affidato il compito di accogliere i visitatori, interagendo con es- alter ego umanoide si. Ma non mancano la bio- nica, con le sue componen-

Cortesia di Anna Di Prospero / MLB Gallery ti bio-robotiche high tech, «The first self-portrait with my son» (2019) di Anna Di Prospero Con una scelta a dir poco coraggiosa, ambito in cui tanto l’Istituto per le difficoltà di cui è irto un pro- pisano quanto l’Istituto Italiano di The Mall getto multidisciplinare quale è que- Tecnologia di Genova rappresentano sto, ma sicuramente appassionante, turale dell’Università eccellenze internazionali, né la possi- il Mudec presenta, dal 4 marzo al di Padova; Lavinia bilità di sperimentare la telepresen- 26 luglio, la mostra «Robot. The Galli, storica dell’arte e za, conoscendo il lavoro dei ricerca- Storditi e confusi Human Project», promossa da Mi- conservatrice del Museo Poldi Pezzoli tori italiani attraverso le webcam lano-Cultura, prodotta da 24 Ore di Milano, la mostra affronta con un collegate con i luoghi della ricerca. MIA Photo Fair celebra gli anni ’80 e ’90 Cultura-Gruppo 24 Ore e realizzata taglio tecnico-scientifico, antropolo- In mostra si possono poi conoscere con l’Istituto di Bio Robotica della gico e artistico il tema, antico e at- i CoBot, cioè quei dispositivi usati Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, tualissimo, dell’aspirazione dell’uo- in situazioni estreme, come Walk- Compie dieci anni MIAPhoto Fair, la prima e più importante fiera italiana punta di diamante di tale ricerca. mo a creare un proprio «doppio»: un man, l’imponente robot umanoide dedicata alla fotografia d’arte, diretta da Fabio Castelli e Lorenza Castelli, Curata da Alberto Mazzoni, fisico e alter ego dotato di abilità analoghe a dell’IIT utilizzato fra le macerie del che si tiene quest’anno dal 19 al 22 marzo, sempre negli spazi di The Mall, bioingegnere, dell’Istituto di Biorobo- quelle umane e di potenzialità anche terremoto di Amatrice del 2016, o ai piedi delle torri di Porta Nuova. Degli 87 (al momento in cui scriviamo) tica della Scuola Superiore Sant’Anna superiori. Il percorso si apre con i ra- Soryu, il robot-serpente intervenu- espositori, selezionati dal comitato scientifico, formato da Fabio Castelli, Gi- di Pisa; Antonio Marazzi, antropolo- ri automi antichi giunti sino a noi e to nella catastrofe di Fukushima,

gliola Foschi ed Enrica Viganò, il 30% è straniero, con una netta prevalenza di go e professore di Antropologia Cul- si snoda fino agli esempi più recenti alla ricerca di superstiti. © Riproduzione riservata gallerie europee ma con presenze anche da Russia, Marocco, Turchia, Israele, Stati Uniti (Barry Friedman Collection, New York; Photo Independent, Los Angeles) e dall’Australia (Preface Gallery, Perth), mentre per evidenti ragioni è stata cancellata la presenza prevista di Lele Gallery, Shanghai. Nei giorni di MIA Photo Fair si terrà, nella stessa sede, la mostra «Beyond Photography Fondazione Prada Italia/Anni Settanta», in cui il curatore, Elio Grazioli, esplora il passaggio cruciale che, sul finire degli anni ’60, vide la nostra fotografia transitare da un ruolo documentario e di reportage a quello di linguaggio artistico a tutti Il fattore K gli effetti, grazie alle sperimentazioni degli esponenti delle avanguardie del tempo. Il percorso si articola in otto stand monografici di altrettante gallerie S’ispira a Kafka (Galleria Clivio, Die Mauer, Galleria Elleni, Galleria del Cembalo, Il Ponte, il Kippenberger Galleria Melesi, Photo & Contemporary, Galleria Six) che presentano alcuni dei protagonisti di quella stagione, da Lamberto Pignotti, Gianfranco Chia- curato da Kittelmann vacci, Aldo Tagliaferro a Paolo Gioli, Luca Maria Patella, Luigi Erba, Franco Fontana e Michele Zaza. L’immagine coordinata del decennale è firmata dal fotografo britannico Ran- «K» come Kafka, «K» come Kippen- kin, artista, regista ed editore (della rivista «Dazed and confused», fondata berger e, forse, «K» come Kittelmann, nel 1991) che, da fotografo, si muove tra immagini documentarie e ritratti- il curatore. Così s’intitola il pro- Foto: Thomas Griesel © The Museum of Modern NY Art, Foto: Firenze The Museum of Modern York/Scala, New Art, © 2020. Digital image, stica, conservando ovunque l’identico approccio audace, eccentrico e speri- getto presentato fino al 27 luglio Un’immagine della mostra «Martin Kippenberger: The Problem Perspective» allestita mentale. Spesso circonda, infatti, i soggetti delle sue immagini con forme da Fondazione Prada, in cui Udo al MoMA di New York nel 2009 coloratissime o con testi, oppure (come accade nel progetto «Saved by the Kittelmann ha riunito in forma di Bell», realizzato per «Hunger Magazine» insieme al make up artist Andrew trilogia, tra il Podium, il Cinema e «The Trial», 1962, di Orson Welles, Dream ha dedicato nel 2013 all’altro Gallimore), si serve di colori pop e di pattern grafici, anche tridimensionali, la Cisterna, l’installazione di Martin tratto da Der Prozess di Franz Kafka suo celebre romanzo, Das Schloss. In- applicati sui volti dei soggetti. Un richiamo evidente alla cultura degli anni Kippenberger «The Happy End of (1883-1924) e l’album di musica elet- compiuti, i tre testi si offrono a chi Ottanta e Novanta, com’è confermato dal titolo del progetto, mutuato da Franz Kafka’s “Amerika”», 1994 tronica «Franz Kafka. The Castle», li voglia interpretare come materia una sit-com in voga negli Stati Uniti alla fine degli anni Ottanta. (per la prima volta in Italia); il film che il gruppo tedesco Tangerine malleabile, aperta a diverse letture.

© Riproduzione riservata q Ada Masoero Tanto che Kippenberger (1953-97) ha voluto azzardare un lieto fine per il romanzo Amerika (pubblicato postu- mo nel 1927), che pure ruota intorno Irriverenza e jet set Patria, cioè casa al crudele inganno della civiltà indu- striale e dell’«American dream». Nel Per il mondo della moda degli anni ’70 «Heimat» si potrebbe tradurre con suo lavoro, un campo da calcio ac- e ’80 Antonio López è stato una figura i nostri «casa» o «patria», ma nella coglie un gran numero di scrivanie, mitica, espressione di quella società lingua tedesca questa parola porta sedie, tavoli, che l’artista immagina cosmopolita di creativi, artisti e socialite in sé significati ancora più profondi, come possibili occasioni di colloqui la cui vita, sempre «eccessiva», avrebbe legati al sentimento e all’interiorità. di lavoro, destinati evidentemente, condotto precocemente alla morte Meglio «luogo d’appartenenza», Lindbergh © Peter nel suo auspicio, a un esito positivo. tanti dei suoi esponenti. Anche López, dunque, o «patria del cuore». Per Peter è una qualità cui aspiro e che Peter Il film «The Trial» di Orson Welles che era nato nel 1943 a Porto Rico, ed Lindbergh (1944-2019), Heimat era il possedeva. Con questa mostra voglio (1915-85), interpretato da Anthony era cresciuto a New York, morì a soli (nella foto), Jessica Lange, Jerry Hall panorama industriale di Duisburg, la rendere omaggio a un compagno di Perkins, guarda all’omonimo roman- 44 anni di Aids. Ma nel breve tempo e molti altri. In un’esplorazione della città tedesca dov’era cresciuto (era lavoro meraviglioso». Dopo gli studi zo di Kafka. La musica dei Tangerine in cui lavorò come illustratore di moda cultura più irriverente e visionaria nato a Lezno, in Polonia; vero nome d’arte a Berlino e Krefeld, Lindbergh si Dream completa il progetto con i (per «New York Times», «Vogue», «Elle», di quegli anni, oltre 200 disegni Peter Brodbeck) e a quel mondo era formato, in fotografia, nel linguaggio dieci brani dell’album «The Castle» «Harper’s Bazaar») e come fotografo e originali, provini Kodak Instamatic, fatto di metallo, ciminiere, cemento e asciutto della scuola di Düsseldorf, diffusi in loop nella Cisterna: una artista seppe lasciare un segno incisivo. sequenze fotografiche, collage, diari smog, che modellò il suo immaginario, ed era presto entrato nel gotha della sfida impervia la loro, come ammise A Milano, López fu chiamato nel 1980 e un documentario sono esposti fino il fotografo, scomparso lo scorso fotografia di moda lavorando per il fondatore del gruppo, Edgar Froe- da Anna Piaggi, che con Alberto Nodolini al 13 aprile alla Fondazione Sozzani settembre, ha dedicato il progetto che «Stern», per trasferirsi nel 1978 a se, perché «è impossibile trasformare “Il e Luca Stoppini aveva fondato «Vanity», nella mostra «Antonio López, drawings ora dà il titolo alla mostra «Heimat. A Parigi. Intorno al progetto «Heimat», Castello” in musica. Per questo non sarà rivista in cui la moda s’intrecciava and photographs», curata da Anne Sense of Belonging» (fino al 2 agosto), che ne è il cuore, la mostra presenta, mai nulla più di un tentativo incompiuto». con l’arte, il design, la cultura Morin, in collaborazione con The Estate che Giorgio Armani ha voluto curare in apertura, i ritratti di «The Naked Accompagna il progetto un volume d’avanguardia. Inoltre, esponente and Archive of Antonio López and personalmente per Armani/Silos, con Truth» e in chiusura le immagini di «The con testi del curatore, di Massimo com’era del «jet set», López ritrasse Juan Ramos, New York, Associazione la Fondazione Lindbergh. Erano molte, Modern Heroine», omaggio di Lindbergh Cacciari, Paola Capriolo, Primo Levi e intervistò personaggi come Grace Culturale Anna Piaggi e Fondazione infatti, le affinità che li legavano. Come al potere della donna contemporanea. e altri autori e passi dai diari e dai

Jones, Maria Callas, Paloma Picasso Ottavio e Rosita Missoni. spiega Armani, «essere senza tempo Nella foto, «Lynne Koester, Paris 1984». romanzi di Kafka. © Riproduzione riservata

10 | IL GIORNALE DELL’ARTE NUMERO 406 MARZO 2020 IL GIORNALE DELLE MOSTRE MILANO Quanto dura un tramonto? Cambi di stato

Le proiezioni di 44 tramonti incendiano le pareti del A dieci anni dall’inaugurazione della galleria, allora piano terra di ICA Milano, mentre l’imponente figura a Monza, nel dicembre 2009, Luca Tommasi, ormai della drag queen newyorkese Lady Bunny pronuncia da tempo a Milano (oggi in via Cola Montano 40), le proprie riflessioni esistenziali dinnanzi a un grande presenta fino al 28 marzo la personale di Alberto orologio digitale, che riproduce in loop un conto alla Di Fabio «Paesaggi di una materia invisibile», rovescia di 18 minuti (il tempo impiegato dal sole per presentata da Giorgio Verzotti. Per l’occasione tramontare). È con questa epica installazione, una l’artista (nato ad Avezzano nel 1966, vive tra poetica meditazione sul senso della vita e della morte, Roma e New York, dove ha lavorato per alcuni che si apre la mostra personale di Charles (dal anni con Larry Gagosian) ha creato uno stordente 29 febbraio al 19 aprile), la prima in un’istituzione wall painting (nella foto) che ricopre quasi per italiana del regista e videoartista americano, nato intero lo spazio espositivo con la sua materia

© Charles Atlas. Cortesia York New dell’artista e di Luhring Augustine, a St. Louis settant’anni fa. Progetto concepito dal dall’apparenza luminosa e volatile, cui le successive curatore Alberto Salvadori in stretta collaborazione con il filmmaker, e che racconta una parabola velature sottraggono consistenza e conferiscono un aspetto gassoso. Come immerso in una (ir) artistica radicale e sofisticatissima, fondata sulla commistione di video, danza e performance. Punto realtà cosmica, l’osservatore vive un’esperienza perturbante di disorientamento, in cui i sensi di svolta per la carriera di Atlas è l’incontro con Merce Cunningham a New York, con cui comincerà perdono la loro funzione e creano un inganno percettivo. Lo stesso accade nei dipinti esposti a collaborare a partire dal ’74, sviluppando un nuovo genere da lui descritto come media-dance: insieme all’opera site specific, nei quali, al pari di quella, si ha la sensazione di assistere a coreografie definite dalla natura stessa del mezzo filmico, essendo ideate ed eseguite specificamente una sublimazione della materia (qui però più magmatica), a un suo passaggio dallo stato solido per la macchina da presa. «Per Atlas filmare la danza non consisteva semplicemente nel catturare un a quello gassoso o, come suggerisce il titolo, dal visibile all’invisibile. Studioso del pensiero corpo in movimento, scrive Salvadori insieme a Chiara Nuzzi, assistente curatore, ma era e continua scientifico, innamorato del microcosmo biologico, da lui messo in diretta connessione con il a essere un gesto di avvicinamento ed esplorazione dei vasti mondi che i corpi stessi abitano». Oltre macrocosmo, Di Fabio sogna «che l’opera e la galleria diventino un’astronave per un viaggio verso a opere realizzate in collaborazione con Cunningham, la mostra milanese presenta l’eccellente mondi paralleli lontani nello spazio e nel tempo; l’opera come medium espressivo per narrare un documentario sul performer e fashion designer Leigh Bowery, girato da Atlas nel 2002, e una nuova sogno e il sogno come stato ideale per scrutare da un altro punto di vista l’universo ignoto, un filo produzione concepita per gli spazi di ICA. Nella foto, «Hail the New Puritan» (1986). q Federico Florian rosso che collega arte, scienza e spiritualità». q Ada Masoero

Una mostra in compagnia di Sandrina Bandera Luminoso La Tour La ricchezza dei sentimenti umani più intimi è la cifra del pittore lorenese

In sintonia con l’intento indicato dalla rubrica «Una mostra in compagnia di», mi propongo di «Il suonatore di ghironda con rileggere l’esposizione dedicata a Georges de la Tour, ora in corso a Milano in Palazzo Reale (cfr. lo cane» di Georges de la Tour, scorso numero, p. 8), rivolgendomi a un ideale compagno di visita. Nonostante il battage pubbli- Musée du Mont-de-Piété, Bergues «Vecchio cieco e ragazzo» (1903) citario, è sicuramente molto difficile spiegare al pubblico italiano questo artista così intimamente di Pablo Picasso, francese, da considerarsi alla pari di Caravaggio, Velázquez e Rembrandt. La Tour non lasciò opere Mosca, Museo Puskin in Italia e non stabilì rapporti con nessun artista o committente del nostro Paese, nemmeno a Ro- ma, dove nel Seicento per la verità si registra una particolare apertura verso gli stranieri. Si pensi ai caravaggeschi di Utrecht e agli artisti (Leclerc, Deruet, Callot, Claude Lorrain, Mellin...) provenienti dalla Lorena, sua stessa regione, che per tradizione compivano un viaggio, soprattutto di appren- crescendo poetico, di ritornare a rivedere la mostra per riordinare la cronologia, es distato, in Italia. Il suo catalogo scarsissimo, a causa di moltissime perdite, e la sedimentazione sendo stato privilegiato un ordinamento per temi, meno problematico criticamente e con- storica troppo breve, trattandosi di un artista riscoperto grazie a Hermann Voss solo nel 1915, non siderato più consono alla comprensione. Inizierei, perciò, dagli Apostoli di Albi (II, 1-2) facilitano l’impresa. Ancora più ardua è stata, immagino, l’organizzazione della mostra che avrà del 1615-20, intrisi di caravaggismo, caratterizzati da pose fisse, solenni e calme, illumi- dovuto fare i conti con molti prestiti negati. La tendenza all’ossidazione dei toni scuri e la violen- nati da una luce che, colpendo le calvizie, lascia in penombra i volti, avvicinabili (come za di antiche puliture irreversibili (di cui si legge nei cataloghi di questa e di precedenti mostre), sottolinea Papi) a dipinti presenti a Roma del giovane Ribera, di Honthorst, dello Spada- spesso affrontate proprio per alleggerire il fenomeno dell’annerimento progressivo, ha sfibrato le rino e di Ter Brugghen. Vi si individua infatti un caravaggismo filtrato da tali esperienze. tele di supporto, così da suggerire a molti musei una politica rigidamente negativa nei confronti dei trasferimenti delle opere del lorenese. Mancano quindi alcuni dipinti di grande fascino, che Un anticlassico abbiamo visto già nella prima mostra monografica all’Orangerie del 1972 (famosa per il catalogo ri- stampato d’urgenza per perfezionare alcuni accostamenti e datazioni emersi durante l’allestimen- Consiglierei anche di guardare le opere a distanza ravvicinata, un’emozione possibile solo nelle to), a documentare una particolare fase ricca di colore, come la «Buona Ventura» di Washington mostre. Le composizioni di La Tour nascono da una giustapposizione di masse cromatiche geo- e i due «Bari» di Fort Worth e di Parigi. Ma anche questa mostra si apre a nuovi approfondimenti. metriche senza alcun rimando al concetto di costruzione attraverso il disegno. Diversamente da tutti i pittori italiani, Caravaggio compreso, per La Tour la forma della figura umana è secondaria Un pittore in fuga rispetto alla massa cromatica. Se esiste un rapporto con la visione antropocentrica italiana, non troviamo in lui alcun riferimento alla norma classica. A questo proposito è importante non per- La ricostruzione della sua biografia, affrontata per la prima volta nel catalogo della mostra «Les dere l’occasione di guardare da vicino la «Rissa tra musicisti e mendicanti» di Los Angeles (IV-1) del peintres de la réalité» curata da Charles Sterling nel ’34 (all’Orangerie) e accresciuta nel 1972, non 1625-30, dove tutti i dettagli rispondono a tale regola, sia la giacca della figura centrale blu satinata, si è particolarmente arricchita. Rimangono infatti lunghi periodi privi di notizie, per i quali sono con riflessi sericei rossi, sia i volti e i personaggi, tutti realizzati attraverso masse pittoriche geome- ipotizzabili alcuni viaggi: fino al 1616, per la formazione, e poi dal ’36 al ’37 e ancora nel ’39-41, da triche. Nonostante questa composizione sommaria e cromaticamente limitata, La Tour rende co- collegarsi alla ricerca di lavoro in fuga dalla Lorena funestata dalle pestilenze e dalla guerra, oltre munque pienamente, come in un drammatico close-up teatrale, la rissa tra poveri in cui si concen- che dall’incendio che devastò la sua città, Luneville, la sua casa e il suo atelier. In Italia, in Olanda? tra la gamma dei più semplici sentimenti umani, dal pianto disperato (a sinistra) al riso smodato (a Fra i suoi viaggi si deve mettere in conto Parigi, non solo cardine per arricchire il suo bagaglio destra), quasi riflesso di una traduzione per poveri del pensiero filosofico di Eraclito e Democrito. di esperienze e avvicinarlo a collezionisti come Richelieu, ma città in cui nel 1639 fu nominato La ricchezza dei sentimenti umani più intimi impronta in particolare i dipinti di maggior silenzio Peintre du Roy. Anche Louis XIII custodiva nella sua camera, spogliata di ogni altro quadro, un suo come la Maddalena di Washington (I-1), esposta all’inizio della mostra, ma da datarsi alla piena «San Sebastiano curato da Irene» noto attraverso copie o repliche (VII-1). Gli autori del catalogo pro- maturità tra il ’35 e il ’40. Anche in questo caso il tema richiama un contesto storico preciso: tra i pendono ora per l’una ora per l’altra ipotesi: Gianni Papi, come Pierre Rosenberg, Jacques Thuillier più diffusi in Francia per il legame della santa con la Provenza (dove morì sviluppando una grande e Anna Ottani Cavina, è a favore di una formazione in Italia, in relazione con i caravaggeschi stra- devozione), esso rispondeva anche all’orientamento favorevole della Chiesa post tridentina nei nieri; mentre Francesca Cappelletti, come Blunt e Mahon, propende per l’Olanda o per esperienze confronti del sacramento della confessione e del perdono. Sublimata dalla forza espressiva dell’i- di opere caravaggesche viste in Francia. Si coglie nella mostra con chiarezza la qualità di La Tour, la solamento e della penombra, la figura della santa grandiosa e visibile solo attraverso le macchie sua capacità di trasformare un repertorio di tipologie tutto sommato ristretto, parallelamente alla geometriche illuminate dalla candela, rappresenta, pur nella staticità, una straordinaria ricchezza commedia dell’arte, spesso riutilizzando i medesimi dettagli (i personaggi, oppure le vesti, come di sentimenti, percepibili attraverso minime vibrazioni: la dolcezza del gesto della mano sinistra l’abito di sant’Anna nell’«Educazione della Vergine», VI-3, e della Moglie di Giobbe, VI-1), in una rap- in contrasto con la crudezza del teschio visto nello specchio, il movimento della fiamma spinto in presentazione di valori spirituali. Musici di strada, mendicanti, scene di genere, rappresentazioni avanti dal sospiro della santa, o ancora il riflesso evanescente, sul tavolo, del bianco della camicia umane concentrate sul tema della pietas («Giobbe e la moglie» VI-1, «San Sebastiano curato da Irene» illuminato dalla candela. Alla fine, per far comprendere appieno la grandezza e l’universalità di VII-1, o, l’ultimo dipinto scoperto da Rosenberg, «San Giovanni eremita nel deserto», ridotto dall’a- La Tour vorrei chiedere al mio anonimo compagno di affiancare al «Suonatore di ghironda con scetismo a una magrezza impressionante, che sfama la sua capra VIII-1), e sante in penitenza («Mad- cane» (V-3) proveniente da Bergues (1622-25) la fotografia del «Vecchio cieco e ragazzo» del Mu- dalena col teschio» I-1) sono rappresentati in tutta la loro crudezza, talora spietata, ma elevati grazie seo Puskin, opera dipinta da Picasso nel 1903 e risalente, con altri dipinti di questo soggetto, a una straordinaria visione plastica. Se proiettiamo questi capolavori di silenzio e di intimità sullo al periodo blu. L’assonanza di tema, il girovago cieco, la deformazione caricaturale ma dram- sfondo dei rumori della Lorena in fiamme e dei pianti della guerra, appare ancora più evidente matica, la sintesi formale, la visione dall’alto, la monumentalità e la melanconia di personaggi lo sforzo poetico di La Tour. I suoi strumenti sono semplificazione geometrica, nettez- senza speranza emarginati in un’irreparabile solitudine lasciano disarmati. Una semplice as- za di rappresentazione, riduzione all’essenziale e soprattutto una profonda emozio- sonanza tra due grandi che, a distanza di tre secoli, hanno saputo leggere con gli stessi occhi ne interiore. Suggerisco, per percepire questa forza propulsiva che presenta un suo e la medesima poesia le drammatiche miserie dell’uomo di tutti i tempi. q Sandrina Bandera

IL GIORNALE DELL’ARTE NUMERO 406 MARZO 2020 | 11 IL GIORNALE DELLE MOSTRE MILANO Christian Stein Un’audace Immaginazione su 3 piani Non è una collettiva, bensì una triplice prima donna personale (pensata, poi, espressamente Eternit e alta quota per questi spazi) la mostra «Materie, spazi, visioni. Sophie Ko, Valerie Krause, Opere degli anni ’80 e ’90 di Alighiero Boetti Nel palinsesto «I talenti delle don- Marco Andrea Magni», presentata fino ne», l’americana Margaret Bour- al 28 marzo da BUILDING. Come già nel ke-White (1904-71) è oggetto di due gennaio scorso, ognuno dei tre piani della rassegne. Tuttavia, se il CMC-Centro galleria è stato assegnato a uno di loro, Era il gennaio del 1967 Culturale di Milano ha accostato in modo tale che ciascuno conservi quando Christian Stein il suo lavoro a quello di Dorothea la propria autonomia ma la contiguità (in realtà Margherita Lange (cfr. lo scorso numero, p. 9), spaziale permetta un dialogo fra i loro Stein, moglie di Christian Palazzo Reale dedica a lei sola, dal linguaggi. Che sono ovviamente diversi ma Stein, di cui adottò anche 18 marzo al 28 giugno, la retro- uniti dalla conoscenza della storia dell’arte il nome, nata «negli anni spettiva «Prima, donna. Margaret e dalla riflessione di segno filosofico oltre dell’Art déco» come ama- Bourke-White fotografa», curata che dalla rielaborazione-trasgressione va dire, e scomparsa nel da Alessandra Mauro e prodotta della tradizione modernista. I lavori esposti 2003), la colta e raffinata da Milano-Cultura, Palazzo Reale e sono in gran parte ideati per quest’occasione, gli altri sono inediti, e in essi, gallerista torinese, musa Contrasto (cui si deve anche il catalo- muovendo da quelle premesse comuni, i tre protagonisti (come suggerisce e compagna di viaggio go), in collaborazione con Meredith Giorgio Verzotti) hanno «chiamato in causa la sfera emozionale, la creatività degli esponenti dell’Ar- dell’immaginario che forgia le materie, le forza ad assumere quasi lo spessore te povera sin dal loro della metafora». La più giovane dei tre, la georgiana Sophie Ko (Tbilisi, 1981) esordio, apriva la prima nei suoi lavori riflette sul tempo, servendosi di ceneri d’immagini bruciate o personale di Alighiero di pigmenti puri che, pur pressati tra i vetri, soccombono alla forza di gravità Boetti (1940-94) nella regalando all’opera la componente del divenire, mentre la tedesca Valerie sua galleria nel cuore di Krause (Krefeld, 1976) punta sulla fotografia e sulla scultura, servendosi Torino inaugurata solo di materie grezze cui sa assegnare una valenza poetica. Quanto a Marco Andrea due mesi prima. Il loro Magni (Milano, 1975; nella foto, «Grain de beauté», 2016/20), s’interroga rapporto non si sarebbe sull’esperienza corporea così com’è declinata nella scultura, intersecando interrotto e sarebbe pro- il pensiero della filosofia morale con la riflessione artistica. seguito anche con Gian- Corporation, detentrice dell’archivio franco Benedetti, alla storico di «Life». Le oltre cento im- Cortesia della Galleria Christian Stein, Milano. Foto di Lilian Istrati Milano. Foto Cortesia della Galleria Christian Stein, guida delle gallerie mila- magini in mostra sono suddivise in Come siamo cambiati nesi di Christian Stein sin dagli anni ’80, che ora, dopo la grande antologica dieci gruppi, ciascuno accompagnato del 2014, dedica fino al 4 aprile all’artista una nuova mostra nella sede di da documenti personali che gettano In principio c’erano i fotografi che corso Monforte 23. Intorno a una precoce scultura a pavimento «Eternit», del una luce sulla personalità di una lavoravano sul fronte del reportage e della 1967, formata da 14 elementi di quel materiale incastrati fra loro, la mostra donna capace di farsi largo, in que- documentazione poi, dalla metà degli anni espone lavori eseguiti in prevalenza tra la metà degli anni ’80 e i primi anni gli anni, in un universo maschilista ’60 fino almeno alla fine del decennio ’90, fra i quali una grande, iconica «Mappa» del 1984, realizzata dalle donne e competitivo quale era quello del successivo, la fotografia documentaria in dell’Afghanistan allora occupato dai sovietici, cui lui faceva arrivare fortu- fotogiornalismo, conquistando nu- Italia imboccò anche una nuova strada, nosamente i disegni, e alcuni ricami su tessuto del 1988-89, con sue frasi in merosi primati: la Bourke-White fu, intrecciando i propri percorsi con quelli alfabeto latino, poesie in dari e testi in farsi, le lingue dei Paesi, tra Persia e infatti, il primo fotografo straniero Cortesia Castelli della Collezione Fabio della fotografia sperimentale, coltivata Afghanistan, da lui amati e frequentati assiduamente sin dai primi anni ‘70. ad avere il permesso di scattare fo- dalle avanguardie artistiche del tempo, che si proponevano di introdurre il medium Con questi, sono in mostra un esempio dei lievi acquarelli su carta del ciclo to in Urss, la prima corrispondente fotografico fra i linguaggi dell’arte contemporanea. Non limitandosi alla mera «Cieli ad alta quota», un gruppo di piccoli arazzi e due opere della serie «Don- di guerra donna, la prima a entrare registrazione dei fatti, questi fotografi-artisti s’interrogavano e operavano sui temi della nina» (una nella foto) realizzata per la sala personale alla 44ma Biennale di nel campo di concentramento di Bu- luce, della percezione, dell’astrazione, e si accostavano a movimenti radicali come la Venezia, 1990, dove ne espose dieci sotto un fregio continuo lungo 54 metri, chenwald appena liberato e, anche, Body art e l’arte concettuale. Fu un’intersezione feconda, da cui scaturì una stagione

guadagnandosi il Premio speciale della giuria. q Ada Masoero © Riproduzione riservata la prima donna fotografa per il set- di formidabile creatività, dove la sperimentazione artistica non andava a scapito timanale «Life», oggi partner della della capacità di documentare le trasformazioni del paesaggio naturale e urbano e i mostra. Nel percorso scorrono la co- cambiamenti radicali che in quegli anni rivoluzionavano la società. È questo lo scenario pertina del numero del 23 novembre esplorato da Elio Grazioli nella mostra «La fotografia di ricerca in Lombardia e in 1936 con la sua possente immagine Italia», ideata da MIA Photo Fair in collaborazione con il Consiglio Regionale della della «Diga di Fort Peck» nel Montana Lombardia, che si tiene fino al 22 marzo nello Spazio Eventi del Consiglio Regionale La sindrome di Stendhal e le foto della seconda guerra mon- della Lombardia, in Palazzo Pirelli. Ottanta le immagini esposte, di Ugo Mulas, Carla a cura di Giovanna Poletti Spadafora diale, i ritratti di Stalin, di Gandhi e Cerati, Gabriele Basilico, Paola Mattioli, Nino Migliori, Mario Giacomelli, Franco Vaccari, di tante altre personalità del ’900, i Mimmo Jodice, Ketty La Rocca, Mario Cresci, Luigi Ghirri (nella foto, Senza titolo, 1971, French manicure suoi incontri con scrittori e letterati dalla serie «Paesaggi di Cartone, 1971-1974» ), e di numerosi altri autori, alcuni dei Georges de La Tour, «Rissa tra musici», 1625. In «Georges de La Tour. L’Europa (primo fra tutti Erskine Caldwell, poi quali (Luigi Erba, Aldo Tagliaferro, Lamberto Pignotti, Gianfranco Chiavacci, Paolo Gioli, della luce», Palazzo Reale di Milano, fino al 7 giugno. #Stendhalsyn suo marito) e le collaborazioni con L.M. Patella, Franco Fontana, Michele Zaza) saranno presentati dal 19 al 22 marzo in altri grandi della fotografia, da Al- MIA Photo Fair (cfr. p. 8) negli stand monografici di otto gallerie. fred Eisenstaedt a Lee Miller. Audace e spericolata nel suo lavoro (celebre l’immagine del 1934 in cui la si vede Per i cent’anni di Silva Carlo Levi torna a Milano intenta a fotografare la città stando in bilico su una gargolla, al 61° piano Allo scoccare dei suoi cento anni, e giunta del Chrysler Building di New York), alla quarta generazione di antiquari, la la Bourke-White dimostrò un corag- Galleria Silva (fondata a Venezia nel gio quasi temerario spostandosi per 1920 da Enrico Silva e presto trasferita a i suoi reportage in moltissimi sce- Milano) accosta ora ai mobili e ai dipinti nari di guerra: nella Cecoslovacchia veneziani del XVIII secolo una personale di invasa dai nazisti e poi, durante il Carlo Levi (1902-75), a 40 anni dall’ultima secondo conflitto mondiale, fu tra tenuta a Milano. Artista e intellettuale l’altro presente, nel 1941, all’assedio torinese antifascista (autore, tra l’altro, tedesco di Mosca. Nel 1943 fu la pri- del romanzo autobiografico Cristo si è ma donna ad accompagnare i caccia fermato a Eboli, 1945, frutto del suo americani durante i bombardamenti, confino in Lucania), Levi fu esponente dei «Sei di Torino» (con lui c’erano Menzio, fotografando uno dei loro più violen- Galante, Chessa, Paulucci e Jessie Boswell), i pittori, allievi di Felice Casorati, ti attacchi all’esercito tedesco, e fu che trovarono il loro mentore nel carismatico Edoardo Persico e che, tra il 1928 anche in Italia, lungo la Linea Gotica. e il 1931, guardarono verso Parigi, fuori dai confini dell’Italia fascista, sostenuti Sarebbe poi stata reporter della guer- dall’imprenditore e collezionista Riccardo Gualino e dallo storico dell’arte Lionello ra di Corea e delle rivolte sudafrica- Venturi. Innamorati di Cézanne, Matisse, Bonnard, scelsero una pittura tonale e ne, convinta com’era della funzione intimista, in aperta polemica con il novecentismo ma, anche dopo lo scioglimento politica ed etica della fotografia. Me- del gruppo, Carlo Levi proseguì su una strada di acceso impegno civile, in pittura morabili, a questo proposito, restano come nella vita. Dal 12 marzo all’11 aprile la Galleria Silva gli dedica la mostra i suoi scatti degli anni della Grande «Carlo Levi pittore», curata da Silvia Silva, che ha riunito 17 opere pittoriche dagli depressione o i reportage dal Sud de- anni ’20, quando l’influsso di Casorati è evidente, al tempo dei soggiorni a Parigi, gli Stati Uniti, lacerati dai problemi fino alla scelta di un’inconfondibile forma di espressionismo, in parallelo con la

© Images by Margaret Bourke-White. 1936 The Picture Collection Inc. All rights reserved; Margaret Bourke-White. © Images by razziali. Nella foto, «Montana» (1936). sua militanza politica. Nella foto, «Funghi» (1936).

12 | IL GIORNALE DELL’ARTE NUMERO 406 MARZO 2020 IL GIORNALE DELLE MOSTRE

Scuderie del Quirinale ROMAche possiamo ravvisare fin dagli inizi della sua formazione. Sappiamo che fu figlio d’ar- te e a questo proposito non va dimenticato il ruolo che ebbe il padre Giovanni Santi nella Il divino universale sua precoce formazione, ancora prima del Perugino o del Pinturicchio. Santi trasmise I curatori Marzia Faietti e Matteo Lafranconi al figlio anche una cultura umanistica che illustrano la mostra cardine delle celebrazioni Raffaello seppe coltivare e accrescere ne- gli anni, sviluppandola nei diversi contesti per il V centenario della morte di Raffaello: storici e culturali in cui si trovò a vivere e un percorso «à rebours», da Roma a Urbino a operare. Fu forse questa base umanistica, accompagnata dalla dote eccezionale, di cui si diceva, di una pronta assimilazione e di di Arianna Antoniutti un’intensa rielaborazione di modelli diversi «Gli misero alla morte al capo nella sala, ove le e artistica. Quello che raccontiamo è un a costruire quella paradossale condizione lavorava, la tavola della Trasfigurazione che Raffaello «à rebours» da Roma a Firenze, da che possiamo sintetizzare così: se l’Urbinate aveva finita per il cardinale de’ Medici, la qua- Firenze all’Umbria, fino alle radici urbinati; per tutta la vita continuò a studiare e ad le opera nel vedere il corpo morto e quella viva, un percorso a ritroso che apprendere molti spunti da suoi colleghi (si faceva scoppiare l’anima di dolore a ogni uno rilegge l’intera parabola ricordi in particolare il rapporto che ebbe che quivi guardava»: così Vasari nelle Vite, raffaellesca sulla base negli anni maturi con Leonardo), fin dagli descrive il dolore e la commozione che degli ultimi grandiosi inizi egli fu l’unico maestro di se stesso. Pe- percorsero la città di Roma nel giorno approdi del suo inegua- rugino fu tra gli artisti da cui imparò quan- della morte di Raffaello Sanzio, soprav- gliato potenziale proget- to gli bastava per intraprendere quasi da venuta il 6 aprile del 1520. L’esposizione tuale nel contesto della subito un percorso autonomo. Raffaello ebbe «Raffaello 1520-1483», che si inaugura più sofisticata cultura tanti allievi, ma personalmente non fu mai il 5 marzo presso le Scuderie del Qui- antiquaria romana e un vero e proprio allievo, quasi sempre un rinale, legge a ritroso, sin dal titolo, il che infatti prende sim- collaboratore geniale, persino da giovane. percorso artistico e biografico del pitto- bolico avvio da una spet- Tra i rilevanti prestiti, quali sono re: dalla scomparsa alla nascita, da Ro- tacolare riproduzione in le opere più significative? ma all’Umbria. Tra le manifestazioni che facsimile a grandezza La lista sarebbe troppo lunga e menzionare segnano il cinquecentesimo anniversa- naturale della tomba «La Velata» di Raffaello, Firenze, Galleria Palatina di Palazzo Pitti; un’opera anziché un’altra potrebbe essere rio della sua morte, la mostra, organiz- di Raffaello al Pantheon, realizzata secon- a fianco, Marzia Faietti e Matteo Lafranconi scortese nei confronti di quanti, generosa- zata da Scuderie e Gallerie degli Uffizi do tecnologie all’avanguardia e destinata, mente, hanno accolto le nostre richieste col- (cfr. p. 14), in collaborazione con Galleria al termine dell’esposizione, a Urbino, città to dalla matrice peruginesca e la faello di assimilare velocemente i linguaggi laborando alla mostra. Tuttavia, ecco alcuni Borghese, Musei Vaticani e Parco arche- natale di Raffaello. nascita del suo stile più compiuta- stilistici di artisti tra loro diversi, componen- esempi, tra i dipinti: dal Louvre l’«Autoritrat- ologico del Colosseo, si prospetta come Roma e Raffaello. In quale modo mente maturo? do i differenti elementi in una sintesi inedita to con amico (o Doppio ritratto)» e il «Ritratto evento espositivo principe. Sino al 2 la mostra illustrerà l’arrivo del Attraverso una mirata selezione di opere si e del tutto originale. Tale capacità di sintesi di Baldassarre Castiglione»; dalla Pinacoteca giugno saranno visibili oltre 200 opere, pittore nell’Urbe, l’allontanamen- è voluto mettere in luce la capacità di Raf- era un talento straordinario di Raffaello, continua a p. 14, i col. selezionate dai curatori Marzia Faietti e Matteo Lafranconi (con il contributo di Vincenzo Farinella e Francesco Paolo Di Teodoro), che abbiamo intervistato. Antonio Forcellino Duecento opere, oltre cento auto- grafe del pittore: quali sono state le linee guida di una mostra così Parliamo complessa e articolata? L’idea portante che ha ispirato fin dall’ini- di felicità zio le nostre riflessioni è stata quella di lavo- Un dettaglio del «Trionfo di Galatea». affrescato da Raffaello alla Villa Farnesina di Roma intorno al 1512. Sotto, Antonio Forcellino rare per la costruzione di un degno tributo «La capacità alla grandezza dell’artista; un tributo capa- za e felicità aspirava la Roma dei suoi pubblicistica di massa a cui si è sotto- madre: «Io sono sano, ma non mi pare ce di restituire almeno per approssimazione di Raffaello di giorni. Raffaello ci stava provando con messa anche la critica più raffinata. A essere a Roma, perché non vi è più el mio la qualità, la varietà, la grazia e l’inarriva- eliminare i conflitti, non l’aiuto del papa Leone X e dei maggio- partire dalla metà dell’Ottocento, l’ar- poveretto Raphaello». Una intera città si bile bellezza del pensiero creativo raffaelle- ri studiosi di letteratura antica come te rinascimentale è stata riproposta al identificava con l’artista il cui caratte- sco. Pur senza attingerne ai finanziamenti, solo nei dipinti, è la sua scrive un testimone il giorno dopo la grande pubblico attraverso il racconto re amabile gli fu d’aiuto nel tessere le il progetto Scuderie-Uffizi è stato posto fin eredità più importante» sua morte: «Dolse la morte sua precipue biografico degli artisti e in questo rac- relazioni che fecondò con la sua intel- dall’inizio sotto l’egida del comitato na- alli litterati, per non haver potuto fornire la conto i suoi grandi competitori, Leo- ligenza, facendo sì che le competenze zionale presieduto da Antonio Paolucci, in descrittione e pittura di Roma antiqua che nardo e Michelangelo, hanno avuto di ognuno concorressero al progresso un’indispensabile logica di coordinamento È molto difficile oggi immaginare la ’l faceva, che era cosa bellissima, pro perfet- la meglio perché le loro vite faticose intellettuale di tutti, un’abilità che mi- e sinergia tra tutte le iniziative nazionali. tristezza che avvolse Roma una sera di tione della quale haveva ottenuto un breve risultavano più avvincenti rispetto se in atto con risultati straordinari, an- L’accordo di collaborazione scientifica tra 500 anni fa, quando si sparse per la cit- del Papa che niuno poteva cavare in Roma, alla vita solare di Raffaello. Ma a dif- che nel proprio atelier sviluppando il Scuderie del Quirinale e Gallerie degli Uffizi, tà immersa nei riti solenni del Venerdì che non lo facesse intravenire». I letterati ferenza degli altri due grandissimi ar- talento di assistenti che divennero poi di cui la curatela della mostra è espressione, Santo la notizia della morte prematu- piangono per primi la morte di un ar- tisti, Raffaello spinse molto più in là grandissimi artisti. Questa capacità di si è fondato dall’inizio sul comune proposito ra di Raffaello Sanzio. Il Papa aveva tista che era andato molto al di là del i territori dell’arte, investendo l’intera eliminare i conflitti non solo nei suoi di costruire il progetto in seno a un vasto di continuo mandato i suoi famigli ruolo di artigiano a cui i pittori erano società della sua ricerca, iniziando per dipinti, dove tutto sembra confortare scambio di idee e contributi. La commissio- a casa dell’artista a prendere notizie stati incatenati per secoli, diventando primo una condivisione intellettuale l’uomo e spingerlo verso orizzonti più ne scientifica delle Scuderie del Quirinale, sulla sua salute e molti si turbarono al il punto di riferimento di tutti coloro che lo portò a essere amico dei mag- alti e felici, ma nella sua attività intel- presieduta da Mario Botta, d’intesa con punto da leggere nelle circostanze di che nella rinascita di Roma Antica ve- giori «letterati» del suo tempo. Primo lettuale, è la qualità più straordinaria gli Uffizi ha chiesto a Sylvia Ferino, tra le quella morte (Raffaello era nato di Ve- devano le premesse necessarie per la dei moderni, Raffaello aveva intuito di Raffaello e oggi la meno celebrata, figure più autorevoli nel mondo degli studi nerdì Santo) un segno sovrannaturale. costruzione di una società più giusta che nella ricerca artistica si rispecchia- e questo è un grandissimo peccato, raffaelleschi, di coordinare il lavoro di un Oggi per noi, in conseguenza di una felice e pacifica, qualcosa che andava vano esigenze più profonde di cam- perché è la sua eredità più importante. comitato scientifico la cui composizione ha sfortuna critica che nell’ultimo secolo ben oltre la produzione di immagini biamento e di conoscenza ed è per Questa aspirazione esaudita a una pie- cercato di essere specchio dell’attualità della ha molto ridimensionato la sua figu- seppure meravigliose. Come era po- questo che celebrarlo solo come pitto- nezza vitale è il grande lascito di Raffa- ricerca sia di ordine accademico che istitu- ra, Raffaello è solo il pittore eccellen- tuto accadere tutto questo? Non pos- re oggi sarebbe diminuirne il valore. ello di cui oggi avremmo estremo bi- zionale-museale. te che ha resuscitato la bellezza e la siamo dare una risposta semplice alla Nessun artista è mai stato al centro di sogno per aggrapparvi quelle speranze In quali sezioni tematiche sarà ar- grazia classica facendone un attributo domanda, proprio perché Raffaello una rete di relazioni tanto importanti di felicità individuale e collettiva che ticolata l’esposizione? commovente della devozione cristia- nell’ultimo secolo è stato mutilato del- come fu Raffaello; Leone X, Agostino sembrano minacciate da una società Raffaello morì a Roma ed è a Roma che deve na. Il pittore che riusciva a ritrarre la sua complessa personalità da una Chigi, Castiglione e Bembo, sono so- che valorizza solo il conflitto e mai la la sua fama universale. Privo dell’esperien- uomini più simili a loro stessi nei suoi lo alcune delle grandi figure che in sua ricomposizione. Le immagini di za romana, del resto, Raffaello non sarebbe ritratti che in persona. Ma Raffaello quegli anni ne condivisero l’intimità Raffaello per secoli sono stati gli argi- probabilmente diventato il venerato arti- era molto di più di tutto questo, era e l’avventura. Questa condivisione era ni eretti dal pensiero positivo contro sta che ha dominato quattro secoli di arte l’uomo che aveva saputo raccogliere già il segno di una rivoluzione intellet- il baratro dello sconforto e della dispe- occidentale. È per questa ragione che, pur le aspirazioni intellettuali di una inte- tuale che dobbiamo all’intelligenza e razione a cui tutti, uomini e società, all’interno di un impianto monografico, il ra società e trasformarle in immagini alla sensibilità di questo giovane «ve- sono tentati di cedere nel corso della mandato celebrativo del quinto centenario e in progetti di grande respiro. Il più ramente divino» come si diceva allora. propria esistenza e tali restano a 500 ci ha spinto a scegliere come punto di par- importante di questi progetti era quel- Non c’è documento cinquecentesco anni dalla sua scomparsa.

tenza la conclusione del suo percorso bio- lo di restituire la pianta antica di Ro- che non accenni alla gentilezza e al- q Antonio Forcellino © Riproduzione riservata grafico e creativo, interrottosi bruscamente ma, che significava penetrare consa- la socievolezza di Raffaello, capace architetto, restauratore e scrittore (Raffaello. Una vita felice, Laterza, 2009; Il fer- a Roma, a soli 37 anni, nello sgomento e pevolmente non solo nell’arte antica di suscitare quell’affetto che traspa- maglio di perla. La grazia di Raffaello, Harper nello sconforto della comunità intellettua- ma nel Mondo Antico alla cui grandez- re da una lettera di Castiglione a sua Collins, 2020, cfr. recensione a p. 49)

IL GIORNALE DELL’ARTE NUMERO 406 MARZO 2020 | 13 IL GIORNALE DELLE MOSTRE ROMA MUSEI VATICANI. Barbara Jatta: la sua summa è qui UFFIZI. Eike Schmidt: abbiamo unito le forze

«Assieme a Guido Cordini, direttore del Dipartimento belle arti dei Musei Vaticani, sono parte del Comitato Il prestito di oltre cinquanta opere da parte delle scientifico dell’esposizione. L’apporto dei Musei del papa è stato dunque, oltre che scientifico, professionale Gallerie degli Uffizi è un risultato prezioso per la e personale. In Vaticano si riunisce la summa pittorica di Raffaello: oltre alle Stanze, la Pinacoteca mostra romana: come si è articolata la collaborazione accoglie tre opere fortemente identitarie dei Musei, attraverso le quali è possibile ammirare le diverse fasi con le Scuderie del Quirinale? dell’attività dell’artista: quella giovanile della “Pala Oddi” (1502-3), quella della sua maturità rappresentata Con un decreto legislativo è stato deciso di consacrare dalla “Madonna di Foligno” (1511-12), e infine il suo ultimo dipinto, la “Trasfigurazione” (1518-20). In questo i tre anni dal 2019 al 2021 a tre nomi simbolici momento la “Pala Oddi” è oggetto di un intervento di pulitura, i cui risultati saranno presentati in occasione e fondamentali per la cultura italiana nel mondo: del convegno internazionale di studi, dedicato a Raffaello pittore e architetto, che si svolgerà in Vaticano nel i cinquecentenari della morte rispettivamente di Leonardo e Raffaello, e la mese di aprile. Poiché non è pensabile privare la Pinacoteca di questi dipinti, per la mostra alle Scuderie abbiamo selezionato celebrazione dei 700 anni dalla morte di Dante. L’anno leonardesco è stato aperto in tutto dieci opere, tra cui un meraviglioso cartone di Giulio Romano con la “Lapidazione di santo Stefano”, e un arazzo con da una importante mostra agli Uffizi, coorganizzata con il Museo Galileo Galilei, sul “Il sacrificio di Lystra”. Quest’ultimo è parte della serie di dieci arazzi, tessuti a Bruxelles, nella bottega di Pieter van Aelst su Codice Leicester. È stata visitata da circa 400mila visitatori, e possiamo dire che disegno di Raffaello, che papa Leone X commissionò all’artista nel 1515 per decorare le pareti della Cappella Sistina. Ancora, è stato un successo anche dal punto di vista delle novità scientifiche. Anche per sarà concesso in prestito un grande olio su tela di Pietro Vanni, un intenso esempio della pittura di storia ottocentesca, che ha Raffaello ci è sembrato inutile disperdere l’occasione in tante piccole iniziative, e per tema i funerali del pittore e che testimonia il turbamento provocato dalla sua morte all’interno della corte di papa Medici. per questo motivo abbiamo unito le nostre forze con le Scuderie del Quirinale a Inoltre sarà possibile ammirare, sempre dalle collezioni vaticane, molte opere antiche, come una bella testa di Dace in marmo Roma, la città che segna l’apice della carriera dell’artista. Il curatore per le Gallerie e due frammenti di tabula iliaca con quattordici scene dell’Odissea. I reperti illustreranno il rapporto con Roma e con l’antico degli Uffizi è Marzia Faietti: già a capo del Gabinetto Disegni e Stampe, studiosa dell’artista, che nel 1515 diviene “Commissario alle Antichità”. Sono certa che questa esposizione, che mira a rendere Raffaello dell’arte e del disegno italiano del Cinquecento di fama internazionale, specialista nella sua interezza, non solo pittore di corte, ma artista poliedrico, architetto della Fabbrica di San Pietro e conservatore di Raffaello, negli ultimi tre anni si è dedicata completamente al progetto. dell’antico, lascerà un segno e rimarrà nella memoria di quanti la visiteranno. Sono altrettanto sicura che la mostra invoglierà Affidandole questo incarico, ero certo dell’eccellenza del risultato. molti visitatori, in un circuito virtuoso, a recarsi in Vaticano, perché non si può conoscere Raffaello e comprenderlo realmente In quale modo la mostra dà conto del periodo fiorentino del pittore e a fondo se non venendo ai Musei Vaticani. Sempre nel segno dell’Urbinate, un’altra importante collaborazione dei Musei, sarà dell’evoluzione stilistica successiva al suo arrivo a Roma? con la National Gallery di Londra, per la mostra “Raphael 1483-1520” che inaugurerà in ottobre. Un secondo arazzo della serie Intanto, la mostra copre tutta l’attività raffaellesca, e copre la sua intera Sistina andrà in prestito: “La predica di san Paolo ad Atene”. Saranno inoltre resi disponibili, dalle collezioni pontificie, due calchi evoluzione stilistica con un accento particolare sugli anni romani, nonché su in gesso della Stufetta del cardinal Bibbiena, il piccolo ambiente al terzo piano del Palazzo Apostolico, riccamente decorato a temi importanti quali ad esempio l’attività dell’artista come architetto e come grottesche dalla scuola raffaellesca. I calchi ci sono stati espressamente richiesti proprio perché la Stufetta è esemplificativa del soprintendente delle Antichità dell’Urbe. Tra il 1504 e il 1508, anche Leonardo profondo legame del maestro con l’arte classica, in questo caso con la pittura della Domus Aurea». q Arianna Antoniutti e Michelangelo si trovavano a Firenze insieme a Raffaello, e questo si riflette immediatamente nella sua arte, che inoltre risente moltissimo della pittura dolce e monumentale di Fra’ Bartolomeo, il pittore domenicano di San Marco. Queste relazioni si vedono molto bene nelle due sale recentemente riallestite agli Uffizi dedicate a questi artisti, perciò non abbiamo voluto stravolgerne l’equilibrio e Caterina d’Alessandria» di Giulio Romano, settori, che hanno consolidate esperienze narrativo. Abbiamo deciso però di prestare il «San Giovanni nel deserto», un’opera Raffaello oggi alla Galleria Nazionale di Parma. Né si di studi sull’Urbinate, consentirà approcci della fase estrema di Raffaello: la figura ricorda nella posa il Laocoonte, copia devono tralasciare le sculture e i rilievi anti- differenziati ma tra loro comunicanti. Un romana di un originale ellenistico, e si inserisce benissimo nella mostra romana, segue da p. 13, v col. chi dal Museo Nazionale Romano, dai Musei artista «universale» come Raffaello merita- che dà un grande risalto al rapporto dell’Urbinate con l’antichità classica. Nella Nazionale di Bologna l’«Estasi di santa Ce- Vaticani, dal Mann di Napoli e dagli Uffizi, va quella polisemia di linguaggi e di metodi mostra, prestiti da musei e collezioni di tutto il mondo contestualizzano quelli cilia»; dalla Galleria Borghese di Roma la nonché la «Lettera a Leone X» sull’architettu- di ricerca che abbiamo fin dall’inizio ricer- dagli Uffizi e dalla Galleria Palatina, oppure sostituiscono magnificamente le «Dama con liocorno» e da Palazzo Barberini, ra classica scritta da Raffaello con il supporto cato intenzionalmente per non limitare la opere che, soprattutto perché troppo fragili, non hanno potuto viaggiare. La sempre a Roma, la «Fornarina»; dalla Natio- letterario di Castiglione ed esposta nella ver- nostra indagine al solo pittore, per quanto «Madonna del Prato» di Vienna databile 1505-6, ad esempio, viene rappresentata nal Gallery di Londra il «Ritratto di Giulio II», sione del manoscritto conservato all’Archivio «divino». Noi non studiamo solo il pittore, dall’importantissimo disegno preparatorio del Metropolitan Museum di New York. il «Sogno del cavaliere» e la «Santa Caterina di Stato di Mantova. ma l’artista universale. Lo stesso Vasari, E per il periodo tra Firenze e Roma, ricordo la «Madonna Tempi», in prestito dalla d’Alessandria»; dalla National Gallery di Sono state eseguite indagini dia- quando scrisse la Vita di Raffaello lo de- Alte Pinakothek di Monaco: un’opera straordinaria, che cita la Madonna Pazzi di Washington la «Madonna d’Alba»; dall’Alte gnostiche o restauri su opere de- finì pittore e architetto (lo fu infatti della Donatello e riflette la lezione di Leonardo nella levità atmosferica che avvolge le Pinakothek di Monaco la «Madonna Tempi». stinate alla mostra? Fabbrica di San Pietro), ma sappiamo che figure. Dell’ultimo periodo fiorentino, molto probabilmente, è anche l’autoritratto Il nucleo più consistente e di grande rilevanza Certamente, basti ricordare il restauro del egli era molto di più. Era un collezionista, dell’artista, uno dei vertici della collezione costituita dal cardinal Leopoldo de’ proviene ovviamente dalle Gallerie degli Uf- «Ritratto di Leone X con i cardinali Giu- un antiquario, il «praefectus marmorum et Medici, che al suo ritorno agli Uffizi verrà esposto nel nuovo allestimento che fizi: ci basti menzionare l’«Autoritratto gio- lio de’ Medici e Luigi de’ Rossi» effettuato lapidum omnium» (vale a dire il soprinten- stiamo preparando proprio per gli autoritratti. vanile», la «Madonna del Granduca», il «Ri- dall’Opificio delle Pietre Dure, di cui si dà dente alle antichità di Roma) e intraprese Quali dipinti potranno continuare ad ammirare a Palazzo Pitti e agli Uffizi tratto di Tommaso Inghirami», la «Madonna conto nel catalogo, nonché le analisi tecniche la ricostruzione grafica di Roma antica i visitatori, magari completando, proprio a Firenze, un percorso sulle orme dell’Impannata», il «Ritratto di giovane don- e gli interventi di manutenzione e di restau- affidatagli dal papa Medici, cui va collega- dell’Urbinate? na detta la Velata», il «Ritratto di Leone X con ro condotti dal laboratorio di restauro della ta appunto la «Lettera a Leone X» sull’ar- A Firenze restano molti capolavori: come dicevo, agli Uffizi rimane i cardinali Giulio de’ Medici e Luigi de’ Ros- carta degli Uffizi su alcuni disegni della col- chitettura classica scritta con il supporto sostanzialmente invariata la sala di Raffaello, dove si potranno ammirare oltre si», il «San Giovanni Battista» e altri ancora. lezione fiorentina. letterario di Castiglione. Marginalmente ai ritratti di Guidobaldo da Montefeltro e di Elisabetta Gonzaga, anche quelli Vanno poi annoverati molti disegni, tra i più Il catalogo sarà l’occasione per fa- si occupò di scenografie teatrali e scrisse dei coniugi Doni, esposti accanto al Tondo con la Sacra Famiglia che essi bei fogli raffaelleschi, giunti dalle principali re il punto sugli studi e per offrire qualche sonetto. La mostra vuole restituire commissionarono a Michelangelo. E poi rimane, nella stessa sala, anche la collezioni europee, come il Louvre, il British, nuove prospettive d’indagine? lo spessore della sua complessa figura di sublime «Madonna del cardellino». A Palazzo Pitti, si potranno ammirare circa l’Albertina di Vienna e di nuovo dagli Uffizi. È ciò che auspichiamo. Inevitabilmente, artista, sperimentale e poliedrica, e stupire la metà delle opere dell’Urbinate che di solito vi sono conservate, e soprattutto Nella collezione fiorentina le ricerche condotte l’ampiezza dei saggi e la notevole quantità per l’apparente naturalezza dei risultati la celebre «Madonna della Seggiola», che non si muove dalla Sala di Saturno sul ricco fondo dei fogli dell’Urbinate hanno di opere schedate consentiranno di fare il conseguiti in ognuna delle sue creazioni sia per ragioni conservative sia perché quel dipinto è uno dei simboli della tra l’altro portato alla riscoperta di un carto- punto sugli studi raffaelleschi, mentre la artistiche, attraverso la ragionata selezione collezione. q Ar.An.

ne di Raffaello per la «Deesis con i santi Paolo presenza in catalogo di specialisti di vari delle opere esposte. © Riproduzione riservata

Perugino riunito per il suo allievo Grotte delle meraviglie Città del Vaticano. Fino allo scorso gennaio la Galleria Nazionale dell’Umbria Gli imponenti spazi ipogei della Domus Aurea, recentemente restaurati, ospitano di Perugia ha ospitato la storica per la prima volta un evento espositivo, connesso alle celebrazioni raffaellesche ricomposizione della «Pala dei Decemviri» Dal 24 marzo al 10 gennaio 2021, nella Sala Ottagona e in alcuni ambienti (1495-96, nella foto) del Perugino, che limitrofi della colossale residenza neroniana, sarà allestita «Raffaello e la Domus tornava, dopo due secoli, nella Cappella Aurea. L’invenzione delle grottesche». L’esposizione interattiva e multimediale, dei Priori per la quale era stata dipinta curata da Vincenzo Farinella con Stefano Borghini e Alessandro D’Alessio, (cfr. n. 402, nov. ’19, «Il Giornale dlele ricostruisce la scoperta delle pitture parietali della Domus che, sepolta sotto le Mostre», p. 5). La Pala, requisita dalle sostruzioni delle Terme di Traiano a seguito della damnatio memoriae di Nerone, truppe napoleoniche nel 1797, e a partire dal XV secolo costituì fonte inesauribile d’ispirazione per gli artisti. Agli dal 1816 conservata presso i Musei occhi di quanti si calavano dall’alto, le stanze interrate apparivano come grotte, Vaticani, era stata ricongiunta alla sua da qui il nome di «grottesche» attribuito alle pitture che ne ornavano le pareti. cornice originale e alla sua cimasa, Raffaello e la sua bottega, al pari di Pinturicchio, Filippino Lippi e Signorelli, rimaste invece a Perugia. Ora, fino al 9 attinsero a quelle figure fantastiche, dalla natura per metà umana e per metà maggio, sono la cornice lignea intagliata vegetale, trasformandole nelle decorazioni per eccellenza della pittura di fine ’400. e la cimasa con il «Cristo in pietà» a Celebre esempio ne è la Stufetta del cardinal Bibbiena, riccamente decorata in riunirsi, nella Sala XVIII della Pinacoteca vaticana, alla Pala peruginesca. La Vaticano dalla scuola di Raffaello e qui riprodotta grazie agli apparati multimediali. mostra è curata da Barbara Jatta, con la collaborazione di Marco Pierini e la Gli stessi dispositivi immersivi consentono un viaggio attraverso secoli di storia e consulenza di Guido Cornini e Fabrizio Biferali. Pierini, direttore della Galleria arte: dalla scoperta del Laocoonte, avvenuta nel 1506 nell’area della Domus, sino Nazionale dell’Umbria, ha annunciato l’intenzione del museo di lasciare ai Musei agli artisti novecenteschi, come Dalí, Ernst, Miró, che svilupperanno, con sensibilità Vaticani, in un prestito a lungo termine, la magnifica cornice della Pala, realizzata moderna, onirica e surreale, il tema della grottesca. Nella foto, Georges Chedanne, dall’intagliatore Giovanni di Battista di Cecco detto il Bastone. q Ar.An. «Il Laocoonte nella Domus Aurea», Rouen, Musée des Beaux-Arts. q Ar.An.

14 | IL GIORNALE DELL’ARTE NUMERO 406 MARZO 2020 ANTICHITÀ

. IL GIORNALE DELLE MOSTRE ROMA

Acqua politica in galleria (fino al 17 aprile) anche inediti esposti si può riscontrare un all’hit parade del ’78? «Non c’è tra le due cinque lavori su carta: mappe del immaginario coerente e, allo stesso nessuna connessione certificata tra i guerre con una Lorcan O’Neill torna a presentare il globo e costellazioni ispirate a tavole tempo, inintellegibile, un po’ come la due fatti, asserisce Salvino, esiste solo cinquantina di lavoro di Pietro Ruffo (Roma, 1978; del Seicento e agli affreschi della Sala scrittura che accompagna la mostra. Si un anno in comune e le persone che opere di autori nella foto), in una mostra che presenta del mappamondo di Palazzo Farnese può approfondire grazie a un catalogo a hanno ascoltato quel brano e hanno che vanno da lavori monumentali e opere su carta, a Caprarola, rielaborate da Ruffo cura di Claudia Santeroni con contributi ucciso». La mostra si compone come Boccioni a Sironi, alternando dimensioni grandi e piccole, attraverso l’utilizzo sapientissimo della di Felice Cimatti, Federico Ferrari e un collage, in cui quadri (uno nella da Rosso a Balla materiali resistenti e supporti fragili. tecnica giapponese del kirigami. Andrea Zucchinali. Nella foto, «U.P.D. foto), disegni e sculture di formato (nella foto, «S’è Il titolo, «Maremoto», fa riferimento q Silvano Manganaro Calabiyau», 2019. q Si.M. diverso mescolano particolari di un rotto l’incanto», 1922), da Wildt a in particolare ai tre lavori in ceramica modo dolente, violento, incongruo, Fausto Pirandello, per la maggior parte smaltata presenti in galleria, grandi talvolta in modo casuale o leggero, appartenute alla critica. Si inizia con gli decorazioni a parete che ricordano Frankenstein a mollo Pensiero stupendo restituendo così la complessità della artisti artefici del primo rinnovamento gli azulejos (piastrelle dipinte della Il 1978 in Italia è un anno denso nostra storia e la necessità di leggere dell’arte italiana all’alba del ’900, tradizione portoghese e spagnola). Oscar Giaconia di eventi: Aldo Moro viene rapito e al di là delle apparenze, oltre la cornice tra i quali Medardo Rosso con il In questo caso il punto di partenza è entra nella scuderia ucciso dalle Brigate Rosse, Peppino dei fatti, come le immagini di natura bronzo «Femme à la voilette» (1928), l’azzurro dei disegni a penna di Ruffo di Monitor con la Impastato è assassinato dalla mafia, diversa tra loro fatte vivere nello spazio fatto fondere dal figlio dello scultore che si trasformano qui in un’epopea sua prima personale viene approvata la legge sull’aborto, si bianco tra le opere la cornice. appositamente per la Sarfatti, Wildt il a parete (le dimensioni vanno dai 3x4 dal titolo «Bhulk» dimette il presidente Leone, accusato q Francesca Romana Morelli bronzo «L’anima e la sua veste» (1922 fino ai 3x11 m): l’impianto narrativo (fino al 10 aprile). di essere implicato nello scandalo ca). L’incontro con Umberto Boccioni, delle opere inizia con personaggi che L’artista milanese Lockheed, si conclude il processo che fruttò un rapporto di stima e di evocano la recente crisi dei migranti (1978) rafforza ai capi storici delle Brigate Rosse, I maestri e Margherita amicizia (reciproca), tanto da acquisire nel Mediterraneo e termina con un così l’orientamento papa Luciani muore dopo un mese di Raffinata intellettuale con aperture un suo lavoro capitale, «Antigrazioso», gruppo di adolescenti del Youth for verso la pittura da pontificato e gli succede Karol Wojtyla. internazionali, scrittrice, critica d’arte è documentato dal pastello «Ritratto Climate Movement avviato dall’attivista parte della gallerista Roberto© Foto Cortesia Ferro. dell'artista e di (Aq) Pereto Lisbona, Monitor Roma, Da quell’anno impervio Andrea Salvino attenta alle avanguardie europee, ghost della Signora Nerina Piaggio» (1916). Greta Thunberg. Il tema è dunque Paola Capata. Con estrapola la canzone di Patty Pravo writer di Mussolini, Margherita Sarfatti, Affascinante e insolito il ritratto l’acqua, riletta in una chiave politica questa mostra gli «Pensiero stupendo» e il caso Moro per appartenente a una ricca famiglia dedicatole da Mario Sironi, l’artista con legata all’attualità: il mare come spazi della galleria tessere una personale alla Richter Fine ebraica veneziana, pagò lo scotto di il quale condivise le sue coraggiose e barriera, come ecosistema da salvare, si trasformano in una sorta di Art («E tu E noi E lei Fra noi Vorrei Non essere una donna molto intelligente spietate battaglie per l’affermazione come punto da cui ripartire. Presenti laboratorio dove si fabbricano immagini so») aperta fino al 27 marzo. L’artista e tenace e di perseguire ambizioni prima del Gruppo Novecento, subito in cattività, ibridi sacrificali in vitro, romano, classe 1969, che vive e lavora maschili. Fra i suoi amici e conoscenti dopo la presa di potere di Mussolini, finzioni mitico-mimetiche. Questa è a Berlino, da sempre nutre un forte ebbe, tra gli altri, Marconi, Luigi poi del Novecento Italiano. Già nel la pittura di Giaconia, fatta di figure interesse per l’immagine annodata Pirandello, Toscanini, Colette, Gide, 1931 la Sarfatti è messa da parte ambigue, stratificazioni, decomposizioni alla storia, soprattutto a quella di fine Cocteau. Fu ricevuta dai Roosevelt alla dal Duce, che affida la guida dell’arte e assemblaggi. Il percorso prende anni ’70, recuperando il linguaggio Casa Bianca, con Diego Rivera visitò italiana a Cipriano Efisio Oppo. idealmente l’avvio dall’opera «Bhulk esplicito di maestri ottocenteschi Città de Messico, Einstein le suonò una Costretta a fare un passo indietro, (the bull-doll)», «biopittura di grandi ma anche la fotografia di cronaca. serenata. Nel 2015 è uscita la biografia rimane comunque un cardine potente dimensioni, un frankenstein taurino Nell’appartamento scritta da Rachele Ferrario, seguita da nel sistema dell’arte, difendendo e composto da vari pezzami, costretto covo dove Moro una mostra tra il Museo del Novecento appoggiando artisti lontani dai suoi in cattività in quello che pare essere fu prigioniero, i a Milano e il Mart di Rovereto. Fino al indirizzi, come provano i documenti un acquario marcescente». Con opere brigatisti rossi 9 aprile Fabrizio Russo (imparentato che continuano ad affiorare dagli quali «Bhulk (the bull dose)» o «Bhulk ascoltarono per via materna alla Sarfatti) propone archivi. Nel catalogo, oltre a uno scritto (Mr. O)» prosegue il campionario di davvero quella la prima mostra in una galleria privata di Corrado Augias, saggi di Rachele © Foto Giorgio Benni, Galleria Loracan O’Neill Giorgio Benni, © Foto

immagini ambigue. Nei sette lavori Giorgio Genni © Foto canzone in cima dedicata alla critica e all’arte italiana Ferrario e di Fabio Benzi. q F.R.M.

16 | IL GIORNALE DELL’ARTE NUMERO 406 MARZO 2020 DUBAI GRANADA SHARJAH SYDNEY IL GIORNALE DELLE MOSTRE

MONDOcelebre «Electronic Superhighway» Emirati Arabi del 2016, alla Whitechapel Gallery di Londra, a «I Was Raised on the Che ansia! Internet» del 2018, presso l’MCA di Chicago. Nei labirinti di Sessanta i lavori in mostra, tra scul- ture, stampe, video, esperimenti di Sharjah Art, 30 artisti robotica e realtà virtuale, ideati da s’interrogano su come oltre trenta artisti internazionali. Fra questi, Trevor Paglen, che nel- le tecnologie digitali la videoinstallazione «Circles» (2015) punta l’obiettivo sui capillari sistemi abbiano alterato di sorveglianza, attraverso un fil- la nostra coscienza mato aereo dell’enorme complesso architettonico del GCHQ (i Govern- ment Communications Headquar- Sharjah (EAU). «Questa mostra è il risulta- ters) nel cuore dell’Inghilterra. to delle mie preoccupazioni per il futuro. Se da un lato Jon Rafman presenzia Completa una ricerca di oltre un decen- con una recente opera VR («Transdi- nio, volta a esplorare come gli artisti in- mensional Serpent», 2016), dall’al- dagano, decostruiscono e materializzano tro Siebren Versteeg si serve di alcune delle questioni più controverse, un software che genera algoritmi sollevate da una società sempre più ac- automatici per trasferire i titoli di celerazionista». Così Omar Kholeif, pagina del quotidiano mediorientale recentemente nominato direttore in lingua inglese «the National» in

Cortesia di Photo Solutions delle Collezioni e curatore presso la una serie di dipinti astratti digitali «Solaroca» di Opavivará, un’opera di Art Dubai Commissions per l’edizione 2019 di Art Dubai Sharjah Art Foundation, descrive («Daily Times (Performer)», 2012-19). l’ispirazione dietro «Art in the Age L’allestimento della mostra, realiz- Emirati Arabi zionali (Continua e Franco Noero, of Anxiety» (dal 21 marzo al 21 zato dall’architetto e professore a tra le italiane), le sezioni «Modern» e giugno), ambiziosa collettiva che Yale Todd Reisz, riproduce un labi- «Bawwaba» espongono arte e artisti riflette sulla complessa relazione tra rinto di corridoi nel quale i visitato- generalmente trascurati dal sistema l’uomo e la tecnologia digitale. Tema ri possono immergersi fisicamente, Niente guardiani dell’arte occidentale: nello specifico, ampiamente esplorato da Kholeif in per poi perdersi in una deriva tutta

la prima dedicando mostre persona- precedenti progetti espositivi: dalla © Riproduzione riservata digitale. q F.Flo. La 14ma Art Dubai espande i confini geografici li a figure dell’arte modernista del XX secolo da Egitto, India, Libano e Sudan, fra le varie; la seconda pre- Dubai (EAU). A sei mesi dall’apertura selezionate per questa edizione 2020, la sentando lavori prodotti nell’ultimo di Expo Dubai 2020 (ottobre-aprile fiera vuole esplorare e portare alla luce anno o realizzati appositamente per 2021), Art Dubai, la maggiore fiera energie creative dal Sud globale, offrendo la fiera da artisti del sud del mondo. d’arte in Medio Oriente, apre la sua nuove letture su cosa sta accadendo oggi E così dichiara Nancy Adajania, cu- quattordicesima edizione. Ospitata nel mondo dell’arte, dai suoi protagonisti ratrice di «Bawwaba» (termine arabo dal 25 al 28 marzo presso la Madi- più affermati a quelli emergenti», com- per «cancello» o «portale»): «Special- nat Jumeirah, «cittadella» affacciata menta il direttore artistico Pablo del mente oggi, in un momento storico in cui i sul Golfo Persico, la fiera, vero cata- Val. Novanta le gallerie partecipanti, “guardiani” di tutto il mondo richiedono la lizzatore della scena dell’arte a Du- da 38 Nazioni, e i cui stand sono or- chiusura dei confini, è importante tenere le bai e negli altri Emirati, quest’anno ganizzati in quattro sezioni. Oltre a porte e le menti aperte». Da non perdere espande la propria prospettiva geo- «Contemporary», in cui figurano de- anche la sezione «Residents», a cura di grafica per abbracciare artisti e galle- aler regionali (come The Third Line Kabelo Malatsie, con opere realizza- Foto: Mareike Tocha. Cortesia: Guan Xiao Tocha. Mareike Foto: Berlino Zeidler, Shanghai e Kraupa-Tuskany Cortesia: Antenna Space, l’artista, rie provenienti anche da Africa, Asia di Dubai e Sfeir-Semler Gallery, con te da artisti africani in residenza negli «Documentary of Agriculture: Breeding» (2019) e una veduta dell’installazione «Products

e America Latina. «Attraverso le gallerie sedi a Beirut e Amburgo) e interna- Emirati. q Federico Florian © Riproduzione riservata Farming» di Guan Xiao del 2019 al Bonner Kunstverein

Sydney La Granada berbera attende il suo museo

Granada (Spagna). Illustra la profonda influenza esercitata nella penisola iberica Quelli fuori dalle dinastie berbere provenienti dal Nord Africa la mostra «La Granada Zirí e l’universo berbero», allestita nella cappella e nella cripta del Palazzo di dai margini Carlo V all’interno dell’Alhambra. Curata dal professore di Storia medievale dell’Università di Granada Antonio Malpica, la mostra riunisce più di 300 pezzi La 22ma Biennale provenienti da raccolte pubbliche e private, in special modo dalla collezione australiana della mecenate marocchina Laila Mezian Benjelloun, che saranno poi donate al Museo della cultura berbera che Spagna e Marocco apriranno insieme all’interno punta i riflettori dell’area monumentale dell’Alhambra. La mostra, aperta fino al 21 aprile, spiega

Cortesia: l’artista Zealand at Venice e New il grande potere, anche di persuasione, di questo popolo che, arrivato dalla sulle comunità native Un fotogramma del video «In Pursuit of Venus [infected]» (2015-17) di Lisa Reihana Cabilia algerina in Andalusia nel 1013, riuscì a convincere gli abitanti di Medina Elvira, a dieci chilometri dall’attuale Granada, che era meglio rifondarla a poca Sydney (Australia). Sull’onda del rico- che sono rivolte allo smantellamen- tatori. Fra i progetti più significativi, distanza, ma a un’altezza che avrebbe permesso di dominare il territorio. noscimento internazionale per le to delle narrazioni occidentali domi- un lavoro politico di Kunmanara Il percorso espositivo inizia con la contestualizzazione del mondo pratiche di artisti contemporanei in- nanti. «La Biennale di Sydney abbraccia Mumu Mike Williams, attivista e berbero e l’arrivo degli Zirí a Granada attraverso pezzi provenienti digeni e First Nations (basti pensare l’arte e le idee del nostro presente, inco- guaritore tradizionale aborigeno, dal Louvre, dall’Algeria, dalla Tunisia e dal Marocco, Inoltre, c’è a grandi progetti espositivi itineran- raggiando artisti e pubblico a collabora- recentemente scomparso, e un’in- uno spazio dedicato alle grandi dinastie nordafricane, Almoravidi, ti come «Hearts of Our People: Na- re, imparare, guarire e creare relazioni, stallazione fatta di sacchi di carbo- Almohade e Benimerine. Tessuti, frammenti lignei, ceramiche, libri, tive Women Artists», in mostra alla dichiara il chief executive officer ne cuciti del ghanese Ibrahim elementi architettonici funerari Renwick Gallery di Washington fino Barbara Moore. Con “NIRIN” la Bien- Mahama, riflessione sulle con- e decorativi compongono al 17 maggio; cfr. lo scorso numero, nale ha invitato voci diverse da tutto il dizioni di domanda e offerta nei una mostra in cui l’epigrafia p. 19), la ventiduesima Biennale di mondo, spesso marginalizzate, a conveni- mercati africani; mentre Lisa (incisioni su colonne, porte, Sydney, la terza rassegna d’arte più re insieme, al fine di creare uno spazio di Reihana, protagonista del padi- pareti) e la numismatica hanno vecchia al mondo, dopo Venezia e pensiero e discussione sicuro». glione neozelandese alla Biennale un ruolo importante. Spiccano San Paolo, punta i riflettori sulla Dislocata in sei location della cit- di Venezia del 2017, indaga la cul- la fontana a forma di leone della produzione culturale di comunità tà australiana (Art Gallery of New tura e la storia dei Maori in una vide- collezione del Museo Nazionale native internazionali. A cura dell’ar- South Wales, Artspace, Camp- oinstallazione immersiva, «Nomads di Setif (Algeria), la barca d’avorio tista indigeno australiano Brook belltown Arts Centre, Cockatoo of the Sea». Completa la rassegna un della Cattedrale di Narbona, l’arca Andrews, «NIRIN», che nella lingua Island, Museum of Contempo- esteso programma di eventi (da talk d’avorio e smalto di Santo Domingo de degli aborigeni Wiradjuri significa rary Art Australia e National Art a laboratori e performance), ideato Silos, conservata nel Museo di Burgos e la «bordo» o «confine», raccoglie i lavo- School), la rassegna prosegue per 87 in collaborazione con istituzioni e collezione di opere del Louvre dell’XI secolo, ri di oltre cento artisti da Australia, giorni (dal 14 marzo all’8 giugno), organizzazioni cittadine. in particolare un piccolo frammento di terracotta

America, Africa e Asia, le cui prati- con ingresso gratuito per tutti i visi- q F.Flo. © Riproduzione riservata dorata con epigrafia. q Roberta Bosco

IL GIORNALE DELL’ARTE NUMERO 406 MARZO 2020 | 17 BERNA CHIASSO GAND STOCCOLMA IL GIORNALE DELLE MOSTRE MONDO Stoccolma Solo il disegno conta Chiasso (Svizzera). Scultore e pittore, ma anche incisore, sebbene Rovine con ironia quest’ultima sua competenza sia meno nota e celebrata delle prime Il Libano passato e presente di Walid Raad due. La mostra «Alberto Giacometti (1901-1966). Grafica al confine tra arte e pensiero», curata da Jean Stoccolma. Walid Raad nasce Soldini e Nicoletta Ossanna Cavadini nel 1967 nel villaggio di Chba- per il m.a.x. museo (dall’8 marzo al nieh in Libano. Cresce a Beirut 13 settembre) affronta questo volto e ha otto anni quando scoppia meno noto del grande artista svizzero, la guerra civile, quel sanguino- esponendo per la prima volta l’intero sissimo conflitto lungo 15 anni corpus grafico: oltre 400 fogli e molti che uccise centomila libanesi. libri d’artista, giunti qui dalle principali Alla fine degli anni Ottanta, do- collezioni internazionali che conservano po il trasferimento negli Stati i suoi lavori. L’insieme dà conto della Uniti, Raad dà forma a uno dei sua maestria nelle più diverse tecniche suoi progetti più celebri: The incisorie (xilografia, incisione a bulino, Atlas Group, una fondazione o acquaforte, puntasecca), nelle quali collettivo immaginario istituito spesso sperimenta temi e modi poi dall’artista stesso, e finalizzato traposti nelle sculture o nei dipinti alla ricerca, documentazione e perché, ripeteva, «di qualsiasi cosa si

produzione di un archivio let- tratti, di scultura o di pittura, è solo il The Irving Foundation Penn terario e audiovisivo sulla storia disegno che conta». Proprio per mettere Lee Krasner fotografata da Irving Penn nel 1972

Cortesia dell’artista e di Sfeir-Semler Gallery Raad Amburgo / Beirut © Walid recente del Libano. Negli stessi in luce i legami tra i suoi diversi «Appendix 137_106» (2018) di Walid Raad anni si dedica alla serie «Sweet linguaggi espressivi, ognuna delle Berna Talk Commissions», tuttora in corso, che raccoglie centinaia di immagini quattro sezioni della mostra mette a e video della Beirut postbellica, in cui un paesaggio di rovine (cicatrici del confronto con le grafiche un dipinto, conflitto) sembra convivere accanto a grandi opere di riqualificazione urba- una scultura o un disegno a esse affini, na. In entrambi questi lavori, Raad guarda al trauma della violenza e della ma poiché Giacometti fu anche un Dannatamente brava guerra, a un passato turbolento e a un presente instabile, e ai suoi effetti protagonista del mondo della cultura, Lee Krasner sopravvissuta a Pollock nei corpi, nelle menti e nella cultura di una nazione. Nonostante la gravità sono esposte anche le fotografie di tali soggetti, tuttavia, la pratica di questo artista è spesso velata d’ironia: dell’amico Ernst Scheidegger, che sin un’arte tragicomica, la sua, che, nelle parole di Raad, fa «sogghignare anziché dal 1943 prese a documentarne con Berna. Pare sia facile per la storia di- di origine russa che nulla avevano a ridere» e che lo riempie di «apprensione, paura e silenziosa incertezza». immagini e filmati la vita artistica e menticarsi di un’artista donna, so- che fare con l’ambito artistico, Lee «Let’s be honest, the weather helped», fino al 10 maggio al Moderna privata. Nella foto, «Lucas Lichtenhan» prattutto se si tratta della moglie di Krasner si dedicò alla pittura, al col- Museet di Stoccolma, è la prima grande antologica nordica dell’artista li- xilografia del 1917-18. q Ada Masoero un ben più noto artista. È il caso di lage, all’illustrazione e all’incisione, e banese. «La mostra organizza i progetti di Raad attorno a diversi temi chiave che Lee Krasner (1908-84), una delle pio- fu una delle rare artiste donne a cui ricorrono in tutta la sua pratica, nel tentativo di creare un percorso non cronologico ma niere dell’Espressionismo astratto, il venne dedicata una retrospettiva al con uno sguardo retrospettivo», afferma il curatore Fredrik Liew. Oltre ai lavori movimento artistico americano del MoMA di New York (la sua si tenne tra citati, l’artista presenta una performance di 75 minuti, eseguita 23 volte nel dopoguerra che diede i natali, tra gli il 1984 e l’85). La Krasner fu apprez- corso dell’esposizione: un’azione a metà tra conferenza, pièce teatrale e una altri, a Cy Twombly, Mark Rothko e zata da artisti contemporanei quali

«visita guidata». q Federico Florian © Riproduzione riservata Willem de Kooning. «Ero una donna, Hans Hoffman, che fu suo insegnan- ebrea, una vedova, una pittrice dannata- te, e Piet Mondrian, che le riconobbe mente brava e un po’ troppo indipenden- un «forte ritmo interiore» esortandola te», disse di sé l’artista dopo la morte a non perderlo mai. La mostra presen- Stoccolma del marito Jackson Pollock, avvenuta ta una selezione di dipinti e di colla- nel ’56. Il Centro Paul Klee di Berna ge, inclusi un autoritratto del ’28 in corre ai ripari dedicandole la prima re- prestito dallo Jewish Museum di New trospettiva in Svizzera: «Lee Krasner. York e un ritratto fotografico di Irving Mai più arte noiosa Living Colour» (fino al 10 maggio) Penn. «Living Colour» è realizzata in presenta opere realizzate in oltre collaborazione con il Guggenheim di John Baldessari dalle ceneri all’oro cinquant’anni che mostrano la conti- Bilbao, la Schirn Kunsthalle di Franco- nua ricerca ed evoluzione espressiva forte e il Barbican Center di Londra, e

Collezione Eberhard W. Kornfeld, Berna Kornfeld, Collezione Eberhard W. dell’artista. Figlia di immigrati ebrei ha il sostegno della Terra Foundation, Stoccolma. Se i lavori di John Bal- che dal 1978 si dedica alla diffusione dessari nella sua lunga e prolifi- dell’arte americana nel mondo. ca carriera sono stati presentati Fino al 10 maggio il Kunst Mu- in più di 120 mostre, quella del Kris Martin adoratore dell’Agnello mistico seum di Berna presenta un’altra Moderna Museet, che si tiene esposizione dedicata all’opera di una dal 21 marzo al 16 agosto, è la Gand (Belgio). Il centro d’arte contemporanea SMAK presenta dal 7 marzo al 31 donna la cui carriera fu oscurata dalla prima in Svezia di questo livello. maggio «Exit», prima retrospettiva dell’artista Kris Martin in Belgio, dov’è nato fama di altri protagonisti della scena La mostra era in programma già nel 1972. La mostra esalta i legami esistenti tra i lavori di Martin e l’opera di Jan internazionale: si tratta di «Tokyo- da tempo, da prima della morte, e Hubert van Eyck. Martin è da sempre ammiratore del simbolismo delle opere New York-Paris-Bern», personale lo scorso 2 gennaio a 88 anni, del dei Van Eyck: la sua scultura «Altar» (2014), un altare in acciaio che riproduce della giapponese Teruko Yokoi (Ai- gigante dell’Arte concettuale, ma la cornice dell’«Adorazione dell’Agnello Mistico», è un omaggio al cambiamento chi, 1924). La mostra si concentra è stata annunciata solo alcuni fondamentale che nel Quattrocento i fratelli Van Eyck introdussero con la loro sulle opere nate dalla tensione tra l’A-

© John Baldessari and Marian Goodman Gallery, New York York New © John Baldessari and Marian Goodman Gallery, Electronic Arts Intermix (EAI) giorni dopo. Il Moderna Museet opera, superando la tradizionale idealizzazione medievale per lasciare il posto strattismo e l’arte tradizionale giap- allestisce una trentina di lavori, tra cui un’opera cardine come «The Cremation a un’osservazione dettagliata della realtà (una «rivoluzione ottica» al centro ponese, dalla quale l’artista prese le Project»: il 24 luglio 1970, Baldessari annunciò che aveva fatto «cremare» tutte le di una grande mostra nel Museo di Belle Arti, cardine delle iniziative che per distanze senza mai distaccarsene del sue opere realizzate, tra il 1953 e il 1966. Riunì le ceneri in una decina di scatole, tutto l’anno celebreranno Jan van Eyck; cfr. lo scorso numero, p. 12). Una delle tutto. I lavori esposti fondono astra- alcune a forma di libro su cui scrisse «John Anthony Baldessari, maggio 1958-mar- cinque edizioni di «Altar» (nella foto) è collocata in permanenza sulla spiaggia di zione poetica ed energia cromatica zo 1966». Con alcune ceneri ci fece dei biscotti e li chiuse in un barattolo che fu Ostenda, nelle Fiandre, e un’altra è allestita nel centro di Gand In occasione della postimpressionista, riflettendo il di- esposto lo stesso anno al MoMA nella mostra «Information». Per Baldessari era mostra allo SMAK. Altro riferimento al Polittico di Gand è l’opera «Eva e Adamo» battito tra arte orientale e occidentale stata una «rinascita», la «liberazione» dall’arte tradizionale dei dipinti di gioventù (2017): dal dipinto originario Martin estrapola i soli volti di Adamo ed Eva, che che si sviluppò nel dopoguerra. Con e l’inizio di una nuova carriera, in cui l’idea e il concetto vincevano sulla forma. nel capolavoro dei Van una cinquantina di opere realizzate Nel 1971 dichiarò: «Non farò mai più arte noiosa». Di quell’anno è l’opera video «I’am Eyck sono alle estremità tra il ’54 e la fine degli anni ’60, la Making Art» (nella foto), in cui l’artista si mette in scena filmandosi in posizioni della composizione e mostra segue gli spostamenti dell’ar- diverse, perlopiù sgraziate, rigide, rivendicando la libertà creativa dell’artista in guardano l’uno verso tista, dal Giappone agli Stati Uniti ogni sua azione. È tra le opere allestite a Stoccolma: «Con una vena di umorismo l’altro. Facendo leva sul fino in Europa. Teruko Yokoi vive in e autoironia, John Baldessari ha sfidato di volta in volta le regole e le nozioni prevalenti significato simbolico dei Svizzera dal 1962: il successo della sua nell’arte», ha osservato la curatrice Matilda Olof-Ors. Nato nel 1931 a National due volti, Martin li pone monografica organizzata nel ’64 dal- City (California), figlio di un italiano emigrato negli Usa, Baldessari è stato uno uno accanto all’altro ma la Kunsthalle di Basilea le permise di degli artisti più influenti della scena americana e mondiale. Mescolò fotogra- orientandoli in direzioni affermarsi a livello internazionale. Di fia, pittura, scultura, performance, poesia, traendo spunti anche dalla cultura di opposte, evocando recente il Giappone ha battezzato due massa. Nel 2009 ottenne il Leone d’oro alla Biennale di Venezia e lo stesso anno così una malinconica musei in suo onore: a Ena (2004) e a

la Tate Modern di Londra gli dedicò una grande retrospettiva. q Luana De Micco © Riproduzione riservata incomunicabilità. q B.Bo. Fuji (2008). q Bianca Bozzeda © Riproduzione riservata

18 | IL GIORNALE DELL’ARTE NUMERO 406 MARZO 2020 BRUXELLES LUGANO LUSSEMBURGO MANILA ZURIGO IL GIORNALE DELLE MOSTRE MONDO

Clément Minighetti, conservatore Lussemburgo al Mudam. Su due piani, la mostra La tolleranza aggressiva di Gilbert & «Robert Morris. The Perceiving Zurigo (Svizzera). In collaborazione con la Luma Foundation di Body», curata da Jeffrey Weiss, Arles e il Moderna Museet di Stoccolma, la Kunsthalle di Zurigo L’investigatore ex conservatore del Guggenheim presenta «The great exhibition (1971-2016)», retrospettiva Museum di New York, si presenta di Gilbert & George. Curata da Hans Ulrich Obrist e Daniel Morris dunque come «una costellazione di Birnbaum, la retrospettiva presenta opere provenienti da Una «costellazione» spazi diversi» che «mettono in risalto musei e collezioni private internazionali che ripercorrono il diversi aspetti dell’opera di Morris». Lo lavoro degli artisti, esposto nelle sale del museo svizzero per di opere dell’esponente stesso artista, che aveva cominciato la prima volta dopo più di 25 anni (nella foto, «VOMIT», 2014). a collaborare col Mudam prima di Da oltre mezzo secolo Gilbert & George danno vita a universo del Minimalismo ammalarsi, ne aveva parlato come provocatorio dall’estetica esplicita e spesso volontariamente scomparso nel 2018 una serie di «investigations». Sono aggressiva: gli artisti hanno partecipato alla realizzazione della allestite alcune delle famose opere mostra, che definiscono «democratica, lussuriosa e stravagante, in feltro, come «Brown Felt», del nata dall’abbraccio dei diversi sentimenti umani e rivolta a

Lussemburgo. Il Mudam presenta 1973, opere che, per via del materia- Cortesia di Gilbert & George tutti». Gilbert Prousch (nato in provincia di Bolzano nel 1943) e fino al 26 aprile una monografi- le usato, si deformano col tempo. George Passmore (nato a Devon, in Inghilterra, nel 1942) si sono conosciuti alla fine degli anni ’60 presso la St Martin’s ca di Robert Morris, tra i princi- Una sala intera del primo piano è School of Art di Londra. Da allora i due mettono in discussione i canoni artistici attraverso un approccio nato dall’unione pali esponenti del Minimalismo, occupata dall’installazione «Scatter di disciplina e fantasia. Il loro lavoro affronta in modo grottesco, tragico e ironico i temi fondamentali dell’esistenza, dalla insieme a Frank Stella, Carl Andre Piece» (1968-69), composta da 200 morte alla speranza, alla paura, al sesso e alla religione: «Vogliamo che l’arte estrapoli l’intolleranza dalla tolleranza, e o Richard Serra, morto a 87 anni elementi, strisce di feltro e pezzi viceversa», affermavano gli artisti già all’inizio della loro carriera. Gilbert & George sono all’origine di uno stile inconfondibile nel 2018. Non una retrospettiva, né metallici, disposti in modo causale e immediatamente riconoscibile, dove figure contraddittorie (punk e hipster, poliziotti ed emarginati) sono messe in scena un’antologica, rivendica il museo: e sempre diverso a ogni nuova in- senza l’ombra di pudore né di esitazione. Già esposta presso la Luma Foundation di Arles, il Moderna Museet di Stoccolma le opere, tutte del periodo 1961-77, stallazione. Nel Grand Hall è pre- e il Museo d’arte contemporanea di Oslo, dopo la tappa alla Kunsthalle di Zurigo (fino al 10 maggio) la retrospettiva sarà sono allestite senza filo cronologi- sentata un’altra opera monumen- presentata al museo d’arte di Reykjavík. q Bianca Bozzeda co, né percorso predefinito. «L’in- tale, «Portland Mirrors», del 1977, teresse del museo è far risuonare l’arte composta da quattro massicce assi contemporanea con le sue fonti stori- di legno e quattro specchi disposti Il primo giorno è oggi Obiettivo di coppia che», ha spiegato alla stampa locale in modo da creare «l’illusione di uno spazio immagi- Bruxelles. «Today is the First Day», Lugano (Svizzera). La sede appena nario». Sono diversi al centro d’arte contemporanea rinnovata del Masi-Museo d’arte della i prestiti del Gug- Wiels fino al 24 maggio, è la prima Svizzera italiana, in Palazzo Reali, genheim e della Tate mostra di un museo belga dedicata a presenta, dall’1 marzo al 14 giugno, Modern di Londra. Wolfgang Tillmans. Bruxelles recupera «Harry Shunk e János Kender. L’arte Dal 6 giugno al 27 set- il ritardo poiché la retrospettiva, che attraverso l’obiettivo (1957-1983)», tembre la mostra sarà si sviluppa su due piani, è molto prima retrospettiva svizzera dei due presentata al Musée corposa. In un allestimento curato fotografi. Coppia nella vita e nel lavoro, d’art moderne et con- dallo stesso Tillmans è presentata una Shunk e Kender documentarono temporain di Saint- selezione di foto, installazioni video il mondo dell’arte d’avanguardia, Étienne, in Francia. e sonore, compresi progetti recenti, tra la Parigi dei secondi anni ’50,

q Luana De Micco che ripercorrono più di trent’anni di i diritti riservati Tutti Getty Trust. © J. Paul Shunk-Kender Foto: dove incontrarono le galleriste Iris

© Riproduzione riservata carriera dell’artista tedesco (dal 1986 Clert, musa dei nouveaux réalistes, e Ileana Sonnabend, che presentò loro Andy al 2020). Negli anni ’80 Tillmans Warhol e Claes Oldenburg, e la New York del 1968 e dei primi anni ’70. Davanti «Untitled (Brown Felt)» (Remscheid, 1968) è stato tra i al loro obiettivo scorre la generazione di artisti (cui anche loro appartenevano)

© 2020 The Estate of Robert Morris / Artists York Rights Society (ARS) New (1973) di Robert Morris primi a produrre delle opere usando che predicava la liberazione sessuale e la rivolta artistica, spingendosi in territori la fotocopiatrice laser, ingrandendo espressivi sempre più audaci. Nella mostra, realizzata dal Centre Pompidou in collaborazione con il museo luganese, e curata da Julie Jones, Stéphanie Rivoire e Chloé Goualc’h, sfilano Andy Wahrol, Robert Rauschenberg, Christo e Jeanne-Claude, Corpo a corpo col disegno italiano Yves Klein, Daniel Spoerri, Niki de Saint Phalle, Jean Tinguely, Yayoi Kusama e altri protagonisti di quella cultura. Le tre sezioni, «Intimità», «Il corpo in azione», «Nuovi Zurigo (Svizzera). La Kunsthaus Zürich propone fino al 26 aprile la mostra spazi», esibiscono 450 fotografie e documenti originali, tra ritratti, immagini di «La poesia della linea. Disegni dei Maestri italiani» che presenta al pubblico performance e d’inaugurazioni di mostre, dal fotomontaggio di «Le Saut dans le vide» la preziosa collezione museale di circa 30 disegni italiani fra Rinascimento di Yves Klein, agli scatti che lo riprendono mentre realizza le «Anthropométries», e Barocco, con opere da Guercino a Correggio, a Carlo Maratti e altri. Una dai colpi di carabina della Saint Phalle per «Feu à volonté» alle cene di Spoerri, fino collezione perlopiù inedita e mai presentata al pubblico, a parte i celebri disegni alle performance milanesi del 1970, decimo anniversario, e congedo, del gruppo di Raffaello per le Stanze Vaticane e la Lucrezia di Palma il Vecchio, che è stata francese. A New York entrano in scena gli happening di Yayoi Kusama, le coreografie recentemente sottoposta a un approfondito studio da un’équipe dell’Università di Trisha Brown e i 27 artisti del progetto di Pier 18, realizzato nel 1971 da di Zurigo, guidata da Jonas Beyer con Michael Matile, che proprio nella mostra Willoughby Sharp, i cui scatti sarebbero stati esposti l’estate successiva al MoMA, presenta i suoi risultati. Di fatto la collezione grafica è stata ribaltata da capo nell’unica mostra che li celebrò quand’erano entrambi in vita e prima della loro a piedi e trasformata in un laboratorio in cui gli studiosi hanno letteralmente separazione, nel 1973. Nella foto, «Ultra Violet, New York», 1967-70 ca. q Ad.M. affrontato i disegni in una sorta di «corpo a corpo» epistemologico e critico per confermare o rivoluzionare l’attribuzione artistica, per localizzare ciascun disegno nei paesaggi culturali che effettivamente gli corrispondono, per verificarne In Asia ci sono gli igloo provenienze e vicissitudini. Cruciali sono stati i numerosi commenti scritti a mano sui passepartout delle opere a dimostrare come questo «incontro immagini sue o trovate. Con i suoi Manila. Rimarrà aperta fino al 30 ravvicinato» fosse già stato realizzato in passato da numerosi e noti ricercatori lavori visivi e sonori ha saputo aprile presso il Metropolitan Museum internazionali: da Marco Simone Bolzoni e Chris Fischer a Catherine Goguel a cogliere le sottoculture giovanili. Si di Manila la mostra «Arte povera. Joachim Jacoby. I loro nomi, le loro attribuzioni e le loro annotazioni sono serviti è interessato alle minoranze, si è Italian landscape» curata da Danilo da linee guida per queste nuove mobilitato per le vittime dell’Aids, e Eccher. Si tratta della più importante ricerche di approfondimento. più di recente si è schierato contro mostra sull’Arte povera proveniente In mostra, tuttavia, la lettura la Brexit. I suoi scatti in Cina, Congo, dall’Italia e mai presentata in Asia specialistica della collezione e Germania, Brasile, negli Stati Uniti e rappresenta una delle operazioni la fortuna tattile del contatto raccontano la nostra epoca. Del di punta del Ministero degli Esteri diretto con l’originale, il sesto 2009-12 è la serie «Neue Welt», italiano all’interno delle attività promozionali della cultura italiana all’estero per il senso dello studioso che guida scatti di persone realizzati in tutto 2020. Promossa dall’Ambasciata d’Italia a Manila, la mostra presenta 12 artisti l’interpretazione della struttura il mondo. Il suo sguardo evidenzia con 12 opere, ognuna di grandissime dimensioni ed enorme impatto visivo. Si di un foglio, tutti cedono il il minimo dettaglio e sublima ogni va da un igloo di Mario Merz di 3 metri di diametro (nella foto) al più grande passo allo splendore sensuale momento della giornata. La mostra ricamo di Alighiero Boetti di più di 12 metri di lunghezza realizzato per Gibellina dei ritratti, dei paesaggi e delle riflette la diversità delle tecniche, dei e presentato qui per la prima volta all’estero. Dall’opera storica del 1970 di Pier scene mitologiche o cristiane formati e dei supporti sperimentati Paolo Calzolari di 3x5 «Senza titolo (primo e secondo giorno come gli orienti sono rappresentate e che, riuniti in da Tillmans, che crea anche immagini due)» all’«Orchestra di stracci» di Michelangelo Pistoletto del 1968. A dieci artisti pochi piccoli ambienti, investono astratte dentro la camera oscura, dell’Arte povera (Anselmo, Boetti, Calzolari, Fabro, Kounellis, Mario Merz, Marisa quasi fisicamente il visitatore manipolando la luce sulla carta. Nel Merz, Penone, Pistoletto, Zorio) si aggiungono due artisti di una generazione con la loro magia estetica. Nella 2014 suoi lavori sono stati presentati successiva, Francesco Arena e Gianni Caravaggio, che ugualmente utilizzano foto, «Cacciata dal Paradiso alla Biennale di Venezia e nel 2017 materiali non convenzionali. Il primo espone l’opera «Europa 11 novembre 2015» di Adamo ed Eva» (1602-03) ha tenuto mostre alla Tate Modern e mentre Caravaggio è presente con la scultura-installazione «L’orizzonte si posa di Giuseppe Cesari (detto il alla Fondation Beyeler. Il MoMA di New su una nuvola mentre il sole la attraversa». Nel catalogo (Hopefulmonster), una Cavalier d’Arpino). York ha già annunciato una grande conversazione tra Danilo Eccher e Germano Celant. Dopo Manila la mostra da

© Kunsthaus Zürich q Giovanni Pellinghelli del Monticello retrospettiva nel 2021. q L.D.M. giugno a luglio sarà alla National Gallery di Kuala Lumpur. q Giorgio Guglielmino

IL GIORNALE DELL’ARTE NUMERO 406 MARZO 2020 | 19 ROBERTO CIACCIO. LA VOCE DEI METALLI Museo Nazionale Scienza e tecnologia , Milano 24 gennaio - 8 marzo 2020 Foto Claudio Ciaccio Installazione site specific Padiglione Ferroviario LA VOCE DEI METALLI

on questa mostra il Museo Nazionale Scienza e Tecnologia Leonardo da Vinci di Milano offre una testimonianza significativa del lavoro dell’artista contemporaneo Roberto Ciaccio, mancato prematuramente alla fine del 2014, in una logica che, negli orientamenti Cculturali del Museo, vede accumunarsi ricerca, arte e tecnologia. Attraverso una costante e approfondita ricerca, riflessione, sperimentazione l’artista ha realizzato opere complesse, ricche di un’intensa espressività, il cui linguaggio tra pittura e scultura, tra sfumature liriche, risonanze musicali e contenuti filosofici ci svela un aspetto importante della attualità dell’arte astratta. Le opere presenti in questa esposizione sono grandi lastre di metalli diversi, ferro, zinco, rame, alluminio. Opere che portano le tracce del tempo, la memoria di accadimenti spesso sconosciuti, enigmatici, e proprio per questo affascinanti e origine del possibile. Gli inchiostri, le loro stesure, quasi come velature di vari colori, i bagliori dei metalli, la loro insita sonorità, sono testimonianza di una progettualità che attende di essere compiuta. Significativo e fortemente espressivo il rapporto tra i metalli delle opere d’Arte e i metalli dei macchinari esposti in questo museo; rapporto tra l’utilità dell’Arte e l’utilità della Tecnica, creazioni tutte dell’ingegno dell’uomo: ciò ci invita ad una progettualità sempre in cammino. Foto Davide Comelli Foto Davide Fiorenzo Marco Galli, Direttore Generale Museo Nazionale Scienza e Tecnologia Leonardo da Vinci Roberto Ciaccio nel suo studio

esposizione monografica di Roberto Ciaccio LA VOCE DEI METALLI, curata dall’Archivio Roberto Ciaccio e dedicata al filosofo Remo Bodei, si snoda lungo il binario del Padiglione Ferroviario e si presenta come fosse un VIAGGIO nel tempo L’ di una vita per l’arte, partendo dal 1971 per giungere fino al 2013, data dell’ultima grande esposizione/installazione di Genova, Lucematrice. Queste opere, grandi lastre di rame, ferro, zinco, alluminio, per le loro dimensioni, caratteri cromatici e luminosità, dialogano con lo spazio che le ospita ed entrano in suggestivi rapporti e assonanze con i macchinari e i loro materiali: un’installazione site specific. Percorso/viaggio nel tempo con le macchine, testimonianze di un passato che attraverso lo studio e lo sviluppo della scienza e della tecnica ha permesso all’uomo ed alla società di progredire; percorso/viaggio nel tempo della vita di Roberto Ciaccio le cui opere sono la realizzazione del suo pensiero artistico. Le lastre di metallo sono per l’artista luoghi in cui si raccolgono memorie, tracce di ciò che è stata la vita delle cose (le lastre portano i segni indelebili del loro vissuto); presenza e assenza di figura e immagine, luce e oscurità soprattutto come rivelazione e nascondimento; vicinanza come intervento diretto delle mani dell’artista e delle mani dello stampatore (Giorgio Upiglio di Milano) sulle lastre; distanza come vita autonoma delle opere stesse; soglia, passaggio verso l’oltre, l’enigma, il sogno/rêve ma anche ritorno; soglia come limite ma anche come apertura verso infinite possibilità. È un lavoro profondamente concettuale che si lega a pensieri filosofici relativi alla genesi dell’opera d’arte, alla sua presenza nel tessuto sociale, al suo rapporto con la vita, la natura, con i ritmi del tempo, la scansione del suono e del silenzio (Musica), con il pieno e il vuoto che costituiscono lo spazio. Nel Salone delle Locomotive le opere poste sul binario seguono un ordine cronologico, rappresentano tappe raggiunte dopo periodi di ricerca e sperimentazione: le prime (inizio anni Settanta) sono lamiere di zinco e di ferro zincato su cui si depositano polveri e trucioli di ferro e altri metalli e colori a smalto, le superfici sono luminose, materiche, emanano energia; si passa poi a lastre di rame inchiostrate in cui luce e oscurità si compongono in superfici enigmatiche (anni Novanta), nascono le prime sequenze, nasce l’dea della scansione dello spazio tra divenire e pausa, presenza e assenza; queste lastre, nonostante siano dipinte con inchiostri da stampa sono matrici, lastre matrici di se stesse. Successivamente le lastre di rame e di ferro

Foto Claudio Ciaccio diventano luoghi in cui si sedimenta il vissuto: il passato, il presente ed il progetto per il futuro. La tecnica si fa sempre più Centrale termoelettrica Regina Margherita, Stazione per la Croce, lastra di ferro e inchiostri calcografici cm 187 x 131, 2008 raffinata, il rapporto con la filosofia più intenso e profondo (Martin Heidegger, Jacques Derrida, Remo Bodei) e appassionato con la musica. Dal 1995 in poi tutte le esposizioni più importanti si sono inaugurate con concerti per piano (il pianista Antonio Ballista è stato esecutore attento e caro amico di Ciaccio). La lamiera di metallo sottile, talvolta flessuosa per sua natura, è sospesa tra matericità e leggerezza musicale; queste lastre sono immagini sonore: materia, pittura, suono, musica si fondono in una complessa sinestesia. Nelle ultime opere su rame il rapporto con la natura, acqua, luce, riflessi, vegetazione, ossidazioni e acidazioni apporta nuovi contenuti; alcune di queste opere sono state esposte all’esterno per venire a contatto con l’atmosfera, la pioggia e il sole, l’aria iodata del mare (Genova) l’umidità della notte e il calore del giorno. Si sono arricchite, come le pagine di un diario, degli appunti lasciati dal passaggio del tempo della vita della natura, che ha scritto su di esse con le impronte della terra e dell’acqua. Queste opere sono state interpretate attraverso grandi fotografie di Claudio Ciaccio, che ha saputo cogliere le idee di immagine nella loro progettualità futura: un’opera d’arte in un’opera d’arte. In occasione dell’inaugurazione è stato proiettato un video realizzato da Davide Comelli, che, attraverso una simbolica passeggiata nei boschi delle Dolomiti, ha seguito il percorso artistico di Roberto Ciaccio.

Archivio Roberto Ciaccio

. LA VOCE DEI METALLI Mostra a cura di: Archivio Roberto Ciaccio Direttore Generale Museo: ROBERTO CIACCIO. LA VOCE DEI METALLI Fiorenzo Marco Galli Museo Nazionale Scienza e tecnologia Leonardo da Vinci, Milano Editore: Corraini Edizioni Progetto Grafico: Studio Origoni Steiner 24 gennaio - 8 marzo 2020 Testi: Kurt Walter Forster, Silvia Mascheroni, Tomaso Kemeny olte esposizioni delle opere di Ciaccio si sono aperte con concerti, Traduzione: Bernadette Walshe, per lo più assoli o duetti per pianoforte, e i suoni percussivi della musica Giulia Bordignon, David Stanton Mcontemporanea hanno trovato nelle superfici lucenti e oscillanti del rame Foto: Davide Comelli, Claudio Ciaccio una controparte tanto appropriata da saldare insieme nella memoria immagine Video: Davide Comelli e suono. Il genere di musica che Ciaccio apprezzava maggiormente, al punto da studiarla con il suo amico pianista Antonio Ballista, era quella che coinvolge Ufficio Stampa: PCM STUDIO Claudio Ciaccio, particolari di opere di Roberto Ciaccio profondamente l’ascoltatore nell’esecuzione. Composizioni come il Mantra di Ufficio Stampa del Museo: Karl-Heinz Stockhausen del 1970 risiedono nella loro stessa materialità espressiva, Deborah Chiodoni e si sviluppano secondo presentazioni iterative le cui parti melodiche si addentrano nella mente degli ascoltatori. A poco a poco alcuni di questi frammenti melodici Sponsor: FAGB - Fondazione Angelo Gianni Baggi sembrano sparire, come clandestini in un transatlantico, mentre altri si moltiplicano e si espandono: nelle profondità dello scafo sonoro, un carico ignoto si disperde, Sponsor tecnici: Ciaccio Broker, inosservato, per dirigersi verso un medesimo porto d’arrivo. FiberEUse, Bordeauxpertutti Da “Il suono del metallo nell’età del rame delle immagini” Kurt W. Forster

Interroghi l’origine Al centro vuoto e aspiri all’eterno delle tenebre “Astrattismo fotografico” basato su tracce di colore, segni lasciati dall’acido sulle lastre, incisioni, e altri particolari, talvolta riconducibili a forme semi-reali, che stimolano ulteriormente l’immaginazione di chi le osserva Da “Trasparenza” di Silvia Mascheroni Dal lucore dello spazio mentale appare un’immagine, Tra le ombre racchiusa di remote presenze, in un linguaggio risuona il commiato che non è ancora della figura accaduto

Da “Metalli” di Silvia Ciaccio Da “A Roberto Ciaccio” di Tomaso Kemeny

Claudio Ciaccio davanti all’installazione site specific Padiglione Ferroviario Foto Claudio Ciaccio Installazione site specific Padiglione Ferroviario

. AMSTERDAM BARCELLONA GINEVRA LUGANO MADRID IL GIORNALE DELLE MOSTRE MONDO Fare mostra di sé Ripetere, azzerare, decostruire

Amsterdam (Paesi Bassi). Fino al 24 Ginevra (Svizzera). Il MAMCO, museo d’arte moderna e contemporanea di Ginevra, maggio il Van Gogh Museum presenta presenta fino al 21 giugno un’ampia retrospettiva dedicata a Olivier Mosset, «In the Picture», un’esposizione artista svizzero, classe 1944, tra i fondatori, insieme a Daniel Buren, Michel dedicata al ritratto e allo sviluppo Parmentier e Niele Toroni, del gruppo BMPT, creato nel 1966 e sciolto appena un di questo stile pittorico da metà anno dopo. Un periodo breve in cui si tengono ben cinque «Manifestations», di cui Ottocento ad oggi. «Gli artisti esposti la più importante, nel 1967, al Musée des arts décoratifs di Parigi. Il principio è: consideravano attentamente come «decostruire» il sistema pittorico per giungere all’«azzeramento» della pittura. Una pittura dunque senza emozione né messaggio, basata sulla ripetizione dei motivi. La mostra ripercorre sessant’anni di carriera dell’artista di Berna, che vive negli Stati Uniti dal 1977. Si va dalle sperimentazioni degli anni ’60, con la ripetizione di «cerchi», simbolo dell’influenza del periodo BMPT, fino ai monumentali lavori recenti, passando per i monocromi e gli «shaped canvases», che avvicinano Mosset all’americano Frank Stella, uno dei precursori del Minimalismo. Negli anni ’80 l’artista svizzero si inserisce del resto nella effervescente scena artistica newyorkese. Sono gli anni in cui esplora la tecnica del monocromo e si interessa all’astrazione geometrica. «Olivier Mosset, nota il museo, è uno dei Cerchiamo uomini per un viaggio pericoloso rari pittori europei a inserirsi nell’eredità della grande pittura americana, quella di Frank Stella, Robert Ryman o Barnet Newman». Il museo allestisce anche Madrid. La Collezione Engel, una delle più importanti raccolte private del i lavori di artisti vicini a Mosset. Una sezione è dedicata agli altri membri del Sudamerica, ha recentemente ricevuto il premio A, con cui la Fundación Arco gruppo BMPT, si ricordano le collaborazioni con il gruppo Zanzibar, un collettivo riconosce il valore artistico di collezionisti e istituzioni internazionali e il loro di artisti d’avanguardia e cineasti sperimentali, di cui Mosset ha prodotto alcuni appoggio alla diffusione dell’arte contemporanea. Per questo la Sala Alcalá film, si ripercorrono i legami con alcuni esponenti del Nouveau réalisme, Jean 31 di Madrid le dedica fino al 26 aprile la più importante mostra di arte cilena Tinguely e Daniel Spoerri in particolare, e con gli artisti della «pittura radicale» organizzata in Spagna negli ultimi decenni con 89 opere dalla fine del XX secolo americana degli anni ’70 e ’80, come Joseph Marioni e Marcia Hafif. Nella foto, ad oggi. «Gran Sur: arte contemporanea cilena nella Collezione Engel», curata «Monochrome» (1985). q Luana De Micco dallo scrittore e curatore cileno residente a New York Christian Viveros-Fauné, rappresentare se stessi giocando con riunisce pitture, sculture, fotografie, installazioni, videoproiezioni, lavori tessili e l’idea di ritratto, proprio come accade grafici, nonché progetti ibridi e progetti multimedia di 37 artisti (13 donne, 21 oggi tramite altri mezzi», afferma la uomini e 3 collettivi) tra cui Alfredo Jaar, Juan Downey, Pilar Quinteros (nella curatrice Lisa Smith. Per l’occasione, foto, «Lago Bulo»), Fernando Prats, Patrick Hamilton e Paz Errázuriz. Date le il museo raccoglie oltre 75 ritratti, tra proteste che infiammano la società cilena dallo scorso ottobre, la mostra offre cui opere di Eduard Munch, Helene un ritratto necessariamente incompleto della sua scena artistica. La selezione Schjerfbeck (nella foto, «Self-portrait propone comunque un’ampia panoramica che comprende dalle opere storiche with Black Background», 1915, come «The Laughing Alligator», un video girato da Juan Downey nell’Amazzonia Ateneum Art Museum, Helsinki) venezuelana nel 1979, ai caustici progetti politici più recenti che dimostrano Gustave Courbet, Francis Bacon e un forte interesse per la sperimentazione formale e le problematiche universali Thérèse Schwartze. Accanto a questi dei nostri tempi. In mostra anche opere indimenticabili come l’enorme neon di capolavori sono esposti ritratti di Fernando Prats, presentato alla Biennale di Venezia del 2011, che dà titolo alla artisti contemporanei ispirati al mostra e allude all’annuncio pubblicato nel 1911 dall’esploratore polare Ernest genio olandese, a riprova di come Shackleton: «Cerchiamo uomini per un viaggio pericoloso, pochi soldi, freddo gli autoritratti di Van Gogh siano estremo, lunghi mesi di oscurità totale, pericolo costante, poche speranze di ritorno, stati un punto di riferimento per le ma onori e riconoscimenti in caso di successo». q Roberta Bosco generazioni seguenti. Cuore pulsante dell’esposizione è l’«Autoritratto con orecchio bendato», in prestito dalla L’artista che disegna il quasi Courtauld Gallery di Londra: l’opera, realizzata nel 1889, testimonia © MAMCO Lugano (Svizzera) del tragico gesto di Van Gogh che, e Lissone (MB). tormentato dal deterioramento della Cortesi Gallery sua amicizia con Paul Gauguin, Forme senza funzione presenta si tagliò l’orecchio destro con un «Maurizio Donzelli. rasoio. La mostra sottolinea come il Barcellona (Spagna). Gli oggetti quotidiani sono sempre stati una delle principali Thresholds», tema dell’autoritratto sia diventato fonti d’ispirazione per i surrealisti che a loro volta hanno aperto nuove prospettive duplice personale popolare nel corso dell’Ottocento, al design in tutti i suoi campi, liberandolo dal dogma del funzionalismo. È questa dell’artista e quando gli artisti romantici usavano la la tesi della prima grande mostra dell’anno di CaixaForum Barcellona, «Oggetti intellettuale propria immagine per rappresentare del Desiderio. Surrealismo e design. 1924-2020», che analizza l’intenso rapporto bresciano (1958), il momento dell’introspezione e della tra questo movimento e il mondo del design, svelando parallelismi finora poco che si apre, dal 25 solitudine, leitmotiv del mito dell’artista studiati. Dopo aver prodotto la mostra di Alvar Aalto nel 2015, la Fundació LaCaixa marzo al 30 maggio, sofferente e malinconico. Lo sviluppo di e il Vitra Design Museum di Weil am Rhein (Germania), collaborano di nuovo in nella sua sede di questo stile è anche il sintomo di una questa rassegna che riunisce 280 pezzi, tra cui pitture, sculture, oggetti, manifesti, Lugano, e dal 18 riflessione sul ruolo dell’individuo in riviste, libri, fotografie e film d’epoca, creati dal 1924, anno di pubblicazione del aprile al 7 giugno al un’epoca di passaggio tra la concezione «Manifesto surrealista» di André Breton ad oggi. Opere d’arte surrealiste e oggetti MAC-Museo d’Arte romantica della natura e l’imminente rappresentativi dell’evoluzione del design durante un secolo, getteranno una Contemporanea rivoluzione industriale. A differenza di nuova luce su questo ininterrotto dialogo creativo. In mostra, fino al 7 giugno, di Lissone. Curate altri artisti dell’epoca, gli autoritratti un’esaustiva selezione che comprende opere di Gae Aulenti, Björk, Claude Cahun, entrambe da di Van Gogh rappresentano inoltre la Achille Castiglioni, de Chirico, Le Corbusier, Dalí, Duchamp, Ray Eames, Shiro Ilaria Bignotti (al principale fonte di documentazione Kuramata, René Magritte, Carlo Mollino, Isamu Noguchi, Meret Oppenheim, Man MAC, con Alberto sul suo aspetto fisico, essendo le sue Ray e Jerszy Seymour, tra molti altri. «È noto Zanchetta, fotografie particolarmente rare. che il design e gli oggetti quotidiani hanno direttore del museo), le mostre si compongono di due progetti site specific. Vero q Bianca Bozzeda avuto un ruolo fondamentale nell’evoluzione alchimista dell’immagine, che nei suoi lavori arricchisce e stratifica di plurime del Surrealismo, ma l’impatto decisivo del valenze concettuali senza però privarle mai di un’intensa potenza iconica, Donzelli Surrealismo nello sviluppo del design grafico e espone a Lugano i monocromi color oro (nelal foto «O», 2020) dalle preziose industriale è molto meno conosciuto», spiega tessiture, con le loro risonanze tra arte bizantina e Secessione viennese; alcuni Mateo Kries, direttore del Vitra Design «Drawings» e i «Disegni del Quasi», giocati anch’essi su vibrazioni della superficie Museum e curatore della rassegna con la che trasfigurano l’immagine. Con essi, sono in mostra alcuni «Arazzi» recenti, collaborazione di Tanja Cunz. Secondo caratterizzati dalle predilette forme palindrome, speculari, e i «Mirrors», la cui Mateo Kries il Surrealismo ha apportato superficie scomposta e articolata altera la percezione e disvela di volta in volta al design aspetti emozionali ed forme differenti. Al MAC va in scena un ambiente immersivo, dove le opere esistenziali, fantasie, paure e entrano in stretto dialogo fra loro: con una coinvolgente operazione concettuale, desideri che l’hanno liberato l’artista propone qui la stessa immagine in varianti di colore diverse (blu-verde e Andreas Sutterlin Foto dal dogma razionalista. bianco-grigio-nero) e realizzata su supporti diversi, dall’acrilico su carta all’arazzo, «Grazie ai surrealisti, i designer dallo specchio al recente acrilico resinato. E sollecita l’osservatore (da lui hanno capito che la forma sempre chiamato in causa) a immergersi nei suoi lavori, ad acuire lo sguardo per non necessariamente deve coglierne l’ingannevole pattern e a interrogarsi sulle potenzialità espressive dei essere soggetta alla funzione», materiali. Ma la duplice mostra non è che il primo passo di un progetto biennale conclude il curatore. Nella foto, della galleria, con Ilaria Bignotti, che culminerà nella pubblicazione di una «La pipa» (1960) di Aldo Tura, monografia bilingue. q Ada Masoero Vitra Design Museum. q R.B.

22 | IL GIORNALE DELL’ARTE NUMERO 406 MARZO 2020 SPECIALE TEFAF MAASTRICHT Grande museo vendesi Da 33 anni il mondo dell’arte internazionale si dà convegno al Mecc di Mastricht per The European Fine Art Fair. 280 selezionatissime gallerie e un’offerta che dall’archeologia arriva all’arte contemporanea. E non solo mercato: il mecenatismo del XXI secolo è al centro del rapporto redatto da ArtTactic

Maastricht (Paesi Bassi). Nel 1975, anno re realizzate negli ultimi 100 anni o di fondazione della fiera Pictura, pre- giorni. Ma ogni marzo, decine di mer- corritrice di Tefaf Maastricht, l’arte canti d’arte seri continuano a portare dal prestigio e i prezzi più alti era l’ar- a Tefaf Maastricht tutti i dipinti anti- te antica. Il ritratto di Juan de Pareja chi più belli, freschi e accuratamente di Velázquez, acquistato cinque anni catalogati che riescono a trovare. E, prima dal Metropolitan di New York a volte, li vendono. «Facciamo parte di per $ 5,5 milioni, deteneva ancora il un meccanismo ben oliato, osserva Bob prezzo record per un’opera venduta Haboldt, con gallerie a New York, in asta. Se al Tefaf di quest’anno (dal Amsterdam e Parigi, che ha esposto 7 al 15 marzo) un visitatore penserà, in tutte le 32 edizioni di Tefaf. Se si a tratti, di ritrovarsi nel 1975 c’è da aggiunge olio, continuerà a funzionare». capirlo. Gli stand hanno quelle stes- È però realista sui punti di forza e i se pareti scure, quei begli antichi di- limiti della più grande fiera europea pinti olandesi, fiamminghi e italiani, dedicata all’arte e all’antiquariato di quelle superbe stampe di Rembrandt qualità museale. «Ci sono una quaranti- e quegli stessi signori di mezza età na di gallerie, 400 musei e 400 collezionisti in giacca e cravatta che stanno lì per pronti a pagare 100mila dollari o più per venderli. Fuori dalla fiera, nel mondo un dipinto antico, stima Haboldt, con- dell’arte e non solo in quello, molto sapevole che le megagallerie contem- è cambiato naturalmente. E anche gli poranee come Gagosian e Pace hanno Old Masters sono perlopiù fuori mo- liste di migliaia di clienti. Ma a diffe- da. Stando a un rapporto pubblicato renza delle gallerie contemporanee i dagli analisti londinesi ArtTactic, in mercanti di arte antica non possono tutto il 2019 le vendite di Old Masters contare su una fornitura continua di in Europa di Sotheby’s e Christie’s nuovo materiale e per le poche opere lioni di dollari (diritti compresi) e la di dollari. Tra le scoperte più rilevanti pone grandi speranze su un dipinto su hanno totalizzato complessivamente di antichi maestri che ricompaiono casa d’aste ha corteggiato i clienti più di quest’anno a Tefaf è la tela di Bar- tavola firmato e finora inedito del sei- 239 milioni di dollari, ben al di sot- dopo molto tempo devono vedersela giovani con collaborazioni col mondo tholomeus Spranger «Venere e Cupido centesco maestro olandese Jan Steen, to delle somme a nove cifre ottenu- con la concorrenza anche delle case della moda, come il marchio di stre- con Mercurio e Psiche. Un’allegoria» proposto a 700mila euro. «È di un gusto te a novembre dalle rispettive aste d’aste. L’annuale Masters Week, la etwear Highsnobiety. «È tutta scena. Le (1600 ca), proposta dal londinese Mark un po’ fuori moda, osserva, ma è una gran- newyorkesi di arte contemporanea. settimana delle vendite di arte antica fiere fanno da contrappeso a quella cultura. Weiss a 5,5 milioni di dollari. Acqui- de nome». Lo stesso, incredibilmente, Oggi il mercato dell’arte globale da 60 che Sotheby’s tiene a New York a gen- Le persone possono prendersela con calma, stata presso una collezione privata ita- potrebbe dirsi di Rembrandt. A Tefaf ci miliardi di dollari è dominato da ope- naio, ha generato quest’anno 76,2 mi- osservare il dipinto e fare ricerche», com- liana, in ottimo stato di conservazione, sarà un bell’esemplare dell’incisione menta Haboldt che a Maastricht porta era scomparsa dal mercato da metà «Adamo ed Eva» (1638) firmata e data- un dipinto su tavola del XVI secolo, di ’700. Probabilmente commissionato ta dall’artista olandese. A portarlo in provenienza privata, un «Paesaggio per il Castello di Rodolfo II a Praga, è fiera è H.H. Rumbler di Francoforte, Gli unici italiani della generazione 2.0 con san Cristoforo» del fiammingo Jo- il classico dipinto tardorinascimentale che l’ha acquistato in asta più di 20 achim Patinir e bottega (650mila eu- che potrebbe far gola ai musei statuni- anni fa. «I nostri collezionisti, constata Maastricht (Paesi Bassi). Massimiliano Caretto e Francesco Occhinegro, giovani ro). «È l’unica fiera in cui hai la sensazione tensi. L’apertura di due fiere gemelle a la direttrice della galleria Petra Rum- galleristi torinesi specializzati nei pittori fiamminghi e olandesi, esporranno di entrare in un museo in vendita, osserva New York, nel 2016, non sembrerebbe bler, sono molto seri. Non come negli Stati per la prima volta nella sezione Showcase di Tefaf, lo spazio dedicato alle Marco Voena, di Robilant + Voena, infatti aver sottratto clienti statuni- Uniti, dove le persone conservano le cose gallerie emergenti, con meno di dieci anni di attività. «Essere selezionati fra specializzati in arte antica e del XX tensi a Tefaf Maastricht, come alcuni per tre anni e poi rivendono per mero gua- centinaia di candidature ed esporre su un palcoscenico unico al mondo come secolo con gallerie a Londra, Milano temevano. «Ogni anno i musei americani dagno». I 350mila euro richiesti per il Tefaf è una grande opportunità che affrontiamo con entusiasmo, commentano e St Moritz. È enciclopedica. Ad Art Ba- ricevono un budget dai donatori e conti- suo Rembrandt sono di tutto rispetto. Caretto e Occhinegro. A Showcase abbiamo a disposizione solo 10mq di sel non hai la stessa sensazione». Al Tefaf nuano a comprare», conferma Salomon Ma è un segno dei tempi il fatto che stand. Prediligeremo la qualità alla quantità». Uno dei dipinti di punta sarà un porta una tela dei primi del ’600, un Lilian, con galleria a Ginevra, che l’an- rispetto ai 493mila dollari (con com- monumentale olio su tavola di Frans Francken II, «La predica di Gesù sul lago ritratto riscoperto di Giulio Cesare no scorso ha venduto dipinti antichi al missioni) pagati a settembre a un’asta di Tiberiade» (nella foto) in ottimo stato di conservazione e fuori dal mercato Procaccini dell’attrice Orsola Pomoni Museum of Fine Arts di Boston, al Cle- di Christie per la serigrafia del 2004 dal 1997. La figura umana è protagonista assoluta dell’opera, con oltre Cecchini nota come Flaminia Comica. veland Museum of Art e all’Art Insti- di Banksy «Girl with Balloon» sembri sessanta personaggi raffigurati in una minuziosa resa della fisionomia e della I ritratti barocchi delle attrici sono ra- tute of Chicago a prezzi tra 1 milione un buon prezzo.

mimica facciale. Benché il prezzo di richiesta rimanga riservato, le altre poche ri: questo viene offerto a 2,6 milioni e 1,5 milioni di dollari. Quest’anno ri- q Scott Reyburn © Riproduzione riservata opere dell’autore assai simili per qualità e dimensioni hanno raggiunto da 1-1,5 milioni di euro fino a una punta di 7 milioni sul mercato internazionale. Quanto alla crisi dell’antiquariato i due galleristi ribattono che «oggi le persone sono affascinate da una storia ed è quello che cerchiamo di fare al meglio usando molto anche i social. Abbiamo per esempio un canale YouTube dove spieghiamo i dipinti e proseguiamo la narrazione visiva anche su Instagram, che non si addice solo all’arte contemporanea. Una volta accesa la curiosità, molti ci chiedono di visitare le mostre insieme e si aprono alla scoperta e all’approfondimento. Se si riesce a stabilire questo tipo di contatto e di interesse, anche con ragazzi di 25-30 anni non ancora collezionisti la risposta spesso risulta sorprendente». q Elena Correggia

IL GIORNALE DELL’ARTE NUMERO 406 MARZO 2020 | 23 SPECIALE a cura di Elena Correggia TRENTATREESIMO TEFAF MAASTRICHT

soddisfazione più grande per una galle- no dall’archeologia all’arte contem- Italiani a Maastricht ria napoletana come la nostra è che, at- poranea, costituisce un altro tratto traverso il nostro lavoro, l’arte barocca distintivo di Tefaf e contribuisce a napoletana e italiana sia apprezzata nel rendere sempre più globale la pla- Rilanciamo il fasto romano del ’700 mondo esattamente com’era all’epoca in tea dei visitatori. «Respirare questo cui venne prodotta». «Nell’arco delle di- connubio fra epoche così lontane (dall’o- verse edizioni siamo fieri di aver venduto ro medievale all’astrattismo contempo- Orgoglio e stress degli qui offerta sia garantita dalla rigo- re internazionale della kermesse, opere significative nel campo delle arti raneo, dalle sculture tribali all’impres- rosa selezione a monte delle galle- luogo d’incontro privilegiato fra decorative a 16 diversi musei internazio- sionismo italiano), in un abbraccio fra espositori italiani: qui si rie e delle opere ammesse. «Nella addetti ai lavori, collezionisti, diret- nali», afferma Luca Burzio. culture e tradizioni, rende questa fiera incontra tutto il mondo carriera di un antiquario Tefaf rappre- tori e curatori di musei, fondazioni, C’è chi sottolinea poi l’alta specia- il più interessante cinema delle arti visi- senta il raggiungimento di una grande studiosi. «Si può definire un grande lizzazione di Tefaf, che ha la pecu- ve», aggiunge Enzo Savoia, titolare tappa e al contempo una ragione di forte “museo in vendita”, afferma Tiziana liarità di prevedere padiglioni divisi di Bottegantica. Ma la metafora Maastricht (Paesi Bassi). Che si tratti stress perché richiede e pretende l’eccel- Sassoli di Fondantico. Chi acquista per settori di competenza: «Noi sa- più creativa sul Tefaf la regala Do- di veterani o di espositori alla prima lenza (da qui il suo grande successo). Il è tutelato: tutte le opere esposte sono in- remo nella sezione dei “works of art”, menico Piva: «Al tempo di Cristo le esperienza a Maastricht (come Enri- biglietto di presenza ce lo si conquista di fatti valutate e approvate da commissio- spiega Alberto Di Castro, le arti barche dei pescatori venivano riempite co Ceci e Galleria Continua), emer- volta in volta attraverso il lavoro svolto, ni di esperti e studiosi di chiara fama. decorative sempre di più sono osservate quotidianamente sul lago di Tiberiade gono grande soddisfazione e massi- le opere presentate e i piccoli capolavori E come mercante anche quest’anno avrò e collezionate anche dai grandi musei», solo con l’uso delle reti. Oggi sembra che mo impegno fra i galleristi italiani rintracciati», commenta Maurizio modo di ampliare i contatti e di cono- e chi, come Alessandra Di Castro, il pesce sia quasi scomparso dalle coste che dal 7 al 15 marzo saranno pre- Nobile. E può accadere che per la scere le preferenze dei clienti per orien- rivela i cambiamenti in corso nel dei nostri mari, e parallelamente i pe- senti a Tefaf. «L’altissima qualità delle grande aspettativa dei collezionisti tare la ricerca anche oltre il mio campo settore: «È finita la moda del minima- scherecci si sono sviluppati in maniera opere esposte, l’attento interesse del pub- alcune opere non facciano neanche di specializzazione, che è la pittura an- lismo. Con Tefaf 2020 voglio rilanciare il tecnologica, tanto che i banchi vengono blico e la perfetta organizzazione rap- in tempo a essere esposte a Maa- tica bolognese ed emiliana». Intessere fasto romano del ’700 con la sua ricchez- individuati attraverso radar, e al- presentano i punti di forza della manife- stricht, come rivela Umberto Gia- relazioni proficue con clienti pro- za di idee e la preziosità di esecuzione. tri strumenti. Tefaf rappresenta nel mer- stazione per la quale le aspettative sono cometti: «Quest’anno ho fatto alcune venienti da ogni parte del mondo Artisti di fama europea come i Valadier, cato dell’arte quella tecnologia commer- sempre alte», dichiara Cesare Lam- vendite in anticipo e ho dovuto quindi e collocare un’opera all’interno di l’ebanista Andrea Mimmi, il mosaicista ciale che riesce ad attrarre collezionisti, pronti. Una visione condivisa un cambiare il progetto di allestimento del- collezioni internazionali prestigio- Giacomo Raffaelli ci hanno lasciato ope- direttori di musei e appassionati non po’ da tutti i partecipanti italiani, lo stand a meno di un mese dall’evento». se è un obiettivo comune a molti, re incredibili, da togliere il fiato». solo dall’Europa, ma anche dal resto del

che riconoscono come l’eccellenza Molto apprezzato inoltre il caratte- come conferma Dario Porcini: «La L’ampia varietà di opere, che spazia- mondo». q Elena Correggia © Riproduzione riservata

ENRICO CECI CORNICI ANTICHE

Venezia, XVI° secolo Venice, 16th century

Straordinaria cornice in legno intagliato , di- Extraordinary carved wooden frame, black tem- pinto a tempera nera , minutamente dorato ad pera painted, minutely gilded and enriched with oro zecchino ed arricchito da madreperla e lapi- lapis lazuli and mother pearl. The oriental taste slazzuli. Di gusto vagamente orientale , rispetta reflects the tendencies of the 16th century in le tendenze veneziane dell’epoca . La sagoma Venice. The linear shape is made important by lineare della cornice è resa importante da fregi the lateral friezes, the upper triangular-shape sagomati sui lati , da base a timpano rovescia- and lower upside-down tympana. The frieze is to e da timpano superiore di forma triangolare. covered in mother pearl and small lapis lazu- Tutte le parti delimitate dai fregi sono ricoperte li rounds. The inner edges are decorated with di madreperla e di piccoli tondi di lapislazzuli. gilded small stylised flower motifs on black La parte interna della cornice ha i bordi inter- background. Same decorations circumscribe no ed esterno decorati in oro su fondo nero a ovals and rhombi containing lapis lazuli. Upper motivi stilizzati di piccoli fiori. Gli stessi decori and lower part ending with refined bone dec- delimitano riserve ovali e romboidali che con- orations. The back is tempera and marble-like tengono lapislazzuli e che risaltano sul fondo di painted. madreperla .La parte superiore e quella inferiore terminano con finali torniti in osso. La parte po- 2964 steriore è dipinta a tempera a finto marmo.

Misure luce cm. 30,3 x 24,5 battuta cm. 31,5 x 26,5 esterno cm. 77,5 x 53,5

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24 | IL GIORNALE DELL’ARTE NUMERO 406 MARZO 2020 . TRENTATREESIMO TEFAF MAASTRICHT

Altomani Bacarelli Bottegantica di Vittorio Amedeo «Cristo deriso», un olio su tela di Mathias Stomer (condivide lo stand e le opere proposte Le affascinanti dame III. Divenne nel tem- (Amersfoort, 1600 - Sicilia, 1650), 42x72cm, fir- con Botticelli) ritratte da Giovanni po una sorta di inse- mato, in cui la centralità di Cristo, colto in un’e- Un «Ritratto d’uomo» in terracotta del bresciano Boldini lasciano qui gna dell’atelier dello spressione di composto e rassegnato dolore, è Gaetano Merchi, firmato e datato 1783. Il lavoro il posto a un altro scultore astigiano, enfatizzata dal forte riverbero luminoso, mentre risale quindi al periodo parigino dello soggetto dell’alta conosciuto a livello l’uso sapiente e drammatico del contrasto chia- scultore che qui ritrasse attori, bal- società del tempo internazionale per il roscurale rimanda a echi caravaggeschi. lerini dell’Opéra ma anche espo- «L’amatore d’ar- talento nella micro- nenti dell’aristocrazia. La sua arte te». L’olio su tavola scultura con il sopran- si distingue per il trattamento (34x26cm), firmato e nome de «Il Canova del legno». Prezzo di richie- peculiare della terracotta, datato 1870, risale sta: 500mila sterline circa. d’impasto finissimo, e per al soggiorno londi- il contrasto sapiente fra le nese dell’artista e Cardi superfici levigate degli incar- in esso è forte l’eco Un lavoro di Jannis Kounellis, «Untitled», del nati e l’effetto «graffiato» di della pittura di Ernest Meissonier e di Mariano 1987, caratteristico degli ultimi decenni della altre parti come capigliature e Fortuny, promossa in Francia sul finire degli anni carriera dell’artista di origine greca che esprime abiti. Sessanta dell’Ottocento. l’interesse nell’abbattere la barriera esistente tra arte e vita, secondo una preoccupazione co- Benappi Botticelli mune agli esponenti dell’Arte povera. Kounellis Un «San Girola- (condivide lo stand e le opere proposte impiegava materiali collegabili ad ambienti e usi Antonacci Lapiccirella mo in meditazio- con Bacarelli) quotidiani che potevano essere portati fuori dal Una selezione di opere inedite, dalla fine del ne», olio su tela Un ritratto in marmo di san Carlo Bor- loro contesto e ridefiniti in ambienti culturali. ’700 ai primi del ’900, caratterizza lo stand (100x94cm) di romeo, opera dell’artista originario di dove spicca «Mattinata sul mare», un olio Simone Can- Como Ercole Ferrata. Il bozzetto in su tela di Giulio Aristide Sartorio del 1927 tarini detto terracotta, oggi al Museo di Roma, è (91x202cm), appartenente al «Ciclo di Frege- Il Pesarese, stato ritrovato nel 1982, insieme ne». Il dipinto, proveniente da una collezione provenien- con opere di Bernini e Algardi, nel privata newyorkese, è paragonabile per la lu- te da una tamponamento del camino dello minosità calda della tavolozza alle limpide ve- collezione pri- scultore Francesco Antonio Fon- dute di soggetto marino del pittore spagnolo vata bolognese. tana (1641-1700). Il bronzo argentato Joaquín Sorolla y Bastida. Il dipinto, data- tratto dal marmo è invece nella collezione newyor- bile alla fine del soggiorno bolognese dell’arti- chese Danies. Prezzo: 350mila dollari circa. sta, intorno al 1637-39, costituisce una variante di grande qualità della serie di opere dedicate Burzio Enrico Ceci dall’autore al medesimo soggetto. È evidente la Autoritratto in microscultura lignea di Giuseppe Raro esemplare di cornice senese della prima vicinanza ai modelli del maestro Guido Reni, rivisi- Maria Bonzanigo in legno di noce, pero, bosso, metà del XVI secolo. Sagoma «a cassetta» con tati però con un’accentuazione del dato naturale ebano e palissandro (62,7x59cm), eseguito a To- preziosa decorazione in oro, tempera e pigmento attraverso una sapiente modulazione della luce rino nel 1786, in occasione della nomina dell’ar- di lapislazzuli. Il bordo esterno è dipinto a foglie, per tocchi e tratteggi. tista, formalizzata l’anno successivo, a scultore la parte interna è decorata da cartigli intaglia-

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7-15 MARZO 2020 STAND 376

ASSOCIAZIONE ANTIQUARANTIQUAR D’ITALIA Antonio De Bellis, Trionfo di David

26 | IL GIORNALE DELL’ARTE NUMERO 406 MARZO 2020 TRENTATREESIMO TEFAF MAASTRICHT

ti a rilievo sulle fasce rie di lavori che utilizzano unità modulari di estre- Alessandra Di Castro Cesare Lampronti laterali, di gusto san- ma purezza formale per costruire una sintassi di Una raffinata e preziosa coppia soviniano, con leone in base delle diverse posture umane. di comodini con intarsi in legni oro, mentre sul fondo esotici (h 81x61x36 cm), realiz- a raggiera, nel centro Massimo De Carlo zata a Roma nel 1765 dall’eba- delle fasce più corte, Una maschera in ceramica nista Andrea Mimmi, già al ser- spiccano rosoni a rilie- e oro zecchino di Luigi vizio della famiglia Chigi e da un vo dorati. Ontani, «Famae Volat» maestro delle arti decorative del (2017-18), che fa par- Settecento quale Luigi Valadier. te della serie di otto Alessandro Cesati ideate dall’autore per Tiziana Sassoli Un olio su tela del vedutista Antonio Joli «Roma, «Centurione romano», una scultura in Veduta del Colosseo e dell’Arco di Costantino», la mostra «Albericus Una «Danza cam- acero a grandezza naturale (alta 180 di Alessandro Zambianchi. CortesiaFoto di

Massimo De Carlo, Milano/Londra/Hong Kong Massimo De Carlo, Belgioiosae Aurobo- 38,8x72,2cm. Formatosi nella natia Modena cm) realizzata a Roma nel 1660-70 pestre», olio su tela rus» (2019), strettamen- presso il pittore prospettico Raffaello Rinaldo, dallo scalpello di Ercole Ferrata, del 1601-12 circa, te connesse con la storia detto «Il Menia» e poi nella bottega del Panini a che lavorò nell’Urbe con Bernini e (81x99cm), eseguita dell’arte e con l’antica biblioteca di Palazzo Bel- Roma, Joli si specializzò nel genere della veduta poi con il suo rivale, Alessandro Al- da Guido Reni all’i- gioioso, sede di una delle due gallerie di Massi- diventando il pittore più richiesto dai viaggiato- gardi. Un raro esempio di scultura nizio del suo primo mo De Carlo a Milano. L’opera crea un dialogo fra ri stranieri in visita in Italia. Prezzo di richiesta: lignea del classicismo barocco ro- soggiorno romano. simbolici storici e riferimenti mistici orientali, da 400mila euro. mano nella quale si può identificare Con uno scherzo ina- sempre elementi della poetica di Ontani. san Longino, il soldato romano che, spettato il pittore bolognese ha dipinto nella parte dopo aver inferto con la lancia il col- alta due piccole mosche che sembrano realmente Maggiore po di grazia a Gesù crocifisso si pentì, Alberto Di Castro posate sulla tela. Prestigiosa la provenienza dell’o- Una tela di Gior- diventando un fervente cristiano. Svegliarino monastico in ottone (h 25 cm) risa- pera: fu dapprima del cardinale Scipione Borghese, gio de Chirico, «Le lente alla fine del XIV-inizi del XV secolo, già che la custodiva a Villa Borghese a Roma, poi di Muse inquietanti», Continua esposto a Londra nel Giovan Battista Borghese, principe di Rossano. del 1962. Visto il Lo stand si concentra 1953 allo Science Mu- rinnovato interesse sui lavori di un solo seum, considerabile il Giacometti per le creazioni del autore contempora- più antico esemplare «Arria e Cecina Peto», una tela dipinta da Luca Fer- padre della Metafisi- neo, Antony Gormley, di orologio meccanico. rari, detto Luca da Reggio (Reggio Emilia, 1605 ca, Franco Calarota, ben conosciuto per Lo svegliarino serviva - Padova, 1654) nel 1645 titolare della galleria, la sua riflessione sul a misurare gli intervalli circa e di cui finora si co- ha deciso di propor- rapporto fra lo spa- di tempo con un dispo- noscevano solo copie e va- re una selezione di zio e il corpo uma- sitivo che, mediante il rianti di bottega. È stata di sue opere. De Chi- no. «Stretch 2012» suono di una campa- recente rintracciata la prove- rico non fu fonte di è un’installazione in nella, richiamava alla nienza dalla collezione set- ispirazione solo per le avanguardie a seguire come acciaio Corten 6mm preghiera le comunità tecentesca dei nobili pado- il Surrealismo, ma ha poi influenzato la Pop art, (137,8x80,1x41,2 religiose nelle ore pre- vani Dondi Dall’Orologio. La come manifesta nella sua opera lo stesso Andy cm), parte di una se- scritte per le devozioni. richiesta è di 250mila euro. Warhol e anche numerosi artisti contemporanei.

IL GIORNALE DELL’ARTE NUMERO 406 MARZO 2020 | 27 TRENTATREESIMO TEFAF MAASTRICHT

Mazzoleni Galleria Piacenti Cecchini come Venere)», 1620-25 basciata italiana È proposta una selezio- Un olio su rame di Luca circa, (97,5x73,2 cm), in origine a Tokyo», che si ne di opere che privile- Giordano, «Battaglia tra nella collezione di Giovan Carlo sviluppa orizzontal- gia artisti del secondo Lapiti e Centauri» (79x92 Doria, rappresenta una recen- mente per oltre 4 dopoguerra, la cui ricer- cm), lavoro di grande te riscoperta emersa nel 2019 metri. Si tratta di un’edizione di due esemplari, ca spazia tra materia e formato che testimonia sul mercato antiquario spagnolo l’unica altra opera esistente è esposta in Giap- gesto, superficie e strut- l’importanza della pittura come «scuola di Gandolfi». Rico- pone. Un lavoro rappresentativo della poetica di tura. Fra questi Giacomo Balla con «Linee Forze su rame nella produzione nosciuto poi come opera di Procaccini, il dipinto Pomodoro degli anni ’60, dove è evidente il con- di Mare - Rosa», olio su tela del 1919 circa, che dell’artista napoletano, come conferma anche la sarà incluso nella prossima monografia dell’artista. trasto fra forme geometriche cuneiformi che strut- bilancia con abilità i colori complementari e inda- decorazione della sacrestia della cappella del Teso- Nonostante la concezione allegorica, a colpire sono turano l’anima meccanica interna e le superfici ga sull’idea della luce in movimento sulle linee ro di San Gennaro nel Duomo di Napoli. il naturalismo e l’approccio descrittivo informale as- piane esterne. Prezzo: 1 milione di euro circa. increspate del mare. sai inusuali nella ritrattistica del tempo. Piva Trinity Maurizio Nobile «Scolaro arabo» di Carlo Fonta- Matteo Salamon Del Maestro di San Miniato, artista attivo in Tosca- Un maestro del ritratto am- na è la versione in terracotta Un fondo oro di Lorenzo Di Bicci, «Madonna col Bam- na nella seconda metà del XV se- bientato come Giuseppe Mol- (40x30x23cm) di un bronzo acqui- bino (La Vergine dell’Umiltà)», 83x49,8 cm, del 1375 colo, è presentata una «Madonna teni (1800-67) firma un olio stato dalla regina Margherita per circa. La tempera su tavola, opera con Bambino, san Giovannino su carta «Ritratto di scultore la Villa Reale di Monza nel 1891. di un autore alla guida di una delle e la Maddalena», una tempera (?) di profilo», del 1840 circa L’opera viene citata dall’autore botteghe più attive a Firenze fra fine su tavola (66,5x48,5 cm) prove- (33x25,5cm). In ottimo stato di stesso nella raccolta postuma XIV e inizio XV secolo, è appartenuta niente da collezione privata e già conservazione, il dipinto espri- delle sue memorie il Libro dei fino al 1932 alla collezione romana presente negli studi di Bernard me una pennellata sciolta e Sogni. Il modello fu un bambino proveniente da un del principe Fabrizio Massimo e poi Berenson sull’autore. Fu proprio il critico il primo veloce, una tavolozza cromaticamente brillante e circo equestre incontrato per caso da Fontana e alla collezione newyorkese Alana. a individuare sotto il nome di Maestro di San Mi- una particolare abilità nella resa del chiarore della immortalato con immediatezza e vivacità. Richiesta: 250mila euro. niato l’anonimo pittore di un gruppo di otto dipinti luce, che si distende sulla figura fino a proiettarsi che ruotano intorno alla Sacra Conversazione della sul muro di sfondo. Prezzo: 25mila euro circa. Porcini Sprovieri Chiesa di San Domenico a San Miniato. È presentato un importante ritro- Un’installazione di Jannis Kou- Walter Padovani vamento, la «Madonna delle rose» nellis, «Untitled», del 2008, Carlo Virgilio Un torso del «Cristo Risorto», in terracotta (h 52 di Domenico Zampieri detto Do- (200x180 cm), lavoro che si ca- L’intero stand è dedicato al ritratto, in pittura, cm), di Alessandro Algardi, artista seicentesco menichino (Bologna, 1581-Napo- ratterizza per il numero limita- scultura e disegno, ideale terzo bolognese ma romano d’adozione. La li, 1641). L’opera, dalle raffinate to di elementi utilizzati, ovvero capitolo di una serie di mostre sul scultura, proveniente dalla collezione e luminose cromie, appartenne al piombo, ferro, cappotti e vetro tema tenute nella sede londinese Arthur M. Sackler di New York, coglie pittore e mercante Jean-Baptiste di Murano ma che, nonostante della galleria. Opßere dal Seicento il momento in cui Cristo esce dal Pierre Lebrun, marito della più ce- il rigore restrittivo, presenta una ricchezza di forme fino al Novecento, come l’«Autori- sepolcro e rivela la profonda co- lebre pittrice Elisabeth Vigée. e composizioni. Prezzo: 290mila euro. tratto» di Xavier Bueno del 1947 noscenza di modelli classici a cui (olio su carta applicata su tavola, 45x34cm), che potrebbe essersi ispirato Algardi, Robilant + Voena Tornabuoni documenta il realismo neoquattrocentista del pit- come il Tedoforo Ludovisi da lui stesso Un olio su tela di Giulio Cesare Procaccini, «Ritratto Un’opera monumentale in bronzo di Arnaldo Po- tore durante l’adesione, con Sciltian e Annigoni, al restaurato. Richiesta: 250mila euro. di signora con Cupido (Ritratto allegorico di Orsola modoro del 1966, «Grande bassorilievo per l’Am- gruppo Pittori moderni della realtà.

FACES 3

GALLERIA CARLO VIRGILIO & Co. Stand 363

John Jackson, Antonio Canova dipinto dal vero a Roma nel 1819 per lo scultore Francis Chantrey

Via della Lupa, 10 - 00186 Roma -59 Jermyn Street, Flat 5 - London SW1Y 6LX - Tel. +39 06 6871093 [email protected] - [email protected] -www.carlovirgilio.it

28 | IL GIORNALE DELL’ARTE NUMERO 406 MARZO 2020 E GERMANIA A cura di Francesca Petretto, autrice di tutti gli articoli salvo diversa indicazione

IL GIORNALE DELLE MOSTRE Berlino BERLINO Raffaello berlinese

Berlino. «Raffaello a Berlino. Capola- vori del Kupferstichkabinett» è il titolo L’attualità del male della mostra che anche la Galleria di Disegni e Incisioni dei Musei Statali di La storia del ’900 con gli occhi di Hannah Arendt Berlino al Kulturforum dedica al pittore urbinate in seno alle celebrazioni per Berlino. Forse è la mostra dell’anno, di certo una delle più attese a Berlino il cinquecentenario della sua data di e in tutta la Germania in questa primavera 2020, carica delle aspettative morte. Fino all’1 giugno si potrà vede- dei molti che cercano conforto nella cultura e risposte all’insostenibile re un piccolo, assai significativo grup- banalità del nostro tempo: «Hannah Arendt e il XX secolo», curata da po di disegni del giovane Raffaello (nel- Monika Boll, giunge più che opportuna, e certamente in tal senso pro- la foto, «Plutone», 1517-18) e di alcuni grammata, in una Germania che come le altre nazioni europee sta peri- colleghi attivi nella sua cerchia: anzi- colosamente cadendo in alcuni ricorsi storici. A ospitarla è il Deutsches tutto del suo maestro Perugino, poi Historisches Museum – DAM dal 27 marzo al 18 ottobre: un invito a di altri, in seguito divenuti celebri al- godere delle illuminanti interpretazioni del secolo breve date da una delle lievi formatisi nella sua bottega, come sue figure chiave, la filosofa ebrea di Hannover, naturalizzata america- Giulio Romano, infine di collaboratori na, Hannah Arendt. Senza di lei «sarebbe impossibile comprenderne davvero la come l’incisore Marcantonio Raimon- complessità», scrisse Amos Elon: senza la sua lettura e la sua testimonianza di. Le 100 opere in mostra, fra disegni, correremmo il rischio di inciamparci ancora. D’altro canto è stata proprio incisioni e stampe custoditi e protetti Arendt a creare due fra i più azzeccati termini/locuzioni che lo defini- nel sancta sanctorum del museo ber- scono: «Totalitarismo» e «banalità del male»; le sue intuizioni rimangono linese, e perciò assai di rado esposti incontrastate. La mostra legge il Novecento con gli occhi e la penna di a beneficio del grande pubblico, sono una Arendt che attraversa le tappe più importanti della storia recente: prove eccezionali di un’epoca di gran- il totalitarismo, la situazione dei rifugiati, l’era Adenauer, il processo a di talenti e, nello specifico, del genio Eichmann, la segregazione razziale negli Usa, il sionismo, la Guerra Fred- e della mano di un vulcanico ancorché da con la minaccia nucleare, il femminismo e il movimento studentesco. giovanissimo Raffaello che utilizzava Tutto viene passato al vaglio, analizzato e raccontato esprimendo giudizi carboncino, sanguigna, tecnica mista fermi, argomentazioni esplosive supportate da un’immane preparazione per studi preparatori al lavoro su tela, scientifica. Nell’epoca dei facili populismi, la mostra si concentra soprat- riproducendo su carta e pergamena tutto sullo sviluppo del giudizio e sulla lucidità, la preparazione e il corag- muscoli, espressioni e movimenti che

gio che devono supportare chi lo esprime. Hannah Arendt Bluecher Literary Trust York, New © Art Resource, avrebbe poi riportato in celebri dipinti:

© Riproduzione riservata q Francesca Petretto Hannah Arendt alla University of Chicago, 1966 ciò che per lui era lo schizzo di un det- taglio ripetuto da ogni angolazione, è per noi oggi eccezionale opera d’arte e preziosa testimonianza. La mostra Lipsia sincronismo non è casuale, poiché del Kupferstichkabinett completa la Klinger, «il più tedesco degli artisti tede- presentazione speciale inaugurata il schi» per Lovis Corinth, fu veramen- dicembre scorso «Raffaello a Berlino. Il più tedesco te connesso con tutti gli esponenti Le madonne della Gemäldegalerie» della scena artistica europea del suo (cfr. n. 403, dic. ’19, «Il Giornale delle dei tedeschi tempo. Amò molto l’Italia: nel 1905 Mostre», p. 23). acquistò a Firenze la Villa Romana La città natale celebra dove istituì l’omonimo premio che Max Klinger ancora oggi regala ai più meritevoli giovani artisti tedeschi la possibilità di portare avanti la propria ricerca Lipsia. Anche la città più grande della artistica per 10 mesi nella patria to- Sassonia, la Leipzig dei tedeschi, si scana delle belle arti. Il Museum der appresta nel 2020 a commemorare bildenden Künste–MdbK Leipzig, nel centenario della morte un suo che possiede la più vasta collezione illustre concittadino, Max Klinger di sue opere, gli dedica, dal 6 marzo (1857-1920): pittore, scultore ma so- al 14 giugno, la colossale antologica prattutto prolifico incisore (sua la «Max Klinger 2020». Il direttore del suite «Un guanto», una sorta di rac- museo, Alfred Weidinger, ha di- conto figurato presurrealista; cfr. lo chiarato di voler sfruttare l’occasione scorso numero, p. 15). È perlomeno per esporre al pubblico il risultato di interessante la coincidenza che lo alcune importanti ricerche condotte vuole autore della statua a colori di sui suoi lavori: «Un ottimo pretesto e una Beethoven, senz’altro la più celebre rara opportunità per poter sostenere l’im- delle sue opere: quel Beethoven di portanza del ruolo svolto da Klinger nella cui sempre nel 2020 viene celebra- storia dell’arte internazionale e nella for- to in tutta la Germania il 250esimo mazione di una coscienza collettiva della © PUNCTUM/A. Schmidt © Riproduzione riservata q Schneider / Volker-H. Kupferstichkabinett © Staatliche Museen zu Berlin, «Die blaue Stunde» («L’ora blu», 1890) di Max Klinger, Lipsia, MdbK anniversario della nascita. Questo nostra società moderna». F. P.

I Ludwig alternativi Flower power

Aquisgrana. Oltre tremila esemplari della Collezione Peter e Irene Ludwig Aquisgrana. 50 anni fa fu inau- costituiscono il cuore di quella stabile del Ludwig Forum ad Aachen gurato ad Aachen lo spazio (Aquisgrana): i coniugi tedeschi iniziarono a metterla insieme negli anni espositivo Neue Galerie che Sessanta quando compirono il loro primo viaggio negli Stati Uniti. A New negli anni successivi si sareb- York, nel 1967, esplose la loro passione per forme di espressione artistica be trasformato nel Ludwig Fo- assai più libere e prive di vincoli comunicativo-sociali rispetto a quelle allora rum für Internationale Kunst: in voga in Europa. Come espressione di un atteggiamento nei confronti per l’importante ricorrenza il della vita del loro tempo, i Ludwig erano alla ricerca di un concetto di arte Museo allestisce dal 13 marzo trasversale, ovvero capace di attraversare e rappresentare il mondo tutto, al 13 settembre una mostra un mondo molto diverso dalla politica e dagli schemi sociali prevalenti dedicata esclusivamente alle © Foto: Carl Brunn / Ludwig Forum Aachen; VG Bild-Kunst, Bonn 2020 Bild-Kunst, Carl Forum Aachen; VG Brunn© Foto: / Ludwig nell’America stessa in subbuglio per i moti studenteschi, di pacifisti, hippies e figli dei fiori. Iniziarono ad sue artiste, intitolata: «Un’e- acquistare capolavori di artisti ancora poco noti che oggi invece campeggiano nell’immaginario collettivo degli splosione di fiori: le artiste della Sammlung Ludwig» (nella foto un’installazione di Anna Oppermann). appassionati di arte del XX secolo, con una particolare predilezione per pittura e scultura figurative. A partire Il nome è un omaggio alla performance Blumensprengung («esplosione di fiori») di Annette Wehrmann, dal 13 marzo il Ludwig Forum dedica loro la mostra «Highlights della Collezione. Pop art e Iperrealismo» compianta artista amburghese morta anzitempo nel 2010, che a Capodanno 1990 fece detonare con oltre 30 opere scelte, le più importanti e rappresentative dell’intera raccolta, che molto probabilmente le aiuole fiorite della sua città e si espresse sempre in un’arte attiva, violenta e lussuriosa intenta entrerà a far parte dell’allestimento permanente. Particolare menzione meritano la scultura iperrealista di a combattere il design convenzionale degli spazi pubblici. Le fanno compagnia le femministe Mona Duane Hanson «Supermarket Lady», i lavori delle icone della Pop art, Andy Warhol e Roy Lichtenstein, quelli Hatoum e Ulrike Rosenbach con altre colleghe non per forza interessate al tema politico, molte risco- dei pionieri Robert Rauschenberg e Jasper Johns esposti accanto ai loro colleghi John de Andrea, Robert perte e altrettante nuovissime della scena contemporanea. Graham, Jeff Koons, Philip Pearlstein (nella foto «Nude, Midtown View, Navajo Rug», 1986).

IL GIORNALE DELL’ARTE NUMERO 406 MARZO 2020 | 29 Foto: © Städel Museum

«L’età dell’oro» Francoforte artefici, per via di raffigurazioni su stampa (disegni, in- Francoforte (1902) di una consolidata cisioni ecc.). Quarant’anni di intensa Medardo Rosso, Francoforte, convinzione seco- ricerca resi possibili grazie al fonda- Städel Museum Divinità lare. E invece la qua- mentale apporto delle fonti scritte e Impressioni si totalità delle sculture soprattutto alle analisi chimiche di a colori che ci sono pervenute laboratorio dei frammenti policro- scolpite hanno perso il colore mi pervenutici hanno permesso di Allo Städel 160 La sorprendente delle loro ricche de- riprodurre, prima nel virtuale poi corazioni super- nel reale, copie fedeli all’originale, opere a giudizio policromia delle ficiali così come le possibili tecniche e la natura stes- statue greco- le architetture sa dei pigmenti utilizzati in antico. che le ospitava- Tali ricostruzioni consentono anche Francoforte. Al solo sentire il termine Henri Matisse, Claude Monet, Au- romane no. La mostra di fare nuove considerazioni sull’i- «Impressionismo» si drizzano le orec- guste Renoir, Giovanni Segantini e affianca ai 100 conografia della statuaria, molto chie di tutti gli appassionati, esperti John Singer Sargent per un totale di prestiti prove- importante anche dal punto di vista o meno di arte; ma se specificassimo 160 opere di altissimo livello. Alcune Francoforte. Dopo aver fatto nienti da British antropologico, etnologico, di storia che s’intende parlare di scultura im- sono della collezione di casa, molte con successo il giro del mon- Museum, Museo dei costumi e delle tradizioni: la pressionista anziché di pittura sorti- altre hanno raggiunto Francoforte in do torna a casa la mostra Archeologico Na- colorazione di un peplo può forni- remmo lo stesso effetto? È un po’ la qualità di prestiti di istituzioni pub- della Liebighaus «Divi- zionale di Napo- re utili spunti all’individuazione domanda (o la sfida) che si pone lo bliche e privati sparsi per il mondo. nità policrome-Golden li, Ny Carlsberg della divinità raffigurata (si pensi al Städel Museum allestendo dal 19 Tutto ciò per cercare di comprendere Edition. I colori dell’Antichi- Glyptotek di Cope- manto azzurro della Vergine Maria) marzo al 28 giugno una mostra in- se la produzione di quei primi cinque tà», riproponendosi agli appassio- naghen, Archäol- così come quello di pelle e gemme centrata su questa poco nota produ- sia mai riuscita a traslitterare nella nati (fino al 30 agosto) con alcu- ogisches Institut di che ornano orecchie e collo ne of- zione artistica degli affiliati al movi- plastica effetti coloristici e/o rivolu- ne importanti aggiunte, frutto del Gottinga e Skulp- frono sul rango di korai e kouroi di mento sorto in Francia all’inizio della zionarie tecniche di amici/rivali pit- lavoro di ricerca e ricostruzione turensammlung di età arcaica. Meravigliosa è la ripro- modernità; s’intitola «En passant: la tori nel corso di quella fantastica sta- effettuato nei suoi laboratori. Da Dresda i più celebri duzione a colori del cosiddetto Ca- scultura impressionista» e pone al gione parigina e anche dopo. O forse oltre 15 anni le varietà di colori fra i gioielli della valiere persiano dell’Acropoli (490 centro del progetto di allestimento la cosiddetta scultura impressionista, delle statue antiche greco-roma- collezione della a.C. circa) dai calzoni variopinti alla le sculture di cinque grandi, Edgar nata ufficialmente a Parigi nel 1881 ne riprodotte dagli studiosi as- Liebighaus insie- maniera orientale come nel fronto- Degas, Auguste Rodin, Medardo con la «Petite danseuse de quatorze siani entusiasmano un pubblico me a oltre 60 rico- ne occidentale del Tempio di Afaia a

Rosso Paolo Troubetzkoy e Rem- ans» di Degas (guest star a Francofor- internazionale sempre più vasto, struzioni effettuate Egina. q Francesca Petretto © Riproduzione riservata Foto: Liebieghaus Skulpturensammlung (originale in marmo ad Atene, Museo dell’Acropoli) Liebieghaus Skulpturensammlung (originale in marmo ad Atene, Foto: brandt Bugatti, accompagnate e te) è riuscita a trovare piuttosto un per quanto non sia ancora oggi negli ultimi anni messe in dialogo con molti arcinoti proprio linguaggio e una propria for- semplice persuadere i molti dal team di studiosi dipinti, disegni, stampe di loro fa- ma connotante? scettici portati a considerarle guidati dall’archeo- Ricostruzione sperimentale in gesso, legno mosi colleghi fra cui Pierre Bonnard, Alcune possibili risposte nella mo- immobili nella loro irreale can- logo classico Vinzenz e a colori (Variante B) della cosiddetta Kore con peplo dell’acropoli di Atene, Antoine Bourdelle, Mary Cassatt, stra di Alexander Eiling ed Eva dida purezza marmorea, in realtà Brinkmann con alcuni primi tenta- 2005, con aggiunte nel 2019, Liebieghaus

Camille Claudel, Max Liebermann, Mongi-Vollmer. © Riproduzione riservata quasi mai ricercata dai loro antichi tivi effettuati già nell’Ottocento e 22 Skulpturensammlung

Monaco di Baviera Diari Polaroid l’anello «Found on the floor», 1969, gli anni all’Accademia di Düsseldorf; di Helen Clara Hemsley) che hanno infine la svolta con la partecipazione Berlino. Un tratto ispirazione da quegli antichi alla mostra collettiva «Spaces» al Sinestesie indiane uomo in gioielli, dalle lussuose suppellettili, MoMA (1969-70), i frutti degli incontri piedi davanti dalle scene dipinte sulla ceramica: il con Andy Warhol, e molto altro Sheela Godwa porta alla Lenbachhaus profumi a un’auto «lusso» greco e romano, le figure degli ancora (nella foto sputatore dalla sportiva saluta dèi, il banchetto o simposio, lo sport e serie «Tentativi”: “essere come una e colori della sua terra timido chi gli vari aspetti della vita quotidiana citati scultura», 1958). fa la foto: è appunto da Esiodo. Monaco di Baviera. La Lenbachhaus ospita dal 31 marzo al 26 luglio la mo- McCartney© Paul / Photographer: Linda McCartney il 1970, lui è q Giovanni Pellinghelli del Monticello stra speciale dedicata all’artista «nel pieno della sua carriera» (citando lette- Paul McCartney, idolo di generazioni, Fotostalgia ralmente il regolamento e la categoria a cui viene assegnato) vincitore del e dietro l’obiettivo c’è la moglie Mülheim an der Ruhr. La cittadina Premio biennale Maria Lassnig: nell’edizione 2019 è stato conferito all’india- Linda, la sua prima e più importante Il Walther irrequieto vicina a Düsseldorf dal 20 marzo al na Sheela Godwa (1957), già nota a livello internazionale per la partecipazio- reporter, che lo segue ovunque per Monaco di Baviera. Nato nel 1939 17 maggio ospita al Kunstmuseum ne a rassegne come la Biennale di Venezia (2009), documenta 12 e Biennale di anni, ritraendolo nella difficile intimità a Fulda, Franz Erhard Walther è Temporär la mostra «Martin Lione (2007), anche in esposizioni collettive, a Pechino, Londra, Lione, Berna di una vita dedita al pubblico. Linda una figura chiave nel panorama Maleschka. Arte e edilizia nella e Minneapolis, o individuali, a Birmingham, Hong Kong, Berlino, Dublino, Eastman si era già fatta un nome come dell’Avanguardia europea del Rdt: 1950-1990» dedicata agli scatti Lund, Eindhoven, Oslo e nel 2019 Milano e Valencia. Questa di Monaco, cu- fotografa di star del calibro di Aretha dopoguerra. È stato fra i primi a dell’architetto tedesco nato nel rata da Eva Huttenlauch, è la sua prima personale museale in Germania: Franklin, Jimi Hendrix e Bob Dylan; dopo lanciare un nuovo modello artistico che 1982 nella città quintessenza di quel «Sheela Godwa. It... matters» traccia un ritratto dell’artista e delle sue fasi essere diventata la moglie di Paul, allontanandosi dalle rappresentazioni regime, l’odierna Eisenhüttenstadt, creative attraverso le sue opere più importanti, quadri e grandi installazioni col crescere della popolarità, smise tradizionali ha puntato sull’interazione un tempo nota come Stalinstadt, intrisi di profumi, odori, essenze, materiali naturali e sensazioni del suo im- progressivamente di ritrarre celebrità col pubblico. Artista concettuale, fondata nel 1950 dalla Repubblica menso Paese d’origine, capaci di creare un’atmosfera narrativa alternativa dedicandosi a scene di vita privata: creatore di installazioni e della Democratica Tedesca. È un dato non con le loro trame di tessuti variopinti e allo stesso tempo dotati di un for- documenti di uno Zeitgeist tramontato, cosiddetta Process art, Walther ha da poco per comprendere questa te potere metaforico. L’uso artistico di letame di vacca, polvere di kumkum le sue polaroid costituiscono il corpus perfezionato dagli anni ’50 a oggi personale: se nella capitale rasa al (curcuma e zafferano), fibre di cocco, aghi, capelli, fili, pietre, contenitori della mostra «Linda McCartney-The il processo di capovolgimento dei suolo dai bombardamenti di guerra per il tè e copertoni, converte pratiche artigianali quotidiane in opere d’arte Polaroid Diaries», dal 7 marzo al 6 ruoli attore-osservatore in azioni si è costruito, all’indomani del 1989, dense di poesia. Presenti anche i dipinti a olio dei primi anni di attività dove giugno al C/O Berlin. sempre più coinvolgenti che gli hanno con una furia volta soprattutto a già esprimeva l’attenzione per tematiche politico-sociali. garantito grande successo di pubblico cancellare ogni possibile traccia del e critica (Leone d’oro alla Biennale di regime socialista, negli altri centri Lussi di ieri e di oggi Venezia nel 2017). Anche l’Haus der abitati dell’ex Ddr molte memorie Monaco di Baviera. Dal 10 marzo Kunst lo omaggia dedicandogli dal sono rimaste in piedi e vengono al 14 giugno le Staatliche 6 marzo al 2 agosto la retrospettiva restaurate con rispetto di un’eredità Antikensammlungen und Glyptothek «Franz Erhard Walther. Prospettive culturale ancora oggi non è stata presentano la mostra dal titolo «Werke mutevoli», curata da Jana Baumann: del tutto accolta a ovest. Maleschka und Tage», immediata citazione del oltre 250 lavori illustrano le diverse ha catturato il messaggio politico poema di Esiodo «Le Opere e i Giorni». fasi creative dell’artista tedesco, di edifici, luoghi pubblici e quartieri Realizzata in collaborazione con la dai primi esperimenti ai suoi celebri residenziali, opere d’arte di importanza Statens Kunstfond di Copenaghen, Wortbilder (immagini di parole), storica. Nella foto, «Senza titolo indaga l’arte della gioielleria, nel geniale critica al sistema artistico, e (Pittura murale con cosmonauti)». dialogo fra capolavori greci, etruschi, ellenistici e romani delle collezioni bavaresi e 105 oggetti di gioielleria contemporanea di circa 50

© Sheela Godwa designer danesi © VG Bild-Kunst, Bonn 2020 Bild-Kunst, © VG © Martin Maleschka «Making of And...» (2007) di Sheela Godwa Copenaghen Statens Kunstfond Foto: (nella foto,

30 | IL GIORNALE DELL’ARTE NUMERO 406 MARZO 2020 E GRAN BRETAGNA

A cura di Federico Florian, autore di tutti gli articoli salvo diversa indicazione IL GIORNALE DELLE MOSTRE LONDRA National Gallery Il poeta Tiziano Eccezionale riunificazione per i dipinti ispirati alle «Metamorfosi» di Ovidio

Londra. Una voluttuosa Danae sedot- ta da Zeus sotto le sembianze di una pioggia d’oro; una splendida Andro- meda salvata dalle fauci di un mo- © 2020 The Andy Warhol Foundation for the Visual Arts, Inc. / Licensed by DACS, London for the Visual DACS, Foundation Inc. / Licensed by Arts, © 2020 The Andy Warhol stro marino grazie all’intervento di «Hammer and Sickle» (1976) di Andy Warhol, Monaco di Baviera, Museum Brandhorst Perseo, l’eroe che da lì a pochi anni fonderà Micene; una Diana bagnan-

Tate Modern te sorpresa in una grotta da Atteo- Boston © Isabella Stewart Gardner Museum, ne, visione che costerà la vita al gio- Il «Ratto di Europa» (1560-2) di Tiziano, Boston, Isabella Stewart Gardner Museum vane cacciatore: sono questi alcuni dei soggetti delle «poesie» di Tizia- sibile», dichiara Matthias Wivel, cu- ner Museum di Boston. Completa la Ladies and no, dipinti erotico-mitologici raffi- ratore dell’esposizione. A rendere il mostra un’ultima tela dalla collezio- guranti storie di amore e desiderio, sogno realtà è lo straordinario pre- ne stessa della National Gallery: «La assassinii e vendette, tutte tratte stito di «Perseo e Andromeda» della Morte di Atteone», originariamente Gentlemen, Warhol! dalle Metamorfosi del poeta romano Wallace Collection, il primo nella concepita da Tiziano come parte Ovidio. Per la prima volta nella sto- storia ultracentenaria dell’istituzio- delle «poesie», ma terminata solo L’artista-celebrità alla prova del XXI secolo ria espositiva internazionale, la se- ne londinese. Degli altri dipinti, due nel 1575 e mai spedita al commit- rie di sei capolavori, prodotta tra il appartengono alla National Gallery tente dell’intera serie, Filippo II di 1551 e il 1562 e dispersa nel corso dei («Diana e Atteone» e «Diana e Calli- Spagna. L’intensità drammatica dei Londra. Dal 12 marzo al 6 settem- dipinti vennero realizzati in un’epoca secoli fra varie collezioni d’Europa sto»), in un accordo di comproprietà lavori, le rapide pennellate e il co- bre la Tate Modern dedica un’am- di crescente interesse nei confronti del- e d’America, viene riunita nelle sale con Gallerie Nazionali di Scozia; lore pastoso testimoniano la tarda pia antologica a una delle figure più la fluidità di genere, e in seguito alla della National Gallery di Londra in mentre la «Danae», «Venere e Ado- maniera espressionista di Tiziano, celebri dell’arte del XX secolo: An- morte prematura di Candy Darling, occasione dell’attesissima mostra ne» e il «Ratto di Europa» sbarcano anticipatrice dei maestri che ver- dy Warhol. A cura di Gregor Muir, l’attrice transgender che recitò in alcuni «Tiziano: Amore, Desiderio, Mor- a Trafalgar Square rispettivamente ranno dopo di lui. Tra la prossima la mostra è organizzata in collabo- dei film di Warhol. Anche se i nomi del- te» (dal 16 marzo al 14 giugno). dalla Wellington Collection, che ha estate e la primavera 2021, la mostra razione con il Museum Ludwig di le modelle non furono indicati quando «Un sogno che si avvera per molti amanti sede nella vicina Apsley House, dal prevede altre tre tappe: Edimburgo,

Colonia, l’Art Gallery of Ontario di «Ladies and Gentlemen» fu presentata della pittura, un tempo ritenuto impos- Prado e dall’Isabella Stewart Gard- Madrid e Boston. © Riproduzione riservata Toronto e il Dallas Museum of Art. per la prima volta più di quarant’anni Fiontán Moran, assistente curato- fa, alcune di loro erano figure di spicco, re alla Tate Modern, risponde a «Il come Marsha «Pay it no mind» John- Giornale dell’Arte». son, che giocò un ruolo chiave nei mo- Hayward Gallery Warhol è uno degli artisti più ti di Stonewall del ’69. Grazie a nuove esposti in tutto il mondo. C’era ricerche intraprese dalla Andy Warhol davvero bisogno di una nuova Foundation nel 2018, sono state identi- Giganti fragili retrospettiva a lui dedicata? ficate tutte tranne una delle 14 modelle, Sono passati 18 anni dall’ultima mo- consentendoci così di dare un nome alle Gli alberi stra di Warhol alla Tate Modern e ora sette presenti in mostra. attraverso gli occhi la sua influenza è forse più significativa Il movimento femminista e fi- di quanto non lo sia mai stata. Vogliamo gure quali Valerie Solanas accu- di 38 artisti offrire a una nuova generazione di visi- sarono Warhol e la sua arte di tatori la possibilità di esplorare e capire sessismo. Fra le artiste contem- il suo lavoro in un contesto contempo- poranee critiche del suo lavoro Londra. Descritti da Herman Hesse raneo, e mettere in dubbio alcuni pre- vi è in primis Barbara Kruger, come «grandi uomini solitari» o da supposti e rappresentazioni di Warhol autrice nel 1987 del saggio «Con- Antoine de Saint-Exupéry come come persona e come artista. A tal fine, tempt and Adoration». Sull’on- «lente, durevoli forze che tendono a vin- la mostra riporta alla memoria il fatto da del #MeToo e della maggio- cere il cielo», gli alberi hanno da sem- che questo artista-celebrità crebbe in re consapevolezza da parte del pre sedotto artisti e letterati. Spe- una famiglia di immigrati di ceto basso, mondo dell’arte e delle istituzio- cialmente oggigiorno, in un’epoca e che la sua sessualità e religione furono ni internazionali nei confronti segnata dall’emergenza climatica

entrambi aspetti essenziali della sua vi- della disparità di genere, in che e dalla programmatica distruzio- © Cortesia Cox dell’ìartista Tilburg (NL). Photo: Peter 2020. Cortesia Museum, Collection de Pont ta e del suo lavoro. In questa antologica modo questa mostra affronta la ne di foreste in tutto il mondo. In «Crowhurst II» (2007) di Tacita Dean abbiamo raccolto cento lavori di Warhol, questione del Warhol «sessista»? occasione del cinquantesimo anni- sottolineando temi ricorrenti quali il de- Nonostante Warhol abbia contribuito versario della Giornata della Terra, sa Ahtila (un «videoritratto» di un siderio, l’identità e la fede, che emergono a plasmare l’arte del XX secolo, è stato la Hayward Gallery di Londra pre- abete finlandese che si estende per tutti dalla biografia dell’artista. La mo- fondamentale riflettere su come questa senta un ampio progetto espositivo 16 metri di lunghezza), che dram- Serpentine Galleries stra presenta molte opere che non sono mostra potesse creare uno spazio per i («Among the Trees», dal 4 marzo matizzano l’aura sacrale spesso as- mai state esposte prima in Gran Breta- dubbi e le perplessità su Warhol nel XXI al 17 maggio) che esplora il ruolo sociata ai protagonisti del mondo gna, fra cui la tela lunga 10 metri «Six- secolo. Il tentato omicidio da parte di degli alberi nella cultura e nell’im- arboreo. CyberCina ty Last Suppers», realizzata solo alcuni Valerie Solanas è parte della narrazione maginazione collettiva. Alberi, infine, come silenti testi- mesi prima della sua morte, e un gran espositiva, così come l’importanza del Sono 38 gli artisti in mostra, tutti moni della Storia: una fotografia di Il futuro per Cao Fei numero di lavori da una delle sue serie suo SCUM Manifesto. La fascinazione viventi, i cui lavori abbracciano Steve McQueen, ad esempio, ritrae meno note, «Ladies and Gentlemen». di Warhol per il glamour è considerata media diversi, da videoinstallazio- un albero solitario appena fuori Ci racconta qualcosa in più a dalla prospettiva di nozioni idealizzate ni a fotografie, sculture e dipinti. New Orleans, un tempo usato come Londra. Finalista dell’Hugo Boss Prize proposito di quest’ultima serie? di bellezza femminile (e maschile), ma A partire da Robert Longo, autore forca per il linciaggio di afro-ame- 2010, l’artista cinese Cao Fei pre- «Ladies and Gentlemen» è una delle se- anche tenendo conto delle stesse insicu- di un enorme disegno a carboncino ricani. «La speranza è che i visitatori senta dal 4 marzo al 17 maggio rie di lavori più ampie di Warhol, essen- rezze dell’artista verso il proprio corpo e raffigurante un albero intricatissi- lascino la mostra con un rinnovato ap- un nuovo progetto espositivo per do composta di 250 ritratti a colori ac- di come ciò si relazioni a un’idea religio- mo, e le cui infinite ramificazioni prezzamento sia per la bellezza che per le Serpentine Galleries. Nata nel cesi di drag queen e donne trans latine sa di miglioramento e perfezionamento. alludono alla complessità di una la complessità di questi indispensabili 1978, l’anno delle riforme econo- e afroamericane di New York. La Tate Molti dei lavori in mostra illustrano le rete completamente artificiale, organismi viventi», afferma Ralph miche in Cina, la Fei rappresenta, Modern presenta 25 di questi lavori, in contraddizioni tra l’attrazione nei con- quella del World Wide Web. Rugoff, curatore della mostra. nella scena dell’arte cinese, la più prestito da una collezione privata per fronti delle donne e la loro reificazione e Di dimensioni altrettanto oversi- Parole che risuonano con i dram- interessante portavoce di una gene- la prima volta in tre decenni. Origina- oggettificazione, fornendo nuovi punti di zed, i lavori di Giuseppe Penone matici fatti recenti, reiterati a suon razione divenuta adulta nel corso di riamente commissionati dal gallerista discussione per i visitatori. (un incombente tronco di sei me- di tweet dagli hashtag #SaveAma- una svolta epocale: il passaggio dal

italiano Luciano Anselmino nel 1974, i q Federico Florian © Riproduzione riservata tri scavato all’interno) ed Eija-Lii- zonia e #PrayforAustralia. continua a p. 32, i col. © Riproduzione riservata

IL GIORNALE DELL’ARTE NUMERO 406 MARZO 2020 | 31 Tate Britain Missioni British anti Isis in Iraq

Newcastle. «L’Iraq antico: nuove scoperte» è la nuova mostra organizzata Il genio dai dal British Museum: presenta 80 oggetti provenienti dalle sue collezioni per introdurre i risultati (il titolo è esplicito in proposito) delle sue nuove capelli verdi campagne di scavo in Iraq. Non si terrà però nella sede del museo londi- nese, ma avrà carattere itinerante in Gran Bretagna: sarà prima al Great Aubrey Beardsley North Museum di Newcastle dal 7 marzo al 2 agosto, per poi spostarsi rappresentò il lato al Museo di archeologia dell’Università di Nottingham dal 19 settembre al 13 dicembre. Le due campagne di scavo di cui si dà conto nella mostra (un proibito dell’Inghilterra importante santuario sumero a Girsu nel sud del Paese, Qalatga Darband con vittoriana le sue fortificazioni sul Tigri nel Kurdistan iracheno) fanno parte del progetto Iraq Emergency Heritage Management Training Scheme, lanciato nel 2014 come risposta alle distruzioni inflitte dall’Isis al patrimonio culturale iracheno. Prevede © The Trustees of the © The Trustees British Museum un programma di alta formazione per gli archeologi locali: 4 mesi divisi tra il British e Londra. Un uomo «dal viso come un attività sul campo nell’ambito delle due missioni. Quel che è più significativo è che tutti i piatto d’argento e dai capelli verdi co- nuovi ritrovamenti sono destinati ai musei iracheni, come quelli di Baghdad e di Nassiriya. E infatti in mostra sono presenti

me l’erba», lo descriveva affettuosa- © Wilson Centre for Photography solo sotto forma di foto, riproduzioni e video: iscrizioni di fondazione, oggetti per il culto, le strutture dell’imponente santuario mente Oscar Wilde, suo amico e «Aubrey Beardsley» di Frederick Evans (1893) dedicato al dio Ningirsu, poi monete e frammenti di statue di età ellenistica dalla città conquistata da Alessandro Magno in collaboratore. E non è un caso che persona. La mostra è organizzata attorno a due grandi temi, legati per l’appunto alle due nuove aree di scavo: «Le prime città», Aubrey Beardsley, l’enfant terrible laborazione con il Musée d’Orsay e che mette in evidenza «re, dèi e il viaggio nell’oltretomba» attraverso iscrizioni e corredi funerari delle tombe di Ur, oltre alla sta- della Londra di fine Ottocento, sia a cura di Caroline Corbeau-Par- tua in diabase del sovrano sumero Gudea scavata a Girsu all’inizio del XX secolo; e «Frontiere dell’Impero», dedicata agli spazi ricordato soprattutto per le illustra- sons e Alice Insley, la mostra rac- di conflitto e scambio tra gli eredi di Alessandro e poi l’impero romano da una parte e l’impero partico dall’altra, con monete, zioni di Salomè, il controverso dram- coglie stampe e disegni originali gioielli, un Ercole in calcare, statuine in terracotta, iscrizioni e sigilli a cilindro con l’epica di Gilgamesh. Una terza e conclusi- ma del celebre scrittore irlandese. delle maggiori commissioni di Be- va sezione è riservata alle nuove scoperte. Nella foto «Il volto del demone Humbaba» (1800-1600 a.C.). q Giuseppe Mancini Fulminea ma prolifica fu la sua ardsley, fra cui le illustrazioni per carriera come artista e illustratore: la Salomè, per la Morte di Artù di sir stroncato dalla tubercolosi due anni Thomas Malory e per Il ricciolo rapito Gli esclusi Le case di Tricia prima del volgersi del nuovo secolo, di Alexander Pope, insieme ai lavori a soli 25 anni, Beardsley scandaliz- grafici per «The Yellow Book», in cui Londra e Gateshead. In The zò l’Inghilterra vittoriana con le sue ricopriva la posizione di art director. Destructors, un racconto di sinuose immagini in bianco e nero, Tutte opere, le sue, caratterizzate Graham Greene ambientato specchio delle sordide perversioni dalla commistione di temi erotici e in un’apocalittica Londra della società dell’epoca. grotteschi, in uno stile a campiture postbellica, un gruppo di A questa fondamentale figura della piatte evocativo della ceramica gre- ragazzi disillusi complotta storia dell’arte britannica, la Tate ca antica e della xilografia giappo- per demolire la casa di un Britain dedica la maggiore retro- nese. L’esposizione illustra anche la anziano signore. Lo scritto, spettiva degli ultimi cinquant’anni straordinaria influenza di Beardsley pubblicato nel 1954, è (e la prima mostra dei suoi lavori negli anni a venire, dall’Art Nouve- una critica a una società © Designers Guild in Tate dopo il 1923), con circa due- au alla cover dell’album «Revolver» © Cortesia dell’artista. Photo: Max McClure guastata dal trauma della Londra. Fino al 14 giugno il Fashion cento opere esposte (dal 4 marzo dei Beatles. guerra, da abusi e ineguaglianze endemiche, la cui generazione più giovane non and Textile Museum celebra

al 25 maggio). Organizzata in col- © Riproduzione riservata q Federico Florian desidera altro che distruggere. Ispirato a questa storia, da cui prende anche il il connubio creativo fra arte e titolo, il nuovo film a due canali di Imran Perretta (1988), racconta le esperienze arredamento realizzato da Designers di oppressione e marginalizzazione di quattro giovani musulmani della comunità Guild con la mostra «Out of the Blue». bengalese di Tower Hamlets, a Londra est: una riflessione personale e collettiva Fondata nel 1970 da Tricia Guild sul senso di identità e sulle dinamiche di esclusione sociale che affliggono i suoi (1946), Designers Guild nacque come Cao ossessionata dal progresso protagonisti; il tutto narrato attraverso la sapiente e delicata sensibilità di Perretta, «corner» di un negozio in Kings Road lui stesso londinese di origini bengalesi. In mostra alla Chisenhale Gallery di a Chelsea. Da allora il marchio (nato Londra fino al 15 marzo, e al BALTIC Centre for Contemporary Art di Gateshead sull’analogia del nome della creatrice dal 14 marzo al 28 giugno, l’opera combina una sceneggiatura estremamente e il termine «guild», l’antica «gilda», poetica, sotto forma di monologhi, a scene filmate in un centro sociale di Tower associazione medievale fra artigiani) Hamlets e immagini generate digitalmente. Nella foto, un fotogramma del film. si è evoluto in dimensioni (negozi e showroom a Londra, Parigi, Monaco, Milano, Stoccolma e New York), Alta società creatività e settori, fino a divenire un marchio globale apprezzato in tutto Londra. Quando comincia a fotografare sceglie il bel mondo dei Bright Young il mondo. Delusa dalla mancanza People, il circolo di giovani aristocratici e intellettuali che vivono a Londra tra le di strumenti d’arredo adeguati agli due guerre, di cui Cecil Beaton (Londra, 1904 - Broad Chalke, Salisbury, 1980) interni degli anni post 1968, Tricia era entrato a far parte nonostante le origini borghesi. Comincia da bambino Guild volle creare elementi decorativi mettendo in posa i famigliari, e a 23 anni è già nella redazione di «Vogue» come che rispecchiassero gli epocali disegnatore, e poi come star del ritratto e della fotografia di moda, fino all’ultimo cambiamenti culturali di cui la società servizio pubblicato nel 1979. Una produzione poliedrica che lo vede anche pittore, occidentale aveva fatto esperienza, illustratore, scrittore e scenografo, e che include i reportage durante la seconda in grado di dare forma ad un nuovo guerra mondiale, per il British Ministry of Information; le collaborazioni come stile di vita. Soprattutto, con le sue costumista e direttore artistico in film come «Gigi» e «My Fair Lady» e l’incarico creazioni, Tricia Guild rese popolare © Cortesia Vitamin dell’artista, Creative Space and Sprüth Magers «My Future is Not a Dream 02 (From Whose Utopia Series)» (2006) di Cao Fei di autore della nuova immagine della Royal Family. Ma sono i decenni Venti e l’arte di collegare e combinare i Trenta (tra dandismo, cinema, moda, cultura e nobiltà) a diventare il terreno diversi elementi di un’ambiente e di segue da p. 31, iv col. comunismo maoista a una policy governativa basata dove si scopre definitivamente fotografo. Su questo periodo si concentra «Cecil una casa: colori, motivi decorativi, sull’apertura ai mercati internazionali e su un accelerato sviluppo urbano e Beaton’s Bright Young Things», la mostra a cura di Robin Muir alla National interessi personali, forme e volumi commerciale. Non è un caso, pertanto, che temi quali tecnologia e automa- Portrait Gallery (12 marzo-7 giugno), dove sono esposti 150 lavori, molti dei per giungere a creare l’estetica dello zione e la loro relazione con il genere umano ritornino costantemente in quali poco visti, provenienti da collezioni tra cui il Cecil Beaton’s Studio Archive spazio vitale «armonico». Grazie tutta l’opera dell’artista multimediale, ossessionata dalle conseguenze di un di Sotheby’s. «La mostra, assicura il curatore, farà rivivere un’era follemente all’esclusivo utilizzo dell’archivio progresso incontrollato e insensibile a interrogativi etici. Come nella vicenda eccentrica, glamour e creativa della vita culturale britannica, mescolando High di Designers Guild, con disegni di «Nova» (2019), ultimo film della Fei, il cui protagonista, uno scienziato di Society e avanguardia, artisti e scrittori, jet-set e opere d’arte originali mai visti un’azienda di ingegneria informatica, usa il proprio figlio come cavia, tra- e festaioli». Tra le opere più notevoli diverse finora, la mostra segue il percorso sformandolo in un fantasma digitale. In mostra anche un nuovo lavoro VR vintage degli esordi, come il ritratto per creativo di Tricia Guild (che dal («The Eternal Wave», 2019), realizzato in collaborazione con Acute Art, in cui «Vogue» dell’amico e regista George Dadie 1974 iniziò a coinvolgere artisti il visitatore è proiettato nello studio di Pechino dell’artista, prima tappa di Rylands; le Beaton Sisters, Nancy e Baba, contemporanei a partire da Kaffe un percorso attraverso portali virtuali. Nelle stesse date l’istituzione londine- modelle per il fratello Cecil; il gruppo dei Fassett, Lillian Delevoryas e Janice se ospita una personale del duo di designer italiani di stanza ad Amsterdam Bright Young Things travestiti da pastori a Tchalenko), concentrandosi sulla sua Studio Formafantasma, la prima in un nuovo ciclo espositivo dedicato al Wilsford. E poi lo scenografo Oliver Messel tipicità (ispirazione e progettazione design. Da sempre attenti alle responsabilità politiche ed ecologiche del de- (nella foto in uno scatto del 1932), l’attrice intuitiva, tecniche, materiali utilizzati) sign, Andrea Trimarchi e Simone Farresin hanno concepito un progetto sino-americana Anna May Wong, il poeta e rappresentandola in una serie che indaga il processo di produzione e distribuzione del legno, nonché l’im- Brian Howard, il compositore William Walton, di ricostruzioni ambientali che patto dell’industria del legname (una delle maggiori al mondo) sull’ecosi- e la bellissima Paula Gellibrand. Completano esemplificano di volta in volta stema naturale e le nostre vite quotidiane. In mostra video e interviste con il percorso dipinti di artisti della sua cerchia, l’iconografia degli interni negli ultimi specialisti del settore, e una selezione di oggetti in legno, da pezzi storici a lettere, riviste, schizzi e copertine di libri. cinquant’anni. Nella foto «Le Poème prodotti contemporanei. q F.Flo. q Chiara Coronelli de Fleurs collections AW19». q G.P.M.

32 | IL GIORNALE DELL’ARTE NUMERO 406 MARZO 2020 E STATI UNITI

IL GIORNALE DELLE MOSTRE

NEW YORKretrospettiva dell’artista tedesco (nato New York a Dresda nel 1932 e ora di stanza a Co- lonia), la maggiore in territorio statu- nitense negli ultimi vent’anni. Oltre Raffigurare cento i lavori in mostra, fra cui anche alcune foto, stampe e due nuove scul- è umano ture in vetro, ideati nell’arco di un dilatatissimo intervallo temporale: da- Gerhard Richter gli albori degli anni Sessanta, quando al Met Breuer Richter realizzò le prime copie dipinte di fotografie in bianco e nero, rese in scale di grigi dall’effetto sfumato, ai New York. «La volontà di raffigurare le cose, giorni nostri. Punto di partenza del di osservarle, è ciò che ci rende umani. È così percorso espositivo sono due serie pit- che l’arte acquisisce senso e dà forma a tale toriche, rispettivamente del 2014 e del senso, come la ricerca religiosa di dio». Con 2006, entrambe esposte in America

© 2019 Judd Foundation/Artists Rights Society (ARS), New York. Foto: John Wronn Foto: York. New © 2019 Judd Foundation/Artists Rights Society (ARS), queste parole Gerhard Richter, forse il per la prima volta: «Birkenau», inter- più prolifico e influente pittore con- pretazione espressionista delle uniche New York temporaneo sulla scena internaziona- immagini fotografiche scattate dai pri- le, definisce l’essenza stessa della sua gionieri del campo di concentramento pratica: la pittura come esplorazione nazista, e «Cage», composizioni astrat- gnoseologica, per definirla in termini te multistratificate prodotte in omag- Il minimalista riluttante filosofici; oppure, detta altrimenti, co- gio al musicista John Cage. Fra i must- me mezzo per conoscere la realtà e il see, il gruppo di dodici dipinti «Forest» Donald Judd al MoMA in 70 opere mondo. Ragione per cui i suoi lavori, (2005), con cui l’artista ridefinisce il tecnicamente ineccepibili, oscillano tra genere della pittura di paesaggio, e figurazione e astrazione, naturalismo e la serie di monotipi «Elba», realizzata New York. In un testo del 1965, consi- colore, materiale, quantità e propor- concettualismo, tutti prodotti di una alla fine degli anni ’50 e meno nota derato da molti il manifesto del Mi- zioni: sculture minimali (attributo sessantennale indagine sul medium ai più. A cura di Sheena Wagstaffe nimalismo, Donald Judd (Usa, 1928- che tuttavia l’artista rigettava), pro- pittorico, tutt’oggi ancora in corso. Benjamin H.D. Buchloh, la retro- 1984) scrive di un nuovo genere di dotte per indagare e illustrare le pro- © Laura Wilson Dal 4 marzo al 5 luglio il Met Breu- spettiva in agosto verrà allestita al Mo- In alto, «Untitled. 1991» di Donald q opere tridimensionali, altrimenti det- prietà dello spazio reale. Judd; qui sopra l’artista fotografato er di New York ospita un’ambiziosa CA di Los Angeles. F.Flo. © Riproduzione riservata te «specific objects», che incorporano A questo artista che rivoluzionò il a Marfa, Texas, nel 1993 aspetti tanto della pittura quanto del- modo di concepire la scultura e che la scultura, senza essere né l’una né gettò le fondamenta per la nuova in- no ai tardi e meno noti lavori degli l’altra. «I nuovi lavori tridimensionali non stallation art, il MoMA di New York anni Ottanta e Novanta, la cui esube- costituiscono un movimento, una scuola o dedica un’ampia retrospettiva, la ranza cromatica e materica parrebbe uno stile. Le differenze tra loro sono mag- maggiore degli ultimi tre decenni, contraddire il rigore e l’essenzialità giori delle somiglianze», dichiara Judd, dall’1 marzo all’11 luglio. Settanta delle sue opere più celebri. Il tutto sottolineando come un consistente i lavori in mostra, soprattutto scultu- organizzato all’interno di un display gruppo di artisti americani (fra cui re, ma anche dipinti, disegni e stam- sobrio e misurato: «Non volevamo John Chamberlain, Claes Oldenburg pe, che Judd produsse al principio creare un’architettura speciale per l’al- e Dan Flavin) sia più interessato all’e- degli anni Sessanta, prima di inca- lestimento, spiega la curatrice Ann sperienza fisica, fenomenologica nalare tutti i suoi sforzi nell’ideazio- Temkin, ma lavorare approssimativa- degli oggetti che al loro significato ne di oggetti tridimensionali, come mente con ciò che era a disposizione, come simbolico e metaforico. In altre paro- le serie di «scatole» e «pile» fatte di lo stesso Judd tendeva a fare». le, presenza versus rappresentazione. metalli e plastiche industriali. L’an- La mostra tiene conto anche dell’atti- Di questi «oggetti specifici», quelli di tologica segue un principio cronolo- vità di Judd come critico e designer: Judd si basano su sequenze modulari gico, descrivendo l’evoluzione della una «sala lettura» raccoglie alcuni dei

di elementi estremamente simili in sua arte dagli anni immediatamente mobili dell’artista e i suoi principali LLC © Gerhard Richter 2019 (08102019) The Long View Legacy Trust,

termini di forma, ma differenti nel precedenti alla svolta minimalista si- scritti. q Federico Florian © Riproduzione riservata «Vesuvius» (1976) di Gerhard Richter

al 12 aprile, si conclude con la stanza Center di Minneapolis, anch’essa rico- Los Angeles commissionata da Arnold Bode, fon- struita per l’attuale mostra e, dopo un datore di Documenta, per l’edizione «Ambiente spaziale» allestito nel ’67 del ’68 della rassegna. Il labirinto spa- allo Stedelijk di Amsterdam, Fontana Fontana «ambientalista» ziale, in quel caso, si chiudeva con un cita se stesso, con una variante, rife- grande taglio bianco nel muro, ultima rendosi al neon del 1951; ma ora (sia- ma anche tecnologico «firma» dell’artista nell’anno della sua mo nel ‘67) irrompe il colore, quello morte. Le tappe di avvicinamento a del tessuto rosa che riveste la stanza e, Mostre museali in galleria: da Hauser quell’approdo sono le due «Utopie» nello stesso anno, il rosso che scandi-

& Wirth le opere che tramutarono SIAE 2020. Foto: by Lucio Fontana © Fondazione Stefano Spinelli realizzate in collaborazione con Nan- sce una sequenza di corridoi paralleli. «Ambiente spaziale a luce nera» (1948-49) di Lucio Fontana da Vigo per la Triennale di Milano del La rassegna di Los Angeles è la prima l’osservatore in visitatore nell’installazione del 2008 al Museo d’Arte Mendrisio 1964. Chi percorre quei «luoghi», uno di un trittico che avrà successivamen- oscuro con luci verdi e l’altro scandito te sede nella filiale newyorkese di Hau- da un pavimento rosso, soffice e ondu- ser & Wirth nel 2021, quando saranno Los Angeles. Attraverso le indagini sul- tista che, in quelle opere, è come in- pleta esposizione dedicata a questo lato, ha l’impressione di procedere nel esposte le sculture in terracitta di Fon- lo spazio, pittori e scultori rivendica- tento a far compiere all’osservatore il versante della produzione dell’artista. buio cosmico o sull’instabile terreno di tana, e, nello stesso anno, in quella di rono all’opera d’arte una vita propria passo che lo porta nello spazio indica- «Walking the Space», curata da Lu- un pianeta sconosciuto. È poi la volta Hong Kong, con un gran finale in for-

anche in virtù di una pratica dell’arte to precedentemente da buchi e tagli. È ca Massimo Barbero e in corso sino dell’opera realizzata per il Walker Art ma antologica. q Franco Fanelli © Riproduzione riservata come esperienza conoscitiva. Fu così passato molto tempo da quando, alla nel Quattrocento, attraverso l’utilizzo Triennale del 1951, Fontana «lanciò» in non empirico della prospettiva; ma lo alto 100 metri di tubo al neon bianco: stesso si potrebbe dire, sotto un profilo un gesto carico di energia che prean- Raffaello and company esistenziale, per i protagonisti de «Las nunciava l’imminente ingresso del Meninas» di Velázquez. Gli «Ambienti» neon tra i materiali canonici dell’ar- Washington. In occasione dei cinquecento anni dalla morte di Raffaello (1483-1520), la Natio- di Lucio Fontana sono una delle tappe te. Ma già due anni prima un «Am- nal Gallery of Art di Washington, che conserva cinque dipinti del maestro urbinate, presenta di questa conquista di un «territorio biente spaziale a luce nera» invitava fino al 14 giugno «Raphael and His Circle», con 26 stampe e disegni realizzati da collaboratori magico», di un micro-macroclima in il visitatore a una serie di incontri al e seguaci del pittore, oltre a quattro disegni di Raffaello stesso. Questi ultimi, provenienti dalla cui l’arte vive e cresce. L’idea di portar- buio con forme di cartapesta sospese collezione del museo, sono tutti studi preparatori di celebri capolavori: uno per «San Giorgio e vi dentro il visitatore non era nuova e e fluorescenti. Da lì sono cambiate il Drago» (nella foto), il cartone della «Belle Jardinière» del Louvre, e due studi per gli affreschi l’illusorietà barocca non era che uno tante cose: oggi le gallerie più potenti della Cappella Chigi in Santa Maria della Pace a Roma. In mostra anche disegni a penna e dei molti precedenti. Ma con Fontana, fanno ciò che molti musei non posso- inchiostro di Giulio Romano, e lavori su carta di Polidoro da Caravaggio e Perin del Vaga. Da nell’ultimo ventennio della sua attivi- no più permettersi, cioè delle mostre non perdere il gruppo di dieci incisioni di Marcantonio Raimondi, risultato di una feconda colla- tà, tra il 1948 e il 1968, entrano in gioco museali. È infatti Hauser & Wirth a borazione con il maestro, autore dei disegni originali, avviata nel 1510: riproduzioni la cui diffusione consentì di far crescere con maggior forza la tecnologia e la offrire l’opportunità di ripercorrere la fama internazionale dell’artista. Tra le più note, le incisioni del Parnaso e della Sacra Famiglia. q F.Flo. scienza. Sono le due complici dell’ar- otto «ambienti spaziali» nella più com-

IL GIORNALE DELL’ARTE NUMERO 406 MARZO 2020 | 33 IL GIORNALE DELLE MOSTRE NEW YORK E STATI UNITI Armory resiste a Frieze Il prodigio del gongbi

Los Angeles. Nato in una famiglia di contadi- ni di Taicang, nella Cina orientale, Qiu Ying

(1494 ca-1552) fu uno dei più celebrati artisti © Osaka City Museum Foto: of Fine Arts della dinastia Ming. Fra i maggiori esecutori del gongbi, una tecnica pittorica realista caratterizzata da precisissime pennellate colorate, Qiu Ying con- dusse un’esistenza ancora in parte oscura agli storici. Sebbene illetterato, riuscì a circondarsi di una facoltosa cerchia di collezionisti fin dalla tenera età: una sorta di «bambino prodigio» a cui la maestria artistica permise di scavalcare i confini di classe. A questa figura enigmatica, eppure cardinale nella storia dell’arte cinese, il Lacma dedica fino al 17 maggio la prima mostra al di fuori del continente asiatico («Where the Truth Lies: The Art of Qiu Ying»). Il progetto espositivo traccia l’intera parabola artistica di Qiu a partire dai misteriosi esordi sino alla fama nazionale, consacrata dalla «nomina» di Maestro della Scuola Wu (insieme a Shen Zhou, Wen Zhengming e Tang Yin). Tra i capolavori in mostra, un rotolo dipinto raffigurante divinità legate a pianeti e costellazioni, e i dipinti tardi realizzati a Jiaxing presso il mecenate Xiang Yuanbian. La sezione finale esplora l’immenso lascito dell’artista attraverso opere di seguaci (tra cui la figlia Qiu Zhu), ed esemplari di falsi di epoca Ming e Qing, che rivelano la popolarità di Qiu Ying, forse il pittore più copiato di tutta l’Asia, nei secoli a venire. Nella foto, il Palazzo Jiucheng (1525-33 ca), Osaka, Museo di Belle Arti. q F.Flo. Cortesia dell’artista New York. Fondato nel 1994 da quattro galleristi di New York (Colin de Land, Pat Hearn, Matthew Marks e Paul Morris) Afroamericani, con l’obiettivo di presentare nuove voci nella scena dell’arte Una volta qui era tutta campagna newyorkese e non, l’Armory Show inaugura dal 5 all’8 marzo californiani la ventiseiesima edizione. Suggestiva la sede, presso i New York. Tra i più importanti architetti della sua generazione, Rem Ko- antimistici Piers (i pontili) 90 e 94 sull’Hudson River, tra la 52ma e la olhaas (1944) ha influenzato la struttura urbanistica di New York, di al- 54ma strada. Sebbene in anni recenti sia stata parzialmente cune città della Cina, così come del continente africano. Di recente però e israeliani oscurata da Frieze New York (dal 7 al 10 maggio), con i suoi la sua attenzione si è concentrata sulla natura e il paesaggio, tema 60mila visitatori annuali l’Armory rappresenta una tappa al centro anche del documentario «Rem» realizzato dal figlio Tomas e San Francisco. Nato nel obbligata nell’agenda dell’arte contemporanea. 183 gallerie ora oggetto della mostra «Countryside, The Future», che il Guggenheim Queens nel 1953, Dawoud da 32 Paesi prendono parte all’edizione 2020, sotto la Museum dedica all’architetto olandese fino al 14 agosto. L’esposizione Bey si è sempre concentrato direzione artistica di Nicole Berry. Debutta quest’anno la racconta in particolare gli effetti che la tecnologia, il riscaldamento glo- sulla storia delle comunità ai nuova sezione curata da Nora Burnett Abrams, «Perspective», bale e alcune precise scelte politiche hanno avuto e continuano ad avere margini, facendo dell’identità con presentazioni di artisti storici del XX secolo: la sulle aree rurali, la complicata coesistenza tra tecnologia e ambiente culturale degli afroamericani newyorkese Barbara Mathes Gallery, ad esempio, punta su e altri temi tra cui i fenomeni migratori e i problemi ad essi legati. In il soggetto di una fotografia lavori di Joseph Cornell, Philip Guston, Robert Indiana e Giulio mostra anche i progetti dell’ufficio di Koolhaas OMA di Rotterdam, della «diretta e poetica, immediata e Paolini mentre Archeus / Post-Modern di Londra spazia in Graduate School of Design di Harvard, dell’Accademia Centrale di Belle simbolica», che vuole dare ai mezzo secolo di attività di Pierre Soulages. Tra le gallerie Arti di Pechino, della Wageningen University e dell’University of Nairo- neri una visibilità lontana dagli italiane presenti nelle diverse sezioni, APALAZZOGALLERY, bi, tra cui un’installazione che occupa l’intera rotonda centrale di Frank stereotipi. «Dawoud Bey. An American Project» (fino al 25 maggio) è A arte Invernizzi, Montrasio Arte, Lorcan O’Neill, P420, Lloyd Wright. Nella foto, da sinistra «Feedlots» (2013) di Mishka Henner la retrospettiva che il San Francisco Museum of Modern Art-SFMoMA kaufmann repetto, Galleria d’Arte Maggiore g.a.m., e il Queen Elizabeth Olympic Park (2018) di Londra. q Viviana Bucarelli dedica ai quarant’anni della sua carriera, in un percorso che va dai ritratti Mazzoleni, Officine dell’Immagine, Prometeogallery di Ida degli abitanti di Harlem, alle grandi Polaroid a colori; dagli studenti delle Pisani, Lia Rumma, Vistamare | Vistamarestudio. Da non «Class Pictures», a «The Birmingham Project», omaggio alla memoria perdere «Platform», sezione a cura di Anne Ellegood, con dell’attentato del 1963 nella chiesa battista, fino ai recenti paesaggi di opere oversized di sette artisti internazionali (fra cui Edward «Night Coming Tenderly, Black» (nella foto, «Amishi, Chicago, IL», 1993). & Nancy Kienholz e Nathalie Djurberg & Hans Berg) sui Nella stessa sede è in corso fino al 9 agosto «Thought Pieces. 1970s temi della satira e della caricatura. Non troppo distante da Photographs by Lew Thomas, Donna-Lee Phillips, and Hal Fischer», Armory, Independent, la fiera satellite «cool and hip», apre immersione nella rivolta concettuale contro il misticismo che avvolgeva al pubblico dal 6 all’8 marzo in Varick Street a Tribeca. Per la pratica fotografica nell’area di San Francisco dagli anni Quaranta, questa undicesima edizione, sessanta gallerie presentano con Thomas come apripista, seguito da Phillips e Fischer: i loro lavori, quaranta personali o doppie personali di artisti di colore, esposti insieme per la prima volta, fanno il punto sul ruolo che hanno latinoamericani, indigeni e autodidatti. Fra i progetti da giocato nella storia della fotografia anche oltre la California. Mentre segnalare, quelli di Shahryar Nashat (David Kordansky nella galleria del museo dove vengono presentate le nuove acquisizioni, Gallery, Los Angeles), con un’installazione al MoMA fino si può vedere fino al 10 maggio una personale di Elad Lassry, artista all’8 marzo, e Marinella Senatore (Richard Saltoun, israeliano-americano. Le tre opere presentate si muovono sul filo della Londra). Nella foto, una still del video «She Never Dances destabilizzazione del nostro rapporto con le immagini, in cerca del punto

Alone», (2019) di Jeffrey Gibson. q Federico Florian © Luca Locatelli di contatto tra l’oggetto e la sua rappresentazione. q Chiara Coronelli

Una mostra in compagnia di Marco Riccòmini restituzione dei tesori razziati nel passato, annunciata dal presidente francese in carica (nel rapporto Re- stitution of African Cultural Heritage: La sponda africana Toward a New Relational Ethics, cfr. n. 393, gen. ’19, p. 4), in assenza di Gli imperi scomparsi di una terra oggi martoriata Tunica, Africa una adeguata riflessione sulla com- Occidentale, ante plessa evoluzione politica e cultu- 1659. Ulma, Museum rale di quei luoghi che vada oltre Ulm, Collezione New York. Significa «sponda», in ara- ’20, «Il Giornale delle Mostre», p. 31), ficio di culto. Aggiunte Weickmann; i termini di conflitto coloniale, ri- bo, e immagino siano in pochi a sa- gli imperi scomparsi dell’antico Ta- cicliche che pongono sotto, una mappa del schia di ridurla a simbolico quan- perlo. Il «Sahel» è quella vasta area krur, Gao, Songhay e Segu, sono av- qualche quesito filoso- Sahel Occidentale, to inutile beau geste (dall’omonimo ante 1659. africana compressa tra il deserto volti nella leggenda, ma le loro storie fico agli storici (è patri- Ulma, Museum romanzo di Percival Christopher

del Sahara (a nord) e la steppa (a rimangono vive nella tradizione ora- monio mondiale dell’U- © Museum Ulm - Sammlung Weickmann. Ulma Oleg Kuchar, Foto: Ulm, Collezione Wren del 1924, trasposto più volte sud), che include, in proporzioni le dell’Africa occidentale. nesco), perché grazie a Weickmann sul grande schermo, e ambientato, diverse, Senegal, Mauritania, Mali, Quel che più resta impresso della quei rimodellamenti la sua forma è sia. È quel generico «continente sub- per l’appunto, nell’Africa saharia- Burkina Faso, Niger e Ciad. mostra non sono, però, né le figu- in continuo movimento, come mo- sahariano», dove ha origine l’inarre- na coloniale). Come ci avvisano i curatori della re in terracotta del Medio Niger né strano le fotografie scattate a distan- stabile esodo di genti che, attraverso Fa pensare che sia la lontana Ame- mostra («Sahel: Art and Empires quelle in legno Soninke o Dogon ma za di anni. il deserto e poi il Mediterraneo, arri- rica a tenere accesi i riflettori su on the Shores of the Sahara», al quel che è assente dal catalogo, ossia Clay as Metaphor (Argilla come meta- va alla nostra porta di casa (quando la questa parte del mondo (e non Metropolitan Museum of Art fi- l’«Annual Resurfacing of The Great fora), è il titolo di uno dei capitoli sorte gli è favorevole). Le piste che da l’Europa, da dove pure provengono no al 10 maggio; cfr. n. 404, gen. Mosque in Jenné», video di 2 minuti del catalogo; metafora di vita, fragile Kano portavano a Tripoli e da Wadai molte delle opere esposte); ma, co- e mezzo tratto da «Living Memory: e mutevole. Come quella di ciascuno a Bengasi lungo la rotta trans-saha- me scrive la curatrice Alisa LaGam- Six Sketches of Mali Today», di Susan di noi; e non è un caso se i marabutti riana, «Via della Seta» africana fino ma (Ceil and Michael E. Pulitzer Vogel (2003), in loop su un piccolo (i locali santoni musulmani) hanno agli inizi del Novecento, battute un Curator in Charge of The Metropo- schermo. Mostra la cerimonia di «ri- interpretato la struttura di queste tempo da carovane cariche di schiavi litan Museum of Art’s Department costruzione», dopo ogni pioggia, della moschee come la forma di un cor- e penne di struzzo, sono oggi percor- of the Arts of Africa, Oceania, and Grande Moschea di Jenné in Mali, «fe- po umano, di un uomo in preghiera se da chi è in cerca di una chance di the Americas), in un ispirato saggio sta di paese» che vede coinvolta tutta con la testa orientata verso nord o di vita. Una terra oggi martoriata dal cli- d’apertura, «l’urgenza del presente esi- la popolazione senza distinzione di una donna in preghiera con la testa ma e dalla ferocia dell’uomo (i jiha- ge che si scavi più a fondo in quel passa- sesso e di età nel rimodellamento col orientata a sud. disti di Ansar Dine, «Difensori della to». Conoscere il passato per capire fango, qui detto «banco», spalmato Del Sahel si parla quasi tutti i giorni, Fede»), che soffre in più dell’igno- il presente. a mani nude, di questo iconico edi- ignorando cosa e (spesso, anche) dove ranza che la circonda. Così, anche la q Marco Riccòmini © Riproduzione riservata

34 | IL GIORNALE DELL’ARTE NUMERO 406 MARZO 2020 E FRANCIA A cura di Luana De Micco, autrice di tutti gli articoli salvo diversa indicazione

IL GIORNALE DELLE MOSTRE Parigi Centre PompidouPARIGI Dessin Un pacco «Petit cheval e Drawing empaqueté» (1963) di Christo Antico, moderno, da Christo contemporaneo, Slitta l’intervento sull’Arc de Triomphe, sperimentale: ma nel frattempo c’è la mostra

è il mese del disegno foto Dirk Bakker © Christo 1963, Parigi. Dopo il Pont Neuf nel 1985, il viaria in Zambia costruita nuovo progetto di Christo per Parigi dalla Cina. I lavori di Pra- Parigi. Marzo è il mese parigino dedi- è «imballare» l’Arco di Trionfo. Ma la tchaya Phinthong (1974, cato al disegno. Dal 25 al 30 torna al performance, annunciata in un pri- Thailandia) e Yonamine la fotografia, la scrittura», precisa il

Palais Brongniart il Salon du des- © Romano Fine Art mo tempo per questo mese, è stata (1975, Angola) si interessano alle museo in una nota. Il Pompidou ac- sin, 29ma edizione. Anche quest’an- Lo «Studio di nudo seduto» di Taddeo rinviata a settembre (19 settembre-4 trasformazioni economiche, mentre quisì i primi acquerelli direttamen- no le gallerie presenti nell’ex palaz- Zuccar0 proposto da Romano Fine Art ottobre). Nell’attesa, si apre il 18 Marie Voignier (1974, Francia) e te dall’artista nel 1946. Da allora la zo della Borsa di Parigi sono 39. Per la marzo al Centre Pompidou la mo- Wang Bing (1967, Cina) ai risvolti so- collezione si è arricchita, anche prima volta vi partecipa la Romano giapponese dell’XI secolo. Anne de stra «Christo et Jeanne-Claude. Pa- ciali delle relazioni sino-africane. grazie a doni, di oltre cinquanta Fine Art di Firenze. Nel suo stand è Villepoix presenta un focus sull’ar- ris!» che, fino al 15 giugno, raccon- François-Xavier Gbré (1978, Costa opere, manoscritti, opere grafiche allestito tra l’altro un disegno a san- tista Alina Bliumis esponendo la ta gli anni parigini del duo di Land d’Avorio) si interroga sul passato co- e foto. Wols, il cui vero nome è Al- guigna, uno studio di nudo, di Tad- serie «Nations Unleashed» del 2019, artisti: dal 1958, anno del loro incon- loniale dell’Africa. Anche Kiluanji fred Otto Wolfgang Schulze, rag- deo Zuccaro (1529-66). Sempre per il ispirata alla storica tradizione delle tro, al 1964, anno del trasferimento Kia Henda (1979, Angola) lavora sulla giunge più volte Parigi per fuggire disegno antico, de Bayser propone carte satiriche. La Galerie Vallois a New York. Di questo periodo sono memoria mettendo in scena l’antilo- il regime nazista, i primi tempi con un foglio raro di Giovanni Antonio allestisce la serie degli «Hawaiian esposte un’ottantina di opere realiz- pe impagliata del Museo di storia permessi di soggiorno brevi e spes- de Sacchis, detto il Pordenone, che Ghost» di Gilles Barbier, mentre la zate nell’atelier di Gentilly, presso naturale di Luanda, simbolo dell’An- so vivendo in condizioni precarie. presenta sui due lati degli studi di Schönfeld Gallery di Bruxelles una Parigi, dove Christo comincia a «im- gola. Musquiqui Chihying (1985, Nel 1932 vi incontrò Fernand Lég- uomo preparatori all’affresco del personale del belga Albert Peper- pacchettare» oggetti del quotidiano Taiwan) propone una moneta sono- er, frequentò i surrealisti, conobbe «Giudizio di Pilato» del Duomo di mans. Drawing Now accoglie ogni e a lavorare le superfici, realizzando ra come alternativa al franco africa- Arp, Calder, Giacometti. Nel ’36 vi Cremona. Da Maurizio Nobile è anno circa 20mila visitatori. i «Crateri», tele dai colori «materici» no CFA, mentre Binelde Hyrcan lavorò come fotografo. Nel ’39, co-

allestito un autoritratto di Felice q Luana De Micco © Riproduzione riservata ispirate a Dubuffet. Nel ’61, mentre (1983, Angola) s’ispira all’antica leg- me Max Ernst o Ernst Engel, fu in- Giani del 1790, in cui l’artista si rap- a Berlino si costruiva il muro, il duo genda cinese di Wan Hu per raccon- ternato in un campo del Sud della presenta seduto al cavalletto men- assembla un muro di 89 barili in una tare il fallimento della politica aero- Francia, dove disegnò senza sosta. tre lavora, mentre Nathalie Motte strada di Parigi. La mostra, curata da spaziale del suo Paese. Nel ’45, di ritorno a Parigi, i suoi presenta una delicata sanguigna di Parigi Sophie Duplaix, conservatrice per Dal 4 marzo al 18 maggio il lavori furono esposti per la prima Octave Tassaert raffigurante Giove le collezioni d’arte contemporanea Pompidou ospita anche, nella Ga- volta alla galleria René Drouin. e Antiope. Per il disegno moderno, al Musée d’art moderne del Centre lerie d’art graphique, la personale «Benché Wols non abbia mai aderito Taméga, al Salone per la prima vol- Disegno Pompidou, in stretta collaborazione «Wols. Storie naturali», che riu- a un’avanguardia, la sua arte, scrive ta, espone sei disegni a inchiostro con Christo, che continua a lavorare nisce più di un centinaio di opere ancora il museo, si radica nei movi- del giapponese Foujita. La Galerie in segno da solo dopo la morte della moglie dell’artista tedesco, pioniere della menti artistici più rivoluzionari dell’i- AB propone uno studio di Toulou- nel 2009, presenta poi un focus sul pittura informale in Europa e del nizio del secolo scorso: il costruttivismo se-Lautrec per «La Goulue», famosa Mostre e laboratori «di progetto per il Pont Neuf, nato già tachisme, scomparso a soli 38 an- del Bauhaus, la fotografia umanista, il ballerina di cancan al Moulin Rouge, nel 1975, con i primi studi, le foto dei ni. La mostra «propone di rileggere Surrealismo. Ne emerge una sintesi ori- mentre Helene Bailly presenta un carta» in tutta la città lavori e una quarantina di disegni e l’opera grafica di Wols alla luce delle ginale che porta anche il marchio del

busto d’uomo di Giacometti del 1947 collage. altre sue attività artistiche, la pittura, romanticismo tedesco». © Riproduzione riservata e Antoine Laurentin un raro foglio dell’olandese Jan Verkade, realizzato Cina - Africa e le storie nel 1891 durante il periodo alla scuo- la di Pont Aven. naturali di Wols Raffaello e amici a Chantilly Ospiti del Salon quest’anno sono Altre mostre si aprono questo mese tre musei di Marsiglia, il Musée des al Centre Pompidou, che da febbraio Beaux-Arts, il Musée des Arts Décor- propone in più un nuovo percorso atifs e il Musée Grobet-Labadié, che di visita, il #PompidouVip, dove Vip hanno attinto dai loro fondi d’arte sta per «Very Important Pieces», una grafica una selezione di quaranta passeggiata attraverso le opere «ico- fogli di Puget, Fragonard, Hubert ne» del museo, tra cui la «Musa ad- Robert o ancora Corot sul tema del- dormentata» di Brancusi e i «Bleus» la natura. Dal 26 al 29 marzo, al di Miró, scelte perché diventino Carreau du Temple, si tiene anche «portavoce» del museo nel mondo Drawing Now, il salone del disegno La mostra «Cina Africa», dal contemporaneo, edizione numero 4 marzo al 18 maggio, testimonia 14. Sono 73 le gallerie presenti, tra l’interesse di lunga data del Pompi- cui le italiane Eduardo Secci Con- «Testa di giovane donna» (1517 ca) dou per le arti non occidentali. Cita- temporary di Firenze, per il settore di Andrea del Sarto Parigi, Fondation tissima la rassegna del 1989 sull’arte Insight (dedicato agli artisti emer- Custodia, Collection Frits Lugt contemporanea africana «Les Magi- Chantilly. Con la mostra «Raffaello a Chantilly: il maestro e i suoi allievi» il genti) e Michela Rizzo di Venezia ciens de la Terre» , curata da Jean-Hu- celebre Domaine, tra le più importanti istituzioni francesi a conservare opere insieme alla Studio G7 di Bologna, Parigi. Nel «mese del disegno» le bert Martin. Nel 2005 Parigi era stata del grande artista urbinate, partecipa alle manifestazioni internazionali che per il settore Process (dedicato al di- mostre specializzate si moltiplica- una tappa della rassegna «Africa Re- ne ricordano il cinquecentenario della morte. Chantilly custodisce infatti tre segno sperimentale). no. Il Musée des Arts Décorat- mix» (itinerante dal 2004 al 2007). Si dipinti («Le tre Grazie», la «Madonna d’Orléans» e la «Madonna del Velo») e un Eduardo Secci presenta un duo show ifs presenta una selezione di 500 aggiunga poi che con l’apertura del considerevole numero di disegni. Per il Gabinetto di Arti Grafiche il curatore di Giuseppe Stampone e Tim Plam- fogli del suo Cabinet des dessins, Centre Pompidou Shanghai, lo scor- Mathieu Deldicque, conservatore del Musée Condé, con la collaborazione di per, mentre da Rizzo/Studio G7 sono creato nel 1974. Un fondo di più di so novembre, il museo si sta interes- Novella Franco ha perciò potuto orchestrare una straordinaria sequenza, in allestite opere di David Tremlett, 200mila opere, con disegni di Wat- sando anche di più alla scena cinese cui le collezioni del duca di Aumale appaiono integrate da opere provenienti Giulia Dall’Olio, Giorgia Fincato, Ka- teau, Prud’hon, Degas, Fragonard, (fino al 27 aprile è presentata la dal Palais des Beaux-Arts di Lille, consentendo peraltro interessanti confronti terina Šedá. Nello stand di Lelong & che si è arricchito anche grazie ai monografica «Yuan Jai»). Questa tra disegni preparatori e opere realizzate, come accade proprio nel caso della co. si trovano disegni di Ernest-Pi- doni di collezionisti, come Philippe volta analizza attraverso gli occhi di «Madonna del Velo». La mostra, allestita dal 7 marzo al 5 luglio, ricostruisce gnon Ernest, David Nash e Fabienne de Chennevières, storico dell’arte una decina di artisti (non solo cinesi l’evoluzione artistica del maestro dagli inizi umbri con Perugino e Pinturicchio Verdier. Dal Adrián Ibáñez (Colom- e scrittore, e di artisti come Rodin e africani) le relazioni politiche, ide- alla maturazione avvenuta tra Firenze e Roma. Data la precocità della morte di bia) le opere dei colombiani Andrés e Dubuffet. La mostra «Le dessin ologiche ed economiche che si sono Raffaello, scomparso 37 anni il 6 aprile 1520, la mostra si spinge a indagarne Layos e Javier Caraballo sul tema sans réserve» si tiene dal 26 mar- sviluppate tra l’Africa e la Cina negli la profonda influenza esercitata sui contemporanei, e soprattutto sugli allievi dell’infanzia. Narrative Projects di zo al 19 giugno. La sezione dedi- ultimi decenni: «Che tipo di nuove real- di bottega. Di Giulio Romano sono esposti alcuni studi per le decorazioni Londra propone i lavori concettua- cata all’architettura, che apre il tà potranno nascere da questo incontro di Palazzo Te a Mantova, mentre i disegni di grottesche di Perin del Vaga e li di Rachel Lowe e Harm van den percorso, presenta tanto studi di transculturale?», si chiede il museo. Polidoro da Caravaggio ne testimoniano la specializzazione in una tipologia Dorpel, la Kitai di Tokyo i disegni di decori di Charles Le Brun e Charles L’installazione di Anawana Haloba decorativa che fu proprio Raffaello a rilanciare. Nella foto, «Studio per le Ore al Mizuho Koyama ispirati al Genji mo- de La Fosse, attribuiti di recente, (1978, Zambia) restituisce in modo banchetto degli dèi di Amore e Psiche» di Raffaello Sanzio e bottega. nogatari, capolavoro della letteratura continua a p. 36, i col. poetico la nascita di una linea ferro-

IL GIORNALE DELL’ARTE NUMERO 406 MARZO 2020 | 35 IL GIORNALE DELLE MOSTRE PARIGI E FRANCIA Parigi Ologrammi americani

Parigi. Fino al 21 marzo David Zwirner presenta i nuovi lavori di Jordan Droni Wolfson nella mostra «Artists friends racists», che è anche il titolo dell’ultima installazione in cui il quarantenne l’artista newyorkese continua a esplorare la su Pompei cultura e la società americana (nella foto una veduta). Wolfson crea un universo complesso e controverso a partire da tecnologie digitali ultramoderne, creando Strade, monumenti immagini virtuali col sistema CGI (Computer-genered imagery) o animando pupazzi con il metodo dell’animatronica, come la «Female Figure» del 2014, presentata e vita quotidiana nel 2017 allo Stedelijk Museum di Amsterdam. In «Artists friends racists», della città ai piedi del Wolfson elabora delle immagini olografiche col sistema Hyper VSN 3D, usato ad esempio per fare pubblicità nei negozi: l’installazione è composta da una serie Vesuvio riprodotti in 3D di ventilatori alle cui pale in movimento sono fissate luci led, munite di microchip che permettono un’illuminazione prestabilita. Con la velocità della rotazione le pale diventano invisibili all’occhio, mentre compaiono immagini olografiche che Parigi. La mostra «Pompei» al Grand sembrano sospese nel vuoto. Sono proiettate parole come «Friends» o «Racists», © GEDEON Programmes Palais dal 25 marzo all’8 giugno è Massimo Osanna davanti a una scritta elettorale di Pompei; sotto, una ricostruzione in 3D personaggi animati, immagini banali (un cucciolo, il disegno di un cuore), alternate una passeggiata immersiva nell’anti- di una via col Vesuvio sullo sfondo a immagini violente. La galleria della rue Vieille du Temple definisce l’opera al ca città ai piedi del Vesuvio realizzata tempo stesso «enigmatica, comica e inquietante». con l’aiuto della tecnologia digitale e l’uso delle tecnologie multimediali si vuole ri del Vesuvio per secoli, raccontando la complicità di Massimo Osanna, offrire al visitatore un coinvolgimento a la storia degli scavi dal ’700 fino alla direttore del Parco archeologico di 360 gradi che lo porterà a entrare a pieno campagna di recupero lanciata dopo Pompei. È stato «scelto un linguaggio nella doppia vita di Pompei, quella della il crollo della Domus dei Gladiatori, diretto e coinvolgente per coloro che vo- città sepolta dalla catastrofica eruzione nel novembre 2010, che destò l’in- gliono conoscere il sito e le nuove scoper- del 79 d.C. e quella della sua riscoperta». dignazione internazionale, e le re- te attraverso un percorso in cui l’impatto Per la riproduzione 3D del sito arche- centi scoperte del 2018. Il visitatore emozionale si unisce all’esperienza cono- ologico è intervenuta la Gedeon Pro- del Grand Palais «avrà l’impressione di scitiva e culturale, ci dice Osanna, che grammes, una società di produzione partecipare alla frenetica vita quotidiana è anche il curatore della mostra. Con francese nata nel 1993, specializzata della città antica camminando fra le sue nei film documentari d’archeologia strade ed entrando nelle case, di prende- e sul patrimonio. I tecnici di Gedeon re parte al suo destino fatale e di assiste- Programmes sono arrivati a Pompei re alla sua riscoperta attraverso il lavoro con i loro droni e i laser scanner per quotidiano degli archeologi, in una rete

realizzare una cartografia esatta dei di suggestioni continue e differenti», ha cortesia Zwirner e David dell’artista, © Jordan Wolfson, Londra Sadie Coles HQ, luoghi e quindi delle immagini vir- continuato Osanna. Per permettere tuali in 3D ad altissima precisione. la riproduzione 3D degli elementi ar- La prima parte della mostra è un’im- chitettonici che non ci sono più, gli mersione nella vita della città prima archeologi «hanno dovuto interrogarsi L’esibizionista dalle suole rosse dell’eruzione del 79 d.C. È stato possi- e fare ricerche su coperture, soffitti a vol- bile ricostruire in 3D le strade di cui te non più esistenti e la ricostruzione 3D è Parigi. Christian Louboutin espone le sue famose scarpe dalla suola rossa sono stati riprodotti anche i rumori. quindi diventata un momento fondamen- (molte mai presentate prima al pubblico) al Palais de la Porte Dorée nella Nella seconda parte del percorso il tale anche per testare le ipotesi archeolo- mostra «L’Exhibitioniste» (fino al 26 luglio), che in dieci capitoli, attraverso visitatore rivive la catastrofe, che giche. Le ricostruzioni, ha aggiunto il modelli e schizzi, ne ripercorre 30 anni di carriera. Il 56enne stilista crea colse gli abitanti di sorpresa, con la direttore, non sono solo uno strumento anche il suo «museo immaginario», riunendo oggetti d’arte decorativa e opere pioggia di pomici, ceneri e lapilli e di fruizione che permette al visitatore di d’arte classica, surrealista e popolare che appartengono al suo universo. la propagazione dei vapori tossici. La comprendere i monumenti antichi nella La mostra si apre su un aneddoto: Louboutin, che è cresciuto proprio nel terza parte è dedicata alla riscoperta loro completezza, ma diventano esse stes- quartiere del Palais de la Porte Dorée, trascorreva molte domeniche in questo

© GEDEON Programmes della città, dimenticata sotto le cene- se un momento conoscitivo e di ricerca». edificio del 1931, capolavoro dell’Art Déco, tra le sale dell’ex Musée des Arts Il Parco archeologico ha prestato a d’Afrique et d’Océanie e a osservare i pesci dell’Acquario tropicale. L’idea Parigi alcuni oggetti rinvenuti negli della sua iconica scarpa «Pigalle», tacco scavi recenti e non ancora esposti al 12 e suola rosso carminio, presentata tre profeti e lo studio di un volto pubblico, tra cui una collezione di alla collezione autunno-inverno 2004-5, Disegno d’uomo di Federico Barocci prepa- amuleti e utensili in ceramica, ambra è nata qui: ispirata a un cartello in cui ratorio a «L’ultima cena» dipinto o avorio. Tra gli oggetti allestiti anche il museo vietava alle sue visitatrici di segue da p. 35, ii col. per la Cattedrale di Urbino. la statuetta di un coniglio di marmo portare i tacchi a spillo. Un’immagine che i progetti di Robert Mallet-Ste- L’offerta parigina del mese è varia. e un mosaico del ninfeo della casa di che il giovane Louboutin ha ridisegnato vens per l’esposizione universale Sul piano del disegno contempora- Arianna e Dionisio. senza sosta da quando aveva 11 anni. del 1925. Sono allestiti poi gli studi neo, il Musée Cognac-Jay propo- Nell’ultimo spazio della mostra sono La mostra si sofferma anche sulle di mobili di André Charles Boulle, ne una monografica di Christelle presentati oggetti rinvenuti in pre- fonti di ispirazione dello stilista, dalle lo schizzo del «Tube chair» di Joe Téa, artista francese di 32 anni, al- cedenti scavi, elementi di mobilio, arti «premiers» d’Africa e Americhe, Colombo, opere di Jacques-Emile lieva di Patrick Tosani. gioielli, la statua in marmo di Livia all’architettura e al design, con omaggi a Ruhlmann e Jean Royère. Una se- Il museo espone un corpus di una ritrovata nella Villa dei Misteri e l’af- Ettore Sottssas e Oscar Niemeyer, e fino zione «Seduzione» è dedicata ai di- quarantina di disegni recenti che fresco della Venere pompeiana sul allo sport e al teatro. Nella foto, «Cartello segni di moda e di gioielli, con gli la Téa ha realizzato nei musei mu- carro tirato da due elefanti, rinvenu- segnaletico all’origine della vocazione di schizzi di René Lalique e Alphonse nicipali di Parigi, dal Petit Palais al to nell’Officina di Verecundus, lungo Christian Louboutin».

Mucha e dei modelli di Paul Poiret Musée Zadkine, e naturalmente al la Via dell’Abbondanza. © Christian Louboutin e Jeanne Lanvin, esposti per la pri- Cognac-Jay, di cui ha schizzato dal ma volta. Fino al 10 maggio, la vivo decori, opere, prospettive e Fondation Custodia presenta la «rubato» ritratti di persone, scene mostra «Studi & schizzi. Disegna- e atmosfere. La mostra «Musées Metamorfosi matissiane re la figura in Italia, 1450-1700». dessinés» si tiene dal 26 marzo al L’istituzione della rue de Lille ha 21 giugno. Il Drawing Lab, centro Nizza. L’opera scultorea di Matisse, forse meno nota delle pitture e dei papiers découpés, è stata raramente al centro di mo- selezionato 85 disegni, degli studi d’arte del disegno contemporaneo stre. È dunque a questo aspetto meno conosciuto del lavoro del grande maestro fauve che è dedicata «Matisse-Metamorfosi», di figura umana, del suo fondo ita- (aperto nel 2017 in rue de Richelieu mostra realizzata in collaborazione con la Kunsthaus di Zurigo e allestita al Musée Matisse fino al 4 maggio. Il percorso espo- liano che ne conta più di 500. Sono dai fondatori dal salone Drawing sitivo si sofferma sulle fonti di ispirazione di Matisse (Rodin, Michelangelo, la scultura antica...) e sui principi formali della sua opere di Filippino Lippi, Palma il Now), propone la mostra «Lucy + opera, come la sinuosità, che lui chiamò «arabesco», di cui «La Serpentine» del 1909 è uno degli esempi più Giovane, Domenico Piola, Lorenzo Jorge Orta», dal 13 marzo al 20 eleganti, o la semplificazione e la deformazione delle forme. Il rapporto che Matisse (1869-1954) ebbe con di Credi, Alvise Vivarini o ancora maggio. Il duo composto da Lucy la scultura, e il ruolo che questa svolse sul resto della sua opera, è ancora dibattuto. Sul finire di carriera, del Guercino, collezionate da Frits Orta, artista britannica nata nel Matisse disse che «scolpiva come un pittore», mettendo la scultura al servizio della pittura. Attraverso l’ana- Lugt, lo storico dell’arte olande- 1966, e Jorge Orta, italo-argentino lisi del processo creativo la mostra di Nizza intende rivalutare il ruolo della scultura in Matisse, partendo se che creò la Fondation Custodia del 1953, che ha fondato lo Studio da un altro presupposto: che la pratica della scultura, il modellamento dell’argilla e del gesso, sono nel 1947. Di Andrea del Sarto è una Orta nel 1992, presenta una serie di stati invece centrali nella definizione del suo metodo artistico. Nelle serie come bella «Testa di giovane donna», in disegni mai mostrati prima, schiz- quella del «Nu couché», di cui il museo espone il bronzo del 1927 (nella foto), pietra nera, che rappresenta proba- zi e studi su cui i due artisti basa- ogni scultura è un’opera a sé ma è anche una «tappa» verso l’opera finale. bilmente la sposa dell’artista. Sono no il loro lavoro. Il duo realizza sul Da naturaliste le forme si fanno sempre più astratte. Le serie scultoree non allestiti un foglio del Guercino con posto anche un’opera inedita, una sono altro che un esempio di quella «progressione formale» che Matisse cinque schizzi per una Maria Mad- sorta di laboratorio effimero che cominciò ad applicare anche in pittura a partire dagli dalena seduta, un disegno di Do- chiamano «Orta Drawing Lab». anni Trenta, fissando con molteplici foto e disegni © Succession H. Matisse, foto François Fernandez foto François © Succession H. Matisse, menico Beccafumi che rappresenta © Christian Louboutin q Luana De Micco tutte le «tappe» del suo processo creativo.

36 | IL GIORNALE DELL’ARTE NUMERO 406 MARZO 2020 IL GIORNALE DELLE MOSTRE PARIGI E FRANCIA Pessimista con ironia Archeo-Napoleone Monsieur Saint-Paul de Vence. Jacques Monory è morto il 17 ottobre 2018, a poca distanza Turner Saint-Germain-en-Laye. Una mostra da Eduardo Arroyo. In pochi giorni la Figuration narrative perdeva due dei del Musée d’Archéologie nationale suoi principali esponenti. La monografica della Fondation Maeght, intitolata Parigi. In racconta le grandi campagne di scavi semplicemente «Jacques Monory» è la prima mostra dedicata all’artista francese collaborazione con commissionate da Napoleone III dalla sua morte. Nato a Parigi nel 1924, con la serie «Meurtres» («Omicidi»), del la Tate Britain di dal 1860, in particolare quella sul 1968 Monory s’inserì a pieno titolo, insieme anche a Hervé Télémaque ed Erró, Londra, dal 13 Palatino, a Roma, dal 1861 al 1870, nella Figuration narrative, in movimento nato in Francia nei primi anni Sessanta marzo al 20 luglio il che l’imperatore affidò a Pietro Rosa. in opposizione all’astrazione e alla Pop art americana. Secondo il museo, Monory Musée Jacquemart- Nel 1858 Napoleone III aveva fondato fu «il solo pienamente narrativo» degli artisti del gruppo. La Fondation Maeght André espone 60 la Commission de Topographie des (che già gli aveva dedicato una mostra nel 2009) propone ora dal 28 marzo al 14 acquerelli (nella foto Gaules (Ctg) il cui scopo era realizzare giugno una retrospettiva non cronologica curata dalla storica dell’arte Laurence «Scarborough», 1825 la carta archeologica del territorio.

d’Ist. Le scene enigmatiche dipinte da Monory sono dominate dal colore blu. Londra 2020 © Tate, ca) e 10 dipinti a olio, Nel 1861 cominciò a scavare sul L’artista si ispirò molto al cinema e in particolare ai thriller degli anni Cinquanta: alcuni per la prima volta in Francia, di Joseph Mallord William Turner (1775- sito di Alise-Sainte-Reine (Borgogna), nel dipinto «Couleur n. 1» (nella foto), del 2002, incluse anche il manifesto 1851). La monografica («Turner. Pitture e acquerelli della Tate») traccia il teatro nel 52 a.C. della battaglia di di «Gun Crazy» («La sanguinaria» per l’Italia), film noir di J.H. Lewis del 1950. percorso del grande pittore romantico, genio della luce e della trasparenza, Alesia, dove fu rinvenuto un insieme di Realizzò tele di grande formato, accostando talvolta paesaggi urbani, distese mostrando la parte più intima del suo lavoro. Le opere provengono infatti fortificazioni. Nello stesso anno acquistò naturali, scene tratte dall’attualità e immagini storiche, come in «Death Valley», dal fondo che Turner lasciò alla sua morte in eredità allo Stato britannico. da Francesco II di Borbone gli Horti del 1974. Monory si interrogò sempre sulla realtà del mondo: «Un pessimismo Un fondo che contava numerose tele, alcune rimaste incompiute, che Farnesiani sul Palatino con l’intenzione fondamentale, tinto di ironia graffiante, scrive il museo in una nota, vi coesiste l’artista aveva dipinto per sé e non per essere vendute, quaderni di appunti di condurvi un’indagine che affidò insieme al fascino per il vuoto». q Luana De Micco e più di un migliaio di schizzi e disegni. In un percorso cronologico, curato a Rosa. Dopo la sconfitta di Sedan da David Blayney Brown e Pierre Curie, conservatori rispettivamente alla (settembre 1870) l’imperatore vendette Tate Britain e al Jacquemart-André, si segue l’evoluzione artistica del pittore, gli Horti allo Stato italiano, mentre dai lavori più realistici di gioventù alle opere della maturità, in cui lo stile si la Ctg continuò i lavori di mappatura libera e il colore prevale sulla forma. fino al 1879. La mostra «Da Alesia a Roma: l’avventura archeologica di Napoleone III», curata da Daniel Roger, presenta dal 29 marzo al 13 luglio Il plein air non è impressionista circa 60 opere, tra oggetti rinvenuti nei siti e documenti. Gli archivi degli scavi Giverny. La pittura en plein di Napoleone III non erano mai stati air non fu un’invenzione presentati al pubblico. Del museo di impressionista, come Saint-Germain-en-Laye sono le carte rivendicarono spesso dell’antica Gallia realizzate dalla Ctg Monet e compagni. La nel 1869. Molte fotografie d’epoca © Jacques Monory 2020 / Adagp Paris pratica era radicata testimoniano l’avanzamento dei lavori in Europa sin dal anche sui siti della battaglia di Gergovia Settecento, come spiega e dell’assedio di Uxelloduno. Dai fondi Yasmina e la bestia Il medico dei mostri una mostra del Musée dell’Institut de France o dell’Institut des impressionnismes National d’Histoire arrivano le vedute dei Parigi. «È una storia tra due rive, quella Parigi. Le bizzarre creature di dal titolo «En plein air. Fori romani, del Palazzo dei Cesari (nella del Marocco di ieri dove i materiali sono Léopold Chauveau sono esposte Da Corot a Monet» foto) e degli operai al lavoro di Pietro a livello del suolo e dei corpi, e quello dal 10 marzo al 28 giugno al (27 marzo-28 giugno). Dovizielli e la mappa degli scavi degli di oggi tra calcestruzzo e palazzoni». Musée d’Orsay nella mostra «Nel Quando nel 1825 il Horti Farnesiani di Rosa. I Beaux-Arts de

Si muove lungo queste direttrici «La paese dei mostri». Scultore e The National Gallery © Londra, giovane Camille Corot Paris hanno prestato le tele di Joseph Bête, un conte moderne de Yasmina illustratore, oltre che autore di partì per Roma per dipingere il Palatino dalla mattina alla sera (anticipando Fortuné Layraud, il solo pittore francese Benabderrahmane», lavoro che l’artista libri per l’infanzia e chirurgo di le «serie» di Monet), seguì l’esempio di tanti altri artisti europei, dal francese presente sul posto al momento della marocchina (nata nel 1983 in Francia, professione, Chauveau (1870- Pierre-Henri de Valenciennes al danese Christoffer Wilhelm Eckersberg, che scoperta, che riproducono affreschi e a Rueil-Malmaison) ha realizzato 1940) è un artista singolare e un prima di lui erano andati a dipingere dal vivo le rovine antiche. In Inghilterra, la decori della Domus Tiberiana e della dopo essersi aggiudicata il Prix Le po’ dimenticato. Il museo parigino pittura di paesaggio (pur sottovalutata dalla Royal Academy) si era affermata casa di Livia sul Palatino. Del Louvre Bal de la Jeune Création avec l’Adagp lo riscopre grazie a un dono degli dalla fine del ’700, diventando essenziale per artisti come Turner e Constable. sono due sculture in marmo, tra cui un 2019, premio destinato al sostegno eredi di oltre 500 disegni, una Tornato in Francia nel 1828, Corot continuò a dipingere i paesaggi francesi, tra ritratto dell’imperatrice Domizia (75-100 di progetti a lungo termine. Il risultato cinquantina di sculture e vari cui il porto di Trouville in una tela del d’Orsay (1848-75). Dal 1830 gli artisti d.C.), rinvenute nella Domus Tiberiana è esposto fino al 12 aprile a Le Bal, documenti d’archivio. Chauveau cominciarono a disinteressarsi alle rovine romane e a cercare ispirazione nel 1865 e donate al museo. cominciò a scolpire nel 1905, altrove. Théodore Rousseau, capofila della scuola di Barbizon, e Courbet quando viveva a Versailles insieme dipinsero alberi al posto dei monumenti antichi. In Italia, dal 1862, i macchiaioli al nabi Georges Lacombe. Da Giovanni Fattori, Telemaco Signorini e Giuseppe Abati dipinsero il paesaggio subito mise al centro della sua toscano. A parlare di plein air in Francia fu Émile Zola, sostenitore degli opera creature ibride e strambe, Impressionisti sin dal 1868. Cézanne dipinse la campagna provenzale, mentre che rinviano alle gargolle medievali Eugène Boudin inventò le scene di spiaggia in Normandia. Tra i prestiti notevoli e agli antichi miti giapponesi. della mostra, la splendida «Spiaggia di Trouville» di Monet (1870, nella foto) La prima serie, «La Maison des dalla National Gallery di Londra. monstres» (1910-19), comprende 180 disegni a china; la sua prima scultura fu presentata al Salon © Yasmina Benabderrahmane / Adagp Paris 2020 Benabderrahmane / Adagp Paris © Yasmina d’Automne nel 1911. Nella foto che con Mack Books pubblica il libro l’autoritratto «Monstre», 1908. che accompagna la mostra. Nel 2012 Yasmina Benabderrahmane torna nel suo Marocco dopo 12 anni di assenza

per mappare i cambiamenti del Paese, cortesia dell’artista, © William Kentridge, foto Thus Dullart con uno sguardo che, combinando film e fotografia, procede tra vecchio e nuovo. Da un lato «la bestia» che Questa poesia non è nostra stravolge la fisionomia del territorio avanzando col suo cemento lungo Villeneuve d’Ascq. Il Lam-Musée d’art moderne, d’art contemporain et d’art brut presenta fino al 5 luglio una retrospettiva, la valle del fiume Bouregreg, verso la prima così importante in un museo francese, dedicata a William Kentridge, disegnatore e incisore sudafricano (nato a la foce tra Rabat e Salé, dove è in Johannesburg nel 1955), noto anche per i suoi film animati. La mostra «William Kentridge. A poem that is not our own», corso una grandiosa ripianificazione realizzata in stretta collaborazione con l’artista, allestisce anche opere mai esposte in Europa, come la serie di disegni urbana; dall’altro le tradizioni di realizzati per i decori della pièce teatrale «Sophiatown» (1986-89) che mette in scena la demolizione del quartiere nero di una terra ancestrale, dalle pendici Johannesburg. Kentridge, che ha studiato scienze politiche prima di frequentare a Parigi la scuola di teatro e mimo Jacques dell’Atlante alla zona desertica intorno Lecoq, è un artista prolifico che esplora tecniche diverse: scultura, acquarello, video, installazione, performance. La sua a Chichaoua, tra i villaggi immutabili è un’opera poetica che tratta di temi forti: apartheid, migrazione, decolonizzazione. Il Lam presenta uno dei primi film di nel tempo, dove l’esistenza è ancora animazione di Kentridge, del 1985, «Vetkoek-Fête Galante», dove l’artista mette a punto la sua tecnica particolare, che chiama scandita da gesti potenti e antichi «animazione del povero», basata su foto e disegni a carboncino. Sono esposte anche opere recenti, come l’installazione «O come l’uomo. Nella foto, «Danse», sentimental machine», del 2015, in cui Kentridge restituisce l’anticamera dell’Hotel Splendid Palas dell’isola Büyükada, nel Mar dalla serie «La Bête». di Marmara, dove Trotskij visse in esilio dal 1929 al 1933. È anche esposta la spettacolare «The Head & The Load Kaboom!»

q Chiara Coronelli Schmidt / Patrice Dist. RMN-Grand Palais © Musée d’Orsay, (nella foto), già presentata alla Tate Modern nel 2018, sul ruolo poco noto del Sudafrica nella seconda guerra mondiale.

IL GIORNALE DELL’ARTE NUMERO 406 MARZO 2020 | 37 A cura di Flavia Foradini, autrice di tutti gli articoli salvo diversa indicazione

IL GIORNALE DELLE MOSTRE Belvedere superiore Roll over BeethovenVIENNA

Vienna. Nel 250mo anniversario della nascita di Beetho- ven, compositore tedesco che a Vienna visse a lungo e Fasto tardogotico morì nel 1827, il Kunsthistorisches Museum produce un percorso espositivo che fa dialogare opere di artisti Ricomposto il polittico del Maestro di Mondsee figurativi del passato e del presente con la figura e l’u- niverso musicale di Beethoven. Col titolo «Beethoven muove», 120 dipinti, disegni, sculture, ma anche video e Fino al 17 maggio il Bel- tante registrazioni audio creano dal 25 marzo al 5 luglio vedere superiore dedica un tessuto visivo e sonoro sospeso tra arte e musica. la prima mostra monogra- Un viaggio sia musicale che artistico, durante il quale si fica a uno dei più fascinosi possono fra l’altro ascoltare brani da tutte le 32 sonate pittori tardomedievali atti- per pianoforte, cui la 43enne tedesca Jorinde Voigt ha cortesia dell’artista Timo Ohler © John Baldessari, Foto e di Sprüth Projects Magers e Beyer vi in Austria all’epilogo del dedicato altrettanti disegni e che sono inoltre giustapposte a un’opera monumentale del 42enne inglese Idris Khan. La V Sinfonia ’400, il Maestro di Mond- è esplicitata dai «Caprichos» del coevo Francisco de Goya, come da opere di altri due artisti che vissero lo stesso periodo storico see, concentrandosi sull’o- di Beethoven: Caspar David Friedrich e J.M.W. Turner. La selezione di opere comprende pure sculture di Rodin, il misterioso pera che ha coniato la pianoforte a coda di Rebecca Horn, lavori di Anselm Kiefer, John Baldessari (nella foto, «Beethoven’s Trumpet [with Ear] Opus # denominazione di questo 133», 2007) e Guido van der Werve, nonché un’opera realizzata appositamente da Tino Sehgal. Curata da Andreas Kugler, Jasper artista anonimo: i dipinti Sharp, Stefan Weppelmann e Andreas Zimmermann, la mostra propone esclusivamente opere provenienti da prestiti: «Non vole- di un polittico localizza- vamo un tipo di mostra che i nostri visitatori potessero aspettarsi e del resto egli fu un musicista che sorprese spesso il suo pubblico. to in origine nella chiesa Da qui l’idea di abbinare la sua musica a opere d’arte che la rispecchino o che possano evocare associazioni». q Flavia Foradini dell’Abbazia di Mondsee, e riunendone in mostra tutti gli 8 pannelli superstiti (la Pane, vino e pace (Con) l’arte si mangia La strana coppia cui ultima tavola, perduta da tempo, è stata acquisi- La data di apertura della prima Hadersdorf. È assurto a celebrità ta dal Landesmuseum di mostra del nuovo team al timone soprattutto con i suoi quadri-trappola, Linz nel 2015) e collocando della Kunsthalle di Vienna, l’8 divenuti nel tempo una sorta di marchio questo capolavoro nel con- marzo, non è casuale e si offre di fabbrica, ma la sessantennale testo dell’Autunno del Me- come una sostanziale indicazione carriera di Daniel Spoerri ha abbracciato

© Foto Johannes Stoll / Belvedere, Vienna Johannes Stoll / Belvedere, © Foto dioevo, di cui è una fastosa programmatica: siamo donne, eccoci numerosi altri campi artistici: dalla «La Circoncisione di Cristo» (1497 ca) del Maestro epitome. Gli 8 pannelli (5 qua. Mitteleuropee, aperte alle danza classica alla coreografia, dalla di Mondsee, dal Polittico dell’altare dell’Abbazia di Mondsee del Belvedere, 2 del Museo contaminazioni, alla cooperazione scenografia alla regia, all’arte culinaria. A di Linz e uno delle collezioni del principe di Liechtenstein, Vaduz e Vienna) spa- e alle intersezioni anche di genere, lungo è stato inoltre docente a Colonia, ziano fra raffigurazioni della Vergine, scene dell’infanzia di Cristo, ritratti dei già nel titolo dell’esposizione, Brest, Monaco e Vienna. Con un’energia Padri della Chiesa, il suggestivo paesaggio della «Fuga in Egitto», definendo la Ivet Ćurlin, Nataša Ilić e Sabina che lo ha sorretto senza sosta, facendolo

variegata declinazione poetica del Maestro di Mondsee. Le due acquisizioni più Sabolović guardano al presente, alla giungere ancora in attività al novantesimo Svizzera Glarus, 2019 / Namida AG, Vienna, © Belvedere, recenti (Museo di Linz) e l’affollata «Adorazione dei Magi» hanno colmato una mutevole idea di felicità, sullo sfondo genetliaco, l’enfant terrible di orgine Dagli anni ’60 e fino alla morte nel lacuna in questo complesso che andò separato e disperso in seguito alla disso- rumena (27 marzo 1930), cresciuto 2000 Friedensreich Hundertwasser è luzione dell’abbazia nel 1791, se non già prima, con la conversione della chiesa in Svizzera, Paese con cui ha sempre stato tra gli artisti austriaci di maggior in stile barocco: due ipotesi che rendono caso ancora più fortunato che le tavole conservato un rapporto controverso, e successo. Autore di inconfondibili dell’altare di Mondsee possano essere esposte riunite per la prima volta. Questo di casa sia a Vienna che in Toscana, tra opere variopinte, fu anche progettista permette alla mostra, curata da Veronika Pirker-Aurenhammer, di creare una la fine degli anni ’50 e l’inizio degli anni di case, spazi e oggettistica. Nel 1991 «trama narrativa» delineando contesto storico e influenze. Committente fu l’aba- ’60 è stato fra gli animatori del Nouveau inaugurò la sua KunstHausWien, un te Benedikt Eck von Vilsbiburg, che fece ricostruire in stile gotico fiammeggian- Réalisme nonché delle leggendarie edificio con facciate coloratissime, te la chiesa abbaziale di Mondsee e che aveva già commissionato la pala d’altare edizioni MAT. Instancabile nel lanciarsi in pavimenti sghembi e stanze senza della vicina chiesa di Sankt Wolfgang a Michael Pacher, riferimento non trascu- avventure, all’inizio degli anni ’90 Spoerri angoli, ma soprattutto museo dedicato rabile per il Maestro di Mondsee. La selezione comparativa di opere coeve pre- ha fondato il Giardino a Seggiano nella alla sua produzione e attivo nella senti in mostra (di autori quali Martin Schongauer, Israhel van Meckenem, il provincia di Grosseto, ospitando oltre realizzazione di mostre. Al Leopold Maestro degli Asburgo ecc.) indica le ampie conoscenze artistiche del Maestro cento sculture e installazioni proprie e Museum la mostra «Hundertwasser- di Mondsee: tedesche, norditaliche e, più di tutto, fiamminghe e borgognone. di amici artisti, disposte nel verde di Schiele. Imagine tomorrow» illustra Completa la mostra la sezione che, grazie a tecnologie d’avanguardia, porta in un’area di 16 ettari fra le colline toscane. fino al 31 agosto l’importanza che luce la composizione pittorica del Maestro di Mondsee a dimostrarne la maestria Nel piccolo paesino di Hadersdorf, a una Egon Schiele ebbe nell’evoluzione

e a offrire scorci del suo modus creativo. q Giovanni Pellinghelli del Monticello © Riproduzione riservata settantina di km da Vienna, nel 2009 ha artistica di Hundertwasser, come restaurato un antico convento, traendone rivelano l’acquarello «Bimbo contadino spazi espositivi al coperto e all’aperto, sloveno» o «Pepsi, il figlio del Dottor e un ristorante dove si realizzano le sue Freund», entrambi del 1955. Al grande Herr Professor insegna moda ricette. Per festeggiare 9 decenni di vita, espressionista, il giovane artista aveva dal 28 marzo al 31 ottobre la nuova dedicato già nel 1951 il testo poetico Con «SHOW OFF. Austrian Fashion Design» (fino di neocolonialismo e femminismo, mostra a Hadersdorf ruota attorno a Amo Schiele. Occasione per rivedere al 12 luglio) il MAK-Museum für angewandte ecologia e crescita economica. Il sessant’anni di produzione di Spoerri e molti Schiele e conoscere una fase Kunst non solo propone la prima retrospettiva titolo «...von Brot, Wein, Autos, in particolare attorno alla sua «Eat Art», meno nota di Hundertwasser, la mostra completa e trasversale sulla moda austriaca dagli Sicherheit und Frieden» («...pane, posta al centro del percorso espositivo fa dialogare 170 opere e documenti anni ’80 a oggi, ma esplicita anche la volontà di vino, automobili, sicurezza e pace») come fonte di ispirazione per una serie dei due artisti, provenienti da collezioni ampliare le proprie collezioni a questo particolare è ispirato al libro Globalization and di artisti invitati a dar sfogo a fantasia, pubbliche e private. Nella foto, «Le grand tema. Curata da Ulrike Tschabitzer-Handler con the Manufacture of Transient Events umorismo, ironia. chemin, St. Mandé-Seine» (1955). Andreas Bergbaur e la consulenza scientifica dell’artista e autore libanese Bilal di Brigitte Winkler, la mostra si configura come Khbeiz, che nel 2003 indicava con viaggio interdisciplinare che, grazie anche alle questo elenco ciò che una larga parte Soth parla in dialetto scenografiche installazioni di Gregor Eichinger, del mondo non poteva sperare di indaga tre temi principali. Innanzitutto, i capi di raggiungere: «La realtà è che anche a «Quello che mi piace è fotografare in un luogo di cui parlo la lingua, non solo letteralmen- abbigliamento vengono assimilati a oggetti di distanza di 17 anni ognuno di quegli te, e di cui conosco le sfumature. Dico sempre che la fotografia è un linguaggio, e che io design grazie all’approccio di circa 50 stilisti e elementi si è allontanato dal nostro parlo soprattutto questo dialetto americano». Nato a Minneapolis nel 1969, Alec Soth 30 fotografi. La moda come fenomeno sociale orizzonte o ha rivelato aspetti negativi, (che è pure editore, docente, Instagrammer e fotoreporter di Magnum) si vede dedicare e culturale è poi documentata dal mondo come le automobili, dicono le curatrici. dalla Kunst Haus Wien la personale «Alec Soth. Photography is a language», allestita massmediatico attraverso testimonianze di Però non serve piangersi addosso, fino all’8 agosto a cura di Verena Kaspar-Eisert. Nel suo linguaggio rigoroso, fatto di © Foto Stephan Armbruster© Foto eventi, riviste, interviste e documentari, mentre bensì ripensare il concetto di qualità rispetto, pudore e ritmi lenti, il realismo documentario viene a patti con una poetica che l’imprescindibile ruolo dell’Università di Vienna e dei suoi visiting professor di vita». Realizzata sia nella sede trasfigura l’ordinario. Il solco è quello della tradizione statunitense, da Walker Evans nella creazione di un panorama creativo locale motiva un percorso che a dentro al Museumsquartier, sia nella a Robert Frank a Stephen Shore, che lui percorre alla ricerca di equilibrio tra prossi- partire dagli anni ’80 e dalla spinta fortemente innovativa impressa dal rettore non lontana dépendance sulla piazza mità e distanza, condizione di ogni relazione e punto cruciale di un lavoro che ruota Oswald Oberhuber e dal primo «professore di moda», l’indimenticabile Karl San Carlo, la mostra espone fino all’8 intorno all’identità americana, a partire dal dirompente «Sleeping by the Mississippi» Lagerfeld, è poi continuato con star come Vivienne Westwood, Helmut Lang o maggio una trentina di artisti che del 2004. La rassegna prosegue con «NIAGARA» (2006), che documenta il rito precon- Raf Simons. «SHOW OFF» inizia presentando la U-fashion viennese e l’opera di negli ultimi 15 anni hanno lavorato fezionato delle promesse d’amore tra lo spettacolo delle cascate e i motel anonimi. Rudi Gernreich, che nella Los Angeles di fine anni ’70 rivoluzionò il concetto con il trio Ćurlin-Ilić-Sabolović: da Con «Broken Manual» (2010) riprende l’isolamento di eremiti e survivalisti in fuga dalla stesso di moda, per giungere a firme cult della scena contemporanea viennese Marwa Arsanios a Ines Doujak, da civilizzazione; mentre «Songbook» (2014) è un mosaico sulla vita delle comunità ame- come Kenneth Ize, Wendy & Jim e Andreas Kronthaler. Nella foto l’abito «Hour Tim Etchells a Oliver Ressler, a Daniel ricane. Il tutto è compreso tra il rimando agli esordi di «Looking for Love», coi bianchi e Glass Vase 1» di Marina Hoermanseder, collezione FW 15/16. q Elena Franzoia Spoerri, Hito Steyerl, Milica Tomic, neri scattati in Minnesota nel 1996, e i ritratti del recente «I Know How Furiously Your Adji Dieye. Heart Is Beating» (2019). q Chiara Coronelli

38 | IL GIORNALE DELL’ARTE NUMERO 406 MARZO 2020 IL GIORNALE DELL’ARTE Numero 406, marzo 2020 39

Calendario ITALIA Da vedere a marzo Il calendario aggiornato quotidianamente dei principali eventi in Italia e nel mondo è consultabile sul sito web di «Il Giornale dell’Arte» all’indirizzo www.ilgiornaledellarte.com/vederenelmondo

AOSTA La collezione di Paolo Della Grazia LA SPEZIA Lia Rumma Alfredo Mairino ➤ 30 marzo Notturno con figura ➤ 13 aprile nel giardino degli immortali MAR - Mus. Archeologico Regionale ➤ 7 giugno CAMeC Kentridge 14 marzo ➤ 30 maggio Thomas Dane Gallery Storia di Attilio➤ 22 marzo ➤ 22 marzo Carlo Fornara e il Divisionismo BRESCIA Oversize. Grandi capolavori dalle Lorenzelli Arte Lynda Benglis ➤ 14 marzo Gregorio Botta➤ 13 aprile Arnold Henry Savage Landor ➤ 15 marzo Palazzo Martinengo collezioni del CAM ➤ 20 settembre Christoph Ruckhaberle Alex. da Cunha 28 mar. ➤ 25 lug. Io dico io 20 marzo ➤ 28 giugno ➤ 14 giugno Centro Saint-Bénin Donne nell’arte da Tiziano a Stanza delle meraviglie ➤ 30 giu. 13 marzo ➤ 16 maggio Tiziana di Caro MaXXI MEF - Museo Ettore Fico Olivo Barbieri ➤ 19 aprile Boldini ➤ 7 giugno Michelangelo Penso ➤ 22 marzo Luca Tommasi Arte Contemporanea Parabasi ➤ 21 marzo At Home/A casa ➤ 17 marzo Nebojsa Despotovic ➤ 19 aprile ARCORE APalazzo Gallery BAU 2004-20 ➤ 20 giugno Alberto Di Fabio ➤ 28 marzo Umberto Di Marino Gio Ponti ➤ 13 aprile Massimo Vitali ➤ 5 luglio Villa Borromeo D’Adda Jonas Mekas ➤ 27 marzo MAMIANO DI TRAVERSETOLO Marcorossi artecontemporanea Ana Manso ➤ 18 marzo Konstantin Grcic ➤ 15 marzo Reinas. Zaza Calzia, Maria Lai, Carla Maria Maggi Galleria Massimo Minini Fondazione Magnani Rocca Sergi Barnils ➤ 28 marzo Pedro Neves Marques Real Italy ➤ 26 aprile Lalla Lussu, Rosanna Rossi 8 marzo ➤ 3 maggio Yona Friedman ➤ 28 marzo Luigi Magnani 14 mar. ➤ 12 luglio Massimo De Carlo (P. Belgioioso) 26 marzo ➤ 30 aprile Mercati di Traiano 4 marzo ➤ 10 maggio Tony Lewis ➤ 28 marzo Roma antica modello di città Museo Naz. del Risorgimento Italiano ASCOLI PICENO Paci contemporary MANTOVA NOVARA Erwin Olaf 20 mar. ➤ 30 settembre Massimo De Carlo (viale Lombardia) ➤ 6 settembre Tiziana e Gianni Baldizzone Forte Malatesta Palazzo Te ➤ Castello Visconteo di Novara Musei Capitolini ➤ Tomoo Gokita 4 marzo 18 luglio Divisionismo ➤ 5 aprile 30 agosto Gino De Dominicis CREMONA Giulio Romano Experience Officine dell’Immagine The Torlonia Marbles OGR - Officine Grandi Riparazioni 14 marzo ➤ 7 giugno Museo Civico Ala Ponzone ➤ 30 giugno Dimitri Fagbohoun ➤ 19 aprile NUORO 25 marzo ➤ 10 gennaio Dancing is what we make of falling Palazzo dei Capitani del Popolo Orazio Gentileschi Palazzo Te e Sedi varie Officine Saffi MAN Musei di San Salvatore in Lauro ➤ 22 marzo Tullio Pericoli ➤ 3 maggio 14 marzo ➤ 21 giugno Biennale della Fotografia Sardegna-Piemonte: una visione Rinascimento Marchigiano ➤ ➤ Yewen Dong, Johannes Nagel Trevor Paglen 12 mar. 31 maggio BARD FAENZA Femminile 5 29 marzo 17 marzo ➤ 24 aprile postcoloniale 13 mar. ➤ 14 giugno ➤ 5 luglio Palazzo Barolo MIC Casa del Mantegna Musei Vaticani Forte di Bard ➤ Other Size Gallery PADOVA Ritratto fotografico ottocentesco Stefano Unterthiner ➤ 2 giugno Picasso. La sfida della ceramica Nerone. Orlando Furioso 10 mag. Stefano De Luigi ➤ 10 aprile Collezioni in dialogo ➤ 15 maggio ➤ 5 aprile Ottone Rosai ➤ 10 maggio Musei Civici agli Eremitani Wildlife Photographers of the Year ➤ 13 aprile Prometeogallery Novecento Italiano ➤ 10 maggio Mater Amazonia ➤ 26 aprile Palazzo Madama ➤ 2 giugno Donazione Levi ➤ 3 maggio MILANO Regina José Galindo ➤ 14 marzo Museo Diocesano di Padova I Sarcofagi di Bethesda ➤ 29 mar. Andrea Mantegna ➤ 4 maggio PhotoAnsa 2019 ➤ 7 giugno BAG Bocconi art Gallery Red Lab Gallery/Miele ➤ La Pala dei Decemviri di Pietro Argenti preziosi 19 mar. ➤ 2 set. Da Donatello a Riccio 2 giugno ➤ Dagli Impressionisti a Picasso. Castello Estense Ulderico Tramacere ➤ 30 marzo Mario Cresci ➤ 4 aprile Perugino 30 aprile PAV - Parco d’Arte Vivente Collezione della Johannesburg Art Renata Fabbri arte contemporanea PALERMO Folon. L’etica della poesia Arahmaiani 6 marzo ➤ 31 maggio Gaetano Previati e il rinnovamento Palazzo Abatellis ➤ Gallery ➤ 2 giugno artistico tra Ferrara e Milano La Sala delle Asse di Leonardo Giovanni Kronenberg ➤ 28 marzo 18 marzo 21 giugno Alberto Peola ➤ ➤ 19 aprile Ristorante Cracco I metalli islamici con iscrizioni Museo dell’Ara Pacis Giuseppe Mulas ➤ 14 marzo BARI 7 giugno ebraiche ➤ 30 aprile ➤ Castello Normanno Svevo PAC - Padiglione d’Arte L’atelier di Leonardo e il Salvator Giovanni Ozzola ➤ 22 aprile Sergio Leone 3 maggio Gagliardi e Domke Mundi ➤ 19 aprile Salamon Fine Art Palazzo Branciforte Museo di Roma Reale Virtuale ➤ 10 aprile Gradazioni di luce ➤ 30 marzo Contemporanea ➤ ➤ I segreti della sinistra mano di Massimiliano Galliani ➤ 18 marzo Loredana Longo 29 marzo Canova ➤ 15 marzo Galleria Franco Noero Approdi e naufragi 30 marzo Arte e Avanguardia a Ferrara Pal. Reale - Palazzo dei Normanni 1963-93 ➤ 15 marzo Leonard ➤ 19 aprile Spazio Ventura XV Museo di Roma in Trastevere Henrik Hakansson ➤ 2 maggio Palazzo Ateneo ➤ O’TAMA ➤ 6 aprile ➤ Arte, collezionismo, gusto Collezione Franco Farina ➤ 15 mar. Cesare Colombo 14 giugno Nikola Tesla ➤ 29 marzo Ara Guler 3 maggio In Arco Chiostri di Sant’Eustorgio - Museo STILL Villa Zito Mus. d.Villa Torlonia/Cas. d. Civette Nicholas Howey, Stefano Peroli antiquario nel Palazzo degli Studi Nicola Pucci ➤ 29 marzo di Bari (1875-1928) ➤ 24 aprile Giuseppe De Nittis ➤ 13 aprile Diocesano Carlo Maria Martini Marco Craig ➤ 27 marzo Opere dell’artista Garth Speight ➤ 11 aprile Gauguin, Matisse, Chagall Studio d’arte Cannaviello PARMA ➤ 22 marzo Luce Gallery BARLETTA FIRENZE ➤ 17 maggio ➤ Museo di Villa Torlonia - Casino dei ➤ Pinacoteca Giuseppe De Nittis Biblioteca Medicea Laurenziana Federica Giulianini 30 marzo CSAC Dominic Chambers 12 marzo Fondazione Adolfo Pini Marion Fink 5 marzo ➤ 28 aprile Massimo Bartolini ➤ 22 marzo Principi Moitre Boldini dal Museo Boldini di Mappe nelle collezioni del Bongiovanni Radice ➤ 27 marzo Carlo Levi ➤ 22 marzo ➤ The Flat - Massimo Carasi Fondazione Cariparma Giulio Alvigini 7 marzo ➤ 18 aprile Ferrara 3 maggio Granduca Cosimo III de’ Medici Fondazione Corrente Museo Naz. Etrusco di Villa Giulia ➤ ➤ 29 maggio Michael Bevilacqua, Andrea La Certosa di Parma ➤ 31 maggio Ilario Caliendo 7 marzo 18 aprile BERGAMO Corrente e l’Europa 1938-45 Carpita ➤ 10 aprile Palazzo Dalla Rosa Prati Evgeny Antufiev 21 mar. ➤ 3 mag. Weber & Weber Accademia Carrara Biblioteca Nazionale Centrale ➤ 19 marzo Museo Naz. Romano - Pal. Altemps Leonardo di carta in carta ➤ 15 mar. The Open Box Vincent Van Gogh Multimedia & Giuseppe Alletto ➤ 14 marzo Tiziano e Caravaggio in Peterzano Fondazione Forma per la Fotografia Sergio Limonta ➤ 30 marzo Friends ➤ 26 aprile De Pisis 20 marzo ➤ 20 giugno ➤ 17 maggio Collezione Casamonti Gianni Berengo Gardin ➤ 5 aprile Palazzo delle Esposizioni URBINO Dagli anni ’60 agli inizi del XXI Tommaso Calabro Art Gallery Palazzo del Governatore Galleria Nazionale delle Marche GAMeC Fondazione Prada ➤ Gabriele Basilico ➤ 13 aprile secolo ➤ 26 maggio ➤ Casa Iolas. Citofonare Vezzoli Time Machine 3 maggio ➤ Raphael Ware ➤ 13 aprile Antonio Rovaldi ➤ 18 maggio Jean-Luc Godard 30 marzo 27 marzo ➤ 8 giugno Palazzo della Pilotta Jim Dine 2 giugno Palazzo Storico Credito Bergamasco Fondazione CR Firenze Chinese Export Porcelain Scuderie del Quirinale VENARIA I colori di Arlecchino ➤ 30 aprile Viasaterna arte contemporanea Fornasetti 5 marzo ➤ 30 settembre Piero Cattaneo ➤ 27 marzo ➤ 28 settembre ➤ Raffaello 5 marzo ➤ 2 giugno Reggia di Venaria Reale Paci Gallerie degli Uffizi Liu Ye ➤ 28 settembre Cristobal Gracia 10 mar. 19 apr. PESARO Vistamarestudio Sedi varie Sfida al Barocco. Roma Torino BOLOGNA I Niobidi dagli Horti Lamiani e Fondazione Stelline Centro Arti Visive Pescheria Artisti che collezionano artisti Centro Arti e Scienze Golinelli Anna Franceschini ➤ 21 marzo Parigi 1680-1750 dalla villa di Valerio Messalla Giulio Di Sturco ➤ 22 marzo Gianni Politi ➤ 15 marzo ➤ 27 settembre 13 marzo ➤ 14 giugno U.MANO. Arte e scienza: antica Corvino ➤ 15 marzo VS Arte ➤ Gallerie d’Italia - Piazza Scala ➤ Oscar Piattella 31 mar. 7 giugno Alessandra Bonomo Paolo Pellegrin 28 mar. ➤ 20 set. misura, nuova civiltà ➤ 9 aprile Museo de’ Medici Canova e Thorvaldsen ➤ 15 marzo Tommaso Dognazzi 28 marzo ➤ Zero... PIANEZZA Fosco Valentini 30 marzo Complesso monumentale di Santa Cosimo I. Spolveri di un grande Gam - Galleria d’Arte Moderna Sabrina Mirri ➤ 30 marzo VENEZIA Maria della Vita affresco ➤ 24 marzo Adam Gordon ➤ 4 aprile Villa Casalegno Arsenale Nord Canova. I volti ideali ➤ 15 marzo Mario Lisa 7 marzo ➤ 5 aprile Gagosian Gallery Women. Un mondo in cambiamento Museo della Fondazione Scienza e ICA Milano ➤ Premio Arte Laguna ➤ MODENA Y.Z. Kami 21 marzo 17 maggio Tecnica Charles Atlas ➤ 19 aprile Galleria Civica - Pal. dei Giardini PRATO Galleria Berardi 21 marzo ➤ 13 aprile Fondazione Lercaro Cacao tra Cielo e Terra ➤ 13 aprile Istituto Svizzero ➤ Centro Pecci ➤ Ca’ Foscari Esposizioni ➤ Geumhyung Jeong 2 giugno Giovanni Battista Crema 4 aprile Ettore Frani 26 aprile Museo di Palazzo Davanzati Marc Bauer ➤ 21 marzo Galleria Civica - Pal. S. Margherita Mario Rizzi ➤ 15 marzo Galleria Continua Illusion ➤ 4 aprile Fondazione del Monte di Bologna e Bellezza e nobili ornamenti nella MUDEC - Museo delle Culture Yael Bartana. Cast Off ➤ 13 aprile Luca Vitone ➤ 15 marzo José Jaque ➤ 23 marzo Casa dei Tre Oci Ravenna moda e nell’arredo del Seicento Elliott Erwitt ➤ 15 marzo The Missing Planet ➤ 3 maggio ➤ Jacques Henri Lartigue ➤ 14 giu. ➤ Gallerie Estensi If I Died 26 aprile Body Configurations 18 aprile ➤ 13 aprile Robot 4 marzo ➤ 26 luglio William Henry Fox Talbot Kenè/Spazio ➤ 20 marzo Galleria del Laocoonte Collezione Peggy Guggenheim MAMbo Museo Novecento Museo del Novecento 28 marzo ➤ 28 giugno Museo di Palazzo Pretorio Publio Morbiducci ➤ 12 marzo Arte dall’Africa,dall’Oceania e AGAINandAGAINandAGAINand Sergio Limonta ➤ 30 aprile Carla Accardi 27 mar. ➤ 30 agosto Mata - Manifattura Tabacchi Modena Il Seicento napoletano ➤ 13 aprile Lorcan O’Neill (Vicolo dei Catinari) dalle Americhe ➤ 14 giugno ➤ 3 maggio ➤ Michele De Lucchi 30 aprile Museo Nazionale della Scienza e Kenro IZu ➤ 13 aprile REGGIO EMILIA Pietro Ruffo ➤ 30 aprile Fondazione Cini - Le Stanze del Vetro Museo Civico Archeologico Elena Mazzi ➤ 30 aprile della Tecnologia Leonardo da Vinci Set - Spazio Eventi Tirso Venice and American Studio Glass Etruschi ➤ 24 maggio Musei Civici - Palazzo dei Musei Biblioteca Panizzi Emanuele Becheri ➤ 30 aprile Roberto Ciaccio ➤ 8 marzo Storie d’Egitto ➤ 7 giugno Frida Kahlo e Diego Rivera ➤ 29 mar. 23 marzo ➤ 26 luglio Museo Civico del Risorgimento ➤ Raffaello e l’incisione europea dal Fabio Mauri 30 aprile Palazzo Pirelli Carosello, SuperGulp, Comix ➤ Wegil Fondazione V-A-C Ebrei in camicia rossa. Dal Allan Kaprow ➤ 4 giugno Cinque all’Ottocento 5 aprile La fotografia di ricerca in 7 marzo ➤ 10 maggio Collezione Maramotti Elliott Erwitt ➤ 17 maggio Non-Extractive Architecture Risorgimento alla Resistenza Palazzo Corsini Suarez Lombardia e in Italia ➤ 22 marzo 21 marzo ➤ 31 gennaio ➤ 29 marzo Museo della Figurina Svenja Deininger 8 mar. ➤ 26 luglio ROVERETO Libri e lettori nel 1820-1923 Palazzo Reale Bici davvero! ➤ 13 aprile Magazzino del Sale n.5 Museo Civico Medievale ➤ 30 giugno Georges de la Tour ➤ 7 giugno RIVOLI Casa d’Arte Futurista Depero Italo Rondinella 7 mar. ➤ 15 aprile Scultura lignea a Bologna dal Teatro anatomico di Modena Tuuumultum! ➤ 29 marzo Palazzo Medici Riccardi Margaret Bourke-White Marina Abramovic 8 mar. ➤ 30 giu. Castello di Rivoli Museo Correr Romanico al Duecento ➤ 13 aprile Tutankhamon ➤ 2 giugno 18 marzo ➤ 28 giugno Claudia Comte ➤ 3 maggio MART Francesco Morosini➤ 3 maggio Traces ➤ 22 marzo Palazzo Pitti MONZA Renato Leotta ➤ 28 giugno La collezione di Paolo Della Grazia Pirelli Hangar Bicocca ➤ Museo Ebraico di Venezia Museo di Palazzo Poggi Ai piedi degli dei ➤ 19 aprile Trisha Baga ➤ 19 luglio Arengario Giorgio Morandi ➤ 28 giugno 22 aprile Igor Skaletsky ➤ 17 maggio Nicola Toffolini ➤ 30 marzo Giovanna Garzoni 6 mar. ➤ 7 giu. Steve McCurry ➤ 13 aprile La Collezione di Uli Sigg di arte Nuova figurazione in Italia ➤ 24 mag. Triennale di Milano ➤ Palazzo Grassi Padiglione de l’Esprit Nouveau Manoscritti e miniature recuperati Francesca Torzo ➤ 29 marzo Villa Reale contemporanea cinese ➤ 21 giugno Italo Zannier 31 maggio Cartier-Bresson 22 mar. ➤ 10 gen. Mika Taanila ➤ 30 marzo dal Nucleo Tutela del Patrimonio di Giancarlo De Carlo ➤ 29 marzo Argenterie Reali Contemporary James Richards ➤ 28 giugno I diari di Yervant Gianikian e Angela ➤ Ricci Lucchi ➤ 31 maggio Youssef Nabil 22 mar. 10 gen. Palazzo Albergati Firenze 21 marzo ➤ 23 giugno Veneranda Biblioteca Ambrosiana ➤ 27 marzo Punta della Dogana Monet e gli Impressionisti. Dal Royal Dalì ➤ 7 dicembre 2021 ROMA Palazzo Strozzi Leonardo da Vinci e Guido da Accademia di Francia a Roma SAN LAZZARO DI SAVENA Untitled 2020 22 mar. ➤ 13 dic. Musée Marmottan Monet, Parigi Tomas Saraceno ➤ 19 luglio Vigevano ➤ 29 marzo Giappone ➤ 2 giugno Fondazione Massimo e Sonia Cirulli ➤ Johan Creten 26 mar. ➤ 21 giugno Galleria Michela Rizzo 13 marzo 12 luglio Palazzo Vecchio A arte Invernizzi Villa Contemporanea L’archivio animato. Lavori in corso Antonio Rovaldi ➤ 28 marzo Palazzo Belloni ➤ Accademia Tedesca - Villa Massimo Gli arazzi di Cosimo I de’ Medici Pino Pinelli ➤ 6 maggio Thomas Scalco 18 aprile ➤ ➤ 17 maggio NOI ...non erano solo canzonette ➤ 29 agosto 2021 Famed. Botta e risposta 16 mar. VERONA Building MURANO Casa di Goethe SAN GIMIGNANO ➤ 12 aprile Nel palazzo di Cosimo ➤ 15 marzo Sophie Ko, Valerie Krause, Marco Museo di Castelvecchio Palazzo Bentivoglio Museo del Vetro Fonti d’ispirazione ➤ 20 settembre Museo Archeologico Carlo Scarpa ➤ 29 marzo Villa Bardini Andrea Magni ➤ 28 marzo Livio Seguso ➤ 12 aprile ➤ Sissi. Vestimenti ➤ 19 aprile Enigma Pinocchio ➤ 22 marzo Centrale Montemartini Hinthial 31 maggio Palazzo della Gran Guardia Cardi Gallery Miresi ➤ 26 aprile Galleria Continua Palazzo d’Accursio BASE / Progetti per l’arte Shozo Shimamoto ➤ 10 luglio NAPOLI Il tempo di Giacometti da Chagall Domenica Regazzoni, Lucio Dalla a Karin Sander ➤ 21 marzo Certosa e Museo Naz. di San Martino Chiostro del Bramante The Artist-Collector’s Dream/ a Kandinsky ➤ 5 aprile Case Chiuse HQ Banksy 21 marzo ➤ 26 luglio Berlinde De Bruyckere/ Marta 4 mani ➤ 19 marzo Crumb Gallery Case Chiuse 08 ➤ 18 aprile L’Aleph di Napoli ➤ 21 marzo Galleria dello Scudo Palazzo Fava - Genus Bononiae ➤ Fondazione Morra - Museo H. Nitsch Colosseo Spagnoli ➤ 5 ottobre Arcangelo Sassolino ➤ 28 marzo Letizia Battaglia 7 mar. 7 aprile CE contemporary ➤ Il Polittico Griffoni Eduardo Secci Contemporary Kate Tedman ➤ 28 marzo Matteo Fraterno ➤ 14 marzo Carthago 29 marzo TORINO Marcorossi Artecontemporanea 2 marzo ➤ 28 giugno Mateusz Chorobski ➤ 18 aprile Fabbrica del Vapore Gallerie d’Italia- Galleria di Palazzo Domus Aurea Accademia Albertina di Belle Arti Sergi Barnils ➤ 28 marzo Palazzo Re Enzo Frittelli Arte Contemporanea ➤ Zevallos Stigliano Raffaello e la Domus Aurea Incanti Russi ➤ 22 marzo Studio la Città L’esercito di Terracotta 5 aprile ➤ Ann Veronica Janssens ➤ 20 marzo Vasco Bendini ➤ 24 aprile Fabbrica Eos David e Caravaggio ➤ 19 aprile 24 marzo 10 gennaio Camera Vetro 21 marzo ➤ 16 maggio Fondazione Alda Fendi - Esperimenti Villa delle Rose - Mambo Georges Adéagbo ➤ 24 aprile Davide Bramante 6 mar. ➤ 18 apr. MADRE Da Capa a Ghirri. Capolavori dalla VICENZA Antoni Muntadas ➤ 22 marzo Galleria Poggiali Federico Luger Gallery I sei anni di Marcello Rumma, . Santi Pietro e Paolo Collezione Bertero ➤ 10 maggio Cubo - Centro Unipol Bologna ➤ 1965-70 ➤ 13 aprile ➤ 15 marzo Basilica Palladiana Fabio Viale 16 maggio Francesco Fossati ➤ 31 marzo Fondazione Giorgio Amendola Ubaldo Oppi ➤ 13 aprile Alessandro Lupi ➤ 28 marzo Il Bisonte HyperGames ➤ 31 marzo Mann Fondazione Memmo Nicola Galante ➤ 15 marzo Enrico Astuni Conversation Piece ➤ 22 marzo Fondazione Coppola Gianni Verna 5 ➤ 27 marzo Francesca Minini Capire il cambiamento climatico Fondaz- Sandretto Re Rebaudengo ➤ S.p.A.A. Società per Azioni ➤ 31 maggio Fondazione Roma Museo Berlinde de Bruyckere ➤ 15 marzo Levy, Mirza, Zanon, Castelli 31 Patrizia Pepe Yona Friedman ➤ 14 marzo marzo Artistiche ➤ 9 maggio Chiara Gullo, Raffaele Milazzo Lascaux 3.0 ➤ 31 maggio Ahmed Alsoudani 26 mar. ➤ 20 set. GAM Galleria Fumagalli Gall. d’Italia - Pal. Leoni Montanari Galleria Cinquantasei ➤ 28 marzo Stefano Scheda ➤ 18 aprile Gli Etruschi e il Mann Galleria d’Arte Moderna di Roma Pittura spazio Scultura ➤ 4 ottobre Giovanni Lombardini/Matteo Tornabuoni Arte (Lungarno Cellini 3) 16 marzo ➤ 31 ottobre László Moholy-Nagy ➤ 15 marzo La riscoperta della Fiera di Saluzzo Le icone russe in dialogo con Galleria Milano Valery Koshlyakov Pagani ➤ 15 maggio Antologia scelta 2020 ➤ 30 giugno Enzo Mari. Falce e martello Museo e Real Bosco di Capodimonte Sandor Valy ➤ 15 marzo di Carlo Pittara ➤ 13 aprile ➤ 12 marzo ➤ 28 febbraio 2021 Galleria d’Arte Maggiore G.A.M. FONTANELLATO 24 marzo ➤ 30 maggio Santiago Calatrava ➤ 10 maggio Miresi 19 aprile Helmut Newton ➤ 3 maggio Vasco Bendini ➤ 30 marzo Galleria Patricia Armocida Napoli Napoli di lava, porcellana e Gal. Naz. d’Arte Moderna e Contemp. MAO - Museo d’Arte Orientale Palladio Museum Labirinto della Masone ➤ Alessandro Papafava ➤ 13 set. Galleria de’ Foscherari ➤ Eron ➤ 4 aprile musica ➤ 21 giugno Maria Elisabetta Novello 13 apr. La Regina Madre dell’Occidente Michele Zaza ➤ 14 marzo Wendingen 1918-31 15 marzo Il Filo d’Arianna ➤ 1 maggio Galleria Poggiali Palazzo Reale Galleria Spazia Olaf Breuning ➤ 28 marzo Hidetoshi Nagasawa ➤ 10 marzo Via dell’Inferno➤ 28 marzo Ricci e Umberto Eco 15 marzo ➤ 15 ottobre Galleria Raffaella Cortese Piazza Municipio Le fiere di marzo Gallleriapiù Yael Bartana➤ 16 maggio Liu Ruowang ➤ 31 marzo Ivana Spinelli ➤ 28 marzo FORLÌ Galleria Silva Villa Pignatelli 29 feb.-8 mar. Parma Mercanteinfiera OTTO Gallery Fondazione Dino Zoli Carlo Levi 12 marzo ➤ 11 aprile 100 anni dell’Associazione 5-8 mar. Bruxelles Collectible ➤ Lucia Bubilda Nanni ➤ 19 aprile Urs Lüthi 30 aprile Giò Marconi Alessandro Scarlatti ➤ 3 maggio 5-8 mar. New York The Armory Show P420 Musei San Domenico ➤ Mario Schifano 20 marzo Al Blu di Prussia 5-8 mar. New York Scope Franco Vaccari ➤ 21 marzo Ulisse. L’arte e il mito ➤ 21 giugno Glauco Cavaciuti Naturalia ➤ 30 aprile Spazio e immagini GENOVA Giulia Ligresti ➤ 30 aprile Alfonso Artiaco 7-15 mar. Maastricht Tefaf Ugo La Pietra - Adolfo Natalini. In Palazzo della Meridiana kaufmann repetto David Tremlett ➤ 18 aprile 19-22 mar. Milano MIA Photo Phair 2020 dialogo ➤ 28 marzo Da Cambiaso a Magnasco ➤ 28 giu. Vent’anni ➤ 21 marzo Annarumma 22-24 mar. Cremona Arte Cremona 2020 BOLZANO Palazzo Ducale La casa di vetro Haavard Homstvedt ➤ 30 aprile 25-28 mar. Dubai Art Dubai Fondazione Antonio Dalle Nogare Il secondo principio di un artista La Guerra Totale. Fotografie degli CasaMadre Arte Contemporanea 25-30 mar. Parigi Salon du Dessin / Drawing Now Peter Wachtler ➤ 9 maggio chiamato Banksy ➤ 29 marzo Archivi di Stato americani Stefano Arienti ➤ 30 aprile Museion Michelangelo 26 marzo ➤ 19 luglio ➤ 27 giugno Studio Trisorio 26-29 mar. Bruxelles Eurantica PROPAGANDA. THE ART OF POLITICAL INDOCTRINATION WORKS FROM THE FONDAZIONE MASSIMO E SONIA CIRULLI

CASA ITALIANA NEW YORK UNIVERSITY ZERILLI-MARIMÒ MARCH 4-APRIL 17, 2020

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