Marillion.Com " Non Lascia Il Segno
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Marillion Scritto da Montag Domenica 01 Novembre 2009 15:18 - Il primo 'nucleo' dei Marillion nasce nel '78 da un'idea del batterista Mick Pointer. Il nome del gruppo è Silm arillion , nome tratto da un libro pubblicato postumo di J.R.R. Tolkien, autore e ispiratore (involontario) di un genere letterario che è il Fantasy . All'inizio i Silmarillion sono una band strumentale, con influenze non definite ma con una propensione ad una musica piuttosto complessa. Ma il gruppo è giovane e, dopo i primi 'disastri' live, chitarrista e tastierista se ne vanno. L'anno successivo, grazie ai soliti e mitici annunci sulle riviste di settore, si unisce al gruppo Ste ve Rothery , un chitarrista affascinato da artisti quali Gilmour, Hackett e Latimer. La sintonia con il resto del gruppo, in special modo con Mick, è totale. Si riesce a trovare un tastierista, Brian Jelliman, e il nome del gruppo viene 'accorciato' a Marillion. Si cominciano a produrre i primi demo di carattere estremamente differente dai Marillion che conosciamo: musica barocca con tinte neoclassiche, inserti di flauto e un'aria bucolica pervade la loro proposta musicale. Si cercano ingaggi per concerti, e dopo vari fiaschi si arriva a suonare persino in una clinica psichiatrica (almeno così narra la leggenda...). Sul finire del '79 una piccola svolta: Doug Irvine (bassista) si cura delle parti cantate! Questa scelta (del canto, cioè) 'sconvolge' la musica dei Marillion. Da brani precedenti, come una fenice, sorge la prima 'canzone' della band, Close (che con Fish diverrà The Web ). Purtroppo, Doug lascia la band e i reduci sono costretti a cercare bassista e cantante. Ancora una volta gli annunci portano nuova linfa vitale al gruppo. Un boscaiolo enorme si propone come cantante. Ha gli occhi chiari, sguardo penetrante ed è alto circa due metri: William Derek Dick, soprannominato dagli amici Fish. Il suo amore per Van der Graaf Generator e Peter Hammill, come per i Genesis, lo fanno inserire perfettamente nel gruppo. In poco tempo, con Rothery a fare da bassista oltre che da chitarrista, sorgono Garden Party, T he Web , Grendel 1 / 12 Marillion Scritto da Montag Domenica 01 Novembre 2009 15:18 - che saranno (almeno i primi due) dei classici ever green della band. I Marillion, dato che il tentativo di far 'girare' per radio i loro demo non funziona, decidono di conquistare il pubblico con tantissimi concerti. In questo modo, il gruppo va catturando l'attenzione. Mark Kelly rimpiazzerà Jelliman (precedente tastierista) e, infine, si unirà alla band Peter Trewavas che rimpiazza un altro bassista che per qualche tempo aveva lavorato con la band, Diz Minnit . Si arriva così alla prima formazione 'stabile' dei Marillion: Mark Kelly, Fish, Steve Rothery, Peter Trewavas, Mick Pointer. Svolta importante per il gruppo è il contratto discografico con la EMI che si interessa ai Marillion, visto il successo, ora, di alcuni programmi radiofonici che parlano di loro e, soprattutto, visto l'interesse del pubblico ai loro concerti. Il primo lavoro discografico è un singolo con Market Square Heroes e Three boat down from the candy come retro. La grafica è affidata a Mark Wilkinson che interpreta alla grande l'atmosfera della musica marillioniana ideando insieme a Fish quello che diverrà una icona per il gruppo: il "Jester". Questo personaggio racchiude tutte le peculiarità del gruppo: la teatralità di Fish durante i concerti e la drammaticità (romanticismo?) della musica. Nella versione mix viene pubblicata persino Grendel, e da allora l'accostamento fatto con i Genesis è una costante di tutte le recensioni dei lavori dei Marillion. Si incide il primo album, "Script for a Jester Tear", con molte difficoltà sia interpersonali che per la tecnica del batterista fondatore della band. Con la classe che contraddistingue il gruppo (ma soprattutto Fish), Mick verrà estromesso dalla band appena dopo i concerti per promuovere l'uscita dell'album. Fortunatamente, questi concerti sono stati filmati e ne rimane testimonianza nei due video "Rec ital for a Script " e " The Web/Grendel EP ". 2 / 12 Marillion Scritto da Montag Domenica 01 Novembre 2009 15:18 - A sostituire Pointer ci sarà Andy Ward (ex Camel), ma l'intesa non dura molto. Per la registrazione del nuovo album "Fugazi" viene invitato come session man Ian Mosley (nel frattempo, anche qualche altro batterista viene coinvolto ma le cose non funzionano..., se non ricordo male il batterista dei Gtr suona per un po' col gruppo…). Ian resterà colpito dalla determinazione della band, e alla fine decide di farne parte come membro effettivo. Questa formazione resterà stabile fino all'abbandono di Fish, regalandoci altri due stupendi album in studio. Dopo Fugazi, che riscuote un certo interesse anche in Italia, i Marillion decidono di abbandonare la strada intrapresa con quest'album. Non più sovraincisioni, e tecniche di registrazione fredde. Si ricerca, per il nuovo album, una sorta di clima live. Nasce così, in Germania, " Misplaced Childhood ", il disco del successo. Resterà un paio di settimane primo in classifica in Inghilterra; i singoli Keyleigh e Lavander fann o il giro dell'Europa, trascinando il disco e il gruppo nel vortice della 'notorietà'. Fiumi di parole spese per loro sui giornali. Critiche per il ritorno al passato; si insinua che il disco è una vecchia composizione dei Genesis..., insomma si sfiora il delirio e il ridicolo. Il disco è semplice, nessuna sovraincisione, una doppia suite... un concept... (quest'anno è magico, anche Kate Bush fa una suite nel suo bellissimo "Hands of love"). Finiti gli infiniti tour, si ritorna in studio e si scrive "Clutching at Straws". Ma non è più come prima, il tour a sostegno dell'ultima fatica in studio logora gli animi; il disco ha ancora un discreto successo sebbene non replichi le vendite di Misplaced Childhood. Ci sono, inoltre, pressioni per avere consenso di pubblico in America, e quindi un cambio di sound e soprattutto nelle liriche. Ufficialmente Fish esce dal gruppo per divergenze sulla musica da comporre, in realtà Fish esce quando la musica del nuovo album era quasi interamente completata, così come le liriche – è divertente, a tal proposito, ascoltare il bonus cd della ristampa di Clutching at Straws che contiene su musiche di Seasons End i testi che saranno presenti sul primo disco solista di Fish. A mio parere, la decisione di abbandonare i Marillion si deve al grande ego di Fish: egli riteneva fosse il momento di cavalcare da solo le onde del successo prima che svanissero. Ma, ripeto, è una mia opinione. La composizione del disco va avanti e, a registrazioni finite, compare e si unisce al gruppo Stev e Hogarth . Personalità completamente differente dal frontman precedente, lascia un po' perplessi i vecchi fan. " Seasons End 3 / 12 Marillion Scritto da Montag Domenica 01 Novembre 2009 15:18 - " è ancora un bel disco, ma il successivo (Holidays in Eden) è un tentativo di commercializzare la proposta Marillion in America. Ormai la magia è finita, i mass media si dimenticano dei Marillion, e così i cinque possono ritornare a fare musica seria. " Brave " è forse quanto di più interessante realizzato dalla band. Un concept di qualità, dove finalmente la voce di Hogart si innesta al meglio nelle sonorità create dagli altri quattro. Hogart suona anche le tastiere, ma i Marillion si discostano da quello che era il cliché della loro musica negli anni '80 . Le tastiere vengono usate per cesellare atmosfere, così come la chitarra perde il suo ruolo da assolo ma è onnipresente con tantissimi fraseggi. E' sicuramente il passo successivo dell'evoluzione della creatura Marillion. Non c'è, però, riscontro né negli ormai perduti fan né nei mass media. E' crisi! Si realizza un album ancora interessante come "Afraid Of Sunlight", poi si abbandona la EMI. Si crea un'etichetta propria e si producono tre album che non hanno nulla o quasi a che fare con il passato ma che testimoniano l'esigenza di fare musica diversa da un po' tutto. "This Strange Engine" è un caleidoscopio musicale, tante cose, alcune riuscite altre no; "Radi ation " è forse il meno riuscito dei tre; " Marillion.com " non lascia il segno. In ognuno di questi lavori c'è una qualche traccia che ricorda il periodo migliore, in genere lunghe composizioni, con un bel solo di chitarra o di tastiere, ma sono ricordi che ormai vanno archiviati. Nel 2001 i Marillion tornano con la EMI, e fanno un disco, "Anoraknophobia", che finalmente non paga nessun dazio al passato. Può non piacere, ma bisogna riconoscere la volontà di comporre seguendo strade mai percorse. Le chitarre aggressive, la batteria elettronica, il modo di sviluppare la ritmica rendono l'ultimo disco degno di attenzione e sicuramente attuale, inserito pienamente in quello che può essere il mondo musicale del 2002. Molto meglio un disco così, che confezionare il solito contentino per i vecchi fan creando un disco disomogeneo e senz'anima come i precedenti. Album in studio Script for a Jester's tear (1982) Sei canzoni, sei pezzi da brivido per quegli anni. 4 / 12 Marillion Scritto da Montag Domenica 01 Novembre 2009 15:18 - Immaginate il periodo: disco music alla Yazoo, musica di "plastica", la PFM di Capitani coraggiosi, le Orme di Marinai, i Banco di Moby Dick. Queste sei canzoni brillano come gemme (come Silmarill, le gemme ricercate nel "Silmarillion" di Tolkien, appunto) avvolte in carta da giornale. La voce di Fish e un pianoforte ci guidano nel labirinto della musica dei Marillion; Script for a jester tear è la canzone che riassume la proposta musicale del gruppo: un testo drammatico su una musica grigia con cambi di tempo ed ambientazioni. L'interpretazione vocale è emozionante, avvincente, non tanto per la tecnica, ma per la passione con cui i versi vengono cantati.