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LE FRAZIONI DI NELL’ETÀ MODERNA E CONTEMPORANEA

Scorcio panoramico della frazione Lagopesole, dominata dal- l’omonimo castello federiciano, con lo sfondo del massiccio del . foto di Pierluigi Labella

Francesco Manfredi

LA COLONIZZAZIONE AVIGLIANESE potenzialità economiche di quel ter- grafica e urbanistica, e la coloniz- DEL FEUDO DI LAGOPESOLE TRA XVI ritorio. Il principe avvia innanzi- zazione costituì un autentico ri- E XVII SECOLO tutto il programma di espulsione chiamo per molte famiglie che, al- dei coloni atellani dal feudo, la- la ricerca di condizioni di vita mi- Dopo il periodo di splendore co- sciando così libero sfogo alla co- gliori, o intravvedendo la possibi- incidente con la dominazione nor- lonizzazione da parte dei cittadi- lità di convenienti investimenti, manno-sveva e con la prima fra- ni di Avigliano3. giunsero da altre località ad Avigliano zione del regno angioino, nel cor- Questi aggrediscono “a ferro et a fissandovi la propria dimora. so del XIV secolo i tre distinti feu- foco” i boschi e le macchie di Molte di queste famiglie proveni- di di Lagopesole, Montemarcone Lagopesole, sostenendo l’intero vano dal Principato Citra (attuale e Agromonte1 vengono abbando- costo del dissodamento. I van- provincia di Salerno), ed alcune nati dai rispettivi abitanti, dive- taggi derivavano dalla riduzione di esse costruirono nell’arco di po- nendo un unico vasto comprensorio del costo del terraggio e dalla ga- chi decenni ingenti patrimoni. Ai disabitato che assume la denomi- ranzia di avere delle buone rese ot- Sarnelli di Bracigliano, che nel 1611 nazione di “feudo disabitato di tenute dalle vaste estensioni di prendono in fitto l’intera difesa di Lagopesole”2. terreni vergini4. Ma si intravve- Montemarcone5, si aggiungono i All’arrivo dei Doria (1531) il ter- deva pure la possibilità di impie- Gagliardi di Cava de’ Tirreni e i ritorio era utilizzato quasi esclu- go dei bovini allevati come sup- Salinas di Caggiano6. Queste fa- sivamente per l’allevamento del be- porto alla manodopera contadi- miglie, unitamente ad altre già stiame, data la ricchezza di pa- na e bracciantile. presenti ad Avigliano da antica scoli, e solo marginalmente era I risultati furono lusinghieri, in- data, come i Corbo, i Masi, i Vaccaro, coltivato dagli abitanti di Atella. ducendo i Doria ad acquistare i Gianturco, i Cubelli e i Bochicchio, A partire dalla metà del secolo, Avigliano nel 1612 per meglio ge- grazie al loro privilegiato status grazie soprattutto alla lungimi- stire l’integrazione tra il feudo dis- economico, poterono investire ranza del principe ereditario abitato di Lagopesole e la fame di maggiori capitali rispetto ad altre Marcantonio Doria Del Carretto, terra degli aviglianesi. La cittadina meno agiate, stipulando con i Doria vengono messe in luce le molteplici era in continua espansione demo- contratti di fitto per sterminate

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Evoluzione del territorio comunale di Avigliano in Età Moderna e Contemporanea (elaborazione digitale di Donato VS Gerardi).

estensioni terriere, dando vita man ILPAESAGGIO AGRARIO DEL FEUDO Sarnelli, Bochicchio, Gagliardi, mano a fiorenti aziende agricole. NEL ’700 Masi e Cubelli, tanto per citare Il territorio del feudo era sud- quelle più in vista, conducono diviso in due parti: il demanio e le Nel ’700 la colonizzazione del feu- aziende agricole con superfici su- difese. Queste ultime, in numero di do di Lagopesole vive certamente periori ai cento tomoli, ubicate in sei, erano contraddistinte con i se- la sua fase più intensa, e ciò va gran parte nell’area che dalla pia- guenti nomi: Monte Caruso, posto in stretta concomitanza con na dell’Isca, passando per le pendici Sant’Angelo, Montemarcone, No- l’exploit demografico che vede del castello federiciano, giunge al- cella, Macchia e Castello7. Esse passare la popolazione di Avigliano la grande pianura di Iscalunga10. formavano una specie di anello dai circa 5.000 abitanti di inizio Le poche famiglie borghesi e gli en- intorno al perimetro del feudo, ed secolo, agli oltre 9.200 censiti nel ti ecclesiastici sono anche i maggiori erano denominate “difese” pro- 17938, facendone la seconda città più possessori del patrimonio zootec- prio perché nessuno poteva en- popolosa della Basilicata dopo il ca- nico, con oltre il 95% dei capi ovi- trarvi per pascolare, seminare o poluogo, Matera. ni e caprini e il 75% dei bovini, legnare senza l’autorizzazione del- Un primo quadro rispondente ai ca- patrimonio che trae enormi bene- l’amministrazione feudale. noni della completezza sulla reale fici dai ricchi pascoli d’alta quota Nel demanio si svolgeva la colo- entità della colonizzazione è of- del feudo11. nizzazione vera e propria, con nu- ferto dal catasto onciario di Intanto, i rapporti con i Doria di- mero sempre crescente di masse- Avigliano redatto nel 17439. Il do- ventavano sempre più tesi a causa rie e terreni coltivati a grano, lino cumento permette di risalire al- delle limitazioni che questi pone- e orzo. Il meccanismo della colonia l’ampiezza dei fondi, all’eventua- vano alle mire dei coloni, volte al perpetua si interrompeva soltanto le presenza di fabbricati (capan- miglioramento qualitativo delle nel momento in cui un determinato ne, opifici, masserie, ecc.), alla ren- aziende, dotandole di nuove co- terreno veniva lasciato incolto per dita, e al ceto sociale di apparte- struzioni, vigne e orti, poiché ciò più di tre anni. In tal caso il prin- nenza di ogni singolo colono. avrebbe comportato una riduzio- cipe era libero di concederlo in fit- Si riscontra pertanto come la clas- ne delle aree destinate alle colture to ad altri coloni. sifica delle colonie in base alla lo- cerealicole, su cui il principe esigeva ro estensione, è occupata per le il terraggio. Questo problema era prime undici posizioni dal nota- sentito a tal punto che il castellano bilato locale. di Lagopesole, più volte, si vide co- Le famiglie Corbo, Vaccaro, Vellusi, stretto ad emanare ordinanze di

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aggirava attorno ai 7.000 abitanti. Le colonie occupano complessi- vamente 8.255 tomoli di territo- rio, dei quali 7.890 sono effettiva- mente coltivati a cereali. Oltre il 70% di tale superficie è ri- partita tra una quindicina di gros- si poderi di oltre 100 tomoli cia- scuno, aventi come massime espres- sioni le aziende dei Vaccaro (1.118 tomoli), dei Corbo (666 tomoli) e dei Sarnelli (560 tomoli). Quest’ultima azienda, ad esem- pio, era costituita da due masserie. La principale, ubicata nella piana dell’Isca, comprendeva un fabbri- cato di dieci vani tra soprani e sot- tani, due baracche per la legna, altri manufatti contigui con desti- nazione a stalla, magazzini e al- loggio per i garzoni. Vi era una vigna con all’interno una casa di fab- brica divisa in due abitazioni, e una grotta per i neri (suini). Altri spa- zi erano occupati da un pedonile Pianta del territorio comunale di Avigliano, s.d., ma 1807 (in ASN, Affari demaniali e feudali, Fasc. 25, Inc. 38, Pianta I), lavoro n. 29442, autorizzazione n. 121728.34.07. per il fieno e un’aia con adiacente monolocale, preposta alla trebbia- tura del grano e di altri cereali. demolizione, eseguite poi da ap- vigna con oltre mille viti nei fon- La seconda masseria era invece posite maestranze coadiuvate da- di di Diodato Gagliardi14. ubicata alla contrada di Canarra e gli armìgeri della corte feudale. Il documento che meglio di ogni al- consisteva in due case con sopra- Tra i casi più eclatanti ne vanno tro consente di delineare con estre- no e sottano, e due baracche di le- citati alcuni che ebbero come pro- ma precisione il paesaggio agrario gno per il ricovero dei buoi e per tagonisti i coloni più in vista del- del feudo è il Compasso redatto il deposito della paglia. l’alta borghesia agraria aviglianese. nel 175315. In alcune contrade già si registra una Nel 1743 viene demolita una “por- Si tratta di un grosso volume ma- discreta concentrazione di piccole careccia ò sia inforchia” per il ri- noscritto contenente l’esatta de- masserie, tanto da indurle ad as- covero dei suini nei fondi di scrizione delle oltre 250 masserie sumere il nome, o più frequente- Benedetto Corbo, il quale l’aveva e massariotte, riportante l’ubica- mente il soprannome del gruppo fa- fabbricata in sostituzione di un zione e l’estensione dei terreni miliare più numeroso presente. baraccone di tavole che fungeva da coltivati e degli spazi occupati da Tra queste spicca la contrada di stalla per i buoi12. vigneti, da fabbricati e da altre , sita nei pressi della pia- Nel 1752 è la volta del notaio opere accessorie. na di Iscalunga, così denominata Girolamo Vaccaro, reo di aver am- I poderi vengono condotti da oltre a causa della massiccia presenza pliato la sua masseria sita alla seicento coloni e dalle rispettive fa- di massariotte condotte da espo- Parata per alloggiare i braccianti che miglie, corrispondenti a poco me- nenti della famiglia Pace, di cui svolgevano i lavori stagionali13. no della metà dell’intera popola- Filiano era il soprannome che la Tre anni dopo viene spiantata una zione aviglianese, che nel 1753 si contraddistingueva da altre fa-

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miglie aviglianesi aventi lo stes- DALLA CONTRADA DI GIOVANNONE buoi. Anche questa masseria ave- so cognome16. ALLA FRAZIONE DI FRUSCI va a corredo l’aia, due orticelli e Il medesimo discorso è valido per due pedonili per il fieno. L’intera su- la contrada di Paoladoce, ove era Nel Compasso del 1753 è censita an- perficie coltivata, frazionata in va- ubicata la masseria di Pietro Sabia, che la massariotta di Giambattista ri appezzamenti, assommava a di cui Paoladoce era il soprannome17, Telesca, comprendente due case di 135 tomoli. e per la masseria di Cacabotte18, fabbrica e un piccolo orto, ubica- Don Giovanni Telesca era un sa- derivante il toponimo dal sopran- ta nella contrada detta di cerdote del Capitolo ricettizio di nome della famiglia Romaniello. Giovannone, toponimo questo Avigliano. Egli - come si può evin- Altri luoghi del feudo prediletti dai derivante quasi certamente dal cere dal catasto onciario del 1743 coloni per la costruzione di gran- soprannome di un esponente del- - viveva in una casa di varie stan- di e piccole masserie erano: la con- la famiglia Telesca. ze, stalla e cantina, ubicata nel trada di Sant’Angelo, la piana di Nella medesima contrada era ubi- quartiere del Castello quasi attac- Iscalunga e il pianoro ai piedi del cata la masseria di campo dei cugini cata all’antica rocca feudale di castello federiciano. Quest’ultimo, Pasquale e Nicola Telesca. L’azienda Avigliano, all’epoca già in avanzato denominato “Difesola del Castello”, annoverava dieci siti di fabbrica stato di degrado. Assieme a don coincidente col sito ove sorge la fra- tra soprani e sottani coperti con Giovanni, allora cinquantottenne, zione di Lagopesole, ospitava al- scandole, e tre baracche di legno per vivevano due nipoti di cui uno cune masserie del potentato avi- depositare la paglia. Vi erano anche aveva intrapreso anch’egli la carriera glianese, come quelle dei Gagliardi, il pedonile per il fieno, l’aia per la treb- ecclesiastica, e l’altro, diciasset- dei Bochicchio e dei Cubelli. biatura e tre orticelli, mentre i ter- tenne, era stato avviato agli studi. Già nel 1674 il governatore dello sta- reni coltivati, distribuiti in vari ap- Questa famiglia possedeva vari to di Pier Battista Ardoini pezzamenti, totalizzavano com- beni immobili nel centro urbano di così descriveva quel sito: “Nel pia- plessivamente 227 tomoli. Avigliano e una masseria con ca- no alle radici dell’erto, dove sta il La contrada di Giovannone ospi- se di fabbrica e tavoloni, con orto Castello, sono alcune case di cam- tava anche la masseria di don e terreni per complessivi 110 tomoli pagna parte di legno parte di fab- Giovanni Telesca, formata da cin- nel feudo di Lagopesole alla con- brica, e servono per gli uomini et ani- que siti di case di fabbrica co- trada detta “del Tuoppo”. mali, che fanno masseria et è luo- perte di legno, utilizzate per l’a- Pare ovvio a questo punto, che, gho proportionatissimo per co- bitazione e per il ricovero dei anche se nel catasto non compare minciarvi una nuova terra e po- polatione, e si farebbe comodo et uti- le al sig. Principe, et per incammi- narla basterebbe cominciar a fab- bricarvi un poco di case e far alli nuovi abitatori qualche assentione”19. Tuttavia, la nascita di una nuova terra, quindi di una nuova comu- nità organizzata, avrebbe com- portato per i Doria non pochi pro- blemi per la definizione dei dirit- ti che gli abitanti avrebbero prima o poi reclamato. Pertanto i sug- gerimenti dell’Ardoini rimasero inascoltati ed i principi di Melfi pre- ferirono continuare ad ammini- strare il feudo di Lagopesole li- La frazione Frusci nel 1962 (da R. Della Vite, Basilicata 1962, a cura di Pasquale Ciliento, Lavello, beri da qualsiasi tipo di vincolo. Ed. Libria, 1995).

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Avigliano ed il suo territorio nella cartografia redatta dalla Direzione Il territorio comunale di Avigliano nella cartografia IGM di Ponti e Strade, aggiornata al 1847 (in Cartografia storica di Calabria e del 1897. di Basilicata, Vibo Valentia, CARICAL, 1989, p. 293).

ancora la denominazione di quegli anni veniva rivolta alla cap- andava sostituendo quello origi- Giovannone, la masseria è la stes- pella, rappresenta pure un im- nario di Giovannone: “Tornando sul sa censita dieci anni dopo con ta- portante indicatore dello sviluppo sentiero di Avigliano, a circa due mi- le nome. Ed è ancora con la deno- che stava avendo la borgata, in glia dal Castello incontrasi il vil- minazione di Giovannone che il pic- quegli anni popolata già da un laggio detto di Frascio, dove si ri- colo borgo rurale viene riportato nel- centinaio di abitanti22. Questa, con presenta la formazione cretacea e l’atlante di Rizzi-Zannoni edito l’ultimazione della strada rotabile, cessa la vegetazione de’ luoghi alla fine del ’700 e nella cartogra- a partire dagli anni ’30 del XIX se- bassi. Quel villaggio riceve tale fia redatta dalla Direzione di Ponti colo diventa un punto di passag- nome dall’agrifoglio così da quei ter- e Strade per aggiornare la rete via- gio obbligato, dove è anche situa- razzani appellato. Di questo albe- ria al 184720. ta una taverna di posta per il cam- ro che vi cresce copiosissimo, veg- Nel 1840 gli abitanti di Giovannone bio dei cavalli delle carrozze e per gonsi individui venuti a straordi- edificarono una chiesetta dedica- il ristoro dei passeggeri che trans- naria grandezza col diametro di un ta a San Giovanni Battista, ma pa- itano tra e il Melfese o vi- palmo e mezzo, ed alti fino a 24 re evidente che il culto verso San ceversa. Ciò la porta ad assurgere palmi. Altri villaggi van sorgendo Giovanni, riconducibile al nome di agli onori delle cronache di viag- in quei dintorni dove più prospera battesimo dei primi fondatori del gio di alcuni illustri viaggiatori. la vite, e non scarseggiano oppor- borgo, era praticato già molto pri- È il caso dei botanici napoletani tune vene di acque a sussidio de’ bi- ma di quella data21. Esiste, inol- Michele Tenore e Giovanni sogni dell’uomo non meno, che tre, l’antica campana della chie- Gussone, che nel 1838 vi giungo- dell’agricoltura e della pastorizia”23. setta, amorevolmente custodita no dal Melfese. Essi hanno lascia- Più aulica è la descrizione del gior- dagli abitanti della frazione, sulla to nel loro diario un’importantis- nalista e scrittore Cesare Malpica, quale campeggia la data 1854. Ciò, sima testimonianza, chiarificatrice che transita nel 1847 provenendo oltre a costituire una significativa dell’origine del nuovo nome che nel anch’egli da Melfi: “E comincia la testimonianza della cura che in frattempo, nelle scritture ufficiali salita del Carmine, ultima frontie-

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ra del distretto di Melfi. È alta, e al LE GRANDI INNOVAZIONI 14.000 tomoli di terreno all’interno pari delle altre alture della Basilicata, DEL DECENNIO FRANCESE del proprio comune e altri 12.000 verdeggiante montagna. La via fu E DEL PERIODO PREUNITARIO nei territori dei comuni limitrofi, im- con singolare ardimento condotta pegnando una forza lavoro costi- su per la china; e più s’inoltra più Nel 1806 il Regno di Napoli viene tuita da 4.000 individui coadiu- ascende. Il misero Li Frasci, specie conquistato dai Francesi. Il nuovo vati da 600 buoi aratori30. di osteria con qualche casamento, Governo mette subito in pratica i L’allevamento del bestiame era in è il solo luogo abitato della contra- principi fondamentali della prevalenza ovino e caprino (com- da, e fa parte del circondario di Rivoluzione Francese dichiaran- plessivamente 21.000 capi), ma an- Avigliano. Armenti sbrancati qua e do decaduto il sistema feudale. che quello bovino (con 1.234 capi) là; qualche pastore ritto su una ci- Vengono pertanto aboliti i diritti feu- e quello suino (con 1.220 capi) ave- ma, o seduto a piè d’un albero, so- dali, ma la terra rimane in posses- vano la loro incidenza, occupando no i soli esseri che incontri. Ma, so dei baroni, i quali, se col vecchio complessivamente 280 lavoratori sull’ultima vetta biancheggia una sistema erano semplici concessio- tra pastori e mandriani31. cappelletta sacra a S. Maria di Monte nari dei feudi da parte dello Stato, Per il trasporto delle merci venivano Carmelo, e questa apparizione mu- con le nuove leggi hanno la pos- impiegati 900 animali da soma af- ta il deserto in Eliso”24. sibilità di riscattare il cospicuo pa- fidati a ben 615 addetti a questo ser- E sempre in direzione Melfi-Potenza trimonio immobiliare legittiman- vizio32. si muove nel 1863 Giulio Di done la proprietà a tutti gli effetti. Il continuo aumento della popo- Giovanni, il quale nelle sue memorie Con l’abolizione del feudalesimo lazione aveva imposto agli avi- di viaggio non si dilunga molto e viene resa inammissibile l’esistenza glianesi di specializzarsi in attivi- afferma che: “La taverna de’ Fruschi dei cosiddetti feudi disabitati. tà lavorative diverse da quelle dove fecesi alto, è in povero vil- Quindi si pone subito la necessità agricole dando vita al florido set- laggio di meno di dugento case di inglobare anche il vasto terri- tore dell’artigianato e delle mani- di rozza gente”25. torio di Lagopesole in una circo- fatture33. Dalla direzione opposta proviene scrizione abitata. L’annessione al co- A seguito delle nuove leggi aboli- invece il medico di Pignola Emilio mune di Avigliano, grazie alla si- zioniste, fu istituita un’apposita Fittipaldi, vice-presidente della se- stematica colonizzazione del feudo, commissione atta a dipanare gli zione lucana del C.A.I., durante che nel frattempo era ormai giun- inevitabili conflitti di interesse tra un’escursione compiuta il 12 luglio ta a saturazione29, divenne quasi au- gli ex feudatari ed i cittadini34. 1877 avente come meta il Vulture: tomatica, azzerando le pretese di an- Per l’ex feudo di Lagopesole ven- “Giunti a pie’ del monte [Carmine], nessione accampate da Atella. ne riconosciuto agli aviglianesi il di- si trova una borgata detta li Frusci. L’unità territoriale è rilevabile già nel ritto di colonia perpetua che, in Un gruppo di Aviglianesi dai capelli febbraio del 1807, quando il co- base a un decreto del 20 giugno biondi, dalla statura colossale, abi- mune di Avigliano viene ripartito in 1808, consentiva a tutti i possessori ta questo villaggio come altre zone cinque sezioni censuarie, che co- di fondi gravati da diritti in favo- del vasto tenimento di Avigliano…”26. stituiscono la base di partenza per re degli ex feudatari, di riscattare Un secolo più tardi, nel 1962, Frusci la formazione del catasto provvisorio. detti obblighi con canoni pecu- è oggetto di un’importante in- La Statistica disposta nel 1811 dal niari calcolati sulla base della ren- chiesta fotografica da parte di re Gioacchino Murat, tra i vari dita dell’ultimo decennio. Rinaldo Della Vite27. aspetti socio-economici di ogni Veniva inoltre concesso ai coloni il In quegli anni la borgata divenne centro del regno, esamina in det- diritto di legnare nelle difese al l’epicentro della lotta contadina taglio le attività agro-pastorali, secco e al verde, ma solo per gli usi nei confronti degli ultimi residui del- con ampie descrizioni delle ope- agrari e per la costruzione degli edi- la feudalità, mirante a ristabilire la razioni necessarie alla coltura del fici rurali. legittimità degli usi civici, e cul- territorio e alla lavorazione dei In pratica, era ancora il principe a minante con l’occupazione del bo- prodotti da esso derivanti. trarre i maggiori vantaggi dalla sco di Montecaruso nel 196728. I contadini aviglianesi coltivavano sentenza definitiva emessa dalla

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commissione feudale il 25 gen- davano diffondendo nel territo- Don Ciccio39; mentre i Possidente, naio 1810. rio, la cui efficacia non va affatto forti di un elevato numero di nuclei Tuttavia, la maggiore libertà con- sottovalutata. familiari, daranno più tardi origi- cessa ai coloni funse da incentivo Davvero singolare è l’etimologia ne all’omonimo casale. per questi ultimi a risiedere sta- delle frazioni. Come già accenna- Altre frazioni evocano nomi di in- bilmente nei propri fondi, impri- to in precedenza, sono moltissimi sediamenti storici e di luoghi di cul- mendo una svolta decisiva al pro- gli esempi in cui il soprannome to, come Montemarcone, Sant’An- cesso di urbanizzazione nelle va- del gruppo familiare insediatosi gelo, San Nicola, Piano del Conte40, rie contrade rurali, che solo il po- in una determinata contrada, vie- Molino del Principe, Imperatore, tere dei Doria aveva fino ad allo- ne assunto come toponimo iden- Signore e Lagopesole; legati ad ra ostacolato. tificativo di quest’ultima36. avvenimenti particolarmente in- Un ruolo tutt’altro che trascurabi- Sorgono così le borgate di fausti (Case Bruciate); o derivanti le per l’incentivazione di tale fe- Canestrelle (da Capocanestrelle, dalla natura del luogo, come nomeno venne esercitato dal de- soprannome di un ramo della fa- Iscalunga, Montecaruso, Carpinelli, cisivo miglioramento del sistema miglia Telesca), Carciuso (Lorusso), Pantani, Piano della Spina, le Serre, viario. Già nel 1808, l’Ispettorato di Ciccolecchia (Santarsiero), Giar- Sterpito, Torretta, Tuoppo e Vallone Ponti e Strade propose la costru- diniera (Sabia), Interluzzi (Santoro), delle Canne. zione di un tronco stradale colle- Lazzi e Spilli (Sileo), Latte (Co- Più complesso è il caso di Drago- gante Potenza con Avigliano ed il langelo) Lella (Galasso), Mascian- netti41, riconducibile forse a completamento di una traccia che gelo (Bochicchio), Marciello (D’An- Dragonetto, insolito nome di per- l’amministrazione comunale avi- drea), Meccadinardo (De Carlo), sona registrato ad Avigliano tra glianese aveva aperto verso Atella35. Miracolo (Summa), Moccaro (Man- XVI e XVII secolo, e quello di Scale- Ciò sottintendeva l’obiettivo del- cusi), Nardella (Coviello), Patacca ra, derivante - secondo Tommaso lo spostamento del baricentro dei (Pace), Spinamara (Summa), Pedio42 - da un’antica famiglia che collegamenti con Napoli attraver- Bancone (Sileo), Sarachelle (Santar- aveva possedimenti anche in Val so la regione del Vulture, con evi- siero), Stagliuozzo (Coviello), d’Agri e nel Salento, ma quest’ipotesi denti benefici per l’intero com- Sassano (Giordano)37. è tutta da verificare circa gli even- prensorio di Lagopesole. Le grandi masserie della borghesia tuali collegamenti con l’odierna Vi era però anche una rete viaria aviglianese diventano il fulcro di fra- frazione del comune di Filiano. minore destinata al collegamento zioni come Sarnelli, Vaccaro, Cascia, La frazione Bufalaria era invece tra le numerose borgate che si an- Gianturco, Masi, Luponio38, Salinas, sorta intorno alla masseria delle bufale impiantata in quel luogo dai Corbo nella seconda metà dell’Ottocento43. Alla vigilia dell’Unità d’Italia nel- le frazioni di Avigliano risiedeva or- mai stabilmente circa un terzo del- l’intera popolazione comunale, e, seguendo l’esempio degli abitan- ti di Filiano, che già nel 1830 ave- vano dato inizio alla costruzione di una chiesa intitolata al SS. Rosario, verso la metà del secolo anche la po- polazione delle altre frazioni più grandi reclamò l’esigenza di dis- porre di piccoli edifici per il culto.

Il ponte nei pressi della stazione ferroviaria di Castel Lagopesole, 1897 Di ciò intese farsi carico il vescovo (Collezione privata Donato Imbrenda - Avigliano) di Melfi, entrando così in conflitto

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con la diocesi di Potenza, sotto la cui giurisdizione ricadeva quel territorio, dando luogo ad una controversia che si risolse defini- tivamente soltanto nel 1895 in fa- vore della diocesi potentina44.

DALL’UNITÀ D’ITALIA ALLA REPUBBLICA

Con l’Unità d’Italia, tra gli aspet- ti positivi del nuovo governo na- Scorcio panoramico della frazione Possidente sotto la neve (da D. Possidente, Il solco della Memoria, zionale spicca l’istituzione dei cen- Lavello 2003, p. 102). simenti della popolazione. Nel ca- so di Avigliano45, essi ci aiutano a Scalera, Miracolo, Montemarcone, Nord-Sud, con stazioni nelle fra- conoscere la distribuzione degli Montalto e Ischia46 (Lagopesole); zioni di Scalera, Sarnelli (deno- abitanti nei vari quartieri del cen- Meccadinardo, Vaccaro, Inforchia, minata Castel Lagopesole), tro urbano e nelle contrade sorte nel Iscalunga, Luponio, Latte (Filiano); Possidente e Sant’Angelo (scalo vasto territorio comunale. Masseria Vellusi e Giannattasio Pietragalla). Lo scalo di Avigliano Nel 1861 vengono censiti com- (Sterpito di Sopra); Possidente e fu progettato a circa dieci chilo- plessivamente venti casali, tra cui Canarra (San Giorgio); Masseria metri dal centro cittadino, nei pres- Sant’Ilario, San Cataldo e San Carriero, Gianturco, Lolla, Caca- si della contrada di Lavangone. Giorgio, i quali, come risaputo, ri- botte, Ciccolecchia, Limitone, Piano L’inaugurazione di questa linea cadono attualmente rispettiva- di San Nicola, Cascia, Salinas, Man- avvenne il 21 settembre 1897. mente nei comuni di Atella, Bella cusi Moccaro (Sant’Angelo). A que- Il passaggio della ferrovia pro- e Pietragalla, anche se abitati da ste va aggiunta la sezione delle dusse profonde trasformazioni sul oriundi aviglianesi. Caldane (suddivisa in cinque casali) territorio aviglianese. Ulteriori cam- Col censimento del 1871 viene fat- e quella di Masseria de’ Monaci biamenti si profilavano con la pre- ta maggiore chiarezza ripartendo comprendente le Serre, Giuliano, visione dell’eliminazione di un ele- l’intero territorio in sezioni cen- Chiancale e Lavangone, le ultime mento che per secoli aveva carat- suarie. Le prime quattro si riferi- tre oggi appartenenti al territorio terizzato quei luoghi, e al quale scono al centro urbano e vengono comunale di Potenza. era legata la stessa origine topo- fatte corrispondere ai rioni Poggio, I dati del censimento del 1871 non nomastica di Lagopesole: il lago. Le Rocche, Basso la Terra, e La comprendono i villaggi di Sant’Ilario Esteso su una superficie variabile Pace, per un totale 11.355 abitanti. e Sterpito di Sotto. Quest’ultimo sa- dai 33 ai 40 ettari, era ricoperto in La popolazione rurale totalizza- rà aggregato ad Avigliano nel varie parti da una fitta vegetazio- va invece 4.627 abitanti ed era sud- 188247, mentre Sant’Ilario entrerà de- ne di piante acquatiche, i cui detriti divisa in sei sezioni principali che finitivamente a far parte del co- vegetali, depositati dalle onde sul- si identificavano con i villaggi di mune di Atella. le rive, diventavano nei periodi di Frusci, Lagopesole, Filiano, Sterpito Al governo post-unitario va anche magra delle acque dei potenziali fo- di Sopra, San Giorgio e Sant’Angelo. riconosciuto il potenziamento dei colai di malaria. Si rendeva pertanto Ad ognuna di queste, facevano collegamenti viari e ferroviari. In necessario un radicale intervento capo rispettivamente i seguenti Basilicata, il tracciato di congiun- di bonifica, che venne sancito col casali: Paoladoce, Tuoppo, Impe- gimento del Ponte di S. Venere Regio decreto del 13 giugno 190148, ratore e Sarnelli (Frusci); Signore, (nel Melfese) alla linea Eboli- ma il definitivo prosciugamento Masi, Montecaruso, Favale, Mas- Potenza attraversava l’intero ter- venne completato dopo oltre tren- seria Gianturco, Padule, Dragonetti, ritorio aviglianese in direzione t’anni.

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Ripartizione della popolazione del comune di Avigliano attraverso i censimenti dall’Unità d’Italia al 2001 NOTE

COMUNE DI AVIGLIANO CENSIMENTI (popolazione residente) COMUNE DI FILIANO (anno) (popolazione residente) Il presente saggio è l’approfondimento della Centro urbano Frazioni e Totale relazione letta dall’autore, quale relatore al- case sparse la cerimonia di inaugurazione della sede so- ciale dell’Associazione Culturale “Amici 1861 - - 16.506 dell’Agrifoglio”, svoltasi alla frazione Frusci 1871 11.355 4.627 15.982 il 25 luglio 2004. 1881 13.057 5.953 19.010 Dal 1861 al 1951 i dati sono com- 1901 12.744 5.737 18.481 presi tra quelli delle frazioni e ca- 1911 - - 17.413 se sparse del comune di Avigliano. Abbreviazioni: 1921 - - 20.035 ASN - Archivio di Stato di Napoli. 1931 6.651 7.646 14.297 ASP - Archivio di Stato di Potenza. 1936 5.493 7.513 13.006 ACA - Archivio Comunale di Avigliano. 1951 4.524 10.004 14.528 APA - Archivio Parrocchiale di Avigliano. 1961 5.370 5.937 11.307 4.086 1971 5.398 5.575 10.973 3.353 1981 5.942 5.450 11.392 3.160 1 Per le vicende storiche di Agromonte si ve- 1991 6.193 5.568 11.761 3.318 da F. Pietrafesa, Agromonte ritrovato, in “Tarsia” 2001 6.112 5.910 12.022 3.293 a cura del Centro UNLA di Melfi, a. IV, n. 10 (dicembre 1990), pp. 51-58. 2 Nel 1416 il feudo di Lagopesole, assieme ad Verso la fine del XIX secolo sorgono, ordine delle acque, non fertilizza- Atella e alla città di Melfi viene assegnato dal- la regina Giovanna II a Sergianni Caracciolo. con l’obolo degli abitanti, le chie- ti con la concimazione, davano un Cfr. T. Pedio, Cartulario della Basilicata (476-1443), se della SS. Trinità a Lagopesole, di prodotto scarsamente remunerativo. Vol. III, Lavello, Appia2 Ed., 1999, p. 179. 3 S. Zotta, Momenti e problemi di una crisi agra- S. Antonio a Strepito di Sotto, Ciò provocava l’esodo da parte ria in uno ”stato” feudale napoletano (1585- dell’Immacolata a Inforchia, di S. dei contadini, che li abbandonavano 1615), in “Melanges de l’Ècole Francaise de Rome”, 1978, 2, Tomo 90, p. 759. Vincenzo Ferreri a Sarnelli, que- lasciandoli come lande desolate. 4 Ibidem. st’ultima fatta costruire dai Corbo, In tutta la prima metà del ’900 i con- 5 F. Manfredi, La chiesa ricettizia di Avigliano e le cappelle di S. Vito e della Madonna del Carmine allora proprietari dell’antica mas- tadini aviglianesi, continuando la - Vita materiale nella prima metà del XVIII secolo, seria acquistata dai Sarnelli nella se- loro antica tradizione di tenaci co- Avigliano, CICS, 1996, p. 4. 6 I Salinas, presenti ad Avigliano sin dagli an- conda metà del ’700. A queste, se lonizzatori, si riversano nei co- ni ’30 del ’600, accrescono il loro prestigio con ne aggiunsero altre nei primi de- muni dell’Alto Basento, del Vulture il matrimonio tra Francesco Antonio della ter- ra di Caggiano e Camilla Masi di Avigliano, cenni del ’900, come le chiese del e dell’Alto Bradano, imponendo di celebrato nel 1664. Cfr. APA, Matrimoni, Vol. Sacro Cuore di Gesù a Possidente, fatto il loro modello insediativo I (1640-1715). I Gagliardi si stabiliscono ad Avigliano con Pompeo, proveniente dalla di S. Antonio a Scalera e di S. strettamente legato al territorio, città di Cava, il quale contrae matrimonio con Filippo Neri a Piano del Conte, spesso inusuale nei comuni colo- Polimena Bochicchio nel 1641. Cfr. APA, Matrimoni, cit. edificata negli anni ’20 nel conte- nizzati, dando vita a quella vasta 7 P.B. Ardoini, Descrizione del Stato di Melfi sto di una moderna azienda agri- entità territoriale che si estende a (1674), introduzione e note di Enzo Navazio, Lavello, Ed. Tre Taverne, 1980, p. 211. cola voluta dal principe Filippo macchia di leopardo, per la quale 8 G.M. Alfano, Istorica descrizione del Regno di Andrea Doria Pamphili49. gli studiosi della colonizzazione nel Napoli diviso in dodici provincie, Napoli, V. Manfredi Ed., 1798, p. 66. La grave crisi economica di fine ’800 Potentino hanno coniato l’efficace 9 ASN, Catasti onciari, Vol. 5090. è alla base della lunga onda mi- definizione di “nazione aviglia- 10 F. Manfredi, op. cit., p. 13. 11 51 Ibidem. gratoria che nel giro di un ven- nese” . 12 ACA, Copia acta pro nonnullis Colonis Feudi in- tennio portò oltre oceano ben 12.000 Con decreto del Presidente della habitati nuncupati di Lagopesole cum Illustri Principi Melphiae utili Domino dicti feudi, ff. 464t- 50 aviglianesi . Repubblica del 10 marzo 1951 vie- 465. In questo sito sorse in seguito la frazio- La mancanza di capitali, oltre ad ne concessa l’autonomia dal co- ne di Inforchia, attualmente nel territorio comunale di Filiano. impedire la costruzione di case mune di Avigliano alle frazioni di 13 Ivi, ff. 465t-466. coloniche, era una delle cause prin- Filiano, Strepito e Dragonetti ri- 14 Ivi, ff. 466t-467. 15 ACA, Copia a Compassatione Origli totius Feudi cipali che ostacolavano lo svilup- cadenti nel versante settentriona- Lacuspensulis cum distinctione tam locorum, po dell’agricoltura, praticata ancora le del territorio, le quali danno vi- que non coluntur, vel coli non possunt facta vi- gente Decreti de die 12 Aprilis anni 1753 Domini con metodi antiquati. ta al nuovo comune di Filiano, la Regii Consigliere D. Tiberii de Fiore Commendatarii. I campi, sfruttati dalla coltivazio- cui attività autonoma comincia 16 Il soprannome deriva da Filiano, nome al- quanto insolito di un esponente della fami- 52 ne ultra secolare, impoveriti dal dis- con la data del 1° gennaio 1952 . glia Pace vissuto nella prima metà del ’600.

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Egli figura tra i testimoni di un atto notari- 29 Un’ulteriore contrazione delle superfici bo- le stipulato nel 1616 dal notaio Francescantonio scate del feudo è rilevabile dal raffronto tra De Masio, cfr. ASP, Archivi Notarili, Distretto due carte datate rispettivamente al 1810 e al di Potenza, I versamento, Vol. 181, f. 35t. 1841, custodite presso l’Archivio di Stato di Compare poi nel primo libro dei battesimi Potenza. Cfr. G. Angelini (a cura di), Il dise- dell’Archivio Parrocchiale di Avigliano qua- gno del territorio - Istituzioni e cartografia in le padre di Domenica Pace, battezzata il 13 Basilicata, 1500-1800, Bari, Laterza Ed., 1988, agosto 1633, cfr. APA, Battezzati, Vol. I (1631- pp. 119-120. 1644). Nel Compasso del Feudo di Lagopesole 30 D. Demarco (a cura di), La Statistica del Regno vengono descritte sette masserie di coloni del- di Napoli nel 1811, Tomo III, Roma 1988, pp. la famiglia Pace-Filiano, costituite da ca- 260 e 272. panne, case di fabbrica e baracche di legno ubi- 31 Ivi, p. 274. cate alla contrada “delli Filiani”. Cfr. ACA, 32 Ibidem. Copia a Compassatione…, cit., ff. 21-25. 33 Un approfondimento di questo aspetto è in La masseria Vaccaro nell’omonima fra- 17 Cfr. ACA, Copia a Compassatione…, cit., f. 54. F. Manfredi, Note storiche sull’artigianato avi- zione di Filiano. foto di Francesco Manfredi 18 Verso la metà del XX secolo la frazione glianese e sull’arte dei coltellinai, in “Basilicata Cacabotte muta il nome in Badia Sant’Angelo, Regione Notizie”, n. 98 (2001), pp. 73-82. semplificato poi in Badia a partire dal 1991. 34 La documentazione è in ASN, Ministero de- to rogato nel 1610 dal notaio Francescantonio La nuova denominazione vuole riportare gli Interni, II inv., Affari demaniali e feudali, De Masio, cfr. ASP, Archivi Notarili, Distretto alla memoria l’antica badia di S. Angelo, Fasc. 62, Inc. 10. di Potenza, I versamento, Vol. 179, f. 61t. Ai ubicata non molto distante, ove attualmen- 35 A. Buccaro (a cura di), Potenza, Bari, Ed. principi del XIX secolo il “cancello di te sorge la contrada di Sarachelle. Laterza, 1997, pp. 99-102. Dragonetti” è uno degli ingressi alla pro- 19 P.B. Ardoini, op. cit., p. 212. 36 In vari documenti riguardanti le colonie del- prietà dei Corbo. 20 La tavola è pubblicata in I. Principe (a cura l’ex feudo di Lagopesole, con datazioni riferite 42 A. Capano, T. Pedio, M. Restivo, La Valle di), Cartografia storica di Calabria e di Basilicata, al decennio francese e al periodo preunitario, dell’Alto Basento, Lavello, Imago, 1989, p. 47. Vibo Valentia, CARICAL, 1989, p. 293. vengono riportati i nominativi dei coloni 43 Nell’ambito della masseria di Sarnelli, che nel 21 L’edificazione della nuova chiesa di S. aviglianesi ed i rispettivi soprannomi. 1871 si estendeva per circa 658 tomoli e com- Giovanni Battista (1960) determina l’abban- 37 Questo soprannome derivava dal luogo di pro- prendeva vari siti di fabbrica anche a dono dell’antica chiesetta ottocentesca, la venienza di Giuseppe Giordano, che da Paoladoce, Canarra, Miracolo, alla Riseca, al quale viene riattata nel 2004 per essere adi- Sassano (SA) si era trasferito ad Avigliano nel- casone di S. Antonio e allo Scuoppo, i Corbo bita a sede dell’associazione culturale “Amici la prima metà del ’600. Risulta infatti che allevavano, tra l’altro, trentuno capi bufali- dell’Agrifoglio”. Durante l’esecuzione dei Giuseppe Giordano e Francesco Rendone, en- ni. Cfr. I. Romaniello, F. Sabia, I Corbo di lavori viene riportata alla luce la seguente epi- trambi del casale di Sassano in Principato Citra, Avigliano: una fastosa decadenza, in AA.VV., grafe: “DUUM JOHANNONIS TUGURIUM/ figurano come testimoni in un atto stipula- Strategie familiari e imprenditoriali fra ‘800 e ‘900 N DIVO JOHANNI BAPTISTA DJCA- to ad Avigliano nel 1612 dal notaio - Il caso della Basilicata, Rionero in Vulture, Calice TUM/R[…]OLO AERE SUO REDUXIT AD Francescantonio De Masio, cfr. ASP, Archivi Ed., 1992, pp. 208-210. 1840”. Il termine latino “REDUXIT”, conte- Notarili, Distretto di Potenza, I versamento, 44 C. Palestina, L’Arcidiocesi di Potenza Muro nuto nell’iscrizione, potrebbe essere interpretato Vol. 179, f. 148. Marsico - Clero e popolo, Volume II/2, Potenza, come riedificazione o ristrutturazione di un 38 La presenza dei Luponio ad Avigliano è at- STES, 2001, p. 296. luogo di culto preesistente. testata sin dai principi del XIX secolo. Essi di- 45 Per i dati demografici relativi ai censimenti 22 A. Moltedo, Dizionario storico-statistico de’ scendono da Gaetano Luponio, cittadino di a partire dal 1861 si vedano: ACA, Censimento, comuni del Regno delle Due Sicilie, Napoli, Ruvo del Monte, il quale aveva conseguito la Categ. XII, Classe II, Fasc. I e Fasc. II; fonti Stab. Tip. del Cav. Gaetano Nobile, 1858, p. laurea in filosofia e medicina a Napoli nel 1765 ISTAT. 180. Nel volume è riportato anche Filiano (pp. (cfr. copia della pergamena di laurea fornita 46 L’etimo Ischia è un’alterazione di Isca, e il ca- 167-168), villaggio di 400 abitanti, pure ag- all’autore dal dott. Vincenzo Schiavone sale così denominato corrisponde alla frazione gregato al comune di Avigliano. Panni). Imparentatisi con i Salinas di Avigliano, di Stagliuozzo. 23 A. Ciarallo, L. Capaldo, Viaggio al Vulture - tengono in colonia dei terreni nella difesa di 47 Gli atti sull’aggregazione della borgata di Commento al diario di viaggio di Tenore e Gussone Montecaruso (cfr. documenti in possesso Sterpito sono in ACA, Comune, Categ. I, (1838), Lavello, Ed. Osanna, 1995, p. 96. dell’autore). Classe XIII. 24 C. Malpica, La Basilicata - Impressioni, Lavello, 39 L’epiteto “Don Ciccio” era riferito a Francesco 48 G. Fortunato, Il castello di Lagopesole, Trani, V. Ed. Osanna, 1993, p. 221. Saverio Corbo, proprietario della masseria ubi- Vecchi Ed., 1902, pp. 143-144. 25 G. Di Giovanni, Gita in Lucania, Napoli, cata in quel luogo. Questi risiedeva nel palazzo 49 Un’esaustiva schedatura delle chiese site Stamperia del Fibreno, 1863, p. 21. sito nella piazza di Avigliano, acquistato nelle frazioni è in A. Verrastro, Avigliano cit- 26 E. Fittipaldi, Una giornata sul Vulture (12 lu- nella seconda metà del ’700 dai Sarnelli, che tà di Maria, le sue chiese e il Santuario di S. glio 1877), in AA.VV., Annuario della sezione lu- ancora oggi, nella memoria collettiva avi- Maria del Carmine, Napoli, Tip. Laurenziana, cana del Cai, aa. 1878-80, Potenza, Tip. Magaldi glianese, viene comunemente indicato come 1983. e Della Ratta, 1881, pp. 241-242. “Palazzo Don Ciccio”. La posizione dell’edificio 50 Comune di Avigliano, Memorandum a S.E. il 27 Il repertorio fotografico è pubblicato in R. Della in quota più elevata rispetto all’antica di- Presidente dei Ministri, Potenza, Stab. Tipog. Vite, Basilicata 1962, a cura di Pasquale mora dei Corbo ubicata al rione Chianara, è C. Srera, 1902, p. 4. Ciliento, Lavello, Ed. Libria, 1995. all’origine dell’appellativo “di sopra”, utilizzato 51 La definizione di “nazione aviglianese”, co- 28 La vicenda è trattata con estrema lucidità in per contraddistinguere il nuovo ramo della niata per indicare l’insieme dei contadini T. Russo, Il principe Doria e il bosco di Montecaruso famiglia, iniziato da Carlo Corbo e posto in aviglianesi presenti nei territori dei comuni - Un episodio di lotta contadina negli anni ’60 in essere dai suoi figli, primo fra tutti Francesco limitrofi ad Avigliano ed anche in quelli più Basilicata, Milano, Franco Angeli Ed., 2000, pp. Saverio. Cfr. F.L. Pietrafesa, Avigliano, i Corbo distanti, compare in C. Bonanni, C. Guida, A. 101-120. Sull’argomento si vedano anche: F. e la “reazione” del 1861, Lavello, Appia2 Ed., La Capra, E. Massei, Il Progetto Avigliano, in Sabia, I Doria, i Ruffo, il latifondo e l’occupazione 2002, pp. 17-18, 41 e 48-50. “Centro Sociale”, estratto dal n. 57-60 (1964), 40 delle terre, in “Basilicata Regione Notizie”, n. Una compiuta analisi sul borgo rurale di a cura della Esso Standard, pp. 15-16. 93 (2001), pp. 73-78, e B. Filadelfia, Analisi di Piano del Conte è in L. Cappiello, Piano del 52 L’autonomia comunale di Filiano, a cura un intervento di Riforma Fondiaria in un’area in- Conte: un ambiente da restaurare, in “Basilicata dell’Amministrazione Comunale di Filiano, terna del Mezzogiorno: il caso di Avigliano (PZ), Regione Notizie”, n. 104 (2003), pp. 105-130. Napoli, Consiglio Regionale della Basilicata, 41 Afragola, Consiglio Regionale della Basilicata, Dragonetto Vaccaro è tra i firmatari di uno stru- 2002, pp. 76-78. 2004, pp. 50-55. mento del 1583 cui si fa riferimento in un at-

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