PROVINCIA DI VITERBO Assessorato al Turismo

MINISTERO PER I BENI ELEATTIVITÀ CULTURALI

REGIONE LAZIO

COMUNE DI VITERBO

FESTIVAL BAROCCO 2009 XXXIX edizione 7 agosto - 9 ottobre Guida agli spettacoli

VITERBO - LUGLIO 2009 CALENDARIO DEGLI SPETTACOLI

VENERDÌ 7 AGOSTO 2009 VENERDÌ 18 SETTEMBRE 2009 CAPRAROLA - Palazzo Farnese VITERBO - Cattedrale di S. Lorenzo G.F. Händel, La Resurrezione EUROPEAN UNION CHAMBER ORCHESTRA MOZART SINFONIETTA diretta da Hans Peter Hofmann diretta da Stefano Sabene Sir J. Galway e Lady J. Galway, flauto Musiche di J.S. Bach, Mozart, Vivaldi SABATO 8 AGOSTO 2009 SABATO 19 SETTEMBRE 2009 MONTEFIASCONE - Rocca dei Papi G. Paisiello, La finta amante VITERBO - Palazzo dei Papi ORCHESTRA DEL FESTIVAL BAROCCO Natalia Gutman, violoncello diretta da Erasmo Gaudiomonte Le Suites di Bach (prima esecuzione moderna) MERCOLEDÌ 23 SETTEMBRE 2009 GIOVEDÌ 13 AGOSTO 2009 VITERBO - Chiesa di S. Francesco TARQUINIA - S. Maria in Castello Viktoria Mullova, violino LONDON Ottavio Dantone, clavicembalo Emma Kirkby, Musiche di J.S. Bach G.F. Händel, Le cantate di Vignanello GIOVEDÌ 24 SETTEMBRE 2009 LUNEDÌ 25 AGOSTO 2008 VITERBO - Palazzo dei Papi CASTEL S. ELIA - Basilica di S.Elia IL COMPLESSO BAROCCO EPOCA BAROCCA diretto da Alan Curtis Fasch, Händel, Purcell, Shaffrath G. F. Händel, Agrippina, in tre atti

VENERDÌ 9 OTTOBRE 2009 SABATO 29 AGOSTO 2009 VITERBO - Palazzo dei Papi CANEPINA - Museo delle Trad. Popolari Gustav Leonhardt, clavicembalo Domenico Nordio, violino Bach, D’Anglebert, Kerll, Purcell Musiche di J.S. Bach Concerto a favore dell’AIRC

VENERDÌ 4 SETTEMBRE 2009 DOMENICA 13 e DOMENICA 20 settembre Sala Regia del Palazzo dei Priori VITERBO - Abbazia di San Martino ore 11.30 “Concerto aperitivo” HESPERION XXI diretto da Jordi Savall Inizio spettacoli ore 21.00 Montserrat Figueras, soprano Biglietti: € 15,00 - concerti aperitivo € 10,00 Mare Nostrum, spazio di dialogo e diversità Abbonamenti: 12 concerti € 120,00 7 concerti a Viterbo € 70,00 SABATO 5 SETTEMBRE 2009 Prevendita: UNDERGROUND - Viterbo, Via della Palazzina, 1 - Tel. 0761 342987 VITERBO - Chiesa di S.Maria della Verità ENSEMBLE 415 Info: INFORMAZIONI TURISTICHE Viterbo, Via Chiara Banchini, violino e direzione Ascenzi - Tel. 0761 325992 Musiche di Albinoni, Corelli, Geminiani MINISTERO PER I BENI PROVINCIA DI VITERBO E LE ATTIVITÀ CULTURALI REGIONE LAZIO Assessorato al Turismo Direzione generale per lo Spettacolo dal Vivo Assessorato alla Cultura

COMUNI DI CANEPINA - CAPRAROLA - CASTEL SANT’ELIA - MONTEFIASCONE - TARQUINIA - VITERBO FESTIVALBAROCCO 2009 a cura del Servizio Turismo della Provincia di Viterbo Tel. 0761 313292 - http://www.provincia.vt.it/turismo - [email protected] dirigente settore: Mara Ciambella responsabile progetto: Fernando Nobili responsabile grafica ed editoria: Graziano Cerica responsabile logistica concerti: Mario Imbastoni responsabile contratti e biglietteria: Carlo Prugnoli responsabile comunicazione e pubblicità: Daniela Di Paola consulenza fiscale e contratti: Claudio Barracchia addetto stampa: Annalisa Rinaldi direttore artistico: Riccardo Marini Guida agli spettacoli Riduzione e adattamento testi Graziano Cerica, Claudia Chiovelli, Luisa Mattioli, Daniela Stoppacciaro

Traduzione testi Roberta Evangelisti, M.Emilia Naglia

Grafica e impaginazione Graziano Cerica, Micaela Ugolini

Redazione Novella Brizi, Graziano Cerica, Claudia Chiovelli, Roberta Evangelisti, Luisa Mattioli, M.Emilia Naglia, Fernando Nobili, Carlo Prugnoli, Daniela Stoppacciaro, Micaela Ugolini

Fotografie Archivio fotografico Provincia - Archivio artisti - Archivio fotografico Comuni

Coordinamento editoriale: Graziano Cerica

Foto di copertina Bagnoregio, Chiesa di San Francesco. M. BENEFIAL, San Francesco consolato dall’angelo musicante (part).

VITERBO - LUGLIO 2009

Stampa: TIPOGRAFIA AGNESOTTI - VITERBO Una manifestazione che da decenni rappresenta una delle perle dell’offerta culturale della Tuscia, capace con il tempo di crescere e rinnovarsi. Il Festival Barocco, giunto alla 39esima edizione, quest’anno si svolgerà nel capoluogo e nella pro- vincia dal 7 agosto al 9 ottobre offrendo un cartel- lone di livello che con la musica sa coniugare loca- tion di pregio per spettacoli dal forte impatto sul pubblico. Saranno quattordici i concerti in calendario, che toccheranno alcuni dei posti più belli del Viterbese. Rispetto allo scorso anno, ci saranno l'Abbazia cistercense di San Martino al Cimino, la Rocca dei Papi di Montefiascone e soprattutto il magnifico Palazzo Papale. E poi, abbiamo riconfermato spettacoli nel Palazzo Farnese di Caprarola, nella Chiesa di Santa Maria in Castello a Tarquinia, nella Basilica di Sant’Elia a Castel Sant’Elia, nel chiostro del Museo delle Tradizioni Popolari a Canepina e a Viterbo, oltre che nella Cattedrale di San Lorenzo, nella Chiesa di San Francesco e nella chiesa di Santa Maria della Verità, anche nella Sala Regia del Palazzo dei Priori. Molte altre le novità di un cartellone che ogni anno si fa più interessante: i pacchetti turistici collegati al festival, diffusi anche alla Borsa del Turismo di Berlino, i concerti aperitivo della domenica mattina nella Sala Regia del Comune di Viterbo, la diffusione a livello internazionale del pro- gramma del festival tramite gli uffici dell'Enit. Insomma, un grande lavoro quello portato avanti dall’assessorato al Turismo della Provincia che sarà sicuro richiamo per migliaia di visitatori e contribuirà a valorizzare il nostro splendido territorio. Alessandro Mazzoli (Presidente Provincia di Viterbo)

4 Il Festival Barocco giunge alla 39esima edizione mantenendo inalterate le caratteristiche che lo hanno fatto diventare una manifestazione d’eccel- lenza della Tuscia. Non a caso anche quella di quest’anno sarà un’edizione a livello internazionale con i musicisti più famosi al mondo nel campo della musica barocca: da Jordi Savall a Victoria Mullova, da Alan Curtis, a Gustav Leonhardt, da Natalia Gutman a James Galway. Insomma una manifestazione che cresce ogni anno grazie anche ai contri- buti del Ministero per i Beni e le Attività Culturali, direzione generale per lo Spettacolo dal vivo e della Regione Lazio e che arricchisce notevolmen- te l'offerta culturale estiva della Tuscia. Il Festival Barocco, non dobbia- mo dimenticarlo, è anche un grande richiamo turistico, dove i luoghi del viterbese fanno da sfondo alla grande musica in un connubio senza prece- denti. Auguro agli organizzatori, ai musicisti e a tutti coloro che parteciperanno alle manifestazioni di trascorrere serate all’insegna della cultura musica- le. Angelo Cappelli (Assessore al Turismo Provincia di Viterbo)

5 Anche quest’anno, sulla scia del grande successo di cui ha goduto l’edizione 2008, il Servizio Turismo di Palazzo Gentili ha organizzato la XXXIX edizione del Festival Barocco, affidata nuovamente alla direzione artistica del M° Riccardo Marini. Tra le novità di questa edizione, è particolarmente significativa quella di aver promosso il Festival nei più importanti appuntamenti fieristici internazionali dedicati al turi- smo. Anche quest’anno, infatti, all’altissima qualità artistica del pro- gramma abbiamo affiancato l’intento di offrire ai nostri ospiti lo splen- dore e l’accoglienza della terra di Tuscia proponendo due nuove sugge- stive location di forte valenza culturale e turistica, l’Abbazia cistercense di San Martino al Cimino e la Rocca dei Papi di Montefiascone, dove sarà ospitata la prima esecuzione in tempi moderni dell’opera “La finta amante” composta da Giovanni Paisiello su libretto di Giovan Battista Casti, celebrato poeta nato ad Acquapendente e formatosi pro- prio a Montefiascone prima di partire per le corti europee che poi lo fregiarono di allori. Grazie alla consueta, eccellente qualità organizzativa ed operativa del gruppo di lavoro del Servizio Turismo e alla sua perfetta sinergia con tutti i soggetti interessati, l’organizzazione del Festival Barocco ha pro- ceduto nel migliore dei modi. Porgo a tutti un sentito ringraziamento, che estendo particolarmente caloroso a tutto il pubblico e a tutti gli artisti che ci faranno l’onore della loro presenza.

Mara Ciambella (Dirigente Servizio Turismo - Provincia di Viterbo)

6 Parata di stelle

L’anno in corso è ricco di ricorrenze e centenari importanti, ma quello che ci stimola in modo particolare è quello di Händel: da una lato ricor- re il 250° della morte, ma dall’altro si ricorda il 300° del suo triennio (1707-1709) di permanenza in Italia e di presenza continuativa a Roma, in particolare. Con questi presupposti abbiamo inteso dare un largo spa- zio all’evento con la presentazione di alcuni capolavori appartenenti a quella stagione creativa del “Sassone”: La Resurrezione inaugura il Festival a Caprarola il 7 agosto, nella splendida cornice del Palazzo Farnese, poi a Tarquinia Emma Kirkby e i London Baroque, in una atte- sissimo ritorno, presenteranno, tra l’altro, alcune delle Cantate composte durante il soggiorno estivo del 1707 nel Castello Ruspoli di Vignanello ed infine Alan Curtis riprenderà quest’anno il lungo viaggio, intrapreso da anni con il Festival Barocco, nel repertorio operistico händeliano presentando Agrippina, di cui ricorre il III centenario della prima rappresentazione avvenuta al Teatro di S. Giovanni Grisostomo a Venezia. Come è ormai consuetudine presentiamo quella che quest’anno può essere considerata una vera e propria «Parata di stelle», che in alcuni casi sono delle vere e proprie novità per noi, come Natalia Gutman, straordinaria violoncellista, erede della Scuola russa di Rostropovich, con il primo concerto dedicato alle Suites di Bach (il secon- do è programmato per l’edizione 2010), James Galway, uno dei più acclamati flautisti del mondo, a fianco di Lady Galway e dell’ Orchestra Giovanile dell’ Unione Europea, e Chiara Banchini che, a capo dell’Ensemble 415 può essere considerata tra i “pionieri” dell’ interpreta- zione filologica su strumenti originali. Ritorni importanti sono rapppresentati da Victoria Mullova, da molti anni assente dal Festival, che per la prima volta si presenta in veste di inter- prete “filologica” a fianco di uno dei maggiori specialisti italiani quale è Ottavio Dantone, in un impegnativo programma bachiano ed ancora da Jordi Savall, quest’anno affiancato da Hesperion XXI, in un accattivante programma che mette a confronto le esperienze dei princi- pali paesi del Mediterraneo attraverso le musiche cristiane, sefardite, ottomane e arabo-andalu- se. Inoltre, nel concerto di chiusura, avremo il ritorno del grande Gustav Leonhardt, punto di riferimento ormai irrinunciabile di ogni percorso interpretativo e musicologico attraverso la musica barocca. Importante la presenza di un violinista italiano di nuova generazione, ma già affermato in campo internazionale, come Domenico Nordio, che presenterà un programma di capolavori per violino solo di Bach, in una sorta di contrasto tra l’ intrepretazione «moderna» e la linea filologica intrapresa da alcuni anni dalla Mullova; poi ancora il complesso Epoca Barocca, che presenterà opere di altri importanti compositori di cui ricorrono i centenari (Purcell e Shaffrath). L’ormai tradizionale produzione di un inedito in prima esecuzione moderna è que- st’anno nel nome di Paisiello che compose La Finta Amante su libretto di Giovambattista Casti, poeta e librettista nativo di Acquapendente e montefiasconese di adozione: l’opera viene presen- tata l’8 agosto proprio a Montefiascone con la direzione di Erasmo Gaudiomonte, nella revisio- ne dello studioso Domenico Carboni. Infine tornano, a corollario del Festival, in due domeniche di settembre i Concerti Aperitivo per dedicare uno spazio anche ai giovani esecutori. Riccardo Marini (Direttore Artistico del Festival)

7 CAPRAROLA - Palazzo Farnese Il Palazzo è uno dei più grandi capolavori dell'architettura rinascimentale, creato per celebrare i fasti della famiglia Farnese e di papa Paolo III, il suo esponente di maggior spicco. Intorno al 1520 venne affidata la pro- gettazione della residenza caprolatta ad Antonio da Sangallo il Giovane e la struttu- ra, a pianta pentagonale con bastioni angola- ri difensivi ed un fossato perimetrale, ha l’aspetto e la funzione di una vera fortezza. I lavori vennero sospesi quando, nel 1534, il cardinale Alessandro salì al soglio pontificio con il nome di Paolo III. Nel 1559, i lavori ripresero con il nipote del papa, anch’egli di Il Piano Rialzato, detto dei Prelati, con nome Alessandro, che affidò l’incarico a ambienti affrescati da Taddeo e Federico Jacopo Barozzi detto il Vignola che trasfor- Zuccari, permette di raggiungere lo straor- mò il palazzo da fortezza a residenza di dinario cortile progettato dal Vignola in nobile rappresentanza. Venne modificato forma circolare, composto da due porticati anche l’assetto urbano del borgo con la rea- sovrapposti le cui volte vennero magistral- lizzazione della cosiddetta Via Dritta che mente affrescate da Antonio Tempesta, aveva la duplice funzione di raccordo e pro- come pure le pareti della scala elicoidale spettica. Il Palazzo può considerarsi termina- interna la cui originale interpretazione usci- to nel 1575. va dalle regole dell’epoca tanto che venne chiamata Scala Regia. Sopra è il Piano Nobile, diviso in due appartamenti: quello estivo affrescato da Taddeo e Federico Zuccari, e quello invernale dipinto dal Bertoja, da Raffaellino da Reggio e da Giovanni De Vecchi. Qui si trova anche la Stanza dei Fasti Farnesiani, che narra negli affreschi la storia della famiglia. Nello stesso piano si trova l’Anticamera del Concilio, dove l’attenzione è rivolta alla figura di Paolo III e al Concilio di Trento. Segue la Sala di Ercole in cui i pregevoli affreschi si rifanno alla leggenda di Ercole che diede origine al Lago di Vico. Alla villa sono annessi gli “Orti farnesiani”, uno splendido esempio di giardino tardo- rinascimentale realizzato con terrazzamenti La facciata e il giardino all’italiana (foto F. collegati dal Vignola alla residenza attra- Biganzoli) verso dei ponti.

8 VENERDÌ 7 AGOSTO 2009 CAPRAROLA – PALAZZO FARNESE

GEORG FRIEDRICH HÄNDEL (1685 - 1759) La Resurrezione Oratorio in due parti su libretto di Carlo Sigismondo Capece

PERSONAGGI INTERPRETI Angelo Maria Laura Martorana Maddalena Paola Alonzi Cleofe Rasek François Bitar San Giovanni Franco Todde Lucifero Massimo Di Stefano

MOZART SINFONIETTA

Direttore Stefano Sabene

Cecilia Montanaro clavicembalo Simone Vallerotonda tiorba Luigi Polsini viola da gamba

9 MOZART SINFONIETTA nasce a Roma Confalone e molti altri. nell’Aprile 2004 su iniziativa di Stefano L’orchestra debutta il 9 maggio 2004, a Sabene, direttore musicale del complesso e Roma, con l’esecuzione del “Requiem” di Massimo Fargnoli, già direttore artistico, Mozart in occasione del Festival tra l’altro, dell’Orchestra R.A.I Alessandro Internazionale Cori sull’Aventino. Viene Scarlatti di Napoli e dell’Orchestra invitata ad importanti rassegne quali il Todi Sinfonica R.A.I. di Roma. La prima sele- Arte Festival, nell’ambito del quale ha ese- zione degli artisti si è avvalsa di una com- guito (in varie edizioni) lo “Stabat Mater” missione giudicatrice presieduta da di Rossini, con la partecipazione del Coro Massimo Fargnoli e formata da personalità di Praga, sotto la direzione di Alberto quali Franco Mannino, Luis Bacalov, Zedda, “La Cenerentola” di Rossini, con la Marcello Panni, Bruno Aprea, Georg direzione di Pietro Rizzo e la regia di Monch, Angelo Persichilli. All’audizione Simona Marchini, “Le Madri” di Marcello hanno così scelto di partecipare strumenti- Panni, diretto dall’autore, lo “Stabat” di sti già affermati. L’Orchestra è stata finora Boccherini diretto da Cinzia Pennesi e un diretta, tra gli altri, da Alberto Zedda, programma di arie mozartiane diretto da Donato Renzetti, Luis Bacalov, Marcello Donato Renzetti. Poi il Festival di Ravello Panni, Pietro Rizzo, Angelo Pagliuca, con un programma di musiche di Luis Cinzia Pennesi, con la partecipazione di Bacalov eseguite al pianoforte e dirette dal- solisti quali Domenico Nordio, Roberto l’autore, così come la prima esecuzione del Prosseda, Alessandro Carbonare, Luis brano “Don Giovanni & Monsieur Quintero, Carlo Bruno, Chiara Giordano, Bacchus” al Mozart in Box di Portici. Raúl Jiménez, Laura Cherici, Jolanda L’Orchestra Mozart Sinfonietta è stata Auyanet, Darina Takova, Giampiero inoltre invitata al Convegno Internazionale Ruggeri, Francesca Sassu, Marina di Musicologia di Catanzaro ed ha parteci-

10 pato al Festival Internazionale della della Valle d’Itria di Martina Franca inter- Chitarra di Ischia. pretando il ruolo di Cérès (“Proserpine”, Paisiello), Lisetta (“Lo sposo di tre”, MARIA LAURA MARTORANA, soprano di Cherubini), Aspasia (“I Giuochi di coloratura, dopo la laurea in Biologia e il Agrigento”, Paisiello) e Deidamia diploma in Canto, studia con Adriana (“Achille in Sciro”, Sarro) con grandi con- Lazzarini, si perfeziona con Margaret sensi della critica internazionale. Interprete Baker-Genovesi e frequenta Masterclass di sensibile di opere barocche, ha debuttato Magda Olivero, Mirella Freni, Raina anche in ruoli di Ifigenia (“Ifigenia in Kabaivanska. Si perfeziona con Doris Aulide”, Cherubini), Farnace Andrews. Studia interpretazione con (“Mitridate”, Porpora), Cretidèa (“L’Uomo Alberto Terrani e Francesca Siciliani; Femmina”, Galuppi), Ademira decisivi gli incontri lavorativi con (“Ademira”, Lucchesi), Madama Sofia Giancarlo Cobelli, Davide Livermore, (“La furba e lo sciocco”, Sarro) nonché i Marco Gandini, Ivo Guerra, Marco Carniti. ruoli mozartiani di Aspasia (“Mitridate”), Vincitrice e finalista di premi internaziona- Madame Herz (“Schauspieldirektor”) e la li tra cui De Nardis e Toti dal Monte, Prima Dama (“Flauto Magico” - versione approfondisce a Parigi il repertorio di colo- italiana di Praga). ratura francese. Dal suo debutto, avvenuto L’importante estensione vocale la rende nel 2003 con “L’Italiana in Algeri”, prende anche apprezzata interprete rossiniana e di parte a numerose riscoperte di opere sette- musica del ’900 e contemporanea. Ha can- centesche in prima esecuzione in tempi tato “Mese Mariano” di Giordano, moderni. Partecipa quattro volte al Festival “L’Italiana in Algeri” (Vicenza), “La Cenerentola” (Monaco di Baviera con Vesselina Kasarova), “Die Vögel” di Walter Braunfels (recentemente a Cagliari nel ruolo della Nachtigall con la regia di Giancarlo Cobelli e la direzione di Roberto Abbado). Collabora inoltre con l’Orchestra Toscanini, Münchner Rundfunkorchester, ed è stata diretta da R. Abbado, Carella, Carraro, D. Jurowski, Molardi, Montanaro, Rizzi, Sardelli, Severini nei principali tea- tri italiani e internazionali.

PAOLA ALONZI, soprano, studia canto dal- l’età di undici anni e ha debuttato giovanis- sima in produzioni di teatro musicale rea- lizzate dalla compagnia del Teatro de’ Servi di Roma. Dopo gli studi di pianoforte e di canto con Vittorio Catena intraprende studi presso il Conservatorio di S. Cecilia di Roma. Ha 11 debuttato nel 1997 in ruoli di opera buffa ne “La serva padrona” di G.B. Pergolesi (Serpina), proseguendo con altri ruoli come Dirindina di D. Scarlatti (“La Dirindina”). Ancora in ambito scenico ha sostenuto ruoli anche diversi dal repertorio buffo, come Monisha, nell’opera “Treemonisha” di Scott Joplin, partecipan- do a festival e rassegne in Italia e all’este- ro, come il Festival dell’Opera Buffa di Roma, le rassegne Festival Cusiano di Musica Antica, Todi Arte Festival, Giugno barocco, Rassegna di Opera Buffa di Oristano, Auditorium del Conde Duque, Auditori de Torrent, Musica nelle Pievi e altri. Come soprano solista ha eseguito le mag- laureato con il magna cum laude al giori opere del repertorio barocco e classi- Conservatorio Santa Cecilia di Roma sotto co, come il “Requiem” di W.A. Mozart, il la guida di Silvia Silveri. “Magnificat” di J.S. Bach, il “Gloria”, il Nel 2003 è stato premiato al Concorso “Magnificat”, “Mottetti” di A. Vivaldi, Internazionale di Musica Sacra a Roma “Stabat Mater” di Pergolesi, organizzato dall’Accademia Culturale “Lamentazioni” di A. Scarlatti, “Jephte”, Europea. “Historia Abraham et Isaac”, “Job” e Il suo debutto risale al 1996 quando canta “Mottetti” di G. Carissimi, “Lamentazioni” lo “Stabat Mater” di Pergolesi con di C. Rainaldi... l’Orchestre de Chambre de Damas in Siria; Specializzata anche nel repertorio polifoni- negli anni successivi ha tenuto concerti in co, collabora stabilmente con il complesso diverse città: Aleppo, Damasco, Beirut, Schola Romana Ensemble. Roma, Genova, Mantova, , Milano Ha partecipato a registrazioni radiofoniche e Parigi. e discografiche, incidendo recentemente Fra il 2003 e 2004 ha cantato lo “Jefte” di come solista il CD “Apollo e Dafne, musi- Händel a Ginevra, Ramiro nella “La Finta ca nella Roma del Bernini” Giardiniera” di Mozart a Genova, La (Chromamedia). Spezia e in Francia, Clearco ne “I Giuochi di Agrigento” di Paisiello a Martina RAZEK FRANÇOIS BITAR, alto, controteno- Franca. All’inizio del 2007 ha debuttato re, nato ad Aleppo in Siria, si è laureato nel nell’“Orfeo ed Euridice” di Gluck con la 2001 in canto e organo al Conservatoire regia di Graham Vick nei teatri di Ravenna, Supérieur de Damas formandosi con il Modena, Ferrara, Reggio Emilia e Pisa. A primo soprano siriano Araxe Tchekijian. La Fenice di Venezia ha interpretato la Trasferitosi in Italia si è diplomato in canto Voce di Apollo nel “Death in Venice” di B. al conservatorio N. Paganini di Genova Britten. sotto la guida di Carmen Vilalta nel 2003 e Di nuovo a Martina Franca ritorna interpre- 12 tando il ruolo di Agenore ne “Il Re Pastore” MASSIMO DI STEFANO, basso-baritono, di N. V. Piccinni. nato a Roma nel 1973. Ha incominciato gli Il suo repertorio comprende musica baroc- studi musicali sotto la guida del M° Lucia ca, operistica, musica da camera, musica Pasquale e del M° Antonio Di Pofi, con cui contemporanea, musica sacra ed etnica ha conseguito il settimo anno di composi- (Siro-Aramaica, Armena, Ebraica e Araba). zione. Ha proseguito poi con lo studio del canto lirico sotto la guida del M° Sherman FRANCO TODDE, tenore, nato a Roma nel Lowe. Sotto la guida del M° Roberto 1961, dopo il diploma in chitarra, conse- Abbondanza, si è perfezionato nel reperto- guito presso il Conservatorio S. Cecilia di rio barocco e contemporaneo. Roma, si è dedicato allo studio del canto e Interprete di ruoli operistici in ambito di della composizione. Ha partecipato a corsi opera buffa e opere contemporanee, ha di perfezionamento in Chitarra, Direzione sostenuto ruoli solistici anche in ambito di Coro e Canto Gregoriano con i Maestri sacro, in composizioni dal repertorio Leo Brower, Eliot Fisk, Krum Maximov e barocco al contemporaneo. Amleto Luciano Massa. Ha vinto diversi Ha di recente interpretato il ruolo di concorsi nazionali ed internazionali di chi- Papageno nel “Flauto magico” di W. A. tarra, sia come solista che come membro Mozart presso il teatro Rossetti di Trieste del Trio Chitarristico Romano, formazione sotto la regia del M° Giulio Ciabatti; che ha ricevuto numerosi riconoscimenti e “Requiem” di Faurè; “Messe Solennelle” svolto una intensa attività concertistica in di Rossini, presso la Basilica di S.Louis de Italia e all’estero. France. In qualità di tenore ha collaborato come solista con diversi cori e formazioni da camera (Coro dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia, Coro Filarmonia di Roma, I Solisti di Bologna, Ensemble Vocalise, Ensemble Camerata Nova) e attualmente è membro di Schola Romana Ensemble, sostenendo ruoli solistici in produzioni specialmente di musica sacra, quali “Passio” di A. Scarlatti, “Historia Abraham et Isaac” di G. Carissimi, “Oratorio di Natale” di J.S. Bach, “Il Messiah” di Händel, “Laudate Domino” di A. Stradella... È autore di opere didattiche e trascrizioni vocali e strumentali. Ha effettuato registra- zioni per la RAI-TV e suonato in colonne sonore di film. Ha inciso per le case disco- grafiche Deutsche Grammophon, Edipan, Cinevox Record, Musikstrasse e Chromamedia. 13 Ha di recente terminato una tournèe italia- estere, mentre dirige stabilmente alcuni na con il lavoro teatrale “Opera comique” complessi vocali e strumentali quali del M° Antonio Calenda e le rappresenta- l’Orchestra Mozart Sinfonietta (da lui fon- zioni de “L’occasione fa il ladro” nel ruolo data insieme a Massimo Fargnoli, già di Parmenione, del “Il Barbiere di direttore artistico dell’Orchestra A. Siviglia” nel ruolo di Figaro di G. Rossini Scarlatti - RAI di Napoli e dell’Orchestra e del “Don Giovanni” di W.A. Mozart, nel Sinfonica RAI di Roma), Schola Romana ruolo di Leporello, presso il teatro di Ensemble, La Compagnia de’ Virtuosi Nuevo Leon in Mexico (Monterrey). Musici di Roma. Incide per Audiovisivi S. Paolo, Niccolò, Tactus, Chromamedia. STEFANO SABENE, direttore, romano, ini- zia la formazione e l’attività musicale NOTE CRITICHE all’età di 10 anni come cantore della Tappa d’obbligo del suo viaggio in Italia, Cappella Sistina diretta da Domenico Roma rappresenta per Händel la conquista Bartolucci. della forma oratoriale che si può definire l’ Dopo il diploma e il perfezionamento in ultimo spazio autonomo del linguaggio flauto con Aurèle Nicolet compie studi di sacro, pur con le sue ormai indispensabili composizione e direzione d’orchestra. concessioni alle esigenze storiche della Specializzato nel repertorio antico e con- scrittura strumentale. temporaneo, ha all’attivo incisioni disco- Arrivato nel 1707 in una città immersa grafiche, registrazioni radiofoniche e cen- nell’austerity, coscienziosamente osser- tinaia d’esecuzioni concertistiche in Italia vante per ringraziare Iddio della salvezza e all’estero, in programmazioni compren- di Roma dal terrificante terremoto che denti i maggiori artisti. pochi anni prima aveva distrutto Lazio ed Nel 1994 ottiene il Premio Internazionale Umbria, immerso subito in un’atmosfera Foyer des Artistes per la direzione d’or- di profonda spiritualità e soprattutto di chestra. “regola” religiosa, Händel non trova, Ha partecipato in veste di interlocutore a comunque, difficoltà a farsi accettare trasmissioni radiofoniche per la Radio nonostante il suo credo luterano e quella Vaticana e la RAI che gli ha dedicato, nella affermazione perentoria a voler morire trasmissione Radio Tre Suite, “La stanza nella fede di nascita. Lo aiutano la sua della musica” insieme al complesso filolo- arte, definita subito “eccellente”, quella gico Schola Romana Ensemble, di cui è abilità tutta tedesca di improvvisare all’or- fondatore e direttore. Pubblica opere gano e quella varietà di timbri strumentali didattiche e teoretiche, nonchè revisioni di che le sue partiture riescono a realizzare brani inediti. Per le Edizioni Esarmonia avvolgendo le voci di colori continuamen- cura la collana Antiqua. Tiene masters e te diversi, creatori di atmosfere, evocatori corsi di perfezionamento in ambito d’in- di suggestioni, puntuali accompagnatori di terpretazione del repertorio antico, con immagini. particolare riferimento alla polifonia rina- E così, più atteso che mai, Händel si pre- scimentale. senta al difficile appuntamento dell’8 apri- È stato invitato a collaborare, in qualità di le, domenica di Pasqua del 1708, per cele- direttore, con diverse orchestre italiane ed brare il sacrificio di Cristo con un Oratorio 14 dal titolo indicativo “La Resurrezione”, in casa del marchese Ruspoli che aveva rac- colto nella sfarzosa dimora patrizia il fior fiore della nobiltà e del clero. Fu un susse- guirsi di meraviglie indimenticabili – come annota puntigliosamente il cronista di palazzo – dove ogni piccolo particolare era curato senza limitazione di mezzi e con uno sfarzo che certamente non si inquadra- va nella generale austerity. Gruppi intrec- ciati di torce illuminavano a giorno l’im- palcatura lignea innalzata per l’occasione e ricoperta di trine dorate, velluti fiam- meggianti, drappeggi gialli, mentre un grande quadro della “Resurrezione”, dipinto per quella circostanza da Michelangelo Cerruti, troneggiava sul fon- dale per dare una dimensione spirituale ad un colpo d’occhio che certamente appaga- va più l’apparire mondano che il sentire sacro. Elevatissime le spese dell’orchestra, apparsa immensa con i suoi 41 elementi in epoca di piccoli organici barocchi, diretta magistralmente da al primo violino. Il frontespizio del libretto dell’oratorio “La Resurrezione” Il testo letterario di Carlo Sigismondo Capece si adattava perfettamente all’ani- dell’Inferno, dolce e sensibile il canto di mo ed al credo di Händel, non imponendo- San Giovanni raffigurato giovanissimo, gli nulla di lontano dal suo mondo lutera- drammatico quello di Cleofe e della no ma, piuttosto, dando vita ad un libretto Maddalena. L’Oratorio si evolve con una senza pretese, addirittura ingenuo in certi scioltezza impressionante, alternando reci- atteggiamenti di dolore o di gioia, di paura tativi secchi ed accompagnati alle arie o di osanna, liberamente tratto da una sin- nella forma col da “ capo” tipica del melo- tesi evangelica, fondendo, senza problemi, dramma coevo, riccamente ornate, dolci, personaggi reali ed allegorici, umani e brillanti, serene, addirittura idilliche come soprannaturali: Lucifero e l’Angelo, la magistrale “Così la tortorella” su ritmo Maddalena, Cleofe, e San Giovanni. di siciliana, fresche e raffinate, splendida- Ognuno di essi conserva uno spazio ben mente intessute ben al di là del filo condut- delineato dove anche le scelte vocali tore offerto dal mediocre testo letterario, di assurgono a significato espressivo: acuto e una religiosità quasi mondana o, meglio, dolce il timbro dell’Angelo come gli spazi profondamente umanizzata. celesti dai quali discende, scuro e profon- do quello di Lucifero a rendere le tenebre Massimo Fargnoli 15 LA RESURREZIONE voi siete il primo onor. Oratorio in due parti di Georg Friedrich Händel RECITATIVO su libretto di Carlo Sigismondo Capece Lucifero Chi sei? Chi è questo tuo re, Parte Prima che dov’io regno a penetrar s’avanza? SONATA Angelo RECITATIVO È re di gloria, è re possente e forte, Lucifero cui resister non può la tua possanza. A dispetto dè Cieli ho vinto, ho vinto. Vincitore a voi torno, Lucifero del grande Abisso abitatori illustri. Se parli di chi penso, Voi, che sdegnaste d’abbassarvi in cielo pur oggi a morte spinto Ad inchinar l’humanità nel verbo, negar non può, ch’il mio poter l’ha vinto. e dell’huomo superbo per mantenere in vostra mano il giogo Angelo poco prezzaste dell’empiree sedi Come cieco t’inganni, e non t’avvedi abbandonare il luogo, che, se morì chi è della vita autore, di si bella vittoria non fu per opra tua, ma sol d’amore. meco or godete, e dell’antico oltraggio cancelli il nuovo onor la ria memoria. RECITATIVO (accompagnato) Chi sa che un giorno ancora, Maddalena se arride la fortuna a un giusto orgoglio, Notte, notte funesta, non torni a porre in Aquilone il soglio. che del divino sole con tenebre a duol piangi l’occaso, ARIA lascia che pianga anch’io, Lucifero e con sopor tiranno Caddi, è ver, ma nel cadere al giusto dolor mio non perdei forza né ardire. deh non turbar l’affanno! Per scacciarmi dalle sfere se più forte allor fu Dio, ARIA or fatt’huomo al furor mio Ferma l’ali, e su miei lumi pur ceduo ha con morire. non volar, o sonno ingrato! Se presumi ARIA asciugarne il mesto pianto, Angelo lascia pria che piangan tanto Disseratevi, oh porte d’Averno, questo sangue ha sparso in fiumi e al bel lume d’un lume ch’è eterno il mio Dio per me svenato. tutto in lampi si sciolga l’orror! Recitativo Cedete, horride porte, cedete al re di gloria che della sua vittoria 16 Cleofe RECITATIVO Concedi, o Maddalena, S. Giovanni qualche tregua al martire, Oh Cleofe, oh Maddalena, che un continuo languire del mio Divin Maestro amanti amate, può con la vita anche scemar la pena, oh quant’invidio, quanto, e per un Dio ch’è morto quelle che hora versate così giusto è ’l dolore, stille di puro amor più che di pianto. che non convien di renderlo più corto. Spero presto vederle, per coronar il mio Signor risorto, Maddalena da rugiade di duol cangiarsi in perle. Cleofe, in vano al riposo tu mi consigli, ed al mio core amante Cleofe sarebbe più penoso ogni momento, Ma dimmi, e sarà vero che potesse restar senza tormento. che risorga Giesù?

Cleofe S. Giovanni Se il tuo giusto cordoglio S’egli l’ha detto, sol di pene ha desio, chi mai di menzognero trattenerlo non voglio, oserà d’arguire labbro divino! ma sol unire al tuo affanno il mio. Maddalena ARIA Su! Dunque andiamo, e pria ch’il mattutino Piangete, si, piangete, raggio dell’orizzonte il lembo indori, dolenti mie pupille, andiam ad osservare al sacro avello, e con amare stille che almen potremmo in quello al morto mio Signor con balsami ed odori tributo di dolor unger la fredda esaminata salma meste rendete! di chi fu già di noi la vita e l’alma. Che mentre egli spargea tutt’intorno il suo sangue in croce, Cleofe morendo sol dicea Pronta a seguirti io sono, di pianto: ho sete. ma speranza meglior mi rende ardita, e di Giovanni ai detti DUETTO spero viva trovar la nostra vita. Maddalena Dolci chiodi, amate spine, ARIA da quei piedi e da quel crine Naufragando va per l’onde deh passate nel mio sen. debol legno, e si confonde nel periglio anch’il nocchier. Cleofe Ma se vede poi le sponde, Cara effiggie addolorata, lo conforta nuova speme, benché pallida e piagata, e del vento più non teme sei mia vita, sei mio ben. né del mar l’impeto fier. 17 RECITATIVO qualche tregua agli affanni; S. Giovanni ma pure chi ben ama sempre teme, Itene pure, oh fide amiche donne, e nell’amante mio misero core al destinato loco, benchè speranza regni, ch’ivi forse potrete bandir non può il timore. del vostro bel desio trovar le mete, Or degli opposti affetti mentre io torno a colei, che già per madre a chi debba dar fede, mi diè nell’ultime ore vedrò volgendo il piede del suo penoso agone il mio Signore. all’adorato speco, tomba del mio Giesù. Vada Giovanni Maddalena a consolar Maria; Cleofe sia meco. A lei ben opportuno Il tuo soccorso fia, ARIA che in così duro scempio Ho un non so che nel cor, qual sia la pena sua, so per la mia. che in vece di dolor gioia mi chiede. S. Giovanni Ma il core, uso a temer Ben d’ogn’altro più grande le voci del piacer fu il dolor di tal madre o non intende ancor, di tal figlio alla morte, o inganno del pensier ma d’ogn’altro più forte forse le crede. ebbe in soffrirlo il petto, ed or costante che ferma più d’ogn’altra ha la speranza RECITATIVO di vederlo risorto, e se l’ottiene, Angelo la gioia allora compenserà le pene. Uscite, pur uscite dall’oscura prigione, ARIA ove si lunga ed horrida stagione Così la tortorella questo giorno attendeste, anime belle ! talor piange e si lagna, Uscite, pur, uscite, perchè la sua compagna a vagheggiare, a posseder le stelle ! vede ch’augel feroce dal nido gli rubò. Coro Ma poi, libera e bella Il Nume vincitor se ritornarla sente, trionfi, regni e viva, compensa in lieta voce per cui Cocito quel gemito dolente geme atterrito, che mesta già formò. per cui ritorna la pace al suol ! RECITATIVO Maddalena Se Maria dunque spera, e spera ancor Giovanni, anch’io dar voglio con si giusta speme 18 Parte Seconda ARIA SONATA Per celare il nuovo scorno Le tue faci ancor al giorno RECITATIVO Con un soffio io smorzerò; S. Giovanni e con tenebre nocenti Ma ove Maria dimora delle infirme humane menti se ho già vicino il piede, ogni idea confonderò. spero veder ben presto cangiata la speranza in certa fede, RECITATIVO e senz’alcun periglio Angelo lieta la madre e glorioso il figlio. Oh come cieco il tuo furor delira! Mira, folle, deh mira ARIA le donne pie che all’incauto sasso, Angelo sepolcro già delle divine membra, Risorga il mondo movon veloce il passo! lieto e giocondo A loro il Ciel commanda col suo Signor! ch’io l’arcano riveli, Il ciel festeggi, ond’esse in publicarlo il suol verdeggi; agli altri poi ne sian trombe fedeli. scherzino, ridano l’aure con l’onde, DUETTO l’herbe coi fior! Lucifero Impedirlo saprò! RECITATIVO Lucifero Angelo Misero! Ho pure udito? Duro è il cimento E in van per vendicarmi contro forza maggior impugno l’armi? Lucifero Ho ardir che basta Angelo Si, si, contrasti in van; torna a Cocito! Angelo Lo dirà l’evento! Lucifero Perché al ciel pria non torna RECITATIVO il tuo risorto Nume? Lucifero Ahi abborrito nome, Angelo ahi come rendi, come, Perché pria suole in terra ogni mio sforzo imbelle! far delle glorie sue noto il mistero. Ahi che vinto e confuso, atterrito e deluso Lucifero fuggo il ciel, fuggo il suolo, fuggo il mondo, Noti gli oltraggi miei? e del più cupo abisso No, non fia vero! torno a precipitar nel sen profondo. 19 ARIA dian le donne la nuova felice, Cleofe che chi vinse la morte già morto, Vedo il ciel, che più sereno poi risorto la vita avvivò. si fa intorno e più risplende; e di speme nel mio seno RECITATIVO più bel raggio ancor s’accende. S. Giovanni Dove si frettolosi, RECITATIVO Cleofe, rivolgi i passi? Maddalena Cleofe, siam giunte al luogo, Cleofe ove tomba funesta In traccia di Giesù ch’è già risorto, dell’amato Signor coprì la salma. come ancora Maddalena.

Cleofe S. Giovanni Parmi veder - si, si vedo ben certo Onde il sapeste? ch’è già l’avello aperto, e su la destra sponda Cleofe siede con bianca stuola Sovra l’aperto avello un giovane vestito. così a noi rivelò labro celeste.

Maddalena S. Giovanni Oh quale spira Così la madre a me poc’anzi ha detto, grazia dal volto suo, che mi consola! a cui prima d’ogn’altra Appressiamoci a lui, che già ne mira! del figlio apparve il glorioso aspetto.

Angelo Cleofe Donne, voi ricercate Oh come lieta avrà quel figlio accolto! di Giesù Nazareno, ove giacque già morto; S. Giovanni ora non è più qui, ma è già risorto. Parve ch’il suo bel volto, Al vostro puro affetto di stille lacrimose humido ancora, giusto è che diano i cieli del sol divino all’improviso raggio così bella mercede, fosse traviso e pinto, un’altra aurora. e un tal mistero a voi prima si sveli, Poi la gioja veloce per far araldi poi della sua fede. Corse dal seno al labbro in questa voce: Itene dunque a publicarlo, e sia premio del vostro pianto ARIA della gioja comune il primo vanto. Caro figlio, amato Dio, già il cor mio ARIA nel vederti esce dal petto! Se per colpa di donna infelice E se lento all’huomo nel seno la morte fu in rapirmelo il tormento, il crudo veleno sgorgò, me lo toglie ora il diletto. 20 RECITATIVO S. Giovanni Non si dubiti più!

Cleofe Cessi ogni rio timore!

Maddalena È risorto Giesù

S. Giovanni Viva è la nostra vita.

Cleofe Il nostro amore.

ARIA Maddalena Se impassibile, immortale sei risorto, oh Sole amato, deh fa ancor ch’ogni mortale teco sorga dal peccato!

RECITATIVO S. Giovanni Si, si col redentore sorga il mondo redento!

Cleofe Sorga dalle sue colpe il peccatore!

Maddalena Ed al suo fabro eterno ogni creatura dia lodi ed onore.

CORO Dia si lode in cielo, in terra a chi regna in terra, in ciel! Che risorto hoggi alla terra per portar la terra al ciel.

21 MONTEFIASCONE - Rocca dei Papi Situata in cima ad un colle, in posizione vi si recarono in villeggiatura. strategica e dominante, la Rocca di Dell’originaria struttura purtroppo non rima- Montefiascone fu scelta dai pontefici quale ne che una parte esigua. Il complesso pre- sede del Rettore del Patrimonio di S. Pietro sentava una pianta trapezoidale con gli in Tuscia e, successivamente, destinata a angoli occupati da imponenti torri che evi- loro temporanea residenza, con ampliamen- denziavano l’aspetto difensivo. Esse costi- ti e fortificazioni che ne accrebbero il presti- tuivano i punti cardine dai quali si sviluppa- gio. vano altrettante ali di edifici residenziali che Dal 1058 fin quasi alla fine del 1500 qui si si affacciavano su un cortile interno. Di que- susseguirono papi, imperatori e personaggi ste oggi si conserva intatta solo quella di illustri che vi soggiornarono per periodi più nord–ovest dalla quale si diparte un corpo di o meno lunghi, vi convocarono parlamenti o fabbrica a forma di L che costituisce l’attua- le Palazzo, strutturato su due piani ed un sotterraneo. Alcune soluzioni architettoniche adottate nelle parti ancora conservate del castello testi- moniano la sua aderenza alle tipolo- gie proprie del linguaggio architet- tonico diffuso per tutto il XIII seco- lo in area viterbese. In particolare, le due sale del primo piano sono carat- terizzate dalla presenza di archi a tutto sesto emergenti dalle pareti, per i quali è possibile trovare con- fronti in molti edifici viterbesi, sia religiosi che civili. La bifora che, aprendosi sul cortile interno, illumi- na il salone al primo piano è quanto resta delle membrature architettoni- che del nucleo primitivo della strut- tura mentre non esiste più alcun riscontro materiale della loggia a due piani voluta da Leone X e rea- lizzata da Antonio da Sangallo il Giovane. La Rocca, dopo un lungo periodo di abbandono e degrado, è stata oggetto di un totale restauro che, nel rispetto dell’antica forma, ha consentito di mutarne la destina- zione in spazi ideali per ospitare eventi, esposizioni e manifestazioni La Rocca (arch. fot. Provincia di Viterbo) culturali.

22 SABATO 8 AGOSTO 2009 MONTEFIASCONE – ROCCA DEI PAPI

GIOVANNI PAISIELLO (1740 - 1816) La finta amante Opera comica inedita in due atti dal libretto di G. B. Casti revisione di Domenico Carboni

Prima esecuzione in tempi moderni

Camilletta: Margherita Pace soprano Don Girone: Maurizio Leoni baritono Gelino: Luigi Petroni tenore ORCHESTRA DEL FESTIVAL BAROCCO Maestro concertatore e direttore d’orchestra Erasmo Gaudiomonte Maestro collaboratore e clavicembalista: Stefano C. Parisse

Violini I: Natalia Nikolayishin, Alessandro Marini, Christian Cerelli Violini II: Nicola Narduzzi, Donatella Aversa, Marco Colasanti Viole: Andrea Domini, Irene Gizzi Violoncelli: Marco Pescosolido, Alessandra Vitali Contrabbasso: Massimo Santostefano Oboi: Giulio Costantino, Micaela Galamini Corni: Michele Canori, Silvia Centomo

Allestimento registico e scenico Maurizio Soria e Isabella Chiappara

Costumi: Isabella Chiappara, Valentina Bonucci, Antonella Murtas, Luciana Tramontano, Diana Venturelli Acconciature: Laura Mazzinelli - Calzature: Pompei - Roma - Parrucche: Filistrucchi - Firenze 23 ATTO I Ouverture (Allegro presto) Introduzione: Camilletta e Gelino. A qual trista condizione (Largo) Cavatina: Gelino. Eh pensa amato bene (Largo) Cavatina: Camilletta. Se vedesse il ben ch’adoro (Andantino) Cavatina: Don Girone. Comeché, comeché (Andante con moto) Duetto: Camilletta e Don Girone. Camilletta cara cara (Allegro presto) Cavatina: Gelino. Badate bene ci vuol politica (Allegretto) Aria: Don Girone. Certa smania io sento addosso (Allegro) Aria: Camilletta. Ah non siate più sdegnato (Andante) Aria: Gelino. Questa casa e questa piazza (Allegro con moto) Finale: Camilletta, Gelino e Don Girone. Voi dovete giù calare (Allegro)

ATTO II Duetto: Gelino e Don Girone. Tu non capisci sei proprio un asino (Allegretto) Cavatina: Camilletta. Quanto sciocchi amanti siete (Andantino) Aria: Gelino. Dal tuo labbro amor tiranno (Maestoso) Duetto: Camilletta e Don Girone. Oh Dio! Ahi quanti mali (Allegro agitato) Aria: Camilletta. Ferma, tiranno e barbaro (Grave maestoso) Recitativo accompagnato: Don Girone. Che dovrò far? Che penso (Andante) Aria: Don Girone. Fra l’amore e fra il timore (Moderato) Cavatina: Camilletta. Fidi amanti sventurati (Andante) Duetto: Camilletta e Gelino. Caro ben, dolce mia vita (Larghetto) Finale: Camilletta, Gelino e Don Girone. Fra l’orror di notte oscura (Larghetto)

ERASMO GAUDIOMONTE tore musicale del Cantiere Internazionale Ha studiato composizione con Giancarlo d’Arte di Montepulciano. Oltre ad opere del Bizzi, musica elettronica con Franco repertorio classico, tra cui la revisione e la Evangelisti e direzione d’orchestra con Nicola ‘prima’ in tempi moderni dell’opera “La Hansalik Samale, Mario Gusella e Franco Frascatana” di Paisiello, ha diretto prime ese- Ferrara. Nel 1974 è stato con Giancarlo Bizzi cuzioni di autori contemporanei tra cui e Giorgio Battistelli tra i fondatori del Gruppo Battistelli, Clementi, Colasanti, Ferrero, di Sperimentazione Musicale “Edgar Varèse”, Francesconi, Morricone, Nicolau, con il quale ha svolto per molti anni un’inten- Tarnopolsky, Vlad. Numerose le collabora- sa attività concertistica e compositiva. Fin dal zioni con orchestre italiane tra cui l’Orchestra 1981 collabora con l’Orchestra Filarmonica Marchigiana, l’Orchestra di dell’Istituzione Sinfonica Abruzzese (oltre Roma e del Lazio, l’Orchestra della Toscana, 300 concerti) della quale è stato direttore prin- il Coro dell’Accademia di Santa Cecilia, cipale dal 1990 al 1992. Dal 1985 al 2003 è l’Orchestra dell’Arena di Verona, l’Orchestra stato direttore musicale, in collaborazione con Nazionale della Rai di Torino. Ospite di pre- il M° Petrassi, dell’Orchestra Giovanile da stigiose società di concerti e festival Camera “” e nel 1996 diret- (Accademia Nazionale di Santa Cecilia, 24 Accademia Musicale Chigiana, Accademia Filarmonica Romana, Società dei Concerti Barattelli, Festival di Nuova Consonanza, Festival Miami, Ravello Festival, Ravenna Festival, Opera Nancy, Musica per Roma, Stockholm New Music Festival, Sagra Musicale Umbra, Biennale Musica di Venezia) ha collaborato in Europa e negli Stati Uniti con registi e solisti di fama internaziona- le quali Abbado, Krief, Martone, Cascioli, Cominati, Demus, Gazzelloni, Geringas.

MAURIZIO LEONI Baritono, si è diplomato con lode nella classe cantanti all’Accademia Filarmonica Bolognese e al Conservatorio G. B. Martini della stessa città. Finalista al Concorso As.Li.Co. e Menzione Speciale alla finale del Concorso Stabile di Torino) e di regia (“Don Giovanni” Internazionale di Adria, vincitore della VI edi- di V. Righini al Belcanto Festival di zione del Concorso A. Lazzari di Genova e Dordrecht). primo premio assoluto alla rassegna di musica È componente stabile del Divertimento da camera D. Caravita. Ensemble di Milano, del Notschibikitschi Ha debuttato in varie opere fra le quali “Il Ensemble - originale formazione da camera campanello” di G. Donizetti alla Fondazione composta da tre voci e tre clarinetti - e del Walton di Ischia, “Il Turco in Italia” e Gruppo Erlebnis col quale, tra l’altro, ha ese- “Matilde di Shabran” di G. Rossini al Rossini guito “Das Lied von der Erde” di G. Mahler Festival di Wildbad (Germania), “La ed ha inciso per la Radio Svizzera Italiana Bohème” di G. Puccini al Teatro Civico di “Serenade op. 24” di A. Schönberg. Taegu in Corea del Sud, “Carmen” al Teatro Vari artisti hanno contribuito alla sua forma- Verdi di Pisa. zione: Ulla Casalini, Dorothy Dorow, Claudio Artista eclettico, ha al suo attivo anche espe- Desderi , William Matteuzzi. rienze di operetta (“La vedova allegra”, “Il Si è esibito a Torino in “Die Teufel von paese del sorriso”), di musica contemporanea Loudon” di K. Penderecki e in “Wozzeck” di (prima assoluta de “La Victoire de Nôtre Manfred Gurlitt, al Teatro Comunale di Dame” di F.Angius, dell’Aterforum di Bologna in “Salomé” di R. Strauss con la Ferrara, prima italiana di “Gesualdo conside- direzione di Daniele Gatti, ne “La scala di red as a murder” di L. Francesconi, “8 songs seta” di Rossini con la direzione di Claudio for a mad King” di Peter Maxwell Davis al Desderi all’Opéra Comique a Parigi, al Teatro Teatro Regio di Torino ed al Festival del Valli di Reggio Emilia, al Teatro dell’Opera di Cervantino - Messico -, “Messer Lievesogno Roma in “Romanza”, in Leporello nel Don e la porta chiusa” di C. Galante) di prosa Giovanni con la direzione di J.C. Malgoire. (“L’impresario delle Smirne” per il Teatro Tra le sue interpretazioni: “L’equivoco strava- 25 gante” di Rossini al Festival di Strasburgo diretto da A. Zedda e Figaro ne “Il Barbiere di Siviglia” con la direzione di G. Carella, “Bohème” a Catania e Tokyo diretto da D. Renzetti e, sempre a Catania, “Il Prigioniero” di Dallapiccola col M° Zoltan Pesko.

MARGHERITA PACE Inizia la sua carriera artistica come attrice, lavorando in teatro con Lucia Poli, con il Gruppo Altro diretto da Achille Perilli ed in seguito al cinema con Mario Monicelli (Bertoldo, Bertoldino e Cacasenno) e Maurizio Nichetti. Compie i suoi studi presso l’Accademia Nazionale di Danza a Roma e successivamen- te intraprende privatamente lo studio del canto con Maria Teresa Pediconi. Il debutto operistico avviene nel 1991 al Festival di Fermo (Serpina ne “Il curioso indi- screto” di P. Anfossi) e a seguire Clorinda nella “Cenerentola” (1995 Teatro Municipale ne “Il sogno del flauto magico” (Auditorium di Piacenza, Teatro di Vevey, Svizzera), di Santa Cecilia, Teatro di Lugo). Interpreta il Rosina nel “Barbiere di Siviglia” di Rossini e ruolo di Lucy ne “Il telefono” di G. Menotti ed Berta (1996 Teatro Comunale di Todi, Teatro è interprete di due opere in prima esecuzione Verdi di Terni, 1999 ad Amelia e a Narni). assoluta per l’Accademia Filarmonica Interpreta tre ruoli: le Feu, la Princesse e le Romana: “Nessuna coincidenza” di M. Cardi Rossignol, ne “L’enfant et les sortilèges” di ed “I dialoghi degli Dei” di M. Panni (Teatro Ravel con la regia di M. Scaparro (1999 Olimpico 1995). L’opera del M° Panni viene Auditorio de Galicia a Santiago de rivisitata e ripresa nel 2000 e nel 2001 Compostela, produzione de La Fenice di all’Opera di Nizza ed al Theâtre Municipal de Venezia), Lindoro ne “Lo sposo burlato” di Tourcoing col titolo “Il giudizio di Paride”. Paisiello (1998), Lauretta ne “I virtuosi ambu- Si dedica con passione alla realizzazione di lanti” di Fioravanti (2000), Abra nella opere in forma semi-scenica accompagnate “Juditha triunphans” di A. Vivaldi (2004) e dal pianoforte, interpretando i ruoli di Gilda, Melia in “Apollo et Hyacinthus” di Mozart Violetta, Adina, Mimì, con lo scopo di portare (2001-2006), Galatea ne “Il Pigmalione” di l’opera anche in spazi diversi dal teatro, come Donizetti (2008) e l’Angelo custode nella chiese, piazze, cortili e, naturalmente, sale da “Rappresentazione di Anima e Corpo” di E. concerto. De Cavalieri (Aprile 2009, Basilica di San Ha in repertorio i principali ruoli delle opere di Paolo Maggiore, Napoli). Mozart, autore a cui si dedica particolarmente Interpreta Norina nel “Don Pasquale” anche nel repertorio cameristico, spaziando (Cantiere d’arte di Montepulciano) e Pamina dalla liederistica alle Arie da concerto sia in 26 versione orchestrale che accompagnata dal gazza ladra”, “Le nozze di Figaro”), il Teatro pianoforte. San Carlo di Napoli (“Il matrimonio segre- È interprete di Operette come “Monsieur et to”), il Teatro Comunale di Bologna (“Amor Madame Denis” di J. Offenbach, “Acqua rende sagace” di Cimarosa, “Barbablu” di cheta” ed “Addio Giovinezza” di G. Pietri. Offenbach, “Anna Bolena”, “Il turco in Tra gli Oratori canta “Exultate, jubilate” K Italia”, “L’incoronazione di Poppea” di 165 e la Messa in Do “dell’incoronazione” di Monteverdi), oltre ai teatri di Trieste (“Don Mozart, la “Matthaus Passion” di Bach con la Giovanni”), Cagliari (“Turandot”, “L’elisir Jyvaskyla Sinfonia (Finlandia), l’oratorio “La d’amore”), Torino (“Manon Lescaut”, “Il morte di San Giuseppe” di G. B. Pergolesi nel- turco in Italia”). La sua carriera lo ha visto l’omonimo Teatro di Jesi. inoltre interpretare numerose opere del Nel 1995 è ospite dei Pomeriggi Musicali di Settecento meno conosciuto come “Il mondo Milano per i quali interpreta la cantata per della luna” di Galuppi, “La locandiera” e “La voce e orchestra “Giovanna d’Arco” di secchia rapita” di Salieri, “Il curioso indiscre- Rossini / Sciarrino, la suite “A spasso con la to” di Anfossi, “Le astuzie femminili” di figlia del Tambur Maggiore” di Offenbach / Cimarosa (Teatro Comunale di Ferrara, 1996) Negri, sotto la direzione del M° Sasson, e e “L’Olimpiade” sempre di Cimarosa al ancora nel 1996 con una composizione di M. Malibran di Venezia. Tra i titoli più rari ricor- Trojan “Frammenti di Michelangelo”, diretta diamo anche “ da Feltre” di Mercadante dal M° Joram David (Milano, sala Verdi). (Festival di Wexford, 1997), “L’Armida Nel 1997 recita e canta nello spettacolo abbandonata” di Jommelli, “I vampiri” di “Master class” con Maria Callas di T. Palma a Fermo nel 1990 e due opere di Martin McNally prodotto dal Teatro Eliseo con y Soler su libretto di Da Ponte, “Il burbero di Rossella Falk. Torna in teatro nel 2009 con lo spettacolo “Puccini e la luna” di e con Carlo Alighiero, in scena al Teatro Manzoni di Roma. Dal 2006 canta come solista nella Mario Raja Big Bang, con cui si esibisce in diversi festival Jazz. Dal 2003 insegna Canto presso la Scuola Popolare di Musica di Testaccio a Roma.

LUIGI PETRONI Laureatosi in Scienze Politiche con il massi- mo dei voti, ha compiuto privatamente lo stu- dio del canto a Roma con il M° Gina Maria Rebori. Dopo il suo debutto ne “Il matrimonio segreto di Cimarosa” al Teatro Regio di Torino nel 1981, si è esibito nei principali teatri italiani tra cui La Fenice di Venezia (“I quattro rusteghi” di Wolf-Ferrari, “Il barbiere di Siviglia”, “La 27 buon cuore” e “Una cosa rara” a Montpellier, così intitolata: Venezia e Dresda. A Caterina II Imperatrice di tutte le Russie, Dal suo debutto al Rossini Opera Festival nel canzoni di Gio.Battista Casti per la felice 1995, dove ha preso parte alla produzione di nascita di Alessandro principe imperiale di “Semiramide” diretta da Alberto Zedda, è tutte le Russie… stato regolarmente invitato nelle stagioni suc- L’opera fu molto apprezzata dalla sovrana. cessive che lo hanno visto interpretare Era una malcelata candidatura per la succes- “Matilde di Shabran”, “Ricciardo e Zoraide” e sione al prestigioso posto lasciato libero da “Moïse et Pharaon”. Coltellini. L’abate non fu nominato ufficial- Costante è la sua presenza nei teatri di Zurigo mente ma è certo che Caterina II gli chiese di e di Helsinki nel repertorio italiano e in special collaborare con Paisiello. Frutto della colla- modo nei ruoli rossiniani. Giustino di Vivaldi borazione fu l’opera buffa in due atti “Lo all’Accademia Chigiana di Siena e Arminio di sposo burlato” che fu rappresentato nel teatro Händel (oggetto di un’incisione Cd per la all’aperto del Palazzo Imperiale il 13 luglio Virgin) a Solothurn e ad con Alan 1778. Oggi noi sappiamo, grazie al catalogo Curtis sono solo un piccolo esempio delle tematico di Michael F. Robinson1, che que- opere barocche che ha affrontato sempre con st’opera altro non è che un pasticcio ossia un successo. assemblaggio di brani di altre opere prece- Fra le incisioni discografiche, ricordiamo, tra denti del compositore stesso fra cui “Il l’altro, la cantata “Le nozze di Teti” e “Peleo” Socrate immaginario” (libretto di Giovanni di Rossini con la direzione di Riccardo Chailly Battista Lorenzi) così che l’apporto originale per la Decca. di Casti fu limitato ai recitativi e ai due finali. L’opera ottenne un grande successo. Mentre CASTI, PAISIELLO E CATERINA II questa collaborazione è provata da documen- I documenti relativi al periodo trascorso in ti conservati alla Biblioteca Nazionale di Russia da Giambattista Casti sono alquanto Parigi2 non è provato, ma non è improbabile, scarsi per poter definire esattamente quali che l’anonimo adattatore dei libretti utilizzati siano stati i rapporti di lavoro con Giovanni da Paisiello per “I filosofi immaginari” (da Paisiello, compositore al servizio di Caterina Bertati) e per “Le nozze inaspettate” (da II negli anni 1776-1783. Casti arrivò a S. Chiari), opere rappresentate a S.Pietroburgo Pietroburgo nel 1777 al seguito del Conte nel 1779, sia proprio Casti. Joseph Kaunitz nominato ministro plenipo- tenziario presso la corte della zarina. Il suo IL CASO DELLA FINTA AMANTE compito come membro del corpo diplomatico Un grande evento movimentò la corte di S. austriaco era quello di redigere segretamente Pietroburgo nel successivo 1780. Si prepara- particolareggiate relazioni politico-militari. va lo storico incontro fra Caterina II e Sul finire dello stesso anno due avvenimenti Giuseppe II imperatore d’Austria. L’incontro di rilievo movimentarono la vita di corte, uno era stabilito in una località a metà strada fra le triste e uno lieto. Il primo fu la morte di ______Marco Coltellini poeta-librettista dei Teatri 1M. F. ROBINSON, Giovanni Paisiello, A Thematic Imperiali e collaboratore di Paisiello, l’altro la Catalogue of his Works, New York , 1975. nascita del principe Alessandro. Per questa 2Cfr. L. PISTORELLI, I melodrammi giocosi di occasione Casti scrisse una raccolta di poesie G.B. Casti, in RMI 1895. 28 due capitali imperiali: la città di Mogilev in Mogilev distava da S.Pietroburgo circa 1.500 Bielorussia. Per questo la zarina ordinò a chilometri. La zarina volendo mostrare la sua Paisiello un’opera nuova da doversi rappre- grandeur all’imperatore si mosse con una sentare per l’occasione. Nacque così “La finta numerosa comitiva composta non solo da amante”, opera buffa in due atti. Il libretto fu tutti i suoi dignitari con le famiglie, ma anche stampato a S.Pietroburgo senza data per esse- dai diplomatici accreditati, senza contare can- re utilizzato a Mogilev. Il librettista, come al tanti, coristi, strumentisti, scenografi e costu- solito, non venne menzionato ma secondo misti dei teatri imperiali con alla testa il diret- Robert-Aloys Mooser «si potrebbe attribuire tore artistico Bibikof e Paisiello. Per l’occa- a Casti il quale in quel periodo era il solo sione furono requisiti 250 cavalli da aggiun- poeta italiano che la corte aveva a disposizio- gere ad ogni stazione di sosta a quelli solita- ne e per di più aveva dato buona prova delle mente disponibili, e le soste furono parecchie sue qualità negli anni precedenti»3. Per di più per non fare affaticare l’augusta sovrana. questi era molto apprezzato da Giuseppe II. Il Giuseppe II invece si recò all’appuntamento poeta, da parte sua, avrebbe potuto mettersi in con una piccola scorta viaggiando in incogni- luce, con l’occasione, col suo protettore e to col nome di Conte di Falkenstein. L’opera datore di lavoro in vista di poter essere assun- fu rappresentata nella villa di un grande pro- to come poeta di corte al suo ritorno a . prietario terriero. Paisiello ebbe la sorpresa di Senza contare poi che l’abate essendo mem- trovare lo stesso clavicembalo con cui aveva bro del corpo diplomatico austriaco accredita- suonato all’Ermitage con sul coperchio una to presso la corte avrebbe dovuto contribuire targa d’avorio con inciso Caterina II a alla riuscita dell’importante incontro dei ver- Giovanni Paisiello. Gli interpreti erano tici dei due imperi. ovviamente di prim’ordine. Camilletta era Il libretto de “La Finta Amante”, a differenza Anna Davia de Bernucci prima cantatrice dei tre titoli sopraccitati, era del tutto origina- buffa. Dopo qualche anno la zarina la espul- le. Anche la musica era completamente nuova se dalla Russia a causa di una relazione amo- senza alcun autoimprestito. Secondo una rosa con un gentiluomo di corte. Nel 1788 testimonianza del Conte Orlof, Paisiello fece interpretò lo stesso ruolo al Teatro dei sentire in anteprima al clavicembalo l’opera Fiorentini di Napoli. Gelino era il «virtuoso alla zarina e al suo entourage nella Sala degli da camera» Matteo Babbini e il basso buffo Specchi dell’Ermitage: Baldassare Marchetti era Don Girone. Invitato a sedersi al clavicembalo egli comin- Entrambi si erano distinti nello Sposo burla- ciò a cantare con una soavità e una verve to. Secondo quanto Paisiello scrisse all’ami- meravigliosa. Ad un certo momento co Galiani, Giuseppe II gli fece grandi com- l’Imperatrice, accortasi che il maestro impal- plimenti e gli chiese una copia dell’opera lidiva per il freddo, si tolse la pelliccia e la donandogli in cambio una tabacchiera. mise sopra le fortunate spalle del maestro che L’opera venne poi replicata a S. Pietroburgo tanto l’aveva incantata.4 in occasione della visita del Principe di ______Prussia e anch’egli volle copia dell’opera in 3R.A. MOOSER, Annales de la musique et des cambio di una tabacchiera. Va detto a tale musiciens en Russie au XVIIIe siècle, Ginevra, proposito che le tabacchiere donate dai sovra- 1948-50 pp.255 e 295. ni non contenevano tabacco ma sonanti 4R.A. MOOSER, Op. cit. p. 294. monete d’oro. 29 “La finta amante” fu rappresentata infinite volte in Russia fino alla fine del secolo anche nella versione ritmica in russo. Anche nel resto d’Europa la fortuna dell’opera fu note- vole: Vienna 1784, Karlsruhe 1786, Cracovia, Firenze, Mannheim e Napoli nel 1788, Francoforte e Palermo nel 1793, Parigi (sotto il titolo di “Camilletta” interpretata dalla diva Strinasacchi) e infine di nuovo Napoli nel 1825. E Casti? Lasciò la Russia nel 1781 e si recò a Milano per curarsi la sifilide. Morto Metastasio tornò a Vienna come poeta di corte. Proseguì la sua carriera di librettista con Paisiello di ritorno dalla Russia (“Re Teodoro”, 1784) e con Salieri (“La grotta di Trofonio”, 1785; “Prima la musica poi le parole”, 1786; “Cublai, Gran Can dei Tartari”, 1788) rivaleggiando per fama con Da Ponte suo acerrimo nemico e detrattore. Nel 1787 Ritratto di Giovanni Paisiello dipinto da Marie con la pubblicazione del “Poema Tartaro”, Louise Élisabeth Vigée-Lebrun (1755-1842) Casti cadde in disgrazia presso l’imperatore e nel 1791, a Napoli, durante la prima dell’opera Caterina II. Si trattava infatti di una parodia Nina o la pazza d’amore (www.wikipedia.org) dove si raccontavano con feroce satira le vicende che portarono all’avvento al trono di Questo è un ulteriore indizio che “La finta Caterina II retrodatandole al duecentesco amante” sia opera sua e che possiamo togliere impero dei Gran Kan… e della Gran Kagna. quel punto interrogativo che qualcuno nei Questa impertinenza gli costerà il posto di cataloghi ancora affianca al suo nome come “poeta cesareo” poiché l’opera, che a Vienna autore di questo libretto. circolò parecchio, creò delle inopportune noie Domenico Carboni diplomatiche tra l’Austria e la Russia. A noi il poema interessa per il nostro caso in quanto nella prefazione Casti ricorda la sua iniziazio- GIOVANNI PAISIELLO - LA FINTA AMANTE ne in Russia come librettista. Racconta infatti LIBRETTO DI GIOVANNI BATTISTA CASTI di aver guadagnato per questo 6000 rubli e di aver avuto in più in dono da Caterina II una NOTE PER LA MESSA IN SCENA preziosa pelliccia. Considerato che la retribu- Il 4 o il 5 giugno del 1780 nel Castello di zione di Paisiello era di 4000 rubli l’anno Mogilev nella Russia Bianca, oggi sembra strano che la zarina, che il poeta defi- Bielorussia, si svolgeva un importantissimo nì «cogliona in nissuna maniera», abbia speso incontro al vertice delle potenze mondiali del- questa cifra per Casti solo per “Lo Sposo bur- l’epoca, che avrebbe ridefinito il riassetto lato” unica opera di cui risulta documentata la dell’Europa negli anni successivi. Caterina II sua collaborazione con Paisiello in Russia. di Russia riceveva con gran pompa il Conte 30 Falkenstein, in realtà l’imperatore Giuseppe messa in scena minimale. La volontà di rap- II in incognito. Per l’occasione Caterina chie- presentare questa opera buffa di Paisiello - se a due artisti organici alla sua corte, Casti come forse poté esserlo in quel remoto Giovanni Paisiello e Giovan Battista Casti, di castello. Una volontà filologica, ma non mettere in scena un’opera buffa, che per il archeologica. Certo il Luogo teatrale non è lo numero ridotto di cantanti, ben si prestava stesso e certamente poco adatto nella sua alle possibilità di un “Luogo teatrale” anoma- severità medievale, ma si può suggerire l’at- lo, come un castello sperduto nella campagna mosfera, innanzitutto eliminando il più possi- russa. Anomalo però fino ad un certo punto, bile la luce artificiale, e tornando alla natura- perché se è vero che la maggior parte delle lità della luce delle candele, che ci restituisco- corti si era a questa data dotata di un teatro, no quella tonalità calda, morbida che solo l’uso di allestire saloni, androni, scalinate, questo tipo di illuminazione può dare. Non petits appartements, era ancora diffuso, potendo avere un fondale dipinto come era soprattutto nell’Europa orientale. Dobbiamo usuale nelle scene settecentesche l’idea è quindi immaginare un grande salone o spazio quella di ricreare uno spazio riconoscibile, analogo allestito con un palco sul lato corto, ma non fintamente “storico”. Gli androni, le con forse un fondale dipinto come vediamo scale del Palazzo dello Spagnolo del ad esempio in un dipinto di J. F. Greipel che Sanfelice, luogo che esprime in toto la Napoli mostra la prima del “Parnaso confuso” di settecentesca dove si finge l’azione teatrale, Gluck dato al Castello di Schonbrunn nel feb- ci sembravano il Luogo deputato per eccel- braio del 1765. A differenza dell’opera seria lenza. deputata a trattare tematiche legate alla gran- E poi soprattutto i costumi. de storia o al mito e quindi vedeva i cantanti I personaggi della Finta Amante sono tre: incarnare personaggi la cui universalità era Camilletta, merlettaia, Gelino, lacchè, Don data da costumi di impianto classicheggiante, Girone, uomo ricco ma sciocco che ben si rivisitati attraverso il moderno, nell’opera presta ad essere gabbato dalla coppia di buffa, che nasce con una forte liason tra amanti, che con i proventi della truffa potran- Commedia dell’arte e commedia erudita, no sposarsi. Tre classici personaggi della ossia l’ antica commedia di ispirazione plau- Commedia dell’arte. Anche l’intrigo sembra tina o terenziana, ha come caratteristiche esemplificato su di uno scenario di comme- l’intreccio burlesco, l’imbroglio, il - dia all’improvviso. Il momento cruciale del- mento, tematiche quindi di ispirazione popo- l’intrigo è quello del travestimento quindi lare e alla fine del Settecento potremmo quasi della metamorfosi di Gelino lacchè in una dire “borghese”, i costumi di scena in realtà sorte di Capitan Fracassa, irriconoscibile al non erano altro che gli abiti alla moda, conte- proprio padrone Don Girone. Ecco perché stualizzando così l’attualità del momento. E’ una maschera, proprio quella di Capitan talmente vero che spesso la moda recepiva Fracassa, per segnare in modo assoluto la tra- modelli dal teatro creando ad esempio un sformazione anche caratteriale del mite juste a la Figarò (una sorta di corsetto ester- Gelino nel roboante e rodomontesco fratello no) che non può non essere stato ispirato dal di Camilletta. Don Girone è un uomo ricco Barbiere di Beaumarchais o dalla sua versio- ma stravagante, Gelino dice che sembra “… ne Mozart-Da Ponte. cinese od indiano”, e quindi indossa quello Da queste considerazioni nasce la nostra che ovunque in Europa era la “novità”, ossia 31 l’habit degagè, versione francese della riding Plauto, o Macchiavelli o perché no Totò, ma coat inglese, con il suo doppio petto, il gilet bisogna fuggire quella facilità e restituire senza baschine, il taglio attillato a code sfug- quella poesia, quel tipo di espressione, che ci genti, gli alti baveri. Una sorta di macaroni, sembrano lontane ma invece nella nostra sen- nome con il quale venivano sbeffeggiati gli sibilità sono tanto vicine. Non nostalgia ma inglesi che tornavano dal grand tour, e il rife- recupero, quello sì. rimento a Napoli non è casuale. Gelino inve- Isabella Chiappara ce indossa un frac alla moda in seta a righe del Maurizio Soria quale prontamente si spoglierà per incarnare il suo alter ego. Camilletta infine veste l’abi- LA TRAMA to di provenienza popolare più amato dalle Il soggetto è quello classico degli intermezzi Dame eleganti come toilette de matin, un comici: un vecchio voglioso e ricco, innamo- caraco con jupon, in toile de Jouy e mussola, rato di una fanciulla bella ma di umili origini tessuti diventati di gran moda, negli anni che che però ama un giovanotto della sua stessa precedono la rivoluzione borghese. Tutti i condizione. Il ricco Don Girone (basso buffo) modelli sono assolutamente autentici, ripresi si è invaghito della bella Camilletta (soprano) da figurini della Gallerie des modes et costu- la quale ama, riamata, il giovane Gelino. mes français, che negli anni ’80 del Quest’ultimo è stato assunto da Don Girone Settecento pubblicava le creazioni delle più come lacché e, con la complicità della ragaz- importanti creazioni delle marchande de za, ha un piano per spillare un po’ di soldi al mode parigine. Nulla di neorealistico o stori- vecchio babbione. Camilletta finge di accon- cistico su questo palco. I cantanti non sono sentire alle richieste amorose di Don Girone. una povera proletaria, un cameriere e un Gelino avverte però che la ragazza ha un fra- signorotto di provincia, ma i veri cantanti- tello “furibondo, sdegnoso, sanguinario, omi- attori che sulla scena di Mogilev interpretava- cida” ed è geloso della sorella. Gelino, nelle no i personaggi. Il costume è un ricco abito vesti del fratello sanguinario, sorprende Don di corte: i cantanti, ben pagati, spesso veniva- Girone che amoreggia con Camilletta la no omaggiati dai loro committenti con regali quale dice che il fratello si acquieterà con del di pregio come i due protagonisti della Serva denaro. Gelino, riprese le vesti del servo, con- padrona di Paisiello che dopo la prima a siglia al padrone di accondiscendere alle Sanpietroburgo vedranno Caterina II donar richieste del “fratello”. La “finta amante” pre- loro rispettivamente una tiara e una tabacchie- parerà un tranello per attirare il vecchio in ra in diamanti. casa e quindi per essere sorpresi dal “finto fra- Tutto è sogno, magia. E’ come se i personag- tello” che minaccerà di morte il malcapitato gi venissero evocati dalla musica e si ripre- Don Girone se questi non si toglierà di mezzo sentassero ai nostri occhi di moderni con tutta per sempre. Una lettera anonima però svelerà la poesia, il fascino onirico di un passato che a Don Girone l’imbroglio di Gelino e il vec- torna alla luce. Come dice Benjamin Lazar, chio si deciderà a chiamare le guardie per fare regista di punta della ripresa moderna di arrestare i due innamorati. Camilletta chiede- opere barocche, sarebbe facile indulgere al rà perdono a Don Girone il quale, intenerito modernismo, inserire in un qualsiasi luogo dalla ragazza, ritira la denuncia e il licenzia- del XX o XXI secolo quella che è una storia mento per Gelino assumendo al suo servizio tanto antica che potrebbe averla scritta anche la bella Camilletta. 32

TARQUINIA - Chiesa di Santa Maria in Castello La Chiesa di Santa Maria in Castello, l’edi- da maestri marmorari romani ed è ricco di ficio religioso più importante del borgo iscrizioni pagane e cristiane incise su mate- medioevale, fu iniziata nel 1121 e consacra- riale di reimpiego. La cupola, a pianta ellitti- ta nel 1208. Nel 1566 venne affidata ai ca sormontata da un cupolino di influenza Carmelitani ma già nel 1569 risulta sconsa- araba, è oggi sostituita da un semplice tibu- crata. Nel 1875 il Reale Governo Italiano rio. A metà della quarta campata maggiore di riconobbe Santa Maria in Castello come sinistra è un ambone del 1209 eseguito dalla monumento nazionale. mano di Giovanni di Guittone. Nella terza La facciata a coronamento orizzontale, sor- campata della navata destra è, infine, il fonte montata da un campaniletto a vela, è tripar- battesimale ad immersione di forma ottago- tita in basso da lesene. Il portale centrale e la nale, rivestito di marmi policromi. grandiosa bifora sovrastante sono ornate da decorazioni cosmatesche, opera di Pietro di Ranuccio romano (1143). Di schietta impronta romanica, l’interno è suddiviso in tre navate, coperte da volte e coronate da tre absidi. Degli otto altari di cui si è a conoscenza è oggi sopravvissuto sola- mente quello maggiore con ciborio sorretto da quattro colonne e risalente al 1168 ad opera dei romani Giovanni e Guittone figli di Nicola Ranucci. Il pavimento della chie- sa è costituito da preziosi mosaici eseguiti

Museo Archeologico. Cavalli alati (arch. fot. APT)

MUSEO ARCHEOLOGICO Il Museo Archeologico Nazionale, tra i più importanti d’Italia per la ricchezza e la varie- tà dei reperti esposti, è ospitato nel Palazzo Vitelleschi, autentico capolavoro architetto- nico rinascimentale con elementi in stile gotico e catalano. Conserva al suo interno un repertorio vascolare unico per forme e deco- razioni figurative, sarcofagi notevolissimi di famiglie tra le più importanti d’Etruria, terre- cotte architettoniche di finissima esecuzione come l’elegante scultura fittile dei cavalli Santa Maria in Castello (foto E. Valerioti) alati, famosa in tutto il mondo. 42 GIOVEDÌ 13 AGOSTO 2009 TARQUINIA - S. MARIA IN CASTELLO Emma Kirkby soprano LONDON BAROQUE

G. F. HÄNDEL (1685 - 1759) Le Cantate di Vignanello

Sonata in Fa maggiore Op. 5 n. 6 per due violini e basso continuo HWV 401 Largo, Allegro, Adagio, Allegro

Salve Regina per soprano, due violini HWV 241 (prima esecuzione 17 giugno 1707 a Vignanello)

Sonata in Sol minore per viola da gamba e basso continuo HWV 364b Andante, Allegro, Adagio, [Allegro]

Coelestis dum spirat aura “Mottetto in festo S.Antonio da Padua” per soprano, due violini e basso continuo (prima esecuzione 13 giugno 1707 a Vignanello)

* * * *

Trio sonata in Sol minore per due violini e basso continuo (Dresden) HWV 393 Andante, Allegro, Largo, Allegro

Suite per clavicembalo n. 5 in Mi maggiore HWV 430 Prelude, Allemande, Courante, Air et Doubles

O Qualis de Coelo Sonus per soprano, due violini e basso continuo HWV 293 (prima esecuzione 12 giugno 1707 a Vignanello)

Ingrid Seifert violino (Jacobus Stainer, Absam 1661) Hannah Medlam violino (anon. Italy c. 1680) Charles Medlam viola da gamba (Barak Norman, London c. 1680) Steven Devine clavicembalo

43 LONDON BAROQUE si è costituito nel 1978 ad Emma Kirkby, anche in Francia, affermandosi come uno dei più importanti Croazia, Slovenia, Italia, Cina, Turchia e ensemble di musica barocca in ambito Singapore. L’ensemble è stato inoltre ospi- internazionale. La frequenza dei concerti e te dei festival di Edimburgo, Salisburgo, l’assiduità con la quale il gruppo si esibi- Bath, Beaune, Innsbruck, Utrecht, York e sce ha favorito il sorgere di un affiatamen- Ansbach. to paragonabile a quello di un consolidato Il gruppo registra per l’etichetta BIS ed ha quartetto d’archi. alle spalle una lunga collaborazione con Il gruppo è stato invitato dai più importan- l’etichetta Harmonia Mundi France. Le ti festival di musica antica in Europa ed è recenti produzioni discografiche hanno stato ospite di trasmissioni televisive e riscosso ampi e lusinghieri consensi dalla radiofoniche in tutto il mondo con fre- critica di settore. “Sympathetic and quenti tournèe in Giappone e negli Stati alert...with some finely poetic playing. Uniti. These performances seem to me model” Il repertorio dell’Ensemble spazia dalla (Gramophone, Sept 2001) e “È il loro fine del sedicesimo secolo all’epoca di disco migliore e io non ho mai ascoltato Mozart e Haydn e affianca opere scono- una performance migliore della loro del sciute a grandi capolavori della letteratura Trio Sonata di Händel” (Goldberg, July da camera del periodo barocco e classico. 2001), in riferimento al disco di “Cantate Nel corso della stagione 2008/2009 il Sacre” di Händel con Emma Kirkby; “I gruppo si è esibito in Inghilterra, Spagna. London Baroque mettono le loro consuete Svezia, Svizzera, Germania, Olanda, virtù in queste performance, compreso il Ungheria, Abu Dhabi, Canada e, assieme loro eccellente rapporto interno ben misce-

44 Ciò l’ha spinta a individuare un approccio personale, grazie anche al grande aiuto fornito da Jessica Cash di Londra, nonché dai direttori, colleghi cantanti e strumenti- sti con cui ha collaborato nel corso degli anni. A tutt’oggi ha realizzato più di un centinaio di registrazioni di ogni genere, a partire dalle sequenze di Hildegard von Bingen ai madrigali del Rinascimento ita- liano e inglese, fino alle cantate e agli ora- tori del periodo barocco, nonché alle opere di Mozart e Haydn. Tra le registrazioni più recenti ricordiamo “Opera Arias and Ouvertures” di Händel per Hyperion, le “Cantate nuziali” di Bach per Decca e le “Cantatas 82a e 199” di Bach per Carus. Ha inoltre pubblicato per BIS nell’autunno del 2000, due programmi con i London lato, una ricca sequenza di toni, passione e intensità” (Gramophone, March 2001), in riferimento alle Trio Sonate di Vivaldi Op.1.

EMMA KIRKBY Tra le aspettative giovanili di Emma Kirkby non vi era certo quella di diventare una cantante professionista. Durante gli studi classici a Oxford e successivamente in qualità di insegnante, Emma cantava per diletto in cori o piccoli gruppi, senten- dosi a proprio agio soprattutto nel reperto- rio rinascimentale e barocco. Nel 1971 è entrata a far parte del Taverner Choir e nel 1973 ha avuto inizio la protratta collabora- zione con Consort of Musicke. Emma ha partecipato alle prime registrazioni Decca Florilegium sia con Consort of Musicke, sia con l’Academy of Ancient Music, in un periodo in cui gran parte dei soprano for- mati nei college non ricercavano un suono adeguato agli strumenti di musica antica.

45 Baroque, il primo incentrato sui “Mottetti” John Dowland, con Anthony Rooley, per di Händel e il secondo sulle “Musiche BIS nel 2006. Nel 2007 ha pubblicato natalizie” di Scarlatti, Bach e altri. Fra le insieme a Jakob Lindberg per BIS registrazioni recenti ricordiamo: “Classical “Musique and Sweet Poetrie”, canzoni per Kirkby”, progettato ed eseguito con liuto. Nel 1999 Emma è stata votata Anthony Rooley nel 2000, per l’etichetta Artista dell’Anno dagli ascoltatori di BIS, “Cantatas” di Cataldo Amodei, anco- Classic FM Radio; nel novembre del 2000 ra per BIS, nel 2004; “Stabat Mater” di è stata insignita del titolo di Dama Scarlatti con Daniel Taylor, per ATMA nel Comandante dell’Ordine dell’Impero 2006; “Honey from the Hive”, canzoni di Britannico.

SALVE REGINA COELESTIS DUM SPIRAT AURA

LARGO Coelestis dum spirat aura Salve Regina mater misericordiae Divinus dum coelo ignis vita dulcedo et spes nostra! In mortalium corda descendit Humana captivitatis vincula ADAGIO de terra solvens Antonius Ad te clamamus exules filii Evae Triumphans ad astra conscendit. ad te suspiramus gementes et flentes in hac lacrimarum vale. Felix dies, preaclara, serena O quam cara quam amoena, ALLEGRO Toti mundo jucunda tu es. Eja ergo advocata nostra illos tuos misericordes oculos Immortali es gaudio plena ad nos converte. nostri cordis dulcissima spes. Et Jesum, benedictum fructum ventris tui Vestro, religiosi prinicipes nobis post hoc exilium Munere, clarum de coelo sidus ostende nobis Jesum Nobis fulget Antonius, Et lucidos protectionis radios ADAGISSIMO Prote, Julianelle, difundens O clemens o pia divini amoris ignem ascendit in te. o dulcis virgo Maria. Tam patrono singulari Corda Licet immolari laudis in obsequium. Tibi optamus famulari, Dona patrocinium Et cum audis invocari.

Alleluja

46 O QUALIS DE COELO SONUS

O qualis de coelo sonus tamquam advenientis, spiritus vehementis totam reple domum amore? et suavis aurae sibilus mortalium corda dum perflat, ad sanctos amoris aestus improvisus invitat?

Ad plausus, ad jubila pellantur cordis nubila, recedat culpae nox.

Lux micat coelo fulgida, aura spirat cordi turgida, sancti amoris blanda est vox

Eja ergo, mortalis, ignarae caecitas procul pelle timores, et tu, turba fidelis, decantare divinos summi regis amores. Gaude, tellus benigna, decora, sanctus amor descendit ad te. Cordis laus sit plena, sonora, mentes nostras invitet ad se.

Alleluja!

47 CASTEL SANT’ELIA - Basilica di Sant’Elia La Basilica di Sant’Elia, in stile romanico nel catino domina la figura del Redentore. con elementi di origine lombarda, sorge su Nella navata destra sono conservati dipinti un ripiano al centro della Valle di artisti locali raffiguranti l’immagine Suppentonia, probabilmente sulle rovine o della Madonna. nei pressi di strutture romane, data la pre- La cripta, costituita da due ambienti, con- senza di marmi architettonici di riutilizzo. serva le tombe di S. Nonnoso e di S. Fondata tra l’VIII e il IX secolo e ricostrui- Anastasio. ta all’inizio dell’XI, è caratterizzata da una facciata affiancata da ali laterali e adorna di tre portali due dei quali realizzati con fram- menti di marmo, probabilmente apparte- nenti alla primitiva basilica. L’impianto planimetrico è costituito da tre navate ed un transetto, sopraelevato di tre gradini. Nella navata centrale, le colonne, provenienti dallo spoglio di ville e monu- menti romani, sono ornate da capitelli corinzi. Il transetto e la navata centrale con- servano parti del pavimento cosmatesco; Interno (foto F. Biganzoli) l’altare maggiore è sormontato da un ele- gante ciborio decorato da una croce e sor- retto da quattro pregevoli colonne. Particolarmente interessante è la decorazio- ne pittorica del transetto che comprende scene tratte dall’Apocalisse di S. Giovanni, la morte e i funerali dell’abate Anastasio e, nell’abside, una teoria di vergini, mentre

Facciata (foto F. Biganzoli) Ciborio ed abside (foto G. Cerica) 48 VENERDÌ 28 AGOSTO 2009 CASTEL S. ELIA – BASILICA DI S. ELIA

EPOCA BAROCCA Silvia Vajente soprano

Georg Friedrich Händel (1685-1759) Trio sonata in Fa maggiore per oboe, fagotto e basso continuo Adagio, Allegro, Adagio, Allegro Dalle “Nove arie tedesche”: Aria: Das Zittern Glänzen der spielenden Wellen Aria: Meine Seele hört im Sehen Johann Friedrich Fasch (1688-1758) Sonata in Do maggiore per fagotto e basso continuo Largo, Allegro, Andante, Allegro assai Henry Purcell (1659-1695) Song: Nymphs and Schepherds Da “Harmonia sacra”: Aria: An evening Hymn on a groe

*** Henry Purcell Toccata in La maggiore per clavicembalo solo Georg Friedrich Händel Cantata: Dolce mio bene per soprano e basso continuo Recitativo, Aria, Recitativo, Aria Christoph Schaffrath (1709-1763) Sonata in Re minore per oboe e basso continuo Adagio, Allegro, Allegro Georg Friedrich Händel Cantata: Mi palpita il cor per soprano, oboe e basso continuo Recitativo ed Arioso, Recitativo, Aria, Recitativo, Aria

Alessandro Piqué oboe London Jeffrey Watts fagotto Harald Hoeren clavicembalo

49 I componenti dell’ensemble di musica da camera Epoca Barocca hanno in comune la passione per la musica barocca eseguita con strumenti originali. Il fulcro del loro reperto- rio è la sonata per tre o quattro strumenti con basso continuo, generalmente appartenenti al periodo che va da Antonio Caldara a Jan Dismas Zelenka. Dal 1994 il gruppo si esibisce con grande suc- cesso di critica e di pubblico partecipando ad importanti rassegne musicali fra cui Amici della Musica di Firenze, Bodensee Festival, Festival Mitte Europa, Musica e Poesia a San Maurizio (Milano), Festival di Musica Antica di Praga, Accademia Bartolomeo Cristofori (Firenze), Fränkischer Sommer, Feste di Apollo (Parma), Associazione Musicale Romana, Festival van Flaandern, Musikfest Bremen e Rheingau Musik Festival. Nei suoi programmi Epoca Barocca propone regolarmente anche autori meno conosciuti riportando alla luce brani musicali ingiusta- mente dimenticati; queste opere sono state inoltre registrate per trasmissioni radio e su CD. Collabora con cantanti e altri strumentisti per l’esecuzione di musica con una grande varie- tà di formazioni.

50 GEORG FRIEDRICH HÄNDEL (1685 - 1759)

Das zitternde Glänzen der spielenden Wellen Lo scintillio tremulo delle onde giocose Das zitternde Glänzen der spielenden Wellen Lo scintillio tremulo delle onde giocose, Versilbert das Ufer, beperlet den Strand. inargenta la riva, imperla la sponda, Die rauschenden Flüsse, die sprudelnden i ruscelli gorgoglianti, le sorgenti zampillanti Quellen arricchiscono, fecondano, rinfrescano la terra, Bereichern, befruchten, erfrischen das Land e ci mostrano in mille piacevoli modi und machen in tausend vergnügenden Fällen l’infinita bontà del creatore. die Güte des herrlichen Schöpfers bekannt.

Meine Seele hört im Sehen La mia Anima ascolta e vede Meine Seele hört im Sehen, La mia Anima ascolta e vede, wie, den Schöpfer zu erhöhen, come tutto esulta e ride, alles jauchzet, alles lacht. nell'esaltare il Signore. Höret nur, des erblüh’nden Frühlings Pracht Ascoltate, la bellezza fiorente della primavera, ist die Sprache der Natur, die sie deutlich è la voce della natura che ci parla ovunque, durchs Gesicht allenthalben, mit uns spricht. chiara, attraverso la sua immagine.

51 HENRY PURCELL (1659 - 1695)

Nymphs and Shepherds Ninfe e pastori Now that the sun hath veil’d his light, Ora che il sole vela la sua luce, And bid the world goodnight, E dà la buonanotte al mondo, To the soft bed, my body I dispose, Al morbido letto affido il corpo, But where shall my soul repose? Ma dove riposerà l'anima mia?

Dear God, even in thy arms Buon Dio, se non fra le tue braccia And can there be any so sweet security! Non vi è più dolce protezione! Then to thy rest, o my soul! Vai al riposo, anima mia! And singing, praise the mercy that prolongs thy E canta le lodi alla misericordia che prolunga i days. tuoi giorni Hallelujah Hallelujah Alleluja, Alleluja.

An evening Hymn on a ground Canto della terra Nymphs and Shepherds, come away. Ninfe e Pastori venite via In the groves let’s sport and play Nei boschetti divertiamoci e giuochiamo For this is Flora’s holiday, Poiché questa è la festa di Flora Sacred to ease and happy love, Dedicata alla serenità e all'amore felice To dancing, to music and to poetry; Alla danza, alla musica ed alla poesia; Your flocks may now securely rove Le vostre greggi possono vagare tranquille Whilst you express your jollity. Mentre voi manifestate la vostra allegria. Nymphs and Shepherds, come away. Ninfe e Pastori venite via.

52 GEORG FRIEDRICH HÄNDEL (1685 - 1759)

Dolce mio ben Mi palpita il cor RECITATIVO RECITATIVO E ARIOSO Dolce mio ben, s’io taccio Mi palpita il cor l’infinito martire nè intendo perché: che m’appressa al morire, Agitata è l’alma mia fa che in grave dolor muto lo giaccio. né so cos’è. E perché piace a voi, tacito ascondo il mio strazio profondo, RECITATIVO ma se taccio il dolore Tormento e gelosia, sdegno, affanno e dolore son gl’ardenti sospir lingue del core. da me che pretendete? Se mi volete amante, amante io sono: ma, oh Dio! Non m’uccidete, ARIA ch’il cor fra tante pene più soffrire non può Intendimi ben mio, le sue catene. che tutto il mio desìo sempre è rivolto a te. ARIA Se parlo o taccio, Amore Ho tanti affanni in petto parla per me il mio core che, qual sia il più tiranno, e scopre la mia fe’. io dir, io dir nol so. So ben che dò ricetto a un aspro RECITATIVO e crudo affanno S’è ver ch’un si trasformò e che morendo i ovo. in toro, in pioggia d’oro, Ho tanti affanni in cigno, in fonte, in sasso ed in alloro, RECITATIVO da noi diverse anzi contrarie forme, Clori, di te mi lagno, e di te, deh! Perchè non poss’io o Nume, figlio di Citerea, cangiarmi in un sospir che proprio è mio? ch’il cor feristi per una che non sa che cosa è Che da Licori dolcemente accolto amore. seco sempre starei nel suo bel volto. Ma se d’egual saetta a lei feristi il core, più lagnarmi ARIA non voglio, e riverente innanti al simulacro tuo Dolce mio letto prostrato a terra, umil, devoto adorerò quel sarìa il bel viso Dion e in paradiso che fé contento e pago il mio desio. starebbe il cor. Per gran diletto ARIA forse dall’alma Se und dì m’adora la mia crudele n’andrìa la salma, Contento allor il cor sarà. ma vita allora Che sia dolore, gli renderebbe che sia tormento, il Dio d’Amor. questo mio seno più non saprà. Se und dì m’adora

53 CANEPINA - Museo delle Tradizioni Popolari Annesso alla Chiesa di San Michele ne didascalie illustravano l’episodio che, Arcangelo, l’antico convento dei frati comunque, doveva essere di facile lettura; Carmelitani che ospita oggi il Museo delle le singole scene dipinte mostravano il Tradizioni Popolari, è una seicentesca santo vicino alla gente comune, immerso struttura ornata di affreschi nel chiostro, nei fatti del quotidiano. Altri dipinti emer- nel salone al piano terra e sulle pareti che si sono databili a metà del 1700 e sono del fiancheggiano le scale che portano al viterbese Domenico Corvi. primo piano dell’edificio. L’intero ciclo di pitture murali, che decorano le lunette e i pennacchi del chiostro, è databile tra il 1610 e il 1627 e sono visibilmente tre i maestri attivi nei tre bracci del chiostro, tutti della scuola di Giuseppe Sebastiani da Macerata, che operava per conto del cardinale Odoardo Farnese nell’omonimo Palazzo della vicina Caprarola. L’espressione artistica e i contenuti sono quelli dettati dal Concilio di Trento: si dovevano adornare i chiostri dei conventi e dei monasteri con le storie dei santi più Santa Teresa attraversa il fiume di notte guidata dagli rappresentativi dei rispettivi Ordini; alcu- angeli; in basso il Chiostro (foto F. Ceccarini)

54 SABATO 29 AGOSTO 2009 CANEPINA – CHIOSTRO DEL MUSEO

DOMENICO NORDIO violino

JOHANN SEBASTIAN BACH

Sonata in La minore n. 2 per violino solo BWV 1003 Grave Fuga Andante Allegro

Partita in Mi maggiore n.3 per violino solo BWV 1006 Preludio Loure Gavotte en Rondeau Minuetto I e II Bourrée Giga

***

Partita in Re minore n. 2 per violino solo BWV 1004 Allemanda Corrente Sarabanda Giga Ciaccona

55 DOMENICO NORDIO è uno dei più grandi dato immediata popolarità grazie anche alla violinisti della sua generazione. finale trasmessa in tutta Europa in diretta Allievo di Corrado Romano e di Michéle televisiva dal Concertgebow di Amsterdam. Auclair, ex bambino prodigio (ha tenuto il Da allora Nordio ha calcato le scene di suo primo recital a dieci anni), a sedici anni tutto il mondo. ha vinto il Concorso Internazionale Viotti di Ha suonato a Londra (Barbican Center), Vercelli con Yehudy Menuhin presidente di Parigi (Salle Pleyel), Tokyo (Suntory giuria. Dopo le affermazioni ai concorsi Hall), Ginevra (Victoria Hall), Thibaud di Parigi, Sigall di Viña del Mar e (Teatro Monumental), Dublino (National Francescatti di Marsiglia, il Gran Premio Concert Hall), Roma (Accademia di Santa dell’Eurovisione ottenuto nel 1988 gli ha Cecilia e Teatro dell’Opera), Mosca (Conservatorio Tchaikovskij), New York (Carnegie Hall), Rio de Janeiro (Teatro Municipal), Vienna (Konzerthaus), Zurigo (Tonhalle), (Ataturk Center), Praga (Festival della Primavera), Milano (Teatro alla Scala), Buenos Aires (Teatro Colon). Si è esibito con l’Orchestra Sinfonica di Londra, la Nazionale di Francia, l’Orchestra della Suisse Romande, la Wiener Kammerorkester, l’Orchestra dell’Accademia di Santa Cecilia di Roma, l’Orchestra Nazionale della RAI, l’Orchestra di Stato Cilena, le Orchestre della Radio di Stoccarda, Madrid, Parigi, Dublino e , l’Orchestra Verdi di Milano, l’Orchestra del Festival dello Schleswig Holstein, l’Orchestra Nazionale Lituana, l’Orchestra Sinfonica di Shanghai, l’Orchestra Petrobras di Rio de Janeiro, l’Orchestra Enescu di Bucarest, l’Orchestra Suk di Praga, l’Orchestra Sinfonica Ceca, l’Orchestra Sinfonica di Budapest, l’Orchestra Borusan di Istanbul. Fra i direttori con i quali ha collaborato vi sono Peter Maag, Isaac Karabtchevsky, Pinchas Steinberg, Yehudy Menuhin, Claus Peter Flor, Gyorgy Gyorivanyi- Rath, Sergiu Commissiona, Stanislaw Skrowaczewski, Gürer Aykal, Jean Claude Casadesus, Alexander Lazarev, Michel Tabachnik. In Italia si è esibito ovunque. 56 Domenico Nordio si dedica con passione alla musica da camera e ama confrontarsi con prestigiosi musicisti ai festival di Vicenza, Siena, Torino, Napoli, Parigi, Tokyo, Asolo, Ravello, Stresa, Praga, Arezzo, Brescia e Bergamo. Dal 2005 incide in esclusiva per Decca. Dal 2006 è docente di Violino ai Corsi di Alto Perfezionamento dell’Accademia Nazionale di Santa Cecilia di Roma.

57 S. MARTINO AL CIMINO - Abbazia Cistercense Svettante tra i fitti castagneti dei Monti Doria Pamphilj usato originariamente dai Cimini, la splendida Abbazia di San Martino monaci e trasformato in quest’occasione in al Cimino è documentata dall’anno 838 un sontuoso palazzo signorile. quando fu donata all’abate di Farfa. Nel 1145 il papa cistercense Eugenio III la affi- dò ai monaci del suo ordine sebbene solo con papa Innocenzo III, nel 1207, l’abbazia venne assegnata direttamente alla casa madre di Pontigny. L’avvio della costruzione del complesso abbaziale risale forse al 1150 anche se su una colonna all’interno della chiesa è ripor- tata la data del 1225, da riferire probabil- mente alla sua consacrazione. Il complesso fu ultimato verosimilmente, come si evince dai documenti cartacei, nel 1305. Oggi, dopo le trasformazioni subite tra il 1300 e il 1600, dell’originario impianto resta solo la chiesa. L’edificio presenta una faccia- ta solenne, ornata da un rosone e da una grande finestra gotica: ai lati si ergono due torri campanarie, di aggiunta posteriore, sor- montate da cuspidi piramidali. Sul fianco della chiesa si hanno i resti del chiostro costituiti da poche colonne sobrie ed elegan- ti. L’interno, semplice ed austero, ricorda le grandi cattedrali gotiche e le abbazie cister- censi con altissimo soffitto, volte a crociera costolonate, monofore e colonnato con pila- stri a croce. Da ammirare il battistero, protet- to da un’elegante cancellata barocca. Nella navata centrale, è sepolta Donna Olimpia Maidalchini (Viterbo 1594-San Martino al Cimino 1657), cognata di Innocenzo X, che trasformò radicalmente il tessuto urbano di questo paese a partire dal 1645. Tale realiz- zazione si attribuisce all’architetto Marcantonio De Rossi, forse con una consu- lenza del Borromini, o forse anche del Bernini. Il centro urbano fu strutturato con L’Abbazia Cistercense e le case a schiera, case addossate le une alle altre e schierate in addossate l’una all’altra con i tetti discendenti funzione della grande Abbazia e di Palazzo (foto G. Cerica) 58 VENERDÌ 4 SETTEMBRE 2009 VITERBO - ABBAZIA DI SAN MARTINO AL CIMINO HESPÈRION XXI Jordi Savall direttore Montserrat Figueras soprano

Mare Nostrum spazio di dialogo e diversità Dialogo di musiche cristiane, sefardite, ottomane e arabo-andaluse dell’area mediterranea XVII-XVIII secc.

ALGERI Invocazione rebab e percussione GRECIA Oracoli Sibillini

MAROCCO Impressions oud e percussione RODI Romance: El moro de Antequera ALGERI Moresca: Danza rituale (strumentale) TURCHIA Romance de La dama y el pastor

ITALIA La Manfredina viella e percussione SARAJEVO El conde Dirlos: Por que llorax blanca niña ALESSANDRIA Las estrellas de los cielos (strumentale) SALONICCO Levantose el Conde Niño

* * *

SARAJEVO A la una yo nací (strumentale) SMIRNE Romance: Nani, nani ISTAMBUL Makam Rast « Murass’a » Mss. Kantemiroglu (1700) SOFIA La Guirnalda de Rosas: Una matica de ruda

MAROCCO Ghazali tal jàhri (strumentale) RODI Durme, durme hermosa donzella (Ninna nanna sefardita) ISTAMBUL Üsküdar’a (strumentale) GRECIA Apo xeno meros

59 HESPÈRION XXI

Montserrat Figueras canto e cetra Dimitri Psonis santur e moresca Pedro Estevan percussione Jordi Savall lira ad arco, viola soprano, rebab e direzione

Nell’antichità venivano chiamate spirito che lo ha caratterizzato fino ad oggi Hesperia le due penisole più occidentali è stato il modo eclettico in cui ha operato dell’Europa: l’Iberica e l’Italica (in greco, le sue scelte artistiche. Questo ha permes- Hesperio significa originario di una di so al gruppo di eseguire un importante queste penisole). Espero era anche il nome numero di brani medievali spagnoli, rina- dato al pianeta Venere quando la sera scimentali e barocchi inglesi di Dowland, appariva ad Occidente. Tye, Coprario. Il gruppo esegue anche altri Riuniti da un intento comune - lo studio e repertori europei, in maggior parte scono- l’esecuzione della musica antica basandosi sciuti al grande pubblico, che però hanno su premesse nuove e moderne - ed affasci- contribuito a rendere popolari i loro com- nati dall’immensa ricchezza del repertorio positori (J. Jenkins, J. Rosenmuller, S. musicale ispanico ed europeo prima del Scheidt). I programmi come “La musica ai 1800, Jordi Savall (archi), Montserrat tempi di Cervantes”, “Musica napoletana Figueras (voce), Lorenzo Alpert (fiati e del Rinascimento”, “El Llibre Vermell de percussioni) e Hopkinson Smith (stru- Montserrat”, “Romances Sefardíes”, menti a corde pizzicate) fondarono nel “Cansós de Trobairitz”, “Il Barocco 1974 l’ensemble Hespèrion XX, dedicato Spagnolo”, così come produzioni mono- all’esecuzione e rivalutazione di alcuni grafiche di opere di compositori così aspetti essenziali di questo repertorio. Per diversi come A. de Cabezón, G. Gabrieli, oltre 30 anni, Hespèrion è rimasto fedele al G. Frescobaldi, E. du Caurroy, S. Scheidt, suo intento iniziale, interpretando numero- T. Hume, W. Brade, O. Gibbons, F. se opere inedite in un’intensa attività con- Couperin e J.S. Bach, testimoniano la ric- certistica in Europa e in America. Il grup- chezza di possibilità che offre l’ Hespèrion po ha anche partecipato regolarmente ai XXI. più importanti festival nazionali e interna- Tra le sue produzioni meritano di essere zionali, in particolare di musica antica. sottolineati “L’Arte della Fuga” di J.S. Con il nuovo millennio, Hespèrion conti- Bach, le “Lachrimae or Seaven Tears” di nua ad essere un valido strumento di ricer- Dowland, le “Laudes Deo” di C. Tye, ca e, come tale, ha aggiunto al proprio “Recercadas del Trattado de Glosas” di D. nome il numero romano corrispondente al Ortiz, “Romances y Villancicos” di J. del nuovo secolo appena iniziato. Il Gruppo Enzina, le opere di J. Jenkins, pertanto si chiama ora Hespèrion XXI. Lo “Symphonien und Sonaten” di J.

60 J.S. Bach, “Consort Sets in Five & Six Parts” di William Lawes, “Pièces de Viole du Seconde Livre” di Marin Marais, “Diàspora Sefardí”, doppio disco di com- posizioni vocali e musica strumentale, “Battaglie & Lamenti” e “Ninna Nanna”, disco di ninnananne, questi ultimi tre CD interpretati dal soprano Montserrat Figueras. Il gruppo ha inoltre partecipato alla produzione dei recenti e plauditi libri- disco “Miguel de Cervantes & Don Quijote de la Mancha: Romances y Músicas” (2005), e “Christophorus Columbus: Los paraísos perdidos” (2006). Un repertorio così esteso richiede una for- mazione varia e necessita di interpreti dal- l’eccezionale virtuosismo e dalla profonda conoscenza delle diverse epoche stilisti- che. Per questo Hespèrion XXI è diventa- to un ensemble internazionale, formato dai migliori solisti di ogni specialità, capaci di cambiare il loro stile in funzione del reper- torio da interpretare. Tenendo conto delle Rosenmüller così come una collezione di diverse possibilità che circondano l’esecu- sette CD di musica del Secolo d’Oro spa- zione della musica antica oggi, l’originali- gnolo (“Cancionero de Palacio”, tà di Hespèrion XXI è l’audacia delle sue “Cancionero de Medinaceli”, “Cancionero scelte: la creatività individuale nel lavoro de la Colombina” e opere sacre di C. de di gruppo e nella ricerca di una sintesi Morales, F. Guerrero e T.L. de Victoria), dinamica tra l’espressione musicale, lo “Fantasie per Viola” di H. Purcell (pubbli- studio stilistico-storico e l’immaginazione cato nel 1995 per commemorare l’anniver- creativa dei musicisti del XX secolo. sario del compositore) che ha ricevuto Oltre ai regolari concerti in Europa, diversi premi della critica, il disco Hespèrion XXI è ogni anno in tournée per “Fantasies, Pavanes & Gallardes” di L. le principali città degli Stati Uniti. Sono Milà, “Ludi Musici” di S. Scheidt e stati realizzati anche tour in Giappone, “Portrait Moyen Âge & Renaissance”. Corea, Messico, Venezuela, Argentina, Le ultime incisioni del gruppo con la sua Brasile, Cile, Uruguay, Australia, Nuova casa discografica Alia vox sono state Zelanda, Hong-Kong, Filippine e Taiwan. “Batalles, Tientos & Passacalles” di J. Herspèrion XXI è sostenuto dall’INAEM. Cabanilles, “Elizabethan Consort Music”, “The teares of the Muses” 1599 JORDI SAVALL è una figura eccezionale nel (“Elizabethan Consort Music” vol. II) di panorama musicale attuale. Per oltre tren- Anthony Holborne, “L’Arte della Fuga” di ta anni si è dedicato alla scoperta di tesori 61 musiche dimenticate di diversi paesi e accreditandosi così come uno dei principa- li difensori della musica antica. Jordi Savall è senza dubbio una delle per- sonalità musicali più eclettiche della sua generazione. Le sue attività di concertista, insegnante, ricercatore e creatore di pro- getti nuovi sia dal punto di vista musicale che culturale ne fanno uno dei principali protagonisti dell’attuale rivalutazione della musica storica. Con la sua partecipa- zione al film di Alain Corneau “Tutte le mattine del mondo” (César per la migliore colonna sonora), la sua intensa attività concertistica (centoquaranta concerti l’an- no) e discografica (sei incisioni ogni anno) e, più recentemente, con la creazione della sua etichetta Alia Vox, ha dimostrato che la musica antica non è necessariamente elitaria o minoritaria e che può interessare anche un pubblico sempre più giovane e vasto. Come molti altri musicisti, inizia gli studi all’età di 6 anni facendo pratica in un coro di bambini della sua città natale, Igualada (Barcellona) e studiando violoncello al Conservatorio di Barcellona dove si diplo- ma nel 1964. Nel 1965 intraprende come autodidatta lo studio della viola da gamba musicali abbandonati, trent’anni anni di e della musica antica, completando la sua ricerca e studio, sia come violista che formazione presso la Schola Cantorum come direttore. A partire dal 1970 incide Basiliensis, dove nel 1973 succede al suo come solista o direttore i capolavori del maestro August Wenzinger e dove conti- repertorio per viola da gamba, divenendo nua a tenere corsi e master class. rapidamente uno dei più grandi interpreti Jordi Savall ha inciso più di centosettanta di questo strumento. CD e ha ricevuto numerosi riconoscimen- Con i tre gruppi musicali Hespèrion XXI, ti. Nel 1988 è stato nominato Officier de La Capella Reial de Catalunya e Le l’Ordre des Arts et Lettres dal Ministero Concert des Nations, fondati insieme a della Cultura francese. Nel 1990 ha rice- Montserrat Figueras, Savall esplora e crea vuto la Croce di Sant Jordi dal Generalitat un universo di emozioni e bellezza, resti- de Catalogne. Nel 1992 è stato nominato tuendolo agli amanti della musica, facendo “Musicista dell’anno” da Le Monde de la conoscere al mondo la viola da gamba e le Musique e nel 1993 “Solista dell’anno” 62 nell’ottava edizione di Victoires de la “Ambasciatori di buona volontà” Musique. Nel 1998 ha ricevuto la dell’UNESCO. Per il 2009 è stato nuova- Medaglia d’Oro delle Belle Arti dal mente nominato “Ambasciatore del 2009 Ministero della Cultura spagnolo e nel della creatività e dell’innovazione” 1999 è stato nominato Membro Onorario dall’Unione Europea. della Konzerthaus di Vienna. Ha ricevuto la laurea honoris causa dall’Università MONTSERRAT FIGUERAS è considerata un Cattolica di Louvain nel 2000 e nel 2006 punto di riferimento nell’interpretazione dall’Università di Barcellona. Nel 2002 del vasto repertorio vocale medievale, Victoires de la Musique gli ha riconosciu- rinascimentale e barocco. Nata a to il premio alla carriera. Nel 2003 ha rice- Barcellona, inizia molto giovane a studia- vuto la Medaglia d’oro dal Parlamento di re canto con Jordi Albareda, a collaborare Catalogna e il Preise der Deutschen con Enric Gispert e Ars Musicae e a parte- Schallplattenkritik in Germania. Ha otte- cipare a corsi teatrali. nuto inoltre diversi premi Midem Classical Dal 1966 studia le tecniche antiche del nel 1999, 2000, 2003, 2004 e 2005. canto dai trovatori al Barocco sviluppando Nel 2006 l’incisione “Don Quijote de la un concetto molto personale che attinge Mancha: Romances y Músicas” non solo è direttamente alle fonti originali, libere stata premiata nella categoria “musica dalle influenze post romantiche. Nel 1967 antica” ma è anche stato eletto “Disco del- stabilisce con Jordi Savall un’unione arti- l’anno”. Lo stesso album è stato candidato stica e personale che la porta a sviluppare ai Grammy Awards a Los Angeles (USA) diverse attività pedagogiche, di ricerca e di sempre nello stesso anno. Il suo nuovo creazione. Tale collaborazione lascia libro-disco “Cristoforo Colombo: i paradi- un’impronta reciproca, specialmente nello si perduti” (2006) in cui Jordi Savall pre- sviluppo di un rinnovato stile interpretati- senta una combinazione di fonti storiche e vo che si distingue per un’armonizzazione musicali del XV secolo spagnolo, è un fedele alle fonti storiche e una straordina- ulteriore esempio di recupero totale del ria capacità creativa ed espressiva che ha patrimonio musicale e testuale della peni- caratterizzato l’evoluzione di tutto il movi- sola iberica e del Nuovo Mondo. mento della musica storica. Nell’album “Lachrimae Caravaggio”, let- Nel 1968 a Basilea completa gli studi teratura, musica e pittura si uniscono in musicali con Kurt Widmar, Andrea von forma nuova in un CD dedicato a questo Rahm e Thomas Binkley presso la Schola geniale e sfortunato pittore. La musica Cantorum Basiliensis e la d’epoca di Savall fa da “colonna sonora Musikakademie. A partire dagli anni 70 si immaginaria” alla sua vita, mentre gli ulti- distingue come uno dei massimi esponenti mi sette dipinti di Caravaggio sono com- di una generazione di musicisti consape- mentati dallo scrittore Dominique voli che la musica vocale precedente Fernandez. l’Ottocento necessita di un nuovo approc- Nel 2008 Savall è stato nominato cio tecnico e stilistico, nel quale la bellez- “Ambasciatore dell’Unione Europea per il za e l’emozione della voce, espressione dialogo interculturale” e “Artista per la umanistica per eccellenza, recupera il pace” all’interno del programma necessario equilibrio tra il canto e la decla- 63 Premio della Nuova Accademia del Disco, il Gran Premio dell’Accademia Charles Cross e la candidatura (2001 e 2002) ai Grammy Awards. La sua ultima usicta discografica Lux Feminae (Alia Vox 2006), dedicata all’universo musicale della donna dal Medioevo al Rinascimento, ha entusiasmato la critica nazionale e interna- zionale. Nel 2003 il governo francese le conferisce il titolo di Officier de l’ordre des Arts et des Lettres. Nel 2008 è nominata “Artista per la pace” all’interno del programma “Ambasciatori di buona volontà” dell’UNESCO.

DIMITRIS PSONIS è nato nel 1961 ad Atene, dove ha studiato analisi musicale, musica bizantina e vari strumenti orientali: santu- ri, oud, tzuràs tamburà, tra gli altri. Nel 1984 si stabilisce in Spagna e ottiene il mazione, dando priorità allo slancio poeti- diploma superiore di percussioni al co e spirituale del testo. Conservatorio di Madrid, dove approfon- Tra il 1974 e il 1989 è membro fondatore disce gli studi specializzandosi in marimba di Hespèrion XXI, La Capella Reial de e in pedagogia. Ha collaborato con nume- Catalunya e Le Concert des Nations. Con rose orchestre sinfoniche, gruppi di musica loro e come solista recupera un patrimonio contemporanea e formazioni di musica eccezionale ed eclettico che include musi- antica. Ha partecipato all’incisione di che ingiustamente dimenticate tra cui si colonne sonore e musica da film, collabo- distinguono indimenticabili interpretazio- rando anche con compagnie teatrali e di ni: dall’antichissimo “Canto de la Sibilla” danza. Ha lavorato con diversi composito- ai recenti “Ninna Nanna”, “Misteri d’Elx” ri, cantanti e gruppi spagnoli e greci di e “Isabella I di Castiglia”. Partecipa a inci- musica popolare. Partecipa inoltre a sva- sioni quali “Don Quijote de la Mancha: riati progetti educativi, rivolti sia a studen- Romances y Músicas” (2005) e ti che ad insegnanti. “Christophorus Columbus. Los paraísos Dal 1994 si è dedicato allo studio delle perdidos” (2006). musiche popolari classiche di Turchia, Montserrat Figueras è ospite regolare dei Grecia e Iran. Nel 1997 fonda il gruppo principali festival in Europa, America e “Metamorphosis”, incidendo un omonimo Oriente. La sua ricca discografia ha ricevu- CD che vince il premio Golberg. Da allora to diversi riconoscimenti quali il Gran questo gruppo, di cui fanno parte anche Premio de la Accademia del Disco Ross Daly e Pedro Estevan, si è esibito nei Francese, l’Edison Klassick, il Gran maggiori festival spagnoli. Per otto anni ha 64 fatto parte dell’ensemble di Javier Paxariño, dal 1993 accompagna Marìa del Mar Bonet e dal 2001 Arianna Savall.

PEDRO ESTEVAN Nato a Sax (Alicante) nel 1951, ha studiato percussioni presso il Conservatorio Superior di musica di Madrid, specializzandosi in musica contemporanea. È mem- bro fondatore del Grupo de Percusiòn di Madrid. Ha fatto parte di diversi ensemble jazz, ha collaborato come musicista a ses- sioni di studio e ha creato l’Orquesta de las Nubes (insieme a María Villa e Suso Sáiz), Rarafonía e il gruppo di percus- sioni Pan-Ku. Dal 1986 fa parte di Hespèrion XX/XXI e de Le Concert des Nations. Ha preso parte a diversi allestimenti teatrali di Lluís Pasqual, Nuria Espert e Adolfo Marsillach. Insegna percussioni all’ESMUC (Scuola Superiore di Musica della Catalogna).

65 VITERBO - Chiesa di Santa Maria della Verità L’edificio, unitamente all’adiacente com- nario: ventitremila frammenti furono recu- plesso monastico, nasce agli inizi del XIII perati e ricollocati in situ. Nella parete sini- secolo articolato su una icnografia a croce stra si articola il capolavoro cui Lorenzo latina coperta da un semplice tetto a capriate deve la sua fama: nella lunetta superiore la decorato da pianelle dipinte. La fondazione “Presentazione di Maria al Tempio”, nel fu opera dei monaci premostratensi, ma fascione sottostante lo “Sposalizio di pochi decenni dopo il complesso era occupa- Maria”. L’affresco ha anche un grande valo- to dall’ordine dei Servi di Maria che impose- re documentaristico, “…sono molti giovani ro la nuova dedicazione alla Madonna con il cavati dal naturale” scriverà il cronista titolo di S. Maria della Verità. viterbese Nicolò della Tuccia raffigurato La facciata esterna, ricostruita nel secondo anch’egli tra la folla. dopoguerra, si propone in forme semplici, La chiesa di S. Maria della Verità ancora con una cortina di lastre di peperino su cui si conserva, inoltre, frammenti della decora- apre un portale cinquecentesco, sormontato zione pittorica che, tra la fine del XIII e gli da lunetta vuota tra due statue in pietra. inizi del XIV secolo, ornava le cappelle L’interno, di una grandiosità essenziale into- prima dei rifacimenti rinascimentali. nata ai rifacimenti della seconda metà del Quattrocento, mostra il transetto aperto da un grande arco ogivale che poggia su esili colonnine pensili. Gioiello della chiesa è la splendida cappella Mazzatosta che, a pianta quadrata in forme tardo-gotiche, conserva ancora l’originale cancellata in ferro battuto e parte del pavi- mento a piastrelle di maiolica. La cappella, fatta edificare nella metà del Quattrocento da Nardo Mazzatosta, aristocratico viterbese, fu dipinta da Lorenzo da Viterbo che terminò la sua opera nel 1469. Le scene, di soggetto mariano, distrutte dai bombardamenti aerei, Cappella Mazzatosta. In alto, particolare della vennero sottoposte ad un intervento di rico- volta(foto G. Cerica); in basso Lo sposalazio struzione e restauro innovativo e rivoluzio- della vergine (foto arch. fot. APT)

66 SABATO 5 SETTEMBRE 2009 VITERBO – CHIESA S. MARIA DELLA VERITÀ

ENSEMBLE 415 Chiara Banchini direttore

Omaggio ad Arcangelo Corelli I Concerti Grossi

Arcangelo Corelli (1653 - 1713) Concerto Grosso op. 6 n. 4 in Re maggiore Adagio, Allegro, Adagio, Vivace, Allegro

Tomaso Albinoni (1671 - 1751) Sonata op. 2 n. 6 in Sol minore Adagio, Allegro, Grave, Allegro

Francesco Geminiani (1687 - 1762) Concerto Grosso n. 1 in Re maggiore (composto sull’op. V di Corelli) Adagio, Allegro, Largo, Allegro

***

Tomaso Albinoni Sonata op. 2 n. 2. Do maggiore Largo, Allegro, Grave, Allegro

Arcangelo Corelli Concerto Grosso op. 6 n. 11 in Sib Preludio, Allemande, Sarabande, Giga

Francesco Geminiani Concerto Grosso n. 12 “La Follia” (composto sull’op. V di Corelli)

67 ENSEMBLE 415

Chiara Banchini violino e direzione Peter Barczi violino Eva Borhi violino Mechtild Karkow violino Renata Spotti violino Stephanie Pfister violino Patricia Gagnon viola Martine Schnorhk viola Gaetano Nasillo violoncello Hendrike Ter Brugge violoncello Evangelina Mascardi tiorba Michael Chanu contrabbasso Michele Barchi clavicembalo

CHIARA BANCHINI è nata a Lugano in Dopo aver insegnato al Centre de Musique Svizzera, ed è una delle interpreti di mag- Ancienne di Ginevra, Chiara Banchini è gior rilievo sul violino barocco a livello diventata titolare della Cattedra di Violino internazionale. Termina i suoi studi con un Barocco alla Schola Cantorum di Basilea. premio di virtuosismo al Conservatorio di Corsi d’interpretazione in diversi paesi Ginevra e si perfeziona con Sandor Vegh. d’Europa, Australia e USA completano la Si è dedicata per qualche anno sua attività pedagogica. Nel alla creazione di opere contem- 1981 fonda l’Ensemble 415 poranee come membro che deve il suo nome al diapa- dell’Ensemble Contrechamps. son più comunemente usato Il suo incontro con nel XVIII secolo. Harnoncourt e Sigiswald Il gruppo è ormai considerato Kuijken la porta ad appassio- uno dei gruppi più prestigiosi narsi all’esecuzione della musi- per il repertorio sei-settecente- ca del XVII e XVIII secolo con sco e la sua notorietà interna- strumenti originali. Ottiene il zionale lo porta ad essere invi- diploma di solista di violino tato nei maggiori festival e sta- barocco al Conservatorio dell’Aia, è invi- gioni concertistiche del mondo. tata a far parte di gruppi come La Petite Si presenta in formazione orchestrale che Bande, Hespèrion XX, La Chapelle Royale varia dai 13 ai 40 elementi. Oltre all’inten- e comincia una carriera internazionale da sa attività concertistica l’Ensemble 415 si solista. è dedicato alla produzione discografica 68 realizzando titoli di alta rilevanza (Corelli, op. V” di A. Corelli, tutte le sonate per pia- Boccherini, Sammartini, Muffat), tutti con noforte e violino di Mozart, e le Harmonia Mundi France, vincitori dei più “Invenzioni a violino solo” di Bonporti. importanti premi discografici. Dal 2002 Chiara Banchini dirige regolarmente collabora con la casa discografica Zig-Zag orchestre da camera che vogliono appro- Territoires. Nel 2007 sono uscite due fondire il repertorio barocco e classico nuove registrazioni dedicate ai Concerti (Durban, Adelaide, Stoccolma, etc.) ed è per 4 violini di Vivaldi e alle Sonate per invitata a far parte di giurie di concorsi violino senza basso di Giuseppe Tartini. internazionali. Dal 2003 assume la presi- Chiara Banchini, oltre ad avere fondato e denza del concorso Bonporti. Una disco- dirigere il suo ensemble, ha eseguito e grafia importante, che conta più di 50 CD, inciso numerose opere di repertorio came- è tra i frutti della sua importante carriera ristico fra le quali si ricordano le “Sonate musicale.

69 VITERBO - Palazzo dei Priori Iniziato alla metà del XIII secolo, il Palazzo dei Priori subì molte trasformazioni e fu com- pletato nell’aspetto attuale verso la metà del XVI secolo. L’esterno è caratterizzato da un portico a nove archi e un’imponente facciata rinascimentale con due ordini di finestre: a croce guelfa al primo piano, ad arco al secondo mentre al centro campeggia lo stemma di papa Sisto IV Della Rovere (1481). Dall’ingresso al centro del porticato si accede al giardino interno deli- mitato verso la valle di Faul da una balaustra in peperino e ornato da un’elegante fontana (1626), scolpita su disegno del viterbese Filippo Caparozzi. Il portico interno è databi- le al 1541 mentre il sovrastante loggiato è del Particolare della Sala Regia (foto G. Cerica) 1632. Uno scalone interno conduce al piano nobile. Qui, la Sala Regia (o Erculea), grande l’altare sono opera dell’artista romano sala di rappresentanza, venne affrescata sul Giovanni Antonio Spinzio. Nella parete d’in- finire del 1500 dal bolognese Baldassarre gresso sono dipinti santi e beati viterbesi tra Croce. Nel bellissimo soffitto il viterbese cui San Lorenzo, protettore della città. La pala Tarquinio Ligustri dipinse castelli e terre d’altare con la “Visitazione” è opera di assoggettati a Viterbo. I riquadri che ornano le Bartolomeo Cavarozzi (1622). pareti raffigurano le origini mitiche e fantasti- La Sala Rossa presenta mobili di notevole che della città e avvenimenti storici locali; due pregio e due quadri che rappresentano il grandi pannelli topografici illustrano le terre “Sacrificio di Polissena” di Domenico Corvi della Tuscia romana donate dalla contessa (fine XVIII sec.) e lo “Sposalizio della Matilde di Canossa alla Chiesa e le terre del- Vergine” (copia) di Pietro Vanni (sec. XIX). l’attuale Tuscia viterbese con i nomi dei paesi Nella Sala della Madonna gli affreschi sono e delle città dell’epoca. dedicati alla Vergine, con particolare riferi- La Sala del Consiglio esibisce pareti, dipinte mento ai miracoli della Madonna della nel 1558 da Teodoro Siciliano, con personag- Quercia, venerata dai Viterbesi nel santuario gi mitologici e storici fantasticamente colle- omonimo. gati alle origini di Viterbo. Il soffitto a casset- Il corridoio di collegamento tra il Palazzo dei toni è quello originale del XV secolo. La Sala Priori ed il Palazzo del Podestà costituisce la dei Paesaggi (Sala delle Bandiere) ha alle Pinacoteca, in cui sono conservate opere che pareti dipinti che mostrano paesaggi della raffigurano la storia leggendaria di Viterbo e Tuscia, attribuiti a Giuseppe Torriani (1789). l’emblema con la scritta FAVL, le iniziali dei Nella Cappella Palatina, iniziata nel 1599 e quattro villaggi etruschi (Fanum, Arbanum, dipinta dopo il 1610, gli affreschi dedicati a Vetulonia e Longula) che la leggenda vuole storie della Vergine sono di Filippo Cavarozzi uniti da re Desiderio nella cinta muraria del- e del romano Marzio Ganassino; gli stucchi e l’antica Castrum Viterbii.

70 DOMENICA 13 SETTEMBRE 2009 VITERBO – SALA REGIA DI PALAZZO DEI PRIORI - ORE 11.30

CONCERTO APERITIVO

Musiche di Bach, Scarlatti, Arrigoni

Johann Christian Bach (1735 - 1782) Sonata in Sol maggiore op.192 per flauto e cembalo concertato Moderato, Rondò scherzando Domenico Scarlatti (1685 – 1757) Sonata n. 53 (K 88) per mandolino e basso continuo Grave, Andante moderato, Minuetto, Allegro Carlo Arrigoni (1697 – 1744) Sonata per mandolino, violino (flauto) e basso continuo (inedita) Tempo primo, Canzona, Courante, Adagio, Tempo quarto Johann C. Friedrich Bach (1732 - 1795) Sonata in Do maggiore per flauto, violino (mandolino) e cembalo concertato Allegro, Andante, Rondò allegretto

Gianluigi Durando flauto Sonia Maurer mandolino barocco e napoletano Francesca Bonessi clavicembalo

Al termine del concerto sarà offerto un aperitivo a base di prodotti tipici della Tuscia

71 VITERBO - Cattedrale di San Lorenzo La chiesa sorge sul colle del Duomo, già Contini e decorata da Ludovico Mazzanti; abitato fin dal tempo degli Etruschi, dove una tela di Marco Benefial raffigurante sembra fosse un tempio pagano dedicato San Lorenzo. ad Ercole il cui ricordo è oggi emblemati- camente presente nel leone nemeo da lui ucciso che, insieme alla palma (conquista- ta a Ferento nel 1172), è lo stemma della città. I primi dati sulla chiesa risalgono all’anno 805 in un documento del Regesto di Farfa. Il 1192 è l’anno della consacra- zione. Di originario impianto romanico, ha pian- ta basilicale divisa in tre navate da due file di colonne che sostengono archi a tutto sesto; nella navata centrale si conserva ancora l’originale pavimento cosmatesco. Alla seconda metà del XIV sec. si fa risa- lire la ricostruzione del campanile in forme gotiche, scandito da quattro livelli di bifore e vivacizzato dalla bicromia bianca e grigia di ascendenza toscana. I lavori di ristrutturazione eseguiti nel XV- XVI secolo vedono il rifacimento dell’an- tica facciata romanica mentre, nella secon- da metà del Seicento, verranno occultate le ultime testimonianze della chiesa medioevale. Danneggiata dalle incursioni aeree del 1944, la cattedrale è stata restau- rata ripristinando le antiche forme romani- che, e conserva numerose testimonianze artistiche come un pregevole ciclo affre- scato attribuibile ad Antonio del Massaro detto “Il Pastura”; la Cappella Bonaparte; il monumentale fonte battesimale in marmo realizzato da Francesco d’Ancona (1470); una tela con la raffigurazione della “Decollazione di S. Giovanni Battista”, opera di Anton Angelo Bonifazi; la “Sacra Famiglia e S. Bernardino” di Giovan Francesco Romanelli (1612-1662); la cap- pella dei SS. Ilario e Valentino, progettata Esterno e navata centrale della Cattedrale (foto nel 1696 dall’architetto Giovan Battista G. Cerica)

72 VENERDÌ 18 SETTEMBRE 2009 VITERBO – CATTEDRALE S. LORENZO

Sir James Galway flauto Lady Jeanne Galway flauto

EUROPEAN UNION CHAMBER ORCHESTRA

Hans Peter Hofmann direttore

Antonio Vivaldi Concerto per flauto e archi op.10 n. 3 in Re maggiore RV428 per flauto “Il Cardellino” Allegro, Cantabile, Allegro

Wolfgang Amadeus Mozart Divertimento in Fa maggiore K.138 per archi Allegro, Andante, Presto

Johann Sebastian Bach Suite n. 2 in Si minore BWV per flauto e archi Ouverture, Rondeau, Sarabande, Bourree I e II, Polonaise, Menuet, Badinerie

*** Concerto in Do maggiore RV533 per due flauti e archi Allegro molto, Largo, Allegro

Wolfgang Amadeus Mozart Adagio in Si bem. maggiore K.411

Johann Sebastian Bach Concerto brandeburghese n. 4 in Sol maggiore BWV 1049 Allegro, Andante, Presto

73 EUROPEAN UNION CHAMBER ORCHESTRA Aires, l’Hanoi Opera House in Vietnam, il (EUCO) ha tenuto il suo primo concerto Leeds Town Hall e la Symphony Hall di nel 1981 e da allora si è guadagnata la Birmingham. L’orchestra inoltre partecipa reputazione mondiale di ambasciatrice regolarmente ad importanti festival euro- della musica per l’Unione Europea. Le sue pei ed internazionali: Flanders Festival, tournée toccano tutti gli angoli del mondo Echternach, Bodensee, Mecklenburg e le sue performance sono state omaggiate Vorpommern, Festival della Musica di della presenza di illustri personalità, tra le primavera e d’autunno di Praga e quali la Regina Noor di Giordania, il Re e Glasperlenspiel in Estonia. la Regina del Belgio e, la sua benefattrice, Grazie all’aiuto della Commissione la Regina Sofia di Spagna. Nel 1999 la Europea, la EUCO è stata in tournée anche EUCO ha tenuto un concerto per festeg- in Asia, America, Caraibi, Medio Oriente, giare il 77° compleanno del Re Sihanouk India, Sri Lanka e Africa. I tours del 2006 di Cambogia nel Palazzo Reale a Phnom e 2007 della EUCO hanno toccato Penh e nel 2000 si è esibita per il comple- Messico, Giordania, Germania, Spagna, anno della Principessa Galyani di Italia, Irlanda, Svezia, Turchia, Estonia, Bangkok. Lettonia, Lituania, Belgio e Olanda. Tra le L’attività dell’orchestra include sessanta collaborazioni l’orchestra annovera quelle concerti all’anno e comprende esibizioni con alcuni tra i più importanti artisti: nelle più prestigiose sale tra cui , James Galway, Lazar l’Amsterdam , il Frank- Berman, Mischa Maisky, Severino furter Alte Oper, il Brussels Palais des Gazzeloni e Igor Oistrakh. Ha già inciso Beaux Arts, il Teatro Colon di Buenos diciotto cd per le etichette ASV, Carlton, 74 Hyperion, Koch e Regent. EUCO ha rice- con le orchestre più prestigiose, suonando vuto fondi dal British Council, dal Goethe- musica da camera, partecipando a concerti Institut, dal Ministero per la Cultura spa- di musica popolare e tenendo master clas- gnola, dal Ministero degli Affari Esteri ita- ses. Oltre alle performance abituali del liano e dal Cultural Relations Committee repertorio classico per flauto, Galway d’Irlanda. Forlì è la città di residenza inserisce nel suo programma musica per dell’EUCO per il 2009. flauto contemporanea. Nell’ottobre del L’associazione European Union Chamber 1994 suona la prima mondiale del Orchestra Trust è un ente di beneficenza. e “Concerto and the Jindrich Feld” di ha il patrocinio di Sua Maestà La Regina George Nicholson – concerto per flauto, Sofia di Spagna piano e orchestra accompagnato dalla

JAMES GALWAY è considerato il supremo interprete del repertorio flautistico classico ed un artista il cui fascino scavalca tutte le frontiere musicali. Attraverso le sue molteplici tournée, più di cinquanta album RCA VICTOR tutti di grandissimo succes- so e le sue frequenti apparizioni tele- visive, James Galway ha conquistato il pubblico internazionale. Nato a Belfast, James Galway inizia a suona- re il penny whistle quando ancora è un bambino prima di passare al flau- to. Prosegue i suoi studi al Royal College of Music e al Guildhall School of Music and Drama a Londra per poi perfezionarsi al Conservatoire de Paris. Debutta alla Sadlers Opera e al Royal Opera Covent Garden che lo portano a conseguire importanti inca- richi nella BBC Symphony Orchestra, dove suona l’ottavino, e nella London Symphony Orchestra e nella Royal Philarmonic dove diventa Primo Flauto. Nel 1969 è nominato Primo Flauto della Berliner Philarmonic. Nel 1975 inizia la carriera da solista. Nell’arco del primo anno tiene cento- venti concerti e lavora con le maggio- ri orchestre di Londra. Da allora si esibisce in tutto il mondo in recital, 75 Orchestra Tonhalle a Zurigo e nel 1993 il certo con le maggiori orchestre americane. “David Heath Concerto” con la St. Louis È anche ospite abituale del Giappone e di Symphony Orchestra. Esecuzioni in Prima Hong Kong e sempre richiestissimo ai europea includono il “Lowell Liebermann: maggiori festival europei. Inoltre dedica Concerto per flauto e arpa” e il “Maazel: molto del suo tempo a enti ed organizza- musica per flauto e orchestra”, che ha regi- zioni benefiche, esibendosi regolarmente strato nel febbraio 1997 con il Bayerischer in concerti di beneficenza sia in Europa sia Rundfunk, diretto dal compositore. James negli Stati Uniti. La discografia di Sir Galway ha partecipato ad eventi di partico- James Galway vanta oltre sessanta CD con lare importanza come lo spettacolo musi- BMG Sony Classics, un nuova collezione cale a Buckingham Palace, nel luglio del di CD con la Deutche Grammophon e la 1991, al cospetto della Regina Elisabetta registrazione della colonna sonora del film II, dei membri della Famiglia Reale e del “Il Signore degli anelli” nel quale si riflet- gruppo dei sette capi di Stato durante il te la sua versatilità musicale. Con la sua Summit Meeting; la singolare performan- incisione “My Magic Flute”, un tributo a ce del “The Wall” a Berlino, trasmessa Mozart, è stato nominato nel 1997 dalle televisioni di tutto il mondo; e il Musicista dell’anno da Musical America e World Economic Forum a Davos, ha ricevuto il premio Record of the Year Svizzera, nel febbraio 1996. James Galway dalle riviste Billboard e Cash Box, così ha anche suonato più volte alla Casa come il Grand Prix du Disque per le regi- Bianca su invito speciale del Presidente strazioni dei concerti di Mozart. Nel 1999 degli Stati Uniti. Nel dicembre 1998 si esi- sono stati pubblicati quindici cd retrospet- bisce alla cerimonia del Premio Nobel. Nel tivi del suo lavoro per l’etichetta RCA 1999 Sir James Galway festeggia il suo Victor Red Seal. Sua Maestà la regina sessantesimo compleanno e nel recital tour Elisabetta II d’Inghilterra lo ha insignito in maggio, che registra il tutto esaurito, si due volte nel 1979 con l’onorificienza esibisce in una performance privata a dell’Ordine dell’Impero Britannico e nel Buckingham Palace in presenza del 2001 come Cavaliere per il suo servizio Principe Edoardo. In anni recenti Sir alla musica. Nel 2004 Galway ha ricevuto James ha intrapreso con estremo successo anche il premio President’s Merit dalla l’attività di direttore d’orchestra. Oltre al Recording Academy all’ottava edizione suo lavoro con i London Mozart Players annuale del Grammy “Salute to Classical (dei quali è Principal Guest Conductor) la Music”. E’ stato anche insignito del presti- stagione 2000/2001 ha visto Sir James gioso Classic Brits Awards tenutosi nella intraprendere un tour in Germa-nia con la Royal Albert Hall di Londra nel 2005, Wurttembergisches Kammerorchester e un dove ha ricevuto l’ambito premio tour in Asia con l’Orchestra da Camera “Outstanding Contribution to Classical Polacca. Altri recenti impegni includono Music” nella celebrazione dei suoi 30 anni performance con l’Orchestra da Camera di di carriera come uno dei grandi interpreti Zurigo, l’Orchestra dell’Ulster, l’Orchestra della musica classica del nostro tempo. da Camera di St. Paul, l’Hallée e l’NSO di Washington. Galway è spesso in tournée Flautista di successo, Lady Jeanne negli Stati Uniti sia per recital che in con- Galway continua a donare grazia ai più 76 importanti palcoscenici internazionali con dell’Imperatrice del Giappone, del Conte e il suo virtuosismo. Una delle più importan- della Contessa di Wessex, del Duca e della ti soliste di flauto, Lady Galway porta al Duchessa del Kent, della Regina di pubblico il suo stile unico e la sua elegan- Norvegia, della Regina di Spagna e più za. Le sue tournée la vedono regolarmente recentemente, durante un tour in Israele, esibirsi nelle più grandi città degli Stati del presidente Shimon Peres. Uniti come solista con orchestre come la Recentemente è stata impegnata in un con- Chicago, Philadelphia, Pittsburgh, Seattle, certo all’Hollywood Bowl insieme a Sir Denver e la National Symphony. A livello James, alla Hollywood Bowl Orchestra e a internazionale si è esibita nelle più impor- un gruppo di giovani flautisti provenienti tanti capitali culturali del mondo tra cui dal programma educativo della Los Londra, New York, Milano, Roma, Vienna, Angeles Philharmonic. Il tutto è stato Salisburgo, Zurigo, Dublino, Belfast, Tokyo, Pechino e Singapore. È primo flauto nel duo con suo marito, Sir James Galway. Entrambi deliziano il pubblico e portano una freschezza rara sul palcoscenico, unica nel mondo musicale. Oltre alla sua lunga carriera da solista, Lady Galway è anche una valida musi- cista da camera, regolarmente in tournée con il suo ensemble, il Trio Zephyr (Jonathan Feldman al pianoforte e Darrett Adkins al violoncello), il cui scopo è quello di condividere la loro competenza ed esperienza con i musicisti da camera di domani. La prima inci- sione dell’ensemble Zephyr, “Winds of Romance”, include lavori di Haydn, Martinu e Weber. Zephyr ha presentato un program- ma di lavori di Francaix, Debussy, Damase, Gaubert e Liebermann. Quest’ultimo lavoro è stato com- missionato per l’ensemble da Sir James. Lady Galway continua inoltre a collaborare in recital con Phillip Moll e vari altri ensemble. La sua versatilità di impegni com- prende concerti alla presenza 77 Ravinia Festival con James Conlin (diretto- re) e Sir James ed i concerti internazionali di Gerusalemme, Tel Aviv, Madrid e Lucerna con la Israel Camerata Jerusalem, diretta dal M° Avner Biron. Altre collabora- zioni con l’Orchestre de Cannes sotto la direzione del M° Philippe Bender a Cannes, Maribor e Bratislava in Slovenia. Esibizioni in recital al Théâtre du Châtelet di Parigi, al CRR Concert Hall di Istanbul in Turchia, in Italia con la European Union Chamber Orchestra, la Zürich Chamber Orchestra a Zurigo e a Berna (Svizzera), e con la RTÉ National Concert Orchestra a Limerick (Irlanda). Lady Galway conclude la stagio- ne in Italia e Regno Unito. Inoltre Lady Galway dedica molto del suo tempo a lavo- rare accanto alle nuove generazioni attra- verso i suoi articoli, master-class e incisio- ni. È cofondatrice della Galway Junior Network, un sito web interattivo in cui offre consigli e suggerimenti ai giovani flautisti. Sir James e Lady Galway dirigono ogni estate la loro scuola, la International Flute School, a Weggis in Svizzerra e seguono personalmente gli studenti di tutti i livelli. Lady Galway patrocina la fondazione di beneficenza Future Talent guidata dalla seguito da uno speciale, filmato e registra- Duchessa del Kent. I suoi concerti sono to, del “Double concerto di Vivaldi” con Sir spesso eventi per la raccolta di fondi a favo- James, Claudio Scimone (direttore) e I re di istituti di beneficenza come UNICEF, Solisti Veneti al Palazzo Ducale di Venezia. SOS, FARA e Marie Curie Cancer Care. Ha La stagione americana 2009 di Lady registrato per RCA Victor, BMG Classics e Galway inizia a New York, Palm Springs, Deutsche Grammophon. Irish America California e San Antonio dove si esibisce Magazine ha conferito a Sir James e Lady con lo Zephyr Trio e, insieme al marito, con Jeanne Galway il premio “2008 Spirit of la Austin, la York e la Spokane Symphony Ireland” in riconoscimento del loro ruolo di Orchestra; successivamente come solista ambasciatori musicali. Originaria di New con la Charlotte Symphony ed in recital York e diplomatasi al ’s accanto al marito ed al rinomato pianista Mannes College of Music, Lady Galway Christopher O’Riley a Houston, Arizona e vive con suo marito in Svizzera. New York. Tra i numerosi impegni del 2009 Attualmente suona un flauto d’oro 18 cara- l’esibizione con la Chicago Symphony al ti Nagahara. 78 HANS-PETER HOFMANN suona il violino dall’età di quattro anni per poi proseguire i suoi studi prima alla Musikhochschule di Saarbrücken e poi al Guildhall School of Music di London con Yfrah Neaman. Professore alla Musikhochschule di Nürnberg, Hofman è stato Concert Master della Bavarian Chamber Orchestra, della Berlin Chamber Orchestra e dal 1998 della Vorarlberg Symphony Orchestra di Bregenz. Come solista e musicista di musica da camera, Hofman è stato impe- gnato in varie tournée in Inghilterra, Francia, Olanda, Spagna e Austria, dove si è esibito nella grande sala del Vienna Musikverein e presso il Vienna Konzerthaus. Nel 1999 ha fondato l’Ensemble Plus e nel 2006 si è unito all’ensemble Les Dissonances di Parigi. La sua musica è stata trasmessa dalla radio svizzera e austriaca e in Germania dalla Berlin Radio, Süddeutsche Rundfunk e Südwestfunk. Ha inciso diciasette CDs con un repertorio che spazia dal Barocco al Jazz.

79 VITERBO - Palazzo dei Papi Il Palazzo è un complesso imponente carat- terizzato da massicci contrafforti che lo identificano più come una fortezza che non come una residenza. Vi si accede da un’am- pia scala, sormontata da due colonne e ter- minante in un vasto ripiano, con parapetti ad avancorpo, sostenuto da un arco. Nella sobria facciata, coronata da merli guelfi, si aprono sei finestre a feritoia e sei finestre a bifore trilobate che danno luce alla sala famosa per aver ospitato, dal 1268 al 1271, il primo conclave della storia della Chiesa, nel quale i cardinali furono clausi cum clave dai viterbesi esasperati per l’eccessi- vo protrarsi delle operazioni di voto. Sulla facciata si distinguono gli stemmi dei Gatti. La Loggia fu fatta costruire, infatti, da Andrea di Beraldo Gatti nipote di Raniero e Palazzo dei Papi (foto F. Biganzoli) a lui succeduto nella carica di Capitano del Popolo nel 1267. In stile gotico, ha sette effettuati lavori di restauro all’intero edifi- arcate con un doppio ordine di otto colon- cio, eliminando anche l’avancorpo che nine sostenenti archi a tutto sesto che for- nella seconda metà del Cinquecento era mano archi a sesto acuto: suggestiva fusio- stato costruito lungo l’intera facciata del ne della forma ogivale con la romanica. Il palazzo. La loggia poggia su un grande arco colonnato è sormontato da una trabeazione con un sottostante pilastro ottagonale al cui a metope in cui sono raffigurati, in origine interno è la tromba di una cisterna che con- animati da una vivace policromia, il leone teneva l’acqua portata fino al Palazzo Papale di Viterbo con la lancia trifida simulante la dalla sorgente della Mazzetta. Parti di questo palma di Ferento, lo stemma della famiglia fons papalis, la tazza a scannellature ornata Gatti (scudi con quattro barre orizzontali), da teste di animali e il sostegno centrale, pare l’aquila ad ali spiegate simbolo dell’Impero costituiscano la fontana che si trova al centro e le doppie infule insieme alle chiavi papa- della loggia composta nell’insieme da varie li. Un identico disegno era sull’altro lato parti di epoche diverse. Il Palazzo di Viterbo raccordato al primo da un tetto: l’eccessivo ospitò molti papi tra cui Giovanni XXI, elet- peso della trabeazione, sovrapposta all’esi- to nel 1276 e morto nello stesso anno, il cui le teoria delle colonnine, aumentato dalla sepolcro è nella Cattedrale; Martino IV elet- spinta dei due spioventi della copertura to nel 1280 lasciò la città scagliando su di gravò talmente su queste che già poco dopo essa l’interdetto. Condannata a diroccare una il 1325 crollò il prospetto a valle ed il tetto. buona parte delle mura cittadine, Viterbo L’altro prospetto fu salvato frapponendo vide cadere nell’abbandono il superbo palaz- agli archi una solida muratura rimasta fino zo che divenne infine la dimora dei vescovi agli inizi di questo secolo quando vennero diocesani. 80 SABATO 19 SETTEMBRE 2009 VITERBO – PALAZZO DEI PAPI

NATALIA GUTMAN violoncello

JOHANN SEBASTIAN BACH

Suite in do maggiore n. 3 per violoncello solo BWV1009 Preludio Allemanda Corrente Sarabanda Bourrée I e II Giga

Suite in mi bem. maggiore n. 4 per violoncello solo BWV1010 Preludio Allemanda Corrente Sarabanda Bourrée I e II Giga

Suite in do minore n. 5 per violoncello solo BWV1011 Preludio Allemanda Corrente Sarabanda Gavotte I e II Giga

81 La crescita artistica di Natalia Gutman è stata determinata soprattutto da due perso- nalità musicali in Russia: suo nonno Anisim Berlin, violinista e allievo del leg- gendario Leopold Auer e Galina Kozolupova sua insegnante per ben quin- dici anni. Altre tre grandi musicisti hanno avuto un ruolo essenziale nella vita privata e musicale di Natalia Gutman: Sviatoslav Richter, morto nel 1997, suo marito Oleg Kagan, morto nel 1990 e Mstislav Rostropovitch diceva di lei “...Natalia Gutman è l’incarnazione dell’onestà nell’Arte”. Nata a Kazan in Russia, ha iniziato lo stu- dio del violoncello all’età di cinque anni e a nove eseguiva il suo primo concerto. Allieva prediletta di Mstislav Rostropovich al Conservatorio di Mosca dal 1964, nel 1967 ha vinto il Concorso della ARD di Monaco di Baviera. Da allo- ra ha avuto inizio la sua brillante carriera internazionale che l’ha vista ospite delle più famose sale europee e delle più presti- giose orchestre: Berliner Philharmoniker, Wiener Philharmoniker, London Symphony Orchestra, Münchner Philharmoniker, Filarmonica di San Pietroburgo e l’Orchestre National de France. Ospite regolare dei più prestigiosi Festival (Salzburger Sommerfestspiele, Con suo marito, il compianto violinista Berliner Festspiele, Wiener Festwochen) Oleg Kagan, ha suonato dal 1969 al 1990. ha collaborato e collabora con i più grandi Nel 1998 Natalia Gutman ha suonato in direttori d’Orchestra quali Claudio Sudafrica, ultimo continente dove l’Artista Abbado, Wolfgang Sawallisch, Riccardo non era ancora apparsa. Natalia ha esegui- Muti, Bernard Haitink, Guennady to l’integrale delle Suites di Bach per vio- Rozhdestwenskij, Yuri Temirkanov, Kurt loncello solo a Mosca, Berlino, Monaco, Masur e Sergiu Celibidache. Gran parte Madrid, Barcellona, in Francia, in Italia, dell’attività concertistica di Natalia Olanda e Svizzera. Gutman è dedicata alla musica da camera: A Manchester, Inghilterra, ha partecipato tra i suoi partner usuali ricordiamo al festival di violoncello e nell’estate del Svjatoslav Richter, Isaac Stern, Martha 2000 ha suonato al Festival di Berlino, di Argerich, Yuri Bashmet, Elisso Virsaladze. Lucerna e Salzburg e a Londra (Proms 82 Concerts) insieme ai “Berliner Il 2008 l’ha vista in tour con Yuri Philharmoniker” diretti da Bernard Bashmet, Viktor Tretjakov e Vassily Haitink che sostituì il M° Claudio Abbado, Lobanov in diverse città europee. Natalia allora malato. Gutman è inoltre impegnata in master- Sempre nella stagione 2000/01 ha suonato classes organizzate in tutto il mondo; ha con l’orchestra a München, Berna, insegnato per molti anni presso la Helsinki, Birmingham e San Paolo in Musikhochschule di Stuttgart e attualmen- Brasile. Nel marzo 2002 ha suonato a te insegna a Mosca. Milano con la Filarmonica della Scala A maggio del 2005 il presidente Köhler ha diretta dal M° G. Bertini. Nella stagione conferito all’artista la più alta onoreficen- 2002/03 ha effettuato concerti con la New za tedesca, il “Bundesverdienstkreuz 1. York Philharmonic diretta dal M° Kurt Klasse” e nel 2006 Natalia Gutman è stata Masur ed a Baltimore con il M° Yuri nominata membro del Royal College of Temirkanov. Music di Londra. Oltre al repertorio Nel 2003 è stata protagonista di una lunga bachiano, classico e romantico Natalia ed acclamata tournée in Giappone. Gutman è anche attenta interprete della Nel 2006 Natalia Gutman ha dedicato a musica contemporanea eseguendo brani di Robert Schumann il suo concerto per vio- Sofia Gubaidulina, di Denisov, di loncello eseguito a Milano, Valencia, Mansurian e di Lobanov. Alfred Schnittke Colonia, Londra, Taipei e Firenze. Uno dei le ha dedicato una Sonata e il suo primo concerti di Shostakovich (in onore del suo Concerto per Violoncello. Con la Royal centenario dalla nascita) è stato eseguito a Philharmonic Orchestra e Yuri Caracas, Tel Aviv, Monte Carlo, Varsavia, Temirkanov ha inciso i due Concerti di Atene, Vienna, Olanda e Francia (in Shostakovic per la RCA/BMG Ariola. Bretagna ha anche eseguito entrambi i Con la Philadelphia Orchestra e lavori in un solo concerto). Sawallisch ha inciso il Concerto per A Parigi, accompagnata dall’Orchestre Violoncello di Dvorak e con la London Philharmonique, ha eseguito un concerto Philharmonic diretta da Kurt Masur i con- di Lutoslawski e a Lille uno di Dutilleux. certi per Violoncello di Schumann e di Il 2007 è iniziato a Siviglia, dove la vio- Schnittke, entrambi su etichetta EMI. loncellista, il 2 gennaio, ha nuovamente Sempre per la EMI ha recentemente inciso suonato il concerto di Schumann sotto la le composizioni cameristiche di direzione del M° Claudio Abbado con la Schumann con partners del calibro di Simon Bolivar Youth Orchestra al Festival Martha Argerich e Mischa Maisky. Ogni Iberoamericano. anno all’inizio di luglio Natalia Gutman Concerti con le orchestre sono stati piani- invita i suoi amici musicisti all’ ficati anche a Lisbona, Istanbul, Boston, “Internationaler Musikfest” a Kreuth Montreal, Italia, Olanda, Taiwan, /Tegernsee in Baviera, fondato nel 1990 Manchester, Germania e Svizzera. È spes- insieme al marito ed ora a lui dedicato. so in tournée in duo con Elisso Virsaladze Natalia Gutman suona un prezioso con la quale esegue programmi di musica Guarneri del Gesù datato 1731 generosa- da camera ed anche in trio con Kolja mente affidatole da Seacross Management Blacher. Ltd. Strings Unlimited. 83 VITERBO - Piazza del Plebiscito Dominata dalla Torre dell’Orologio con due to di un portico di cui però non rimane traccia. leoni in nenfro agli angoli, Piazza del Plebiscito Sul lato che chiude la piazza è la Chiesa di è il centro della città. Fu creata verso la metà del Sant’Angelo in Spatha, dedicata a San Michele XIII secolo ed è chiusa su tre lati dalle facciate Arcangelo, così chiamata dal nome della fami- dei palazzi che appartennero nei secoli passati glia che dall’XI secolo la ebbe in patronato. Il ai Priori, al Podestà e al Capitano del Popolo. prospetto fu rifatto nel 1560 e nel 1746 fu Sul quarto lato della piazza è la Chiesa di S. avviato il completo rifacimento della chiesa. La Angelo in Spatha e lo sbocco di Via Cavour (la facciata a capanna si presenta intonacata e vi si Via Farnesiana, aperta nel 1573) che taglia in aprono un portale in peperino con una lunetta due l’ex Palazzo delle Carceri. sopra l’architrave e tre finestre. Sul La Torre dell’Orologio, detta anche lato destro della facciata si trova la Torre dei Priori e più tardi Torre dei copia (l’originale è presso il Museo Monaldeschi, bella e slanciata, è Civico di Viterbo) di un pregevole alta 44 metri e fu ricostruita nel sarcofago romano con scena di 1487 sulle fondamenta di una pre- caccia al cinghiale che fungeva da cedente che fin dal 1424 aveva un monumento funebre della “Bella orologio pubblico. L’elegante orna- Galiana” protagonista di una leg- mento in ferro che è sulla sua cima gendaria vicenda. Donna di straor- fu messo all’inizio del 1800 quan- dinaria bellezza, se ne innamorò un do vi fu collocata anche 1’attuale barone romano che la pretese in campana del 1452 che proveniva sposa ma, rifiutato, pose Viterbo dalla chiesa di S. Maria della sotto assedio e la città si mobilitò in Verità. difesa della giovane, resistendo Il Palazzo dei Priori, insieme al fino a indurre l’assediante a desi- Palazzo del Podestà sede dell’am- stere; questi prima di andarsene ministrazione comunale, fu realiz- chiese di poter vedere un’ultima zato tra XIII e XVII secolo, con il volta Galiana che affacciatasi sulle bel colonnato duecentesco e il mura di una torre fu colpita a morte piano nobile affrescato nel XVI Sarcofago della Bella con una freccia dallo spasimante secolo (Sala Regia e Sala del Galiana (foto G. Cerica) respinto. Consiglio) con temi riguardanti le origini mito- La chiesa, a navata unica e coperta con volta a logiche di Viterbo. botte, compare come il frutto di linee tardo- Il Palazzo del Podestà, collegato a quello trami- barocche e neoclassiche. Sono conservati al suo te la Pinacoteca, venne eretto nel 1264 e subì interno una pala del viterbese Bartolomeo numerosi rifacimenti in epoche successive Cavarozzi che raffigura S. Isidoro agricoltore come l’inserimento nel 1700 del grande balco- (sec. XVII), la mensa dell’altare maggiore sor- ne al primo piano. Dell’antico prospetto riman- retta da un grande capitello romanico in pietra gono un residuo di finestra duecentesca, qual- proveniente dall’antica chiesa, una grande pala che tratto di muro perimetrale e tracce della del maestro viterbese Filippo Caparozzi (primo merlatura che coronava l’edificio. decennio del ’600) raffigurante la Madonna in Di fronte è il Palazzo del Capitano del Popolo trono col Bambino con Angeli che la incorona- oggi sede della Prefettura. Nel 1466, quando no e santi. Nella sagrestia è una tavola con l’im- tutta la piazza fu oggetto di rifacimenti in base magine di S. Rocco, opera di Antonio del a nuovi criteri rinascimentali, il Palazzo fu dota- Massaro detto il Pastura (sec. XV-XVI).

84 DOMENICA 20 SETTEMBRE 2009 VITERBO – SALA REGIA DI PALAZZO DEI PRIORI - ORE 11.30

CONCERTO APERITIVO

COMPLESSO BAROCCO CONSERVATORIO “L. REFICE” DI FROSINONE

Arcangelo Corelli Sonata in Do maggiore op. 3 n. 8 per due violini e basso continuo Largo, Allegro, Largo, Allegro

Georg Friedrich Händel Triosonata in Sol maggiore op. 5 n. 4 per due violini e basso continuo A tempo ordinario, Allegro non presto, Passacaille, Menuet (Allegro moderato), Gigue (Presto)

Georg Friedrich Händel Lascia ch’io pianga Aria dall’opera “Rinaldo” per soprano, archi e basso continuo

Antonio Vivaldi Nulla in mundo pax sincera Mottetto per soprano, archi e basso continuo Allegro, Andante, Rondò allegretto

Francesco Divito sopranista Francesca Vicari e Alessandro Marini violini Davide Leboffe viola Stefano Di Rienzo violoncello Catia Rocci clavicembalo

Il complesso si è costituito nel quadro delle attività del Corso di Musica da Camera tenu- to dalla prof.ssa Francesca Vicari in collaborazione con il Dipartimento di Musica Antica del Conservatorio.

Al termine del concerto sarà offerto un aperitivo a base di prodotti tipici della Tuscia

85 VITERBO - Chiesa di San Francesco L’attuale edificio, frutto della ricostruzione li di schietto stile gotico. del dopoguerra, è il risultato di una fase Nel transetto destro si conservano i resti del costruttiva francescana iniziata nel 1236 e di monumento funebre di Pietro di Vico, realiz- una successiva di ampliamento in pure zato da Pietro di Oderisio nel 1269, raffinata forme gotiche realizzata quando Viterbo era creazione in stile gotico impreziosita da stem- sede della corte pontificia. mi e mosaici. La facciata è caratterizzata da un’apertura ad Un arco a sesto acuto, strombato e ornato da arco in stile romanico con colonnine tortili, colonnine tortili immette nella cappella del tre monofore ed un semplice oculo. SS. Sacramento, eretta dai Gatti, potente Sull’angolo destro è collocato un pulpito famiglia di origine brettone protagonista della eretto nel 1429, mentre dietro si scorge il vita civile e politica di Viterbo. campanile a vela con due fornici. A fianco emerge in tutto il suo splendore il La grandiosa navata unica è chiusa da un’ab- Mausoleo di Adriano V attribuito ad Arnolfo side quadrata, nella quale si apre una grande di Cambio, monumento gotico-cosmatesco, quadrifora gotica con rosoni. autentico gioiello d’arte medievale; la statua Le capriate del tetto, rimesse in luce dai coricata, vestita con abiti pontificali, è posta restauri che hanno eliminato le volte baroc- su un duplice basamento intarsiato con splen- che, sono sostenute da archi a sesto acuto; didi marmi policromi. l’abside ed il transetto sono coperti da volte In simmetria, nel transetto sinistro, è il ogivali profilate da costoloni che ricadono su Mausoleo di Clemente IV di Pietro Oderisio pilastri compositi, decorati con motivi florea- (1270), un tabernacolo in stile gotico con la statua distesa su un sarcofago romano con bassorilievo collocato su un basamento mar- moreo decorato con intarsi di suggestiva poli- cromia. Sempre nel transetto sini- stro è il portale d’accesso alla cappella Botonti (sec. XVI), per la quale era stata dipinta, tra il 1515 e il 1516, la celebre “Pietà” di Se- bastiano Del Piombo, at- tualmente con- Interno e monumento a Papa Adriano V (foto servata al Mu- G. Cerica) seo Civico.

86 MERCOLEDÌ 23 SETTEMBRE 2009 VITERBO – CHIESA S. FRANCESCO

VICTORIA MULLOVA violino OTTAVIO DANTONE clavicembalo

Johann Sebastian Bach (1685 - 1750)

Sonata in sol minore n. 1 per violino solo BWV 1001 Adagio Fuga. Allegro Siciliana Presto

Sonata in si minore n. 1 per violino e cembalo BWV 1014 Adagio Allegro Andante Allegro

***

Sonata in do minore n. 4 per violino e cembalo BWV 1017 Siciliana. Largo Allegro Adagio Allegro

Partita in re minore n.2 per violino solo BWV 1004 Allemanda Corrente Sarabanda Giga Ciaccona

87 VIKTORIA MULLOVA è famosa in tutto il mondo per la sua eccezionale versatilità e purezza musicale; i suoi interessi spaziano dal barocco al classico, fino alle tendenze e improvvisazioni più all’avanguardia. La passione per il repertorio barocco esegui- to secondo la prassi del tempo l’ha portata a collaborare con l’Orchestra of the Age of Enlightenment, il Giardino Armonico, Venezia Barocca e Orchestre Révolutionnaire et Romantique. Lavora assiduamente con il clavicembalista Ottavio Dantone e ha registrato un programma tutto dedicato a Bach del quale Tim Ashley del Guardian ha scritto “Ascoltare la Mullova che suona Bach è, in parole semplici, una delle più belle esperienze che si possano fare…” L’avventura della Mullova nel mondo della incisioni tra cui un programma dedicato ai musica contemporanea, iniziata nel 2000 Concerti di Vivaldi con il Giardino con l’album “Through the Looking Glass” Armonico diretto da Giovanni Antonini. A continua con nuovi lavori commissionati a questa registrazione è stato assegnato il pre- giovani compositori, tra cui Fraser Trainer e stigioso Diapason d’Or per il 2005. Ha regi- attualmente sta lavorando ad un progetto strato anche due dischi con il Mullova imperniato su musica gitana e improvvisa- Ensemble (Concerti di Bach e Ottetto di zione insieme alla band di Matthew Barley. Schubert), Recital con Katia Labèque e le Il London Southbank Centre recentemente Sonate di Bach con Ottavio Dantone. Ha le ha chiesto di essere la prima “Artist-in- ultimato il più importante progetto discogra- Focus” della loro rinnovata International fico della sua vita: tutte le Sonate e Partite Chamber Music Series. Il direttore musicale per violino solo di J.S. Bach. Viktoria di Southbank l’ha così descritta: “una musi- Mullova ha studiato presso la Scuola cista dal grande virtuosismo, con uno straor- Centrale di Musica di Mosca ed il dinario coraggio e coinvolgimento che la Conservatorio della stessa città. Il suo straor- portano a tentare nuove strade”. Numerosi i dinario talento si è imposto all’attenzione suoi concerti alla Wiener Konzerthaus a con- internazionale quando, nel 1980, ha vinto il ferma del suo eclettismo musicale. Le sue Primo Premio al Concorso Sibelius a numerose registrazioni per la Philips Helsinki e, nel 1982, la Medaglia d’Oro al Classics hanno ricevuto importanti ricono- Concorso Cajkovskij. Da allora ha suonato scimenti, ma nel 2005 Viktoria Mullova, con le migliori orchestre e i più prestigiosi sempre alla ricerca di territori da esplorare, direttori e ha partecipato ai più importanti ha iniziato a collaborare con la ONYX festival internazionali. Possiede due violini: Classics, casa discografica di recente costi- lo Stradivari Jules Falk del 1723 e un tuzione, per presentare una serie di nuove Guadagnini. 88 OTTAVIO DANTONE si è diplomato in organo e clavicembalo presso il Conservatorio “G. Verdi” di Milano. Ha intrapreso giovanissi- mo la carriera concertistica, dedicandosi fin dall’inizio allo studio e al costante approfon- dimento della musica antica, segnalandosi presto all’attenzione del pubblico e della cri- tica. Nel 1985 ha ottenuto il premio di basso continuo al Concorso Internazionale di Parigi e nel 1986 è stato premiato al Concorso Internazionale di Bruges (due dei concorsi di clavicembalo più importanti del mondo), primo italiano ad aver ottenuto tali riconoscimenti a livello internazionale in ambito clavicembalistico. Dal 1996 è il direttore musicale dell’Accademia Bizantina di Ravenna, con la quale collabora già dal 1989. Negli ultimi anni ha gradualmente affiancato alla sua abituale attività di solista e leader di gruppi da camera quella ormai del 1781), della quale Dantone ha curato la intensa di direttore d’orchestra, estendendo il revisione ottenendo un notevole successo di suo repertorio all’opera e al periodo classico pubblico e di critica. Inoltre nell’autunno e romantico. In questa veste è regolarmente dello stesso anno è stato scelto dal M° ospite delle più prestigiose sale e associazio- Riccardo Muti per dirigere dopo di lui le ni concertistiche (Teatro alla Scala di repliche dell’opera di G. Paisiello “Nina, Milano, Accademia di Santa Cecilia, ossia la pazza per amore” (produzione del Concertgebouw di Amsterdam, Musikverein Teatro alla Scala, Piccolo Teatro di Milano e e Konzerthaus di Vienna, Mozarteum di Ravenna Festival). Da allora si sono molti- Salisburgo, Ravenna Festival, Settembre plicati i suoi impegni nel campo della lirica. Musica di Torino, Cité de la Musique di Nel dicembre 2001 è stato invitato ad inau- Parigi, Accademia Chigiana di Siena, gurare la stagione del Teatro Regio di Parma Bologna Festival, International Music con il “Marin Faliero” di G. Donizetti. Festival di Istanbul, Ferrara Musica, Moltissime le registrazioni radiofoniche e Metropolitan Museum di New York, televisive in Italia e all’estero, nonché quelle Auditorium del Lingotto di Torino, G.O.G. di discografiche sia come solista che come Genova, Festival di Holstein, Musica e direttore per le quali ha ottenuto prestigiosi Poesia a S. Maurizio di Milano, Festival di premi e riconoscimenti dalla critica interna- Urbino, etc.). Nel 1999 è avvenuto il suo zionale. Dal 2003 registra per la Decca. debutto operistico per la stagione lirica del Profondo conoscitore della prassi esecutiva Teatro Alighieri di Ravenna, alla guida del periodo barocco, tiene regolarmente dell’Accademia Bizantina, con la prima ese- corsi di perfezionamento di clavicembalo, cuzione in tempi moderni del “Giulio musica da camera, basso continuo ed Sabino” di Giuseppe Sarti (opera in tre atti improvvisazione. 89 VITERBO - Quartiere San Pellegrino San Pellegrino è un esempio di contrada due- arco a tutto sesto e sorretto a sua volta da due centesca perfettamente conservata, dall’eleva- esili colonne con capitelli fogliati mentre della to valore urbanistico, con torri, case, cavalca- costruzione originaria si conservano alcuni via, profferli (scale esterne), bifore romaniche. tratti delle mura esterne e un arco a tutto sesto Le case che si affacciano sulla Via San formato da conci a cuneo che sormonta il por- Pellegrino sono costruite direttamente sul tufo tale laterale. Il Palazzo degli Alessandri, unita- con muri realizzati con blocchi di pietra squa- mente allo stabile con il portico, congiunto a drati, composte da uno o più piani. L’accesso questo attraverso un passaggio aereo sorretto dalla strada al primo piano da un mezz’arco, inteso della casa era garantito dal come il complesso della profferlo, mentre il locale a dimora nobiliare e degli piano terra era adibito a bot- alloggi dei domestici, fu tega; alcune abitazioni non si costruito verso la prima affacciavano direttamente metà del XIII secolo, in un sulla strada, ma avevano una momento fiorente per la corte, a volte in comune con città di Viterbo. Il modello altre abitazioni, che in dialet- della dimora, di estensione to viterbese prende il nome limitata, fu dovuto alla man- di “richiastro”. Caratteristica canza di grandi spazi edifi- di questo quartiere è anche la cabili all’interno delle mura “casa a ponte”, tipo di abita- urbane e tale situazione con- zione che unisce due fabbri- sentì a più immobili di esse- cati, separati dalla strada, re forniti di un affaccio sulla all’altezza del primo o del San Pellegrino in fiore. Sullo sfon- via principale, ma allo stesso secondo piano, creando sug- do Palazzo degli Alessandri (foto F. tempo produsse un più gestivi passaggi coperti. Al Biganzoli) intenso sviluppo in altezza, centro del quartiere si apre l’utilizzazione dei piani sot- l’omonima piazza con il Palazzo degli terranei e la nascita delle “case-ponte”, o Alessandri, l’imponente Torre Scacciaricci e la almeno la realizzazione di una porzione del Chiesa di S. Pellegrino. Nel complesso palazzo sulla via pubblica. L’ordinamento l’aspetto della piazza, nonostante vari rifaci- della parte interna del Palazzo degli Alessandri menti di epoche diverse, è unitario e ciò è mostra, infatti, aspetti analoghi a quelli di altre dovuto anche all’impiego, sia per gli edifici abitazioni della città, essendo formato da un che per la pavimentazione, di peperino e piano interrato, un pianterreno, un primo ed un basaltina, pietre locali di origine vulcanica di secondo piano sebbene in questa circostanza uniforme colore grigio scuro. La chiesa di San al pianterreno non si aprano le classiche botte- Pellegrino, insieme al Palazzo, è la costruzio- ghe o negozi, giacché il casato era di estrazio- ne più importante e antica della piazza omoni- ne aristocratica. L’esterno è caratterizzato da ma, menzionata nei documenti di archivio già un ampio balcone che si prolunga sotto un nel 1045. Il suo aspetto dopo numerosi rima- grandioso arcone ribassato; di fronte, un porti- neggiamenti si presenta oggi con tetto a capan- co a due campate su massicce colonne, dietro na, rosone centrale e portale sormontato da un il quale si eleva la Torre Scacciaricci. 90 GIOVEDÌ 24 SETTEMBRE 2009 VITERBO – PALAZZO DEI PAPI

G.F. H ÄNDEL (1685 - 1759) Agrippina

IL COMPLESSO BAROCCO

Alan Curtis direttore

Claudio Umberto Chiummo basso, baritono Agrippina Svetlana Doneva soprano Nerone Tuva Semmingsen mezzosoprano Poppea Klara Ek soprano Ottone Iestyn Davies controtenore Pallante Raffaele Cistantini voce di basso Narciso e Giunone Antonio Giovannini controtenore Lesbo Matteo Ferrara basso, baritono

91 Fondato nel 1979 ad Amsterdam da Alan Rossi (Preis der Deutschen Schallplattenkritik Curtis, uno dei più affermati specialisti nel- 1997 e Premio Internazionale del Disco l’interpretazione della musica preromantica, “Antonio Vivaldi” 1998), dei madrigali di Il Complesso Barocco ha cominciato la sua Antonio Lotti, dell’integrale dei duetti da attività come orchestra internazionale baroc- camera di Claudio Monteverdi in due CD, ca con particolare interesse per la musica ita- “Zefiro torna” (Diapason d’or de l’eté 1998) e liana. “Amor dicea”, dei cicli del “Pastor Fido” di Dal 1992 l’ensemble, formato da giovani soli- Sigismondo d’India, Monteverdi e Marenzio sti, ha sede in Italia e si è interessato anche e l’integrale del “Libro Sesto delli madrigali” alla musica vocale del tardo Rinascimento e di Carlo Gesualdo, editi da Symphonía. del Barocco, a partire dall’ultima fioritura del Accanto a questo repertorio, si è delineato un madrigale fino all’opera del XVIII secolo. ampio interesse per l’oratorio, documentato Considerato una delle più prestigiose orche- dalla “Susanna” di Alessandro Stradella stre europee con strumenti originali, Il (EMI), dal “Sansone” di Benedetto Ferrari Complesso Barocco è ospite nelle più impor- (pubblicato da Virgin Classics e vincitore del tanti rassegne concertistiche e festival in Diapason d’or 2000), dall’“Assalonne puni- Europa e Stati Uniti. to” di Pietro Andrea Ziani e dal “David” di L’eccezionale qualità interpretativa ha favori- Francesco Bartolomeo Conti, e per la cantata to l’incontro con il regista Werner Herzog che italiana con le “Lettere amorose” di ha scelto l’ensemble come protagonista del Domenico Scarlatti registrate sempre per film “Morte a cinque voci” (Prix Italia 1996 e Virgin Classics. Premio Rembrandt, Amsterdam 1996) dedi- Il Complesso Barocco, sotto la guida di Alan cato alla figura di Carlo Gesualdo. Curtis, ha anche rivestito un ruolo fondamen- Molto ricca è la discografia che ha inizialmen- tale nella restituzione delle opere di Georg te interessato il repertorio madrigalistico con Friedrich Händel con strumenti originali nel- le registrazioni, per Virgin Classics, del l’ambito del revival di cui questo autore ha “Primo Libro di Madrigali” di Michelangelo beneficiato dagli anni Settanta del Novecento

92 “Tolomeo”, “Alcina” e “Ezio”, queste ultime due pubblicate in occasione della ricorrenza del centenario della scomparsa del composi- tore tedesco. L’interesse dell’ensemble, relativamente all’opera, si è rivolto anche verso Vivaldi (“Il Giustino”, “Ercole su’l Termodonte”, “Motezuma”), Gluck (“Ezio”) e Domenico Scarlatti. In particolare di quest’ultimo, in occasione del centenario della morte (2007), è stato riproposto “Tolomeo e Alessandro” in prima mondiale al Festival della Piccola Accademia di Montisi (Toscana), a Santiago de Compostela (Festival Via Stellae) e a Madrid (Ciclo Los Siglos de Oro) dove è stato registrato per Decca. Nel 2009 l’opera sarà ripresa per il Théâtre des Champs Élysées a Parigi e per il Theater an der Wien di Vienna. Nella stagione 2007-08 il Complesso Barocco è stato in residenza al Théâtre de Poissy (Parigi). Nell’immediato futuro sono previste le regi- strazioni di altre due opere di Händel, “Giove ad oggi. A partire da “”, prima opera in Argo” e “Berenice”, la prima esecuzione in händeliana a essere riproposta con prassi ese- tempi moderni dell’“Ezio” di Niccolò cutiva filologica in tempi moderni e recente- Jommelli. mente riedita in CD da Virgin, il catalogo delle produzioni dedicate al grande composi- SVETLANA DONEVA è nata in Bulgaria nel tore sassone si è arricchito di titoli noti e di 1974 ed ha studiato all’Accademia di Musica altri meno eseguiti distinguendosi per uno di Sofia. stile esecutivo sensibile all’espressione e in Ha partecipato a master con Raina continuo aggiornamento sulle ricerche della Kabaivanska, Anita Cerquetti, Alberta musicologia specifica: “Rodrigo” (segnalata Valentini e Giusi Devinu in Italia ed ha fre- per l’opera italiana nel Premio Internazionale quentato, nel 2002/2003, la “International del Disco “Antonio Vivaldi” 2000), Opera Studio” a Zurigo. “Arminio” (International Händel Recording Svetlana Doneva ha debuttato all’Opera Prize 2002), “Deidamia” (Preis der House di Sofia come Gretel (Humper-dinck), Deutschen Schallplattenkritik 2003 e Gilda e, a St. Zagora, come Lucia (Donizetti), International Händel Recording Prize 2004), Mimi e Violetta. “Lotario” (per BMG), “Rodelinda” (per Nel 2002/2003 è stata scritturata in sostitu- Deutsche Gramophon-Archiv), “Radamisto” zione di Edita Gruberova cantando nella (International Händel Recording Prize 2005), parte di Maria Stuarda (Donizetti) allo “Fernando re di Castiglia”, “Floridante”, Zürich Opera. 93 Al Frankfurt Opera l’artista ha cantato nel ruolo di Ginevra nell’ “Ariodante” di Händel, nel 2008 Euridice in “Orpheus e Euridice” di Gluck con Thomas Hengelbrock a Parigi e Epidauro. Come concertista, Svetlana Doneva si è esibi- ta ancora in Spagna, Argentina, Italia e Giappone. A Basilea e Zurigo ha cantato “Graner Mass”, “Messiah”, “Missa Solemnis” di Liszt, così come “Requiem” di Brahms con la Tonhalle Orchestra, Zurigo; a Belgrado “Requiem” di Mozart e “Maria Tryptichon” di Frank Martin, “Messa in si minore” di Mozart a St. Gallen e “Die Glocke” di Rachmaninov. Con la Balthasar Neuman Ensemble ha eseguito in forma di concerto “Alcina” di Händel a Friburgo e Ludwigsburg, con J. Nott “La nona sinfonia” di Beethoven a Bamberg, “Missa Solemnis” a Bad Urach e “Carmina Burana” con L. Zagrosek a Berlino.

A maggio del 2003 ha debuttato come Lady IESTYN DAVIES ha studiato Archeologia e Billow (Britten: “Albert Hering”) e Anna Antropologia a Cambridge, dove era uno stu- Kennedy (Donizetti: “Maria Stuarda”) al dente del coro al St John’s College, prima di Zurich Opera. proseguire i suoi studi alla Royal Academy of Successivamente ha cantato Musetta a Palma Music. di Mallorca e Violetta e Gilda a Barcellona, Dal suo debutto come Ottone ne un ruolo che poi ha interpretato ancora a “L’Incoronazione di Poppea” per lo Zürich Roma. Durante la stagione 2003/04 ha canta- Opera con Harnoncourt, i suoi ruoli operistici to Lina nello “Stiffelio” di Verdi nel tour sviz- hanno incluso Armindo (“Partenope” di zero e Konstanze nel “Ratto dal Serraglio” ad Händel) per l’English National Opera, Ottone Aquisgrana e Karlsruhe. per il Glandebourne Festival Opera, King Nel dicembre 2005 Svetlana Doneva è stata Arthur per il New York City Opera e invitata a Marsiglia per cantare “La Traviata”, l’English National Opera, Hamor (“Jephtha” e nel maggio 2006 l’artista ha cantato, con di Händel), “L’Umana Fragilità” e Pisandro grande successo personale, per la prima volta (“Il ritorno di Ulisse in patria”) per la Welsh Donna Anna nel “Don Giovanni” con National Opera, Voce di Apollo (“Morte a Thomas Hangelbrock al festival di Feldkirch. Venezia” di Britten) per l’English National Ha interpretato ancora questo ruolo con Renà Opera, Azul (“Madrugada” di Nadaira) per il Jacobs al Festival Für Alte Musik di Schleswig-Holstein Festival, Corrado Innsbruck e nel 2008 con B. de Billy a (“Griselda” di Vivaldi) a Parigi e Oberon in Salisburgo. “Sogno di una notte di mezza estate” di 94 Crucis” di Lukaszewski per Hyperion, il “Messiah” di Händel per Naxos con l’Academy of Ancient Music ed il New College Oxford e la “Griselda” di Vivaldi per Naîve records diretto da Spinosi che vinse l’“Opera Recording of the Year 2007” del BBC Music Magazine. I prossimi impegni includono il “St Matthew Passion” con lo Zürich Tonhalle e Ton Koopman, “Athalia” di Händel con Ivor Bolton a Colonia e New York, “Samson” con l’English Concert ed Harry Ticket, le “Cantate di Bach” con Ton Koopman e l’Amsterdam Baroque Orchestra, “Israel in Egypt” al Hereford Three Choirs Festival con l’Academy of Ancient Music e Stephen Layton, ed il suo debutto solo recital al Wigmore Hall.

KLARA EK Vitellia’s set pieces were the vocal glory of the Britten per la Houston Grand Opera. evening in fearless and brilliant soprano of Davies ha lavorato con direttori come Warner, Klara Ek (Hillary Finch, Opera, August Mitchell, Alden e Flimm. 2005). Ha recentemente debuttato al Teatro alla Dopo il suo notevole debutto alla Royal Scala di Milano nel “Chichester Psalms” di Danish Opera nel ruolo di Susanna nelle Bernstein con l’Orchestra Filarmonica della “Nozze di Figaro” nel 2003, la soprano svede- Scala, sotto la direzione di Dudamel. se Klara EK ha fatto molti importanti debutti Esibizioni al Wigmore Hall, Barbican, compreso Erste Dame (“Die Zauberflöte”) a Concertbouw, Snape Maltings e Théâtre des La Monnaie diretto da René Jacobs, La Champs-Élysées hanno incluso performances Musica e Proserpina (“Orfeo”) alla Stuttgart dei “Canticles” di Britten, “La Messa in si Opera; in quell’occasione fu invitata da minore” di Händel e “Messiah” e “Flavio” di VladimirAshkenazy a cantare la “Quarta Händel. Ha cantato con l’Orchestra of the Sinfonia” di Mahler con la Philarmonia al Age of Enlightenment, l’Academy of Ancient Royal Festival Hall di Londra, e con la NHK Music, la Scottish Chamber Orchestra, la Symphony Orchestra a Tokyo. London Philharmonic Orchestra, l’Ensemble I suoi ruoli d’opera comprendono: Susanna e Matheus e la Bournemouth Symphony Pamina (“Die Zauberflöte”) alla Stuttgart Orchestra e ha lavorato con direttori come Opera dove ha lavorato con i direttori Lothar Layton, Gardiner, Harnoncourt, Nagano, Zagrosek e Kwamé Ryan; Susanna (“Figaros Alessandrini, Spinosi, Koopman, Hogwood e bröllop”) con la Gothenburg Opera in una tra- Bruggen. duzione svedese di “Le nozze di Figaro”; Recenti registrazioni includono la “Via Oscar (“Un ballo in maschera”) al 95 ha eseguito il “Requiem” di Brahms con l’Orquestra Sinfonica de Balears, Oriana (“Amadigi di Gaula”) con l’Academy of Ancient Music diretta da Christopher Hogwood, “Tolomeo e Alessandro” di Scarlatti con il Complesso Barocco di Alan Curtis, la “Nelson Mass” con la Navarra Symphony Orchestra, direttore Howard Griffiths, e “The Creation” di Haydn con l’Orchestre National Bordeaux Aquitaine diretta da Kwamé Ryan e anche con la Tivoli Symphony Orchestra diretta da Helmuth Rilling. Klara Ek ha eseguito i Lieder di Mozart in un recital per la Musashino Cultural Foundation a Tokyo e ha debuttato al Wigmore Hall can- tando arie di Haydn con la Classical Opera Company. Ha cantato canzoni di Lehar e Zeller sotto la direzione di Gunther Bauer- Schenk con la Bournemouth Symphony Orchestra. Laureata al Royal College of Music di Stoccolma, Klara Ek ha frequentato l’University College of Opera a Stoccolma dove si è specializzata con musicisti del cali- Confidencen e Despina (“Così fan tutte”) al bro di Craig Rutenberg, Roger Vignoles, Folkopern, entrambi a Stoccolma; Papagena Tomas Schuback, Mark Tatlow, Kerstin (“Die Zauberflöte”) al Drottingholms Meyer and Birgit Nilsson. Al Royal College Slottsteater, ed Echo (“Ariadne auf Naxos”) of Music a Londra ha studiato con Lilion con la Opera sotto la direzione di Watson. Jeffrey Tate. Tra le sue interpretazioni di maggior rilievo TUVA SEMMINGSEN, giovane mezzo-soprano Servilia (“La clemenza di Tito”) con la Danish norvegese, ha studiato alla Norwegian State Radio Sinfonietta sotto la direzione di Adam Academy of Music e alla Royal Opera Fischer, “Messiah” con la Bournemouth Academy a Copenhagen. Ha debuttato con Symphony Orchestra diretta da Kees Bakels, grande successo alla Royal Danish Opera e anche con la Minnesota Orchestra sotto la come Cherubino in “Le Nozze di Figaro” nel direzione di Christopher Warren-Green, 2000. “Christmas Oratorio” di Sandstroem con la Ha lavorato con direttori quali William Malmö Symphony Orchestra direttore Christie, Emmanuelle Haïm, Fabio Biondi, Johannes Gustavsson, ed “Elijah” con la Rinaldo Alessandrini, Federico Guglielmo, Royal Scottish National Orchestra diretta da Paolo Olmi, Christopher Hogwood, Robert Andreas Spering. Più recentemente Klara Ek King, Mario Venzago, Giancarlo Andretta, 96 “Passione di San Giovanni”, la “Messa in si minore”, “L’Oratorio di Natale”, il “Magnificat” così come numerose cantate di J.S. Bach, il “Magnificat” di C.Ph.E. Bach, “Arianna a Naxos” e “Stabat Mater” di Haydn, “Judas Maccabaeus” e “Il Trionfo del Tempo e del disinganno” di Händel, lo “Stabat Mater” di Pergolesi; il “Te Deum” di Charpentier; il “Magnificat” di Buxtehude, “Gloria”, “Gloria e Imeneo”, “Juditha Triumphans”, “Longe Malae”, “Magnificat”, “Nisi Dominus”, “Stabat Mater” e “Sum in medio tempestatum” di Vivaldi e “Praise the Lord” e “Welcome to all the pleasures” di Purcell. Gli impegni della stagione 2007/2008 l’hanno vista in Sesto in “Giulio Cesare” alla Norwegian Opera, Rosina ne “Il Barbiere di Peter Feranc, Thomas Dausgaard, Mark Siviglia” al Grand Théâtre di Reims, Zerlina Tatlow e Lars Ulrik Mortensen. in “Don Giovanni” e Nerone ne I suoi impegni nell’opera l’hanno vista inter- “L’Incoronazione di Poppea” alla Royal prete di molti ruoli mozartiani (Sesto in Danish Opera, il ruolo principale in “Ottone “Giulio Cesare” all’Opéra de Lille, alla Royal in Villa” di Vivaldi al Teatro Olimpico di Danish Opera e alla Norwegian National Vicenza, Melanto e Amore in “Il Ritorno Opera; Idamante in “Idomeneo” a Parigi, d’Ulisse” al Drottningholm Festival a Lione e New York, Cherubino in “Le nozze di Stoccolma, arie di Vivaldi con la Danish Figaro” al Teatro La Fenice di Venezia, e ros- Radio Orchestra, e arie di Vivaldi ed un reci- siniani (Rosina ne “Il Barbiere di Siviglia” tal a solo al Bergen International Festival. all’Opéra de Nancy, alla Royal Danish Opera Nell’autunno del 2008 ha cantato Rosmira in e alla Norwegian National Opera; Angelina “Partenope” di Händel alla Royal Danish nella “Cenerentola” con la Glyndebourne Opera, arie di Vivaldi e Galuppi con Concerto Touring Opera per il Teatro Nacional de Sao Veneziano e il direttore Giancarlo Andretta, e Carlos e alla Royal Danish Opera; Doralice Christmas Oratorio di Bach con il direttore nella “Gazzetta” per la Garsington Opera); ma Philip Pickett. ha interpretato anche Monteverdi (Minerva e I prossimi impegni includono Mélisande in Melanto ne “Il Ritorno d’Ulisse” alla Royal “Pelléas et Mélisande” e Dryade in “Ariadne Danish Opera) e Musorgskij (Feodor in auf Naxos” alla Royal Danish Opera, “Boris Godunov” per il Teatro Nacional de Rosmira in “Partenope” di Händel al Royal Sao Carlos). Albert Hall a Londra, Dorabella in “Così fan Tuva Semmingsen appare frequentemente a tutte” al Glyndebourne Festival, Mirtenia in festival e concerti in tutta Europa. Il suo reper- “L’Amore ammalato: Antiochus und torio concertistico comprende il “Requiem” e Stratonica” di Graupner al Boston Early la “Messa in do minore” di Mozart, la Music Festival e concerti dalla “Messa in si 97 minore” di Bach. I suoi dischi comprendono “Sum in medio” e “Gloria e Imeneo” di Vivaldi con The King’s Consort, il ruolo principale nell’“Ottone in Villa” di Vivaldi e Sesto in “Giulio Cesare” su DVD.

ANTONIO GIOVANNINI, nasce a Firenze nel 1980 e si forma musicalmente come pianista diplomandosi con il massimo dei voti sotto la guida di Tiziano Mealli. Studia canto con Silvia Bossa diplomandosi al conservatorio di Firenze con il massimo dei voti e la lode. Si è laureato in Lingue e Letterature Straniere pres- so l’Università degli Studi di Firenze con il massimo dei voti e la lode. Ha iniziato a cantare come voce bianca nel Coro Giovanile della Scuola di Musica di Fiesole sotto la guida di Joan Yakkey, esiben- dosi come voce solista in importanti allesti- menti del Teatro Comunale di Firenze. Nel 1999 ha debuttato come protagonista nella prima assoluta dell’opera “” di e al Teatro Metastasio di Prato; interpreta il Cavalli al Teatro San Domenico di Crema. Ha ruolo di protagonista nell’oratorio “La con- debuttato a Venezia nella prima rappresenta- versione di Sant’Agostino” con Carlo zione in tempi moderni di “Orlando finto Rebeschini ed è voce solista nei “Chichester pazzo” di Vivaldi, cantando in seguito al Psalms” di Leonard Bernstein con l’Orchestra Teatro Regio di Torino come voce solista del del Friuli sotto la direzione di Davide Pitis. balletto “Io, Giacomo Casanova” della coreo- Vince il Concorso CittàLirica Opera Studio e grafa Karol Armitage. Dal suo debutto giova- debutta nel ruolo di Oberon nella “A nissimo in teatro ha collaborato fra gli altri con Midsummer Night’s Dream” di Britten con la direttori quali Mehta, Letonja, Young, regia di Lindsay Kemp e la direzione di Bosman, Colon, Marcon e registi quali Jonathan Webb (Teatro Verdi di Pisa, Teatro Decina, Taymor, Kemp, Armitage. del Giglio di Lucca e Teatro Goldoni di Il suo repertorio concertistico include brani di Livorno). musica sacra (“Te Deum” di Charpentier, Si è esibito frequentemente a Roma in concer- “Oratori” di Carissimi, “Magnificat” di to (Sant’Andrea della Valle, Villa Borghese, Monteverdi, “Stabat Mater” di Pergolesi), Teatro Olimpico), cantando prime esecuzioni così come lieder e brani di musica contempo- assolute e prime esecuzioni in tempi moderni, ranea in prima esecuzione assoluta. Nel 2002 accanto al repertorio sacro classico (“Te debutta al Teatro San Carlo di Napoli in un Deum” di Charpentier, “Oratori” di Carissimi, concerto di musica contemporanea con Mauro “Magnificat” di Monteverdi, “Stabat Mater” Ceccanti, ripreso al Teatro Olimpico di Roma di Pergolesi) e al repertorio liederistico. 98 Da segnalare il debutto al Teatro alla Scala Nel 2003 ha debuttato in “Gianni Schicchi” nell’opera “Il dissoluto assolto” di Azio con OperaStudioMimesis (Teatro Comunale Corghi nel settembre 2006. Torna al Festival di Firenze) e nel 2005 in “Così fan tutte” (Don Monteverdi di Cremona, dove aveva sostenu- Alfonso) con l’Accademia Chigiana (Teatro to il ruolo di San Giovanni nella “Passione” di dei Rozzi Siena). Successivamente ha cantato Caldara, con l’“Orfeo” di Monteverdi. Tra gli Don Pasquale nei teatri di Treviso e Rovigo. impegni recenti il debutto, accolto da succes- Nei teatri di Pisa, Lucca, Livorno e Ravenna è so di pubblico e di critica, nel ruolo di Miles Cancian ne “I Quatro rusteghi” di Wolf- in “The Turn of the screw” di Britten diretto Ferrari. da Jonathan Webb per la regia di Elio De Nel corso del 2006 ha impersonato i ruoli di Capitani al Teatro Ponchielli di Cremona. Bob e Tom ne “Il piccolo spazzacamino” di In “Agrippina” sotto la direzione di Alan Britten in scena al Comunale di Modena e Curtis e con Il Complesso Barocco interpreta quello di Papageno ne “Il Flauto magico” di Narciso e Matuso nella prima mondiale del Mozart in scena al Teatro Olimpico di “Demofoonte” di Jommelli diretto da Vicenza. Si è esibito al Rossini Opera Festival Riccardo Muti a Salisburgo, Parigi e nei panni del Barone di Trombonok nel Ravenna; in “Giulio Cesare” è Tolomeo con “Viaggio a Reims”. Ha inoltre preso parte alla Al Ayre Espanol ed Eduardo Lopez-Banzo al tournée in Giappone del Teatro dell’Opera di Festival di Beaune; con Emma Kirkby e l’en- Roma con “Tosca”, interpretando il ruolo del semble Aura Soave è al Festival Monteverdi Sagrestano. Nel novembre 2006 ha partecipa- di Cremona. to alla prima esecuzione assoluta dell’opera di La sua discografia spazia da opere per bambi- Paolo Furlani “Il principe granchio” realizza- ni, a prime rappresentazioni di opere barocche ta al Teatro Comunale di Modena. (“Eliogabalo” di Cavalli), a incisioni di reper- torio sacro dal Medioevo al Rinascimento, a prime assolute del repertorio contemporaneo.

MATTEO FERRARA, nato a Padova nel 1981, si è diplomato in pianoforte nel 2004 e in canto nel 2005 al Conservatorio di Adria. Ha frequentato il biennio di specializzazione in canto, sotto la guida di Raina Kabaivanska, all’Istituto “Orazio Vecchi” di Modena e i corsi di perfezionamento dell’Accademia Chigiana di Siena e dell’Accademia Rossiniana di Pesaro. Particolarmente a suo agio nell’interpretazio- ne di ruoli brillanti e di carattere, ha collabo- rato con direttori quali Gianluigi Gelmetti, Alberto Zedda, Vladimir Jurowski, Filippo Maria Bressan e con registi come Mario Monicelli, Gianfranco De Bosio, Marco Gandini, Italo Nunziata. 99 Nel maggio 2007 ha cantato a Milano nella produzione As.Li.Co di “The Fairy Queen”. Hanno fatto seguito il ritorno al Rossini Opera Festival per “La gazza ladra” (Ernesto) ed i debutti ne “Les Mamelles de Tirésias” (Il gen- darme) ed in “Werther” a Sassari. Ha cantato in “Tosca” (il sagrestano) al Teatro dell’Opera di Roma e in “Boris Godunov” al Teatro La Fenice di Venezia, “La Pietra del paragone” e “La Bohème” a Sassari. Recentemente ha cantato “Roméo et Juliette” al Teatro la Fenice di Venezia. In “Agrippina” con Il Complesso Barocco ed Alan Curtis, è al Teatro Real di Madrid e in tournée in Spagna e in Italia; al teatro La Fenice di Venezia per “La Traviata” (il mar- chese d’Obigny) a Vicenza per “Il finto Turco” nella parte di Bonnardone. Matteo Ferrara ha tenuto recital operistici e concerti in Italia, Germania, Austria, Russia, Brasile, Cile, Argentina, Giappone. nel ruolo di don Magnifico nella realizzazio- ne de “Le Comte Ory” sempre di G. Rossini RAFFAELE COSTANTINI, risultando vincitore nel ruolo de le Gouverner, e nella realizza- nel 1995 del concorso Lina Pagliughi tenuto- zione dell’opera di W.A.Mozart “La clemen- si a Cesena, ottiene il ruolo di don Bartolo ne za di Tito” nel ruolo di Publio. In occasione “Il barbiere” di Paisiello che segna il suo del festival rossiniano di Wildbad, debutta il debutto. ruolo di Asdrubale ne “La pietra del parago- Nel 1996 viene selezionato come Ferrando ne” di G. Rossini, sotto la direzione del M° ne “Il Trovatore” di Verdi presso il teatro V. A. De Marchi. A Lima, accanto al tenore Basso di Ascoli Piceno. Presso il R.O.F. di J.D.Florez, interpreta il ruolo di Oroe ne “La Pesaro copre il ruolo di Moise nel “Moise et Semiramide” di G. Rossini. Presso il teatro Pharaon”. A Jesi presso il teatro Coliseu di Oporto (Portogallo) è Colline G.B.Pergolesi interpreta Lodovico nella “Bohème” di Puccini, Oroveso ne la nell’“Otello” di Verdi, nella stessa stagione “Norma” di V. Bellini e Pistola in “Falstaff” partecipa al festival di Macau (Cina pop) di Verdi. Collabora con il teatro Coliseu di nelle vesti di Ramfis nell’“Aida” di G. Verdi. Oporto nella realizzazione dell’opera di Presso il Teatro Poliziano di Montepulciano W.A.Mozart “Le nozze di Figaro”, nel ruolo debutta in Simone nello “Schicchi” di del dottor Bartolo, nell’opera “Il Trovatore” Puccini, e, con la regia di M. De Tomasi, in nel ruolo di Ferrando e ne “Il barbiere di Mustafà nell’ “Italiana in Algeri” di G. Siviglia” di Rossini nel ruolo di don Basilio. Rossini. Nelle stagioni 1999/2000/01 colla- Nel periodo 2005/06 è impegnato nella regi- bora con i principali teatri italiani per la rea- strazione della trilogia di Claudio lizzazione della “Cenerentola” di G. Rossini Monteverdi, nei ruoli di Seneca ne “ 100 L’incoronazione di Poppea”, Nettuno ne “Il UMBERTO CHIUMMO, dopo gli studi al ritorno d’Ulisse in Patria” e Caronte Conservatorio di Pescara, nel 1986 ha vinto il nell’“Orfeo”. Interpreta inoltre don Basilio Concorso «A. Belli» del Teatro Lirico ne “Il barbiere di Siviglia” di Rossini presso Sperimentale di Spoleto, prendendo parte agli i teatri di Atene e di Oporto, interpreta nuo- allestimenti de “Le Nozze di Figaro” con la vamente Seneca ne “L’Incoronazione di regia di Gigi Proietti e de “Il mercato di Poppea” prodotta dal Circuito Lirico Malmantile” di Cimarosa. Si è poi perfeziona- Lombardo, sotto la direzione del M° to con Ettore Campogalliani e con Claudio Dantone. Tiene due concerti presso la Desderi. Carnegie Hall di New York. Molto apprezzato anche per le sue qualità di Con l’orchestra I Barocchisti, diretta dal M° attore, Umberto Chiummo si è esibito nei Diego Fasolis, ha registrato nel ruolo di principali teatri e festival in Italia e all’estero, Ercole, l’“Ercole amante” di Cavalli. interpretando opere di compositori quali Col M° Claudio Cavina, direttore de La Rossini, Donizetti, Bellini, Mozart, Weber, Venexiana, ha partecipato ad una serie di Bizet, Gounod e del repertorio barocco. Ha concerti in Spagna e Italia, interpretando il lavorato con direttori quali Wolfgang ruolo di Plutone nel “Ballo delle ingrate”, Sawallisch, Zubin Mehta, Riccardo Muti, Caronte e Plutone nell’“Orfeo” di Bruno Campanella, Myung-Whun Chung, Monteverdi. Ha cantato il “Messia” di William Christie, Ivor Bolton, Charles Händel e la “Cantata n. 82” di J.S.Bach pres- Mackerras, Gianluigi Gelmetti. so la Casa da Musica di Oporto. È stato inol- Dal 1996 collabora abitualmente con la tre il basso solista nella “Nascita del verbo” Bayerische Staatsoper di Monaco di Baviera, del Caresana in collaborazione con La dove ha preso parte a varie produzioni, tra cui Cappella della Pietà dei Turchini (dir. Antonio Florio), nelle città di Parigi e Lussemburgo, nonchè Polifemo nell’opera di Händel, “Aci Galatea e Polifemo” per il festival Mito. Per quanto riguarda la sinfonica, ha cantato il “Magnificat” di J.S.Bach, il “Requiem” di Mozart, lo “Stabat Mater”, la “Petite messe solennelle” di G. Rossini e la “Nona sinfo- nia” di Beethoven. Ha frequentato l’accademia rossiniana tenu- ta dal M° Zedda presso il R.O.F. di Pesaro, ha preso parte a diversi masters sulla vocali- tà rossiniana tenuti dal M° C. Desderi. Ha collaborato con i direttori Carlo Rizzi, Daniele Gatti, Renato Palumbo, Maurizio Benini, Paolo Arrivabeni, Niska Bareza, Riccardo Frizza, Alessandro de Marchi, Ottavio Dantone, Mark Tardue, Vladimir Jurowski, Antonio Florio, Diego Fasolis. 101 “Ariodante” (Re di Scozia), “Rodelinda” Zubin Mehta; “Der Freischütz” (Kilian) al (Garibaldo), “” (Giove), “Le nozze Maggio Musicale Fiorentino sotto la direzione di Figaro” (Figaro), “Il barbiere di Siviglia” di Wolfgang Sawallisch; “Le Nozze di (Basilio), “Lucia di Lammermoor” Figaro” (Bartolo) con Riccardo Muti al Teatro (Raimondo). alla Scala nel 1997 e successivamente “Linda Nelle ultime stagioni si è esibito con successo di Chamounix” (Prefetto) con Roberto nel ruolo di Don Giovanni alla Frankfurt Oper Abbado. Ha interpretato il ruolo di Publio ne e al Théâtre Royal de La Monnaie di “La Clemenza di Tito” diretta da Charles Bruxelles e in “Lucia di Lammermoor” Mackerras alla Welsh National Opera di all’Opernhaus di Zurigo. Ha poi cantato “I Cardiff nel 1997, una produzione che ha rice- Capuleti e i Montecchi” alla Lyric Opera di vuto l’«Olivier Award» come miglior spetta- Chicago con Bruno Campanella; colo d’opera. Hanno fatto seguito “Roméo et “Matrimonio segreto” (Il Conte Robinson) Juliette” all’Opéra Comique di Parigi con alla Staatsoper Unter den Linden di Berlino; Michel Plasson, “Ricciardo e Zoraide” “La Bohème” (Colline) all’Opéra di (Ircano) al Rossini Opera Festival, Montpellier; “Il viaggio a Reims” (Lord “Rodelinda” (Garibaldo) con Orchestra of the Sydney) al Festival di La Coruña; “Luisa Age of Enlightenment al Festival di Miller” (Wurm) alla Oper Frankfurt. Dopo Glyndebourne) e “Tancredi” (Orbazzano) nel aver cantato “Il turco in Italia” all’Opera di Dicembre 2007 al Teatro Real di Madrid. Marsiglia e “Il ritorno di Ulisse in patria” di Recentemente ha cantato “Don Giovanni” al Monteverdi a Ravenna con Ottavio Dantone, Cantiere d’Arte Internazionale di nell’autunno 2005 ha cantato “Rodelinda” di Montepulciano. Tra gli impegni più recenti, è Händel all’Opera di San Francisco, “Le stato Giove ne “La Calisto” al Covent Garden Nozze di Figaro” (Bartolo) al Carlo Felice di e alla Bayrische Staatsoper, “Oedipus rex” per Genova. Nel corso del 2006 si è esibito al la direzione di Ola Rudner e la regia di Liceu di Barcellona in “Ariodante” (Re di Giorgio Pressburger con la Württembergische Scozia) e ne “La Clemenza di Tito” (Publio), Philharmonie a Reutlingen. allo Staatstheater di Stuttgart ne “Le Nozze di Tra i suoi impegni si segnalano “La Figaro” (Figaro) e ha partecipato alla prima Cenerentola” e “Il barbiere di Siviglia” alla esecuzione assoluta di “La Tempesta” con Kungliga Operan AB di Stoccolma, “Il ritorno musiche di Henry Purcell/Carlo Galante, spet- di Ulisse in patria” (Antinoo) al Teatro Real di tacolo prodotto dal Teatro Regio di Torino per Madrid e a Parigi con Les Arts Florissants e le Olimpiadi della Cultura 2006. Ha poi inter- William Christie, sarà inoltre Claudio pretato il ruolo di Escamillo in “Carmen” al Imperatore in “Agrippina” in Tour in Italia e Teatro Pergolesi di Jesi, a Fermo e Treviso, Spagna con Il Complesso Barocco. quello di Mustafà ne “L’Italiana in Algeri” al Ha inciso “Don Giovanni” (Telarc) con la Teatro Comunale di Bologna e al Teatro direzione di Charles Mackerras, “I Capuleti e Comunale di Ferrara e quello di Alidoro nella i Montecchi” (Bmg) con la direzione di Cenerentola in scena al Festival di Roberto Abbado, “Werther” (Bmg) con la Glyndebourne 2007. direzione di Vladimir Jurowski. Ha inoltre Tra le sue esibizioni si distinguono “Lucia di realizzato registrazioni per Ricordi, Lammermoor” (Raimondo) a Tel Aviv e “Le Bongiovanni e per la RAI. nozze di Figaro” (Figaro) a Monaco con 102 103 Georg Friedrich Händel e non fia grave la finzione all’interno; AGRIPPINA se vuoi regnar, i tuoi desir correggi, Dramma per musica in tre atti che al desio di regnar cedon le leggi. Libretto di Vincenzo Grimani Nerone I tuoi saggi consigli ogn’ora ATTO PRIMO mi saran, madre, si scorta. SCENA I Agrippina Gabinetto di Agrippina, Agrippina e Nerone Vanne, non più tardar! pronto disponi [Recitativo] quanto dettò il mio amore; Agrippina un momento perduto talor di grandi imprese Nerone, amato figlio; è questo il tempo, è distruttore. in cui la tua fortuna [Aria] prender potrai pe’l crine, ed arrestarla. Nerone Oggi propizio fato la corona de’Cesari ti porge. Con saggio tuo consiglio Svelo a te ciò che a tutti è ignoto ancor. il trono ascenderò. Prendi, leggi! e vedrai, Men Cesare che figlio, e ciò che la mia mente dispone te, madre, adorerò. a tuo favor poscia saprai. Nerone (legge il foglio) SCENA II “Col duolo a cuor e con il pianto al ciglio [Recitativo] questo fogli ti invio, Sovrana Augusta; Per così grande impresa tutto si ponga in opra. di tempestoso mar nel gran periglio Io ben m’accorsi che Narciso e Pallante, rimase assorta l’aquila latina, sia per genio o interesse, han nella mente e Claudio, il tuo Consorte, un nascosto desio di vincer il mio cor; nell’eccidio comun trovò la morte.” ciò che sprezzai or con arte s’abbracci. Claudio morì? Che sento? Olà, venga Pallante! Agrippina (esce un paggio) Vuoto è il trono del Lazio, M’assista arte e frode in questo istante. e a riempirlo per te suda mia mente; già maturo all’impero, SCENA III del quinto lustro oggi al confin sei giunto; Pallante in questo dì fatal voglio che Roma A’ cenni tuoi sovrani ecco il fido Pallante. cinga il Cesareo allor alla tua chioma. (Mesta il bel volto asconde, Nerone Che far degg’io? e pensierosa a me nulla risponde?) Alla tua legge, Augusta, hai prove del mio cor, Agrippina e tu ben sai quanto fido egli sia, quanto Senti! Occulta quanto sai, costante. l’alterigia deponi, umil diventa; va tra le turbe, e con modesto ciglio Agrippina ogn’uno accogli; Ah Pallante! Pallante! a’ poveri dispensa l’or, che nascosto tieni, Pallante commisera il lor stato, e s’hai nel cuore E per chi mai Agrippina sospira? o senso di vendetta o stimolo d’amore, A toglier le tue pene vorrei esser bastante. copri l’un, l’altro cela; Agrippina Ah Pallante, Pallante!

104 Pallante la mia stella mi risplende, (Che favellar è questo? ardir, ardire!) per gloria di mia fé. Il tuo Pallante io sono, son quel (esce) ch’alle tue voglie ha pronto il core. Agrippina Il core! SCENA IV Pallante [Recitativo] Sì, sì, il cor, o Regina, Agrippina e con fido cor ciò che t’aggrada… Or che Pallante è vinto si vinca anche Narciso. Agrippina Sì, sì, t’intendo, sì: col cor la spada. Olà, Narciso chiama! Pallante La spada, il braccio, e l’alma. (esce un paggio) Agrippina Le tue offerte aggradisco. Ottien chi finger sa quello che brama. Pallante Ah, se permesso fosse mai di parlar? SCENA V Agrippina Parla, discopri! Narciso Umile alle tue piante… Pallante Io temo. Agrippina Agrippina Non temer. (Arte s’adopri) Non più! di occulto arcano chiamo Narciso a Pallante parte; È gran tempo ch’io nutro ardor te solo oggi destino per fabbro di grand’opra, che mi divora, ma il rispetto… e alla tua fede confido ciò, che sin ad ora celai. Agrippina Non più! dicesti assai. Narciso Dispor della mia fé sempre potrai. Pallante Io chieggio dell’ardir, bella, condono. Agrippina Quali non so per anche sian Agrippina del tuo cuor i sensi, a me li scopri. Ti basti ch’io t’intesti, e ti perdono; il dir di più riserba ad altro tempo. Narciso Pallante, a te sia noto Ah! Sovrana Agrippina, quel dir io vorrei ciò che ad ogni altro è ascoso. non m’è permesso. È morto Claudio. Agrippina Tutto ti sia concesso. Pallante Claudio! Narciso Poiché è lecito il dirlo, dirò ch’io t’amo. Agrippina Agrippina Alle milizie, al popolo s’aspetta E tant’oltre t’avanzi? di stabilir del successor la sorte; Supplice alle tue piante chieggio… tu vanne al Campidoglio, i parziali aduna, Agrippina Che chiederai? e all’or che farò nota, di Cesare la morte, Narciso Che pietosi ver me rivolgerai. tosto Nerone acclama. Se mio figlio è regnante, Agrippina con Agrippina regnerà Pallante. Sorgi, e a te sia di mia clemenza un dono ch’il tuo desir intesi, e ti perdono. [Aria] Pallante Narciso Or ch’il mio amor tu sai, felice io sono. La mia sorte fortunata Agrippina Quanto chi in te confida, leggi. dalle stelle oggi mi scende, Narciso Cieli, che leggo? se vien oggi da te. Se in te sol, bella adorata, 105 Agrippina il veder fra turba tante Or fa d’uopo nella man d’Agrippina che vi manchi un zelo amante d’assicurar lo scettro. Vanne tosto colà ch’il lor stato almen commiseri. dove raccolto sta il popolo e soldato; [Recitativo] ivi attendi ch’io scopra la novella fatal, Nerone e allor prudente il nome di Nerone Amici, al sen vi stringo. Oh come volentieri insinua fra le turbe. di voi io stesso invece la dura povertà soffrir Se al trono il ciel Nerone oggi destina, vorrei! Narciso regnerà con Agrippina. (Servon arte ed inganno a’ desir miei!) [Aria] Narciso SCENA VIII Volo pronto, e lieto il core [Pallante, Narciso, Nerone] è presagio di gioire. Pallante, Narciso Volarò da loco a loco Ecco chi presto fia Cesare a Roma. sovra l’ali del mio amore, e col fervido mio foco Pallante (Si concili il suo amor.) farò pago il tuo desire. Narciso (Merto s’acquisti.) (esce) Pallante Qui, Signore, risplende la tua virtù. Narciso SCENA VI La tua pietà qui spande [Recitativo] a incatenar i cor, e gloria e fama. Agrippina Nerone Quanto fa, quanto puote necessità di stato, Ah Pallante, ah Narciso! io stessa, io stessa! Duolmi che angusto fato Nulla più si trascuri; all’opra, all’opra! sia termine a mie brame. Lode ha, chi per regnar inganno adopra. A tutti col desir giovar vorrei; [Aria] pietade è la virtù più grata a’ Dei. Agrippina (Madre i precetti tuoi non abbandono, L’alma mia fra le tempeste che, se finger saprò, Cesare sono.) ritrovar spera il suo porto. Pallante Agrippina qui vien. Di costanza armato ho il petto, che d’un regno al dolce aspetto Narciso le procelle più funeste E accompagnata da ogn’ordine di gente; son oggetti di conforto. alto affar la conduce. Pallante Tu forse lo saprai? SCENA VII Narciso Qual sia m’è ignoto. Piazza del Campidoglio con trono. Nerone cir- Narciso, Pallante condato dal Popolo a cui sparge denaro. (Agrippina a me sol tutto fé noto) [Arioso] Nerone (Questo è il giorno fatal del mio destino) Nerone Qual piacere a un cor pietoso Narciso, Pallante l’apportar sollievo ai miseri! (Presto spero goder volto divino) Prendi tu ancora, prendi! Ma rassembra tormentoso

106 SCENA IX Claudio giunge d’Anzio al porto; Agrippina, seguita dal popolo, va a sedersi sul che del mar ch’il volle assorto, trono. domò Otton l’alta fierezza. Nerone, Pallante, Narciso. [Recitativo] Agrippina Pallante Che sento! Voi che dall’alta Roma coll’amor Narciso Crudo ciel! col consiglio e colla forza i casi dirigete, Agrippina Perfido fato! a voi qui regno apportatrice infausta di funesta novella. Amici è morto Claudio. Nerone Evvi al mondo di me più sfortunato? L’infido mar, geloso che restasse alla terra Agrippina un tal tesoro, lo rapì a noi. Non ti turbino, o figlio, Di Roma fatto è vedovo il soglio. gl’influssi del destin per te funesti; (discende dal trono) quel soglio ascenderai donde scendesti. L’autorità, ch’è in voi, scelga un Cesare al (Se ma d’arte fu d’uopo, ora l’arte s’adopri) trono, Oh qual contento, amici, nasce al mio cuore ed egli sia giusto, pietoso e pio afflitto: qual merta Roma e il mio cor desia. Claudio è risorto, ed è risorta ancora la fortuna [Quartetto] di Roma. Pallante Il tuo figlio… Per novella sì lieta l’allegrezza comun sorga festiva! Narciso La tua prole… Poppea, Nerone, Narciso, Ottone, Pallante, Narciso, Pallante Lesbo Evviva Claudio, evviva! merta sol scettro e corone; viva, viva Nerone, viva! Narciso (Oh contenti perduti!) Agrippina Pallante (Oh speranze smarrite!) Viva, viva Nerone, viva! Nerone (Empi cieli, così voi mi tradite?) Vieni, oh figlio, ascendi al trono, Lesbo vieni, oh Cesare, di Roma! Signora, a te sen viene il valoroso Ottone, Nerone che dai gorghi del mar Cesare trasse, Nel mio cor l’alma è gioliva. e lo ripone al soglio. Al regnar giunto già sono, Agrippina, Nerone, Narciso, Pallante vengo a cinger d’allor la chioma. (Vien la fiera cagion del mio cordoglio) (Agrippina e Nerone ascendono sul trono; si Lesbo sente suono di trombe) (Ratto volo a Poppea nunzio d’amore, [Recitativo] i sensi a discoprir, che Claudio ha il cuore.) Agrippina Ma qual di liete trombe SCENA XI odo insolito suono? Ottone, Agrippina, Nerone, Pallante, Narciso Ottone SCENA X Alle tue piante, oh Augusta, Lesbo, Agrippina, Nerone, Pallante e Narciso tra le sventure fortunato io torno. [Arietta (Cavatina)] Già de’ Britanni vinti mentre il mar porta Lesbo gonfio il gran trionfo, invido ancor Allegrezza, allegrezza! tra le procelle tenta a Roma di rapirlo. 107 Men forti, quanto carche cedon le navi Narciso (Crudo ciel!) al tempestoso nembo. Pallante (Strani eventi) Chi tra scogli s’infrange; Nerone (Ahi sorte ria!) chi dall’onde è sommerso; né rispetto a Regnante ha il flutto infido, SCENA XII e dal plebeo indistinto Agrippina, Ottone a sé lo trasse, da ogn’un creduto estinto. Ottone Ma per amico fato nel naufragio comun Augusta, amo Poppea. Trono, scettro non curo; il braccio forte se privo io son dell’adorato bene; sovra gli omeri miei lo tolse a morte. a cui soggetto il viver mio si rende, Agrippina da te la mia fortuna oggi dipende. Per opra così grande Claudio, Roma, Agrippina Agrippina tutto a te denno, e da un’anima augusta Nutra pure il tuo core la mercede maggior sarà più giusta. sensi d’amore per la beltà gradita, Ottone ch’il mio pronto sarà per darti aita. Già del grato Regnante sorpassa Ottone il merto mio la ricompensa. Oh magnanima e grande dispensiera di grazie, Di Cesare nel grado e di fortune, quanto, quanto a te devo! ei mi destina al soglio. Agrippina Narciso, Pallante (Che sento, oh ciel!) (Ama Claudio Poppea, ciò m’è già noto; Agrippina (Cesare?) spero ch’il mio pensier non vada a vuoto.) Nerone (Ahi, che cordoglio!) [Aria] Ottone Agrippina Allo spuntar della novella aurora Tu ben degno mirerà trionfante Roma il suo Claudio, sei dell’allor, e allora al popolo, al Senato (ma di sdegno ei farà noto l’onor che mi comparte. arde il mio cor.) Agrippina Onor a te dovuto. Con l’oggetto che fa il tuo amor Pallante Otton dunque sarà… avrai nel petto Narciso Cesare fia… dolce l’ardor. Agrippina (Cederò prima estinto) Nerone (Ah gelosia) SCENA XIII Ottone [Recitativo] Se’l permetti, oh Signora, Ottone occulto arcano a te svelar vorrei, L’ultima del gioir meta gradita da cui solo dipende tutto tu mi porgi, oh fortuna! ciò ch’è più lieto ai desir miei. Oggi al trono, per rendermi beato, Agrippina unirà Amor un divin volto e amato. (Costui cauta s’ascolti) [Aria] Eh voi partite! Ottone Confida a me, confida Lusinghiera mia speranza, quanto il tuo cor desia. l’alma mia non ingannar! 108 Sorte, placida in sembianza, Agrippina (Il servo è qui, s’ascolti) il bel volto non cangiar! Poppea E che, dimmi! SCENA XIV Lesbo Stanza di Poppea. Poppea allo specchio. Solo tacito, e ascoso in questa notte oscura [Aria] verrà Claudio da te. Poppea Poppea Vaghe perle, eletti fiori, (Cieli, che sento!) adornatemi la fronte! Ma Agrippina… Accrescete a mia bellezza Lesbo la vaghezza, Non dubitar, Signora; che a svegliar nei petti amori io vigile custode sarò per ogni parte. ho nel cor le voglie pronte. Poppea Che farò mai? [Recitativo] Poppea Lesbo Otton, Claudio, Nerone Già l’ora s’avvicina; dalla reggia non lunge la lor fiamma hanno scoperto. egli m’attende; D’essi ciascuno il proprio ardor lusinga; penosa a un cor, ch’adora d’un sol momento né sanno ancor s’io dica il vero o finga. la tardanza rende. Poppea SCENA XV Venga Claudio, ma sappia, ch’il mio cor, Poppea e Lesbo. se ben suo, nella sua purità sempre è costante. Lesbo Signora, o mia Signora! L’accolgo qual sovran, non qual amante. Poppea Lesbo Io tanto non vi cerco; io parto, addio! (Questi è il servo di Claudio; Agrippina (Il destino seconda il desir mio) non si lascin d’amor gl’inganni e l’arte) Oh fido servo, oh quanto mi consola il vederti! SCENA XVII E quai di Claudio nuove liete m’apporti? Poppea Lesbo Poppea Là del mar ne’perigli più che il perder se stesso, Perché in vece di Claudio il caro Otton non la tua memoria afflitto le rendea; viene? invocava in aiuto ciascuno i Numi suoi, Ei più gradito sarebbe al cor, che l’ama; egli Poppea. ma tardo arriva ognor quel che si brama. Poppea [Aria] O caro Lesbo, esprimere abbastanza non Poppea posso il rio dolore, È un foco quel d’amore che al cor donò sì dura lontananza. che penetra nel core, Momento non passò, ch’al mio pensier ei non ma come? non si sa. fosse presente, S’accende a poco a poco, (Mio cor, tu sai come la lingua mente) ma poi non trova loco e consumar ti fa. SCENA XVI Poppea, Lesbo, Agrippina in disparte SCENA XVIII Lesbo Di lieta nuova apportator io sono. Agrippina, Poppea

109 [Recitativo] se prima al tuo desir ei non si piega. Poppea Poppea (Ma qui Agrippina viene. Tanto pronta farò; ma se acconsente, Che farò mai, se Claudio giunge? di mie promesse il frutto vorrà goder, Ahi pene!) ed io qui, inerme e sola… Agrippina come fuggir potrò si gran periglio! Poppea, tu sa che t’amo, e a me communi Agrippina Segui senza temer il mio consiglio. son di pena o piacer i casi tuoi. [Aria] Poppea (Se Claudio vien, dal ciel imploro aita.) Agrippina Agrippina Ho un non so che nel cor, (Spero ch’il fine avrà la frode ardita) che invece di dolor, Dimmi senza rossor, Ottone adori? gioia mi chiede. Poppea Ah! non oso, Agrippina… Ma il cor, uso a temer le voci del piacer Agrippina A me confida i sensi del tuo cor. o non intende ancor, Poppea È ver, l’adoro. o inganno del pensier, Agrippina forse le crede. Sappi ch’ei ti tradisce. Conscio che Claudio Mira con amor il tuo bello, SCENA XIX ei si prevalse d’un enorme delitto. Poppea Per secondar d’ambizione oscura del cor gl’im- [Recitativo] pulsi Poppea egli te a Claudio cesse, purché Cesare in soglio Cieli, quai strani casi conturbano la mente! oggi lieto l’adori il Campidoglio. Ottone, Ottone! Poppea E tanto è ver? Queste son le promesse e i giuramenti? Agrippina Così il cor ingannasti, che destinte per te E tanto io t’assicuro, e, del mio dir in prova, soffrir godeva le pene dell’amor? in questa notte ancora nascoso Così tradisci per un vano splendor a te verrà Claudio fra l’ombre. la fé sincera che a me dovevi? E audace, per soddisfar l’ambizioso ardire, Poppea (Ciò ad Agrippina è noto?) offri me in olocausto al tuo desire? Agrippina [Aria] Senti! Claudio tosto verrà: Poppea tu accorta alla vendetta attendi. Fa quanto vuoi Poppea Che far degg’io? gli schemi tuoi non soffrirò. Agrippina Dentro al mio petto Procura, che di Claudio nel core penetri gelosia. sdegno e vendetta risveglierò. Mesta ti fingi, di, ch’Ottone superbo, SCENA XX nel nuovo grado audace Claudio, Poppea, Lesbo t’obbliga a non mirarlo, e te desia; [Recitativo] perché da sé scacci, lusinghe, vezzi adopra, Lesbo e s’egli amor pretende, prometti amor, Non veggo alcun. Signora, Claudio è qui. piangi, sospira e prega. Non temer, vieni sicuro; tutto è in muto silenzio, Nulla però concedi 110 ne men dell’aura il sussurrar qui s’ode; Claudio Ottone? a tuoi piacer Argo sarò custode. Poppea Ottone sì, ch’ardito tenta far violenza al mio SCENA XXI core. Claudio, Poppea Claudio Tutto di’! Che mai sento! Oh traditore! [Aria] Poppea Claudio Scoperse, è già gran tempo, gli interni suoi Pur ritorno a rimirarvi, desir, vaghe luci, stelle d’amor. ma sempre in vano. Né mai stanco d’adorarvi La costanza in amarti m’obbligò a disprezzarlo, offro in voto e l’alma e’l cor. e alfin noioso ei seppe la cagion del mio rigore. [Recitativo] Ora superbo e altiero vanta, ch’al nuovo giorno Claudio avrà del sagro allor il crine adorno. Ma, oh ciel, meste e confusa Temerario commanda, minaccia baldanzoso a me nulla rispondi? se a te, mio ben, rivolge un sguardo solo. Qual pensier ti conturba? Non è questa cagion d’immenso duolo? Dell’amor mio già vedi le prove più sincere. Claudio E tant’oltre s’avanza? Deh, la doglia del cor, perché nascondi? Parla, oh cara, rispondi. Poppea Togli, Cesare, togli ad un ardito di regnar la Poppea speranza, Del mio interno martir già che tu vuoi e allor vedrai, fatto umile il superbo, ch’io scopra la cagion, sappi. Ma, oh Dio! a non osar di rimirarmi mai. (finge di piangere) I singhiozzi del cor, misti con pianto, Claudio Tutto farò. Non lagrimar, cor mio! permettono che appena Poppea Mel prometti? si formi accento tra le labbra amaro! Claudio Lo giuro. (Così a mentir dalla vendetta imparo.) Poppea Ottone dunque Cesare più non sarà? Claudio Claudio Il tuo dolor non celar; ciò che dipende No, no, cara; in questa notte io voglio di mia fe, dal mio poter dispor, cara, tu puoi; del mio amor darti le prove. chiedi pur ciò che vuoi, Vieni tra questa braccia! tutto a te dal mio amor sarà concesso. Fra dolci nodi avvinta Poppea più soavi piacer l’alma destina. Ah! che d’amarti più non m’è permesso! Poppea (guarda per la scena) Claudio E chi tel vieta? (Al cimento già son; dov’è Agrippina?) Poppea Oh Dio! Claudio Claudio Scopri! Porgi la bianca destra ad un che t’ama. Poppea Dir nol poss’io. Più non tardar di consolar mie pene! Claudio Poppea (guarda per la scena) E chi al parlar frappone difficoltà? (Il periglio s’accresce, e Agrippina non viene) Dillo, mio ben! Claudio Poppea Ottone. Che rimiri, mio ben! Già custodite son da Lesbo il fido le regie soglie. 111 Vieni ad appagar, o cara, il mio desire! [Recitativo] Poppea Poppea Né pur giunge Agrippina; ahi; che martire! Pur la fin se ne andò. Lieto mio core, (Poppea ritorna a guardar per la scena) oggi vedrai punito il traditore! [Arietta] SCENA XXIII Claudio Poppea e Agrippina Vieni, oh cara, ch’in lacci stretto Poppea dolce diletto O mia liberatrice, quanto a te devo, Amor prepara. e quanto da tuoi saggi consigli il frutto attendo! [Recitativo] Agrippina Nascosa il tutto intesi: Poppea (Che mai farò?) oggi sarem compagne a mirar liete più il nostro che di Cesare il trionfo. Claudio T’abbraccio, amica, e in me tutto confida; T’intendo! Donna casta talor vuol per escusa disponi, oh cara, del mio cor che t’ama. che s’usi la violenza. (Felice riuscì l’ordita trama) Al mio voler non ripugnar, cor mio! Poppea Augusta, il mio voler da te dipende. SCENA XXII Agrippina Lesbo e detti Quest’alma dal tuo amor legata pende. Lesbo (correndo) [Aria] Signor, Signor, presto fuggiamo! Agrippina Viene la tua sposa Agrippina. Non ho cor che per amarti, Claudio Crudo ciel! sempre amico a te sarà. Con sincero e puro affetto Lesbo Non tardar! io ti stringo a questo petto; Poppea (Fuggon le pene) mai di frodi, inganni ed arti Claudio Lesbo, l’adito chiudi! sia tra noi l’infedeltà. Lesbo Più non è tempo. SCENA XXIV Poppea Ah, Claudio di te, si me si caglia; Poppea parti, Signor, se m’ami! [Recitativo] Claudio E sarò privo del bramato piacer? Poppea Lesbo Non più consiglio. Se Ottone m’ingannò, e s’egli ingrato Poppea un dolce amor al fasto suo soggetta, (Giunse a tempo Agrippina al mio periglio) del cor offeso è giusto la vendetta. [Terzetto] [Aria] Claudio Poppea E quando mai i frutti del mio amor, bella, Se giunge un dispetto godrò? a’ danni del cor, Poppea Quando vorrai! si cangia nel petto l’amore in furor. Lesbo Partiam, Signor! Non ama chi offende o segue l’Amor,

112 il cor si difende, Ottone da effimero ardor. Virtù e valor bastante aver vorrei per veder felici ATTO SECONDO al Lazio i regni, e debellar nemici. SCENA I Pallante Strada di Roma contigua al palazzo imperiale Ma dall’alto discende, per incontrar Augusto, apparata per il trionfo di Claudio Poppea con Agrippina. Pallante, Narciso Ottone [Recitativo] Viene chi è del mio cor Diva e Regina! Pallante Dunque noi siam traditi? Narciso Amico, è vero ciò ch’a te dissi. SCENA III Agrippina, Poppea, Nerone, li quali discendono Pallante E quel ch’io ti narrai dubbio non ha. dal palazzo imperiale con accompagnamento. Narciso Ottone, Pallante e Narciso. Sia dunque la fè tra noi, qual nell’inganno è [Preludio] [Recitativo] d’uopo. Agrippina (Ecco il superbo) Pallante Poppea (Ecco l’infido) Se delude Agrippina, l’arte con lei s’adopri. Nerone Narciso Miro il rival, e ne sento pien d’ira il cor. Sì, sì, la frode scopra il finger nostro, e qual ch’a te ricerca a me pronto dirai, Agrippina (Poppea, fingiamo) ed io prometto a te fido svelar quanto a me Poppea (Fingiamo) chiede. Ottone Narciso, Pallante Bellissima Poppea, pur al fine mi lice A noi la destra sia pegno di fede! nel tuo volto bear le luci amanti. Pallante Ottone giunge. Agrippina (Come perfido egli è!) Narciso E questi esser Cesare deve! Poppea (Così egli inganna!) Pallante Già gli ossequi di tutti egli riceve. Narciso (Come il duol, ch’ho nel petto, il cor m’affanna!) SCENA II Ottone Avrà di già Agrippina del mio destin… Ottone, Pallante, Narciso Poppea [Aria] Già intesi il tuo desire, Ottone e quel ch’a tuo favor oprano i fati. Coronato il crin d’alloro Agrippina (a Ottone) io sarò nel campidoglio. Quanto chiedesti, io dissi. Ma più bramo il bel ch’adoro, (a Poppea) che non fò corona e soglio. (Egli volea ch’io scusassi l’error) [Recitativo] Poppea (Ah! traditore!) Pallante Roma, più ch’il trionfo, oggi, Ottone Signor, la tua virtude onora. Quei che svelò Agrippina, sono i sensi del core, e ben vedrai che il piacer del trono senza te è Narciso un affanno. Il tuo eccelso valor la patria adora. 113 Narciso Vien Claudio. che l’alma nell’amar sempre costante; Agrippina qual consorte t’abbraccio e qual amante. (E vien a tempo, perché celato ancor resti l’in- Poppea ganno) Cesare, io pur l’alte tue glorie onoro. [Coro] Claudio Aggradisco il tuo dir. Poppea, Agrippina, Nerone, Ottone, Narciso, (a Poppea) Pallante, Lesbo (Sa che t’adoro) Di timpani e trombe Nerone Della mia fè divota offro i tributi. al suono giulivo Claudio Figlio, sei certo del mio amor. il giorno festivo per tutto rimbombe! Narciso Ossequioso venero le tue glorie. Roma applauda il gran regnante, Pallante Viva Claudio trionfante! E de’ trionfi spande Fama immortal per tutto il suono. SCENA IV Claudio Claudio sopra macchina trionfale. Di Narciso e Pallante gli affettuosi pensier noti Agrippina, Poppea, Nerone, Narciso, Pallante, mi sono. Lesbo. Ottone [Recitativo] Alle tue piante, Augusto, ecco prostrato Ottone, Claudio il tuo fedel, che là nel mar… Nella Britannia vinta Claudio Che vuoi? un nuovo regno al Lazio incatenato io porto, Ottone e scelse invano, Alla mia fede, Signor, attendo umile per frastornar l’impresa, la promessa mercede. quante tempeste ha il mar, Claudio E hai l’ardir di comparirmi innante? mostri la terra; che toglier Ottone Di quel fallo son reo? non potrà forza d’abisso Claudio Sei traditore! quel, ch’il destin di Roma ha già prefisso. Nerone, Narciso, Pallante (Che sento mai) [Aria] Agrippina (Va ben!) Claudio Poppea (Giubila, o core!) Cade il mondo soggiogato Ottone e fà base al Roman soglio. Io traditor? Io, che fra rischi ardito, Mà quel regno fortunato senza temer la morte, chè soggetto al Campidoglio! dalla morte ti trassi, io traditore? [Recitativo] Claudio Agrippina Non più, ch’al tuo fallir Signor, quanto il mio cuore giubila nel mirarti! giusta pena è il morir. E questa braccia, che, di stringerti prive, Ottone diedero a’ sensi miei sì grave pena, Cieli, ch’intendo! ora forman d’amor dolce catena. Claudio (Ma a chi vita mi diè la vita io rendo) Claudio Amabile Agrippina, pur ti restringo al seno, Ottone Deh tu, Agrippina, assisti! 114 [Aria] SCENA V Agrippina (a Ottone) [Recitativo accompagnato] Nulle sperar da me, Ottone anima senza fè, Otto, Otton, qual portentose fulmine è questi? cor traditore! Ah, ingrato Cesare, infidi amici, e Cieli ingiusti! Fasto che t’abbagliò, ma più del Ciel, di Claudio, o degli amici perché non t’additò ingiusta, ingrata ed infedel Poppea! cotanto orrore? Io traditor? Io mostro d’infedeltà? [Recitativo] Ahi Cielo, ahi fato rio! Ottone Soccorri almen Nerone! Evvi duolo maggior del duolo mio? [Aria] [Aria] Nerone Ottone Sotto il lauro ch’hai sul crine Voi che udite il mio lamento, le sciagure e le ruine compatite il mio dolor! tu non puoi già paventar, Perdo un trono, e pur lo sprezzo; Anche il fulmine aspetta quella fronda, ma quel ben che tanto apprezzo, ch’oggi eletta la tua fronte a coronar. ahi che perdolo è tormento [Recitativo] che disanima il mio cor. Ottone E tu Poppea, mio bene? [Aria] SCENA VI Poppea Giardino con fontana, Poppea Tuo ben è ‘l trono, [Aria] io non son più tuo ben, Poppea È quello il tuo contento, Bella pur nel mio diletto ed io per te ne sento mi sarebbe l’innocenza. la gioia del mio sen. Un desio mi sento in petto [Recitativo] che vorrebbe usar clemenza. Ottone [Recitativo] Scherzo son del destin. Poppea Narciso, amico, compatisci Il tormento d’Ottone in me si fa tormento; quel duol ch’il seno aduna? io pur vorrei sentir le sue discolpe. Narciso L’amico dura sol quanto fortuna. Ma pensieroso e mesto ei qui sen viene, (parte) forse a sfogar del cor le acerbe pene. Ottone SCENA VII Habbi pietà tu almeno di quest’alma penante? Poppea, poi Ottone Pallante Poppea Chi ad Augusto è nemico, è nemico a Pallante. (Par che amor sia cagion del suo martire; (parte) per scoprir meglio il vero fingerò di dormire) Ottone Lesbo fedel, compiangi al mio dolore! (Si pone non veduta a sedere presso una fonte, Lesbo Lesbo sdegna ascoltar un traditore. fingendo di dormire) (parte)

115 [Arioso] ch’un reggio cor mentire non avrà la tua colpa Ottone ardir bastante. Vaghe fonti Ottone che mormorando (Più soffrir non poss’io.) serpeggiate Ecco ai tuoi piedi… nel seno all’erbe… (Poppea mostra partir, Ottone la trattiene) [Recitativo ed Arioso] Fuggi? T’arresta, oh cara! Ottone (Vede Poppea) (Ahi che cordoglio!) Sentimi almen! Ma qui che veggo, oh ciel? Poppea Sentir più non ti voglio. Poppea fra i fior riposa, Ottone Ferma! mentre al mio fiero duol non trovo posa. Poppea Lasciami! Voi dormite, oh luci care, e la pace gode il core. Ottone Senti! Prendi l’acciar, ch’alla tua destra io dono, [Recitativo] e se reo mi ritrovo, che tu m’uccida. Poi contento Poppea (finge sognarsi) io sono. Ottone traditore! Poppea Ottone (Prende la spada e rivolta la punta verso Ottone) Anch’il sonno, oh Dio, t’inganna, Parla dunque; ma avverti, che del fallo prescritta perch’io sembri un infedele! hai già la pena. Poppea (finge sognarsi) Se traditor tu sei, cadrai vittima e sangue in sù Ingannator crudele! l’arena. Ottone Ottone Dimmi almen, qual sia il fallire Già intesi, non veduto, l’enormissima accusa, che cagione il tuo rigore? che ti provoca a sdegno. Ch’io ti ceda ad Poppea (finge sognarsi) altrui? Ottone traditore! E per un raggio di cieca ambizione (Qui mostra di svegliarsi) te, mio bel sole io perda? Ottone (Ella si sveglia; udiamla!) Chi può crederlo mai, chi lo pretende? (si ritira in disparte) Scettro, alloro non curo: ver te fù sempre questo cor rivolto, Poppea (mostra parlar da sé) che val per mille mondi il tuo bel volto. Fantasmi della mente, voi ancora perturbate il mio riposo? Voi supplice al mio aspetto Poppea l’indegno traditor mi presentate? Non so se creder deggia alle tue voci. Che dirà in sua discolpa? Quanto io so da Agrippina svelato fù. Negar forse potrà che a Claudio ei cesse tutto Ottone l’amor Che sento? Perfida, iniqua donna, cagion del tutta la fè promessa, purché Cesare al soglio mio languir! oggi Roma il vedesse in Campidoglio? Senti, oh Poppea, quanto sia di colei l’anima Ottone (Cieli, che sento mai?) rea. Poppea Poppea Dì pure, dimmi infido, se tradirai? Ottone, or non è tempo, né cauto il luogo; Testimonio sarà del tuo fallire Agrippina alle mie stanze vieni; il rigore sospendo. Regnante; Se tu sei reo, ver te sarò inclemente; 116 e pietosa m’avrai, se tu innocente. Poppea Sì, venga pur. [Aria] Lesbo Ottone Ad arrecar io volo nuova Ti vò giusta e non pietosa, così grata al mio Signore. bella mia, nel giudicarmi. Poppea (Cieli, voi assistete al mio disegno!) Tutto son, tutto innocente! Lesbo Se poi trovi il cor che mente, (Oggi spero al mio oprar premio condegno.) ti perdono il condannarmi.

SCENA X SCENA VIII Poppea [Recitativo] A non pochi perigli mi rendo, è ver, soggetta: Poppea ma chi non sa temer fà la vendetta, Di quali ordite trame ingannata son io? Il desio d’eseguirla alto pensier alla mente Già, già comprendo le tue frodi, Agrippina! m’addita. Per togliere ad Ottone di Cesare l’allor, Or qui vorrei Neron. me deludesti. Ver Nerone è scoperto il superbo pensier, SCENA XI che ti lusinga. Nel duol non m’abbandono; se vendetta non fò, Poppea non sono. Nerone Son qui, mia vita. [Aria] Poppea Poppea (Oh come amica sorte seconda il voti miei!) Per punir chi m’ha ingannata, Senti Neron! Già mille e mille volte del tuo saprò tessere un inganno amor, del mio cor alla vendetta. di tua fè giurasti il vanto. Di quest’anima oltraggiata Dubbia del vero fui, ch’à per costume per dar pace al primo affanno l’uom la donna ingannar, e si fa pregio il disegno, amor, affretta! le fralezza schernir con il dispregio. Nerone Non temer, oh mia cara! SCENA IX Poppea Lesbo e Poppea Per ricever da te prove bastanti Lesbo malcauto è il luogo; Pur alfin ti ritrovo. Impaziente solo alle mie stanze vieni; Claudio di rivederti a te m’invia, ivi, se puoi persuader il mio core, e alle tue stanze solo favellarti desia. in premi dell’amor, attendi amore! Poppea Che risolvi, oh pensier? Nerone Oh mia adorata! Lesbo Poppea Bella, fà core! Taci! Le mie offerte esseguisci e le nascondi! Che quanto ardito più, Fatto l’amor palese, più piace amore. in vece di piacer produce affanno. Poppea (Spero felice il meditato inganno) (Bel campo alla vendetta m’offre il destin) [Aria] Accetto il Cesareo favor. Poppea Lesbo Ei verrà dunque? Col peso del tuo amor

117 misura il tuo piacer Agrippina e la tua speme! Costante egli saria, se per me S’è fedele il tuo cor, ancora impiegarsi volesse. spera pur di goder, Pallante e speri bene. E in che può mai a tuoi cenni ubbidir? Bella, commanda! SCENA XII Agrippina [Recitativo] Senti! Son miei nemici Narciso e Otton; Nerone bramo che entrambi al suolo cadano estinti. Qual bramato piacer mi s’offre del destino! Vedi, a qual rischio t’espongo! Oggi spero baciar volto divino. Pallante [Aria] Nel servirti, Agrippina, rischio non v’è Nerone che non diventi gloria. Quando invita la donna l’amante Ma che fia del mio amor? è vicino d’amore il piacer. Agrippina Pallante, spera! Il dir: “vieni ad un istante”, egli è un dir: “vieni a goder”! Pallante (Ha nel seno costei cor di Megera.) [Aria] Scena XIII Pallante [Aria] Col raggio placido Agrippina della speranza Pensieri, voi mi tormentate. la mia costanza Ciel, soccorri ai miei disegni! lusinghi in me. Il mio figlio fa che regni, Così quest’anima e voi Numi il secondate! di più non chiede ch’è la sua fede [Recitativo] la sua mercè. Agrippina Quel ch’oprai è soggetto a gran periglio. SCENA XV Creduto Claudio estinto, a Narciso, e a Pallante fidai troppo me stessa. [Recitativo] Ottone ha merto, ed ha Poppea coraggio, Agrippina s’è scoperto l’inganno, di riparar l’oltraggio. Di giunger non dispero al mio desire. Ma fra tanti nemici a voi, frodi, or è tempo; Ma qui Narciso? Ardire! deh, non m’abbandonate! SCENA XVI [Arioso] Narciso e Agrippina Agrippina Pensieri, voi mi tormentate! Agrippina SCENA XIV Or è tempo, oh Narciso, di poner fine all’opra. Pallante e Ottone uniti sono i nostri nemici. [Recitativo] Se amor nutri per me, s’è in te coraggio, Pallante stabilita sarà la nostra sorte. Se ben nemica sorte non arrise a miei voti, il cor però del tuo fedel Pallante Narciso Che debbo far? nell’opre sue si fè veder costante. Agrippina Ad ambidue dar morte.

118 Narciso accorri veloce Tutto farò; ma infine? Qual premio avrò? nascerà grand’incendio alle rovine. Agrippina Confida, e tutto spera! Claudio Che mi consigli? Narciso (Nutre costei nel sen alma di fiera!) Agrippina [Aria] È d’uopo sveller dal suol radice velenosa. Narciso Sin che Ottone ha speranza di salir sopra il Spererò, poiché mel dice soglio, quel bel labbro, oh donna Augusta! il core altiero macchine tenterà, frodi ed E se spero esser felice, inganni, la mia speme, ella è ben giusta. troverà parziali mossi dall’interesse, e la vil plebe offuscata dall’oro, SCENA XVII vorrà ch’ei cinga il crin del sagro alloro. Il disdegno confondi, l’artificio previeni, [Recitativo] nuovo Cesare acclama immantinente! Agrippina Abbandonato ei fia, che s’adora Per dar la pace al core, semino guerre ed odii. da ognuno il sol nascente. Con Claudio è ‘l fin dell’opra. Egli qui vien; mio cor, gl’inganni adopra! Claudio Ma chi porrò sul trono, senza temer SCENA XVIII che, di regnare amante, ingrato al beneficio egli non sia? [Arioso] L’autorità compagna ha gelosia. Claudio Vagheggiar de tuoi bei lumi Agrippina Credi, oh Claudio, ch’io t’ami? vengo, o cara, il sol di viso. Claudio Son certo del tuo cor. [Recitativo] Agrippina Agrippina Dunque concedi per Cesare di Roma il mio Vorrei della bellezza aver superba il vanto, figlio Nerone! per goder il tuo amor; ma dove manca, Egli ubbidiente sarà sempre a’ tuoi cenni; supplisce il cor, che per te sol respira. il rispetto ver me, che gli son madre, Ma, oh Dio, nel sen s’aggira l’ossequio al cor darà ver te qual padre. un interno dolor, che mi tormenta, Claudio Approvo il tuo pensier; pensiero e rende nel timor l’alma scontenta. accorto. Claudio Agrippina Qual t’assale timor? Scoprilo, oh cara! (Coraggio, oh cor! Siamo vicini al porto.) Agrippina Non ammetter dimora. Preveggo in gran periglio del viver tuo la sicu- Claudio Lascia ch’io ben rifletta all’importan- rezza, te affar. e parmi d’ogni intorno sentir strepito d’armi. Agrippina Grave periglio! Claudio Claudio Tutto farò, ma lascia… E chi può ardito in Roma macchiar tradimenti? Agrippina Agrippina Ah non è tempo d’un indugio maggior. Ah mio diletto, freme ottone di sdegno; ad ognun fia palese il grave torto. SCENA XX Se pronto ad ammorzar picciola fiamma non Lesbo e detti 119 Lesbo (a Claudio) (Signor, Poppea…) Poppea Claudio (a Lesbo) (Parlasti?) [Recitativo] Lesbo (a Claudio) (Ella t’attende.) Poppea Agrippina Il caro Otton al precipizio io spinsi. Periglioso si rende il perder un momento. Ma inganno meditato, la vendetta nel cor oggi rinchiuse, Claudio Non dubitar, sarà il tuo cor contento. per deluder colei che mi deluse. Agrippina Ma quando? Lesbo (Vien tosto, Signor!) SCENA II Claudio (Vengo) Sarà ben tosto. Ottone e Poppea Addio! Altro affare mi porta in altro loco. Ottone Agrippina Ah, mia Poppea; ti prego non mi sia di delitto No, no, non partirai, un fiero tradimento; donna rea m’ingannò, se a me tu prima ciò non prometti. quando a mie preci del mio amor, di mia fede esser promise protettrice pietosa. Lesbo (Il tempo passa) Del mio amor son seguace, altro non curo, Claudio (Vengo.) Sì, sì, sarà; prometto. e a te, mio ben, eterna fede io giuro. Agrippina Poppea In questo giorno Cesare fia Neron, assiso in Ed io con quanto ho mai di core in petto, soglio? anima mia, l’accetto. Claudio In questo dì sarà. Per far nostra vendetta la macchina disposi, Agrippina (Altro non voglio) e s’io del male fui la cagion a me di ripararlo conviene ancora. SCENA XXI Or quì t’ascondi e taci. Non temer di mia fede; di ciò ch’io dica o faccia non ti render geloso; [Recitativo] soffrir devi per poco un rio tormento, Agrippina che in altrui sarà pene e in te contento. Favorevol la sorte oggi m’arride. (Ottone si nasconde in una porta coperta da por- Purché Cesare sia l’amato figlio, tiera) s’incontri ogni periglio.

[Aria] SCENA III Agrippina Poppea Ogni vento ch’al porto lo spinga, Attendo qui Nerone, e Claudio ancora; benché fiero minacci tempeste, quest’alma impaziente già s’è resa l’ampie vele gli spande il nocchier. di vendicar l’offesa. Regni il figlio, mia sola lusinga, sian le stelle in aspetto funeste, SCENA IV senza pena le guarda il pensier. Nerone, Poppea, Ottone nascosto ATTO TERZO Nerone SCENA I Anelante ti reco, oh mia diletta, Stanza di Poppea con porta in facciata e due a ricever mercé d’alta mia fede. altre per parte. Poppea Veggo ben, ch’il tuo ardor nella tardanza

120 stimoli a te non diede; qual ch’a te destinai Poppea tempo felice, trascorse già; del cor con pena Claudio, tu mi lusinghi, però da ver non m’ami. è d’uopo differirne l’effetto. Mà, oh Dio, temo… Claudio Nerone Di che? Come? Dubbiosa ancora vivi dell’amor mio? Poppea Che qui Agrippina porti il piede, e ci Cara vedesti quel ch’io feci per te! scopra. (guarda per la scena) Poppea Nerone Qui dee venir la madre? Di’, che facesti? Ogn’or più ardito e audace io provo il turbator della mia pace. Poppea E in brev’ora! Claudio Mà acciò che tu comprenda i sensi del mio cor, Forse ancor insolente nol ritiene il castigo? vedi qual prova io te ne dono: Poppea E qual castigo? quivi vuò che t’asconda, e attendi Claudio fin ch’ella parta, e allora sciolta d’ogni timor, Ei, balzato dal soglio, vedrai quanto Poppea t’ama e t’adora. nutre ancora tanto orgoglio? Nerone Poppea Qual già dolce piacer nel seno io sento! Non t’intendo, Signor, Ottone e più che mai di salirvi ha speranza. (Sempre più in me s’accresce il rio tormento) Claudio (Nerone si nasconde in una porta coperta da E risiede in Otton tanta baldanza? portiera, e dirimpetto a quella dove stà Ottone.) Poppea D’Otton? Signor, che parli? Ah Claudio, SCENA V già comprendo la mia sorte fatal, la mia sven- Poppea tura. (finge di piangere) Amico ciel, seconda il mio disegno! Claudio Credo ch’Ottone il core avrà pieno di sdegno; Bella, tu piangi? Dimmi che deggio far? ma soffrir sempre dee chi ha in petto amore. Imponi! [Aria] Come già ti promisi, dalle tempia d’Ottone tolsi Poppea l’alloro. Chi ben ama Nerone (Che pena è non udir!) e sol brama di goder, Ottone (Soffro e non moro) ama solo il suo piacer! Poppea Dalle tempia d’Ottone? Quella face, Claudio cui non piace mai dolor, D’Ottone non è mai d’un vero amor. sì, ch’ardito leggi al tuo cor impone. Poppea Otton, Signor, non fu. SCENA VI Claudio Ma chi? Lesbo, Claudio, Poppea, Nerone e Ottone nascosti. Poppea Nerone! Per Nerone esclamai, Lesbo ei mi vietò di non mirarti mai. Qui non v’è alcun, Signore; la piaga ch’hai nel cor, sana d’amore. Claudio Come? Ottone dicesti. Poppea Neron dissi, Signor, mal intendesti. 121 Claudio Claudio Temerario, insolente! Neron? Come s’accorda il desio di regnar, Nerone (Oh ciel, aita!) lo scettro, il soglio? Tu m’inganni, oh Poppea! Claudio Poppea Sin nella reggia istessa, baldanzoso garzon, osi Io t’inganno? Signor, forse non sai ch’il desio impudico d’Agrippina, pria che giungesti in Roma, alle vergini eccelse usar gl’insulti e ardito? sieder lo fè sul trono, ed acclamato Cesare fu; Nerone Odi, Signor! meco tu fingi ancora? Claudio Taci! Nerone (E ancor non parte, oh ciel) Poppea (Contenta son.) Ottone (il duol m’accora) Ottone (Giubila, o core!) Claudio Che mi narri di strano! Claudio Ma non dicesti Otton? Parti da mia presenza, Dimmi, rispondi! né ardisci mai di comparirmi inante! (Nerone parte, e Poppea gli si accosta) Poppea Signore, forse prendesti con equivoco il nome; Poppea (a Nerone) (Và ad Agrippina, e di’…) han Nerone ed Ottone un egual suono. Nerone (Ahi! crudo fato!) Claudio Poppea (…che, chi cerca ingannar, resta Quel ch’io creda non sò, stupido io sono. ingannato) Poppea Nerone (nel partire) Dubiti ancor? D’ogn’uno del mio dir farò fede, (Quale ad Augusto cor empia s’aspetta, e, se tu vuoi, darò prove evidenti, che del mio Agrippina saprà far la vendetta.) cor l’insidator molesto è sol Neron; ma poi, e che farai, Signor? SCENA VIII Claudio Le tue vendette. Claudio, Poppea, Ottone nascosto. Poppea Ciò mi prometti? Poppea Ora, Claudio, che dici? Claudio Giuro. Claudio Poppea Io son convinto. E tanto io da te spero! Poppea Vedrai se ho il cor mendace o pur sincero. Il mio sincero cor ora discopri. (Poppea conduce Claudio dentro alla porta ch’è (Per togliermi da Claudio arte s’adopri) in faccia e poi va ove è Nerone, ed apre la por- Mà d’Agrippina tutte, lassa! parmi veder tiera.) sciolte le furie, Pien di sdegno Nerone Vieni meco, Signore, e qui t’arresta. alla madre ricorre; ah, che mi veggo Nerone (Claudio partì?) circondata d’affanni! Ottone (Quanto il tardar molesta!) Claudio Nulla, oh cara, temer, asciuga il ciglio! Poppea Nerone, dove sei? Poppea Nerone Son qui, mia vita. Io sono per tuo amor in gran periglio, or non è tempo, oh Augusto; SCENA VII la mia mente confusa non distingue gioire. Claudio, Poppea, Nerone, Ottone nascosto Verrà tosto Agrippina; ahi che martire! 122 Claudio No, non verrà! e in nodi eterni per la mano d’amore Poppea Deh, parti! Nulla otterrai da me! formano di due cori un solo core. Claudio Sempre infelice sarà dunque il mio Poppea amor? Sperar dunque poss’io da te fede sincera? Poppea Ottone Della consorte tempra prima il rigore; Pria che mancarti, oh bella, mille volte morrò. fa che sicura io sia dal suo furore; Poppea Ciò mi prometti? allor chiedi, e saprai qual sia il mio core. Ottone [Aria] E unisco alle promesse il giuramento; Claudio scagli fulmini il ciel, cara, se mento. Io di Roma il Giove sono Poppea Ma se Claudio…? né v’è già chi meco imperi. Ottone Nol curo. Van ramminghi al piè del trono, dov’io son, gl’altrui pensieri. Poppea Agrippina, Neron? Ottone Io gli disprezzo. SCENA IX Poppea Lo splendore del soglio? Poppea (che guarda per accertarsi della parten- Ottone za di Claudio) Pur ch’io ti stringa al sen, tutto abbandono. [Recitativo] Poppea A te, mio ben, offro me stessa in dono. Poppea [Duetto] Pur alfin se n’andò. Ottone Deh, quanto alletta No, no, ch’io non apprezzo il cor dolce vendetta! che te, mio dolce amor, Claudio partì; dubbio non v’è d’inganno; tu sei tutt’il mio vezzo, volo a trar il mio ben dal lungo affanno. di tutt’è il mio cor. [Aria] Poppea Poppea Sì, sì, ch’il mio diletto Esci, o mia vita, esci dal duolo, fai tu, mio caro ben, ch’a dar consolo vengo al tuo cor! tu il cor di questo petto, Per darti vita, caro, t’attendo; l’ardor di questo sen. vieni correndo, mio dolce amor!

SCENA XI SCENA X Salone imperiale Poppea Agrippina, Nerone Oh Ottone, che dici? Agrippina Vedi come schernito restò Nerone, Cotanto osò Poppea? e come d’Agrippina si vendicò il mio cor; vedi, ch’io sprezzo il regnator del mondo, Nerone e per te sol, mio bene, Come narrai, m’allettò, m’invitò, m’accolse, vivo involta d’amor tra le catene. e poi a Cesare scoprirmi! Egli freme, essa ride ed io tremante a te ricorro, oh madre, per sot- Ottone trarmi Catene fortunate, se ci stringono insieme, allo sdegno di Claudio, e al mio periglio.

123 Egl’è sposo, tu madre ed io son figlio. ch’adopri del tuo dir l’arte feconda. Agrippina Pallante Lascia la cura a me; tu mi seconda. Ah! mal cauto Nerone, all’or ch’io tutti adopro per innalzarti al trono arti ed inganni, SCENA XIII tu seguace d’un cieco e folle amor Claudio e detti al precipizio corri? Claudio Nerone Agrippina, Nerone, Otton, Poppea, È vero, errai; ma l’arti tue e gl’inganni nell’accusa discordi, conturban la mia quiete, già discoprì Poppea, “Vanne” ella disse, né so chi dice il ver, o chi mentisca; “ad Agrippina, e dille perché provi chi è reo giusto rigore. che chi cerca ingannar, resta ingannato”. Pallante Agrippina Alle tue reggie piante, Signor, Non perciò tutta ancora languisce la mia ecco prostrato l’infelice Pallante. speme. Narciso Figlio, smorza nel seno la fiamma indegna! Per difender sua vita Guarda qual nemica Poppea! Del tuo pensiero chiede da te Narciso, Augusto, aita! degno oggetto non sia, ch’il solo impero. Claudio (Parte) Miei fidi, e qual insidia contro voi si tenta? [Aria] Che fia? Scoprite! Nerone Pallante Come nube che fugge dal vento Umile per la nostra discolpa porgo, Signor, abbandono sdegnato quel volto. l’accusa; perché sol d’Agrippina Il mio foco nel seno già spento, la minaccia è ver noi d’alta ruina. di quest’alma già il laccio è disciolto. Claudio Per qual cagion? SCENA XII Pallante Pallante e Narciso Sul trono, pria che giungesti in Roma, [Recitativo] qual Cesare ella fè sieder Nerone; Pallante Evvi donna più empia? di nostr’opra si valse, mà chi opra per inganno è senza colpa. Narciso E qual rigore nutrir si può maggior Narciso dentro ad un core? E che farem? Di tua morte il supposto è a noi discolpa. Pallante Claudio È d’uopo tutto a Claudio scoprir; Agrippina tant’osa? Ora confermo ciò che egl’ha per noi bontà ch’ogn’altra eccede; disse Poppea; si prevenga l’accusa, entro la reggia son domestici occulti i miei e d’Augusta l’error a noi sia scusa. nemici; la tema al cor giusto sospetto infonde, Narciso e fra tante vicende ei si confonde. In così gran periglio Voi siete fidi, il braccio mio possente approvo il tuo consiglio. di scudo a voi sarà; non più timore! Pallante Mà qui sen vien Augusto. Narciso SCENA XIV Amico, è questo il tempo, Agrippina e detti 124 Agrippina Agrippina Adorato mio sposo, è questo il giorno, Error non è il salvarti e trono e vita! in cui di tue promesse attendo il fine. Godo che qui presenti sian Narciso e Pallante. A Nerone l’alloro oggi destina, Narciso (Che fermezza ha costei!) e ai tuoi piedi prostrato ogni rubel vedrai. Pallante (Che cor costante!) Claudio Non già, Agrippina. Agrippina Agrippina Precorse lode al ciel, fama bugiarda, (Sdegnoso mi favella?) che nel fatal naufragio tua vita ancor perisse. Già il periglio t’è noto, Già le milizie, il popolo, il senato e il rimedio sicuro è a te palese; rivolta al successor avean la mente. Signor, che tardi più? Viddi ch’un cor altiero alzato al soglio, Pronto ripara l’imminente ruina, con quella novità che sempre piace, i nemici reprimi! formava un gran nemico alla tua pace; Claudio E Agrippina? per riparare al danno, acclamar feci Agrippina il figlio; egli al soglio salì; ma ciò fu solo (Dissimular non giova. Qui è narciso e per conservarlo a te, caro mio sposo! Pallante; Nel diffender tua vita, per mantenerti in trono, superi un pronto ardir ogni riguardo!) io la nemica, io la rubella sono? Pallante , Narciso Pallante (Quanto è scaltra costei!) (Come volge ver me sdegnosa il guardo!) Narciso (Quanto ella è accorta!) Agrippina Agrippina Dal tuo dir già suppongo l’arti accorte E Pallante e Narciso del mio oprar facciano de’ miei, de’ tuoi nemici. fede. Parla, parla, discopri Forse voi non richiesi per assister all’opra? qual dello sdegno tuo sia la cagione. Dite pure se all’avviso, ch’il ciel Claudio salvò, Claudio Cesare lo dirà; lo sà Nerone. Nerone umile non discese dal soglio? S’egli, unito a’ miei voti, non fè di tutta Roma Agrippina i “viva” risuonar di Claudio al nome? Ah! Claudio, ora m’avveggo, Parli d’ogn’un di voi il cor sincero! ch’ancora il ben oprar tal’ora è colpa. Claudio Voi che dite? Narciso (Or che dirà?) Narciso , Pallante Signor, il tutto è vero. Pallante (Sentiam la sua discolpa) Agrippina Claudio E chi, fuorché il mio figlio, Tu chiami ben oprar, tentar audace una volta regnante, d’usurparmi l’impero e, colto dell’aura popolare fatto superbo, il tempo della mia lontananza, ceduto avria lo scettro? por Nerone sul trono? Per difender tua vita, per mantenerti in trono, Qual scusa addur potrai, che ti ricopra? io la nemica, io al rubella sono? Agrippina Claudio Le scuse non adopra un cor sincero. (Mi confonde Agrippina; Quel che dici, Signor, il tutto è vero. da istessi accusator ella è difesa!) Claudio L’error confessi, ardita? Narciso (Stupito son.) (Parte)

125 Pallante (Della sua colpa ha merto!) Agrippina T’inganni, Augusto. Claudio Claudio Di tua fè, del tuo amore, cara, son certo. Nò, non m’inganno, nò, l’erro confessa. Agrippina Di Poppea nelle stanze non ti trovai nascosto? Mà, oh Dio, certa io non son né di tua fedeltà, Agrippina Cieli, che sento mai? né del tuo amore. Penso che presso te fatta Nerone (Parlar non oso.) son rea, Claudio perché il tuo cor ascolta… Accusa col silenzio il suo delitto. Claudio E chi? Tu l’attesta, oh Poppea, con cor sincero! Agrippina Poppea Lo vedesti, Signor, purtroppo è vero. Poppea. Duolmi sol, che l’inganno Agrippina (L’arte ancor di costei sarà ingan- a te non fia palese. nata) Claudio Scoprilo pur. Ottone (Come accorta Poppea s’è vendicata!) Agrippina Costei, vagheggiata d’Ottone… Claudio Claudio Vuo’, che colpa palese palese abbia l’emenda. Agrippina, t’inganni; egli è Nerone. Agrippina (Spera ancora il mio cor.) Olà vengano tosto Otton, Neron, Poppea! Poppea (Oh quanto io godo!) Agrippina Vedrai s’io ti tradisco, e s’ella è rea! Claudio (Ciò, che deve avvenire, io già preveggo.) Di Nerone e Poppea stringa dolce Imeneo l’il- lustre nodo! Claudio Fra tanti avvenimenti saprò chi è contumace. Poppea (Che sento mai?) Vò che viva nei cor riposo e pace. Agrippina (Ch’intendo?) [Aria] Nerone A tue grazie, Signor, vinto mi rendo. Agrippina Ottone Se vuoi pace, oh volto amato, Ecco prostrato, oh Augusto, quell’Ottone infelice! l’odio reo fuga da te! Claudio Guarda in me, nume adorato, Ormai t’accheta! Ebbi delle tue colpe il disin- il mio amore e la mia fè. ganno; ti promisi l’alloro, Cesare tu sarai. SCENA XV Poppea, Ottone, Nerone e detti. Agrippina (Sento e non moro!) [Recitativo] Ottone Agrippina (Ecco la mia rivale) Io l’allora rifiuto, di regnar non mi curo, e solo apprezzo la mia cara Poppea. Poppea (Ecco quel empia cagion di doglia ria.) Se di darti la vita ebbi la sorte, Nerone (Che mai sarà di me?) nel togliermi il mio ben tu mi dai morte. Ottone (Cieli, che fia?) Agrippina Claudio Ora vedi, chi sia, che ha l’alma rea, Vedi, Agrippina, il figlio, quell’ardito garzon, s’è Nerone o s’è Otton ch’ama Poppea! che nella reggia delle vergini eccelse Claudio (a Nerone) tenta offender l’onor. E tu, Neron, che dici?

126 Nerone Claudio Ubbidiente io son alle tue voglie; Habbian termine gl’odi, e Roma ma doppio mio castigo applauda a questo dì bramato, è il togliermi l’impero e darmi moglie. che ogni un rende contento e fortunato. Poppea Dell’Augusto mio genio, per gli eccelsi E con me non si parla? Scettri, regni ed imperi sponsali d’Ottone e di Poppea, abbia Nerone; d’altri mai non sarò, fuorche Pronuba Giuno già s’invitò nell’apparato d’Ottone. illustre. Ella ormai scenda, e Roma intrecci di Neron lauri alla chioma. Claudio [Bouree] [Aria] Io dei vostri desir volli far prova. (a Nerone) Se lasci per l’allor volto divino, Agrippina (a Ottone) se sprezzi per amor di Roma il trono, V’accendano le tede ai posteri sarete dell’amor, del regnar i raggi delle stelle. eroi ben degni. Esse per tanta fede Cesare fia Neron, tu stringi, Ottone, già splendono più belle. la tua Poppea costante! [Coro] (Ho sciolto il cor, s’ell’è d’un altro amante) Poppea, Nerone, Agrippina, Ottone, Narciso, Nerone, Poppea Felice son. Claudio, Pallante, Lesbo Lieto il Tebro increspi l’onda Ottone Più il duol non mi tormenta. sotto ai rai del nuovo allor, Agrippina e festeggi su la sponda (Or che regna Neron, moro contenta) pien di gioja il Dio d’amor!

127 VITERBO - Palazzo Farnese Per le caratteristiche architettoniche del por- I Farnese abbandonarono il palazzo durante tone d’ingresso e del cortile interno, la fon- il pontificato di Paolo III e nel 1561 l’edifi- dazione di Palazzo Farnese può essere col- cio passò nelle mani di Ludovico Chigi che locata cronologicamente nella seconda metà fece elevare un muro ed una sorta di tramez- del XIII secolo caratterizzata dalla presenza zo sulla facciata rivolta su via San Lorenzo. del profferlo, tipica scala d’accesso, assai Dal ponte, di fronte al palazzo, è visibile frequente nell’edilizia civile del quartiere l’unica superstite delle quindici torri che San Pellegrino. La facciata svettavano sul colle del mostra la contrapposizione Duomo, la Torre di Messer tra lo stile gotico delle bifore Braimando, esimio cittadino del primo livello e quello viterbese del XIII secolo. romanico del secondo, abbel- Essendo la torre, alla fine del lito da finestre con arco a Quattrocento, in pessime tutto sesto finemente traforate condizioni, i proprietari chie- che manifestano un tardo sero ai magistrati l’autorizza- richiamo all’architettura due- zione di abbatterla perchè centesca. L’abbassamento del davanzale di pericolante. Rosato di Matteo e Galeotto queste ultime alterò l’originaria articolazio- Gatti si opposero fermamente a tal punto ne della facciata mentre le bifore, sottoposte che il primo volle specificare nelle Riforme anch’esse ad una serie di manomissioni, che a nessuno sarebbe stato lecito demolire vennero ripristinate nel loro aspetto origina- “quelle torri ove sembrano racchiuse la le nel 1925. La balaustra della facciata, sor- forza e la nobiltà di Viterbo”. retta da un’alta colonna in legno, presenta forme piuttosto originali rispetto al gusto architettonico viterbese in cui le balconate sono esclusivamente in peperino, con arcate in muratura. L’origine del palazzo è legata alla famiglia dei Tignosi mentre il nome alla potente famiglia Farnese, che se ne impossessò in occasione degli stretti rapporti intercorsi tra i suoi componenti e Viterbo, quando nel 1431 Ranuccio Farnese venne incaricato di difendere la città dagli attacchi di Fortebraccio e Giacomo Di Vico. La tradi- zione, non suffragata in realtà da documen- ti attendibili, vuole che qui sia nato Alessandro, prima potente cardinale poi asceso al soglio pontificio con il nome di Paolo III, ricordato in molte fonti come “cit- tadino viterbese”, che probabilmente vi abitò con Giulia, bella ed influente sorella. Palazzo Farnese (foto G. Cerica) 128 VENERDÌ 9 OTTOBRE 2009 VITERBO - PALAZZO DEI PAPI

GUSTAV LEONHARDT clavicembalo

Johann Kaspar Kerll (1627 - 1693) Toccata di durezze e ligature

Henry Purcell (1659 - 1695) Suite in Re maggiore Prelude, Allemande, Hornpipe Voluntary in Sol maggiore

Johann Pachelbel (1653 - 1706) Fantasia in Mi bem. maggiore Tre Fughe

Georg Böhm (1661 - 1733) Ciaccona in Sol maggiore Suite in Fa minore Allemanda, Corrente, Sarabanda

Jean-Henri D’Anglebert (1629 - 1691) Suite in Sol maggiore (1689) Preludio, Allemanda, Corrente, Sarabanda, Giga, Gagliarda, Ciaccona

* * * * * Johann Sebastian Bach (1685 - 1750) Quattro Piccoli Preludi Wer nur den lieben Gott lässt walten, BWV 691 Suite in Mi minore “Für das Lautenwerke”, BWV 996 Preludio, Allemanda, Corrente, Sarabanda Bourrèe, Giga

129 GUSTAV LEONHARDT è stato definito il Patriarca della musica barocca nel mondo: uno dei più straordinari artisti della scena musicale contemporanea ed uno dei più raf- finati interpreti della letteratura per strumen- to a tastiera composta tra il Seicento e il Settecento. Nato in Olanda, ha intrapreso lo studio del- l’organo e del clavicembalo presso la Schola Cantorum di Basilea con Eduard Müller. È stato in seguito nominato professore all’Accademia di Vienna (1952-1955) e al Reale Conservatorio di Amsterdam (1954). Leonhardt si è esibito in tutti i maggiori cen- tri musicali d’Europa ed ha compiuto nume- rose tournèes negli Stati Uniti, in Giappone e in Australia. Ha pubblicato vari studi di carattere musicologico che comprendono importanti saggi su “L’Arte della Fuga” di Bach e sulle opere di Froberger; ha inoltre sciuto come uno dei pionieri della pratica curato l’edizione della musica per strumenti della esecuzione storica. Tra il 1971 ed il a tastiera di Jan Peterszon Sweelinck. 1990, ha realizzato il progetto unitamente a Professore ospite all’Università di Harward Harnoncourt dell’incisione di tutte le cantate nel 1969, ha ricevuto, insieme a Nikolaus di chiesa di J. S Bach. Harnoncourt, il Premio Europeo Erasmus. Ha inoltre ricevuto cinque dottorati honoris Ha fondato nel 1955 il Leonhardt Consort causa, l’ultimo dei quali dall’Università di divenendo uno dei maggiori interpreti delle Padova ed è stato nominato, nel 1999, in opere di Johann Sebastian Bach. Unitamente contemporanea con la sua prima apparizione a Nikolaus Harnoncourt, Leonhardt è ricono- al Festival Barocco, Accademico Onorario di S. Cecilia. Il suo catalogo discografico comprende oltre 180 titoli. Nel film “Cronaca di Anna Magdalena Bach” (Das Tage- buch der Anna Magdalena Bach) di Jean-Marie Straub (1967) ha partecipato non solo in qualità di interprete ma anche in veste di attore nel ruolo di Bach. Nel 2008 è stato nominato Accademico filarmonico ad honorem dell’Accademia Filar- monica di Bologna. 130 La Tuscia una terra che si racconta Foto di: Francesco Biganzoli - Archivio Fotografico APT Archivio Fotografico Foto di: Francesco Biganzoli -

PROVINCIA DI VITERBO www.provincia.vt.it www.tusciainforma.it Benvenuti nella Tuscia Viterbese Benvenuti in una terra dal cuore antico, punteggiata da laghi e boschi secolari, da aree archeologiche, da ville e palazzi rina- scimentali, da miracolose sorgenti termali ...

Benvenuti nella provincia di Viterbo Qui i borghi medievali, appollaiati sulle rupi tufacee, sfidano le leggi della fisica; qui Bomarzo - Parco dei mostri (Foto Mattioli) parchi e riserve naturali sanno ancora rac- contare natura e ambienti incontaminati; qui gli itinerari culturali e turistici attraver- sano quattro millenni di storia... Benvenuti nelle strade del vino e dell’olio, tra prodotti tipici e tradizionali alla riscoper- ta di una cucina dal sapore unico ...

Viterbo - Il Bulicame (Foto arch. APT) Benvenuti in Tusciainforma dove è possibile scegliere la localizzazione del soggiorno, i percorsi turistici da fruire e i servizi da prenotare. www.tusciainforma.it Soriano nel Cimino. La faggeta (Foto F. Biganzoli)

Viterbo, 3 settembre - Macchina di S. Rosa (Foto M. Mattioli)