Compromesso Storico 1 Compromesso Storico

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Compromesso Storico 1 Compromesso Storico Compromesso storico 1 Compromesso storico Compromesso storico è il nome con cui si indica in Italia la tendenza al riavvicinamento tra Democrazia Cristiana e Partito Comunista Italiano osservata negli anni Settanta. Questo possibile sviluppo politico fu chiamato anche con il nome di terza fase in ambito moroteo, mentre i comunisti preferivano la definizione alternativa democratica. Questa politica in ogni caso non portò mai il Partito Comunista a partecipare al governo in una grande coalizione ai sensi del cosiddetto consociativismo. Motivazioni La proposta dal neo-segretario del Partito Comunista Italiano Enrico Berlinguer alla Democrazia Cristiana per una proficua collaborazione di governo (aperta anche alle altre forze democratiche) doveva interrompere così la cosiddetta conventio ad excludendum del secondo partito italiano dal governo. In tal modo, si voleva anche mettere al riparo la democrazia italiana da pericoli di involuzione autoritaria e dalla strategia della tensione che insanguinava il paese dal 1969. Berlinguer si vedeva peraltro sempre più deciso a sottolineare l'indipendenza dei comunisti italiani dall'Unione Sovietica e di rendere quindi il suo partito una forza della società occidentale. Il compromesso venne lanciato da Berlinguer con quattro articoli su Rinascita a commento del golpe cileno che aveva portato le forze reazionarie in collaborazione con gli USA a rovesciare il governo del socialista Salvador Allende (11 settembre 1973). Sviluppi del compromesso storico La scelta di Berlinguer, fondamentalmente legata alla politica di eurocomunismo, era un esempio di politica reale che non riscontrò i favori dell'area di sinistra del suo partito.[1] Il compromesso trovò una sponda nell'area di sinistra della DC che aveva come riferimento il presidente del partito Aldo Moro e il segretario Benigno Zaccagnini, ma non ebbe mai l'avallo degli USA, né dell'ala destra della DC, rappresentata da Giulio Andreotti. Lo stesso Andreotti in un'intervista dichiarò: "secondo me, il compromesso storico è il frutto di una profonda confusione ideologica, culturale, programmatica, storica. E, all’atto pratico, risulterebbe la somma di due guai: il clericalismo e il collettivismo comunista."[2] . Un compromesso minimo si raggiunse mediante l'appoggio esterno assicurato dal PCI al governo monocolore di Solidarietà Nazionale, costituito da Giulio Andreotti nel 1976. Fine della politica di compromesso storico L'incontro comunque problematico fra PCI e DC spingerà l'estrema sinistra a boicottare il PCI e porterà i terroristi delle Brigate Rosse a rapire e uccidere Aldo Moro proprio nel giorno del primo dibattito sulla fiducia al nuovo governo Andreotti IV (16 marzo 1978). Caduto quest'ultimo governo per il ritiro del PCI, e senza il prezioso aiuto di Moro, la DC archiviò definitivamente la linea della terza fase col XIV congresso del febbraio 1980, quando prevarrà con il 57,7% l'alleanza tra dorotei, fanfaniani, Proposta e Forze nuove che approvò il cosiddetto «preambolo» al documento finale che escludeva alleanze con il PCI. L'opposizione, composta dall'area Zaccagnini e dagli andreottiani, ottenne il 42,3%. Berlinguer e il PCI tenteranno ancora di riproporre il compromesso storico alla nuova DC di Flaminio Piccoli, ma vanamente. Del resto, la resistenza interna al partito Comunista sarebbe rimasta notevole. Con quella che Macaluso definisce la seconda svolta di Salerno[3] , il 28 novembre 1980, Berlinguer annunciò dopo otto anni di voler abbandonare la linea del compromesso storico per abbracciare quella dell'«alternativa democratica». Ciò significa che l'obiettivo diventava quello di ricercare governi di solidarietà nazionale che Compromesso storico 2 escludessero la DC. Decisivo per il mutamento tattico fu il terremoto in Irpinia della sera del 23 novembre precedente e la conseguente denuncia del pessimo modo di operare dello stato da parte del presidente della Repubblica Sandro Pertini in diretta tv il 26 novembre. Note [1] A. Brancati, Civiltà nei secoli, Vol. 3 [2] Oriana Fallaci, intervista a Giulio Andreotti nel dicembre 1973, contenuto in Intervista con la storia, Rizzoli 1974. ISBN 8817153788 [3] nonluoghi (http:/ / www. nonluoghi. org/ edizioni/ modules. php?name=News& file=article& sid=18) Bibliografia • Domenico Settembrini, Marxismo e compromesso storico, Vallecchi ed., 1978. Fonti e autori delle voci 3 Fonti e autori delle voci Compromesso storico Fonte:: http://it.wikipedia.org/w/index.php?oldid=40163850 Autori:: Alberto di Cristina, AndreA, Ask21, Baf09, Barroso, Bronzino, Callejon, Corsetto, Datman, Dommac, Gregorio Spanovitz, Kaspo, Marie de France, Marius, Metralla, Pakdooik, Rael, Squittinatore, Suturn, Tenebroso, Tia solzago, Vmoscarda, Voldemort87, Yoruno, 22 Modifiche anonime Licenza Creative Commons Attribution-Share Alike 3.0 Unported http:/ / creativecommons. org/ licenses/ by-sa/ 3. 0/.
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