Quaderno 2 MODENA.Indd

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Quaderno 2 MODENA.Indd GLI ESTE DOPO GLI ESTE a cura di Pamela Volpi e Valentino Sani A MODENA E SASSUOLO NEI LUOGHI DEL POTERE ESTENSE Sommario Luoghi Piante 4 Modena nel Seicento 6 Modena tra Settecento e Ottocento 7 Modena oggi 8 Palazzo ducale, Modena 20 Collegio San Carlo, Modena 24 Palazzo ducale, Sassuolo 38 Cronologia del ducato estense 42 Albero genealogico degli Este 46 Ascolti musicali 50 Bibliografia essenziale Gli itinerari culturali di Bel composto: storia, arte, musica fascicolo n. 2/2019 | sabato 6 aprile 2019 a cura di Pamela Volpi e Valentino Sani Modena nel Seicento Palazzo ducale Collegio San Carlo 4 5 Modena tra Settecento e Ottocento Modena oggi Palazzo ducale Collegio San Carlo 6 7 cazione delle terre ferraresi da parte di Clemen- ultimata (lato destro e torrione centrale comple- te VIII. Ferrara faceva parte dei territori dello tati, lato sinistro al secondo piano), il grande sca- Stato pontifi cio mentre il ducato di Modena e lone e il loggiato sui lati sud e ovest del cortile. Reggio era feudo di in- Con i duchi Rinaldo I, vestitura imperiale. Francesco III ed Ercole La ricca e numerosa III, la costruzione non corte potè a stento in- progredì molto se si ec- sediarsi in città: oltre al cettua il completamento castello, furono occupati della facciata sinistra; si due palazzi di famiglie deve invece a France- nobili modenesi, due sco IV e Francesco V interi conventi, per cui (prima metà dell'Ot- fu indispensabile met- tocento) il completa- ter subito mano a lavori mento del lato orientale di adeguamento e am- (fronte prospiciente i pliamento del castello. 1 giardini ducali) e dei Nonostante le modifi che due lati mancanti del in esecuzione, France- loggiato. sco I – duca nel 1629 I piani alti dell’ala nord – concepì e volle ferma- occidentale vennero poi mente un «palagio novo ultimati solo nel 1941 e, et grande» adeguato bombardati nel 1944, all’importanza del ca- vennero ricostruiti su- sato. Dopo le mediocri bito fi nita la guerra. proposte degli architetti Dopo vari lavori di ade- di corte, l’incarico venne guamento e consistenti Palazzo ducale Modena assegnato a Bartolo- restauri strutturali du- meo Avanzini. rati dodici anni, il pa- SCHEDA RIASSUNTIVA controllo della via d’acqua navigabile fi no al Po L’architetto, cresciuto lazzo è stato oggetto di e a Ferrara, la disponibilità di spazio e di ter- alla scuola del Vignola completa ripulitura e ri- DATA reno non paludoso, nonchè l’ingresso da una e collaboratore del Ber- tinteggiatura nei colori dal 1634 delle porte principali della città, porta Albare- nini, ne propose alcuni originari. disegni secondo i canoni ARCHITETTURA to. Attraverso vicende di distruzioni, incendi e Bartolomeo Avanzini rifacimenti, nel Cinquecento il castello si pre- dell’epoca, interamen- Facciata (Roma, 1608-Modena, 1658) sentava con una pianta pressappoco rettango- te giocati sul grandioso La facciata si impone lare, con il lato lungo in direzione nord-sud, era eff etto scenico della fac- per la sua qualità com- INTERNI interamente circondato da un fosso alimentato ciata principale rivolta positiva, merito delle DECORAZIONI PITTORICHE E IN STUCCO dai canali; era costruito su due piani con am- a sud, verso la piazza di soluzioni di studiato Francesco Stringa città, e dell’ampio cortile equilibrio dimensionale (Modena, 1635-1709) pio sottotetto; aveva due ponti levatoi difesi da Antonio Traeri rivellini e due torri: una all’angolo nord-est e nord aperto sul paesag- e di ornato. Pregevole (detto il Cestellino. Modena, notizie 1694-1730) l’altra a sud-est. gio agreste e fl uviale. Nel il torrione centrale per Marco Antonio Franceschini 1634 iniziarono i la- l’elegante balconata e il Il castello fu saltuaria dimora della famiglia 2 (Bologna, 1648-1729) d’Este, residenza del governatore, del capitano vori con il tombamento colonnato che la sostie- Luigi Quaini (Ravenna, 1643-Bologna, 1717) di piazza e di ospiti di riguardo in transito per dei canali e la costru- ne. Nelle nicchie ai lati Enrico Haff ner Modena per cui se ne deduce che l’edifi cio cin- zione delle fondamenta dell’ingresso due statue, (Bologna, 1640-1702) quecentesco dovesse avere già perduto da mol- della grandiosa facciata. Ercole e il console to tempo la rusticità del maniero medioevale La costruzione dovette Emilio Lepido (1), Fu il marchese Obizzo II d’Este, primo signo- per adeguarsi piuttosto alle esigenze della resi- necessariamente pro- realizzate dallo sculto- re di Modena, a volere nel 1291 la costruzione denza patrizia. La vita tranquilla del castello di cedere senza interferire re reggiano Prospero di un castello nella parte nord est della città, a provincia si fece turbolenta nel 1598, quando con l’utilizzo del vecchio Sogari detto il Clemen- ridosso dell’antica cinta muraria e in prossimi- la capitale estense dovette spostarsi in fretta castello e, tra diffi coltà te (Reggio Emilia, 1516-1584), tà della confl uenza dei tre principali collettori e furia da Ferrara a Modena. All’origine del economiche e ripensa- tra il 1565 e il 1568, urbani nel canale Naviglio, già attrezzato con trasferimento fu la morte di Alfonso II – privo menti progettuali, giun- conservate inizialmente banchine e pontili. La scelta del luogo era ri- di discendenza diretta – e la nomina a duca di se alla fi ne del Settecen- nel palazzo Scaruffi di spondente a requisiti importanti fra i quali: il suo cugino Cesare, con la conseguente rivendi- to con la facciata quasi 3 Reggio per essere poi 8 9 donate nel 1724 al duca Rinaldo I dalla contes- 1687 e il 1690, le restanti sei sono di epoca tre l’armeria fu portata in Austria; le collezioni APPARTAMENTO DEI PRINCIPI sa Prati Scaruffi. I preziosi bronzi che decora- romana e provengono dalla famosa Villa d’E- vennero poi donate da Francesco V alla città di E CAPPELLA DUCALE vano il portone andarono dispersi durante le ste di Tivoli. La scultura di maggior pregio è Modena nel 1868 e dal 1880 esposte al pubbli- ARCHIVIO, BIBLIOTECA E PINACOTECA vicende che portarono al governo provvisorio senz’altro Minerva che, durante l’occupazione co nel Palazzo dei Musei. Anche l’arredo otto- (oggi biblioteca) nel 1796 e rimasero solo i due mascheroni, che francese del 1796, venne trasportata in piazza centesco rimase quasi interamente nel palazzo È sistemata al piano nobile del palazzo, con ora reggono la catena di fronte all’ingresso. Le Grande per rappresentarvi «la libertà» e subì ma dovette esser conservato in depositi a causa ingresso principale posto a destra dello scalo- statue della balconata alla sommità del- alcuni gravi danneggiamenti. della necessità di adeguare gli spazi ai nuovi ne d'onore. Anticamente questi ambienti svol- la facciata del palazzo rappresentano, sul lato Dallo scalone si accede al bellissimo loggiato utilizzi: prefettura, tri- sero diverse funzioni: destro, Ercole, Giunone, Pallade e Mer- ,da cui si può apprezzare completamente l’ar- bunale, accademia mi- da appartamento dei curio, realizzate verso la fine del Seicento, moniosità e l’ariosità che ne caratterizzano litare. L’appartamento principi, con cappella mentre sul lato sinistro si ammirano le statue di l’insieme compositivo. Le statue disposte nelle privato, invece, fu man- ducale e accesso sopra- Vulcano, Cerere, Bacco e Venere realizzate nicchie sono opere in legno e stucco. tenuto integro e funzio- elevato alla prospicente dal modenese Giuseppe Graziosi (Savignano sul nale per poter essere a chiesa di s. Domenico, Panaro, 1879-Firenze, 1942) in sostituzione delle pre- Suddivisione degli interni disposizione della fami- ad uffici dell'archivio, a esistenti in legno, molto deteriorate. Coronano L’utilizzo degli spazi interni del palazzo mutò glia reale e dei principi biblioteca e pinacoteca. il torrione centrale Marte, la Virtù, la For- più volte funzione a seconda delle esigenze di di Savoia. La biblioteca oggi racco- tezza e il Tempo, mentre sul lato nord sono corte o delle necessità del governo. Prevalen- La creazione dei nuovi glie circa quarantacin- rappresentati Giove e Nettuno. temente, però, al piano rialzato vi furono, ministeri di Roma capi- 3 quemila volumi fra cui nel lato destro rispetto all’ingresso, gli alloggi tale impose comunque alcune preziose opere Atrio e cortile grande delle guardie; nel lato sinistro le magistrature, l’utilizzo della quasi del Cinquecento ed è (oggi cortile d'onore) la zecca e gli archivi; l’area del vecchio castello totalità degli arredi, importante punto di ri- L'atrio d'ingresso al palazzo ducale è stato adi- fu destinata a scuderie, rimesse, cucine e ser- compresi quelli dell’ap- ferimento per gli allievi bito a sacrario dell’Accademia Militare di Mo- vizi. Al piano nobile si trovavano, e tutt’ora partamento privato, dei e i superiori dell'Acca- dena (2). Dall’ingresso si accede al vasto cortile si trovano, prospicenti alla facciata principale, quali, a ricordo dell’an- demia Militare. d’onore (già cortile grande) (3), attraverso una gli ambienti di rappresentanza; negli spazi del tica mobilia, oggi resta cancellata disegnata da Arturo Prati nel vecchio castello e nella zona degli ampliamenti solo il tavolo ovale della terzo decennio del Novecento; le lapidi a nord est, le numerose stanze destinate agli ap- sala Colleoni. APPARTAMENTO poste alle pareti indicano i nomi degli ex allievi partamenti ducali. I quadri che oggi si PRIVATO DEI DUCHI caduti in tutte le guerre e dei «caduti nell’adem- Le collezioni d’arte, di libri, di armi e le mirabi- ammirano nel palaz- (oggi Museo Storico) pimento del dovere in tempo di pace». lia raccolte dai duchi d’Este godettero sempre zo sono di proprietà Il Museo Storico fu Sull’arcata spicca il motto della Regia accade- di risonanza internazionale per quantità e pre- dell’Accademia Militare inaugurato il 4 giugno mia di fanteria e cavalleria «preparo alle glorie ziosità.
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