Giorgio Valentini Progettista Indipendente Eclettico E Innovativo
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Giorgio Valentini progettista indipendente eclettico e innovativo AISA - Associazione Italiana per la Storia dell’Automobile MONOGRAFIA AISA 91 1 Giorgio Valentini progettista indipendente eclettico e innovativo AISA - Associazione Italiana per la Storia dell’Automobile 2 Premio Leonardo 2010-AIPI (Associazione Italiana Progettisti Industriali) 3 Introduzione Lorenzo Boscarelli 4 Nota e ringraziamenti 5 Prefazione Giampaolo Dallara 6 Il progettista indipendente Giorgio Valentini 7 Giorgio Valentini si racconta Estratto dalla Monografia Aisa n.12 13 Tre vetture da competizione: esperienze di un progettista indipendente • Le monoposto BWA • La Panther e la Mystère • Le Momo 19 Progetti non automobilistici 23 Vita lavori progetti Giorgio Valentini 30 Postfazione Giorgio Valentini MONOGRAFIA AISA 91 1 Premio Leonardo 2010 - AIPI el 2010 il Premio internazionale “Leonardo da Vinci” Ndell’Aipi (Associazione Italiana Progettisti Industria- li), di cui è presidente Adriano Montino, è stato assegna- to a Giorgio Valentini con questa motivazione: “Giorgio Valentini, Milano. Esuberante, eclettico, amante del design, ha svolto l’attività di progettista con successo in ambiti e settori diversi, ma la sua grande passione è sempre stata la progettazione di automobili sportive e da competizione. Ha dato un importante contributo alla valorizzazione della figura professionale del progettista e si è impegnato nella formazione dei nuovi ingegneri”. 2 Prefazione Lorenzo Boscarelli rogettista eclettico e indipendente è una definizione applicabile alle Momo Prototipo che Giorgio Valentini ha Pche descrive bene Giorgio Valentini, uomo e tecnico. progettato nel 1971-1974. Vetture ricchissime di soluzioni Due termini diversi, ma che nella sua persona sono stret- originali, scelte addirittura con la coscienza che ne avrebbe- tamente legati. Il suo eclettismo avrebbe potuto esprimersi ro molto complicato la messa a punto, rischiando di render- solo essendo un professionista pienamente indipendente, le meno competitive rispetto ad altre più tradizionali. Ma come è stato nella maggior parte della sua vita. che importa? Se il committente è d’accordo, e Giampiero Ogni progettista che desideri vedere realizzate le proprie Moretti lo fu, si crea qualcosa di assolutamente nuovo, per idee deve avere un committente, quindi una relazione pro- la convinzione che anche questo sia il dovere del proget- fessionale esiste sempre, ma chi lavora da indipendente può tista, quando opera in un settore “di frontiera”, come le scegliere a quali temi, e a quali committenti, dedicarsi. competizioni automobilistiche. L’indipendenza, prima che una scelta professionale, è un Essere indipendenti a volte costringe a compromessi, non modo di essere, deriva dal desiderio di esprimersi con il mi- tanto nelle scelte tecniche, ma nelle relazioni umane e di nor numero di vincoli possibile. Beninteso, ciascuno di noi lavoro. Alla stabilità di un rapporto di dipendenza, tipica di ha dei “maestri”, si ispira a qualche persona di particolari chi opera in un’azienda, e alla prevedibilità che ne deriva, doti o genialità – nel caso di Giorgio Valentini possiamo si sostituisce il mutamento continuo dei committenti, delle citare il professor Mario Speluzzi, il professor Tullio Levri- condizioni contrattuali, dei rapporti interpersonali. È una ni e Colin Chapman, fondatore e patron della Lotus – ma vita più dinamica, che a volte richiede scaltrezza e spregiu- l’indipendenza, se è davvero tale, conduce poi ad esiti che si dicatezza. distaccano molto dalle fonti di ispirazione. Sono caratteristiche totalmente estranee a Giorgio Valenti- Qui si rivela un altro aspetto della personalità di Giorgio ni, del quale invece colpiscono la spontanea rettitudine, la Valentini: la sua passione profonda per il progetto, per l’i- ricerca di rapporti basati sulla stima e la fiducia reciproche, deazione di soluzioni nuove, inesplorate (come gli estrusi di la naturale tendenza ad esprimere le proprie opinioni, senza alluminio per il telaio di monoposto, le BWA di metà anni sotterfugi e furbizie. Tutti i suoi amici ed estimatori sanno Sessanta), che a volte lo ha portato a distaccarsi dai suoi che è una persona limpida e, possiamo ben dire, gli sono ispiratori. Se il motto di Chapman si dice fosse “lighten affezionati proprio per questo suo modo di essere, oltre che and simplicate” di certo il neologismo “simplicate” non è per la sua genialità di tecnico. Lorenzo Boscarelli, presidente Aisa e studioso di storia dell’automobile. 3 Nota e ringraziamenti progetti e i lavori che Giorgio Valentini ha realizzato in anche il suo profilo umano, che tanta parte ha avuto nell’in- Isessant’anni operosi meriterebbero una trattazione mol- dirizzarne le scelte professionali e di conseguenza le realiz- to più estesa di quella narrata in questa Monografia. zazioni tecniche. Ci auguriamo che in futuro altri autori dedichino all’ope- Oltre che a Giorgio Valentini, a sua moglie Ignazia Favata, ra di Giorgio Valentini un’analisi più approfondita, come a suo cognato Alberto Favata, ai collaboratori dello Studio il tema merita. Valentini, un ringraziamento particolare va ad Aldo Zana, In particolare, sono qui trattati in modo sintetico i progetti per l’impegno profuso nella raccolta di documenti e di im- per settori diversi da quelli automobilistico e motociclistico, magini e per la cura dedicata alla composizione del testo e coerentemente con l’ambito di interesse di Aisa. alla stesura delle didascalie delle foto, e ad Angelo Ruffini, Nelle pagine che seguono si è cercato di far emergere non che ha con passione trascritto l’intervista a Giorgio Valenti- solo l’aspetto tecnico dell’attività di Giorgio Valentini, ma ni e ha estratto dal suo archivio articoli e documenti. 4 Prefazione Giampaolo Dallara iorgio Valentini è un progettista completo. Ha tarsi con i giovani, di trasferire le proprie esperienze Gsviluppato impianti industriali, vetture da com- e conoscenze. petizione, vetture stradali ed è stato consulente di al- Alla Dallara Automobili abbiamo da tempo la consue- cune tra le più importanti Case automobilistiche. tudine di preparare i giovani ingegneri con un corso In tutte le sue creazioni sono evidenti la fantasia, lo di progettazione tenuto da Giorgio Valentini. Con la sforzo creativo e la ricerca del nuovo finalizzato all’ef- pubblicazione, nel 2008, del libro “Formula 1 e Pro- ficienza. totipi – Come progettare le vetture da competizione”, Non ho mai visto un suo progetto banale. Anche hanno a disposizione un testo per rinfrescare le no- quando si ispirava a concetti applicati in precedenza, zioni acquisite. ho sempre notato la volontà di migliorare e affinare le Nel volume di Valentini è lodevole il tentativo di soluzioni costruttive. sottrarsi a un’analisi riferita al particolare momento Alla sua curiosità, alla voglia di conoscere e capire, ha dell’evoluzione tecnica, con un approccio parametrico sempre abbinato il piacere di insegnare, di confron- che evidenzia la linea di tendenza. Tratto dal libro di Giorgio Valentini “Formula 1 e Prototipi – Come progettare le vetture da competizione”, Giorgio Nada Editore, Vimodrone (Milano) 2008. 5 Il progettista indipendente Giorgio Valentini orrei mettere subito in evidenza quella che è la caratterizzata da periodi ben definiti. Nell’immedia- Vcomponente di base del mio lavoro di progetta- to dopoguerra, che ha ereditato le tecniche e le ca- zione: a parte pochi anni in cui ho operato all’interno ratteristiche progettuali dell’anteguerra, sono state le di società (Abarth, Innocenti, Alfa Romeo, Autodel- Case automobilistiche a impegnarsi direttamente nelle ta), sono sempre stato un “progettista indipendente”. competizioni istituendo specifici reparti con progetti- Intanto, parliamo di vetture da competizione, in quan- sti, tecnici e meccanici. Solo alla fine degli anni Cin- to nella produzione di auto di serie non è quasi mai quanta, soprattutto per merito degli inglesi, sono nate esistito il progettista indipendente. Per costruire vet- piccole scuderie che costruivano e gestivano anche le ture di serie occorrono grandi organizzazioni e ingen- monoposto di F1. ti mezzi tecnici e finanziari. Il singolo progettista non È in questo contesto che sono cresciuti i progettisti potrebbe da solo occuparsi di progetti così complessi. indipendenti, che offrono, anche con contratti a bre- Inoltre, costruire vetture di serie è molto più compli- ve-medio termine, la loro opera passando da una Casa cato e difficile che fare vetture da corsa, anche se que- all’altra. sta affermazione può stupire: si preferisce pensare che Ne scrivo con cognizione di causa perché, da quando l’auto da corsa rappresenti il massimo dell’espressione sono un progettista indipendente, mi sono sempre oc- della progettazione mentre, nella realtà, le automobi- cupato di macchine da corsa. Mi è stata data un’occa- li di serie devono rispondere ai molti requisiti che le sione, nel 1972, di entrare in Ferrari nello staff di pro- specifiche tecniche e normative e il mercato impon- gettazione, ma come dipendente. E non ho accettato. gono in termini di affidabilità, durata, comfort, sem- L’avvicendamento dei progettisti nelle varie Case au- plicità e fantasia; il tutto da concretare in tempi brevi. tomobilistiche è positivo: il trasferimento di esperien- Ebbene: i progettisti di macchine da corsa sono quasi ze anche in aree diverse dalle auto da competizione sempre degli artisti isolati, anche se alcuni di essi sono non fa che arricchire il bagaglio culturale totale del entrati nelle Case automobilistiche. settore. E aumenta