Comune di Bosentino. Inventario dell'archivio storico (1825-1975) e degli archivi aggregati (1925 - 1991)
a cura di A.R.Coop. s.c. di Rovereto
Provincia autonoma di Trento. Soprintendenza per i Beni culturali
2016
Premessa L'ordinamento e l'inventariazione dell'archivio sono stati effettuati per incarico e con la direzione della Soprintendenza per i beni culturali - Ufficio per i beni archivistici, librari e archivio provinciale a cura della A.R.Coop. società cooperativa di Rovereto e ultimati nel maggio 2016.
L'intervento è stato realizzato utilizzando il sistema informativo degli archivi storici del Trentino. Le schede sono state compilate secondo le norme di "Sistema informativo degli archivi storici del Trentino. Manuale-guida per l'inserimento dei dati", Trento 2006
Abbreviazioni e sigle adottate: art., artt. = articolo, articoli b.,bb. = busta,buste c., cc. = carta, carte ca. = circa cart. = carta, cartone cat., catt. = categoria, categorie cfr. = confronta cop. = coperta doc., docc. = documento, documenti es. = esercizio fasc. = fascicolo int. = interno ml = metri lineari mm. = millimetri mod. = modello n., nn. = numero, numeri n.n. = non numerato num. = numerazione num. un. progr. = numerazione unica progressiva orig. = originale p., pp. = pagina, pagine prot. = protocollo quad. = quaderno reg. = registro s.cop. = senza coperta sd = sinistra/destra sec. = secolo segg. = seguenti sez. = sezione tit. = titolo v. = vedi v.a. = vedi anche vol. = volume
ACBos = Archivio comunale di Bosentino AST = Archivio di Stato di Trento ASUC = Amministrazione separata degli usi civici ECA = Ente comunale di assistenza ISAD (G) = General international standard archival description ISAAR (CFP) = International standard archival authority record for corporate bodies, persons and families
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Albero delle strutture
Comune di Bosentino, 1825 - 1991 Comune di Bosentino, 1825 - 1975 Comune di Bosentino (ordinamento austriaco), 1825 - 1925 Protocolli delle sessioni della Rappresentanza e del Consiglio comunale, 1880 - 1924 Protocolli degli esibiti, 1882 - 1925 Repertori degli atti, 1852 - 1854 Carteggio ed atti degli affari comunali, 1825 - 1923 Inventari del patrimonio comunale, 1908 - 1922 Preventivi ed allegati, conti consuntivi e documenti giustificativi, 1832 - 1923 Giornali di cassa, 1831 - 1853 Registri diversi, 1921 - 1921 Comune di Bosentino (ordinamento italiano), 1923 - 1929 Deliberazioni della Giunta, del Podestà e del Consiglio comunale - originali, 1924 - 1928 Protocolli degli esibiti, 1926 - 1929 Carteggio ed atti ordinati per annata, 1924 - 1929 Bilanci di previsione, 1924 - 1927 Conti consuntivi, 1924 - 1928 Allegati ai bilanci di previsione, ai conti consuntivi e documenti giustificativi, 1924 - 1928 Liste di leva e dei renitenti, 1922 - 1927 Registri degli atti di nascita, 1924 - 1928 Registri degli atti di matrimonio, 1924 - 1928 Registri degli atti di morte, 1924 - 1928 Registri degli atti di cittadinanza, 1924 - 1928 Elenco dei cittadini italiani di pieno diritto secondo il trattato di San Germano, 1922 - 1922 Registri diversi, 1927 - 1929 Comune di Bosentino, 1947 - 1975 Deliberazioni del Consiglio comunale - originali, 1947 - 1967 Deliberazioni del Consiglio comunale – copie, 1947 - 1975 Deliberazioni della Giunta comunale - originali, 1947 - 1967 Deliberazioni della Giunta comunale - copie, 1947 - 1975 Verbali delle sedute del Consiglio e della Giunta comunali, 1947 - 1979 Protocolli degli esibiti, 1947 - 1975 Carteggio ed atti ordinati per annata, 1947 - 1975 Carteggio ed atti ordinati per oggetto, 1947 - 1985 Contratti, 1947 - 1969 Depositi cauzionali e spese contrattuali, 1944 - 1985
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Ruoli delle imposte e tasse comunali, 1958 - 1975 Bilanci di previsione, 1947 - 1975 Verbali di chiusura, 1947 - 1975 Conti consuntivi, 1947 - 1975 Giornali e mastri della contabilità, 1947 - 1975 Allegati ai bilanci di previsione e ai conti consuntivi, reversali di cassa e mandati di pagamento, 1947 - 1975 Deliberazioni della Commissione elettorale comunale, 1949 - 1972 Tenuta e revisione delle liste elettorali, 1947 - 1975 Liste elettorali, 1947 - 1987 Elezioni, 1946 - 1975 Liste di leva ed allegati, 1947 - 1975 Ruoli matricolari ed allegati, 1935 - 1975 Lavori pubblici, 1950 - 1980 Opere igienico-sanitarie, 1952 - 1980 Opere stradali, 1954 - 1975 Opere di costruzione: edifici, 1950 - 1955 Opere diverse, 1967 - 1973 Pratiche edilizie, 1947 - 2015 Registri degli atti di nascita, 1947 - 1975 Registro degli atti di matrimonio, 1947 - 1975 Registri degli atti di morte, 1947 - 1975 Registri degli atti di cittadinanza, 1947 - 1975 Censimenti generali della popolazione, dell'industria, del commercio e dell'agricoltura, 1949 - 1974 Registro della popolazione, 1921 - 1961 Registro della popolazione, 1921 - 1921 Fogli di famiglia, 1933 - 1961 Schede individuali, 1940 - 1969 Registri del movimento della popolazione, 1947 - 1974 Registri delle pratiche di emigrazione ed immigrazioni, 1947 - 1967 Pratiche di emigrazione ed immigrazioni, 1947 - 1974 Planimetrie e cartine topografiche, 1952 - 1974 Registri diversi, 1947 - 1976 Corpo dei vigili del fuoco volontari di Bosentino, 1955 - 1975 Carteggio ed atti, 1956 - 1960 Bilanci di previsione, 1955 - 1975 Rendiconti della gestione, 1961 - 1961 Giornali e mastri della contabilità, 1961 - 1961
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Amministrazione separata degli usi civici (ASUC) di Bosentino, 1944 - 1947 Deliberazioni del Commissario per l'amministrazione dell'ASUC - originali, 1944 - 1947 Deliberazioni, carteggio, atti e contabilità, 1944 - 1947 Congregazione di carità di Bosentino, 1925 - 1928 Deliberazioni, carteggio, atti e contabilità, 1925 - 1928 Ente comunale di assistenza (ECA) di Bosentino, 1947 - 1991 Deliberazioni, carteggio, atti e contabilità, 1947 - 1991 Ufficio del Giudice conciliatore di Bosentino, 1948 - 1990 Registri dell'Ufficio di conciliazione di Bosentino, 1948 - 1974 Carteggio ed atti, 1950 - 1990 Patronato scolastico di Bosentino, 1961 - 1975 Carteggio ed atti, 1961 - 1975 Bilanci preventivi ed allegati, conti consuntivi e documenti giustificativi, 1961 - 1971 Scuola elementare di Bosentino, 1945 - 1977 Protocolli degli esibiti, 1950 - 1956 Carteggio ed atti, 1951 - 1975 Inventari dei mobili, degli arredi e dei mezzi didattici, 1950 - 1975 Registri delle iscrizioni, 1965 - 1977 Registri di classe, 1945 - 1947 Scrutini e prove d'esame, 1946 - 1977 Delegazione comunale della Croce rossa italiana (CRI) di Bosentino, 1948 - 1965 Registro dei soci, 1955 - 1962 Protocolli degli esibiti, 1960 - 1963 Carteggio ed atti, 1948 - 1965
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Albero dei soggetti produttori
Comune di Bosentino, Bosentino (Altopiano della Vigolana), 1818 gennaio 1 - 1923 gennaio 12 Successori: Comune di Bosentino, Bosentino (Altopiano della Vigolana), 1923 gennaio 13 - [1929 gennaio 26] Si separa da : Comune di Vigolo Vattaro, Vigolo Vattaro (Altopiano della Vigolana), 1810 [settembre 1] - 1817 dicembre 31
Comune di Bosentino, Bosentino (Altopiano della Vigolana), 1923 gennaio 13 - [1929 gennaio 26] Predecessori: Comune di Bosentino, Bosentino (Altopiano della Vigolana), 1818 gennaio 1 - 1923 gennaio 12 Concorre alla gestione di : Congregazione di carità di Bosentino, Bosentino (Altopiano della Vigolana), 1923 maggio 16 - 1929 aprile 7
Comune di Bosentino, Bosentino (Altopiano della Vigolana), 1947 marzo 15 - 2015 dicembre 31 Gestisce : Corpo dei vigili del fuoco volontari del comune di Bosentino, Bosentino (Altopiano della Vigolana), 1955 giugno 26 - Si fonde in : Comune di Altopiano della Vigolana, Vigolo Vattaro (Altopiano della Vigolana), 2016 gennaio 1- Concorre alla gestione di : Consorzio di assistenza medico - chirurgica fra i comuni di Vigolo Vattaro, Vattaro e Bosentino, Vigolo Vattaro, 1948 febbraio 14 - 1980 dicembre 31 Concorre alla gestione di : Ufficio del giudice conciliatore di Bosentino, Bosentino (Altopiano della Vigolana), [1948 marzo 17] - 1995 maggio 1 Concorre alla gestione di : Patronato scolastico di Bosentino, Bosentino (Altopiano della Vigolana), [1962 maggio 23] - [1975 ottobre 6] Concorre alla gestione di : Consorzio di assistenza ostetrica fra i comuni di Vigolo Vattaro, Vattaro e Bosentino, Vigolo Vattaro, 1948 febbraio 14 - 1980 dicembre 31 Concorre alla gestione di : Ente comunale di assistenza di Bosentino, Bosentino (Altopiano della Vigolana), 1947 agosto 30 - 1993 luglio 1 Concorre alla gestione di : Consorzio per il servizio di segreteria tra i comuni di Vattaro e Bosentino, Vattaro, 1948 novembre 15 - 1985 dicembre 13
Corpo dei vigili del fuoco volontari del comune di Bosentino, Bosentino (Altopiano della Vigolana), 1955 giugno 26 - E' gestito da : Comune di Bosentino, Bosentino (Altopiano della Vigolana), 1947 marzo 15 - 2015 dicembre 31
Amministrazione separata degli usi civici di Bosentino, Bosentino (Altopiano della Vigolana), 1944 gennaio 13 - 1947 aprile 16 Alla cui gestione concorre : Comune di Vigolo Vattaro, Vigolo Vattaro, 1923 gennaio 13 - 2015 dicembre 31
Congregazione di carità di Bosentino, Bosentino (Altopiano della Vigolana), 1923 maggio 16 - 1929 aprile 7 E' assorbito da : Congregazione di carità di Vigolo Vattaro, Vigolo Vattaro, 1923 maggio 16 - 1937 giugno 30
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Alla cui gestione concorre : Comune di Bosentino, Bosentino (Altopiano della Vigolana), 1923 gennaio 13 - [1929 gennaio 26]
Ente comunale di assistenza di Bosentino, Bosentino (Altopiano della Vigolana), 1947 agosto 30 - 1993 luglio 1 Alla cui gestione concorre : Comune di Bosentino, Bosentino (Altopiano della Vigolana), 1947 marzo 15 - 2015 dicembre 31
Ufficio del giudice conciliatore di Bosentino, Bosentino (Altopiano della Vigolana), [1948 marzo 17] - 1995 maggio 1 Alla cui gestione concorre : Comune di Bosentino, Bosentino (Altopiano della Vigolana), 1947 marzo 15 - 2015 dicembre 31
Patronato scolastico di Bosentino, Bosentino (Altopiano della Vigolana), [1962 maggio 23] - [1975 ottobre 6] Alla cui gestione concorre : Comune di Bosentino, Bosentino (Altopiano della Vigolana), 1947 marzo 15 - 2015 dicembre 31
Scuola elementare di Bosentino, Bosentino (Altopiano della Vigolana), 1924 ottobre 1 - 1991 giugno
Croce rossa italiana. Delegazione comunale di Bosentino, Bosentino (Altopiano della Vigolana), [1948] - [1965 ottobre 28]
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superfondo ACBos Comune di Bosentino, 1825 - 1991 {1}
282 buste, 212 registri, 5 mappe, 1 schedario; metri lineari 40.0
Storia archivistica Le sole notizie rinvenute in merito al fondo archivistico del comune di Bosentino sono quelle contenute nella descrizione sintetica dell'archivio riportata alle pagine 94-96 della "Guida storico-archivistica del Trentino" di Albino Casetti, pubblicata nel 1961, e quelle riportate nella relazione redatta nell'ottobre 1976 dai funzionari della Provincia autonoma di Trento nell'ambito dell'indagine conoscitiva promossa dall'Assessorato alle attività culturali (1). Dalla "Guida storico-archivistica del Trentino" di Albino Casetti si apprende che, nel 1940, vi fu un versamento all'Archivio di Stato di Trento di documentazione antica dell'ex comune di Bosentino. Tale versamento fu effettuato dal comune di Vigolo Vattaro, al quale il comune di Bosentino era stato unito nel 1928, insieme al comune di Vattaro. La documentazione versata nel 1940 è attualmente depositata presso l'Archivio provinciale di Trento, in quanto affidata alla custodia e manutenzione della Provincia autonoma di Trento ai sensi del Decreto legislativo 15 dicembre 1998, n. 506. Insieme alle pergamene furono consegnati all'Archivio di Stato altri documenti relativi alla comunità di Bosentino a partire dal 1492 (2). Poche le notizie relative a precedenti rilevanti interventi di riordino dell'archivio comunale. Dall'analisi della documentazione è emerso che il 29 marzo 1880 la Rappresentanza comunale di Bosentino ordinò il riordino dell'archivio comunale, relativamente ai 10 anni precedenti, affidandolo a Giovanni Battista Andreatta (3); nel 1961 il sindaco invitava a tenere ordinato l'archivio che veniva definito : "piccola cloaca ove si depositano i rifiuti..." (4). Nel periodo dell'aggregazione (1928-1947), l'archivio venne trasportato a Vigolo Vattaro e in seguito, dopo la ricostituzione del comune autonomo, riportato a Bosentino. I documenti di Bosentino ritrovati durante il lavoro di ordinamento e inventariazione dell'archivio di Centa San Nicolò, effettuato nel 2005, e durante il lavoro di ordinamento e inventariazione dell'archivio di Vigolo Vattaro, effettuato nel 2012, sono stati ricondotti al fondo archivistico originario. Si segnala però, che rispetto all'indagine conoscitiva del 1976, già citata, al momento attuale (2016) non sono stati rinvenuti i seguenti fascicoli: - costruzione del fabbricato scolastico di Bosentino, 1905-1906 e 1909-1913; - costruzione della chiesa curaziale di Bosentino 1883-1893 circa; - contratto per la costruzione dell'altar maggiore, 1821; - costruzione di una cella mortuaria, 1885; - ricostruzione del ponte sul rivo al castello Tabarelli, 1879-1905; - acquedotto comunale, 1895-1904; - vertenza per diritti di pascolo fra il comune di Bosentino e i conti Tabarelli de Fatis (1905-1906), contenente il documento di "approvazione e ratifica fatta nel 1788 dalla comunità di Bosentino e Migazzone di una transizione
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seguita nel 1781 fra la famiglia Terlago Tabarelli de Fatis e la comunità stessa per terminare la lite per diritti di pascolo "al Boschetto"; - prestiti di guerra lombardizzati, 1925. Prima del presente intervento di riordino, l'archivio storico e gli archivi aggregati erano stati temporaneamente depositati presso l'Archivio provinciale di Trento. Precedentemente, fino a settembre 2015, erano conservati a Bosentino, nella mansarda dell'edificio attualmente occupato dall'asilo nido comunale in Piazza San Giuseppe, n. 2. Il lavoro di ordinamento e inventariazione si è svolto presso la cooperativa "A.R.Coop." di Rovereto, dove la documentazione è rimasta temporaneamente in deposito.
Modalità di acquisizione e versamento Il fondo proprio è sempre stato e rimane tuttora di proprietà del Comune che ne è il soggetto produttore. Ad esso si sono aggiunti diversi fondi acquisiti per l'esistenza di un legame dei soggetti produttori con il Comune o per semplice deposito presso la sede comunale. Ai sensi dell'art. 53, comma 1, del D.lgs. 22 gennaio 2004, n. 42 "Codice dei beni culturali e del paesaggio", gli archivi degli enti pubblici territoriali fanno parte del demanio culturale; il comma 2 del medesimo articolo dispone che " i beni del demanio culturale non possono essere alienati, né formare oggetto di diritti a favore di terzi se non nei modi previsti dal presente codice".
Contenuto L'archivio storico del comune di Bosentino comprende il fondo proprio del comune dal 1830 al 1975 e la documentazione di alcuni fondi archivistici prodotti da soggetti diversi, tutti soppressi, quali: l'Amministrazione separata degli usi civici (ASUC) dal 1944 al 1947, la Congregazione di carità dal 1925 al 1928, l'Ente comunale di assistenza (ECA) dal 1947 al 1991, l'Ufficio del Giudice conciliatore dal 1948 al 1990, il Patronato scolastico dal 1961 al 1975, la soppressa Scuola elementare dal 1945 al 1977, la Delegazione comunale della Croce rossa italiana (CRI) dal 1948 al 1965.
Lingua Italiano
Criteri di ordinamento e inventariazione Le operazioni di riordino sono state effettuate tenendo come costante riferimento metodologico il principio basilare del metodo storico, secondo il quale il riordinatore deve rispettare e dove necessario ripristinare l'organizzazione assegnata all'archivio dall'ente generatore. Si possono indicare le seguenti fasi principali: a) schedatura delle unità archivistiche: per ciascuna unità sono stati rilevati l'intitolazione, gli estremi cronologici, il contenuto, la tipologia (fascicolo, busta, registro);
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b) ordinamento delle unità archivistiche: il carteggio è stato riordinato per numero di protocollo, in ordine cronologico, secondo i vari titolari di classificazione, secondo quanto richiesto dalla documentazione; per rubriche e articoli i documenti giustificativi dei conti consuntivi, ecc.; c) strutturazione del complesso archivistico: sono state ripartite le unità archivistiche secondo una struttura multilivellare, in fondi, sottofondi, serie, sottoserie. Le serie sono state ordinate secondo criteri enunciati da E. Casanova, facenti riferimento a categorie direttive, esecutive e consuntive: statuti e deliberazioni degli organi, atti amministrativi e documenti contabili. All'interno di ciascuna serie poi le unità sono per lo più ordinate cronologicamente; d) condizionamento del materiale documentario: la documentazione è stata collocata in scatole chiuse per una migliore conservazione e anche per una maggiore protezione in caso di spostamenti dell'archivio; e) numerazione: sono stati adottati due tipi di numerazione, la segnatura archivistica e il numero unico progressivo:
1) la segnatura archivistica è costituita da un codice alfanumerico indicante nell'ordine il codice dell'archivio (es.:ACBos.), seguito da numeri arabi indicanti i livelli dell'archivio fino alla sottoserie (es.: 4.31.1); il numero in cifre arabe indicante l'unità archivistica all'interno della serie, preceduto da un trattino orizzontale (es.:-5) indica la collocazione logica dell'unità all'interno dei fondi e serie.
2) il numero unico progressivo, applicato ai pezzi o unità di condizionamento (buste, ma anche registri ed altre unità a sé stanti), ha la funzione di fissare l'ordine fisico degli stessi e di agevolarne il reperimento.
Una sequenza di numero progressivo è stata adottata per l'archivio proprio del comune, a sua volta articolata, tuttavia senza soluzione di continuità, in numero progressivo definitivo (a penna rossa) per l'archivio preunitario, non più suscettibile di accrescimenti, e in numero progressivo provvisorio (a matita) per l'archivio postunitario, le cui serie sono aperte ai futuri versamenti; una numerazione analoga (a penna verde, per distinguerla da quella dell'archivio proprio) è stata utilizzata per l'insieme degli archivi aggregati.
La redazione dell'inventario: criteri
Per la redazione dell'inventario sono state seguite le norme dettate dalla Circolare del Ministero dell'Interno, Direzione Generale degli Archivi di Stato n. 39/1966 e le indicazioni del Servizio per i beni librari e archivistici della Provincia, in particolare le "Norme per la descrizione archivistica e per la redazione degli inventari" elaborate dal medesimo nel 2003 e le regole di descrizione di "Sistema informativo degli archivi storici del Trentino. Manuale- guida per l'inserimento dei dati" elaborate dalla Soprintendenza per i beni librari e archivistici della Provincia nel 2006. L'inventario è stato inserito nel "Sistema informativo degli archivi storici del Trentino" della Provincia autonoma di Trento.
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Per ogni unità di descrizione compaiono in inventario: - la segnatura archivistica, scritta sopra il titolo; - il titolo originale o attribuito; sono riportati fra virgolette i titoli originali, riportando all'uso moderno i segni d'interpunzione, i segni diacritici, le maiuscole e le minuscole. Nel caso in cui il titolo originale non fosse completo o non rispecchiasse del tutto la natura del documento, si è data una descrizione più dettagliata del contenuto; - gli estremi cronologici con eventuali ricostruzioni poste fra parentesi quadre; - eventuali descrizioni del contenuto, dove si riportano le notizie più significative; - si è indicata la consistenza e il tipo di legatura per tutti i registri del periodo preunitario; - il numero progressivo delle unità di condizionamento; - il numero di riferimento per gli indici: nella descrizione delle singole unità compare in alto a destra fra parentesi.
Criteri di selezione Per la selezione del materiale da scartare si è fatto riferimento al "Massimario per lo scarto negli archivi comunali" allegato alla deliberazione della Giunta provinciale 29 marzo 1993, n. 3692, e a massimari analoghi elaborati dall'Amministrazione statale. Non sono previste operazioni di scarto per la documentazione prodotta nel periodo preunitario. Le principali tipologie degli atti scartati sono le seguenti: copie semplici in eccedenza di deliberazioni del consiglio, copie di bilanci di previsione e conti consuntivi, matrici delle reversali e dei mandati di pagamento, copie dei giornali di cassa della tesoreria, bollettari diversi, materiale elettorale ed altre tipologie documentarie previste dal sopra citato massimario. Complessivamente il materiale scartato ammonta a 8 metri lineari circa, per un totale di 15 scatoloni contenenti buste, fascicoli e pacchi.
Incrementi previsti Trascorsi 40 anni dalla conclusione di un affare, la relativa documentazione deve essere versata dall'archivio di deposito all'archivio storico. Tale passaggio dev'essere preceduto dalle operazioni di selezione e scarto degli atti che, sulla base delle indicazioni fornite dai massimari in vigore per gli archivi comunali, non sono destinati alla conservazione permanente. Le "Direttive generali circa l'organizzazione, i criteri generali di ordinamento e inventariazione, la gestione nonché la corretta conservazione degli archivi di competenza della Provincia autonoma di Trento", approvate con deliberazione della Giunta provinciale n. 80 del 29 gennaio 2016, stabiliscono che: "Strumento di corredo fondamentale per l'archivio storico è l'inventario, che tutti gli enti pubblici ... sono tenuti a redigere. L'inventario deve essere periodicamente aggiornato con i dati relativi alla documentazione versata dall'archivio di deposito all'archivio storico". Per quello che riguarda gli archivi aggregati, non sono previsti accrescimenti, perché i relativi soggetti produttori sono stati soppressi.
Condizioni di accesso
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La consultabilità dei documenti dell'archivio comunale è disciplinata dall'art. 24, comma 1, della L.P. 17 febbraio 2003, n. 1 "Nuove disposizioni in materia di beni culturali", che fa riferimento alla legislazione statale in materia. In base a tale normativa e a quanto previsto dal paragrafo 10 delle Direttive approvate con deliberazione della Giunta provinciale n. 80 del 29 gennaio 2016, i documenti dell'archivio comunale sono liberamente consultabili, con le seguenti eccezioni e limitazioni: i documenti di carattere riservato, ai sensi dell'art. 125 del Decreto legislativo 22 gennaio 2004, n. 42 e s.m., relativi alla politica estera o interna dello Stato, divengono consultabili cinquant'anni dopo la loro data; i documenti relativi a situazioni di carattere privato o personale atti a rivelare l'origine razziale ed etnica, le convinzioni religiose, filosofiche o di altro genere, le opinioni politiche, l'adesione a partiti, sindacati, associazioni ed organizzazioni a carattere religioso, filosofico, politico o sindacale, diventano consultabili quarant'anni dopo la loro data; il termine è di settant'anni se i dati sono idonei a rivelare lo stato di salute o la vita sessuale o rapporti riservati di tipo familiare. Infine, i documenti contenenti i dati giudiziari, che l'art. 4, comma 1, lett. e) del Decreto legislativo 30 giugno 2003, n. 196, definisce come "i dati personali idonei a rivelare provvedimenti di cui all'art. 3, comma 1, lettere da a) a o) e da r) a u), del D.P.R. 14 novembre 2002, n. 313, in materia di casellario giudiziale, di anagrafe delle sanzioni amministrative dipendenti da reato e dei relativi carichi pendenti, o la qualità di imputato o di indagato ai sensi degli articoli 60 e 61 del codice di procedura penale", diventano consultabili quarant'anni dopo la loro data. Ai termini sopra indicati (40, 50 o 70 anni) si può derogare, in Trentino, solamente con l'autorizzazione del dirigente della Soprintendenza per i Beni culturali della Provincia autonoma di Trento.
Gli atti anagrafici e dello stato civile sono disciplinati da una normativa specifica. In particolare la consultabilità degli atti di stato civile conservati presso i comuni è disciplinata dall’art. 450 del Codice civile, dal D.P.R. 396/2000, art. 5, comma 1, lett. c) e dal D. Lgs. 196/2003, art. 177. In base a tali norme la visione degli atti è riservata agli ufficiali dello stato civile, rimanendone escluse le persone estranee all’ufficio; tale conclusione è confermata da pareri del Ministero dell’Interno e del Garante per la protezione dei dati personali. In sostanza, il rilascio di estratti degli atti dello stato civile, disciplinato dall’art. 177 del D.Lgs. 196/2003, è consentito, per gli atti formati negli ultimi settant’anni, ai soggetti cui l’atto si riferisce e a chi, con istanza motivata, dimostri di avere un interesse personale e concreto finalizzato alla tutela di diritti rilevanti; per gli atti anteriori all’ultimo settantennio è consentito il rilascio di estratti anche a persone diverse dagli interessati. A queste ultime norme non si può derogare nemmeno con l'autorizzazione del Soprintendente per i Beni archivistici.
Per la restante documentazione facente parte dell'archivio corrente e di deposito la consultabilità è regolata dalla normativa sul diritto di accesso ai documenti amministrativi contenuta, in particolare, nella legge 241/1990 e successive modifiche (legge n. 15/2005, n. 80/2005 ecc.).
La consultazione dei documenti degli archivi storici è stata disciplinata, da ultimo, in provincia di Trento, dalla deliberazione della Giunta provinciale n. 80 del 29 gennaio 2016 (paragrafo 10), che ovviamente tiene conto della normativa nazionale sulla materia e in particolare del D.lgs. 42/2004 "Codice dei beni culturali e del paesaggio". Oltre a quanto sopra esposto, la deliberazione prevede che, nello svolgimento delle sue ricerche, l'utente debba osservare quanto previsto dal "Codice di deontologia e di buona condotta per i trattamenti di dati personali per scopi
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storici", che dovrà essere da lui sottoscritto (in particolare le "Regole di condotta per gli utenti e condizioni per la liceità dei relativi trattamenti" sono contenute nel Capo III). L'utente ha inoltre la responsabilità penale e civile per reati o danni derivanti a persone o ad enti dalla diffusione di notizie contenute nei documenti consultati. E' esclusa in ogni caso la possibilità di ottenere in prestito i documenti. Gli atti dell'archivio storico non debbono essere asportati dall'archivio stesso neppure per uso interno dell'ente, se non per breve tempo e sotto il controllo del segretario o dell'archivista, che deve provvedere alla loro ricollocazione. Se il comune è dotato di un servizio continuativo di consultazione al pubblico, i documenti debbono essere consultati presso la sala di studio. Quando manchi un locale di consultazione, questa può avvenire presso un ufficio dell'ente o anche presso la biblioteca.
Condizioni di riproduzione La riproduzione dei documenti dell'archivio storico comunale è di norma consentita, facendone richiesta al comune, secondo le modalità stabilite dallo specifico regolamento d'archivio. L'ente può rifiutare la fotoriproduzione (microfilmatura e fotografia) dei documenti solo per comprovati motivi, quali, ad esempio, l'impossibilità di procedere alla stessa a causa del cattivo stato di conservazione dei documenti, il fatto che i documenti da riprodurre siano in corso di riordino, di restauro ecc. L'ente può inoltre disporre l'uso di particolari cautele, come ad esempio l'esecuzione delle riprese con luce naturale, soprattutto nel caso in cui si intendano riprodurre documenti in cattivo stato di conservazione, su supporto fragile ecc. Nei procedimenti di riproduzione vanno comunque evitate quelle manovre che potrebbero compromettere l'integrità dei singoli documenti o delle unità archivistiche che li contengono, evitando ad esempio di forzare l'apertura dei documenti, di apporvi elastici, pesi o altro, di contrassegnarli in alcun modo, di porvi annotazioni, di modificarne l'ordine, di danneggiare o rimuovere contenitori, legature ecc., di appoggiarsi agli stessi o appoggiarvi le attrezzatture per le riprese e così via. Del materiale ottenuto in copia per uso personale non è ammessa la duplicazione, divulgazione, diffusione e spaccio al pubblico da parte dell’utente. Per poter pubblicare la riproduzione fotografica di un documento (o parte di esso) è necessario presentare all'ente proprietario dell'archivio una richiesta di autorizzazione e citare il fondo archivistico da cui la riproduzione è stata tratta nonché l'istituto conservatore.
Bibliografia CASETTI A., Guida storico-archivistica del Trentino, Trento, 1961, pp. 94-96
Nota dell’archivista La scheda è stata compilata utilizzando le fonti archivistiche del comune di Bosentino, in particolare le serie delle deliberazioni degli organi amministrativi e le serie del carteggio e degli atti e la "Guida storico-archivistica del Trentino" di A. Casetti.
Fonti normative Circolare del Ministero dell'interno Div. III, Sez. II, 1 marzo 1897, n. 17100-2, 'Istruzioni per la tenuta del
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protocollo e dell'archivio per gli uffici comunali'
Circolare della Giunta provinciale della Contea principesca del Tirolo 31 agosto 1914, n. 2157/VI/1, 'Custodia degli atti d'archivio dei comuni del Tirolo italiano'.
Circolare dell'Ufficio del registro di Trento, 20 aprile 1924, riguardante la tenuta del repertorio degli atti soggetti a registro
Circolare del Ministero dell'Interno 25 giugno 1966, n. 39, Norme per la pubblicazione degli inventari
Deliberazione della Giunta provinciale di Trento 29 marzo 1993 n. 3692, Approvazione delle direttive circa i requisiti dei locali, i criteri generali di ordinamento ed inventariazione, nonché di organizzazione degli archivi (art. 28, comma 2 L.P. 14 febbraio 1992, n. 11)
Legge provinciale 17 febbraio 2003, n. 1, Nuove disposizioni in materia di beni culturali
Codice in materia di protezione dei dati personali, D.Lgs. 30 giugno 2003, n. 196
Deliberazione della Giunta provinciale n. 80 del 29 gennaio 2016: "Direttive generali circa l'organizzazione, i criteri generali di ordinamento e inventariazione, la gestione nonché la corretta conservazione degli archivi di competenza della Provincia autonoma di Trento"
Note 1. Archivio della Soprintendenza per i beni librari e archivistici della Provincia autonoma di Trento, "Archivi dei comuni", Comune di Bosentino, ottobre 1976; 2. A. CASETTI, "Guida storico - archivistica del Trentino", Trento, 1961, p. 95 3. ACBos., 1.1 "Comune di Bosentino (ordinamento austriaco)", 1. "Deliberazioni della Rappresentanza comunale", 1880 - 1924, n.1; 4. ACBos., 1.3 "Comune di Bosentino", 7."Carteggio ed atti ordinati per annata", 1947-1975, n. 34, 1961
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fondo 1 Comune di Bosentino, 1825 - 1975 {2}
250 buste, 212 registri, 5 mappe, 1 schedario; metri lineari 36.8
Soggetti produttori Comune di Bosentino, 1818 gennaio 1 - 1923 gennaio 12
Comune di Bosentino, 1923 gennaio 13 - [1929 gennaio 26]
Comune di Bosentino, 1947 marzo 15 - 2015 dicembre 31
Storia archivistica Per le vicende dell'archivio si rinvia a quanto scritto nella scheda relativa al Superfondo Comune di Bosentino.
Modalità di acquisizione e versamento Il fondo è sempre stato e rimane tuttora di proprietà del comune, che ne è il soggetto produttore.
Contenuto Il fondo raccoglie tutto il materiale documentario, fino ad ora conservato, prodotto dal comune di Bosentino nel corso della sua attività fino al 1975. Esigua è la documentazione anteriore al 1929, mentre completa e in buono stato di conservazione è la documentazione prodotta dal 1947 al 1975. Altra documentazione della comunità di Bosentino, costituita da pergamene, statuti, estimi, registri delle colte, rese di conto degli amministratori comunitari, atti relativi ad una causa ecc., si trova nei fondi dell'Archivio di Stato di Trento affidati in custodia e manutenzione alla Provincia autonoma di Trento, ai sensi del Decreto legislativo 15 dicembre 1998, n. 506. I documenti sono descritti più dettagliatamente nel campo relativo alla documentazione collegata.
Strutture aggregate Fondo Amministrazione separata degli usi civici (ASUC) di Bosentino Fondo Congregazione di carità di Bosentino Fondo Ente comunale di assistenza (ECA) di Bosentino Fondo Patronato scolastico di Bosentino Fondo Ufficio del Giudice conciliatore di Bosentino Fondo Scuola elementare di Bosentino Fondo Delegazione comunale della Croce rossa italiana (CRI) di Bosentino
Documentazione collegata
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Comunità di Bosentino e Migazzone - "Statuti della regola di Bosentino et Mugazzon", con successive aggiunte di capitoli. Approvazioni e conferme vescovili (1645-1777), 1560-1719, registro; - Estimo della comunità (registro restaurato), 1492; - Estimo della comunità, sec. XV, registro; - Estimo della comunità, 1609, registro; - "Libro della colta dreta del comun di Bosentin e Mugazon de casa in casa si delli ben comunanti come anco delli forestieri…", 1689 (con annotazioni posteriori), registro; - "Sumario della colta risultante dal catastro di Bosentino e Mugazzone riformato l'anno 1723", 1723 (con aggiornamenti posteriori), registro; - "Sumario della colta risultante dal catastro di Bosentino e Mugazzone riformato l'anno 1748" (registro mutilo), 1748 (con aggiornamenti posteriori), registro; - "Sumario della colta risultante dal catastro novo di Bosentino e Migazzone riformato l'anno 1787", 1787 (con annotazioni posteriori); - "Quaderneto della vila di Lona". Estimo (registro restaurato, 1986), Sec. XVII, registro; - Libro delle rese di conto dei sindaci della comunità, 1647-1701, registro; - Libro delle rese di conto dei sindaci della comunità, 1701-1807, registro; - "[Libro di] rese di conti dela… comunità di Bosentino e Migazone. 1761", 1761-1797, registro; - Libro delle rese di conto dei sindaci della chiesa filiale di S. Giuseppe di Bosentino (fatte presso la canonica di Calceranica), 1777-1811, registro; - Istrumenti (composizione, affitto, compravendita, locazione perpetuale, liberazione, absolutio, transazione, convenzione e transazione, copie semplici e autentiche) 1582-1793,8 quaderni; - Theologia dogmatica, manoscritti compilati a cura di Alessandro Ferrari (fascc. nn. 10, 18, 24), 1828-1829, 3 volumi; - Documento presentato nella causa tra i fratelli Tabarelli de Fatis e i consoli e abitanti di Bosentino, 1759, cc. scritte 3; - Documentazione relativa ad una causa tra i consorti del Monte di Faè di Bosentino 1815-1820, cc. scritte 30; - Carteggio, circolari, ordini e regolamenti a stampa provenienti da autorità superiori, 1743-1871, cc. scritte 18 Fondi dell'Archivio di Stato di Trento affidati in custodia e manutenzione alla Provincia autonoma di Trento ai sensi del Decreto legislativo 15 dicembre 1998, n. 506. Vedi anche: Serie Cessato comune di Bosentino - Vigolo Vattaro. Pergamene
Criteri di ordinamento e inventariazione Il fondo archivistico al momento del presente intervento si presentava in uno stato di disordine, in quanto la documentazione non era sistematicamente organizzata per fondi, serie e unità; inoltre era privo di strumenti di corredo. Con le operazioni di riordino la documentazione è stata ripartita in subfondi sulla base delle cesure storico-istituzionali; tali subfondi sono costituiti dagli atti prodotti dal comune di ordinamento austriaco (1818-1923), dal comune di
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ordinamento italiano precedente alla soppressione avvenuta nel 1928 (1923-1929) e dal comune di ordinamento italiano dopo la ricostituzione in comune autonomo (1947-1975); all'interno dei subfondi sono state ricostituite le serie archivistiche, alle quali sono state ricondotte le singole unità. Per le informazioni relative ai vari subfondi si rinvia alle relative schede.
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Ente
Comune di Bosentino {3}
1818 gennaio 1 - 1923 gennaio 12
Luoghi Bosentino
Archivi prodotti Fondo Comune di Bosentino, 01/01/1825 - 31/12/1975 Subfondo Comune di Bosentino (ordinamento austriaco), 01/01/1825 - 31/12/1925
Storia Nell'ottobre del 1813 le truppe austriache occuparono il Dipartimento dell'Alto Adige. Il 10 dicembre esso venne posto sotto l'amministrazione provvisoria del commissario Anton von Roschmann. Il 1 marzo 1814 Roschmann emanava la "Provvisoria organizzazione delle autorità politiche e lo stabilimento delle massime fondamentali per l'attuale amministrazione del Tirolo italiano ed illirico", al cui §5 delle "Disposizioni generali", "Titolo primo", veniva stabilita salvo modifiche improrogabili, la prosecuzione della precedente distrettualizzazione comunale. Terminata la fase di transizione, il 1 gennaio 1818 entrò in vigore nel Circolo di Trento un provvisorio ordinamento comunale, in applicazione della Circolare del Capitanato di Trento del 4 novembre 1817. Nel Circolo di Rovereto l'ordinamento comunale italico fu mantenuto fino al 31 dicembre 1820. Il 1 gennaio 1821 venne introdotto il "Regolamento delle Comuni e dei loro Capi nel Tirolo e nel Vorarlberg" del 26 ottobre 1819. Esso sanciva la ricostituzione dei comuni sulla base della situazione esistente nel 1805, prima dell'occupazione bavarese. Con il decadere dell'ordinamento comunale introdotto sotto il Regno italico cessava anche la relativa distrettualizzazione e la gran parte delle frazioni chiedevano di sciogliere il legame amministrativo con il comune di aggregazione. La Legge provvisoria comunale del 17 marzo 1849 regolò i diritti fondamentali dei comuni, garantiti dal §33 della costituzione del 4 marzo 1849. Negli anni dal 1849 al 1860, soprattutto nelle Valli Giudicarie, alcuni comuni operarono delle aggregazioni, molte delle quali furono seguite di lì a qualche anno da nuove separazioni. Nel periodo del cosiddetto "neoassolutismo" (1851 - 1861) la legge del 17 marzo 1849 non venne applicata e per la gestione dei comuni ci si avvalse di ordinanze emanate di volta in volta. La legge comunale del 24 aprile 1859, che intendeva rendere stabili dette ordinanze, venne superata dalla ripresa della vita costituzionale nel 1861 e nell'amministrazione dei comuni si tornarono a recepire i principi che erano alla base della legge comunale provvisoria del 1849. Il 5 marzo 1862 venne emanata la legge-quadro sull'ordinamento degli affari comunali, che rimandava a normative da elaborarsi da parte delle province. Il 9 gennaio 1866 veniva emesso un "Regolamento comunale per la Contea principesca del Tirolo".
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Con il trattato di St. Germain del 10 settembre 1919, a seguito della sconfitta dell'Austria nella prima guerra mondiale, il Trentino venne annesso al regno d'Italia. L'ordinamento comunale austriaco cessava con l'entrata in vigore del Regio Decreto dell'11 gennaio 1923, che estese alle nuove province l'ordinamento comunale italiano.
Bosentino si trova ai margini orientali dell'altopiano della Vigolana. E' un antico villaggio il cui toponimo è attestato nel 1216. Nel Medioevo la zona dipendeva dal Principato vescovile di Trento, ma ecclesiasticamente dalla Diocesi di Feltre fino al 1786. Vattaro, Bosentino e Migazzone, appartenenti alla Pretura di Trento, nel 1314 vennero ceduti dal vescovo Enrico da Metz a Siccone di Caldonazzo. Nel 1344 il vescovo Nicolò da Brno pretese la restituzione dei tre paesi. Da allora la giurisdizione civile sui tre villaggi non fu più esercitata dai Caldonazzo, ai quali restò solamente il diritto di regolania su Bosentino. Nel secolo XV Bosentino venne ricongiunto alla Pretura di Trento, alla cui giurisdizione appartenne fino al 1803. La comunità di Bosentino era dotata di Carta di regola fin dal 1560. Durante il Regno d'Italia napoleonico (Regno italico), Bosentino venne unito, con Vattaro, al comune di Vigolo Vattaro. Il I gennaio 1818 il comune di Bosentino venne ricostituito. Nell'ambito della restaurazione vennero ripristinati i vecchi giudizi feudali. Nel 1842 gli ultimi giudizi patrimoniali vennero trasformati in giudizi distrettuali sotto il controllo dello Stato. Il 30 maggio 1849, con una petizione, il comune di Bosentino chiese di non essere aggregato al comune di Caldonazzo come previsto nel progetto elaborato dal Giudizio distrettuale di Levico. Durante la guerra del 1866 fra l'Austria e l'Italia sabauda, Bosentino rispose all'istanza del comando militare austriaco inviando un contingente di 10 volontari per la comune difesa. Con la guerra del 1914 e la successiva entrata nel conflitto dell'Italia, le popolazioni trentine che si trovavano sulla linea del fronte, furono trasferite nelle retrovie e così nel maggio del 1915 la popolazione di Bosentino venne evacuata a Mitterndorf in Moravia. Superata la fase più acuta della guerra sul fronte trentino, a partire dall'estate 1917, gli abitanti di Bosentino cominciarono il rientro verso casa. Nel novembre 1918, a Bosentino, la fine del conflitto venne celebrata anche con la decisione della rappresentanza comunale di dare alle vie principali del paese "un nome che rammenti ai presenti ed ai posteri il fausto avvenimento dell'entrata dell'esercito liberatore...". Nei primi mesi del 1922 si tennero le prime elezioni amministrative e nel gennaio 1923 anche Bosentino recepì l'entrata in vigore dell'ordinamento comunale italiano. Il territorio del comune di Bosentino corrispondeva all'omonimo comune catastale confinante con Vattaro, Vigolo Vattaro, Pergine Valsugana, Besenello, Calceranica al Lago e Caldonazzo.
Le date riportate nell'intestazione sono quelle istituzionali.
Condizione giuridica
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Con il regolamento comunale del 26 ottobre 1819, n. 168, i comuni del Trentino vennero divisi, a seconda della loro importanza, in tre categorie: comuni di campagna, città minori (Riva e Arco) e centri urbani maggiori (Trento e Rovereto). Bosentino faceva parte dei comuni di campagna. Ancora prima dell'effettivo decadere degli ordinamenti comunali italici furono emanate dal governo austriaco alcune norme riguardanti i comuni. La circolare riguardante il "Metodo di stendere in avvenire i conti della facoltà delle Giurisdizioni e dei Comuni" (Circolare governativa del 31 agosto 1817, n. 20934 - 1760) ripristinava le regole introdotte in tale ambito da Giuseppe II con l'ordinanza del 31 ottobre 1785. La circolare del Capitanato di Trento datata 4 novembre 1817, n. 11135/3818, stabiliva il passaggio nel Circolo di Trento dall'organizzazione italica a quella austriaca, che doveva compiersi con il 1° gennaio 1818. Ciò significava che le ex comunità divenute frazioni di comuni maggiori in epoca napoleonica potevano ricostituirsi in comuni autonomi. Il già citato regolamento del 1819 ("Regolamento delle Comuni e dei loro Capi nel Tirolo e nel Vorarlberg") ribadiva il ritorno all'organizzazione del 1805 e venne introdotto nel Tirolo italiano con il 1 gennaio 1821. Tale regolamento rimase in vigore per circa trent'anni ovvero fino all'emanazione della Legge comunale provvisoria del 17 marzo 1849, n. 170. Durante gli anni del neossolutismo (1851 - 1861), una serie di ordinanze emanate di volta in volta annullò i principi liberali cui si atteneva la legge del 1849. Tra esse, quelle del 31 dicembre 1851, n. 4 (che stabiliva nuovi criteri nell'amministrazione pubblica), del 19 marzo 1852, n. 67 (che conferiva alle autorità politiche il diritto di confermare gli ufficiali comunali), del 15 gennaio 1852, n. 17 (che vietava la pubblicità delle discussioni in merito agli affari comunali). La legge-quadro del 5 marzo 1862, n. 18, passata alle diete provinciali per la discussione, elencava in ventisei articoli "le disposizioni fondamentali per l'ordinamento degli affari comunali" e rimandava a future leggi provinciali che avrebbero predisposto i regolamenti comunali nei diversi paesi della corona. La legge del 3 dicembre 1863, n. 115, emanata in esecuzione dell'art. II della legge comunale del 5 marzo 1862, concerneva la regolazione dei rapporti di incolato (Reichsgesetz über das Heimatrecht). Il 9 gennaio 1866, sulla base delle disposizioni fissate nella legge comunale del 5 marzo 1862, veniva emanato dalla Dieta di Innsbruck il "Regolamento comunale per la Contea principesca del Tirolo". Infine, le leggi del 18 gennaio 1882, n. 2, e dell'8 giugno 1892, n. 261, furono motivate dalla necessità di mettere in atto un maggior controllo circa l'amministrazione del patrimonio e dei redditi comunali.
Funzioni, occupazioni e attività Per tutto il periodo che precedette la rivoluzione del marzo 1848 (il Vormärz) i comuni furono interamente sottoposti alle autorità superiori, con scarsa partecipazione delle popolazioni alla gestione locale. Nella circolare "Metodo di stendere in avvenire i conti della facoltà delle Giurisdizioni e dei Comuni" del 31 agosto 1817, le comunità erano suddivise in comuni rurali e comuni di Città (§6); i primi erano distinti in comuni maggiori e "piccioli comuni" (§7). Dei comuni di città, per l'ambito trentino, facevano parte Trento, Rovereto, Riva, Arco.
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La circolare del Capitanato di Trento del 4 novembre 1817, n. 11135, riguardante l'organizzazione e futura amministrazione dei comuni nel Circolo di Trento, stabiliva tra l'altro l'osservanza, a partire dal 1 gennaio 1818, dell'ordinanza governiale del 31 ottobre 1785 per l'amministrazione dei beni di ciascun singolo comune (l'ordinanza era annessa alla circolare del 3 aprile 1816, n. 7624). Il "Regolamento delle Comuni e dei loro Capi nel Tirolo e nel Vorarlberg" del 26 ottobre 1819, ribadiva il ritorno alle antiche individualità comunali vigenti fino al 1805, sciogliendo le aggregazioni introdotte sotto il Regno italico. Esso era rivolto alle "Comuni di campagna", alle "Città minori considerate come Comuni", alle "Città maggiori considerate come Comuni". La legge provvisoria comunale del 17 marzo 1849, n. 170, emanata parallelamente alla nuova costituzione del 4 marzo 1849, contemplava per i comuni un livello di autogoverno al passo con le esigenze delle dottrine liberali. Essa affermava preliminarmente che "Base fondamentale dello Stato libero si è il libero Comune" (Disposizioni generali, I), attribuendo al comune competenze naturali (concernenti tutti gli affari pubblici di interesse comunale che potevano essere affrontati con forze proprie) e delegate (riguardanti i compiti che al comune venivano affidati dallo stato). Alle autorità politiche non spettava alcuna ingerenza nei confronti dei comuni, la cui gestione era interamente affidata agli organi previsti per l'autoamministrazione. La legge comunale provvisoria considerava alla medesima stregua paesi e città, tuttavia prevedeva l'emanazione di statuti propri per le città di Innsbruck, Bolzano e Trento, alle quali, sottoposte direttamente ai Capitanati circolari, era inoltre conferita l'amministrazione politica in prima istanza per il proprio distretto. Con l'avviarsi della compagine statale verso forme assolutistiche venne svuotato, attraverso l'emanazione di una serie di ordinanze che ne contraddicevano i principi, lo spirito della Legge provvisoria comunale del 1849. Tali disposizioni del Ministero degli Interni, insieme al complesso delle ordinanze degli anni 1850 e 1851 e a frammenti della legge comunale del 1849, costituirono i fondamenti dell'amministrazione comunale per un intero decennio. La legge comunale del 24 aprile 1859, n. 58, fu espressione della volontà del governo di accentrare nelle proprie mani tutta la pubblica amministrazione e non considerò più i comuni quali partner degli organi dell'amministrazione politica. Di tale legge solo le disposizioni sull'incolato furono applicate. Nel medesimo anno veniva emanata la patente di ottobre, mentre la costituzione del febbraio 1861 chiuse ufficialmente il periodo del neoassolutismo. Al termine di tale esperienza si impose subito la necessità di rinnovare, alla luce dei nuovi indirizzi liberali, l'apparato statale e di conferire una diversa impronta anche all'organizzazione comunale, secondo i princìpi di autoamministrazione. La legge-quadro del 5 marzo 1862, n. 18, forniva solo una cornice normativa, il cui completamento era affidato poi alle leggi provinciali. Essa elencava pertanto solo "le disposizioni fondamentali per l'ordinamento degli affari comunali". Dal punto di vista delle competenze, delle funzioni e dell'ambito di attività dei comuni non si discostava di molto dagli indirizzi impressi alla normativa del 1849. Il comune, che era il principale depositario dell'autogoverno locale, non veniva considerato come organo dello stato, ma come un soggetto a sé stante, caratterizzato da interessi specifici e dotato perciò di un raggio d'azione proprio. Veniva pertanto ribadito quale punto fermo il conferimento ai comuni di una doppia sfera d'azione: quella naturale (tale espressione in questa legge veniva sostituita dal termine "indipendente") e quella delegata.
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Dell'art. VII, che permetteva ai comuni aggregatisi in base alla legge provvisoria del 17.3.1849 di tornare a scindersi, approfittarono, nell'ambito trentino, i comuni del Capitanato di Tione che in precedenza avevano operato tale scelta. La legge del 5 marzo 1862 ribadiva agli artt. XVII - XXI la possibilità per le Diete provinciali di istituire delle Rappresentanze di Distretto o di Circolo (previste anche nella legge comunale del 1849 e mai attivate) con relative Giunte, quali organi di raccordo tra i comuni e la Dieta, ma la Dieta tirolese rifiutò l'istituzione di dipartimenti politici così estesi, a motivo delle grandi distanze del paese e delle difficoltà di comunicazione. Il "Regolamento comunale per la Contea principesca del Tirolo" emanato il 9 gennaio 1866, quanto a competenze, funzioni e ambito di attività dei comuni, era conseguente alla legge del 5 marzo 1862. Un marcato autogoverno, con aspetti sia positivi sia negativi, da allora in poi caratterizzò le amministrazioni locali in Austria.
Nel corso dei secoli l'attività principale degli abitanti di Bosentino è stata l'agricoltura, la pastorizia e la selvicoltura. Le colture più diffuse erano alberi da frutto (peri, noci, castagni), prati da fieno e da pascolo e tutte le essenze caratteristiche dell'agricoltura montana cosiddetta di sussistenza. Durante la sua attività, il Comune di Bosentino si occupò d'amministrare il proprio patrimonio formato da prati, zone arative, pascoli, boschi e da edifici. La scarsità della documentazione, permette di segnalare relativamente pochi avvenimenti tra i quali: la stesura dei progetti per l'acquedotto di Bosentino, il rifacimento delle scale e del campanile della chiesa, la manutenzione dell'appartamento destinato ai maestri, gli appalti per la vendita del pane, la costruzione dell'edificio scolastico e la costante piantagione di ontani nei boschi comunali. Dai verbali delle deliberazioni della Rappresentanza comunale emergono le difficoltà economiche in cui il comune di Bosentino si trovava in questo periodo storico, come attestano i bilanci comunali spesso in disavanzo, la richiesta di poter ridurre da tre a due i corpi elettorali previsti per legge, il non poter contribuire, causa le ristrettezze della cassa, a richieste di contributi in denaro, come ad esempio quella di partecipare alla costruzione del monumento a Dante a Trento. Sono testimoniate inoltre le difficoltà a reperire risorse per la scuola del paese e per il pagamento del medico condotto. Nel primo dopoguerra si cominciò ad intravedere qualche segnale di ripresa. Nel 1921 fu possibile approvare, ad esempio, un contratto di fornitura di energia elettrica da parte del municipio di Trento, da poter utilizzare "oltre che per l'illuminazione e forza motrice anche per riscaldamento". Il comune di Bosentino concorse alla gestione del Consiglio scolastico locale, del legato Bortolazzi, partecipò alla Rappresentanza del Circondario sanitario dei comuni Vigolo Vattaro, Vattaro e Bosentino, alla Condotta veterinaria di Levico, aderì al Consorzio della Provincia e dei comuni trentini, al Consorzio esattoriale fra i comuni di Vigolo Vattaro, Vattaro e Bosentino e al Consorzio provinciale per la vigilanza igienica.
Struttura amministrativa Nel periodo del Vormärz l'amministrazione dei comuni in Austria fu in stretta dipendenza dagli apparati statali. I rappresentanti scelti dagli abitanti furono solo autorità esecutive e consultive. L'amministrazione locale risultava burocraticamente complicata e spesso economicamente svantaggiosa.
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La circolare del Capitanato di Trento del 4 novembre 1817, n. 11135, quanto alla futura organizzazione amministrativa dei comuni nel Circolo di Trento stabiliva la nomina di una rappresentanza comunale e di un capocomune coadiuvato da altro personale: un attuario, degli assistenti, un cassiere (con il compito di incassare le rendite comunali e di pagare le spese), delle guardie boschive e campestri. Il capocomune avrebbe convocato la rappresentanza secondo la necessità, dietro concessione del giudizio distrettuale e alla presenza di un rappresentante di quest'ultimo organo. I conchiusi della rappresentanza andavano registrati in un apposito libro sottoscritto dal capocomune, dall'attuario e dal delegato del giudizio distrettuale. Compiti delle nuove rappresentanze comunali e dei capicomune erano: - la stesura di un accurato inventario del patrimonio comunale, distinguendo l'attivo dal passivo ed evidenziando le diverse voci; - la corretta tenuta degli atti; - la presentazione dei conti consuntivi e degli eventuali arretrati; - la consegna degli atti degli archivi comunali presenti nell'ex comune di aggregazione; - la consegna all'archivio del giudizio dei registri di stato civile; - la presentazione del rendiconto, secondo l'ordinanza del 1785. Il "Regolamento delle Comuni e dei loro Capi nel Tirolo e nel Vorarlberg" del 26 ottobre 1819 stabiliva che i comuni di campagna dovessero eleggere: - un capocomune, con il compito di mantenere l'ordine e la polizia; - due deputati, quali assistenti del capocomune e, in caso di assenza di quest'ultimo, suoi sostituti; - un cassiere (per la cui attività si rimandava alle norme del 31.10.1785 e del 3.4.1816), che amministrava i beni comunali, sotto il controllo del capocomune e dei deputati; - un esattore steurale (o esattore comunale), addetto alla riscossione delle tasse (che non dovevano confondersi con i denari del comune); - un certo numero di guardie campestri agli ordini del capocomune, "mantenute mediante contribuzioni in denaro, o in prodotti naturali, ovvero mediante assegnazioni di fondi comunali, od altri emolumenti"; I modi e i termini delle elezioni alle cariche comunali non erano specificati. Si sottolineava unicamente: - la facoltà del rispettivo giudizio distrettuale (sovrano o patrimoniale) di respingere le nomine in caso di inammissibilità degli eletti; - l'incompatibilità a ricoprire più uffici; - l'obbligo fatto a ogni membro abile del comune, che riecheggiava l'antica consuetudine degli uffici conferiti a rotazione, di assumere almeno per un anno incarichi comunali (con possibilità di conferma successiva, su desiderio del comune e assenso rilasciato dal relativo giudizio distrettuale); - l'abolizione delle figure dei sindaci, dei segretari e di altri scrivani; - la permanenza dei comuni e dei capicomune sotto l'autorità dei giudizi distrettuali (si era ritornati a un sistema dove l'amministrazione giudiziaria non era separata da quella politico-economica); - la nomina da parte del giudizio distrettuale di competenza, nei comuni lontani dalla sede giudiziaria, di delegati o giurati per facilitare l'amministrazione.
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Il regolamento comunale del 1819, uno strumento legislativo troppo sommario e superficiale, rimase in vigore per quasi trent'anni. Più dettagliata anche in merito all'organizzazione amministrativa fu la Legge provvisoria comunale del 17 marzo 1849, n. 170. La legge distingueva tra membri comunali e stranieri e, all'interno dei primi, tra cittadini del comune e "pertinenti". Il diritto di voto attivo e passivo, legato al censo, era inoltre riservato ai cittadini e ai "pertinenti" (ma questi ultimi solo se rivestivano uffici pubblici). Gli organi previsti erano: la rappresentanza e la deputazione comunale. La rappresentanza comunale, di durata triennale, le cui sedute erano pubbliche e le cui deliberazioni erano valide alla presenza di almeno 2/3 dei membri (o sostituti) e a maggioranza assoluta dei votanti, era costituita nei comuni con meno di 100 elettori, almeno da 8/9 soggetti; nei comuni con più di 100 elettori, da 10 soggetti, cui se ne aggiungeva uno per ogni venti elettori oltre i cento; nei comuni con più di 1000 elettori, da un soggetto in più ogni cento elettori oltre i mille. I suoi compiti, che delineavano un ampio raggio di azione, erano: tutelare gli interessi del comune e provvedere ai bisogni del medesimo; rendere pubblici, tramite inventari, sostanze e diritti comunali; operare per un'adeguata rendita della sostanza comunale; controllare che i singoli membri del comune non ricavassero rendite superiori alle loro necessità dalle sostanze comunali a essi assegnate; investire le eccedenze delle rendite del comune per aumentarne il patrimonio; approntare i preventivi annuali delle entrate e delle spese e, in caso di disavanzi, provvedere mediante sovrimposte (oltre una certa cifra, soggette ad approvazione da parte della rappresentanza comunale di Circolo); accedere a mutui nell'interesse del comune (oltre certe quote essi pure soggetti ad approvazione da parte della rappresentanza comunale di Circolo o concessi tramite leggi provinciali); fissare gli emolumenti degli impiegati e degli inservienti comunali e nominare gli organi amministrativi degli stabilimenti comunali di propria competenza; eleggere un proprio cassiere; destinare un soggetto alle mansioni di cancelleria; sopperire alle necessità dei poveri; assegnare i fondi necessari alle istituzioni di polizia per il mantenimento dell'ordine interno; far controllare periodicamente nel corso dell'anno i conti di cassa; in caso di necessità sottoporre a controllo la gestione della deputazione; sempre in caso di necessità nominare commissioni per il controllo delle imprese comunali e altre commissioni, scegliendone i componenti; riunirsi due volte l'anno in seduta ordinaria per esaminare, nell'inverno il conto consuntivo, nell'estate il preventivo e per discutere sugli affari comunali; riunirsi in sedute straordinarie in casi urgenti (anche su richiesta scritta di almeno due terzi dei membri); per ogni seduta tenere un protocollo (firmato dal presidente e dal segretario), da conservare nell'archivio a disposizione del pubblico. La deputazione comunale, di durata triennale, eletta a maggioranza assoluta, aveva il compito preminente di rendere esecutive le deliberazioni della rappresentanza, era composta dal podestà (capocomune per i centri minori) e due consiglieri. Il podestà presiedeva le sedute della rappresentanza e ne convocava i membri; rappresentava il comune nei suoi rapporti esterni, in questioni civili e amministrative; sottoscriveva documenti comportanti obblighi del comune verso terzi; eseguiva le deliberazioni della rappresentanza (se esse erano in opposizione alle vigenti leggi o a danno del comune ne trasferiva l'oggetto all'autorità distrettuale); amministrava il patrimonio comunale attenendosi rigorosamente al preventivo; per spese urgenti e straordinarie chiedeva l'approvazione della rappresentanza; a fine anno amministrativo trasmetteva a essa il conto consuntivo dell'entrata e dell'uscita, corredato dai relativi documenti; sulla base di quest'ultimo, formava il preventivo sottoponendolo alla rappresentanza; gli erano subordinati tutti gli impiegati e
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inservienti comunali; esercitava funzioni di polizia riguardo a nettezza urbana, sanità, poveri, strade, incendi, mercati, buon costume, domestici, cippi confinari, sicurezza delle persone e delle proprietà; doveva procacciarsi i mezzi per adempiere ciò ed era responsabile di eventuali omissioni; doveva impedire la questua e allontanare i mendicanti. Alla deputazione spettava comminare pene pecuniarie (o in prestazioni di lavoro) in relazione ai tre precedenti punti, tenendone protocollo. I due consiglieri, il più anziano dei quali sostituiva il podestà in caso di suo impedimento, dovevano prestarsi all'esecuzione degli ordini dello stesso. Nella temperie neoassolutista l'organizzazione amministrativa dei comuni si resse in base a disposizioni provvisorie, in attesa che venisse elaborata la legge comunale del 24 aprile 1859, n. 58. Essa, rispetto alle ordinanze transitorie, ribadiva la necessità di un'approvazione delle autorità nella scelta degli ufficiali comunali. Il borgomastro stesso era designato dalle autorità su proposta di una terna di soggetti scaturiti dalle votazioni. Decaduta la legge precedente con il mutare della situazione politica, la legge-quadro del 5 marzo 1862 non si scostava di molto dagli indirizzi impressi dalla normativa del 1849 ed era in consonanza con l'avvento del liberalismo negli organi di governo dell'impero. Essa tutelava maggiormente i diritti dei singoli e perciò toglieva le precedenti limitazioni nell'accesso al comune e ai diritti elettorali. Il "Regolamento comunale per la Contea principesca del Tirolo" del 9 gennaio 1866 aggiungeva poche novità rispetto all'organizzazione amministrativa dei comuni prevista dalla legge provvisoria del 1849. Emergeva la forte posizione del capocomune, dotato di molte competenze e con i consiglieri nella mera posizione di aiutanti. In particolare al capocomune era affidato il disimpegno di molti affari derivanti dalla sfera d'azione delegata dallo stato al comune (ad esempio il diritto di punire nell'ambito dell'esercizio della polizia locale, §57). Veniva semplificato il modo di formare la rappresentanza comunale: - nei comuni costituiti da meno di 100 elettori, 9 o 8 membri a seconda dell'istituzione di tre o due corpi elettorali; - da 100 a 300 elettori, 12 membri; - da 301 a 600 elettori, 18 membri; - da 601 a 1000 elettori, 24 membri; - più di 1000 elettori, 30 membri. Questo regolamento, così come quello del 1862, era rivolto esclusivamente a paesi e borgate di dimensioni contenute, essendo le città maggiori ormai dotate di statuto proprio. Al regolamento comunale del 9 gennaio 1866 era annesso il "Regolamento elettorale per i Comuni della Contea principesca del Tirolo", grazie al quale i ceti più facoltosi mantenevano il controllo delle amministrazioni comunali. Rispetto alla linea del governo, prevalse il punto di vista dei conservatori tirolesi riguardo alle limitazioni nell'accettazione nel comune di nuovi membri. Con il progressivamente sempre più esteso diritto di voto presso il parlamento dell'Impero, la base sociale degli elettori delle rappresentanze comunali, paradossalmente, rimase spesso più bassa. Allo scoppio della guerra le amministrazioni comunali caddero sotto il controllo delle autorità politiche.
Fino al 1918 l'autorità comunale era rappresentata dal capocomune, che con il 22 dicembre dello stesso anno venne denominato sindaco secondo l'uso italiano.
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Nel 1919 la rappresentanza comunale di Bosentino era presieduta dal sindaco Abramo Pasqualini, già capocomune; poi, con le elezioni amministrative del febbraio 1922, secondo quanto prescritto dal Regio decreto 7 ottobre 1921, n. 1393 (in attesa dell'estensione della legge comunale italiana ai territori occupati si manteneva in vigore la regolamentazione austriaca del 1866) venne eletto Enrico Pasqualini.
Contesto generale Il 21 aprile 1815 cessava il periodo di amministrazione provvisoria del Tirolo. A partire dal I maggio 1815 l'Austria incorporò ufficialmente il Dipartimento dell'Alto Adige, mentre il Congresso di Vienna confermava il passaggio dell'ex principato vescovile di Trento all'Austria. Con il 24 marzo 1816 i distretti di Trento e Bressanone ottenevano una loro rappresentanza (insufficiente per la parte italiana del territorio) alla Dieta di Innsbruck, ripristinata dopo la sua soppressione sotto la Baviera. Il 6 aprile 1818 il Tirolo venne incorporato nella Confederazione germanica, nata dalla dissoluzione dell'Impero romano germanico e succeduta alla Confederazione del Reno crollata con Napoleone. I due Capitanati di Circolo di Trento e Rovereto furono ricostituiti a partire dal I maggio 1815. L'attività della Corte di giustizia di Trento cessava; con il 20 novembre 1815 veniva eretto un Giudizio civico provinciale a Trento e successivamente un Giudizio collegiale civile e criminale a Rovereto, ciascuno con competenze per i rispettivi Circoli. Il Tribunale d'Appello e Giudizio criminale superiore aveva sede a Innsbruck, mentre l'ultima istanza giudiziaria era costituita dal Supremo Tribunale di Giustizia di Vienna. La circolare del 17 luglio 1816 stabiliva che fosse riservata ai giudizi principeschi (sovrani) la giurisdizione criminale rispetto ai ripristinati giudizi patrimoniali nobili. Con la Patente imperiale del 14 marzo 1817 il Tirolo fu diviso in 99 distretti amministrativi (più 7 nel Vorarlberg); 95 vennero amministrati da cosiddetti Giudizi cumulativi con competenze sia in materia politico-amministrativa, che giudiziaria. Furono denominati Giudizi distrettuali (Landgerichte), sia che ci si riferisse ai 44 principeschi (statali), che ai 51 patrimoniali (sottoposti a un dinasta). Entro gli anni Quaranta dell'Ottocento i dinasti rinunciarono via via ai propri residui diritti giudiziari. Il Circolo di Trento era costituito da 10 giudizi principeschi (1) e 11 patrimoniali; quello di Rovereto da 8 principeschi e 6 patrimoniali. Nei 4 distretti cittadini di Innsbruck, Bolzano, Trento e Rovereto l'amministrazione politica era di competenza dei Magistrati, istituiti in dette città rispettivamente in data 11 novembre 1820, 25 febbraio 1821, 22 novembre 1825, 28 febbraio 1823. La nuova organizzazione giudiziaria decorreva dal 1 maggio 1817. Per quanto riguardava la materia penale, l'organizzazione dei giudizi criminali, secondo la Circolare dell'I.R. Giudizio di Appello del 16 aprile 1817, prescriveva che i giudizi di prima istanza fossero: - inquirenti autorizzati anche a decidere (per la parte italiana il Giudizio civico provinciale di Trento e il Giudizio collegiale di Rovereto); - inquirenti senza diritto di decisione, detti anche Giudizi distrettuali (per la parte italiana Cles, Cavalese, Tione);
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- inquirenti competenti solo alla cattura dei sospettati di reato e all'assunzione dei rilievi informativi, detti semplicemente Giudizi (tutti gli altri). La circolare del Capitanato di Trento di data 4 novembre 1817, n. 11135, rivolta alle comunità del Circolo, esplicitava la dipendenza delle stesse dal Capitanato e dai Giudizi distrettuali. Dopo i moti del 1848 e il fallimento dell'Assemblea costituente di Vienna-Kremsier, fu pubblicata la nuova costituzione del 4 marzo 1849, la quale permetteva allo stato di tenere saldamente in pugno la trasformazione dello stesso in senso moderatamente borghese. Avendo alla base la separazione delle funzioni giudiziarie da quelle politico-amministrative, il I gennaio 1850 entrò in vigore la nuova organizzazione delle autorità politico-amministrative, in Tirolo e Vorarlberg: - una Luogotenenza a Innsbruck per tutta la provincia; - tre Reggenze di Circolo, a Innsbruck, Bressanone e Trento; - per l'esercizio delle funzioni politiche i Capitanati distrettuali (sei nella parte italiana); - per l'esercizio delle funzioni giudiziarie i nuovi Giudizi distrettuali (2) (26 per il Tirolo italiano), dotati di giurisdizione civile e penale in prima istanza. Il nuovo ordinamento giudiziario in vigore a partire dal I maggio 1850 prevedeva dunque per il Tirolo italiano: - 26 Giudizi distrettuali dotati di giurisdizione civile e penale in prima istanza; - la Corte di Cassazione di Vienna, dotata della giurisdizione penale in terza e ultima istanza; - un Senato a Trento dotato di giurisdizione civile in terza istanza e penale in seconda; - due Corti di Giustizia, a Trento e a Rovereto, dotate di giurisdizione civile in seconda istanza; - la Corte di Giustizia di Trento come Tribunale d'Appello, Corte d'Assise, Tribunale collegiale, mercantile e correzionale per la zona a nord di Trento (3); - la Corte di Giustizia di Rovereto come Tribunale d'Appello, Corte d'Assise, Tribunale collegiale, mercantile e correzionale per la zona a sud di Trento, comprese le Giudicarie; - una Camera di Commercio a Rovereto. La patente imperiale del 31 dicembre 1851 (Silvesterpatent) annullò la costituzione imperiale del 4 marzo 1849 e diede inizio al periodo del neoassolutismo. Al posto della Dieta furono attivate deputazioni "consultive" a fianco dei governatori. L'amministrazione giudiziaria e quella politica ai livelli inferiori tornarono a essere unificate. Il 6 maggio 1854 vennero introdotti anche in Tirolo gli Uffici distrettuali misti, nella parte italiana detti anche Preture, i quali eliminarono gli ampi Capitanati distrettuali e incontrarono il favore della popolazione poiché, abbracciando all'incirca le dimensioni dei vecchi giudizi, erano ben distribuiti sul territorio. La contea del Tirolo e Vorarlberg veniva divisa in quattro Circoli, con sede a Innsbruck, Bressanone, Trento e Bregenz, suddivisi in Distretti. Il Circolo di Trento per l'amministrazione politica era costituito da 25 Uffici distrettuali (Preture). Gli Uffici distrettuali corrispondevano ai Giudizi distrettuali. Per le città di Trento e Rovereto con i dintorni erano competenti i rispettivi Magistrati civici. L'autorità giudiziaria entrò in vigore a partire dal 25 novembre 1854. Il Tribunale d'Appello per l'intera contea del Tirolo era a Innsbruck.
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Per l'amministrazione della giustizia nel Tirolo italiano vi erano: - due Tribunali circolari (a Trento per i Distretti di Trento e dintorni, a Rovereto per i Distretti di Rovereto e dintorni); - a Trento e Rovereto due Giudizi distrettuali delegati urbani, che esercitavano la giustizia nelle suddette città e dintorni; - gli Uffici distrettuali misti, aventi competenze in materia giudiziaria civile oltre che in quella politica. I Giudizi inquirenti in materia penale nel Circolo di Trento erano 8 (il Tribunale di Circolo di Trento, l'Ufficio distrettuale di Borgo, l'Ufficio distrettuale di Cavalese, l'Ufficio distrettuale di Primiero, l'Ufficio distrettuale di Cles, il Tribunale di Circolo di Rovereto, l'Ufficio distrettuale di Riva, l'Ufficio distrettuale di Tione). La crisi subentrata alla sconfitta austriaca nella Seconda guerra di indipendenza italiana e alla perdita della Lombardia segnarono la fine del neoassolutismo nella monarchia e l'apertura alle forze liberali. Vennero emanate prima la legge fondamentale del 20 ottobre 1860, poi la più innovativa legge fondamentale del 26 febbraio 1861. Nel 1861, quale appendice alla legge fondamentale del 26 febbraio, venne approvato anche un nuovo regolamento provinciale per il Tirolo, il quale suscitò ancora delusione nei politici trentini a causa della loro insufficiente presenza alla Dieta: 21 deputati su un totale di 68. Da allora fino al 1914 in Tirolo, nonostante le pressioni per un rinnovamento, non furono introdotte sostanziali modifiche nella costituzione provinciale, né nei criteri della rappresentanza. La sconfitta subita ad opera dei Prussiani nel 1866 fece perdere all'Austria il ruolo-guida in Germania e provocò la cessione del Veneto all'Italia in seguito alla Terza guerra di indipendenza. L'anno seguente le pressioni ungheresi portarono alla costituzione del 21 dicembre 1867, che decretava il cosiddetto Ausgleich, il compromesso che dava vita alla duplice monarchia austro-ungarica. I due tronconi di impero mantenevano in comune esercito e finanze, ma godevano ciascuno di un'organizzazione politico-amministrativa propria. La legge del 19 maggio 1868 sull'erezione delle autorità politico-amministrative nei diversi regni della corona procedette alla completa separazione tra amministrazione politica e funzioni giudiziarie. Le autorità politiche distrettuali venivano denominate Capitanati distrettuali, creati nel 1849, decaduti durante il neoassolutismo e ora rimessi in vita, i quali erano retti da un Capitano e assorbivano l'attività politica che in precedenza era delle Preture e degli Uffici distrettuali misti. Secondo l'ordinanza del Ministero degli Interni del 10 luglio 1868, la Contea principesca del Tirolo e Vorarlberg veniva divisa in 24 Capitanati distrettuali (in vigore a partire dal 31 agosto 1868), otto dei quali per la parte italiana. Le città di Trento e Rovereto, che in base al regolamento comunale del 1862 erano state elevate a città statutarie, dal punto di vista politico-amministrativo erano equiparate ai Capitanati distrettuali, per l'ambito giudiziario invece dipendevano dall'omonimo Giudizio distrettuale. Mentre nell'ambito dell'Impero si ebbero diverse leggi elettorali, tese ad allargare sempre più il diritto di voto (1873, 1882, 1896, fino al suffragio universale maschile del 1907) nei comuni della monarchia per l'elezione delle rappresentanze comunali la base elettorale rimase notevolmente più bassa. L'ultima provincia a rinnovare il proprio ordinamento interno fu il conservatore Tirolo. Il 2 febbraio 1914 finalmente ottenne la ratifica imperiale la nuova Landesordnung tirolese, che rappresentò in parte ancora un compromesso con il vecchio ordine.
Nel 1817 fu introdotta la nuova distrettuazione austriaca, che ricalcava quella in vigore fino al 1804. L'amministrazione politica tornò a essere unita a quella giudiziaria. Furono rimessi in vita i due Circoli di Trento e Rovereto.
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In seguito alla separazione dell'amministrazione politica da quella giudiziaria introdotta con la patente imperiale del 1849 (seguita ai moti del 1848), Bosentino dipese per il primo ambito dal Capitanato distrettuale di Borgo, mentre per l'amministrazione giudiziaria fu sottoposto al Giudizio distrettuale di Levico. Nel periodo del neoassolutismo la patente del 1849 decadde e l'amministrazione politica tornò ad essere unita a quella giudiziaria; entrambe furono esercitate dagli uffici distrettuali detti appunto "misti", che nella parte italiana del Tirolo assunsero la denominazione di preture. Bosentino dal 1854 fece parte della pretura di Levico. Con la fine del neoassolutismo e l'avvento del liberalismo in Austria, nel 1868 furono ricostituiti gli ampi capitanati distrettuali per l'amministrazione politica e i più ridotti giudizi distrettuali per quella giudiziaria. Come nel 1850, Bosentino tornò a far parte per l'amministrazione politica del Capitanato distrettuale di Borgo (1868-1918) e per quella giudiziaria del Giudizio distrettuale di Levico (1868-1918). Dopo la fine della I Guerra, sotto il governo italiano, il comune di Bosentino fu sottoposto al Governatore per gli affari civili di Trento (1918-1919) e al Commissariato civile per la Venezia Tridentina, sez. XI (1919-1922), competente per la parte politico-amministrativa. Sotto il profilo ecclesiastico, la comunità di Bosentino fece riferimento a lungo a Calceranica per la partecipazione alle funzioni di culto e ai sacramenti, dal momento che durante la visita pastorale del vescovo Giacomo Rovellio del 1585 fu segnalata solamente l'esistenza di un capitello a Migazzone. Nel 1743 la chiesa di Bosentino, in precedenza cappella, venne elevata al rango di curazia della pieve di Calceranica. Diventerà parrocchia solamente nel 1956.
Fonti normative Patente sovrana 31 dicembre 1812, per l'introduzione dell'imposta d'industria nelle province del Tirolo e Vorarlberg.
Editto del commissario Anton De Roschmann 1 marzo 1814, concernente la provvisoria organizzazione delle autorità politiche e lo stabilimento delle massime fondamentali per l'attuale amministrazione del Tirolo italiano ed illirico
Patente 24 giugno 1814, "relativa alla presa di possesso del Tirolo e Vorarlberg"
Convenzione 28 giugno 1814 "relativa alla cessione da parte del Tirolo e del Vorarlberg, che altre volte apparteneva alla Baviera, a sua maestà l'imperatore d'Austria".
Ordinanza 24 aprile 1815 "relativa al tempo in cui hanno da entrare in attività le autorità politiche organizzate definitivamente sotto la direzione di sua eccellenza il conte Fernando di Bissingen governatore"
Circolare governatoriale 23 marzo 1816, "Spese e debiti della concorrenza militare"
Circolare del Governo dei 3 aprile 1816, n. 7624 "Conti arretrati, non che debiti delle Giurisdizioni, e delle Comuni"
Circolare governatoriale 16 luglio 1816, n. 16232, Ripristinazione dei giudizi patrimoniali
Patente sovrana 14 marzo 1817 , n. 51, "Organizzazione dei giudizi distrettuali"
Ordinanza 16 aprile 1817, n. 80 "Organizzazione dei giudizi criminali".
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Legge 13 aprile 1817, n. 79 Separazione del giudizio di Vigo in Fassa dal circolo di Bolzano, ed incorporamento del medesimo al circolo di Trento
Istruzione 31 agosto 1817, n. 20934/1760 "concernente i conti comunali, compilata per i comuni minori, secondo la prescrizione de' 31 ottobre 1785 in appendice alla circolare governiale"
Legge 31 agosto 1817, n. 65, "Metodo di stendere in avvenire i conti della facoltà delle giurisdizioni, e dei comuni"
Circolare dell'Imperial Regio Capitaniato del Circolo di Trento 4 novembre 1817, n. 11135/3818 "Istruzioni per l'organizzazione e futura amministrazione dei comuni nel Circolo di Trento"
Circolare dell'Imperial Regio Capitaniato circolare di Trento 21 dicembre 1817, n. 12283/4109, con istruzioni in merito alla tenuta del "giornale d'entrata ed uscita" e del "libro maestro"
Regolamento 14 agosto 1819, n. 168 "Regolamento delle Comuni, e dei loro Capi nel Tirolo e Vorarlberg"
Kaiserliches Patent vom 17 Maerz 1849, n. 170 "womit ein provisorisches Gemeinde-Gesetz erlassen wird"
Ordinanza imperiale 20 aprile 1854, n. 96, "wodurch eine Vorschrift für die Vollstreckung der Verfügungen und Erkenntnisse der landesfürstlichen politischen und polizeilichen Behörden erlassen wird".
Kaiserliches Patent vom 24 April 1859, n. 58, "womit ein neues Gemeinde-Gesetz erlassen wird"
Decreto del Ministero degli interni e della giustizia 30 gennaio 1860, n. 28 "betreffend die Bestellung eines beeideten Felschutzpersonales und das Verfahren über Feldfrevel"
Legge 5 marzo 1862, n. 18, "con cui vengono stabilite le disposizioni fondamentali per l'ordinamento degli affari comunali"
Legge 3 dicembre 1863, n. 105, "betreffend die Regelung der Heimatverhältnisse"
Legge 9 gennaio 1866, n. 1, "obbligatoria per la contea principesca del Tirolo, colla quale viene emanato un regolamento comunale ed un regolamento elettorale pei comuni"
Legge 22 gennaio 1879, n. 13, "con cui viene emanato un regolamento per le persone di servizio"
Legge del 18 gennaio 1882, n. 2, "valevole per la contea principesca del Tirolo, concernente l'amministrazione del patrimonio e delle entrate comunali ed i provvedimenti di rispettiva vigilanza sui comuni"
Legge 7 giugno 1883, n. 94, "concernente la divisione di terreni comuni e la regolazione di diritti comuni di godimento e di amministrazione"
Legge 7 giugno 1883, n. 94, "concernente la divisione di terreni comuni e la regolazione di diritti comuni di godimento e di amministrazione"
Regolamento 18 giugno 1888, n. 3992 per i comuni italiani del Tirolo
Legge 8 giugno 1892, n. 17, Amministrazione della sostanza comunale e dei redditi comunali
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Legge 10 marzo 1895, n. 16, concernente l'istituto della difesa del paese per la contea del Tirolo e pel Vorarlberg
Legge 9 giugno 1909, n. 62, "valevole per la contea principesca del Tirolo, sulla commassazione dei terreni agricoli"
Legge 9 giugno 1909, n. 61, valevole per la contea principesca del Tirolo, sulla divisione dei terreni comuni e la regolazione dei diritti di godimento e di amministrazione che vi si riferiscono
Fonti archivistiche e bibliografia Fonti d’archivio ACBos., 1.1 "Comune di Bosentino (ordinamento austriaco)", 1818-1923 Bibliografia BASSI C., Sguardo al passato : Vattaro, Vigolo e Bosentino nel corso dei secoli, a cura di A. Giacomelli, Trento, Vattaro (Tn), 2008
CORNI G., FRANCESCHINI I. (a cura di), Nel tempo e fra la gente di Bosentino e Migazzone : territorio, società, istituzioni, Bosentino (Tn), Trento, 2010, 78-91
COSTA A. (a cura di), Annuario diocesano: comunità, presbiterio, istituzioni, Trento, 1995
FAES M., NEQUIRITO M. (a cura di), Linee di sviluppo e cesure istituzionali nella storia dei comuni trentini dal Medioevo all'unione all'Italia descritte secondo le norme ISAAR, Provincia autonoma di Trento- Soprintendenza per i beni librari e archivistici, 2004 (dattiloscritto)
GIACOMONI F. (a cura di), Carte di regola e statuti delle comunità rurali trentine, Milano, 1991
GORFER G., TORCHIO F., FAGANELLO F. (a cura di) Atlante Trentino. Passato e presente dei 223 comuni del Trentino, supplemento all'Adige del settembre-dicembre 1996
GORFER A., Le valli del Trentino. Trentino orientale, Calliano (TN), 1975
VOLTELINI H. VON, Le circoscrizioni giudiziarie del Trentino fino al 1803, a cura di E. Curzel, Trento, Provincia autonoma di Trento, Servizio beni librari e archivistici, 1999
Note 1) Il 1 maggio 1817 il giudizio di Vigo di Fassa veniva staccato dal Circolo di Bolzano e incorporato a quello di Trento. 2) Da non confondersi con i Giudizi distrettuali dell'organizzazione del 1817, che in tedesco apparivano quali Landgerichte. 3) Il Giudizio distrettuale di Cles era Tribunale correzionale per i giudizi a esso sottoposti.
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subfondo 1.1 Comune di Bosentino (ordinamento austriaco), 1825 - 1925 {4}
3 buste, 13 registri; metri lineari 0.8
Soggetti produttori Comune di Bosentino, 1818 gennaio 1 - 1923 gennaio 12
Contenuto Il subfondo comprende la documentazione prodotta dal comune di Bosentino in epoca austriaca (1818-1923). I documenti presenti coprono l'arco cronologico 1825-1925.
Criteri di ordinamento e inventariazione Il materiale presente è in buono stato di conservazione e attualmente organizzato in otto serie archivistiche. L'ordine di queste ultime è il seguente: protocolli delle sedute della rappresentanza e, dal 1923 fino al 1925, del consiglio comunale, protocolli degli esibiti, carteggio e atti degli affari comunali; per quanto riguarda il materiale contabile sono presenti le seguenti serie: inventari del patrimonio, preventivi ed allegati e conti consuntivi con documenti giustificativi, giornali di cassa e registri diversi. Per l'illustrazione delle caratteristiche specifiche di ogni serie si rinvia alla relativa introduzione.
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serie 1.1.1 Protocolli delle sessioni della Rappresentanza e del Consiglio comunale, {5} 1880 - 1924
Contenuto La legge comunale provvisoria del 17 marzo 1849 prevedeva, tra l'altro, che le deliberazioni prese nel corso delle sedute della rappresentanza comunale venissero registrate su un apposito protocollo. I verbali in esso riportati si articolavano in una serie di deliberazioni relative ai diversi punti all'ordine del giorno. Questi registri venivano conservati nell'archivio comunale e la loro consultazione era consentita a chi ne avesse fatto richiesta.
La serie, composta da due registri, raccoglie i verbali delle sedute della rappresentanza e del consiglio comunale dal 1880 fino al 1924. Dal 25 febbraio 1923 inizia a deliberare il consiglio comunale, in quanto il 13 gennaio 1923, con l'entrata in vigore del Regio Decreto 11.01.1923, n. 9, nei comuni delle nuove province annesse al Regno d'Italia avevano cominciato ad operare, in sostituzione della rappresentanza e della deputazione, il consiglio comunale e la giunta.
ACBos.1.1.1-1 {6}
"Protocollo delle deliberazioni comunali Bosentino ..."
1880 gennaio 24 - 1911 luglio 16 Registro, legatura in mezza pelle, cc. 235 n. n. (bianche alcune cc.) Num. un. progr. 1
ACBos.1.1.1-2 {7}
"Protocollo delle deliberazioni di Bosentino..."
1911 settembre 10 - 1924 marzo 29 - Protocollo delle sessioni della Rappresentanza comunale, 1911 settembre 10-1915 febbraio 14; 1918 settembre 1-1923 febbraio 11; - deliberazioni del Consiglio comunale, 1923 febbraio 25-1924 marzo 29
Registro, legatura in tela, cc. 89 n.n. Num. un. progr. 1
33
serie 1.1.2 Protocolli degli esibiti, 1882 - 1925 {8}
Contenuto La legge comunale provvisoria del 1849, al paragrafo 83, stabiliva che la Rappresentanza comunale dovesse nominare una persona idonea al disbrigo degli affari di cancelleria, che comprendevano anche la registrazione quotidiana della corrispondenza in arrivo e partenza. Lo schema del protocollo degli esibiti, completamente identico a quello vigente durante il periodo napoleonico, rimase in vigore fino all'introduzione della legislazione comunale italiana. In apposite finche sono riportati i dati essenziali di ciascun documento, cioè il numero progressivo ad esso attribuito in fase di protocollazione, il mittente o il destinatario a seconda che si trattasse di atti in entrata o in uscita, l'oggetto, la data ed eventuali altre annotazioni.
La serie comprende i registri dal 1882 al 1925.
ACBos.1.1.2-1 {9}
“Protocollo degli esibiti pro 1882”
1882 gennaio 1 - 1883 gennaio 2 - 1882: nn. di prot. 1-569; - 1883: nn. di prot. 1-2 Registro, legatura in carta, cc. 47 n. n. Num. un. progr. 2
ACBos.1.1.2-2 {10}
“Protocollo esibiti dall’anno 1883 incl[usivo] 1889”
1883 gennaio 1 - 1889 giugno 4 - 1883: nn. di prot. 1-426; - 1884: nn. di prot. 1-395; - 1885: nn. di prot. 1-329; - 1886: nn. di prot. 1-344; - 1887: nn. di prot. 1-404; - 1888: nn. di prot. 1-600; - 1889: nn. di prot. 1-245 Registro, legatura in mezza pelle, cc. 147 n. n. Num. un. progr. 3
34
ACBos.1.1.2-3 {11}
“Protocollo esibiti … dall’anno 1889 al 1891”
1889 giugno 4 - 1891 maggio 5 - 1889: nn. di prot. 246-614; - 1890: nn. di prot. 1-676; - 1891: nn. di prot. 1-273 Registro, legatura in mezza pelle, cc. 100 n. n. Num. un. progr. 4
ACBos.1.1.2-4 {12}
“Esibiti dal 1891 incl[usivo] al 1894”
1891 maggio 7 - 1894 dicembre 31 - 1891: nn. di prot. 274-790;
- 1892: nn. di prot. 1-792; - 1893: nn. di prot. 1-831; - 1894: nn. di prot. 1-955 Registro, legatura in mezza pelle, cc. 216 n. n. Num. un. progr. 5
ACBos.1.1.2-5 {13}
“Esibiti dal 1895 fino al 1897”
1895 gennaio 1 - 1897 settembre 6 - 1885: nn. di prot. 1-1073; - 1896: nn. di prot. 1-1049; - 1897: nn. di prot. 1-675 Registro, legatura in mezza tela, cc. 203 n. n. Num. un. progr. 6
ACBos.1.1.2-6 {14}
"Protocollo esibiti del comune di Bosentino..."
1897 settembre 6 - 1901 giugno 13 - 1897: nn. di prot. 676-983; - 1898: nn. di prot. 1-1144; - 1899: nn. di prot. 1-1159; - 1900: nn. di prot. 1-948; - 1901: nn. di prot. 1-494
35
Registro, legatura in mezza tela, cc. 298 n. n. Num. un. progr. 7
ACBos.1.1.2-7 {15}
"Esibiti..."
1901 giugno 15 - 1903 ottobre 17 - 1901: nn. di prot. 495-1155; - 1902: nn. di prot. 1-1228; - 1903: nn. di prot. 1-1021 Registro, legatura in mezza tela, cc. 199 n. n. Num. un. progr. 8
ACBos.1.1.2-8 {16}
"Esibiti..."
1903 ottobre 18 - 1907 ottobre 10 - 1903: nn. di prot. 1022-1175; - 1904: nn. di prot. 1-992; - 1905: nn. di prot. 1-1052; - 1906: nn. di prot. 1-1062; - 1907: nn. di prot. 1-859 Registro, legatura in mezza tela, cc. 298 n. n. Num. un. progr. 9
ACBos.1.1.2-9 {17}
"Esibiti..."
1907 ottobre 9 - 1911 agosto 19 - 1907: nn. di prot. 860-1160; - 1908: nn. di prot. 1-1058; - 1909: nn. di prot. 1-1104; - 1910: nn. di prot. 1-1178; - 1911: nn. di prot. 1-1087 Registro, legatura in mezza tela, cc. 300 n. n. Num. un. progr. 10
ACBos.1.1.2-10 {18}
"Esibiti..."
36
1911 agosto 20 - 1914 marzo 4 - 1911: nn. di prot. 1088-1674; - 1912: nn. di prot. 1-1109; - 1913: nn. di prot. 1-1235; - 1914: nn. di prot. 1-234 Registro, legatura in mezza tela, cc. 207 n.n. Num. un. progr. 11
ACBos.1.1.2-11 {19}
"Esibiti..."
1914 marzo 5 - 1919 giugno 9 - 1914: nn. di prot. 235-1269; - 1915: nn. di prot. 1-649; - 1916: nn. di prot. 1-626; - 1917: nn. di prot. 1-746; - 1918: nn. di prot. 1-947; - 1919: nn. di prot. 1-538 Registro, legatura in mezza tela, cc. 298 n.n. Num. un. progr. 12
ACBos.1.1.2-12 {20}
"Esibiti..."
1921 ottobre 25 - 1925 dicembre 30 - 1921: nn. di prot. 1178-1438;
- 1922: nn. di prot. 1-1241; - 1923: nn. di prot. 1-1220; - 1924: nn. di prot. 1-1232; - 1925: nn. di prot. 1-1032 Registro, legatura in mezza tela, cc. 245 n.n. Num. un. progr. 13
37
serie 1.1.3 Repertori degli atti, 1852 - 1854 {21}
Contenuto La serie comprende un solo repertorio alfabetico degli atti comunali presenti in archivio, che copre le annate dal 1852 al 1854.
ACBos.1.1.3-1 {22}
Repertorio alfabetico degli atti
1852 - 1854 Si tratta di un registro a rubrica alfabetica strutturato in finche entro le quali sono stati riportati i seguenti dati degli atti repertoriati: Cognome e nome; Oggetto; Numeri del protocollo degli esibiti; Numero del fascicolo (espresso in numeri romani); Numero
particolare (espresso in numeri arabi). Registro a rubrica, legatura in carta, cc. 108 n.n. (diverse bianche) Num. un. progr. 14
38
serie 1.1.4 Carteggio ed atti degli affari comunali, 1825 - 1923 {23}
Contenuto La serie raccoglie il carteggio (lettere, missive e responsive) e gli atti, ovvero i documenti diversi dal carteggio, prodotti per la trattazione degli affari relativi alle diverse attività di competenza del Comune dal 1825 al 1923. La documentazione che è giunta ai giorni nostri è esigua, ma è in buono stato di conservazione.
ACBos.1.1.4-1 {24}
Carteggio ed atti degli affari comunali
1825 Verbale di riunione dei rappresentanti per la formazione del piano d'ammortizzazione comunale, 1825 aprile 11
Documento singolo, cc. 2 Num. un. progr. 15
ACBos.1.1.4-2 {25}
Carteggio ed atti degli affari comunali
1828 Stima sulla rendita dei terreni del legato Bertolazzi concessi al comune, redatta dai periti Giuseppe Sottopietra e Andrea Barucchelli, 1828 luglio 17 Documento singolo, cc. 2 Num. un. progr. 15
ACBos.1.1.4-3 {26}
Carteggio ed atti degli affari comunali
1830 Si segnala: "Locazione della banca del pane. 1830" a Mansueto Ducati, 1830 agosto 8 Fascicolo Num. un. progr. 15
ACBos.1.1.4-4 {27}
Carteggio ed atti degli affari comunali
1887 Documento singolo, c. 1
39
Num. un. progr. 15
ACBos.1.1.4-5 {28}
Carteggio ed atti degli affari comunali
[1888] Documento singolo, c. 1 Num. un. progr. 15
ACBos.1.1.4-6 {29}
Carteggio ed atti degli affari comunali
sec. XIX ultimo quarto Fascicolo Num. un. progr. 15
ACBos.1.1.4-7 {30}
Carteggio ed atti degli affari comunali
1902 "Regolamento per la tassa esercizio e rivendita approvato con regio decreto 23 marzo 1902, n. 113" (a stampa) Fascicolo Num. un. progr. 15
ACBos.1.1.4-8 {31}
Carteggio ed atti degli affari comunali
1910 Fascicolo Num. un. progr. 15
ACBos.1.1.4-9 {32}
Carteggio ed atti degli affari comunali
1911 Fascicolo Num. un. progr. 15
ACBos.1.1.4-10 {33}
Carteggio ed atti degli affari comunali
40
1913 (con doc. del 1912) Atti relativi alla discussione riguardo al progetto di costruzione della strada di congiunzione Calceranica - Bosentino - strada della Fricca Fascicolo Num. un. progr. 15
ACBos.1.1.4-11 {34}
Carteggio ed atti degli affari comunali
1915 Avviso del Capitanato distrettuale di Borgo relativo alla consegna delle armi e delle munizioni al deposito di artiglieria di Trento, 1915 maggio 20 Fascicolo Num. un. progr. 15
ACBos.1.1.4-12 {35}
Carteggio ed atti degli affari comunali
1921 Si segnala: carteggio relativo al "Comitato pro erigendo monumento ai caduti di Bosentino" (con "Progetto del monumento ai caduti di Bosentino" redatto da G. Pasqualini nel dicembre 1921), 1921 - 1922 Fascicolo Num. un. progr. 15
ACBos.1.1.4-13 {36}
Carteggio ed atti degli affari comunali
1922 Fascicolo Num. un. progr. 15
ACBos.1.1.4-14 {37}
Carteggio ed atti degli affari comunali
1923 Fascicolo Num. un. progr. 15
41
serie 1.1.5 Inventari del patrimonio comunale, 1908 - 1922 {38}
Contenuto Ogni comune, per far fronte alle spese che si presentavano di anno in anno, doveva ricorrere in primo luogo, oltre che agli introiti derivanti dalle tasse, agli utili ricavati dalla gestione del patrimonio comunale. Ai fini di una razionale ed ordinata gestione del proprio patrimonio ogni comune era obbligato alla tenuta di un apposito inventario. Istruzioni più dettagliate vennero emanate con la legge 8 giugno 1892, B.P. n. 17, dove si stabiliva che ogni comune dovesse compilare un inventario delle proprie sostanze da tenere sempre in evidenza, procedendo periodicamente alla sua revisione. Nell'inventario dovevano essere registrati i beni mobili ed immobili, i debiti e gli oneri del comune e delle frazioni in cui si articolava il suo territorio e degli istituti e fondi amministrati dal comune; inoltre dovevano figurare i capitali pubblici e privati, le provvigioni, gli attrezzi e i diritti spettanti all'ente comunale su proprietà altrui. La rappresentanza comunale doveva provvedere ogni tre anni alla revisione o eventualmente alla compilazione ex novo dell'inventario.
La serie è costituita da due registri: l'inventario relativo all'anno 1908 e quello relativo al 1921.
ACBos.1.1.5-1 {39}
"Inventario sul patrimonio complessivo del comune di Bosentino del distretto di Borgo, alla fine dell'anno 1908"
1909 novembre 10 - 1909 dicembre 12 Registro, legatura in carta, cc. 9 n.n. Num. un. progr. 15
ACBos.1.1.5-2 {40}
"Prospetto sopra i cambiamenti risultanti dopo i tre anni dall'ultima compilazione dell'inventario nel 1908 nella proprietà del comune di Bosentino ... alla fine dell'anno [1921]" ed allegati
1922 febbraio 1 Disegno, cc. 2 Num. un. progr. 15
42
serie 1.1.6 Preventivi ed allegati, conti consuntivi e documenti giustificativi, 1832 - {41} 1923
Contenuto Il regolamento comunale del 26 ottobre 1819 confermò le disposizioni dettate dalla circolare governatoriale 3 aprile 1816, n. 7624, e dalla legge 31 agosto 1817, n. 65 "Metodo di stendere in avvenire i i conti della facoltà delle giurisdizioni, e dei comuni". Ogni comune era obbligato alla redazione e alla tenuta annuale del "Sommario di tutta l'entrata ed uscita" e del "Sistema preliminare". La legge provvisoria comunale del 1849 stabilì che la rappresentanza dovesse approvare i preventivi e i consuntivi. Il regolamento comunale del 1866 stabilì che ogni capocomune compilasse il bilancio e che la rappresentanza comunale lo esaminasse e lo approvasse non più tardi di un mese dall'inizio del nuovo anno; invece il conto consuntivo doveva essere approvato dalla rappresentanza non più tardi di tre mesi dopo l'inizio dell'anno successivo. Una normativa più particolareggiata in materia fu emanata con la legge 8 giugno 1892, n. 17, concernente l'amministrazione del patrimonio e dei redditi comunali. In forza di tale legge, ogni anno il capocomune doveva compilare il preventivo delle entrate e delle spese, attenendosi ad un formulario la cui emanazione spettava alla giunta provinciale. Il bilancio doveva essere esposto alla pubblica visione e la rappresentanza comunale doveva approvarlo; il conto consuntivo era redatto dal capocomune sulla base delle registrazioni d'entrata ed uscita. Dal 1819 al 1889 i bilanci preventivi portano la denominazione "Sistema preliminare di tutta l'entrata ed uscita" e si compongono di tre sezioni: il riassunto delle previsioni di entrata ed uscita per il nuovo anno amministrativo, l'allegato alla parte attiva, dove venivano riportate analiticamente le varie voci relative alla previsione di entrata, e l'allegato alla parte passiva con un analogo elenco dei titoli riguardanti le previsioni di spesa; rimane invariato fino al 1883 quando entra in uso il "Preventivo". Un ulteriore mutamento si ebbe nel 1892 in seguito all'entrata in vigore della legge dell'8 giugno sulle finanze comunali. Dal 1819 al 1889 i conti consuntivi erano denominati "Sommario di tutta l'entrata ed uscita" e si dividevano in tre parti: il quadro riassuntivo, dove erano riportate tutte le entrate e le uscite del comune, e due allegati, uno per la parte attiva e uno per la parte passiva; dal 1892 la denominazione diventa "Conto consuntivo".
La serie comprende documentazione lacunosa ed esigua per il periodo dal 1832 al 1923.
ACBos.1.1.6-1 {42}
Preventivi ed allegati, conti consuntivi e documenti giustificativi
1832 - 1833 - "Sistema preliminare di tutta l'entrata ed uscita per l'anno 1832/1833", (2 esemplari) ed allegati; - "Sommario di tutta l'entrata ed uscita per l'anno 1832/1833" allegati e documenti giustificativi: parte attiva, rub. IV-XII; parte passiva, rub. I-XIV
43
Fascicolo Num. un. progr. 16
ACBos.1.1.6-2 {43}
Documenti giustificativi del conto
1880 - 1881 Atto di liquidazione del conto 1880 e disamina del conto preventivo 1881 Fascicolo Num. un. progr. 16
ACBos.1.1.6-3 {44}
Allegati al preventivo
1919 Fascicolo Num. un. progr. 16
ACBos.1.1.6-4 {45}
"Conto consuntivo del comune di Bosentino per l'anno 1922"
1922 Fascicolo Num. un. progr. 16
ACBos.1.1.6-5 {46}
"Conto consuntivo dell'esercizio finanziario 1923 del comune di Bosentino" ed allegati
1923 Fascicolo Num. un. progr. 16
44
serie 1.1.7 Giornali di cassa, 1831 - 1853 {47}
Contenuto Sono raccolti in questa serie i giornali di cassa, la cui tenuta era stabilita dalla circolare del Capitanato di Trento n. 12283/4109 del 21 dicembre 1817. Erano strumenti indispensabili per la compilazione del conto consuntivo, nei quali dovevano essere registrate tutte le entrate e le uscite del comune secondo la loro successione cronologica.
La serie comprende i giornali di cassa con le registrazioni relative ai periodi dal 1831 al 1834 e dal 1852 al 1853.
ACBos.1.1.7-1 {48}
"Giornale di cassa del comune di Bosentino..." per gli esercizi finanziari 1831/1832 e 1832/1833
1831 - 1834 Registro, in cart., cc.7 n.n. Num. un. progr. 16
ACBos.1.1.7-2 {49}
"Giornale di cassa 1852-1853"
1852 - 1853 Registro, legatura in cartone, cc. 16 n.n. Num. un. progr. 16
45
serie 1.1.8 Registri diversi, [1921] {50}
Contenuto In questa serie si conservano i registri per i quali, vista la differente natura e l'esiguità del numero, non si è ritenuto di dover costituire serie apposite.
La serie comprende un unico registro del 1921.
ACBos.1.1.8-1 {51}
"Stato della nuova numerizazione stato 1910 e stato 1921 del comune di Bosentino - Migazzone"
[1921] Il registro riporta: numero vecchio, cognome e nome del vecchio proprietario per l'anno 1910, numero nuovo e generalità del proprietario per l'anno 1921 Registro, legatura in carta, cc. 5 n.n. Num. un. progr. 16
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Ente
Comune di Bosentino {52}
1923 gennaio 13 - [1929 gennaio 26]
Luoghi Bosentino
Altre date 1928 luglio 14 (Decreto dell'aggregazione del comune a quello di Vigolo Vattaro)
Archivi prodotti Fondo Comune di Bosentino, 01/01/1825 - 31/12/1975 Subfondo Comune di Bosentino (ordinamento italiano), 01/01/1923 - 26/01/1929
Storia In seguito alla sconfitta dell'Austria nel primo conflitto mondiale, il trattato di St. Germain, datato 10 settembre 1919, approvato con R.D. 6 ottobre 1919, n. 1804, e convertito in legge il 26 settembre 1920, sancì l'annessione del Trentino all'Italia. L'ordinamento comunale austriaco, tuttavia, rimase in vigore fino all'emanazione del R.D. 11 gennaio 1923, n. 9, che estese alle nuove province l'ordinamento comunale italiano. Con l'avvento del Fascismo, la riforma della legge comunale e provinciale italiana, contenuta nel R.D. 30 dicembre 1923, n. 2839, la legge 4 febbraio 1926, n. 237 (riguardante l'istituzione del podestà e della consulta municipale nominati dall'esecutivo nei comuni non eccedenti i 5000 abitanti) e, infine, il R.D.L. 3 settembre 1926, n. 1910 (in base a cui fu esteso l'ordinamento podestarile a tutti i comuni del Regno), operavano la cancellazione completa del passato tessuto amministrativo dei comuni italiani. Nel 1928, con interventi d'autorità, furono aggregati fra loro molti piccoli comuni, fino a giungere in Trentino al numero di 117 (la riforma fu particolarmente intensa negli anni 1928-'29).
Con R.D. 14.7.1928, n. 1939 il comune di Bosentino venne aggregato, insieme a quello di Vattaro, al comune di Vigolo Vattaro. L'ultima attestazione di esistenza del comune autonomo di Bosentino rinvenuta nell'archivio dell'ente risale al 26 gennaio 1929; si tratta dell'ultima registrazione di un atto a protocollo, con il n. 1189 (1). La prima data riportata nell'intestazione è quella istituzionale, mentre la seconda si riferisce all'ultima registrazione a protocollo appena citata.
Condizione giuridica Ente pubblico territoriale.
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Con il R.D. datato 11 gennaio 1923, n. 9, vennero estesi al Trentino il Testo unico della legge comunale e provinciale, approvato con R.D. datato 4 febbraio 1915, n. 148; i decreti luogotenenziali datati 4 gennaio 1917, n. 129, 13 febbraio 1919, n. 156, e 23 marzo 1919, n. 504; i R.D. datati 18 settembre 1919, n. 1825, e 20 ottobre 1921, n. 1576; i Regi decreti-legge datati 8 settembre 1922, n. 1285, e 21 dicembre 1922, n. 1654; il Regolamento per l'esecuzione della legge comunale e provinciale, approvato con R.D. 12 febbraio 1911, n. 297, e modificato con i regi decreti datati 18 aprile 1920, n. 585, e 7 aprile 1921, n. 559. L'art. 25 del decreto 11 gennaio 1923, n. 9, stabilì che entro tre mesi dall'entrata in vigore dello stesso avrebbero dovuto svolgersi le elezioni generali amministrative per i consigli provinciali, nonché per i consigli comunali che avessero perduto due terzi dei loro membri. Con R.D. 24 settembre 1923, n. 2013, furono estese alle nuove province le disposizioni relative allo stato civile. Il R.D. 30 dicembre 1923, n. 2839, "Riforma della legge comunale e provinciale", introdusse alcune modifiche al Testo unico del 1915, quindi con la Legge 4 febbraio 1926, n. 237, e, infine, con il Regio decreto legge 3 settembre 1926, n. 1910, fu esteso l'ordinamento fascista ai comuni del Regno, ovvero furono stabilite l'istituzione del podestà in luogo degli organi elettivi e l'estensione dello stesso a tutti i comuni del Regno.
Funzioni, occupazioni e attività La sostanziale differenza introdotta dall'ordinamento italiano rispetto al precedente consiste nel fatto che, mentre prima i comuni venivano divisi in 3 classi, a seconda delle dimensioni, e ogni classe aveva determinate competenze, ora tutti i comuni, di qualsiasi entità, hanno i medesimi compiti. Le competenze dei comuni italiani, compreso quello di Bosentino, sono fotografate dal titolario emanato con la Circolare del Ministero dell'Interno del 1° marzo 1897, n. 17100/2. Sulla base dell'analisi delle competenze furono individuate le seguenti 15 categorie, che sono rimaste in uso per più di cent'anni dalla data di emanazione della Circolare: -Categoria I: Amministrazione; -Categoria II: Opere Pie e Beneficenza; -Categoria III: Polizia urbana e rurale; -Categoria IV: Sanità e Igiene; -Categoria V: Finanze; -Categoria VI: Governo; -Categoria VII: Grazia, Giustizia e Culto; -Categoria VIII: Leva e Truppe; -Categoria IX: Istruzione pubblica; -Categoria X: Lavori pubblici, poste-telegrafi, telefoni; -Categoria XI: Agricoltura, industria e commercio; -Categoria XII: Stato civile, censimento, statistica; -Categoria XIII: Esteri; -Categoria XIV: Varie; -Categoria XV: Sicurezza pubblica.
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Ogni comune, secondo la normativa italiana, era obbligato a tenere un inventario dei beni mobili e immobili; poteva contrarre mutui, pur con certe garanzie e, in conformità alle leggi, imporre dazi e alcuni tipi di tasse; era obbligato a sostenere le spese necessarie per il funzionamento degli uffici e per l'archivio comunale, per il pagamento degli stipendi, per espletare il servizio di riscossione delle imposte dovute al comune, per il servizio sanitario (medici e levatrici), per la conservazione del patrimonio comunale, per il pagamento dei debiti esigibili, per la sistemazione e la manutenzione delle strade comunali, edifici, acquedotti e cimiteri, per l'istruzione elementare, per l'illuminazione, per la tenuta dei registri dello stato civile, per lo svolgimento delle elezioni, per la polizia locale ecc.
Con l'avvento del Fascismo, al podestà, di nomina regia, vennero attribuite le competenze già esercitate dal consiglio, dalla giunta e dal sindaco, come si evince dall'art. 5 della Legge 4 febbraio 1926, n. 237.
Il Comune di Bosentino, negli anni precedenti alla sua aggregazione a Vigolo Vattaro, oltre a svolgere i compiti sopra descritti, attribuiti dalla legge italiana a tutti i comuni, si occupò della vendita di piante e prodotti forestali e quindi dell'approvazione dei relativi contratti. Dalla documentazione conservata emerge l'attenzione posta dall'amministrazione comunale alla sistemazione delle strade comunali, alla manutenzione dell’acquedotto, della rete elettrica, nonché alla ristrutturazione degli edifici di proprietà comunale.
Struttura amministrativa Gli organi del consiglio e della giunta erano stati istituiti nei comuni italiani in base alla Legge comunale e provinciale contenuta nell'Allegato A della Legge 20 marzo 1865, n. 2248, ovvero la Legge per l'unificazione amministrativa del Regno d'Italia. Il Regio decreto 4 febbraio 1915, n. 148 (Nuovo testo unico della Legge comunale e provinciale), entrato in vigore in Trentino a seguito dell'emanazione del Regio Decreto 11 gennaio 1923, n. 9, stabilì che ogni comune dovesse avere un consiglio, al quale spettava il compito di eleggere nel suo seno una giunta e un sindaco. La giunta doveva essere rinnovata ogni 4 anni e si componeva, oltre al sindaco, di un numero pari di assessori, da 2 a 10, a seconda del numero di abitanti. Per i comuni con meno di 3.000 abitanti gli assessori componenti la giunta dovevano essere in numero di 2. Il sindaco, eletto a scrutinio segreto, durava anch'egli in carica 4 anni. Ogni comune doveva avere inoltre un segretario, la cui nomina doveva essere deliberata dal consiglio, e doveva disporre di un ufficio comunale. Il numero di membri del consiglio andava da 15 a 80, a seconda della popolazione del comune. Erano 15 nei comuni con meno di 3.000 abitanti. Esso si riuniva due volte all'anno, ordinariamente in primavera e in autunno e le deliberazioni potevano essere prese se era presente almeno la metà dei consiglieri. Per quanto riguarda le competenze, al consiglio spettava il compito di esaminare, nella sessione di primavera, il consuntivo dell'anno precedente e di approvarlo, di deliberare, nella sessione d'autunno, il bilancio del comune e delle istituzioni che gli appartenevano, di nominare i revisori dei conti e i commissari per la revisione delle liste elettorali, di vigilare sulle istituzioni comunali.
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Il consiglio inoltre doveva deliberare su tutte le materie proprie dell'amministrazione comunale che non fossero esplicitamente attribuite alla giunta o al sindaco e cioè: stipendi, personale, lasciti, acquisti - salva autorizzazione del prefetto -, alienazioni, cessioni, servitù, prestiti, affrancazione di censi, regolamenti relativi a beni comunali, regolamenti igienici e di polizia locale, cimiteri, destinazione di beni comunali, dazi e imposte comunali, fiere e mercati (cfr. art. 131). La giunta municipale deliberava a maggioranza assoluta di voti. Le deliberazioni erano valide con la presenza di almeno la metà dei componenti, in ogni caso con un minimo di tre. Essa deliberava sulle spese impreviste, sugli storni, sulla preparazione dei ruoli delle tasse, sulle proposte dei regolamenti da sottoporre al consiglio, sulla conclusione dei contratti deliberati dal consiglio e doveva rendere conto al consiglio della sua gestione (art. 141). Il sindaco, quale capo dell'amministrazione comunale, convocava consiglio e giunta, eseguiva le deliberazioni di entrambi gli organi, stipulava i contratti, rilasciava certificati di notorietà pubblica, stati famiglia, certificati di povertà, rappresentava il comune, sovrintendeva a tutti gli uffici e istituti comunali (art. 151); quale ufficiale di governo (art. 152), era incaricato della pubblicazione delle leggi, della tenuta dei registri di stato civile e di popolazione, aveva compiti in materia di ordine pubblico, sicurezza e igiene pubblica. Il segretario comunale doveva essere dotato di apposita patente di abilitazione e di un titolo di studio superiore; poteva rogare i contratti. Erano previsti infine alcuni impiegati il cui numero, attribuzioni e stipendio dovevano essere stabilite da un apposito regolamento comunale (art. 170). Godeva del diritto elettorale attivo qualsiasi cittadino maschio, iscritto nelle liste elettorali, che avesse compiuto il 21° anno di età e che pagasse annualmente al comune una certa contribuzione diretta erariale. Erano eleggibili a consiglieri comunali tutti gli elettori purché sapessero leggere e scrivere. Nel 1926, in seguito all'estensione dell'ordinamento podestarile a tutti i comuni del Regno (R.D.L. 3 settembre 1926 n. 1910), i consigli e le giunte furono sciolti. Subentrava ad essi la figura del podestà. Egli era affiancato, nei comuni con popolazione superiore ai 20.000 abitanti o nei comuni capoluoghi di Provincia, da una consulta municipale, composta di un numero di membri fissati dal Prefetto. L'ufficio di podestà o consultore municipale era generalmente gratuito. Con l'avvento del Fascismo, al podestà, di nomina regia, vennero attribuite le funzioni già esercitate dal consiglio, dalla giunta e dal sindaco.
Dopo l'estensione della legge comunale e provinciale italiana alle nuove province, il consiglio e la giunta comunale previsti dalla normativa cominciarono a deliberare, nel comune di Bosentino, il 25 febbraio 1923 e rimasero in carica fino al giugno 1926 quando, in base alle nuove leggi, subentrò la figura del podestà. Tale incarico fu assegnato a Luigi Zamboni di Vigolo Vattaro anche per i comuni di Vigolo Vattaro e Vattaro. Dal febbraio 1923 al giugno 1926 l'incarico di sindaco venne svolto da Alfonso Perazzolli.
Contesto generale In data 29.5.1915, con ordine di servizio del Comando supremo del Regio esercito italiano, venne costituito un Segretariato generale per gli affari civili come organo tecnico-politico-amministrativo per i territori occupati. A ciascun distretto politico fu destinato un Commissario civile. Finita la guerra, con ordinanza di data 19.11.1918 del Capo di
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Stato maggiore del Regio esercito, l'amministrazione della Venezia Tridentina venne affidata ad un Governatore degli affari civili, il quale con R.D. di data 24.7.1919, n. 1251, venne sostituito da un Commissario generale civile, coadiuvato da vicecommissari. Gli organi amministrativi previsti dalla legislazione comunale austriaca continuarono la loro attività anche negli anni immediatamente successivi alla conclusione del primo conflitto mondiale e all'annessione del Trentino al Regno d'Italia, sancita ufficialmente con legge di data 26 settembre 1920, che convertì in legge il Regio Decreto 6 ottobre 1919, n. 1804, riguardante l'approvazione del Trattato di St. Germain tra Italia ed Austria. Comunque, fin dal novembre del 1918 i capicomune mutarono formalmente la loro denominazione in quella italiana di sindaci. Fin dall'instaurarsi del Governo provvisorio militare guidato dal Pecori Giraldi emerse il non facile impatto fra due realtà istituzionali diverse: quella centralista e verticista dello Stato italiano e quella austriaca, caratterizzata dal decentramento delle funzioni e delle competenze legislative. Il passaggio dal governatorato militare a quello civile, avvenuto nell'agosto 1919 con l'arrivo di Luigi Credaro, sembrò acuire i problemi sorti nel dopoguerra riguardo all'incertezza nell'attribuzione delle competenze e delle funzioni alle istituzioni periferiche: i Trentini continuarono a chiedere il mantenimento delle ampie autonomie amministrative provinciali e comunali e tali istanze furono recepite nel testo della legge di annessione. L'opera di Credaro e l'attività delle Commissioni consultive centrali e periferiche investite di compiti costituenti per l'assetto delle nuove province, non valsero a realizzare l'ordinamento auspicato, a causa del precipitare della situazione politica italiana. Il sistema liberale stava infatti sgretolandosi sotto i colpi delle forze nazionaliste e fasciste. La marcia su Bolzano nei primi giorni dell'ottobre 1922 e poi quella su Roma, con il successivo instaurarsi del governo Mussolini, troncarono ogni speranza di mantenere in vita l'assetto autonomistico, incompatibile con un regime teso a trasformarsi da autoritario in totalitario e quindi ad eliminare ogni spazio di libertà decisionale. Il Regio Decreto 4 febbraio 1915 (Nuovo testo unico della Legge comunale e provinciale), entrato in vigore in Trentino a seguito dell'applicazione del Regio Decreto 11 gennaio 1923, n. 9, stabilì che il Regno fosse diviso in province, circondari, mandamenti e comuni. In ogni provincia doveva esserci un prefetto, con funzioni esecutive, un vice-prefetto, un consiglio di prefettura, con funzioni consultive e amministrative, e una giunta amministrativa, presieduta dallo stesso prefetto, con funzioni anche giurisdizionali. In ogni circondario doveva esserci un sottoprefetto che eseguiva gli ordini del prefetto. Le deliberazioni dei consigli e delle giunte comunali dovevano essere trasmesse ai prefetti e rispettivamente ai sottoprefetti e diventavano esecutive se rimandate con il visto del prefetto o del sottoprefetto o se il decreto di sospensione non veniva pronunziato entro il termine di 15 giorni (un mese per bilanci e consuntivi). Il prefetto inoltre poteva ordinare, a spese del Comune, le indagini che riteneva necessarie. Erano sottoposte invece all'approvazione della giunta provinciale amministrativa le deliberazioni che riguardavano significative transazioni, di carattere soprattutto immobiliare, ed i regolamenti. Questa organizzazione fu praticamente confermata dal R.D. 3 marzo 1934, n. 383. La giunta provinciale amministrativa e il ministro dell'interno esaminavano le regolarità dei singoli stanziamenti e, previa notificazione dei propri rilievi alle amministrazioni interessate, apportavano ai bilanci eventuali modifiche. Tornando al Regio decreto del 1915, il Titolo IV si occupava dell'amministrazione provinciale. Gli organi che amministravano le province erano il consiglio provinciale e la deputazione, cui si aggiunse in seguito un presidente (con R.D. di data 30.12.1923).
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Per i comuni c'era la possibilità di consorziarsi fra loro, per provvedere a particolari servizi ed opere di comune interesse. Con R.D. 21 gennaio 1923, n. 93, venne istituita la Provincia di Trento (comprendente anche Bolzano), con i circondari, corrispondenti ai distretti politici. Con R.D.L. di data 2 gennaio 1927, n. 1, venne istituita, insieme ad altre, la Provincia di Bolzano e contemporaneamente vennero soppresse tutte le sottoprefetture. Il Regio Decreto Legge 23 ottobre 1925, n. 2113, istituì un servizio ispettivo sui comuni e sulle province: gli ispettori, con visite periodiche e saltuarie, dovevano accertare l'ordinato funzionamento delle amministrazioni e il regolare andamento dei pubblici servizi di loro competenza. Il prefetto aveva la facoltà di adottare sanzioni disciplinari, con provvedimento definitivo, a carico dei segretari, impiegati, agenti e salariati che svolgessero azioni incompatibili con le generali direttive politiche del governo. Con l'avvento del Fascismo si ebbe una politica di accentramento delle cariche che vide l'istituzione di un podestà di nomina regia nei comuni del Regno (R.D.L. 03.09.1926, n. 1910), mentre il prefetto diventa "unico solo rappresentante autorità di Governo nella Provincia" (telegramma di Mussolini del 13 giugno 1923).
Il comune di Bosentino fu soggetto all'autorità politico-amministrativa della Regia Sottoprefettura di Borgo e della Prefettura di Trento; mantenne rapporti con le altre autorità politico amministrative provinciali e statali; circa le varie autorità locali, risultano rapporti con il comune di Vigolo Vattaro, con quello di Vattaro e con gli altri comuni limitrofi della zona. Partecipò al Consorzio veterinario fra i comuni di Levico, Caldonazzo, Tenna, Centa, Bosentino, Calceranica e Vigolo Vattaro con sede a Levico e all'analogo Consorzio sanitario; partecipò inoltre al Consorzio di segreteria fra i comuni di Vigolo Vattaro, Bosentino e Vattaro con sede a Vigolo. Aderì al Consorzio provinciale per la vigilanza igienica di Trento, al Consorzio provinciale antitubercolare di Trento, alla Federazione degli enti autarchici della provincia di Trento. Mantenne rapporti con la Congregazione di carità di Bosentino e il Consiglio scolastico locale. In ambito ecclesiastico Bosentino fu, dal 1743, curazia della pieve di Calceranica nella Diocesi di Trento. La chiesa è intitolata a San Giuseppe.
Fonti normative Regio decreto 8 giugno 1865, n. 2321, "col quale è approvato il regolamento per l'esecuzione della legge sull'amministrazione comunale e provinciale annessa a quella del 20 marzo 1865, n. 2248".
Regio decreto 6 dicembre 1865, n. 2626, Ordinamento giudiziario in vigore dal 1 gennaio 1866
Regio decreto 14 dicembre 1865, n. 2641 'col quale è approvato il regolamento giudiziario per l'esecuzione del codice di procedura civile, di quello di procedura penale e della legge sull'ordinamento giudiziario'.
Regio decreto del 9 gennaio 1887, n. 4311, "che approva un nuovo ordinamento del servizio statistico"
Regio decreto 20 maggio 1897, n. 217, "che approva il testo unico delle leggi sulle tasse di registro".
Regio decreto 21 settembre 1901, n. 445, "che approva il regolamento per la formazione e la tenuta del
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registro di popolazione in ciascun comune del regno".
Regio decreto 12 febbraio 1911, n. 297, "che approva il regolamento per la esecuzione della legge comunale e provinciale".
Regio decreto 4 febbraio 1915, n. 148, "che approva il nuovo testo unico della legge comunale e provinciale".
Legge 7 aprile 1921, n. 457, "concernente il VI censimento generale della popolazione del regno"
Regio decreto 23 ottobre 1921, n. 1530, "che estende ai territori annessi al regno in virtù delle leggi 26 settembre 1920, n. 1322 e 19 dicembre 1920, n. 1778, la legge 7 aprile 1921, n. 457 sul censimento generale della popolazione nei comuni del Regno"
Regio decreto 12 novembre 1921, n. 1594, "che detta norme per il censimento generale della popolazione nei territori annessi al regno in virtù delle leggi 26 settembre 1920, n. 1322 e 19 dicembre 1920, n. 1778"
Regio decreto 11 gennaio 1923, n. 9, Estensione alle nuove province della legge e del regolamento comunale e provinciale
Regio decreto 21 gennaio 1923, n. 93, che istituisce la provincia di Trento, con capoluogo Trento.
Regio decreto 24 settembre 1923, n. 2013, "Estensione alle nuove provincie delle disposizioni relative all'ordinamento dello stato civile"
Regio decreto 30 dicembre 1923, n. 2839, "Riforma della legge comunale e provinciale"
Regio decreto 30 dicembre 1923, n. 3267, "Riordinamento e riforma della legislazione in materia di boschi e di terreni montani".
Regio decreto 31 gennaio 1924, n. 151, "Norme per l'attuazione del Regio decreto 30 dicembre 1923, n. 2839, riguardante la riforma della legge comunale e provinciale"
Regio decreto 23 maggio 1924, n. 824, "Regolamento per l'esecuzione della legge sull'amministrazione del patrimonio e sulla contabilità generale dello stato"
Regio decreto 23 ottobre 1925, n. 2113, "Istituzione del servizio ispettivo sui comuni e sulle provincie, e modificazioni alle disposizioni della legge comunale e provinciale"
Legge 4 febbraio 1926, n. 237, "Istituzione del potestà e della consulta municipale nei comuni con popolazione non eccedente i 5000 abitanti"
Regio Decreto 6 maggio 1926, n.760, "Determinazione per alcune provincie del regno, della data della cessazione delle amministrazioni ordinarie e straordinarie e dell'inizio delle funzioni del podestà e delle consulte municipali nei comuni di cui all'art. 1 della legge 4 febbraio 1926, n. 237"
Regio decreto legge 9 maggio 1926, n. 818, "Modificazioni alla legge 4 febbraio 1926, n. 237, sulla istituzione del podestà e della consulta municipale"
Regio decreto legge 3 settembre 1926, n. 1910, "Estensione dell'ordinamento podestarile a tutti i comuni del
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regno"
Decreto legge 17 marzo 1927, n. 383, "Facoltà al governo del re di provvedere ad una revisione generale delle circoscrizioni comunali"
Fonti archivistiche e bibliografia Fonti d’archivio ACBos., 1.2 "Comune di Bosentino (ordinamento italiano)", 1923-1929 Bibliografia CASETTI A., Guida storico-archivistica del Trentino, Trento, 1961, pp. 94-96
COSTA A. (a cura di), Annuario diocesano: comunità, presbiterio, istituzioni, Trento, 1995, 150
Note 1. ACBos., 1.2 "Comune di Bosentino (ordinamento italiano)", 2. "Protocolli degli esibiti, n. 2, 1926-1929
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subfondo 1.2 Comune di Bosentino (ordinamento italiano), 1923 - 1929 {53}
7 buste, 24 registri; metri lineari 1.0
Soggetti produttori Comune di Bosentino, 1923 gennaio 13 - [1929 gennaio 26]
Contenuto Il subfondo comprende la documentazione dell'ente prodotta nel periodo di amministrazione italiana a partire dal 1923 fino all'aggregazione al comune di Vigolo Vattaro, sancita dal R.D. 14 luglio 1928, n. 1939. Il materiale documentario è lacunoso, ma in discreto stato di conservazione.
Criteri di ordinamento e inventariazione La struttura del subfondo riflette lo schema del titolario di classificazione emanato con la Circolare del Ministero dell'interno n. 17100/2 del 1° marzo 1897. Ciò significa che sono state collocate all'inizio le serie relative alle materie incluse nella I categoria (documentazione prodotta dagli organi deliberanti, protocolli degli esibiti, carteggio ed atti); seguono le serie relative alle materie incluse nella V categoria (contratti, bilanci di previsione, conti consuntivi, reversali di riscossione e mandati di pagamento); seguono infine le serie relative alle materie incluse nella VIII categoria (liste di leva e ruoli matricolari) e quindi nella XII categoria (registri dello stato civile, elenchi dei cittadini che acquisiscono la cittadinanza italiana). Le illustrazioni specifiche delle caratteristiche di ogni serie sono state riportate nella relativa introduzione. Per quanto riguarda i registri divisi in finche si è riportata la tipologia dei dati registrati all'interno di esse; se i dati erano analoghi per tutti i registri di una serie sono stati descritti nell'introduzione alla serie.
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serie 1.2.1 Deliberazioni della Giunta, del Podestà e del Consiglio comunale - {54} originali, 1924 - 1928
Contenuto Con l'estensione alla nuove province della legge e del regolamento comunale e provinciale italiano (R.D. 11.1.1923, n. 9), in ogni comune del Trentino furono istituiti un consiglio comunale e una giunta (conformemente alle disposizioni della Legge per l'unificazione amministrativa del Regno d'Italia del 20.3.1865, n. 2248, e del Regio Decreto 4 febbraio 1915, n. 148). Nel 1926, in seguito all'istituzione della figura del podestà e all'estensione dell'ordinamento podestarile a tutti i comuni del Regno (Legge 4 febbraio 1926, n. 237, e R.D.L. 3 settembre 1926, n. 1910), i consigli e le giunte furono sciolti e sostituiti appunto dal podestà. La serie raccoglie in un registro le deliberazioni della Giunta comunale, del podestà e del Consiglio comunale, trascritti in quest'ordine, dal 1924 al 1927; segue un altro registro solo con deliberazioni del podestà del 1928.
ACBos.1.2.1-1 {55}
"Verbali 1924 della Giunta municipale e del Consiglio comunale"
1924 maggio 7 - 1927 dicembre 24 Deliberazioni della Giunta comunale, 1924 maggio 7 - 1926 maggio 15: - 1924-1925; - 1926 gennaio 4 - 1926 maggio 15, nn. 1-6;
"Verbali di deliberazione del podestà inizio 16 maggio 1926", 1926 giugno 12 - 1927 dicembre 24: - 1926-1927, nn. 1-26;
Deliberazioni del Consiglio comunale, 1924 maggio 10 - 1926 maggio 4: - 1924, nn. 1-16; - 1925, nn. 1-18; - 1926, nn. 1-7 Registro, cc. 94 n.n. Num. un. progr. 17
ACBos.1.2.1-2 {56}
"Deliberazioni 1928 - Anno VI. Podestà"
1928 gennaio 5 - 1928 dicembre 16 Registro, cc. 28 n.n. Num. un. progr. 18
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serie 1.2.2 Protocolli degli esibiti, 1926 - 1929 {57}
Contenuto La tenuta di questi registri, del resto già in uso nel periodo austriaco, fu stabilita dal regolamento di applicazione della legge comunale e provinciale del 1865 e dalla circolare del Ministero dell'interno n. 17100/2 del 1° marzo 1897, applicata in Trentino dopo l'estensione alle nuove province della legge e del regolamento provinciale e comunale italiano. Sui registri di protocollo sono riportate, oltre alle indicazioni sul contenuto, la data, la destinazione o la provenienza dei singoli atti e la loro classificazione per categoria di affari.
La serie comprende protocolli degli esibiti che coprono l'arco temporale dal 1926 fino al 1929.
ACBos.1.2.2-1 {58}
Protocollo degli esibiti
1926 gennaio 2 - 1927 luglio 29 - 1926: nn. di prot. 1-1100; - 1927: nn. di prot. 1-910 Registro Num. un. progr. 19
ACBos.1.2.2-2 {59}
Protocollo degli esibiti
1927 luglio 20 - 1929 gennaio 26 - 1927: nn. di prot. 911-1502; - 1928-1929: nn. di prot. 1-1189 Registro Num. un. progr. 20
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serie 1.2.3 Carteggio ed atti ordinati per annata, 1924 - 1929 {60}
Contenuto La serie raccoglie il carteggio (lettere, missive e responsive) e gli atti (documenti diversi dal carteggio) prodotti per la trattazione degli affari relativi alle diverse attività di competenza del comune. La serie, esigua, raccoglie fascicoli con titoli propri dal 1924 al 1926, documentazione lacunosa classificata secondo le 15 categorie del titolario italiano dal 1927 al 1928 e pochi atti del 1929.
ACBos.1.2.3-1 {61}
Carteggio ed atti
1924 - 1926 - Inviti alle sedute del Consiglio comunale, 1924 - 1925, - "Opere pie: fascicolo 1. Fondazione Bortolazzi, fascicolo 2. Fondazione Beniamino Andreatta", 1924 - 1925; - "...Congregazione di carità", 1924 - 1926 (con un doc. del 1922); - permessi di seppellimento, 1925 - 1926 Fascicolo Num. un. progr. 21
ACBos.1.2.3-2 {62}
Carteggio ed atti: catt. I-XV (con lacune)
1927 Fascicolo Num. un. progr. 21
ACBos.1.2.3-3 {63}
Carteggio ed atti: catt. I-XV (con lacune)
1928 Fascicolo Num. un. progr. 21
ACBos.1.2.3-4 {64}
Carteggio ed atti
1929
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nn. di prot. 1161 e 1172 Fascicolo Num. un. progr. 21
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serie 1.2.4 Bilanci di previsione, 1924 - 1927 {65}
Contenuto Le norme che regolavano la formazione, la deliberazione e la compilazione dei bilanci di previsione furono estese alle nuove province con il Regio decreto 11 gennaio 1923, n. 9, che recepiva la legge comunale e provinciale del 4 febbraio 1915, n. 148. I bilanci di previsione contenevano le previsioni delle entrate e delle uscite comunali e venivano compilati dalla giunta comunale nel mese di ottobre precedente all'anno finanziario a cui si riferivano; successivamente venivano approvati dal consiglio comunale e resi esecutivi dalla giunta provinciale amministrativa. Le entrate o spese del bilancio erano classificate in tre titoli: entrate o spese effettive, movimento di capitali, contabilità speciali. Ogni titolo a sua volta raggruppava delle categorie distinte per materia e queste ultime, a loro volta, si suddividevano in articoli. Gli articoli del bilancio dovevano avere un numero d'ordine continuativo per le entrate e un altro per le spese.
La serie comprende registri dal 1924 al 1927.
ACBos.1.2.4-1 {66}
Bilancio di previsione
1924 Registro Num. un. progr. 22
ACBos.1.2.4-2 {67}
Bilancio di previsione
1925 Registro Num. un. progr. 22
ACBos.1.2.4-3 {68}
Bilancio di previsione
1926 Registro Num. un. progr. 22
ACBos.1.2.4-4 {69}
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Bilancio di previsione
1927 Registro Num. un. progr. 22
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serie 1.2.5 Conti consuntivi, 1924 - 1928 {70}
Contenuto Le norme che regolavano la compilazione e l'approvazione dei conti consuntivi erano le seguenti: - R.D. 12 febbraio 1911, n. 297, il quale stabiliva che il conto consuntivo dovesse presentare le stesse suddivisioni del bilancio di previsione e dimostrare le entrate e le spese effettive della competenza dell'anno, l'entrata e la spesa per movimento di capitali, le partite di giro, la contabilità degli stabilimenti speciali, i residui attivi e passivi degli esercizi precedenti, il conto totale dei residui attivi e passivi che si tramandavano all'esercizio successivo, la dimostrazione delle somme incassate e pagate per ciscun articolo del bilancio; - R.D. 30 dicembre 1923, n. 2839; - R.D.L. 23 ottobre 1925, n. 2289, convertito in legge il 24 maggio 1926, n. 898. I conti consuntivi registravano le entrate e le uscite effettive. L'esattoria comunale doveva sottoporre il conto consuntivo, nel termine di tre mesi dalla chiusura dell'esercizio finanziario, al consiglio comunale che lo approvava, dopo averne verificato la regolarità. Doveva quindi essere trasmesso alla prefettura.
La serie raccoglie registri dal 1924 al 1928.
ACBos.1.2.5-1 {71}
Conto consuntivo
1924 Registro Num. un. progr. 22
ACBos.1.2.5-2 {72}
Conto consuntivo
1925 Registro Num. un. progr. 22
ACBos.1.2.5-3 {73}
Conto consuntivo
1926 Registro Num. un. progr. 22
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ACBos.1.2.5-4 {74}
Conto consuntivo
1927 Registro Num. un. progr. 22
ACBos.1.2.5-5 {75}
Conto consuntivo
1928 Registro Num. un. progr. 22
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serie 1.2.6 Allegati ai bilanci di previsione, ai conti consuntivi e documenti {76} giustificativi, 1924 - 1928
Contenuto Questa serie comprende la documentazione che deve essere raccolta parallelamente alla tenuta dei registri contabili, cioè gli allegati ai bilanci di previsione, gli allegati ai conti, le reversali di riscossione e i mandati di pagamento. Fra gli allegati al bilancio, cioè i documenti occorsi alla compilazione del bilancio, si possono trovare: - situazioni di cassa rese alla chiusura dell'anno finanziario precedente, - elenchi delle entrate, - elenchi di capitali attivi, - disposizioni per l'applicazione di nuove imposte ed eventuali autorizzazioni, - elenchi di residui attivi e passivi dell'anno precedente. Fra gli allegati al conto consuntivo si possono trovare: - deliberazioni di approvazione del conto, - relazioni dei revisori del conto, - delibere di chiusura dell'esercizio finanziario, - verbali di verifica della cassa, - atti relativi alla chiusura dell'esercizio finanziario. Si conservano inoltre le reversali di cassa per la parte attiva e i mandati di pagamento per quella passiva accompagnati dai loro documenti giustificativi. Le reversali di riscossione e i mandati di pagamento sono ordinati per articolo o per numero. Nella parte attiva si conservano anche i ruoli delle rendite ed entrate patrimoniali e delle imposte e tasse comunali.
La serie raccoglie la documentazione contabile del comune dal 1924 al 1927. I ruoli delle entrate patrimoniali (legna da ardere, monta taurina, fitto fratte comunali, strame, acqua, multe campestri, libri scolastici) sono contenuti nella documentazione allegata alle reversali di cassa dal 1924 al 1927.
ACBos.1.2.6-1 {77}
Allegati ai bilanci di previsione, ai conti consuntivi e documenti giustificativi
1924 - Allegati al bilancio; - allegati al conto; - entrata: residui attivi e reversali di cassa, artt. 1-21; - uscita: residui passivi e mandati di pagamenti, artt. 1-59 Busta Num. un. progr. 23
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ACBos.1.2.6-2 {78}
Allegati ai bilanci di previsione, ai conti consuntivi e documenti giustificativi
1925 - Allegati al bilancio; - allegati al conto; - entrata: residui attivi e reversali di cassa, artt. 1-15; - uscita: residui passivi e mandati di pagamenti, artt. 2-55 Busta Num. un. progr. 24
ACBos.1.2.6-3 {79}
Allegati ai bilanci di previsione, ai conti consuntivi e documenti giustificativi
1926 - Allegati al bilancio; - allegati al conto; - entrata: residui attivi e reversali di cassa, artt. 1-20; - uscita: residui passivi e mandati di pagamenti, artt. 1-62 Busta Num. un. progr. 25
ACBos.1.2.6-4 {80}
Allegati ai bilanci di previsione, ai conti consuntivi e documenti giustificativi
1927 - Allegati al bilancio; - allegati al conto; - entrata: residui attivi e reversali di cassa, artt. 1-26; - uscita: residui passivi e mandati di pagamenti, artt. 1-64; - azienda elettrica: residui attivi e reversale di cassa, art. 27; residui passivi e mandato di pagamento, art. 66
Fascicolo Num. un. progr. 26
ACBos.1.2.6-5 {81}
Allegati ai bilanci di previsione, ai conti consuntivi e documenti giustificativi
1928
65
- Allegati al conto; - documenti giustificativi del conto Fascicolo Num. un. progr. 26
66
serie 1.2.7 Liste di leva e dei renitenti, 1922 - 1927 {82}
Contenuto La legislazione italiana in materia di reclutamento militare (Regolamento emanato con R.D. 2 luglio 1890, n. 6952, Testo unico approvato con R.D. 24 dicembre 1911, n. 1497, modificato dalla Legge 27 giugno 1912, n. 660, dalla Legge 19 giugno 1913, n. 638, e dal R.D.L. 20 aprile 1920, n. 452) fu estesa nei territori annessi al Regno con R.D. 19 settembre 1921, n. 1331. Le liste di leva compilate secondo la normativa italiana incominciarono con la classe 1901, sottoposta a visita nel 1922. Le liste di leva contengono: il numero d'ordine, il cognome e nome degli iscritti, le indicazioni relative ai provenienti da leve anteriori, i dati relativi alla nascita e residenza e le variazioni alla lista di leva, descrizioni fisiche e le decisioni del consiglio di leva. Le liste venivano verificate dalla giunta municipale fino al 1926, poi dal podestà o commissario prefettizio. Vi è unita la corrispondenza relativa alla formazione, alle aggiunte e alle cancellazioni dalle liste. Le liste dei renitenti riportano in ordine alfabetico l'elenco degli individui che non si sono presentati alla visita di leva. Su tali registri compare: il numero d'ordine, il cognome e il nome del renitente, le generalità dei genitori, la professione, il luogo di nascita, il numero della lista di leva di riferimento, la data di nascita, la data della chiamata all'arruolamento e le annotazioni. Queste liste venivano compilate dall'ufficio di leva della provincia e firmate dal commissario di leva; venivano pubblicate nei comuni all'albo pretorio.
La serie comprende le liste di leva delle classi di nascita 1899-1909 e una lista dei renitenti del 1923 relativa alle classi di nascita 1899-1902, che si è ritenuto di inserire nell'archivio postunitario privilegiando l'aspetto normativo sul dato cronologico. I registri sono stati riordinati in ordine cronologico, secondo la classe di nascita, con i relativi allegati.
ACBos.1.2.7-1 {83}
Lista di leva dei giovani nati negli anni 1899, 1900 e 1901 ed allegati
1922 Fascicolo Num. un. progr. 27
ACBos.1.2.7-2 {84}
"Registro dei renitenti..."
1923 Fascicolo Num. un. progr. 27
67
ACBos.1.2.7-3 {85}
Lista di leva dei giovani nati nell'anno 1902 ed allegati
1922 Fascicolo Num. un. progr. 27
ACBos.1.2.7-4 {86}
Lista di leva dei giovani nati nell'anno 1903 ed allegati
1922 Fascicolo Num. un. progr. 27
ACBos.1.2.7-5 {87}
Lista di leva dei giovani nati nell'anno 1904 ed allegati
1922 Fascicolo Num. un. progr. 27
ACBos.1.2.7-6 {88}
Lista di leva dei giovani nati nell'anno 1905 ed allegati
1923 Fascicolo Num. un. progr. 27
ACBos.1.2.7-7 {89}
Lista di leva dei giovani nati nell'anno 1906 ed allegati
1924 Fascicolo Num. un. progr. 27
ACBos.1.2.7-8 {90}
Lista di leva dei giovani nati nell'anno 1907 ed allegati
1925 Fascicolo
68
Num. un. progr. 27
ACBos.1.2.7-9 {91}
Lista di leva dei giovani nati nell'anno 1908 ed allegati
1926 Fascicolo Num. un. progr. 27
ACBos.1.2.7-10 {92}
Lista di leva dei giovani nati nell'anno 1909 ed allegati
1927 Fascicolo Num. un. progr. 27
69
serie 1.2.8 Registri degli atti di nascita, 1924 - 1928 {93}
Contenuto Le funzioni di ufficiale di Stato civile, consistenti nel ricevere gli atti, nel custodire i registri e nel rilasciare certificati, furono attribuite dalla legislazione dello Stato italiano unitario ai sindaci. I registri annuali dello stato civile italiano furono istituiti nel 1865 (R. D. 15 novembre 1865, n. 2602) presso ogni comune, per la registrazione degli atti di nascita, morte, matrimonio e cittadinanza. Tale legge e altre successive furono estese al Trentino con il R.D. 24 settembre 1923, n. 2013, "Estensione alle nuove provincie delle disposizioni relative all'ordinamento dello stato civile", che prevedeva l'attivazione della tenuta dello stato civile secondo la normativa italiana dal 1° gennaio 1924.
La serie, completa dal 1924 al 1928, è conservata nell'ufficio di stato civile.
ACBos.1.2.8-1 {94}
Atti di nascita
1924 Registro Num. un. progr. 28
ACBos.1.2.8-2 {95}
Atti di nascita
1925 Registro Num. un. progr. 29
ACBos.1.2.8-3 {96}
Atti di nascita
1926 Registro Num. un. progr. 30
ACBos.1.2.8-4 {97}
Atti di nascita
1927
70
Registro Num. un. progr. 31
ACBos.1.2.8-5 {98}
Atti di nascita
1928 Registro Num. un. progr. 32
71
serie 1.2.9 Registri degli atti di matrimonio, 1924 - 1928 {99}
Contenuto Le funzioni di ufficiale di Stato civile, consistenti nel ricevere gli atti, nel custodire i registri e nel rilasciare certificati, furono attribuite dalla legislazione dello Stato italiano unitario ai sindaci. I registri annuali dello stato civile italiano furono istituiti nel 1865 (R. D. 15 novembre 1865, n. 2602) presso ogni comune, per la registrazione degli atti di nascita, morte, matrimonio e cittadinanza. Tale legge e altre successive furono estese al Trentino con il R.D. 24 settembre 1923, n. 2013, "Estensione alle nuove provincie delle disposizioni relative all'ordinamento dello stato civile", che prevedeva l'attivazione della tenuta dello stato civile secondo la normativa italiana dal 1° gennaio 1924.
La serie, completa dal 1924 al 1928, è conservata nell'ufficio di stato civile.
ACBos.1.2.9-1 {100}
Atti di matrimonio
1924 Registro Num. un. progr. 33
ACBos.1.2.9-2 {101}
Atti di matrimonio
1925 Registro Num. un. progr. 34
ACBos.1.2.9-3 {102}
Atti di matrimonio
1926 Registro Num. un. progr. 35
ACBos.1.2.9-4 {103}
Atti di matrimonio
1927
72
Registro Num. un. progr. 36
ACBos.1.2.9-5 {104}
Atti di matrimonio
1928 Registro Num. un. progr. 37
73
serie 1.2.10 Registri degli atti di morte, 1924 - 1928 {105}
Contenuto Le funzioni di ufficiale di Stato civile, consistenti nel ricevere gli atti, nel custodire i registri e nel rilasciare certificati, furono attribuite dalla legislazione dello Stato italiano unitario ai sindaci. I registri annuali dello stato civile italiano furono istituiti nel 1865 (R. D. 15 novembre 1865, n. 2602) presso ogni comune, per la registrazione degli atti di nascita, morte, matrimonio e cittadinanza. Tale legge e altre successive furono estese al Trentino con il R.D. 24 settembre 1923, n. 2013, "Estensione alle nuove provincie delle disposizioni relative all'ordinamento dello stato civile", che prevedeva l'attivazione dal 1 gennaio 1924.
La serie, completa dal 1924 al 1928, è conservata nell'ufficio di stato civile.
ACBos.1.2.10-1 {106}
Atti di morte
1924 Registro Num. un. progr. 38
ACBos.1.2.10-2 {107}
Atti di morte
1925 Registro Num. un. progr. 39
ACBos.1.2.10-3 {108}
Atti di morte
1926 Registro Num. un. progr. 40
ACBos.1.2.10-4 {109}
Atti di morte
1927
74
Registro Num. un. progr. 41
ACBos.1.2.10-5 {110}
Atti di morte
1928 Registro Num. un. progr. 42
75
serie 1.2.11 Registri degli atti di cittadinanza, 1924 - 1928 {111}
Contenuto Le funzioni di ufficiale di Stato civile, consistenti nel ricevere gli atti, nel custodire i registri e nel rilasciare certificati, furono attribuite dalla legislazione dello Stato italiano unitario ai sindaci. I registri annuali dello stato civile italiano furono istituiti nel 1865 (R. D. 15 novembre 1865, n. 2602) presso ogni comune, per la registrazione degli atti di nascita, morte, matrimonio e cittadinanza. Tale legge e altre successive furono estese al Trentino con il R.D. 24 settembre 1923, n. 2013, "Estensione alle nuove provincie delle disposizioni relative all'ordinamento dello stato civile", che prevedeva l'attivazione dal 1 gennaio 1924.
La serie, completa dal 1924 al 1928, è conservata nell'ufficio di stato civile.
ACBos.1.2.11-1 {112}
Atti di cittadinanza
1924 Registro Num. un. progr. 43
ACBos.1.2.11-2 {113}
Atti di cittadinanza
1925 Registro Num. un. progr. 44
ACBos.1.2.11-3 {114}
Atti di cittadinanza
1926 Registro Num. un. progr. 45
ACBos.1.2.11-4 {115}
Atti di cittadinanza
1927
76
Registro Num. un. progr. 46
ACBos.1.2.11-5 {116}
Atti di cittadinanza
1928 Registro Num. un. progr. 47
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serie 1.2.12 Elenco dei cittadini italiani di pieno diritto secondo il trattato di San {117} Germano, 1922 dicembre 7
Contenuto In questa serie è presente la lista delle persone residenti nel comune che, sulla base dei trattati di pace che hanno posto fine alla I Guerra mondiale e in particolare del Trattato di Saint Germain, avevano diritto ad acquisire la cittadinanza italiana di pieno diritto. La compilazione di tali liste, secondo quanto stabilito dal R.D. 30 dicembre 1920, n. 1890, che regolava il riconoscimento della cittadinanza italiana di pieno diritto sulla base degli articoli 70 e 71 del Trattato di Saint Germain, competeva ai comuni dei territori annessi al Regno d'Italia. Si è ritenuto di inserire tale registro nell'archivio postunitario privilegiando l'aspetto normativo sul dato cronologico.
La serie raccoglie la lista sopra descritta compilata dal comune di Bosentino nel dicembre 1922.
ACBos.1.2.12-1 {118}
Elenco dei cittadini italiani di pieno diritto secondo il trattato di San Germano
1922 dicembre 7 Il registro riporta: generalità, paternità, data e luogo di nascita, comune di pertinenza, professione, stato civile e altre annotazioni. Registro Num. un. progr. 48
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serie 1.2.13 Registri diversi, 1927 - 1929 {119}
Contenuto In questa serie si conservano di norma i registri per i quali, vista la disomogeneità dei contenuti e l'esiguità del numero, non si ritiene opportuno costituire serie apposite.
In questo caso la serie comprende un solo registro.
ACBos.1.2.13-1 {120}
"Registro delle carte d'identità rilasciate in base alla legge di Sicurezza Pubblica 6 novembre 1926, n. 1848"
1927 febbraio 5 - 1929 gennaio 19 (1) Nn. 1-213 Il registro riporta: numero della carta d'identità, data del rilascio, cognome e nome, paternità, maternità, data e luogo di nascita, stato civile, nazionalità, professione, residenza, via e numero civico, osservazioni. Registro Note 1. Le date si riferiscono a quelle del rilascio Num. un. progr. 49
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Ente
Comune di Bosentino {121}
1947 marzo 15 - 2015 dicembre 31
Luoghi Bosentino, Via Don Clemente De Florian, 1
Altre forme del nome Bosentino (comune)
Archivi prodotti Fondo Comune di Bosentino, 01/01/1825 - 31/12/1975 Subfondo Comune di Bosentino, 01/01/1947 - 31/12/1975
Storia Caduto il Regime fascista e finita la guerra, fin dal maggio 1945 furono avanzate le istanze di ricostituzione in comuni autonomi da parte di quegli ex comuni che erano stati soppressi nel 1928 e trasformati in frazioni di centri maggiori. Le domande di separazione delle frazioni dai centri maggiori a cui erano state aggregate cominciarono a giungere al CLN provinciale e furono poi dirottate alla Prefettura; accanto ai CLN comunali cominciarono a costituirsi CLN frazionali. Finalmente, con Decreto legislativo luogotenenziale di data 7 gennaio 1946, n. 1, le amministrazioni comunali furono ricostituite su base elettiva in tutta la Nazione. Questo diede una spinta ulteriore alle domande di separazione dai centri maggiori, tanto che, alla vigilia della convocazione della Costituente, pressoché la totalità dei sobborghi e delle frazioni avevano chiesto di costituirsi in comuni liberi. Nello stesso anno cominciò l'opera di effettiva ricostituzione degli ex comuni. Contemporaneamente si svolsero le elezioni comunali: gli abitanti dei sobborghi del capoluogo cittadino andarono alle urne in data 24 novembre 1946, mentre gli abitanti di altri 59 comuni trentini andarono al voto fra il 17 marzo e il 7 aprile dell'anno seguente (per la prima volta votarono le donne). Un altro turno elettorale per 13 comuni ci fu tra il 10 ottobre e il 19 dicembre. Mentre continuavano i dibattiti nella fase di progettazione del futuro autonomistico della Regione, cominciarono ad avviarsi a soluzione le vertenze relative alla divisione dei comuni. Ad iniziare dal 31 ottobre 1946 furono emanati i singoli decreti legislativi per ogni comune costituito o ricostituito e fino al 1948, quando le competenze in materia comunale passarono alla Regione, i comuni ricostituiti furono 64. Le pratiche continuarono negli anni successivi tanto che attraverso decreti legge o leggi regionali, i comuni ricostituiti furono 119, portando il totale della Provincia a 223. Le più significative riforme riguardanti l'ordinamento dei comuni trentini nel dopoguerra sono rappresentate dalle disposizioni emanate con L.R. 21 ottobre 1963, n. 29, con D.P.G.R. 12 luglio 1984, n. 12/L, con L.R. 4 gennaio 1993, n. 1, con D.P.G.R. 27 febbraio 1995, n. 4/L e infine con D.P.Reg. 1 febbraio 2005 n. 3/L e successive modifiche.
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Bosentino venne ricostituito in comune autonomo con Decreto Legislativo del Capo Provvisorio dello Stato del 21 gennaio 1947, n. 86, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 15 marzo 1947, n. 62. In attesa delle elezioni amministrative, i capi famiglia del neo costituito comune di Bosentino vennero chiamati a consultazione popolare il 30 marzo 1947 per la nomina del commissario prefettizio provvisorio. Lo scopo che ci si prefiggeva era quello di assicurare il regolare funzionamento dell'amministrazione. Il 4 aprile 1947, con decreto prefettizio n. 1940, venne nominato commissario prefettizio provvisorio il signor Alfonso Ianeselli, confermato successivamente dalle elezioni comunali indette per l'8 giugno del medesimo anno.
Il Comune di Bosentino è stato soppresso con Legge Regionale 24 luglio 2015, n. 7, che ha contestualmente istituito, a decorrere dal 1° gennaio 2016, il nuovo comune di Altopiano della Vigolana, nato dalla fusione dei comuni di Bosentino, Centa San Nicolò, Vattaro e Vigolo Vattaro. Le date di esistenza dell'ente riportate nell'intestazione sono quelle istituzionali.
Condizione giuridica Con il R.D. datato 11 gennaio 1923, n. 9, vennero estesi al Trentino il Testo unico della legge comunale e provinciale, approvato con R.D. 4 febbraio 1915, n. 148; i decreti luogotenenziali datati 4 gennaio 1917, n. 129, 13 febbraio 1919, n. 156, e 23 marzo 1919, n. 504; i regi decreti datati 18 settembre 1919, n. 1825 e 20 ottobre 1921, n. 1576; i Regi decreti- legge datati 8 settembre 1922, n. 1285 e 21 dicembre 1922, n. 1654; il Regolamento per l'esecuzione della legge comunale e provinciale, approvato con R.D. 12 febbraio 1911, n. 297 e modificato con i regi decreti datati 18 aprile 1920, n. 585 e 7 aprile 1921, n. 559. L'art. 25 del decreto 11 gennaio 1923, n. 9, stabilì che, entro tre mesi dalla sua entrata in vigore, avrebbero dovuto aver luogo le elezioni generali amministrative per i consigli provinciali, nonché per i consigli comunali che avessero perduto due terzi dei loro membri. Con R.D. 24 settembre 1923, n. 2013, furono estese alle nuove province le disposizioni relative allo stato civile. Il R.D. 30 dicembre 1923, n. 2839, "Riforma della legge comunale e provinciale", introdusse alcune modifiche al Testo unico del 1915, quindi con la legge 4 febbraio 1926, n. 237, e, infine, con il R.D. 3 settembre 1926, n. 1910, fu esteso l'ordinamento fascista ai comuni del Regno. Significativa riforma dell'ordinamento comunale si ebbe con il R.D. 3 marzo 1934, n. 383, "Approvazione del Testo unico della Legge comunale e provinciale". Con D.L.L. datato 7 gennaio 1946, n. 1, furono ricostituite le amministrazioni comunali su base elettiva. Dopo il passaggio delle competenze in materia alla Regione, le leggi riguardanti specificatamente l'ordinamento comunale sono state le seguenti: - L.R. 1 giugno 1954, n. 11, "Norme per l'approvazione dei conti consuntivi degli enti locali"; - L.R. datata 21 ottobre 1963, n. 29, "Ordinamento dei comuni"; - D.P.G.R. datato 12 luglio 1984, n. 12/L, "Approvazione del regolamento di esecuzione del Testo unico delle leggi regionali sull'ordinamento dei comuni in cui al D.P.G.R. datato 19 gennaio 1984, n. 6/L"; - L.R. 4 gennaio 1993, n. 1, "Nuovo ordinamento dei comuni della Regione Trentino Alto-Adige";
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- L.R. 31 luglio 1993, n. 13, "Norme in materia di procedimento amministrativo e di diritto di accesso ai documenti amministrativi"; - L.P. 8 novembre 1993, n. 32, "Istituzione e ordinamento della Commissione consultiva sull'attività della Giunta provinciale di vigilanza e tutela sugli enti locali"; - D.P.G.R. 27 febbraio 1995, n. 4/L, "Approvazione del nuovo Testo unico delle leggi regionali sull'ordinamento dei comuni"; - D.P.Reg. 1 febbraio 2005, n. 3/L, "Approvazione del testo unico delle leggi regionali sull'ordinamento dei comuni della Regione Autonoma Trentino-Alto Adige" con successive modifiche.
Funzioni, occupazioni e attività In generale, le competenze dei comuni italiani riguardano le materie incluse nel titolario di classificazione emanato con circolare del Ministero dell'Interno n. 17100/2 del 1° marzo 1897 (ora sostituito). Le categorie previste erano le seguenti: -Categoria I: Amministrazione; -Categoria II: Opere Pie e Beneficenza; -Categoria III: Polizia urbana e rurale; -Categoria IV: Sanità e Igiene; -Categoria V: Finanze; -Categoria VI: Governo; -Categoria VII: Grazia, Giustizia e Culto; -Categoria VIII: Leva e Truppe; -Categoria IX: Istruzione pubblica; -Categoria X: Lavori pubblici, poste-telegrafi, telefoni; -Categoria XI: Agricoltura, industria e commercio; -Categoria XII: Stato civile, censimento, statistica; -Categoria XIII: Esteri; -Categoria XIV: Varie; -Categoria XV: Sicurezza pubblica.
Dopo la caduta del Fascismo e la fine del secondo conflitto mondiale, vennero ricostituiti i precedenti organi comunali, ovvero sindaco, consiglio e giunta. Le loro attribuzioni, anche se nel frattempo era stato emanato il R.D. 3 marzo 1934, n. 383, contenente l'approvazione del Testo unico della legge comunale e provinciale, rimasero sostanzialmente le stesse descritte nella scheda relativa al soggetto Comune di Bosentino del periodo 1923-1928 (prima della soppressione operata dal regime fascista). Attraverso i vari provvedimenti legislativi regionali e provinciali già elencati, si è giunti infine al Testo unico delle leggi regionali sull'ordinamento dei comuni della Regione Trentino-Alto Adige, emanato con Decreto del Presidente della Regione di data 01 febbraio 2005, n. 3/L, che, con le successive modifiche, ha stabilito l'ordinamento attualmente in vigore. In esso si sottolinea primariamente l'autonomia della comunità locale e del comune che la rappresenta. L'art. 1,
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comma 4, afferma che il comune ha autonomia statutaria, normativa, organizzativa e amministrativa, secondo i principi fissati dalla Costituzione. Il singolo comune si dota quindi di proprio statuto che dev'essere deliberato dal consiglio comunale.
Nell'ambito delle funzioni e competenze attribuite all'ente si può segnalare, per la rilevanza assunta nella vita della comunità locale, la gestione dei lavori pubblici a sollievo della disoccupazione post-bellica e quelli portati a termine nei decenni successivi. I più rilevanti furono: la canalizzazione delle acque bianche e meteoriche, insieme alla sistemazione e pavimentazione delle vie principali dell'abitato di Bosentino e Migazzone; la sistemazione e completamento dell'acquedotto potabile di Bosentino voluto già dal 1937 dal parroco don Clemente Deflorian; la sistemazione della scuola elementare; la costruzione della strada di allacciamento Bosentino - S. Caterina e quella di Bosentino - Vigolo Vattaro. Inoltre occorre menzionare la gestione del Corpo dei Vigili del fuoco volontari.
Struttura amministrativa La giunta e il consiglio comunale furono ripristinati, a livello nazionale, con il Decreto legislativo luogotenenziale del 7 gennaio 1946, n. 1, con il quale furono ristabilite anche le modalità elettive di nomina. Tutti coloro che sapevano leggere e scrivere potevano diventare consiglieri comunali, ma non coloro che avevano rivestito incarichi politici di rilievo in epoca fascista (presidenti di province o podestà). La giunta municipale veniva eletta dal consiglio nel suo seno, così pure il sindaco. A sindaco e assessori poteva essere data un'indennità di carica. I consigli comunali duravano in carica 4 anni e si rinnovavano completamente alla scadenza del quadriennio. Le disposizioni fondamentali attualmente in vigore per quanto riguarda l'ordinamento dei comuni della Regione Trentino-Alto Adige sono contenute nel Decreto del Presidente della Regione di data 1 febbraio 2005, n. 3/L "Approvazione del testo unico delle leggi regionali sull'ordinamento dei comuni della Regione Autonoma Trentino-Alto Adige" e successive modifiche (da ultimo contenute nel DPReg. 3 aprile 2013, n. 25). Il quadro normativo fondamentale sull'ordinamento dei comuni è completato dal Decreto del Presidente della Regione di data 1 febbraio 2005, n. 2/L, modificato dal DPReg. 11 maggio 2010, n. 8/L e dal DPReg. 11 luglio 2012 n. 8/L, che approva il Testo unico delle leggi regionali sull'ordinamento del personale, e dal Decreto del Presidente della Giunta Regionale 28 maggio 1999, n. 4/L, modificato dal DPReg. 1 febbraio 2005, n. 4/L, che approva il Testo unico delle leggi regionali sull'ordinamento contabile e finanziario. Nell'attuale ordinamento, organi del comune sono consiglio, giunta e sindaco (art. 11 del DPReg. n. 3/L).
Attribuzioni del consiglio comunale (artt. 12 e 26 del DPReg. 1 febbraio 2005, n. 3/L). L'elezione del consiglio comunale, la sua durata in carica, il numero dei consiglieri e la loro posizione giuridica sono regolati dalla legge regionale. Il consiglio è l'organo di indirizzo e controllo politico-amministrativo. Esso delibera principalmente: lo statuto dell'ente, delle aziende speciali e delle società a prevalente partecipazione del comune, i regolamenti, l'ordinamento degli uffici e dei servizi; i bilanci annuali e pluriennali e le relative variazioni, il rendiconto della gestione, i piani strategici, i documenti di programmazione, i piani di settore, i programmi di opere pubbliche e i relativi piani finanziari, i piani
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territoriali e urbanistici, nonché i programmi per la loro attuazione e le eventuali deroghe, i pareri da rendere nelle predette materie e quelli relativi ai piani di settore della Provincia; i progetti preliminari nei casi fissati dallo statuto comunale; la disciplina del personale non riservata alla contrattazione collettiva e le dotazioni organiche complessive; la disciplina generale, l'assunzione e la dismissione dei servizi pubblici locali, la scelta delle relative forme gestionali; l'istituzione e l'ordinamento dei tributi, compresa la determinazione delle relative aliquote; gli indirizzi da osservare da parte delle aziende pubbliche e degli enti dipendenti, sovvenzionati o sottoposti a vigilanza; le spese che impegnino i bilanci per gli esercizi successivi, gli acquisti e le alienazioni immobiliari, le relative permute, gli appalti e le concessioni di lavori che non siano previsti espressamente nel bilancio di previsione e relativa relazione previsionale o in altri atti fondamentali del consiglio; nei comuni della provincia di Trento il consiglio comunale delibera la definizione degli indirizzi per la nomina e la designazione dei rappresentanti del comune presso enti, aziende ed istituzioni nonché la nomina dei rappresentanti del consiglio presso enti, aziende ed istituzioni ad esso espressamente riservate dalla legge.
Attribuzioni della giunta (artt. 16 e 28 del D.P.Reg. 1 febbraio 2005, n. 3/L). La giunta è composta dal sindaco, che la presiede, e da un numero di assessori stabilito dallo statuto entro i limiti fissati dall'art. 2 della legge regionale 30 novembre 1994 n. 3. La giunta compie tutti gli atti di amministrazione che non siano riservati dalla legge o dallo statuto al consiglio e che non rientrino nelle competenze, previste dalla legge o dallo statuto, del sindaco, degli organi di decentramento, del segretario comunale o dei funzionari dirigenti; riferisce annualmente al consiglio sulla propria attività, ne attua gli indirizzi generali e svolge attività propositiva e di impulso nei confronti dello stesso. La giunta collabora con il sindaco nell'amministrazione del comune ed opera attraverso deliberazioni collegiali.
Attribuzioni del sindaco (artt. 29, 31 e 32 del D.P.Reg. 1 febbraio 2005, n. 3/L). Il sindaco è eletto dai cittadini a suffragio universale diretto. E' l'organo responsabile dell'amministrazione del comune. Rappresenta il comune, convoca e presiede la giunta nonché il consiglio comunale, quando non è previsto il presidente del consiglio, e sovraintende al funzionamento dei servizi e degli uffici e all'esecuzione degli atti. Nomina i componenti della giunta, tra cui un vicesindaco, e ne dà comunicazione al consiglio nella prima seduta successiva all'elezione. Può revocare uno o più assessori, dandone motivata comunicazione al consiglio. Esercita le funzioni attribuitegli dalle leggi, dallo statuto e dai regolamenti e sovraintende altresì alle funzioni statali, regionali e provinciali delegate al comune. Il sindaco è inoltre competente, nell'ambito della disciplina provinciale e sulla base degli indirizzi espressi dal consiglio comunale, a coordinare gli orari degli esercizi commerciali, dei servizi pubblici, nonché gli orari di apertura al pubblico degli uffici periferici delle amministrazioni pubbliche, al fine di armonizzare l'esplicazione dei servizi alle esigenze complessive e generali degli utenti e di favorire pari opportunità tra uomo e donna. Nei comuni della provincia di Trento, sulla base degli indirizzi stabiliti dal consiglio, il sindaco provvede alla nomina, alla designazione e alla revoca dei rappresentanti del comune presso enti, aziende ed istituzioni. Nomina inoltre i responsabili degli uffici e dei servizi, attribuisce e definisce gli incarichi dirigenziali e quelli di collaborazione esterna secondo le modalità ed i criteri stabiliti dalla legge, dai rispettivi statuti e regolamenti comunali.
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Il comune gestisce anche i servizi di competenza statale previsti dall'articolo 10 della legge 8 giugno 1990 n. 142 e da altre disposizioni in materia. Il sindaco, quale ufficiale del governo, sovraintende: alla tenuta dei registri di stato civile e di popolazione ed agli adempimenti demandatigli dalle leggi in materia elettorale, di leva militare e di statistica; alla emanazione degli atti che gli sono attribuiti dalle leggi e dai regolamenti in materia di ordine e sicurezza pubblica; allo svolgimento, in materia di pubblica sicurezza e di polizia giudiziaria, delle funzioni affidategli dalla legge; alla vigilanza su tutto quanto possa interessare la sicurezza e l'ordine pubblico, informandone il commissario del governo. Il sindaco adotta, con atto motivato e nel rispetto dei principi generali dell'ordinamento giuridico, i provvedimenti contingibili ed urgenti in materia di sanità ed igiene, edilizia e polizia locale al fine di prevenire ed eliminare gravi pericoli che minaccino l'incolumità dei cittadini.
Il Capo V del DPReg. 1 febbraio 2005 n. 3/L detta disposizioni in merito agli uffici e al personale dei comuni. In particolare, agli articoli 35 e 36, disciplina l'organizzazione degli uffici e delinea il ruolo e i compiti dei dirigenti e, agli articoli dal 37 al 40, quelli del segretario comunale. I comuni disciplinano con appositi regolamenti la dotazione organica del personale, l'organizzazione degli uffici e dei servizi, in base a criteri di autonomia, funzionalità ed economicità di gestione e secondo principi di professionalità e responsabilità. Spetta ai dirigenti la direzione delle strutture organizzative secondo i criteri e le norme dettate dalle leggi, dallo statuto e dai regolamenti, che si uniformano al principio della distinzione tra compiti e responsabilità di indirizzo e controllo, spettanti agli organi elettivi, e di gestione amministrativa, spettanti ai dirigenti. Il regolamento disciplina l'attribuzione ai dirigenti di responsabilità gestionali per l'attuazione degli obiettivi fissati dagli organi dell'ente e stabilisce le modalità dell'attività di coordinamento tra il segretario dell'ente ed i dirigenti medesimi. Il segretario comunale, nella regione Trentino-Alto Adige, è un dipendente del comune. E' il funzionario più elevato in grado, partecipa alle riunioni del consiglio e della giunta comunale e ne redige i relativi verbali, apponendovi la propria firma. Nel rispetto delle direttive impartitegli dal sindaco da cui dipende funzionalmente, sovraintende allo svolgimento delle funzioni dei dirigenti e ne coordina l'attività; è il capo del personale, coordina e, ove non esistano figure dirigenziali, dirige gli uffici e i servizi dell'ente, cura l'attuazione dei provvedimenti, è responsabile dell'istruttoria delle deliberazioni, provvede per la loro pubblicazione e per l'invio agli organi di controllo e provvede ai relativi atti esecutivi. Esercita ogni altra attribuzione affidatagli dalle leggi, dallo statuto e dai regolamenti ed adempie ai compiti affidatigli dal sindaco e, se da questi richiesto, roga i contratti e gli atti nei quali il comune è parte contraente.
In seguito alle elezioni comunali dell'8 giugno 1947, venne nominato sindaco Alfonso Ianeselli, ex commissario prefettizio provvisorio. Da allora in poi gli organi amministrativi ricominciarono a funzionare regolarmente.
Contesto generale La fine del Fascismo venne salutata in Trentino principalmente come la fine di un periodo caratterizzato da un forte centralismo. Si cercò quindi di tornare all'autogoverno con la cancellazione della pesante burocrazia del regime: il
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rimedio contro il centralismo e il totalitarismo veniva identificato in un ideale di stato basato sul decentramento, l'autogoverno, lo sviluppo delle autonomie, la riconsegna delle popolazioni ai loro interessi diretti. L'entusiasmo per la riconquistata libertà ebbe una vita effimera, stroncata dalla costituzione della zona dell'Alpenvorland, avvenuta con ordinanza di Hitler del 10 settembre 1943, che, di fatto, portò all'annessione del Trentino alla Germania. Con la fine della guerra e la liberazione da Nazismo e Fascismo il Trentino intravvide la possibilità di dar corso alla democrazia con la distruzione dell'apparato centralistico. Per ottenere questo risultato si cominciò dalla periferia anziché dal vertice: si chiese pertanto il ritorno immediato alla situazione dei comuni antecedente alle aggregazioni operate dal regime e il ripristino dell'autonomia. Queste richieste diffuse su tutto il territorio furono addirittura antecedenti rispetto a quelle concernenti l'autonomia regionale, che pure era ai vertici delle generali aspettative. Avvenuto il cambiamento della forma istituzionale dello Stato, in seguito al referendum del 2 giugno 1946, la Costituzione della Repubblica, in vigore dal 1° gennaio 1948, sancì la creazione di un nuovo ente territoriale, la Regione, con propri poteri legislativo ed esecutivo. In particolare la Regione Trentino Alto Adige ebbe un proprio Statuto speciale di autonomia con legge costituzionale del 26 febbraio 1948, n. 5. Nello Statuto del 1948 si stabilì che gli organi della Regione fossero il consiglio regionale, con potere legislativo, la giunta regionale, come organo esecutivo, e il suo presidente. A Trento si sarebbe insediato, come organo coordinatore, un commissario del governo (invece del prefetto), al quale dovevano essere sottoposte per il visto le leggi regionali e provinciali (a Bolzano, la cui Provincia era parte costitutiva della Regione, si sarebbe insediato un vicecommissario del Governo). Con l'istituzione della Regione le funzioni esercitate dalla Prefettura in materia di vigilanza e tutela sui comuni passarono alla Giunta provinciale. Successive leggi regionali regolamentarono la composizione e l'elezione degli organi delle amministrazioni comunali e l'ordinamento dei comuni ed infine, con L.R. 11 dicembre 1975, n. 11, i segretari comunali tornarono alle dipendenze dei comuni. La competenza regionale in materia di ordinamento dei comuni rimase in vigore anche dopo l'approvazione del secondo Statuto di autonomia (1972), avvenuta al termine di un lungo processo noto con il nome di "Pacchetto", a seguito del quale la Regione cedette gran parte delle competenze alle due province autonome di Trento e Bolzano. Detta competenza divenne primaria con legge costituzionale n. 2/1993. La legge regionale 4 gennaio 1993, n. 1, all'articolo 20, ha previsto la possibilità che i comuni con popolazione superiore ai 30.000 abitanti costituiscano consigli circoscrizionali per la gestione dei servizi di base. Sono state previste inoltre varie forme di collaborazione intercomunale: convenzioni fra comuni, consorzi di comuni, unione di comuni.
Si deve infine far cenno all'esperienza dei comprensori, enti intermedi fra comuni e Provincia creati per diventare sia enti di governo che di gestione. Gli 11 comprensori della Provincia furono previsti dalla L.P. 2 marzo 1964, n. 2, "Ordinamento urbanistico della Provincia di Trento", allo scopo principale di meglio coordinare lo sviluppo urbanistico del territorio. Il nome dell'ente e le sue competenze furono definite dalla L.P. 7.12.1973, n. 62, "Disciplina dei Comprensori nel quadro degli interventi per lo sviluppo della montagna"; inoltre, nel 1981, fu emanata la Legge provinciale n. 10 del 20 luglio contenente "Nuove norme in materia di comprensori nella provincia di Trento" che, all'art. 87 prevedeva che il Presidente della Giunta provinciale approvasse entro 90 giorni, in forma di testo unico, tutte le disposizioni contenute nella medesima
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L.P. n. 10, coordinandole con quelle contenute nelle precedenti leggi provinciali. Il Testo unico è stato effettivamente approvato con D.P.G.P. n. 20-60/leg di data 9 novembre 1981. Oltre a compiti di programmazione urbanistica e in materia socio-economica, i comprensori gestivano funzioni delegate dalla Provincia e dai comuni. I comprensori sono stati soppressi a partire dal 2009 con una serie di decreti del Presidente della Provincia, sulla base di quanto stabilito dalla Legge provinciale 16 giugno 2006, n. 3, con la quale sostanzialmente è stata prevista l'istituzione delle comunità di valle. In effetti la Legge stabiliva un significativo trasferimento di funzioni, prima esercitate dalla Provincia e dai comprensori, ai comuni, prevedendo per gran parte di esse l'esercizio in forma associata per il tramite delle comunità di valle. Con la nomina dei nuovi organi di governo delle comunità di valle e il trasferimento delle funzioni alle comunità stesse, i comprensori avrebbero cessato di esistere. Il territorio provinciale, secondo quanto previsto dalla Legge provinciale 3/2006, è stato suddiviso in circoscrizioni denominate "territori", solo in parte coincidenti con i precedenti ambiti territoriali comprensoriali (sono coincidenti, ad esempio, nel caso degli ex comprensori della Val di Non, della Val di Sole, di Primiero, i cui ambiti territoriali sono gli stessi delle rispettive comunità di valle, ma non per l'ex Comprensorio della Valle dell'Adige che è stato suddiviso in 5 diversi territori; inoltre, i comuni di Folgaria, Lavarone e Luserna, prima appartenenti a due diversi comprensori, sono andati a costituire la Magnifica Comunità degli Altopiani Cimbri). Le comunità di valle sono 16 a fronte dei precedenti 11 comprensori. L'effettiva sostituzione dei nuovi organi delle comunità di valle a quelli dei comprensori e la soppressione dei comprensori stessi sono avvenute tramite decreti del Presidente della Provincia, specifici per ogni nuova comunità di valle, emanati fra il 2009 e il 2011.
Bosentino, prima incluso nel Comprensorio Alta Valsugana (C4), ora fa parte della Comunità Alta Valsugana e Bernstol (il decreto del Presidente della Provincia di trasferimento di funzioni alla nuova Comunità di valle e contestuale soppressione del Comprensorio C4 è datato 27 aprile 2010). Il comune di Bosentino nominava propri rappresentanti nel Consorzio per il servizio di segreteria tra i comuni di Vattaro e Bosentino, nel Consorzio per il funzionamento e lo sviluppo della Scuola Media Statale di Vigolo Vattaro tra i comuni di Vigolo Vattaro, Bosentino, Centa S. Nicolò e Vattaro, nel Consorzio consortile esattoriale di Trento, nel Consorzio B.I.M. - Bacino Imbrifero del Brenta, nel Consorzio veterinario di Levico, nel Consorzio di assistenza ostetrica tra i comuni di Vigolo Vattaro, Vattaro e Bosentino, nel Consorzio di assistenza medico-chirurgica tra i comuni di Vigolo Vattaro, Vattaro e Bosentino, nel Consorzio per il servizio di sorveglianza e custodia forestale tra Vattaro e Bosentino e, più tardi, nel Consorzio per il servizio di vigilanza boschiva tra i comuni di Bosentino, Centa S. Nicolò, Lavarone, Luserna, Vattaro e Vigolo Vattaro. Ha aderito all'U.N.C.E.M. (Unione nazionale dei comuni ed enti montani), al Consorzio comprensoriale dell'Alta Valsugana (C4) e al Consorzio per la fognatura e difesa del lago di Caldonazzo tra i comuni di Pergine, Tenna, Caldonazzo, Calceranica, Bosentino, Vigolo Vattaro e Vattaro. Ha mantenuto rapporti con l'ECA, l'Ufficio del Giudice conciliatore, l'ONMI, il Patronato scolastico, con i comuni limitrofi e con le autorità politico-amministrative, provinciali e statali superiori. Nell'ambito ecclesiastico Bosentino, facente parte del decanato di Levico, è sede di parrocchia dal 1956, dedicata a San Giuseppe.
Fonti normative
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Regio decreto 28 marzo 1929, n. 499, "Disposizioni relative ai libri fondiari nei territori delle nuove province"
Regio decreto 23 aprile 1929, n. 551, "Fissazione della data di cessazione delle amministrazioni straordinarie e dell'attuazione del nuovo ordinamento dell'amministrazione provinciale in 17 provincie"
Regio decreto 26 luglio 1929, n. 1361, "Modifica alla tenuta dei registri dello stato civile"
Circolare del Ministero dell'interno, Direzione generale dell'amministrazione civile, 28 agosto 1929 n. 16900/3 rimettente in ruolo i militari già congedati dal governo austriaco
Legge 14 settembre 1931, n. 1175, Testo Unico delle leggi sulla finanza locale
Regio Decreto del 3 marzo 1934, n. 383, Testo Unico della legge comunale e provinciale
Legge 24 febbraio 1938, n. 329 "T.U. delle disposizioni legislative sul reclutamento del r. esercito"
Legge 16 giugno 1938, n. 1075, "Conversione in legge del r. decreto-legge 28 aprile 1938, n. 482, concernente la prescrizione, come requisito essenziale ad amministratore dei comuni e delle provincie, dello stato di coniugato o di vedovo con prole"
Regio decreto 28 ottobre 1940, n. 1443, "Codice di procedura civile"
Regio decreto 18 dicembre 1941, n. 1368, "Disposizioni per l'attuazione del Codice di procedura civile e disposizioni transitorie"
Regio decreto legge 28 dicembre 1943, n. 29-B, "Defascitizzazione delle amministrazioni dello stato, degli enti locali e parastatali, degli enti comunque sottoposti a vigilanza o tutela dello stato e delle aziende private esercenti servizi pubblici o di interesse nazionale"
Regio decreto legge 4 aprile 1944, n. 111, "Norme transitorie per l'amministrazione dei comuni e delle provincie"
Regio decreto legge 12 aprile 1944, n. 101, "Norme integrative dei r. decreti-legge 28 dicembre 1943, n. 29- B e 6 gennaio 1944, n. 9, sulla defascistizzazione delle amministrazioni dello stato, degli enti locali e parastatali, degli enti comunque sottoposti a vigilanza o tutela dello stato e delle aziende private esercenti servizi pubblici o di interesse nazionale e sulla riammissione in servizio degli appartenenti a dette amministrazioni, enti ed aziende già licenziati per motivi politici"
Decreto legge luogotenenziale 27 luglio 1944, n.159, "Sanzioni contro il fascismo"
Decreto legge luogotenenziale 1 febbraio 1945, n. 23, "Estensione alle donne del diritto di voto"
Decreto legge luogotenenziale 7 gennaio 1946, n. 1, "Ricostituzione delle amministrazioni comunali su base elettiva"
Decreto legge luogotenenziale 4 marzo 1946, n. 68, "Modificazioni alle norme per la ripartizione dei comuni in sezioni elettorali"
Decreto legge luogotenenziale 10 marzo 1946, n.76, "Modificazioni ed aggiunte al D.L.L. 7 gennaio 1946,
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n.1, sulla ricostituzione delle amministrazioni comunali su base elettiva"
Decreto legge luogotenenziale 15 marzo 1946, n. 272, "Disposizioni per la ricostruzione degli atti e documenti degli archivi dei municipi distrutti a seguito di eventi bellici o di tumulti popolari o di incendi, inondazioni, terremoti ed altre pubbliche calamità"
Decreto legge luogotenenziale 15 marzo 1946, n. 83, "Modificazioni al D.L.L. 7 gennaio 1946, n. 1, sulla ricostruzione delle amministrazioni comunali su base elettiva"
Decreto legge del Capo provvisorio dello Stato 23 dicembre 1946, n. 574, "Norme sull'assetto della legislazione nei territori liberati, per i provvedimenti adottati dagli enti locali sotto l'impero del sedicente governo della repubblica sociale"
Legge 9 giugno 1947 n. 530, "Modificazioni al testo unico della legge comunale e provinciale, approvato con regio decreto 3 marzo 1934 n. 383, e successive modificazioni"
Decreto legge luogotenenziale 7 gennaio 1948, n.1, "Ricostituzione delle amministrazioni comunali su base elettiva"
Legge costituzionale 26 febbraio 1948, n. 5, "Statuto speciale per il Trentino-Alto Adige"
Legge 29 aprile 1949, n. 264, Provvedimenti in materia di avviamento al lavoro e di assistenza dei lavoratori involontariamente disoccupati
Legge Regionale 1 giugno 1954, n. 11, "Norme per l'approvazione dei conti consuntivi degli enti locali"
Decreto del Presidente della Repubblica 31 gennaio 1958, n. 136, "Regolamento di esecuzione della legge 24 dicembre 1954, n. 1128 sull'ordinamento delle anagrafi della popolazione residente"
Legge regionale 21 ottobre 1963, n. 29, Ordinamento dei comuni
Legge regionale 5 novembre 1968, n.34, Modifiche all'art.63 della L.R. 21 ottobre 1963, n. 29 concernente norme sull'ordinamento dei Comuni
Legge regionale 31 marzo 1971, n.6 "Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 21 ottobre 1963 n.29, contenente norme sull'ordinamento dei comuni"
Decreto del Presidente della Repubblica 31 agosto 1972, n. 670, Approvazione del testo unico delle leggi costituzionali concernenti lo statuto speciale per il Trentino-Alto Adige
Decreto Presidente Giunta regionale 30 aprile 1975, n. 5 "Regolamento di esecuzione della legge 21 ottobre 1963, n. 29"
Decreto del Presidente della Giunta Regionale 12 luglio 1984, n. 12/L, "Approvazione del regolamento di esecuzione del testo unico delle leggi regionali sull'ordinamento dei comuni di cui al D.P.G.R. 19 gennaio 1984 n. 6/L"
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Legge provinciale 14 febbraio 1992, n. 11, "Disposizioni in materia di archivi e istituzione dell'archivio provinciale"
Decreto del Presidente della Giunta Regionale 27 febbraio 1995 n. 4/L, "Approvazione nuovo testo unico delle leggi regionali sull'ordinamento dei comuni"
Legge provinciale 17 febbraio 2003, n. 1, Nuove disposizioni in materia di beni culturali
Decreto del Presidente della Regione 1 febbraio 2005, n. 3/L, Testo unico delle leggi regionali sull'ordinamento dei comuni della regione autonoma Trentino Alto Adige
Fonti archivistiche e bibliografia Fonti d’archivio ACBos., 1.4 "Comune di Bosentino (ordinamento italiano)", 1947-1975 www.comuni-italiani Bibliografia CORNI G., FRANCESCHINI I. (a cura di), Nel tempo e fra la gente di Bosentino e Migazzone : territorio, società, istituzioni, Bosentino (Tn), Trento, 2010, 90-98
COSTA A. (a cura di), Annuario diocesano: comunità, presbiterio, istituzioni, Trento, 1995, p.150
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subfondo 1.3 Comune di Bosentino, 1947 - 1975 (con docc. fino al 2015) {122}
240 buste, 175 registri, 5 mappe, 1 schedario; metri lineari 35.0
Soggetti produttori Comune di Bosentino, 1947 marzo 15 - 2015 dicembre 31
Contenuto Il subfondo comprende la documentazione dell'ente prodotta a partire dal 1947, dopo la ricostituzione di Bosentino in comune autonomo. Il lavoro di riordino ha interessato la documentazione fino al 1975. Tale documentazione si presenta in buono stato di conservazione.
Strutture aggregate Subsubfondo Corpo dei vigili del fuoco volontari di Bosentino
Criteri di ordinamento e inventariazione L'ordine delle serie rispecchia lo schema del titolario di classificazione in 15 categorie emanato con Circolare del Ministero dell'interno n. 17100/2 del 1° marzo 1897. Ciò significa che le serie rispettano il seguente ordine: prima sono state collocate le serie che riguardano le materie incluse nella I categoria (documentazione prodotta dagli organi deliberativi come il consiglio e la giunta comunale, protocolli degli esibiti, carteggio ed atti ordinati per anno e per oggetto); seguono le serie riguardanti le materie incluse nella V categoria (repertori dei contratti, contratti, depositi e spese contrattuali, ruoli delle imposte, bilanci di previsione, verbali di chiusura, conti consuntivi, giornali e mastri della contabilità, reversali di cassa e mandati di pagamento). Di seguito sono state collocate le serie relative alle materie incluse nella VI categoria (deliberazioni della Commissione elettorale comunale, tenuta e revisione delle liste elettorali, liste elettorali ed elezioni), nella VIII categoria (liste di leva, dei renitenti, ruoli matricolari), nella X categoria (lavori pubblici, pratiche edilizie), e nella XII categoria (registri dello stato civile, censimenti della popolazione, dell'industria, del commercio e dell'agricoltura, registro e movimento della popolazione, registri e pratiche di emigrazione e immigrazione). Alla fine è stata collocata la serie dei Registri diversi che, dato il loro carattere disomogeneo, non sono riconducibili a nessuna specifica categoria. A seguire, dopo le serie prodotte direttamente dal comune, è stato collocato il subfondo che comprende la documentazione prodotta dal Corpo dei vigili del fuoco volontari di Bosentino. La numerazione di ogni serie è aperta per permettere incrementi futuri. Le caratteristiche di ogni serie sono state illustrate nelle relative introduzioni.
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Per quanto riguarda i registri divisi in finche, si è riportata la tipologia dei dati registrati all'interno di esse. Qualora i dati siano analoghi per tutti i registri di una serie, gli stessi sono stati descritti nell'introduzione alla serie e non a livello di unità documentale.
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serie 1.3.1 Deliberazioni del Consiglio comunale - originali, 1947 - 1967 {123}
Contenuto Con l'emanazione della Legge 4 febbraio 1926, n. 237, e del R.D.L. 3 settembre 1926, n. 1910, i consigli comunali e le giunte furono sciolti. Ad essi subentrava la figura del podestà. Con Decreto legislativo luogotenenziale 7 gennaio 1946, n. 1, vennero ricostituite, nel territorio nazionale, le amministrazioni comunali su basi elettive, ovvero vennero ripristinati il consiglio comunale, la giunta e il sindaco. Le loro attribuzioni vennero regolate dalle norme del Testo unico della legge comunale e provinciale del 1915 (R.D. 4 febbraio 1915, n. 148) e successive modifiche. Nel primo Statuto di autonomia per la Regione Trentino-Alto Adige, emanato con Legge costituzionale 26 febbraio 1948, n. 5, la facoltà di legiferare in materia di ordinamento dei comuni è attribuita alla Regione Trentino-Alto Adige. Tale competenza è confermata dal secondo Statuto di autonomia, approvato con D.P.R. n. 670 del 1972, e diventa competenza primaria con l'emanazione della Legge costituzionale n. 2 del 23 settembre 1993. Pertanto in materia di funzioni e competenze degli organi del comune e di modalità di elezione degli stessi, la potestà di legiferare spetta tuttora alla Regione Trentino-Alto Adige e non alle due province autonome. La Regione ha emanato negli anni successivi al 1948 una serie di provvedimenti legislativi sull'ordinamento dei comuni, sull'ordinamento del personale e sull'ordinamento contabile e finanziario degli stessi. L'ordinamento attualmente in vigore è contenuto nel Testo unico delle leggi regionali sull'ordinamento dei comuni della Regione autonoma Trentino-Alto Adige, emanato con Decreto del Presidente della Regione 1 febbraio 2005 n. 3/L, e successive modifiche.
La serie raccoglie la sequenza completa delle deliberazioni del Consiglio comunale dal giugno 1947 al dicembre 1967, raccolte in parte in registri e in parte in buste.
ACBos.1.3.1-1 {124}
“Comune di Bosentino. Verbali del Consiglio comunale dal 15-8-1947 al 17-3-1949”
1947 giugno 15 - 1949 marzo 17 - 1947: nn. 1-23; - 1948: nn. 1-25; - 1949: nn. 1-6; con indice delle deliberazioni dal 1947 al 1950 all’inizio Registro, cc. 50 n. n. Num. un. progr. 50
ACBos.1.3.1-2 {125}
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“Verbali del Consiglio comunale dal 26-4-1949 al 20.11.1954”
1954 aprile 26 - 1954 novembre 20 - 1949: nn. 7-29; - 1950: nn. 1-10; - 1951: nn. 1-55; - 1952: nn. 1-42; - 1953: nn. 1-40; - 1954: nn. 1-47a Registro, cc. 100 n. n. Num. un. progr. 50
ACBos.1.3.1-3 {126}
“Registro delle deliberazioni consigliari …”
1954 dicembre 16 - 1955 dicembre 10 - 1954: nn. 48-51; - 1955: nn. 1-58 (1) Registro, cc. 100 n. n. Note 1. Le deliberazioni del 1955 sono trascritte sul registro dal n. 1 al n. 57, mentre la deliberazione n. 58 è dattiloscritta a parte Num. un. progr. 50
ACBos.1.3.1-4 {127}
Deliberazioni del Consiglio comunale - originali
1956 febbraio 9 - 1960 novembre 11 - 1956: nn. 1-45; - 1957: nn. 1-42; - 1958: nn. 1-19;
- 1959: nn. 1-46; - 1960: nn. 1-54 Registro, cc. 97 (num. orig. parziale Num. un. progr. 50
ACBos.1.3.1-5 {128}
Deliberazioni del Consiglio comunale - originali
1960 agosto 12 - 1967 dicembre 22 - 1960: nn. 35-60 (lacunose);
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- 1961: nn. 8-35; - 1962: nn. 1-36; - 1963: nn. 1-25; - 1964: nn. 1-30; - 1965: nn. 1-26; - 1966: nn. 1-21; - 1967: nn. 1-37 Busta Num. un. progr. 51
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serie 1.3.2 Deliberazioni del Consiglio comunale – copie, 1947 - 1975 {129}
Contenuto La serie comprende la raccolta delle copie delle deliberazioni del Consiglio comunale, sia copie semplici che approvate dall'autorità tutoria (Prefetto e Giunta provinciale amministrativa fino al 31 dicembre 1948, poi Giunta provinciale di Trento), per il periodo dal giugno 1947 al dicembre 1975.
ACBos.1.3.2-1 {130}
Deliberazioni del Consiglio comunale – copie
1947 - 1955 - 1947: nn. 1-23;
- 1948: nn. 1-25; - 1949: nn. 1-24; - 1950: nn. 1-26; - 1951: nn. 1-55; - 1952 gennaio - marzo: nn. 1-18; - 1952 giugno - dicembre: nn. 1-42; - 1953: nn. 1-40; - 1954: nn. 1-51; - 1955: nn. 1-56 Busta Num. un. progr. 52
ACBos.1.3.2-2 {131}
Deliberazioni del Consiglio comunale - copie
1956 - 1961 - 1956: nn. 1-23; - 1957: nn. 1-25; - 1958: nn. 1-24; - 1959: nn. 1-26; - 1960: nn. 1-55; - 1961: nn. 1-35
Busta Num. un. progr. 53
96
ACBos.1.3.2-3 {132}
Deliberazioni del Consiglio comunale - copie
1962 - 1965 - 1962: nn. 1-36; - 1963: nn. 1-25; - 1964: nn. 1-30; - 1965: nn. 1-26 Busta Num. un. progr. 54
ACBos.1.3.2-4 {133}
Deliberazioni del Consiglio comunale - copie
1966 - 1969 - 1966: nn. 1-21; - 1967: nn. 1-37; - 1968: nn. 1-29; - 1969: nn. 1-53 Busta Num. un. progr. 55
ACBos.1.3.2-5 {134}
Deliberazioni del Consiglio comunale - copie
1970 - 1975 - 1970: nn. 1-36; - 1971 gennaio 4 – 1971 luglio 23: nn. 2-16; - 1972: nn. 1-43; - 1973 marzo: nn. 1-9; - 1974: nn. 1-37; - 1975: nn. 1-39 Busta Num. un. progr. 56
97
serie 1.3.3 Deliberazioni della Giunta comunale - originali, 1947 - 1967 {135}
Contenuto Con l'emanazione della Legge 4 febbraio 1926, n. 237, e del R.D.L. 3 settembre 1926, n. 1910, i consigli comunali e le giunte furono sciolti in tutti i comuni del Regno. Ad essi subentrava la figura del podestà. Consiglio comunale e giunta vennero ripristinati con Decreto legislativo luogotenenziale 7 gennaio 1946, n. 1. Nel primo Statuto di autonomia per la Regione Trentino-Alto Adige, emanato con Legge costituzionale 26 febbraio 1948, n. 5, la facoltà di legiferare in materia di ordinamento dei comuni è attribuita alla Regione Trentino-Alto Adige. Tale competenza è confermata dal secondo Statuto di autonomia, approvato con D.P.R. n. 670 del 1972, e diventa competenza primaria con l'emanazione della Legge costituzionale n. 2 del 23 settembre 1993. Pertanto in materia di funzioni e competenze degli organi del comune e di modalità di elezione degli stessi, la potestà di legiferare spetta tuttora alla Regione Trentino-Alto Adige e non alle due province autonome. La Regione ha emanato negli anni successivi al 1948 una serie di provvedimenti legislativi sull'ordinamento dei comuni, sull'ordinamento del personale e sull'ordinamento contabile e finanziario degli stessi. L'ordinamento attualmente in vigore è contenuto nel Testo unico delle leggi regionali sull'ordinamento dei comuni della Regione autonoma Trentino-Alto Adige, emanato con Decreto del Presidente della Regione 1 febbraio 2005 n. 3/L, e successive modifiche.
La serie comprende in modo completo le deliberazioni della Giunta comunale dall’agosto 1947 al dicembre 1967.
ACBos.1.3.3-1 {136}
“Verbali della Giunta comunale dal 20.8.1947 al 19.12.1952”
1947 agosto 20 - 1952 dicembre 19 - 1947: nn. 1-14; - 1948: nn. 1-21; - 1949: nn. 1-17; - 1950: nn. 1-30; - 1951: nn. 1-47; - 1952: nn. 1-18; con indice delle deliberazioni dal 1947 al 1952 all’inizio Registro, cc. 98 n. n. Num. un. progr. 57
ACBos.1.3.3-2 {137}
"Registro dei verbali di deliberazione della Giunta municipale …"
98
1952 dicembre 19 - 1955 novembre 24 - 1952: nn. 25-33; - 1953: nn. 1-54; - 1954: nn. 1-43; - 1955: nn. 1-45; con indice delle deliberazioni dal 1951 al 1953 all’inizio Registro, cc. 77 n. n. Num. un. progr. 57
ACBos.1.3.3-3 {138}
Deliberazioni della Giunta comunale - originali
1957 febbraio 23 - 1962 dicembre 15 - 1957: nn. 4-41 (con lacune); - 1958: nn. 1-38; - 1959: nn. 1-18; - 1960: nn. 1-30; - 1961: nn. 1-38; - 1962: nn. 1-20 Busta Num. un. progr. 57
ACBos.1.3.3-4 {139}
Deliberazioni della Giunta comunale - originali
1963 gennaio 26 - 1967 dicembre 15 - 1963: nn. 1-29; - 1964: nn. 1-41; - 1965: nn. 1-48; - 1966: nn. 1-31; - 1967: nn. 1-32
Busta Num. un. progr. 58
99
serie 1.3.4 Deliberazioni della Giunta comunale - copie, 1947 - 1975 {140}
Contenuto La serie comprende la raccolta delle copie delle deliberazioni della Giunta, sia copie semplici, sia approvate dall'autorità tutoria, ovvero dalla Prefettura e dalla Giunta provinciale amministrativa fino al 1948, poi dalla Giunta provinciale di Trento.
La serie raccoglie le copie vistate o semplici dei verbali di deliberazione della Giunta comunale dal 1947 al 1975.
ACBos.1.3.4-1 {141}
Deliberazioni della Giunta comunale - copie
1947 - 1956 - 1947: nn. 1-14; - 1948: nn. 1-21; - 1949: nn. 1-12; - 1950: nn. 1-29; - 1951: nn. 1-45; - 1952 gennaio – marzo: nn. 1-8; - 1952 giugno-dicembre: nn. 1-32; - 1953: nn. 1-54; - 1954: nn. 1-43; - 1955 gennaio – 1956 gennaio: nn. 1-56 Busta Num. un. progr. 59
ACBos.1.3.4-2 {142}
Deliberazioni della Giunta comunale - copie
1956 - 1962 - 1956 marzo – 1957 gennaio: nn. 2-40; - 1957 febbraio – dicembre: nn. 1-41; - 1958: nn. 1-39; - 1959: nn. 1-18;
- 1960: nn. 1-31; - 1961: nn. 1-38; - 1962: nn. 1-20
100
Busta Num. un. progr. 60
ACBos.1.3.4-3 {143}
Deliberazioni della Giunta comunale - copie
1963 - 1969 - 1963: nn. 1-29; - 1964: nn. 1-41; - 1965: nn. 1-48; - 1966: nn. 1-30; - 1967: nn. 1-32; - 1968: nn. 1-52; - 1969: nn. 1-39 Busta Num. un. progr. 61
ACBos.1.3.4-4 {144}
Deliberazioni della Giunta comunale - copie
1970 - 1975 - 1970: nn. 1-34; - 1971: nn. 1-19; - 1972: nn. 1-39; - 1973: nn. 1-31; - 1974: nn. 1-43;
- 1975: nn. 1-34 Busta Num. un. progr. 62
101
serie 1.3.5 Verbali delle sedute del Consiglio e della Giunta comunali, 1947 - 1979 {145}
Contenuto La serie è composta dai registri contenenti i verbali delle sedute del Consiglio comunale e della Giunta, riportati nel medesimo registro e redatti in forma non ufficiale, per uso interno, sulla base dei quali venivano poi stese le deliberazioni. I registri riportano i seguenti elementi: data della seduta, elenco dei presenti, discussione e decisione relativa ad ogni singolo punto dell'ordine del giorno; dal giugno 1950 compaiono anche le firme del segretario, del sindaco e dei partecipanti (consiglieri o assessori). Tali registri coprono l'arco di tempo che va dal 1947 fino al 1979.
ACBos.1.3.5-1 {146}
“Appunti sedute del Consiglio comunale” e della Giunta comunale
1947 dicembre 17 - 1949 giugno 15 Registro, cc. 30 n. n. Num. un. progr. 63
ACBos.1.3.5-2 {147}
“Appunti sedute del Consiglio e Giunta comunali …”
1949 luglio 16 - 1952 aprile 7 Registro, cc. 30 n. n. Num. un. progr. 63
ACBos.1.3.5-3 {148}
“… Brogliaccio delle sedute del Consiglio comunale e della Giunta municipale …”
1952 giugno 4 - 1953 ottobre 15 Registro, cc. 44 n. n. Num. un. progr. 63
ACBos.1.3.5-4 {149}
“… Brogliaccio delle sedute del Consiglio comunale e della Giunta municipale …”
1953 novembre 19 - 1956 gennaio 30 Registro, cc. 48 n. n.
102
Num. un. progr. 63
ACBos.1.3.5-5 {150}
Verbali delle sedute del Consiglio e della Giunta comunali
1955 giugno 7 - 1956 giugno 14 Registro, cc. 17 n. n. Num. un. progr. 63
ACBos.1.3.5-6 {151}
“Brogliaccio delle sedute di Giunta e del Consiglio comunale”
1956 luglio 13 - 1959 marzo 10 Registro, cc. 99 n. n. Num. un. progr. 63
ACBos.1.3.5-7 {152}
“Verbali delle riunioni del Consiglio comunale e della Giunta - non formali”
1959 aprile 10 - 1969 maggio 28 Registro, cc. 195 n. n. Num. un. progr. 64
ACBos.1.3.5-8 {153}
“Verbali (non formali) delle delibere di Consiglio e Giunta …”
1969 giugno 30 - 1979 marzo 28 Registro, cc. 193 n. n. Num. un. progr. 64
103
serie 1.3.6 Protocolli degli esibiti, 1947 - 1975 {154}
Contenuto La tenuta di questi registri, del resto già in uso nel periodo austriaco, fu stabilita dal regolamento per l'esecuzione della legge sull'amministrazione comunale e provinciale del 1865 e dalla Circolare del Ministero dell'Interno n. 17100/2 del primo marzo 1897, applicata in Trentino dopo l'estensione alle nuove province della legge e del regolamento provinciale e comunale italiano (R.D. 11 gennaio 1923, n. 9). Sui registri del protocollo sono riportati: numero progressivo, data, mittente o destinatario dei singoli atti, breve indicazione del contenuto e talora anche i dati relativi alla classificazione per categoria di affari.
Nella presente serie, la classificazione per categoria è costante dal 1947 al 1959; appare sporadica nel 1960, fino a sparire del tutto dal 1961 al 1975.
ACBos.1.3.6-1 {155}
Protocollo degli esibiti
1947 gennaio 28 - 1948 marzo 22 - 1947: nn. di prot. 1-1435; - 1948: nn. di prot. 1-539 Registro Num. un. progr. 65
ACBos.1.3.6-2 {156}
Protocollo degli esibiti
1948 marzo 23 - 1949 aprile 15 - 1948: nn. di prot. 1-2020; - 1949: nn. di prot. 1-510 Registro Num. un. progr. 66
ACBos.1.3.6-3 {157}
Protocollo degli esibiti
1949 aprile 15 - 1950 dicembre 30 - 1950: nn. di prot. 511-1552;
104
- 1951: nn. di prot. 1-1446 Registro Num. un. progr. 67
ACBos.1.3.6-4 {158}
Protocollo degli esibiti
1951 gennaio 2 - 1952 gennaio 16 Nn. di prot. 1-1429 Registro Num. un. progr. 68
ACBos.1.3.6-5 {159}
Protocollo degli esibiti
1952 gennaio 16 - 1952 dicembre 31 Nn. di prot. 1-1282 Registro Num. un. progr. 69
ACBos.1.3.6-6 {160}
Protocollo degli esibiti
1953 gennaio 2 - 1953 dicembre 29 Nn. di prot. 1-1256 Registro Num. un. progr. 70
ACBos.1.3.6-7 {161}
Protocollo degli esibiti
1954 gennaio 2 - 1955 luglio 2 - 1954: nn. di prot. 1-1277; - 1955: nn. di prot. 1-720 Registro Num. un. progr. 71
ACBos.1.3.6-8 {162}
Protocollo degli esibiti
105
1955 luglio 1 - 1956 ottobre 31 - 1955: nn. di prot. 721-1253; - 1956: nn. di prot. 1-970 Registro Num. un. progr. 72
ACBos.1.3.6-9 {163}
Protocollo degli esibiti
1956 ottobre 31 - 1958 gennaio 2 - 1956:nn. di prot. 971-1175; - 1957:nn. di prot. 1-1189 Registro Num. un. progr. 73
ACBos.1.3.6-10 {164}
Protocollo degli esibiti
1958 gennaio 2 - 1958 dicembre 31 Nn. di prot. 1-1220 Registro Num. un. progr. 74
ACBos.1.3.6-11 {165}
Protocollo degli esibiti
1959 gennaio 2 - 1959 dicembre 31 Nn. di prot. 1-981 Registro Num. un. progr. 75
ACBos.1.3.6-12 {166}
Protocollo degli esibiti
1960 gennaio 2 - 1960 dicembre 31 Nn. di prot. 1-1281 Registro Num. un. progr. 76
ACBos.1.3.6-13 {167}
106
Protocollo degli esibiti
1961 gennaio 2 - 1961 dicembre 30 Nn. di prot. 1-1117 Registro Num. un. progr. 77
ACBos.1.3.6-14 {168}
Protocollo degli esibiti
1962 gennaio 2 - 1962 dicembre 29 Nn. di prot. 1-1220 Registro Num. un. progr. 78
ACBos.1.3.6-15 {169}
Protocollo degli esibiti
1963 gennaio 2 - 1963 dicembre 31 Nn. di prot. 1-1209 Registro Num. un. progr. 79
ACBos.1.3.6-16 {170}
Protocollo degli esibiti
1964 gennaio 3 - 1964 dicembre 30 Nn. di prot. 1-1220 Registro Num. un. progr. 80
ACBos.1.3.6-17 {171}
Protocollo degli esibiti
1965 gennaio 4 - 1965 dicembre 31 Nn. di prot. 1-1418 Registro Num. un. progr. 81
ACBos.1.3.6-18 {172}
107
Protocollo degli esibiti
1966 gennaio 3 - 1966 dicembre 31 Nn. di prot. 1-1220 Registro Num. un. progr. 82
ACBos.1.3.6-19 {173}
Protocollo degli esibiti
1967 gennaio 2 - 1967 dicembre 30 Nn. di prot. 1-1784 Registro Num. un. progr. 83
ACBos.1.3.6-20 {174}
Protocollo degli esibiti
1968 gennaio 2 - 1968 dicembre 31 Nn. di prot. 1-1965 Registro Num. un. progr. 84
ACBos.1.3.6-21 {175}
Protocollo degli esibiti
1969 gennaio 2 - 1969 dicembre 30 Nn. di prot. 1-1752 Registro Num. un. progr. 85
ACBos.1.3.6-22 {176}
Protocollo degli esibiti
1970 gennaio 2 - 1970 dicembre 31 Nn. di prot. 1-1220 Registro Num. un. progr. 86
ACBos.1.3.6-23 {177}
108
Protocollo degli esibiti
1971 gennaio 4 - 1971 dicembre 31 Nn. di prot. 1-1577 Registro Num. un. progr. 87
ACBos.1.3.6-24 {178}
Protocollo degli esibiti
1972 gennaio 3 - 1972 dicembre 29 Nn. di prot. 1-1770 Registro Num. un. progr. 88
ACBos.1.3.6-25 {179}
Protocollo degli esibiti
1973 gennaio 2 - 1973 dicembre 31 Nn. di prot. 1-1675 Registro Num. un. progr. 89
ACBos.1.3.6-26 {180}
Protocollo degli esibiti
1974 gennaio 2 - 1974 dicembre 31 Nn. di prot. 1-1687 Registro Num. un. progr. 90
ACBos.1.3.6-27 {181}
Protocollo degli esibiti
1975 gennaio 2 - 1975 dicembre 31 Nn. di prot. 1-1557 Registro Num. un. progr. 91
109
serie 1.3.7 Carteggio ed atti ordinati per annata, 1947 - 1975 {182}
Contenuto La serie raccoglie il carteggio (lettere, missive e responsive) e gli atti (documenti diversi dal carteggio) prodotti per la trattazione degli affari relativi alle diverse attività di competenza del comune. Con il R.D. 11 gennaio 1923, n. 9, che estendeva al Trentino la legge comunale italiana, venne introdotto, per la classificazione degli atti, il titolario emanato con Circolare del Ministero dell'Interno n. 17100/2 del 1° marzo 1897. Tale titolario era costituito dalle seguenti 15 categorie, a loro volta articolate in classi: I Amministrazione; II Opere pie e beneficenza; III Polizia urbana e rurale; IV Sanità ed igiene; V Finanze; VI Governo; VII Grazia, Giustizia e Culto; VIII Leva e truppa; IX Istruzione pubblica; X Lavori pubblici, Poste e Telegrafi; XI Agricoltura, Industria e Commercio; XII Stato civile, Censimento e Statistica; XIII Esteri; XIV Oggetti diversi; XV Pubblica sicurezza.
La serie raccoglie atti dal 1947 al 1975. La documentazione si presenta classificata nelle 15 categorie del titolario italiano dal 1947 al 1970, mentre per gli anni dal 1971 al 1975 il carteggio e gli atti sono riordinati, ove possibile, in ordine di protocollo, e, per la restante parte, in ordine cronologico. Si segnalano i fascicoli pluriennali ritenuti di particolare interesse per la storia e i diritti del comune, nonché per la ricerca in generale. L'evidenziazione dei fascicoli pluriennali viene ritenuta utile per il fatto che in essi confluiscono atti registrati a protocollo in vari anni, altrimenti difficilmente rintracciabili.
ACBos.1.3.7-1 {183}
Carteggio ed atti: catt. I-VIII
1947 Busta Num. un. progr. 92
ACBos.1.3.7-2 {184}
Carteggio ed atti: catt. IX-XV
1947 Nella cat. XII si segnala: movimento e statistica della popolazione Busta Num. un. progr. 93
ACBos.1.3.7-3 {185}
Carteggio ed atti: catt. I-IV
110
1948 Busta Num. un. progr. 94
ACBos.1.3.7-4 {186}
Carteggio ed atti: catt. V-IX
1948 Busta Num. un. progr. 95
ACBos.1.3.7-5 {187}
Carteggio ed atti: catt. X-XV
1948 Nella cat. XII si segnala: movimento e statistica della popolazione Busta Num. un. progr. 96
ACBos.1.3.7-6 {188}
Carteggio ed atti: catt. I-IV
1949 Busta Num. un. progr. 97
ACBos.1.3.7-7 {189}
Carteggio ed atti: catt. V-IX
1949 Busta Num. un. progr. 98
ACBos.1.3.7-8 {190}
Carteggio ed atti: catt. X-XV
1949 Busta Num. un. progr. 99
111
ACBos.1.3.7-9 {191}
Carteggio ed atti: catt. I-VIII
1950 Busta Num. un. progr. 100
ACBos.1.3.7-10 {192}
Carteggio ed atti: catt. IX-XV
1950 Nella cat. X si segnala: "Sistemazione strada da Calceranica a Bosentino", 1949-1950
Busta Num. un. progr. 101
ACBos.1.3.7-11 {193}
Carteggio ed atti: catt. I-VIII
1951 Busta Num. un. progr. 102
ACBos.1.3.7-12 {194}
Carteggio ed atti: catt. IX-XV
1951 Busta Num. un. progr. 103
ACBos.1.3.7-13 {195}
Carteggio ed atti: catt. I-IX
1952 Nella cat. V si segnala: "Commissione imposte e tasse comunali", 1948 - 1952 Busta Num. un. progr. 104
ACBos.1.3.7-14 {196}
Carteggio ed atti: catt. X-XV
1952
112
Nella cat. XI si segnala: "Comitato soccorso invernale disoccupati...", 1950 - 1952 Busta Num. un. progr. 105
ACBos.1.3.7-15 {197}
Carteggio ed atti: catt. I-VIII
1953 Busta Num. un. progr. 106
ACBos.1.3.7-16 {198}
Carteggio ed atti: catt. IX-XV
1953 Busta Num. un. progr. 107
ACBos.1.3.7-17 {199}
Carteggio ed atti: catt. I-VII
1954 Busta Num. un. progr. 108
ACBos.1.3.7-18 {200}
Carteggio ed atti: catt. VIII-XV
1954 Busta Num. un. progr. 109
ACBos.1.3.7-19 {201}
Carteggio ed atti: catt. I-VII
1955 Busta Num. un. progr. 110
ACBos.1.3.7-20 {202}
113
Carteggio ed atti: catt. VIII-XV
1955 Busta Num. un. progr. 111
ACBos.1.3.7-21 {203}
Carteggio ed atti: catt. I-IV
1956 Busta Num. un. progr. 112
ACBos.1.3.7-22 {204}
Carteggio ed atti: catt. V-IX
1956 Nella cat. VII.6 si segnala: "...Erezione in parrocchia della curazia di Bosentino", 1950; 1956; nella cat. IX. 2 si segnala: "Pratiche asilo infantile", 1951 - 1956; "Cessione locali scolastici uso colonia...", 1953 - 1956 Busta Num. un. progr. 113
ACBos.1.3.7-23 {205}
Carteggio ed atti: catt. X-XV
1956 Nella cat. X. 4 si segnala: manutenzione dell'acquedotto pubblico: convenzioni, carteggio. atti. Con documentazione dell'ASUC di Bosentino del 1946, 1947 - 1956 (con docc. dal 1946) Busta Num. un. progr. 114
ACBos.1.3.7-24 {206}
Carteggio ed atti: catt. I-VIII
1957 Busta Num. un. progr. 115
ACBos.1.3.7-25 {207}
Carteggio ed atti: catt. IX-XV
114
1957 Busta Num. un. progr. 116
ACBos.1.3.7-26 {208}
Carteggio ed atti: catt. I-IV
1958 Busta Num. un. progr. 117
ACBos.1.3.7-27 {209}
Carteggio ed atti: catt. V-IX
1958 Nella cat. V. 6 si segnala: "Commissione censuaria comunale...": atto di costituzione, verbali, circolari, elenchi e atti di ricostituzione, 1947 - 1958 Busta Num. un. progr. 118
ACBos.1.3.7-28 {210}
Carteggio ed atti: catt. X-XV
1958 Busta Num. un. progr. 119
ACBos.1.3.7-29 {211}
Carteggio ed atti: catt. I-IV
1959 Nella cat. V si segnala: "Usi civici": approvazione del regolamento per l'esercizio degli usi civici. Con copia del decreto di assegnazione terre e usi civici di Bosentino del 26 luglio 1940, 1956 - 1959 (con docc. dal 1940) Busta Num. un. progr. 120
ACBos.1.3.7-30 {212}
Carteggio ed atti: catt. V-IX
1959
115
Nella cat. V si segnala: "Vertenza per sconfinamento boschivo in località Faè": atti nella causa promossa dal comune di Bosentino contro il comune di Vigolo Vattaro per la contestazione dei limiti di confine in località Faè, 1955 - 1959 Busta Num. un. progr. 121
ACBos.1.3.7-31 {213}
Carteggio ed atti: catt. X-XV
1959 Nella cat. XI si segnala: "Miniera di Calceranica": richiesta del comune di partecipare al reddito proveniente dalla gestione della miniera da parte della "Montecatini", 1957 - 1959 Busta Num. un. progr. 122
ACBos.1.3.7-32 {214}
Carteggio ed atti: catt. I-VI
1960 Busta Num. un. progr. 123
ACBos.1.3.7-33 {215}
Carteggio ed atti: catt. VII-XV
1960 Nella cat. XV si segnala: "15 Vigili Fuoco", 1950 - 1960 Busta Num. un. progr. 124
ACBos.1.3.7-34 {216}
Carteggio ed atti: catt. I-V
1961 Busta Num. un. progr. 125
ACBos.1.3.7-35 {217}
Carteggio ed atti: catt. VI-X
1961
116
Busta Num. un. progr. 126
ACBos.1.3.7-36 {218}
Carteggio ed atti: catt. XI-XV
1961 Busta Num. un. progr. 127
ACBos.1.3.7-37 {219}
Carteggio ed atti: catt. I-IV
1962 Nella cat. II si segnala: registri dei ricoveri d'urgenza ordinati dal sindaco ed allegati, 1947 - 1962
Busta Num. un. progr. 128
ACBos.1.3.7-38 {220}
Carteggio ed atti: catt. V-IX
1962 Nella cat. VII si segnala: "Sistemazione catastale e tavolare della casa canonica e del teatrino parrocchiale (atti preliminari per la donazione)" e atto di donazione (copia), 1957 - 1962 Busta Num. un. progr. 129
ACBos.1.3.7-39 {221}
Carteggio ed atti: catt. X-XV
1962 Busta Num. un. progr. 130
ACBos.1.3.7-40 {222}
Carteggio ed atti: catt. I-VIII
1963 Busta Num. un. progr. 131
117
ACBos.1.3.7-41 {223}
Carteggio ed atti: catt. IX-XV
1963 Nella cat. X si segnala: "Liquidazione espropri strada alla Pozza", 1959-1963 Busta Num. un. progr. 132
ACBos.1.3.7-42 {224}
Carteggio ed atti: catt. I-VII
1964 Busta Num. un. progr. 133
ACBos.1.3.7-43 {225}
Carteggio ed atti: catt. VIII-XV
1964 Nella cat. VIII si segnala: allegati alle liste di leva delle classi 1927 - 1945, 1947 - 1964 Busta Num. un. progr. 134
ACBos.1.3.7-44 {226}
Carteggio ed atti: catt. I-VI
1965 Busta Num. un. progr. 135
ACBos.1.3.7-45 {227}
Carteggio ed atti: catt. VII-XV
1965 Busta Num. un. progr. 136
ACBos.1.3.7-46 {228}
Carteggio ed atti: catt. I-IV
118
1966 Busta Num. un. progr. 137
ACBos.1.3.7-47 {229}
Carteggio ed atti: catt. V-IX
1966 Busta Num. un. progr. 138
ACBos.1.3.7-48 {230}
Carteggio ed atti: catt. X-XV
1966 Busta Num. un. progr. 139
ACBos.1.3.7-49 {231}
Carteggio ed atti: catt. I-V
1967 Busta Num. un. progr. 140
ACBos.1.3.7-50 {232}
Carteggio ed atti: catt. VI-XI
1967 Busta Num. un. progr. 141
ACBos.1.3.7-51 {233}
Carteggio ed atti: catt. XII-XV
1967 Busta Num. un. progr. 142
ACBos.1.3.7-52 {234}
119
Carteggio ed atti: catt. I-III
1968 Busta Num. un. progr. 143
ACBos.1.3.7-53 {235}
Carteggio ed atti: catt. IV-VII
1968 Nella cat. V si segnala: Cessione terreno d'uso civico in località Faè (Calcare)..." a diverse persone, 1965 - 1968 Busta Num. un. progr. 144
ACBos.1.3.7-54 {236}
Carteggio ed atti: catt. VIII-XI
1968 Nella cat. XI si segnala: stato degli utenti pesi e misure dal 1966 al 1968, 1966 - 1969 Busta Num. un. progr. 145
ACBos.1.3.7-55 {237}
Carteggio ed atti: catt. XII-XV
1968 Busta Num. un. progr. 146
ACBos.1.3.7-56 {238}
Carteggio ed atti: catt. I-IV
1969 Busta Num. un. progr. 147
ACBos.1.3.7-57 {239}
Carteggio ed atti: catt. V-X
1969 Busta
120
Num. un. progr. 148
ACBos.1.3.7-58 {240}
Carteggio ed atti: catt. XI-XV
1969 Busta Num. un. progr. 149
ACBos.1.3.7-59 {241}
Carteggio ed atti: catt. I-II
1970 Nella cat. I. 8 si segnala: "Spese consorziali" del Consorzio segretarile di Vattaro - Bosentino, del Consorzio veterinario dei comuni di Levico, Bosentino, Centa, Vattaro e Vigolo Vattaro e del Consorzio medico-ostetrico dei comuni di Vigolo Vattaro, Vattaro e
Bosentino, 1955; 1962 - 1970; "Consorzio dei comuni del Comprensorio dell'Alta Valsugana": carteggio e statuto tipo, 1970 Busta Num. un. progr. 150
ACBos.1.3.7-60 {242}
Carteggio ed atti: catt. III-IX
1970 Busta Num. un. progr. 151
ACBos.1.3.7-61 {243}
Carteggio ed atti: catt. X-XV
1970 Nella cat. XI. 1 si segnala: "Piano economico dei beni silvo-pastorali..." per il decennio 1969 - 1978, 1968 - 1970 Busta Num. un. progr. 152
ACBos.1.3.7-62 {244}
Carteggio ed atti: catt. I-XV
1971 Nella cat. X si segnala: "Perimetrazione centro abitato" di Bosentino, 1968 - 1971
Busta
121
Num. un. progr. 153
ACBos.1.3.7-63 {245}
Carteggio ed atti
1971 - Nn di prot. 3 - 1543; - carteggio ed atti in ordine cronologico Busta Num. un. progr. 154
ACBos.1.3.7-64 {246}
Carteggio ed atti
1972 Nn di prot. 3 - 1199 Busta Num. un. progr. 155
ACBos.1.3.7-65 {247}
Carteggio ed atti
1972 - Nn di prot. 1200 - 1770; - carteggio ed atti in ordine cronologico. Si segnala: "Commissione censuaria", 1960 - 1972; "Rapporti patrimoniali e finanziari tra i comuni di Bosentino e Vigolo Vattaro", 1970 - 1972 (con docc. dal 1928 al 1959 tra i quali la gazzetta ufficiale del 15 marzo 1947 che riporta il decreto della ricostituzione in comune autonomo di Bosentino del 21 gennaio 1947) Busta Num. un. progr. 156
ACBos.1.3.7-66 {248}
Carteggio ed atti
1973 - Nn di prot. 1 - 1673; - carteggio ed atti in ordine cronologico. Si segnala: "Riduzione zona di rispetto cimiteriale", 1971 - 1973 (con docc. fino al 1987); "Rapporti finanziari tra comune e impresa f.lli Tamanini": strada ai Piani, 1972 - 1973; statistica del movimento della popolazione Busta
122
Num. un. progr. 157
ACBos.1.3.7-67 {249}
Carteggio ed atti
1974 Nn. di prot. 33 - 1303 Busta Num. un. progr. 158
ACBos.1.3.7-68 {250}
Carteggio ed atti
1974 - Nn di prot. 1304 - 1685;
- carteggio ed atti in ordine cronologico. Si segnala: "Segretari comunali": L'Unione. Organo dell'unione nazionale dei segretari comunali e provinciali" e pubblicazioni relative al ruolo dei segretari, 1956 - 1974; "Attribuzioni di somme agli enti in sostituzione di tributi, compartec[ipazioni] e contributi", 1972 - 1974; "Indagine sul potenziamento di produzione di alcune specie di alberi da frutto. 1974", 1974 Busta Num. un. progr. 159
ACBos.1.3.7-69 {251}
Carteggio ed atti
1975 Nn. di prot. 3 - 1555 Busta Num. un. progr. 160
ACBos.1.3.7-70 {252}
Carteggio ed atti
1975 - Carteggio ed atti in ordine cronologico. Si segnala: "INAIL...": corrispondenza con l'ente, richieste di pagamento e dichiarazioni delle retribuzioni dei dipendenti, 1965 - 1975; "Anagrafe dei pensionati dell'INPS", 1968 - 1975; "Istituzione agenzi postale...", 1970 - 1975; "Accertamento dei diritti di segreteria, stato civile...", 1973 - 1975; "Gestione unificata dei servizi sanitari comprensoriali...", 1974 - 1975 Busta Num. un. progr. 161
123
124
serie 1.3.8 Carteggio ed atti ordinati per oggetto, 1947 - 1985 {253}
Contenuto La documentazione di questa serie era raccolta in buste o faldoni contraddistinti da titoli propri indicanti l'oggetto degli atti contenuti. La documentazione era dunque stata archiviata dagli uffici comunali in modo distinto rispetto a quella organizzata per categorie annuali. All'interno di questa serie le buste sono state disposte secondo una sequenza che rispecchia le 15 categorie del titolario del 1897: prima sono state collocate le buste contenenti documentazione relativa alle materie incluse nella I categoria, poi nella III, nella IV e così via. Il titolo riportato fra virgolette è quello originale delle unità.
ACBos.1.3.8-1 {254}
Dipendenti comunali
1947 - 1985 - Fascicoli personali dei dipendenti e degli amministratori, 1947 - 1968; - miglioramenti economici e regolamenti organici dei dipendenti, 1947 - 1968, - rapporti con INADEL-CPDEL- INA CASA, 1945 - 1985
Busta Num. un. progr. 162
ACBos.1.3.8-2 {255}
"Consorzi, commissioni, comitati, rappresentanze, incarichi speciali. Regolamenti"
1948 - 1970 Statuti, costituzioni, nomine, regolamenti ed atti relativi Busta Num. un. progr. 163
ACBos.1.3.8-3 {256}
Rapporti con il Consorzio dei comuni della provincia di Trento compresi nel bacino imbrifero montano del fiume Brenta
1960 - 1970 Verbali delle deliberazioni dell’Assemblea consorziale, carteggio, atti e circolari Busta
125
Num. un. progr. 164
ACBos.1.3.8-4 {257}
“Targazione veicoli a trazione animale”
1951 - 1963 Carteggio, atti, circolari, istruzioni, certificati di prenotazione delle targhe, registro immatricolazioni, “Pubblico registro matricolare dei veicoli …”, polizze di assicurazione per carri agricoli e calibro per misurazione dei cerchioni metallici ai veicoli Busta Num. un. progr. 165
ACBos.1.3.8-5 {258}
Permessi di seppellimento ed allegati
1947 - 1972 Busta Num. un. progr. 166
ACBos.1.3.8-6 {259}
“Vaccinazioni antipolio, associate, antivaiolose”
1947 - 1964 - Schede delle vaccinazioni antivaiuolose e antidifteriche dei nati negli anni 1945 - 1949, 1947 - 1950; - “Malattie infettive”: denunce, schede e registro, 1953 – 1961; - “Decreto d’obbligatorietà vaccinazioni antitifo-paratifiche”, 1963; - “Vaccinazioni Sabin”: circolari dell’Ufficio del medico provinciale di Trento, prospetti giornalieri e settimanali delle vaccinazioni”, 1964; - “Vaccinazioni antipoliomielitiche”: circolari, istruzioni dell’Ufficio del medico provinciale di Trento, 1959 – 1964; - registri delle vaccinazioni e rivaccinazioni antivaiolose e antidifteriche, 1947 – 1967 Busta Num. un. progr. 167
ACBos.1.3.8-7 {260}
Estratti dei fogli di possesso fondiario
1960 marzo Nn. 1-1173 La scheda riporta: cognome e nome del possessore, paternità, misure di superficie di proprietà e reddito Busta Num. un. progr. 168
126
ACBos.1.3.8-8 {261}
"Imposte e tasse comunali. Censimento bestiame e acqua"
1947 - 1973 Circolari, atti, riepiloghi, elenchi, ricorsi Busta Num. un. progr. 169
ACBos.1.3.8-9 {262}
“Imposte e tasse comunali. A[nni] 1952-1953-1954” e 1955
1951 - 1954 Circolari, istruzioni, verbali di deliberazioni del Consiglio comunale di approvazione o aumento delle imposte e tasse, elenchi dei contribuenti
Fascicolo Num. un. progr. 170
ACBos.1.3.8-10 {263}
Imposte e tasse comunali
1956 - 1961 Nomime delle commissioni comunali per la risoluzione dei ricorsi in primo grado in materia di tributi locali, ricorsi in materia di imposta sul valore locativo e sull'imposta di famiglia Fascicolo Num. un. progr. 170
ACBos.1.3.8-11 {264}
Imposte e tasse comunali
1965 - 1973 Carteggio, atti, ricorsi, notifiche e verbali della commissione per i tributi comunali Busta Num. un. progr. 171
ACBos.1.3.8-12 {265}
Imposta di consumo
1947 - 1950
127
Prospetti, registro di cassa, abbonamenti, registro degli scontrini, statistiche, trasgressioni, tariffe, carteggio ed atti relativi alla riscossione dell'imposta Busta Num. un. progr. 172
ACBos.1.3.8-13 {266}
Imposta di consumo
1951 - 1973 Tariffe, giornale cassa, abbonamenti, registro delle contravvenzioni, partitari esercenti, movimento bollettari, tariffe, carteggio ed atti relativi alla riscossione dell'imposta Busta Num. un. progr. 173
ACBos.1.3.8-14 {267}
“Statistica imposte di consumo” dall’anno 1949 al 1973
1950 - 1973 Prospetti riassuntici delle rilevazioni statistiche dei generi assoggettati alle imposte di consumo, estratti statistici mensili e circolari Busta Num. un. progr. 174
ACBos.1.3.8-15 {268}
Statistica delle imposte di consumo
1962 - 1973 Estratti Busta Num. un. progr. 175
ACBos.1.3.8-16 {269}
"Amministrazione imposte di consumo. Tassa sui materiali da costruzione"
1963 - 1972 Registro partitario, denunce dei materiali per costruzioni, domande di rateizzazione imposta Busta Num. un. progr. 176
ACBos.1.3.8-17 {270}
128
“Albi giudici popolari” dal biennio 1960/1961 al 1976/977”
1959 - 1975 Elenchi dei cittadini residenti nel territorio del comune in possesso dei requisiti per l’esercizio delle funzioni di giudice popolare nelle corti di Assise, comunicazioni e carteggio Fascicolo Num. un. progr. 177
ACBos.1.3.8-18 {271}
“Pratiche militari”
1946 - 1959 - Soccorsi giornalieri ai congiunti bisognosi dei militari, 1946 - 1957; - “Pratiche presenti alle bandiere”, 1947 - 1949; - “Pratiche pensione di guerra”, 1947 - 1955; 1959; - “Pratiche assistenza reduci e combattenti”, 1948; - “Pratiche anticipazioni assegni di dispersione”, 1949 - 1954; - “Pratiche anticipazioni assegni di dispersione”, 1949 - 1954; - manifesti militari, 1953 – 1954 Fascicolo Num. un. progr. 177
ACBos.1.3.8-19 {272}
Sessioni forestali
1947 - 1959 Verbali, verbali di assegno, domande, elenchi, piedilista ed atti relativi Busta Num. un. progr. 178
ACBos.1.3.8-20 {273}
Sessioni forestali
1960 - 1975 Verbali di deliberazione, verbali di assegno, domande, elenchi ed atti relativi Busta Num. un. progr. 179
ACBos.1.3.8-21 {274}
“Pratiche UNRRA”
129
1947 -1948 - “Pratiche UNRRA tessile e cotonate” e “pratiche lanerie UNRRA”: norme, istruzioni, circolari, manifesti, dichiarazioni di ammissione all’acquisto di tessuti e lane, prospetti delle carte annonarie, buoni di prelevamento, prospetti ed elenchi dei benefattori Busta Num. un. progr. 180
ACBos.1.3.8-22 {275}
Commercio fisso, ambulante e pubblici esercizi
1949 - 1970 Norme, licenze, carteggio, atti, circolari Busta Num. un. progr. 181
ACBos.1.3.8-23 {276}
"1973 Listini prezzi D. L. n. 427" del 24 luglio 1973
1973 - 1974 Circolari, listini relativi alla disciplina dei prezzi. Si segnala: "Protocollo copie listini prezzi al consumo (D.M. 3/8/1973)" presentati dai commercianti di Bosentino, 1973 agosto 2 - 1974 giugno 6 ed allegati Busta Num. un. progr. 182
ACBos.1.3.8-24 {277}
Servizio per gli elenchi nominativi dei lavoratori e per i contributi unificati in agricoltura, I
1947 - 1967 Elenchi nominativi dei lavoratori agricoli (coltivatori diretti, coloni e mezzadri) residenti nel comune Busta Num. un. progr. 183
ACBos.1.3.8-25 {278}
Servizio per gli elenchi nominativi dei lavoratori e per i contributi unificati in agricoltura, II
1955 - 1962 “Corrispondenza” tra il comune e l’Ufficio provinciale di Trento per tale servizio, istruzioni e circolari Busta Num. un. progr. 184
ACBos.1.3.8-26 {279}
130
Indennità di disoccupazione
1947 - 1959 Circolari, elenchi, domande trasmesse all'INPS, ordini di pagamento, rendiconti. Con un fascicolo relativo al Patronato ACLI, 1947- 1959 Busta Num. un. progr. 185
ACBos.1.3.8-27 {280}
"Pratiche varie INPS INAIL"
1951 - 1955 Circolari, denunce di iscrizione, adempimenti normativi riguardanti l'INPS e l'INAIL. Si segnala: libro paga mensile e libro matricola (posizione assicurativa 11517) Fascicolo Num. un. progr. 186
ACBos.1.3.8-28 {281}
Libretti di lavoro e libretti personali per giornalieri di campagna
1947 - 1962 Con libretti di lavoro di persone residenti nella frazione di Bosentino del comune di Vigolo Vattaro dal 1937 al 1941 Busta Num. un. progr. 187
ACBos.1.3.8-29 {282}
Statistiche
1947 -1968 - “Statistica giudiziaria civile trimestrale”, 1948 – 1968; - “Statistica movimento forestieri”, 1958 – 1968; - “Statistica utenti pesi e misure” per gli anni 1947 – 1964; - “Statistica deceduti e nascite”, 1955 – 1965; - statistica sanitaria, 1965 – 1968 Busta Num. un. progr. 188
ACBos.1.3.8-30 {283}
Statistica dei capi di bestiame macellati
1966 - 1974
131
Statistica dei capi di bestiame macellati a domicilio o in mattatoi privati di tipo artigianale. I 5 registri (mod. ISTA/A/59) riportano: nominativi dei proprietari, numero dei capi mattati, secondo la distinzione in categorie (bovini, caprini, suini, equini), peso vivo del bestiame; allegati i riepiloghi (mod. ISTAT/A/63) sottoscritti dal veterinario Busta Num. un. progr. 189
ACBos.1.3.8-31 {284}
Statistiche dei capi di bestiame macellati e diritti di macellazione
1971 - 1979 Statistiche e dimostrazioni delle macellazioni per il diritto fisso dovuto allo Stato Busta Num. un. progr. 190
132
serie 1.3.9 Contratti, 1947 - 1969 {285}
Contenuto Le norme sui contratti sono contenute principalmente, oltre che nel Codice Civile, nel Titolo II del R.D. 23 maggio 1924, n. 827, contenente il "Regolamento per l'amministrazione del patrimonio e per la contabilità generale dello Stato" e nei numerosi provvedimenti di modificazione intervenuti nei decenni successivi.
La serie comprende un unico contratto stipulato dall'A.S.U.C. di Bosentino nel febbraio 1947 e i successivi contratti, con vari allegati, stipulati dal comune di Bosentino dal 1947, anno della sua ricostituzione in comune autonomo, al 1969; sono stati riordinati secondo il numero di repertorio con il quale sono stati registrati. I contratti presenti riguardano compravendite di legname e terreni, affitto dell'impianto di distribuzione dell'energia elettrica, appalti vari (gestione imposte di consumo, lavori di costruzione etc.).
ACBos.1.3.9-1 {286}
Contratti
1947 - 1951 Nn. di rep. 1-15 (1) Busta Note 1. Il contratto n. di rep. 1 del 18 febbraio 1947 è stato stipulato dalll'Amministrazione separata degli usi civici di Bosentino Num. un. progr. 191
ACBos.1.3.9-2 {287}
Contratti
1951 - 1953 Nn. di rep. 16-37 Busta Num. un. progr. 192
ACBos.1.3.9-3 {288}
Contratti
1953 - 1957 Nn. di rep. 40-67 Busta
133
Num. un. progr. 193
ACBos.1.3.9-4 {289}
Contratti
1958 - 1961 Nn. di rep. 69-82 Busta Num. un. progr. 194
ACBos.1.3.9-5 {290}
Contratti
1961 - 1965 Nn. di rep. 83-96
Busta Num. un. progr. 195
ACBos.1.3.9-6 {291}
Contratti
1965 - 1969 Nn. di rep. 97-108 Busta Num. un. progr. 196
134
serie 1.3.10 Depositi cauzionali e spese contrattuali, 1944 - 1985 {292}
Contenuto Sulla base di quanto previsto dall'art. 182 del Regolamento per l'esecuzione della legge comunale e provinciale del 12 febbraio 1911, approvato con R.D. n. 297, le somme anticipate da terzi per le spese contrattuali dovevano essere versate al tesoriere e tenute distinte dalla gestione di cassa propria del comune. L'utilizzo di tali somme e la restituzione della rimanenza ai depositanti erano effettuati a mezzo di buoni di prelevamento.
La serie dei depositi cauzionali e spese contrattuali copre l'arco cronologico dal 1944 al 1985, includendo le registrazioni dell'ASUC di Bosentino dal 1944 al 1947.
ACBos.1.3.10-1 {293}
Depositi cauzionali per spese contrattuali
1944 - 1952 (1) -"Gestione depositi provvisori per spese di contratto", 1944 ottobre 9 - 1947 agosto 25; - "Buono per prelevamento delle spese contrattuali", 1947 agosto 27 - 1949 ottobre 22; - "Gestione depositi provvisori per spese di contratto", 1949 novembre 24 - 1952 luglio 31
Busta Note 1. Il bollettario dal 9 ottobre 1944 al 25 agosto 1947 contiene le registrazioni dell'ASUC di Bosentino e del comune Num. un. progr. 197
ACBos.1.3.10-2 {294}
Depositi cauzionali e spese contrattuali
1956 - 1974 - "Spese contrattuali 1956/1963 esaurite al 31/12/1967", 1956 - 1963; 1967; - depositi per spese contattuali, 1971 - 1974 Fascicolo Num. un. progr. 198
ACBos.1.3.10-3 {295}
"Comune di Bosentino. Registro spese contrattuali"
1955 - 1985 (1)
135
Il registro riporta per ogni partita: generalità del contraente, n. di repertorio, data del contratto, n. di bolletta, importo del deposito delle spese, data, n. del buono, impiego del deposito oggetto della spesa, somme: parziali, totali, disponibilità Registro Note 1. Le date si riferiscono a quelle dei contratti Num. un. progr. 198
136
serie 1.3.11 Ruoli delle imposte e tasse comunali, 1958 - 1975 {296}
Contenuto Il ruolo dei contribuenti è il prospetto compilato dagli uffici fiscali (in questo caso dagli uffici comunali) in base alle operazioni di tassazione e di accertamento, in cui sono elencati tutti i contribuenti, con l’indicazione dell’imponibile e delle imposte dovute. L'art. 10 del D.P.R. 29 setttembre 1973, n. 602, lo definisce come segue: elenco dei debitori e delle somme da essi dovute, formato dall'ufficio (in questo caso comunale) ai fini della riscossione a mezzo del concessionario per la riscossione dei tributi. Le principali norme che riguardavano il sistema tributario comunale e la compilazione dei ruoli relativi alle rendite patrimoniali e alle imposte e tasse comunali erano contenute nel Testo Unico della finanza locale approvato con R. D. 14 settembre 1931, n. 1175, e successive modifiche. La riforma tributaria disposta con la Legge 9 ottobre 1971, n. 825, e successive modifiche, e con i relativi decreti delegati, attuata in due fasi, la prima con decorrenza dal 1° gennaio 1973 e la seconda con decorrenza dal 1° gennaio 1974, ha profondamente sovvertito il sistema tributario comunale precedentemente in vigore. Già prima del 1972 erano intervenuti dei provvedimenti legislativi che avevano soppresso, fra gli altri, i seguenti tributi: imposta sul bestiame (Legge n. 1371 del 1960), tassa di circolazione sui veicoli a trazione animale, imposta sui pianoforti e imposta sulle vetture e sui domestici (Legge 1014 del 1960). L'imposta di consumo fu abolita invece dal 1° gennaio 1973, l'imposta sul valore locativo, l'imposta di famiglia, le sovrimposte comunali e provinciali sui terreni e fabbricati dal 1° gennaio 1974 ecc.
Per ogni tipo di imposta o tassa il comune teneva un ruolo, costituito da un registro pre-stampato, in cui venivano di volta in volta riportati i nominativi dei contribuenti e l'entità dell'importo in denaro da essi pagato, con annotazioni relative alle rate; i ruoli unici riportano più imposte e tasse su un unico registro. Dagli anni Sessanta i ruoli, compilati col "sistema meccanografico", sono costituiti dal ruolo vero e proprio, nel quale il contribuente è indicato con un codice numerico, e da una rubrica alfabetica riportante i codici e i rispettivi nomi dei contribuenti. L'Intendenza di Finanza di Trento provvedeva a rendere esecutivo il ruolo e ne ordinava la riscossione. Il ruolo veniva compilato dal comune e approvato dal prefetto, a cui si sostituì poi la Giunta provinciale. Le voci principali di riscossione erano: l'imposta di famiglia, sul valore locativo, sul bestiame, sui cani, sui domestici, sui pianoforti, sugli esercizi e rivendite, la tassa sulle insegne e quella per l'occupazione di spazi ed aree pubbliche.
La serie raccoglie i registri dal 1958 al 1975. Molti ruoli delle entrate e rendite patrimoniali si trovano nella parte attiva della serie "Allegati ai bilanci di previsione e ai conti consuntivi, reversali di cassa e mandati di pagamento" del presente inventario.
ACBos.1.3.11-1 {297}
137
"Ruolo della imposta comunale sui bestiami per l'anno 1959"
1958 luglio 10 Registro Num. un. progr. 199
ACBos.1.3.11-2 {298}
"Ruolo unificato delle imposte e tasse comunali..."
1958 dicembre 10 Industria, commercio, arti e professioni Registro Num. un. progr. 199
ACBos.1.3.11-3 {299}
Ruolo delle imposte e tasse comunali
1959 [giugno 4] Industria, commercio, arti e professioni Registro Num. un. progr. 199
ACBos.1.3.11-4 {300}
"Ruolo dell' imposta comunale sui cani per l'anno 1959"
1959 giugno 4 Registro Num. un. progr. 199
ACBos.1.3.11-5 {301}
Ruolo unico principale delle imposte e tasse comunali
1959 giugno 4 Famiglia, valore locativo, macchine per caffè espresso, insegne, licenze Registro Num. un. progr. 199
ACBos.1.3.11-6 {302}
Rubrica alfabetica dei contribuenti per l'anno 1960
1960 gennaio 4
138
Registro Num. un. progr. 199
ACBos.1.3.11-7 {303}
Ruolo unico principale delle imposte e tasse comunali
1960 febbraio 10 Famiglia, valore locativo, bestiame, cani, licenze, insegne, macchine caffè espresso, ricchezza mobile Registro Num. un. progr. 199
ACBos.1.3.11-8 {304}
Rubrica alfabetica dei contribuenti per l'anno 1960. Appendice di agosto
1960 luglio 4 Registro Num. un. progr. 199
ACBos.1.3.11-9 {305}
Rubrica alfabetica dei contribuenti per l'anno 1961
1960 dicembre 29 Registro Num. un. progr. 199
ACBos.1.3.11-10 {306}
Rubrica alfabetica dei contribuenti per l'anno 1961
1961 marzo 23 Registro Num. un. progr. 199
ACBos.1.3.11-11 {307}
Rubrica alfabetica dei contribuenti per l'anno 1960. Appendice di agosto
1961 [giugno] Registro Num. un. progr. 199
ACBos.1.3.11-12 {308}
139
"Ruolo ordinario di I serie per l'anno 1961 e precedenti tributi comunali"
1961 agosto 10 Famiglia, valore locativo, cani, licenze, insegne, macchine per caffè, ICAP cat. B Registro Num. un. progr. 199
ACBos.1.3.11-13 {309}
Rubrica alfabetica dei contribuenti per l'anno 1962
1962 gennaio 10 Registro Num. un. progr. 199
ACBos.1.3.11-14 {310}
Ruolo ordinario di seconda serie dei tributi comunali per l'anno 1962
1962 febbraio 10 Famiglia, valore locativo, cani, licenze, insegne, macchine per caffè Registro Num. un. progr. 199
ACBos.1.3.11-15 {311}
Ruolo ordinario di seconda serie dei tributi comunali per l'anno 1962 e anni precedenti
1962 febbraio 10 ICAP cat. B Registro Num. un. progr. 199
ACBos.1.3.11-16 {312}
Rubrica alfabetica dei contribuenti per l'anno 1962. Appendice di agosto
1962 giugno 27 Registro Num. un. progr. 199
ACBos.1.3.11-17 {313}
Rubrica alfabetica dei contribuenti per l'anno 1963
1962 dicembre 19
140
Registro Num. un. progr. 199
ACBos.1.3.11-18 {314}
Ruolo ordinario di seconda serie delle imposte e tasse comunali per l'anno 1963
1963 febbraio 10 Famiglia, valore locativo, cani, licenze, insegne, macchine per caffè espresso, ICAP Registro Num. un. progr. 199
ACBos.1.3.11-19 {315}
Rubrica alfabetica dei contribuenti per l'anno 1963. Appendice di agosto
1963 giugno 25 Registro Num. un. progr. 199
ACBos.1.3.11-20 {316}
Rubrica alfabetica dei contribuenti per l'anno 1964
1964 gennaio 18 Registro Num. un. progr. 199
ACBos.1.3.11-21 {317}
Ruolo ordinario di seconda serie dei tributi comunali per l'anno 1964
1964 febbraio 10 Famiglia, valore locativo, cani, licenze, insegne, macchine per caffè Registro Num. un. progr. 199
ACBos.1.3.11-22 {318}
Rubrica alfabetica dei contribuenti per l'anno 1964. Appendice di agosto
1964 luglio 8 Registro Num. un. progr. 199
141
ACBos.1.3.11-23 {319}
Ruolo ordinario di prima serie delle imposte e tasse comunali per l'anno 1964
1964 agosto 10 ICAP cat. B Registro Num. un. progr. 199
ACBos.1.3.11-24 {320}
Rubrica alfabetica dei contribuenti per l'anno 1965
1965 gennaio 5 Registro Num. un. progr. 199
ACBos.1.3.11-25 {321}
Ruolo ordinario di seconda serie delle imposte e tasse comunali per l'anno 1965
1965 febbraio 10 Famiglia, valore locativo, cani, licenze, insegne, macchine per caffè Registro Num. un. progr. 199
ACBos.1.3.11-26 {322}
Rubrica alfabetica dei contribuenti per l'anno 1965. Appendice di agosto
1965 luglio 10 Registro Num. un. progr. 199
ACBos.1.3.11-27 {323}
Rubrica alfabetica dei contribuenti per l'anno 1966
1966 gennaio 10 Registro Num. un. progr. 199
ACBos.1.3.11-28 {324}
Ruolo ordinario di seconda serie delle imposte e tasse comunali per l'anno 1966
1966 febbraio 10
142
Famiglia, valore locativo, cani, licenze, insegne, macchine per caffè, ICAP cat. B Registro Num. un. progr. 199
ACBos.1.3.11-29 {325}
Rubrica alfabetica dei contribuenti per l'anno 1966. Appendice di agosto
1966 giugno 23 Registro Num. un. progr. 199
ACBos.1.3.11-30 {326}
Ruolo ordinario di prima serie delle imposte e tasse comunali per l'anno 1966
1966 agosto 10 Famiglia, valore locativo, patente Registro Num. un. progr. 199
ACBos.1.3.11-31 {327}
Rubrica alfabetica dei contribuenti per l'anno 1967
1967 gennaio 9 Registro Num. un. progr. 199
ACBos.1.3.11-32 {328}
Ruolo ordinario di seconda serie delle imposte e tasse comunali per l'anno 1967
1967 febbraio 10 Famiglia, valore locativo, cani, licenze, patente, insegne, macchine per caffè Registro Num. un. progr. 199
ACBos.1.3.11-33 {329}
Rubrica alfabetica dei contribuenti per l'anno 1967. Appendice di agosto
1967 luglio 13 Registro Num. un. progr. 199
143
ACBos.1.3.11-34 {330}
Rubrica alfabetica dei contribuenti per l'anno 1968
1968 gennaio 13 Registro Num. un. progr. 199
ACBos.1.3.11-35 {331}
"Ruolo ordinario II serie 1967 per l'anno 1968"
1968 febbraio 10 Famiglia, valore locativo, cani, imposta patente, licenze, insegne, macchine per caffé Registro Num. un. progr. 199
ACBos.1.3.11-36 {332}
"Ruolo ordinario II serie 1967 per l'anno 1966"
1968 febbraio 10 Supercontribuzioni Registro Num. un. progr. 199
ACBos.1.3.11-37 {333}
"Ruolo ordinario II serie 1967 per l'anno 1968"
1968 febbraio 10 Supercontribuzioni Registro Num. un. progr. 199
ACBos.1.3.11-38 {334}
Rubrica alfabetica dei contribuenti per l'anno 1968. Appendice di agosto
1968 luglio 5 Registro Num. un. progr. 199
ACBos.1.3.11-39 {335}
144
"Ruolo ordinario II serie 1968 ... precedenti tributi comunali" per l'anno 1969
1968 dicembre 7 Famiglia, valore locativo, cani, patenti, insegne Registro Num. un. progr. 199
ACBos.1.3.11-40 {336}
"Ruolo ordinario II serie 1968 per l'anno 1969"
1968 dicembre 7 Supercontribuzioni Registro Num. un. progr. 199
ACBos.1.3.11-41 {337}
Rubrica alfabetica dei contribuenti per l'anno 1969
1969 gennaio 3 Registro Num. un. progr. 199
ACBos.1.3.11-42 {338}
Rubrica alfabetica dei contribuenti per l'anno 1969. Appendice di agosto
1969 luglio 7 Registro Num. un. progr. 199
ACBos.1.3.11-43 {339}
"Ruolo ordinario II serie 1969 per l'anno 1970"
1969 dicembre 15 Famiglia, valore locativo, cani, patente, insegne Registro Num. un. progr. 199
ACBos.1.3.11-44 {340}
"Ruolo ordinario II serie 1969 per l'anno [1970]"
1969 dicembre 15
145
Supercontribuzioni terreni Registro Num. un. progr. 199
ACBos.1.3.11-45 {341}
Rubrica alfabetica dei contribuenti per l'anno 1970. Appendice di agosto
1970 luglio 1 Registro Num. un. progr. 199
ACBos.1.3.11-46 {342}
"Rubrica alfabetica per l'anno 1971"
1970 dicembre 23 Registro Num. un. progr. 199
ACBos.1.3.11-47 {343}
"Ruolo ordinario II serie 1970 per l'anno 1971"
1970 dicembre 28 Famiglia, valore locativo, cani, patente, insegne Registro Num. un. progr. 199
ACBos.1.3.11-48 {344}
"Ruolo ordinario II serie 1970 per l'anno [1971] e precedenti"
1970 dicembre 28 Supercontribuzioni terreni Registro Num. un. progr. 199
ACBos.1.3.11-49 {345}
Rubrica alfabetica dei contribuenti per l'anno 1971. Appendice di agosto
1971 giugno 23 Registro Num. un. progr. 199
146
ACBos.1.3.11-50 {346}
"Ruolo ordinario II serie 1971 per l'anno 1972"
1971 dicembre 23 Famiglia, valore locativo, cani, patente, insegne Registro Num. un. progr. 199
ACBos.1.3.11-51 {347}
Rubrica alfabetica dei contribuenti per l'anno 1972
1971 dicembre 24 Registro Num. un. progr. 199
ACBos.1.3.11-52 {348}
"Ruolo ordinario II serie 1971 per l'anno [1972] e precedenti"
1972 febbraio 10 Supercontribuzioni terreni Registro Num. un. progr. 199
ACBos.1.3.11-53 {349}
Rubrica alfabetica dei contribuenti per l'anno 1972. Appendice di agosto
1972 giugno 23 Registro Num. un. progr. 199
ACBos.1.3.11-54 {350}
Rubrica alfabetica dei contribuenti per l'anno 1973
1972 dicembre 22 Registro Num. un. progr. 199
ACBos.1.3.11-55 {351}
Ruolo ordinario di seconda serie 1972 delle imposte e tasse comunali per l'anno 1973
147
1973 gennaio 9 Famiglia, valore locativo, cani, licenze, patente Registro Num. un. progr. 199
ACBos.1.3.11-56 {352}
"Ruolo ordinario II serie 1972 ..." e precedenti
1973 gennaio 9 Supercontribuzioni terreni Registro Num. un. progr. 199
ACBos.1.3.11-57 {353}
Ruolo ordinario di prima serie delle imposte e tasse comunali per l'anno 1973 e precedenti
1973 giugno 14 Famiglia, valore locativo Registro Num. un. progr. 199
ACBos.1.3.11-58 {354}
Ruolo ordinario di prima serie delle imposte e tasse comunali per l'anno 1973
1973 giugno 14 Famiglia, valore locativo Registro Num. un. progr. 199
ACBos.1.3.11-59 {355}
Rubrica alfabetica dei contribuenti per l'anno 1973. Appendice di agosto
1973 giugno 23 Registro Num. un. progr. 199
ACBos.1.3.11-60 {356}
Rubrica alfabetica dei contribuenti per l'anno 1974
1973 dicembre 24
148
Registro Num. un. progr. 199
ACBos.1.3.11-61 {357}
Ruolo ordinario di seconda serie dei tributi comunali per l'anno 1974 e precedenti
1974 gennaio 11 Supercontribuzioni terreni Registro Num. un. progr. 199
ACBos.1.3.11-62 {358}
Ruolo ordinario di seconda serie dei tributi comunali per l'anno 1974
1974 gennaio 11 Cani Registro Num. un. progr. 199
ACBos.1.3.11-63 {359}
Ruolo principale dei tributi comunali per l'anno 1975
1975 marzo 7 Cani Registro Num. un. progr. 199
ACBos.1.3.11-64 {360}
Rubrica alfabetica dei contribuenti per l'anno 1975
1975 marzo 20 Registro Num. un. progr. 199
149
serie 1.3.12 Bilanci di previsione, 1947 - 1975 {361}
Contenuto Le norme che regolavano la formazione e le modalità di approvazione dei bilanci di previsione furono estese al Trentino con il Regio decreto 11 gennaio 1923, n. 9, che stabiliva che, nelle nuove province, dovesse essere recepito il Testo unico della legge comunale e provinciale approvato con Regio decreto 4 febbraio 1915, n. 148; successivamene fu emanato il Regio decreto 3 marzo 1934, n. 383, che approvava la nuova legge comunale e provinciale italiana, comprese le norme sulla finanza e contabilità comunale. Con il raggiungimento dell'autonomia regionale (Statuto speciale di autonomia del 1948), venne emanata la normativa regionale in materia e le funzioni di tutela e vigilanza sugli enti locali passarono alla Giunta provinciale di Trento.
Sulla base della normativa sopra citata, i bilanci di previsione, che contenevano le previsioni delle entrate e delle uscite comunali, dovevano essere compilati dalla giunta comunale nel mese di ottobre precedente all'anno finanziario a cui si riferivano; successivamente dovevano essere approvati dal consiglio comunale e trasmessi alla Giunta provinciale di Trento. Le entrate o spese del bilancio erano classificate in tre titoli: entrate o spese effettive, movimento di capitali, contabilità speciali. Ogni titolo a sua volta raggruppava delle categorie comprendenti le diverse tipologie di entrate e uscite (fra le entrate, ad esempio: Rendite patrimoniali, Proventi diversi, Imposte, tasse, diritti ecc.; fra le uscite: Oneri patrimoniali, Spese generali, Spese per la polizia locale, sanità ed igiene, Spese per la sicurezza pubblica e giustizia ecc.). Le categorie si suddividevano poi in articoli. Gli articoli del bilancio dovevano avere un numero d'ordine continuativo per le entrate e un altro per le spese.
La serie comprende registri del periodo dal 1947 al 1975.
ACBos.1.3.12-1 {362}
Bilancio di previsione
1947 Registro Num. un. progr. 200
ACBos.1.3.12-2 {363}
Bilancio di previsione
1948 Registro Num. un. progr. 200
150
ACBos.1.3.12-3 {364}
Bilancio di previsione
1949 Registro Num. un. progr. 200
ACBos.1.3.12-4 {365}
Bilancio di previsione
1950 Registro Num. un. progr. 200
ACBos.1.3.12-5 {366}
Bilancio di previsione
1951 Registro Num. un. progr. 200
ACBos.1.3.12-6 {367}
Bilancio di previsione
1952 Registro Num. un. progr. 200
ACBos.1.3.12-7 {368}
Bilancio di previsione
1953 Registro Num. un. progr. 200
ACBos.1.3.12-8 {369}
Bilancio di previsione
1954 Registro Num. un. progr. 200
151
ACBos.1.3.12-9 {370}
Bilancio di previsione
1955 Registro Num. un. progr. 201
ACBos.1.3.12-10 {371}
Bilancio di previsione
1956 Registro Num. un. progr. 201
ACBos.1.3.12-11 {372}
Bilancio di previsione
1957 Registro Num. un. progr. 201
ACBos.1.3.12-12 {373}
Bilancio di previsione
1958 Registro Num. un. progr. 201
ACBos.1.3.12-13 {374}
Bilancio di previsione
1959 Registro Num. un. progr. 202
ACBos.1.3.12-14 {375}
Bilancio di previsione
1960 Registro
152
Num. un. progr. 202
ACBos.1.3.12-15 {376}
Bilancio di previsione
1961 Registro Num. un. progr. 202
ACBos.1.3.12-16 {377}
Bilancio di previsione
1962 Registro Num. un. progr. 202
ACBos.1.3.12-17 {378}
Bilancio di previsione
1963 Registro Num. un. progr. 202
ACBos.1.3.12-18 {379}
Bilancio di previsione
1964 Registro Num. un. progr. 202
ACBos.1.3.12-19 {380}
Bilancio di previsione
1965 Registro Num. un. progr. 202
ACBos.1.3.12-20 {381}
Bilancio di previsione
1966
153
Registro Num. un. progr. 203
ACBos.1.3.12-21 {382}
Bilancio di previsione
1967 Registro Num. un. progr. 203
ACBos.1.3.12-22 {383}
Bilancio di previsione
1968 Registro Num. un. progr. 203
ACBos.1.3.12-23 {384}
Bilancio di previsione
1969 Registro Num. un. progr. 203
ACBos.1.3.12-24 {385}
Bilancio di previsione
1970 Registro Num. un. progr. 204
ACBos.1.3.12-25 {386}
Bilancio di previsione
1971 Registro Num. un. progr. 204
ACBos.1.3.12-26 {387}
Bilancio di previsione
154
1972 Registro Num. un. progr. 204
ACBos.1.3.12-27 {388}
Bilancio di previsione
1973 Registro Num. un. progr. 204
ACBos.1.3.12-28 {389}
Bilancio di previsione
1974 Registro Num. un. progr. 204
ACBos.1.3.12-29 {390}
Bilancio di previsione
1975 Registro Num. un. progr. 204
155
serie 1.3.13 Verbali di chiusura, 1947 - 1975 {391}
Contenuto La compilazione dei verbali di chiusura dell'esercizio finanziario fu prevista dal Decreto ministeriale del 19 settembre 1931, "Approvazione delle norme provvisorie per l'applicazione del Testo Unico per la finanza locale", al Titolo IV, Capo I. Il citato Testo Unico era stato approvato con Regio decreto 14 settembre 1931, n. 1175. Il verbale di chiusura è un elaborato contabile delle operazioni di chiusura dell'esercizio finanziario e fornisce informazioni su: i residui attivi e passivi iniziali dell'esercizio; le previsioni definitive dell'esercizio concluso; l'ammontare degli incassi distinti fra quelli riferibili a residui attivi e quelli riferibili ad accertamenti di competenza; l'ammontare dei pagamenti distinti fra quelli riferibili a residui passivi e quelli riferibili ad impegni di competenza; l'ammontare dei residui attivi (distinti fra: residui accertati degli esercizi finanziari precedenti, residui della gestione di competenza, residui totali da riportare) e l'ammontare dei residui passivi (distinti fra: residui impegnati degli esercizi finanziari precedenti, residui della gestione di competenza, totale dei residui passivi da riportare).
La serie, lacunosa, raccoglie i registri dal 1947 al 1975.
ACBos.1.3.13-1 {392}
Verbale di chiusura
1947 Registro Num. un. progr. 205
ACBos.1.3.13-2 {393}
Verbale di chiusura
1949 Registro Num. un. progr. 205
ACBos.1.3.13-3 {394}
Verbale di chiusura
1950 Registro Num. un. progr. 205
156
ACBos.1.3.13-4 {395}
Verbale di chiusura
1951 Registro Num. un. progr. 205
ACBos.1.3.13-5 {396}
Verbale di chiusura
1952 Registro Num. un. progr. 205
ACBos.1.3.13-6 {397}
Verbale di chiusura
1953 Registro Num. un. progr. 205
ACBos.1.3.13-7 {398}
Verbale di chiusura
1954 Registro Num. un. progr. 205
ACBos.1.3.13-8 {399}
Verbale di chiusura
1955 Registro Num. un. progr. 205
ACBos.1.3.13-9 {400}
Verbale di chiusura
1956 Registro Num. un. progr. 205
157
ACBos.1.3.13-10 {401}
Verbale di chiusura
1958 Registro Num. un. progr. 205
ACBos.1.3.13-11 {402}
Verbale di chiusura
1961 Registro Num. un. progr. 205
ACBos.1.3.13-12 {403}
Verbale di chiusura
1962 Registro Num. un. progr. 205
ACBos.1.3.13-13 {404}
Verbale di chiusura
1963 Registro Num. un. progr. 205
ACBos.1.3.13-14 {405}
Verbale di chiusura
1964 Registro Num. un. progr. 205
ACBos.1.3.13-15 {406}
Verbale di chiusura
1965 Registro
158
Num. un. progr. 205
ACBos.1.3.13-16 {407}
Verbale di chiusura
1966 Registro Num. un. progr. 205
ACBos.1.3.13-17 {408}
Verbale di chiusura
1967 Registro Num. un. progr. 205
ACBos.1.3.13-18 {409}
Verbale di chiusura
1968 Registro Num. un. progr. 205
ACBos.1.3.13-19 {410}
Verbale di chiusura
1969 Registro Num. un. progr. 206
ACBos.1.3.13-20 {411}
Verbale di chiusura
1970 Registro Num. un. progr. 206
ACBos.1.3.13-21 {412}
Verbale di chiusura
1971
159
Registro Num. un. progr. 206
ACBos.1.3.13-22 {413}
Verbale di chiusura
1972 Registro Num. un. progr. 206
ACBos.1.3.13-23 {414}
Verbale di chiusura
1973 Registro Num. un. progr. 206
ACBos.1.3.13-24 {415}
Verbale di chiusura
1974 Registro Num. un. progr. 206
ACBos.1.3.13-25 {416}
Verbale di chiusura
1975 Registro Num. un. progr. 206
160
serie 1.3.14 Conti consuntivi, 1947 - 1975 {417}
Contenuto Le principali norme che regolavano la compilazione e l'approvazione dei conti consuntivi erano le seguenti: - R.D. 12 febbraio 1911, n. 297, che approvava il Regolamento per l'esecuzione della legge comunale e provinciale: esso stabiliva che il conto consuntivo dovesse rispecchiare la struttura del bilancio di previsione e che dovesse dimostrare le entrate e le spese effettive della competenza dell'anno, le entrate e le spese per movimento di capitali, le partite di giro, la contabilità degli stabilimenti speciali, la gestione dei residui attivi e passivi degli esercizi precedenti, la dimostrazione delle somme incassate e pagate per ciascun articolo del bilancio, il conto totale dei residui attivi e passivi da tramandare all'esercizio successivo; - Regio decreto 4 febbraio 1915, n. 148 (e successive modifiche), contenente l'approvazione del testo unico della legge comunale e provinciale, esteso alle nuove province con Regio decreto 11 gennaio 1923, n. 9; - Regio decreto 3 marzo 1934, n. 383, contenente l'approvazione del nuovo testo unico della legge comunale e provinciale; - Decreto legislativo 21 aprile 1948, n. 1372, "Provvedimenti in materia di conti consuntivi delle amministrazioni provinciali, comunali ecc."; - Legge regionale 1 giugno 1954, n. 11, relativa all'approvazione dei conti consuntivi degli enti locali; - Legge regionale 21 ottobre 1963, n. 29, contenente l'Ordinamento dei comuni.
I conti consuntivi registrano le entrate e le uscite effettive. L'esattoria comunale doveva sottoporre il conto consuntivo nel termine di tre mesi dalla chiusura dell'esercizio finanziario al consiglio comunale che lo approvava, dopo averne verificato la regolarità; quindi veniva trasmesso alla Giunta provinciale per l'approvazione (dal 1924 al 1948 veniva trasmesso alla Prefettura). Come previsto già dal Regio decreto del 1911, il conto consuntivo rispecchia le suddivisioni del bilancio di previsione e più specificatamente deve dimostrare le entrate e le uscite come sopra descritto (entrate e spese effettive della competenza dell'anno, entrate e spese per movimento di capitale, partite di giro ecc.). Le entrate e le spese devono essere iscritte nel conto in modo analitico con richiami ai singoli ordini di riscossione e di pagamento.
La serie raccoglie registri dal 1947 al 1975.
ACBos.1.3.14-1 {418}
Conto consuntivo
1947 Registro Num. un. progr. 207
161
ACBos.1.3.14-2 {419}
Conto consuntivo
1948 Registro Num. un. progr. 207
ACBos.1.3.14-3 {420}
Conto consuntivo
1949 Registro Num. un. progr. 207
ACBos.1.3.14-4 {421}
Conto consuntivo
1950 Registro Num. un. progr. 207
ACBos.1.3.14-5 {422}
Conto consuntivo
1951 Registro Num. un. progr. 207
ACBos.1.3.14-6 {423}
Conto consuntivo
1952 Registro Num. un. progr. 207
ACBos.1.3.14-7 {424}
Conto consuntivo
1953 Registro
162
Num. un. progr. 207
ACBos.1.3.14-8 {425}
Conto consuntivo
1954 Registro Num. un. progr. 207
ACBos.1.3.14-9 {426}
Conto consuntivo
1955 Registro Num. un. progr. 207
ACBos.1.3.14-10 {427}
Conto consuntivo
1956 Registro Num. un. progr. 207
ACBos.1.3.14-11 {428}
Conto consuntivo
1957 Registro Num. un. progr. 207
ACBos.1.3.14-12 {429}
Conto consuntivo
1958 Registro Num. un. progr. 207
ACBos.1.3.14-13 {430}
Conto consuntivo
1959
163
Registro Num. un. progr. 208
ACBos.1.3.14-14 {431}
Conto consuntivo
1960 Registro Num. un. progr. 208
ACBos.1.3.14-15 {432}
Conto consuntivo
1961 Registro Num. un. progr. 208
ACBos.1.3.14-16 {433}
Conto consuntivo
1962 Registro Num. un. progr. 208
ACBos.1.3.14-17 {434}
Conto consuntivo
1963 Registro Num. un. progr. 208
ACBos.1.3.14-18 {435}
Conto consuntivo
1964 Registro Num. un. progr. 208
ACBos.1.3.14-19 {436}
Conto consuntivo
164
1965 Registro Num. un. progr. 208
ACBos.1.3.14-20 {437}
Conto consuntivo
1966 Registro Num. un. progr. 208
ACBos.1.3.14-21 {438}
Conto consuntivo
1967 Registro Num. un. progr. 208
ACBos.1.3.14-22 {439}
Conto consuntivo e tabelle di svolgimento
1968 Registro Num. un. progr. 209
ACBos.1.3.14-23 {440}
Conto consuntivo e tabelle di svolgimento
1969 Registro Num. un. progr. 209
ACBos.1.3.14-24 {441}
Conto consuntivo e tabelle di svolgimento
1970 Registro Num. un. progr. 210
ACBos.1.3.14-25 {442}
165
Conto consuntivo e tabelle di svolgimento
1971 Registro Num. un. progr. 210
ACBos.1.3.14-26 {443}
Conto consuntivo e tabelle di svolgimento
1972 Registro Num. un. progr. 211
ACBos.1.3.14-27 {444}
Conto consuntivo e tabelle di svolgimento
1973 Registro Num. un. progr. 211
ACBos.1.3.14-28 {445}
Conto consuntivo e tabelle di svolgimento
1974 Registro Num. un. progr. 212
ACBos.1.3.14-29 {446}
Conto consuntivo e tabelle di svolgimento
1975 Registro Num. un. progr. 212
166
serie 1.3.15 Giornali e mastri della contabilità, 1947 - 1975 {447}
Contenuto La compilazione di questi registri fu disposta dal Regio decreto 12 febbraio 1911, n. 297, che approvava il Regolamento per l'esecuzione della legge comunale e provinciale, in particolare dall'art. 173 e dall'Allegato 4, punto 15. Essi costituivano gli strumenti indispensabili per la stesura del conto consuntivo. Nel giornale di cassa devono essere registrate tutte le entrate e le uscite del comune in ordine cronologico, giorno per giorno, annotando per ciascuna registrazione: - numero e data del documento contabile ovvero della reversale di cassa o del mandato di pagamento; - capitolo di riferimento al bilancio, evidenziando le operazioni in conto competenza rispetto a quelle in conto residui; - generalità del debitore o del creditore; - causale ed importo del credito o del debito.
Nel libro mastro le entrate e le uscite vengono raggruppate secondo le partite, o voci, previste dal bilancio (ad esempio, per l'entrata: proventi dalla vendita di legname, entrate derivanti dalla riscossione di imposte o tasse; per l'uscita: spese per il personale, spese per assicurazioni ecc.). Ciascuna scheda del libro mastro, intestata ad una singola partita o voce del bilancio, deve dimostrare sotto il profilo finanziario lo svolgimento dei fatti amministrativi che determinano, da un lato, riscossioni e accertamenti di entrate e, dall'altro, pagamenti e impegni di spese.
La serie comprende i registri dal 1947 al 1975.
ACBos.1.3.15-1 {448}
Giornale e mastro della contabilità
1947 Registro Num. un. progr. 213
ACBos.1.3.15-2 {449}
Giornale e mastro della contabilità
1948 Registro Num. un. progr. 214
ACBos.1.3.15-3 {450}
167
Giornale e mastro della contabilità
1949 Registro Num. un. progr. 215
ACBos.1.3.15-4 {451}
Giornale e mastro della contabilità
1950 Registro Num. un. progr. 216
ACBos.1.3.15-5 {452}
Giornale e mastro della contabilità
1951 Registro Num. un. progr. 217
ACBos.1.3.15-6 {453}
Giornale e mastro della contabilità
1952 Registro Num. un. progr. 218
ACBos.1.3.15-7 {454}
Giornale e mastro della contabilità
1953 Registro Num. un. progr. 219
ACBos.1.3.15-8 {455}
Giornale e mastro della contabilità
1954 Registro Num. un. progr. 220
168
ACBos.1.3.15-9 {456}
Giornale e mastro della contabilità
1955 Registro Num. un. progr. 221
ACBos.1.3.15-10 {457}
Giornale e mastro della contabilità
1956 Registro Num. un. progr. 222
ACBos.1.3.15-11 {458}
Giornale e mastro della contabilità
1957 Registro Num. un. progr. 223
ACBos.1.3.15-12 {459}
Giornale e mastro della contabilità
1958 Registro Num. un. progr. 224
ACBos.1.3.15-13 {460}
Giornale e mastro della contabilità
1959 Registro Num. un. progr. 225
ACBos.1.3.15-14 {461}
Giornale e mastro della contabilità
1960 Registro Num. un. progr. 226
169
ACBos.1.3.15-15 {462}
Giornale e mastro della contabilità
1961 Registro Num. un. progr. 227
ACBos.1.3.15-16 {463}
Giornale e mastro della contabilità
1962 Registro Num. un. progr. 228
ACBos.1.3.15-17 {464}
Giornale e mastro della contabilità
1963 Registro Num. un. progr. 229
ACBos.1.3.15-18 {465}
Giornale e mastro della contabilità
1964 Registro Num. un. progr. 230
ACBos.1.3.15-19 {466}
Giornale e mastro della contabilità
1965 Registro Num. un. progr. 231
ACBos.1.3.15-20 {467}
Giornale e mastro della contabilità
1966 Registro
170
Num. un. progr. 232
ACBos.1.3.15-21 {468}
Giornale e mastro della contabilità
1967 Registro Num. un. progr. 233
ACBos.1.3.15-22 {469}
Giornale e mastro della contabilità
1968 Registro Num. un. progr. 234
ACBos.1.3.15-23 {470}
Giornale e mastro della contabilità
1969 Registro Num. un. progr. 235
ACBos.1.3.15-24 {471}
Giornale e mastro della contabilità
1970 Registro Num. un. progr. 236
ACBos.1.3.15-25 {472}
Giornale e mastro della contabilità
1971 Registro Num. un. progr. 237
ACBos.1.3.15-26 {473}
Giornale e mastro della contabilità
1972
171
Registro Num. un. progr. 238
ACBos.1.3.15-27 {474}
Giornale e mastro della contabilità
1973 Registro Num. un. progr. 239
ACBos.1.3.15-28 {475}
Giornale e mastro della contabilità
1974 Registro Num. un. progr. 240
ACBos.1.3.15-29 {476}
Giornale e mastro della contabilità
1975 Registro Num. un. progr. 241
172
serie 1.3.16 Allegati ai bilanci di previsione e ai conti consuntivi, reversali di cassa e {477} mandati di pagamento, 1947 - 1975
Contenuto Questa serie comprende la documentazione che deve essere raccolta parallelamente ai registri contabili, cioè gli allegati ai bilanci di previsione e ai conti consuntivi, le reversali di cassa e i mandati di pagamento. Fra gli allegati al bilancio, cioè i documenti utilizzati per la compilazione del bilancio, si possono trovare: - situazioni di cassa rese alla chiusura dell'anno finanziario precedente; - elenchi delle entrate; - elenchi di capitali attivi; - disposizioni per l'applicazione di nuove imposte ed eventuali autorizzazioni; - elenchi di residui attivi e passivi dell'anno precedente. Fra gli allegati al conto consuntivo si possono trovare: - deliberazioni di approvazione del conto; - relazioni dei revisori del conto; - delibere di chiusura dell'esercizio finanziario; - verbali di verifica della cassa; - atti relativi alla chiusura dell'esercizio finanziario. Si conservano inoltre le reversali di cassa per la parte attiva e i mandati di pagamento per quella passiva, accompagnati dai loro documenti giustificativi. Le reversali e i mandati sono ordinati per articolo, per numero o per capitolo. Nella parte attiva si conservano anche i ruoli delle rendite ed entrate patrimoniali e delle imposte e tasse comunali, qualora siano stati allegati dall'ente ai documenti giustificativi. L'estremo cronologico indicato nella descrizione della singola unità è quello dell'esercizio finanziario di riferimento.
La serie completa comprende documentazione contabile dal 1947 al 1975.
ACBos.1.3.16-1 {478}
Allegati al bilancio e al conto consuntivo, reversali di cassa e mandati di pagamento
1947 - Allegati al bilancio; - allegati al conto; - entrata: residui attivi e reversali di cassa, nn. 2-168 (la reversale n. 2 si riferisce all'ASUC); - uscita: residui passivi e mandati di pagamento, nn. 1-210 (i mandati nn. 1-4 si riferiscono all'ASUC); - documenti giustificativi del conto Busta Num. un. progr. 242
173
ACBos.1.3.16-2 {479}
Allegati al bilancio e al conto consuntivo, reversali di cassa e mandati di pagamento
1948 - Allegati al conto; - entrata: residui attivi e reversali di cassa, artt. 2-21b; ruoli delle entrate; - uscita: residui passivi e mandati di pagamento, artt. 1-79b; - documenti giustificativi del conto Busta Num. un. progr. 243
ACBos.1.3.16-3 {480}
Allegati al bilancio e al conto consuntivo, reversali di cassa e mandati di pagamento
1949 - Allegati al bilancio; - allegati al conto; - entrata: residui attivi e reversali di cassa, artt. 1-21b; ruoli delle entrate; - uscita: residui passivi e mandati di pagamento, artt. 1-39 Busta Num. un. progr. 244
ACBos.1.3.16-4 {481}
Allegati al bilancio e al conto consuntivo, reversali di cassa e mandati di pagamento
1949 - Mandati di pagamento, artt. 40-74b; - documenti giustificativi del conto Busta Num. un. progr. 245
ACBos.1.3.16-5 {482}
Allegati al bilancio e al conto consuntivo, reversali di cassa e mandati di pagamento
1950 - Allegati al bilancio; - allegati al conto; - entrata: residui attivi e reversali di cassa, artt. 2-26; ruoli delle entrate; - uscita: residui passivi e mandati di pagamento, artt. 1-20
174
Busta Num. un. progr. 246
ACBos.1.3.16-6 {483}
Allegati al bilancio e al conto consuntivo, reversali di cassa e mandati di pagamento
1950 - Uscita: mandati di pagamento, artt. 21-80; - documenti giustificativi del conto Busta Num. un. progr. 247
ACBos.1.3.16-7 {484}
Allegati al bilancio e al conto consuntivo, reversali di cassa e mandati di pagamento
1951 - Allegati al bilancio; - allegati al conto; - entrata: residui attivi e reversali di cassa, artt. 1-26; ruoli delle entrate; - uscita: residui passivi e mandati di pagamento, artt. 1-30 Busta Num. un. progr. 248
ACBos.1.3.16-8 {485}
Allegati al bilancio e al conto consuntivo, reversali di cassa e mandati di pagamento
1951 - Uscita: mandati di pagamento, artt. 31-73; - documenti giustificativi del conto Busta Num. un. progr. 249
ACBos.1.3.16-9 {486}
Allegati al bilancio e al conto consuntivo, reversali di cassa e mandati di pagamento
1952 - Allegati al bilancio; - allegati al conto; - entrata: residui attivi e reversali di cassa, artt. 1-26; ruoli delle entrate; - uscita: residui passivi e mandati di pagamento, artt. 1-19
175
Busta Num. un. progr. 250
ACBos.1.3.16-10 {487}
Allegati al bilancio e al conto consuntivo, reversali di cassa e mandati di pagamento
1952 - Mandati di pagamento, artt. 26-69; - documenti giustificativi del conto Busta Num. un. progr. 251
ACBos.1.3.16-11 {488}
Allegati al bilancio e al conto consuntivo, reversali di cassa e mandati di pagamento
1953 - Mandati di pagamento, artt. 26-66; - documenti giustificativi del conto Busta Num. un. progr. 252
ACBos.1.3.16-12 {489}
Allegati al bilancio e al conto consuntivo, reversali di cassa e mandati di pagamento
1953 - Allegati al bilancio; - allegati al conto; - entrata: residui attivi e reversali di cassa, artt. 1-27; - uscita: residui passivi e mandati di pagamento, artt. 1-25 Busta Num. un. progr. 253
ACBos.1.3.16-13 {490}
Allegati al bilancio e al conto consuntivo, reversali di cassa e mandati di pagamento
1954 - Allegati al bilancio; - allegati al conto; - entrata: residui attivi e reversali di cassa, artt. 1-27; ruoli delle entrate; - uscita: residui passivi e mandati di pagamento, artt. 1-20
176
Busta Num. un. progr. 254
ACBos.1.3.16-14 {491}
Allegati al bilancio e al conto consuntivo, reversali di cassa e mandati di pagamento
1954 - Uscita: mandati di pagamento, artt. 21-73; - documenti giustificativi del conto Busta Num. un. progr. 255
ACBos.1.3.16-15 {492}
Allegati al bilancio e al conto consuntivo, reversali di cassa e mandati di pagamento
1955 - Allegati al bilancio; - allegati al conto; - entrata: residui attivi e reversali di cassa, artt. 1-24; ruoli delle entrate; - uscita: residui passivi e mandati di pagamento, artt. 1-50 Busta Num. un. progr. 256
ACBos.1.3.16-16 {493}
Allegati al bilancio e al conto consuntivo, reversali di cassa e mandati di pagamento
1955 - Uscita: mandati di pagamento, artt. 51-76; - documenti giustificativi del conto Busta Num. un. progr. 257
ACBos.1.3.16-17 {494}
Allegati al bilancio e al conto consuntivo, reversali di cassa e mandati di pagamento
1956 - Allegati al bilancio; - allegati al conto; - entrata: residui attivi e reversali di cassa, artt. 1-26; - uscita: residui passivi e mandati di pagamento, artt. 1-60
177
Busta Num. un. progr. 258
ACBos.1.3.16-18 {495}
Allegati al bilancio e al conto consuntivo, reversali di cassa e mandati di pagamento
1956 - Mandati di pagamento, artt. 61-77; - documenti giustificativi del conto Busta Num. un. progr. 259
ACBos.1.3.16-19 {496}
Allegati al bilancio e al conto consuntivo, reversali di cassa e mandati di pagamento
1957 - Allegati al bilancio; - allegati al conto; - entrata: residui attivi e reversali di cassa, artt. 1-29; ruoli delle entrate; - uscita: residui passivi e mandati di pagamento, artt. 1-79; - documenti giustificativi del conto Busta Num. un. progr. 260
ACBos.1.3.16-20 {497}
Allegati al bilancio e al conto consuntivo, reversali di cassa e mandati di pagamento
1958 - Allegati al bilancio; - allegati al conto; - entrata: residui attivi e reversali di cassa, artt. 1-27; ruoli delle entrate; - uscita: residui passivi e mandati di pagamento, artt. 1-25 Busta Num. un. progr. 261
ACBos.1.3.16-21 {498}
Allegati al bilancio e al conto consuntivo, reversali di cassa e mandati di pagamento
1958 - Mandati di pagamento, artt. 26-78;
178
- documenti giustificativi del conto Busta Num. un. progr. 262
ACBos.1.3.16-22 {499}
Allegati al bilancio e al conto consuntivo, reversali di cassa e mandati di pagamento
1959 - Allegati al bilancio; - entrata: residui attivi e reversali di cassa, artt. 1-23; ruoli delle entrate; - uscita: residui passivi e mandati di pagamento, artt. 1-78; - documenti giustificativi del conto Busta Num. un. progr. 263
ACBos.1.3.16-23 {500}
Allegati al bilancio e al conto consuntivo, reversali di cassa e mandati di pagamento
1960 - Allegati al bilancio; - allegati al conto; - entrata: residui attivi e reversali di cassa, artt. 1-27; ruoli delle entrate; - uscita: residui passivi e mandati di pagamento, artt. 1-78 Busta Num. un. progr. 264
ACBos.1.3.16-24 {501}
Allegati al bilancio e al conto consuntivo, reversali di cassa e mandati di pagamento
1960 - Documenti giustificativi del conto Busta Num. un. progr. 265
ACBos.1.3.16-25 {502}
Allegati al bilancio e al conto consuntivo, reversali di cassa e mandati di pagamento
1961 - Allegati al bilancio; - allegati al conto;
179
- entrata: residui attivi e reversali di cassa, artt. 1-25; ruoli delle entrate; - uscita: residui passivi e mandati di pagamento, artt. 1-53 Busta Num. un. progr. 266
ACBos.1.3.16-26 {503}
Allegati al bilancio e al conto consuntivo, reversali di cassa e mandati di pagamento
1961 - Mandati di pagamento, artt. 54-74; - documenti giustificativi del conto Busta Num. un. progr. 267
ACBos.1.3.16-27 {504}
Allegati al bilancio e al conto consuntivo, reversali di cassa e mandati di pagamento
1962 - Allegati al bilancio; - allegati al conto; - entrata: residui attivi e reversali di cassa, artt. 1-26; ruoli delle entrate; - uscita: residui passivi e mandati di pagamento, nn. 1-165; - documenti giustificativi del conto Busta Num. un. progr. 268
ACBos.1.3.16-28 {505}
Allegati al bilancio e al conto consuntivo, reversali di cassa e mandati di pagamento
1963 - Allegati al bilancio; - entrata: residui attivi e reversali di cassa, artt. 1-28; ruoli delle rendite; - uscita: residui passivi e mandati di pagamento, artt. 1-71; - documenti giustificativi del conto Busta Num. un. progr. 269
ACBos.1.3.16-29 {506}
Allegati al bilancio e al conto consuntivo, reversali di cassa e mandati di pagamento
180
1964 - Allegati al bilancio; - allegati al conto; - entrata: residui attivi e reversali di cassa, artt. 1-30; ruoli delle entrate; - uscita: residui passivi e mandati di pagamento, artt. 1-71; - documenti giustificativi del conto Busta Num. un. progr. 270
ACBos.1.3.16-30 {507}
Allegati al bilancio e al conto consuntivo, reversali di cassa e mandati di pagamento
1965 - Allegati al bilancio; - allegati al conto; - entrata: residui attivi e reversali di cassa, artt. 1-28; ruoli delle entrate; - uscita: residui passivi e mandati di pagamento, artt. 1-73; - documenti giustificativi del conto Busta Num. un. progr. 271
ACBos.1.3.16-31 {508}
Allegati al bilancio e al conto consuntivo, reversali di cassa e mandati di pagamento
1966 - Allegati al bilancio;
- allegati al conto; - entrata: residui attivi e reversali di cassa, artt. 1-31; ruoli delle entrate; - uscita: residui passivi e mandati di pagamento, artt. 1-74; - documenti giustificativi del conto Busta Num. un. progr. 272
ACBos.1.3.16-32 {509}
Allegati al bilancio e al conto consuntivo, reversali di cassa e mandati di pagamento
1967 - Allegati al bilancio; - entrata: residui attivi e reversali di cassa, capp. 1-411; ruoli delle rendite; - uscita: residui passivi e mandati di pagamento, capp. 1-60
181
Busta Num. un. progr. 273
ACBos.1.3.16-33 {510}
Allegati al bilancio e al conto consuntivo, reversali di cassa e mandati di pagamento
1967 - Mandati di pagamento, capp. 61-1011 Busta Num. un. progr. 274
ACBos.1.3.16-34 {511}
Allegati al bilancio e al conto consuntivo, reversali di cassa e mandati di pagamento
1968 - Allegati al bilancio; - allegati al conto; - entrata: residui attivi e reversali di cassa, nn. 1-94; ruoli delle entrate; - uscita: residui passivi e mandati di pagamento, nn. 1-175 Busta Num. un. progr. 275
ACBos.1.3.16-35 {512}
Allegati al bilancio e al conto consuntivo, reversali di cassa e mandati di pagamento
1969 - Allegati al bilancio; - allegati al conto; - entrata: residui attivi e reversali di cassa, nn. 1-69; - uscita: residui passivi e mandati di pagamento, nn. 1-175; - documenti giustificativi del conto Busta Num. un. progr. 276
ACBos.1.3.16-36 {513}
Allegati al bilancio e al conto consuntivo, reversali di cassa e mandati di pagamento
1970 - Allegati al bilancio; - allegati al conto;
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- entrata: residui attivi e reversali di cassa, nn. 1-90; ruoli delle entrate; - uscita: residui passivi e mandati di pagamento, nn. 1-194; - documenti giustificativi del conto Busta Num. un. progr. 277
ACBos.1.3.16-37 {514}
Allegati al bilancio e al conto consuntivo, reversali di cassa e mandati di pagamento
1971 - Allegati al bilancio; - allegati al conto; - entrata: residui attivi e reversali di cassa, nn. 1-68; ruoli delle entrate; - uscita: residui passivi e mandati di pagamento, nn. 1-161; - documenti giustificativi del conto Busta Num. un. progr. 278
ACBos.1.3.16-38 {515}
Allegati al bilancio e al conto consuntivo, reversali di cassa e mandati di pagamento
1972 - Allegati al bilancio; - allegati al conto; - entrata: residui attivi e reversali di cassa, nn. 1-91; ruoli delle entrate; - uscita: residui passivi e mandati di pagamento, nn. 1-176;
- documenti giustificativi del conto Busta Num. un. progr. 279
ACBos.1.3.16-39 {516}
Allegati al bilancio e al conto consuntivo, reversali di cassa e mandati di pagamento
1973 - Allegati al bilancio; - entrata: residui attivi e reversali di cassa, nn. 1-43;
- uscita: residui passivi e mandati di pagamento, nn. 1-174; - documenti giustificativi del conto Busta Num. un. progr. 280
183
ACBos.1.3.16-40 {517}
Allegati al bilancio e al conto consuntivo, reversali di cassa e mandati di pagamento
1974 - Allegati al bilancio; - allegati al conto; - entrata: residui attivi e reversali di cassa, nn. 1-90; ruoli delle entrate; - uscita: residui passivi e mandati di pagamento, nn. 1-198; - documenti giustificativi del conto Busta Num. un. progr. 281
ACBos.1.3.16-41 {518}
Allegati al bilancio e al conto consuntivo, reversali di cassa e mandati di pagamento
1975 - Allegati al bilancio; - allegati al conto; - entrata: residui attivi e reversali di cassa, nn. 1-55; ruoli delle entrate; - uscita: residui passivi e mandati di pagamento, nn. 1-194; - documenti giustificativi del conto Busta Num. un. progr. 282
184
serie 1.3.17 Deliberazioni della Commissione elettorale comunale, 1949 - 1972 {519}
Contenuto La Legge 7 ottobre 1947, n. 1058, contenente le "Norme per la disciplina dell'elettorato attivo e per la tenuta e la revisione annuale delle liste elettorali", ha istituito, fra l'altro, la commissione per la revisione delle liste elettorali (art. 12). Tale commissione doveva essere eletta dal consiglio comunale, nel proprio seno, entro il mese di ottobre di ogni biennio. L'art. 14 della stessa legge ha previsto la tenuta di un registro nel quale il segretario della commissione doveva riportare il verbale delle operazioni compiute dalla commissione stessa per la revisione delle liste elettorali. Nel 1967, con D.P.R. n. 223 del 20 marzo, è stato emanato il "Testo unico delle leggi per la disciplina dell'elettorato attivo e per la tenuta e la revisione delle liste elettorali". All'art. 12 si stabiliva che la commissione elettorale comunale dovesse essere eletta dal consiglio comunale, nel proprio seno, nella prima seduta successiva a quella di nomina del sindaco e della giunta. Tale commissione doveva durare in carica fino all'elezione della successiva da parte del nuovo consiglio.
Le deliberazioni della Commissione elettorale comunale sono relative al periodo dal 1947 al 1972. E' presente anche un registro di verbali di inserimento ed estrazione delle schede dallo schedario elettorale.
ACBos.1.3.17-1 {520}
"Verbali commissione elettorale comunale..."
1949 marzo 16 - 1968 dicembre 13 Registro Num. un. progr. 283
ACBos.1.3.17-2 {521}
"Registro delle deliberazioni della commissione elettorale comunale..."
1969 gennaio 14 - 1970 dicembre 16 Registro Num. un. progr. 283
ACBos.1.3.17-3 {522}
"Verbali originali della commissione elettorale comunale. Anno 1971"
1971 gennaio 9 - 1971 dicembre 18 Registro
185
Num. un. progr. 283
ACBos.1.3.17-4 {523}
"Verbali originali della commissione elettorale comunale. Anno 1972"
1972 gennaio 8 - 1972 dicembre 19 Registro Num. un. progr. 283
ACBos.1.3.17-5 {524}
"Registro dei verbali delle operazioni di inserimento e di estrazione delle schede dello schedario elettorale"
1954 marzo 15 - 1964 aprile 3 Registro Num. un. progr. 283
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serie 1.3.18 Tenuta e revisione delle liste elettorali, 1947 - 1975 {525}
Contenuto Nel periodo fascista fu approvato, con R.D.L. 2 settembre 1928, n. 1993, il Testo unico della legge elettorale politica, che disciplinava, fra l'altro, le operazioni relative alla tenuta e alla revisione delle liste elettorali. Nell'immediato Dopoguerra, con Decreto legislativo luogotenenziale 7 gennaio 1946, n. 1, vennero ripristinati gli organi comunali elettivi. Negli anni successivi la materia fu disciplinata dalla Legge 24 febbraio 1951, n. 84, "Norme per l'elezione dei consigli comunali", e dal D.P.R. 5 aprile 1951, n. 203, "Approvazione del Testo unico delle leggi per la composizione e la elezione degli organi delle Amministrazioni comunali". La Legge 7 ottobre 1947, n. 1058, contenente le "Norme per la disciplina dell'elettorato attivo e per la tenuta e la revisione annuale delle liste elettorali", ha istituito, fra l'altro, la commissione per la revisione delle liste elettorali, che doveva effettuare annualmente una revisione delle liste elettorali. Le operazioni di revisione dovevano avere inizio entro il mese di ottobre. Non oltre il 15 dicembre la commissione doveva procedere alla formazione di tre elenchi separati, distinti per uomini e donne, contenenti rispettivamente i nominativi di coloro che risultavano in possesso dei requisiti per ottenere l'iscrizione nelle liste elettorali, i nominativi di coloro per cui era proposta la cancellazione perché incorsi in determinati problemi di natura giudiziaria e infine i nominativi di coloro le cui domande di iscrizione non erano state accolte, specificandone i motivi. Entro il 31 dicembre il sindaco doveva invitare chiunque ne avesse interesse, attraverso l'affissione di appositi avvisi all'albo e in altri luoghi pubblici, a prendere visione degli elenchi elaborati dalla commissione e a presentare gli eventuali reclami entro il 15 gennaio. Durante tale periodo gli elenchi rimanevano depositati, per la visione, presso gli uffici comunali. Ai sensi dell'art. 1 della Legge 1058/1947 erano elettori tutti i cittadini che avessero compiuto il 21° anno di età e non fossero incorsi in nessuna delle condizioni previste dall'art. 2, che stabiliva i casi di esclusione dal diritto di voto o di perdita temporanea o definitiva dello stesso. Erano iscritti d'ufficio nelle liste elettorali del comune coloro che, oltre ad aver compiuto il 21° anno di età o ad essere in procinto di compierlo entro il 30 aprile dell'anno successivo a quello in cui avevano inizio le operazioni di revisione annuale delle liste, non fossero incorsi nella perdita definitiva o temporanea del diritto di voto e fossero compresi nel registro della popolazione stabile del comune. Le revisioni dinamiche, ovvero quelle previste dall'art. 25 della Legge 1058/1947 (cancellazioni per morte, perdita della cittadinanza italiana o del diritto elettorale, trasferimento della residenza), dovevano essere effettuate dalla commissione elettorale comunale almeno ogni tre mesi. Con D.P.R. 20 marzo 1967, n. 223, è stato emanato il "Testo unico delle leggi per la disciplina dell'elettorato attivo e per la tenuta e la revisione delle liste elettorali", che ha stabilito che la commissione elettorale comunale, eletta dal consiglio comunale, debba rimanere in carica fintanto che rimane in carica il consiglio che l'ha eletta (in precedenza aveva durata biennale). Sono stati fissati inoltre nuovi termini per le revisioni delle liste, che sono divenute revisioni semestrali. Entro il 10 aprile ed entro il 10 ottobre di ogni anno la commissione elettorale comunale avrebbe dovuto procedere alla formazione di due elenchi, distinti per uomini e donne, contenenti rispettivamente i nominativi di coloro che venivano iscritti e di coloro che venivano cancellati dalle liste elettorali, con le relative motivazioni. Entro l'11
187
aprile ed entro l'11 ottobre il sindaco doveva far affiggere gli avvisi di compilazione degli elenchi, che rimanevano in deposito presso gli uffici comunali per la visione da parte degli interessati. Eventuali ricorsi dovevano essere presentati entro il 20 aprile ed entro il 20 ottobre. Il D.P.R. 223/1967 ha stabilito che le revisioni dinamiche, ovvero quelle previste dall'art. 32 del D.P.R. 223/1967 e successive modifiche (cancellazioni per morte, perdita della cittadinanza italiana o del diritto elettorale, trasferimento della residenza, acquisto del diritto elettorale per motivi diversi dal compimento del 18° anno di eta' o riacquisto del diritto stesso per la cessazione di cause ostative) debbano essere effettuate almeno ogni sei mesi. Il D.P.R. del 1967 ha previsto inoltre che debbano essere iscritti d'ufficio nelle liste i cittadini che abbiano compiuto il 21° anno di età (poi modificato in 18°, come sotto specificato) rispettivamente dal 1° gennaio al 30 giugno (l'iscrizione in questo caso deve avvenire nella revisione da effettuarsi entro il 10 ottobre precedente) e dal 1° luglio al 31 dicembre (l'iscrizione in quest'altro caso deve avvenire nella revisione da effettuarsi entro il 10 aprile precedente). La Legge 8 marzo 1975, n. 39, infine, ha esteso il diritto all'elettorato attivo a coloro che compiranno, entro il semestre successivo a quello in cui avviene la revisione, il 18° anno di età.
La serie comprende, oltre alla documentazione riguardante le revisioni ordinarie e dinamiche delle liste elettorali dal 1947 al 1975, anche le relative istruzioni e circolari. Sono inoltre presenti le copie delle liste elettorali del comune di Vigolo Vattaro dal 1945 al 1947 relative alla sezione di Bosentino.
ACBos.1.3.18-1 {526}
Revisioni dinamiche ed annuale delle liste elettorali
1947 - 1956 Con copia delle liste elettorali del comune di Vigolo Vattaro dal 1945 al 1947 riguardanti la sezione di Bosentino Fascicolo Num. un. progr. 284
ACBos.1.3.18-2 {527}
Revisioni dinamiche delle liste elettorali
1957 - 1970 Busta Num. un. progr. 285
ACBos.1.3.18-3 {528}
Revisioni dinamiche delle liste elettorali
1971 - 1975 Busta Num. un. progr. 286
188
ACBos.1.3.18-4 {529}
Revisioni annuali delle liste elettorali
1957 - 1966 Busta Num. un. progr. 287
ACBos.1.3.18-5 {530}
Revisioni annuali delle liste elettorali
1966 - 1975 Revisioni aggiornate a semestre (I-II)
Busta Num. un. progr. 288
189
serie 1.3.19 Liste elettorali, 1947 - 1987 {531}
Contenuto Le liste elettorali sono gli elenchi dei cittadini aventi diritto al voto. Il Regio decreto 11 gennaio 1923, n. 9, estese alle nuove province, fra le altre disposizioni, il Testo unico della legge comunale e provinciale approvato con R.D. 4 febbraio 1915, n. 148. In questo Testo unico erano presenti anche le disposizioni vigenti nel Regno d'Italia in merito alle elezioni amministrative. Con Regio decreto 2 settembre 1919, n. 1495, che sostituiva il R.D. 26 giugno 1913, n. 821, venne approvato un nuovo Testo unico della legge elettorale politica, dopo che, nel 1918, era stato introdotto nel Regno d'Italia il suffragio universale maschile, ovvero erano stati dichiarati elettori tutti i cittadini di sesso maschile che avessero compiuto il 21° anno di età. Nel periodo fascista, con R.D.L. 2 settembre 1928, n. 1993, fu approvato un nuovo Testo unico della legge elettorale politica. Dopo la fine del fascismo, furono emanate nuove disposizioni in merito alla compilazione delle liste elettorali, in particolare con il D.L.L. 28 settembre 1944, n. 247. Una novità di rilievo si ebbe con l'estensione alle donne del diritto di voto, stabilita con D.L.L. 1 febbraio 1945, n. 23, che prevedeva, all'art. 2, l'obbligo per tutti i comuni di compilare per la prima volta le liste elettorali femminili sulla base delle disposizioni contenute nel D.L.L. 28 settembre 1944, n. 247, e delle relative norme di attuazione fissate dal decreto del Ministro per l'Interno del 24 ottobre 1944. Sempre nel 1945 venne emanato il D.L.L. n. 214 del 22 aprile, che conteneva le norme relative alla "Ripartizione dei comuni in sezioni elettorali e formazione delle liste di sezione". Altre norme vennero emanate a seguito della ricostituzione degli organi comunali elettivi stabilita dal D.L.L. 7 gennaio 1946, n. 1 (con le successive modifiche e aggiunte, contenute, ad esempio, nei D.L.L. 10 marzo 1946, n. 76, e 15 marzo 1946, n. 83). In particolare la Legge 7 ottobre 1947, n. 1058, conteneva le "Norme per la disciplina dell'elettorato attivo e per la tenuta e la revisione annuale delle liste elettorali". Infine, con Decreto del Presidente della Repubblica 20 marzo 1967, n. 223, è stato approvato un ulteriore "Testo unico delle leggi per la disciplina dell'elettorato attivo e per la tenuta e la revisione delle liste elettorali". La Legge 1058/1947, al Titolo II, art. 4, disponeva che le liste elettorali dovessero essere compilate, distinte per uomini e donne, in ordine alfabetico in duplice esemplare, indicando per ogni iscritto: il cognome e nome e, per le donne coniugate o vedove, anche il cognome del marito; la paternità; il luogo e la data di nascita; il titolo di studio; la professione o il mestiere; l'abitazione. Il D.P.R. 223/1967, al Titolo II, art. 5, disponeva che le liste elettorali dovessero essere compilate, distinte per uomini e donne, in ordine alfabetico in duplice esemplare, indicando per ogni iscritto: il cognome e nome e, per le donne coniugate o vedove, anche il cognome del marito; il luogo e la data di nascita; il numero, la parte e la serie dell'atto di nascita; il titolo di studio; la professione o il mestiere, l'abitazione.
La serie raccoglie le liste dal 1947 al 1987.
190
Le liste presenti riportano i seguenti dati: n. d'ordine, n. della sezione nella quale l'elettore è iscritto, cognome, nome e paternità, titolo di studio, professione, abitazione, titolo o documento in base al quale è effettuata l'iscrizione, anno dell'iscrizione nella lista; se l'iscritto risiede all'estero: lo stato dove risiede, annotazioni, data e motivo della cancellazione dell'elettore dalla lista e firma dell'impiegato che approva la variazione.
ACBos.1.3.19-1 {532}
"Lista elettorale generale femminile"
1947 - 1953 Con dati del 1945 Registro Num. un. progr. 289
ACBos.1.3.19-2 {533}
"Lista elettorale generale principale maschile"
1947 - 1953 Con dati dal 1945 Registro Num. un. progr. 289
ACBos.1.3.19-3 {534}
"Lista elettorale femminile della sezione per l'anno 1955 e successive variazioni"
1955 - 1956 Registro Num. un. progr. 289
ACBos.1.3.19-4 {535}
"Lista elettorale maschile della sezione per l'anno 1955 e successive variazioni"
1955 - 1956 Registro Num. un. progr. 289
ACBos.1.3.19-5 {536}
"Lista elettorale femminile"
1957 - 1962
191
Registro Num. un. progr. 289
ACBos.1.3.19-6 {537}
"Lista elettorale maschile"
1957 - 1962 Registro Num. un. progr. 289
ACBos.1.3.19-7 {538}
"Lista elettorale femminile"
1963 - 1966 Registro Num. un. progr. 289
ACBos.1.3.19-8 {539}
"Lista elettorale maschile"
1963 - 1966 Registro Num. un. progr. 289
ACBos.1.3.19-9 {540}
"Lista elettorale femminile"
1967 - 1969 Registro Num. un. progr. 289
ACBos.1.3.19-10 {541}
"Lista elettorale maschile"
1967 - 1969 Registro Num. un. progr. 289
ACBos.1.3.19-11 {542}
"Lista elettorale femminile ..."
192
1970 - 1972 Registro Num. un. progr. 289
ACBos.1.3.19-12 {543}
"Lista elettorale maschile ..."
1970 - 1972 Registro Num. un. progr. 289
ACBos.1.3.19-13 {544}
"Lista elettorale femminile"
1973 - 1987 Registro Num. un. progr. 289
ACBos.1.3.19-14 {545}
"Lista elettorale maschile"
1973 - 1987 Registro Num. un. progr. 289
193
serie 1.3.20 Elezioni, 1946 - 1975 {546}
Contenuto In questa serie sono conservati gli atti relativi alle elezioni comunali, regionali, politiche e ai referendum popolari dal 1947 al 1974.
ACBos.1.3.20-1 {547}
Elezioni comunali dell’8 giugno 1947
1946 - 1947 Norme, circolari, carteggio, atti, verbali delle operazioni elettorali, rilevazione dei risultati Fascicolo Num. un. progr. 290
ACBos.1.3.20-2 {548}
Elezioni politiche del 18 aprile 1948
1948 Circolari, istruzioni, carteggio, atti, manifesti, verbali delle operazioni elettorali, rilevazione dei risultati e rendiconti Fascicolo Num. un. progr. 290
ACBos.1.3.20-3 {549}
Elezioni regionali del 28 novembre 1948
1948 Circolari, istruzioni, carteggio, atti, verbali delle operazioni elettorali, prospetti delle spese Fascicolo Num. un. progr. 291
ACBos.1.3.20-4 {550}
Elezioni comunali del 25 maggio 1952
1951 - 1952 Circolari, istruzioni, carteggio, atti, manifesti, verbali delle operazioni elettorali, comunicazioni dei risultati Fascicolo Num. un. progr. 291
194
ACBos.1.3.20-5 {551}
Elezioni regionali del 16 novembre 1952
1952 Circolari, istruzioni, carteggio, atti, manifesti, verbali delle operazioni elettorali Fascicolo Num. un. progr. 292
ACBos.1.3.20-6 {552}
Elezioni politiche del 7 giugno 1953
1953 Circolari, istruzioni, carteggio, atti, manifesti, verbali delle operazioni elettorali, comunicazioni dei risultati Fascicolo Num. un. progr. 292
ACBos.1.3.20-7 {553}
Elezioni comunali del 27 maggio 1956
1956 Circolari, istruzioni, carteggio, atti, manifesti, tabella di scrutinio, rilevazione statistica Fascicolo Num. un. progr. 293
ACBos.1.3.20-8 {554}
Elezioni regionali del 11 novembre 1956
1956 Circolari, istruzioni, carteggio, atti, manifesti, verbali delle operazioni elettorali e rilevazione dei risultati Fascicolo Num. un. progr. 293
ACBos.1.3.20-9 {555}
Elezioni politiche del 25 maggio 1958
1958 Circolari, istruzioni, carteggio, atti, manifesti, verbali delle operazioni elettorali e rilevazione dei risultati Busta Num. un. progr. 294
195
ACBos.!.3.20-10 {556}
Elezioni comunali del 29 maggio 1960
1960 Circolari, istruzioni, carteggio, atti, manifesti, verbali delle operazioni elettorali, prospetto e tabella di scrutinio, comunicazione dei risultati Fascicolo Num. un. progr. 295
ACBos.1.3.20-11 {557}
Elezioni regionali del 6 novembre 1960
1960 Circolari, istruzioni, carteggio, atti, verbali delle operazioni elettorali e comunicazione dei risultati
Fascicolo Num. un. progr. 295
ACBos.1.3.20-12 {558}
Elezioni politiche del 28 aprile 1963
1963 Circolari, istruzioni, carteggio, atti, verbali delle operazioni elettorali, comunicazione dei risultati e liquidazione delle spese Busta Num. un. progr. 296
ACBos.1.3.20-13 {559}
Elezioni comunali del 31 maggio 1964
1964 Circolari, istruzioni, carteggio, atti, manifesti, verbali delle operazioni elettorali, tabella di scrutinio e liquidazione delle spese Fascicolo Num. un. progr. 297
ACBos.1.3.20-14 {560}
Elezioni regionali del 15 novembre 1964
1964 - 1965 Circolari, istruzioni, carteggio, atti, verbali delle operazioni elettorali e tabelle di scrutinio
Fascicolo
196
Num. un. progr. 297
ACBos.1.3.20-15 {561}
Elezioni politiche del 19 maggio 1968
1968 Circolari, istruzioni, carteggio, atti, verbali delle operazioni elettorali e rendiconti delle spese Fascicolo Num. un. progr. 298
ACBos.1.3.20-16 {562}
Elezioni regionali del 17 novembre 1968
1968 Circolari, istruzioni, carteggio, atti e verbali delle operazioni elettorali
Fascicolo Num. un. progr. 298
ACBos.1.3.20-17 {563}
Elezioni comunali dell’8 giugno 1969
1969 Circolari, istruzioni, carteggio, atti, manifesti, verbali delle operazioni elettorali, comunicazioni e rilevazioni dei risultati, liquidazione delle spese Busta Num. un. progr. 299
ACBos.1.3.20-18 {564}
Elezioni politiche del 7 maggio 1972
1972 Circolari, istruzioni, carteggio, atti, verbali delle operazioni elettorali e liquidazione delle spese Fascicolo Num. un. progr. 300
ACBos.1.3.20-19 {565}
Elezioni regionali del 18 novembre 1973
1973 Circolari, istruzioni, carteggio, atti, verbali delle operazioni elettorali, comunicazione dei risultati e rendiconto delle spese
197
Busta Num. un. progr. 301
ACBos.1.3.20-20 {566}
Referendum popolare del 12 maggio 1974
1974 Circolari, istruzioni, carteggio, atti, verbali delle operazioni elettorali e rendiconto delle spese Fascicolo Num. un. progr. 302
ACBos.1.3.20-21 {567}
Elezioni comunali del 17 novembre 1974
1973 - 1975 Circolari, istruzioni, carteggio, atti, manifesti, verbali delle operazioni elettorali e tabella di scrutinio Fascicolo Num. un. progr. 302
198
serie 1.3. 21 Liste di leva ed allegati, 1947 - 1975 {568}
Contenuto La legislazione italiana in materia di reclutamento militare (Regolamento emanato con R.D. 2 luglio 1890, n. 6952, Testo unico approvato con R.D. 24 dicembre 1911, n. 1497, modificato da vari provvedimenti successivi fra cui il R.D.L. 20 aprile 1920, n. 452) fu estesa nei territori annessi al Regno con R.D. 19 settembre 1921, n. 1331. Le liste di leva cominciarono ad essere compilate secondo la normativa italiana con la classe 1901, sottoposta a visita nel 1922. Insieme ai nati nel 1901 dovevano iscriversi obbligatoriamente nelle liste di leva, a partire dal gennaio 1922, anche i nati nel 1899 e 1900 che non fossero stati dichiarati definitivamente riformati sotto il precedente regime. Dopo l'annessione del Trentino all'Italia, con R.D. 5 agosto 1927, n. 1437, fu approvato un nuovo "Testo unico delle leggi sul reclutamento del Regio Esercito". Nel periodo fascista, la normativa relativa al reclutamento venne raccolta in un Testo unico approvato con R.D. 8 settembre 1932, n. 1332. Tale Testo unico fu poi modificato con R.D.L. 21 novembre 1934, n. 1879, e con R.D. 24 febbraio 1938, n. 329, che approvava un nuovo "Testo unico delle disposizioni legislative sul reclutamento del Regio Esercito". Quest'ultimo prevedeva, all'art. 51, che i giovani venissero chiamati alla leva ed esaminati nel 20° anno di età e, all'art. 101, che la chiamata alle armi normalmente avvenisse nel 21° anno. Il principale provvedimento in materia nel periodo successivo alla II Guerra mondiale fu il D.P.R. 14 febbraio 1964, n. 237 ("Leva e reclutamento obbligatorio nell'Esercito, nella Marina e nell'Aeronautica"). Ai sensi dell'art. 1, i soggetti destinatari della chiamata continuarono ad essere tutti i cittadini italiani di sesso maschile inclusi nelle liste di leva. I giovani dovevano essere iscritti nelle liste di leva nell'anno in cui compivano il 18° anno di età (art. 34); la chiamata alla leva doveva avvenire nell'anno in cui compivano il 20° anno di età (art. 44). L'art. 37 prevedeva che la lista di leva dovesse essere compilata a cura del capo dell'Amministrazione comunale, entro il mese di gennaio. I giovani dovevano essere iscritti nelle liste di leva secondo l'ordine cronologico di nascita. A corredo della lista, le Amministrazioni comunali dovevano compilare un elenco alfabetico dei giovani iscritti nella lista facendo riferimento al numero dell'iscrizione. Il primo giorno del successivo mese di febbraio doveva essere pubblicato, a cura del capo dell'Amministrazione comunale, l'elenco dei giovani iscritti nella lista, che doveva rimanere esposto per quindici giorni consecutivi. L'art. 38 prevedeva inoltre che nel corso dello stesso mese di febbraio il capo dell'Amministrazione comunale dovesse registrare tutte le osservazioni, le dichiarazioni e i reclami che gli fossero stati presentati per omissioni, per false indicazioni o per errori. Nel corso del mese di marzo la lista di leva doveva essere aggiornata con le nuove iscrizioni e cancellazioni che fossero necessarie e dovevano essere introdotte in essa tutte le modificazioni derivanti dalle osservazioni, dichiarazioni e reclami. Ai sensi del successivo art. 39, la lista, firmata dal capo dell'amministrazione comunale, doveva essere trasmessa, nei primi dieci giorni del mese di aprile, in copia autentica, al commissario capo dell'Ufficio di leva competente per territorio.
199
Le liste di leva contengono: il numero d'ordine, il cognome e nome degli iscritti, le indicazioni relative ai provenienti da leve anteriori, i dati relativi a nascita e residenza e le variazioni alla lista di leva, descrizioni fisiche e le decisioni del consiglio di leva. Le liste venivano verificate dalla giunta municipale fino al 1926, poi dal podestà o commissario prefettizio. Vi è unita la corrispondenza relativa alla formazione, aggiunte e cancellazioni delle liste. Le liste dei renitenti riportano in ordine alfabetico l'elenco degli individui che non si sono presentati alla visita di leva. Su tali registri compare: il numero d'ordine, il cognome e il nome del renitente, le generalità dei genitori, la professione, il luogo di nascita, il numero della lista di leva di riferimento, la data di nascita, la data della chiamata all'arruolamento e le annotazioni. Queste liste venivano compilate dall'ufficio di leva della provincia e firmate dal commissario di leva; venivano pubblicate nei comuni all'albo pretorio. Le liste dei riformati riportano in ordine alfabetico l'elenco degli individui che presentano malattie o difetti fisici che impediscono lo svolgimento del servizio militare, inviati a successive visite per la conferma o meno della riforma. Su tali registri compare: il numero d'ordine, il cognome e il nome, la classe di appartenenza, le generalità dei genitori, il luogo di nascita, l'indirizzo, la descrizione fisica e le decisioni del consiglio di leva, dove viene riportato il motivo della riforma o dell'ottenuta abilità al servizio.
La serie comprende le liste di leva relative alle classi di nascita 1927-1955, redatte fra il 1947 e il 1975. Sono state riordinate in ordine cronologico, secondo la classe di nascita, con i relativi allegati.
ACBos.1.3.21-1 {569}
Lista di leva giovani nati nell'anno 1927 ed allegati
[1947] Fascicolo Num. un. progr. 303
ACBos.1.3.21-2 {570}
Lista di leva giovani nati nell'anno 1928 ed allegati
[1948] Fascicolo Num. un. progr. 303
ACBos.1.3.21-3 {571}
Lista di leva giovani nati nell'anno 1929 ed allegati
[1949] Fascicolo Num. un. progr. 303
200
ACBos.1.3.21-4 {572}
Lista di leva giovani nati nell'anno 1930 ed allegati
[1950] Fascicolo Num. un. progr. 303
ACBos.1.3.21-5 {573}
Lista di leva giovani nati nell'anno 1931 ed allegati
[1951] Fascicolo Num. un. progr. 303
ACBos.1.3.21-6 {574}
Lista di leva giovani nati nell'anno 1932 ed allegati
[1952] Fascicolo Num. un. progr. 303
ACBos.1.3.21-7 {575}
Lista di leva giovani nati nell'anno 1933 ed allegati
[1953] Fascicolo Num. un. progr. 303
ACBos.1.3.21-8 {576}
Lista di leva giovani nati nell'anno 1934 ed allegati
[1954] Fascicolo Num. un. progr. 303
ACBos.1.3.21-9 {577}
Lista di leva giovani nati nell'anno 1935 ed allegati
[1955] Fascicolo Num. un. progr. 303
201
ACBos.1.3.21-10 {578}
Lista di leva giovani nati nell'anno 1936 ed allegati
[1956] Fascicolo Num. un. progr. 303
ACBos.1.3.21-11 {579}
Lista di leva giovani nati nell'anno 1937 ed allegati
[1957] Fascicolo Num. un. progr. 303
ACBos.1.3.21-12 {580}
Lista di leva giovani nati nell'anno 1938 ed allegati
[1958] Fascicolo Num. un. progr. 303
ACBos.1.3.21-13 {581}
Lista di leva giovani nati nell'anno 1939 ed allegati
[1959] Fascicolo Num. un. progr. 303
ACBos.1.3.21-14 {582}
Lista di leva giovani nati nell'anno 1940 ed allegati
[1960] Fascicolo Num. un. progr. 303
ACBos.1.3.21-15 {583}
Lista di leva giovani nati nell'anno 1941 ed allegati
[1961] Fascicolo
202
Num. un. progr. 303
ACBos.1.3.21-16 {584}
Lista di leva giovani nati nell'anno 1942 ed allegati
[1962] Fascicolo Num. un. progr. 303
ACBos.1.3.21-17 {585}
Lista di leva giovani nati nell'anno 1943 ed allegati
[1963] Fascicolo Num. un. progr. 303
ACBos.1.3.21-18 {586}
Lista di leva giovani nati nell'anno 1944 ed allegati
[1964] Fascicolo Num. un. progr. 303
ACBos.1.3.21-19 {587}
Lista di leva giovani nati nell'anno 1945 ed allegati
[1965] Fascicolo Num. un. progr. 303
ACBos.1.3.21-20 {588}
Lista di leva giovani nati nell'anno 1946 ed allegati
[1966] Fascicolo Num. un. progr. 303
ACBos.1.3.21-21 {589}
Lista di leva giovani nati nell'anno 1947 ed allegati
[1967]
203
Fascicolo Num. un. progr. 303
ACBos.1.3.21-22 {590}
Lista di leva giovani nati nell'anno 1948 ed allegati
[1968] Fascicolo Num. un. progr. 303
ACBos.1.3.21-23 {591}
Lista di leva giovani nati nell'anno 1949 ed allegati
[1969] Fascicolo Num. un. progr. 303
ACBos.1.3.21-24 {592}
Lista di leva giovani nati nell'anno 1950 ed allegati
[1970] Fascicolo Num. un. progr. 303
ACBos.1.3.21-25 {593}
Lista di leva giovani nati nell'anno 1951 ed allegati
[1971] Fascicolo Num. un. progr. 303
ACBos.1.3.21-26 {594}
Lista di leva giovani nati nell'anno 1952 ed allegati
[1972] Fascicolo Num. un. progr. 304
ACBos.1.3.21-27 {595}
Lista di leva giovani nati nell'anno 1953 ed allegati
204
[1973] Fascicolo Num. un. progr. 304
ACBos.1.3.21-28 {596}
Lista di leva giovani nati nell'anno 1954 ed allegati
[1974] Fascicolo Num. un. progr. 304
ACBos.1.3.21-29 {597}
Lista di leva giovani nati nell'anno 1955 ed allegati
[1975] Fascicolo Num. un. progr. 304
205
serie 1.3.22 Ruoli matricolari ed allegati, 1935 - 1975 {598}
Contenuto I ruoli matricolari, formati per ogni classe di leva, contengono i dati relativi al servizio effettivamente prestato da ogni militare. Troviamo le indicazioni relative alle modalità di compilazione dei ruoli matricolari nel "Regolamento per l'esecuzione del Testo unico delle disposizioni legislative sul reclutamento del Regio esercito, approvato con Regio decreto 24 febbraio 1938-XVI, n. 329". Tale Regolamento di esecuzione è contenuto, per la parte prima, nel Regio decreto 6 giugno 1940, n. 1481 e, per la parte seconda, nel Regio decreto 3 aprile 1942, n. 1133. In particolare, le indicazioni in merito alla compilazione dei ruoli matricolari sono contenute in quest'ultimo provvedimento al Capo XXX, articoli dal 990 al 1004. Nei ruoli matricolari, che dovevano essere compilati e aggiornati dai comuni, dovevano essere iscritti, in ordine alfabetico, "tutti gli individui residenti nel comune, vincolati al servizio militare" (art. 990). I ruoli dovevano essere compilati "sulla base delle risultanze delle liste di leva, indicandovi le generalità, la specie dell'arruolamento (se volontario o di leva) e l'indirizzo della abitazione dei militari" (art. 993), escludendo coloro che erano stati riformati o dichiarati rivedibili o esentati per qualche ragione. Più dettagliatamente, all'atto dell'impianto del ruolo, dovevano essere riportati i seguenti dati desunti dalla lista di leva: generalità complete (nome dei genitori, luogo e data di nascita del militare), specie e data dell'arruolamento, indirizzo preciso del domicilio. All'atto del congedo, dovevano essere riportati i seguenti dati desunti dal foglio di congedo: numero di matricola, arma o corpo, data di congedo, reggimento e grado. Dopo il congedo, dovevano essere riportati i seguenti dati comunicati dai distretti o dagli interessati stessi: richiami in servizio (data di richiamo e data di ricollocamento in congedo, corpo e grado), variazioni diverse. Dopo l'impianto del ruolo, tutte le variazioni successive dovevano essere trascritte sul ruolo sulla base delle comunicazioni inviate al comune, su apposito modello, dal distretto competente, all'inizio di ogni trimestre. Tali comunicazioni dovevano essere poi restituite al distretto da cui provenivano, apponendovi la dichiarazione di avvenuta trascrizione nel ruolo firmata dal capo dell'amministrazione o dal segretario comunale. Il ruolo doveva essere tenuto sempre aggiornato fino al proscioglimento della classe dagli obblighi militari. In allegato al Regolamento del 3 aprile 1942, si trova anche il modello di ruolo matricolare (allegato n. 58).
La serie comprende i ruoli delle classi di leva dal 1915 al 1955 ed i loro allegati.
ACBos.1.3.22-1 {599}
Ruolo matricolare comunale dei militari della classe 1915
[1935] Fascicolo Num. un. progr. 305
206
ACBos.1.3.22-2 {600}
Ruolo matricolare comunale dei militari della classe 1916
[1936] Fascicolo Num. un. progr. 305
ACBos.1.3.22-3 {601}
Ruolo matricolare comunale dei militari della classe 1917
[1937] Fascicolo Num. un. progr. 305
ACBos.1.3.22-4 {602}
Ruolo matricolare comunale dei militari della classe 1918
[1938] Fascicolo Numero protocollo: 305
ACBos.1.3.22-5 {603}
Ruolo matricolare comunale dei militari della classe 1919
[1939] Fascicolo Num. un. progr. 305
ACBos.1.3.22-6 {604}
Ruolo matricolare comunale dei militari della classe 1920
[1940] Fascicolo Num. un. progr. 305
ACBos.1.3.22-7 {605}
Ruolo matricolare comunale dei militari della classe 1921
[1941] Fascicolo
207
Num. un. progr. 305
ACBos.1.3.22-8 {606}
Ruolo matricolare comunale dei militari della classe 1922
[1942] Fascicolo Num. un. progr. 305
ACBos.1.3.22-9 {607}
Ruolo matricolare comunale dei militari della classe 1923
[1943] Fascicolo Num. un. progr. 305
ACBos.1.3.22-10 {608}
Ruolo matricolare comunale dei militari della classe 1924
[1944] Fascicolo Num. un. progr. 305
ACBos.1.3.22-11 {609}
Ruolo matricolare comunale dei militari della classe 1925
[1945] Fascicolo Num. un. progr. 305
ACBos.1.3.22-12 {610}
Ruolo matricolare comunale dei militari della classe 1926
[1946] Fascicolo Num. un. progr. 305
ACBos.1.3.22-13 {611}
Ruolo matricolare comunale dei militari della classe 1927
[1947]
208
Fascicolo Num. un. progr. 305
ACBos.1.3.22-14 {612}
Ruolo matricolare comunale dei militari della classe 1928
[1948] Fascicolo Num. un. progr. 305
ACBos.1.3.22-15 {613}
Ruolo matricolare comunale dei militari della classe 1929
[1949] Fascicolo Num. un. progr. 305
ACBos.1.3.22-16 {614}
Ruolo matricolare comunale dei militari della classe 1930
[1950] Fascicolo Num. un. progr. 305
ACBos.1.3.22-17 {615}
Ruolo matricolare comunale dei militari della classe 1931
[1951] Fascicolo Num. un. progr. 305
ACBos.1.3.22-18 {616}
Ruolo matricolare comunale dei militari della classe 1932
[1952] Fascicolo Num. un. progr. 305
ACBos.1.3.22-19 {617}
Ruolo matricolare comunale dei militari della classe 1933
209
[1953] Fascicolo Num. un. progr. 305
ACBos.1.3.22-20 {618}
Ruolo matricolare comunale dei militari della classe 1934
[1954] Fascicolo Num. un. progr. 305
ACBos.1.3.22-21 {619}
Ruolo matricolare comunale dei militari della classe 1935
[1955] Fascicolo Num. un. progr. 305
ACBos.1.3.22-22 {620}
Ruolo matricolare comunale dei militari della classe 1936
[1956] Fascicolo Num. un. progr. 305
ACBos.1.3.22-23 {621}
Ruolo matricolare comunale dei militari della classe 1937
[1957] Fascicolo Num. un. progr. 305
ACBos.1.3.22-24 {622}
Ruolo matricolare comunale dei militari della classe 1938
[1958] Fascicolo Num. un. progr. 305
ACBos.1.3.22-25 {623}
210
Ruolo matricolare comunale dei militari della classe 1939
[1959] Fascicolo Num. un. progr. 305
ACBos.1.3.22-26 {624}
Ruolo matricolare comunale dei militari della classe 1940
[1960] Fascicolo Num. un. progr. 305
ACBos.1.3.22-27 {625}
Ruolo matricolare comunale dei militari della classe 1941
[1961] Fascicolo Num. un. progr. 305
ACBos.1.3.22-28 {626}
Ruolo matricolare comunale dei militari della classe 1942
[1962] Fascicolo Num. un. progr. 305
ACBos.1.3.22-29 {627}
Ruolo matricolare comunale dei militari della classe 1943
[1963] Fascicolo Num. un. progr. 305
ACBos.1.3.22-30 {628}
Ruolo matricolare comunale dei militari della classe 1944
[1964] Fascicolo Num. un. progr. 305
211
ACBos.1.3.22-31 {629}
Ruolo matricolare comunale dei militari della classe 1945
[1965] Fascicolo Num. un. progr. 305
ACBos.1.3.22-32 {630}
Ruolo matricolare comunale dei militari della classe 1946
[1966] Fascicolo Num. un. progr. 305
ACBos.1.3.22-33 {631}
Ruolo matricolare comunale dei militari della classe 1947
[1967] Fascicolo Num. un. progr. 305
ACBos.1.3.22-34 {632}
Ruolo matricolare comunale dei militari della classe 1948
[1968] Fascicolo Num. un. progr. 305
ACBos.1.3.22-35 {633}
Ruolo matricolare comunale dei militari della classe 1949
[1969] Fascicolo Num. un. progr. 305
ACBos.1.3.22-36 {634}
Ruolo matricolare comunale dei militari della classe 1950
[1970] Fascicolo Num. un. progr. 305
212
ACBos.1.3.22-37 {635}
Ruolo matricolare comunale dei militari della classe 1951
[1971] Fascicolo Num. un. progr. 305
ACBos.1.3.22-38 {636}
Ruolo matricolare comunale dei militari della classe 1952
[1972] Fascicolo Num. un. progr. 305
ACBos.1.3.22-39 {637}
Ruolo matricolare comunale dei militari della classe 1953
[1973] Fascicolo Num. un. progr. 305
ACBos.1.3.22-40 {638}
Ruolo matricolare comunale dei militari della classe 1954
[1974] Fascicolo Num. un. progr. 305
ACBos.1.3.32-41 {639}
Ruolo matricolare comunale dei militari della classe 1955
[1975] Fascicolo Num. un. progr. 305
213
serie 1.3.23 Lavori pubblici, 1950 - 1980 (con docc. fino al 1985) {640}
Contenuto Per "lavori pubblici" si intendono quelle "opere di pubblica utilità finanziate dallo stato o dagli enti pubblici territoriali"(1).
Nell'ambito della serie dei lavori pubblici sono state costituite quattro sottoserie a seconda del tipo di intervento realizzato: opere igienico-sanitarie, opere stradali, opere di costruzione, opere diverse (ovvero quelle non rientranti nelle prime tre sottoserie). La documentazione presente nelle quattro sottoserie riguarda i lavori pubblici eseguiti nel comune di Bosentino a partire dagli anni '50 del Novecento fino alla metà degli anni '70 (con documentazione che arriva fino alla metà degli anni '80).
Note 1. Vocabolario della lingua italiana, Zingarelli, 2003
214
sottoserie 1.3.23.1 Opere igienico-sanitarie, 1952 - 1980 (con docc. dal 1951 e fino al 1985) {641}
Contenuto La sottoserie comprende la documentazione riguardante i lavori di costruzione e manutenzione dell'acquedotto potabile e della rete fognaria del comune di Bosentino e un progetto a difesa delle acque del lago di Caldonazzo.
ACBos.1.3.23.1-1 {642}
Canalizzazione delle acque bianche e meteoriche per la sistemazione e pavimentazione delle vie principali dell'abitato di Bosentino e Migazzone
1952 - 1953 (con docc. dal 1951) Progetto redatto dall'ing. Angelo Marolda e il geom. Giuseppe Antoniolli del febbraio 1952 con annotazioni del 1956
Fascicolo Num. un. progr. 306
ACBos.1.3.23.1-2 {643}
Costruzione e sistemazione della fognatura negli abitati di Bosentino e Migazzone, I
1969 - 1972 - progetto redatto dall’ing. Vittorio Negri nel novembre 1969, deliberazione del Consiglio comunale di approvazione e parere favorevole del Comitato tecnico provinciale per i lavori pubblici, 1969; - progetto redatto dall’ing. Vittorio Negri nel dicembre 1970, disciplinare di incarico all’ing., deliberazione del Consiglio comunale di approvazione e parere favorevole del Comitato tecnico provinciale per i lavori pubblici, 1970 – 1972. I soprascritti progetti vennero annullati Fascicolo Num. un. progr. 306
ACBos.1.3.23.1-3 {644}
Costruzione e sistemazione della fognatura negli abitati di Bosentino e Migazzone, II
1971 - 1980 (con docc. fino al 1985) Progetto redatto dall’ing. Vincenzo Negri nell’ottobre 1971 (con parte del progetto del dicembre 1970); “Corografia”, dell’ottobre 1975; carteggio relativo alla concessione di contributi; contratto, n. 120 di rep. del 13 settembre 1974, dei lavori aggiudicati all’impresa edile “Tamanini Bruno e fratelli” da Vigolo Vattaro, contabilità finale, carteggio ed atti
Busta Num. un. progr. 307
215
ACBos.1.3.23.1-4 {645}
Sistemazione e completamento dell'acquedotto potabile di Bosentino
1972 - 1978 ( con docc. dal 1971 al 1981) Progetto esecutivo redatto dall'ing. Aldo Migliucci del dicembre 1971, contratto n. 118 del 3 agosto 1973, carteggio, atti, collaudo e contabilità finale Busta Num. un. progr. 308
ACBos.1.3.23.1-5 {646}
"Progetto n. 841. Eliminazione acque luride dal lago di Caldonazzo"
1974 - 1978 (con docc. del 1972) Realizzato dall'ing. Giulio Dolzani di Trento nel giugno 1974 e integrazioni del 1978. Con allegato lo statuto in copia del "Consorzio per il servizio di gestione e manutenzione fognatura a difesa del lago di Caldonazzo"
del 16 giugno 1972 Busta Num. un. progr. 309
216
sottoserie 1.2.23.2 Opere stradali, 1954 - 1975 (con docc. fino al 1977) {647}
Contenuto La sottoserie contiene i fascicoli relativi alla costruzione e manutenzione delle strade del comune e ai lavori di ripristino delle opere danneggiate dall’alluvione del novembre 1966, realizzati, questi ultimi, grazie alle misure previste dalla Legge 23 dicembre 1966, n. 1142. Molte di queste opere furono realizzate tramite cantieri di lavoro per l'esecuzione di opere di pubblica utilità, in applicazione della legge 29 aprile 1949, n. 264, e successive modificazioni.
ACBos.1.3.23.2-1 {648}
"Strada Bosentino - Migazzone. Pratica contributo legge..." 3 agosto 1943, n. 589
1954 - 1960 Progetto redatto dal geom. Sergio Valcanover nell'ottobre 1955 e variante dell'aprile 1956, richiesta di contributo e espropri Busta Num. un. progr. 310
ACBos.1.3.23.2-2 {649}
Costruzione della strada di allacciamento Bosentino - S. Caterina
1956 - 1959 (con docc. dal 1954) Cantiere di lavoro n. 029272/l: autorizzazione del ministero del lavoro e della previdenza sociale di inizio del cantiere, normativa, circolari, nomine del personale istruttore e domande di avviamento al lavoro del personale, cartelle personali, deliberazioni, rapporti con la Pontificia Opera Assistenza (POA), coperture assicurative, di previdenza, di assistenza, malattie e infortuni, riepiloghi e rendiconti finali Busta Num. un. progr. 311
ACBos.1.3.23.2-3 {650}
Strada Bosentino, Migazzone, Santa Caterina
1957 - 1961 Cantiere di lavoro n. 035438/L (prolungamento del n. 029272/L) autorizzazione del Ministero del lavoro e della previdenza sociale di inizio del cantiere, normative, circolari, cartelle personali dei lavoratori, rapporti con gli enti di previdenza, riepiloghi e rendiconti
finali Busta Num. un. progr. 312
217
ACBos.1.3.23.2-4 {651}
Sistemazione e pavimentazione delle strade interne di Bosentino e Migazzone
1957 - 1962 ( con un doc. del 1966) Progetto del luglio 1956 e progetto del II stralcio del marzo 1958 eseguiti dall'ing. Giovannini Ezio, contratto n. 68 del 15 maggio 1958, carteggio, atti, contributi, contabilità finale e vertenza con la ditta Ernesto Perazzolli per questione di pagamenti Busta Num. un. progr. 313
ACBos.1.3.23.2-5 {652}
Profilo longitudinale della strada [Bosentino-Migazzone]
sec. XX terzo quarto Mappa
lucido, scala 1:2880 Num. un. progr. 314
ACBos.1.3.23.2-6 {653}
“Sistemazione strade interne”
1957 - 1964 Atti relativi agli espropri dei terreni: avviso, dichiarazione dell’Amministrazione provinciale di Trento di pubblica utilità dei lavori del novembre 1959, elenchi dei proprietari, elenchi dei terreni espropriati, progetti di frazionamenti, estratti tavolare ed elenchi di liquidazione Busta Num. un. progr. 315
ACBos.1.3.23.2-7 {654}
"Strada Bosentino (Belvedere - Feles - Rozola e di Mezzo) e Migazzone (Foreste e Broli)..."
1958 - 1975 Progetti di sistemazione e pavimentazione delle strade di Bosentino e Migazzone redatti dal geom. Renzo Tonolli nell'aprile 1958 e nel novembre 1964; contratti nn. di rep. 104 e 105 del 1968, richieste contributi, contabilità finale Busta Num. un. progr. 316
ACBos.1.3.23.2-8 {655}
Strada Bosentino-Vigolo Vattaro
218
1965 - 1975 (con un doc. del 1977) - Convenzione con la P.A.T. per la manutenzione della strada comunale Bosentino-Vigolo Vattaro secondo la legge 16.11.1956, n. 19, 1965-1974; - lavori di bitumatura della strada, 1971-1975 (con un doc. del 1977) con perizia redatta dal geom. Azzolini Ivo, con contratto n. 112 del 2 ottobre 1971 Busta Num. un. progr. 317
ACBos.1.3.23.2-9 {656}
Lavori di ripristino delle opere danneggiate dall’alluvione del novembre 1966 (legge 23 dicembre 1966, n. 1142): strada Bosentino - Vigolo Vattaro, I
1967 - 1970 (con docc. del 1973) Progetto redatto dall’ing. Marco Baruchelli nell’aprile 1967; perizia di variante redatta dallo stesso ing. nel giugno 1968; contratto n. 103 del 15 novembre 1967 (copia) per il lavoro aggiudicato all’impresa artigiana Ianeselli Fabio da Bosentino, deliberazioni del Consiglio comunale, carteggio ed atti, verbale di collaudo Busta Num. un. progr. 318
ACBos.1.3.23.2-10 {657}
Lavori di ripristino delle opere danneggiate dall’alluvione del novembre 1966 (legge 23 dicembre 1966, n. 1142): opere stradali e varie
1967 - 1970 Progetto redatto dall’ing. Marco Barucchelli nell’aprile 1967; perizia di variante redatta dallo stesso ing. nel 1969; contratto n. di rep. 106 del 5 marzo 1969 per il lavoro aggiudicato alla ditta Ernesto Perazzoli da Bosentino, deliberazioni del Consiglio comunale,
carteggio ed atti, contabilità finale Busta Num. un. progr. 319
ACBos.1.3.23.2-11 {658}
Sistemazione e pavimentazione delle vie: Madonna del Feles, Rozola, Belvedere e di Mezzo nell’abitato di Bosentino
1968 - 1969 Perizia suppletiva e di variante redatta dall’ing. Marco Baruchelli nel novembre 1968: relazione, profilo longitudinale, sezioni trasversali, piante, articolari delle opere, elenco delle espropriazioni, computo metrico estimativo, deliberazioni del Consiglio
comunale di approvazione del 28 febbraio 1969 Busta Num. un. progr. 320
219
ACBos.1.3.23.2-12 {659}
Sistemazione delle strade interne negli abitati di Bosentino e Migazzone
1969 - 1975 Progetti redatti dall'ing. Vittorio Negri nel novembre 1969 e progetto esecutivo nel febbraio 1972, aggiornato quest'ultimo nel settembre 1975; domande di contributo e revoche, verbali di deliberazione, carteggio ed atti Busta Num. un. progr. 321
220
sottoserie 1.3.23.3 Opere di costruzione: edifici, 1950 - 1955 {660}
Contenuto La sottoserie raccoglie documentazione relativa alla sistemazione dell’edificio scolastico di Bosentino datata fra il 1950 al 1955 e la planimetria di un fabbricato da destinare a bar.
ACBos.1.3.23.3-1 {661}
Sistemazione dell’edificio scolastico
1950 - 1955 - Progetto (relazione tecnica e preventivo di spesa) redatto dal perito industriale Riccardo Andreatta da Trento nel luglio 1950 e deliberazione del Consiglio comunale di approvazione; perizia suppletiva redatta dallo stesso perito nel novembre 1952 e
deliberazione del Consiglio comun ale di approvazione; richiesta di contributi, contabilità finale, 1950 – 1955; - “Pratica acquisto materiale per arredamento scolastico”, 1950 – 1953; - “Pratica bagni a doccia nelle scuole …”, 1954 Busta Num. un. progr. 322
ACBos.1.3.23.3-2 {662}
Pianta dell'edificio scolastico di Bosentino
1954 3 esemplari Mappa Num. un. progr. 323
ACBos.1.3.23.3-3 {663}
Planimetria e schizzo di un fabbricato ad uso bar
sec. XX terzo quarto Mappa Num. un. progr. 324
221
sottoserie 1.3.23.4 Opere diverse, 1967 - 1973 (con docc. del 1978) {664}
Contenuto La serie comprende la documentazione relativa alla realizzazione delle infrastrutture per la sistemazione dell’area da destinare a insediamenti industriali nel comune di Bosentino.
ACBos.1.3.23.4-1 {665}
“Area per insediamento industriale”
1967 - 1973 (con docc. del 1978) Progetto delle infrastrutture per la sistemazione generale dell’area per insediamento industriale redatto dallo studio Romano e Mariano Belloni da Calceranica al lago nel luglio 1967 (relazione, disegni, planimetrie, computo metrico estimativo); deliberazioni
del Consiglio comunale di approvazione del progetto; carteggio ed atti relativi all’acquisto del terreno e all’assunzione di un mutuo presso l’Istituto di credito fondiario di Trento, estratti tavolari (nn. 1-34) e perizie, 1967 – 1968; - carteggio relativo all’insediamento di uno stabilimento industriale della ditta Avisio Confem s.p.a. – confezioni, 1969 – 1973 (con un doc. del 1978) Busta Num. un. progr. 325
222
serie 1.3.24 Pratiche edilizie, 1947 - 2015 {666}
Contenuto Nell'ordinamento italiano chiunque intendesse eseguire un'opera edilizia era soggetto ad un atto d'assenso dell'autorità competente, al fine di verificare che tale opera non fosse in contrasto con gli interessi pubblici tutelati dalla medesima autorità. Il R.D. 12 febbraio 1911, n. 297, contenente l'approvazione del Regolamento per l'esecuzione della legge comunale e provinciale, esteso alle nuove province nel 1923, all'art. 111 demandava ai regolamenti edilizi comunali la disciplina della materia, ivi compresa la formazione della commissione consultiva edilizia. L'art. 220 del R.D. 27 luglio 1934, n. 1265, contenente l'approvazione del Testo unico delle leggi sanitarie, disponeva che i progetti per la costruzione, ricostruzione o sopraelevazione di case dovessero essere sottoposti al visto del podestà, previo parere dell'ufficiale sanitario e sentita la commissione edilizia. La materia fu disciplinata organicamente con la Legge 17 agosto 1942, n. 1150, ovvero la "Legge urbanistica", e successive modifiche, che dettava, oltre alle norme di carattere strettamente urbanistico e di pianificazione del territorio, anche norme riguardanti il rilascio della licenza di eseguire nuove costruzioni, ampliare, modificare o demolire quelle esistenti ovvero procedere all'esecuzione di opere di urbanizzazione del terreno ecc.; la stessa Legge fissava inoltre le attribuzioni del podestà in merito alla vigilanza sulle costruzioni e indicava quale dovesse essere il contenuto dei regolamenti edilizi comunali. Questi ultimi dovevano contenere, fra l'altro, anche le disposizioni relative alla formazione, alle attribuzioni e al funzionamento della commissione edilizia comunale. In base a tale Legge la licenza edilizia veniva rilasciata dal podestà (poi dal sindaco), dietro presentazione di domanda nelle forme stabilite dal regolamento edilizio comunale, previo parere della commissione edilizia.
La serie comprende due registri contenenti i dati relativi alle domande presentate e alle concessioni edilizie rilasciate dal 1947 al 2015 e le pratiche edilizie dal 1947 al 1976.
ACBos.1.3.24-1 {667}
"Rubrica..."
1947 - 2015 Il registro riporta: nome del richiedente e numero della pratica. Registro Num. un. progr. 326
ACBos.1.3.24-2 {668}
"Concessioni ordine cronologico"
1950 - 2015 Registro
223
Num. un. progr. 327
ACBos.1.3.24-3 {669}
Pratiche edilizie
1947 - 1966 Nn. 1-50 Busta Num. un. progr. 328
ACBos.1.3.24-4 {670}
Pratiche edilizie
1966 - 1967 Nn. 51-79
Busta Num. un. progr. 329
ACBos.1.3.24-5 {671}
Pratiche edilizie
1967 - 1970 Nn. 80-103 Busta Num. un. progr. 330
ACBos.1.3.24-6 {672}
Pratiche edilizie
1970 - 1971 Nn. 104-112 Busta Num. un. progr. 331
ACBos.1.3.24-7 {673}
Pratiche edilizie
1971 Nn. 113-125
Busta
224
Num. un. progr. 332
ACBos.1.3.24-8 {674}
Pratiche edilizie
1972 - 1973 Nn. 126-137 Busta Num. un. progr. 333
ACBos.1.3.24-9 {675}
Pratiche edilizie
1973 - 1974 Nn. 138-180
Busta Num. un. progr. 334
ACBos.1.3.24-10 {676}
Pratiche edilizie
1974 - 1976 Nn. 181-260 Busta Num. un. progr. 335
225
serie 1.3.25 Registri degli atti di nascita, 1947 - 1975 {677}
Contenuto Le funzioni di ufficiale di Stato civile, consistenti nel ricevere gli atti, nel custodire i registri e nel rilasciare certificati, furono attribuite dalla legislazione dello Stato italiano unitario ai sindaci. I registri annuali dello stato civile italiano furono istituiti nel 1865 (R. D. 15 novembre 1865, n. 2602) presso ogni comune, per la registrazione degli atti di nascita, morte, matrimonio e cittadinanza. Tale legge e altre successive furono estese al Trentino con il R.D. 24 settembre 1923, n. 2013, "Estensione alle nuove provincie delle disposizioni relative all'ordinamento dello stato civile", che prevedeva l'entrata in vigore delle norme italiane sullo stato civile dal 1° gennaio 1924.
La serie, completa dal 1947 al 1975, è conservata nell'Ufficio comunale di stato civile.
ACBos.1.3.25-1 {678}
Atti di nascita
1947 Registro Num. un. progr. 336
ACBos.1.3.25-2 {679}
Atti di nascita
1948 Registro Num. un. progr. 337
ACBos.1.3.25-3 {680}
Atti di nascita
1949 Registro Num. un. progr. 338
ACBos.1.3.25-4 {681}
Atti di nascita
1950
226
Registro Num. un. progr. 339
ACBos.1.3.25-5 {682}
Atti di nascita
1951 Registro Num. un. progr. 340
ACBos.1.3.25-6 {683}
Atti di nascita
1952 Registro Num. un. progr. 341
ACBos.1.3.25-7 {684}
Atti di nascita
1953 Registro Num. un. progr. 342
ACBos.1.3.25-8 {685}
Atti di nascita
1954 Registro Num. un. progr. 343
ACBos.1.3.25-9 {686}
Atti di nascita
1955 Registro Num. un. progr. 344
ACBos.1.3.25-10 {687}
Atti di nascita
227
1956 Registro Num. un. progr. 345
ACBos.1.3.25-11 {688}
Atti di nascita
1957 Registro Num. un. progr. 346
ACBos.1.3.25-12 {689}
Atti di nascita
1958 Registro Num. un. progr. 347
ACBos.1.3.25-13 {690}
Atti di nascita
1959 Registro Num. un. progr. 348
ACBos.1.3.25-14 {691}
Atti di nascita
1960 Registro Num. un. progr. 349
ACBos.1.3.25-15 {692}
Atti di nascita
1961 Registro Num. un. progr. 350
ACBos.1.3.25-16 {693}
228
Atti di nascita
1962 Registro Num. un. progr. 351
ACBos.1.3.25-17 {694}
Atti di nascita
1963 Registro Num. un. progr. 352
ACBos.1.3.25-18 {695}
Atti di nascita
1964 Registro Num. un. progr. 353
ACBos.1.3.25-19 {696}
Atti di nascita
1965 Registro Num. un. progr. 354
ACBos.1.3.25-20 {697}
Atti di nascita
1966 Registro Num. un. progr. 355
ACBos.1.3.25-21 {698}
Atti di nascita
1967 Registro Num. un. progr. 356
229
ACBos.1.3.25-22 {699}
Atti di nascita
1968 Registro Num. un. progr. 357
ACBos.1.3.25-23 {700}
Atti di nascita
1969 Registro Num. un. progr. 358
ACBos.1.3.25-24 {701}
Atti di nascita
1970 Registro Num. un. progr. 359
ACBos.1.3.25-25 {702}
Atti di nascita
1971 Registro Num. un. progr. 360
ACBos.1.3.25-26 {703}
Atti di nascita
1972 Registro Num. un. progr. 361
ACBos.1.3.25-27 {704}
Atti di nascita
1973 Registro Num. un. progr. 362
230
ACBos.1.3.25-28 {705}
Atti di nascita
1974 Registro Num. un. progr. 363
ACBos.1.3.25-29 {706}
Atti di nascita
1975 Registro Num. un. progr. 364
231
serie 1.3.26 Registro degli atti di matrimonio, 1947 - 1975 {707}
Contenuto Le funzioni di ufficiale di Stato civile, consistenti nel ricevere gli atti, nel custodire i registri e nel rilasciare certificati, furono attribuite dalla legislazione dello Stato italiano unitario ai sindaci. I registri annuali dello stato civile italiano furono istituiti nel 1865 (R. D. 15 novembre 1865, n. 2602) presso ogni comune, per la registrazione degli atti di nascita, morte, matrimonio e cittadinanza. Tale legge e altre successive furono estese al Trentino con il R.D. 24 settembre 1923, n. 2013, "Estensione alle nuove provincie delle disposizioni relative all'ordinamento dello stato civile", che prevedeva l'entrata in vigore delle norme italiane sullo stato civile dal 1° gennaio 1924.
La serie, completa dal 1947 al 1975, è conservata nell'ufficio di stato civile.
ACBos.1.3.26-1 {708}
Atti di matrimonio
1947 Registro Num. un. progr. 365
ACBos.1.3.26-2 {709}
Atti di matrimonio
1948 Registro Num. un. progr. 365
ACBos.1.3.26-3 {710}
Atti di matrimonio
1949 Registro Num. un. progr. 367
ACBos.1.3.26-4 {711}
Atti di matrimonio
1950
232
Registro Num. un. progr. 368
ACBos.1.3.26-5 {712}
Atti di matrimonio
1951 Registro Num. un. progr. 369
ACBos.1.3.26-6 {713}
Atti di matrimonio
1952 Registro Num. un. progr. 370
ACBos.1.3.26-7 {714}
Atti di matrimonio
1953 Registro Num. un. progr. 371
ACBos.1.3.26-8 {715}
Atti di matrimonio
1954 Registro Num. un. progr. 372
ACBos.1.3.26-9 {716}
Atti di matrimonio
1955 Registro Num. un. progr. 373
ACBos.1.3.26-10 {717}
Atti di matrimonio
233
1956 Registro Num. un. progr. 374
ACBos.1.3.26-11 {718}
Atti di matrimonio
1957 Registro Num. un. progr. 375
ACBos.1.3.26-12 {719}
Atti di matrimonio
1958 Registro Numero protocollo: 366
ACBos.1.3.26-13 {720}
Atti di matrimonio
1959 Registro Num. un. progr. 377
ACBos.1.3.26-14 {721}
Atti di matrimonio
1960 Registro Num. un. progr. 378
ACBos.1.3.26-15 {722}
Atti di matrimonio
1961 Registro Num. un. progr. 379
ACBos.1.3.26-16 {723}
234
Atti di matrimonio
1962 Registro Num. un. progr. 380
ACBos.1.3.26-17 {724}
Atti di matrimonio
1963 Registro Num. un. progr. 381
ACBos.1.3.26-18 {725}
Atti di matrimonio
1964 Registro Num. un. progr. 382
ACBos.1.3.26-19 {726}
Atti di matrimonio
1965 Registro Num. un. progr. 383
ACBos.1.3.26-20 {727}
Atti di matrimonio
1966 Registro Num. un. progr. 384
ACBos.1.3.26-21 {728}
Atti di matrimonio
1967 Registro Num. un. progr. 385
235
ACBos.1.3.26-22 {729}
Atti di matrimonio
1968 Registro Num. un. progr. 386
ACBos.1.3.26-23 {730}
Atti di matrimonio
1969 Registro Num. un. progr. 387
ACBos.1.3.26-24 {731}
Atti di matrimonio
1970 Registro Num. un. progr. 388
ACBos.1.3.26-25 {732}
Atti di matrimonio
1971 Registro Num. un. progr. 389
ACBos.1.3.26-26 {733}
Atti di matrimonio
1972 Registro Num. un. progr. 390
ACBos.1.3.26-27 {734}
Atti di matrimonio
1973 Registro Num. un. progr. 391
236
ACBos.1.3.26-28 {735}
Atti di matrimonio
1974 Registro Num. un. progr. 392
ACBos.1.3.26-29 {736}
Atti di matrimonio
1975 Registro Num. un. progr. 393
237
serie 1.3.27 Registri degli atti di morte, 1947 - 1975 {737}
Contenuto Le funzioni di ufficiale di Stato civile, consistenti nel ricevere gli atti, nel custodire i registri e nel rilasciare certificati, furono attribuite dalla legislazione dello Stato italiano unitario ai sindaci. I registri annuali dello stato civile italiano furono istituiti nel 1865 (R. D. 15 novembre 1865, n. 2602) presso ogni comune, per la registrazione degli atti di nascita, morte, matrimonio e cittadinanza. Tale legge e altre successive furono estese al Trentino con il R.D. 24 settembre 1923, n. 2013, "Estensione alle nuove provincie delle disposizioni relative all'ordinamento dello stato civile", che prevedeva l'entrata in vigore delle norme italiane sullo stato civile dal 1° gennaio 1924.
La serie, completa dal 1947 al 1975, è conservata nell'ufficio di stato civile.
ACBos.1.3.27-1 {738}
Atti di morte
1947 Registro Num. un. progr. 394
ACBos.1.3.27-2 {739}
Atti di morte
1948 Registro Num. un. progr. 395
ACBos.1.3.27-3 {740}
Atti di morte
1949 Registro Num. un. progr. 396
ACBos.1.3.27-4 {741}
Atti di morte
1950
238
Registro Num. un. progr. 397
ACBos.1.3.27-5 {742}
Atti di morte
1951 Registro Num. un. progr. 398
ACBos.1.3.27-6 {743}
Atti di morte
1952 Registro Num. un. progr. 399
ACBos.1.3.27-7 {744}
Atti di morte
1953 Registro Num. un. progr. 400
ACBos.1.3.27-8 {745}
Atti di morte
1954 Registro Num. un. progr. 401
ACBos.1.3.27-9 {746}
Atti di morte
1955 Registro Num. un. progr. 402
ACBos.1.3.27-10 {747}
Atti di morte
239
1956 Registro Num. un. progr. 403
ACBos.1.3.27-11 {748}
Atti di morte
1957 Registro Num. un. progr. 404
ACBos.1.3.27-12 {749}
Atti di morte
1958 Registro Num. un. progr. 405
ACBos.1.3.27-13 {750}
Atti di morte
1959 Registro Num. un. progr. 406
ACBos.1.3.27-14 {751}
Atti di morte
1960 Registro Num. un. progr. 407
ACBos.1.3.27-15 {752}
Atti di morte
1961 Registro Num. un. progr. 408
ACBos.1.3.27-16 {753}
240
Atti di morte
1962 Registro Num. un. progr. 409
ACBos.1.3.27-17 {754}
Atti di morte
1963 Registro Num. un. progr. 410
ACBos.1.3.27-18 {755}
Atti di morte
1964 Registro Num. un. progr. 411
ACBos.1.3.27-19 {756}
Atti di morte
1965 Registro Num. un. progr. 412
ACBos.1.3.27-20 {757}
Atti di morte
1966 Registro Num. un. progr. 413
ACBos.1.3.27-21 {758}
Atti di morte
1967 Registro Num. un. progr. 414
241
ACBos.1.3.27-22 {759}
Atti di morte
1968 Registro Num. un. progr. 415
ACBos.1.3.27-23 {760}
Atti di morte
1969 Registro Num. un. progr. 416
ACBos.1.3.27-24 {761}
Atti di morte
1970 Registro Num. un. progr. 417
ACBos.1.3.27-25 {762}
Atti di morte
1971 Registro Num. un. progr. 418
ACBos.1.3.27-26 {763}
Atti di morte
1972 Registro Num. un. progr. 419
ACBos.1.3.27-27 {764}
Atti di morte
1973 Registro Num. un. progr. 420
242
ACBos.1.3.27-28 {765}
Atti di morte
1974 Registro Num. un. progr. 421
ACBos.1.3.27-29 {766}
Atti di morte
1975 Registro Num. un. progr. 422
243
serie 1.3.28 Registri degli atti di cittadinanza, 1947 - 1975 {767}
Contenuto Le funzioni di ufficiale di Stato civile, consistenti nel ricevere gli atti, nel custodire i registri e nel rilasciare certificati, furono attribuite dalla legislazione dello Stato italiano unitario ai sindaci. I registri annuali dello stato civile italiano furono istituiti nel 1865 (R. D. 15 novembre 1865, n. 2602) presso ogni comune, per la registrazione degli atti di nascita, morte, matrimonio e cittadinanza. Tale legge e altre successive furono estese al Trentino con il R.D. 24 settembre 1923, n. 2013, "Estensione alle nuove provincie delle disposizioni relative all'ordinamento dello stato civile", che prevedeva l'entrata in vigore delle norme italiane sullo stato civile dal 1° gennaio 1924.
La serie, completa dal 1947 al 1975, è conservata nell'ufficio di stato civile.
ACBos.1.3.28-1 {768}
Atti di cittadinanza
1947 Registro Num. un. progr. 423
ACBos.1.3.28-2 {769}
Atti di cittadinanza
1948 Registro Num. un. progr. 424
ACBos.1.3.28-3 {770}
Atti di cittadinanza
1949 Registro Num. un. progr. 425
ACBos.1.3.28-4 {771}
Atti di cittadinanza
1950
244
Registro Num. un. progr. 426
ACBos.1.3.28-5 {772}
Atti di cittadinanza
1951 Registro Num. un. progr. 427
ACBos.1.3.28-6 {773}
Atti di cittadinanza
1952 Registro Numero protocollo: 428
ACBos.1.3.28-7 {774}
Atti di cittadinanza
1953 Registro Num. un. progr. 429
ACBos.1.3.28-8 {775}
Atti di cittadinanza
1954 Registro Num. un. progr. 430
ACBos.1.3.28-9 {776}
Atti di cittadinanza
1955 Registro Num. un. progr. 431
ACBos.1.3.28-10 {777}
Atti di cittadinanza
245
1956 Registro Num. un. progr. 432
ACBos.1.3.28-11 {778}
Atti di cittadinanza
1957 Registro Num. un. progr. 433
ACBos.1.3.28-12 {779}
Atti di cittadinanza
1958 Registro Num. un. progr. 434
ACBos.1.3.28-13 {780}
Atti di cittadinanza
1959 Registro Num. un. progr. 435
ACBos.1.3.28-14 {781}
Atti di cittadinanza
1960 Registro Num. un. progr. 436
ACBos.1.3.28-15 {782}
Atti di cittadinanza
1961 Registro Num. un. progr. 437
ACBos.1.3.28-16 {783}
246
Atti di cittadinanza
1962 Registro Num. un. progr. 438
ACBos.1.3.28-17 {784}
Atti di cittadinanza
1963 Registro Num. un. progr. 439
ACBos.1.3.28-18 {785}
Atti di cittadinanza
1964 Registro Num. un. progr. 440
ACBos.1.3.28-19 {786}
Atti di cittadinanza
1965 Registro Numero protocollo: 441
ACBos.1.3.28-20 {787}
Atti di cittadinanza
1966 Registro Num. un. progr. 442
ACBos.1.3.28-21 {788}
Atti di cittadinanza
1967 Registro Num. un. progr. 443
247
ACBos.1.3.28-22 {789}
Atti di cittadinanza
1968 Registro Num. un. progr. 444
ACBos.1.3.28-23 {790}
Atti di cittadinanza
1969 Registro Num. un. progr. 445
ACBos.1.3.28-24 {791}
Atti di cittadinanza
1970 Registro Num. un. progr. 446
ACBos.1.3.28-25 {792}
Atti di cittadinanza
1971 Registro Num. un. progr. 447
ACBos.1.3.28-26 {793}
Atti di cittadinanza
1972 Registro Numero protocollo: 448
ACBos.1.3.28-27 {794}
Atti di cittadinanza
1973 Registro Num. un. progr. 449
248
ACBos.1.3.28-28 {795}
Atti di cittadinanza
1974 Registro Num. un. progr. 450
ACBos.1.3.28-29 {796}
Atti di cittadinanza
1975 Registro Num. un. progr. 451
249
serie 1.3.29 Censimenti generali della popolazione, dell'industria, del commercio e {797} dell'agricoltura, 1949 - 1974
Contenuto Il R.D. 23 ottobre 1921, n. 1530, estese ai territori annessi al Regno d'Italia la Legge 7 aprile 1921, n. 457, che disponeva il VI Censimento generale della popolazione nonché le norme relative alla tenuta dei registri della popolazione nei comuni del Regno approvate con R.D. 21 settembre 1901, n. 445. Il Regio Decreto Legge 6 novembre 1930, n. 1503, convertito in legge il 27 dicembre 1930 (Legge n. 1839), disponeva, all'art. 1, che i censimenti dovessero effettuarsi ogni cinque anni alla data fissa del 21 aprile e stabiliva che il VII Censimento generale della popolazione si svolgesse il 21 aprile 1931. Le norme per la sua esecuzione vennero dettate dal R.D. 26 febbraio 1931, n. 166, pubblicato nella Gazzetta ufficiale n. 56 del 9 marzo 1931. La Legge 18 gennaio 1934, n. 120, stabilì la periodicità dei censimenti agricoli, industriali e commerciali, che dovevano svolgersi ogni 10 anni. Il Regio Decreto legge 9 agosto 1935, n. 1639, convertito in legge il 2 gennaio 1936 (Legge n. 156), dettava le norme concernenti l'VIII Censimento generale della popolazione. Negli anni dal 1937-1940 venne indetto, con R.D. 23 marzo 1937, n. 387, il Censimento generale delle imprese e degli esercizi industriali e commerciali del Regno d'Italia. Con legge 5 gennaio 1939, n. 61, venne modificata la data di effettuazione del censimento, spostandola dal 21 aprile al 31 dicembre, e si decise che la data del successivo censimento fosse il 31 dicembre 1941. La legge 4 luglio 1941, n. 786, pubblicata nella Gazzetta ufficiale n. 193 del 18 agosto 1941, promulgò il rinvio del censimento con data da stabilirsi da apposito provvedimento. Una circolare dell'ISTAT del 14 marzo 1949 n.14/1-C e il Decreto del Presidente della Repubblica 24 settembre 1951, n. 981, pubblicato nel Supplemento ordinario alla Gazzetta ufficiale n. 226 del 2 ottobre 1951, dettavano le norme per l'esecuzione della legge 2 aprile 1951, n. 291, concernente i provvedimenti per il IX Censimento generale della popolazione e per il III Censimento generale dell'industria e del commercio. Il Decreto del Presidente della Repubblica 6 febbraio 1961, n. 69, regolamentava il I Censimento generale dell'agricoltura. Il decreto del Presidente della Repubblica 8 settembre 1961, n. 1011, stabiliva le norme per lo svolgimento del X Censimento della popolazione e del IV Censimento generale dell'Industria e del commercio, mentre il D.P.R. 23 ottobre 1971, n. 895, regolamentava l'XI Censimento generale della popolazione e il V dell'industria e del commercio.
La serie comprende la documentazione dei censimenti generali della popolazione, dell'industria e del commercio e di quelli dell'agricoltura, tutti regolamentati dalle stesse norme. Per i censimenti generali della popolazione la documentazione comprende: fogli di famiglia in ordine numerico, circolari, carteggio e istruzioni relative alle modalità di attuazione e svolgimento.
ACBos.1.3.29-1 {798}
250
IX Censimento generale della popolazione del 4 novembre 1951
1951 Fogli di famiglia: nn. 1-201 Busta Num. un. progr. 452
ACBos.1.3.29-2 {799}
IX Censimento generale della popolazione e III Censimento generale dell'industria e del commercio del 4 e 5 novembre 1951
1949 - 1952 Norme, istruzioni, circolari, stradario, elenchi dei questionari, rapporti giornalieri, computi giornalieri di sezione, prospetti riassuntivi e stati definitivi di sezione Busta Num. un. progr. 453
ACBos.1.3.29-3 {800}
I Censimento generale dell'agricoltura del 15 aprile 1961
1960 - 1962 Norme, istruzioni, manifesti, circolari, elenco delle aziende, computi giornalieri di sezione, stati provvisori e definitivi di sezione e prospetti riassuntivi Busta Num. un. progr. 454
ACBos.1.3.29-4 {801}
10° Censimento generale della popolazione e 4° Censimento generale dell'industria e del commercio del 15 e 16 novembre 1961
1960 - 1962 Norme, istruzioni, corrispondenza, verbali, nomine dei rilevatori, riepiloghi e stati di sezione definitivi, elenchi e revisione dell'anagrafe dellla popolazione e del registro delle ditte in base ai censimenti Busta Num. un. progr. 455
ACBos.1.3.29-5 {802}
2° Censimento generale dell'agricoltura e rilevazione dei dati per la istituzione del catasto viticolo del 25 ottobre 1970
1970 - 1971 (con doc. del 1967)
251
Norme, istruzioni, manifesti, circolari, elenco delle aziende, computi giornalieri di sezione, stati provvisori e definitivi di sezione, riepiloghi (con elenco delle aziende agricole del 1967) Busta Num. un. progr. 456
ACBos.1.3.29-6 {803}
11° Censimento generale della popolazione e 5° Censimento generale dell'industria e del commercio del 24 e 25 ottobre 1971
1971 - 1974 - Fogli di famiglia: nn. 1-314; - disposizioni, circolari, stati definitivi del censimento dell'industria e del commercio Busta Num. un. progr. 457
ACBos.1.3.29-7 {804}
11° Censimento generale della popolazione e 5° Censimento generale dell'industria e del commercio del 24 e 25 ottobre 1971
1971 - 1972 Norme, istruzioni, piani topografici, nomina dei rilevatori, prospetti riassuntivi, verbali, stati di sezione definitivi, compensi e rimborsi spese Busta Num. un. progr. 458
252
serie 1.3.30 Registro della popolazione, [1921]; 1933 - 1961 {805}
Contenuto Il R.D. 23 ottobre 1921, n. 1530, estese ai territori annessi al Regno d'Italia la Legge 7 aprile 1921, n. 457, che disponeva il VI Censimento generale della popolazione, alcuni articoli della legge 20 giugno 1871, n. 297, relativa al II Censimento della popolazione, e il regolamento per la formazione e la tenuta dei registri della popolazione approvato con R.D. 21 settembre 1901, n. 445. In base all'art. 6 del citato Decreto n. 1530, al sindaco spettava il compito di curare la formazione e la regolare tenuta del registro della popolazione e di provvedere alla sua revisione nei primi quindici giorni di ogni anno. Un ulteriore regolamento fu promulgato con R.D. 2 dicembre 1929, n. 2132. In base a tale regolamento il registro della popolazione si compone di fogli di famiglia (mod. A) e di schede individuali (mod. B) (art. 3). Per ciascuna famiglia deve essere formato un foglio intestato al capo di essa; vi si iscrivono tutti coloro che appartengono al nucleo familiare. Nei fogli di famiglia si devono indicare tutte le variazioni come nascite, matrimoni, morti, emigrazioni e immigrazioni (art. 4). I fogli di famiglia devono essere ordinati o secondo una numerazione progressiva o secondo l'ordine alfabetico delle denominazioni delle strade e delle località del comune; in questo caso essi sono raccolti nelle cartelle di casa (art. 5). Per i comuni che adottano il secondo metodo si forma una "cartella di casa" per ciascun fabbricato destinato ad uso abitazione contraddistinto da un proprio numero civico. Ogni cartella di casa sarà intestata al nome della via e terrà conto di tutte le variazioni che possono essere apportate al nome stesso e alla numerazione. Con D.P.R. 31 gennaio 1958, n. 136, relativo al regolamento di esecuzione della legge 24 dicembre 1954, n. 1228, sull'ordinamento delle anagrafi della popolazione residente vengono eliminate le cartelle di casa, mantenendo solo le schede individuali e i fogli di famiglia. Le schede individuali (mod. B) devono contenere il cognome, il nome, la paternità, la maternità della persona, la data e il luogo di nascita, lo stato civile e i suoi cambiamenti, la professione e la condizione. Le schede individuali devono essere disposte in ordine rigorosamente alfabetico per cognomi.
Sono stato predisposte tre sottoserie: registro della popolazione, fogli di famiglia e cartelle di casa, schede individuali.
253
sottoserie 1.3.30.1 Registro della popolazione, [1921] {806}
Contenuto La normativa che disciplina la tenuta del registro della popolazione è stata illustrata nella serie "Registro della popolazione". Si è ritenuto di inserire tale registro, data la sua importanza relativa alla tenuta dell'anagrafe comunale, nell'archivio postunitario privilegiando l'aspetto normativo rispetto al dato cronologico.
ACBos.1.3.30.1-1 {807}
"Registro generale della popolazione"
[1921] Registro, cc. 240 Num. un. progr. 459
254
sottoserie 1.3.30.2 Fogli di famiglia, 1933 - 1961 {808}
Contenuto La normativa che disciplina la formazione dei fogli di famiglia e delle cartelle di casa è stata illustrata nella serie "Registro della popolazione".
La sottoserie comprende cartelle di casa e fogli di famiglia (eliminati e non) relativi al periodo di aggregazione della frazione di Bosentino al comune di Vigolo Vattaro dal 1933 al 1946 e successivi fogli di famiglia del neo costituito comune di Bosentino, formati o corretti nel 1947.
ACBos.1.3.30.2-1 {809}
Cartelle di casa e fogli di famiglia, I
1940 - 1961 (1) - Via Belvedere; - via Broli; - via Cappella; - via alla Chiesa; - via Foreste; - via Madonna del Feles Busta Note 1. Le date si riferiscono alla formazione del foglio di famiglia Num. un. progr. 460
ACBos.1.3.30.2-2 {810}
Cartelle di casa e fogli di famiglia, II
1940 - 1961 (1) - Via Mandola; - Masi di Bosentino; - via di Mezzo; - via Migazzone; - via Miralago;
- via Prada Busta Note
255
1. Le date si riferiscono alla formazione del foglio di famiglia Num. un. progr. 461
ACBos.1.3.30.2-3 {811}
Cartelle di casa e fogli di famiglia, III
1940 - 1961 (1) - Via Giovanni Prati; - via Ronchi; - piazza San Giuseppe; - via Scuole; - via Venezia; - piazza XXIV Maggio; - vicolo Stretto Busta Note 1. Le date si riferiscono alla formazione del foglio di famiglia Num. un. progr. 462
ACBos.1.3.30.2-4 {812}
Cartelle di casa e fogli di famiglia
1933 - 1958 (1) - Fogli di famiglia e cartelle di casa, lettere A - Z, 1933 - 1954; - “Famiglie estinte”: fogli di famiglia e cartelle di casa, 1940 - 1958 Busta
Note 1. Le date si riferiscono alla formazione del foglio di famiglia Num. un. progr. 463
256
sottoserie 1.3.30.3 Schede individuali, 1940 - 1969 {813}
Contenuto La normativa che disciplina la formazione delle schede individuali è stata illustrata nella serie 1.3.31 "Registro della popolazione".
Le schede sono state riordinate in ordine alfabetico.
ACBos.1.3.30.3-1 {814}
Schede individuali eliminate
anni 40' - 60' Lettere A - Z Schedario Num. un. progr. 464
257
serie 1.3.31 Registri del movimento della popolazione, 1947 - 1974 {815}
Contenuto L'art. 39 del R.D. 2 dicembre 1929, n. 2132, relativo al regolamento per la formazione e tenuta del registro della popolazione, prevedeva la compilazione di un registro (mod. D) nel quale venisse riepilogato periodicamente il movimento della popolazione residente nel comune in conseguenza delle nascite, delle immigrazioni da altri comuni e dall'estero, delle morti ed emigrazioni per altri comuni e per l'estero. Il successivo art. 43 del sopracitato regolamento prevedeva la compilazione di ulteriori registri (mod. AP/5, AP/10 e AP/11) nei quali venisse riportata l'iscrizione e la cancellazione anagrafica (nati, morti, immigrati, emigrati), il trasferimento di residenza e l' incremento totale della popolazione.
La serie comprende 5 registri dal 1947 al 1974: un registro mod. D e 4 registri mod. AP/10 (art. 43 del Regol.).
ACBos.1.3.31-1 {816}
"Registro del movimento della popolazione residente nel comune..."
1947 - 1957 Registro Num. un. progr. 465
ACBos.1.3.31-2 {817}
"Registro del movimento della popolazione residente..."
1958 - 1962 Registro Num. un. progr. 465
ACBos.1.3.31-3 {818}
"Registro del movimento della popolazione residente..."
1963 - 1967 Registro Num. un. progr. 465
ACBos.1.3.31-4 {819}
"Registro del movimento della popolazione residente dal mese di gennaio..."
258
1968 - 1972 Registro Num. un. progr. 465
ACBos.1.3.31-5 {820}
"Registro del movimento della popolazione residente dal mese di gennaio 1973..."
1973 - 1974 Registro Num. un. progr. 465
259
serie 1.3.32 Registri delle pratiche di emigrazione ed immigrazioni, 1947 - 1967 {821}
Contenuto Il R.D. 2 dicembre 1929, n. 2132, relativo al regolamento per la formazione e tenuta del registro della popolazione, prevede la registrazione dei movimenti di popolazione che avvengono per nascita, morte, matrimonio, formazione, riunione, scioglimento ed estinzione di famiglia, cambiamenti di abitazione e trasferimenti in altro comune o all'estero. Gli atti possono venir raccolti in fascicoli nominativi o in fascicoli annuali e i dati essenziali riportati su appositi registri. Questo permette di seguire le dinamiche del movimento della popolazione e costituisce il necessario completamento al registro della popolazione che fornisce invece la situazione costantemente aggiornata. I registri dei certificati di cambiamento di residenza riportano: numero progressivo, data del certificato per il cambiamento di residenza, cognome, nome e paternità del capofamiglia o richiedente il certificato, indicazione e numero delle persone indicate nel certificato, indirizzo abbandonato e nuovo indirizzo, data dell'avviso spedito dal sindaco del comune di nuova residenza, annotazioni. I registri delle pratiche di emigrazione riportano: numero d'ordine, data della dichiarazione dell'interessato, cognome e nome del capofamiglia, numero dei componenti la famiglia, destinazione (comune e provincia), corrispondenza col comune di destinazione (date e numeri delle lettere spedite e delle relative risposte), data dalla quale decorre la cancellazione nel registro della popolazione, osservazioni. I registri delle pratiche di immigrazione riportano: numero d'ordine, data della dichiarazione dell'interessato, generalità del capofamiglia, numero e descrizione dei componenti la famiglia, provenienza, corrispondenza col comune di provenienza, numero del foglio di famiglia corrispondente, osservazioni.
La serie comprende i registri delle pratiche di emigrazione e immigrazione dal 1947 al 1967.
ACBos.1.3.32-1 {822}
"...Registro d'emigrazione..."
1947 - 1966 Registro Num. un. progr. 465
ACBos.1.3.32-2 {823}
"...Registro d'immigrazione..."
1947 - 1967 Registro Num. un. progr. 465
260
serie 1.3.33 Pratiche di emigrazione ed immigrazioni, 1947 - 1974 {824}
Contenuto Il R.D. 2 dicembre 1929, n. 2132, relativo al regolamento per la formazione e tenuta del registro della popolazione, prevede la registrazione dei movimenti di popolazione che avvengono per nascita, morte, matrimonio, formazione, riunione, scioglimento ed estinzione di famiglia, cambiamenti di abitazione e trasferimenti in altro comune o all'estero. Gli atti possono essere raccolti in fascicoli nominativi o in fascicoli annuali e i dati essenziali riportati su appositi registri. Questo permette di seguire le dinamiche del movimento della popolazione e costituisce il necessario completamento al registro della popolazione che fornisce invece la situazione costantemente aggiornata.
La serie raccoglie le pratiche di emigrazione e immigrazione dal 1947 al 1974.
ACBos.1.3.33-1 {825}
Pratiche di emigrazione ed immigrazione
1947 - 1974 Busta Num. un. progr. 466
261
serie 1.3.34 Planimetrie e cartine topografiche, 1952 - 1974 {826}
Contenuto Si tratta di carte e mappe del territorio comunale in più fogli dal 1952 al 1974
ACBos.1.3.34-1 {827}
Planimetria di Bosentino e Migazzone
1952 - 1974 19 fogli in copia della mappa catastale Mappa Num. un. progr. 467
ACBos.1.3.34-2 {828}
Planimetria di Bosentino
sec. XX terzo quarto Mappa scala 1:500 Num. un. progr. 468
ACBos.1.3.34-3 {829}
Cartine topografiche di Trento, Beseno, Caldonazzo, Levico dell'Istituto geografico militare italiano
sec. XX secondo quarto Fascicolo Num. un. progr. 469
262
serie 1.3.35 Registri diversi, 1947 - 1976 {830}
Contenuto In questa serie si conservano i registri per i quali, vista la differente natura e l'esiguità del numero, non si è ritenuto di dover costituire serie apposite. Una buona parte di essi sono previsti da norme specifiche, eventualmente indicate nella rispettiva descrizione, o sono stati formati empiricamente o per motivi di carattere pratico. I registri sono raggruppati per materia, secondo la classificazione delle quindici categorie.
La serie comprende registri dal 1947 al 1976.
ACBos.1.3.35-1 {831}
"Registrino delle ore straordinarie" del personale dipendente del comune
1960 agosto 2 - 1960 novembre 30 Il registro riporta: data, nome e cognome, oggetto della prestazione, numero delle ore straordinarie e note Registro Num. un. progr. 470
ACBos.1.3.35-2 {832}
"Registro generale delle cariche e delle commissioni comunali"
1964 Il registro delle cariche riporta: cognome, nome e paternità, data di nascita, partito d'appartenenza, data di elezione o nomina, data della seduta consiliare, numero dei voti, note; il registro delle commissioni riporta: cognome, nome e paternità, professione, qualifica, data della nomina, ente rappresentato e varie a seconda della commissione Registro Num. un. progr. 470
ACBos.1.3.35-3 {833}
"Giornale di servizio del custode forestale..."
1965 marzo 15 - 1969 novembre 20 Il registro riporta: data, ora di partenza, itinerario seguito con località perlustrate, ora approssimativa di passaggio, ora del ritorno, operazioni eseguite e fatti più importanti rilevati durante il giro di servizio, visti e note
Registro Num. un. progr. 470
263
ACBos.1.3.35-4 {834}
"...Piano economico dei beni silvo-pastorali. Decennio 1969 - 1978"
1970 giugno 5 (1) Registro Note 1. La data si riferisce alla deliberazione di approvazione del piano da parte della Giunta regionale Num. un. progr. 470
ACBos.1.3.35-5 {835}
"Registro generale dei libretti di lavoro..."
1947 marzo 26 - 1965 marzo 28 Il registro riporta: numero del libretto, data del rilascio, generalità, data di nascita, stato civile, numero dei figli, grado di istruzione, se orfano di guerra, se nato all'estero
Registro Num. un. progr. 470
ACBos.1.3.35-6 {836}
Nulla osta passaporti
1947 marzo 24 - 1948 maggio 11 Il registro riporta: dati e connotati del titolare del passaporto, fotografia, validità del documento, destinazione, stato civile, certificati presentati, congedo militare, data Registro Num. un. progr. 470
ACBos.1.3.35-7 {837}
Nulla osta passaporti
1948 maggio 30 - 1958 novembre 28 Il registro riporta: dati e connotati del titolare del passaporto, fotografia, validità del documento, destinazione, stato civile, certificati presentati, congedo militare, data Registro Num. un. progr. 470
ACBos.1.3.35-8 {838}
Nulla osta passaporti
1959 gennaio 23 - 1964 ottobre 14
264
Il registro riporta: dati e connotati del titolare del passaporto, fotografia, validità del documento, destinazione, stato civile, certificati presentati, congedo militare, data Registro Num. un. progr. 470
ACBos.1.3.35-9 {839}
Registro dei forestieri
1947 agosto 10 - 1949 agosto 8 Il registro riporta: numero progressivo, cognome e nome, luogo di nascita, data di nascita, nazionalità, luogo di domicilio o di abituale dimora, documenti di identificazione, autorità che li ha rilasciati, numero e data del rilascio (giorno, mese ed anno), data dell'arrivo e della partenza ed eventuali annotazioni Registro Numero protocollo: 470
ACBos.1.3.35-10 {840}
"Registro dei forestieri che soggiornano nel comune"
1950 luglio 18 - 1961 agosto 29 Il registro riporta sulla carta di sinistra: numero progressivo, cognome e nome, paternità, maternità, luogo e data di nascita, nazionalità, professione, luogo e domicilio; sulla carta di destra: luogo di provenienza, documenti di identificazione, autorità che li ha rilasciati, numero e data del rilascio (giorno, mese ed anno), data dell'arrivo e della partenza, località e albergo, persone o affittacamere presso le quali il forestiero è alloggiato Registro Num. un. progr. 470
ACBos.1.3.35-11 {841}
"Registro dei forestieri che soggiornano nel comune"
1962 luglio 21 - 1976 agosto 19 Il registro riporta sulla carta di sinistra: numero progressivo, cognome e nome, paternità, maternità, luogo e data di nascita, nazionalità, professione, luogo e domicilio; sulla carta di destra: luogo di provenienza, documenti di identificazione, autorità che li ha rilasciati, numero e data del rilascio (giorno, mese ed anno), data dell'arrivo e della partenza, località e albergo, persone o affittacamere presso le quali il forestiero è alloggiato Registro Num. un. progr. 470
265
Ente
Corpo dei vigili del fuoco volontari del comune di Bosentino {842}
1955 giugno 26 -
Luoghi Bosentino, via Pozze, 1
Archivi prodotti Subsubfondo Corpo dei vigili del fuoco volontari di Bosentino, 01/01/1955 - 31/12/1975
Storia In seguito alla L.R. del 20 agosto 1954 n. 24 sul servizio antincendi nella regione Trentino-Alto Adige, anche Bosentino venne sollecitato, da parte del Commissariato del Governo di Trento, alla costituzione del locale Corpo dei vigili del fuoco. Con deliberazione del Consiglio comunale del 26 giugno 1955, n. 24 (1), veniva costituito il Corpo dei vigili del fuoco volontari per il comune di Bosentino, composto da 9 unità tra cui il comandante e un vice-comandante; nello stesso giorno lo stesso organo comunale, con deliberazione n. 25 (2), approvò all'unanimità il Regolamento per l'organizzazione e l'attività del Corpo istituito nel comune. Il Corpo dei vigili del fuoco volontari di Bosentino è ancora attivo.
Condizione giuridica Gestione speciale del comune. Il corpo dei vigili del fuoco volontari, addetto al servizio antincendio, viene regolato dalla Legge regionale 20 agosto 1954, n. 24 e dal relativo regolamento attuativo (pubblicati sul Bollettino ufficiale della Regione Trentino-Alto Adige rispettivamente in data 30 agosto 1954 n. 23 e 14 febbraio 1955 n. 5), dalla Legge regionale 2 settembre 1978, n. 17 e dalla Legge provinciale del 22 agosto 1988, n. 26. L'articolo 15 della Legge regionale del 20 agosto 1954, n. 20, prevede che ogni comune debba avere un corpo volontario dei vigili del fuoco.
Funzioni, occupazioni e attività Il Corpo dei vigili del fuoco svolge attività di prevenzione antincendi e interventi di protezione civile.
Il Corpo dei vigili del fuoco volontari di Bosentino ha lo scopo di prevenire pericoli che minacciano la comunità o il singolo nei casi di calamità pubbliche di qualsiasi genere, ed in particolare in caso di incendio e di infortuni (art. 2 del Regolamento) raccogliendo entrate dalle assegnazioni comunali, dai contributi della regione, dai contributi dei membri sostenitori e dall'impiego del personale in servizi retribuiti. Con tali introiti vengono così coperte le spese ordinarie e straordinarie dell'ente che comprendono: spese per la manutenzione ordinari dei macchinari e degli attrezzi, spese per
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assicurazioni, spese per gli acquisti di carburante, olio e grassi, spese di vestiario ed per equipaggiamenti vari, spese di cancelleria, spese telefoniche, nonché spese per manifestazioni, esercitazioni e riunioni.
Struttura amministrativa In seguito alla L.R. del 20 agosto 1954 n. 24 sul servizio antincendi nella regione Trentino-Alto Adige, i corpi dei vigili del fuoco dipendono dal sindaco o dall'assessore delegato, ma funzionano amministrativamente e finanziariamente in forma autonoma rispetto ad altri servizi comunali, con responsabilità diretta del comandante del corpo relativamente alla gestione, che direttamente conduce nell'ambito del programma approvato dal consiglio comunale. Per il servizio di cassa e per le registrazioni contabili è nominato apposito incaricato. Al consiglio comunale sono riservate le seguenti competenze: 1. stabilire il numero dei corpi volontari da costituire nel comune e la forza numerica di ogni corpo; 2. revocare il comandante in caso di grave violazione dei doveri d'ufficio; 3. emanare il regolamento per l'organizzazione e l'attività del corpo volontario; 4. proporre alla Giunta provinciale la costituzione in eventuale consorzio con altri comuni di un corpo volontario; 5. approvare il bilancio preventivo del corpo; 6. approvare il rendiconto, reso dal comandante, della gestione dell'anno precedente; 7. adottare i provvedimenti atti a fronteggiare le necessità che si manifestassero durante il corso dell'esercizio. Il bilancio di previsione è proposto dal comandante entro il mese di agosto, successivamente è completato dal sindaco, che lo sottopone all'ispettore provinciale, quindi è esaminato ed approvato dal consiglio comunale unitamente al bilancio del comune di cui costituisce allegato e in cui figurano, al tit. III, i totali, in pareggio, dell'entrata e dell'uscita.
Il primo Corpo dei vigili del fuoco volontari di Bosentino risulta così costituito: Gioachino Andreatta, comandante, Fabio Pasqualini, vicecomandante e dai vigili Arrigo Andreatta, Rino Begher, Renzo Ianeselli, Rino Dalsass, Luigi Leonardelli e Pio Andreatta.
Contesto generale L'ente ha rapporti con il comune di Bosentino, con l'Ispettorato regionale per il servizio antincendi di Trento, con il Corpo dei Vigili del fuoco volontari di Trento e con il Corpo permanente dei Vigili del fuoco di Trento. Il Sindaco esercita la sorveglianza sul corpo.
Fonti normative Legge Regionale 20 agosto 1954, n. 24, Servizio antincendi
D.P.G.P 2 dicembre 1954, n. 92 "Approvazione del Regolamento di esecuzione della legge regionale 20 agosto 1954, n. 24 per la parte concernente le norme amministrative relative ai corpi volontari dei vigili del fuoco"
Legge Regionale 21 gennaio 1963, n. 2 "Disposizioni in materia di finanza locale concernenti il sevizio antincendi e modifiche alla legge antincendi e modifiche alla legge regionale 20 agosto 1954, n. 24"
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Legge regionale 13 luglio 1970, n. 12, modifiche ed integrazioni alla legge regionale 20 agosto 1954, n. 24, concernente norme sul servizio antincendi
Fonti archivistiche e bibliografia Fonti d’archivio ACBos., 1.3 "Comune di Bosentino (ordinamento italiano)", 1947-1975; ACBos., 1.3a "Corpo dei vigili del fuoco del comune di Bosentino", 1955-1975
Note 1. ACBos., 1.3. "Comune di Bosentino (ordinamento italiano)", 1947-1975, 2. "Deliberazioni del Consiglio comunale - copie", n. 1 "Deliberazioni del Consiglio comunale - copie", 1947-1955; 2. ibidem
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subsubfondo 1.3a Corpo dei vigili del fuoco volontari di Bosentino, 1955 - 1975 {843}
1 busta; metri lineari 0.1
Soggetti produttori Corpo dei vigili del fuoco volontari del comune di Bosentino, 1955 giugno 26 -
Storia archivistica L'archivio del Corpo dei vigili del fuoco volontari costituisce un subsubfondo dell'archivio comunale di Bosentino di ordinamento italiano dal 1947 in poi. I bilanci di previsione e i conti consuntivi dei corpi dei vigili del fuoco sono sempre conservati presso l'archivio comunale fin dalla loro produzione, in quanto costituiscono allegati rispettivamente ai bilanci e ai conti consuntivi del comune come disposto dall'art. 2, secondo comma del regolamento per l'esecuzione della legge regionale 20 agosto 1954, n. 24 sul servizio antincendi, approvato con D.P.G.P 2 dicembre 1954, n. 92. Per motivi pratici si trovano spesso conservati a parte invece che uniti ai documenti di cui costituiscono allegati ai sensi del regolamento citato.
Contenuto L'archivio del Corpo dei vigili del fuoco volontari comprende documentazione dal 1955 al 1975, costituita da registri contabili.
È aggregato di: Subfondo Comune di Bosentino
Criteri di ordinamento e inventariazione Al momento del riordino lo scarso materiale si trovava in parte sciolto e in parte frammisto alla documentazione contabile del comune; pertanto, in considerazione della conservazione separata della maggior parte della documentazione, si è costituito il relativo subfondo, formato da tre serie: bilanci di previsione, rendiconti della gestione e giornali-mastri della contabilità. Le illustrazioni specifiche delle caratteristiche di ogni serie sono state riportate nella relativa introduzione.
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serie 1.3a.1 Carteggio ed atti, 1956 - 1960 {844}
ACBos.1.3a.1-1 {845}
Carteggio ed atti
1956 - 1960 Si segnala: "Contributo regionale Corpo VV. FF.", 1959 - 1960 Fascicolo Num. un. progr. 471
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serie 1.3a.2 Bilanci di previsione, 1955 - 1975 {846}
Contenuto Le normative che regolano la compilazione e l'approvazione dei bilanci di previsione del corpo dei VV. FF. Volontari sono le seguenti: - legge regionale del 20 agosto 1954, n. 24; - regolamento del 2 dicembre 1954, n. 92; - legge regionale del 21 gennaio 1963, n. 2. I bilanci di previsione contengono le previsioni delle entrate e delle uscite così classificate: - entrate ordinarie (lavori del corpo per servizi retribuiti, manifestazioni, oblazioni, contributi, interessi attivi, contributi comunali); - spese ordinarie (manutenzione di fabbricati e terreni assegnati al corpo, attrezzi, pompe e per amministrazione); - entrate straordinarie (contributi regionali e straordinari); - spese straordinarie (acquisti di attrezzi, macchine e pompe). Nel bilancio di previsione di ogni anno sono presenti: l'elenco nominativo dei componenti il corpo e l'elenco dell'attrezzatura e del vestiario in dotazione.
La serie, lacunosa, raccoglie registri relativi alle previsioni contabili dal 1955 fino al 1975 con i relativi allegati.
ACBos.1.3a.2-1 {847}
Bilancio di previsione ed allegati
1955 Fascicolo Num. un. progr. 471
ACBos.1.3a.2-2 {848}
Bilancio di previsione ed allegati
1956 Fascicolo Num. un. progr. 471
ACBos.1.3a.2-3 {849}
Bilancio di previsione
1957
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Registro Num. un. progr. 471
ACBos.1.3a.2-4 {850}
Bilancio di previsione
1958 Registro Num. un. progr. 471
ACBos.1.3a.2-5 {851}
Bilancio di previsione
1959 Registro Num. un. progr. 471
ACBos.1.3a.2-6 {852}
Bilancio di previsione ed allegati
1960 Fascicolo Num. un. progr. 471
ACBos.1.3a.2-7 {853}
Bilancio di previsione
1961 Registro Num. un. progr. 471
ACBos.1.3a.2-8 {854}
Bilancio di previsione ed allegati
1962 Fascicolo Num. un. progr. 471
ACBos.1.3a.2-9 {855}
Bilancio di previsione
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1963 Registro Num. un. progr. 471
ACBos.1.3a.2-10 {856}
Bilancio di previsione ed allegati
1964 Fascicolo Num. un. progr. 471
ACBos.1.3a.2-11 {857}
Bilancio di previsione ed allegati
1965 Fascicolo Num. un. progr. 471
ACBos.1.3a.2-12 {858}
Bilancio di previsione ed allegati
1966 Fascicolo Num. un. progr. 471
ACBos.1.3a.2-13 {859}
Bilancio di previsione
1967 Registro Num. un. progr. 471
ACBos.1.3a.2-14 {860}
Bilancio di previsione ed allegati
1971 Fascicolo Num. un. progr. 471
ACBos.1.3a.2-15 {861}
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Bilancio di previsione
1972 Registro Num. un. progr. 471
ACBos.1.3a.2-16 {862}
Bilancio di previsione
1974 Registro Num. un. progr. 471
ACBos.1.3a.2-17 {863}
Bilancio di previsione
1975 Registro Num. un. progr. 471
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serie 1.3a.3 Rendiconti della gestione, 1961 {864}
Contenuto Le normative che regolano la compilazione e l'approvazione dei conti consuntivi del corpo dei VV. FF. Volontari sono le seguenti: - legge regionale del 20 agosto 1954, n. 24; - regolamento del 2 dicembre 1954, n. 92; - legge regionale del 21 gennaio 1963, n. 2. I rendiconti registrano le entrate e le uscite effettive.
La serie raccoglie un unico registro del 1961.
ACBos.1.3a.3-1 {865}
Rendiconto della gestione
1961 Registro Num. un. progr. 471
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serie 1.3a.4 Giornali e mastri della contabilità, 1961 {866}
Contenuto Questi registri costituiscono gli strumenti indispensabili per la stesura del conto consuntivo. Nel giornale di cassa sono registrate tutte le attività e le passività dell’ente secondo il loro naturale ordine di svolgimento temporale, mentre nel libro mastro vengono registrate secondo la tipologia di entrata o di spesa nelle relative suddivisioni o rubriche.
La serie raccoglie un unico registro del 1961.
ACBos.1.3a.4-1 {867}
"Giornale - mastro per la tenuta della contabilità dell'esercizio 1961"
1961 Registro Num. un. progr. 471
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Ente
Amministrazione separata degli usi civici di Bosentino {868}
1944 gennaio 13 - 1947 aprile 16
Luoghi Bosentino
Altre forme del nome A.S.U.C. di Bosentino
Archivi prodotti Fondo Amministrazione separata degli usi civici (ASUC) di Bosentino, 01/01/1944 - 31/12/1947
Storia Gli usi civici sono dei diritti che gruppi di persone esercitano, "uti cives", su terreni e beni, quali pascoli, boschi, malghe, etc., appartenenti al loro comune o frazione. Il diritto consiste nell'uso e nel godimento di tali beni soltanto da parte degli abitanti di un determinato luogo in dipendenza della loro qualità di cittadini. Dal punto di vista tecnico- giuridico sono "beni demaniali", quindi inalienabili e indisponibili (Codice Civile, artt. 822 e segg.). Una sentenza della Suprema Corte di Cassazione emanata il 5 gennaio 1951 riguardanti i beni d'uso civico stabilisce che "le terre del demanio universale o comunale sono proprietà delle popolazioni, non dell'ente pubblico. Il pascolo e il legnatico integrano l'antichissimo uso delle popolazioni di ritrarre dalle terre le utilità essenziali per la vita, e debbono annoverarsi fra le forme sopravviventi del primitivo collettivismo agrario, che hanno permesso per secoli alle popolazioni di partecipare al godimento in natura di terre, di pascoli e di boschi. Gli usi civici trovano il loro fondamento nell'antico dominio delle popolazioni che, per soddisfare i bisogni essenziali della vita, usavano le terre in certi modi determinati. Tali usi hanno continuato ad sussistere anche dopo l'emanazione delle leggi sull'abolizione della feudalità". All'inizio dell'Ottocento sia il governo bavarese che il Regno napoleonico mantennero distinti i beni collettivi delle frazioni o di altri nuclei aggregati dai beni che costituiscono i demani e i patrimoni dei comuni e ne regolarono il funzionamento. Alla legislazione austriaca era invece sconosciuto il concetto di uso civico come semplice diritto d'uso di un bene a favore dei cittadini di un comune o di una frazione. Gli usi civici erano considerati dalla legge austriaca come "servitù prediali". La patente imperiale del 5 luglio 1853, n. 130 dettava le norme per regolare e reluire vari diritti sulla legna, sui pascoli e sui prodotti forestali; la legge provinciale del 9 gennaio 1866, n. 1 per la Contea principesca del Tirolo, emanò il regolamento comunale ed elettorale per i comuni ed era riconosciuta l'esistenza degli usi civici (vd. § 27,30, 39, 49, 60- 70); la legge del 7 giugno 1883, n. 94 conteneva norme per la divisione di beni comuni e la regolazione di diritti comuni di godimento e di amministrazione; la legge provinciale per il Tirolo del 19 giugno 1909, n. 61 provvedeva alla divisione delle porzioni di terreno, anteriormente di proprietà comune.
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Gli usi civici sono stati regolamentati con la legge del 16 giugno 1927, n. 1766 (tuttora vigente) che convertiva in legge le modificazioni al R.D. del 22 maggio 1924, n. 751, del R.D. del 28 agosto 1924, n. 1484 e del R.D. del 16 maggio 1926, n. 895, tutti concernenti il riordinamento degli usi civici nel regno. Il R.D. del 26 febbraio 1928, n. 332 approvava il Regolamento per l'esecuzione della legge 1766/1927. La legge costituzionale del 26 febbraio 1948, n. 5 che sanciva l'autonomia regionale del Trentino-Alto Adige, investiva la regione della potestà legislativa in materia di usi civici. Le amministrazioni separate in provincia di Trento furono in seguito regolate con D.P.G.P. del 11 novembre 1952, n. 4, intitolato "Regolamento per l'esecuzione della legge provinciale 16 settembre 1952, n. 1 sulle amministrazioni separate dei beni frazionali di uso civico". La gestione ordinaria dei beni collettivi è di norma affidata all'ente-comune, dove non preesistono forme autonome organizzative (associazioni agrarie, università agrarie, ecc.). Il comune gestisce i beni della collettività, comprese le appartenenze sub-comunali (frazionali), fino a quando non viene costituita l'amministrazione separata frazionale (legge n. 1766/1927, art. 26, co. 2). A norma delle leggi speciali in materia, la gestione delle A.S.U.C. è derogata alla disciplina della legge comunale e provinciale (T.U. del 3 marzo 1934, n. 383, art. 84, co. 2). L'amministrazione separata frazionale gestisce i beni con bilanci ed inventari separati, a profitto dei frazionisti, ed è soggetta alla sorveglianza del podestà del comune che ne può rivedere i conti (R.D. n. 332/1928, art. 64, co. 3).
Con decreto prefettizio 13 gennaio 1944, n. 781/III/B venne istituita l'A.S.U.C. di Bosentino e con esso venne nominato il relativo Commissario nella persona di Albino Barucchelli (1). Con verbale di deliberazione del 4 marzo 1944, n. 2 venne nominato esattore-tesoriere della nuova amministrazione separata dei beni di uso civico della frazione di Bosentino la Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto alle medesime condizioni vigenti per il comune di Vigolo Vattaro; riconoscendo altresì idonea la cauzione già prestata dal suddetto comune per il servizio di esattoria-tesoreria e sufficiente per la garanzia del servizio per l'ASUC di Bosentino. Successivamente, in seguito dell’avvenuta ricostituzione in comune autonomo di Bosentino con decreto legislativo del Capo provvisorio dello stato del 21 gennaio 1947, n. 86, pubblicato sulla Gazzetta ufficiale del 15 marzo 1947, n. 62 l’amministrazione separata dei beni di uso civico cessò la sua attività. La prima data è quella istituzionale, mentre l'ultima riguarda la deliberazione di cessazione dell'ente (2).
Condizione giuridica La legge del 16 giugno 1927, n. 1766 di conversione del R.D.L. 22 maggio 1924, n. 751, intitolata "Legge di riordinamento degli usi civici nel regno", e il Regolamento di attuazione approvato con il R.D. 26 febbraio 1928, erano diretta ad unificare in un testo nazionale le diverse normative preunitarie. Il R.D. del 30 dicembre 1923, n. 3267 ("legge forestale") regolava le norme e le amministrazioni per i terreni utilizzati a bosco e a pascolo. La legge comunale e provinciale datata 3 marzo 1934, n. 383 trattava dell'amministrazione separata dei terreni assegnati alle frazioni.
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La legge provinciale del 16 settembre 1952, n. 1 "Amministrazioni separate dei beni frazionali di uso civico" (B.U. 27 settembre 1952, n. 20), regolamenta, nella provincia di Trento, l'art. 43 del R.D. 26 febbraio 1928, riguardante l'amministrazione dei beni comunali di uso civico. Il D.P.G.P. dell'11 novembre 1952, n. 4 (B.U. 19 dicembre 1952, n. 27) detta infine il Regolamento per la costituzione delle amministrazioni separate di uso civico, per il funzionamento ed attività delle amministrazioni separate e per i rapporti fra le amministrazioni separate e i comuni.
Funzioni, occupazioni e attività La legge tuttora vigente (L. n. 1766/1927 e il Regolamento esecutivo approvato con R.D. n. 332/1928) è diretta essenzialmente ad inserire beni e diritti delle popolazioni (proprietà e diritti collettivi), in un regime di gestione programmata a destinazione vincolata e diversificata secondo la vocazione dei beni: gestione a fini produttivi e di conservazione ambientale in base a piani economici di sviluppo per i patrimoni silvo-pastorali (beni di categoria A) e ripartizione in quote da assegnarsi in enfiteusi agli aventi diritto per le terre destinate a coltura (terre di categoria B). L'art. 11 della legge n. 1766/1927 comprende sia i beni collettivi originari, intendendo per tali sia i beni delle comunità di abitanti organizzate stabilmente in un territorio e le terre acquisite attraverso ogni forma di possesso collettivo, sia i beni assegnati ai comuni, frazioni o associazioni agrarie per effetto delle operazioni di sistemazione delle terre e di liquidazione dei diritti di cui all'art. 1 della stessa legge e normative anteriori. Per risolvere una questione sorta negli ultimi decenni del XIX secolo, circa la natura dei beni della collettività intestati al comune e destinati all'esercizio degli usi, il legislatore del 1927 ha sottoposto allo stesso regime tutti i beni posseduti dai comuni (e frazioni) su cui si esercitavano gli usi, comprendendo così tra le terre collettive anche quelle gravate da usi che fossero comunque nel possesso del comune. Vi erano anche beni non di origine civica ma assimilati ad essi con leggi speciali (p.e. la legge del 1° dicembre 1971, n. 1102 "legge-montagna") oltre alle terre acquistate ai sensi dell'art. 22 della legge n. 1766/1927 per aumentare la massa delle terre da quotizzare (agevolazione per l'acquisto di nuove terre disposte dal D.L.L. del 14 luglio 1918, n. 1142). Le terre collettive, prima del 1927, erano indicate con termini diversi nelle varie località e regioni: "demani universali" nel sud, "proprietà o domini collettivi" negli ex-Stati pontifici, "terre comuni, comunanze, comunaglie, regole, vicinie" in altre zone d'Italia e nell'arco alpino. Questi beni furono in passato utilizzati dagli utenti per fini esistenziali e a scopo di commercio. L'associazione degli utenti di norma costituì il nucleo su cui si sono formati i comuni moderni, quali enti rappresentativi della comunità e dei suoi diritti. In base a ciò, in giurisprudenza è stato sempre tenuto presente il rapporto "universitas civium" - intesa come comunità di abitanti organizzata in un territorio - ed "ente-comune", quale successore della prima; anche quando la gestione dei beni pubblici è passata al comune, si è mantenuta distinta la gestione degli usi civici. Il R.D. n. 332/1928 affermava che, dopo l'approvazione del piano di massima per la destinazione delle terre di uso civico, il commissario regionale doveva emanare un decreto nel quale erano indicati gli usi civici accertati sulle terre assegnate alla categoria A; il decreto veniva comunicato al comune o all'associazione agraria a cui appartenevano le terre. I comuni e le associazioni agrarie erano tenuti quindi a provvedere alla compilazione dei regolamenti di uso civico (in armonia con i piani economici dei boschi) e dei regolamenti per il godimento dei pascoli montani previsti dalla legge
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forestale del 30 dicembre 1923, n. 3267 e dal relativo Regolamento (R.D. n. 1126/1926); i regolamenti venivano poi sottoposti all'approvazione dei consigli provinciali dell'economia. Ancora secondo il Regolamento n. 332/1928, sulle rendite delle terre gravavano delle imposizioni fiscali (oltre alle spese di amministrazione e sorveglianza); era quindi facoltà del comune o dell'associazione agraria imporre agli utenti un corrispettivo per l'esercizio degli usi consentiti. Erbe e legna esuberanti potevano essere vendute a profitto dell'amministrazione del comune o dell'associazione agraria ed era espressamente vietata la divisione del ricavato della vendita fra gli utenti. Per quanto concerne la provincia di Trento, vige il Regolamento approvato con D.P.G.P. dell'11 novembre 1952, n. 4 (B.U. 19 dicembre 1952): l'amministrazione separata della frazione, non appena costituita, deve provvedere alla compilazione di un inventario completo dei beni di uso civico, risultanti dal decreto di assegnazione delle terre, e dei diritti conseguenti all'accertamento eseguito dal commissario regionale per gli usi civici; alla compilazione di un bilancio, riferito all'anno solare, dal quale risultino le entrate ordinarie e straordinarie derivanti dall'amministrazione separata dei beni, le spese e la destinazione del complesso dei proventi della frazione; alla compilazione del Regolamento prescritto all'art. 43 del R.D. n. 332/1928; alla definitiva redazione dell'elenco dei cittadini aventi diritto d'uso civico e dei capifamiglia che li rappresentano (l'elenco deve essere costantemente aggiornato mediante coordinamento mensile con l'ufficio anagrafico del comune); all'impianto della contabilità, con allestimento del giornale di cassa, libro mastro, sistema dei mandati e delle reversali, scadenzario delle entrate e delle spese, ruolo di esazione delle entrate; all'assegnazione infine del servizio di tesoreria al tesoriere comunale.
L'amministrazione dell'A.S.U.C. di Bosentino gestiva le risorse patrimoniali della frazione raccogliendo entrate dalle affittanze, dalla vendita di legname da opera o da ardere e da contravvenzioni diverse e dalle ritenute INADEL e di ricchezza mobile. Con tali introiti venivano così coperte le spese ordinarie e straordinarie della frazione che comprendevano: imposte e sovraimposte, pagamenti di assicurazioni contro gli incendi, spese di manutenzione dei boschi e delle strade forestali, stipendi del personale (custode forestale, bidella, segretario) contributi per le assicurazioni sociali all'I.N.P.S. e all'I.N.A.I.L., spese postali e di cancelleria, manutenzione edifici (illuminazione e riscaldamento delle scuole), contributo alle spese generali del comune di Bosentino, spese per l'illuminazione pubblica, spese di manutenzione delle strade frazionali, dell'acquedotto e delle fognature; spese impreviste.
Struttura amministrativa Nel sistema della legge n. 1766/1927 alle operazioni di sistemazione dei beni e diritti collettivi provvedevano organi speciali di giurisdizione ordinaria succeduti agli organi preunitari (art. 34): i Commissari regionali per gli usi civici. Essi svolgevano in prevalenza funzioni amministrative, ma quando nel corso delle operazioni sorgevano contestazioni su diritti dovevano risolverle in via incidentale come giudici sospendendo nel frattempo il procedimento. La loro nomina avveniva con decreto reale su proposta del Ministero per l'Economia Nazionale con consenso del Ministro per la Giustizia e Affari di Culto, ed erano scelti fra i magistrati di grado non inferiore a quello di consigliere di corte d'appello; prendevano poi il nome di Commissari per la liquidazione degli usi civici. In seguito ad una sentenza della Corte Costituzionale del 1989 la nomina dei commissari viene rimessa al Consiglio Superiore della Magistratura.
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Dai Commissari dipendevano uno o più assessori da scegliersi fra i magistrati di grado non superiore a quello di consigliere di appello, ovvero tra i funzionari di Stato. Essi venivano nominati con decreto del Ministro per l'Economia Nazionale, previo consenso del ministro dal quale dipendevano. Compito degli assessori era coadiuvare il commissario in tutte le sue operazioni: il commissario cioè poteva affidare loro tutti gli atti di istruzione e delegarli a trattare e ricevere le conciliazioni. Per l'istruttoria e per le operazioni di loro competenza, i Commissari potevano servirsi di speciali incaricati. Ma gli atti di assessori e incaricati non erano validi senza l'approvazione del commissario. I Commissari, sempre assistiti da un segretario con funzioni di cancelliere, procedevano, su istanza degli interessati oppure d'ufficio, all'accertamento, alla valutazione ed alla liquidazione dei diritti degli usi civici, allo scioglimento delle promiscuità ed alla rivendicazione e ripartizione delle terre. Si formavano così dei piani di massima per la destinazione dei fondi pervenuti al comune o all'associazione agraria e di quelli già in precedenza da loro posseduti. Seguiva dunque una ripartizione in quote: un delegato tecnico o un perito nominato dal commissario doveva formulare un piano di ripartizione in unità fondiarie delle terre destinate alla coltura agraria, che conteneva anche l'indicazione delle migliorie che i concessionari erano tenuti ad eseguire e dei canoni da pagare. In seguito il commissario formulava un bando col quale tutti i capi di famiglia (che avevano diritto a concorrere) erano invitati a fare domanda per l'assegnazione delle quote. Le domande erano esaminate da una commissione presieduta dal podestà del comune o della frazione interessata e composta da sei membri scelti fra i cittadini del comune o della frazione e dal pretore del mandamento. Se il numero degli ammessi al bando superava la quota delle terre disponibili, la commissione sceglieva un numero di concorrenti pari a quello delle quote, preferendo i meno abbienti. I concorrenti che si ritenevano lesi dalle deliberazioni della commissione potevano fare ricorso al commissario regionale. I Commissari decidevano tutte le controversie circa l'esistenza, la natura e l'estensione dei diritti sopra citati; curavano la completa esecuzione delle proprie decisioni e di quelle anteriori non ancora eseguite. In Trentino i Commissari assumevano le funzioni delle commissioni e dei commissari già istituiti nelle nuove province per effetto della legge dell'ex impero austro-ungarico del 7 giugno 1883, n. 94, e delle leggi ed ordinanze provinciali per le operazioni agrarie sulla divisione, sul regolamento e sull'affrancazione dei relativi diritti di godimento. Le decisioni dei commissari erano impugnabili solo con reclamo presso la Corte d'Appello avente giurisdizione nei territori dove erano situati i terreni della controversia. Con la L.P. datata 16 settembre 1952, n. 1, venivano regolate nella provincia di Trento le amministrazioni separate dei beni frazionali di uso civico. All'amministrazione provvede direttamente il consiglio comunale a cui spetta la deliberazione del regolamento previsto dall'art. 43 del R.D. n. 332/1928 e la disciplina delle altre norme in esso contenute. I proventi dei beni di uso civico e la loro destinazione devono essere posti in evidenza in apposito allegato al bilancio ed al conto comunale (art. 1). I beni di uso civico di originaria appartenenza alle frazioni e quelli che vi passano dopo le affrancazioni, sono amministrati separatamente, a profitto dei frazionisti, per mezzo di un comitato di tre membri, per le frazioni con popolazione fino a 200.000 abitanti, e di cinque per quelle con popolazione superiore. Il comitato dura in carica per un quadriennio ed è riconfermabile. A differenza delle leggi n. 1766/1927 e 284/1944 il sindaco del comune e l'assessore anziano o delegato non possono far parte di alcun comitato di amministrazione. Tuttavia se la maggioranza dei capifamiglia di frazione lo richiede, l'amministrazione può essere affidata al consiglio comunale. Alla nomina del comitato si provvede con una consultazione alla quale possono partecipare tutti i
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capifamiglia titolari del diritto d'uso civico sui beni frazionali. La proclamazione degli eletti avviene con decreto del Presidente della Giunta provinciale. Se per due volte alla consultazione non interviene la maggioranza degli elettori, l'amministrazione sarà affidata al consiglio comunale. Il comitato di amministrazione separata può servirsi del personale addetto all'ufficio comunale; le deliberazioni sono prese a maggioranza di voti secondo i dettami della legge provinciale e comunale e saranno pubblicate e sottoposte al controllo della Giunta provinciale nei modi stabiliti per le deliberazioni comunali. Le sedute del comitato sono pubbliche e il numero dei votanti non può essere inferiore a tre. La frazione con amministrazione separata concorre, soddisfatti i diritti della popolazione, nel sopportare le spese generali del comune assegnando un contributo annuo calcolato in base alle proprie rendite e necessità ordinarie. L'ammontare del contributo è concordato col sindaco, salvo rettifica del consiglio comunale; non raggiungendosi un accordo, la vertenza è rimessa alla Giunta provinciale che decide definitivamente. Il D.P.G.P. dell'11 novembre 1952, n. 4 è la delibera del Regolamento per l'esecuzione della legge provinciale n. 1/1952 concernente le amministrazioni separate dei beni frazionali di uso civico: il cap. 1 prevede la possibilità di costituire amministrazioni separate tramite dichiarazione di almeno un quarto di capifamiglia residenti nella frazione (le firme devono essere autenticate dal sindaco); l'autorizzazione alla gestione separata spetta alla Giunta provinciale, che provvede ad autorizzare anche la consultazione popolare per la nomina del comitato. Quest'ultimo è formato da tre o cinque membri e, mediante votazione segreta, elegge il presidente; all'elezione assiste il segretario comunale che redige il verbale, firmato da tutti gli intervenuti, da trasmettere alla Giunta provinciale. Inoltre per il normale servizio di segreteria, l'amministrazione separata, salvo casi speciali, nei quali si rende opportuna l'assunzione di personale proprio, deve richiedere l'opera del segretario o di altro dipendente comunale. Il presidente dell'amministrazione separata deve presentare al sindaco, entro il 1°ottobre di ogni anno, il bilancio - documentato e deliberato dal comitato di amministrazione - per l'esercizio successivo. Il comitato amministrativo deve nominare un collegio di revisori, composto di tre membri scelti tra i frazionisti, che nell'arco di un mese dall'incarico deve esaminare il conto e redigere un'apposita relazione. Secondo l'art. 31 del D.P.G.P. n. 4/1952, nei comuni in cui non esistono frazioni, ed in quelli che, nelle stesse condizioni, verranno ricostituiti in avvenire, cessa l'amministrazione separata dei beni di uso civico con l'insediamento del consiglio comunale. Quindi, entro un mese dalle elezioni amministrative, il comitato di amministrazione procede alla chiusura della contabilità. Il presidente consegna quindi al sindaco gli elenchi ed i registri dell'amministrazione separata, nonché tutti gli atti, i contratti ed il carteggio della frazione, ed ordina al tesoriere di versare alla cassa del comune il fondo eventualmente esistente a favore della frazione. Al sindaco verranno consegnati gli elenchi dei residui attivi e passivi esistenti alla data di cessazione del comitato, affinché l'ufficio comunale ne curi la riscossione o il pagamento.
L'Amministrazione separata degli usi civici di Bosentino ricalca nella sua struttura organizzativa gli elementi sopradescritti. Con decreto del prefetto di Trento del 13 gennaio 1944, n. 781/III/B venne nominato commissario per l'amministrazione dei beni di uso civico di Bosentino Albino Barucchelli, incarico che ricoprì dal principio fino allo scioglimento dell'ente.
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Contesto generale In forza della L. n. 1766/1927 è stabilito che "Il ministro per l'economia nazionale determinerà la circoscrizione e la sede di ciascun commissariato ed ha la suprema direzione per l'esecuzione della legge". Inoltre il R.D. n. 332/1928 (art. 67) recita che quando si dovrà procedere all'affrancazione di usi civici su terre private, allo scioglimento delle promiscuità, o alla reintegra di terre comuni o demani comunali, il ministero per l'economia nazionale stabilirà con suo decreto a quale dei commissari debba essere affidata l'esecuzione delle operazioni e la decisione di tutte le controversie dipendenti da esse. Secondo i dettami del R.D.L. n.751/1924 e della L. n. 1766/1927, contro le decisioni dei commissari nelle questioni concernenti l'esistenza, l'estensione dei diritti sugli usi civici e la rivendicazione delle terre è ammesso il reclamo alle corti d'appello, aventi giurisdizione nei territori ove siano situati i terreni in controversia, o la loro maggior parte (art. 32). La Legge del 10 luglio 1930, n. 1078 "Definizione delle controversie in materia di usi civici" modifica l'art. 32 della legge n. 1766/1927 indicando che i reclami contro le decisioni dei commissari sono deferiti all'esclusiva competenza della corte d'appello di Roma (art. 3). La notificazione della sentenza è fatta dalla cancelleria, d'ufficio, mediante invio del dispositivo alle parti tramite posta. Il ricorso alla cassazione deve essere proposto entro 45 giorni e quando la sentenza sia cassata, la causa è rinviata alla stessa Corte d'appello di Roma, la quale deve conformarsi alla decisione della cassazione sul punto di diritto sul quale questa ha pronunciato (artt. 7 e 8). Inoltre per la trattazione delle cause d'appello, è istituita temporaneamente presso la Corte d'appello di Roma una sezione speciale. Il ministro per l'agricoltura e le foreste può promuovere avanti ai commissari regionali, alla sezione speciale della corte d'appello ed alla corte di cassazione ogni azione e ricorso a difesa dei diritti delle popolazioni anche in contraddizione col comune o con l'associazione agraria (artt. 9 e 10). Il D.P.G.P. n. 4/1952, cap. III, riguardante i "rapporti fra le amministrazioni separate ed i comuni", stabilisce che, nonostante l'amministrazione separata dei beni frazionali di uso civico, il comune rimane integro nella sua unità politica, amministrativa e territoriale (art. 24). Il sindaco esercita anche nella frazione i poteri stabiliti dalle leggi, estendendo le sue attività ed autorità a tutto il territorio comunale. Egli infatti vigila su tutti i servizi e sulla gestione di tutti i beni patrimoniali esistenti nelle frazioni e può sempre esaminare l'andamento dell'amministrazione separata e la contabilità riferendo poi alla Giunta provinciale. L'amministrazione separata resta soggetta alla sorveglianza del consiglio comunale. Il sindaco poi convoca, entro il settembre di ogni anno, il presidente dei comitati frazionali per trattare della somma da richiedere ad ognuno. Il D.P.R. datato 17 luglio 1952, n. 1064 dettava le norme di attuazione dello Statuto speciale per il Trentino-Alto Adige in materia di usi civici: a decorrere dal primo settembre 1952, le potestà amministrative esercitate dal Ministero dell'Agricoltura e foreste sono trasferite alle Giunte provinciali di Trento e Bolzano. In attesa di leggi provinciali, il commissariato per la liquidazione degli usi civici di Trento continuava ad esercitare le funzioni amministrative attribuite dallo Stato. Le Giunte provinciali esercitano (art. 48, n. 5 dello Statuto) le attribuzioni di vigilanza e tutela già spettanti alle Giunte provinciali amministrative e ai prefetti anche sulle amministrazioni separate dei beni di uso civico frazionali e sulle associazioni agrarie, contemplate dalla legge n. 1766/1927. In particolare spetta alle Giunte provinciali, esaminate le domande e gli allegati, autorizzare la gestione separata degli usi civici e la consultazione popolare per la nomina dei comitati, nominare le tre o cinque persone che comporranno il comitato, sostituire i membri del comitato in
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caso di rinuncia dei medesimi o di nomina contemporanea nel comitato di due fratelli, ecc. Inoltre presso la Giunta provinciale è tenuto, affidato ad uno speciale incaricato, un registro delle amministrazioni separate dei beni frazionali d'uso civico, con l'indicazione della loro data di nomina e di scadenza. Un mese prima dello scadere del quadriennio, il Presidente della Giunta provinciale o l'assessore delegato predispone che venga ordinata la consultazione popolare per la rinnovazione di ciascun comitato.
L'Amministrazione separata degli usi civici di Bosentino mantenne rapporti con le autorità politico- amministrative provinciali e statali superiori sopracitate; circa le varie autorità locali, risultano rapporti diretti con il comune di Vigolo Vattaro, con le A.S.U.C. di Vattaro e Vigolo Vattaro e con i censiti di Bosentino. Altre relazioni sono intercorse con la Prefettura e l'Ufficio provinciale forestale di Trento.
Fonti normative Legge 16 giugno 1927, n. 1766, "Conversione in legge con modificazioni del R.D. 22 maggio 1924, n. 751, riguardante il riordinamento degli usi civici del regno, del R.D. 28 agosto 1924, n. 1484, e del R.D. 16 maggio 1926, n. 895 sulla stessa materia"
Regio decreto 26 febbraio 1928, n. 332, "Approvazione del regolamento per la esecuzione della legge 16 giugno 1927, n. 1766, sul riordinamento degli usi civici del regno".
Legge 10 luglio 1930, n. 1078, "Definizione delle controversie in materia di usi civici"
Legge 16 marzo 1931, n. 377, "Norme per la coordinazione della legge sugli usi civici con quelle sulla bonifica integrale"
Regio decreto 3 marzo 1934, n. 383, "Approvazione del testo unico della legge comunale e provinciale"
Decreto legislativo luogotenenziale 19 ottobre 1944, n. 284, "Accelerazione della procedura di ripartizione delle terre di uso collettivo fra i contadini"
Fonti archivistiche e bibliografia Fonti d’archivio ACBos., A1. "Amministrazione separata degli usi civici (ASUC) di Bosentino", 1944-1947 Bibliografia GUASTALLA A., (a cura di), Profilo storico-istituzionale dell' Amministrazione separata per gli usi civici. Modello di descrizione organizzato secondo le norme ISAAR (CPF). Provincia autonoma di Trento - Servizio beni librari e archivistici, Trento, 1999 (dattiloscritto)
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Note 1. ACBos., A1. "Amministrazione separata degli usi civici di Bosentino", 1. "Frazione di Bosentino. Registro verbali di deliberazione...", n. 1, 1944 febbraio 19 - 1947 giugno 7: verbale di deliberazione n. 1; 2. ACBos., A1. "Amministrazione separata degli usi civici di Bosentino", 1. "Frazione di Bosentino. Registro verbali di deliberazione...", n. 1, 1944 febbraio 19 - 1947 giugno 7: verbale di deliberazione n. 12
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fondo A1 Amministrazione separata degli usi civici (ASUC) di Bosentino, 1944 - {869} 1947
3 buste; metri lineari 0.3
Soggetti produttori Amministrazione separata degli usi civici di Bosentino, 1944 gennaio 13 - 1947 aprile 16
Modalità di acquisizione e versamento Lo stretto rapporto col comune sul piano dello stesso funzionamento materiale ha fatto sì che la documentazione sia sempre stata conservata presso l'archivio comunale, del quale costituisce un archivio aggregato.
Contenuto Il fondo raccoglie materiale documentario prodotto dall'Amministrazione separata usi civici di Bosentino dal 1944 al 1947. Altra documentazione riguardante l'ASUC si trova nella serie 1.3.9 "Contratti" e nella serie 1.3.16 "Allegati ai bilanci di previsione e ai conti consuntivi, reversali di cassa e mandati di pagamento", anno 1947, del comune di Bosentino.
È aggregato di: Fondo Comune di Bosentino
Criteri di ordinamento e inventariazione Vista l'esiguità del materiale documentario non sono emersi elementi significativi in merito al funzionamento dell'archivio e perciò si è proceduto alla schedatura e alla formazione di due serie archivistiche su base tipologica. Le caratteristiche specifiche delle serie sono state illustrate nelle relative introduzioni.
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serie A1.1 Deliberazioni del Commissario per l'amministrazione dell'ASUC - {870} originali, 1944 - 1947
Contenuto La serie raccoglie le deliberazioni originali del commissario frazionale di Bosentino dalla costituzione dell'ASUC fino alla sua naturale chiusura, avvenuta con la ricostituzione del comune autonomo.
A1.1-1 {871}
"Frazione di Bosentino. Registro verbali di deliberazione..."
1944 febbraio 19 - 1947 giugno 7 - Deliberazioni del Commissario per l'amministrazione dei beni di uso civico: 1944, nn. 1-19;
1945, nn. 1-15; 1946: nn. 1-9; 1947 (fino al 16 aprile), nn.1-12; - deliberazioni del Commissario prefettizio, nn. 13-21, 1947 maggio 14 - 1947 giugno 7 Registro, cc. 35 n.n., con indice delle deliberazioni allegato Num. un. progr. 1
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serie A1.2 Deliberazioni, carteggio, atti e contabilità, 1944 - 1947 {872}
Contenuto La serie è composta da varie tipologie documentarie comprese nel periodo dal 1944 al 1947 (deliberazioni, carteggio ed atti, registri e documenti contabili) organizzate dagli uffici per annualità secondo un uso diffuso presso le amministrazioni separate degli usi civici trentine, verosimilmente a causa della non rilevante entità delle carte.
A1.2-1 {873}
Deliberazioni, carteggio, atti e contabilità
1944 - Deliberazioni del commissario - copie, nn. 2-19;
- carteggio ed atti; - contratti: nn. di rep. 72; 77; - bilancio di previsione; - verbale di chiusura; - conto consuntivo ed allegati; - giornale e mastro della contabilità; - reversali di cassa, nn. 1-60; - mandati di pagamento, nn. 1-41 Fascicolo Num. un. progr. 1
A1.2-2 {874}
Deliberazioni, carteggio, atti e contabilità
1945 - Deliberazioni del commissario - copie, nn. 8-15; - carteggio ed atti; - contratti: nn. di rep. 81-91; - bilancio di previsione; - verbale di chiusura; - conto consuntivo ed allegati; - giornale e mastro della contabilità;
- residui attivi e reversali di cassa, nn. 1-24; - residui passivi e mandati di pagamento, nn. 1-36; - documenti giustificativi del conto
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Busta Num. un. progr. 2
A1.2-3 {875}
Deliberazioni, carteggio, atti e contabilità
1946 - Deliberazioni del Commissario - copie, nn. 6; 8; - carteggio ed atti; - contratti: nn. di rep. 94-95; - bilancio di previsione ed allegati; - verbale di chiusura; - conto consuntivo ed allegati; - giornale e mastro della contabilità; - residui attivi e reversali di cassa, nn. 1-29; - residui passivi e mandati di pagamento, nn. 1-111; - documenti giustificativi del conto Fascicolo Num. un. progr. 3
A1.2-4 {876}
Deliberazioni, carteggio, atti e contabilità
1947 - Deliberazioni del Commissario, nn. 3-8; - carteggio ed atti;
- ruolo delle entrate patrimoniali (fitti di fratte, legna, pascolo); - documenti giustificativi del conto Fascicolo Num. un. progr. 3
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Ente
Congregazione di carità di Bosentino {877}
1923 maggio 16 - 1929 aprile 7
Luoghi Bosentino
Archivi prodotti Fondo Congregazione di carità di Bosentino, 01/01/1925 - 31/12/1928
Storia In seguito all'annessione all'Italia, fu estesa anche al Trentino, con R.D. 22 aprile 1923, n. 982, entrato in vigore il 16 maggio 1923, la legislazione italiana sulle istituzioni pubbliche di beneficenza e in particolare la fondamentale legge 17 luglio 1890, n. 6972 (legge Crispi). Questo fatto non determinò tuttavia significativi cambiamenti né nella struttura né negli scopi delle congregazioni di carità. Le norme italiane sulla materia emanate a partire dal 1862, che vennero appunto estese al Trentino nel 1923, rispondevano ad un intento di riordino amministrativo delle congregazioni di carità e degli enti di pubblica assistenza e beneficenza, in seguito all'unificazione dell'Italia, e di un loro maggior controllo da parte dello Stato. Tale normativa era composta principalmente dai seguenti provvedimenti: legge 3 agosto 1862, n. 753, entrata in vigore il 1° gennaio 1863; regolamento di esecuzione emanato con R.D. 27 novembre 1862, n. 1007; legge 17 luglio 1890, n. 6972; regolamento di attuazione emanato con R.D. 5 febbraio 1891, n. 99; R.D. del 26 aprile 1923, n. 976). In particolare, il R.D. 22 aprile 1923, n. 982, ovvero il provvedimento che estendeva anche al Trentino la legge del 17 luglio 1890, n. 6972, prescriveva, all'art. 5, l'obbligo di provvedere, entro sei mesi, alla nomina dei componenti delle congregazioni di carità e alla compilazione, a cura dei prefetti, "degli elenchi, degli inventari e degli stati" previsti nel R.D. del 12 gennaio 1890, n. 6594. All'art. 6 del R.D. n. 982 si prevedeva inoltre che, entro il termine di un anno, tutti gli istituti di beneficenza fino ad allora amministrati da comuni, province e altri enti pubblici, quando non occorressero gli estremi previsti dalla legge 17 luglio 1890, n. 6972, per il concentramento nella congregazione di carità o per il raggruppamento sotto un'unica amministrazione, fossero affidati a speciali amministrazioni autonome (previa l'erezione in ente morale, se ve ne fosse stata necessità). Invece i fondi di beneficenza, fino ad allora amministrati dai comuni o dagli altri enti di cui sopra, avrebbero dovuto essere concentrati nella congregazione di carità. Inoltre in una circolare emanata dalla Regia Prefettura della Venezia Tridentina, la n. 32687-II-2 del 27 giugno 1923, si ricordava l'obbligo di istituire la congregazione di carità in ogni comune entro il termine di sei mesi (ovvero al massimo entro il 16 novembre 1923) e si invitava a tener presenti, in particolare, gli artt. 5 e 6 della legge del 1890 e l'art. 6 del relativo Regolamento del 1891, che riguardavano la composizione dei comitati di amministrazione delle congregazioni di carità. Nella circolare si ricordava inoltre che l'amministrazione della congregazione di carità doveva essere affidata a un presidente e quattro membri nei comuni con popolazione inferiore ai 5.000 abitanti, otto membri nei comuni con popolazione fra 5.000 e 50.000 abitanti; che il presidente durava in carica quattro anni, mentre i membri dovevano essere rinnovati per un quarto ogni anno e che non più della metà di loro poteva appartenere contemporaneamente
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anche al consiglio comunale (ciò significava che non potevano esserci più di due consiglieri comunali nelle congregazioni amministrate dal presidente e da quattro membri). In base alla legge del 3 giugno 1937, n. 847, veniva infine istituito l'ente comunale di assistenza, che avrebbe assunto tutte le competenze precedentemente assegnate alla congregazione di carità, "intendendosi sostituito in qualsiasi disposizione legislativa e regolamentare ed in qualsiasi convenzione l'ente comunale di assistenza alla congregazione di carità" (art. 5). Per quanto riguarda nello specifico il Trentino, una circolare emessa dalla Regia Prefettura della Provincia di Trento il 28 giugno 1937 precisava che, a partire dal 1° luglio 1937, data di entrata in vigore della legge n. 847, e dunque termine fissato per il passaggio di competenze tra la congregazione di carità e l'ente comunale di assistenza, quest'ultimo sarebbe stato affidato ad "un'amministrazione straordinaria rappresentata, in tutti i Comuni, da una Commissione presieduta dal Podestà e composta da un Delegato del Segretario del Fascio e dalla Segretaria del Fascio Femminile"; tutto ciò "in attesa della costituzione dell'amministrazione ordinaria".
La Congregazione di carità di Bosentino fu costituita dopo l’annessione del Trentino all’Italia, il 16 maggio 1923. Già con deliberazione del 16 marzo 1924 (1) il Consiglio comunale di Bosentino nominò due membri appartenenti al consiglio stesso e tre altre persone al di fuori di esso per costituire la locale Congregazione di carità. Tuttavia, in base alle istruzioni ministeriali le congregazioni di carità di comuni con meno di 5000 abitanti dovevano essere costituite da 5 membri, due nominati dai rispettivi consigli comunali e 3 dal sottoprefetto del Circondario. Così, con decreto n. 3556/13 del 30 settembre 1924 (2) la Sottoprefettura di Borgo nominava tre amministratori nelle persone di Angelo Ianeselli, Giovanni Ianeselli e Adriano Perazzolli; mentre Bosentino, in applicazione alla nuova normativa, come primo adempimento, passò alla nomina dei suoi nuovi due rappresentanti nelle persone di Francesco Ianeselli ed Enrico Pasqualini il 4 ottobre 1924 (3). Successivamente, convocati dal sindaco Alfonso Perazzolli con lettera del 7 novembre 1924, n. 1095, i neo eletti membri nominati dal sottoprefetto e dal Consiglio comunale passarono ad eleggere il presidente nella persona di Francesco Ianeselli (4). Con deliberazione del consiglio d'amministrazione del 18 aprile 1927, n. 3 (5) venne recepita la circolare prefettizia del 24 febbraio 1927, n. 9009/II-b che comunicava la legge 17 luglio 1890, n. 6972 relativa alla riforma delle Opere pie. Venne deciso che nel patrimonio dovessero confluire sia il Fondo primissariale, che il legato del conte Gaspare Bortolazzi, quest'ultimo con una separata amministrazione. Veniva con la medesima deliberazione approvato anche lo statuto della Congregazione di carità. La circolare del 4 febbraio 1928, n. 4793 II/b, pubblicata nel Bollettino ufficiale della Prefettura di Trento del 13 febbraio 1928, n. 78, stabilì che, in seguito all'aggregazione dei comuni di Bosentino e di Vattaro a Vigolo Vattaro, le Congregazioni dei due comuni aggregati dovessero consegnare i loro patrimoni alla Congregazione di carità del nuovo comune unificato e che si dovesse provvedere alla costituzione di una nuova e unica Congregazione di carità. L'ente così riunito iniziò a deliberare il 7 aprile 1929 (6). Le date di inizio e di cessazione della Congregazione di carità di Bosentino indicate nell’intestazione corrispondono rispettivamente alla data di entrata in vigore del R.D. 22 aprile 1923, n. 982, che estendeva anche al Trentino la legislazione italiana sulle istituzioni pubbliche di beneficenza, ovvero il 16 maggio 1923; mentre la seconda riguarda la data di inizio dell'attività della nuova Congregazione di carità unificata.
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Condizione giuridica Il R.D. 22 aprile 1923, n. 982, dispose l'estensione al Trentino della legislazione italiana vigente sulle istituzioni pubbliche di beneficenza. Le principali leggi dello Stato italiano che regolavano tale materia erano state, fino ad allora, la legge 3 agosto 1862, n. 753, sull'amministrazione delle opere pie, e la cosiddetta “legge Crispi” del 17 luglio 1890, n. 6972. Nel 1891 era stato inoltre emanato, con il R.D. n. 99 del 5 febbraio, il regolamento di attuazione della legge, che precisava le norme per l'amministrazione delle congregazioni di carità e di tutte le istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza. La legge del 1890 fu in seguito modificata con il R.D. 30 dicembre 1923, n. 2841, che, fra l’altro, cambiò la dizione "istituzioni pubbliche di beneficenza" in "istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza", con la legge 17 giugno 1926, n. 1187, e, infine, con la legge 4 marzo 1928, n. 413. Queste ultime leggi riformarono le congregazioni di carità in particolare per quanto riguardava la nomina e le attribuzioni del presidente e dei membri dei comitati di amministrazione, che in precedenza erano eletti dai consigli comunali. La fondamentale legge del 1890 aveva stabilito che l’amministrazione delle congregazioni di carità fosse affidata a un presidente e quattro membri nei comuni fino a 5.000 abitanti, 8 nei comuni fino a 50.000 abitanti e dodici negli altri; essi erano nominati dal consiglio comunale con la sola limitazione che non più della metà di essi poteva appartenere in contemporanea al consiglio stesso. Il R.D. 30 dicembre 1923, n. 2841, modificò tali norme nel senso che stabilì che rispettivamente tre, cinque e sette membri del comitato di amministrazione dovessero essere nominati dal sottoprefetto e scelti, ove possibile, fra persone particolarmente competenti in materia di assistenza e beneficenza e inoltre che il presidente dovesse essere nominato non più dal consiglio comunale ma dal comitato di amministrazione stesso. Si vollero in questo modo diminuire i poteri di nomina e di ingerenza dei consigli comunali e, attribuendo al sottoprefetto la prerogativa di nominare diversi membri, dare più peso alla rappresentanza governativa. Da ultimo, la legge 17 giugno 1926, n. 1187, modificò nuovamente tali disposizioni: il presidente sarebbe stato nominato, da allora in poi, dal prefetto e sarebbe stato assistito, nello svolgimento delle sue funzioni, da un comitato di patroni, anch’essi nominati dal prefetto su terne presentate dalle associazioni sindacali (in numero di 4 patroni nei comuni con meno di 20.000 abitanti, di 6 nei comuni con un numero di abitanti fra 20.000 a 100.000 e di 8 nei comuni con più di 100.000 abitanti); il presidente avrebbe avuto tutte le attribuzioni relative alla gestione della congregazione di carità e avrebbe potuto deliberare su tutti gli affari che interessavano la congregazione stessa, mentre il comitato dei patroni avrebbe avuto solamente funzioni consultive; sarebbe stato obbligatorio acquisire il parere del comitato dei patroni esclusivamente nel caso di deliberazioni soggette all’approvazione della giunta provinciale amministrativa, ai sensi del R.D. 30 dicembre 1923, n. 2841, e nel caso di proposte di riforme interessanti gli istituti amministrati dalla congregazione di carità. Con la legge 3 giugno 1937, n. 847 (art. 5), le congregazioni di carità vennero soppresse e sostituite in tutti i rapporti giuridici e patrimoniali e in tutte le funzioni dagli enti comunali di assistenza.
La Congregazione di carità di Bosentino era disciplinata da statuto approvato con deliberazione del Consiglio d'amministrazione, n. 3 del 18 aprile 1927.
Funzioni, occupazioni e attività
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Nel corso della sua storia, indipendentemente dai passaggi di ordinamento statuale, la Congregazione di carità in Trentino ebbe quale compito fondamentale l'assistenza e la beneficenza di persone in particolari difficoltà economiche (poveri, anziani, inabili al lavoro, fanciulli esposti, donne partorienti) o fisico-psichiche (malati e mentecatti) che da essa ricevevano sussidi in modo diretto - generi di prima necessità - o, molto spesso, attraverso l'assistenza e le cure prestate in apposite istituzioni di cui la Congregazione curava l'amministrazione patrimoniale. Le entrate della Congregazione provenivano da lasciti, donazioni, legati pii e, in seguito, avrebbero costituito anche una voce di bilancio del comune di appartenenza. La Congregazione teneva una contabilità unica e generale, redigendo però registri separati che davano conto delle attività e passività degli enti da essa amministrati.
Struttura amministrativa Dopo l'annessione del Trentino all'Italia, il R.D. del 22 aprile 1923, n. 982 e, per specifiche competenze amministrative, il R.D. del 24 settembre 1923, determinavano l'adeguamento alla legislazione italiana vigente sulle istituzioni pubbliche di beneficenza. La Congregazione di carità e le istituzioni da essa amministrate erano regolamentate in Italia con la legge del 3 agosto 1862, n. 753, in base alla quale in ogni comune dello Stato vi era una Congregazione di carità che amministrava genericamente tutti i beni destinati a favore dei poveri per legge, o quando, nell'atto di fondazione, non venisse determinata l'amministrazione, l'opera pia o l'ente pubblico destinatario della disposizione, o ancora quando la persona incaricata della gestione fosse impossibilitata ad accettare l'incarico. Anche in questi casi, tuttavia, il consiglio comunale avrebbe potuto proporre, a vantaggio dei propri abitanti, l'istituzione di una amministrazione speciale. Le singole istituzioni erano regolamentate agli artt. 1-25 e 30-38 e nel Regolamento di esecuzione della suddetta legge emesso nel 27 novembre 1862, n. 1007. Si ricordava inoltre che la sorveglianza su di esse spettava all'autorità governativa, alle deputazioni provinciali e ai consigli comunali; l'amministrazione competeva invece alle Congregazioni di carità o ad altre persone e istituzioni per quelle opere i cui statuti non contemplassero le deliberazioni di nomina degli amministratori della Congregazione. La designazione delle istituzioni amministrate dalle Congregazioni di carità spettava principalmente, in via di proposta, al consiglio comunale che ne avrebbe fatto la consegna con apposita deliberazione. L'autorità comunale doveva indagare se nel comune vi fossero lasciti o beni destinati a favore dei poveri e impediti alla loro destinazione: riconoscendone l'esistenza, avrebbe informato il Prefetto fornendo inoltre notizie dettagliate circa l'entità e la destinazione della fondazione. Le Congregazioni dovevano avvisare il consiglio comunale del rifiuto o impossibilità degli amministratori ed esecutori testamentari a promuovere la costituzione in ente morale di una pia fondazione locale. La Congregazione o il consiglio comunale dovevano inoltre procedere all'esecuzione dei testamenti che indicassero un'opera assistenziale, qualora gli incaricati di costituirla quale "ente morale" ne fossero impossibilitati. Successivamente, la legge Crispi del 17 luglio 1890, n. 6972, stabiliva che le istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza fossero amministrate dalla Congregazione di carità o da "corpi morali, consigli, direzioni ed altre amministrazioni speciali istituite dalle tavole di fondazione o dagli statuti regolarmente approvati". Tale legge veniva posta in esecuzione con i Regolamenti approvati con R.D. del 5 febbraio 1891, n. 9. In base al Regolamento amministrativo, la Congregazione di carità doveva essere costituita in ogni comune, anche se non aveva beni da amministrare e doveva tenere: un archivio per conservare i registri di protocollo per la corrispondenza in arrivo e in
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partenza e per altri atti di gestione amministrativa e contabile; una rubrica alfabetica divisa per materie per facilitare la ricerca degli atti; un registro cronologico delle deliberazioni; un elenco preciso ed aggiornato, diviso per categorie a seconda della natura dei beni, delle carte, titoli e documenti relativi ai singoli elementi del patrimonio amministrato; un inventario altrettanto ordinato ed aggiornato di tutti i beni che costituivano il patrimonio di ogni singola istituzione amministrata. Nel Regolamento di contabilità venivano descritte le norme relative alla gestione del patrimonio delle istituzioni pubbliche di beneficenza, all'"esercizio annuale", al "bilancio di previsione", al "servizio di riscossione, di cassa e dei depositi", al "rendimento dei conti". Le normative che succedevano alla legge del 1890 e ai Regolamenti del 1891 non avrebbero portato rilevanti cambiamenti nell'amministrazione delle Congregazioni di carità fino al R.D. del 26 aprile 1923, n. 976, col quale il Ministro dell'Interno dichiarava sciolte le amministrazioni delle Congregazioni e di tutte le istituzioni pubbliche di beneficenza esistenti in uno stesso comune, e imponeva di affidarne la gestione a speciali commissari o commissioni incaricate di proporre le opportune riforme. In base alla legge del 17 luglio 1890, n. 6972 le Congregazioni di carità erano composte da un presidente e da 4 membri nei comuni con popolazioni non superiore a 10.000 abitanti e di 8 membri, oltre al presidente, negli altri. Inoltre, per decisione del Prefetto, in caso di donazione o lascito, poteva essere ammesso a far parte della Congregazione il benefattore o la persona da esso designata per la gestione di tale bene. Il presidente era nominato dal consiglio comunale e in carica per 4 anni. Anche gli altri membri erano eletti dal consiglio comunale nella sessione di autunno e, per assumere o continuare il loro ufficio, erano obbligati a rendere il conto di una eventuale precedente amministrazione e a non avere avuto vertenze con la Congregazione. Essi inoltre assumevano l'incarico appena eletti, si rinnovavano per un quarto ogni anno ed erano sempre rieleggibili; nei primi tre anni la scadenza del loro mandato era estratta a sorte, in seguito determinata dall'anzianità. Nei Regolamenti per l'esecuzione della legge del 17 luglio 1890 emessi con R.D. del 5 febbraio 1891, n. 99, venivano stabilite, tra l'altro, molte norme relative a casi particolari in cui potevano variare il numero e l'elezione degli amministratori delle Congregazioni. La legge del 4 marzo 1928, n. 413, riformava l'amministrazione della Congregazione di carità in quanto prevedeva che essa fosse amministrata da un presidente assistito da un comitato di "patroni" composto da: 4 membri nei comuni con popolazione inferiore a 20.000 abitanti; 6 per quelli con popolazione superiore a 20.000 abitanti; 8 nei comuni con popolazione superiore a 100.000 abitanti. Il presidente veniva nominato dal Prefetto "tra le persone particolarmente competenti in materia di assistenza e beneficenza"; i "patroni" venivano nominati dallo stesso Prefetto "su terne presentate dalle Associazioni sindacali comunali legalmente riconosciute agli effetti della legge 3 aprile 1926, n. 563". Nei comuni dove mancassero queste "Associazioni sindacali", le terne venivano designate dalle "Associazioni sindacali di 1° grado legalmente riconosciute, nella cui giurisdizione è compreso il comune per il quale la designazione è richiesta". Le persone designate dovevano però appartenere, "per residenza o per esercizio di attività produttiva", al comune stesso. Il presidente e i "patroni" duravano in carica per 4 anni e potevano essere sempre rieletti, tenendo però presente le condizioni di ineleggibilità già previste dalla legge del 17 luglio 1890, n. 6972. Su deliberazione del presidente e sentito il parere del comitato dei "patroni", poteva comunque essere ammesso al suddetto comitato il benefattore o una persona da esso designata per la gestione del bene donato; tenuto conto della natura dell'istituzione e del valore del patrimonio, poteva inoltre esservi ammesso il fondatore o il rappresentante di un'opera pia amministrata dalla Congregazione di carità. Il Prefetto aveva facoltà di: sospendere o revocare il presidente con decreto motivato; disporre, "per gravi ragioni di opportunità amministrativa", lo scioglimento del comitato dei "patroni" o sospenderne la
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nomina (in tal caso avrebbe provveduto il presidente o, se impossibilitato, una persona da lui delegata con i requisiti per la nomina a "patrono"); delegare uno dei "patroni" per le funzioni di presidente, in caso di assenza o di impedimento di quest'ultimo; dichiarare decaduti, su proposta del presidente o anche d'ufficio con provvedimento definitivo, i "patroni" che, senza giustificati motivi, non intervenissero alle sedute per più di tre mesi consecutivi. Il presidente convocava o presiedeva il comitato dei "patroni"; per la validità delle delibere era necessaria la presenza della metà dei componenti, oltre il presidente: i pareri venivano emessi con la maggioranza assoluta dei voti. Il presidente doveva comunque provvedere nei casi di impossibilità di pronunciamento per mancanza del numero legale. Egli esercitava tutte le funzioni e deliberava su tutti gli affari riguardanti la gestione della Congregazione, mentre il comitato dei "patroni" aveva funzioni esclusivamente consultive. Il parere dei "patroni" era obbligatorio per le deliberazioni soggette all'approvazione della giunta provinciale amministrativa e per tutte le proposte di riforma relative agli istituti amministrati dalla Congregazione. In caso di discordia tra il parere del comitato e le proposte del presidente, costui doveva darne conto nel verbale di deliberazione.
Anche a Bosentino gli organi amministrativi della Congregazione ricalcano quanto esposto nell'enunciato generale.
Contesto generale Con il R.D. del 26 aprile 1923 lo Stato italiano pose l'amministrazione delle Congregazioni di carità nelle mani di appositi commissari o commissioni, a loro volta dipendenti dal Ministero dell'Interno, mentre già con la legge del 17 luglio 1890, n. 6972 alle Congregazioni furono sottoposte tutte le istituzioni pubbliche benefiche. Il comune, attraverso il suo consiglio, operava una funzione di controllo sul consiglio di amministrazione della Congregazione.
La Congregazione di carità di Bosentino manteneva rapporti con il comune omonimo, con la Sottoprefettura di Borgo, con gli enti creditizi e con i privati.
Fonti normative Legge 3 agosto 1862, n. 753, "Sull'amministrazione delle Opere pie"
Legge 17 luglio 1890, n. 6972, "Norme sulle istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza"
Regio decreto 5 febbraio 1891, n. 33 e n. 99, "col quale, in esecuzione della legge 17 luglio 1890, n. 6973 (serie terza), si approvano i regolamenti sulle istituzioni pubbliche di beneficenza"
Legge 29 dicembre 1901, n.538 "portante disposizioni per il personale di ragioneria dell'amministrazione provinciale dell'interno e circa la pubblicazione dei bilanci e conti delle istituzioni di beneficenza"
Decreto luogotenenziale 2 dicembre 1915, n. 1847 " che semplificava alcuni servizi delle opere pie e dei manicomi"
Regio decreto 4 febbraio 1923, n. 335, "che stabilisce una procedura abbreviata per la revisione dei conti arretrati dei comuni e delle istituzioni pubbliche di beneficenza"
Regio decreto 22 aprile 1923, n. 982, che dispone la pubblicazione nei territori annessi della legislazione
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sulle istituzioni pubbliche di beneficenza
Regio decreto 26 aprile 1923, n. 976 "che da' facoltà al Ministro dell'interno di dichiarare sciolte le amministrazioni delle Congregazioni di carità e di tutte le istituzioni pubbliche di beneficenza esistenti in uno stesso comune, e di affidarne la gestione a speciali commissari o commissioni"
Regio decreto 14 giugno 1923, n. 1396, "Riforme alla legge 4 maggio 1898, sui monti di pietà"
Circolare 27 giugno 1923, n. 32687-II-2 della R.Prefettura della Venezia tridentina, "Istituzioni pubbliche di beneficenza"
Regio decreto 24 settembre 1923, n. 2242, Estensione delle disposizioni dell'articolo 5 (I comma) del R.D. 29 aprile 1923, n. 1164, ai conti delle istituzioni di pubblica beneficenza non ancora deliberati dalle rispettive amministrazioni al momento dell'entrata in vigore del precedente decreto 4 febbraio 1923, n. 335
Regio decreto 30 dicembre 1923, n. 2841, "Riforma della legge 17 luglio 1890, n. 6972, sulle istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza"
Legge 4 marzo 1928, n.413, "Riforma dell'amministrazione delle Congregazioni di carità"
Fonti archivistiche e bibliografia Fonti d’archivio ACBos., A2. "Congregazione di carità di Bosentino", 1925-1928 ACBos., 1.2 "Comune di Bosentino (ordinamento italiano)", 1923-1929 Bibliografia SALA C., (a cura di), Profilo storico-istituzionale della Congregazione di carità dalle origini (1811) all'estinzione (1937). Modello di descrizione organizzato secondo le norme ISAAR (CPF), Provincia autonoma di Trento - Servizio beni librari e archivistici, Trento, 1999
Note 1. ACBos., 1.1 "Comune di Bosentino (ordinamento austriaco)", 1 "Protocolli delle sessioni della Rappresentanza comunale", n. 2; 2. ACBos., 1.2 "Comune di Bosentino (ordinamento italiano)", 3 "Carteggio ed atti ordinati per annata", n. 1: "...Congregazione di carità", 1924 - 1926 (con un doc. del 1922); 3. Ibidem; 4. Ibidem; 5. ACBos., A2 "Congregazione di carità di Bosentino", 1 " Deliberazioni, carteggio, atti e contabilità", n. 2; 6. ACviv., Comune di Vigolo Vattaro, A3 "Congregazione di carità", 1. "Deliberazioni del Comitato dei patroni", n. 2, 1915 marzo 12 - 1930 marzo 16
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fondo A2 Congregazione di carità di Bosentino, 1925 - 1928 {878}
1 busta; metri lineari 0.1
Soggetti produttori Congregazione di carità di Bosentino, 1923 maggio 16 - 1929 aprile 7
Modalità di acquisizione e versamento Lo stretto rapporto col comune sul piano dello stesso funzionamento materiale ha fatto sì che la documentazione sia sempre stata conservata presso l'archivio comunale del quale costituisce un archivio aggregato.
Contenuto L'archivio della Congregazione di carità di Bosentino comprende materiale solo a partire dal 1925 fino al 1928.
È aggregato di: Fondo Comune di Bosentino
Criteri di ordinamento e inventariazione Al momento del riordino il materiale è stato rinvenuto, in parte, frammisto alla documentazione dell'E.C.A. di Bosentino e in parte, insieme ad altra documentazione, nell'archivio comunale di Vigolo Vattaro; esso comprendeva carteggio, atti e contabilità conservati insieme, in fascicoli annuali. Si è provveduto al riordino rispettando l'impianto originario, mantenendo cioè in un'unica serie i verbali di deliberazione del consiglio di amministrazione, il carteggio ed atti e infine i registri e i documenti giustificativi contabili dal 1925 al 1928.
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serie A2.1 Deliberazioni, carteggio, atti e contabilità, 1925 - 1928 {879}
Contenuto La serie comprende l'esigua documentazione della Congregazione di carità di Bosentino dal 1925 al 1928, composta da varie tipologie documentarie organizzate dagli uffici per annualità, verosilmilmente a causa della non rilevante entità delle carte.
A2.1-1 {880}
Deliberazioni, carteggio, atti e contabilità
1925 - "Inventario di tutti i titolo ed atti che si riferiscono al patrimonio..."
Fascicolo Num. un. progr. 4
A2.1-2 {881}
Deliberazioni, carteggio, atti e contabilità
1926 - Verbali di deliberazione del Consiglio d'amministrazione: nn. 1-3, 1926 ottobre 30 - 1927 aprile 18; - mandato di pagamento, n. 4 Fascicolo Num. un. progr. 4
A2.1-3 {882}
Deliberazioni, carteggio, atti e contabilità
1927 - Deliberazioni del Comitato di amministrazione, n. 518: "Concentramento nella Congregazione di carità della Fondazione del Legato Bortolazzi di Bosentino" e della Fondazione Andreatta Domenico, 1927 aprile 18, con documenti in copia a partire dal 1905;
n. 521: "Approvazione dello statuto...", 1927 aprile 18; - mandati di pagamento, nn. 1-24 Fascicolo Num. un. progr. 4
A2.1-4 {883}
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Deliberazioni, carteggio, atti e contabilità
1928 - Mandati di pagamento, nn. 1-11 Fascicolo Num. un. progr. 4
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Ente
Ente comunale di assistenza di Bosentino {884}
1947 agosto 30 - 1993 luglio 1
Luoghi Bosentino
Archivi prodotti Fondo Ente comunale di assistenza (ECA) di Bosentino, 01/01/1947 - 31/12/1991
Storia Gli enti comunali di assistenza (E.C.A.) furono istituiti con la legge 3 giugno 1937, n. 847, entrata in vigore il 1° luglio 1937, in ogni comune del Regno, in sostituzione delle congregazioni di carità che contestualmente venivano soppresse. Per quanto riguarda il Trentino, una circolare emessa dalla Regia Prefettura della Provincia di Trento il 28 giugno 1937 precisava che, a partire dal 1° luglio 1937, data di entrata in vigore della legge n. 847 e dunque del passaggio di competenze tra la congregazione di carità e l'ente comunale di assistenza, quest'ultimo sarebbe stato affidato ad "un'amministrazione straordinaria rappresentata, in tutti i Comuni, da una Commissione presieduta dal Podestà e composta da un Delegato del Segretario del Fascio e dalla Segretaria del Fascio Femminile"; tutto ciò "in attesa della costituzione dell'amministrazione ordinaria". Il R.D.L. datato 14 aprile 1944, n. 125, entrato in vigore il 7 giugno 1944, modificava la legge del 1937 in merito alla nomina e alla composizione dei comitati di amministrazione. Tale modifica si era resa necessaria anche in seguito all'emanazione del R.D.L. 2 agosto 1943, n. 704, che sanciva la soppressione del Partito Nazionale Fascista: infatti, come detto, in precedenza i comitati di amministrazione erano composti dal podestà e da esponenti locali del Fascio. La legge regionale 25 febbraio 1982, n. 2, dettava le norme per lo scioglimento degli E.C.A., con effetto dal 1° gennaio 1983. Spettava dunque alle province autonome di Trento e Bolzano, ai sensi degli articoli 8 e 18 dello statuto speciale di autonomia (D.P.R. 31 agosto 1972, n. 670), disciplinare con proprie leggi l'assunzione delle funzioni degli E.C.A. da parte dei comuni, singoli o associati. La legge n. 2 prevedeva altresì, all’art. 5, che, qualora le province non avessero provveduto a emanare le leggi per il passaggio delle funzioni degli E.C.A. entro la data prevista, i comitati di amministrazione in carica avrebbero dovuto continuare a espletare tali funzioni con i beni e il personale già in dotazione all’ente. Con la legge provinciale 12 luglio 1991, n. 14, che disciplinava l'organizzazione dei servizi socio-assistenziali in provincia di Trento, veniva stabilito (art. 10) che le funzioni già esercitate dagli enti comunali di assistenza fossero delegate ai comuni e che per i comuni con popolazione inferiore ai 20.000 abitanti l'esercizio di tali funzioni avvenisse in forma associata da parte del comprensorio di appartenenza. Per quanto riguardava l'indirizzo, il coordinamento, la programmazione e l'attuazione dell'assistenza, tutte le funzioni venivano delegate alla Giunta provinciale. Ciononostante i comitati E.C.A. del Trentino-Alto Adige hanno continuato ad operare in qualità di commissari straordinari; l'effettivo passaggio di competenze ai comuni (Trento e Rovereto) e ai comprensori, nel caso di comuni
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con meno di 20.000 abitanti, è avvenuto a partire dal 1° luglio 1993, come previsto dalla circolare emanata dall’Assessorato alla Sanità e alle Attività sociali della Provincia autonoma di Trento in data 23 giugno 1993, prot. n. 520/ASS.52-RG/AGC/pm. Il 18 giugno 1993 la Giunta provinciale aveva provveduto a nominare, con propria deliberazione, i commissari liquidatori per tutti gli enti comunali di assistenza della provincia, con il compito di verificare lo stato di attuazione della legge regionale n. 2/1982 e di provvedere a tutti gli altri adempimenti necessari alla liquidazione.
In ottemperanza al decreto legge 14 aprile 1944, n. 125, istitutivo dei nuovi comitati amministrativi degli enti comunali di assistenza, e alla circolare prefettizia n. 35009/II B del 10 settembre 1947, dopo la ricostituzione in comune autonomo di Bosentino, la Giunta municipale dello stesso comune nominava, il 30 agosto 1947, il Comitato per l'amministrazione dell'Ente comunale di assistenza. Tale data costituisce la prima attestazione di esistenza dell'ente (1). L'ultima data è quella istituzionale.
Condizione giuridica L'ente comunale di assistenza era un ente autarchico istituzionale. La legge 3 giugno 1937, n. 847, entrata in vigore il 1° luglio 1937, sopprimeva le congregazioni di carità e istituiva in ogni comune del regno gli enti comunali di assistenza, demandando loro tutte le attribuzioni già assegnate dalle leggi allora vigenti alle congregazioni di carità. Ciononostante, restava in vigore la legge 17 luglio 1890, n. 6972 ("legge Crispi"), con le modificazioni successive (R.D. 30 dicembre 1923, n. 2841; legge 17 giugno 1926, n. 1187). Con il R.D.L. 14 aprile 1944, n. 125, entrato in vigore il 7 giugno 1944, che modificava l’art. 2 della legge del 1937, si dettavano nuove norme sulla nomina e sulla composizione dei comitati di amministrazione degli E.C.A.: questi sarebbero stati composti, da allora in poi, da cinque membri nei comuni con popolazione inferiore ai 5.000 abitanti, da nove membri nei comuni con popolazione inferiore ai 50.000 abitanti e da tredici negli altri. Il comitato sarebbe stato nominato dalla giunta comunale (in seguito dal consiglio) con propria deliberazione, soggetta poi all'approvazione del prefetto, e sarebbe durato in carica quattro anni. Il presidente sarebbe stato eletto dal comitato fra i suoi membri durante la prima riunione. Il nuovo decreto fu emanato anche in seguito alla soppressione del partito Nazionale Fascista, avvenuta con R.D.L. 2 agosto 1943, n. 704: questo fatto aveva reso ovviamente necessaria la ridefinizione dei comitati di amministrazione degli E.C.A., in precedenza composti dal podestà e da esponenti locali del Fascio. Con il D.P.R. 19 agosto 1954, n. 968, riguardante il decentramento dei servizi del Ministero dell'Interno, veniva sostituito l'art. 3 del R.D. 30 dicembre 1923, n. 2841: le istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza venivano divise in due classi. Appartenevano alla prima classe quelle che esercitavano l'assistenza e la beneficenza a favore dei poveri esistenti nel territorio di tutta la Repubblica e quelle che avevano un'entrata annua ordinaria effettiva superiore ai 30 milioni di lire. Tutte le altre appartenevano alla seconda classe (art. 11).
Gli enti comunali di assistenza venivano soppressi con D.P.R. 24 luglio 1977, n. 616. L'art. 25 prevedeva quanto segue: "Le attribuzioni degli enti comunali di assistenza, nonchè i rapporti patrimoniali ed il personale, sono trasferiti ai rispettivi comuni entro e non oltre il 30 giugno 1978. Le regioni con proprie leggi determinano le norme sul passaggio
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del personale, dei beni e delle funzioni dei disciolti enti comunali di assistenza ai comuni, nel rispetto dei diritti acquisiti dal personale dipendente. Fino all'entrata in vigore della legge di riforma della finanza locale, la gestione finanziaria delle attività di assistenza attribuite ai comuni viene contabilizzata separatamente e i beni degli ECA-Enti comunali di assistenza e delle I.P.A.B. di cui al presente articolo conservano la destinazione di servizi di assistenza sociale anche nel caso di loro trasformazione patrimoniale". La legge 25 febbraio 1982, n. 2, della regione Trentino - Alto Adige, cui era demandato di legiferare in materia, recepiva in sostanza quanto previsto dalla normativa nazionale e dettava le norme sullo scioglimento degli enti comunali di assistenza a decorrere dal 1° gennaio 1983. All'art. 5 si stabiliva tuttavia che i comitati di amministrazione dovevano continuare a gestire le funzioni loro assegnate fino all'emanazione, da parte delle province autonome di Trento e di Bolzano, cui la materia competeva, delle norme relative al passaggio delle funzioni che erano state degli E.C.A. In provincia di Trento la materia socio-assistenziale veniva completamente ridefinita con la legge provinciale 12 luglio 1991, n. 14: in essa si delegava ai comuni con popolazione superiore ai 20.000 abitanti oppure ai comprensori, per i comuni con popolazione inferiore ai 20.000 abitanti, l'esercizio delle funzioni precedentemente espletate dagli E.C.A. Infine, una circolare emanata dall'Assessorato alla Sanità e alle Attività sociali della Provincia autonoma di Trento, in data 23 giugno 1993 (prot. n. 520/ASS.52-RG/AGC/pm), comunicava nuove disposizioni per lo scioglimento definitivo degli E.C.A. a partire dal 1° luglio 1993. Nella circolare era specificato che i comuni di Trento e Rovereto e, per il restante territorio provinciale, i comprensori sarebbero divenuti i nuovi enti gestori dei servizi socio-assistenziali.
Funzioni, occupazioni e attività La legge 3 giugno 1937, n. 847, disponeva l'istituzione, in ogni comune, dell'ente comunale di assistenza con "lo scopo di assistere gl'individui e le famiglie che si trovino in condizioni di particolare necessità" (art. 1). L'intento della legge era quello di perfezionare il sistema assistenziale nella sua organizzazione periferica: per questo regolava la costituzione e il funzionamento dei nuovi enti, ne adeguava la denominazione alla moderna concezione di soccorso agli indigenti e uniformava le modalità di erogazione dell'attività assistenziale in tutti i comuni. Come si deduce dagli articoli 7 e 8 della legge del 1937, l'assistenza cui erano destinati gli E.C.A. era quella "generica", la quale si concretizzava in soccorsi o prestazioni immediate e temporanee (ad esempio piccoli sussidi, razioni di vitto, ricovero notturno ecc.). La stessa legge (art. 5) aveva soppresso in ogni comune la congregazione di carità ed aveva affidato all'ente comunale di assistenza "tutte le attribuzioni ... assegnate dalle leggi ... alla Congregazione di Carità, intendendosi sostituto in qualsiasi disposizione legislativa e regolamentare ed in qualsiasi convenzione l'Ente comunale di assistenza alla Congregazione di Carità". Pertanto (art. 6) "con la entrata in vigore della ... legge, sono di diritto trasferiti ad ogni Ente comunale di assistenza il patrimonio della Congregazione di Carità del rispettivo comune; le attività a questa spettanti per qualsiasi titolo; e l'amministrazione delle istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza ad essa affidate". L'art. 7 della medesima legge n. 847 disponeva la fusione "con l'Ente comunale di assistenza delle istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza e delle altre opere esistenti nel comune che abbiano lo stesso fine", affinché provvedessero "all'assistenza generica immediata e temporanea, con soccorsi in denaro o in natura o con prestazioni". Dalla fusione erano escluse perciò le istituzioni aventi scopi differenti: infatti l'art. 8 della legge prevedeva
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la separazione dagli enti comunali di assistenza delle istituzioni già amministrate dalla congregazione di carità aventi fini diversi dall'assistenza generica, immediata e temporanea, come ospedali, orfanotrofi, ricoveri di vecchi e inabili ecc.
Fra le attribuzioni e le facoltà trasferite al nuovo ente "ope legis" prevalevano quelle già esercitate dalle congregazioni di carità in forza degli art. 3, 4, 7 e 8 della legge 17 luglio 1890, n. 6972. Dall’applicazione dell’ art. 3 della succitata legge, deriva che l'E.C.A., così come la preesistente congregazione di carità, aveva capacità di acquistare e possedere beni e di ricevere lasciti e donazioni; ad esso erano devolute le disposizioni a favore dei poveri espresse genericamente. In particolare se si trattava di beni di scarsa entità patrimoniale destinati a scopo di beneficenza generica, non era necessaria l'erezione in ente morale del lascito, ma era sufficiente, dopo che il prefetto ne avesse autorizzata l'accettazione, inserire le norme per l'erogazione delle rendite nello statuto organico dell'E.C.A. Qualora invece il lascito avesse avuto un'importante consistenza economica ed uno scopo particolarmente distinto dai fini generici dell'ente di assistenza, poteva essere eretto un ente morale, per dare ad esso una personalità propria e distinta. In base all'art. 4 della stessa legge del 1890, l'E.C.A. poteva amministrare, per renderne più semplice ed economica la gestione, un ente autonomo, senza che questo perdesse la sua personalità giuridica, né i suoi fini, né il suo patrimonio. A tal fine l'E.C.A. doveva tenere distinte, redigendo un bilancio separato, le rendite del proprio patrimonio da quelle delle istituzioni amministrate, che dovevano essere utilizzate esclusivamente per i fini previsti dai loro statuti. L’art. 7 della succitata legge, prevedeva che la congregazione di carità, e quindi, dopo l’entrata in vigore della legge n. 847/1937, l’ente comunale di assistenza, dovesse curare gli interessi dei poveri del comune e assumerne la rappresentanza legale dinnanzi all'autorità amministrativa e giudiziaria; l’art. 8 stabiliva inoltre che dovesse occuparsi dei provvedimenti amministrativi e giudiziari di assistenza e tutela legale degli orfani, dei minorenni abbandonati, dei ciechi e dei sordomuti poveri, e che dovesse assumere provvisoriamente la loro cura, nei casi di urgenza, con la prestazione di soccorsi immediati. Poiché dunque l'E.C.A. era il centro intorno al quale si svolgeva l'organizzazione pubblica di assistenza nel comune, esso doveva essere costituito in ogni comune, anche qualora non vi fosse patrimonio da amministrare, perché avrebbe dovuto, in ogni caso, provvedere all'erogazione dei fondi che il Ministero dell'Interno assegnava tramite le prefetture, per l'espletamento delle funzioni assistenziali. Per quanto concerne gli scopi assistenziali, l'E.C.A. aveva il compito di intervenire nei casi di bisogni urgenti, dipendenti da circostanze transitorie, nelle quali era necessaria la pronta somministrazione di soccorsi in denaro o in natura o di prestazioni personali o di altre immediate e improrogabili forme assistenziali, in attesa che gli enti e gli altri organi competenti intervenissero con le più appropriate forme di assistenza sociale o che comunque terminasse lo stato di disagio che aveva determinato il ricorso all'assistenza. L'E.C.A. non faceva beneficenza, ma attività di assistenza sociale, intesa a sottrarre da momentanee difficoltà gli individui che, per ragioni di età o di salute, fossero inabili al lavoro o comunque non lo trovassero e non potessero usufruire dell'assistenza sindacale, né delle assicurazioni sociali. La legge del 1937 non richiedeva, per l'intervento assistenziale, lo stato di povertà. Successivamente, con l'art. 15 del decreto legislativo luogotenenziale 22 marzo 1945, n. 173, che istituiva i comitati provinciali di assistenza e beneficenza pubblici, si stabilì che dovesse essere istituito in ogni comune, a cura dell'E.C.A., un elenco delle persone ivi dimoranti assistite o bisognose di assistenza in quanto colpite da uno stato di povertà o di bisogno. Sulla base dell'iscrizione in detto elenco veniva rilasciato agli interessati,
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d'ufficio o su richiesta, un libretto di assistenza nel quale erano annotate le singole prestazioni. Era obbligo degli E.C.A. di esigere, da coloro che richiedevano l'assistenza, il possesso del libretto e di annotarvi i procedimenti adottati. Gli enti comunali di assistenza provvedevano all'espletamento delle loro funzioni utilizzando le rendite del loro patrimonio e di quello delle istituzioni amministrate (a meno che non fossero destinate a particolari scopi istituzionali), le elargizioni delle province, dei comuni e di altri enti pubblici e privati e le somme derivanti dai proventi dell'addizionale istituita con R.D.L. 30 dicembre 1936, n. 2171 (art. 4 della legge n. 847/1937). Tale addizionale si applicava, nella misura di un centesimo per ogni lira di imposta, sull'imposta di ricchezza mobile e sulle imposte di registro, di successione, di manomorta e ipotecarie. In seguito l'addizionale fu elevata a due centesimi per ogni lira con R.D.L. 30 novembre 1937, n. 2145, e poi a cinque con il decreto legislativo luogotenenziale 18 febbraio 1946, n. 100 (art. 7). Tuttavia con quest’ultimo decreto si stabilì anche che i tre quinti del provento fossero devoluti a favore delle province, non agli E.C.A. (art. 7, comma 2). Per di più agli E.C.A. non era destinato tutto il 2% del ricavato dell'addizionale, ma soltanto la parte stabilita con la legge di bilancio. La somma relativa veniva così ripartita tra le province e messa a disposizione dei prefetti; essi a loro volta la ripartivano fra gli enti comunali di assistenza della provincia. Con il D.P.R. 19 agosto 1954, n. 968, riguardante il decentramento dei servizi del Ministero dell'Interno, veniva stabilito (art. 17): "i quattro quinti dei fondi stanziati annualmente sia nella parte ordinaria che in quella straordinaria del bilancio del Ministero dell'Interno per l'integrazione dei bilanci degli enti comunali di assistenza, ai sensi della legge 3 giugno 1937, n. 847, della legge 8 aprile 1940, n. 377, e del decreto legislativo 22 marzo 1945, n. 173, vengono dal Ministero ripartiti nei primi due mesi dell'esercizio finanziario, tra le province, affinché i prefetti li distribuiscano fra gli enti comunali di assistenza. Il residuo quinto resta a disposizione del Ministero per fronteggiare successive esigenze inerenti all'integrazione dei bilanci degli enti predetti". Il Ministero dell'interno, dal 1950, forniva inoltre agli E.C.A. le somme per la concessione agli assistiti della maggiorazione sul trattamento assistenziale istituita con legge 30 novembre 1950, n. 997. Un'altra fonte di integrazione finanziaria era costituita dai contributi assegnati agli E.C.A. attingendo al “Fondo nazionale di soccorso invernale”, istituito con la legge 3 novembre 1954, n. 1042, e gestito dal Ministero dell'interno.
L'E.C.A. di Bosentino ricalca nelle sue funzioni gli elementi sopradescritti.
Struttura amministrativa L'art. 2 della legge 3 giugno 1937, n. 847, prevedeva che l'E.C.A. fosse amministrato da un comitato presieduto dal podestà e cui facevano parte un rappresentante del fascio di combattimento, designato dal segretario del fascio; la segretaria del fascio femminile; rappresentanti delle associazioni sindacali, in numero di quattro nei comuni con popolazione non superiore ai 20.000 abitanti; di sei nei comuni con popolazione superiore ai 20.000 e fino a 100.000 abitanti; di otto nei comuni con più di 100.000 abitanti. Detti rappresentanti erano nominati dal prefetto, su terne proposte dalle associazioni sindacali legalmente riconosciute, nella cui giurisdizione era compreso il comune per il quale la proposta veniva fatta; dovevano appartenere, per esercizio di attività produttiva, al comune stesso; duravano in carica quattro anni, e potevano sempre essere confermati. Il R.D.L. datato 14 aprile 1944, n.125, entrato in vigore dal 7 giugno 1944, modificava la legge del 1937: l'E.C.A. aveva un Comitato per l'Amministrazione composto di cinque membri nei comuni con popolazione inferiore ai 5000 abitanti,
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di nove nei comuni con una popolazione inferiore ai 50.000 abitanti, di tredici negli altri. I membri del Comitato erano nominati a votazione segreta con deliberazione della Giunta municipale (solo in seguito al D.L.L. 7 gennaio 1946, n.1 e alla L. 9 giugno 1947, n. 530 l'elezione spettava al Consiglio). La votazione era approvata dal Prefetto; i membri duravano in carica quattro anni e avevano mansioni gratuite. Il Comitato nominava il presidente tra i suoi membri nella prima riunione. Non potevano essere nominati membri del Comitato per l'amministrazione dell'E.C.A. coloro che, a norma dell'art. 7 del R.D.L. 4 aprile 1944, n. 111, non potevano essere nominati assessori municipali ad eccezione degli ecclesiastici e dei ministri di culto. L'elezione del Comitato era libera: ogni consigliere poteva votare tanti nomi quanti erano i membri da eleggere; oppure si poteva procedere a successive elezioni singole, votando ogni volta un solo nome; in entrambi i casi erano eletti coloro che conseguivano la maggioranza assoluta dei voti; a parità di voti era eletto il più anziano d'età. Dopo due votazioni libere, si procedeva al ballottaggio (art.6 del Regolamento 5 febbraio 1891, n. 99): si poteva cioè votare solo per uno dei due nomi che nella precedente elezione avevano riportato il maggior numero di voti. Le adunanze del Comitato amministratore erano ordinarie e straordinarie. Le prime avevano luogo in maggio e in settembre, o nelle epoche stabilite dalla legge del 3 giugno 1937, n. 837 per l'esame del conto consuntivo; per l'approvazione del bilancio preventivo e delle eventuali variazioni del medesimo; le altre, straordinarie, erano convocate ogniqualvolta ci fosse un'urgente necessità, sia per invito del Presidente, sia per domanda scritta e motivata di almeno due dei componenti il Comitato stesso, sia per invito dell'autorità governativa. Il Comitato amministratore dell'E.C.A. esercitava tutte le attribuzioni relative alla gestione dell'ente ed alla sua attività assistenziale e deliberava, collegialmente, su tutti gli affari che interessavano l'istituzione stessa. In particolare spettava al Comitato: deliberare entro settembre il bilancio di previsione, ed entro maggio il conto proprio e quello delle istituzioni che amministrava; predisporre il preventivo programma assistenziale per il periodo 1° luglio - 30 giugno dell'anno successivo, da sottoporre all'approvazione del Prefetto; prendere le deliberazioni per stare in giudizio; deliberare sull'affrancazione dei legati, censi, livelli, oneri ed altre prestazioni perpetue redimibili di ogni natura, che derivassero da obbligazioni civili accertate; promuovere l'autorizzazione per l'accettazione di eredità, di lasciti e di doni, per il riconoscimento legale di nuove fondazioni di beneficenza, sostituendosi, se necessario, agli amministratori ed esecutori testamentari che non potevano o non volevano compiere gli atti necessari, e fare gli atti conservativi occorrenti; proporre gli statuti e formulare i regolamenti di amministrazione e servizio interno; nominare, sospendere e licenziare gli impiegati e i salariati; provvedere al servizio di esazione e di tesoreria; nominare persone e comitati per l'attuazione dell'assistenza e accertamenti necessari; promuovere le riforme nell'amministrazione e le mutazioni del fine delle locali istituzioni di assistenza e beneficenza; deliberare su tutti gli atti che riguardavano l'amministrazione del patrimonio, l'uso delle rendite e l'interesse dell'istituzione rappresentata; promuovere, in relazione alle esigenze locali, le opportune iniziative per il coordinamento dell'azione propria dell'ente con quella perseguita, in forza delle disposizioni statutarie o fondazionali, dalle altre istituzioni a carattere generico o specifico del luogo. Il Presidente e i membri del Comitato non potevano percepire assegni o remunerazioni per il loro operato all'interno dell'ente. Il Presidente del Comitato amministratore rappresentava l'ente; predisponeva gli atti deliberativi; organizzava, in collaborazione con il Comitato, l'attività assistenziale; spediva avvisi per la convocazione del Comitato, presiedendone e dirigendone le adunanze; provvedeva agli affitti e agli appalti autorizzati e alla stipulazione dei contratti relativi; curava la regolare tenuta degli inventari, la conservazione dei titoli e documenti relativi ai beni; procedeva alle ordinarie verifiche di cassa; vigilava che nei tempi stabiliti il tesoriere redigesse il conto; poteva sospendere, per gravi e urgenti
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motivi, gli impiegati e i salariati, riferendo al Comitato adunato in breve tempo; prendeva, in caso d'urgenza, tutti i provvedimenti necessari; aveva facoltà di affidare ai membri del Comitato speciali incarichi per lo svolgimento dell'attività dell'ente.
Il 30 agosto 1947 la Giunta municipale di Bosentino istituiva e nominava le seguenti persone quali membri del comitato d'amministrazione: il curato don Luigi Giongo, l'insegnante Fausta Baruchelli, Giovanni Pasqualini, Fruet Vittorio e Bruno Baruchelli, tutti risultati compatibili secondo quanto previsto dagli artt. 11 e 14 della legge 17.7. 1890, n. 6972, e dall'art. 2 del R. D. 14.4.1944, n. 125.
Contesto generale L'E.C.A., a norma dell'art. 9 della legge istitutiva (L. 3 giugno 1937, n. 847), era sottoposto ad uno speciale controllo, che abbracciava tutta l'attività tecnica dell'ente e che si esercitava mediante l'approvazione del prefetto di una particolareggiata relazione sull'opera assistenziale svolta durante l'anno, sulle erogazioni disposte e sul programma dell'attività da svolgere nell'anno successivo. Lo stesso art. 9 prevedeva che per tutti i rimanenti atti e particolarmente per quanto concerneva la gestione del patrimonio e di tutte le istituzioni amministrate, l’E.C.A. fosse soggetto alle norme che regolavano la vigilanza e la tutela sulle istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza. Per quanto riguarda la tutela, ovvero il controllo esteso al merito sulle deliberazioni degli enti controllati, l’art. 35 della legge 17 luglio 1890, n. 6972, prevedeva che questa competesse alla giunta provinciale amministrativa, organo collegiale dell’amministrazione periferica dello Stato dipendente, naturalmente, dal Ministero dell’Interno. Lo stesso articolo di legge disponeva che fossero soggetti all'approvazione della giunta provinciale amministrativa: i bilanci preventivi; il conto consuntivo degli amministratori ed i conti dei tesorieri ed esattori; i contratti di acquisto e di alienazione di beni immobili e l'accettazione e il rifiuto di lasciti o doni, salve le disposizioni della legge del 5 giugno 1850, relative alla capacità di acquistare dei corpi morali; le locazioni e conduzioni per un termine maggiore di nove anni; le deliberazioni che comportassero trasformazione o diminuzione di patrimonio; le deliberazioni che stabilissero o modificassero le piante organiche degli impiegati, i collocamenti a riposo con pensione e le liquidazioni delle pensioni; le deliberazioni relative al servizio di esazione o di tesoreria ed alle cauzioni degli esattori o dei tesorieri; le deliberazioni per stare in giudizio, fatta eccezione per i provvedimenti da assumere in casi di urgenza e salvo in questi casi l'obbligo di chiedere immediatamente l'approvazione. Per quanto riguarda la vigilanza, già la legge del 1890 prevedeva l'azione popolare a tutela dell'integrità del patrimonio degli indigenti e, all’art. 44, affidava al Ministro dell'Interno un potere di “alta sorveglianza” sulla pubblica beneficenza. In seguito, con la riforma effettuata con R.D. 30 dicembre 1923, n. 2841, veniva riconosciuto allo stesso Ministro il diritto di intervenire in tutti i giudizi della pubblica beneficenza (art. 9). Questo diritto fu poi attribuito al prefetto, ai sensi del D.P.R. 19 agosto 1954, n. 968 (art. 14), come conseguenza del decentramento dei servizi del Ministero dell'Interno. L'E.C.A. doveva far approvare le deliberazioni dell'elezione dei membri del suo comitato dal prefetto fino al 1944, come risulta dal sistema di controllo vigente fino a quella data (il prefetto cioè esercitava sulle deliberazioni comunali un controllo pieno, di merito e di approvazione); in seguito all’emanazione della legge 9 giugno 1947, n. 530, il prefetto esercitava solo un controllo di legittimità sulla deliberazione consiliare (art. 3).
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Con decreto legislativo luogotenenziale 22 marzo 1945, n. 173, venivano istituiti i Comitati provinciali di assistenza e beneficenza pubblici: oltre ad altri compiti specifici, essi dovevano vigilare sulla gestione degli Enti comunali di assistenza e delle istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza poste sotto la disciplina della legge 17 luglio 1890, n. 6972, e successive modificazioni, affinché l'erogazione della beneficenza si compisse secondo le norme legislative e regolamentari in vigore (art. 3). Inoltre, all'art. 14, si disponeva quanto segue: "per l'esplicazione dell'attività di sua competenza, il Comitato provinciale si vale della collaborazione dell'Ente comunale di assistenza. Spetta a questo di promuovere l'intervento del Comitato provinciale, quando lo ritenga necessario e, nei casi di assoluta urgenza, di adottare i provvedimenti necessari e indilazionabili nell'interesse dei bisognosi, con obbligo di riferirne subito al Comitato stesso".
L'Ente comunale di Bosentino era soggetto alla tutela della Prefettura di Trento (1947-1948) e poi della Giunta provinciale di Trento (1949-1993); inoltre manteneva contatti con il Commissariato del Governo, con il Servizio alle attività socio-assistenziali della Provincia Autonoma di Trento e con la Regione Trentino - Alto Adige, con il comune di Bosentino, con le Unità sanitarie locali e con privati.
Fonti normative Legge 3 giugno 1937, n. 847, "Istituzione in ogni comune del regno dell'Ente comunale di assistenza"
Circolare 28 giugno 1937, n. 23420 II - B, della r. Prefettura della Provincia di Trento, "Ente comunale di assistenza"
Regio decreto 19 dicembre 1940, n. 2023, "Aggiunte all'art. 56 del regolamento di contabilità per le istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza, approvato con R.D. 5 febbraio 1891, n. 99".
Regio decreto legge 2 agosto 1943, n. 704, Soppressione del Partito nazionale fascista
Regio decreto legge 14 aprile 1944, n. 125, "Modifica dell'art. 2 della legge 3 giugno 1937, n. 847, sull'istituzione degli Enti comunali di assistenza"
Decreto legislativo luogotenenziale 18 gennaio 1945, n. 48, "Nuove norme per la modificazione delle piante organiche del personale degli Enti locali"
Decreto legislativo luogotenenziale 22 marzo 1945, n. 173, "Istituzione di Comitati provinciali di assistenza e beneficenza pubblica"
Decreto legge 21 aprile 1948, n. 1372, "Provvedimenti in materia di conti consuntivi delle Amministrazioni provinciali, comunali e delle Istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza e disposizioni per il pagamento di titoli di spesa emessi dalle Amministrazioni provinciali, comunali e consorziali"
Legge 24 novembre 1948, n. 1437, "Proroga al 30 giugno 1949 del decreto legislativo 26 gennaio 1948, n. 90, concernente modalità di pagamento delle integrazioni dei bilanci degli Enti Comunali di Assistenza,
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delle indennità di caropane e delle spese per il servizio razionamento consumi"
Legge 3 agosto 1949, n. 589, "Provvedimenti per agevolare l'esecuzione di opere pubbliche di interesse degli Enti locali"
Legge 30 luglio 1951, n. 961, "Ratifica, con modificazioni, del D.L. 21 aprile 1948, n. 1372, concernente provvedimenti in materia di conti consuntivi delle Amministrazioni provinciali, comunali e delle Istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza e disposizioni per il pagamento di titoli di spesa emessi dalle Amministrazioni provinciali, comunali e consorziali"
Legge 7 aprile 1954, n. 142, "Provvedimenti in materia di conti consuntivi delle Amministrazioni provinciali, comunali e delle Istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza e per il pagamento di titoli di spesa emessi dalle Amministrazioni provinciali, comunali e consorziali"
Legge 11 marzo 1958, n. 209, "Conti consuntivi delle Amministrazioni provinciali, comunali e delle Istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza e disposizioni per il pagamento di titoli di spesa emessi dalle Amministrazioni provinciali, comunali e consorziali"
Decreto del Presidente della Repubblica 26 gennaio 1959, n. 97, Norme di attuazione dello Statuto speciale per la regione Trentino Alto Adige in materia di istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza
Legge 30 gennaio 1963, n. 70, "Norme sulle anticipazioni da parte dello Stato delle rette di spedalità dovute dai Comuni agli ospedali e cliniche universitarie"
Decreto del Presidente della Repubblica 1 febbraio 1973, n. 49, "Norme di attuazione dello statuto speciale del Trentino-Alto Adige e delle Province di Trento e Bolzano e funzioni regionali"
Legge provinciale 1 settembre 1980, n. 30, "Norme concernenti l'esercizio di funzioni già svolte da enti pubblici a carattere nazionale operanti in materia assistenziale"
Decreto del Presidente della Repubblica 24 marzo 1981, n. 215, "Norme di attuazione dello statuto speciale per il Trentino-Alto Adige concernenti modifiche al D.P.R. 28 marzo 1975, n. 469: assistenza e beneficenza pubblica".
Decreto del Presidente della Repubblica 24 marzo 1981, n. 215, "Norme di attuazione dello statuto speciale per il Trentino-Alto Adige concernenti modifiche al D.P.R. 28 marzo 1975, n. 469: assistenza e beneficenza pubblica".
Legge regionale 25 febbraio 1982, n. 2, "Norme sullo scioglimento degli enti comunali di assistenza"
Legge regionale 11 giugno 1987, n. 6, "Norme per il rinnovo dei comitati amministrativi degli enti comunali di assistenza"
Legge provinciale 12 luglio 1991, n. 14, "Ordinamento dei servizi socio-assistenziali in provincia di Trento"
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Fonti archivistiche e bibliografia Fonti d’archivio ACBos., A3. "Ente comunale di assistenza (ECA) di Bosentino", 1947-1991 Bibliografia GUASTALLA A., (a cura di), Profilo storico-istituzionale dell'Ente comunale di assistenza. Modello di descrizione organizzato secondo le norme ISAAR (CPF). Provincia autonoma di Trento - Servizio beni librari e archivistici, Trento, 1999 (dattiloscritto)
Note 1. 1.ACBos., 1.3 "Comune di Bosentino (ordinamento italiano)", 3 "Deliberazioni della Giunta comunale (originali)", n. 1: deliberazione n. 2, 1947 agosto 30
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fondo Ente comunale di assistenza (ECA) di Bosentino, 1947 - 1991 {885}
18 buste; metri lineari 1.8
Soggetti produttori Ente comunale di assistenza di Bosentino, 1947 agosto 30 - 1993 luglio 1
Modalità di acquisizione e versamento Lo stretto rapporto esistente fra il comune e l'Ente comunale assistenza dal punto di vista del funzionamento e della gestione (condivisione della sede e del personale) e le strette interrelazioni sul piano delle competenze svolte dai due enti, hanno fatto sì che la documentazione fosse da sempre conservata presso l'archivio comunale, del quale pertanto l'archivio dell'ECA costituisce un fondo aggregato.
Contenuto L'archivio dell'Ente comunale di assistenza comprende documentazione dal 1947 al 1991, in buono stato di conservazione.
È aggregato di: Fondo Comune di Bosentino
Criteri di ordinamento e inventariazione La documentazione al momento del riordino si presentava raccolta in buste o pacchi con qualche registro sciolto (registro delle deliberazioni del comitato d’amministrazione, bilanci di previsione); parte del carteggio e della contabilità (bilanci, conti, verbali di chiusura, mastri, e documenti giustificativi) erano conservati insieme per annata. Con il presente lavoro sono state riordinate le carte nel rispetto dell'impianto originario. E' da rilevare la presenza di una serie composita, riscontrata generalmente negli archivi degli ECA, contenente deliberazioni, carteggio ed atti, registri ed atti contabili organizzati per annata invece che ripartiti in serie secondo le rispettive tipologie; il fatto è certamente riconducibile alla ridotta entità delle carte prodotte annualmente. Le illustrazioni specifiche delle caratteristiche della serie è state riportata nella relativa introduzione.
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serie A3.1 Deliberazioni, carteggio, atti e contabilità, 1947 - 1991 {886}
Contenuto La serie è composta da varie tipologie documentarie (deliberazioni, carteggio ed atti, registri e documenti contabili) organizzate dagli uffici per annualità secondo un uso diffuso presso gli enti comunali di assistenza del Trentino, verosimilmente a causa della non rilevante entità delle carte. La serie comprende documentazione dal 1947 al 1991.
A3.1-1 {887}
Deliberazioni, carteggio, atti e contabilità
1947 - "Registro dei verbali di deliberazione..." del Comitato d'amministrazione, 1947 dicembre 12 - 1954 maggio 21, registro; carteggio ed atti; - bilancio di previsione ed allegati; - conto consuntivo; - reversali di cassa, nn.1 e 3; - mandati di pagamento, nn. 1-2; - documenti giustificativi del conto Fascicolo Num. un. progr. 5
A3.1-2 {888}
Deliberazioni, carteggio, atti e contabilità
1948 - Carteggio ed atti; - bilancio di previsione ed allegati; - conto consuntivo ed allegati; - "Registro generale contabilità. Anno 1948"; - reversali di cassa, art. 3; - mandati di pagamento, artt. 1-12; - documenti giustificativi del conto Fascicolo Num. un. progr. 5
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A3.1-3 {889}
Deliberazioni, carteggio, atti e contabilità
1949 - Verbali di sedute; - carteggio ed atti; si segnala: "Indennità caropane"; - bilancio di previsione ed allegati; - conto consuntivo; - reversali di cassa, artt. 1-3; - mandati di pagamento, artt. 2-11; - documenti giustificativi del conto Fascicolo Num. un. progr. 5
A3.1-4 {890}
Deliberazioni, carteggio, atti e contabilità
1950 - "Ente comunale di assistenza di Bosentino. Brogliaccio delle sedute del comitato", 1950 novembre 19 - 1955 dicembre 22; - bilancio di previsione ed allegati; - conto consuntivo; - giornale e mastro della contabilità; - reversali di cassa, artt. 1-3; - mandati di pagamento, artt. 1-20; - documenti giustificativi del conto Fascicolo Num. un. progr. 5
A3.1-5 {891}
Deliberazioni, carteggio, atti e contabilità
1951 - Bilancio di previsione ed allegati; - allegati al verbale di chiusura; - conto consuntivo ed allegati; - giornale e mastro della contabilità;
- reversali di cassa, art. 3; - mandati di pagamento, artt. 2-9; - documenti giustificativi del conto Fascicolo
312
Num. un. progr. 6
A3.1-6 {892}
Deliberazioni, carteggio, atti e contabilità
1952 - Deliberazioni del Consiglio d'amministrazione, copie, nn. 3-5; - carteggio ed atti; - bilancio di previsione ed allegati; - verbale di chiusura; - conto consuntivo; - giornale e mastro della contabilità; - reversali di cassa, nn. 1-15; - mandati di pagamento, artt. 2-12 Fascicolo Num. un. progr. 6
A3.1-7 {893}
Deliberazioni, carteggio, atti e contabilità
1953 - Deliberazioni del Comitato d'amministrazione - copie, nn. 3-5; - bilancio di previsione ed allegati; - verbale di chiusura; - conto consuntivo ed allegati; - "Registro giornale contabilità. 1953"
- reversali di cassa, nn. 1-4; - mandati di pagamento, artt. 2-9; - documenti giustificativi del conto Fascicolo Num. un. progr. 6
A3.1-8 {894}
Deliberazioni, carteggio, atti e contabilità
1954 - Deliberazioni del Comitato d'amministrazione - originali e copie, nn. 1-5; - carteggio ed atti, si segnala: "Programmi di assistenza", 1947 - 1954; - bilancio di previsione ed allegati; - verbale di chiusura;
313
- conto consuntivo ed allegati; - giornale e mastro della contabilità; - reversali di cassa, artt. 1-5; - mandati di pagamento, artt. 1-10; - documenti giustificativi del conto Fascicolo Num. un. progr. 6
A3.1-9 {895}
Deliberazioni, carteggio, atti e contabilità
1955 - Deliberazioni del Consiglio d'amministrazione - copie, nn. 1-5; - carteggio ed atti; - bilancio di previsione ed allegati; - conto consuntivo ed allegati; - giornale e mastro della contabilità; - residui attivi e reversali di cassa, artt. 1-5; - residui passivi e mandati di pagamento, artt. 1-11; - documenti giustificativi del conto Fascicolo Num. un. progr. 7
A3.1-10 {896}
Deliberazioni, carteggio, atti e contabilità
1956 - Deliberazioni del Consiglio d'amministrazione, nn. 2-3; - carteggio ed atti; - bilancio di previsione ed allegati; - conto consuntivo;
- giornale e mastro della contabilità; - reversali di cassa, artt. 1-4; - mandati di pagamento, artt. 1-8; - documenti giustificativi del conto Fascicolo Num. un. progr. 7
A3.1-11 {897}
314
Deliberazioni, carteggio, atti e contabilità
1957 - Deliberazioni del Consiglio d'amministrazione, nn. 1-14; - carteggio ed atti; - bilancio di previsione ed allegati; - verbale di chiusura; - conto consuntivo; - giornale e mastro della contabilità; - reversali di cassa, artt. 1-5; - mandati di pagamento, artt. 1-8; - documenti giustificativi del conto Fascicolo Num. un. progr. 7
A3.1-12 {898}
Deliberazioni, carteggio, atti e contabilità
1958 - Deliberazioni del Comitato d'amministrazione - copie, nn. 1-5; - carteggio ed atti; - bilancio di previsione ed allegati; - conto consuntivo ed allegati; - "Giornale e mastro della contabilità"; - reversali di cassa, artt. 1-5; - mandati di pagamento, artt. 2-9; - documenti giustificativi del conto Fascicolo Num. un. progr. 8
A3.1-13 {899}
Deliberazioni, carteggio, atti e contabilità
1959 - Deliberazioni del Consiglio d'amministrazione, nn. 1-6; - carteggio ed atti: prospetti di integrazione dei sussidi ai poveri, 1950-1959; - bilancio di previsione; - conto consuntivo;
- giornale e mastro della contabilità; - residui attivi e reversali di cassa, artt. 1-5;
315
- mandati di pagamento, artt. 1-9; - documenti giustificativi del conto Fascicolo Num. un. progr. 8
A3.1-14 {900}
Deliberazioni, carteggio, atti e contabilità
1960 - Deliberazioni del Consiglio d'amministrazione - copie, nn. 1-5; - carteggio ed atti; - bilancio di previsione ed allegati; - verbale di chiusura; - conto consuntivo; - giornale e mastro della contabilità; - reversali di cassa, artt. 1-6; - mandati di pagamento, artt. 1-9; - documenti giustificativi del conto Fascicolo Num. un. progr. 9
A3.1-15 {901}
Deliberazioni, carteggio, atti e contabilità
1961 - Deliberazioni del Comitato d'amministrazione - originali e copie, nn. 1-10;
- bilancio di previsione ed allegati; - verbale di chiusura; - conto consuntivo ed allegati; - "Giornale e mastro della contabilità"; - reversali di cassa, artt. 1-5;
- residui passivi e mandati di pagamento, artt. 1-10; - documenti giustificativi del conto Fascicolo Num. un. progr. 9
A3.1-16 {902}
Deliberazioni, carteggio, atti e contabilità
1962
316
- Deliberazioni del Comitato d'amministrazione - copie; - carteggio ed atti: "Soccorso invernale" disoccupati, 1953 - 1962; - bilancio di previsione ed allegati; - verbale di chiusura; - conto consuntivo ed allegati; - "Giornale e mastro della contabilità ..."; - reversali di cassa, artt. 1-5; - mandati di pagamento, artt. 1-6; - documenti giustificativi del conto Fascicolo Num. un. progr. 10
A3.1-17 {903}
Deliberazioni, carteggio, atti e contabilità
1963 - Deliberazioni del Consiglio d'amministrazione - copie, nn. 2-4; - carteggio ed atti; - bilancio di previsione ed allegati; - verbale di chiusura; - conto consuntivo ed allegati; - giornale e mastro della contabilità; - reversali di cassa, artt. 1-4; - mandati di pagamento, artt. 1-7; - documenti giustificativi del conto Fascicolo Num. un. progr. 10
A3.1-18 {904}
Deliberazioni, carteggio, atti e contabilità
1964 - Deliberazioni del Consiglio d'amministrazione - originali e copie, nn. 1-4; - carteggio ed atti; - bilancio di previsione ed allegati; - verbale di chiusura,
- conto consuntivo ed allegati; - giornale e mastro della contabilità; - residui attivi e reversali di cassa, artt. 1-3;
317
- residui passivi e mandati di pagamento, artt. 1-7; - documenti giustificativi del conto Fascicolo Num. un. progr. 11
A3.1-19 {905}
Deliberazioni, carteggio, atti e contabilità
1965 - Deliberazioni del Consiglio d'amministrazione; - carteggio ed atti; - bilancio di previsione ed allegati; - conto consuntivo ed allegati; - giornale e mastro della contabilità; - reversali di cassa, nn. 1-3; - residui passivi e mandati di pagamento, artt. 1-7; - documenti giustificativi del conto Fascicolo Num. un. progr. 11
A3.1-20 {906}
Deliberazioni, carteggio, atti e contabilità
1966 - Deliberazioni del Consiglio d'amministrazione, copie; - carteggio ed atti; si segnala. "Maggior trattamento assistenziale poveri", 1961-1966;
- bilancio di previsione ed allegati; - verbale di chiusura; - conto consuntivo ed allegati; - giornale e mastro della contabilità; - residui attivi e reversali di cassa, artt. 1-5;
- residui passivi e mandati di pagamento, artt. 1-8; - documenti giustificativi del conto Fascicolo Num. un. progr. 12
A3.1-21 {907}
Deliberazioni, carteggio, atti e contabilità
1967
318
- Deliberazioni del Comitato d'amministrazione - originali e copie, nn. 1-5; - crateggio ed atti; - bilancio di previsione ed allegati; - conto consuntivo ed allegati; - "Mastro 1967"e giornale di cassa; - reversali di cassa, artt. 1-5; - residui passivi e mandati di pagamento, artt. 1-5; - documenti giustificativi del conto Fascicolo Num. un. progr. 12
A3.1-22 {908}
Deliberazioni, carteggio, atti e contabilità
1968 - Deliberazioni del Comitato d'amministrazione, n. 1; - carteggio ed atti; - bilancio di previsione ed allegati; - verbale di chiusura; - conto consuntivo, tabelle di svolgimento; - giornale e mastro della contabilità; - reversali di cassa, nn. 1-15; - mandati di pagamento, nn. 1-39; - documenti giustificativi del conto Fascicolo Num. un. progr. 13
A3.1-23 {909}
Deliberazioni, carteggio, atti e contabilità
1969 - Deliberazioni del Comitato d'amministrazione - copie, nn. 1-2; - carteggio ed atti; si segnala: "Assegno ai vecchi lavoratori" (corrispondenza, circolari, norme, ordini di accredito degli assegni, fascicoli personali dei lavoratori, lett. A-Z), 1962 - 1969; - bilancio di previsione ed allegati; - verbali di chiusura;
- conto consuntivo, allegati e tabelle di svolgimento; - giornale e mastro della contabilità; - reversali di cassa, nn. 1-10;
319
- mandati di pagamento, nn. 1-37; - documenti giustificativi del conto Fascicolo Num. un. progr. 13
A3.1-24 {910}
Deliberazioni, carteggio, atti e contabilità
1970 - Deliberazioni del Comitato d'amministrazione - copie, nn. 1-2; - bilancio di previsione ed allegati; - conto consuntivo, tabelle di svolgimento ed allegati; - "Registro di contabilità ..."; - reversali di cassa, artt. 1-4; - mandati di pagamento, artt. 1-16; - documenti giustificativi del conto Fascicolo Num. un. progr. 14
A3.1-25 {911}
Deliberazioni, carteggio, atti e contabilità
1971 - Deliberazioni del Comitato d'amministrazione - originali e copie, n. 2; - carteggio ed atti; si segnala: "Assegno mensile di assistenza ai mutilati ed invalidi civili ...", 1966 - 1971; - bilancio di previsione ed allegati;
- conto consuntivo, tabelle di svolgimento; - giornale e mastro della contabilità; - reversali di cassa, nn. 1-8; - mandati di pagamento, nn. 1-8; - documenti giustificativi del conto
Fascicolo Num. un. progr. 14
A3.1-26 {912}
Deliberazioni, carteggio, atti e contabilità
1972 - Carteggio ed atti; si segnala: "Legge 27.5.1970, n. 383 assistenza ciechi civili", 1971 - 1972 - bilancio di previsione ed allegati;
320
- conto consuntivo, tabelle di svolgimento ed allegati; - giornale e mastro della contabilità; - reversali di cassa, nn. 1-5; - mandati di pagamento, nn. 1-12 - documenti giustificativi del conto Fascicolo Num. un. progr. 15
A3.1-27 {913}
Deliberazioni, carteggio, atti e contabilità
1973 - Deliberazioni del Consiglio d'amministrazione - originali e copie; - carteggio ed atti; - bilancio di previsione ed allegati; - conto consuntivo, tabelle di svolgimento ed allegati; - giornale e mastro della contabilità; - reversali di cassa, nn. 1-9; - mandati di pagamento, nn. 1-17; - documenti giustificativi del conto Fascicolo Num. un. progr. 15
A3.1-28 {914}
Deliberazioni, carteggio, atti e contabilità
1974 - Deliberazioni del Consiglio d'amministrazione - copie", nn. 2; 12; - carteggio ed atti; - bilancio di previsione ed allegati; - conto consuntivo, tabelle di svolgimento ed allegati;
- giornale e mastro della contabilità; - reversali di cassa, nn. 1-10; - mandati di pagamento, nn. 1-16; - documenti giustificativi del conto Fascicolo Num. un. progr. 16
A3.1-29 {915}
321
Deliberazioni, carteggio, atti e contabilità
1975 - Deliberazioni del Comitato d'amministrazione - copie, nn. 1-5; - carteggio ed atti; si segnala: "Invalidi civili", 1973 - 1975; "Interventi della provincia per il minimo vitale", 1974 - 1975 (con docc. del 1976); - bilancio di previsione ed allegati; - conto consuntivo, tabelle di svolgimento ed allegati; - "Registro generale di cassa ..."; - reversali di cassa, artt. 1-8; - mandati di pagamento, artt. 1-6; - documenti giustificativi del conto Fascicolo Num. un. progr. 16
A3.1-30 {916}
Deliberazioni, carteggio, atti e contabilità
1976 - Deliberazioni del Comitato d'amministrazione - copie, n. 2; carteggio ed atti; si segnala: "Interventi provincia minimo vitale" per l'anno 1976, 1976 - 1977; - bilancio di previsione ed allegati; - conto consuntivo, tabelle di svolgimento ed allegati; - "Registro generale di cassa ..."; - reversali di cassa, artt. 1-3; - mandati di pagamento, artt. 1-8; - documenti giustificativi del conto Fascicolo Num. un. progr. 17
A3.1-31 {917}
Deliberazioni, carteggio, atti e contabilità
1977 - Carteggio ed atti; si segnala: carteggio ed atti relativi all'assistenza economica di base secondo il criterio del minimo vitale"; - bilancio di previsione ed allegati; - verbale di chiusura; - conto consuntivo, tabelle di svolgimento ed allegati;
- "Registro generale di cassa ..."; - reversali di cassa, artt. 1-4;
322
- mandati di pagamento, artt. 1-3; - documenti giustificativi del conto Fascicolo Num. un. progr. 17
A3.1-32 {918}
Deliberazioni, carteggio, atti e contabilità
1978 - Carteggio ed atti: carteggio ed atti relativi all'assistenza economica di base secondo il criterio del minimo vitale"; "L.P. 19.8.1973 - Istituzione servizio assistenza domiciliare in favore di persone anziane", 1974 - 1978; - bilancio di previsione ed allegati; - conto consuntivo, tabelle di svolgimento ed allegati; - "Registro generale di cassa ..."; - reversali di cassa, artt. 1-4; - mandati di pagamento, artt. 1-6; - documenti giustificativi del conto Fascicolo Num. un. progr. 18
A3.1-33 {919}
Deliberazioni, carteggio, atti e contabilità
1979 - Carteggio ed atti; si segnala: carteggio ed atti relativi all'assistenza economica di base secondo il criterio del minimo vitale"; - bilancio di previsione ed allegati;
- conto consuntivo, tabelle di svolgimento ed allegati; - reversali di cassa, artt. 1-2; - residui passivi e mandati di pagamento, artt. 1-3; - documenti giustificativi del conto Fascicolo Num. un. progr. 18
A3.1-34 {920}
Deliberazioni, carteggio, atti e contabilità
1980 - Carteggio ed atti; - bilancio di previsione ed allegati; - conto consuntivo, tabelle di svolgimento ed allegati;
323
- bollettario delle riscossione per l'anno 1980; - documenti giustificativi del conto Fascicolo Num. un. progr. 19
A3.1-35 {921}
Deliberazioni, carteggio, atti e contabilità
1981 - Carteggio ed atti; - bilancio di previsione ed allegati; - conto consuntivo, tabelle di svolgimento ed allegati; - reversale di cassa, n. 1; - mandato di pagamento, n. 1; - documenti giustificativi del conto Fascicolo Num. un. progr. 19
A3.1-36 {922}
Deliberazioni, carteggio, atti e contabilità
1982 - Carteggio ed atti; - bilancio di previsione; - conto consuntivo, tabelle di svolgimento ed allegati; - reversale di cassa, n. 1;
- mandato di pagamento, n. 1; - documenti giustificativi del conto Fascicolo Num. un. progr. 19
A3.1-37 {923}
Deliberazioni, carteggio, atti e contabilità
1983 - Carteggio ed atti;
- bilancio di previsione ed allegati; - conto consuntivo, tabelle di svolgimento ed allegati; - reversali di cassa, nn. 1-2; - mandati di pagamento, nn. 1-2;
324
- documenti giustificativi del conto Fascicolo Num. un. progr. 20
A3.1-38 {924}
Deliberazioni, carteggio, atti e contabilità
1984 - Carteggio ed atti; - bilancio di previsione ed allegati; - conto consuntivo, tabelle di svolgimento ed allegati; - reversali di cassa, n. 1; - mandati di pagamento, n. 1; - documenti giustificativi del conto Fascicolo Num. un. progr. 20
A3.1-39 {925}
Deliberazioni, carteggio, atti e contabilità
1985 - Deliberazioni del Consiglio di amministrazione, n. 1; - carteggio ed atti; - bilancio di previsione ed allegati; - conto consuntivo, tabelle di svolgimento ed allegati; - giornale e mastro della contabilità;
- reversali di cassa, n. 1; - mandati di pagamento, n. 1; - documenti giustificativi del conto Fascicolo Num. un. progr. 20
A3.1-40 {926}
Deliberazioni, carteggio, atti e contabilità
1986 - Deliberazioni del Consiglio di amministrazione, nn. 1-2; - carteggio ed atti; - bilancio di previsione ed allegati; - conto consuntivo, tabelle di svolgimento ed allegati;
325
- giornale e mastro della contabilità; - reversali di cassa, n. 1; - mandati di pagamento, n. 1 Fascicolo Num. un. progr. 21
A3.1-41 {927}
Deliberazioni, carteggio, atti e contabilità
1987 - Carteggio ed atti; - bilancio di previsione ed allegati; - conto consuntivo, tabelle di svolgimento ed allegati; - giornale e mastro della contabilità; - reversali di cassa, nn. 1-2; - mandati di pagamento, nn. 1-3 Fascicolo Num. un. progr. 21
A3.1-42 {928}
Deliberazioni, carteggio, atti e contabilità
1988 - Carteggio ed atti; - bilancio di previsione ed allegati; - conto consuntivo, tabelle di svolgimento ed allegati;
- giornale e mastro della contabilità; - reversali di cassa, nn. 1-3; - residui passivi e mandati di pagamento, nn. 1-3 Fascicolo Num. un. progr. 22
A3.1-43 {929}
Deliberazioni, carteggio, atti e contabilità
1989 - Carteggio ed atti; - bilancio di previsione ed allegati; - schede di svolgimento ed allegati; - reversali di cassa, artt. 1-2;
326
- giornale e mastro della contabilità; - reversali di cassa, nn. 1-4; - mandati di pagamento, nn. 1-3 Fascicolo Num. un. progr. 22
A3.1-44 {930}
Deliberazioni, carteggio, atti e contabilità
1990 - Carteggio ed atti; si segnala: assistenza "minimo vitale" pro 1990, 1989-1990 Fascicolo Num. un. progr. 22
A3.1-45 {931}
Deliberazioni, carteggio, atti e contabilità
1991 Fascicolo Num. un. progr. 22
327
Ente
Ufficio del giudice conciliatore di Bosentino {932}
[1948 marzo 17] - 1995 maggio 1
Luoghi Bosentino
Archivi prodotti Fondo Ufficio del Giudice conciliatore di Bosentino, 20/07/1948 - 31/12/1990
Storia Con il R.D. del 4 novembre 1928, n. 2325, in vigore dal 1° luglio 1929 venne estesa anche al Trentino la normativa riguardante l'ordinamento giudiziario, già operante nel resto d'Italia, che seguiva i dettami del R.D. datato 6 dicembre 1865, n. 2626. La legge datata 21 novembre 1991, n. 347, in vigore dal 1° maggio 1995, sopprimeva l'ufficio del giudice conciliatore, istituendo il giudice di pace.
Dopo la ricostituzione in comune autonomo del comune di Bosentino con Decreto Legislativo del Capo Provvisorio dello Stato del 21 gennaio 1947, n. 86 e visto l'art. 79 dello Statuto Speciale per la Regione Trentino - Alto Adige, Legge costituzionale 26.2.1948, n. 5, nonché l'art. 20 e seguenti dell'ordinamento giudiziario R. D. 30 gennaio 1941, n.12, resosi necessario costituire l'Ufficio del giudice conciliatore di Bosentino, vennero nominati il giudice conciliatore Luca Perazzolli e il vice conciliatore Barucchelli Massimo, incominciando di fatto l'attività di tale ufficio (1). L'ultima attestazione è datata 3 aprile 1990 (2) e si riferisce alla statistica delle conciliazioni del primo trimestre 1990. L’ultima data riportata in intestazione è quella istituzionale.
Condizione giuridica Ente di diritto amministrativo Unificata nella sua maggior parte l'Italia, il nuovo Regno aveva il procedimento civile regolato da quattro codici diversi: quello delle Due Sicilie del 1819, il Regolamento toscano del 1814, il Regolamento lombardo del 1796, il Codice sardo del 1859. Con la legge sull'Ordinamento giudiziario del 6 dicembre 1865, n. 2626, si scelse di istituire in tutto il territorio nazionale la figura del conciliatore, sulla cui esistenza si armonizzò poi il codice di procedura civile. Successivamente alla sua estensione in tutto il territorio nazionale, l'istituto conciliativo fu oggetto di proposte di riforma al fine di renderlo sempre più agile ed efficiente.
328
Dopo la legge del 26 giugno 1868 relativa alle sentenze dei conciliatori, fu operata una prima riforma con la legge del 23 dicembre 1875, n. 2839, la quale, tra l'altro, istituì i vice conciliatori. Con la legge del 16 giugno 1892, n. 261, veniva regolato il funzionamento di un vero e proprio ufficio di conciliazione e furono aumentati i requisiti necessari per la nomina a giudice conciliatore. Il R.D. 26 dicembre 1892, n. 728 era il regolamento di applicazione alla legge sopracitata. Alla legge n. 261/1892 fece seguito, ultima nel riordino sostanziale dell'istituto, la legge del 28 luglio 1895, n. 455, la quale dettava norme semplificate di procedura innanzi ai conciliatori. Con il R.D. del 4 novembre 1928, n. 2325 "Disposizioni per l'unificazione legislativa nei territori annessi al Regno", venne estesa anche al Trentino la normativa riguardante l'ordinamento giudiziario, già operante nel resto d'Italia. La legge datata 18 dicembre 1941, n. 1368 organizzava nuovamente gli uffici di conciliazione. Il D.L.L. del 1° febbraio 1946, n. 122 dettava norme sugli uscieri di conciliazione. Le attribuzioni degli ufficiali giudiziari e dei loro aiutanti erano regolate dalla legge del 18 ottobre 1951, n. 1128. Per gli uscieri, chiamati "messi" di conciliazione in seguito alla legge del 3 febbraio 1957 (art.1), rimasero invece in vigore le norme anteriori ( R.D. 26 dicembre 1892, n. 728; L. 24 marzo 1921, n. 298; T.U. 28 dicembre 1924, n. 2271; L. 22 dicembre 1931, n. 1677; R.D. 8 giugno 1933, n. 61; D.L.L. 1° febbraio 1946, n.122). Le leggi del 18 luglio 1956, n. 761 e del 25 luglio 1966, n. 571 stabilivano l'ammontare del limite di valore nella competenza dei conciliatori e del pretore e disponevano il limite di inappellabilità delle sentenze del conciliatore. La legge del 3 febbraio 1957, n. 16 dettava norme sul servizio e la denominazione degli uscieri di conciliazione.
Funzioni, occupazioni e attività Inseriti in ogni comune, i conciliatori e i vice conciliatori sono giudici singoli, non appartenenti alla magistratura professionale, sono cioè cittadini incaricati, temporaneamente e a titolo gratuito, dell'esercizio di funzioni giudiziarie. Essi amministrano la giustizia nell'ambito del territorio di competenza che coincide col territorio del comune cui sono addetti. Con la legge del 18 dicembre 1941, n. 1368 venivano riorganizzati gli uffici di conciliazione: l'art. 28 prevedeva che presso l'ufficio fossero tenuti: 1) il "ruolo generale" degli affari civili, nel quale erano segnati in ordine cronologico tutti gli affari dell'ufficio di conciliazione; 2) una "rubrica alfabetica" generale degli affari civili; 3) il "ruolo di udienza", nel quale erano segnate le cause portate alla discussione davanti al conciliatore e riportate le dichiarazioni delle parti e i provvedimenti relativi all'udienza; 4) il "registro cronologico" dei provvedimenti e degli altri atti originali compilati dal cancelliere; 5) il "registro di repertorio" degli atti soggetti a registrazione; 6) il "registro delle spese di giustizia" anticipate dall'erario in materia civile; 7) il "registro delle spese" inerenti alle cause riflettenti persone o enti ammessi alle prenotazioni a debito; 8) il "registro di carico dei depositi " per spese di cancelleria, contenente per ogni affare la riproduzione del foglio apposito incluso nel fascicolo di ufficio; 9) il "registro di scarico dei depositi" per spese di cancelleria. Tutti i registri, prima dell'uso, dovevano essere numerati e vidimati dal pretore, ed in qualunque momento egli poteva farseli presentare per controllarne la tenuta. Oltre ai registri predetti, il cancelliere del conciliatore, doveva tenere i seguenti registri, numerati e vidimati dal conciliatore: 1) registro dei depositi giudiziari; 2) registro dei mandati su depositi giudiziari; 3) registro di scarico dei depositi di carta bollata; 4) registro dei proventi di cancelleria.
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Se il numero degli affari era rilevante, il conciliatore, su proposta del dirigente di cancelleria, poteva autorizzare la divisione per materia del ruolo generale e della rubrica alfabetica generale corrispondente; e poteva autorizzare la divisione del registro cronologico in due volumi contenenti uno i numeri pari e l'altro i numeri dispari o anche in volumi distinti per materia.
Struttura amministrativa Il R.D. datato 6 dicembre 1865, n. 2626 sull'ordinamento giudiziario del Regno prevedeva l'istituzione presso ogni comune di un conciliatore di nomina regia che, assistito dal segretario comunale in veste di cancelliere, avrebbe dovuto comporre, su richiesta delle parti, le controversie minori ed eventualmente giudicare delle medesime. Con disposizioni successive alla legge del 16 giugno 1892, n. 261, veniva regolato il funzionamento di un vero e proprio ufficio di conciliazione, retto da un giudice elettivo competente in materia di "azioni personali, civili e commerciali" fino a 100 lire di valore, di "danni dati" fino alla stessa somma e di locazioni di immobili. Con il R.D. 26 dicembre 1892, n. 728 si stabiliva che il giudice veniva scelto sulla base di apposite "liste degli eleggibili" compilate dalle giunte comunali, e nominato dal presidente del Tribunale su proposta del Procuratore regio. Nei comuni divisi in borgate, frazioni, quartieri, o anche ripartiti in circoscrizioni, potevano essere istituiti, con decreto del Presidente della Repubblica, uffici distinti di giudice conciliatore. Ogni ufficio era retto da un conciliatore e vi era addetto, di regola, un vice conciliatore; se era necessario potevano esservi addetti più vice conciliatori. I conciliatori e i vice conciliatori erano magistrati onorari che ricoprivano un ufficio gratuito per la durata di tre anni (ma potevano essere riconfermati), a seguito di nomina deliberata dal Consiglio superiore della Magistratura ed adottata - secondo la regola prevista per le deliberazioni del Consiglio superiore - con decreto del Presidente della Repubblica. Era anche previsto che il Consiglio superiore, sempre con decreto presidenziale, delegasse la nomina dei conciliatori ai presidenti delle corti di appello. Nei fatti, il Consiglio si avvaleva largamente di tale facoltà e la scelta del conciliatore avveniva sostanzialmente in sede locale: la stessa proposta di nomina era attribuita al pretore, che chiedeva, preventivamente, il parere degli organi di polizia, dei Consigli dell'ordine degli avvocati e procuratori, nonchè, quando i candidati erano pubblici dipendenti, dei rispettivi capi ufficio. I requisiti per la nomina a giudice conciliatore erano i seguenti: cittadinanza italiana, residenza nel comune, età non inferiore ai 25 anni. Era peraltro invalsa la prassi, contrariamente anche a disposizioni ministeriali (cfr. circolare del Ministero di Grazia e Giustizia, ufficio IV, n. 1765/11356 del 19 settembre 1959), che le proposte per la nomina dell'ufficio venissero avanzate al pretore da parte dei sindaci. Ciò comportava la possibilità di conservare quel particolare nesso tra conciliatore e municipalità, nesso che, prima del vigente sistema di scelta, era sancito attraverso l'invio di terne periodicamente avanzate dalla municipalità, sottoposte all'autorità regia ed entro le quali si doveva scegliere il giudice. La scelta doveva naturalmente ricadere su elementi capaci di assolvere degnamente, per requisiti di indipendenza, carattere e prestigio, le funzioni di magistrato onorario. Le cause di incompatibilità con le funzioni di conciliatore erano soltanto di due qualità. La prima: di magistrato professionista e, in genere, di funzionario in attività di servizio appartenente o addetto all'ordine giudiziario; la seconda: di funzionario o di agente di pubblica sicurezza in attività di servizio.
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Dopo la nomina, il conciliatore ed il vice conciliatore ricevevano dal pretore il relativo decreto e prima di assumere le loro funzioni dovevano prestare giuramento secondo la formula di cui alla legge del 23 dicembre 1946, n. 473, davanti al pretore. Il giuramento non si ripeteva nel caso di riconferma della carica. Fino al 1984 il codice civile abilitava il giudice conciliatore a decidere determinate categorie di controversie entro un limite di valore, cioè cause relative a beni mobili e a contratti di locazione di beni immobili. Il controllo sul conciliatore era risolto sostanzialmente sul piano disciplinare. La sorveglinza era infatti esercitata dal presidente della corte d'appello, dal presidente del tribunale e dal pretore con riguardo agli uffici di conciliazione esistenti, rispettivamente, nel distretto, nel circondario e nel mandamento. Erano anche previste ipotesi di decadenza, revoca e dispensa dall'ufficio. Tra il conciliatore ed il vice conciliatore non vi era alcun rapporto di subordinazione stante il dettato costituzionale per cui il giudice è soggetto "solo alla legge". Pertanto il giudice conciliatore per così dire "titolare" aveva, rispetto al vice conciliatore, esclusivamente il compito di coordinare l'attività dell'ufficio distribuendo tra i vari giudici le cause che sopravvenivano. Le funzioni di cancelliere di conciliazione erano esercitate dal segretario comunale o da altro impiegato della segreteria o da altre persone residenti nel comune, che presentassero le necessarie garanzie di idoneità. In caso di mancanza o impedimento temporaneo del cancelliere spettava al sindaco provvedere a delegare un altro impiegato del comune. Il cancelliere, anche se assunto in via provvisoria, doveva prestare giuramento davanti al conciliatore. Nell'esercizio delle sue funzioni, il cancelliere diventava funzionario dell'ordine giudiziario ed era soggetto alla vigilanza del Procuratore della Repubblica. Compito del cancelliere era documentare le attività del conciliatore, quelle proprie e quelle delle parti in causa; assisteva il giudice in tutti gli atti dei quali doveva essere formato processo verbale. Il cancelliere inoltre redigeva il processo verbale di udienza sotto la direzione del conciliatore. I cancellieri avevano l'obbligo di tener separati i registri per l'annotazione degli "avvisi alle parti", delle "tasse di bollo iscritte a debito nelle cause di gratuito patrocinio", e delle "convocazioni e deliberazioni dei Consigli di famiglia e di tutela" delegati dal pretore. Dovevano anche conservare "in distinti volumi di inserzione", separatamente per le cause fino e oltre le 50 lire, le serie cronologiche dei "processi verbali di conciliazione", dei "processi verbali vari", "ordinanze e altri atti in cause" e degli "originali delle sentenze". Raccolte distinte dovevano inoltre essere costituite per le "dichiarazioni di ricorso in appello al pretore" e per gli "atti di notorietà" delegati dal pretore stesso. Le funzioni di ufficiale giudiziario detto anche messo o usciere, ausiliario dell'ordine giudiziario, presso ogni ufficio di conciliazione erano esercitate dall'inserviente comunale o da altre persone residenti nel comune, con le necessarie garanzie di idoneità, previa autorizzazione concessa con decreto del presidente del tribunale. Prima dell'esercizio delle sue funzioni l'ufficiale giudiziario doveva prestare giuramento con la stessa formula del cancelliere. La denominazione "usciere", usata da tutte le leggi che hanno preceduto l'ordinamento giudiziario del 1941, venne da questo abbandonata, ma riapparve nel D.L.L. del 1° febbraio 1946, n. 122 che ne modificò la competenza e migliorò il loro trattamento economico. Gli ufficiali giudiziari notificavano in forma esecutiva le sentenze dei conciliatori e i provvedimenti da loro emanati, secondo le norme dettate dal D.L.L. del 1° febbraio 1946, n. 122 che innovava il sistema anteriore per il quale la notifica delle sentenze spettava agli ufficiali giudiziari delle preture; essi dovevano anche notificare le ingiunzioni ed
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eseguire i pignoramenti riguardanti la procedura coattiva per la riscossione delle entrate patrimoniali dello stato e dei comuni e per il recupero delle spese di spedalità (legge del 14 aprile 1930, n. 639). Era consentito alle parti di stare in giudizio personalmente, senza ministero di difensore. Inoltre davanti ai conciliatori che si trovano in comuni diversi dalle sedi di preture, le parti potevano farsi rappresentare da persona che, pur priva della qualità di difensore professionale, fosse munita di mandato scritto.
Contesto generale Il controllo sugli uffici di conciliazione spettava di norma (eccezion fatta per le regioni Trentino- Alto Adige e Val d'Aosta per le quali la vigilanza spettava alle Giunte provinciali) al presidente della Corte d'Appello, al presidente del Tribunale ed al Pretore secondo le rispettive competenze territoriali: distretto, conciliazione, mandamento (art.229 dell'ordinamento giudiziario). Il controllo sul conciliatore era risolto sostanzialmente sul piano disciplinare. La sorveglianza era infatti esercitata dal presidente della corte d'appello, dal presidente del tribunale e dal pretore con riguardo agli uffici di conciliazione esistenti, rispettivamente, nel distretto, nel circondario e nel mandamento. Erano anche previste ipotesi di decadenza, revoca e dispensa dall'ufficio. Secondo l'art. 94 dello Statuto speciale per il Trentino Alto Adige, alla nomina, decadenza o revoca dei giudici e vice- giudici conciliatori provvedeva il Presidente della Giunta regionale in virtù di delegazione del Presidente della Repubblica e sentito il parere della Giunta provinciale competente, mentre l'art. 95 prevedeva che la vigilanza sugli uffici di conciliazione fosse esercitata dalla Giunta provinciale. Per quanto riguarda la tenuta dei registri obbligatori, il Pretore poteva, in ogni momento, eseguire un accertamento ispettivo negli uffici di conciliazione per controllare la regolarità dei registri.
L'Ufficio del giudice conciliatore manteneva rapporti con il comune di Bosentino e con la Pretura di Trento.
Fonti normative Regio decreto 6 dicembre 1865, n. 2626, Ordinamento giudiziario in vigore dal 1 gennaio 1866
Legge 16 giugno 1892, n. 261, "sulla competenza dei conciliatori"
Regio decreto 26 dicembre 1892, n. 728, "Approvazione regolamento per l'esecuzione della legge 16 giugno 1892, n. 261, sulla competenza dei conciliatori"
Regio decreto 14 aprile 1910, n. 639, "che approva il testo unico delle leggi relative alla riscossione delle entrate patrimoniali dello stato"
Regio decreto 28 dicembre 1924, n. 2271, "Testo organico dell'ordinamento del personale degli ufficiali giudiziari, del personale degli uscieri giudiziari, e del personale addetto agli uffici di conciliazione"
Regio decreto 4 novembre 1928, n. 2325, Disposizioni per l'unificazione legislativa nei territori annessi al regno
Legge 25 giugno 1940, n. 763, "Ordinamento degli uffici di conciliazione"
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Regio decreto 30 gennaio 1941, n. 12, Ordinamento giudiziario
Legge 18 dicembre 1941, n. 1368, Disposizioni per l'attuazione del Codice di procedura civile e disposizioni transitorie
Decreto del Presidente della Repubblica 1 febbraio 1973, n. 49, "Norme di attuazione dello statuto speciale del Trentino-Alto Adige e delle Province di Trento e Bolzano e funzioni regionali"
Legge 30 luglio 1984, n. 399, "Aumento dei limiti di competenza del conciliatore e del pretore"
Decreto del Presidente della Giunta regionale 29 gennaio 1987, n. 2/L, "Approvazione del testo unico delle leggi regionali per l'elezione del Consiglio regionale"
Legge 21 novembre 1991, n. 374, "Istituzione del giudice di pace"
Fonti archivistiche e bibliografia Fonti d’archivio ACBos., A4. "Ufficio del giudice conciliatore di Bosentino", 1948-1990; ACBos., 1.3 "Comune di Bosentino (ordinamento italiano)", 1947-1975 Bibliografia GUASTALLA A., (a cura di), Profilo storico-istituzionale dell'Ufficio del giudice conciliatore, Modello di descrizione organizzato secondo le norme ISAAR (CPF). Provincia autonoma di Trento - Servizio beni librari e archivistici, Trento, 1999 (dattiloscritto)
Note 1. ACBos., 1.3. "Comune di Bosentino (ordinamento italiano)", 1947-1975, 7. "Carteggio ed atti per annata", n. 4 "Carteggio ed atti catt. V-IX", 1948: invito della Pretura di Trento al giudice conciliatore e al viceconciliatore per il giuramento, 1948 marzo 17; 2. ACBos., A4. "Ufficio del giudice conciliatore di Bosentino", 2. "Carteggio ed atti", n. 1 "Carteggio ed atti", 1950- 1990
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fondo A4 Ufficio del Giudice conciliatore di Bosentino, 1948 - 1990 {933}
1 busta; metri lineari 0.1
Soggetti produttori Ufficio del giudice conciliatore di Bosentino, [1948 marzo 17] - 1995 maggio 1
Modalità di acquisizione e versamento Lo stretto rapporto col comune sul piano dello stesso funzionamento materiale (sede, personale) ha fatto sì che la documentazione sia sempre stata conservata presso l'archivio comunale, del quale costituisce un archivio aggregato.
Contenuto Il fondo comprende documentazione attestante l'attività dell'Ufficio dal 1948 al 1990.
È aggregato di: Fondo Comune di Bosentino
Criteri di ordinamento e inventariazione Al momento del riordino la documentazione si presentava raccolta in una busta accompagnata da 8 registri. Costituito il relativo fondo archivistico si è proceduto alla formazione di due serie: amministrazione dell'Ufficio del Giudice conciliatore (registri) e carteggio ed atti.
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serie A4.1 Registri dell'Ufficio di conciliazione di Bosentino, 1948 - 1974 {934}
Contenuto La serie comprende i registri che servivano all'Ufficio del Giudice conciliatore per espletare la propria attività; per la maggior parte si tratta di registri che riportano solamente i visti del pretore di Trento. Coprono gli anni dal 1948 al 1978.
A4.1-1 {935}
"...Ruolo generale degli affari civili..."
1949 gennaio 21 - 1974 ottobre 22 (1) Mod. 1
Registro Note 1. Verifiche del pretore di Trento Num. un. progr. 23
A4.1-2 {936}
"...Registro delle spese di giustizia anticipate dall'erario in materia civile..."
1948 luglio 20 - 1974 ottobre 22 (1) Mod. 3 Registro Note 1. Verifiche del pretore di Trento Num. un. progr. 23
A4.1-3 {937}
"Registro di carico dei depositi per spese di cancelleria nei processi civili"
1949 gennaio 11 - 1974 ottobre 22 (1) Mod. 4 Registro Note
1. Verifiche del pretore di Trento Num. un. progr. 23
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A4.1-4 {938}
"Registro di scarico dei depositi per spese di cancelleria nei processi civili"
1949 gennaio 11 - 1974 ottobre 22 (1) Mod. 5 Registro Note 1. Verifiche del pretore di Trento Num. un. progr. 23
A4.1-5 {939}
"Registro delle spese prenotate a debito"
1948 luglio 20 - 1974 ottobre 22 (1) Mod. 20
Registro Note 1. Verifiche del pretore di Trento Num. un. progr. 23
A4.1-6 {940}
"Registro cronologico dei provvedimenti ed atti originali..."
1949 gennaio 21 - 1974 ottobre 22 (1) Mod. 22 Registro Note 1. Verifiche del pretore di Trento Num. un. progr. 23
A4.1-7 {941}
"...Repertorio delle sentenze ed atti soggetti a registrazione"
1949 gennaio 11 - 1974 ottobre 22 (1) Mod. 23 Registro Note 1. Verifiche del pretore di Trento Num. un. progr. 23
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A4.1-8 {942}
"...Rubrica alfabetica generale degli affari contenziosi civili..."
1955 luglio 5 - 1974 ottobre 22 (19 Mod. 24 Registro Note 1. Verifiche del pretore di Trento Num. un. progr. 23
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serie A4.2 Carteggio ed atti, 1950 - 1990 {943}
Contenuto La serie comprende carteggio ed atti riguardanti gli affari trattati negli anni di attività dell'Ufficio del giudice conciliatore: si tratta di circolari, norme, decreti di nomina, pratiche e statistiche. L'esigua documentazione è stata organizzata in un unico fascicolo dal 1950 al 1990.
A4.2-1 {944}
Carteggio ed atti
1950 - 1990 Circolari, atti, nomine, pratiche, statistiche
Fascicolo Num. un. progr. 23
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Ente
Patronato scolastico di Bosentino {945}
[1962 maggio 23] - [1975 ottobre 6]
Luoghi Bosentino
Archivi prodotti Fondo Patronato scolastico di Bosentino, 01/01/1961 - 31/12/1975
Storia I Patronati scolastici nascono verso la fine del XIX secolo su impulso di privati con lo scopo di incentivare la scolarizzazione anche attraverso l'erogazione di contributi. Dopo la costituzione della repubblica italiana, il 24 gennaio 1947 veniva emanato il decreto legislativo, n. 457 relativo al riordinamento dei patronati scolastici, già indicati dalla circolare ministeriale del 10 aprile 1945, n. 988, che prevedeva " ... la ricostituzione in ogni comune dei patronati scolastici per l'assistenza degli alunni inscritti nelle pubbliche scuole elementari ... ".
Il 24 gennaio 1947 venne emanato il decreto legislativo, n. 457 relativo al riordinamento dei patronati scolastici, già previsti dalla Circolare ministeriale del 10 aprile 1945. Dalla deliberazione del Consiglio comunale del comune di Bosentino del 30 ottobre 1947, n. 18 (1) si evince che, dopo la ricostituzione in comune autonomo del suddetto comune avvenuta con D.L. del Capo provvisorio dello stato del 21 gennaio 1947, n. 86, esisteva il Patronato scolastico di Bosentino al quale il comune aveva deliberato di erogare un contributo ordinario per il suddetto anno. Con la successiva legge 4 marzo 1958, n. 261 veniva ridefinito il nuovo ordinamento dei patronati e dei loro consorzi. La normativa venne completata con il regolamento di esecuzione della legge 4 marzo 1958, approvato con decreto del presidente della repubblica 16 maggio 1961, n. 636. La documentazione presente in archivio è datata tuttavia a partire dall'anno scolastico 1961/1962 e la prima data si riferisce all'invito con ordine del giorno, a partecipare alla riunione per l'insediamento del consiglio d'amministrazione inviato dal presidente del patronato alla rappresentante scolastica del 23 maggio 1962 (2). Tale data costituisce la prima attestazione. Con le norme di attuazione dello Statuto speciale per la Regione Trentino - Alto Adige del 1973, le attribuzioni dell'amministrazione dello Stato in materia di assistenza scolastica passarono alla Provincia autonoma di Trento. L'ultima attestazione presente in archivio è una minuta inviata all'Ufficio Patronati dell'Assessorato alla Pubblica istruzione di Trento datata 6 ottobre 1975 e riguarda il versamento in acconto all'ODA di una somma di denaro (3). I Patronati scolastici vennero sciolti col decreto del presidente della repubblica del 24 luglio 1977, n. 616, e con la legge provinciale del 10 agosto 1978, n. 30, definitivamente soppressi e posti in liquidazione con decorrenza dal 1 settembre 1978.
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Condizione giuridica Ente di promozione all'istruzione e assistenza agli studenti bisognosi. Ogni Patronato scolastico era tenuto a compilare, per legge, uno statuto, che poteva essere di tipo A, e si riferiva a quegli enti di comuni con popolazione superiore ai diecimila abitanti, o di tipo B, dove la popolazione era inferiore ai diecimila abitanti (art. 6 della legge 4 marzo 1958, n. 261). Il Patronato scolastico di Bosentino era di tipo B.
Funzioni, occupazioni e attività La funzione del Patronato scolastico, come risulta dalla Circolare ministeriale del 10 aprile 1945, n. 988, inviata ai direttori didattici e ai sindaci della Provincia di Trento il 28 giugno 1945, era quella di assistere gli alunni bisognosi, di curare l'assistenza igienico-sanitaria degli iscritti alla scuola mediante visite mediche da effettuarsi costantemente, almeno una volta al mese all'interno degli stessi locali della scuola, di promuovere delle colonie al mare e in montagna, di attuare tutti i provvedimenti utili e necessari, comprese le attività sportive, che permettessero di trarre il maggior benessere fisico, intellettuale e morale dei fanciulli. L'amministrazione del Patronato scolastico si occupava della gestione delle risorse patrimoniali raccogliendo entrate dai contributi del comune, dell’amministrazione provinciale e dallo Stato, dalle quote associative, dall’organizzazione della giornata del patronato e da contributi di enti, associazioni e privati. Con tali introiti venivano così coperte le spese ordinarie e straordinarie dell’Ente che comprendevano: acquisto di libri di testo per le varie classi, acquisto di materiale scolastico (quaderni, pennini, matite ecc.), assistenza sanitaria (acquisto di medicinali e occhiali, visite mediche specialistiche ecc.), acquisto di vestiti e calzature da distribuire gratuitamente, spese per mandare i bambini bisognosi in colonia, al mare o in montagna, organizzazione del doposcuola della refezione scolastica e del doposcuola e spese di cancelleria e postali per l'ente. L'attività amministrativa e contabile dei Patronati scolastici era uniformata in base a criteri previsti dalla Legge 4 marzo 1958, n. 261 e dal Regolamento di esecuzione della suddetta legge, approvato con D.P.R. 15 maggio 1961, n. 636, come attesta una Circolare inviata dal Provveditorato agli studi in data 19 ottobre 1962 e rivolta ai presidenti dei Patronati scolastici comunali. Oltre alla presenza di uno statuto (questo archivio non ne conserva copia) nella Legge era prevista la tenuta dei seguenti registri: registro dei verbali delle deliberazioni del Consiglio di amministrazione, registro dei verbali della giunta esecutiva, libro cassa, partitario, inventario dei beni mobili, elenco dei soci e degli alunni assistiti e inoltre l’apertura di un conto corrente postale al quale affidare le entrate di cassa.
Il Patronato scolastico di Bosentino ricalca nelle sue funzioni gli elementi sopradescritti.
Struttura amministrativa La Circolare ministeriale del 10 aprile 1945, della quale il Provveditore agli studi di Trento ne inviava una copia il 28 giugno 1945 ai direttori didattici e ai sindaci, riportava che il Patronato scolastico avrebbe dovuto comprendere un numero illimitato di soci (vengono menzionate le varie categorie di adesione: fondatori, soci benemeriti e soci annuali) che avrebbero costituito il comitato consultivo, amministrato da un consiglio composto dal sindaco del comune o da un
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suo rappresentante, nella figura del presidente, dall'ispettore scolastico e dal direttore didattico, nominati dal Provveditore agli studi, da uno o più rappresentanti degli insegnanti della scuola elementare, da un rappresentante di ciascuna delle tre categorie dei soci, da un rappresentante di ciascun ente o associazione che versasse fondi a favore dell'ente, dall'ufficiale sanitario, da un rappresentante dell'Ente comunale di assistenza e da un rappresentante dell'ordine diocesano. Spettava poi al consiglio d'amministrazione scegliere fra i suoi membri una giunta esecutiva composta dalle tre alle sei persone. Il regolamento esecutivo della legge 261/1958, D.P.R. 16 maggio 1961, n 636, riassumeva le disposizioni contenute sia nella legge del 1947, che in quella del 1958, specificando quali erano gli organi deliberativi ed amministrativi del Patronato scolastico: il Consiglio di amministrazione, il Presidente del consiglio, la Giunta esecutiva, il Segretario direttore e l'Assemblea dei soci. Il Presidente, eletto dal consiglio di amministrazione, rappresentava legalmente il Patronato e convocava il Consiglio e la Giunta; vigilava inoltre sulla regolare tenuta dei registri e delle scritture contabili. Il Consiglio d'amministrazione, per l'attività ordinaria, doveva riunirsi almeno ogni due mesi e durava in carica tre anni; suo compito era di deliberare su tutto quello che riguardava lo statuto e la situazione patrimoniale dell'ente; doveva inoltre deliberare sul programma annuale di attività da svolgere e sulle graduatorie degli alunni da assistere. La Giunta esecutiva, composta da 3 membri ed eletta dal Consiglio di amministrazione, preparava il bilancio preventivo e il consuntivo, sovraintendeva all'amministrazione del patrimonio, alla contabilità, alla cassa ed in genere a tutto quanto riguardava l'attività del Patronato. La direzione tecnico-amministrativa del Patronato era affidata di regola ad un insegnante, con la funzione di segretario- direttore; veniva nominato dal Provveditore agli studi, su proposta del Consiglio di amministrazione del Patronato. In particolare provvedeva, sotto la vigilanza del Presidente, alla tenuta dei registri e alla conservazione degli atti contabili; teneva il registro delle deliberazioni del Consiglio di amministrazione, della Giunta esecutiva e dell'Assemblea dei soci e curava la corrispondenza e la tenuta dell'archivio. L'Assemblea dei soci veniva convocata due volte all'anno: a fine anno per discutere la relazione del Consiglio di amministrazione e a maggio per esprimere parere sul bilancio preventivo e sul conto consuntivo, nonché per eleggere i propri rappresentanti.
Il primo consiglio di amministrazione del Patronato scolastico di Bosentino nominato con decreto del Provveditorato agli Studi di Trento, n. 7004/B.27 Pg. del 31 marzo 1962 e del quale si fa cenno nella documentazione presente in archivio, era composto da sette membri: - Guido Andreatta, rappresentante dell'autorità comunale; - Anna Giacomelli, rappresentante dell'autorità scolastica; - don Francesco Fontanari, rappresentante dell'autorità ecclesiastica; - Emilio Kaswalder, rappresentante dell'autorità sanitaria; - Flora Perazzolli, rappresentante degli insegnanti elementari; - Riccardo Pasqualini, rappresentante dei genitori; - Carlo Pasqualini. Le riunioni del Consiglio di amministrazione si tenevano in un’aula della scuola elementare di Bosentino.
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Contesto generale In base al decreto legislativo del capo provvisorio dello Stato del 24 gennaio 1947, n. 457, il Patronato era sottoposto alla vigilanza del Provveditore agli studi e alla tutela del Consiglio scolastico provinciale; in seguito, con legge del 4 marzo 1958, n. 261, fu sottoposto alla sola vigilanza del Provveditore agli studi, mentre la tutela venne affidata ad una apposita commissione di cui faceva parte un rappresentante della Prefettura, uno del Provveditorato e uno della Direzione provinciale per il tesoro. In seguito alla promulgazione della legge 261/1958 e con il suo regolamento di esecuzione, venne costituito anche a Trento il Consorzio provinciale dei Patronati scolastici, di cui facevano parte tutti i patronati della Provincia. L'adesione al Consorzio dei patronati scolastici, venne sollecitata dal Provveditore agli studi data: "l'utilità che ne deriva agli aderenti, specie se di centri minori, i quali potranno così compiere in comune alcune operazioni (acquisti, gestione colonie ecc.) a migliori condizioni, data la riduzione dalle spese generali. Resta inteso che la costituzione del Consorzio lascia integra la personalità giuridica dei singoli patronati".
Il Patronato scolastico di Bosentino manteneva inoltre rapporti con il comune omonimo, la Direzione didattica di Lavarone e con il Provveditorato agli studi di Trento.
Fonti archivistiche e bibliografia Fonti d’archivio ACBos., A5. "Patronato scolastico di Bosentino", 1961-1975
Note 1. ACBos., 1.3 "Comune di Bosentino (ordinamento italiano)", 1947-1975, 1. "Deliberazioni del Consiglio comunale - originali", n. 1; 2. ACBos., A5. ”Patronato scolastico di Bosentino”, 1. "Carteggio ed atti", n. 1: anno scolastico 1961/1962, n. di prot. 20; 3. ACBos., A5. ”Patronato scolastico di Bosentino”, 1. "Carteggio ed atti", n. 1: anno scolastico 1974/1975, n. di prot. 22
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fondo A5 Patronato scolastico di Bosentino, 1961 - 1975 {946}
2 buste; metri lineari 0.2
Soggetti produttori Patronato scolastico di Bosentino, [1962 maggio 23] - [1975 ottobre 6]
Modalità di acquisizione e versamento L'archivio del Patronato scolastico di Bosentino costituisce un fondo aggregato all'archivio comunale di Bosentino.
Contenuto Il fondo archivistico comprende documentazione dal 1961 al 1975.
È aggregato di: Fondo Comune di Bosentino
Criteri di ordinamento e inventariazione La documentazione al momento del riordino si presentava raccolta in 13 fascicoli. Costituito il fondo archivistico si è proceduto alla formazione di due serie archivistiche: carteggio ed atti; bilanci di previsione, conti consuntivi e documenti giustificativi.
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serie A5.1 Carteggio ed atti, 1961 - 1975 {947}
Contenuto La serie comprende carteggio ed atti riguardanti gli affari trattati negli anni di attività del Patronato scolastico di Bosentino suddivisa per anni scolastici e in ordine di protocollo dal 1961 al 1975. Tale documentazionei riguarda circolari, decreti, comunicazioni, domande di contributo, elenchi, rilevazioni statistiche.
A5.1-1 {948}
Carteggio ed atti
1961 - 1975 - 1961 - 1962;
- 1962 - 1963: nn. di prot. 1-33; - 1963 - 1964: nn. di prot. 1-79; - 1964 - 1965: nn. di prot. 2-64; - 1965 - 1966: nn. di prot. 1-48; - 1966 - 1967: n. di prot. 70; - 1967 - 1968: nn. di prot. 2-31; - 1968 - 1969: nn. di prot. 1-38; - 1969 - 1970: nn. di prot. 1-28; - 1970 - 1971: nn. di prot. 1-23; - 1971 - 1972: nn. di prot. 1-48; - 1972 - 1973: nn. di prot. 1-23; - 1973 - 1974: nn. di prot. 1-26; - 1974 - 1975: nn. di prot. 1-22 Busta Num. un. progr. 24
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serie A5.2 Bilanci preventivi ed allegati, conti consuntivi e documenti giustificativi, {949} 1961 - 1971
Contenuto I bilanci di previsione rispecchiano la reale situazione economico-finanziaria, contengono le previsioni di entrata (rendite ed interessi attivi, contributi ministeri, soci annuali, vendita pagelle scolastiche, giornata del patronato, contributi enti, associazioni e privati) e quelle di uscita (oneri e spese patrimoniali, fornitura libri di testo, fornitura quaderni e cancelleria, fornitura indumenti e calzature, colonie, spese di amministrazione). I conti consuntivi sono redatti nello stesso modo in cui è diviso il bilancio di previsione e più specificatamente deve dimostrare: le entrate (rendite ed interessi attivi, contributi ministeriali, soci annuali, vendita pagelle scolastiche, giornata del patronato, contributi enti, associazioni e privati) e le spese (oneri e spese patrimoniali, fornitura libri di testo, fornitura quaderni e cancelleria, fornitura indumenti e calzature, colonie, spese di amministrazione) effettive della competenza dell'anno, le entrate e la spesa per movimento di capitale, le partite di giro, le contabilità degli stabilimenti speciali, la gestione dei residui attivi e passivi degli esercizi precedenti, la dimostrazione delle somme incassate e pagate per ciascun articolo di bilancio e il conto totale dei residui attivi e passivi che si tramandano all'esercizio successivo. Le entrate e le spese devono essere iscritte nel conto in modo analitico con richiami ai singoli ordini di riscossione e di pagamento. Si conservano inoltre allegati ai bilanci e documenti giustificativi, cioè ricevute, fatture e distinte.
La serie, lacunosa, raccoglie bilanci e conti del Patronato scolastico di Bosentino dal 1961 al 1971.
A5.2-1 {950}
Bilanci preventivi ed allegati, conti consuntivi e documenti giustificativi
1961 - 1971 - Conto consuntivo, allegati e documenti giustificativi per l'esercizio 1961/1962; - bilancio preventivo ed allegati per l'esercizio 1962/1963; - conto consuntivo, allegati e documenti giustificativi per l'esercizio 1962/1963; - conto consuntivo, allegati e documenti giustificativi per l'esercizio 1963/1964; - bilancio preventivo per l'esercizio 1964/1965; - bilancio preventivo ed allegati per l'esercizio 1967/1968; - bilancio preventivo ed allegati per l'esercizio 1970/1971
Busta Num. un. progr. 25
345
Ente
Scuola elementare di Bosentino {951}
1924 ottobre 1 - 1991 giugno
Luoghi Bosentino
Archivi prodotti Fondo Scuola elementare di Bosentino, 01/01/1945 - 31/12/1977
Storia Nel Trentino i nuovi ordinamenti fissati dalla Riforma "Gentile", che adeguano la scuola elementare trentina al modello nazionale, entrano in vigore il I ottobre 1924.
A Bosentino esisteva una scuola popolare di ordinamento austriaco, che divenne poi scuola elementare secondo le normative fissate. La prima data riportata nell'intestazione è quella istituzionale, mentre quella finale si riferisce alla data della soppressione del plesso scolastico di Bosentino. L'ultima annotazione presente in archivio è fissata alla data della prova di esame degli alunni di V elementare del 17 giugno 1977.
Condizione giuridica Ente pubblico
Funzioni, occupazioni e attività Con i nuovi ordinamenti previsti dalla legge Gentile le scuole elementari vennero divise in scuole classificate, scuole provvisorie e scuole sussidiate. L'ordinamento didattico prevedeva per gli alunni dai sei ai quattordici anni, otto anni di scuola, divisi in cicli: il grado inferiore (dalla I alla III classe, nelle quali veniva insegnato, oltre a scrivere, a leggere e a far di conto, nozioni fondamentali di dottrina cristiana e rudimenti di geografia); il grado superiore (IV e V classe, dove si aggiungevano lo studio della storia, nozioni di diritto e di economia); le classi integrative di avviamento professionale (VI, VII, VIII) che prevedevano insegnamenti ed esercitazioni specifiche. La durata dell'anno scolastico per i primi quattro anni di scuola era di 180 giorni di scuola di 5 ore ciascuna con orario spezzato: negli altri quattro, per i quali scattava la possibilità dell'esonero estivo, si riducevano a 108 giornate. L'ordinamento didattico doveva fare i conti con le dimensioni della scuola: nel Trentino erano assai frequenti le scuole a classe unica dove il maestro doveva suddividere gli scolari in gruppi in base all'età. Gli ultimi anni del secolo XX hanno visto ulteriori cambiamenti: negli anni '60 con l'istituzione della scuola media, nel 1974 l'introduzione nella scuola degli organi collegiali e le ultime norme in merito alla riforma scolastica del 2003.
346
Struttura amministrativa In base al T.U 577/1928, l'istruzione elementare era impartita gratuitamente in tutti i comuni; le scuole elementari si distinguevano in scuole classificate, non classificate e sussidiate; le scuole classificate erano istituite e mantenute dai Provveditorati agli studi o dai Comuni. I Comuni, qualora la scuola fosse a carico del Provveditorato, dovevano contribuire al mantenimento con un contributo proporzionale al numero degli abitanti. Le scuole diurne rurali (scuole elementari miste a più classi rette da un solo insegnante) come pure le cosiddette scuole sussidiate (anch'esse uniche, pluriclassi, con un tetto massimo di 15 alunni e durata ridotta a 4/6 mesi del periodo di lezioni, che potevano essere aperte da privati e da enti con l'autorizzazione del Provveditore agli Studi e mantenute parzialmente con il sussidio dello Stato) passarono nel 1926/1927 in gestione delegata all'Opera Nazionale Assistenza Italia Redenta (ONAIR) fino all'anno scolastico 1942/1943. Nell'organizzazione di quest'ultima "per le direttive tecnico-didattiche e la sorveglianza, le scuole rurali e sussidiate che avevano sede nella provincia di Trento e Bolzano erano affidate ad un ispettore regionale tecnico coadiuvato da direttori di zona (a Trento, Rovereto, Bolzano, Bressanone, Merano e Silandro), a partire dal 1934 alle dipendenze di una Direzione generale delle scuole rurali e corsi serali, residente a Trento. Il programma d'insegnamento rispecchiava quello delle scuole uniche statali." (1) L'amministrazione pratica della scuola elementare era affidata, di regola, ad un insegnante di ruolo (art. 66) chiamato "fiduciario". Il maestro era subordinato al direttore e questi al Provveditore, che vigilava sull'insegnamento tramite ispettori che controllavano una circoscrizione.
La scuola elementare di Bosentino ricalca nella struttura organizzativa gli elementi sopradescritti.
Contesto generale Sia in base alle norme entrate in vigore dopo l'annessione al Regno d'Italia delle Nuove Province, sia in base alla legislazione successiva, fino all'autonomia della scuola, tutte le amministrazioni scolastiche dipendevano dal Ministero della pubblica istruzione. Secondo la normativa raccolta nel T.U. 577/1928, il diretto superiore del maestro elementare era il direttore didattico governativo. Al direttore didattico governativo era affidato un circolo didattico dipendente dal Provveditorato agli studi. Il Provveditorato, nominato su base regionale, era direttamente dipendente dal Ministero. Il Provveditorato sovrintendeva agli Ispettori scolastici, che avevano funzioni di vigilanza su una circoscrizione scolastica, ai Consigli scolastici, che avevano funzioni amministrative, e ai Consigli di disciplina, che avevano funzioni di vigilanza sui direttori didattici comunali per i comuni più grandi.
La scuola elementare di Bosentino mantenne rapporti con il comune di Bosentino, con la Direzioni didattiche di Caldonazzo, Levico e Lavarone, con il Provveditorato agli studi di Trento, con il Direttore regionale scuole provvisorie O.N.A.I.R. e con il direttore di zona.
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Fonti normative Ordinanza del Ministero dell'Istruzione 10 gennaio 1924, Norme regolamentari per l'applicazione del R.D. 1 ottobre 1923, n. 2185
Regio decreto legislativo 19 febbraio 1926, n.1667 - Provvedimenti per le scuole rurali non classificate e per l'edilizia scolastica
Regio decreto 5 febbraio 1928, n. 577, Approvazione del testo unico delle leggi e delle norme giuridiche, emanate in virtù dell'art. 1, N. 3, della legge 31 gennaio 1926, n. 100, sulla istruzione elementare, post- elementare e sulle sue opere di integrazione
Regio Decreto 26 aprile 1928, n. 1297, Regolamento generale dei servizi dell'istruzione elementare
Legge 14 ottobre 1938, n. 1771, ordinamento delle scuole rurali
Legge 31 maggio 1943, n.570, Collocamento dei direttori didattici nel grado 9° gruppo B, sistemazione dei maestri elementari incaricati della direzione didattica delle scuole rurali e passaggio alla diretta amministrazione dei regi Provveditorati agli studi delle scuole gestite dall'Opera nazionale di assistenza all'Italia redenta e dall'Ente "Le scuole per i contadini dell'Agro romano" [§133]
Decreto del Presidente della Repubblica 31 maggio 1974, n. 416, istituzione e riordinamento di organi collegiali della scuola materna, elementare, secondaria e artistica
Decreto del Presidente della Repubblica 31 maggio 1974, n.417, Norme sullo stato giuridico del personale docente, direttivo ed ispettivo della scuola materna, elementare, secondaria ed artistica
Fonti archivistiche e bibliografia Fonti d’archivio ACBos., A6. "Scuola elementare di Bosentino", 1945 - 1977 Bibliografia ARCAINI R.G. (a cura di), Gli archivi delle scuole elementari trentine: censimento descrittivo, Trento, 2003
Note 1. MARGONI Fabio, "Per l'assistenza fisica e spirituale delle Terre redente" l'attività dell'Onair-Onairc e il suo fondo archivistico presso l'Archivio provinciale di Trento IN "Archivio trentino" : rivista di studi sull'età moderna e contemporanea, Museo storico in Trento, Trento, 2001, n.2 , p.254
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fondo A6 Scuola elementare di Bosentino, 1945 - 1977 {952}
5 buste; metri lineari 0.5
Soggetti produttori Scuola elementare di Bosentino, 1924 ottobre 1 - 1991 giugno
Modalità di acquisizione e versamento L'archivio della scuola elementare di Bosentino si configura come un fondo depositato presso l'archivio comunale.
Contenuto Il fondo, parziale, raccoglie la documentazione prodotta dalla scuola di Bosentino a partire dal 1945 al 1977. Altra documentazione si trova nell'archivio della scuola elementare di Canale di Pergine e di Vattaro (1)
È aggregato di: Fondo Comune di Bosentino
Criteri di ordinamento e inventariazione La documentazione al momento del riordino, era composta da un pacco e da 10 registri. Data l'esiguità dei documenti non sono emersi elementi significativi in merito al funzionamento dell'archivio; si è proceduto quindi alla schedatura e alla formazione di 6 serie archivistiche: protocolli degli esibiti, carteggio ed atti, inventari, registri delle iscrizioni, registri della classe e prove di scrutini ed esami.
Note 1) ARCAINI R.G. (a cura di), Gli archivi delle scuole elementari trentine: censimento descrittivo, Trento, 2003, pp. 233; 452
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serie A6.1 Protocolli degli esibiti, 1950 - 1956 {953}
Contenuto Il protocollo raccoglie le registrazioni della corrispondenza in arrivo e in partenza dalla scuola elementare di Bosentino dal 1950 al 1956.
A6.1-1 {954}
"Protocollo lettere arrivate e spedite..."
1950 settembre 29 - 1956 novembre 30 - 1950-1953: nn. di prot. 532-1389; - 1954-1955: nn. di prot. 1-468;
- 1955-1956: nn. di prot. 1-246 Registro Num. un. progr. 26
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serie A6.2 Carteggio ed atti, 1951 - 1975 {955}
Contenuto La serie raccoglie materiale documentario vario prodotto dalla scuola elementare di Bosentino. Si segnala il testo per una recita scritta dal maestro e i disegni degli alunni.
A6.2-1 {956}
Carteggio vario
sec. XX terzo quarto - "Pinocchio. Operetta in 4 atti di Andreatta Ezio": copione per recita scolastica, anni '50; - materiali vario: tabella identificativa della classe, pagine di un testo di esercizi scolastici, opuscoli a stampa, sec. XX terzo quarto;
- disegni degli alunni, sec. XX terzo quarto Fascicolo
351
serie A6.3 Inventari dei mobili, degli arredi e dei mezzi didattici, 1950 - 1975 {957}
Contenuto L'insegnante doveva inserire alla data 1 ottobre e 30 giugno di ogni anno i quantitativi numerici corrispondenti al numero degli oggetti segnati nelle singole rubriche ed esistenti nell'aula. Ogni insegnante era responsabile del materiale esistente nella sua aula e quindi rispondeva personalmente degli eventuali errori d'inventario.
La serie comprende inventari secondo il modulo A e B dal 1950 al 1965.
A6.3-1 {958}
"Inventario dei mobili, arredi e mezzi didattici della scuola di Bosentino..."
1950 - 1954 Modello A (compilato dall'insegnante). Il registro riporta i dati della consistenza annotati all'inizio e alla fine dell'anno scolastico; con elenco dei libri della biblioteca degli alunni e degli insegnanti
Registro Num. un. progr. 26
A6.3-2 {959}
"Inventario dei mobili, arredi e mezzi didattici della classe I-II"
1958 - 1961; 1964 - 1965 Modello A (compilato dall'insegnante). Il registro riporta i dati della consistenza annotati all'inizio e alla fine dell'anno scolastico
Registro Num. un. progr. 26
A6.3-3 {960}
"Inventario dei mobili, arredi e mezzi didattici della classe III-IV"
1960 - 1961 ;1964 Modello A (compilato dall'insegnante)
352
Registro Num. un. progr. 26
A6.3-4 {961}
"Inventario dei mobili, arredi e mezzi didattici... classe V e VI..."
1959 - 1962 ;1964 Modello B (compilato dall'insegnante fiduciario)
Registro Num. un. progr. 26
A6.3-5 {962}
"Inventario dei mobili, arredi e mezzi didattici..."
1964 - 1965 Modello B (compilato dall'insegnante fiduciario)
Registro Num. un. progr. 26
A6.3-6 {963}
"Inventario dei mobili, arredi e mezzi didattici..."
sec. XX terzo quarto Modello B (parzialmente compilato) Registro Num. un. progr. 26
353
serie A6.4 Registri delle iscrizioni, 1965 - 1977 {964}
Contenuto La serie comprende un unico registro, che per ogni anno scolastico riporta i nomi dei bambini iscritti a scuola, con le date delle avvenute vaccinazioni e le date dell'iscrizione a scuola a partire dal 1965 al 1975.
A6.4-1 {965}
Registro delle iscrizioni
1965 - 1977 Il registro riporta per ogni anno scolastico: n. d'ordine, cognome e nome alunno, sesso, luogo di nascita, data, professione genitore, domicilio, date vaccinazioni, data iscrizione, osservazioni Registro
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serie A6.5 Registri di classe, 1945 - 1947 {966}
Contenuto Già con i decreti della riforma Gentile del 1923 e con le norme che lo regolamentavano venne introdotto nella scuola elementare l'uso del "Diario della classe" e della "Cronaca della scuola"; ma fu nel 1928, con l'emanazione del Regolamento generale, che apparve il "Giornale della classe", che unificava le funzioni dei precedenti registri, rimasti in vigore fino al 1928. Nel Giornale della classe venivano ora indicati, su un unico registro, i dati relativi agli alunni, le votazioni, le assenze, le prove di esame e gli scrutini, ma anche i programmi didattici annuali e mensili nonché la cronaca e le osservazioni dell'insegnante sulla vita della scuola. Il registro, in dotazione ad ogni classe, serviva poi ad annotare i provvedimenti disciplinari, i compiti e i programmi svolti dagli insegnanti in ogni singola giornata; serviva inoltre a raccogliere i dati statistici sugli alunni e sulle ore di lezione. Il registro della classe era atto pubblico e come tale non poteva essere contraffatto né distrutto, senza incorrere in una sanzione disciplinare. Nel corso degli anni i modelli del registo di classe subirono varie modifiche dovute al variare dei programmi ministeriali; dall'anno scolastico 1965/66 in poi venne chiamato "Registro della classe".
La serie dei registri di classe della scuola elementare di Bosentino raccoglie i registri dell'anno scolastico 1945/1946 e 1946/1947. La scuola comprendeva delle pluriclassi, dalla I alla VI , "miste" in un'unica sezione.
A6.5-1 {967}
"Registro della classe III-IV-V sezione mista. Insegnante Ezio Andreatta" (tit. int.)
1945 - 1946 Il registro riporta le generalità degli alunni, le assenze, le votazioni, e i piani mensili delle lezioni Registro Num. un. progr. 26
A6.5-2 {968}
"Registro della classe III-IV-V sezione mista. Insegnante Ezio Andreatta" (tit. int.)
1946 - 1947 Il registro riporta le generalità degli alunni, le assenze, le votazioni, e i piani mensili delle lezioni Registro Num. un. progr. 26
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356
serie A6.6 Scrutini e prove d'esame, 1946 - 1977 {969}
Contenuto La serie comprende gli elaborati degli alunni della scuola elementare di Bosentino prodotti negli esami e nei scrutini dal 1946 al 1977.
A6.6-1 {970}
Scrutini e prove d'esame
1946 - 1959 Elaborati degli alunni raccolti per materia e anno scolastico Busta Num. un. progr. 27
A6.6-2 {971}
Scrutini e prove d'esame
1959 - 1963 Elaborati degli alunni raccolti per materia e anno scolastico Busta Num. un. progr. 28
A6.6-3 {972}
Scrutini e prove d'esame
1963 - 1967 Elaborati degli alunni raccolti per materia e anno scolastico Busta Num. un. progr. 29
A6.6-4 {973}
Scrutini e prove d'esame
1967 - 1977 Elaborati degli alunni raccolti per materia e anno scolastico Busta Num. un. progr. 30
357
358
Ente
Croce rossa italiana. Delegazione comunale di Bosentino {974}
[1948] - [1965 ottobre 28]
Luoghi Bosentino
Altre Forme autorizzate del nome Croce rossa italiana giovanile. Comitato comunale di Bosentino
Altre forme del nome Comitato comunale Croce rossa italiana di Bosentino CRI di Bosentino CRIG di Bosentino
Archivi prodotti Fondo Delegazione comunale della Croce rossa italiana (CRI) di Bosentino, 01/01/1948 - 31/12/1965
Storia La Croce Rossa Italiana è una associazione operante nel territorio della Repubblica italiana che opera per l'assistenza e il soccorso in guerra e in pace, con attività sanitarie sociali ed umanitarie.
La scarsa documentazione presente non consente di individuare la data precisa di costituzione, né di tracciare una storia esaustiva dell'associazione nel territorio comunale di Bosentino. La prime notizie che attestano l'esistenza dell'associazione nel comune sono contenute nel certificato d'iscrizione alla Croce rossa italiana delle classi della scuola elementare di Bosentino per l'anno scolastico 1948-1949 (1). La circolare del Comitato centrale della Croce rossa italiana per la campagna di tesseramento tra gli impiegati e i familiari degli alunni delle scuole del 28 ottobre 1965 (2) costituisce l'ultima attestazione presente in archivio. Gli estremi cronologici di esistenza sono desunti dalla documentazione pervenuta.
Condizione giuridica Associazione disciplinata secondo l'ordinamento approvato con regio decreto del 10 agosto 1928, n. 2034 e dallo statuto approvato con regio decreto 21 gennaio 1929, n. 111 che ne ha definito l'organizzazione sia livello centrale che periferico.
Funzioni, occupazioni e attività
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In base al regio decreto del 10 agosto 1928, n. 2034 e del successivo del 12 febbraio 1930, n. 84 la Croce rossa italiana si occupava dell'assistenza sanitaria e sociale sia in tempo di pace che in tempo di conflitto. Suo scopo fondamentale, in tempo di pace, era quello di assistere la popolazione civile, integrando l'azione dello Stato contro le malattie e le calamità pubbliche, organizzando a tal fin le energie volontarie del paese. La Croce rossa italiana giovanile (CRIG), in base al disposto dell'art. 9 del decreto dell'agosto 1928 sopracitato, era parte integrante dell'associazione; essa svolgeva la sua opera nella scuola promuovendo l'educazione igienica, sociale e l'assistenza sanitaria. Ogni scuola, sia pubblica che privata, costituiva un'unità locale con possibilità di iscrivere all'associazione sia le classi collettivamente che i singoli alunni. Ogni Unità locale aveva un dirigente nominato dalla Croce rossa su proposta dei Provveditorati agli studi per le scuole medie, e degli Ispettori scolastici per le scuole elementari. Le delegazioni della CRI si sostenevano con il contributo dei soci e con le oblazioni dei sostenitori, valendosi dei suoi volontari inoltre, per effetto di numerose disposizioni di legge, tra cui il decreto legge del febbraio 1930 (art. 7) erano gratuitamente cessionarie degli atti di archivio da eliminare, degli stampati fuori uso, bollettini, pubblicazioni, ecc. che si conservavano presso gli uffici statali, provinciali e comunali nonché di tutti i mobili e materiali riconosciuti inservibili. I soci della Delegazione di Bosentino, per il periodo dal 1955 al 1962, furono 15 tra cui enti come il Patronato scolastico di Bosentino, l'Associazione pro loco del paese e l'Ente comunale di Assistenza di Bosentino. Le unità locali della CRIG si finanziavano con il contributo delle sottoscrizioni raccolte nelle scuole; numerosi i soci tra gli alunni delle scuole elementari e la totalità delle classi che, tra il 1948 e il 1960, si iscrissero alla Croce rossa italiana giovanile di Bosentino. L'insegnante Ezio Andreatta, nel suo duplice incarico di delegato della Croce rossa di Bosentino e dirigente della unità locale della Croce rossa giovanile, si adoperò per ottenere la cessione della carta da macero e di altri materiali, per l'erogazione di pacchi viveri e vestiario alle famiglie povere, per favorire le visite mediche specialistiche gratuite agli alunni, per l'invio degli alunni in colonie, per la fornitura di cure ricostituenti vitaminiche e di olio di fegato di merluzzo, inoltre svolse un'intensa propaganda per il tesseramento dei soci.
Struttura amministrativa La Croce Rossa Italiana era rappresentata da un Presidente generale e amministrata da un Comitato centrale con sede a Roma. L'associazione era ordinata in Comitati provinciali, in Sottocomitati e in Delegazioni. In ogni capoluogo di provincia aveva sede un Comitato provinciale; il comitato di Trento era considerato Comitato regionale; nei comuni della provincia operavano i Sottocomitati (con almeno 200 soci) o le Delegazioni. Esse erano rappresentate da un delegato nominato dal Presidente generale con il consenso del prefetto della provincia; compito del delegato era quello di far conoscere alla popolazione del proprio comune gli scopi dell'associazione e far comprendere l'opera umanitaria che essa svolgeva a favore delle popolazioni civili e durante le guerre, con l'assistenza ai militari malati e feriti. La competenza territoriale della delegazione era normalmente limitata al comune dove la delegazione aveva sede. L'insegnante Ezio Andreatta fu il primo delegato per il comune di Bosentino, sostituito nell'ottobre 1962 dall'insegnante Anna Giacomelli.
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Contesto generale Circa le varie autorità locali, risultano rapporti con il comune di Bosentino; l'ente manteneva rapporti con la Croce rossa italiana - Comitato regionale di Trento, con la Croce rossa italiana giovanile - Comitato provinciale di Trento e con i vari enti locali tra i quali il Patronato scolastico di Bosentino e la Direzione didattica di Lavarone.
Fonti archivistiche e bibliografia Fonti d’archivio 1. ACBos., A7. "Delegazione della Croce rossa italiana di Bosentino", 1948-1965
Note 1. ACBos., A7. "Delegazione comunale della Croce rossa italiana (CRI) di Bosentino", 3. "Carteggio ed atti", n. 1 "Croce rossa italiana giovanile. Croce rossa italiana", 1948-1965; 2. ibidem
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fondo A7 Delegazione comunale della Croce rossa italiana (CRI) di Bosentino, {975} 1948 - 1965 (con doc. del 1940)
1 busta; metri lineari 0.1
Soggetti produttori Croce rossa italiana. Delegazione comunale di Bosentino, [1948] - [1965 ottobre 28]
Modalità di acquisizione e versamento Dal momento che non esiste alcun rapporto istituzionale fra il comune di Bosentino e la Delegazione comunale della croce rossa di Bosentino l'archivio di quest'ultima si configura come un fondo depositato presso l'archivio comunale.
Contenuto L'archivio della Delegazione comunale della Croce rossa italiana di Bosentino comprende documentazione dal 1948 al 1965, costituita da registro dei soci, protocollo degli esibiti e carteggio.
È aggregato di: Fondo Comune di Bosentino
Criteri di ordinamento e inventariazione La documentazione al momento del riordino, era composta da tre fascicoli e un registro. Data l'esiguità dei documenti non sono emersi elementi significativi in merito al funzionamento dell'archivio; si è proceduto quindi alla schedatura e alla formazione di tre serie archivistiche su base tipologica: registri dei soci, protocolli degli esibiti e carteggio ed atti. Le illustrazioni specifiche delle caratteristiche di ogni serie sono state riportate nella relativa introduzione.
362
serie A7.1 Registro dei soci, 1955 - 1962 {976}
Contenuto L'art. 54 delle "Norme di massima per la costituzione e funzionamento delle Delegazioni della C. R.I. nel regno e all'estero" dell'agosto 1928 prevedeva la tenuta del registro dei soci (modello 0). L'unico registro presente in questa serie riporta sulla carta di sinistra: numero d'ordine, cognome e nome del socio, paternità, indirizzo, data d'iscrizione; sulla carta di destra: qualità del socio (perpetuo, temporaneo), anni d'incasso delle quote (1955-1962) ed eventuali annotazioni.
A7.1-1 {977}
"Registro dei soci"
1955 gennaio 21 - 1962 Registro Num. un. progr. 31
363
serie A7.2 Protocolli degli esibiti, 1960 - 1963 {978}
Contenuto La tenuta del protocollo della corrispondenza era stabilita dall'art. 56 delle "Norme di massima per la costituzione e funzionamento delle Delegazioni dell C.R.I. nel regno ed all'estero" dell'agosto 1928 (1). Nel protocollo della corrispondenza, in apposite finche, sono riportati i dati essenziali di ciascun documento, cioè: il numero progressivo ad esso attribuito in fase di protocollazione, il mittente o il destinatario, l'oggetto, la data ed eventuali altre annotazioni. Il protocollo raccoglie le registrazioni della corrispondenza in arrivo e in partenza della Delegazione della Croce rossa di Bosentino dal 1960 al 1963.
Note 1. 1. ACBos., A7. “Delegazione comunale della Croce rossa italiana di Bosentino”, 3. “Carteggio ed atti”, n. 1 “Croce rossa italiana giovanile. Croce rossa italiana”, 1948-1965: nomina di Ezio Andreatta a delegato della CRI" e norme, 1954
A7.2-1 {979}
"Protocollo CRI"
1960 ottobre 3 - 1963 maggio 24 Protocollo degli esibiti, nn. di prot. 1-33 Registro Num. un. progr. 31
364
serie A7.3 Carteggio ed atti, 1948 - 1965 (con doc. del 1940) {980}
Contenuto La serie comprende carteggio ed atti riguardanti gli affari trattati negli anni di attività della Delegazione comunale della Croce rossa italiana di Bosentino dal 1948 al 1965. Tale documentazione riguarda circolari, norme, comunicazioni, segnalazioni, avvisi, richieste.
A7.3-1 {981}
"Croce rossa italiana giovanile. Croce rossa italiana"
1948 - 1965 (con doc. del 1940) - Croce rossa italiana giovanile (CRIG) di Bosentino: certificati d'iscrizione delle classi della scuola elementare di Bosentino per gli
anni scolastici 1948/1949 - 1959/1960, carteggio ed atti, circolari del Ministero della pubblica istruzione di Roma, 1955 - 1960; "Invio visite specialistiche e cure ricostituenti degli alunni", 1955 - 1965; - "Croce rossa italiana Bosentino": corrispondenza, 1954 - 1963 (con norme dell'agosto 1928 in "Bollettino ufficiale della Croce rossa italiana" del dicembre 1933 - ristampa del 1940) Busta
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INDICE ANALITICO DELLE COSE NOTEVOLI San Germano (trattato) 117
366
INDICE ANALITICO DELLE ISTITUZIONI Ente comunale di assistenza (ECA) di Bosentino 885
Amministrazione separata degli usi civici (ASUC) di Bosentino 205, 292, 478, 868, 869
Amministrazione separata degli usi civici (ASUC) di Vattaro 868
Amministrazione separata degli usi civici (ASUC) di Vigolo Vattaro 868
Archivio di Stato di Trento 1, 2
ARCOOP Società cooperativa, Rovereto 1
Assessorato alla Pubblica istruzione di Trento. Ufficio patronati 945 scolastici
Avisio Confem s.p.a., ditta 665
Bosentino, frazione 281, 525, 808
Capitanato distrettuale di Borgo 3, 34
Cassa di Risparmio di Trento e Rovereto 868
Cassa pensioni dipendenti enti locali (CPDEL) 254
Circolo di Rovereto 3
Circolo di Trento 3
Circondario sanitario di Vigolo Vattaro, Bosentino e Vattaro 3, 52
Comitato centrale della Croce rossa italiana 974
Comitato regionale della Croce rossa italiana 974
Comitato soccorso invernale disoccupati, Bosentino 196
Comitato tecnico provinciale per i lavori pubblici, Trento 643
Commissariato generale civile per la Venezia Tridentina 3
Comprensorio dell'Alta Valsugana: C4 121
Comune di Altopiano della Vigolana 121
Comune di Besenello 3
Comune di Bosentino 2, 3, 121, 877, 951
Comune di Calceranica al Lago 3
Comune di Caldonazzo 3
Comune di Centa S. Nicolò 1, 121
Comune di Pergine 3, 121
367
Comune di Tenna 121
Comune di Vattaro 1, 3, 52, 121, 877
Comune di Vigolo Vattaro 1, 3, 52, 53, 121, 212, 247, 526, 808, 868, 877, 878
Comunità dell'Alta Valsugana e Bersntol 121
Comunità di Bosentino 2, 3
Congregazione di carità di Bosentino 52, 61, 878
Consiglio scolastico locale di Bosentino 3, 52
Consorzio dei comuni compresi nel bacino imbrifero montano del 121, 256 fiume Brenta
Consorzio dei comuni del Comprensorio dell'Alta Valsugana 241
Consorzio dei comuni trentini 3
Consorzio di assistenza medico-chirurgica tra i comuni di Vigolo 121 Vattaro, Vattaro e Bosentino
Consorzio di assistenza ostetrica tra i comuni di Vigolo Vattaro, 121 Vattaro e Bosentino
Consorzio di segreteria fra i comuni di Vigolo Vattaro, Bosentino e 52 Vattaro
Consorzio esattoriale di Trento 121
Consorzio medico-ostetrico fra i comuni di Vigolo Vattaro, 241 Bosentino e Vattaro
Consorzio per il funzionamento e lo sviluppo della Scuola Media 121 Statale di Vigolo Vattaro tra i comuni di Vigolo Vattaro, Bosentino, Centa S. Nicolò e Vattaro;
Consorzio per il servizio di gestione e manutenzione fognatura a 121, 646 difesa del lago di Caldonazzo
Consorzio per il servizio di segreteria tra i comuni di Vattaro e 121 Bosentino
Consorzio per il servizio di sorveglianza e custodia forestale tra 121 Vattaro e Bosentino
Consorzio per il servizio di vigilanza boschiva tra i comuni di 121 Bosentino, Centa San Nicolò, Lavarone, Luserna, Vattaro e Vigolo Vattaro
Consorzio provinciale antitubercolare di Trento 52
Consorzio provinciale di vigilanza igienica, Trento 3
Consorzio provinciale per la vigilanza igienica di Trento 52
368
Consorzio segretarile di Vattaro - Bosentino 241
Consorzio veterinario fra i comuni di Levico, Caldonazzo, Tenna, 52, 121, 241 Centa, Bosentino, Calceranica e Vigolo Vattaro
Corpo dei vigili del fuoco volontari del comune di Bosentino 121, 122, 215, 842, 843
Corpo dei vigili del fuoco volontari di Trento 842
Corpo permanente dei Vigili del fuoco di Trento 842
Croce rossa italiana (CRI). Comitato provinciale di Trento 974
Croce rossa italiana (CRI). Delegazione comunale di Bosentino 974, 975
Croce rossa italiana giovanile (CRIG) di Bosentino 974
Curazia di Bosentino 3, 52, 204
Decanato di Levico 121
Diocesi di Feltre 3
Diocesi di Trento 52
Direzione didattica di Caldonazzo 951
Direzione didattica di Lavarone 945, 951, 974
Direzione didattica di Levico 951
Distretto di Borgo 39
Ente comunale di assistenza (ECA) di Bosentino 121
Federazione degli enti autarchici della provincia di Trento 52
Fondazione Andreatta Beniamino, Bosentino 61, 882
Fondazione Bortolazzi, Bosentino 61
Giudizio distrettuale di Levico 3
Ianeselli Fabio, impresa edile 656
Ispettorato regionale per il servizio antincendi di Trento 842
Istituto di credito fondiario della Regione Tridentina, Trento 665
Istituto geografico militare (IGM) 829
Istituto nazionale assicurazioni (INA) 254
Istituto nazionale assistenza dipendenti enti locali (INADEL) 254, 868
Istituto nazionale di previdenza sociale (INPS) 252, 279, 280, 868
Istituto nazionale per le assicurazioni contro gli infortuni sul lavoro 252, 280, 868 (INAIL)
369
Legato Bortolazzi di Bosentino 25, 877, 882
L'Unione. Organo dell'unione nazionale dei segretari comunali e 250 provinciali
Miniera di Calceranica 213
Montecatini. Società generale per l'industria mineraria e chimica 213
Opera nazionale maternità e infanzia (ONMI). Delegazione di 121 Bosentino
Parrocchia San Giuseppe di Bosentino 121
Patronato ACLI 279
Patronato scolastico di Bosentino 121, 945, 946, 974
Perazzoli Ernesto, impresa edile 651, 657
Pieve di Calceranica 52
Pontificia opera di assistenza (POA), Trento 649
Prefettura di Trento 868
Pretura di Levico 3
Pretura di Trento 3, 932
Principato vescovile di Trento 3
Provincia autonoma di Trento (PAT) 2
Provveditorato agli studi di Trento 945, 951
Regno d'Italia napoleonico 3
Romano e Mariano Belloni da Calceranica al Lago, studio 665
Scuola elementare di Bosentino 951, 952
Scuola elementare di Canale di Pergine 952
Scuola elementare di Vattaro 952
Sottoprefettura di Borgo 877
Tamanini Bruno e fratelli, impresa edile da Vigolo Vattaro 248, 644
Ufficio del giudice conciliatore di Bosentino 932, 933
Unione nazionale comuni ed enti montani (UNCEM) 121
370
INDICE ANALITICO DEI NOMI DI PERSONA Andreatta Arrigo, vigile del Corpo dei vigili del fuoco volontari di 842 Bosentino
Andreatta Ezio, insegnante, delegato della Croce rossa comunale di 974 Bosentino
Andreatta Ezio, insegnante di Bosentino 956, 967, 968
Andreatta Gioachino, comandante del Corpo dei vigili del fuoco 842 volontari di Bosentino
Andreatta Giovanni Battista di Bosentino 1
Andreatta Guido, membro del patronato scolastico di Bosentino 945
Andreatta Pio, vigile del Corpo dei vigili del fuoco volontari di 842 Bosentino
Andreatta Riccardo, perito edile 661
Antoniolli Giuseppe, geometra 642
Azzolini Ivo, geometra 655
Barucchelli Albino, commissario ASUC di Bosentino 868
Barucchelli Andrea, perito 25
Barucchelli Massimo 932
Baruchelli Marco, ingegnere 656, 657, 658
Begher Rino, vigile del Corpo dei vigili del fuoco volontari di 842 Bosentino
Caldonazzo, signori di 3
Casetti Albino 1
Castelnuovo-Caldonazzo (di) Siccone 3
Dal Sass Rino, vigile del Corpo dei vigili del fuoco volontari di 842 Bosentino
Dolzani Giulio, ingegnere 646
Ducati Mansueto 26
Enrico di Metz, vescovo di Trento 3
Fontanari don Francesco, membro del Consiglio 945 d'amministrazione del Patronato scolastico di Bosentino
Giacomelli Anna, insegnante, delegata della Croce rossa comunale 974 di Bosentino, membro del Consiglio d'amministrazione del Patronato scolastico di Bosentino
371
Giovannini Ezio, ingegnere 651
Ianeselli Alfonso 121
Ianeselli Angelo, consigliere comunale di Bosentino 877
Ianeselli Francesco, presidente della Congregazione di carità di 877 Bosentino
Ianeselli Giovanni, consigliere comunale di Bosentino 877
Ianeselli Renzo, vigile del Corpo dei vigili del fuoco di Bosentino 842
Kaswalder Emilio, medico condotto di Vigolo Vattaro, membro del 945 Consiglio d'amministrazione del Patronato scolastico di Bosentino
Leonardelli Luigi, vigile del Corpo dei vigili del fuoco volontari di 842 Bosentino
Marolfa Aldo, ingegnere 642
Migliucci Aldo, ingegnere 645
Negri Vittorio, ingegnere 643, 659
Nicolò da Brno, vescovo di Trento 3
Pasqualini Abramo, capocomune poi sindaco di Bosentino 3
Pasqualini Carlo, membro del Consiglio d'amministrazione del 945 Patronato scolastico di Bosentino
Pasqualini Enrico, sindaco di Bosentino 3, 877
Pasqualini Fabio, vicecomandante del Corpo dei vigili del fuoco 842 volontari di Bosentino
Pasqualini G. 35
Perazzolli Adriano, consigliere comunale di Bosentino 877
Perazzolli Alfonso, sindaco di Bosentino 52, 877
Perazzolli Flora, membro del Consiglio d'amministrazione del 945 Patronato scolastico di Bosentino
Perazzolli Luca di Bosentino 932
Sottopietra Giuseppe, perito 25
Tabarelli de Fatis, conti 1
Tonolli Renzo, geometra 654
Valcanover Sergio, geometra 648
Zamboni Luigi, podestà di Bosentino, Vattaro e Vigolo Vattaro, 52 sindaco del comune di Vigolo Vattaro
372
INDICE ANALITICO DEI TOPONOMI Altopiano della Vigolana 3
Austria 3
Belvedere, via di Bosentino 658, 809
Bosentino 827, 828, 842, 951, 974
Bosentino - Migazzone, strada 652
Bosentino - Santa Caterina, strada 121, 649, 650
Bosentino - Vigolo Vattaro, strada 121, 655, 656
Broli, via di Bosentino 809
Caldonazzo 829
Cappella, via di Bosentino 809
Chiesa (alla), via di Bosentino 809
Faè, località di Bosentino 212
Foreste, via di Bosentino 809
Lago di Caldonazzo 641, 646
Levico Terme 829
Madonna del Feles, via di Bosentino 658, 809
Mandola, via di Bosentino 810
Masi di Bosentino, località 810
Mezzo (di), via di Bosentino 658, 810
Migazzone, abitato del comune di Bosentino 3, 51, 121, 642, 643, 644, 651, 654, 659, 827
Migazzone, via di Bosentino 810
Miralago, via di Bosentino 810
Piani (ai), strada di Bosentino 248
Prada, via di Bosentino 810
Prati Giovanni, via di Bosentino 811
Ronchi, via di Bosentino 811
Rozola, via di Bosentino 658
San Giuseppe, piazza di Bosentino 811
373
Scuole, via di Bosentino 811
Strada alla Pozza, Bosentino 223
Strada statale della Fricca 33
Stretto, vicolo di Bosentino 811
Trentino 877
Trento 829
Venezia, via di Bosentino 811
XXIV Maggio, piazza di Bosentino 811
374