Piano Generale
di
Protezione Civile
Dott. Ing. Nicola Giorgio MORRONE Dott. Geologo Domenico FAZIOLI Data: 31/10/2004 Rev. 1 Comune di Sant’Elia a Pianisi (Campobasso) - Piano di Protezione Civile Pag. 1 di 1
GENERALITA’ ...... 3 INTRODUZIONE ...... 5 0.1 - Protezione Civile – Concetto Base...... 5 0.2 - Attività di Previsione e Prevenzione ...... 5 0.3 - Programmazione ...... 6 0.4 - Potere di Ordinanza ...... 6 0.5 - Stato di Emergenza...... 6 0.6 - Stato di Calamità ...... 7 0.7 - Elementi legislativi di riferimento...... 7 0.8 - Attribuzioni e compiti del Sindaco...... 9 0.9 – Numeri Telefonici utili...... 13 0.10 - Web utili: ...... 14 0.11 - Glossario...... 15 0.12 – Carta stradale per raggiungere Sant'Elia a Pianisi ...... 17 Capo I - Modello di intervento...... 19 1.1 - FASI DELL'EMERGENZA...... 20 1.2 - PRONTO INTERVENTO...... 24 Capo II - Personale e Mezzi...... 25 2.2 - COORDINAMENTO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE...... 28 2.3 - RESPONSABILE DEL PIANO DI PROTEZIONE CIVILE...... 30 2.4 - CENTRO OPERATIVO COMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE (COC) ...... 31 2.5 SALA OPERATIVA ...... 33 2.5.1 FUNZIONI DI SUPPORTO -...... 34 FUNZIONE 1 - TECNICO SCIENTIFICO – PIANIFICAZIONE...... 35 FUNZIONE 2 - SANITA', ASSISTENZA SOCIALE E VOLONTARIATO ...... 36 FUNZIONE 3 - MATERIALI E MEZZI - SERVIZI ESSENZIALI CENSIMENTO DANNI ...... 38 FUNZIONE 4 - STRUTTURE OPERATIVE, VIABILITA’, ...... 41 2.5.2 SEGRETERIA SALA OPERATIVA ...... 43 2.5.3 UFFICIO RELAZIONI CON IL PUBBLICO ...... 44 2.5.4 SALA STAMPA RESPONSABILE RAPPORTI CON I MASS-MEDIA ...... 46 2.6 - Schema delle ATTIVITA' IN PREALLARME ...... 48 2.7 - Schema delle ATTIVITA' IN ALLARME...... 49 2.8 - Schema delle ATTIVITA' IN GESTIONE DELL'EMERGENZA...... 50 Capo III - DESCRIZIONE del TERRITORIO e Ipotesi di Calamità...... 51 3.1 - DATI TERRITORIALI ...... 52 3.1.1 SCHEDA COMUNE...... 53 3.1.2 Mappa del territorio ...... 54 3.1.3 ASPETTO GEOMORFOLOGICO ED ANTROPICO...... 55 3.1.4 ASPETTI GEOLOGO-TECNICI ...... 56 3.2 - RISCHIO FRANE ...... 57 3.3 - RISCHIO METEO ...... 59 ALLUVIONE ED ESONDAZIONE...... 59 MONITORAGGIO...... 59 ALLAGAMENTO DA PIOGGIA ...... 60 MONITORAGGIO...... 60 RISCHIO Neve e Ghiaccio ...... 60 MONITORAGGIO...... 60 3.4 - INCENDIO BOSCHIVO...... 62 3.4.1. AVVISTAMENTO INCENDI ...... 62 3.5 - SISMA ...... 63 3.5.1 - STIMA DEGLI EDIFICI PUBBLICI E PRIVATI D’IMPORTANZA STORICA e STRATEGICA COINVOLTI ...... 64 Capo IV - RISORSE E STRUTTURE ...... 65 4.1 - Risorse interne ...... 66 4.1.1 RADIO RICETRASMITTENTI IN DOTAZIONE AL COMUNE...... 66 4.1.2 - ELENCO MEZZI E APPARECCHIATURE DI PROPRIETA COMUNALE ...... 66 4.1.3 - RECAPITI DEI FUNZIONARI COMUNALI...... 67
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4.1.4 - RECAPITI DELLE PERSONE ESTERNE CITATE NEL PIANO ...... 68 4.2 - Risorse esterne...... 69 4.2.1 AREA TECNICO-SCIENTIFICA ...... 69 4.2.2 AREA SANITARIA ...... 71 4.2.3 AREA VOLONTARIATO...... 74 4.2.4 AREA MATERIALI E MEZZI...... 75 Capo V - dati sociali ...... 84 5.1 - POPOLAZIONE ...... 85 5.1.1 INVALIDI/ANZIANI ...... 85 Capo VI - VIABILITA' e Collegamenti ...... 88 6.1 - VIABILITA' PRINCIPALE ...... 89 6.2 - FERROVIA...... 90 6.3 - COLLEGAMENTO AEREO ...... 90 6.4 - COLLEGAMENTI CON L'OSPEDALE ...... 91 6.5 - ITINERARI ALTERNATIVI ...... 91 Capo VII - AREE di protezione civile ...... 92 7.1 – Elenco delle aree di attesa (v. Tav. 1)...... 94 7.2 – Elenco dei ricoveri (v. Tav. 2)...... 94 7.3 – Elenco delle aree per allestimento tendopoli (v. Tav. 2)...... 94 7.4 – Area di Allestimento tendopoli (v. Tav. 3)...... 94 7.5 - Interventi Logistici ...... 95 7.6 - Criteri per l’allestimento di campi, tendopoli, aree di attesa ...... 95 Capo VIII – Tavole e Ordinanze ...... 99
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“II piano rappresenta uno strumento dinamico, che andrà periodicamente aggiornato e revisionato, sia per tenere conto dell'esperienza acquisita nel corso di periodiche esercitazioni, sia per integrarlo con nuove informazioni circa le variazioni della realtà organizzativa e strutturale, che per adeguarlo a nuove esigenze di sicurezza ed allo sviluppo dei mezzi e della tecnica. La versione attuale, rev. 1, è aggiornata a tutto il 31/10/2004”: - ing. Nicola Giorgio MORRONE.
GENERALITA’
Redattori del Piano II presente Piano di Protezione Civile del Comune di Sant’Elia a Pianisi, é stato redatto dai Tecnici: Dott. Ing. Nicola Giorgio MORRONE e Dott. Geol. Domenico Fazioli, in collaborazione con il geom. Salvatore Garofano, Responsabile dell’Ufficio Tecnico comunale.
Finalità del Piano L’obiettivo primario del Piano è quello di definire le varie competenze e attività comunali nel campo della protezione civile e fornire le direttive per una gestione coordinata dei vari interventi di emergenza e di soccorso, al fine di ridurre al minimo i danni alle persone, alle cose ed all’ambiente a seguito del verificarsi, sul territorio comunale, di situazioni di emergenza.
Contenuti del Piano La Parte introduttiva è rivolta in maniera particolare al Sindaco ed agli Amministratori, affinché in poche pagine abbiano immediatezza del quadro di riferimento normativo e indicazioni di sintesi sulle attività che sono tenuti a svolgere. In questa parte sono illustrati i concetti base della Protezione Civile ed alcuni elementi legislativi di riferimento in base ai quali il Sindaco detiene il potere di Ordinanza; sono inoltre elencati, in forma di scheda sintetica, i compiti e le attribuzioni del Sindaco.
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Infine sono elencati alcuni numeri telefonici e alcuni indirizzi di siti web utili, nonché un glossario di riferimento ed una mappa stradale utile per dare indicazioni per raggiungere Sant'Elia a Pianisi.
Le Parti Successive costituiscono il Piano Generale di Protezione Civile del comune di Sant'Elia a Pianisi.
II Piano é cosí articolato: Parte prima: modello d'intervento. In caso di Allarme Chi deve fare Che cosa Parte seconda: il sistema comunale di protezione civile. Le competenze nella fase di previsione, prevenzione, soccorso e superamento dell’emergenza. Le procedure di attivazione del Servizio Comunale di Protezione Civile in fase di emergenza. Parte terza: descrizione del territorio e ipotesi di calamitá. Parte quarta: risorse e strutture di protezione. Parte quinta: dati sociali. Parte sesta: viabilità e collegamenti. Parte settima: aree di protezione civile. Parte ottava: Tavole e modelli delle Ordinanze e di altri messaggi per la popolazione.
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INTRODUZIONE
0.1 - Protezione Civile – Concetto Base L’insieme dei servizi rivolti all’integrità fisica degli individui, alla salvaguardia dei loro beni e all’ambiente che li circonda, quando si verificano violenti ed improvvisi stravolgimenti territoriali ed ambientali, costituiscono gli interventi particolari attuati dal Servizio Nazionale della Protezione Civile.
Per lo svolgimento delle finalità di tale servizio, il Presidente del Consiglio dei Ministri o per sua delega il Ministro per il coordinamento della Protezione Civile, si avvale del Dipartimento della Protezione Civile, istituito nell’ambito della Presidenza del Consiglio dei Ministri ai sensi dell’art. 21 della Legge 400/88.
Tale servizio risulta costituito da un complesso funzionale-strutturale di componenti e strutture operative.
Le prime, svolgono attività di programmazione legislativa, di promozione, di indirizzo e coordinamento, sono cioè dei pubblici poteri che hanno titolarità a diversi livelli della funzione di Protezione Civile, Stato, Regioni; Province; Comuni; Comunità Montane.
Le seconde, si configurano come organizzazioni specialistiche stabili, atte professionalmente ad attuare gli interventi di Protezione Civile e partecipano collaborando con tutte le componenti di Servizio, fornendo consulenza a svolgendo interventi di supporto inerenti a tutte le attività di protezione civile, Vigili del Fuoco; Forze Armate; Forze di Polizia; Corpo Forestale dello Stato; Servizi Tecnici Nazionali; Gruppi Nazionale di Ricerca Scientifica; Croce Rossa Italiana; Strutture del Servizio Sanitario Nazionale; Organizzazioni di Volontariato; Corpo Nazionale Soccorso Alpino (CNSA-CAI).
Il Servizio Nazionale della Protezione Civile è costituito anche da: Organismi pubblici e privati (Enti pubblici, Istituti, Gruppi di ricerca scientifica, Istituzioni ed Organizzazioni private); da mezzi, strumenti, attività e risorse disponibili per l’attuazione degli interventi di Protezione Civile.
0.2 - Attività di Previsione e Prevenzione
Sono considerate attività di Protezione Civile quelle volte a prevedere e prevenire ogni ipotesi di rischio, soccorrere la popolazione colpita ed ogni altra azione necessaria ed irrimandabile volta al superamento dell’emergenza.
Infatti la Protezione Civile non è soltanto organizzazione del soccorso ma, prima di tutto, deve essere previsione e prevenzione che ne costituiscono gli elementi centrali.
L’attività di Protezione Civile, pertanto, si snoda attraverso quattro distinte direttrici: 1. la Previsione che consiste in quella serie di attività che sono dirette allo studio ed alla determinazione delle cause dei fenomeni calamitosi, la conoscenza dei rischi e l’individuazione delle zone di territorio dove esse hanno incidenza.
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2. la Prevenzione che scaturisce dalle conoscenze acquisite dallo studio previsionale e da tutte le altre attività volte ad evitare o ridurre al minimo i danni.
3. il Soccorso che riguarda l’organizzazione degli interventi e la loro gestione, per assicurare alla popolazione colpita il salvataggio e la prima assistenza.
4. il Superamento dell’Emergenza che consiste nell’insieme di iniziative (coordinate con gli organi istituzionali competenti) necessarie ed irrimandabili, volte a rimuovere gli ostacoli per la ripresa delle normali condizioni di vita.
0.3 - Programmazione
Gli strumenti giuridici di intervento delle componenti, ai diversi livelli della funzione di Protezione Civile, sono: i programmi, i piani e le ordinanze:
Essi presuppongono la programmazione delle attività di previsione e prevenzione e la successiva pianificazione degli interventi di soccorso, per l’attuazione dei quali si ricorre al potere di ordinanza.
La Programmazione è afferente alla fase di previsione dell’evento, intesa come conoscenza dei rischi che gravano sul territorio, nonché alla fase della prevenzione intesa come attività destinata alla mitigazione dei rischi stessi.
A tale scopo i programmi devono essere ricognitivi delle problematiche che si riferiscono al territorio e devono, pertanto, prevedere l’individuazione delle possibili soluzioni con specifico riferimento ai tempi ed alle risorse disponibili o da reperire.
In un contesto unitario, la programmazione deve riguardare scenari connessi a rischi che per la loro natura o estensione richiedono l’intervento degli organi comunali.
0.4 - Potere di Ordinanza
Dal momento che i pubblici poteri, titolari della funzione di direzione degli interventi di soccorso, devono operare celermente superando difficoltà operative, è previsto che gli stessi possano operare in “regime eccezionale” avvalendosi dello strumento giuridico dell’Ordinanza, in deroga ad ogni disposizione vigente e nel rispetto dei principi generali dell’ordinamento giuridico.
L’Ordinanza costituisce un provvedimento di necessità ed urgenza per dare attuazione agli interventi di emergenza e per evitare situazioni di pericolo o maggiori danni a persone o cose.
Il potere di ordinanza compete al Presidente del Consiglio dei Ministri o per sua delega al Ministro per il coordinamento della Protezione Civile, al prefetto, al Sindaco, al Presidente della Giunta Regionale i quali, in via straordinaria, se ne servono per affrontare emergenze eccezionali.
0.5 - Stato di Emergenza
Al verificarsi degli eventi di cui all’art. 2, comma 1 lettera c, della L.225/92 il Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri, ovvero per sua delega, ai sensi dell’art.1, comma 2, del Ministro per il coordinamento della Protezione Civile, delibera lo Stato di
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Emergenza, determinandone durata ed estensione territoriale in stretto riferimento alla natura degli eventi.
Con le medesime modalità si procede all’eventuale revoca dello Stato di Emergenza al venir meno dei relativi presupposti (art. 5, comma 1, L.225/92).
Lo Stato di Emergenza è una situazione di grave o gravissima crisi in un’area determinata del territorio al seguito del verificarsi di calamità naturali, catastrofi od altri eventi che, per intensità ed estensione, devono essere fronteggiati con mezzi e poteri straordinari, attraverso l’emanazione di provvedimenti (ordinanze) anche in deroga all’ordinamento vigente.
0.6 - Stato di Calamità
Lo Stato di Calamità è una situazione conseguente al verificarsi di eventi naturali calamitosi di carattere eccezionale, ma non gravissimo, che provocano ingenti danni alle attività produttive dei settori dell’industria, del commercio, dell’artigianato e dell’agricoltura.
La dichiarazione dello Stato di Calamità, per danni all’industria, commercio, artigianato, finalizzata al ristoro parziale dei danni in questi specifici settori, è prevista dalla Legge n. 50 del 13 Febbraio 1952, e successive modifiche ed integrazioni, ed è emanata dal Presidente del Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro dell’Industria, sulla base dell’istruttoria formulata dalla Prefettura, alla quale sono pervenute da parte del Comune e delle Associazioni di Categoria, notizie dei danni subiti.
La dichiarazione dello Stato di Calamità finalizzata al ristoro parziale dei danni al settore produttivo dell’agricoltura, è prevista dalla Legge n. 185 del 14 Febbraio 1992.
Competente ad emanare il provvedimento è il Ministro delle Risorse Agricole, Alimentari e Forestali previa istruttoria della Regione da completare entro 60 giorni dall’evento.
Per quanto concerne i danni alle opere pubbliche il Governo, avuto riguardo all’entità dei danni ed alle disponibilità statali in bilancio, potrà valutare l’opportunità e la possibilità di emanare un provvedimento legislativo ad hoc (decreto legge).
A questo riguardo le Regioni e le Province autonome dovrebbero prevedere sul proprio bilancio e nel proprio ordinamento, i necessari strumenti di intervento in caso di calamità.
Il Dipartimento della Protezione Civile potrà assumere l’iniziativa di una proposta sulla base di analitica descrizione dei danni, suddivisa per settori di intervento, operata dai Prefetti e dalle regioni, rispettivamente per lo opere di competenza statale e regionale.
Per quanto riguarda l’effettiva ricognizione e la quantificazione sommaria dei danni subita dai privati è effettuata dai Prefetti e trasmessa, in analogia a quanto avviene per le opere di competenza statale e regionale, al Dipartimento della Protezione Civile.
0.7 - Elementi legislativi di riferimento
L’art. 15 della Legge n.225 del 24 Febbraio 1992 (competenze del Comune ed attribuzioni del Sindaco), recita testualmente: 1. “Nell’ambito del quadro ordinamentale in materia di autonomie locali, ogni Comune può dotarsi di una struttura di Protezione Civile”.
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2. La Regione, nel rispetto delle competenze ad essa affidate in materia di organizzazione dell’esercizio delle funzioni amministrative a livello locale, favorisce, nei modi e con le forme ritenuti opportuni, l’organizzazione di Strutture Comunali di Protezione Civile.” 3. Il Sindaco è autorità comunale di Protezione Civile, al verificarsi dell’emergenza nell’ambito del territorio comunale amministrativo, assume la direzione e il coordinamento dei servizi di soccorso e di assistenza alla popolazione colpita e provvede agli interventi necessari dandone immediata comunicazione al Prefetto ed al Presidente della Giunta Regionale.” 4. Quando la calamità naturale o l’evento non possono essere fronteggiati con i mezzi a disposizione del Comune, il Sindaco chiede l’intervento di altre forze e strutture al Prefetto, che adotta i provvedimenti di competenza, coordinando i propri interventi con quelli dell’autorità comunale di Protezione Civile”.
Ai sensi degli art. 50 e 54 della Legge n. 142/90 il Sindaco, quale ufficiale del Governo, sovrintende: A. alla tenuta dei registri di stato civile e di popolazione ed agli altri adempimenti demandategli dalla legge in materia elettorale, di leva militare, di statistica; B. alla emanazione degli atti che gli sono attribuiti dalle leggi e dai regolamenti in materia di ordine e di sicurezza pubblica, di sanità di igiene pubblica; C. allo svolgimento, in materia di pubblica sicurezza e di polizia giudiziaria, delle funzioni affidategli dalla legge; D. alla vigilanza su tutto quanto possa interessare la sicurezza e l’ordine pubblico, informandone il Prefetto.
Il Sindaco, quale ufficiale di Governo, adotta, con atto motivato e nel rispetto dei principi generali dell’ordinamento giuridico, provvedimenti contingibili ed urgenti in materia di Sanità ed igiene, edilizia e polizia locale al fine di prevenire ed eliminare gravi pericoli che minacciano l’incolumità dei cittadini; per l’esecuzione dei relativi ordini può richiedere al Prefetto, ove occorra, l’assistenza della forza pubblica.
Se l’ordinanza adottata ai sensi del comma 2 è rivolta a persone determinate e queste non ottemperano all’ordine impartito, il Sindaco può provvedere di ufficio a spese degli interessati, senza pregiudizio dell’azione penale per i reati in cui fossero incorsi.
Chi sostituisce il Sindaco esercita anche le funzioni di cui al presente articolo.
Nell’ambito dei servizi di cui al presente articolo, il Prefetto può disporre ispezioni per accertare il regolare funzionamento dei servizi stessi, nonché per l’acquisizione di dati e notizie interessanti altri servizi di carattere generale.
Nelle materie previste dalle lettere a), b), c) e d) del comma 1, nonché dall’articolo 10, il Sindaco, previa comunicazione al Prefetto, può delegare l’esercizio delle funzioni ivi indicate al Presidente del Consiglio di Circoscrizione; ove non siano costituiti gli organi di decentramento comunale, il Sindaco può conferire la delega ad un consigliere comunale per l’esercizio delle funzioni nei quartieri e nelle frazioni.
Ove il Sindaco o chi ne esercita le funzioni non adempia ai compiti di cui al presente articolo, il Prefetto può nominare un Commissario per l’adempimento delle funzioni stesse.
Alle spese per il Commissario provvede l’Ente interessato.
Ove il Sindaco non adotti i provvedimenti di cui al comma 2, il Prefetto provvede con propria ordinanza.
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0.8 - Attribuzioni e compiti del Sindaco
Il Sindaco è autorità comunale di Protezione Civile, in emergenza i compiti di direzione e coordinamento degli interventi sul territorio amministrato sono di sua competenza.
Al momento dell’emergenza, quando questa è fronteggiabile a livello comunale, il Sindaco, nell’ambito del proprio territorio, coadiuvato dalla struttura comunale di Protezione Civile, provvede agli interventi necessari, raccordandosi con il Prefetto e con il Presidente della giunta Regionale. Qualora. L’emergenza non può essere affrontata con i mezzi e le energie umane a disposizione, il Sindaco chiede l’intervento del prefetto e del presidente della Giunta Regionale, per avere a disposizione altre forze e strutture.
Quando l’evento calamitoso non può essere fronteggiato nemmeno a livello prefettizio, l’emergenza dovrà essere affrontata con mezzi e poteri straordinari (art. 2, lettera c, Legge 225/92 ) con la conseguente deliberazione dello Stato di emergenza da parte del Consiglio dei Ministri, su proposta del Presidente del consiglio dei Ministri, ovvero, per sua delega, del Ministro per il coordinamento della protezione civile che, determina durata ed estensione territoriale dell’emergenza, in stretto riferimento alla natura degli eventi ( art. 5, comma 1, Legge 225/92 ).
In conseguenza della dichiarazione dello Stato di Emergenza, il Presidente del Consiglio dei Ministri o per sua delega il Ministro per il coordinamento della protezione civile, può nominare anche un “Commissario delegato” per l’attuazione degli interventi di emergenza, quando il coordinamento e la direzione delle Strutture di protezione civile appartiene a più ambiti provinciali, in questo caso, il Sindaco resta competente per ciò che riguarda la direzione degli interventi di emergenza relativamente al suo ambito territoriale.
Più specificatamente l’attività del Sindaco dovrebbe articolarsi attraverso le seguenti fasi:
1) Attività preparatoria 2) Attività nel periodo di intervento 3) Attività da sviluppare in caso di evento senza preannuncio 4) Attività per il superamento dell’emergenza
ATTIVITA’ TEMPI
1. Attività preparatoria (Periodo ordinario)
Il Sindaco provvede a: