- INBLOG del PARCO NATURALEFORMA REGIONALE SIRENTE VELINO - Edizione 0 | Anno 2020

RETE DEI SENTIERI DEL PARCO Il nuovo modello multi-tematico che consente di scoprire le meraviglie del Parco

GOLE DI - Dopo oltre 10 anni riapre la forra più bella d’

ROAD ECOLOGY Prevenire gli incidenti stradali e salvaguardare la fauna selvatica

REGIONE ABRUZZO

www.parcosirentevelino.it IN-FORMA Blog del Parco Naturale Regionale Sirente Velino

Edizione 0 - Agosto 2020

Hanno collaborato alla redazione di questo numero: Igino Chiuchiarelli, Leucio Angelosante, Teodora Buccimazza, Maria Elena Palumbo, Ugo D’Elia, Simona Blasetti, Nicoletta Parente, Daniele Colitti.

SOMMARIO Editoriale...... 3 Rete dei Sentieri del Parco ...... 5 Sicurezza in Montagna ...... 7 Gole di Aielli - Celano ...... 10 L’intervista ...... 14 Road Ecology...... 20 Piante aliene...... 22 Camoscio Appenninico...... 26 Le Notizie del Parco...... 28 L’EDITORIALE

Stranamente, non abbiamo mai avuto più alla ricerca”, è proprio la “divulgazione”. informazioni di adesso, ma continuiamo a non Gli strumenti che si possono utilizzare sono sapere che cosa succede. molteplici: conferenze, pubblicazioni, libri, (Papa Francesco)….. scambi tra aree protette, coinvolgimento di scuole e istituzioni - a livello nazionale Perché forse “sotto una valanga ininterrotta di e internazionale – e forse, soprattutto informazioni insignificanti, più nessuno sa dove oggigiorno, il web inteso come amplificatore trovare le informazioni che lo interessano…. globale dell’onda informativa da cui PNRSV (Bernard Werber) IN-FORMA.

o forse perché “l’informazione non è Quali possono essere gli obiettivi di conoscenza”….. (Albert Einstein). comunicazione di un Parco?

Con questo nostro blog vogliamo provare Comunicazione e divulgazione sono rivolte a a dare, per il Parco, il suo Territorio, le diversi soggetti, principalmente a un pubblico sue Genti quell’informazione che riesca a esterno, sia questo un fruitore più o meno trasformarsi in conoscenza. D’altronde uno occasionale, turista, appassionato o addetto dei compiti principali di un Ente Parco, oltre ai lavori. alla “conservazione e all’integrazione tra In questo senso il lavoro verso l’esterno è uomo e ambiente, alla visita, all’educazione, rivolto a: 3 • promuovere e attivare ricerche mirate ad appartenenza, di identità territoriale, del aumentare le conoscenze e la consapevolezza raggiungimento dell’obiettivo che ogni del territorio, per attuarne al meglio la tutela; cittadino del Parco possa dire, durante gli • diffondere la conoscenza dei servizi offerti scambi di opinione, “IL MIO PARCO”. (informare, suscitare interesse, orientare la domanda da parte di un pubblico attivo e La scelta delle modalità di comunicazione è consapevole); fondamentale. Alla base di essa stanno gli • aumentare la consapevolezza della ricchezza obiettivi che il Parco si pone, i vincoli di budget biologica del territorio e dell’importanza della e i limiti imposti dalle risorse umane. sua conservazione; • evidenziare alla popolazione locale non solo Particolare cura va rivolta alle politiche obblighi e vincoli, ma anche le potenzialità d’intervento, gestione e promozione del offerte dalla presenza del Parco; territorio, nella cui crescita il cittadino • promuovere, vigilare e guidare la richiede di essere coinvolto, partecipando partecipazione e il comportamento dei e riconoscendosi nei principi ispiratori. visitatori; Tutto ciò è possibile solo attraverso un • aumentare la visibilità e la legittimazione sistema continuo e coordinato di scambio dell’Ente; d’informazione, ovvero di partecipazione. • promuovere attività economiche e socio- economiche ecocompatibili; Chiediamo a tutti di partecipare e di dare una • essere la voce delle Comunità locali, dei mano perché vorremmo che il blog diventasse propri bisogni, delle proprie aspettative (dal anche la catena che idealmente unisce i 22 prossimo numero a termine della campagna Comuni, ora che vi è un’unità di intenti, un elettorale); ritrovato afflato umano, una nuova scintilla • raccontare la vita dei borghi tramite la voce che serva a far ripartire un motore che aveva delle Amministrazioni locali; bisogno di revisione, ma che ha ancora tanti • dimostrare che un Parco può essere vissuto cavalli da utilizzare. a 360° nel rispetto della tutela della natura; E tanto altro! Una giusta attività comunicativa e divulgativa IGINO CHIUCHIARELLI deve servire soprattutto a far NASCERE- Commissario regionale del Parco CRESCERE-STRUTTURARE il senso di

4 RETE DEI SENTIERI DEL PARCO Il nuovo modello multi tematico che consente di scoprire le meraviglie del Parco

Percorsi attrezzati per famiglie, escursioni a segnaletica verticale (frecce direzionali, piedi, a cavallo o in mountain bike, trekking paline, bacheche informative), la ripulitura dei rifugi; sono solo alcuni dei temi che ed eventualmente la sistemazione del fondo. caratterizzano la nuova Rete Sentieristica Questo nuovo dispositivo è in linea con del Parco naturale regionale Sirente Velino, la normativa vigente (Legge REASTA risultato di un importante e minuzioso lavoro della Regione Abruzzo) e con gli standard di progettazione voluto dall’Ente con il nazionali C.A.I. e risulta essere articolato nei coinvolgimento attivo delle Amministrazioni seguenti temi: escursionismo a piedi; Mtb Comunali, del C.A.I., degli operatori turistici, ed e-MTB; percorsi attrezzati per famiglie; delle associazioni e degli altri portatori percorsi sportivi outdoor; tracciati a lunga d’interesse locali. Questa attività sinergica percorrenza; itinerario dei rifugi; escursioni ha permesso di ideare una nuova rete a cavallo, rete dei cammini religiosi. multi tematica col principale obiettivo L’iter finanziario attraverso cui è stato di soddisfare numerose necessità degli elaborato proponeva il raggiungimento operatori definendo contestualmente un di tre macro obiettivi: migliore sicurezza, nuovo strumento, non soltanto di fruizione, conservazione ambientale e valorizzazione ma anche di promozione e conoscenza. turistica. A questa fase di ideazione e progettazione Partendo dalla precedente rete sentieristica degli itinerari, seguirà l’implementazione del Parco, la quale indicava esclusivamente fisica degli stessi, attraverso un limitato percorsi per escursionismo a piedi, è completamento dell’esistente - marcatura stato scelto, al fine di garantire una più orizzontale (segnavia con vernice di agevole fruizione, di ridurne l’estensione, colore rosso, bianco, rosso, apposti su estrapolando i percorsi cosiddetti “a valenza rocce ed alberi), la razionalizzazione della locale”, per le loro caratteristiche intrinseche 5 e per una minore frequentazione. Particolare attenzione è stata riservata alla mountain bike (sia nella versione muscolare che in quella a pedalata assistita) attraverso la realizzazione di una via principale di oltre ottanta chilometri di estensione (Grande Anello del Parco) che circumnaviga il Monte Sirente, collegando l’Altopiano delle Rocche con la Valle Subequana e la settentrionale. A questo circuito si collegano diverse dorsali e sub-anelli che consentono di raggiungere,

Rete

dei Sentieri

sempre pedalando, le principali località. Una novità è rappresentata da una serie di sentieri attrezzati (per famiglie, scolaresche, gruppi, ecc.) di facile percorrenza, progettati con la prerogativa di avere un punto di riferimento fisico: gli Uffici Informazioni o i Centri Visita del Parco, i rifugi gestiti, affinché fosse possibile e agevole reperire informazioni, noleggiare attrezzature ed usufruire dei servizi. Perseguendo l’obiettivo di renderli non solo ludici ma anche formativi i percorsi sono collegati a tematiche, sia esse ambientali che storico-culturali, che raccontano quella particolare area. Alcuni esempi: la storia dei Briganti del Sirente, le Mura ciclopiche ad Alba Fucens, sulle tracce dei Dinosauri, ecc. Pannelli didattici allestiti lungo i sentieri saranno il libro da leggere e studiare. 6 L’APPROFONDIMENTO

SICUREZZA IN MONTAGNA Consigli utili per percorrere in maggiore sicurezza i sentieri del Parco

7 Il territorio del Parco è un ambiente di superiori alle loro capacità o ai loro desideri. In media ed alta montagna, per cui l’attività ogni caso, la valutazione delle difficoltà rimane escursionistica può essere pericolosa. essenzialmente indicativa e va considerata come tale. Scegliete l’escursione in base alla vostra capacità e stato di allenamento, ma Vi invitiamo a seguire qualche semplice soprattutto, se si hanno bambini, in base a istruzione per rendere la vostra quelle dei bambini. Sopravvalutare le vostre passeggiata più piacevole e sicura! capacità potrebbe essere pericoloso per voi e per i vostri compagni. Evitate di camminare troppo velocemente. Il ritmo deve essere adattato all’escursionista più debole del ORGANIZZATE BENE LA VOSTRA gruppo. Fate sempre piccole pause. ESCURSIONE. Preparate in anticipo il vostro itinerario consultando carte NON ABBANDONATE I SENTIERI. dei sentieri e guide turistiche: E’ obbligatorio rimanere sui verificate le distanze, i dislivelli, sentieri segnati, in quanto se ci sono rifugi o bivacchi lungo rappresentano il percorso più il percorso. Non partite da agevole: fuori dai sentieri è più soli. Lasciate informazioni sul facile perdersi, andare vostro itinerario e sull’orario approssimativo incontro a pericoli, scivolare e di rientro. Il Parco, per la vostra sicurezza, farsi male. Inoltre si consiglia sempre di effettuare le escursioni danneggiano i prati ed il sottobosco. Seguite affidandosi a guide esperte. attentamente indicazioni e segnaletica dell’itinerario segnato. Il mancato rispetto dell’obbligo comporta l’applicazione di sanzioni da parte delle Forze dell’Ordine VERIFICATE IL VOSTRO preposte. Nel dubbio non esitate a tornare ABBIGLIAMENTO! indietro. Non spostate pietre: possono Utilizzate calzature specifiche mettere in pericolo altri escursionisti. Nei per la montagna, vestiario, terreni sassosi, spesso anche gli animali come equipaggiamento ed i camosci possono provocare una frana. I attrezzatura adeguati: uno percorsi, malgrado le attività di manutenzione, zaino impermeabile, crema possono presentare diversi ostacoli o possono solare, abbigliamento caldo essere sconnessi: è necessario muoversi e antivento, cibo e bevande prestando attenzione al cammino e utilizzare adeguati, un piccolo kit di pronto soccorso, calzature e abbigliamento idonei. mappe, GPS ed un telefono cellulare. Accertatevi di saper usare l’attrezzatura. RISPETTATE GLI ANIMALI. Tutti gli animali hanno un loro SIETE ALLENATI PER IL PERCORSO ruolo preciso nell’equilibrio SCELTO? della natura: non alteriamo All’ingresso dei principali sentieri quindi l’ambiente naturale in è installato un cartello informativo cui gli animali vivono, non sul percorso segnalato, con relative facciamo loro del male, non difficoltà e caratteristiche tecniche. disturbiamo la loro vita. Non L’indicazione delle difficoltà di cercare di dare da mangiare agli animali un itinerario (T — E — EE — EEA) selvatici e lascia loro sempre una via di fuga. è data per facilitare la scelta di un’escursione. Serve in primo luogo per evitare ad escursionisti ed alpinisti di NON RACCOGLIETE FIORI, PIANTE E dover affrontare inaspettatamente passaggi 8 FOSSILI. stato dei sentieri alla data di stampa. In caso La flora è protetta: non raccoglierla né di difformità rilevata tra quanto indicato nella danneggiarla. In natura inoltre carta sentieristica ufficiale del Parco e quanto sono presenti specie vegetali e rilevato a terra, si raccomanda di seguire, nel funghi allergizzanti e velenosi. dubbio, la segnaletica orizzontale Non mangiare erbe, parti di e verticale e di informarsi sempre piante o funghi di cui non si e comunque, preventivamente, conosce la commestibilità. sullo stato del sentiero scelto, Minerali e fossili vanno lasciati dove sono. prima di iniziare l’escursione. La Sono lì da milioni di anni! manutenzione dei sentieri può subire ritardi e rinvii per effetto delle situazioni organizzative FUOCHI, RIFIUTI E CAMPEGGIO. e gestionali degli Enti che se Tenete pulite le montagne e rimuovete i rifiuti ne occupano, e delle avverse portandoli con voi. condizioni climatiche che ne E’ vietato accendere fuochi. possono differire l’intervento. Informatevi preventivamente Informatevi preventivamente sulla normativa vigente sullo stato di manutenzione del sentiero che in materia. Non danneggiamo intendete percorrere. gli alberi e i fiori. Non incidere i tronchi, non strappare piante, rami, foglie e fiori. Non è solo inutile ed insensato, ma Ricordatevi inoltre che in montagna non sempre dannoso per l’ambiente. Il campeggio è il telefono è coperto da segnale. consentito solo nelle aree autorizzate.

IN CASO DI EMERGENZA. Se vi capita di essere testimoni di un incidente chiamate subito il 118 Per ulteriori informazioni contattate il sito web fornendo con calma le necessarie del Parco: www.parcosirentevelino.it informazioni. Le cartografie fotografano lo

9 GOLE DI AIELLI - CELANO Dopo oltre 10 anni riapre la forra più bella d’Abruzzo

10 Dal progetto CARG – Carta Geologica d’Italia nelle formazioni erose con pendii e pareti 3.3. - Unità strutturale C: Altopiano delle Rocche- molto ripide o a strapiombo. Gole di Celano. Questa unità costituisce una scaglia La gola che separa la Serra di Celano dal deformativa intermedia tra un blocco di tetto, dato massiccio del Sirente, è attraversata da un dall’Unità B, e quello di letto, dato dall’Unità D. Essa è sentiero (il numero 12) che collega la località delimitata superiormente dal sovrascorrimento di M. La Foce, nei pressi dell’abitato di Celano, Rotondo--Serra di Celano ed inferiormente con la Fonte degli Innamorati, una splendida dal sovrascorrimento delle Gole di Celano che verso est cascatella incastonata tra le rocce. Il percorso trova continuità nei piani di taglio dell’allineamento prosegue fino a Valle d’Arano, spazio verde Costa del Monte-Monti della Revecena-Monte Etra- nel di Ovindoli. All’escursionista Monte Secino. si presenta un ambiente di straordinaria bellezza con pareti rocciose alte oltre 100 Nel Parco Sirente Velino, nel territorio metri che in alcuni punti si avvicinano quasi a dei comuni di Aielli, Celano ed Ovindoli, è toccarsi. presente uno dei più affascinanti e suggestivi Dobbiamo risalire al 2010 per ricordare canyon del centro Italia: le Gole di Celano. un evento topico del destino della forra. Fu In geografia, una gola (detta a volte anche forra proprio in quell’anno che, a seguito di una od orrido, indicata con l’anglicismo canyon, segnalazione di pericolo dovuta al potenziale dallo spagnolo cañón) è una valle profonda, distacco di una porzione di parete rocciosa spesso ad andamento meandriforme [che ha sovrastante le Gole, le Amministrazioni andamento sinuoso, serpeggiante] risultato Comunali di Aielli e Celano ne vietarono il di fenomeni erosivi che si verificano dal transito. momento in cui un corso d’acqua, come Questo divieto istituito per mezzo di può essere un fiume o un torrente, incidono un’ordinanza è restato in vigore per dieci vigorosamente il proprio letto in rocce anni, e soltanto ad agosto 2020, attraverso coerenti e molto resistenti. Tale movimento un’azione congiunta tra Regione Abruzzo, genera valli strette, profondamente incassate Ente Parco e Amministrazioni Comunali

11 coinvolte (Aielli, Celano ed Ovindoli) è stato situazioni di pericolo sul monolite. rimosso. Percorrere un canyon, per le sue La decisione è stata presa sulla base dei caratteristiche geomorfologiche, ha insite risultati di un lavoro di monitoraggio della condizioni di pericolo soprattutto con forre durata di più di un anno, commissionato che insistono su calcari fratturati come lo dal Parco con i proventi di un apposito sono, in maggior parte, quelli abruzzesi. finanziamento regionale. L’esito del Il Parco ha predisposto delle specifiche linee rilevamento ha evidenziato sostanzialmente guida per diminuire il rischio, provvedendo l’assenza di movimenti significativi del alla loro affissione nei due punti di accesso. complesso roccioso attenzionato. Il controllo, Nel dettaglio le indicazioni prevedono di: comunque, continuerà per più anni in modo -non abbandonare il sentiero n.12 del Parco; da supervisionare costantemente le possibili - utilizzare sempre il casco protettivo; 12 - utilizzare calzature e abbigliamento vicina, coprirsi il capo con le mani, dare le adeguato; spalle al sentiero e attendere che il fenomeno - non utilizzare bastoni ed avere le mani libere; termini. - non soffermarsi sotto le pareti rocciose; Inoltre viene ricordato che: - camminare con cautela e non saltare sui - la rete cellulare è disponibile solo in alcuni sassi per evitare distorsioni o traumi alle punti del canyon; articolazioni; - le escursioni nelle gole vengono sconsigliate - qualora si verificassero cadute di sassi dalle per il rischio di caduta massi e frane nei periodi pareti, allontanarsi immediatamente dalla di gelo o disgelo, così come in caso di pioggia o zona di pericolo o, qualora non fosse possibile, temporali ed in tutti i casi di condizioni meteo portarsi velocemente presso la parete più avverse.

ATTENZIONE Il Comune di Celano, con l’ordinanza n. 25 del 04.08.2020 ed il Comune di Aielli, con l’ordinanza n. 12 del 05.08.2020, oltre a recepire le indicazioni sopra elencate, rendono obbligatorio l’uso del casco protettivo nell’attraversamento delle Gole di Aielli Celano, vietandone il transito nelle ore serali e notturne. 13 L’INTERVISTA

PARCO NATURALE SIRENTE VELINO Quattro domande al Commissario Regionale dott. Igino Chiuchiarelli

Cos’è il Parco Naturale prati, rivestiti in primavera dalle fioriture di Regionale Sirente Velino ? narciso ne caratterizzano l’aspetto; pareti È l’unico parco regionale e abbraccia un verticali, imponenti - di aspetto dolomitico territorio vasto, circa 54.000 ettari su 22 e profondi canaloni contraddistinguono il Comuni nella provincia del L’Aquila. Monte Sirente e i massicci circostanti. È stato istituito il 13 luglio del 1989 con legge - La Marsica settentrionale è regionale n. 54. morfologicamente costituita dal versante Il Parco è anche Ente gestore dei Siti Natura sud-ovest del Sirente e dal Massiccio del 2000 totalmente o parzialmente ricompresi: Velino - nudo e brullo. - IT7110130 Sirente Velino, ZPS (Zona di I rilievi sono solcati da profonde incisioni di Protezione Speciale) origine glaciale, come le Gole di Celano, la Val - IT7110075 Serra e Gole di Celano - Val di Teve e la Valle Majelama, immutati luoghi d’Arano, ZSC (Zona Speciale di Conservazione) impervi e segreti, ricchi di specie floristiche - IT7110090 Colle del Rascito, ZSC rare ed endemiche. - IT7110206 Monte Sirente e Monte Velino, - La Valle dell’Aterno e la Valle Subequana ZSC dominate dal fiume Aterno, corso d’acqua - IT7110096 Gole di San Venanzio, ZSC. che scorre in una stretta valle fluviale Dal punto di vista morfologico, il territorio caratterizzata da una straordinaria presenza del Parco si presenta distribuito in tre ampi di beni storici, artistici, architettonici e settori, ciascuno caratterizzato da particolari archeologici. aspetti: Il paesaggio fluviale si presenta a tratti - L’ Altopiano delle Rocche che rappresenta sovrapposto a quello agricolo; tra Beffi e il sistema centrale degli altopiani di origine il corso d’acqua scorre tra pareti carsica e la cui morfologia e conformazione rocciose impervie, popolamenti di pioppo geologica testimoniano anche la presenza di nero e salice. antichi ghiacciai. Boschi di faggio, pascoli e 14 Quali le particolarità naturali- stiche del Parco Sirente Velino

Contrarre la descrizione dei caratteri salienti naturalistici e ambientali del Parco in poche battute è sicuramente esercizio complesso.

La fauna L’ampio intervallo altitudinale, le notevoli differenze tra versanti a diversa esposizione, la morfologia segnata da gole, altopiani, valloni, rupi e ghiaioni determinano una notevole diversità di ambienti e di formazioni vegetali - così come di specie faunistiche che rappresentano nel loro insieme uno spaccato della biodiversità dell’ecosistema dell’Appennino centrale. Qui hanno casa gli orsi marsicani, i lupi appenninici, le aquile reali e i grifoni, che convivono da sempre con la storica presenza dell’uomo, testimoniata da antichi insediamenti e da centri storici ben conservati. È qui accertata la presenza del quarantasei percento circa delle specie dei mammiferi della fauna italiana, il trentadue percento degli uccelli nidificanti in Italia, il diciassette percento dei rettili e il trenta percento degli anfibi. Nel Parco sono presenti duecentosedici specie di vertebrati delle quali quarantatré specie comprendono le emergenze faunistiche (specie endemiche, a rischio di estinzione minacciate o prioritarie). L’orso marsicano, anche se sporadicamente con tre-cinque esemplari, ci onora del suo essere. Sulla sua conservazione il Parco è impegnato da circa un decennio ed ora aderendo alla rete di monitoraggio dell’orso bruno marsicano Abruzzo e Molise focalizza e incentiva la sua azione. Specie come il picchio dorso- bianco e l’astore (specie oggi rare e in via di estinzione) sono legate all’ambiente forestale e qui trovano ampie foreste dove nidificare. Pareti rupestri e falesie offrono habitat idonei alla nidificazione anche per il falco pellegrino, il gufo reale, il gracchio alpino, il rarissimo lanario. Altre specie, meno note ma tuttavia rarissime, sono ancora presenti nell’area protetta, come la lepre italica e la rosalia alpina, un coloratissimo coleottero dei boschi maturi di faggio. Il territorio del Parco è inoltre risultato 15 tra le poche aree appenniniche idonee alla reintroduzione del camoscio appenninico, che vanta una popolazione di circa sessanta esemplari. Fra i mammiferi, oltre all’orso marsicano ed al lupo appenninico sono riportati il gatto selvatico, la martora, il cervo, il capriolo, l’istrice e il ghiro. Fra gli uccelli ricordiamo anche il martin pescatore, il gracchio corallino, lo sparviero, il corvo imperiale, il picchio muraiolo, il picchio verde, il fringuello alpino, la coturnice, l’averla piccola e la tottavilla. Fra i rettili sono presenti, oltre alla rarissima vipera orsini, il cervone, la natrice, il biacco. Fra gli anfibi sono segnalate la salamandra appenninica, la salamandrina dagli occhiali, il tritone appenninico, la rana rossa appenninica, la raganella italica. Un cenno particolare va all’esistenza delle tracce del passaggio dei dinosauri all’interno del Parco Sirente-Velino (estinti sessantacinque milioni di anni fa) le cui impronte, appartenenti al più grande dinosauro teropode rinvenuto sul territorio italiano, sono impresse sulla parete carbonatica del Monte Cagno nel comune di e la cui scoperta va a due geologi, Fabio e Giulio Speranza, icnologi della Sapienza - Università di Roma.

Vegetazione e Flora Il Parco Sirente Velino costituisce un bell’esempio di biodiversità floristica, 1.570 le specie sino ad oggi censite, raggruppate in cinquecentosedici generi e centodue famiglie. Tra queste sono ben centosedici le essenze floristiche che costituiscono delle emergenze, endemismi, relitti glaciali, specie a distribuzione disgiunta o frammentaria e specie rare, come ad esempio l’Astragalus aquilanus e l’Adonis distorta o anche l’Iris Marsica e la Klasea iycopifolia. Notevoli sono inoltre le fioriture di orchidee, narcisi, nonché le rare peonie e la viola eugeniae. Oltre ad una notevole ricchezza floristica anche gli aspetti vegetazionali e fitogeografici confermano la notevole diversità che comprende anche alcune cenosi a carattere relittuale (vegetazione palustre a grandi carici, vegetazione casmofitica, nuclei di betulla, ecc.). Proprio la betulla, pianta nordica per eccellenza, è presente sia nel massiccio del 16 Sirente che in quello del Velino. sui prati a ridosso di ghiaioni e nevai. Le faggete dominano sulle quote più elevate Importantissima la scoperta di questo mentre a quote più basse, al di sotto dei 1.500 periodo, di Fabio Conti e Fabrizio Bartolucci metri, si trovano boschi misti di latifoglie (ricercatori del Centro Ricerche Floristiche con prevalenza di roverella e carpino nero dell’Appennino) dell’endemico astragalo del e presenza di diverse specie di acero, di Monte - nome scientifico della pianta sorbo montano e cerro oltre alle varie Oxytropis ocrensis, segnalato dal T.Col. dei essenze del sottobosco come rosa selvatica, CCFF Bruno Petriccione biancospini, prugnoli, ginepri, ecc. Lungo la valle dell’Aterno predomina la vegetazione di Ci racconti di alcune iniziative sponda con salici e pioppi. Sulle praterie poste più in alto è presente il ginepro, la sesleria in atto nel Parco appenninica, mentre sulle coltri detritiche dei Il centro visita e area faunistica del Camoscio brecciai spicca il bianco papavero alpino. a Rovere (Progetto Life Coornata) e il Sulle praterie di Piano Canale si possono centro visita e area faunistica del Capriolo a ammirare fioriture di genziane, di specie rappresentano, insieme agli uffici diverse ed una specie esclusiva del Sirente il informazione dislocati sul territorio e alla Geum heterocarpum. neo apertura del Museo del Lupo a Rocca di Ad ogni quota è possibile ammirare una Cambio, l’interfaccia viva del Parco. straordinaria varietà di fioriture: il giglio Il numero dei visitatori è confortante anche martagone, il giglio rosso, la genziana grazie al volano delle località turistiche maggiore, il narciso selvatico, l’orchidea dell’Altopiano delle Rocche che registrano sambucina gialla e rossa, orchidea calabrese. anche 80.000 presenze giorno nei mesi estivi Sul Monte Velino ha trovato il suo habitat e invernali. la Pulsatilla alpina, denominata il “Fiore del È in corso di attuazione il progetto Life Vento”, osservato oltre i 2.000 m di altezza, Floranet, per la salvaguardia e il miglioramento

17 degli habitat delle seguenti specie endemiche Verna a Monte Sant’Angelo, il cammino di vegetali: adonide ricurva (Adonis distorta), Celestino V (cammino del perdono) dall’eremo androsace di Matilde (Androsace mathildae), della Majella a L’Aquila e il cammino di San giaggiolo della Marsica (Iris marsica), astragalo Tommaso (da Tommaso a Pietro) da Ortona a Aquilano (Astragalus aquilanus), serratula Roma. con foglie seghettate (Klasea lycopifolia), 4. Categorizzazione e realizzazione della senecione dell’isola di Gotland (Jacobaea nuova rete sentieristica. vulgaris subsp. gotlandica); scarpetta di Venere 5. Realizzazione del progetto di Road Security (Cypripedium calceolus). tramite l’installazione di dispositivi a azioni Tra le altre attività ne cito solo alcune: per la riduzione degli incidenti stradali da 1. Monitoraggio e studio della presenza fauna selvatica. dell’orso bruno marsicano, della popolazione 6. Attività di promozione e valorizzazione dei di camoscio appenninico, della popolazione di prodotti e dei servizi di eccellenza presenti grifoni, del lupo, del fringuello alpino. all’interno del Parco (mostra mercato, 2. Attuazione della filiera delle carni accordo con Strada dei Parchi). del cinghiale per il contenimento della 7. Attività di educazione ambientale nelle popolazione (cattura - trasporto – macellazione scuole con il nostro Centro di Educazione - commercializzazione come cinghiale del Ambientale. parco). Si raggiungono, con la filiera, oltre 8. Merita una particolare menzione lo studio al contenimento anche obiettivi correlati: sulla possibile origine meteorica del lago del riduzione dei rischi di incidenti stradali per Sirente, il cosiddetto meteorite di Costantino. attraversamento stradale, riduzione dei danni 9. E tanto altro... all’agricoltura, valorizzazione del prodotto. 3. Valorizzazione dei cammini religiosi che Ora una domanda più generale. attraversano il Parco: il cammino di San Francesco (con le ali ai piedi) dal Bosco della 18 Quali sono le principali insidie riflettere sulla esigenza di un cambio di rotta per evitare che le incomprensioni e le tensioni oggi per i parchi in Italia? sviluppatesi con le popolazioni locali, che già pagano lo scotto di vivere in zone interne, Come ebbe a dire il comandante emerito disagiate, con pochi e sempre meno servizi del Corpo Forestale dello Stato Alfonso essenziali, non causino una letale disaffezione. Alessandrini: “le aree protette e quindi i parchi, Nell’ottica di enfatizzare gli obiettivi sia della non sono una vittoria della civiltà moderna, Legge 394/91 (la legge quadro sulle aree al contrario sono quasi una sconfitta, perché protette), che della Legge Regionale 38/96 il rispetto di così grandi manifestazioni della (che è la legge quadro delle aree protette natura dovrebbe essere un fatto spontaneo e d’Abruzzo) e soprattutto di rendere possibile diffuso”. quella integrazione tra uomo e ambiente naturale, anche mediante la salvaguardia La necessità quindi di istituire le aree dei valori antropologici, archeologici, protette, per assicurare all’umanità la storici e architettonici, nonché delle attività conservazione della biodiversità, è stato un agricole produttive ed agrosilvo-pastorali e passo fondamentale a cui doveva seguire la di agricoltura biologica e delle altre attività crescita di una coscienza ambientale diffusa, economiche, è tempo di mettere in atto di un senso di appartenenza, che oltrepassasse politiche green di defiscalizzazione e di la necessità della sola imposizione e pagamento dei servizi eco-sistemici che diano regolamentazione. le giuste risorse alle aree interne, che tanto Questo purtroppo non è avvenuto, almeno hanno fatto e fanno per le zone urbanizzate. nelle dimensioni sperate, e forse è necessario

19 ROAD ECOLOGY Prevenire gli incidenti stradali e salvaguardare la fauna selvatica

20 Gli incidenti tra veicoli e fauna selvatica dare la precedenza alla mobilità antropica rappresentano sia un problema di sicurezza impedendo l’accesso del tracciato viario alla stradale che di conservazione della fauna selvatica, il secondo nel dare priorità biodiversità. Questo fenomeno in Italia sta agli spostamenti faunistici, non impedendo raggiungendo una dimensione notevole e sia agli animali di varcare “l’ostacolo strada” ma le zone interne che le aree protette ne sono prevedendo la messa in sicurezza della stessa particolarmente interessate. attraverso specifici dispositivi e progetti. Il Parco Naturale Regionale Sirente Velino è Nel Progetto del Parco tali obiettivi sono molto sensibile al tema, infatti è stata una delle stati integrati e sono state selezionate misure prime aree protette abruzzesi a realizzare rivolte sia agli automobilisti che alla fauna interventi volti a ridurre gli incidenti con selvatica, in particolare verranno realizzate le fauna selvatica, oltre dieci anni fa. seguenti misure di mitigazione: Nel 2019 il Parco ha realizzato un nuovo studio - Installazione di dissuasori ottici riflettenti e con l’obiettivo di individuare i tratti a maggior acustici; rischio di incidente con fauna nel territorio - Installazione di segnaletica stradale; dell’area protetta e alla proposta di misure - Installazione di reti ad invito in prossimità di mitigazione volte a limitare tale rischio. dei sottopassi; Lo studio, dal titolo “Road Ecology nel Parco -Riqualificazione ambientale in Naturale Regionale Sirente Velino. Analisi corrispondenza dei viadotti; della mortalità faunistica stradale e proposta - Manutenzione del bordo stradale. di misure di mitigazione”, è stato redatto da Complessivamente verranno installati: Mauro Fabrizio, esperto di ecologia stradale, - 138 km di dissuasori luminosi; con il Commissario Igino Chiuchiarelli, - 6 km di dissuasori acustici; responsabile del progetto. Hanno collaborato - 500 m di recinzioni; anche Leucio Angelosante, Paola Morini e - 44 cartelli stradali di pericolo passaggio Ludovico Frate. fauna selvatica; Prima di tutto sono stati analizzati i siti di - 4 pannelli luminosi che si attivano quando le investimento della fauna selvatica con lo auto superano il limite di velocità. scopo di mettere in luce i fattori ambientali Parallelamente alla posa in opera del e le peculiarità dei tracciati che ricorrono in suddetto materiale, saranno effettuati modo statisticamente significativo. Per mezzo lavori di manutenzione mirati a ridurre il di questa analisi è stato possibile elaborare rischio di incidenti. Verranno infatti ripuliti una carta del rischio individuando i tratti sedici sottopassi ritenuti adatti al passaggio stradali più pericolosi e sui quali è prioritario faunistico, in modo da favorirne la fruizione intervenire. degli animali per l’attraversamento delle In una seconda fase sono stati proposti infrastrutture e verrà effettuata la ripulitura interventi di mitigazione degli impatti negativi dei bordi stradali due volte l’anno, per delle strade sulla fauna selvatica. Nella agevolare la visuale sia degli automobilisti in progettazione di tali interventi è possibile transito che degli animali in attraversamento. perseguire due obiettivi: il primo consiste nel

21 LA RUBRICA SCIENTIFICA

PIANTE ALIENE Le silenziose invasioni delle specie vegetali aliene

22 Arrivano da molto lontano e vengono impatto negativo sulla biodiversità, sulla vita chiamate “aliene”, ma non provengono da altri o il benessere dell’uomo. pianeti: si tratta delle specie alloctone, ovvero Le introduzioni di specie invasive in Europa piante, animali e altri organismi introdotti si sono intensificate agli inizi del XX secolo, dall’uomo al di fuori della loro area d’origine. spesso fatte volontariamente dall’uomo in Le specie esistenti, infatti, si sono evolute in virtù di loro particolari proprietà: quella precise regioni del nostro pianeta nel corso di crescere in fretta e arginare l’erosione di milioni di anni, grazie anche all’esistenza di del suolo ha portato all’introduzione della barriere fisiche naturali come oceani, catene falsa acacia, Robinia pseudoacacia; quella montuose o deserti che ne hanno limitato lo di alimentarsi di altre specie nel controllo spostamento. Ma l’uomo, che ha ben presto biologico ha fatto arrivare in Italia la coccinella imparato ad eluderle facilmente, nel corso arlecchino, Harmonia axyridis, temibile nemica della storia ha da sempre traslocato specie della nostrana Coccinella septempunctata; il utili alla sua sopravvivenza, lasciando a volte valore ornamentale, invece, spiega la presenza traccia della loro origine nel nome scientifico: delle tante alloctone che abbelliscono i quello del melograno, Punica granatum, deriva nostri giardini . Ma tante aliene sono giunte proprio dalla regione della Tunisia da cui fino a noi in maniera involontaria tramite i arrivarono nell’antica Roma i primi melograni. traffici turistici (attraverso bagagli o souvenir Spesso però alcune specie sono state contaminati) e commerciali. Un esempio introdotte in maniera involontaria, come nel di queste specie “autostoppiste”: il famoso caso del ratto nero (Rattus rattus): diffusosi punteruolo rosso, Rhynchophorus ferrugineus; attraverso i viaggi per mare dell’uomo e coleottero originario dell’Asia tropicale, diventato vettore della peste bubbonica nel estremamente dannoso per molte specie di Medioevo, oggi minaccia le popolazioni di palme, giunto fin qui perché contaminante uccelli nei delicati ecosistemi insulari. Specie di palme ornamentali, anch’esse aliene, come il ratto nero vengono definite “aliene commercializzate per il grande interesse invasive”: entità alloctone che causano un vivaistico.

23 La diffusione incontrollata di specie invasive al biologiche ed ecologiche che permettono di fuori del loro areale di distribuzione originario loro di diffondersi ed insediarsi sul territorio rappresenta oggi una delle principali minacce colonizzato in maniera rapida e competitiva, a alla biodiversità a livello globale e, nel bioma discapito della biodiversità locale. mediterraneo, è considerata la prima causa Quest’ultima viene danneggiata in modo più diretta di perdita di diversità biologica, insieme o meno evidente. Gli impatti delle invasive al cambiamento di uso del suolo. Ma gli impatti animali sono spesso facilmente osservabili: riguardano anche l’economia (si pensi ai danni si pensi al comportamento predatorio - se si provocati alle colture da Xylella fastidiosa) e la vuole, spettacolare - del calabrone asiatico, salute: la sola zanzara tigre, Aedes albopictus, Vespa velutina, sull’ape domestica, Apis mellifera, ad esempio, può trasmettere malattie come la assediata dai suoi attacchi fuori dall’arnia febbre gialla, la chikungunya e la febbre Zika. mentre si appresta a bottinare. Gli impatti Si stima che soltanto nell’Unione Europea i causati dalle piante invasive, invece, sono più danni legati alle specie invasive costano ogni difficili da percepire, perché avvengono in anno almeno 12 miliardi di euro. Per questi maniera indiretta, tramite competizione per motivi, negli ultimi anni sono nati regolamenti luce, acqua e nutrienti con le specie native. Gli a livello internazionale ed europeo, come il effetti non sono però meno gravi: sviluppando regolamento UE 1143/2014, atti a prevenirne dense formazioni su vaste aree, col tempo, le l’introduzione e a gestirne la diffusione. piante invasive sostituiscono la vegetazione Ma attenzione: non tutte le specie aliene preesistente, riducendo la diversità di specie sono una minaccia. Sono aliene non invasive degli habitat naturali, elemento fondamentale tanti vegetali che riempiono le nostre tavole, per la “salute” degli ecosistemi. come il kiwi (Actinidia deliciosa), nato nell’Asia Il problema delle piante aliene, anche se orientale, di cui l’Italia in pochi decenni è silenzioso e quasi invisibile, ci riguarda diventata secondo produttore al mondo. Nella molto da vicino: l’Italia, con le sue 8195 gran parte dei casi, infatti, le aliene, senza le cure piante native, è un hotspot di biodiversità dell’uomo, non sopravvivono e si estinguono vegetale nel Mediterraneo e primo Paese in in poco tempo. Alcune riescono invece a Europa per ricchezza floristica. Ma, al tempo riprodursi formando popolazioni stabili. Ma stesso, è anche al terzo posto in Europa per solo in pochi casi (circa 1 ogni 100 specie tasso di introduzioni aliene (1.597 aliene, aliene) queste possiedono caratteristiche di cui 221 invasive). Tra le regioni italiane, 24 l’Abruzzo è una delle più ricche in piante native alle porte dell’Italia pronte a sommarsi a quelle (ben 3216). Quasi la metà delle specie vegetali già presenti. Il modo migliore per contenere d’Abruzzo sono presenti nel Parco Sirente-Velino, l’invasione è sicuramente la prevenzione: tutti, che costituisce solo poco più del 5% dell’intera dai gestori del territorio ai comuni cittadini, superficie regionale, con più di 100 tra endemismi possono e devono adottare comportamenti e altre specie rare: questo è un dato tanto di responsabili, come informarsi sull’invasività pregio quanto di grande responsabilità, poiché delle specie piantumate e prediligere l’uso di maggiore è la biodiversità e il numero di piante specie floreali autoctone ai fini ornamentali. native, più grande è il ruolo svolto nel preservare Mentre, per qualche invasiva, può essere la biodiversità globale. fondamentale garantire un monitoraggio Complice la natura prevalentemente montuosa dei popolamenti per eventuali interventi del territorio e un basso indice di antropizzazione, di controllo; ricordandoci che il controllo l’Abruzzo è anche una delle regioni con meno aliene dell’espansione delle piante invasive non deve (350 specie), in gran parte archeofite (ovvero e non può essere un irrealistico tentativo introdotte prima della scoperta dell’America, di conservare una statica “purezza” della probabilmente per la diffusione dell’agricoltura flora nel tempo: i fenomeni di estinzione, in tempi molto antichi) che si trovano concentrate così come l’immigrazione di nuove specie nelle aree più modificate dall’uomo, ovvero le in regioni differenti, sono sempre esistiti, pianure costiere e alluvionali, oggetto di bonifiche, garantendo l’evoluzione sulla terra di forme agricoltura e urbanizzazione. Ma questo non di vita via via selezionate dall’ambiente in deve far abbassare la guardia: gli insediamenti costante cambiamento. Ciò che è auspicabile, urbani, relativamente recenti, così come l’attività soprattutto alla luce dei cambiamenti climatici florovivaistica connessa, sono in espansione e in atto, è garantire i naturali processi di possono rappresentare un veicolo di diffusione evoluzione e adattamento, limitando per di piante aliene invasive e dunque minacciare quanto possibile le interferenze antropiche che gli ambienti ad alta naturalità. Non è più raro stanno promuovendo poche specie aggressive osservare nelle aree ruderali delle invasive come che abbassano i livelli di biodiversità, garanzia Euphorbia maculata; così come l’Agave americana, di resilienza per ogni ecosistema. stabilizzatasi su rupi di bassa quota, che minaccia alcune specie rare come Aurinia sinuata; mentre l’ailanto (Ailanthus altissima), grazie alla capacità Dott.ssa MARIA ELENA PALUMBO di riprodursi per polloni e alla produzione di Naturalista metaboliti come l’ailantone che inibiscono le (Università degli Studi di Cagliari) altre specie, lentamente sostituisce tante specie forestali native. Tutti aspetti che dimostrano una tendenza all’omogeneizzazione biotica attiva anche sul territorio abruzzese. Per saperne di più o per contribuire al monitoraggio delle Secondo il progetto Life ASAP, il numero di specie specie aliene invasive è possibile visitare i siti dei progetti aliene invasive è in crescita: +95% in Italia negli europei www.csmon-life.eu e www.lifeasap.eu ultimi 30 anni. E continuerà a crescere come [*] DOI: 10.1126/science.287.5459.1770 risultato del mondo globalizzato, complici anche [**] https://doi.org/10.1080/11263504.2018.1441197 i cambiamenti climatici in atto e le piante invasive [***] https://doi.org/10.1080/11263504.2017.1419996

25 IL SUGGERIMENTO

CAMOSCIO APPENNINICO Proseguono le iniziative di educazione ambientale nel Centro Visita del Camoscio

ROCCA DI MEZZO - Proseguono con grande in piena tranquillità e sicurezza, gli esemplari successo di pubblico le iniziative di educazione presenti nell’area faunistica a loro dedicata. ed informazione ambientale del Parco L’ingresso nella struttura museale e le attività all’interno del centro visita del camoscio di laboratoriali, riservate ai piccoli visitatori, Rovere (). sono state offerte dall’Ente Parco al fine di Le Cooperative SHERPA ed AMBECO’, incrementare la sensibilità e l’attenzione dei gestori del Centro di Educazione Ambientale turisti rispetto alla corretta gestione della del Parco, hanno attivato anche per l’estate fauna selvatica. 2020 il servizio di visita guidata all’interno Numerose sono state le iniziative collaterali della struttura museale, adottando tutte le messe in campo dal Centro di Educazione precauzioni rese necessarie dall’emergenza Ambientale, proposte attraverso un fitto sanitaria (COVID 19). calendario di appuntamenti. I numerosi turisti, hanno avuto modo di conoscere le caratteristiche e le abitudini del camoscio appenninico osservando dal vivo,

26 27 LE NOTIZIE DEL PARCO

Il Parco lancia “D’estate al mio paese”

Con due appuntamenti di teatro musicato, il primo a , nella suggestiva piazza San Francesco, fissato al 12 agosto 2020, alle ore 21.15, e l’altro previsto per il 19 agosto 2020 all’anfiteatro romano di Alba Fucens, con medesimo orario, ha preso il via la prima edizione della Rassegna promossa dal Parco Regionale Sirente - Velino “D’estate al mio paese…”, ideata e diretta dalla pianista aquilana Sara Cecala.

Protagonisti dell’evento sono stati l’attore (e regista) pescarese Milo Vallone al quale è stato affidato un testo, scritto ad hoc per ciascuna delle serate culturali, curato dalla stessa Sara Cecala che si è esibita al pianoforte assieme ad Antonio Scolletta (al violino), a Lorenzo Scolletta (alla fisarmonica) e con la partecipazione della suadente voce di Libera Candida D’Aurelio.

“Il Parco Sirente - Velino e i suoi preziosi borghi non hanno bisogno di presentazione, ma meritano di essere raccontati attraverso le piccole e autentiche storie di vita quotidiana, quelle scandite dal trascorrere lento del tempo, al ritmo della natura, all’ombra delle pietre antiche che i Romani, i Vestini e i Marsi abitarono - dice Sara Cecala” “Questi scrigni di ricchezze archeologiche ed architettoniche hanno tanto ancora da offrire ai propri abitanti e ai visitatori più attenti che potranno volgere lo sguardo al fiume Aterno, al maestoso Sirente, all’imponente Velino e alla piana del Fucino, quest’ultima un tempo regno di fieri pescatori, e percorrere un breve ed intenso viaggio musicale tra i ricordi nostalgici di un giovane che ricerca le sue radici nel paese natìo, dove torna per caso in una calda notte di agosto”.

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