Il Tempo - L’Altra Destra Di Pino Rauti

Total Page:16

File Type:pdf, Size:1020Kb

Il Tempo - L’Altra Destra Di Pino Rauti Destra.it - Quel ragazzo senegalese morto a Rigopiano e le domande di Pino Rauti di Nazzareno Mollicone Tra le vittime recuperate dall’Hotel Rigopiano vi è pure un senegalese, che lavorava come inserviente all’albergo. Questa vittima, al di là delle speculazioni giornalistiche che scriveranno di un immigrato vittima del lavoro che stava svolgendo in quel posto (bisognerà però vedere se era in regola o lavorava in nero: è strano che nessuno ne aveva parlato prima di trovare la salma) esaltando indirettamente l’integrazione e l’accoglienza indiscriminata degli immigrati, c’induce ad un ricordo ed ad una riflessione. Pino Rauti, in un suo bel discorso alla Camera svolto il 20 febbraio 1990 nella discussione sul decreto Martelli per la sanatoria degli immigrati irregolari (erano allora pochi, provenienti soprattutto dall’Albania e dai Paesi dell’Est), che era il primo atto legislativo su quella materia, ebbe a parlare di una sua esperienza da parlamentare europeo in Gran Bretagna, a Birmingham, dove aveva visto famiglie di africani con i loro numerosi bambini – provenienti dai territori dell’ex-impero inglese – immersi nel clima tetro, fuligginoso, nebbioso tipico dell’Inghilterra soprattutto nelle città industriali. E si domandava retoricamente: ma cosa ci fanno in quel clima quella gente, abituata ai cieli tersi africani ed al suo sole? Ed aggiungeva: ma non sarebbe meglio creare per quelle famiglie delle occasioni di lavoro e delle residenze confortevoli nella loro terra d’origine, anziché farli soffrire in quei posti provocando insoddisfazioni, astio, ed isolamento anziché integrazione? Ecco, quelle domande retoriche di Rauti possono essere fatte anche in questa occasione. Ma che ci fa un senegalese sul Gran Sasso, in Abruzzo, in mezzo alle montagne, ai terremoti ed alla neve che – pur quando non ci sono tempeste come in questi giorni – è sempre presente? Perché non si è fermato a respirare la sua aria nativa? Perché non ha trovato lavoro nella sua Patria che non è tra i Paesi sottosvilupati perché ha risorse minerarie, un’agricoltura fiorente, una pesca d’esportazione, un importante porto franco come Dakar, una sostanziale stabilità politica? Certo, ci saranno difficoltà: ma non tali da impedire di potersi inserire in modo soddisfacente. E invece, attratto da una propaganda ingannevole, sventolata come il drappo rosso dinanzi al toro nell’arena, che dipinge l’Europa come un territorio in cui si può fare facilmente fortuna, guadagnare e sistemarsi per bene, l’immigrato affronta un lunghissimo e pericoloso viaggio, arricchendo i trasportatori a terra ed in mare, e finisce a fare o il venditore ambulante (al servizio di qualche camorra, come è successo a Napoli nei giorni scorsi) o gli inservienti in mezzo alle montagne. Rauti fin dal 1990 dette una spiegazione a tutto ciò: disse in quel discorso che tutto ciò è provocato dal capitalismo che ha bisogno di un esercito di lavoratori alternativo, di riserva, a basso costo: i nuovi schiavi del XXI^ secolo. E questi concetti Rauti li espose a tutti gli Italiani scrivendo nel manifesto programmatico del Msi per le elezioni regionali del 1990: “ …sulla pelle di questi uomini sradicati dalla propria terra si sta giocando la più grave truffa della cultura radical-progressista. Mentre nei salotti, nelle parrocchie e nella Confindustria si esaltano le prospettive della società multirazziale che comporterebbe disagi inaccettabili per il popolo italiano e si accusa di razzismo chi vorrebbe affrontare realisticamente il problema, l’unica prospettiva che si offre agli immigrati è il lavoro nero e l’accattonaggio nei centri urbani. Il Msi indica invece una politica di cooperazione con i Paesi del Terzo Mondo al fine di aiutarli a realizzare nuovi posti di lavoro ed uno sviluppo equilibrato all’interno della propria terra.” Ecco, la morte di quel senegalese conferma quello che lucidamente il Msi, nella persona del suo segretario nazionale di allora Pino Rauti, previde nel 1990: ventisette anni fa. [Fonte: www.destra.it] TermoliLive.news - Azione Nazionale, il 27 gennaio inaugura il circolo a Bonefro intitolato a Pino Rauti Il movimento Azione Nazionale continua nella sua opera di espansione e consolidamento sul territorio molisano. Il neo movimento, guidato in Molise da Carlo Perrella, prosegue le sue attività non solo in vista dei futuri appuntamenti elettorali ma anche e soprattutto per farsi conoscere dalla popolazione. Il 27 gennaio Azione Nazionale inaugurerà il proprio circolo a Bonefro, intitolato a Pino Rauti. A coordinarlo sarà Luigi Venditti. La cerimonia rappresenterà anche l’occasione per il ‘battesimo’ in Molise di Azione Nazionale Giovani. Come responsabile i vertici del movimento hanno nominato lo stesso Venditti. Nel frattempo, per quel che riguarda l’organigramma, è stata nominata vice portavoce regionale Wanda Capra, attuale consigliere comunale a San Polo Matese e da sempre impegnata nel sociale. Nei prossimi giorni, ed in ogni caso prima dell’inaugurazione del circolo a Bonefro, ci sarà anche la convocazione dell’esecutivo regionale. Infatti, in virtù delle numerose adesioni a movimento e della sua esponenziale crescita sul territorio, saranno meglio definite le attività da mettere in campo e saranno nominati i portavoce di Campomarino e Isernia. Questo l’elenco dei circoli già partiti e dei loro referenti sul territorio: Tufara (Antonio Petrone), Riccia (Michele del Zingaro), Jelsi (Feliciano Antedomenico), Colle d’Anchise (Francesco di Rienzo), Sepino (Franco Mancinelli), Campobasso (Gino Policella), Campochiaro (Luca Altobello), Bonefro (Luigi Venditti), Guardiaregia (Francesco Madonna), Bojano (Wanda Malatesta), Trivento (Raffaele Stinziani), Monacilioni (Antonella Esposito), Casacalenda (Roberto Petti), Termoli (Salvatore Rinaldi). Il movimento inoltre ha nominato coordinatore dell’area matesina Marcello Nardelli, area Trigno Anna di Rienzo, basso Molise Salvatore Rinaldi e per l’area fortore Feliciano Antedomenico. Nelle scorse settimane come si ricorderà , invece il dott. Francesco di Zazzo è stato nominato, da Carlo Perrella, portavoce della provincia di Isernia. E proprio Carlo Perrella, nelle scorse ore, è stato a Roma, in riunione con i vertici del Movimento, per decidere le strategie future da adottare. [Fonte: termolilive.news] Un dono dell'amico Junio Guariento L’amico Junio Guariento ha voluto donare al Centro Studi Pino Rauti quest’opera da lui realizzata, su pannello di legno decorato a pirografo. Grazie! Le radici profonde non gelano…! 50 anni. La fotografia racconta di Pino Rauti (Autore) Copertina rigida Editore: C.E.N. Centro Editoriale Nazionale; edizione 1961 Lingua: Italiano Testo Monografico Altre edizioni: Rilegatura all’americana Editore: C.E.N. Centro Editoriale Nazionale; edizione 1969 Auguri Caro papà, oggi comunque per me è il tuo compleanno Caro papà, oggi comunque per me è il tuo compleanno; voglio ricordarti con questo bigliettino da poco ritrovato.Lo avevi conservato con cura ed amore tra le tue carte più care e mi sono commossa a rivederlo. Era il 1980 e tu compivi 54 anni, esattamente l’età che l’altro ieri ho raggiunto anche io. E le continue coincidenze, tra te e me, sono la cifra ed il segno della nostra comunione, in vita come oggi. Ed oggi riscriverei ogni parola di questo biglietto da diciottenne; oggi più di ieri la tua esistenza mi appare “eroica” e vissuta fino in fondo. Oggi più di ieri, soffro la tua assenza; oggi più di ieri il Paese avrebbe bisogno delle tue idee lucide ed appassionate. Oggi si conferma che “quello che veramente ami rimane” e, nel cuore mio e di molti il ricordo non si scolora. Come l’acciaio. Il Tempo - L’altra destra di Pino Rauti «C’era una volta l’Msi» e l’uomo che liberò il partito dalla sindrome dell’assedio Il segretario tentò lo sfondamento a sinistra ma la sua linea fu sconfitta da Almirante L’altro giorno sul Corriere della sera, Paolo Mieli citava Pino Rauti e Franco Servello a proposito del Msi ancora legato a Salò, antiamericano ed evoliano. In realtà Servello, venuto dall’America e tutt’altro che «repubblichino» ed evoliano non c’entrava affatto. Rauti invece… Ieri era il quarto anniversario della sua morte. Ricordo l’affollato funerale in San Marco a Roma. Sfilò tutto il mondo missino, i nostalgici, i moderati e i rivoluzionari. Quando apparve Fini fu contestato con feroce durezza. Fu un documentario dal vivo di un mondo ferito e non suoni strano quel «vivo» riferito a un funerale. Da qualche anno le manifestazioni più vive e affollate della destra ex-missina sono state i funerali. Non c’è solo l’antica familiarità missina con i riti nostalgici per i caduti e l’estetica mortuaria ereditata da Salò. C’è la percezione comune di un mondo che volge alla fine. Pino Rauti rappresentò nel Msi, e fuori dal Msi – l’altra destra, sociale e culturale, prima aristocratica e poi popolare, radicale, movimentista, europea e rivoluzionaria. Rauti tentò la folle impresa di far politica a colpi di idee e visioni del mondo. Trasferì la nostalgia del piccolo mondo missino dalla Repubblica Sociale al Sacro Romano Impero, immettendo il fascismo nel più maestoso fiume della Tradizione, con la T maiuscola. Sognò l’Europa in pieno nazionalismo missino, lanciò il comunitarismo in pieno cameratismo, scoprì l’ecologia in piena ideologia e istigò alla lettura giovani militanti, sottraendoli al puro attivismo e alla retorica patriottarda. A lui si avvicinò l’ala colta giovanile che non si accontentava dei saluti romani e del tricolore, leggeva Evola e lo preferiva a Gentile, faceva i campi hobbit e riteneva il liberal-capitalismo il nemico principale. Rauti esortò a leggere e pensare un ambiente versato nell’azione, nell’etica della sconfitta e nell’estetica del risentimento. «Veniamo da lontano» fu il suo motto. Aveva la lungimiranza ideale dei grandi miopi e la scarsa dimestichezza pratica. Le sue lenti spesse lo resero un alieno per la destra militante. Rauti perse la sua aura intellettuale quando perse le diottrie, dopo un’operazione agli occhi. È come se si fosse secolarizzato, spogliandosi delle sue lenti.
Recommended publications
  • El MSI Y El Lugar Del Fascismo En La Cultura Política Italiana = the Msi and the Role of Fascism in Italian Political Culture
    El msi y El luGar DEl Fascismo En la cultura Política italiana The msi and the role of fascism in Italian political culture Ferran GallEGo Universidad Autónoma de Barcelona Fecha de recepción: 17 de febrero; revisión: 17 de mayo; aceptación definitiva: 23 de octubre rEsumEn: En este trabajo se analiza el papel del movimiento social italiano en la política del país transalpino del siglo xx. la clave de su influencia estaría en las peculiaridades del régimen político surgido de las ruinas del fascismo. con la proclamación de la república muchos fascistas se enrolaron en las filas de la Democracia cristiana y otros partidos de la derecha, dejando al msi como único heredero del fascismo. Eso no le impidió colaborar con la Democracia cristiana a través de la estrategia del «inserimento». cuando la Democracia cristiana empezó su aproximación al Partido socialista italiano, el msi se vio claramente excluido y situado en una posición relativamente marginal. su resurgimiento estará relacio- nado con los cambios radicales ocurridos en la política italiana en las décadas de los sesenta y setenta que propiciaran la llegada al liderazgo de Giorgio almirante en 1969. El msi se presentará como un partido restaurador del orden y dispuesto a combatir por sí mismo la subversión. Durante los años 80 el msi se moverá entre la estrategia del Partido-Protesta de almirante y la idea de un partido de la sociedad civil defendido por rauti. al final, el msi, tras el cambio de liderazgo de almirante por Gianfranco Fini, inició un nuevo camino donde se afirmaba la lealtad a los valores del fascismo, corroborado por la crisis del comunismo.
    [Show full text]
  • Download (515Kb)
    European Community No. 26/1984 July 10, 1984 Contact: Ella Krucoff (202) 862-9540 THE EUROPEAN PARLIAMENT: 1984 ELECTION RESULTS :The newly elected European Parliament - the second to be chosen directly by European voters -- began its five-year term last month with an inaugural session in Strasbourg~ France. The Parliament elected Pierre Pflimlin, a French Christian Democrat, as its new president. Pflimlin, a parliamentarian since 1979, is a former Prime Minister of France and ex-mayor of Strasbourg. Be succeeds Pieter Dankert, a Dutch Socialist, who came in second in the presidential vote this time around. The new assembly quickly exercised one of its major powers -- final say over the European Community budget -- by blocking payment of a L983 budget rebate to the United Kingdom. The rebate had been approved by Community leaders as part of an overall plan to resolve the E.C.'s financial problems. The Parliament froze the rebate after the U.K. opposed a plan for covering a 1984 budget shortfall during a July Council of Ministers meeting. The issue will be discussed again in September by E.C. institutions. Garret FitzGerald, Prime Minister of Ireland, outlined for the Parliament the goals of Ireland's six-month presidency of the E.C. Council. Be urged the representatives to continue working for a more unified Europe in which "free movement of people and goods" is a reality, and he called for more "intensified common action" to fight unemployment. Be said European politicians must work to bolster the public's faith in the E.C., noting that budget problems and inter-governmental "wrangles" have overshadolted the Community's benefits.
    [Show full text]
  • Criticism of “Fascist Nostalgia” in the Political Thought of the New Right
    ACTA UNIVERSITATIS WRATISLAVIENSIS No 3866 Studia nad Autorytaryzmem i Totalitaryzmem 40, nr 3 Wrocław 2018 DOI: 10.19195/2300-7249.40.3.6 JOANNA SONDEL-CEDARMAS ORCID: 0000-0002-3037-9264 Uniwersytet Jagielloński Criticism of “fascist nostalgia” in the political thought of the New Right The seizure of power by the National Liberation Committee on 25th April, 1945 and the establishment of the republic on 2nd June, 1946 constituted the symbolic end to Mussolini’s dictatorship that had lasted for more than 20 years. However, it emerged relatively early that fascism was not a defi nitively closed chapter in the political and social life of Italy. As early as June of 1946, after the announcement of a presidential decree granting amnesty for crimes committed during the time of the Nazi-Fascist occupation between 1943 and 1945, the country saw a withdrawal from policies repressive towards fascists.1 Likewise, the national reconciliation policy gradually implemented in the second half of the 1940s by the government of Alcide De Gasperi, aiming at pacifying the nation and fostering the urgent re- building of the institution of the state, contributed to the emergence of ambivalent approaches towards Mussolini’s regime. On the one hand, Italy consequently tried to build its institutional and political order in clear opposition towards fascism, as exemplifi ed, among others, by a clause in the Constitution of 1947 that forbade the establishment of any form of fascist party, as well as the law passed on 20th June, 1 Conducted directly after the end of WW II, the epurazione action (purifi cation) that aimed at uprooting fascism, was discontinued on 22nd June 1946, when a decree of president Enrico De Nicola granting amnesty for crimes committed during the Nazi-Fascist occupation of Italy between 1943–1945 was implemented.
    [Show full text]
  • Ma Quale Pino Rauti “Fascista”!
    MA QUALE PINO RAUTI “FASCISTA”! di Maurizio Barozzi Molti che ci seguono e sono attenti alle nostre osservazioni, chiedono un parere su Pino Rauti (classe 1926), un personaggio scomparso nel 2012, che avendo gravitato nell’agone politico e in una certa area, non può evitare un giudizio, giusto o sbagliato che sia, storico ed appunto politico. Parlare di Rauti, onorevole, uomo politico, intellettuale, scrittore, giornalista del “Tempo” di Roma e a capo di un movimento politico e Centro Studi, finito spesso nelle cronache giudiziarie degli anni passati, ma fucina anche di ottimi camerati, ci dà l’occasione di accennare all’area della destra neofascista e di precisare, una volta per tutte certe posizioni. Si da il caso che, a suo tempo, avendo noi militato nella FNCRSI (Federazione Nazionale Combattenti della RSI) e NON nei gruppi e movimenti di quell’area pseudo “neofascista” di destra, né tanto meno nel MSI, riteniamo di poter dare un giudizio squisitamente politico, scevro da sentimentalismi o condizionamenti. Premettiamo subito che le nostre valutazioni divergono da chi considera Rauti un “fascista”, etichetta questa che, a prescindere da partecipazioni nel periodo bellico, nel dopoguerra per ragioni di percorso e convenienza politica, si è ritagliato lui stesso, anzi ammiccando un pò al “nazista”, ma soprattutto gliela hanno affibbiata gli antifascisti, così come avvenne per quel tal Giorgio Almirante, sodale di Rauti. Personaggi che sarebbe stato più esatto ed opportuno definire di “destra” che non fascisti. Del resto oramai nel gergo comune viene dato del “fascista” a qualunque reazionario, o dittatore: dal Caudillo Franco al macellaio Pinochet. “Guerra delle parole”.
    [Show full text]
  • Men Among the Ruins
    MEN AMONG THE RUINS Postwar Reflections of a Radical Traditionalist By: JULIUS EVOLA Translated by Guido Stucco Edited by Michael Moynihan Inner Traditions Rochester, Vermont CONTENTS Editor's Note vi Foreword by Joscelyn Godwin vii Preface to the American Edition by Dr. H. T Hansen xi Introduction: Julius Evola's Political Endeavors by Dr. H. T Hansen 1 Preface to the Third Italian Edition (1972) 105 Introduction by Prince J. Valerio Borghese 107 1. Revolution_____Counterrevolution—Tradition 112 2. Sovereignty—Authority—Imperium 122 3. Personality—Freedom—Hierarchy 133 4. Organic State—Totalitarianism 148 5. Bonapartism—Machiavellianism—Elitism 156 6. Work—The Demonic Nature of the Economy 165 7. History—Historicism 178 8. Choice of Traditions 182 9. Military Style—"Militarism"—War 193 10. Tradition—Catholicism—Ghibellinism 204 11. Realism—Communism—Anti bourgeoisie 217 12. Economy and Politics_____Corporations—Unity of Work 224 13. Occult War—Weapons of the Occult War 235 14. Latin Character—Roman World—Mediterranean Soul 252 15. The Problem of Births 266 16. Form and Presuppositions of a United Europe 274 Appendix: Evola's Autodifesa (Self-Defense Statement) 287 Notes 298 EDITOR'S NOTE For the present English edition, we have endeavored to convey precis ely Evola's own system of terminology. Thus the reader will note the capitalization of words like Tradition (when used by Evola to denote a transcendent spiritual tradition), Idea, Land, Leader, Mothers (Evola utilizes this term in a sense inspired by J. J. Bachofen), Orders (referring to Knightly Orders, Mannerbunde, etc.), and the State. We have attempted to follow the precedent of the Italian edition (Rome: Volpe, 1972) as closely as possible in this respect.
    [Show full text]
  • Panorama - Dopo Almirante - Parla Il Leader Dell'ala Dura Del MSI - All'armi, Siam Ecologisti
    Panorama - Dopo Almirante - Parla il leader dell'ala dura del MSI - All'armi, siam ecologisti Ex-fascista? Ma se mi occupo di ambiente, di territorio, di droga! Gli anni di Ordine nuovo? Non capivo che il mondo era cambiato. Rauti parla a ruota libera di sé, di Craxi, di Almirante, di Fini. E confessa un amore per un leader di sinistra. Dopo la morte di Giorgio Almirante e di Pino Romualdi, è l’ultima figura carismatica del MSI, un partito il cui declino elettorale sembra inarrestabile. Di Pino Rauti, romano, 62 anni, c’è un mito e c’è una realtà. Il mito è quello del diciassettenne che si arruolò volontario nella RSI e combattè fino all’ultima raffica; quello dell’allievo di Julius Evo!a, il filosofo paralizzato alle gambe che nei primi anni Cinquanta predicava il rovesciamento del sistema parlamentare; quello del fondatore di «Ordine nuovo”, il gruppo estremista da cui venne più di un protagonista del terrorismo nero. La realtà del Rauti odierno è molto di versa. Un po’ curvo dagli anni, gli occhiati spessi da miope, l’aria di chi ne ha trascorse molte e ne è cresciuto in saggezza, è tuttora l’idolo della gioventù missina. Eurodeputato scrupolosissimo, a Strasburgo si occupa di cose molto diverse da quelle cui lo ammaestrò Evola. Non più il no secco e altero al Sistema, ma questioni concrete, per esempio come utilizzare gli edifici religiosi dissacrati. A Sorrento, il dicembre scorso, Rauti venne sconfitto di misura da Gianfranco Fini nella corsa alla segreteria del MSI. Adesso, al primo appuntamento elettorale dopo la morte di Almirante il MSI ha perso voti anche in alcune delle sue roccaforti tradizionali.
    [Show full text]
  • Dal Movimento Sociale Italiano Ad Alleanza Nazionale Da Almirante a Fini Pietro Blandini
    1 Dipartimento di Scienze Politiche Cattedra di Storia e teoria dei movimenti e dei partiti politici Dal Movimento Sociale Italiano ad Alleanza Nazionale Da Almirante a Fini Pietro Blandini Prof. Andrea Ungari RELATORE Pietro Blandini – Matricola 084562 CANDIDATO Anno Accademico 2019-2020 2 Indice Introduzione 4 1. Almirante e Fini 6 1. Giorgio Almirante 6 1.1 L’infanzia, i primi lavori come giornalista e il fascismo (1914-1945) 6 1.2 Il dopoguerra e la latitanza (1945-1946) 7 1.3 La fondazione del Movimento Sociale Italiano (1946) 8 1.4 La prima (breve) segreteria e gli anni dell’opposizione interna (1947-1969) 8 1.5 La seconda segreteria: Almirante anima del partito (1969-1984) 10 1.6 Il funerale di Berlinguer, gli ultimi anni e la morte (1984-1988) 12 2. Gianfranco Fini 14 2.1 La giovinezza a Bologna e i primi tempi a Roma (1952-1971) 14 2.2 Rivalità con Tarchi, lavoro nel Secolo d’Italia e coordinatore nel Fronte della Gioventù (1971-1986) 15 2.3 Tenere accesa la fiamma di Giorgio (1987–1991) 16 2.4 Il partito degli onesti e il progetto di Alleanza Nazionale (1991-1995) 18 2.5 L’epilogo politico (2009-2013) 21 2. Il Movimento Sociale Italiano 22 1. Le origini e la fondazione (1945-1950) 22 2. L’apertura a destra della segreteria De Marsanich (1950-1954) 25 3. Il possibile inserimento e il disastro del governo Tambroni (1954-1960) 27 4. Il fallimento della strategia dell’inserimento: la fine della segreteria Michelini (1960-1969) 29 5.
    [Show full text]
  • Fascism, Liberalism and Europeanism in the Political Thought of Bertrand
    5 NIOD STUDIES ON WAR, HOLOCAUST, AND GENOCIDE Knegt de Jouvenel and Alfred Fabre-Luce Alfred and Jouvenel de in the Thought Political of Bertrand Liberalism andFascism, Europeanism Daniel Knegt Fascism, Liberalism and Europeanism in the Political Thought of Bertrand de Jouvenel and Alfred Fabre-Luce Fascism, Liberalism and Europeanism in the Political Thought of Bertrand de Jouvenel and Alfred Fabre-Luce NIOD Studies on War, Holocaust, and Genocide NIOD Studies on War, Holocaust, and Genocide is an English-language series with peer-reviewed scholarly work on the impact of war, the Holocaust, and genocide on twentieth-century and contemporary societies, covering a broad range of historical approaches in a global context, and from diverse disciplinary perspectives. Series Editors Karel Berkhoff, NIOD Thijs Bouwknegt, NIOD Peter Keppy, NIOD Ingrid de Zwarte, NIOD and University of Amsterdam International Advisory Board Frank Bajohr, Center for Holocaust Studies, Munich Joan Beaumont, Australian National University Bruno De Wever, Ghent University William H. Frederick, Ohio University Susan R. Grayzel, The University of Mississippi Wendy Lower, Claremont McKenna College Fascism, Liberalism and Europeanism in the Political Thought of Bertrand de Jouvenel and Alfred Fabre-Luce Daniel Knegt Amsterdam University Press This book has been published with a financial subsidy from the European University Institute. Cover illustration: Pont de la Concorde and Palais Bourbon, seat of the French parliament, in July 1941 Source: Scherl / Bundesarchiv Cover design: Coördesign, Leiden Typesetting: Crius Group, Hulshout Amsterdam University Press English-language titles are distributed in the US and Canada by the University of Chicago Press. isbn 978 94 6298 333 5 e-isbn 978 90 4853 330 5 (pdf) doi 10.5117/9789462983335 nur 686 / 689 Creative Commons License CC BY NC ND (http://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/3.0) The author / Amsterdam University Press B.V., Amsterdam 2017 Some rights reserved.
    [Show full text]
  • Redalyc.Democratic Corporatism – the Italian Debate During the “First
    Estudos Ibero-Americanos ISSN: 0101-4064 [email protected] Pontifícia Universidade Católica do Rio Grande do Sul Brasil Zaganella, Marco Zaganella Democratic Corporatism – The Italian debate during the “First Republic” (1948-1992) Estudos Ibero-Americanos, vol. 42, núm. 2, mayo-agosto, 2016, pp. 430-453 Pontifícia Universidade Católica do Rio Grande do Sul Porto Alegre, Brasil Available in: http://www.redalyc.org/articulo.oa?id=134646844005 How to cite Complete issue Scientific Information System More information about this article Network of Scientific Journals from Latin America, the Caribbean, Spain and Portugal Journal's homepage in redalyc.org Non-profit academic project, developed under the open access initiative CORPORATIVISMO HISTÓRICO NO BRASIL E NA EUROPA http://dx.doi.org/10.15448/1980-864X.2016.2.22505 Democratic Corporatism – The Italian debate during the “First Republic” (1948-1992)* Corporativismo Democrático – O debate italiano durante a “Primeira República” (1948-1992) Corporativismo demócrata – El debate italiano durante la “Primera República” (1948-1992) Marco Zaganella** Abstract: The paper intends to explore the Italian debate on corporatism after the fall of fascism, in the years of the so-called “First Republic” (1948-1992). Over this long time period, which spanned more than four decades, the debate on corporatism continued to interest the nostalgic political right represented by the Italian Social Movement (MSI), but rekindled also the minds of Catholics. In both cases, the aim was to harmonize the corporatist theory with democratic principles. During Sixties the debate on the launch of a planning policy in Italy was seized by some members of the MSI as an opportunity to revive the corporatism and find a concrete solution to “govern” the Italian economy.
    [Show full text]
  • Men Among the Ruins
    MEN AMONG THE RUINS Postwar Reflections of a Radical Traditionalist JULIUS EVOLA Translated by Guido Stucco Edited by Michael Moynihan Inner Traditions Rochester, Vermont CONTENTS Editor's Note vi Foreword by Joscelyn Godwin vii Preface to the American Edition by Dr. H. T Hansen xi Introduction: Julius Evola's Political Endeavors by Dr. H. T Hansen 1 Preface to the Third Italian Edition (1972) 105 Introduction by Prince J. Valerio Borghese 107 1. Revolution_____ Counterrevolution—Tradition 112 2. Sovereignty—Authority—Imperium 122 3. Personality—Freedom—Hierarchy 133 4. Organic State—Totalitarianism 148 5. Bonapartism—Machiavellianism—Elitism 156 6. Work—The Demonic Nature of the Economy 165 7. History—Historicism 178 8. Choice of Traditions 182 9. Military Style—"Militarism"—War 193 10. Tradition—Catholicism—Ghibellinism 204 11. Realism—Communism—Anti bourgeoisie 217 12. Economy and Politics _____ Corporations—Unity of Work 224 13. Occult War—Weapons of the Occult War 235 14. Latin Character—Roman World—Mediterranean Soul 252 15. The Problem of Births 266 16. Form and Presuppositions of a United Europe 274 Appendix: Evola's Autodifesa (Self-Defense Statement) 287 Notes 298 EDITOR'S NOTE For the present English edition, we have endeavored to convey precisely Evola's own system of terminology. Thus the reader will note the capitalization of words like Tradition (when used by Evola to denote a transcendent spiritual tradition), Idea, Land, Leader, Mothers (Evola utilizes this term in a sense inspired by J. J. Bachofen), Orders (referring to Knightly Orders, Mannerbunde, etc.), and the State. We have attempted to follow the precedent of the Italian edition (Rome: Volpe, 1972) as closely as possible in this respect.
    [Show full text]
  • ·European. Elections Results And· Elected Members
    ·European. elections 14-17 June 198~ Results and· Elected Members as at July 1984 Second revised edition based on official results for Belgium, Denmark, France, Germany, Greece, Ireland, Italy, Luxembourg and the Netherlands. Official results for the UK are not expected before October. NB: The list of Italian members is incorrect. Luxembourg members are missing. For corrections, see European Community News No. 26/84. Directorate-General for Information and Public Relations Publications and Briefings Division -1- EUROPEAN ELECTIONS Electorate and turnout in EC states in 1979 and 1984 r-- Country Electorate Turnout Valid votes Belgium 1984 6,975,677 92.2 5,725,837 1979 6,800,584 91.4 5,442,867 Luxembourg 1984 215,792 88.8 173,888 1979 212,740 88.9 170,759 Italy 1984 44,438,303 83.4 35,0913,046 1979 42,193,369 84.9 35,042,601 Greece 1984 7,790,309 77.2 5,956,060 1981 7,319,070 78.6 5,753,478 Germany 1984 44,451,981 56.8 24,851,371 1979 42,751,940 65.7 27,847,109 France 1984 36,880,688 56.7 20,180,934 1979 35,180,531 60.7 20,242,347 Denmark 1984 3,87"8,600 52.4 2,001,875 1979 3,754,423 47.8 1,754,850 Netherlands 1984 10,4 7 6, 000 50.57 5,297,621 1979 9,808,176 58.1 5,667,303 Ireland 1984 2,413,404 47.6 1,120,416 1979 2,188,798 63.6 1,339,072 United Kingdom 1984 42,984,998 32.56 13,998,188 1979 41, 57 3, 897 32.3 13,446,091 Total 1984 200,505,752 59 114 , 4 o4 , 2 3 6 1979 191,783,52~ 62.5 116,706,4 77 -2- Belgium The Socialists win two seats and the Christian Democrats lose four as a result of the second EP elections.
    [Show full text]
  • 1IIII1.2Q 111111.4 111111.6
    If you have issues viewing or accessing this file contact us at NCJRS.gov. "" ___ 7 __ "..J· -___ •• ___ ,_~"_ ~~_. __ _ National Criminal Justice Reference Service This microfiche was produced from documents received for inclusion in the NCJRS data base. Since NC.JRS cannot exercise control over the physical condition of the documents submitted, the individual frame quality will vary. The resolution chart on this frame may be used to evaluate the document quality. 1.0 1.1 1IIII1.2q 111111.4 111111.6 MICROCOPY RESOLUTION TEST CHART NATIONAL BUREAU Of STANOAROS.1963·A Microfilming procedures used to create this fiche comply with the standards set forth in 41 CFR 101-11.504. Points of view or opinions stated in this document are those of the author(s) and do not represent the official position or policies o~ the U. S. Department of Justice. iJ i National hlstitute of Justice I United States Department of Justice 1 Washington, D. C. 20531 J 9/29{83 ! " V The researeh r~orted he,s W88" spOnsored by the ~otorate'Cf OpeJ1atiOIlaJ. \l.~~,.' Requ:irementll. Deputy'" CMef ot)tatt/RSSearph, Devel'Opm'ent, and AC;W:uisi.. , {i j;i9U, Bq USAF, uW:ler Contiaet F49.000·82-o.0018." ~~ United 'States I a,ovemment is authotb:ed to reproduoe and distribute teprlntl:$ 'ler,goven1- ,~ ! mental p,tttpOtJes notwithstanding any oopyrlgb;t nota£ioJl hereon. I '" Il iJ ') I ! 1 A RAND NOTE \' () 0 I " a 1" I • I RIGHT-WING TERRORISM IN EUROPE I r (I U.S.
    [Show full text]