foto Matteo Gribaudi/Image Sport TMW n° 20-agosto2013 CARLITOS WAY TEVEZ Carlos

Saranno I Giganti del I Re del

FEDERICO CCHINI Stefano antonelli KUR Mercato Mercato Campioni T HAMRIN Calcio ma Mensile dicriticaeapprofondimentocalcistico

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Editore: TC&C srl La torna a ruggire Sede Centrale, Legale ed Amministrativa re bagni di folla. Diversi l’uno dall’altro Strada Setteponti Levante, 114 Gonzalo Higuain 52028 Terranuova B.ni (AR) per enfasi e motivazioni alla base ma cer- Tel. 055 9175098 | Fax 055 9170872 tamente tutti degni di nota ed in grado Redazione giornalistica di alzare all’inverosimile il volume di chi Tel. 055 9172741 | Fax 055 9170872

vuole gridare che il campionato italiano Sede redazione Napoli T sta tornando a ruggire. Mario Gomez, Piazza Municipio 22, di Michele Carlitos Tevez e Gonzalo Higuain: la serie A balla sulle 81031 Aversa (CE) | Tel. 081 0148867 CRISCITIELLO punte, finalmente. Tre nomi spagnoleggianti che con gran- Sede redazione Milano de probabilità ci troveremo in ordine sparso a fine cam- Via Lodovico Settala 8, 20124 Milano Tel. 02 83412081 pionato nelle prime posizioni della classifica marcatori, tre Sede redazione Firenze fuoriclasse nel più completo senso del termine che riaccen- Via da Pordenone 12, Firenze dono la passione di un popolo innamorato di questo sport Tel. 055 3999336 | Fax 055 3999336 a prescindere dai colori delle magliette indossate. Direttore Responsabile: La cartolina più bella di questo mercato, a mio personalissimo Michele Criscitiello parere, continua ad essere l’entusiasmo dilagante del Franchi [email protected] per il tedesco con il cognome spagnolo: quel Mario Gomez in Redazione: Marco Conterio grado di esaltare come un trofeo conquistato; grosso, a tratti [email protected] cattivo ma assolutamente leale nel rispetto di una parola che Luca Bargellini [email protected] nel calcio sembrava valere sempre di meno. Non per uno re- Chiara Biondini duce da un Triplete, non per uno che farà grande un progetto [email protected] Gianluca Losco che la famiglia Della Valle assieme a Montella e Pradè sta [email protected] architettando nella migliore maniera possibile. Hanno collaborato: Fa da contraltare la faccia cattiva di Tevez, un apache Alessio Alaimo, Stefano Borgi, Alessio prestato al calcio ma in grado di scalfire per alcuni e Calfapietra, Alessandro Carducci, Bar- bara Carere, Marco Ceccarini, Raimon- disarcionare per altri la magia di una maglia bianconera do De Magistris, Gianlugi Longari, Tom- con un numero 10 sulle spalle. Serve personalità per far- maso Loreto, Andrea Losapio, Gaetano Mocciaro, Elena Rossin, Max Sardella, lo, serve essere un top player: Carlitos lo è e non vede Antonio Vitiello. l’ora di dimostrarlo con i fatti. Fotografi: Recente ed entusiasmante anche la trattativa che ha por- Federico De Luca, Giacomo Morini, tato a Napoli Gonzalo Higuain: tira e molla, tanti obiet- ImageSport, PhotoViews. Nato ad Avellino il tivi sfumati ma ora anche il San Paolo ha il suo nuovo 30/09/1983, giornalista e re. Arriva dalla Spagna come tanti anni fa, allora da conduttore televisivo. Lavora Barcellona e adesso da Madrid: riempie uno stadio e lo a Milano, Capo-Redattore Realizzazione grafica: fa trasudare di passione. Napoli è ubriaca di gioia, le TC&C srl della Redazione calcio di Sportitalia. Direttore Respon- aspettative sono alle stelle ed a passo di tango è tornata TMWmagazine sabile di TuttoMercatoWeb e a tutti la voglia di provare a ballare. Supplemento mensile gratuito alla testa- di TMWmagazine Che spettacolo di serie A... ta giornalistica Tuttomercatoweb.com®

foto Daniele Buffa/Image Sport foto Daniele Buffa/Image Testata iscritta al Registro degli Opera- tori di Comunicazione, numero 18246 TMW coPERTINA/Carlos Tevez magazineTUTTOmercatoWEB com® 3 in questo numero Carlos Tevez Mensile di critica e approfondimento calcistico

TMWn° 20 - agosto 2013 magazineTUTTOmercatoWEB com®

I Re del Mercato Stefano antonelli I Giganti del Calcio Saranno Campioni feDeRiCo CeCCHeRini “Il campione

Carlos TEVEZ foto Matteo Gribaudi/Image Sport CARLITOS WAY del popolo” 3 copertina Dal Barrio di “Fuerte Carlos Tevez Apache” alla Vecchia 10 l’intervista eugenio Corini Signora, la storia di un 16 editoriale juventus 17 editoriale inter campione amato dai 18 editoriale milan tifosi di tutto il mondo 19 editoriale napoli 20 editoriale roma di Luca Bargellini - foto Image Sport 21 editoriale fiorentina cegliere di svoltare a destra 22 editoriale torino invece che a sinistra. Arrivare 23 editoriale in ritardo ad un appuntamen- 24 editoriale estero to importante. Preferire la 25 i Re del mercato pillola rossa a quella blu. La Stefano Antonelli S vita spesso prende vie com- 31 i giganti del calcio pletamente diverse in base a decisioni sem- Kurt Hamrin plici, banali, forse neanche volute o razionali. 38 saranno campioni Questo vale per tutte le persone, ma forse as- federico Ceccherini sume un significato ancora maggiore se il de- 42 l’altra metà di stino ti fa nascere a Ciudadela nel “barrio”, nel andrea Dossena quartiere dell’”Ejército de los Andes”, l’esercito delle Ande, meglio conosciuto come “Fuerte 44 questione di cuore Apache”. In altre parole in una delle zone più enrico Vanzina pericolose e malfamate della periferia di Bue- 47 social soccer - Aurelio De Laurentiis nos Aires. In luoghi come quello l’esistenza non 48 eventi TMW - Fondazione Borgonovo è semplice, la criminalità è all’ordine del gior- 49 recensioni - auguri TMW - riconoscimenti no e per sopravvivere serve qualcosa in più di TMW coPERTINA/Carlos Tevez magazineTUTTOmercatoWEB com® 4

vitto e alloggio. Serve la pelle dura, quasi una res dove ha sede la storica società di calcio, corazza, di quelle che ti permettono di uscire Dario entrò in contatto con i “Los Backstreet”, vincitore anche dalle lotte più agguerrite. E’ in una gang locale dedita allo spaccio di droga. questo quadro che Carlos Alberto Martínez Finiti gli allenamenti il ragazzino iniziò a fare Tévez viene alla luce, il 5 febbraio 1984. Una commissioni per questo gruppo di piccoli mala- strada, la sua, in salita fin dall’inizio, ma che vitosi e in breve tempo gli stupefacenti presero assunse una pendenza anche maggiore quan- il controllo di quel piccolo corpicino. Così, un do, a soli 10 mesi, un’ustione di terzo grado, giorno, dopo un tentativo di furto andato male, dovuta ad un incidente domestico, sfigurò il suo Dario, sentitosi braccato delle volanti della po- corpo in maniera irrecuperabile. La famosa ci- lizia decise di porre fine alla sua vita con un catrice che ricopre gran parte del petto, del colpo di pistola alla testa. Cabañas aveva 17 collo fino all’orecchio destro e che lo ha reso anni e da due aveva lasciato il settore giova- famoso ebbe origine così. nile del Velez. Carlos, invece, già faceva par- te della Nazionale Under17 e da quel giorno La famiglia - Al di là di tali eventi la casa ogni gol festeggiato con le mani rivolte al cielo dove crebbe il futuro numero 10 del Boca Ju- è una dedica per il suo amico Dario. Il 10 di niors era una di quelle assolutamente normali Santa Clara. per la realtà tipica del barrio argentino. Per questo entrambi i fratelli del piccolo Carlitos, La vera vita: da Martínez a Tévez - I primi Juan Alberto e Diego, sono finiti fra le brac- passi di Carlos nel mondo del calcio di un certo cia della criminalità locale. Per tutti e due il livello arrivarono, però, con la maglia del Club carcere era la quotidianità. Per Carlos, invece Atletico All Boys nel quale questo talentuoso no. La missione di ogni giorno era quella d’im- attaccante dal grande fiuto del gol disputò parare a dare del tuo al pallone. “Se non fosse gli anni legati al futbol giovanile, dal 1992 al stato per il calcio, sarei già morto o in carcere”, 1996. Quattro stagioni durante le quali le sue confesso direttamente l’attuale attaccante del- gesta di piccolo campione in erba non sfug- la Juventus al Clarin nel dicembre del 2012. girono agli occhi degli osservatori della più Esattamente ciò che accadde a “Cabañas”, al grande società argentina: il Boca Juniors. Per secolo Dario Coronel. Il suo migliore amico. riuscire a portarlo sotto i colori xeneize l’allora dirigenza del club fu, però, costretta ad esco- Il 10 di Santa Clara - La loro è una storia di gitare un escamotage per superare le resisten- povertà, amicizia fraterna e droga. Coppia ze dell’All Boys: convinse, infatti, i genitori del inseparabile fuori e dentro il campo del San- ragazzo a cambiagli il cognome da Martínez ta Clara, il club del quartiere, Carlos e Dario (quello del padre) a Tévez (quello della ma- avevano il pallone nel sangue. Il primo attac- dre). Il trucco andò a buon fine e nel 1997 il cante vero, un numero 9 fin da piccolo. Il secon- “nuovo” Carlitos entrò a far parte del Boca. Il do estro e talento da numero 10. Il bivio fra i primo sogno si era già realizzato. loro due percorsi di vita arrivò all’età di 11 anni quando Dario venne preso al Velez dopo Maglia xeneize - Serviranno, però, anco- un provino. A Liniers, il sobborgo di Buenos Ai- ra quattro anni di settore giovanile prima TMW coPERTINA/Carlos Tevez magazineTUTTOmercatoWEB com® 5

dell’esordio nel calcio dei grandi, nella prima titolare e Tevez lo ripagò con il gol che valse squadra che ogni settimana si esibiva davan- l’1-1 finale. Da quel giorno la stella del bom- ti all’incredibile pubblico de “La Bombonera”. ber di Ciudadela crebbe in maniera esponen- Era il 21 ottobre del 2001 e il Boca Juniors ziale. Il Torneo di Clausura nonostante un ruolo era impegnato contro il Talleres de Córdoba da titolare fisso non vide il successo del Boca, nel Torneo Apertura quando Carlos Tevez fu ma nell’Apertura 2003 con otto gol e il sigillo chiamato a mettere a referto la prima presen- decisivo nel 2-2 contro il San Lorenzo l’Apache za con la maglia gialloblù. Un esordio sfortu- cointribuì in maniera determinante alla conqui- “In Argentina Tevez è chia- nato, conclusosi con la sconfitta del Boca per sta del titolo. “Al di là dei successi che ha rega- “Calciatori come lui rendono mato ‘Il giocatore del popolo’. 1-0, ma destinato a fare storia. Per il primo lato ai tifosi Carlos è sempre stato molto amato il lavoro più difficile, ma anche In molti si identificano in lui” gol occorrerà, invece, attendere quasi 9 mesi. dai tifosi - rivela l’ex comapagno di Nazionale le squadre dannatamente più (Hernan Crespo) Contro i paraguaiani dell’Olimpia Auncion in Hernan Crespo -. Non è un caso che Tevez ven- forti” (Sir Alex Ferguson) Copa Libertadores, l’8 luglio 2002 Oscar Wa- ga chiamato ‘il giocatore del popolo’. Le sue shington Tabarez gli affidò una maglia da umili origini fanno si che molte persone si inden- TMW coPERTINA/Carlos Tevez magazineTUTTOmercatoWEB com® 6

nell’investimento poi concluso per circa 16 mi- lioni di dollari. La cifra più alta mai spesa fino a quel momento per l’acquisto di un calciatore da parte di un club sudamericano. Con la ca- sacca della società di San Paolo Carlitos, però, non riuscì a bissare la grande mole di successi raccolti in passato nel suo paese natale. Il Bra- sileirão del 2005 rimase, infatti, l’unico titolo Tevez è un mercenario. Il conquistato dall’attaccante nella terra verde- riassunto di tutto quello che un cal- oro, nonostante anche in questo caso, tutto il ciatore non deve essere” popolo del Corinthians lo avesse eletto a pro- (Joey Barton) prio idolo indiscusso. In occasione del successo nel campionato brasiliano lo stesso presidente Luiz Lula volle incontrare la squadra e Tevez in particolare che ebbe anche l’onore di con- tificno in lui, ovvero in una persona che è riuscita segnargli nel palazzo del Governo una maglia a raggiungere il vertice senza ricevere regali da speciale con il numero 10. Il suo numero 10. nessuno”. In questo quadro di grande passione reciproca l’avventura del giocatore non pote- L’arrivo in Europa e il West Ham - L’anno suc- va, dunque, che essere un vero successo. Oltre cessivo alla vittoria del Brasileirão Tevez deci- al titolo del 2003 il Boca Juniors con Tevez in se che era giunto per lui il momento di tentare attacco riuscì a conquistare una Copa Liberta- l’avventura in Europa e così, il 31 agosto del dores (gol in finale contro il Santos, ndr), una 2006, ultimo giorno della campagna acquisti Coppa Intercontinentale (vinta ai rigori contro estiva, venne ufficializzato il suo trasferimen- il Milan dopo la quale il Bayern Monaco pre- to al West Ham assieme al suo connazionale sentò un’offerta da 13 milioni di dollari per Javier Mascherano proveniente dal River Pla- acquistarlo trovando in risposta un secco no) e una Copa Sudamericana. In poche parole tutto quello che una società di calcio può vincere in Sudamerica. Su basi di questo tipo sembrava che l’amore fra Tevez e il Boca dovesse durare molto a lungo. E invece...

Un argentino in Brasile - E invece nel dicem- bre 2004 il clamoroso approdo al Corinthians, “Carlitos è un vincente. Ogni in Brasile, divenne l’argomento di discussione giorno è spinto da una grande di due interi paesi. Confinanti, ma rivali come nella migliore tradizione patriottica. Il Timão motivazione” (Angelo Gregucci) per acquistare il cartellino di Tevez chiese ad- dirittura aiuto ad un gruppo finanziario ester- no al mondo del calcio che supportò la società TMW coPERTINA/Carlos Tevez magazineTUTTOmercatoWEB com® 7

te (operazioni che per molto tempo furono al non può però esistere e tutto piano piano si centro di indagini da parte della FIFA e della sgretola. Il rapporto con Ferguson di deteriora UEFA per presunte irregolarità, ndr). Nel club e Tevez gioca con sempre minor continuità no- di Londra Carlos però non riesce mai ad am- nostante il rendimento in campo diminuirsca di bientarsi fino in fondo. Le molte incomprenzioni livello. “Carlos oggi in campo ha prodotto uno tattiche con il tecnico degli Hammer Alan Par- spettacolo meraviglioso, ma esattamente allo dew lo portarno ad una esplosione ritardata. stesso livello di tutti gli altri”, disse Alex Fer- “Non si può far giocare Tevez ala sinistra. Car- guson dopo un succeso in Carling Cup dei suo los dovrebbe pensare seriamente di cambiare ragazzi per 4-0 sul Blackburn Rovers. Peccato squadra”, fu la critica che arrivò in merito alla che tutte le reti fossero state messe a segno situazione dell’Apache direttamente dall’allo- dall’attaccante con la maglia numero 32. Un ra ct dell’Argentina Alfio Basile. Non a caso giudizio, questo, che espresse al meglio il rap- il primo gol inglese dell’ex talento del settore porto, anche professionale, che oramai inter- giovanile dell’All Boys arrivò solo nel mese di correva fra i due. “Giocatori come Tevez rendo- marco dell’anno successivo. Da quel momento no difficile il mio lavoro - commento subito dopo Tevez compì una vera e propria trasformazio- il manager scozzese - ma trasformano anche le ne riuscirendo praticamente da solo a salvare squadre in formazioni dannatamente più forti”. il West Ham da una retrocessione che sembra- Il rapporto fra i due si concluse solo qualche va certa. Porta, infatti, la sua firma il gol del settimana più tardi, quando Ferguson lo sostituì pareggio contro il Manchester United che val- nel match contro l’Arsenal al 65’ per far posto se la salvezza matematica al club di Londra. al coreano Park Ji-Sung. L’ovazione dei tifosi del Manchester United al momento della sua Red Devils nel destino - Come molte volte nel- sostituzione è l’ultimo frame di quell’avventura. la sua vita Carlos Tevez ha avuto a che fare con gli scherzi del destino e probabilmente Il tradimento - L’ultimo smacco di Tevez a Fergu- anche il fatto che il suo primo, vero, gol de- son arriva il giorno del suo addio. Ed è proprio cisivo in Premier League sia stato messo a se- nella scelta del nuovo club che l’argentino rispon- gno contro i Red Devils di Sir Alex Ferguson de per le rime al tecnico scezzese. Il 13 luglio non fa eccezione. Nel 2007, infatti, è lo stesso 2009 l’Apache sceglie la maglia del Manchester tecnico scozzese ad insistere con la propria di- City per il suo rilancio in grande stile. Contrat- rigenza per l’acquisto dell’argentino. Sotto l’e- to quinquennale, ingaggio da vero top player e sperta guida di Ferguson, Tevez ci mise poco Mark Hughes, allora tecnico della squadra che tempo a prendere le redini dello United tanto lo accoglie con la frase: “E’ un giocatore terrifi- da riuscire a conquistare nella sua prima sta- cante”. Una volta sceso in campo Tevez rispose gione all’Old Trafford il titolo della Premier e subito a suo di gol a chi valutò eccessiva la valu- la Champions League. La stagione successiva tazione di 45 milioni di euro per il suo cartellino: inizia con la vittoria nella Community Shield e il primo al Crystal Palace il 27 agosto in Carling nel Mondiale per Club contro la Liga de Quito Cup, poi West Ham e via via tutte le alte fino ad e tutto sembra destinato alla perfezione. Per arrivare ad un bottino a fine stagione di 29 sigilli un giocatore come l’Apache tale traguardo di cui 23 in Premier League. TMW coPERTINA/Carlos Tevez magazineTUTTOmercatoWEB com® 8

L’era Mancini - Nel frattempo, nel dicembre tenore meno accomodante arrivarono in quelle 2009, arrivò sulla panchina del City Roberto settimane da un altro giocatore di Premier Le- Mancini alla sua prima esperienza all’estero ague noto alle cronache extracalcistiche come da tecnico dopo i trionfi all’Inter. Fra i due ini- il “focoso” Joey Barton. “E’ un mercenario. Non zialmente è vero amore: l’allenatore affida a lo si può davvero sostenere. Sicuramente io sono Carlitos la fascia di capitano e l’argentino rin- un teppista e ho i miei guai, ma Tevez è uno che grazia a suo di maxi prestazioni diventando negli ultimi sei mesi è stato in sciopero, è andato ancora di più il nuovo idolo dei tifosi del club. in Argentina a giocare a golf, ha cercato di li- Un rapporto oramai divenuto viscerale con cenziare se stesso. Se lui non è il riassunto di tut- l’anima più calda dei supporter dei Citizens to ciò che c’è di sbagliato nei giocatori moderni, espressa alla perfezione, nel maggio 2010, non so cosa sia”. da quello che è forte il tifoso più famoso del Manchester City: Noel Gallagher, chitarrista Il corteggiamento del Milan - Nel gennaio degli Oasis. “Mia moglie pochi giorni fa mi ha dell’anno seguente, proprio come riposta al chiesto per chi avrei votato alle prossime ele- momento di tensione con Mancini, Tevez inizia zioni. Io gli ho risposto che non avrei mai but- prendere i contatti con altre società. Boca Ju- tato via il mio voto per nessuno e che avevo niors, primo e indiscusso amore dell’Apache, deciso di scrivere semplicemente ‘Tevez è Dio’ ma anche il Milan. Ed è proprio con il club ros- sulla scheda”. Anche qui, però, come accaduto sonero e il suo amministratore delegato, Adria- negli anni passati in quasi tutti i suoi rapporti no Galliani, che il giocatore trova il feeling con gli allenatori la luna di miele si rivela ad maggiore. La trattativa fra le due società va orologeria. Dopo il titolo in Premier, il primo avanti per tutta la finestra invernale di merca- dopo 44 anni di astinenza, fra i due scoppia to, salvo saltare proprio nelle ultime ore a cau- la guerra nel settembre del 2011, durante un sa della mancata cessione del club meneghino match di Champions League. Contro il Bayern di Alexandre Pato al PSG, ovvero il giocatore Monaco, al 65’, Tevez si rifiuta di entrare in che avrebbe dovuto fare spazio all’argentino. campo ritenendo sprecata la sua presenza sul Tevez è dunque costretto a rimanere al City. terreno di gioco per un minutaggio così scarso. Qualche settimana ancora e Mancini gli riapre Fra i due sono subito scintille, con l’allenatore le porte della prima squadra annoverandolo italiano che, alla stampa inglese, ufficializza nella lista degli effettivi del club per la stagio- dopo la gara che l’attaccante non avrebbe ne 2012/2013. più giocato e con lo stesso Carlitos che a ESPN spiega le sue ragioni. Anche i tifosi scaricano L’approdo alla Vecchia Signora - In questo quello che fino a qualche settimana prima era quadro di amore-odio, nel giugno di quest’an- il loro punto di riferimento in campo. La socie- no, dopo un corteggiamento sottotraccia du- tà lo multa per un viaggio non autorizzato in rato molti mesi, Tevez passa alla Juventus. Per Argentina per 1,4 milioni di euro. “E’ da questa la società bianconera è la fine di una ricerca situazione che è nata la fama di ‘bad boy” di iniziata due anni prima di un giocatore di livel- Carlos - spiega ancora Hernan Crespo -, ma lo assoluto, di un vero top player. Molti i dubbi nella vita tutti possono sbagliare”. Giudizi di degli appassionati sul suo piano caratteriale, TMW coPERTINA/Carlos Tevez magazineTUTTOmercatoWEB com® 9

così come tanti sono gli elogi che arrivano sul piano tecnico. Rassicurazioni arrivano da chi ha lavorato con lui, giorno dopo giorno, diretta- mente sul campo, come Angelo Gregucci, col- “Se non fosse laboratore tecnico del Manchester City duran- te la gestione Mancini: “Con il suo acquisto la stato per il Juventus ha sicuramente guadagnato in profes- sionalità e mentalità - spiega l’allenatore italia- no -. Carlos è un vincente, è determinato e spinto calcio, sarei ogni giorno da una grande motivazione. Negli ultimi mesi, poi, ha raggiunto quella maturità e già morto quell’equilibrio che lo possono far diventare un campione assoluto. Quella di Tevez è un’anima da fenomeno”. Parole che suonano come musica o in carcere” per i tifosi della Juventus. Con la speranza che tutto questo miele possa trasformarsi in realtà. TMW L’intervista/Eugenio Corini magazineTUTTOmercatoWEB com® 10 Eugenio Corini Un regista in panchina Il Brescia e la Juventus. La Sampdoria e il Napoli. Poi ancora Brescia, fino al Piacenza e al Verona. Il miracolo Chievo, la risalita del Palermo nel grande calcio e la fine al Torino. Oggi la panchina, l’habitat naturale per chi dal campo ha sempre fatto girare le squadre attorno a sé.

di Gaetano Mocciaro - foto Image Sport

nfant prodige prima, campio- ne di sfortuna poi, fino alla risalita: leader del Chievo dei miracoli e del Palermo che ha fatto impazzire di gioia E un’isola intera. Lui è Eugenio Corini, oggi allenatore, che con i clivensi ha compiuto un’altra grande impresa: salvare la squadra dopo un avvio disastroso. Ai nostri mi- TMW L’intervista/Eugenio Corini magazineTUTTOmercatoWEB com® 11

crofoni ci raccolta la sua carriera, le sue idee, è sempre esistito e sempre esisterà. Basti vedere medio negli ultimi vent’anni sia calato molto... che magari non hanno le qualità adatte, ab- le discese e le risalite. Aspettando una nuova cosa sta producendo la Serie B, che ha porta- “Secondo me se ci riferiamo ai livelli più alti bassando di conseguenza la qualità”. sfida. to alla ribalta giocatori come Insigne, Floren- non è cambiato molto. A molti piace dire ‘ai zi e Verratti. Mi viene da ridere quando si dice nostri tempi era meglio’, ma il calcio è fatto Dopo aver bruciato le tappe col Brescia Eugenio Corini ha esordito come calciatore che dovrebbero giocare più giovani, perché è di cicli produttivi e se guardiamo la nostra na- ecco la grande chance: la chiamata alla professionista prestissimo. Crede fosse più la stessa cosa che si diceva quando giocavo io zionale ha fatto un’ottima figura in Confede- Juventus a 20 anni. Pensa di esserci arri- facile all’epoca per un giovane? nell’Under 21, ormai più di vent’anni fa”. rations Cup e nell’Europeo Under 21. Semmai vato troppo presto? “Penso che nemmeno all’epoca c’erano molti in Lega Pro sarebbe da rivedere qualcosa, vi- “Beh, le carriere non si possono costruire a giovani che esordivano. Il giocatore di talento Molti suoi colleghi dicono, però, che il livello sto che sei costretto a far giocare dei giovani, tavolino ed era giusto andare alla Juventus, TMW L’intervista/Eugenio Corini magazineTUTTOmercatoWEB com® 12

che mi aveva richiesto. Ricordo che all’epoca devo o bianco o nero, volevo tutto e subito. mi volevano anche l’Inter e il Napoli di Ma- Alla Samp avevo litigato con Mancini. Poi è radona e il Brescia, giustamente, era normale subentrata anche la sfortuna”. volesse cedermi visto che poteva incassare una cifra importante. Certo che in un ruolo delica- Si riferisce agli infortuni? to come il mio ci voleva un impianto di gioco “A Napoli ho sofferto di pubalgia. Ricominciai adeguato. Ad esempio Albertini nell’impian- da capo partendo da Brescia, in una squadra to di gioco del Milan è stato facilitato ed è che a novembre era già condannata. Ad ogni diventato l’Albertini che tutti conosciamo. Lo modo lì ritrovai forza e condizione ed ero stesso Verratti inserito in una squadra come il pronto al rilancio, che ho avuto a Piacenza con Paris Saint-Germain. Alla Juventus dell’epoca Cagni. Poi ci fu il passaggio al Verona e la c’era Trapattoni che giocava con due mediani rottura del crociato anteriore. Quando l’Hellas in mezzo e il mio ruolo di conseguenza anda- mi vendette al Chievo mi ruppi il crociato per va in sofferenza. Certo, anche io ho commesso la seconda volta e lì pensai fosse la fine. Poi la i miei errori”. passione, lo spirito e la voglia viscerale di risa- lire mi ha permesso di riprendermi. Il momento Prima di Trapattoni c’era Maifredi, che aveva chiave, diciamo, è stato a 25 anni, quando ho una concezione di calcio totalmente differente. avuto la forza di reagire dagli infortuni. Da lì “Con lui ho fatto tre-quarti di campionato è iniziata la parabola ascendente”. da titolare. E quando quella Juve macina- va calcio mi dava divertimento. Ricordo poi Iniziata con il miracolo del Chievo e conclu- una sconfitta contro la Sampdoria per un ri- sa con la risalita del Palermo... gore di Vialli, tra l’altro discutibile e da lì è “Al Chievo è accaduto qualcosa di pazzesco. iniziata una spirale negativa incredibile che Se uno va a vedere l’impatto che abbiamo ci ha persino fatto uscire dalla zona Uefa. avuto con la Serie A, dove siamo arrivati Credo anche perché la solidità di Maifre- a ridosso della Champions League, è stato di era traballante, si vedeva che non aveva qualcosa di incredibile. Ho ricevuto una chia- l’appoggio totale della società”. mata da Trapattoni e ho contribuito a porta- re la squadra in Europa”. Il meglio della sua carriera, però, forse l’ha espresso dopo i 30 anni... Passare dalla tranquillità di Chievo alla pas- “La mia carriera ha avuto un grandissimo ini- sione smodata di Palermo dev’essere stato zio: a 17 anni ero il piccolo fenomeno che un bel colpo. poi andava alla Juve, poi il passaggio alla “Avevo bisogno di una nuova esperienza e la Sampdoria dove ho giocato 24 partite e la scelta di Palermo è anche dovuta a un incontro convocazione in Nazionale. Da lì poi ho com- di molti anni prima. Era un Palermo-Juventus messo una serie di errori”. degli anni ’90, vincemmo 3-1. Per loro segnò Faccini il gol del vantaggio e ricordo che lo Di che tipo? stadio era una bolgia. La cosa mi impressionò “Rapporti turbolenti con gli allenatori, ve- e anche la stessa maglia rosanero mi piaceva. TMW L’intervista/Eugenio Corini magazineTUTTOmercatoWEB com® 13

Scelsi di andare al Palermo, nonostante fos- “L’ho visto esordire in un Reggiana-Brescia, se in Serie B. Ma l’entusiasmo che c’era era aveva 16 anni e già da noi ne parlavano tutti talmente coinvolgente che dissi sì con grande benissimo. Da bresciano vero si è costruito una convinzione. Sono stati 4 anni spettacolari, carriera incredibile come regista. Una cono- abbiamo raggiunto prima la A poi la quali- scenza del gioco straordinaria”. ficazione in coppa Uefa. Personalmente mi dicevano che Lippi mi teneva d’occhio e che Corini, Pirlo, Beccalossi: tutti e tre bresciani, poteva convocarmi. Si è creata una simpatia tutti e tre estrosi. Una terra fertile per il talento. incredibile con la città e tuttora da Palermo “C’è un’altra cosa che ci accomuna: tutti ricevo attestati di stima incredibile”. e tre siamo stati capaci di sbagliare due rigori in una partita! Beccalossi nell’ormai Dopo Palermo la chiusura di carriera al Torino. famosa Inter-Slovan Bratislava (Coppa del- “Società gloriosa dove ci eravamo salvati al le Coppe 1982, ndr), Pirlo in una partita primo anno, poi nel secondo ci fu la retro- con l’Under 21 e io in un Piacenza-Chievo. cessione e mi feci male. Coincidenza vuole Questa è la cocciutaggine di noi bresciani che ogni volta che subisco un infortunio la e ci vuole coraggio quando sbagli un ri- squadra retrocede”. gore. Perché un conto è sbagliare e già la squadra subisce il contraccolpo, un altro è “A 17 anni ero il piccolo fenomeno. Da Facendo un passo indietro nella carriera, a Bre- riprovarci subito. Se poi sei un rigorista i scia ha visto esordire un certo Andrea Pirlo. portieri ti conoscono pure”. quel momento ho commesso molti errori”

di aver pagato lo stesso scotto agli esordi in Da calciatore ad allenatore: ma è vero che i panchina? registi sono più predisposti a diventare tecnici? “Mi ritengo una persona matura, visto che a “Ho avuto modo di scambiare due chiacchiere 10 anni ero fuori di casa, a 20 da solo a To- con Guardiola in ritiro col Bayern. Mi è pia- rino, mi sono sposato presto e sono diventato ciuta l’energia che trasmette. Gli ho fatto no- padre altrettanto presto. Sono sempre stato tare che noi registi comandiamo da allenatori con la testa sulle spalle. Al limite avevo la mia come quando lo facevamo da giocatori e lui mentalità forte e non concepivo il fatto di non mi ha risposto: ‘hai ragione, pensa che invece giocare. Poi ho capito che bisogna saper sof- un mio amico portiere vuole fare l’allenatore, frire ed è questa la maturità”. ma lui non può avere la stessa visione che ab- biamo noi’. Questo perché il centrocampista A Portogruaro finì prima di iniziare. ha in mente nella complessità del gioco le due “Questo lo considero un atto di forza. Mi è co- fasi: deve contrastare, rilanciare, organizzare. stato molto, perché lasciare dopo 3 giorni di Dal punto di vista tattico è più completo, per- pre-ritiro non è facile, ma quello che era stato ché ha vissuto nel cuore dell’azione”. prospettato non era possibile realizzarlo e al- lora me ne sono andato. A posteriori non avevo “Al Chievo siamo arrivati a ridosso della Ha ammesso in gioventù di aver commes- tutti i torti vedendo che la squadra è retrocessa so degli errori che sono costati cari. Crede Champions, è stato qualcosa di incredibile” e adesso non si è iscritta al campionato”. TMW L’intervista/Eugenio Corini magazineTUTTOmercatoWEB com® 14

Poi Crotone e Frosinone. c’è la possibilità di intervenire per la costru- “A Crotone sono subentrato a novembre. Non c’è zione della squadra è meglio, ma ci deve es- stato quell’attimo di pazienza che ci deve essere sere sempre un’alternativa tattica. Per quello ma mi è stato riconosciuto il lavoro e ne rimane che mi riguarda la base sono i 4 in difesa, an- ancora traccia. Frosinone è stata un’esperienza che se quest’anno è capitato pure che giocassi straordinaria in un ambiente difficile dove sfio- con 3 difensori e 5 centrocampisti. L’importan- rammo i playoff. Anche lì ho avuto la forza di te è non fossilizzarsi sui moduli”. rinunciare a un anno di contratto”. Eppure il Chievo dei miracoli in cui ha gioca- Da lì al ritorno al Chievo. E qualche mugu- to aveva come dogma il 4-4-2... gno dalla critica per il passato in panchina. “La base era quella, ma anche al Chievo aveva- “Una chiamata inaspettata, non ci pensavo. mo varianti, situazioni tattiche che cambiavano Abbiamo fatto un lavoro importante arrivando nel corso della partita. Si parte dal modulo ma al 12° posto e vincendo 6 partite fuori casa. poi ci sono gli adattamenti. E la lettura della Tutto questo prendendo in mano una squadra partita è quella che fa la differenza”. che veniva da 5 sconfitte nelle prime 6 gare. Riguardo la critica ognuno deve fare il proprio Chi sono gli allenatori che le sembrano più lavoro e il protagonista deve accettarlo. Io pen- innovativi? so di aver meritato questa chance e i risultati “Partiamo dal presupposto che anche un mi hanno dato ragione. Ci siamo salvati mentre tecnico innovativo non si deve dimentica- squadre magari più attrezzate come il Palermo re del vecchio, perché ha sempre spunti da sono retrocesse ed è questo quello che conta, il cui attingere. Certamente tra 100 anni si resto lascia il tempo che trova. Anche lì per una parlerà ancora del grande Barcellona e il questione di coerenza, forza e principi non si è merito, al di là della grandezza dei vari trovato l’accordo per andare avanti”. Messi e Iniesta, va dato a Guardiola”.

Ha avuto molti maestri, dalle filosofie di gio- La rivedremo presto su una panchina? co diverse. Da chi ha preso maggiormente? “Quest’anno, scegliendo dall’estero tecnici “L’allenatore moderno deve saper adottare i come Benitez e Garcia, anche panchine in- vari tipi di sistema. Prima di tutto ci devono termedie non si sono liberate. La mia scelta è essere le caratteristiche dei calciatori e met- quella di aspettare”. terli in condizioni ideali. Poi, è normale che se TMW L’intervista/Eugenio Corini magazineTUTTOmercatoWEB com® 15 “Ho fatto notare a Guardiola che noi registi comandiamo da allenatori come quando lo facevamo da giocatori e lui mi ha dato ragione” TMW Sera eOdeonTV. con ilCorrieredella 2008, Collabora toMercatoWeb nel aTutcollaboratore - approdare come te localiprimadi lavora intesta- 23 giugno1984, a BergamoNato il di Andrea L OSAPI ma del popolo bianconero ampia fiducia da parte di parte da fiducia ampia nondisponesse di annata con laJuventus. Nonperché nell’ultima potuto ammirare Giac più inNazionaleche lata all’orgoglio bianconero, hanno di quei tifosi che foto è stata una pugna con la magliadelSunderland La camerini. i imboccare a fino secondaria, porta una da sfilando punte, sulle ballando arrivato, era come tanto piacevano purenegli anninovanta. Giaccherini, sto tecnicodi uno deicomprimari,soldatini che i puntierano giàtroppi darecuperarege -conil - molto poco veritiera,- sensazione comunque poiché sembrava potesse sfumare conquistato qualcosa che lore, ègiuntaquasicomeunaliberazione,per avere là allaconquistadelTrico ha dato il strozzato che - di Madama. La vittoria con il Catania, con quel tiro prima grandezza nel secondo scudetto consecutivo di ruolo un recitato comunque ha Giaccherini Epperò coperti. po iposti,contati,erano giàquasitutti piùche fosse,o sbagliatoche nonaveva rivali.E acentrocam inItalia,giusto quellajuventina era un’armata che ché alla VecchiaSignorecome L’addio delcentrocampista per Giac ov Standing una pugnalata all g N azine TUTTO mercato ation WEB Giaccherini te, o per aste al ribasso. Emanuele ne. Nemmeno per eventuali buonusci- questioni legate aidirittidiimmagi- Non pervicendecontrattuali oper unaddio indolore. on èstatocerto

com ® Antonio Conte halasciatolaJuventus ’orgoglio , bensìper

- - - “Giaccherini ha recitatoun ruolo diprima grandezza consecutivo diMadama” nel secondoscudetto Emanuele Giaccherini

foto Daniele Buffa/Image Sport sono accese davvero. si luci le fine alla ma tardi, troppo po’ un Forse Light. al mondo, in una cornice magnifica come lo Stadium of laddove giocano -attualmente -igiocatoripiùpagati si comeunMondiale. La Premier League lo aspetta, re fine dopo una Confederations Cupche è valsa qua consacrazione, inunvolopare non ave diPindaro- che vale moltopiùdi una con un biglietto da visita che forti delmondo”. Paolo così, Di Canio l’haetichettato dei piùmigliorigiocatori in unadellenazionalipiù Da operaioeuro dapocopiùdimille almesea“uno le duepromozioni consecutive delCavalluccio. dove diventa indispensabile, titolarissimo, nonché nel- dopo Pierpaolo Bisoli loreintegra inrosa a Cesena, ta serie italica.InLombardia segna nove gol, l’anno e l’ennesimopassaggio al Pavia, semprenellaquar dopo treannidibocciature spazio all’immaginazione molto lasciava non però Divisione,che Seconda tuale diversa dall’at- infinitamente C2 Serie una In Marina. un operaio, eBellariaIgea dopo i primiprestitiaForlì invece didiventare difareilcalciatore rischiava che manzo insieme, ilprezzo di un sogno. Diun ragazzo maglia. Però quei sette milioni diventano, poesia e ro- di una velocità inferiore ai diretti concorrenti per la peradattabilitàpuresedotato a vari ruoli, anche mente all’altezza. Probabilmente meglio l’atalantino, l’ala diTallaIbarbo inomipersostituire sonodecisa frapoi sulmercato,Biabiany, perché Gabbiadini e diventano qualcosa dipiùun tesoretto dainvestire Così isette milioni e mezzo sborsati dal Sunderland 1971. in Paradiso, come suggerito da un film di Elio Petri del Livio e ai Pessotto, va quellidella classe operaia che in questo, eaiTorricelli, assomigliaaiBirindelli ai Di editoriale Antonio Conte juventus 16 - - - Daniele Buffa/Image Sport TMW editoriale inter magazineTUTTOmercatoWEB com® 17 FantAddio Antonio Cassano Antonio Cassano Arrivato a toccare il cielo nerazzurro l’amore per il talento di Bari è sbocciato di Gianluigi ed appassito nel giro di LONGARI una stagione on doveva esserci più nulla, sopra il cielo di Antonio Cassano. “C’è solo l’Inter” come nell’inno che riecheggia durante l’ingresso in campo dei ne- razzurri al Meazza e per festeggia- N re le (rare) vittorie che hanno cercato di allietare la disgraziata stagione appena messa in archivio. Sembrava una favola, quella della nobile decaduta e del suo principe azzurro pronto a risollevarla e far- la sognare, proprio come lui da bambino nei vicoli

di Bari Vecchia aveva immaginato di fare chissà in foto Giuseppe Celeste/Image Sport quante occasioni. non ce la fa a non dire come la pensa. E’ sufficien- Qualche mese di illusione, un amore sbocciato e osten- te questo ragionamento per passare dallo “Strama tato all’amante ferita rossonera nel corso di un der- bene bene” che fece breccia nel cuore dell’ex tecnico by che aveva illuso tutti su quanto poteva essere ed interista al ben più pregnante “E’ arrivato Mourinho” invece non è stato mai, e davvero poco altro. Nes- Nato a Milano il con cui FantAntonio commentava una delle, a suo dire 18 agosto 1986, suno spazio per i sentimentalismi, specie in un calcio cervellotiche, prove tattiche messe in atto dal povero vive e lavora nella come quello moderno abituato a tritare e sminuzzare Strama nella speranza di raccapezzarsi in un trita- sua cittá dal 2010 ogni parvenza di pensiero nobile: non poteva andare carne troppo più grande di lui. Apriti cielo, la talpa per la redazione diversamente per una passione durata una stagione lo rivela, Cassano diventa capro espiatorio e l’Inter di Sportitalia e dal (sportiva) ma in realtà esauritasi nel giro di qualche 2006 per quella di continua la sua rovinosa caduta. Un tracollo culminato Tuttomercatoweb. mese. Intendiamoci, è in malafede assoluta chi parla con l’infortunio del Meazza nella notte più triste: quel- Esperto di mercato, del fallimento di Cassano in nerazzurro. Ventotto pre- la sconfitta contro l’Atalanta che segna la fine di una partecipa quotidia- senze, sette realizzazioni, un discreti numero di assist chimera europea e soprattutto il commiato di quell’e- namente alle tra- e la personalità per imporsi come “leader maximo” di roe che non è riuscito a dominarsi per potersi imporre smissioni calcistiche uno spogliatoio ricco di prime donne, nel giro di una Calcio€Mercato e “Sembrava una sorta di nel regno dei suoi sogni da bambino. manciata di settimane. Una buona volontà messa a Speciale Calciomer- favola. Si è trasformata Si riparte da Parma, senza rimpianti e con un paio cato in onda sull’e- disposizione del gruppo, il talento pronto a sacrificarsi nella stagione più brutta” di nemici in più (Stramaccioni e Mazzarri che lo ha di mittente televisiva per un obiettivo comune che però una volta sfumato fatto estromesso dall’Inter): ora il cielo di Cassano si nazionale ha dissolto anche le buone intenzioni di chi proprio

foto Daniele Buffa/Image Sport foto Daniele Buffa/Image tinge di gialloblu. TMW editoriale milan magazineTUTTOmercatoWEB com® 18 L’addio Massimo Ambrosini amaro del di Antonio VITIELLO capitano Dopo 18 anni, scaricato dal Milan, Ambrosini approda ai rivali della Fiorentina foto Giacomo Morini on tutti gli addii sono romantici. Mol- il mancato utilizzo per la prossima stagione. Il capi- ti burrascosi, altri pieni di nostalgia tano si è sentito scaricato in famiglia e ha trascorso e altri ancora che fanno discutere. giorni difficili, in cui ha versato qualche lacrima per Il Milan negli ultimi anni ha salutato l’interruzione di un amore lungo 18 anni. D’altra parte tanti campioni, giocatori che hanno il momento della separazione doveva arrivare e la N fatto la storia del club con successi decisione sarebbe stata rimandata al massimo di un irripetibili e trionfi memorabili. Addii che hanno inter- altro anno. Ma probabilmente ciò che non ha fatto rotto una tradizione decennale, come nel caso dell’ex piacere al centrocampista è stata la poca chiarezza. capitano rossonero Massimo Ambrosini. Il centro- Come avviene spesso in questi casi la tifoseria si è campista di Pesaro giunto al suo 18esimo anno con la divisa tra chi avrebbe concesso ancora un altro anno casacca del diavolo, si è visto allontanare dal Milan. ad Ambrosini e chi invece ha avallato la decisione so- Una scelta dettata dalla carta d’identità ma anche cietaria. Il chiacchiericcio è esploso del tutto quando dalla necessità del club di svecchiare la rosa e inse- la Fiorentina ha deciso di comprarlo per dare alla rire forze fresche, un processo iniziato l’anno scorso squadra un tocco d’esperienza, portando in rosa un quando abbandonarono tanti veterani. Una soluzione giocatore che ha vinto praticamente tutto nella sua Nato il 6 maggio condivisibile per certi aspetti, forse meno per la mo- lunga carriera. Un atleta di caratura interazionale, 1986, vive e la- dalità in cui è avvenuta. Ambrosini non ha ottenuto le utile nelle notti europee e nel far crescere i giovani vora a Milano. risposte che immaginava di avere una volta concluso viola alle prime armi. La decisione di legarsi con una Direttore edi- il campionato (con la conquista del terzo posto) e il squadra che nella scorsa stagione era in competizione toriale di Mi- sentore di sentirsi scaricato aumentava giorno dopo lanNews.it e con il Milan (soprattutto nel finale di campionato), non redattore di Tut- giorno. Il telefono non squillava e le attenzioni del club è andata giù a gran parte dei sostenitori. D’altronde tomercatoweb. erano tutte concentrate nel risolvere la grana Alle- una volta chiuso le porte di Milanello, l’ex capitano com. Collabora gri, a rischio conferma. Da via Turati infatti non han- rossonero avrebbe potuto scegliere liberamente il con Sportitalia, no alzato la cornetta per offrirgli un prolungamento “Mi sarei aspettato più progetto più importante e più attraente. Le strade INFRONT e Radio contrattuale così Ambro e il suo entourage hanno ini- Radio. Opinioni- chiarezza dai rossoneri” si sono divise, qualcuno storce il naso quando lo sta su Odeon TV ziato a stabilire contatti con società interessate. C’è vede con la maglia viola, ma 18 anni di gioie e e Milan Channel. stata poca chiarezza ed eleganza nel comunicargli foto Daniele Mascolo/PhotoViews sofferenze non si dimenticheranno mai. TMW editoriale napoli magazineTUTTOmercatoWEB com® 19 di Cavani a entusiasta per i colpi piazzati in rapi- Gonzalo Higuain da successione che hanno di diritto dato al Napoli l’etichetta di anti-Juventus. Cavani Già, perché proprio il Matador è stato il punto di svolta di questa vicenda. Perché 60 milioni da in- vestire erano già tanti, ma 124.5 sono una somma come da sceicchi, che nessuno in Italia ha a disposizione. di Raimondo Cavani via con un’offerta fuori mercato, a una ci- DE MAGISTRIS fra sicuramente superiore al suo valore che ha di Zidane fatto permesso al Napoli di rivoluzionare tutta la squadra: dal portiere al centravanti. Un’operazio- Con la cessione “d’altri ne d’altri tempi, che ricorda per costi e conseguen- tempi” del Matador il ze uno dei più celebri trasferimenti della storia del Napoli ha assecondato calcio: Zinedine Zidane al Real Madrid. le richieste di Benitez Ricordate? Era l’estate 2001 quando alla Juven- tus arrivò un’offerta dai contorni economici mai dee chiare sul mercato e capacità visti prima: 150 miliardi di lire. Una proposta ir- di convincere la società ad asse- rinunciabile, proprio come quella arrivata al Na- condare le tue richieste. Nell’i- poli per il Matador. I bianconeri perfezionarono dentikit dell’allenatore moderno la cessione e con l’addio del francese (e in mi- ideale questo passaggio sta di- sura molto minore con quello di ) I ventando sempre più importante. ricostruirono l’intera rosa. Un innesto per reparto: José Mourinho, in tal senso, ha fatto scuola. Scelte Buffon, Thuram, Nedved e Salas. Il cileno, condi- sempre ben ponderate quando si deve decidere zionato da un infortunio, l’unica nota stonata. Gli la nuova squadra. L’idea di base per il verdetto altri, invece, diedero il via a un ciclo vincente, poi finale è sempre la stessa: andare dove si sa che oscurato dallo scandalo Calciopoli (ma questa è verranno fatti investimenti importanti con la possi- un’altra storia). bilità di indirizzarli a piacimento del tecnico. A Napoli si lavora per far accadere esattamen- Un filo conduttore che ha guidato anche Rafael te la stessa cosa. Pochi giorni dopo il suo addio Benitez nella scelta di allenare il Napoli. Nell’an- Cavani era già dimenticato. Lo sbarco in solitaria no del ritorno in Champions gli azzurri avevano dell’uruguaiano all’aeroporto di Parigi in netta già 60 milioni da investire sul mercato. A questi contrapposizione con le folle festanti che hanno si sono aggiunti i 64.5 della cessione di Edinson accolto Gonzalo Higuain tra Fiumicino, Verona e Nato a Napoli il Cavani. Una cifra altissima che lo spagnolo sta Dimaro, con circa 500 tifosi ad aspettare il nuovo 10/03/88, colla- gestendo in prima persona per competere su tutti bomber ben oltre la mezzanotte sotto l’albergo boratore di Tutto- i fronti. degli azzurri in Val di Sole. C’è il Pipita, ma c’è mercatoweb.com “Se un allenatore come Benitez ha scelto di venire anche tanto altro. Perché quello che si presenterà dal 2008. Esperto ai nastri di partenza sarà un Napoli profonda- di calciomercato al Napoli un motivo ci sarà…”. Questa la frase più “Se un allenatore come per Radio Incontro gettonata e popolare a Castel Volturno e dintor- mente diverso da quello che ha caratterizzato il e Radio Sportiva, ni dopo la firma dello spagnolo. Un’affermazione Benitez ha scelto di venire ciclo Mazzarri. Una rosa più lunga e più competiti- collabora con Tutto- confermata dai fatti che in pochi giorni hanno tra- al Napoli un motivo ci sarà” va. Ora anche la sfida con la Juventus non sembra napoli.net. sformato una piazza da depressa per la cessione più essere un confronto tra Davide contro Golia… foto Daniele Buffa/Image Sport foto Daniele Buffa/Image TMW editoriale roma magazineTUTTOmercatoWEB com® 20 Un sacrificio Marquinhos Kevin Strootman necessario di Alessandro L’ascesa di Marquinhos: CARDUCCI arrivato a Roma tra l’indifferenza generale, è diventato ben presto un pilastro della squadra l mio modello è Thiago Silva”. È sta- to preveggente Marquinhos nel corso della conferenza stampa di

prestazione, a Roma, lo scorso anno. foto Giuseppe Celeste/Image Sport Accolto come un oggetto misterioso, e fisicità, oltre ad una personalità da veterano: “Mi “I quasi con indifferenza, il brasiliano sento già pronto”, disse timidamente in sala stampa il è diventato presto un pilastro della malandata dife- giorno della sua prestazione a Trigoria. Peccato che sa giallorossa fino ad essere ceduto proprio al Paris quel giorno non ci credette nessuno. Forse nemmeno Saint-Germain di Thiago Silva per 31.4 milioni. Le voci Zeman ma, nel giro di poche settimane, il giocatore di un possibile addio si susseguivano ormai da mesi. riuscì a conquistare il boemo, i compagni di squadra, Lui sarebbe rimasto volentieri nella Capitale, almeno la critica e i tifosi. Fece il suo esordio ad ottobre, per un altro anno, ma la Roma aveva bisogno di fare nel corso di Roma-Bologna, in un momento estre- cassa per finanziare un mercato che, tra gli altri, ha mamente delicato: i giallorossi erano in vantaggio visto l’arrivo di un top player come Kevin Strootman. di due reti ma, nel giro di un minuto, gli emiliani Tutti i maggiori club europei si erano informati sul gio- riuscirono ad agguantare il pareggio e sul banco catore, già da dicembre scorso, ma in pochi avrebbe- degli imputati finì uno spaesato Piris. Zeman lo levò ro avuto la forza di tirare fuori tutti quei soldi e così, subito dal campo e Marquinhos si presentò davanti ai suoi tifosi nell’inusuale posizione di terzino destro. Nato a Roma il 25 alla fine, il ballottaggio è stato tra Barcellona e PSG. gennaio 1986, Il giocatore avrebbe preferito il club catalano che, Nonostante la sconfitta finale, la sua prestazione fu giornalista pub- però, non ha potuto eguagliare la ricca offerta degli buona e da quel momento fu difficile per Zeman pri- blicista all’età di sceicchi. Un sacrificio necessario, quindi, considerando ma e per Andreazzoli poi toglierlo dal campo. Di lui vent’anni, inizia a anche la mancata partecipazione alle coppe che pri- colpisce soprattutto la sua costanza: sempre l’ultimo collaborare con il a mollare, non ha mostrato cali di rendimento ad Corriere Laziale. verà i capitolini di un’entrata sostanziosa anche per Ospite per il cal- il prossimo anno. Al suo posto sono arrivati Benatia e “Seguiva le orme di eccezione del finale di stagione, complice anche un ciomercato a Radio Jedvaj, quest’ultimo altra scommessa alla Marquinhos. Thiago Silva e oggi problema muscolare. Un predestinato, quindi, che se Sportiva, è collabo- Difficile però poter far meglio dell’ormai ex centrale confermerà quanto di buono mostrato l’anno scorso ratore di Vocegial- della Roma. Il brasiliano ha mostrato di avere buona gioca al suo fianco” diventerà tra i più forti difensori al mondo. Magari lorossa.it dal 2010. superando proprio a Thiago Silva. tecnica, senso della posizione, forza, colpo di testa foto Federico De Luca TMW editoriale fiorentina magazineTUTTOmercatoWEB com® 21 GOODBYE Stevan Jovetic JOJO di Tommaso Stevan Jovetic saluta la LORETO Fiorentina e approda al City, ma a Firenze nessuno si è disperato, anzi…

Se n’è andato quasi nell’indifferenza, e soprattutto la sua cessione è stata salutata praticamente come una vit- toria. Stevan Jovetic e la Fiorentina

si sono salutati in una calda giornata foto Giacomo Morini U di luglio, mentre le attenzioni dei più “La Gazzetta dello Sport” nella quale si auspicava una si erano già spostate in montagna, sulle Dolomiti, dove deroga al diniego viola non ha fatto altro che irrigi- Mario Gomez e i suoi nuovi compagni di squadra si dire ulteriormente un rapporto già ai minimi termini. E stavano allenando da qualche giorno. E così il suo ad- così tra una presunta offerta e l’altra (Marotta ha cu- dio si è consumato paradossalmente all’ombra della rato con grande attenzione i rapporti con il procurato- sontuosa campagna acquisti che i viola hanno imba- re Ramadani e con lo stesso Jovetic, ma praticamente stito negli ultimi 2 mesi, tanto che agli annunci ufficiali mai si è fatto vivo presentando l’offerta da 30 milioni di Fiorentina e Manchester City sul trasferimento del necessaria per acquistarlo) alla fine soltanto gli inglesi montenegrino un po’ tutti hanno tirato un gran sospiro si sono potuti inserire. Partito Tevez, e dimenticato Ba- di sollievo. In particolare la Fiorentina, dove si è po- lotelli, i “Citizens” hanno puntato prima su Negredo, tuto di nuovo brindare a un altro successo di mercato. poi su Jovetic, andando a formare una coppia che Perché se in entrata i viola si sono letteralmente sca- secondo le previsioni della scorsa primavera avreb- tenati arrivando a ingaggiare Mario Gomez, in uscita be persino potuto vestire la stessa maglia gigliata. l’operazione Jovetic si è svolta esattamente come vo- La storia fiorentina di JoJo, però, era già finita da Nato nel 1976, levano i Della Valle. Nessun sconto su quei 30 milioni tempo. Come il rapporto con quei tifosi che non lo direttore di Firenze- di euro richiesti per la sua partenza, la conferma di hanno mai visto troppo coinvolto e forse anche troppo viola.it. Collabora- tore del quotidiano quella promessa di Andrea Della Valle all’inizio del- poco propenso a stringere i denti di fronte a qualche La Nazione, è una la scorsa stagione e legata alla richiesta a JoJo di problema fisico. Ecco perché quando la Fiorentina ha delle voci di punta restare per poi andarsene questa estate, e soprattut- “Alla cessione del ufficializzato la sua cessione praticamente nessuno si è dell’emittente tosca- to il trionfo della più completa intransigenza nei con- strappato i capelli, ed ecco perché praticamente nes- na Radio Blu di cui montenegrino in molti fronti della Juventus. Archiviati gli sgarbi sul mercato suno rimpiangerà Jovetic. Destino beffardo per uno è esperto di calcio- hanno tirato un mercato e voce su dell’anno scorso per la vicenda Berbatov, lo scontro a come JoJo cresciuto a Firenze, e partito nell’estate in Firenze per Radio distanza è proseguito su differenti piani, inclusi quelli sospiro di sollievo” cui, paradossalmente, la società viola sta allestendo Sportiva. economico-politici, e la fatidica intervista di Jovetic a la squadra più forte della gestione Della Valle. foto Federico De Luca TMW editoriale torino magazineTUTTOmercatoWEB com® 22 visibilità a chi la brama prima ancora di averla Rolando Bianchi conquistata per meriti universalmente riconosciuti. Ha lasciato il segno perché, in anni dove la luce Bianchi: un dei successi è brillata poco, ha saputo farsi carico della squadra e, come aveva promesso, prima ri- portarla in serie A e poi farcela restare, malgrado addio non nelle ultime due stagioni, da quando sulla panchina di Elena granata è arrivato mister Ventura, abbia trovato in ROSSIN campo molto meno spazio che in passato. Di Bianchi voluto, ma calciatore si può pensare qualsiasi cosa, ma senza i suoi otto gol in serie B nella stagione 2011-2012 il Torino non sarebbe riuscito ad approdare diretta- mente in serie A e nel campionato da poco conclu- subìto so è anche grazie alle sue undici reti se i granata Oltre settanta gol con la hanno evitato l’onta di ripiombare nella cadetteria. maglia del Torino e un feeling Tutti i tifosi lo sanno e per questo sono riconoscenti speciale con i tifosi del Torino a Bianchi. L’addio di Bianchi al Torino era annunciato da tem- che hanno fatto entrare il po e lo stesso giocatore lo sapeva, infatti, dopo bomber nella storia granata l’ultima partita di campionato a chi gli chiedeva olando Bianchi e il Torino. Una storia se si aspettava che la società non gli rinnovasse d’amore con la maglia e con tanti il contratto diceva: “L’avevo già capito da un po’ tifosi e un finale infelice con la di- perché quando non senti nessuno e alcuni fanno rigenza. Questo potrebbe essere il fatica anche a salutarti si capiscono tante cose. Il titolo con annesso sottotitolo di un mio procuratore (il fratello, ndr) tempo fa aveva R best seller dalle tinte granata. Cin- chiamato il presidente per chiedergli se all’allena- que anni di vita vissuta, di sentimenti, di emozioni, tore interessavo come giocatore oppure no e non di gioie e di dolori. Nella più che centenaria storia abbiamo ricevuto nessuna telefonata di risposta”. del Toro ci sono tante pagine dedicate a calciatori Il commiato dal mondo granata, seppur coronato e dirigenti che hanno saputo cogliere l’essenza gra- da un ultimo gol, è stato reso ancor più triste perché nata e una di queste è dedicata a Bianchi. Scindere Bianchi non è stato schierato titolare, ma fatto su- l’uomo e il calciatore è impossibile poiché l’uno ha bentrare e questo l’ha ferito evidenziando che fra Elena Rossin forgiato l’altro. lui e l’allenatore non c’è mai stato feeling né dal nata a Torino il punto di vista umano né da quello professionale. 29/03/1969. Rolando, il capitano che sulla fascia ha scritto “Io Giornalista sono il capitano della mia anima”, da bergamasco Il trenta giugno 2013 su Twitter Bianchi ha scritto: professionista è di poche parole, introverso, retto nei principi e “Oggi è formalmente il mio ultimo giorno granata... dal 17/3/2010. questo gli ha permesso di entrare nei cuori della Formalmente, perché il mio cuore resterà granata a Vive a Torino e maggioranza dei tifosi, ma non di tutti. Nel Torino “Anche nel giorno dell’addio vita... Grazie... Rolando”. Adesso è un giocatore collabora con del Bologna, dove è andato per ricominciare da TorinoGranata. è riuscito a diventare il catalizzatore dell’attenzio- Bianchi ha dichiarato il it, Tuttomercato- ne e a riempire la scena senza avere il desiderio proprio amore per il Toro” capo, ai rossoblù si dedicherà con impegno e sen- web.com e Radio di essere in primo piano sotto i riflettori e ha tolto za risparmiarsi, ma conserverà per sempre ciò che

Sportiva. foto Federico De Luca gli ha dato la maglia granata. TMW editoriale serie b magazineTUTTOmercatoWEB com® 23 ESSERE O Massimo Mezzaroma NON ESSERE di Gianluca La lunga estate caldissima LOSCO del Siena: alla fine ha vinto Mezzaroma

quadra da sempre abituata a lot- Mario Beretta foto Federico De Luca tare, il Siena ci ha provato fino Serie B. Fino ai primi dieci giorni di luglio la situazione all’ultimo anche nella passata sta- non sembra particolarmente rosea: Mezzaroma con- gione. Nonostante la zavorra dei tinua a stilare piani su piani, la Banca chiede sempre sei punti di penalizzazione, i tosca- un cambio alla presidenza. Poi, il 15, con un grande S ni sono stati in corsa fino alle ulti- sforzo da parte della proprietà, i pagamenti vengono missime giornate (due per la precisione), onorando effettuati e a questo punto si aspetta solo l’esito del il campionato e riuscendo quasi nell’impresa. Alla ricorso al Consiglio Federale. Un Mezzaroma in estasi fine, ciò che ha rischiato in questi ultimi due mesi non comunica ufficialmente il proprio ottimismo per l’intera è stata una semplice retrocessione. operazione; uno sforzo economico non indifferente si La mancata iscrizione al campionato di Serie B avreb- somma agli interventi già gravosi del passato. Il 19 lu- be voluto dire per il Siena una cimosa sulla storia del- glio il semaforo verde e la fine dell’incubo: il Consiglio la squadra, che molto probabilmente sarebbe dovuta Federale ammette il Siena in Serie B. ripartire dai Dilettanti. Una sanzione arrivata non dal Da squadra per un po’ di tempo inesistente, il Siena campo ma dal tribunale, dalla Lega e dai suoi organi. può quindi dire la sua nel campionato cadetto, lottan- Nato a Firenze Un nuovo caso (e in Italia continuano ad aggiungerse- do, perché per no, per una pronta promozione. Certo, il 16 novembre ne anno dopo anno) nel quale le difficoltà economiche le “stagioni impostate sulla salute finanziaria” costrin- 1982, inizia a la- la fanno da padrone, oscurando i meriti sportivi. Cer- geranno i toscani ad un mercato tutto particolare. In- vorare nel mondo to, la storia recente del Siena parla chiaramente del giornalismo tanto si ricomincia con Beretta, tecnico che sicuramente calcando i campi di complicazioni sempre maggiori nel rapporto col può dire la sua. Poi il resto lo dirà in campo, come del calcio giova- Monte dei Paschi. E il presidente Mezzaroma non succede quasi sempre nelle categorie inferiori. Intanto nile per Calciopiù. ha mai fatto mistero di questo, annunciando già po- resta però il grande percorso e l’ottimo lavoro svolto Successivamente si chi giorni dopo il termine del campionato partico- dal presdente Mezzaroma, che è uscito vincente da affaccia al mon- lari difficoltà per le prime tre mensilità. do del web con una situazione assai delicata. Un segnale molto impor- FirenzeViola.it e Lo stesso Mezzaroma si fa quindi promotore della tante per la squadra e per tutto il calcio in generale. CalcioNews24. speranza dei bianconeri e a giugno chiede un anticipo “Il 19 luglio il Consiglio Siena c’è, forse il dubbio amletico non è mai esistito, com prima di ap- per il paracadute riservato alle squadre retrocesse. Il Federale ammette anche se il problema (e pure grosso) si è verificato prodare nel 2010 Monte dei Paschi non sembra voler però collabora- il Siena in Serie B” eccome. Ma invece di restare nell’incertezza, Mez- alla redazione di re con il presidente, al quale viene chiesto un passo Tuttomercatoweb. zaroma ha agito, e questo ha di fatto impedito il indietro per salvare il Siena e poterlo iscrivere alla suicidio di una squadra come il Siena. com. foto Federico De Luca TMW editoriale estero magazineTUTTOmercatoWEB com® 24 calciatore e signor nessuno delle panchine mondiali. Thiago Alcantara Grazie al lavoro certosino del mentore, arriva ad esordire tra i professionisti contro il Girona ed è MI MANDA... E proprio Pep a dire al ragazzo di restare in Catalo- gna nonostante il pressing asfissiante del Chelsea. A diciotto anni Thiago Alcantara debutta in Primera MI PRENDE PEP Division, nel gennaio 2010 fa parte definitivamente di Marco Nato in Italia, è il pupillo di della prima squadra, ora allenata da Guardiola. Al CONTERIO fianco di Messi, Dani Alves, Iniesta, Xavi. Lui, il pic- Guardiola: con lui al Barça B, colo e talentuoso talento italo-spagnolo-brasiliano, è stato lui a volerlo al globetrotter per necessità, campioncino per virtù. Bayern Monaco. La valigia, però, resta nella sua casa di Barcello- na, anche nell’anno sabbatico del mentore. Con Tito an Pietro Vernotico ha meno di quattordicimila anime, sette rioni, Pep Guardiola ha cresciuto Domenico Modugno e lì è nato Thiago Alcantara do Nascimiento. Mazinho, un tempo S calciatore con Fiorentina e Lecce, e Valeria Alcantara, pure lei ex sportiva ma palla- volista, misero alla luce il giovane Thiago dal dottor Palaia, allora medico sociale del Lecce. Mazinho e Pep Guardiola. La vita è segnata da due nomi e da una costante. Il calcio. Quello che iniziò, figlio d’ar- te, a praticare giovanissimo in Brasile, nelle giovani- li del Flamengo, per poi seguire il padre in Spagna. Giocava al Nigran, poi al Nureca, tanto bene da esser seguito da Celta de Vigo, Real Madrid, De- portivo la Coruna, Valencia ed il Barcellona. Qui, in foto Daniele Mascolo/PhotoViews Nato a Firenze il terra catalana, nasce la giovane e fresca storia di Villanova vince quattro titoli in una stagione ma non 5 maggio 1985, Thiago Alcantara, fratello di Rafa Alcantara anche rinnova il contratto. Il Manchester United gli ha già collabora con Tut- lui figlio della Masia ed ora in prestito al Celta steso il tappeto rosso col diavolo, poi riavvolto tra tomercatoweb.com dal 2011. Inizia Vigo. Thiago e Rafinha, i fratelli diversi, più il cugi- i mugugni di David Moyes. Pep Guardiola, dagli con Firenzeviola. no, Rodrigo Moreno Machado. Una famiglia col fo- albori del 2013 nuovo tecnico del Bayern Monaco, it, per poi colla- otball nel sangue, nelle vene. Nei piedi e nel cuore, lavorava da lungo tempo sotto traccia per avere la borare con Radio ma non nella bandiera. Perché se Thiago gioca ora sua stellina di nuovo con sé. Per salutare i compagni Blu, Lady Radio e nella Spagna, il fratellino punta a quella del Bra- “Figlio di Mazinho, Thiago ha blaugrana ed i tifosi, Thiago ha scritto una lettera La Nazione. Ora firma de Il Mes- sile. Storie che si ripetono dai Boateng in poi. Sto- scelto la nazionale spagnola commovente, perché le radici non si dimenticano. saggero e Leggo, rie che iniziano, però, all’ombra del Camp Nou: nel mentre il fratello Rafinha Quelle lontane, arrivano dalla provincia di Brindisi, è stato speaker e 2006, il ragazzetto di San Pietro Vernotico inizia quella brasiliana.” dove Domenico Modugno ha vissuto, dall’infanzia conduttore per Ra- nei Cadete B blaugrana, per poi passare nel Barça all’adolescenza. Volare. Le ali del sogno di Thiago dio Sportiva. B. Già. Quello di Pep Guardiola, ancora fresco ex Sport foto Daniele Buffa/Image Alcantara, si sono ufficialmente spiegate. i Re del mercato / Stefano Antonelli TMW magazineTUTTOmercatoWEB com® 25 Stefano Antonelli Il lavoro dei sogni Dalle stanze del calciomercato alla scrivania da dirigente, il percorso professionale di Stefano Antonelli raccontato fra trattative, amici e calciatori

di Alessio Alaimo - foto Federico De Luca

ole, mare e calciomerca- to. “Mi sento un privilegiato, faccio parte di un mondo che inebria le fantasie di tutti gli italiani”. In quel di Castiglion- S cello Stefano Antonelli comin- cia così la sua lunga chiacchierata con Tutto- MercatoWeb. Il direttore sportivo del Siena ha una storia tutta da raccontare. Da procuratore a direttore sportivo. Una vita nel pallone. “Fac- cio il lavoro che ho sempre voluto fare. Ho una famiglia con moglie e due figli, quando posso – continua Antonelli – dedico tempo a loro perché i Re del mercato / Stefano Antonelli TMW magazineTUTTOmercatoWEB com® 26

spesso con il lavoro che facciamo siamo assenti calcio grazie a lui, anche se penso che se legges- voluto vivere: gli Europei in Germania, il Mon- Amicizia che poi sfociò in rapporto di ingiustificati. Ma faccio quello che desidero e mi se queste parole non sarebbe contento”. diale in Italia. I protagonisti, quelli veri, li ho vis- lavoro… sento fortunato”. suti attraverso lui. Per me il giocatore non è mai “Nel 1994 mi chiese di poter gestire i Perché? stato il mito da inseguire, ma un ragazzo come suoi interessi. Andò al Chelsea. Ma già nel Come si è avvicinato al calcio? “Mi ha sempre detto che il calcio era un mondo tutti gli altri: fortunato perché faceva uno sport 1991 accadde qualcosa di importante: ero “Fin da quando ero piccolo ho avuto come ri- in cui non dovevo affacciarmi da protagonista che gli consentiva di guadagnare tanto, ma una in vacanza con Lentini, lo voleva il Milan, ferimento di un mondo straordinario del calcio ma avrei dovuto viverlo da esterno. E invece mi persona normale. Poi l’evoluzione delle cose ha fu un’operazione di mercato clamorosa. E Gigi Riva, che frequentava il ristorante di mio ha avvicinato al mondo del calcio che conta. Ho voluto che nel 1993 nascesse un’amicizia impor- io assistetti alle telefonate, lì cominciai a padre. Mi sono avvicinato al mondo vero del vissuto esperienze che ogni bambino avrebbe tante con ”. capire la psicologia del calciatore”. i Re del mercato / Stefano Antonelli TMW magazineTUTTOmercatoWEB com® 27

Com’è oggi il suo rapporto con Gigi Riva? Marrucco, con cui ho anche collaborato. Ancora “Non lo vedo da tanto. Ma quando l’ho rivisto oggi, oltre ad avere grande stima di lui, l’ami- da operatore di calcio non c’è più stato quel rap- cizia è rimasta disinteressata. Ho un ottimo rap- porto confidenziale di tanti anni fa. Nel momen- porto anche con Tullio Tinti, che quando facevo to in cui sono entrato ufficialmente a far parte il procuratore era un punto di arrivo: lo vedevo di questo mondo il rapporto è un po’ cambiato”. come il re di questo mondo. Poi ci sono altri ex colleghi con cui il rapporto non è mai nato”. Antonelli procuratore: l’operazione più bella? “Sono tutte belle. Poche trattative nascono e si Un nome: Alessandro Moggi. Cosa le viene concludono in una giornata. Il primo contrat- in mente? to discusso per Di Matteo al Chelsea è stato “So dove vuoi arrivare: ho avuto dei proble- qualcosa di straordinario. Per un neo agente mi con un certo tipo di mondo, che rispetto andare a trattare il contratto di un calciato- ma poi non ho condiviso i metodi. Sono stato re come Roberto Di Matteo mi dava grande uno di quelli che ha reagito ad un certo tipo senso di responsabilità. Un’operazione che in- di sistema, non porto rancore verso Alessandro vece sembrava impossibile era quella di Muzzi Moggi. Fare guerre inutili non serve a nessuno, dall’Udinese alla Lazio, i motivi erano tanti: era quello per me è stato un momento storico. Ero una trattativa che non voleva mai concludersi, la parte lesa di un certo tipo di sistema, ma il c’era sempre qualcosa che non andava. Lì ho filo tra essere parte lesa ed indagata è molto imparato che nel calcio quando le cose sem- sottile. Sono contento che tutto si sia risolto nel brano impossibili devi tirare fuori da dentro di miglior modo possibile. Oggi auguro le miglio- te qualcosa che possa riaprire tutto. Lì mi sono ri fortune ad Alessandro Moggi e a chi erano messo alla prova, la ricordo come un’esperien- i miei competitor dell’epoca. Non ho mai fatto za importante che mi ha dato tanto”. guerre. Anzi, esortavo sempre ad un chiarimen- to pacifico che però non arrivava mai”. Il suo rapporto con gli altri agenti, all’epoca? “Sono stati più i giocatori che mi sono stati sot- Il suo rapporto, oggi, con Alessandro Moggi? tratti che quelli presi agli altri. Il mondo del “Ho avuto diversi giocatori di Alessandro Mog- calcio è altamente concorrenziale, non si può gi, non ho mai pensato al procuratore ma al essere tutti amici. Se faccio un conto del dare/ calciatore. Probabilmente delle trattative le avere forse ho più ceduto che preso. Venivo ho fatte attraverso miei collaboratori, ma non avvicinato da tanti colleghi, magari anche più perché non volessi fare le operazioni in prima famosi. Perché la mia forza era avere un rap- persona. Forse perché dall’altra parte c’era un porto di amicizia con alcuni calciatori. Quan- po’ di astio nei miei confronti, che spero il tem- do sono entrato ufficialmente nel calcio con Di po riesca a ridimensionare. Oggi mi sento sere- Matteo in tanti mi hanno avvicinato”. no dentro, realizzato nel mio mondo, dove non vedo concorrenzialità. Tra gli agenti il conflitto L’agente con cui ha legato di più? c’è, oggi devi pensare a dare il tuo servizio “Cercare i rapporti puliti nel calcio è difficile. alla proprietà. Prima da procuratore la dome- Ma faccio un nome su tutti: l’avvocato Fulvio nica vincevi sempre, da direttore sportivo con- i Re del mercato / Stefano Antonelli TMW magazineTUTTOmercatoWEB com® 28

cepisci la domenica in maniera diversa”. costruire, programmare. Da procuratore a di- rigente fai un salto incredibile dal punto di vi- Se incontrasse adesso Alessandro Moggi? sta delle responsabilità e di concetto: quando “Ho provato tante volte ad approcciarmi a lui fai l’agente sei padrone di te stesso, nel bene e creando mille situazioni per parlare con lui. nel male. Da dirigente invece sei un dipendente Oggi non dipenderebbe assolutamente da me. e devi metabolizzare nel miglior modo possi- Non pretendo che nasca chissà quale tipo di ami- bile questa situazione. Il mio primo approccio cizia, ma non avrei problemi ad intraprendere è stato nel 2004, ad Ascoli come consulente un rapporto professionale”. del presidente Benigni. Era l’anno di Marco Giampaolo in panchina. Arrivo lì a novembre, Da procuratore a direttore sportivo: come la squadra riesce a fare i playoff contro il To- cambia la sua vita professionale? rino. Per una serie di circostanze l’Ascoli viene “Una situazione che nasce spontaneamente. ripescato in serie A e io da quel meccanismo Dal punto di vista economico non c’è partita: non sono più uscito. Nel 2007 Cairo mi pro- quando hai tanti giocatori in serie A hai dei pone di far parte di una società storica come il guadagni che non possono prevedere un cam- Torino: prima di accettare ci ho pensato tanto, bio di attività in questo mondo. Da dirigente era una decisione incredibilmente importante. per quanto tu possa essere bravo non hai i Ma ancora oggi, a distanza di sei anni, non “Sono sempre stato amico dei calciatori che guadagni di un procuratore che è al vertice. rinnego niente: non tornerei indietro, questa è Ho sempre sentito dentro di me la voglia di l’attività che sento più mia”. avevo in procura e questo mi ha aiutato”

Il suo modello da direttore sportivo? Inler ad 850.000 euro, poi fu rivenduto a circa “Sono sempre stato, nel bene e nel male, respon- 15 milioni. Mentre, per quanto riguarda le ope- sabile di tutto ciò che ho fatto. Ma gli anni da razioni recenti, mi piace ricordare Neto che cre- consulente all’Udinese però mi sono serviti per scerà ancora. Ed Emeghara. Chi invece ha quali- capire tante cose, quel mondo mi ha pulito dal tà pazzesche e può solo migliorare è Larrondo, vecchio status di agente. L’Udinese mi ha inse- che durante la settimana interpreta il calcio con gnato tanto, la Famiglia Pozzo è una palestra qualità e forza. È un giocatore completo, quello importante nel mondo del calcio. Gino Pozzo è stato un riferimento importante, poi apprezzo molto Giovanni Sartori, con cui è nata una bella amicizia. E citerei anche Pierpaolo Marino, che mi ha aiutato molto e gratificato”.

L’operazione che l’ha gratificata di più? Parto da Ascoli: prendo Guana e tutti sono scet- tici, dopo un anno la società incassa 3,5 milioni dal Palermo. A Torino prendiamo Grella a pa- “Passare da agente a dirigente è stata rametro zero, dopo undici mesi lo vendiamo a una scelta incredibilmente difficile” poco più di 5 milioni. All’Udinese prendemmo i Re del mercato / Stefano Antonelli TMW magazineTUTTOmercatoWEB com® 29

terno. Non possiamo pensare che la stampa sia da evitare o che ci annoi. Tutti sappiamo che la comunicazione è vitale. Anzi, spesso ne abbia- mo bisogno per tante attività che facciamo. Poi è normale avere un rapporto migliore con un giornalista piuttosto che un altro”.

Antonelli extra calcio: i suoi hobby? “Tanti. Ma su tutti la famiglia, a cui mi rim- provero di dedicarle poco tempo. È al primo posto. Con mia moglie e i miei figli abbiamo degli spazi tutti nostri, magari delle vacanze che vedo in lui difficilmente l’ho visto in altri”. da goderci in tranquillità. Mi piace anche sta- re insieme agli amici di sempre, quelli che ti Direttori sportivi del domani: chi le giovani conoscono come Stefano Antonelli loro amico leve su cui puntare? di vecchia data e non come operatore del cal- “Il ruolo di direttore sportivo ha avuto una serie cio. Sono una persona normale”. di evoluzioni, che dipendono sempre dai presi- denti. C’è stato un momento in cui il ds veniva La sua prossima vacanza? bypassato, i presidenti avevano come riferimenti “Non ci ho ancora pensato. Oggi penso al Siena alcuni procuratori. Questo è stato un momento dove rimango perché sto veramente bene”. brutto. Oggi il direttore sportivo è di nuovo ope- rativo, ha il suo ruolo ben definito di nuovo. An- Antonelli fuori dal calcio: come s’immagina? che se quello che mi auguro è che vengano riviste “Non riesco ad immaginarmi fuori dal calcio, le regole. Della nuova generazione stimo molto penso al domani sempre in questo mondo. Se Fabio Paratici, Riccardo Bigon, Sean Sogliano, non fossi entrato nel calcio però, avrei fatto il Igli Tare che sta facendo un grandissimo lavoro dentista. Sono un operatore di calcio estirpato in una realtà come la Lazio e Luca Cattani che al mondo odontoiatrico”. ha avuto una crescita importantissima: conosce il calcio, sa comportarsi, muoversi e coltivare rap- porti per approcciare ad una trattativa”.

Il suo rapporto con la stampa? “Fantastico. Mai avuto un problema, tranne una volta a Torino con un giornalista con cui non è mai sbocciato il rapporto. Ho sempre pen- sato che se accetto il colloquio con un gior- nalista devo farlo perché ho qualcosa da dire. Altrimenti evito un’intervista. La stampa è parte integrante di questo mondo, un movimento in- intervista di Alessio Alaimo i Re del mercato / Stefano Antonelli TMW magazineTUTTOmercatoWEB com® 30

“Marroccu, Tinti, Pozzo, Sartori e Marino: tutte persone che stimo moltissimo” i giganti del calcio / Kurt Hamrin TMW magazineTUTTOmercatoWEB com® 31 Kurt Hamrin Il volo dell’uccellino In campo non faceva sconti, con 190 reti è il 7° marcatore assoluto in serie A. Ma contro Pelè non ci fu niente da fare

di Stefano Borgi - foto Federico De Luca

dispetto del soprannome (“uc- cellino”), di una statura esile e minuta, Kurt Hamrin un gigan- te lo è stato per davvero. In ordine cronologico: scelto e A voluto da Gianni Agnelli alla Juve nel ‘56, vice campione del mondo nel ‘58 contro il Brasile di Pelè, è il più grande canno- niere della storia della Fiorentina. E poi coppe e scudetto col Milan di Rocco, 312 reti in 575 gare da professionista, con 190 reti in serie A è il settimo marcatore di ogni tempo.

Insomma, una carriera niente male... “No, non posso davvero lamentarmi – esordisce Hamrin. E non scordo le mie origini: sono il pri- mo di quattro figli, mio padre faceva l’imbian- chino, mentre io ho lavorato prima come ope- i giganti del calcio / Kurt Hamrin TMW magazineTUTTOmercatoWEB com® 32

raio poi come zincografo in un giornale. Tutto questo mi è servito per acquisire la mentalità del lavoro, del sacrificio”.

E la storia dell’hockey su ghiaccio? “Sono stato un Nazionale, altro che storie. Due partite nel ‘54, entrambe contro il Canada. Cer- to erano tutti più grossi di me, ma anche lì mi facevo rispettare”.

Torniamo alla Juve dell’avvocato... “In realtà a segnalarmi fu un tipo che lavorava alla Fiat di Stoccolma, Agnelli lesse la relazione e mi portò a Torino. Alla Juventus, però, rimasi un solo anno: mi ruppi quattro volte il metatarso, e poi c’erano già Sivori e Charles... a quel tempo si potevano tesserare solo due stranieri”.

Quindi il fatto che lei non piacesse a Boni- perti è una leggenda... “Esatto. Anzi, le dirò che ho sempre avuto un grande rapporto con Boniperti. Al punto che, nel ‘76, Giampiero mi chiese cosa ne pensassi di Trapattoni che lui voleva prendere come allena- tore della Juventus. Io glielo consigliai, e non mi sembra di aver sbagliato”.

Poi un anno al Padova dove conosce Rocco. “Già, il ‘paron’ che poi mi rivolle al Milan nel ‘67. Quella stagione col Padova arrivammo ter- zi, in coppia con Brighenti feci 20 gol in 30 par- tite, però ero sempre di proprietà della Juventus. Nelle foto piccole Kurt con la maglia della E infatti il presidente della Fiorentina Befani per nazionale di hockey nel 1954, con la ma- comprarmi versò 100 milioni ad Agnelli, più l’in- glia della Juventus e con quella del Padova casso di un’amichevole”. - foto gentilmente concesse dalla famiglia “Nel ‘76 Boniperti mi chiese un giudizio Hamrin Prima della Fiorentina c’è il mondiale del ‘58 in Svezia. Com’era Pelè da vicino? sul Trap come allenatore per la Juve. “Aveva una classe fuori dal normale, però in fina- le non fu il migliore. Didì era il faro della squadra Io glielo consigliai, e ho fatto bene” i giganti del calcio / Kurt Hamrin TMW magazineTUTTOmercatoWEB com® 33

e Garrincha il fenomeno. Certo quel giorno Pelè fece due gol e non aveva nemmeno 18 anni”.

Anche voi però a fuoriclasse non scherzavate... “C’era Liedholm, Gren, Skoglund, Simonsson e poi il sottoscritto. Allenatore era Reynor, che mi aveva scoperto quando allenava i ragazzi dell’Aik Stoccolma. Eravamo una grande squa- dra, ma in finale non ci fu niente da fare (il Bra- sile si impose sulla Svezia per 5-2 ndr.). Semmai disputammo una grande semifinale contro la Germania, nella quale io feci un bellissimo gol. Posso raccontarlo?”

Deve... “Eravamo sul 2-1, mancavano tre minuti alla fine ed io guardavo l’orologio per far passare il tempo. Prendo palla e vado alla bandierina, salto il primo avversario, il secondo, vado sul fondo e punto la porta. Mi attacca un altro, ma salto anche questo. Finalmente arrivo davanti al portiere, nel mezzo c’è Gren che chiama palla ma io con l’esterno la piazzo all’angolo e segno il 3-1 finale. Fu una grandissima emozione, an- che perché si giocava al Rasunda di Stoccolma, lo stadio dove calcisticamente sono nato...”

In Nazionale però ha giocato poco. “Perché ero professionista, e al tempo i profes- sionisti non potevano giocare in Nazionale. Alla fine ho giocato 32 partite segnando 16 gol, e cambiarono le regole solo nel ‘58 prima del Nella foto grande Kurt mostra una rivista mondiale. Quello è anche l’anno in cui sono pas- svedese del 1958 - nelle foto piccole lo sato alla Fiorentina”. scatto del gol realizzato in semifinale alla Germania e con la maglia della nazionale In maglia viola 9 campionati, praticamente Svedese - foto gentilmente concesse dalla una vita. famiglia Hamrin “Firenze per me è stata fondamentale, come cal- ciatore e come uomo. A Firenze sono nati 4 dei miei 5 figli, dai quali ho avuto 7 nipoti. A Firen- i giganti del calcio / Kurt Hamrin TMW magazineTUTTOmercatoWEB com® 34

ze sono tornato a vivere, insomma... A Firenze c’è tutta la mia vita”. “Per me Firenze è stata fondamentale Tante vittorie, ma non è mai arrivato lo Scudetto. “Perché per vincere ci vuole una società ben come uomo, però col strutturata. E comunque siamo arrivati due volte secondi, ho vinto una Coppa delle Coppe, due Milan ho vinto tutto. coppe Italia, ho segnato in tutto 208 gol. 150 solo in campionato”. E poi avevo

Ora può dirci tutta la verità sulla polemica ritrovato Rocco...” con Batistuta. “No, nessuna polemica. Solo che sarebbe stato più giusto finire alla pari. Lui, invece, all’ultima giornata del campionato (era il ‘99-2000 ndr.) fece una tripletta contro il Venezia e mi supe- rò di una rete. Di quei tre gol il primo non era regolare, e magari senza quello non avrebbe fatto gli altri due. Comunque, contando anche le coppe Europee ho segnato più io. E non mi sembra poco”.

Niente scudetto con la Fiorentina, si è rifatto col Milan. “Se Firenze mi ha dato tanto a livello umano, sul piano professionale come il Milan non c’è stato nessuno. Una coppa dei Campioni, una Coppa delle Coppe, uno Scudetto, due coppe Italia. E tutto in soli due anni, dal ‘67 al 69’. Ricordo che c’erano tanti giovani come Rivera, Lodetti, Schnellinger, Prati, mentre io facevo parte dei vecchi con Malatrasi e Cudicini. Eravamo un mix Nella foto la famiglia Hamrin ritratta nella ideale. E poi cera Rocco... il “paron” era una casa attuale di Firenze nel 1973 - in alto a persona eccezionale”. sinistra il figlio Pietro, al centro Kurt, a de- stra il figlio Riccardo; in basso a sinistra la Chiude la carriera a Napoli, due stagioni an- figlia Carlotta, al centro la moglie Marian- che con i partenopei... ne che tiene in braccio la piccola Erica e a “Mia moglie Marianne non sarebbe mai venuta destra la figlia Suzanne - foto gentilmente via, anche se ormai era tifosa milanista. Anch’io concesse dalla famiglia Hamrin mi trovai molto bene, nonostante fossi a fine i giganti del calcio / Kurt Hamrin TMW magazineTUTTOmercatoWEB com® 35

corsa. C’era Chiappella allenatore, poi Zoff in porta, Juliano, Altafini... Tutti ottimi giocatori”.

Nella foto grande Kurt mostra il trofeo no- Nella “seconda” vita di Hamrin non trovia- minativo relativo alla vittoria dello scudetto mo la voce allenatore. col Milan nella stagione 1967-68 - nelle “C’è stata per poco. Ho allenato la Pro Vercelli in foto piccole Kurt Hamrin ritratto con i com- , ma non sono uno “politico” e questo non pagni di squadra del Milan e con Nereo piace ai dirigenti. Poi ho allenato alla scuola cal- Rocco - foto gentilmente concesse dalla fa- cio della Settignanese a Firenze. Diciamo che già miglia Hamrin i giganti del calcio / Kurt Hamrin TMW magazineTUTTOmercatoWEB com® 36

da giocatore avevo cominciato a “lavorare”: ho fatto l’assicuratore all’Ina di Milano ed esportavo ceramica tra Italia e Svezia. Si torna al discorso iniziale, alla famosa cultura del lavoro”.

Qualche aneddoto su Hamrin calciatore. Si dice- va che lei usasse il rimpallo scientificamente... “Più che altro cercavo il tunnel, e quando non mi riusciva ero bravo a vincere il rimpallo suc- cessivo. Posso anche dire che ero piccolo ma mi facevo rispettare, nei contrasti era più facile si facessero male gli altri. Un po’ come succedeva nell’hockey. Ero furbo, veloce, Rocco mi chia- mava “faina”. Ma come soprannome preferisco “uccellino”, rende meglio l’idea”.

Il gol più bello della sua carriera “Contro la Juve a Firenze, nel 1964. E poi, come importanza, la doppietta all’Amburgo col Milan in finale di coppa delle Coppe. Oltre a quello ai mondiali contro la Germania, ovviamente...”.

Qual è stato l’avversario più forte che ha incon- trato e quello che l’ha messa più in difficoltà? “Il più forte è stato Pelè, senza dubbio. Su chi mi ha reso dura la vita faccio un nome a sorpre- sa: Savoini del Vicenza. Non mi lasciava spa- zio, contro di me dava il meglio. Poi dico Nilton Santos, e qui si torna al grande Brasile del ‘58”.

Che fa oggi Kurt Hamrin? “Vivo a Firenze, ma vado spesso anche in Svezia. A quasi 80 anni sono una persona serena, soddi- sfatta. E poi sono presidente onorario delle ‘Glo- rie Viola’. Siamo un’associazione di ex-calciatori della Fiorentina che raccoglie fondi per aiutare i nostri ex-compagni in difficoltà. Io più che altro ci metto il nome, poi fa tutto Moreno (Roggi ndr.) Però stiamo facendo delle grandi cose, ed è un Kurt con la moglie Marianne che mostra un articolo a grandi titoli ai tempi del Milan modo per ritrovarsi, per stare insieme”. intervista di Stefano Borgi i giganti del calcio / Kurt Hamrin TMW magazineTUTTOmercatoWEB com® 37

“Il mio gol più bello? Nella semifinale mondiale contro la Germania. Scartai tutti, e con un colpo d’esterno scavalcai il portiere” SARANNO CAMPIONI / Federico Ceccherini TMW magazineTUTTOmercatoWEB com® 38

mantenere l’umiltà. Due anni fa, è vero, ero nel- la Pistoiese. Lo scorso anno, quando mi dissero che sarei stato aggregato alla prima squadra, Federico ero felicissimo ma credevo di essere uno dei tanti che vanno a completare i quadri. Se mi avessero detto che avrei giocato cinque o sei partite, ci il Tosto avrei messo la firma. Ne ho giocate diciotto da titolare e in altre nove occasioni sono subentrato, Cresciuto nel vivaio del più le quattro dei playoff, in tutto fanno trentuno Livorno, dopo un anno presenze”. alla Pistoiese, Federico Ceccherini si è ritagliato Trentuno presenze e un gol in campionato. Poi la , le amichevoli… Un anno un posto nella squadra davvero fantastico! che ha centrato la Serie A. “Non lo dimenticherò mai”.

di Marco Ceccarini In confidenza, quando ti sei accorto che eri tagliato per il pallone? o vedi e capisci che è un bra- “Il calcio è sempre stata la mia grande passio- vo ragazzo. Faccia pulita, ne. Ho iniziato a giocare nel Sorgenti Labrone modi gentili. A parlarci, ne (oggi Pro Livorno Sorgenti dopo la fusione con hai la conferma. Piedi per la Pro Livorno 1919, ndr) e lì ho capito che terra e voglia di emergere. quello era il mio sport”. L In una parola, tosto. Fede- rico Ceccherini, livornese di scoglio, 21 anni, Anni belli? sprizza dai pori la soddisfazione di essere a “Anni bellissimi, eravamo bambini! Nella stes- un passo dal fare della propria passione il sa squadra giocavamo io, Bardi e Dell’Agnello lavoro della vita. Quest’anno ha l’occasione (appena dato in prestito al Sud Tirol in Lega Pro, d’oro. Può farcela. Ne è consapevole. E’ uno ndr) e ci divertivamo da matti”. dei migliori talenti usciti di recente dal vivaio amaranto. Davide Nicola ha avuto il merito di Chissà che guai per le altre squadre… lanciarlo nello strabiliante torneo cadetto che “Con Bardi in porta e Dell’Agnello davanti, a ha visto il Livorno ritornare, tre anni dopo, nella volte le partite finivano anche undici o dodici a massima divisione. zero per noi…”. Federico, solo due anni fa giocavi in Serie Poi, la chiamata del Livorno! D e adesso sei uno dei giovani emergenti di una squadra che si appresta a disputare la “Si, ero ancora un ragazzino quando ho inizia- Serie A. Emozionato? to a vestire la maglia del Livorno, facendo la trafila nelle giovanili ed arrivando alla squadra “Si, molto. E anche orgoglioso. Ma so che devo Primavera. Dopo due campionati nella Prima- SARANNO CAMPIONI / Federico Ceccherini TMW magazineTUTTOmercatoWEB com® 39

“Marquinos della Roma, che è certo un cam- pione, ha addirittura due anni meno di me. Lui se lo merita, ma a volte arrivano dal Brasile o dall’Argentina dei ragazzi che non hanno nulla di più dei giovani di casa nostra. I grandi, co- munque, arrivano in Serie A prima dei vent’anni anche da noi…”.

Ti ricordi il debutto in prima squadra? “In Serie A l’idea di mar- “E come potrei dimenticarlo! Fu il 12 agosto, in occasione della prima gara ufficiale del Livorno, care Balotelli o Cassano fa in Coppa Italia contro il Benevento. Vincemmo. una certa impressione!” Io colpì anche un palo…”. In campionato? vera amaranto, nella stagione 2011-12, sono “Fu alla terza giornata, in trasferta contro la Pro andato in prestito alla Pistoiese”. Vercelli. Ad inizio ripresa subentrai a Bernardini in una partita che poi vincemmo due a uno”. Che ricordi hai di quell’esperienza? “A Pistoia, sebbene in Serie D, ho trovato una E il gol contro il Cesena? certa regolarità. Nonostante l’avvio travagliato “Eravamo all’undicesima giornata. Giocavamo della squadra, grazie ad alcuni cambi di allena- l’anticipo del venerdì sera. Fui mandato in cam- tore, con i miei compagni abbiamo fatto un’ot- po al posto di Salviato e dopo pochi secondi tima seconda parte di campionato. Con Paolo che ero sul terreno di gioco, su calcio d’angolo Indiani in panchina si è preso a vincere e alla fine di Belingheri, insaccai di testa il gol che decise abbiamo sfiorato la promozione in Lega Pro”.

Con trentaquattro presenze e un ottimo cam- pionato, tornato a casa, il Livorno lo scorso anno decise di tenerti ed aggregarti alla pri- ma squadra… “Credevo che dopo il ritiro mi avrebbero riman- dato in prestito. Invece ho avuto la fortuna di tro- vare un allenatore, Nicola, che dà fiducia ai gio- vani e che conta su di loro. Purtroppo ci sono tanti allenatori che i giovani non li vedono proprio…”. “Mi sarebbe piaciuto gio- Purtroppo quello è il solito vizio italiano, care nel Livorno di Protti e mentre altrove, in Brasile o in Inghilterra o in Lucarelli. Grande squadra” Francia, non è così… SARANNO CAMPIONI / Federico Ceccherini TMW “Il gol contro il Cesena? Entrare e risolvere la gara con la ® maglia della squadra che ami, vuol dire realizzare un sogno!” magazineTUTTOmercatoWEB com 40

la partita. Nel postpartita, per la prima volta, quei difensori che assommano potenza e rapidi- “Credo che passerà nel giro di pochi minuti. venni intervistato da dei giornalisti di testate na- C’è un Livorno, anche recente, in cui avresti tà di movimento”. Quando sei in campo, quando entri in partita, zionali”. voluto giocare? presto ti dimentichi chi hai di fronte. Vedi la pal- “Quello con Protti e Lucarelli che fu promosso in Sai che Chiellini, livornese anche lui e pro- la e leggi solo la partita. Anche quando ho de- Come definisci, oggi, quella serata? Serie A nel 2003-04”. dotto del vivaio amaranto come te, era in buttato in prima squadra, l’emozione è durata “Un sogno che si realizza. Entrare e risolvere la quel Livorno in cui tu avresti voluto giocare? solo i primi minuti delle prime due o tre gare, poi gara con la maglia della squadra che hai sem- E poi? Hai simpatica qualche altra squadra? “Si che lo so. E con Protti, Lucarelli, Chiellini, tutto si è dissolto e ho pensato solo alla partita”. pre amato, vuol dire realizzare un sogno!”. “Sì, l’Inter. Mi ha sempre affascinato”. c’erano anche Balleri, Doga, Melara, Cannar- sa e tanti altri. In panchina c’era Mazzarri. Una In quale ruolo preferisci giocare? Del Livorno, dunque, sei anche un tifoso… Magari un giorno potresti ripetere l’avventu- grande squadra”. “Mi trovo meglio come difensore centrale, ma “Sì, il Livorno prima di tutto”. ra di Armando Picchi, livornese purosangue, non sono nato difensore. Sono cresciuto come mitico capitano della Grande Inter… Torniamo al presente. In Serie A ce ne vorrà centrocampista, prima ancora giocavo addirit- Conosci la storia del Livorno? Sai che in due “Magari… Sarebbe un sogno! Al momento però tanta di rapidità e anche di solidità. Chi temi tura dietro le punte, ma con il passare del tempo occasioni, tanti anni fa, nel 1919-20 e nel preferisco pensare al Livorno e al campionato maggiormente fra gli attaccanti che proba- ho arretrato la mia posizione in campo”. 1942-43, ha sfiorato lo scudetto… E solo che sta per cominciare. Sarà durissima. L’unica bilmente sarai chiamato ad affrontare? qualche anno fa, nel 2000-06, la squadra cosa che so è che devo migliorare ancora. Ho “Ci sarà l’imbarazzo della scelta. Sarà sempre Descrivi le tue caratteristiche. amaranto è arrivata sesta in Serie A? sempre tanto da migliorare”. difficile. Certo però pensare di dover marcare “Abile nell’anticipo ed attento nelle chiusure. Ho “Le vicende recenti le conosco, quelle antiche un Balotelli o Cassano fa una certa impressione”. una buona elevazione e in questo sono facilitato po’ meno. Mi piacerebbe approfondire. Quello Ci sono dei giocatori ai quali ti ispiri? dal fisico (1 metro 86 di altezza per 72 chili di che vorrei è contribuire a tenere alta questa tra- “Nesta e Chiellini, prima di tutto. Ma anche Can- Sarai emozionato o credi che l’emozione peso, ndr). So che devo metter su un po’ di mas- dizione”. navaro e Marquinos. In generale mi piacciono passerà nel giro di pochi minuti? sa muscolare, ma non voglio perdere la velocità. SARANNO CAMPIONI / Federico Ceccherini TMW magazineTUTTOmercatoWEB com® 41

“Ho avuto la fortuna di trovare un allenatore, Nicola, che dà fiducia ai giovani e che conta su di loro”

Il mio fisico, anche se da irrobustire, mi agevola qualcosa? “Mio babbo, Franco, faceva il portuale. Mia Come ti definiresti? nel gioco aereo, in fase difensiva e nei calci da “Si, Indiani che ho avuto alla Pistoiese. Secondo mamma, Patrizia, lavorava alla Coop. Ades- “Un ragazzo tranquillo. Uno che ha sempre pre- fermo”. me, un grande che non ha avuto la fortuna che so sono entrambi in pensione. Ho una sorella, ferito il calcio alla scuola. Ma adesso ho deciso avrebbe meritato!”. Chiara, più grande di me. Li devo ringraziare di prendere il diploma. Faccio l’Istituto tecnico Con il tempo hai affinato le doti difensive, perché mi fanno vivere quanto sta accadendo, e Galilei, non facile”. ma in realtà sei molto duttile. Nicola ti ha Hai mai pensato che molti ragazzi vorrebbe- in fretta, come se fosse una cosa assolutamente utilizzato come centrale di difesa ma anche ro vivere un’esperienza come la tua? normale”. Poi ti iscriverai all’università? come laterale sulla fascia destra. E tu hai di- “Si, lo so. La cosa mi emoziona. Ce la metterò “Non credo. Il calcio mi assorbe troppo. Ma la mostrato di saper ricoprire entrambi i ruoli… tutta per essere all’altezza del sogno che sto vi- Chi ti conosce ti descrive come un ragazzo maturità, ripeto, voglio prenderla”. “Si, questo anche perché ho avuto degli allena- vendo”. senza grilli per la testa, uno che ancora va il tori che mi hanno fatto crescere sia dal punto sabato a mangiare la pizza con gli amici e la Per concludere, ti senti solo un ragazzo tran- di vista caratteriale che tattico. Ma il mio vero In famiglia sono contenti? ragazza, quando può… quillo? ruolo è quello di difensore centrale”. “Si, ma sono bravi perché mi fanno vivere se- “Si, è vero. Frequento ancora i miei amici della “No, anche fortunato. Faccio una cosa che mi reno. Sono contenti ma non mi trasmettono ap- Scopaia, il quartiere dove abito con i miei geni- piace e la faccio con addosso la maglia della Oltre Nicola, che ha dimostrato di credere in prensione. Sereni loro, sono sereno anche io”. tori. E sono fidanzato con Janita. Anche lei mi dà mia squadra del cuore. A volte non mi sembra te, c’è qualche altro allenatore a cui ti senti sicurezza e serenità”. vero!”. particolarmente legato e che ti ha insegnato Parlami della tua famiglia. l’altra metà di / Andrea Dossena TMW magazineTUTTOmercatoWEB com® 42 Parigi. Una volta arrivati in città mi chiese di sposarlo”. Debora Rossetti Quali sono le qualità di Andrea che ti hanno conquistato? Il regalo “La sua perseveranza nel corteggiarmi nonostante mi sia negata per molto tempo alle sue richieste di appun- tamento. Oltre a questo Andrea è una persona molto più bello simpatica e che ha una naturale voglia di divertirsi... di Barbara Assieme a me (ride, ndr)”. CARERE Debora Rossetti, moglie di Andrea Dossena, racconta Del giorno del matrimonio, invece, quali “flash” ri- cordi più facilmente? la loro storia d’amore nata “La faccia terrorizzata di Andrea (ride, ndr)! Al di là durante un compleanno e delle battute è stato un giorno bellissimo. Ci siamo spo- scandita dalla loro sati a Portofino l’8 giugno 2008. Eravamo circondati passione per i cani e da tanti amici e dalla famiglia. Io poi avevo una da- migella davvero speciale, la mia sorellina Eleonora di per il piccolo Romeo 9 anni. L’emozione più forte l’ho provata al momento Barbara Carere dello scambio delle fedi. Dopo la cerimonia ci siamo nata a Napoli il 27 Aprile 1974, Gior- volte il destino si diverte a giocare ritrovati in un locale per festeggiare”. nalista e Speaker con la vita delle persone. Soprattut- Radiofonico, nel to quando ti “regala” la donna del- Noi conosciamo Andrea come calciatore, ma com’è 2001 inizia la sua la tua vita nel giorno del complean- nella vita privata? carriera come gior- no. E’ questa la storia dell’incontro “E’ una persona tranquilla e umile. Se è geloso? Si, ma nalista sportiva per A fra Andrea Dossena, centrocampi- non in maniera esagerata”. Cronache di Napoli, Napoli+ e il Gior- sta del Napoli, e Debora Rossetti, sua moglie da nale di Caserta. Nel ormai sei anni: “Ero andata a quella festa con amici Il difetto che non sopporti di tuo marito? 2002 fino al 2008 che avevamo in comune – ci rivela Lady Dossena – e “Ne ha mille.. (ride, ndr). Diciamo che non sopporto co-conduce un pro- ci siamo subito notate. Andrea sostiene che io sia stata quando si mangia le unghie”. gramma sportivo a Radio Marte, dove il suo regalo di compleanno più bello”. inizia a curare la ru- Come trascorrete il tempo libero? brica dedicata alle Dopo quella sera cos’è successo? “Amiamo fare delle lunghe passeggiate con i nostri due mogli dei calciatori. “Mi ha corteggiata per mesi e considerando che si trat- cani, Rolando di sette anni e Viva di due. Per noi sono Nel 2008 da’ vita tava di un calciatore avevo timore a fidarmi. Andrea come figli. Viva è arrivata con noi quando Andrea gio- alla rubrica L’ altra Metà su TuttoMer- però è stato constante nella sua insistenza e così ho de- cava nel Liverpool e se non ci obbedisce ci piace pen- catoWeb. Attual- ciso di frequentarlo. Alla fine, conoscendolo meglio, ho sare che sia perché parla inglese e non capisce cosa le mente collabora per capito di aver fatto la scelta giusta”. ordiniamo di fare. Ovviamente oltre a tutto questo c’è www.noesolofutbol. Romeo, il nostro bambino”. com e cura una ru- Arrivando subito alla proposta di matrimonio, cosa brica sulle frequen- ze di Radio Crc e ricordi di quel giorno? Siete cambiati da quando siete diventati genitori? Capri Event. Autrice “Convivevamo già da qualche anno e mi fece una bellis- “Sì e in meglio. Ogni giorno che passiamo con Romeo del Ebookwww l’al- sima sorpresa. Mi disse di preparare la valigia e di an- è un’emozione unica. E’ bellissimo quando mi sorride e tra metà’. dare in aeroporto. Solo lì scoprii che eravamo diretti a mi abbraccia”. l’altra metà di / Andrea Dossena TMW magazineTUTTOmercatoWEB com® 43

Chi ha scelto il nome del bimbo? ciati piangendo dalla felicità. Stavamo provan- approfitto di questa intervista per ringraziarla “Per adesso sono concentrata su Romeo, il mio “Sono stata io a proporlo per prima, ma è un do ad avere un figlio da quattro mesi e quando di tutto quello che fa per la mia famiglia”. cucciolo. Ho sempre voluto un figlio maschio, ma nome che è piaciuto fin da subito anche ad An- ho visto che il test era positivo ho provato sen- Romeo calciatore, come lo vedi? può essere che in futuro avremo altri figli. Di- drea”. sazioni stupende”. “Sarà una sua scelta. Una scelta che prenderà in pende solo da Dio, che è l’unico che ha il potere assoluta libertà. Posso comunque dire che a nove assoluto su queste cose. I figli sono un suo dono”. Come gli hai detto che eri incinta? Andrea ha assistito alla nascita di Romeo? mesi già guarda la partita con me alla tv”. “A dire il vero abbiamo fatto il test assieme e “Sì assieme a mia mamma Ileana, che è il mio Chiudiamo con Andrea in versione papà. quando è arrivato il risultato ci siamo abbrac- angelo. E’ merito suo se ho un figlio d’oro! Anzi, Pensate di avere altri bambini in futuro? “E’ bravissimo e cambia spesso i pannolini”. questioni di cuorE / Enrico Vanzina TMW magazineTUTTOmercatoWEB com® 44 Enrico Vanzina Giallorosso a tinte noir Per anni ha fatto divertire milioni di italiani attraverso pellicole di successo sul grande schermo, oggi Enrico Vanzina si dà al thriller-poliziesco senza dimenticare il suo amore per la Roma

di Alessio Calfapietra

er alcuni decenni è stato il dessert quasi obbligato dei cenoni a base di lenticchie e cotechino. E nel caso le no- stre estati fossero troppo afo- P se, ci ha regalato anche una gustosa merenda al cocomero. Questa volta Enrico Vanzina, notissimo sceneggiatore e produttore, ha scelto di far divertire gli italiani attraverso un modo per certi versi inedito. Il romanzo “Hard boiled”, noto soprattutto per l’indimenticabile esperienza di “Pulp Fiction”, questioni di cuorE / Enrico Vanzina TMW “Ora vedo il calcio con disincanto totale” magazineTUTTOmercatoWEB com® 45

ha nulla a che vedere con quel tipo di cinema Nel romanzo lei parla delle difficoltà dell’am- alla Brian De Palma, qui siamo nel territorio di biente di Roma. Ma è così complicato anche Raymond Chandler, Philippe Marlowe, Sam Spa- dal punto di vista calcistico? de, un cinema ed una letteratura americana che “Dicono di sì, da anni lo sento ripetere dai miei adoro e che ho cercato di portare a Roma rac- amici e colleghi giornalisti. Il fatto è che le gran- contando le avventure di un investigatore scal- di società del nord hanno un controllo forse mag- cagnato e sciagurato che si ficca nei guai”. giore sulla vita e sull’attitudine dei giocatori, qui a Roma credo che alcuni facciano un po’ come E’ in programma un seguito e magari una gli pare, non parlo ovviamente dei professionisti versione cinematografica? esemplari che sono entrati nei nostri cuori, ma in “Questo non dipende da me, ma dal successo genere Roma è una città difficile dove si tende che riscuoterà, comunque spero di sì”. a sgarrare”.

Passiamo alla Roma. Se lei dovesse scrivere Come è diventato tifoso giallorosso? una sceneggiatura sul 26/5/2013, che titolo “Quando mia madre mi ha portato piccolissimo è una passione che accompagna Vanzina da gli darebbe? allontanato, infine è stato il turno del vice del allo stadio a vedere un Roma-Napoli finita 8-1”. sempre. “Il gigante sfregiato” (ed. Newton “Ho previsto tutto questo già due anni fa, quan- vice. Era tutto prevedibile”. Compton) omaggia la letteratura americana e do la Roma stava sprofondando in una crisi di Il giocatore a cui è rimasto maggiormente la trapianta direttamente a Roma. Sembrerà idee e di orgoglio, di una sciagurata dissenna- E sulla nuova gestione Rudi Garcia è fiducioso? affezionato? strano, ma al netto di assassini, storie losche e tezza anche dal punto di vista della program- “Bisogna prima risolvere i problemi di gestione, “Giacomino Losi” degrado, questo libro ha il compito principale mazione, lo si è capito molto presto. Il progetto e capire bene chi comanda nella Roma, chi è il di far divertire il pubblico e ci riesce alla gran- era fondato sui giovani, poi invece l’allenatore vero Presidente, sappiamo il suo nome, ma do- Lei nel 99 scrisse “Tifosi”: dovesse ripren- de. Perché Vanzina sa bene come creare in- dei giovani è stato mandato via, e con lui alcuni vrebbe dare segnali di presenza e di prospetti- derlo adesso, la situazione è cambiata in trattenimento e non si ferma certo davanti alle giovani, poi è arrivato un vecchio tecnico glorio- va, e fino ad ora non è accaduto, spero succeda tanti anni? formalità e alle categorie di genere. Lo ab- so che placava la piazza ed è stato a sua volta in futuro”. “Sono cambiato io, il calcio ora lo vedo con di- biamo incontrato durante la presentazione del suo libro, tra un’indagine, una sbronza ed un Il rinnovo di Totti deve diventare un problema? omicidio le domande vertono sull’altro eterno “Assolutamente no, il problema di Totti è che è amore di Enrico, la Roma, già commentata ai stato il più bravo di tutti, è colui che ci salva tempi di “Controcampo” quando da opinionista sempre, rimane insostituibile, inamovibile, il cen- di punta coniò una battuta esilarante su Franco tro totale del pensiero, dei piedi, dei muscoli e Sensi e Sergio Cragnotti: “Noi abbiamo Danny del talento romanista, però bisogna pensare an- De Vito, loro Paul Newman”. Un amore critico e che ad una Roma che possa fare a meno di lui, in un certo senso tradito dall’ultimo disastroso non perché debba andare via, ma se ogni volta biennio di marca romanista. deve essere lui il “Salvatore”, allora chiamiamo la squadra direttamente “Totti” e facciamo prima”. Dopo i due capitoli di “Sotto il vestito niente”, Vanzina torna al thriller-poliziesco. E la situazione di De Rossi? “Sì, è un genere che amo moltissimo, ma questo “Io lo terrei a vita, come si fa a cedere uno come è molto personale, è una detective story che non De Rossi? Ragazzi, siamo seri...”. questioni di cuorE / Enrico Vanzina TMW magazineTUTTOmercatoWEB com® 46 “Sogno di “Auguro alla vendicare la Roma di vince- finale contro il re 25 scudetti Liverpool” di seguito”

sincanto totale. E’ cambiata ogni cosa, è cam- Focalizziamo una scena di “A spasso nel biata l’Italia, il mondo dello stadio, i tifosi, i tempo”, quella del giornale pubblicato nel presidenti, il gioco del calcio, e soprattutto è futuro. cambiato il sottoscritto”. “Va bene...”

In che senso? Immagini Boldi e De Sica che commentano “Non vedo più il calcio come quella cosa mera- la prima pagina sportiva, cosa vorrebbe ci vigliosa che mi faceva battere il cuore. Avendo fosse scritto? conosciuto questo mondo dal di dentro, posso “Che l’Italia vinca nuovamente i mondiali, con dire che è svanita la magia di un tempo, poi sono una squadra non composta soltanto da stranieri, accadute cose talmente evidenti, sia di ordine che la Roma giochi ancora la finale di Coppa pubblico, che di poco attaccamento alla maglia, Campioni contro il Liverpool, e c’è un giocatore scandali sui risultati, arbitri, procuratori, presi- italiano che sta per battere l’ultimo rigore, mette denti “sola”, da quando i soldi sono diventati la palla sul dischetto, mi guarda in tribuna e io il Dio padrone del calcio è stata la fine. Sono gli faccio un cenno con la testa come a dire “Se con quelli della curva che sostengono che i soldi pò fa’, se pò fa’”, e lui la butta dentro. E così hanno rovinato il calcio”. la storia è cancellata, io ne sarei molto felice”.

Lei cosa si augura per la Roma? E cosa direbbero Boldi e De Sica leggendo “Che vinca i prossimi venti scudetti, anzi faccia- una cosa simile? mo venticinque”. “Uno è milanista, l’altro laziale, quindi direi che se ne fregherebbero”. the social soccer TMW Commenta l’articolo sul blog di Max: www.maxsardella.it magazineTUTTOmercatoWEB com® 47

Twitter for President: Aurelio De Laurentiis conquista Calcio & Web a cura di Max Sardella la rete!

al campo alla scrivania. Italia per un presidente di serie A. Au- Dai calciatori ai presi- relio De Laurentiis è abilissimo nell’usa- denti. La Twitter-mania re Twitter sia per annunciare colpi di sta contagiando anche i mercato e fare comunicazioni sporti- D proprietari delle squa- ve, sia per interagire con i tifosi. I suoi dre di calcio della nostra serie A. Dopo hashtag #AskADL sono diventati de- Maurizio Zamparini - twitter.com/ma_ gli appuntamenti online imperdibili. zamparini – Valentina Mezzaroma – Da “Rafa Benitez è il nuovo allenatore twitter.com/VMezzaroma – e Andrea del Napoli” a “Zuniga è un giocatore Agnelli – @andagn – , le luci della del Napoli. Ha dato tanto alla maglia ribalta del web sono tutte per Aure- e continuerà a farlo”, fino al saluto lio De Laurentiis che, con i suoi cin- insieme a mister Benitez per il nuo- guettii, sta conquistando la rete e sta vo acquisto Gonzalo Higuain, i tweet consolidando un ottimo network online del presidente azzurro sono seguitis- di appassionati di calcio e fedelissimi simi e ripresi dai più importanti siti tifosi. Il suo account – www.twitter.com/ online e quotidiani. In attesa di vede- ADeLaurentiis – è verificato (ha il bad- re altri presidenti sui social network, ge azzurro) e ha già superato i cento- Aurelio De Laurentis è il presidente ventimila follower, un record almeno in digitale della nostra serie A. TMW EVENTI TMW/Fondazione Borgonovo magazineTUTTOmercatoWEB com® 48 questi alcuni scatti delle precedenti edizioni CASTIGLIONCELLO 2013 UN GOL PER di redazione TMW opo il successo delle scorse due edizioni, Il prossimo 17 ago- D sto a Castiglioncel- lo Michele Criscitiel- lo, Gianluca Di Marzio, e Malù Mpasinkatu daranno vita per il terzo anno consecutivo all’even- to “Un Gol per Stefano Borgo- novo”, una serata per la raccolta fondi per la ‘Fondazione Stefa- no Borgonovo’. Durante una cena benefica che andrà in scena al “Caffè Ginori”, attraverso una lotteria verranno assegnate di- verse maglie di calciatori di Se- rie A. Nell’ultima edizione sono stati raccolti 1740 euro. L’evento è come sempre organizzato da Tuttomercatoweb. com e dal sito gianlucadimarzio.com. Vuoi leggere la recensione del tuo libro su TMWMagazine? recensioni TMW Scrivi a [email protected] magazineTUTTOmercatoWEB com® 49 LA RECENSIONE TMW AUGURI RICONOSCIMENTI di Chiara Biondini di Gianluca Losco BOMBER DI PROVINCIA LOUIS VAN GAAL TARGA AMARANTA Autore: Riccardo Rossi (Amsterdam, 8 agosto 1951) Editore: Urbone Publishing n libro insolito che va controcorrente quello scrit- Olanda è da sempre patria di talen- E’ stata assegnata a Tommaso Biasci, attaccante to da Riccardo Rossi, ex calciatore ed allenato- ti che hanno dato molto nel calcio. Ma della Primavera del Livorno, la Targa Amaran- re dilettante, che definendosi un vero e proprio se i calciatori, da Crujff in giù, si sono ta, quest’anno alla terza edizione, che premia il appassionato di calcio, spiega con poche paro- susseguiti con una certa continuità, fra miglior talento del calcio livornese. La manifesta- le, le motivazioni che lo hanno portato a scrivere i tecnici pochi hanno avuto la carriera zione è organizzata dal portale d’informazione U queste pagine, dedicate agli idoli di periferia. L’ di Louis van Gaal. Anche Aloysius Pau- Q Amaranta.it. Il giovane attaccante, 19 anni, è sta- Giocatori che seppur lontani dai riflettori più importanti della lus Maria, questo il suo nome all’anagrafe, ha iniziato da to scelto dai lettori del Canale Livorno di Tuttomercatoweb.com at- ribalta, hanno saputo lasciare un segno nella storia del calcio giocatore; nonostante con l’Ajax abbia disputato solo due traverso un sondaggio on-line. “Sono orgoglioso di ricevere questo e nel cuore delle proprie tifoserie. “La passione per il calcio che stagioni, ha fatto comunque a tempo a vincere due cam- premio che arriva a conclusione di una stagione per me importan- non c’è più è stato il motore, la voglia di riviverlo attraverso le mie pionati, una Coppa d’Olanda, 2 Coppe dei Campioni e te”, ha detto Biasci, che ha superato la concorrenza del difensore emozioni e i miei ricor- 1 Coppa intercontinentale. Tanti trofei ma zero presenze Andrea Tiritiello e del centrocampista Gabriele Angiolini, anche di. Forse non mi ritrovo in realtà con i Lancieri; la più nel calcio di oggi”. carriera è pro- seguita con L’autore pro- pone ri- Anversa, Tel- star, Sparta tratti veri di 22 bom- Rotterdam e Az Alkmaar. ber, svelando facce da L’Ajax è an- che il club gol che hanno poco a con il quale debutta da che fare con il glamour, le primo allena- tore: e nelle copertine e le luci delle sei stagioni arrivano tutti metropoli, as- sociando il i trofei possibili (se si esclude

ricordo delle loro gesta la Coppa del- le Coppe). foto Giuseppe Celeste/Image Sport ad alcuni epi- sodi della Riesce a vincere anche con i club successivi, Barcellona, Az sua gioventù, aneddoti, Alkmaar e Bayern Monaco, anche se in alcune circostanze, fantasie ed emozioni come del resto per quanto concerne la panchina dell’Olan- vissute. Il bomber da (2000-2002), viene mandato via per gli scarsi risultati. di provincia ha una Con il passare del tempo, van Gaal si è reso famoso per propria con- notazione non avere preferenze per un modulo particolare: lo stes- precisa, spes- so simbolo so tecnico ha parlato di “modulo van Gaal”, nel quale la loro della Primavera amaranto. La premiazione si è svolta al Caffè delle squadre quasi sempre con il numero 9 sulle spalle, che a filosofia di gioco ha il predominio sui numeri (ed in effetti Ginori di Castiglioncello nell’ambito della Top 11 Tmw. A premiare volte dopo aver segnato valanghe di gol nei più disparati campi è passato dal 4-3-3 al 2-3-2-3, dal 4-4-2 al 4-2-3-1). At- Biasci, che quest’anno ha sostenuto gli esami di maturità in un liceo di provincia riesce anche a guadagnare la massima serie, tualmente di nuovo alla guida dei Paesi Bassi, van Gaal ha scientifico di Pisa, il direttore di Amaranta.it, Marco Ceccarini, as- come dimostrano le storie di , arrivato a ve- il curioso primato di aver disputato tre finali di Champions sieme al nostro direttore Michele Criscitello. Queste le parole di stire la maglia della Nazionale e di Riganò che ha aiutato League contro tre italiane diverse: con l’Ajax ha battuto Ceccarini: “Spero che questo premio sia foriero di nuovi e ulteriori con i propri gol, la Fiorentina a risalire di categoria dopo il Milan ma è stato sconfitto dalla Juventus, con il Bayern successi per Tommaso”. E Criscitello: “Ti vogliamo qui, fra qualche il tracollo societario. Monaco ha perso contro l’Inter del Triplete di Mourinho. anno, per essere premiato fra i Top del calcio di vertice”.