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BRN 113-114-def 15-03-2006 21:41 Pagina 38 LE FRAZIONI DI AVIGLIANO NELL’ETÀ MODERNA E CONTEMPORANEA Scorcio panoramico della frazione Lagopesole, dominata dal- l’omonimo castello federiciano, con lo sfondo del massiccio del Vulture. foto di Pierluigi Labella Francesco Manfredi LA COLONIZZAZIONE AVIGLIANESE potenzialità economiche di quel ter- grafica e urbanistica, e la coloniz- DEL FEUDO DI LAGOPESOLE TRA XVI ritorio. Il principe avvia innanzi- zazione costituì un autentico ri- E XVII SECOLO tutto il programma di espulsione chiamo per molte famiglie che, al- dei coloni atellani dal feudo, la- la ricerca di condizioni di vita mi- Dopo il periodo di splendore co- sciando così libero sfogo alla co- gliori, o intravvedendo la possibi- incidente con la dominazione nor- lonizzazione da parte dei cittadi- lità di convenienti investimenti, manno-sveva e con la prima fra- ni di Avigliano3. giunsero da altre località ad Avigliano zione del regno angioino, nel cor- Questi aggrediscono “a ferro et a fissandovi la propria dimora. so del XIV secolo i tre distinti feu- foco” i boschi e le macchie di Molte di queste famiglie proveni- di di Lagopesole, Montemarcone Lagopesole, sostenendo l’intero vano dal Principato Citra (attuale e Agromonte1 vengono abbando- costo del dissodamento. I van- provincia di Salerno), ed alcune nati dai rispettivi abitanti, dive- taggi derivavano dalla riduzione di esse costruirono nell’arco di po- nendo un unico vasto comprensorio del costo del terraggio e dalla ga- chi decenni ingenti patrimoni. Ai disabitato che assume la denomi- ranzia di avere delle buone rese ot- Sarnelli di Bracigliano, che nel 1611 nazione di “feudo disabitato di tenute dalle vaste estensioni di prendono in fitto l’intera difesa di Lagopesole”2. terreni vergini4. Ma si intravve- Montemarcone5, si aggiungono i All’arrivo dei Doria (1531) il ter- deva pure la possibilità di impie- Gagliardi di Cava de’ Tirreni e i ritorio era utilizzato quasi esclu- go dei bovini allevati come sup- Salinas di Caggiano6. Queste fa- sivamente per l’allevamento del be- porto alla manodopera contadi- miglie, unitamente ad altre già stiame, data la ricchezza di pa- na e bracciantile. presenti ad Avigliano da antica scoli, e solo marginalmente era I risultati furono lusinghieri, in- data, come i Corbo, i Masi, i Vaccaro, coltivato dagli abitanti di Atella. ducendo i Doria ad acquistare i Gianturco, i Cubelli e i Bochicchio, A partire dalla metà del secolo, Avigliano nel 1612 per meglio ge- grazie al loro privilegiato status grazie soprattutto alla lungimi- stire l’integrazione tra il feudo dis- economico, poterono investire ranza del principe ereditario abitato di Lagopesole e la fame di maggiori capitali rispetto ad altre Marcantonio Doria Del Carretto, terra degli aviglianesi. La cittadina meno agiate, stipulando con i Doria vengono messe in luce le molteplici era in continua espansione demo- contratti di fitto per sterminate basilicata regione notizie 38 pagina BRN 113-114-def 15-03-2006 21:41 Pagina 39 Evoluzione del territorio comunale di Avigliano in Età Moderna e Contemporanea (elaborazione digitale di Donato VS Gerardi). estensioni terriere, dando vita man ILPAESAGGIO AGRARIO DEL FEUDO Sarnelli, Bochicchio, Gagliardi, mano a fiorenti aziende agricole. NEL ’700 Masi e Cubelli, tanto per citare Il territorio del feudo era sud- quelle più in vista, conducono diviso in due parti: il demanio e le Nel ’700 la colonizzazione del feu- aziende agricole con superfici su- difese. Queste ultime, in numero di do di Lagopesole vive certamente periori ai cento tomoli, ubicate in sei, erano contraddistinte con i se- la sua fase più intensa, e ciò va gran parte nell’area che dalla pia- guenti nomi: Monte Caruso, posto in stretta concomitanza con na dell’Isca, passando per le pendici Sant’Angelo, Montemarcone, No- l’exploit demografico che vede del castello federiciano, giunge al- cella, Macchia e Castello7. Esse passare la popolazione di Avigliano la grande pianura di Iscalunga10. formavano una specie di anello dai circa 5.000 abitanti di inizio Le poche famiglie borghesi e gli en- intorno al perimetro del feudo, ed secolo, agli oltre 9.200 censiti nel ti ecclesiastici sono anche i maggiori erano denominate “difese” pro- 17938, facendone la seconda città più possessori del patrimonio zootec- prio perché nessuno poteva en- popolosa della Basilicata dopo il ca- nico, con oltre il 95% dei capi ovi- trarvi per pascolare, seminare o poluogo, Matera. ni e caprini e il 75% dei bovini, legnare senza l’autorizzazione del- Un primo quadro rispondente ai ca- patrimonio che trae enormi bene- l’amministrazione feudale. noni della completezza sulla reale fici dai ricchi pascoli d’alta quota Nel demanio si svolgeva la colo- entità della colonizzazione è of- del feudo11. nizzazione vera e propria, con nu- ferto dal catasto onciario di Intanto, i rapporti con i Doria di- mero sempre crescente di masse- Avigliano redatto nel 17439. Il do- ventavano sempre più tesi a causa rie e terreni coltivati a grano, lino cumento permette di risalire al- delle limitazioni che questi pone- e orzo. Il meccanismo della colonia l’ampiezza dei fondi, all’eventua- vano alle mire dei coloni, volte al perpetua si interrompeva soltanto le presenza di fabbricati (capan- miglioramento qualitativo delle nel momento in cui un determinato ne, opifici, masserie, ecc.), alla ren- aziende, dotandole di nuove co- terreno veniva lasciato incolto per dita, e al ceto sociale di apparte- struzioni, vigne e orti, poiché ciò più di tre anni. In tal caso il prin- nenza di ogni singolo colono. avrebbe comportato una riduzio- cipe era libero di concederlo in fit- Si riscontra pertanto come la clas- ne delle aree destinate alle colture to ad altri coloni. sifica delle colonie in base alla lo- cerealicole, su cui il principe esigeva ro estensione, è occupata per le il terraggio. Questo problema era prime undici posizioni dal nota- sentito a tal punto che il castellano bilato locale. di Lagopesole, più volte, si vide co- Le famiglie Corbo, Vaccaro, Vellusi, stretto ad emanare ordinanze di C ONSIGLIO R EGIONALE DELLA B ASILICATA 39 pagina BRN 113-114-def 15-03-2006 21:41 Pagina 40 aggirava attorno ai 7.000 abitanti. Le colonie occupano complessi- vamente 8.255 tomoli di territo- rio, dei quali 7.890 sono effettiva- mente coltivati a cereali. Oltre il 70% di tale superficie è ri- partita tra una quindicina di gros- si poderi di oltre 100 tomoli cia- scuno, aventi come massime espres- sioni le aziende dei Vaccaro (1.118 tomoli), dei Corbo (666 tomoli) e dei Sarnelli (560 tomoli). Quest’ultima azienda, ad esem- pio, era costituita da due masserie. La principale, ubicata nella piana dell’Isca, comprendeva un fabbri- cato di dieci vani tra soprani e sot- tani, due baracche per la legna, altri manufatti contigui con desti- nazione a stalla, magazzini e al- loggio per i garzoni. Vi era una vigna con all’interno una casa di fab- brica divisa in due abitazioni, e una grotta per i neri (suini). Altri spa- zi erano occupati da un pedonile Pianta del territorio comunale di Avigliano, s.d., ma 1807 (in ASN, Affari demaniali e feudali, Fasc. 25, Inc. 38, Pianta I), lavoro n. 29442, autorizzazione n. 121728.34.07. per il fieno e un’aia con adiacente monolocale, preposta alla trebbia- tura del grano e di altri cereali. demolizione, eseguite poi da ap- vigna con oltre mille viti nei fon- La seconda masseria era invece posite maestranze coadiuvate da- di di Diodato Gagliardi14. ubicata alla contrada di Canarra e gli armìgeri della corte feudale. Il documento che meglio di ogni al- consisteva in due case con sopra- Tra i casi più eclatanti ne vanno tro consente di delineare con estre- no e sottano, e due baracche di le- citati alcuni che ebbero come pro- ma precisione il paesaggio agrario gno per il ricovero dei buoi e per tagonisti i coloni più in vista del- del feudo è il Compasso redatto il deposito della paglia. l’alta borghesia agraria aviglianese. nel 175315. In alcune contrade già si registra una Nel 1743 viene demolita una “por- Si tratta di un grosso volume ma- discreta concentrazione di piccole careccia ò sia inforchia” per il ri- noscritto contenente l’esatta de- masserie, tanto da indurle ad as- covero dei suini nei fondi di scrizione delle oltre 250 masserie sumere il nome, o più frequente- Benedetto Corbo, il quale l’aveva e massariotte, riportante l’ubica- mente il soprannome del gruppo fa- fabbricata in sostituzione di un zione e l’estensione dei terreni miliare più numeroso presente. baraccone di tavole che fungeva da coltivati e degli spazi occupati da Tra queste spicca la contrada di stalla per i buoi12. vigneti, da fabbricati e da altre Filiano, sita nei pressi della pia- Nel 1752 è la volta del notaio opere accessorie. na di Iscalunga, così denominata Girolamo Vaccaro, reo di aver am- I poderi vengono condotti da oltre a causa della massiccia presenza pliato la sua masseria sita alla seicento coloni e dalle rispettive fa- di massariotte condotte da espo- Parata per alloggiare i braccianti che miglie, corrispondenti a poco me- nenti della famiglia Pace, di cui svolgevano i lavori stagionali13. no della metà dell’intera popola- Filiano era il soprannome che la Tre anni dopo viene spiantata una zione aviglianese, che nel 1753 si contraddistingueva da altre fa- basilicata regione notizie 40 pagina BRN 113-114-def 15-03-2006 21:41 Pagina 41 miglie aviglianesi aventi lo stes- DALLA CONTRADA DI GIOVANNONE buoi. Anche questa masseria ave- so cognome16. ALLA FRAZIONE DI FRUSCI va a corredo l’aia, due orticelli e Il medesimo discorso è valido per due pedonili per il fieno. L’intera su- la contrada di Paoladoce, ove era Nel Compasso del 1753 è censita an- perficie coltivata, frazionata in va- ubicata la masseria di Pietro Sabia, che la massariotta di Giambattista ri appezzamenti, assommava a di cui Paoladoce era il soprannome17, Telesca, comprendente due case di 135 tomoli.

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