Vescovati Della Toscana (Roselle, Grosseto)
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Dizionario Geografico, Fisico e Storico della Toscana (E. Repetti) http://193.205.4.99/repetti/ Grosseto - Vescovati della Toscana (Roselle, Grosseto) ID: 2280 N. scheda: 25960 Volume: 2; 5; 6S Pagina: 525 - 555; 705; 116 - 117 ______________________________________Riferimenti: Toponimo IGM: Grosseto Comune: GROSSETO Provincia: GR Quadrante IGM: 128-3 Coordinate (long., lat.) Gauss Boaga: 1672999, 4736478 WGS 1984: 11.1151, 42.76288 ______________________________________ UTM (32N): 673062, 4736652 Denominazione: Grosseto - Vescovati della Toscana (Roselle, Grosseto) Popolo: S. Lorenzo in S. Maria a Grosseto Piviere: S. Lorenzo in S. Maria a Grosseto Comunità: Grosseto Giurisdizione: Grosseto Diocesi: Grosseto Compartimento: Grosseto Stato: Granducato di Toscana ______________________________________ GROSSETO (Grossetum ) nella Valle inferiore dell-Ombrone senese. - Città forte, non grande, ma ben fabbricata e difesa da una rocca con sei bastioni intorno al giro esagono delle solide sue mura. La città di Grosseto giace quasi nel centro di una vasta ubertosa pianura, che ha da libeccio a scirocco la spiaggia del mare, a levante l-Ombrone, a ponente la fiumana della Bruna e il vasto padule di Castiglione della Pescaja, da grecale a maestro i poggi di Moscona, di Roselle, di Batignano, e di Monte Pescali, mentre nell-ultima linea ai alzano sopra gli altri i monti di Rocca Strada, di Sasso Forte e di Monte Massi. Il piano di Grosseto è 16 braccia più alto del livello del mare Mediterraneo, la cui riva è circa 6 miglia lontana. - Trovasi nel gr. 28º 47' di long., 42º 46' di latit., circa 25 miglia a scirocco di Massa Marittima; 28 miglia a settentrione di Orbetello; 30 a libeccio di Montalcino; e 52 miglia da Siena per la strada R. grossetana, equivalenti a un dipresso a 45 miglia fiorentine di 67,3008 a grado. Sottentrò alla distrutta città etrusca di Roselle, le cui rovine sono 5 miglia al suo settentrione-grecale, e di la fu traslocata in Grosseto la sede episcopale. Dà il nome perciò a un vescovato; è capoluogo di uno dei cinque Page 1/37 Dizionario Geografico, Fisico e Storico della Toscana (E. Repetti) http://193.205.4.99/repetti/ Compartimenti del Granducato, e conseguentemente sede di una Camera di soprintendenza comunitativa. - Vi risiede un commissario regio, un magistrato civico, un tribunale collegiale civile e criminale, un comandante militare della Provincia, un capitano comandante della piazza e del littorale. Vi si trova inoltre un ufizio del Registro, un conservatore delle Ipoteche, un ingegnere di Circondario, e la R. Amministrazione economico-idraulica per i bonificamenti della Maremma. Mentre un raggio di benigna stella scende sull-orizzonte grossetano ad alzare l-animo degli indigeni a grandi speranze di un propizio avvenire; mentre gli sguardi di tutti i buoni tranquillamente rivolgonsi verso cotesta contrada, nel tempo che le menti dei dottrinanti, degli speculatori, dei curiosi sembrano voler squarciare, anzichè tentare di alzare a poco a poco la densa misteriosa veste, sotto la quale nascondonsi le opere della natura, cresce in proporzione l-ansietà di conoscere le storiche vicende di una città sorta nel medio evo in mezzo ad una valle che forma uno degli oggetti delle provide cure e delle generose magnificenze dell-Augusto Principe che attualmente regge i destini della Toscana. Si è da varii autori variamente appellata la capitale della grossetana provincia, designandola il più delle volte Grossetum, alcun altra fiata Crassetum, mentre taluni la denominarono Rosetum; però le scritture più vetuste e più genuine, le bolle dei pontefici Innocenzo II, del 1138, di Celestino II, del 1143, di Clemente III, del 1188, dichiaravano chiaramente essere il suo vero nome Grossetum. - A buon diritto pertanto il Cluverio nella sua Italia antiqua chiamò impudentissimo Fr. Annio viterbese, che il nome della città grossetana alterò in quello di Rosetum. La più vetusta notizia di Grosseto potrebbe risalire a un diploma di Ludovico Pio spedito nell-815, o piuttosto nell-830, a favore della badia di S. Antimo in Val d-Orcia, col quale le concesse una gran parte di Territorio posto fra i monti di Gavorrano e di Castiglion della Pescaja sino lungo il mare: deinde juxta litus maris pervenit ad locum ubi stagnus in mare mittit, et ex illo loco pervenit ad terram S. Laurentii (titolare della cattedrale Rosellana, ora di Grosseto). L-espressione pertanto di terra S. Laurentii potrebbe riferire piuttosto che alla chiesa di Grosseto, ai possessi che fra il lido del mare e lo stagno di Castiglione aveva la cattedrale di Roselle, pervenuti più tardi al capitolo di Grosseto o all-Opera della sua chiesa, e finalmente al magistrato dei Fossi. Non è perciò da far gran conto di tale espressione per dare a Grosseto un-origine più remota di quella che realmente potrebbe avere. È certo peraltro che nel secolo decimo si nomina apertamente il castello e corte di Grosseto con una chiesa che fu di padronato di un marchese Lamberto nato da Ildebrando stato esso pure marchese, e che Cosimo della Rena presume essere stato figlio di altro marchese Lamberto e nipote di Adalberto il Ricco potentissimo marchese di Toscana. - è un istrumento stipulato li 18 aprile dell-anno 973 nel castello di Galiano presso il fiume Ombrone, col quale il prenominato marchese Lamberto per la vistosa somma di 10000 lire alienò al prete Ropprando figlio del fu Benedetto 45 corti da essolui possedute in Toscana e in Lombardia, compreso il monastero di S, Pietro a Monteverdi. Erano tra i castelli dal Marchese alienati Suvereto, e Fromentaria nel contado di Populonia, il castello di Radicofani, quelli di Cannule, di Monticello , di Manciano e di Campiano nei contadi di Chiusi e di Sovana, la corte e castelli in Alma, quelli di Scarlino , di Buriano, di Galiano e di Campagnatico nel contado di Roselle et curte Grosito cum castro et ecclesia ibidem consistente . - (Arch. Dipl. Fior. Carte della Badia Amiatina . - Ughelli in Episc. Volaterran. - Rena dei duchi e marchesi di Toscana). All-Articolo Galiano nella valle dell-Ombrone senese, facendo menzione dello stesso documento, aggiunsi,che nel 17 aprile del 989 la contessa Ermengarda, stando nel castello di Lattaja , dopo la morte del marchese Lamberto suo marito riacquistò dal prete Ropprando per la stessa somma di 10000 lire le 45 corti e castelli alienati. Tali possessi allodiali, essendo mancati ai due coniugi sopranominati i figli e forse gli eredi di famiglia, sembra che restassero divisi fra i conti Page 2/37 Dizionario Geografico, Fisico e Storico della Toscana (E. Repetti) http://193.205.4.99/repetti/ Aldobrandeschi, i conti Alberti, e i nipoti del Marchese Oberto I conte del S. Palazzo sotto i due primi Ottoni in Italia. - Vedere ROSELLE, SOVANA, SCARLINO, SUVERETO al Dizionario. Ma ritornando a Grosseto, il citato istrumeuto del 973 ci avvisa, che sino d-allora in cotesto luogo esisteva una chiesa di patronato del marchese Lamberto, riacquistata dalla contessa Ermengarda, la qual chiesa non deve confondersi con la plebana di S. Maria Assunta di Grosseto, la quale più tardi divenne cattedrale della più moderna diocesi di Roselle. Di questa stessa chiesa plebana, dell-epoca di sua consacrazione e dedica vien fatta distinta menzione in un privilegio concesso li 7 aprile del 1101 da Ildebrando vescovo di Roselle a Domenico abate del monastero di S. Maria sul Monte Alborense, col quale il vescovo rinunziò in vantaggio di quei monaci a tutte le decime diocesane. Tale rinunzia fu fatta in presenza di S. Bernardo degli Uberti cardinale, di Alberto preposto di Roselle e di Ranieri vicedomino: cioè, in loco quod vocatur Grossetum in Ecclesia S. Mariae virginis die dedicationis ejus tertio. - (Ughelli in Episc. Grosset). Per altro la chiesa plebana di S. Maria esisteva in Grosseto anche un secolo innanzi, tostochè essa è rammentata in un istrumento appartenuto alla badia di S. Salvatore di Monte Amiata rogato li 7 febbrajo 1015, in Grosseto apud plebem S. Mariae. Nel 1138 Grosseto doveva essere salito a un certo grado di prosperità, di popolazione e di sicurezza ogni qualvolta si considera che dal Pont. Innocenzo II fu decorato del titolo di città, quando egli con bolla di detto anno ordinò, che in Grosseto fosse trasferita la sede episcopale di Roselle: stantechè, per asserzione dello stesso Gerarca, Rosellana ecclesia multorum praedonum in circuitu habitantium stimulis, et infestationibus agitatur, et populus ejusdem loci ad magnam desolationem atque paucitatem est redactus, communicato fratrum nostrorum consilio, dignitatem episcopalis sedis in eadem urbe hactenus habitam in Grossetanam civitatem apostolica autoritate trasferimus, etc. Dalle quali espressioni si deduce che, se Roselle era a quel tempo desolata di abitatori ed esposta alle rapine dei ladri e malviventi di quei contorni, viceversa in Grosseto si stava più al sicuro: sicché non vi doveva mancare la popolazione necessaria alla sua difesa. Che però il numero de-suoi abitanti non fosse quale dovrebbe averlo una mediocre città, si deduce dalla bolla del Pont. Clemente III dei 12 aprile 1188, con la quale fu concesso al vescovo Gualtieri di Grosseto fra le altre cose la giurisdizione sulla metà di tutto Grosseto, consistente in 60 casalini e quattro chiese cioè: medietatem totius Grosseti, et sexaginta casalinos supra cum curte, et districtu suo, et toto Tumbolo, et ecclesiis, scilicet: ecclesia s. Petri, ecclesia s. Michaelis, ecclesia s. Andreae, ecclesia s. Georgi. La cattedrale di Grosseto aveva già nel 1143 i suoi Canonici, e così cinque anni dopo la traslazione del vescovado, nel tempo che sussisteva sempre un capitolo nella chiesa di Roselle. Lo che chiaro apparisce da una bolla tuttora inedita di Celestino II de-23 dicembre di detto anno, con la quale si ordina, che i beni della chiesa grossetana siano divisi per egual porzione fra i due capitoli, e che il clero di Roselle presti reverenza al capitolo di Grosseto come di maggior dignità. (Archiv. vescovile di Grosseto).