Parrocchia di San Giacomo Maggiore in Grigno. Inventario dell'archivio storico (1569-1952)

a cura di Cooperativa Koinè

Provincia autonoma di . Servizio beni librari e archivistici 2003

Premessa L'ordinamento e l'inventariazione dell'archivio sono stati realizzati, per incarico e con la direzione tecnica del Servizio Beni librari e archivistici della Provincia autonoma di Trento e con la collaborazione dell'Archivio Diocesano Tridentino, a cura della Cooperativa Koinè di Trento; il lavoro è stato ultimato nel 2003. L'inventario, redatto originariamente con il programma "Sesamo", è stato successivamente convertito alla versione "Sesamo 2000" e pubblicato in questo formato nella sezione riservata agli archivi del portale Trentinocultura (www.trentinocultura.net). L'importazione in AST-Sistema informativo degli archivi storici del e la conseguente revisione dei dati sono state curate dalla Soprintendenza per i beni librari archivistici e archeologici con la collaborazione di Chiara Bruni, Ines Parisi ed Emanuela Pandini (Cooperativa ARCoop) nel corso del 2010, secondo le norme di "Sistema informativo degli archivi storici del Trentino. Manuale-guida per l'inserimento dei dati", Trento, 2006".

Abbreviazioni e sigle: bb. = buste c., cc. = carta, carte recto - verso cc. sd. = carte sinistra - destra fascc. = fascicoli n., nn. = numero, numeri n.n. = non numerato/e num. orig. = numerazione originale p., pp. = pagina, pagina op. cit. = opera citata regg. = registri quadd. = quaderni tit. dorso = titolo dorso tit. int. = titolo interno

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Albero delle strutture

Parrocchia di San Giacomo Maggiore in Grigno, 1569 - 2002 Ufficio parrocchiale di San Giacomo Maggiore in Grigno, 1639 - 2002 Registri dei nati e battezzati, 1711 - 1964 Registri dei matrimoni, 1749 - 1958 Registri dei morti, 1690 - 1957 Registri dei cresimati, 1890 - 2002 Stati delle anime, 1851 - 2000 Registri dei consensi paterni, 1850 - 1924 Registri degli sponsali, 1922 - 1958 Atti matrimoniali, 1833 - 1955 Diari delle messe avventizie, 1884 - 1954 Diari personali delle messe, 1945 - 1955 Registri di cronache e memorie, 1925 - 1960 Registri di cassa generale, 1926 - 1964 Protocolli degli esibiti, 1902 - 1958 Carteggio e atti, 1639 - 1955 Chiesa di San Giacomo in Grigno, 1703 - 1966 Inventari, 1701 - 1894 Registri degli "instrumenta", 1751 - 1800 Urbari, 1751 - 2000 Registri di cassa, 1915 - 1966 Resoconti, 1884 - 1952 Carteggio e atti, 1703 - 1954 Beneficio parrocchiale di San Giacomo Maggiore in Grigno, 1569 - 1945 Urbari, 1569 - 1569 Carteggio e atti, 1637 - 1945 Beneficio primissariale di San Giacomo in Grigno, 1623 - 1971 Registri di cassa, 1946 - 1971 Resoconti, 1882 - 1954 Carteggio e atti, 1623 - 1932 Confraternita del Santissimo Sacramento in Grigno, 1834 - 1941 Registri degli iscritti, 1874 - 1888 Protocolli delle riunioni, 1836 - 1923 Carteggio e atti, 1834 - 1941 Congregazione di carità di Grigno, 1921 - 1924 Carteggio e atti, 1921 - 1924

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Albero dei soggetti produttori

Parrocchia di San Giacomo Maggiore, Grigno, [1485] - Assorbe : Beneficio primissariale di San Giacomo, Grigno, 1623 aprile 26 - 1987 gennaio 24 Assorbe : Chiesa di San Giacomo, Grigno, [1547] - 1987 gennaio 24 Succede e Comprende: Curazia di Sant'Antonio di Padova, Tezze (Valsugana), 1774 maggio 25 - 1912 luglio 22

Chiesa di San Giacomo, Grigno, [1547] - 1987 gennaio 24 E' assorbito da : Parrocchia di San Giacomo Maggiore, Grigno, [1485] -

Beneficio parrocchiale di San Giacomo Maggiore, Grigno, [1569] - 1987 gennaio 24

Beneficio primissariale di San Giacomo, Grigno, 1623 aprile 26 - 1987 gennaio 24 E' assorbito da : Parrocchia di San Giacomo Maggiore, Grigno, [1485] -

Confraternita del Santissimo Sacramento, Grigno, [1836] - [1955]

Congregazione di carità, Grigno, [1921] - [1924]

4 superfondo Parrocchia di San Giacomo Maggiore in Grigno, 1569 - 2002

regg. 55, bb. 22, fascc. 21

Storia archivistica Gli archivi parrocchiali, come tutti gli archivi ecclesiastici, sono soggetti storicamente a determinate prescrizioni e regolamenti approvati dall'autorità competente. In particolare attualmente essi trovano una loro legislazione nel Codice di diritto canonico. Per la precisione il can. 535 del nuovo Codice di diritto canonico del 1983, nei paragrafi 1-5 regolamenta gli obblighi del parroco per la tenuta e la conservazione dei "libri parrocchiali" e degli "altri documenti che si devono conservare per la loro necessità o utilità". Lo stesso canone prevede anche i controlli periodici che il Vescovo diocesano o il suo delegato deve effettuare su tali libri e documenti affinchè non vadano dispersi. Tutti i documenti, anche i libri parrocchiali più antichi, devono essere custoditi diligentemente in una stanza apposita detta "tabularium" o archivio. Il Codice di diritto canonico stabilisce ancora che "il Vescovo diocesano abbia cura che anche gli atti e documenti degli archivi delle chiese cattedrali, collegiate, parrocchiali e delle altre chiese che sono presenti nel suo territorio vengano diligentemente conservati e che si compilino inventari o cataloghi in due esemplari, di cui uno sia conservato nell'archivio della rispettiva chiesa e l'altro nell'archivio diocesano" (can. 491 § 1). Circa la consultazione di tali atti e documenti "si osservino le norme stabilite dal Vescovo diocesano" (can. 491 § 3). L'Ordinariato di Trento ha istituito con decreto arcivescovile di data 10 febbraio 1993 l'Archivio diocesano tridentino attribuendogli competenze di conservazione, coordinamento e consulenza, tutela, promozione e valorizzazione degli archivi ecclesiastici dipendenti dall'autorità diocesana. La documentazione appartenente all'archivio storico della parrocchia di Grigno si trovava, al momento del riordino, in una stanza della canonica abitata dal parroco; i registri erano custoditi nel suo ufficio. La consistenza del materiale rinvenuto nell'archivio è sicuramente esigua in considerazione del fatto che Grigno è una antica pieve, ma le catastrofi subite hanno purtroppo penalizzato la conservazione dei documenti più antichi. La prime notizie relative alla prima importante perdita si trovano riportate sul primo registro dei morti e si riferiscono all'inondazione avvenuta tra il 3 e 4 ottobre del 1748 quando la furia delle acque asportò il presbiterio e la sacrestia nella quale erano conservati i registri: "Il peggio fu che ha menata via la sacrestia di questa povera parochiale con la camera sopra detta sacrestia ove erano riposti li libri di questa parochiale, del stato d'anime, de morti, del batesimo, delle famiglie, de parentelle quali sono perduti nell'onde (...) eccetto il presente libro ed uno de più recenti di batesimo quali erano appreso di me"(1). Il primo registro dei morti è per questo motivo il registro più antico conservato nell'archivio (le prime registrazioni sono del 1690), seguito da quello dei nati e battezzati (registrazioni dal 1711). In occasione della visita pastorale del 3 settembre 1828 il parroco don Luigi Allieri così rispondeva al questionario relativamente all'archivio: "Archivium non adest, nec collectio decretorum"(2). L'affermazione del parroco si riferiva probabilmente alla non sussistenza di un archivio organizzato o strutturato, o per lo meno all'assenza di una qualsiasi raccolta strutturata della documentazione. L'esistenza di un archivio un po' più articolato si trova documentata per la prima volta nell'atto di consegna al nuovo parroco don Luigi Ciola del 1889(3), dove sono elencate, oltre ai registri, "N. 4 teche contenenti atti matrimoniali ed abbraccianti il periodo dal 1846 in poi. Una teca contenente fedi di nascita e di morte. Altra teca contenente circolari e decreti e sette fascicoli di carte di vario genere" e finalmente è presente "un armadio ad uso archivio nuovo". Arrivarono purtroppo gli anni del primo conflitto mondiale e tra le immancabili perdite 5 documentarie, la più rilevante fu quella di un registro dei nati e battezzati, il sesto volume relativo agli anni 1867-1889. L'atto di consegna del 1919 registra infatti questa lacuna. Don Luigi Bruner, parroco di Grigno dal 1921 al 1926, "ne intromise un nuovo"(4) o meglio questa doveva essere la sua intenzione. Il parroco progettava probabilmente di riprendere i dati dalle copie delle matricole in consegna al decano, ma il registro "nuovo" fu solo iniziato: le registrazioni si riferiscono solamente al periodo 1867 gennaio 7-giugno 29, per un totale di 21 nati e battezzati(5). A questo parroco si deve inoltre il lavoro di raccolta, in teche numerate, del carteggio dell'archivio parrocchiale: di questo lavoro rimane qualche traccia sulle poche buste originali a noi pervenute(6). Don Bruner indicò su un prospetto il contenuto delle 12 teche da lui confezionate, preoccupandosi così di fornire il "modo di usare l'archivio"(7). Da questo lavoro emerge l'intenzione di 'sistemare' le carte, ma non la volontà precisa di impiantare un ordinamento dell'archivio parrocchiale. I suoi successori hanno probabilmente incrementato il contenuto di quelle teche, ma la nuova guerra e forse anche l'incuria hanno interrotto questa impresa. Questo solerte parroco è inoltre l'iniziatore dell'unica cronaca esistente in archivio, grazie alla quale possiamo apprendere preziose notizie sulla parrocchia. Nelle risposte al questionario per la visita pastorale del 1932(8) si trova una buona descrizione di quanto era contenuto nell'archivio parrocchiale, che era custodito in un armadio "che si tiene chiuso ma non a chiave, perché è nella camera chiusa a chiave"(9). I furiosi bombardamenti e i saccheggi alla canonica operati durante la seconda guerra mondiale arrecarono ulteriori danni all'archivio. Questi furono i principali eventi che causarono le irreversibili perdite di documentazione dell'archivio storico della parrocchia di Grigno e che purtroppo giustificano un lacunoso e frammentario carteggio, mutilo di ogni documento utile alla ricostruzione della storia della parrocchia e della sua antica chiesa.

Modalità di acquisizione e versamento L'archivio è sempre stato di proprietà dell'ente; in base alla Commissione Beni Culturali del 22 agosto 1994 è stato dichiarato di interesse storico.

Contenuto La documentazione conservata in archivio è quella tipica presente in tutte le parrocchie, composta prevalentemente dai registri anagrafici e dai relativi atti, da registri di amministrazione, da carteggio e atti vari.

Lingua Italiano

Criteri di ordinamento e inventariazione Come riferimento metodologico generale per l'ordinamento e l'inventariazione dell'archivio storico della parrocchia di Grigno ci si è attenuti a quanto indicato nelle "Direttive circa i requisiti dei locali, i criteri generali di ordinamento e inventariazione, nonché di organizzazione degli archivi" approvate dalla Giunta provinciale di Trento con deliberazione 29 marzo 1993, n. 3692, parte prima, punto 3, che fa riferimento alla C.M. del Ministero dell'interno n. 39/1966, Direzione generale degli archivi di stato, "Norme per la pubblicazione degli inventari" e a quanto indicato nelle "Norme per la descrizione archivistica e per la redazione degli inventari" elaborate dal Servizio beni librari e archivistici della Provincia autonoma di Trento.

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Il presente lavoro ha comportato tre momenti principali: la schedatura, l'ordinamento e l'elaborazione finale. In fase iniziale sono stati schedati tutti i pezzi rinvenuti nell'archivio parrocchiale rispettando, dove possibile, le unità preesistenti. Per quanto riguarda l'organizzazione dell'archivio storico, poiché non è stato possibile ricostruire una struttura preesistente, su esempio di altri archivi parrocchiali è stata formulata una struttura suddivisa secondo le varie attività svolte dal parroco e le amministrazioni che nella parrocchia operano sotto la sua responsabilità. Le valutazioni, le scelte e le operazioni occorse nel presente lavoro di riordino sono state comunque concertate con il direttore dell'Archivio Diocesano tridentino e con il referente del Servizio Beni Librari e Archivistici della Provincia autonoma di Trento. Per l'elaborazione delle schede ci si è avvalsi del supporto informatico ed è stato utilizzato il programma History- Sesamo. Si ritiene perciò utile far presente che le modalità di descrizione archivistica corrispondono alle possibilità offerte dal programma e alle scelte compiute dal Servizio beni librari e archivistici della Provincia di Trento, scelte tese ad un progressivo adeguamento alle norme internazionali. Il presente inventario si chiude al 1952, limitandosi a quella parte dell'archivio dichiarata di interesse storico dalla Commissione Beni Culturali del 22 agosto 1994. Le "Intese fra la Giunta provinciale di Trento e l'Ordinariato diocesano in materia di archivi degli enti ecclesiastici dipendenti dall'autorità diocesana", stabiliscono infatti che negli archivi ecclesiastici riconosciuti di interesse storico la documentazione, alla scadenza dei cinquant'anni, entri a far parte dell'archivio storico e ricada sotto le disposizioni ad esso relative. Si segnala comunque che in alcuni casi gli estremi cronologici di una singola unità archivistica possono superare il limite del 1952.

Incrementi previsti Si prevede il continuo accrescimento della documentazione della parrocchia relativa all'anagrafe e all'amministrazione della chiesa parrocchiale, in quanto l'ente è ancora attivo.

Condizioni di accesso In base alle "Intese fra la Giunta provinciale di Trento e l'Ordinariato diocesano in materia di archivi degli enti ecclesiastici dipendenti dall'autorità diocesana" e all'art. 20, comma 1, lettera b) della L.P. 14 febbraio 1992, la consultazione dei documenti riguarda esclusivamente la documentazione dichiarata di interesse storico. I documenti di carattere riservato, relativi a situazioni puramente private di persone, sono consultabili dopo 70 anni dalla conclusione dell'affare, ciò in base ad una normativa già in vigore presso gli archivi di Stato (D.P.R. 30 settembre 1963, n. 1409 "Norme relative all'ordinamento ed al personale degli Archivi di Stato"), modificata e integrata con D.P.R. 30 luglio 1999 n. 281 "Disposizioni in materia di trattamento di dati personali per finalità storiche, statistiche e di ricerca scientifica", sfociato con la pubblicazione del provvedimento del garante per la protezione dei dati personali n. 8/P/2001 del 14 marzo 2001 'Codice di deontologia e di buona condotta per il trattamento di dati personali per scopi storici'. Ai titolari degli archivi viene riservato il giudizio sulla consultabilità dei documenti che possono ledere il riserbo dovuto alle persone e comunque solo ad essi, o ad operatori autorizzati, è concessa la facoltà di accedere alla parte relativa all'anagrafe. Inoltre, in base alle suddette "Intese", la consultazione da parte degli studiosi deve comunque avvenire mediante motivata richiesta da inoltrarsi al titolare dell'archivio tramite l'Archivio diocesano, il quale dovrà inviare al servizio provinciale competente l'elenco delle autorizzazioni rilasciate.

Condizioni di riproduzione

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La riproduzione (fotoriproduzione, microfilmatura, ecc.) dei documenti conservati nell'archivio parrocchiale è consentita previa autorizzazione da parte del titolare dell'archivio stesso. L'Ordinariato consente alla Provincia la microfilmatura dei documenti al fine di costituire copie di sicurezza che saranno conservate presso l'Archivio provinciale. Presso l'Archivio diocesano si trovano microfilmati tutti i registri anagrafici (nati e battezzati, matrimoni, morti) dal Concilio di Trento fino alla fine del 1923, data oltre la quale tali registrazioni e certificazioni diventano di competenza comunale.

Bibliografia CASETTI A., Guida storico-archivistica del Trentino, Trento, TEMI, 1961

Nota dell’archivista La scheda è stata compilata utilizzando le seguenti fonti archivistiche: Archivio "Parrocchia di San Giacomo Maggiore in Grigno" Archivio "Beneficio parrocchiale di San Giacomo Maggiore in Grigno" Archivio diocesano tridentino

Bibliografia utilizzata per la compilazione della scheda AMBROSI F., Commentari della storia trentina, Trento, 1985 BAZZANELLA G., Manuale d'ufficio per il clero curato, Trento, 1888 BENVENUTI S. (a cura di), Storia del Trentino. Periodizzazione e cronologia politico-istituzionale, Trento, 1995 BERTOLOTTI G., Il parroco italiano ne' suoi rapporti con le leggi dello stato, Roma, 1910 BONELLI B., Monumenta ecclesiae tridentinae, Trento, 1765 COPPOLA G., GRANDI C. (a cura di), La conta delle anime. Popolazioni e registri parrocchiali: questioni di metodo ed esperienze, Bologna, 1989 COSTA A., La chiesa di Dio che vive in Trento, Trento, 1986 CURZEL E., Le pievi trentine. Trasformazioni e continuità nell'organizzazione territoriale della cura d'anime dalle origini al XIII secolo (studio introduttivo e schede), Bologna, 1999 Fonti per la storia del principato e della chiesa tridentina: atti del convegno Trento 16-17 maggio 1991, Trento, 1995 GORFER A., Le valli del Trentino. Trentino orientale, Calliano (TN), 1975 KÖGL J., La sovranità dei vescovi di Trento e Bressanone, Trento, 1964 LORENZI E., Dizionario toponomastico tridentino, 1932 (ristampa) LUTTEROTTI A., Il Trentino: il nuovo volto di un'antica terra d'incontro, Bolzano, 1997 Raccolta di concordati su materie ecclesiastiche tra Santa Sede e le autorità civili, a cura di MERCATI A., Città del Vaticano, 1954 SPARAPANI L., I libri parrocchiali della diocesi di Trento, IN: La conta delle anime. Popolazioni e registri parrocchiali: questioni di metodo ed esperienze a cura di COPPOLA G. e GRANDI C., Bologna, 1989 TOVAZZI G., Parochiale tridentinum, ed. a cura di Remo , Trento, Biblioteca PP. Francescani, 1970 WEBER S., I vescovi suffraganei della Chiesa di Trento, Trento, 1932

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Fonti normative Circolare del Ministero dell'Interno 25 giugno 1966, n. 39, Norme per la pubblicazione degli inventari Codice di diritto canonico (1983) Deliberazione della Giunta provinciale di Trento 29 marzo 1993 n. 3692, Approvazione delle direttive circa i requisiti dei locali, i criteri generali di ordinamento ed inventariazione, nonché di organizzazione degli archivi (art. 28, comma 2 L.P. 14 febbraio 1992, n. 11) Legge provinciale 17 febbraio 2003, n. 1, Nuove disposizioni in materia di beni culturali Codice in materia di protezione dei dati personali, D.Lgs. 30 giugno 2003, n. 196

Note (1) Cfr." Ufficio parrocchiale di San Giacomo Maggiore in Grigno", "Registri dei morti", reg. 1, p. 197. (2) Cfr. "Archivio diocesano tridentino", "Atti visitali", 86, 1828, p. 148. (3) Cfr. "Beneficio parrocchiale di San Giacomo Maggiore in Grigno", "Carteggio e atti", fasc. 2. (4) Ibidem. (5) Cfr. "Ufficio parrocchiale di San Giacomo Maggiore in Grigno", "Registri dei nati e battezzati", reg. 6. (6) Cfr. nella descrizione delle unità archivistiche l'indicazione "vecchia segnatura". (7) Cfr. "Ufficio parrocchiale di San Giacomo Maggiore in Grigno", "Carteggio e atti", fasc. 8. (8) Cfr. le risposte al questionario per la visita pastorale del 1932 in: "Ufficio parrocchiale di San Giacomo Maggiore in Grigno", "Carteggio e atti", fasc. 10. (9) Ibidem.

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Ente Parrocchia di San Giacomo Maggiore [1485] -

Luoghi Grigno (Tn)

Archivi prodotti Ufficio parrocchiale di San Giacomo Maggiore in Grigno, 01/01/1639 - 31/12/2002

Storia L'abitato di Grigno è posto sulla riva sinistra del torrente omonimo, in prossimità del suo sbocco nella valle del Brenta. Il paese, che si trovava prima sul confine con la Repubblica di Venezia e poi su quello tra Austria e Regno d'Italia, era sede di guarnigioni, di uffici doganali e postali; con l'annessione del Trentino all'Italia Grigno perse queste funzioni e di conseguenza molta della sua importanza. Per la sua posizione fu spesso preda di saccheggi e durante gli ultimi eventi bellici subì devastanti bombardamenti. Anche le numerose inondazioni del Brenta e del Grigno contribuirono a piegare e stremare una già povera popolazione che per tradizione si dedicava all'agricoltura. Le memorie riferiscono in particolare delle terribili inondazioni del 1748 e del 1882. Nel 1748 il torrente Grigno devastò per ben due volte il paese e i danni e i lutti furono tali che l'evento fu annotato sul registro dei morti(1): "Adi 25 agosto 1748. Il dì 18 agosto, giorno memorabile, cadè dal cielo una diruttissima piova che il fiume Grigno s'ingrossò (...), così che circa trenta fogi sono stati menati via dall'aqua (...); in tutti li cadaveri ritrovati fra paesani e da Grigno sono al numero di 16 (...). Non si può spiegare il grave dano cagionato dall'aqua anco alla campagna e prati cosiché per tutte le case di Grigno scoreva l'aqua (...) mentre nella chiesa l'aqua era su la mensa di tutti gli altari". La seconda inondazione si verificò il 3 e 4 ottobre dello stesso anno: "Ecco la seconda Brentana la quale ha apportato maggiori dani della prima. Il peggio fu che ha menata via la sacrestia di questa povera parochiale con la camera sopra detta sacrestia ove erano riposti li libri di questa parochiale (...) quali sono perduti nell'onde (...) ecceto il presente libro ed uno de' più recenti del batesimo quali erano appreso di me". La descrizione della "brentana" del 1882 fu riportata dal parroco don Luigi Bruner(2) che ne aveva appresa notizia da un registro dei confratelli del SS. Sacramento andato distrutto: "Incominciò il giorno 15 settembre a cadere tanta quantità di acqua dal cielo, che il torrente Grigno ingrossò da minacciare tutto il paese. (...); verso le ore due antimeridiane del giorno 16 cadde il ponte che era coperto di legno e si oppose quale barriera a le acque (...). Ale 8 e mezza di mattina del 16 settembre il torrente Grigno inondò il paese (...), andò verso il cemetero (...). Spogliossi la chiesa d'ogni arredo (...). Chiesa e canonica erano piene di limo e di ghiaia". Si dovette attendere fino al 1922 per vedere ultimati i lavori di arginazione del torrente. I danni causati dalle forze naturali sembrano però niente a confronto di quelli causati dagli uomini e le pagine più nere della storia di questo piccolo paese della bassa Valsugana sono infatti quelle degli anni di guerra. Il giorno stesso della dichiarazione di guerra all'Austria (24 maggio 1915) Grigno fu occupato dalle truppe italiane e la popolazione fu dispersa nei campi profughi: "Soffersero tutti, ma meno soffersero gli evacuati in Italia. Chi rimase sofferse per la soperchieria militare. (...). Inoltre chi rimase patì fame"(3). Quando nel 1919 la gente fece ritorno, trovò un paese praticamente distrutto: "L'Italia quando venne, spese enormemente per indennizzare i danni sofferti dagli esiliati e da chi abitava in zona di guerra"(4). La lenta ricostruzione non limitò l'emigrazione che da quel momento diventò una caratteristica della zona: "Il fenomeno dell'emigrazione in 10 parochia ha parecchie cause. L'annessione delle nuove provincie a la madre patria levò i danari che pel contrabando in zucchero, sale, tabacco da fumare, il popolo introitava. (...). La guerra aumentò enormemente le pubbliche gravezze, sproporzionatamente ai magri introiti del mal coltivato e povero terreno e del rincaro viveri e merci; quindi l'emigrazione, cessati i lavori di ricostruzione , si rese necessaria. (...). Famiglie andarono nell'Argentina e Brasile quali coloni, (...) altri emigrarono in Francia (...). La popolazione con ciò ora è diminuita circa di un quarto(5)"(6). Durante la seconda guerra mondiale Grigno subì numerosi bombardamenti, tanto che nel 1945 la popolazione della parrocchia fece voto in onore di S. Udalrico affinché la preservasse dagli "orrori della guerra e le angosce dell'esilio"(7). Negli anni del secondo dopoguerra riprese l'emigrazione e solo intorno agli anni Sessanta il sorgere di alcune industrie manufatturiere risollevò l'economia locale. Questi eventi soprattutto sono stati la causa della grave ed irreparabile perdita della documentazione più antica della parrocchia di Grigno(8), per cui "documenti e notizie riferentisi alla sua erezione non ve ne sono"(9). L'antica pieve di Grigno fino al 1786 faceva parte della diocesi di Feltre; essa rientrava nella giurisdizione di che fu concesso in feudo dai conti del Tirolo ai conti Wolkenstein; con il passaggio del territorio alla diocesi tridentina i dinasti della contea di Ivano ottennero il diritto di patronato sulla chiesa di Grigno. Tale diritto si estinse definitivamente nell'ottobre 1945. La chiesa di Grigno, dedicata a San Giacomo Maggiore, fu elevata alla dignità arcipretale in occasione della visita pastorale del 1946 (decreto del 16 ottobre). Essa fu la matrice della chiesa di Tezze, divenuta parrocchia nel 1912, con cui attualmente confina insieme alla parrocchia di Ospedaletto. Fanno parte della parrocchia di San Giacomo le frazioni di Selva, Serafini, Filippini, Palù, Pueli, Maso Tollo e Marcesina. Con D. M. 30/12/1986 pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 24/01/1987 la Parrocchia di San Giacomo Maggiore in Grigno è stata dichiarata Persona Giuridica Privata (Tribunale di Trento, Reg. Pers. Giur. n. 328).

Contesto generale La parrocchia di Grigno è compresa nel decanato di Strigno.

Fonti archivistiche e bibliografia Fonti d’archivio Archivio "Ufficio parrocchiale di San Giacomo Maggiore in Grigno" Bibliografia BAZZANELLA G., Manuale d'ufficio per il clero curato, Trento, 1888 CURZEL E., Le pievi trentine. Trasformazioni e continuità nell'organizzazione territoriale della cura d'anime dalle origini al XIII secolo (studio introduttivo e schede), Bologna, 1999

Note (1) Cfr. "Ufficio parrocchiale di San Giacomo Maggiore in Grigno", "Registri dei morti", reg. 1, pp. 196-197. (2) Cfr. "Ufficio parrocchiale di San Giacomo Maggiore in Grigno", "Registri di cronache e memorie", reg. 1, pp. 7-9. Don Luigi Bruner fu parroco di Grigno dal 1921 al 1926. (3) Cfr. "Ufficio parrocchiale di San Giacomo Maggiore in Grigno", "Registri di cronache e memorie", reg. 1, pp. 14- 17. (4) Ibidem. (5) Secondo l'annotazione a margine da 1697 anime a 424.

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(6) Cfr. "Ufficio parrocchiale di San Giacomo Maggiore in Grigno", "Registri di cronache e memorie", reg. 1, p. 41. (7) Cfr. "Ufficio parrocchiale di San Giacomo Maggiore in Grigno", "Registri di cronache e memorie", reg. 1, ove è contenuto, slegato, l'atto relativo al voto espresso dalla popolazione. (8) Cfr. "Ufficio parrocchiale di San Giacomo Maggiore in Grigno", "Disposizioni canoniche e vicende dell'archivio". (9) Cfr. le risposte al questionario per la visita pastorale del 1955 in: "Archivio dell'ufficio parrocchiale di Grigno", "Carteggio e atti", fasc. 10. (10) E.CURZEL, op. cit., p.5 e segg. Si rimanda alla ricca bibliografia contenuta nel volume. (11) Ibidem, p. 7 (12) Ibidem, p. 29 e tabelle riprodotte. (13) G. BAZZANELLA, op. cit., p. 17

12 fondo A Ufficio parrocchiale di San Giacomo Maggiore in Grigno, 1639 - 2002

regg. 42, bb. 11, fascc. 12

Soggetti produttori Parrocchia di San Giacomo Maggiore, [1485] -

Contenuto La documentazione conservata in archivio è quella tipica presente in tutte le parrocchie, composta prevalentemente dai registri anagrafici e dai relativi atti, da registri di amministrazione, da carteggio e atti vari.

Incrementi previsti Si prevede il continuo accrescimento della documentazione della parrocchia relativa all'anagrafe e all'amministrazione della chiesa parrocchiale, in quanto l'ente è ancora attivo.

13 serie 1 Registri dei nati e battezzati, 1711 - 1964

Contenuto I registri di battesimo insieme ai registri di matrimonio furono introdotti nel diritto canonico dal "Decretum de Reformatione Matrimonii" del Concilio di Trento (Sess. XXIV, capp. 1-2). I titoli 91-97 del "Rituale Romano" emanato da Paolo V nel 1614 proposero le formule per la corretta stesura degli atti nei singoli libri. Tali normative trovarono applicazione nelle parrocchie della diocesi di Trento in tempi relativamente brevi; infatti i libri del battesimo vennero compilati costantemente fino all'epoca contemporanea, prima con finalità solo religiose, poi anche civili ed anagrafiche. L'interesse dell'autorità politica austriaca verso i libri parrocchiali si manifestò con la lettera circolare del primo maggio 1781, che li dichiarava documenti pubblici a tutti gli effetti civili. La successiva legge imperiale del 20 febbraio 1784 prescrisse l'uso di formule ed espressioni linguistiche uniformi nella compilazione in modo da "impiegare ogni cura ed attenzione, acciocché per il bene de' nostri sudditi venga data una forma tale a simili registri, per via della quale lo stato ne possa fare l'uso occorrente, e che dalla loro uniformità ne risulti la sicurezza pubblica come oggetto della legge". Dopo la breve parentesi dei domini bavarese e napoleonico, durante i quali le competenze in materia di stato civile furono trasferite ai comuni - tuttavia senza che per questo venisse meno la regolare tenuta dei libri canonici da parte dei parroci - con il decreto del 21 agosto 1815 la Commissione aulica centrale d'organizzazione restituiva ai curatori d'anime il compito di ufficiali di stato civile, che essi mantennero fino al primo gennaio 1924, data dell'impianto dello stato civile italiano presso i Comuni. La serie è composta da otto registri a partire dal 1711(1). Le registrazioni, tutte in lingua italiana, sono effettuate in forma di dichiarazione fino al 1784: il parroco attesta di aver impartito il sacramento al nuovo nato di cui riporta il nome e il cognome dei genitori e dei padrini. In seguito viene introdotto l'uso del registro a tabella prestampata che contiene spazi per notizie più precise sui nuovi nati e sulle loro famiglie. Questi nuovi registri riportano la data di nascita, compresa l'ora, e quella del battesimo, il numero della casa, il nome e il cognome del bambino, il nome e il cognome della levatrice (o mammana), note circa la religione (cattolica o protestante), il sesso, la condizione legittima o illegittima, i nomi dei genitori, il nome di chi ha amministrato il sacramento, i nomi dei padrini e la loro condizione sociale. Non è raro trovare sui registri, specie su quelli a tabella, annotazioni posteriori, poichè spesso i parroci inserivano, in corrispondenza delle varie registrazioni, notizie riguardanti, ad esempio, le date di matrimoni o di avvenuti decessi.

Note (1) Cfr."Ufficio parrocchiale di San Giacomo Maggiore in Grigno", "Disposizioni canoniche e vicende dell'archivio".

A. 1. 1 "Nati. 1711-1748" (tit. dorso) 1711 agosto 12 - 1748 giugno 16 Italiano Registro, legatura in mezza pelle, pp. 371 (bianca la p. 347) Segnature precedenti: I

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A. 1. 2 "Nati. 1749-1788" (tit. dorso) 1748 luglio 5 - 1788 dicembre 16 Alle pp. 191-194: elenco di cresimati e cresimate, 1799 giu. 20; alle pp. 223-225: "Registro de' reverendi signori pievani di questa parrocchia di Grigno cominciando dall'anno 1684 circa"(1), elenco dei pievani e dei lavori eseguiti durante il loro mandato, seconda metà sec. XIX. Italiano Registro, legatura in mezza pelle, con indice alfabetico alle pp. 1-23., pp. 172, cc. sd 173-188, pp. 189-226, pp. 23 (bianche le pp. 189-190, 195-222) Segnature precedenti: II Note (1) Il titolo si legge a p. 225.

A. 1. 3 "Nati. 1789-1811" (tit. dorso) 1789 gennaio 5 - 1812 febbraio 8 Italiano Registro, legatura in mezza pelle, con indice alfabetico a rubrica all'inizio n.n., cc. sd. 96(1) Segnature precedenti: III Note (1) Manca la c. 96d

A. 1. 4 "Nati. 1812-1820" (tit. dorso) 1812 marzo 1 - 1820 dicembre 25(1) Italiano Registro, legatura in mezza pelle, con indice alfabetico a rubrica all'inizio n.n., cc. sd 30 Segnature precedenti: IV Note (1) Seguono, cassate, registrazioni dal 6 gennaio al 4 marzo 1821.

A. 1. 5 "Nati. 1821-1866" (tit. dorso) 1821 gennaio 6 - 1866 dicembre 21 Italiano Registro, legatura in mezza pelle, con indice alfabetico a rubrica all'inizio n.n., cc. sd 212, Segnature precedenti: V

A. 1. 6 "Nati. 1867-1889"(1) (tit. dorso) 1867 gennaio 7 - 1867 giugno 29 Italiano Registro, legatura in mezza pelle, cc. sd 3 Segnature precedenti: VI 15

Note (1) Il registro originale andò perduto durante la prima guerra mondiale. Don Luigi Bruner intraprese l'opera della trascrizione dei dati attingendo con tutta probabilità dalle copie delle matricole consegnate al decano di Strigno.

A. 1. 7 "Nati e battezzati dal 1890 al 1919. Grigno" 1890 gennaio 12 - 1920 febbraio 1(1) Italiano Registro, legatura in cartone, cc. sd 210, con indice alfabetico sciolto n.n. Segnature precedenti: VII Note (1) L'estremo finale si riferisce alla data di un battesimo.

A. 1. 8 "Nati e battezzati dal 1920 al 1964. Grigno" 1920 gennaio 30(1) - 1964 settembre 27 Italiano Registro, legatura in cartone, con indice alfabetico parziale a rubrica alla fine n.n e con indice alfabetico completo, sciolto, n.n., cc. sd 309 (bianca la c. sd 301) Segnature precedenti: VIII Note (1) L'estremo iniziale si riferisce ad una nascita.

16 serie 2 Registri dei matrimoni, 1749 - 1958

Contenuto I registri di matrimonio, insieme a quelli di battesimo, furono introdotti nel diritto canonico dal "Decretum de Reformatione Matrimonii" del Concilio di Trento (Sess. XXIV, capp. 1-2). I titoli 91- 97 del "Rituale Romano" emanato da Paolo V nel 1614 proposero le formule per la corretta stesura degli atti nei singoli libri. Tali normative trovarono applicazione nelle parrocchie della diocesi di Trento in tempi relativamente brevi; i libri del matrimonio infatti vennero compilati costantemente fino all'epoca contemporanea, prima con finalità solo religiose, poi anche civili ed anagrafiche. L'interesse dell'autorità politica austriaca verso i libri parrocchiali si manifestò con la lettera circolare del primo maggio 1781, che li dichiarava documenti pubblici a tutti gli effetti civili. La successiva legge imperiale del 20 febbraio 1784 prescrisse l'uso di formule ed espressioni linguistiche uniformi nella compilazione: "impiegare ogni cura ed attenzione, acciocché per il bene de' nostri sudditi venga data una forma tale a simili registri, per via della quale lo stato ne possa fare l'uso occorrente, e che dalla loro uniformità ne risulti la sicurezza pubblica come oggetto della legge". Dopo la breve parentesi dei domini bavarese e napoleonico, durante i quali le competenze in materia di stato civile furono trasferite ai Comuni - tuttavia senza che per questo venisse meno la regolare tenuta dei libri canonici da parte dei parroci - con la legge imperiale del 20 aprile 1815 ed il decreto del 21 agosto 1815 della Commissione aulica centrale d'organizzazione veniva restituito ai curatori d'anime il compito di ufficiali di stato civile, che essi mantennero fino al primo gennaio 1924, data dell'impianto dello stato civile italiano presso i Comuni. Se durante la dominazione austriaca il matrimonio celebrato in chiesa aveva validità civile e al parroco veniva richiesta un'attenzione particolare nella produzione degli atti necessari per la celebrazione e la registrazione del sacramento (Cfr. Codice civile austriaco, § 80), negli anni tra l'annessione al Regno d'Italia e il Concordato del 1929 stipulato tra la Santa Sede e l'autorità politica, il rito civile e religioso venivano celebrati separatamente. Con la legge n. 847 del 27 maggio 1929 lo Stato italiano riconobbe la validità civile del matrimonio celebrato secondo le norme di diritto canonico ed il curatore d'anime è tenuto alla notificazione dell'avvenuta celebrazione al , per la sua trascrizione nei registri anagrafici. La serie è composta da sei registri a partire dal 1749(1). Le registrazioni, tutte in lingua italiana, sono effettuate in forma di dichiarazione fino al settembre 1784: il parroco attesta di aver celebrato il matrimonio e indica le generalità degli sposi aggiungendo in fine il nome dei testimoni. In seguito viene introdotto l'uso del registro a tabella "secondo l'imperial regia cesarea normale 1784". I nuovi registri riportano la data del matrimonio, il numero della casa, il nome e cognome degli sposi, la loro religione, l'età, lo stato civile, il nome e il cognome dei testimoni con la loro condizione sociale. Dal 1937 le registrazioni sono effettuate in forma di atto secondo le disposizioni della legge 27 maggio 1929.

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Note (1) Cfr." Ufficio parrocchiale di San Giacomo in Grigno", "Disposizioni canoniche e vicende dell'archivio".

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A. 2. 1 "1749. Liber matrimoniorum eclesiae parochialis Grigni" 1749 gennaio [23] - 1788 novembre 18 Italiano Registro, legatura in pergamena, con indice alfabetico alla fine n.n., pp. 66, cc. sd 67-76 Segnature precedenti: I

A. 2. 2 "Liber matrimoniorum 1789" 1789 febbraio 10 - 1820 novembre 28 Italiano Registro, legatura in mezza pelle, con indice alfabetico a rubrica alla fine n.n., cc. sd 84 Segnature precedenti: II

A. 2. 3 "Matrimoni. 1821-[1881]" (tit. dorso) 1821 febbraio 5 - 1881 aprile 6 Italiano Registro, legatura in mezza pelle, con indice alfabetico a rubrica all'inizio n.n., cc. sd 192 Segnature precedenti: III

A. 2. 4 "Liber matrimoniorum IV. Incipit ab anno 1881 usque ad annum 1897" 1881 aprile 30 - 1897 novembre 22 Italiano Registro, legatura in mezza pelle, con indice alfabetico a rubrica alla fine n.n., cc. sd 65 Segnature precedenti: IV

A. 2. 5 "1898-1936. Matrimoniorum liber quintus" 1898 febbraio 1 - 1936 dicembre 12 Per gli anni 1917-1918 non ci sono registrazioni di matrimoni celebrati a Grigno. Italiano Registro, legatura in mezza pelle, con indice alfabetico a rubrica alla fine n.n., cc. sd 179 Segnature precedenti: V

A. 2. 6 "Matrimoni. 1937-1958" 1937 gennaio 27 - 1958 giugno 14 Italiano Registro, legatura in mezza tela, cc. 98, con indice alfabetico alla fine n.n. Segnature precedenti: VI

18 serie 3 Registri dei morti, 1690 - 1957

Contenuto I registri dei morti vennero introdotti insieme ai registri dei cresimati e agli stati delle anime dal "Rituale Romano" di Paolo V nel 1614, il quale proponeva anche le formule per la corretta stesura degli atti nei singoli libri (Cfr. § Formulae scribendae in libris habendis apud parochos ut infra notatur). Tale normativa trovò applicazione nelle parrocchie della diocesi di Trento in tempi relativamente brevi; infatti i libri dei morti vennero compilati costantemente fino all'epoca contemporanea, prima con finalità solo religiose, poi anche civili ed anagrafiche. L'interesse dell'autorità politica austriaca verso i libri parrocchiali si manifestò con la lettera circolare del primo maggio 1781, che li dichiarava documenti pubblici a tutti gli effetti civili. La successiva legge imperiale del 20 febbraio 1784 prescrisse l'uso di formule ed espressioni linguistiche uniformi nella compilazione: "impiegare ogni cura ed attenzione, acciocché per il bene de' nostri sudditi venga data una forma tale a simili registri, per via della quale lo stato ne possa fare l'uso occorrente, e che dalla loro uniformità ne risulti la sicurezza pubblica come oggetto della legge". Dopo la breve parentesi dei domini bavarese e napoleonico, durante i quali le competenze in materia di stato civile furono trasferite ai Comuni - tuttavia senza che per questo venisse meno la regolare tenuta dei libri canonici da parte dei parroci - con il decreto del 21 agosto 1815 la Commissione aulica centrale d'organizzazione restituiva ai curatori d'anime il compito di ufficiali di stato civile, che essi mantennero fino al primo gennaio 1924, data dell'impianto dello stato civile italiano presso i Comuni. La serie è formata da sei registri a partire dal 1690(1). Le registrazioni, in lingua italiana, sono effettuate fino al 1784 in forma di dichiarazione: il parroco registrava la morte, l'identità e l'età del defunto, se aveva ricevuto i sacramenti e il luogo della sepoltura. Nel periodo relativo alla reggenza del parroco don Pier Ignazio Tomaselli (1749-1768) si ritrova, alla fine di ogni anno, l'annotazione relativa al numero complessivo dei morti, p. es. : "In quest'anno 1750 in questa parrocchia morirono 28 persone, tredeci de' quali avevano passata l'infanzia e quindeci morirono avanti li 7 anni"(2). Con l'introduzione del registro a tabella secondo le disposizioni impartite dalla legge imperiale del 20 febbraio 1784 i registri riportano la data della morte, il numero della casa di abitazione, il cognome e il nome del defunto, la sua religione, l'età, il sesso e la causa del decesso.

Note (1) Si tratta del registro di anagrafe più antico dell'archivio parocchiale. Cfr. "Ufficio parrocchiale di San Giacomo in Grigno", "Disposizioni canoniche e vicende dell'archivio". (1) Cfr. "Ufficio parrocchiale di San Giacomo in Grigno", "Registri dei morti", reg. 1, p. 207.

A. 3. 1 "Morti. 1690-1752" (tit. dorso) 1690 agosto 15 - 1752 dicembre 27 Tra le pp. 90-91: copia del testamento di Antonia "moglie di Pietro d'Ivan dalle Tezze", 1708 giu. 2; alle pp. 196-197: memoria delle inondazioni di agosto e ottobre 1748. Italiano

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Registro, legatura in mezza pelle, pp. 217 (bianche le pp. 126-127) Segnature precedenti: I

A. 3. 2 "Libro in cui si notano li defonti sepolti in questa parrochia de' Ss. Giacomo e Cristoforo principiato l'anno MDCCLIII" (tit. int.) 1753 gennaio 3 - 1788 dicembre 20 Italiano Registro, legatura in pelle, pp. 132 Segnature precedenti: II

A. 3. 3 "Morti. 1789-1819" 1789 gennaio 14 - 1820 dicembre 30 A p. 12: annotazione della morte del parroco di Grigno don Gasparo Ongaro avvenuta ad Ospedaletto il 10 gennaio 1795. Italiano Registro, legatura in mezza pelle, con indice alfabetico a rubrica all'inizio n.n., pp. 97 Segnature precedenti: III

A. 3. 4 "Morti. 1820-1888" (tit. dorso) 1821 febbraio 25 - 1888 dicembre 25 Italiano Registro, legatura in mezza pelle, con indice alfabetico a rubrica all'inizio n.n., pp. 206, cc. sd 207-282 Segnature precedenti: IV

A. 3. 5 "Liber defunctorum paroeciae Grigni ab anno 1889-1922" 1889 gennaio 2 - 1922 dicembre 25 Dal 1916 vengono annotate anche le morti avvenute all'estero. Italiano Registro, legatura in mezza pelle, con indice alfabetico a rubrica all'inizio n.n., pp. 278 Segnature precedenti: V

A. 3. 6 "Morti. 1923-1957" 1923 marzo 1 - 1957 marzo 3 Italiano Registro, legatura in mezza pelle, con indice alfabetico a rubrica alla fine n.n., pp. 198 Segnature precedenti: VI

20 serie 4 Registri dei cresimati, 1890 - 2002

Contenuto I registri dei cresimati vennero introdotti insieme ai registri dei morti e agli stati delle anime dal "Rituale Romano" di Paolo V nel 1614, il quale proponeva anche le formule per la corretta stesura degli atti nei singoli libri (Cfr. § Formulae scribendae in libris habendis apud parochos ut infra notatur). In realtà nella diocesi di Trento i registri dei cresimati furono compilati con sistematicità solo a partire dal sec. XIX. La serie è formata da un registro. Annotazioni di cresimati nel 1799 si trovano sul secondo registro dei nati e battezzati alle pp. 191-194.

A. 4. 1 "Registro dei cresimati" 1890 agosto 12 - 2002 maggio 21 Italiano Registro, legatura in mezza pelle, pp. 124

21 serie 5 Stati delle anime, sec. XIX seconda metà - sec. XX

Contenuto Il "Liber Status animarum" (o Anagrafe) era un registro che permetteva al curatore d'anime di conoscere in modo esatto la composizione del suo "gregge", la situazione anagrafica e quella dell'impartizione dei Sacramenti al fine di facilitare il suo compito pastorale e di ufficiale di stato civile. La compilazione degli stati delle anime venne raccomandata, insieme a quella dei registri dei cresimati e dei morti, dal "Rituale Romano" di Paolo V nel 1614. Successivamente diversi Concilii e Sinodi ordinarono che in ciascun anno durante la Quaresima, o in altra epoca, si rinnovassero questi libri (1). Queste disposizioni tuttavia non furono seguite diligentemente nelle parrocchie della diocesi di Trento: anteriormente al XIX secolo infatti sono conservati pochi registri di questo tipo nonostante le frequenti sollecitazioni provenienti anche dalle autorità civili(2). Sono molti i vescovi che negli atti delle visite pastorali richiamavano l'attenzione su questa lacuna, ma fu il vescovo Celestino Endrici che stilò per la sua prima visita pastorale nella diocesi un formulario in cui si richiedevano, per la prima volta in forma esplicita, gli "Status animarum" o "Anagraphes" (Foglio diocesano, VII, 1905, p. 239). Nel 1917 il Codice di Diritto Canonico li rese obbligatori, lasciando alle disposizioni dei vari Ordinari il compito di introdurli e di stilare anche nuovi e più semplici metodi di compilazione (cfr. CIC, can. 440). La serie è costituita da due registri.

Bibliografia utilizzata per la compilazione della scheda BAZZANELLA G., Manuale d'ufficio per il clero curato, Trento, 1888 SPARAPANI L., I libri parrocchiali della diocesi di Trento, IN: La conta delle anime. Popolazioni e registri parrocchiali: questioni di metodo ed esperienze a cura di COPPOLA G. e GRANDI C., Bologna, 1989

Note (1) BAZZANELLA G., op. cit., p. 52. (2) SPARAPANI L., op.cit., pp. 277-319.

A. 5. 1 "Anagrafe" sec. XIX terzo quarto - sec. XX Stato della popolazione di Grigno suddivisa per famiglie. Italiano Registro, legatura in mezza pelle, con indice alfabetico a rubrica alla fine n.n., cc. sd 506 (bianche molte cc. sd)

A. 5. 2 "A[nag]rafe" sec. XX Stato della popolazione di Grigno suddivisa per famiglie.

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Italiano Registro, legatura in mezza tela, con indice alfabetico a rubrica alla fine n.n., pp. 382

23 serie 6 Registri dei consensi paterni, 1850 - 1924

Contenuto La serie è composta da due registri sui quali sono riportate le verbalizzazioni dei consensi paterni per i figli ancora minori che intendevano contrarre matrimonio. Per gli anni 1816-1837 si conservano in archivio i "Consensi giudiziali pei contraenti minorenni"(1).

Note (1) Cfr. "Ufficio parrocchiale di San Giacomo in Grigno", "Carteggio e atti", b. 4, cc. 55-125.

A. 6. 1 "Registro dei consensi paterni. N. 1° dall'anno 1850 fino al 1871 inclusive" 1850 febbraio 6 - 1871 ottobre 14 Italiano Quaderno, legatura in carta, cc. 10 n.n.

A. 6. 2 "Registro dei consensi paterni della parrocchia di Grigno" 1889 gennaio 6 - 1924 marzo 1 Italiano Registro, legatura in cartone, cc. 24 n.n.

24 serie 7 Registri degli sponsali, 1922 - 1958

Contenuto Papa Pio X nel decreto "Ne temere"(1) stabilì che dal giorno di Pasqua 1908 la promessa di matrimonio per essere valida dovesse essere fatta per iscritto, alla presenza del parroco oppure di due testimoni e firmata dai due fidanzati. Tutto questo allo scopo di impedire questioni che potevano nascere in seguito ad accordi segreti e di evitare litigi o inimicizie tra persone e famiglie. Il decreto era anche in sintonia con il Codice civile austriaco dove si stabiliva inoltre che la promessa di matrimonio non imponeva alcun obbligo legale nè a contrarre matrimonio nè a dare quanto era stato pattuito, nel caso uno dei due fidanzati mancasse alla promessa. La serie si compone di due registri.

Bibliografia utilizzata per la compilazione della scheda Foglio diocesano per la parte italiana dell'arcidiocesi di Trento, n. III (1908)

Note (1) Cfr. Foglio diocesano, anno 1908, n. 3.

A. 7. 1 "Sponsali. Registro dal febbraio 1922 al gennaio 1947" 1922 marzo 11 - 1947 gennaio 22 Italiano Registro, legatura in mezza tela, cc. 123 n.n.

A. 7. 2 "Sponsali. Vol. II dal marzo 1947 al ***" 1947 marzo 17 - 1958 settembre 14 Italiano Registro, legatura in cartone, con indice alfabetico parzialmente a rubrica alla fine n.n., pp. 105

25 serie 8 Atti matrimoniali, 1833 - 1955

Contenuto La documentazione è composta dall'insieme delle pratiche relative ai singoli matrimoni celebrati nella parrocchia. Gli atti, prodotti dagli enti ecclesiastici o civili e dai futuri sposi, variano per genere e quantità a seconda delle epoche e dei governi. Si possono trovare, per esempio, certificati di battesimo e di cresima, esami di religione, attestati di avvenute pubblicazioni, dispense vescovili da impedimenti, permessi politici e militari, consensi paterni. Dal 1820 ai parroci e ai pastori d'anime era vietato benedire i matrimoni a coloro che non avessero prodotto prima il permesso politico. Tale attestazione, introdotta nel Tirolo con il decreto della Cancelleria aulica del 12 maggio 1820, veniva rilasciata dal comune e doveva dimostrare che lo sposo fosse in grado di mantenere una famiglia mediante l'esercizio di un'industria o una paga giornaliera. In seguito alla legge n.847 del 27 maggio 1929, la documentazione di ogni matrimonio viene raccolta nel bifoglio "Esame dei contraenti", consistente nella domande da farsi agli sposi secondo il can.1020 del Codice di diritto canonico, e comprende anche la notificazione al comune dell'avvenuta celebrazione da parte del parroco con la relativa attestazione della sua registrazione nei registri anagrafici comunali. La serie è composta da 10 buste, di cui nove originali, contenenti i fascicoli annuali delle pratiche di matrimonio. Ad esclusione della prima busta, le cui pratiche sono state ricostruite durante il presente lavoro di riordino, le altre buste presentano una originaria organizzazione degli atti. In particolare gli atti dal 1846 al 1926 (bb. 2-8) sono raccolti in fascicoli annuali cui corrisponde un numero che troviamo riportato anche sui registri dei matrimoni accanto alle relative registrazione. Questo sistema si interrompe nel 1927 quando agli atti viene apposto solo il numero relativo alla registrazione del matrimonio come da registro.

A. 8. 1. b. 1 Atti matrimoniali 1833 - 1845 Busta, cc. 216 n.n.

A. 8. 2. b. 2 "Atti matrimoniali. 1846-1859" 1846 - 1859 1846 (fasc. I), 1847 (fasc. II), 1848 (fasc. III), 1849 (fasc. IV), 1850 (fasc. V), 1851 (fasc.V I), 1852 (fasc.VII), 1846 (fasc. VIII), 1854 (fasc. IX), 1855 (atti numerati), 1856 (atti numerati), 1857 (atti numerati), 1858 (atti numerati), 1859 (atti numerati) Busta, cc. 490 n.n. Segnature precedenti: I

A. 8. 3. b. 3 "Atti matrimoniali. 1860-1869" 1860 - 1869 1860 (atti numerati), 1861 (fasc. 1, atti numerati), 1862 (fasc. 2, atti numerati), 1863 (fasc. 3), 1864 (fasc. IV), 1865 (fasc. V), 1866 (fasc. VI), 1867 (fasc. VII), 1868 (fasc. VIII, nn. 1-20), 1869 (fasc. VIII, nn. 21-35) Busta, cc. 476 n.n. 26

Segnature precedenti: II

A. 8. 4. b. 4 "Atti matrimoniali. 1870-1880" 1870 - 1880 1870 (fasc. IX, nn. 1-12), 1871 (fasc. IX, nn. 13-31, 1872 (fasc. X, nn. 1-18), 1873 (fasc.X, nn. 19-39), 1874 (fasc. XI, nn. 1-9), 1875 (fasc. XI, nn. 10-23), 1876 (fasc. XI, nn. 24-36), 1877 (fasc. XI, nn. 37-54), 1878 (fasc. XI, nn. 55-65), 1879 (fasc. XI, nn. 66-74), 1880 (fasc. XI, nn. 75-79) Busta, cc. 474 n.n. Segnature precedenti: III

A. 8. 5. b. 5 "Atti matrimoniali. 1881-1892" 1881 - 1892 1881 (fasc. XII, nn. 1-15/ fasc. XIII, nn. 16-18), 1882 (fasc. XIII, 19-25), 1883 (fasc. XIII, nn. 8-24), 1884 (fasc. XIV, nn. 1-18), 1885 (fasc. XIV, nn. 19-31), 1886 (fasc. XIV, nn. 32-56), 1887 (fasc. XV, nn. 1-9), 1888 (fasc. XVI, nn. 1-13), 1889 (fasc. XVII, nn. 1-21), 1890 (fasc. XVIII, nn. 1-15), 1891 (fasc. XIX, nn. 1-12), 1892 (fasc. XX, nn. 1-10) Busta, cc. 625 n.n. Segnature precedenti: IV

A. 8. 6. b. 6 "Atti matrimoniali. 1893-1904" 1893 - 1904 1893 (fasc. XXI, 1-19), 1894 (fasc. XXII, 1-15), 1895 (fasc. XXIII, 1-18), 1896 (fasc. XXIV, 1-27), 1897 (fasc. XXV, 1-23), 1898 (fasc. XXVI, 1-20), 1899 (fasc. XXVII, 1-14), 1900 (fasc. XXVIII, 1-21); con il nuovo secolo la fascicolazione ricomincia: 1901 (fasc. I, 1-21), 1902 (fasc. II, 1-18), 1903 (fasc. III, 1-26), 1904 (fasc. IV, 1-25) Busta, cc. 789 n.n. Segnature precedenti: V

A. 8. 7. b. 7 "Atti matrimoniali. 1905-1920" 1905 - 1920 1905 (fasc. V, 1-20), 1906 (fasc. VI, 1-33), 1907 (fasc. VII, 1-20), 1908 (fasc. VIII, 1-21), 1909 (fasc. IX, 1-16), 1910 (fasc. X, 1- 18), 1911 (fasc. XI, 1-7), 1912 (fasc. XII, 1-14), 1913 (fasc. XII, 1-14), 1914 (fasc. XIV, 1-9), 1915 (fasc. XV, 1-3), 1916 (fasc. XVI, 1-3), 1918 (S.N.), 1919 (fasc. XVII, 1-25), 1920 (fasc. XVIII, 1-38) Busta, cc. 624 n.n. Segnature precedenti: VI

A. 8. 8. b. 8 "Atti matrimoniali. 1921-34" 1921 - 1934 1921 (fasc. XIX, 1-28), 1922 (fasc. XX, 1-20), 1923 (fasc. XXI, 1-10), 1924 (fasc. XXII, 1-9), 1925 (fasc. XXIII, 1-6), 1926 (fasc. XXIV, 1-13). Dal 1927 non compare più ll'indicazione del fascicolo. Busta, cc. 636 n.n. 27

Segnature precedenti: VII

A. 8. 9. b. 9 "Matrimoni. 1935-1942" 1935 - 1942 Busta, cc. 559 n.n. Segnature precedenti: VIII

A. 8. 10. b. 10 "Atti matrimoniali dal 1943 al 1955 incluso" 1943 - 1955 Busta, cc. 1089 n.n. Segnature precedenti: IX

28 serie 9 Diari delle messe avventizie, 1884 - 1954

Contenuto L'autorità ecclesiastica ordinò l'uso di tre diari per la registrazione delle messe: il diario per le messe legatarie, quello per le messe avventizie e il diario personale del sacerdote. I primi due dovevano trovarsi in sacrestia, come si può leggere in una comunicazione ai decani del vicario episcopale Zambaiti del 14 agosto 1804: "Hac occasionem tibi iterum praecipimus, quae in enciclica 'Quamvis iterato' diei 4 ianuarii 1774 demandata fuerunt, in omnibus ecclesiis diligenter, fideliterque observentur, scilicet, ut in singulis sacrariis exponatur liber, in quo quilibet sacerdos inscribere teneatur singulas missas tam beneficii, et capellaniae quam legatarias perpetuas, ac insuper alius separatus liber, in quo notentur missae adventitiae signata in utroque libro cuiuscumque celebrationis die". Tali disposizioni vennero riconfermate dal vescovo Francesco Saverio Luschin (Costituzioni diocesane, 1 marzo 1825). Nei diari delle messe avventizie dovevano essere annotati il numero delle messe da celebrarsi, la data della celebrazione, il luogo, la chiesa, l'intenzione; nei diari delle messe legatarie, invece, si segnavano la data del ricevimento della disposizione testamentaria, il numero, il committente, lo stipendio, l'intenzione, il giorno fissato per la celebrazione e la soddisfazione. Il diario personale doveva essere tenuto da ogni sacerdote presso di sè per annotarvi tutte le messe da celebrarsi e celebrate, come ingiungeva anche la legge diocesana del 1825. In seguito altre circolari rinnovarono le disposizioni della legge e in più ordinarono che ogni sacerdote dovesse porre al principio del suo diario l'obbligo dei suoi eredi di far celebrare le messe di cui egli si fosse incaricato e che alla sua morte non fossero state ancora soddisfatte. Fu anche espressamente ordinato che i diari privati dovessero, alla fine di ogni anno, essere riveduti e firmati dal rispettivo parroco per poterne far fede. La serie è costituita da sei registri.

A. 9. 1 "Diarium missarum" 1884 giugno 8 - 1893 luglio 31 Italiano Registro, legatura in mezza pelle, cc. 96 n.n.

A. 9. 2 "Diario" 1893 agosto 1 - 1904 dicembre 31(1) Italiano Registro, legatura in mezza tela, cc. 152 n.n. Note (1) Manca la c. relativa alle registrazioni delle messe del mese di maggio 1898.

A. 9. 3 "Diarium missarum"

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1905 gennaio 1 - 1913 dicembre 31 Italiano Registro, legatura in cartone, cc. 113 n.n.

A. 9. 4 Diario delle messe avventizie 1935 settembre 20 - 1940 agosto 17 Italiano Registro, legatura in cartone, cc. 52 n.n.

A. 9. 5 "Diarium missarum. Settembre 1940-Febbraio 1950. parrocchiale di Grigno" 1940 febbraio 24 - 1950 febbraio 9 Italiano Registro, legatura in tela, cc. 128 n.n.

A. 9. 6 "Registro ss. messe (sagrestia) dal 10.II.1950 al 14.III.1954" 1950 febbraio 10 - 1954 marzo 14 Italiano Registro, legatura in cartoncino, pp. 114

30 serie 10 Diari personali delle messe, 1945 - 1955

Contenuto Per un'introduzione generale si veda l'introduzione alla serie "Diari delle messe avventizie". La serie è costituita da un registro. Il diario apparteneva a don Giovanni Battista Mezzi da , parroco di Grigno dal 1943 al 1966.

A. 10. 1 "Diarium missarum" 1945 gennaio 1 - 1955 dicembre 31, con seguiti fino al 1957 Diario personale di don Giovanni Battista Mezzi relativo alle "missae celebrandae" (1945 gen. 1-1955 nov. 1) e alle "missae celebratae" (1946 gen. 1-1955 dic. 31). Italiano Registro, legatura in cartone, cc. 74 n.n.

31 serie 11 Registri di cronache e memorie, [1925] - 1960

Contenuto La serie è formata da un unico registro sul quale, a partire da don Luigi Bruner, i parroci hanno annotato momenti ed eventi particolari della vita della loro parrocchia.

A. 11. 1 "Grigno. Cronaca e memorabilia" [1925] - 1960 Cronache e memorie della chiesa e della parrocchia di Grigno iniziate dal parroco don Luigi Bruner e continuate dai suoi successori. Sono incollate N. 12 fotografie e alcuni ritagli di giornale. Contiene, sciolto: "Voto della parrocchia di Grigno in onore si S. Udalrico. 4 marzo 1945", cc. 12 n.n. Italiano Registro, legatura in mezza tela, pp. 5-111

32 serie 12 Registri di cassa generale, [1926] - 1964

Contenuto La seriè è formata da un unico registro in uso al parroco che riporta l'annotazione di entrate e uscite di varie amministrazioni.

A. 12. 1 "Collette: Giornata universitaria, Opere missionarie, Opera S. Vigilio, Giornata assist. sociale" [1926] agosto 16 - 1964 novembre 27 pp. 1-20, 27-32: cassa SS. Anime, [1926] ago. 16-1943 mar. 8; pp. 23-26: cassa Eredità Margherita Sordo ved. Nollo, 1930 dic. 17-1932 ago. 1; pp. 34-37: cassa chiesa per cera, 1932 lug. 14-1941 ott. 15; pp. 41-127: cassa chiesa varie, 1932 lug. 14-1942 set. 14; pp. 128-129: cassa Giornata pro Univ. Catt. di Milano, 1950 apr. 4 - 1963 apr. 4; pp. 134-136: cassa Opere missionarie, 1950 ott. 15-1964 ott. 22; p. 144: cassa Opera S. Vigilio, 1961 dic. 11-1963 nov. 23; p. 150: cassa Giornata Assistenza Soc., 1955 mag. 29, 1964 nov. 27 Italiano Registro, legatura in cartone, p. 150 (mancano le pp. 21-22; bianche molte pp.)

33 serie 13 Protocolli degli esibiti, 1902 - 1958

Contenuto I protocolli degli esibiti sono registri sui quali devono essere scritti, secondo una numerazione progressiva, gli atti e la corrispondenza in arrivo e in partenza, specificandone la data e il contenuto. La tenuta di questi libri da parte dei parroci venne prescritta dall'autorità politica (cfr. "Raccolta delle leggi provinciali", 19.12.1816) e da quella ecclesiastica (Decreto vescovile 9.03.1887 nel Foglio Diocesano, 1887). La serie è composta da sei registri.

A. 13. 1 "Protocollo parrocchiale" 1902 gennaio 2 - 1914 gennaio 13 Italiano Registro, legatura in mezza pelle, cc. 82 n.n.

A. 13. 2 "Protocollo esibiti. Parochia di Grigno per l'anno 1914" 1914 gennaio 3 - 1930 novembre 29 Mancano le registrazioni per gli anni 1917-1918. Italiano Registro, legatura in mezza tela, cc. 46 n.n.

A. 13. 3 "Protocollo degli esibiti. 1 dicembre 1930. IX" 1930 dicembre 1 - 1942 settembre 24 Alle pp. 29, 1-72: "Registro generale", registrazioni varie di cassa(1), 1947 mag. 24; 1949 mar. 4-1952 lug. 14. Italiano Registro, legatura in cartone, pp. 1-29, 1-72 Note (1) Riscaldamento cinema, luce chiesa, elemosine raccolte in chiesa, denaro dato alle suore dell'asilo, riscaldamento canonica, ecc.

A. 13. 4 "Protocollo dal 19.4.1943 al 30.6.1946" 1943 aprile 19 - 1946 giugno 30 Italiano Registro, legatura in cartoncino, cc. 39 n.n.

A. 13. 5 "Protocollo dal 1° luglio 1946 al 16 agosto 1950" 1946 luglio 1 - 1950 agosto 16 34

Italiano Registro, legatura in cartone, cc. 57 n.n.

A. 13. 6 "Protocollo dal 18.VIII.1950 al 1.IX.1958" 1950 agosto 19 - 1958 settembre 1 Italiano Registro, legatura in cartone, pp. 118

35 serie 14 Carteggio e atti, 1639 (copia) - 1955

Contenuto La serie è formata da 12 fascicoli e una busta contenenti documentazione prodotta e/o ricevuta dal parroco nell'espletamento della sua attività pastorale. Si troveranno perciò carteggio anagrafico, circolari provenienti dalle autorità, carteggio relativo alle chiese soggette, corrispondenza varia, ecc.

A. 14. 1. b. 1 "Curazia di Tezze" 1639 (copia) - 1866 Copia del testamento di Francesco dell'Agnolo fondatore del beneficio della Scorzara (1639); ratifica governativa dell'erezione della curazia di Tezze con copia degli atti e dei capitoli per il curato (1774, copie dal 1773); atti relativi alla consegna dei fondi del beneficio al primo rettore don Francesco Antonio Meggio (1774-[1775]); atti relativi alla vertenza nata in merito alla cattiva manutenzione degli edifici beneficiali (1801-1805); facoltà di tenere una processione per la festività del Corpus Domini nella curazia di Tezze e condizioni (1840); riduzione delle ore di esposizione del SS. Sacramento durante la Settimana Santa (1847); vacanza della curazia e suo conferimento (1859); piano dellOrdinariato per estinguere le passività del beneficio Scorzara (1866). Fascicolo, cc. 41

A. 14. 2. b. 1 "Circolari e decreti. 1888-***" 1727 - 1922 Circolari, decreti, comunicazioni ed avvisi provenienti da autorità ecclesiastiche (1727-1914) e civili (1827-1922). Fascicolo, cc. 198

A. 14. 3. b. 1 "Pastorali" 1777 - 1786 ; 1821 - 1944 Pastorali vescovili. Fascicolo, cc. 534

A. 14. 4. b. 2 "Atti relativi a matrimoni" 1815 - 1838 - "Dispense di parentela pei contraenti matrimonio", 1815-1832, cc. 1-54; - "Consensi giudiziali pei contraenti minorenni", 1816-1837, cc. 55-125; - "Licenze comunali pei contraenti matrimonio", 1822-1838, cc. 126-171. Busta, cc. 171

A. 14. 5. b. 3 "Fede di nascita, morte, matrimoni"

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1816 - 1952 - "Fedi di nascita", certificazioni, notifiche e carteggio relativi a nascite e battesimi avvenuti fuori parrocchia e all'estero, 1816; 1867- 1952, cc. 1-154; - "Fedi di morte", certificazioni, notifiche e carteggio relativi a decessi avvenuti fuori parrocchia e all'estero, 1877-1951, cc. 155-303; - "Fedi matrimoniali", certificazioni, notifiche e carteggio relativi a matrimoni celebrati fuori parrocchia e all'estero, 1888-1952, cc. 304-462. Fascicolo, cc. 462

A. 14. 6. b. 3 Carteggio e atti relativi all'anagrafe 1829 - 1952 Carteggio e atti relativi a matrimoni non registrati a Grigno, elenchi di cresimati, riconoscimenti di illegittimi, cambiamenti di cognome, elenco dei militari sepolti a Grigno, ecc. Fascicolo, cc. 131

A. 14. 7. b. 4 Corrispondenza varia 1843 - 1941 Comunicazione relativa all'assegnazione della dote della "Fondazione Rosea Ceschi" (1843), atti relativi all'insegnamento della religione nella cura d'anime di Monte Frizzone (1867-1922), corrispondenza proveniente dal Comitato provinciale per l'assistenza agli orfani di guerra relativa alle contribuzioni (1919-1923), avvisi relativi alle processioni da tenersi in varie occasioni (1929-1930), ecc. Fascicolo, cc. 44

A. 14. 8. b. 4 Miscellanea 1853 - 1941 Atti di privati (1853-1905), copia dell'atto di fondazione dell' "Alunnato don Luigi Sartori" (1906), protocollo della riunione del comitato direttivo per l'erezione di un monumento ai caduti (1921), statuto dei cantori (1922), prospetto dell'archivio parrocchiale (1925), ricevuta relativa alla consegna di uno strumento musicale (1941), ecc. Fascicolo, cc. 40

A. 14. 9. b. 4 Concessioni e privilegi 1858 - 1947 Concessione della messa solenne per il Titolare (1858), indulgenza del Sacro Cuore (1888), consenso ad istituire la congregazione del Terz'Ordine in Grigno (1913), facoltà di benedire statue, facoltà di binare, facoltà di benedire il nuovo cimitero (1922), benedizione della Via Crucis (1947), ecc. Fascicolo, cc. 21

A. 14. 10. b. 4 "Atti visitali" 1864 - 1955, con antecedente del 1782

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Atti relativi alle visite pastorali del: 1864 (itinerario ed estratto del decreto visitale); 1880 (estratto del decr. vis.); 1912 (decr. vis.); 1932 (risposte al questionario); 1946 (risp. al quest., decr. vis.); 1955 (risp. al quest., decr. vis.). Contiene la "Nota delle spese fatte nella visita vescovile in Grigno il 18 e 19 giugno l'anno 1782". Fascicolo, cc. 62

A. 14. 11. b. 4 "Catechisti" 1904 - 1925 Atti relativi a compensi e indennizzi per gli insegnanti di religione nelle scuole di Grigno e Selva. Fascicolo, cc. 24

A. 14. 12. b. 4 Teatro-oratorio 1920 - 1942 Carteggio e atti relativi al collaudo dei locali del teatrino parrocchiale e autorizzazioni per rappresentazioni. Fascicolo, cc. 13

A. 14. 13. b. 4 Autentiche delle reliquie 1923 - 1955 N. 7 autentiche di reliquie. Fascicolo, cc. 7

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Ente Chiesa di San Giacomo [1547] - 1987 gennaio 24

Luoghi Grigno (Tn)

Archivi prodotti Fondo Chiesa di San Giacomo in Grigno, 01/01/1703 - 31/12/1966

Storia La chiesa di Grigno è titolata a San Giacomo Maggiore apostolo. In origine la chiesa non aveva un titolare unico e come apprendiamo dai regesti degli atti visitali feltrensi (1), accanto al nome di San Giacomo troviamo associati i nomi dei santi Cristoforo (cfr. visite del 1531, 1533,1550, 1556) o Filippo (cfr. visite del 1591, 1596, 1612). La titolazione unica si afferma intorno alla seconda metà del XVII secolo, ma già l'appellativo di "chiesa parrocchiale di San Giacomo" compariva nelle visite del 1547 e 1585. La vecchia parrocchiale, ora sconsacrata e adibita a cinema parrocchiale, fu eretta nella seconda metà del XV secolo (2), ma nell'archivio parrocchiale "non ci sono documenti riferentisi alla storia della chiesa"(3). Alcune brevi informazioni sul vecchio edificio si ricavano dai regesti degli atti feltrensi(4): su quello relativo alla visita del 3 ottobre 1585 leggiamo: "La chiesa era a sera; era lunga, senza contare il presbitero, 22 passi, larga 14, capace pela popolazione. Tutta a volto; le pareti avea in parte bianche, in parte colorite; avea la finestra ad occhio verso mezzodì e non sulla facciata, più sei finestre; il pavimento in cemento; due porte, la maggiore a oriente, l'altra a settentrione (...); il presbitero a volto; l'altar maggiore con ancona in scoltura (...)(5); la sagrestia era a settentrione"; nel 1591 si ordinava il rifacimento del pavimento; nel 1596 furono benedette due nuove campane; il 23 maggio 1597 fu consacrato l'altare maggiore e vi furono collocate le reliquie dei Ss. Luca ev. e Vittore mart.; nel 1612 si ordinava il rifacimento di alcune pitture e si segnalava la presenza di una nuova sacrestia; un'altra breve descrizione della chiesa si ritrova su regesto della visita del 1642: "Il battistero era in fondo alla chiesa e avea la conca divisa. Il presbiterio era a volto e dipinto e il suo altare maggiore avea la pala dorata con scolture della Madonna in mezzo e dei Ss. Giacomo e Cristoforo (...). La chiesa, consacrata, era a tre navate con i rispettivi avolti (...). La chiesa avea due porte; il pulpito di legno; la sagrestia a volto; il campanile (...) con due campane". A causa delle inondazioni del 1748 la chiesa subì importanti danni: "fu costruito il presbiterio, pulpito, cantoria; o almeno al pulpito e cantoria fu data la marmorina che venne data anche a le colonne rotonde (...) e anche a l'altare della Madonna del Rosario. Poi venne allargata la chiesa, prima così graziosa e tutta affrescata e ridotta bestialmente come si trova: aveva a ricordo d'uomo n° sette altari!"(6). La ricostruzione non si rivelò infatti rispettosa dello stile architettonico preesistente: la chiesa originale era in stile gotico mentre il presbiterio fu costruito in stile barocco "così la presente forma della chiesa è una stonatura d'arte anche per le proporzioni: troppo corta, troppo bassa"(7). La vecchia chiesa, che non era molto grande, serviva anche per il popolo di Tezze quando, con il proprio rettore, si riuniva nella parrocchiale in occasione di feste maggiori o funzioni solenni. Alla fine della prima guerra mondiale altri danni impoverirono la chiesa, spoglia di quasi tutti gli arredi sacri. Fu grazie ai parroci don Attilio Gadler (1919-1921) e don Luigi Bruner (1921-1926) che essa fu dotata di nuovi e decorosi arredi. 39

Si rendeva però ormai necessaria la costruzione di una nuova chiesa e "nell'anno 1927 il parroco don Fortunato Frisanco(8) avviò le pratiche per comperare il suolo ove fabbricare una nuova chiesa parrochiale. Dopo molto lavoro finalmente giunse a persuadere il cav. Candido Negri a vendere quell'appezzamento di terreno che sta a occidente e a settentrione della cappella di S. Giuseppe(9). Lo pagò però molto caro."(10). Si formò così un comitato pro erigenda chiesa. L'idea originale prevedeva l'erezione di una chiesa-ossario in memoria dei caduti e dispersi nella guerra mondiale. Tale progetto prendeva impulso dal fatto che i contributi economici elargiti dal governo per opere destinate alla cura e onoranza delle salme dei caduti in guerra erano rilevanti. Il parroco don Fortunato Frisanco d'accordo con i rappresentanti comunali, affidò l'incarico per la progettazione allo studio degli architetti Giovanni Tiella e Pietro Marzani di (11). Le autorità di governo non autorizzarono alla fine la costruzione dell'ossario ma don Frisanco non abbandonò il progetto di una nuova chiesa e fece rivedere il progetto dagli architetti, che approntarono un nuovo disegno adattando quello originale; al maestro costruttore Marco Rattin fu affidato l'incarico di "sorvegliante dei muratori" e fiduciario del parroco. Il 29 giugno 1930 fu benedetta la prima pietra. Don Frisanco si adoperò per la raccolta dei fondi necessari e finalmente il 29 luglio 1933 l'arcivescovo Celestino Endrici consacrò la nuova chiesa, realizzata in stile basilicale. I lavori per la sistemazione degli interni e l'acquisto di arredi e suppellettili sacre continuarono fino al 1948. Nel 1950 il pittore Lucillo Grassi da Storo eseguì i lavori di decorazione interna della chiesa. Il santo patrono si festeggia la domenica dopo il 25 luglio. Oratori e cappelle Chiesa di San Udalrico. Essa è proprietà della chiesa parrocchiale e non ha rendite distinte. Si trova sulla strada provinciale che conduce a . Non vi è memoria relativa alla sua costruzione, ma sembra essere molto antica. La chiesa fu visitata nell'ottobre del 1585: "Si visitò la chiesa di S. Udalrico sopra la villa, posta a oriente: aveva una sol porta a occidente; le pareti parte bianche parte colorite; il pavimento in cemento (...); il presbitero a volto; l'altare con statua della Madonna; il tetto era guastato da un fulmine"(12). Nella visita del 1612 si rilevava che "era senza vetri e telari alle finestre"(13) e nella visita del 1642 si descriveva la chiesa come ben decorata e arredata, ma mancante di sacrestia. Nel secondo dopoguerra fu rifatto il tetto e restaurato il campanile e si approntarono negli anni lavori per allontanare l'umidità. A San Udalrico si recavano "i valligiani di Tesino per impetrare acqua o sole su le proprie campagne (...). Il paese vi si porta il lunedì dopo l'ottava di Pasqua nel quale giorno, a fine messa, c'è la benedizione con la reliquia contro gli insetti nocivi a la terra e agli alberi"(14). Chiesa di Selva. Essa è dedicata alla Madonna del Carmine ed è di proprietà del Comune di Grigno. Fu costruita agli inizi del Novecento, ma non si conserva documentazione relativa. Fu restaurata tra il 1954-55. Cappela della Madonna Pellegrina. Fu costruita nel 1949 nella frazione di Serafini come voto di guerra. E' proprietà della frazione che provvede alla sua conservazione. Cappella del Ricovero. Essa è dedicata al S. Cuore; si trova all'interno dell'edificio ed è di proprietà del Comune. Cappella del cimitero. Essa è dedicata al S. Crocifisso; quanto è conservato al suo interno è di proprietà della chiesa parrocchiale. In applicazione della legge n. 222 del 20 maggio 1985 e in seguito ai DD.MM. del 21 marzo 1986 e 30 dicembre 1986 (pubblicato sulla Gazzetta ufficiale il 24.01.1987), a decorrere dal 24 gennaio 1987 l'ente Chiesa di San Giacomo in Grigno ed annessa chiesa filiale di Udalrico sono state soppresse e i loro beni (con tutte le relative pertinenze, accessioni, comproprietà, diritti, servitù e ipoteche) sono stati assegnati all'ente Parrocchia di San Giacomo Maggiore in Grigno.

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Funzioni, occupazioni e attività Il curatore d'anime era il legittimo amministratore della sostanza della chiesa curata, come anche delle chiese annesse e di tutte le fondazioni istituite a favore delle stesse. Il patrimonio della chiesa era costituito dagli apparati, dagli utensili, dagli arredi sacri di cui essa è provvista per il culto divino, dagli altri beni mobili di sua proprietà, come pure dai fabbricati, fondi, capitali, introiti, diritti ad essa appartenenti, i cui proventi sono destinati a sopperire ai bisogni del culto divino e al mantenimento in buono stato dei fabbricati. Il parroco svolgeva la sua attività di responsabile amministrativo affiancato dai fabbriceri (detti anche sindaci o massari), quali rappresentanti della comunità. L'istituzione e l'azione dei fabbriceri vennero disciplinate da un decreto napoleonico del 26 maggio 1807: venivano nominati per decreto ministeriale o prefettizio, erano generalmente tre per ciascuna chiesa e duravano in carica cinque anni. Nella diocesi di Trento venne emanata nel 1865 una normativa relativa all'amministrazione delle chiese che disciplinava, tra l'altro, anche il rapporto del curatore d'anime coi fabbriceri. Il primo era considerato l'organo ecclesiastico dell'amminstrazione e a lui competeva la principale direzione; i fabbriceri gli erano affiancati "tanto allo scopo di prestargli assistenza, quanto nella loro qualità di rappresentanti della comunità ecclesiastica (...). Tanto il curator d'anime che i fabbriceri devono sempre aver cognizione di quanto concerne l'amministrazione"(15). I fabbriceri venivano di regola proposti al curatore d'anime; il loro ufficio durava due anni, salvo la possibilità di essere riconfermati. Dal 1874 (Legge 7 maggio 1874, Boll. Leggi dell'Impero n. 50) spettava al decano il diritto di nominare i fabbriceri proposti dalla comunità. Le fabbricerie erano perciò organi amministrativi dipendenti dall'autorità ecclesiastica, ai quali era demandata l'amministrazione dei beni temporali di una chiesa, con esclusione di qualsiasi ingerenza nelle questioni di culto. Anche il Codice di diritto canonico del 1917 (cann. 1183-1184) contemplava espressamente la fabbriceria, escludendola però da molte ingerenze (elemosine di messe, ordine della chiesa e del cimitero, disposizione e custodia dei libri parrocchiali, ecc.). Lo stesso Codice conferiva alla chiesa personalità giuridica, con il diritto di acquistare, ritenere, amministrare liberamente ed indipendentemente da ogni potere civile beni temporali per il conseguimento dei propri fini (can. 1495). Dove mancava la fabbriceria, l'amministratore unico era il rettore della chiesa, sotto l'unico controllo dell'Ordinario. Il parroco o rettore della chiesa, che faceva sempre parte di diritto della fabbriceria, per la natura stessa dell'ente ne era il presidente. Il Concordato del 1929 e il regio decreto del 26 settembre 1935 ridimensionarono ulteriormente la rilevanza delle fabbricerie. L'ente chiesa parrocchiale è stato soppresso in seguito all'applicazione degli adempimenti in materia di revisione concordataria seguiti alla legge 20 maggio 1985 n. 222, e all'entrata in vigore del relativo regolamento di esecuzione, decereto 13 febbraio 1987, n.33, in particolare in seguito all'approvazione dei decreti con i quali è stata stabilita la sede e la denominazione dei nuovi enti parrocchia.

Fonti archivistiche e bibliografia Fonti d’archivio Archivio "Ufficio parrocchiale di San Giacomo Maggiore in Grigno" Archivio "Chiesa di San Giacomo in Grigno" Archivio diocesano tridentino

Note (1) Cfr. "Archivio diocesano tridentino", Atti visitali feltrensi, regesti a cura di p. Marco Morizzo.

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(2) Sul regesto della visita del 1597 (atti visitali feltrensi) apprendiamo l'esistenza dell'altare maggiore nel 1474. (3) Cfr. le risposte al questionario per la visita pastorale del 1955 in: "Ufficio parrocchiale di San Giacomo Maggiore in Grigno", "Carteggio e atti", fasc. 10. (4) Cfr. "Archivio diocesano tridentino", Atti visitali feltrensi, regesti a cura di p. Marco Morizzo. (5) Si nominano ancora altri quattro altari: altare di S. Giovanni Battista, alt. dei Ss. Fabiano e Rocco, alt. della Madonna, alt. di S. Antonio. (6) Cfr. "Ufficio parrocchiale di San Giacomo Maggiore in Grigno", "Registri di cronache e memorie", reg. 1, p. 6. (7) Cfr. "Chiesa di San Giacomo in Grigno", "Carteggio e atti", fasc. 3. (8) Parroco di Grigno dal 1926 al 1942. (9) La cappella era abbandonata e fu abbattuta per permettere la costruzione della nuova chiesa. (10) Cfr. "Ufficio parrocchiale di San Giacomo Maggiore in Grigno", "Registri di cronache e memorie", reg. 1, p. 51. (11) Cfr. "Chiesa di San Giacomo in Grigno", "Carteggio e atti", b. 9. (12) Cfr. "Archivio diocesano tridentino", Atti visitali feltrensi, regesti a cura di p. Marco Morizzo. (13) Ibidem. (14) "Ufficio parrocchiale di San Giacomo in Grigno", "Registri di cronache e memorie", reg. 1, pp. 28-29. (15) Cfr. Norme per l'amministrazione del patrimonio delle chiese e dei benefici, nonché delle fondazioni ecclesiastiche della diocesi di Trento, 1865, Capitolo I, Sezione I, § 10.

42 fondo B Chiesa di San Giacomo in Grigno, 1703 - 1966

regg. 9, bb. 7, fascc. 6

Soggetti produttori Chiesa di San Giacomo, [1547] - 1987 gennaio 24

Contenuto Per un'introduzione generale dell'archivio si veda l'introduzione al superfondo "Parocchia di San Giacomo Maggiore in Grigno".

43 serie 1 Inventari, sec. XVIII prima metà - 1894

Contenuto L'inventario, che veniva compilato per ogni chiesa curata e per le sue annesse, doveva descrivere con la massima esattezza la complessiva sostanza mobile e immobile della chiesa. Era inoltre richiesta una dettagliata descrizione dei documenti di fondazione e di proprietà degli stabili e di altri diritti della chiesa, con annotazione delle eventuali variazioni della sostanza. All'entrata di ogni nuovo curatore d'anime l'inventario doveva essere sottoposto a revisione e comunque la sua compilazione veniva rinnovata ogni cinque anni. Era inoltre facoltà di ogni nuovo fabbricere, in occasione della sua immissione in ufficio, visionare l'inventario della sostanza della chiesa. L'inventario era prodotto in tre esemplari: uno veniva conservato nell'archivio parrocchiale, uno presso l'Ordinariato e un terzo era spedito all'autorità politica provinciale(1). Accanto agli inventari "ufficiali" spesso si trovano negli archivi anche inventari redatti per altri scopi, con elencazione prevalente dei soli beni mobili. La serie è formata da un fascicolo (contenente sei inventari) e da un registro.

Note (1) Norme d'amministrazione ecclesiastica, Bollettino delle leggi dell'Impero, C. II dd. 25 gennaio 1866.

B. 1. 1. b. 1 Inventari della chiesa parrocchiale sec. XVIII prima metà - 1894 Inventari dei beni mobili e immobili della chiesa parrocchiale di Grigno relativi agli anni: prima metà sec. XVIII, 1807, 1840, 1846, 1878, 1894. Fascicolo, cc. 81

B. 1. 2. b. 1 "Inventario del patrimonio attivo e passivo delle chiese nel comune di Grigno. 1846" 1846 maggio 31, con annotazioni fino al 1862 Italiano Registro, legatura in cartone, cc. 24 n.n.

44 serie 2 Registri degli "instrumenta", sec. XVIII seconda metà

Contenuto La serie è costituita da un registro.

B. 2. 1 "Copie di tutti li istromenti spettanti alla parrocchiale e delle venerabili scuole del SS. Sacramento, Sag(ratissimo) Rosario, cappella di S. Udalrico ed altare di S. Giorgio in Grigno" (tit. int.) sec. XVIII seconda metà Copie di "instrumenta" (costituzione di affitti, compravendite, dazioni in pagamento, ecc.) stipulati tra il 1617 e il 1766 a favore della chiesa parrocchiale, della confraternita del SS. Sacramento, della confraternita del S. Rosario, della chiesa di S. Udalrico e dell'altare di S. Giorgio. Italiano, latino Registro, legatura in mezza pergamena, con indice dei contraenti, degli stabili e dei luoghi all'inizio n.n., pp. II-323 (bianche molte pp.) Segnature precedenti: lett. CC

45 serie 3 Urbari, sec. XVIII seconda metà - sec. XX

Contenuto Per la corretta e vigile amministrazione dei beni della chiesa è necessario tenere aggiornati i"dei libri contabili" per dimostrare la regolarità della gestione del patrimonio. Un particolare tipo di registro atto a questo scopo è l'urbario. In esso si registrano i fondi, gli stabili e i capitali di proprietà di un ente, la loro estensione, la rendita annuale, il nome dei locatari, le scadenze dei pagamenti degli interessi, la durata delle locazioni, le ipoteche, le garanzie ed eventuali altre annotazioni. La serie è costituita da due registri.

B. 3. 1 Urbario sec. XVIII seconda metà Urbario dei capitali e dei fondi: pp. 1-28: chiesa parrocchiale di Grigno; pp. 1-8: confraternita del SS. Rosario; pp. 1-14: cappella di S. Giorgio; pp. 1-6: chiesa di S. Udalrico; pp. 1-2: confraternita del SS. Sacramento. Alla fine: "Capitali consegnati alla venerabile parrocchiale di Grigno dalla Commissione liquidatrice dei beni confraternitali" con annotazioni dei pagamenti degli affitti, 1800 giu. 24- 1802 apr. 5; annotazione relativa ai pagamenti fatti dalla Comunità nei confronti della chiesa, delle cappelle, degli altari e delle confraternite, 1784 feb. 14. Italiano Registro, legatura in cartoncino rustico, con indice parziale della prima parte all'inizio n.n., pp. 28, 8, 14, 6, 2

B. 3. 2 "Urbario stabili e capitali. Parrocchia di Grigno" sec. XX pp. 1-39: urbario della chiesa parrocchiale; pp. 40-62: urbario del beneficio parrocchiale; pp. 64-89, 106-107: urbario della primissaria. Italiano Registro, legatura in cartoncino, pp. 107 (bianche molte pp.)

46 serie 4 Registri di cassa, 1915 - 1966

Contenuto La serie è formata da quattro registri sui quali sono annotate entrate ed uscite delle amministrazioni parrocchiali gestite direttamente dal parroco.

B. 4. 1 "Quinternetto. Entrata-Uscita" 1915 - 1920 Quinternetto relativo all'entrata. Italiano Registro, legatura in cartoncino, cc. 4 n.n.

B. 4. 2 "Nuova chiesa" [1926] agosto 16 - 1943 febbraio 18 Registro di cassa relativo ai lavori effettuati per la nuova chiesa e altre spese generali. Italiano Registro, legatura in cartone, pp. 193 (bianche molte pp.)

B. 4. 3 "Registro generale. Cassa chiesa. Parrocchia di Grigno" 1941 novembre 5 - 1961 dicembre 31 Registro di cassa della chiesa parrocchiale. Italiano Registro, legatura in mezza tela, pp. 141

B. 4. 4 "Cassa della cappella Madonna Pellegrina. 1950-1951" 1950 febbraio 5 - 1966 dicembre 8 Registro di cassa. Italiano Registro, legatura in carta, pp. 28

47 serie 5 Resoconti, 1884 - 1952

Contenuto Con il decreto governativo del 3 agosto 1803 il ministero per il culto del Regno d'Italia stabiliva delle regole per una migliore amministrazione economica dei beni in possesso degli istituti religiosi. Tutti gli "stabilimenti di religione e di beneficenza pubblica" erano tenuti a presentare annualmente alle municipalità il bilancio della loro attività, entro i tre mesi dell'anno successivo. In base alla circolare del governo del Tirolo e Vorarlberg del 13 ottobre 1821, ogni anno i sindaci della chiesa, nominati dal capo-comune e confermati dal pastore delle anime e dal giudice distrettuale, dovevano rendere conto dell'amministrazione del patrimonio della chiesa mediante un esatto conto. Sei settimane dopo il termine dell'anno militare che cominciava il 1. novembre e terminava il 31 ottobre, il sindaco della chiesa servendosi di appositi formulari doveva rendere i conti dell'amministrazione della chiesa, alla presenza del giudice, del pastore locale e di una deputazione comunale. Il conto formalmente rivisto e approvato doveva essere custodito nella cassa della chiesa o in un apposito armadio; in questa occasione era cura del pastore locale delle anime di fare un estratto di tale conto e trasmetterlo per conoscenza all'Ordinariato. Rimase sempre comunque al vescovo l'ispezione del patrimonio delle chiese della sua diocesi. La sorveglianza sull'amministrazione dei beni ecclesiastici, che prima del Concordato tra stato austriaco e chiesa del 1855 spettava quindi agli organi locali di governo, passava, in base all'art. 30 dell'accordo, all'autorità ecclesiastica. A Trento nel 1865 venne istituito a questo scopo l'Ufficio amministrativo diocesano. Le "Norme d'amministrazione ecclesiastica" pubblicate nel Bollettino delle Leggi dell'Impero del 25 gennaio 1866 regolamentarono la materia stabilendo, tra l'altro, la formazione dei resoconti secondo determinati formulari. Gli amministratori dovevano redigere annualmente i resoconti che, con il visto del curatore d'anime, dovevano essere inviati per l'approvazione all'Ordinariato con la relativa documentazione in ordine di entrata e di uscita. L'Ordinariato doveva vistare e rispedire una copia dei resoconti al curatore d'anime e inviarne una all'autorità politica provinciale. Il Concordato tra stato italiano e chiesa del 1929 non apportò variazioni sostanziali a questo stato di cose. La serie è formata da due buste.

B. 5. 1. b. 1 Resoconti 1884 - 1900 Nn. 1-15. Resoconti e documentazione di corredo. Mancano le quietanze relative agli anni 1884-1889. Busta, cc. 548 n.n.

B. 5. 2. b. 2 Resoconti 1901 - 1952 Nn. 16-47. Resoconti e documentazione di corredo.

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Mancano le quietanze relative agli anni 1916-1952. Busta, cc. 762 n.n.

49 serie 6 Carteggio e atti, 1703 - 1954

Contenuto La serie, costituita da cinque buste e sei fascicoli, comprende tutta la documentazione di carattere amministrativo relativa al patrimonio della chiesa parrocchiale e alla gestione e tenuta in buono stato dell'edificio di culto. Si troveranno quindi le pratiche concernenti i lavori di costruzione, manutenzione e restauro eseguiti sull'edificio, alla gestione del personale (fabbriceri, sagrestani, cantori) e il carteggio e atti relativi alla gestione del patrimonio di pertinenza della chiesa amministrato dal parroco, spesso affiancato da una fabbriceria, e costituito da beni mobili, da fabbricati, fondi, capitali e altri introiti.

B. 6. 1. b. 1 Messe legatarie 1703 - 1946 Carteggio e atti relativi all'amministrazione dei legati missari di Grigno: riduzioni di messe, prospetti delle fondazioni, elemosine spedite in Curia per le celebrazioni, fassione delle fondazioni esistenti, messe a carico della chiesa, della primissaria, del Comune e del beneficio parrocchiale, documenti di fondazione, ecc. Busta, cc. 178 Segnature precedenti: 7

B. 6. 2. b. 2 "Cappella della Madonna e S. Giuseppe" 1754 - 1760 ; 1910 Licenze vescovili di edificare e benedire la cappella (1754), di celebrare la s. messa (1757), di costruire l'altare (1760) e facoltà di benedire la cappella (1910). Fascicolo, cc. 8

B. 6. 3. b. 2 "Chiesa parrocchiale" 1789 - 1949 Carteggio e atti relativi all'amministrazione: resa di conto per l'anno 1788-89, tabella annuale delle entrate e delle uscite (1800), locazioni di stabili, prospetto dei capitali attivi con documenti estinti per decreto di archiviazione (1870), documenti di credito, diffide di pagamento delle imposte, repertori degli atti soggetti a tassa di registro, fassioni, fogli di possesso, stato patrimoniale ed economico (1929), aggiudicazione di stabili, atti relativi all'eredità lasciata da Margherita Sordo ved. Nollo (1931-1937), polizze di assicurazione, ecc. Busta, cc. 343 Segnature precedenti: 4

B. 6. 4. b. 3 Lavori chiesa 1799 - 1948

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Contratto con il falegname per la realizzazione di dieci banchi (1799), tavole e disegni del progetto originale dell'ing. Lino Armellini per l'ampliamento della chiesa (1896), richiesta e autorizzazione ad eseguire riparazioni dei banchi e a rinnovare il pavimento della chiesa (1903), progetto per il nuovo organo (1943), relazione tecnica e disegni dell'impresa edile "Scarpa Alberto" per l'esecuzione di un rivestimento ligneo delle pareti del presbiterio (1947), progetto per un nuovo battistero (1948). Busta, cc. 41

B. 6. 5. b. 4 "Campane" 1879 - 1941 Permessi di benedire le nuove campane (1879; 1899); attestati di benedizione (1902; 1913); carteggio relativo alla rifusione delle campane in seguito ai danni di guerra, loro consegna e consacrazione (1919-21); atti relativi agli indennizzi percepiti per le requisizioni; corrispondenza con la Fonderia Colbacchini (1938-39); censimento delle campane (1941). Fascicolo, cc. 46

B. 6. 6. b. 4 "Cooperatori" 1889 - 1954 Comunicazioni provenienti dalla Curia di Trento relative alle nomine di cooperatori a Grigno. Fascicolo, cc. 44

B. 6. 7. b. 4 "Campanile e palla delle Anime" 1913 - 1914 ; 1920 - 1921 Carteggio con le autorità relativo al restauro della cupola del campanile (1913-14); carteggio con le autorità e con la pittrice Ady Werner relativo al restauro della pala delle SS. Anime e di due quadri della Via Crucis (1920-21). Fascicolo, cc. 26

B. 6. 8. b. 4 "Danni di guerra" 1914 - 1930 Circolari relative alla conservazione degli oggetti d'arte; carteggio ed atti relativi alle pratiche di indennizzo per i danni subiti durante laPrima guerra mondiale ai beni mobili e immobili della chiesa parrocchiale di Grigno, con pratiche per i danni ai beni mobili della chiesa di S. Udalrico e della chiesa della Madonna di Selva; proposta dei capifamiglia di Grigno di restaurare la vecchia chiesa. Fascicolo, cc. 237

B. 6. 9. b. 5 Nuova chiesa parrocchiale 1927 - 1939 Corrispondenza con le autorità competenti al fine di ottenere il contributo per l'erezione di una chiesa-ossario in Grigno e abbandono del progetto; affidamento dei lavori di progettazione della nuova chiesa agli architetti Giovanni Tiella e Pietro Marzani di Rovereto; carteggio con i progettisti; corrispondenza con le autorità per autorizzazioni e rilascio di licenze per la nuova costruzione; facoltà di effettuare questue e lotterie per raccogliere fondi; carteggio dei progettisti con Marco Rattin, direttore dei lavori; obbligazioni di parrocchiani a favore dell'erigenda nuova chiesa. Busta, cc. 474 51

B. 6. 10. b. 6 Nuova chiesa parrocchiale 1928 - 1935 N. 26 disegni degli architetti G. Tiella e P. Marzani, con capitolato speciale d'appalto e computo metrico dei lavori (1928-31); polizze di assicurazione per gli infortuni sul lavoro; libri-paga e libri-matricola relativi agli operai impiegati nella fabbrica; contratti con le imprese; ordini, quietanze e fatture relativi alla fornitura di mezzi e materiali per la costruzione. Busta, cc. 615

B. 6. 11. b. 6 Sacrestani 1930 Atti relativi allo stipendio dei sacrestani di Grigno e Tezze. Fascicolo, cc. 28

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Ente Beneficio parrocchiale di San Giacomo Maggiore [1569] -1987 gennaio 24

Luoghi Grigno (Tn)

Altre forme del nome Beneficio parrocchiale di San Giacomo

Archivi prodotti Fondo Beneficio parrocchiale di San Giacomo Maggiore in Grigno, 01/01/1569 - 31/12/1945

Storia Non esistono in archivio documenti relativi alla fondazione del beneficio. Il diritto di patronato sulla chiesa di Grigno spettava al conte Wolkenstein, quale dinasta della Contea di Ivano. Con la scomparsa della dinastia e con l'alienazione dei beni si dichiarò completamente e definitivamente estinto quel diritto (decreto della Curia n. 3814 del 2.01.1945). Gli stabili in proprietà del beneficio parrocchiale non avevano una rendita sufficiente al decoroso mantenimento del parroco, che spesso lamentava le misere entrate. Sulla minuta di un "memoriale" indirizzato intorno all'inizio del XVIII secolo alle autorità regie si legge: "Sono il povero pievano da Grigno (...). Vivo soto molti aggravii de quali uno, tacendo li altri, è molto dispendioso e contrario al servitio della mia chiesa, e questo è un desinare solito darsi ai signori ministri, civili, criminali e suoi servitori della detta giurisdittione d'Ivan, nella festa di San Giacomo ai 25 di luglio, del qual aggravio la pieveta è incapace, perché ha pochissima entrata"(1). La preghiera del pievano sembra essere stata accolta poiché l'onere non compare negli inventari successivi. Dall'inventario del 1739(2) apprendiamo che "il beneficio della pieve tiene e possede in Grigno appresso la chiesa la canonica con corte ed orto (...); possede dietro la canonica una vigna (...); possede alle Tosse un campo (...); possede in detto luogo un campo(3)", segue un elenco di quelli "che pagano decima alla canonica parochiale" e infine seguono gli "agravi" spettanti alla canonica: "la metà delle spese della visita vescovile, tocando l'altra metà alla comunità di Grigno; la manutencione del predicatore quadragesimale; la steora (...); due pranzi (...) ai signori sacerdoti del paese (...); un pranzo a tutti gli signori cantori di coro (...); le candele della Ceriola che si distribuiscono al popolo li 2 febraio; l'incenso per ogni casa la vigilia della Natività di N. S. G. C.; le spese non poche nella raccolta delle decime e quartese sì di vino come de grano". La situazione economica del beneficio non sembra comunque cambiata nel corso dei secoli e le affermazioni del parroco don Giovanni Battista Mezzi nel 1955 ne sono una conferma: "Non vi sono questue o altre offerte tradizionali per il parroco. Ciò si vede come le condizioni economiche del parroco di Grigno sono molto misere"(4). La canonica è ora di proprietà del Comune. In applicazione della legge n. 222 del 20 maggio 1985 e in seguito ai DD.MM. del 21 marzo 1986 e 30 dicembre 1986 (pubblicato sulla Gazzetta ufficiale il 24.01.1987), a decorrere dal 24 gennaio 1987 l'ente Beneficio parocchiale di San Giacomo Maggiore in Grigno ha perso la personalità giuridica civile.

Funzioni, occupazioni e attività 53

Una precisa definizione dei benefici, e tra questi del beneficio parrocchiale, come enti giuridici si ha solo con il Codice di diritto canonico del 1917. Il can. 1409, infatti, lo definisce come "un ente giuridico costituito o eretto in perpetuo dall'autorità ecclesiastica, composto di un ufficio sacro e del diritto di percepire i redditi della dote, spettanti all'ufficio". Il beneficio era dunque costituito da due elementi: uno definito "spirituale", cioé l'ufficio sacro, e l'altro "materiale", la dote annessa. L'origine dei benefici si deve ricercare nelle prime fasi della cristianizzazione quando il vescovo distribuiva le offerte dei fedeli al clero, ai poveri e alle chiese. I sacerdoti rurali godevano, a loro volta, dell'usufrutto dei diritti feudali o prestazioni reali. Soltanto verso l'XI secolo i benefici divennero perpetui. La dote del beneficio poteva essere costituita da beni mobili o immobili, come campi, vigneti, boschi, pascoli, case e in seguito titoli del debito pubblico o titoli di stato; da prestazioni certe e obbligatorie da parte di famiglie o persone morali, come le decime, assegni dal comune; da offerte sicure dei fedeli spettanti al beneficiato come le tasse o quotazioni liberamente assunte; dai diritti di stola, nei limiti delle tasse diocesane o della legittima consuetudine. Il beneficio parrocchiale aveva annessa la cura d'anime era perciò un beneficio curato: in analogia con gli uffici ecclesiastici anche i benefici potevano distinguersi in riservati e di libera collazione, elettivi e di giuspatronato. L'erezione era l'atto legittimo con cui la competente autorità ecclesiastica costituiva il beneficio. La fondazione consisteva invece nella costituzione della dote beneficiaria. Il beneficio non si poteva erigere se non aveva una dote stabile e conveniente, con redditi perpetui. Una forma particolare di conferimento del beneficio era quella preceduta dalla presentazione del candidato da parte di un patrono (comunità, padronato, famiglia, clero regolare, re, governo). Nel Trentino, in seguito alla secolarizzazione del principato vescovile, tutti i benefici esistenti nel territorio e non soggetti già a un patronato privato, divennero di patronato cesareo. Solo con il Concordato del 1929 (art. 25) lo stato italiano rinunciò alla prerogativa sovrana del regio patronato sui benefici maggiori e minori, che gradualmente decaddero. Con la nomina e il conferimento del beneficio e con la regolare consegna dei beni componenti la dote, il parroco otteneva la legittima rappresentanza per l'esercizio del suo diritto di usufrutto delle temporalità del beneficio. In quanto rappresentante dell'ente egli aveva inoltre l'obbligo di difendere e assicurare l'integrità del patrimonio e di amministrarlo sotto la sorveglianza dei vescovi, dei patroni e dello stato. Nel corso dei secoli le rendite di alcuni benefici parrocchiali vennero a poco a poco assottigliandosi fino a non essere sufficienti al mantenimento del beneficiato. I governi dovettero perciò provvedere stabilendo congrue e supplementi di congrue a carico dei comuni o di altri enti. L'istituto del beneficio ecclesiastico fino al Concilio Vaticano II ha costituito il principale strumento tecnico per procurare il sostentamento del clero; il Concilio pervenne alla decisione che esso doveva "essere abbandonato, o almeno riformato a fondo" ("Presbyterorum Ordinis", decreto 7 dicembre 1965 § 20). Così il Codice di diritto canonico del 1983 ha prefigurato (CIC 1983, can. 1272 § 2) la costituzione dell'Istituto diocesano per il sostentamento del clero e ha chiamato la Conferenza episcopale alla graduale devoluzione di redditi e per quanto possibile della dote stessa beneficiale all'istituto.

Fonti archivistiche e bibliografia Fonti d’archivio Archivio "Ufficio parrocchiale di San Giacomo Maggiore in Grigno", Archivio "Beneficio parrocchiale di San Giacomo Maggiore in Grigno"

Note (1) Cfr. "Beneficio parrocchiale di San Giacomo Maggiore in Grigno", "Urbari", reg. 1.

54

(2) Cfr. "Beneficio parrocchiale di San Giacomo Maggiore in Grigno",, "Carteggio e atti", fasc. 2. (3) Si legge in una nota a margine che "entrambi i campi sudetti alle Tosse sono stati restituiti alla venerabile chiesa l'anno 1777 circa". (4) ) Cfr. le risposte al questionario per la visita pastorale del 1955 in: "Ufficio parrocchiale di San Giacomo Maggiore in Grigno", "Carteggio e atti", fasc. 10.

55 fondo C Beneficio parrocchiale di San Giacomo Maggiore in Grigno, 1569 - 1945

reg. 1, b. 1, fascc. 2

Soggetti produttori Beneficio parrocchiale di San Giacomo Maggiore, [1569] -1987 gennaio 24

Contenuto Per un'introduzione generale dell'archivio si veda l'introduzione al superfondo "Parocchia di San Giacomo Maggiore in Grigno".

56 serie 1 Urbari, 1569

Contenuto Per un'introduzione generale alla serie si veda l'omonima serie in "Chiesa di San Giacomo in Grigno", "Urbari". La serie è formata da un unico registro. L'urbario, che costituisce il pezzo più antico dell'archivio parrocchiale di Grigno, si trovava tra la documentazione dell'archivio parrocchiale di . Sulla prima carta troviamo l'annotazione relativa alla restituzione del registro: "Questo documento è stato dato al parroco di Grigno da parte del decano di Borgo nell'anno 2000: apparteneva a quell'archivio. Ora che 'nihil debetur' ritorna a chi debebat". Esso fu redatto da Ferdinando "a Castro", cancelliere di Dietrich Trautmansdorf da Torrefranca, signore di Castellalto.

C. 1. 1 "Inventarium bonorum omnium ex quibus debetur et solui debet decima quadragesimum livellus aut affictus reverendo domno curato villa Grigni nec non legatorum pensionum aut reddituum vel iurium quorumcumque ad eum spectantium et pertinentium (...)" (tit. int) 1569 marzo 7 Urbario dei beni sui quali il pievano percepiva delle rendite per il suo mantenimento e descrizione degli obblighi spettanti al beneficio. Alla fine, legato: carteggio relativo agli oneri spettanti al pievano, 1666 ott. 24-1715 nov. 29. Latino, tedesco Quaderno, legatura in pergamena, cc. 59

57 serie 2 Carteggio e atti, 1637 - 1945

Contenuto La serie è formata da una busta e da due fascicoli.

C. 2. 1. b. 1 "Beneficio parrocchiale" 1637 - 1945 Obblighi della comunità di Grigno verso il pievano (1637), obbligo degli abitanti di Tezze a partecipare l'elemosina per gli obiti al parroco di Grigno (1737), disposizioni circa la presentazione delle fassioni (1782), stato attivo e passivo del beneficio (1810), fassioni sul reddito per il completamento di congrua, fassioni per l'equivalente d'imposta, prospetti di rettificazione, prospetti statistici sulla gestione patrimoniale, prospetto delle obbligazioni di stato austriache, atti relativi ai danni di guerra (1920), atti relativi agli emolumenti spettanti per il mantenimento dei cooperatori, editto vescovile relativo all'estinzione del diritto di patronato da aprte della famiglia Wolkenstein (1945). Busta, cc. 231 Segnature precedenti: 5

C. 2. 2. b. 1 Inventari 1739 - 1888 Inventari dei beni spettanti al beneficio parrocchiale relativi agli anni: 1739, 1865 e 1888. Fascicolo, cc. 23

C. 2. 3. b. 1 Atti di consegna 1853 - 1944 Atti di consegna: a don Pietro Divina (1853), a don Antonio Gasperetti (1861), a don Luigi Ciola (1889), a don Cipriano Casagrande, vicario parr. (1919, due copie), a don Fortunato Frisanco (1926, due copie) e verbale di riconsegna (1942), a don Giovanni Battista Mezzi (1944). Fascicolo, cc. 105

58

Ente Beneficio primissariale di San Giacomo 1623 aprile 26 - 1987 gennaio 24

Luoghi Grigno (Tn)

Altre forme del nome Beneficio primissariale di Grigno

Archivi prodotti Fondo Beneficio primissariale di San Giacomo in Grigno, 01/01/1623 - 31/12/1971

Storia Il beneficio primissariale di Grigno venne fondato da Bonaventura Minati con testamento del 26 aprile 1623. Il testatore dispose tra le altre cose che il diritto di presentazione del beneficio dovesse spettare ai discendenti maschi della sua famiglia e questo venne confermato e rafforzato da un decreto del vescovo di Feltre del 20 aprile 1772. Il prescelto investito del beneficio aveva l'obbligo di celebrare un certo numero di messe settimanali "all'aurora", di assistere alla dottrina cristiana e di celebrare "alla festa" nella chiesa di S. Udalrico(1). Le rendite della primissaria erano rappresentate da capitali ipotecari e da alcuni prati e campi. La comunità di Grigno, avente il diritto di patronato, da sempre si prodigò affinché il primissario compisse al meglio le sue mansioni attribuendogli un assegno annuo per sostenerlo economicamente. Nel 1790 alla primissaria venne unita l'eredità lasciata da certo Pietro Gonzo, inizialmente fondata a favore della chiesa parrocchiale, tranne la parte destinata all'acquisto di paramenti(2). Altri furono i benefattori che disposero una parte dei loro lasciti a favore della primissaria, tra questi Teodora Trillia fu Michele Minati moglie di Paolo fu Benedetto Brusamolin nel 1781. Con decreto del Governo del 28.10.1836 n. 24935/5223 venne approvato l'uso di un secondo cooperatore/primissario che doveva fungere anche da maestro di scuola. I beni stabili e i capitali erano amministrati dalla fabbriceria della chiesa parrocchiale e le uscite annue erano rappresentate principalmente dalle messe, dagli onorari per il primissario e per il cassiere, da tasse e collette. In applicazione della legge n. 222 del 20 maggio 1985 e in seguito ai DD.MM. del 21 marzo 1986 e 30 dicembre 1986 (pubblicato sulla Gazzetta ufficiale il 24.01.1987), a decorrere dal 24 gennaio 1987 l'ente Beneficio primissariale di San Giacomo in Grigno ha perso la personalità giuridica civile.

Fonti archivistiche e bibliografia Fonti d’archivio Archivio "Beneficio primissariale di San Giacomo in Grigno Archivio diocesano tridentino

Note (1) Cfr. "Beneficio primissariale di San Giacomo in Grigno", "Carteggio e atti", fasc. 1. 59

(2) Ibidem e "Archivio diocesano tridentino", "Libro B", 71, nn. 233-234.

60 fondo D Beneficio primissariale di San Giacomo in Grigno, 1623 - 1971

reg. 1, bb. 2

Soggetti produttori Beneficio primissariale di San Giacomo, 1623 aprile 26 - 1987 gennaio 24

Contenuto Per un'introduzione generale dell'archivio si veda l'introduzione al superfondo "Parocchia di San Giacomo Maggiore in Grigno".

61 serie 1 Registri di cassa, 1946 - 1971

Contenuto La serie è formata da un registro.

D. 1. 1 "Primissaria. 1946-***" 1946 luglio 15 - 1971 agosto 15 Italiano Registro, legatura in cartone, pp. 20

62 serie 2 Resoconti, 1882 - 1954

Contenuto Per un'introduzione generale alla serie si veda "Chiesa di San Giacomo Maggiore in Grigno", "Resoconti". La serie è formata da una busta.

D. 2. 1. b. 1 Resoconti 1882 - 1954 Nn. 1-35. Resoconti con parziale documentazione di corredo. Mancano i resoconti relativi agli anni 1889-1896. Busta, cc. 345 n.n.

63 serie 3 Carteggio e atti, 1623 (copia) - 1932

Contenuto La serie è formata da una busta.

D. 3. 1. b. 1 "Beneficio primissariale" 1623 (copia) - 1932 Carteggio e atti relativi all'amministrazione: copia dell'atto di fondazione, inventari, fogli di possesso fondiario, fassioni, diffide di pagamento delle imposte, obblighi missari, nomine di primissari, obblighi del primissario, ecc. Busta, cc. 208

64

Ente Confraternita del Santissimo Sacramento [1836] - [1955]

Luoghi Grigno (Tn)

Archivi prodotti Fondo Confraternita del Santissimo Sacramento in Grigno, 01/01/1834 - 31/12/1941

Storia La confraternita del Santissimo Sacramento, eretta nella chiesa parrocchiale di Grigno "ab antiquo", andò sensibilmente diminuendo l'attività "per la mancanza di nuove inscrizioni ed andando sempre più a decadere per non avere uno stabile e fisso regolamento" (1). Fu rinnovata nel 1836 e in quell'occasione furono stabiliti e fissati i capitoli "onde concertare quelle regole che render dovessero questa rispettabile compagnia sempre più decorosa" (2). Le iscrizioni e il fervore iniziale andarono comunque scemando nel corso degli anni e nel 1874 vi fu una nuova "rinnovazione" e la stesura di un nuovo statuto (3). Il corso altalenante dell'attività sembra essere la caratteristica della confraternita che fu rieretta canonicamente con approvazione ecclesiastica dello statuto il 29 marzo 1915. Gli anni che seguirono e che furono caratterizzati dagli eventi bellici indebolirono oltremodo la confraternita tanto che il nuovo parroco don Luigi Bruner convocò una seduta il 4 settembre 1921 allo scopo di restaurarla. L'attività procedette a rilento tanto che il 12 giugno 1941, in un locale della vecchia chiesa, il parroco riunì vecchi e nuovi soci "per ricostituire la Compagnia del Santissimo"(4). La scarsità di iscritti è ancora lamentata da don Mezzi che in occasione della visita pastorale del 1955 così rispondeva al questionario: "Vi è in parrocchia la Confraternita del Santissimo Sacramento con pochi iscritti. Non si capisce perché ci sia tanta ritrosia ad inscriversi da parte della gioventù maschile e femminile" (5). Sembrano quindi ancora attuali le parole del parroco don Bruner che sul registro di cronache aveva appuntato a proposito della confraternita: "(...), ma se vi fosse un paroco che si avvilisse perché tale santa istituzione non fiorisce, legga tra le carte (...) rileverà che anche cento anni fa fioriva come oggi"(6).

Funzioni, occupazioni e attività Le confraternite sono pie congregazioni di persone laiche associate per attendere ad esercizi di culto e anche di beneficenza. Esse possono essere canonicamente erette dalla competente autorità ecclesiastica, oppure mancare di tale approvazione e in questo caso sono enti di natura laicale. Norme generali circa l'erezione delle confraternite, da osservarsi esattamente pena la nullità delle stesse, furono stabilite da papa Clemente VIII (Bolla Quaecumque a Sede Apostolica del 7 dicembre 1604). Fin dal Concilio di Trento la Chiesa sentì la necessità di esercitare su di esse un'azione di controllo, ponendole sotto la vigilanza dei vescovi ed introducendovi il clero. In conseguenza di ciò il curatore d'anime ricoprì presto al loro interno una posizione preminente - generalmente ne era il presidente - ed era chiamato a garantirne il retto funzionamento. Un interesse particolare dell'autorità ecclesiastica era dedicato all'amministrazione dei redditi dei vari sodalizi. Ad essa provvedeva un massaro, che ogni anno doveva rendere conto del suo operato. Per le associazioni trentine, in particolare, 65 lo scopo principale era quello di assicurare la celebrazione di messe in suffragio dell'anima dei confratelli e delle consorelle defunti. Durante il periodo napoleonico le confraternite religiose furono soppresse, ad eccezione di quelle del Santissimo Sacramento, seguendo provvedimenti analoghi a quelli presi da Giuseppe II e dal governo bavarese durante la loro dominazione nel Trentino. Infatti il decreto del 25 aprile 1806 art. I stabiliva: "Sono proibite in tutto il Regno le confraternite, le congregazioni, le compagnie ed in genere tutte le società religiose laicali eccettuate le confraternite sotto la denominazione del Santissimo, delle quali ne potrà esistere una sola presso ciascuna parrocchia sotto la direzione e dipendenza dell'Ordinario e del parroco rispettivo per l'esercizio delle sacre funzioni" e l'art. IV prevedeva che i beni e le rendite delle confraternite del Santissimo fossero amministrati dai fabbriceri delle chiese parrocchiali e sussidiarie. Le confraternite aventi facoltà di aggregarsi ad altre confraternite si chiamano arciconfraternite. Il can 711 del CIC del 1917, raccomandando agli Ordinari di erigere in ogni parrocchia le confraternite del SS. Sacramento e della Dottrina Cristiana, stabilisce che, appena costituite, esse sono di diritto aggregate alle rispettive arciconfraternite erette in Roma dal cardinale vicario. L'aggregazione ha generalmente per effetto che l'associazione aggregata goda delle indulgenze, privilegi e altre grazie spirituali direttamente e specificamente concesse dalla S. Sede all'associazione aggregante (CIC 1917, can. 722). Il Concordato dell'11 febbraio 1929 (art. 29, lett. c) ha stabilito che le confraternite che hanno scopo esclusivo o prevalente di culto dipendono dall'autorità ecclesiasitca per il loro funzionamento e la loro amministrazione.

Fonti archivistiche e bibliografia Fonti d’archivio Archivio "Confraternita del Santissimo Sacramento in Grigno" Archivio "Ufficio parrocchiale di San Giacomo Maggiore in Grigno"

Note (1) Cfr."Confraternita del Santissimo Sacramento in Grigno", "Carteggio e atti", fasc. 1, c. 4. (2) Ibidem. (3) Cfr. "Confraternita del Santissimo Sacramento in Grigno", "Protocolli delle riunioni", reg. 1. (4) Cfr. "Confraternita del Santissimo Sacramento in Grigno", "Carteggio e atti", fasc. 1, c. 126. (5) Cfr. "Ufficio parrocchiale di San Giacomo Maggiore in Grigno", "Carteggio e atti", fasc. 10. (6) Cfr. "Ufficio parrocchiale di San Giacomo Maggiore in Grigno", "Registri di cronache e memorie", reg. 1, p. 28.

66 fondo E Confraternita del Santissimo Sacramento in Grigno, 1834 - 1941

regg. 2, b. 1

Soggetti produttori Confraternita del Santissimo Sacramento, [1836] - [1955]

Contenuto Per un'introduzione generale dell'archivio si veda l'introduzione al superfondo "Parocchia di San Giacomo Maggiore in Grigno".

67 serie 1 Registri degli iscritti, 1874 - 1888

Contenuto La serie è formata da un registro.

E. 1. 1 "Registro dei confratelli del Santissimo Sacramento" 1874 - 1888 Registro degli iscritti e delle iscritte(1), 1874-1888, cc. 21 n.n. Alla fine: "Introiti straordinari. Ellemosina dei confratelli del Santissimo Sacramento fatta ogni terza del mese", 1874 apr. 19-1897 mag. 22, cc. 7 n.n. Incollato al piatto post.: tassatorio per i funerali dei confratelli. Italiano Registro, legatura in cartoncino, cc. 28 n.n. Note (1) Le iscrizioni di uomini e donne sono distinte.

68 serie 2 Protocolli delle riunioni, 1836 - 1923

Contenuto La serie è formata da un registro.

E. 2. 1 "Protocollo delle risoluzioni della Confraternita del SS.mo Sacramento rinovata in Grigno il 1.mo marzo 1836 e 1874" 1836 marzo 13 - 1923 gennaio 21 Verbali delle riunioni. Capovolgendo il registro: annotazioni di cassa, 1915 gen. Italiano Registro, legatura in mezza pelle, cc. 25 n.n.

69 serie 3 Carteggio e atti, 1834 (copia) - 1941

Contenuto La serie è formata da una busta.

E. 3. 1. b. 1 "Confraternita del Santissimo Sacramento" 1834 (copia) - 1941 Copia dello statuto della confraternita di Calceranica (1834), regolamento della confraternita di Grigno (1836), quinternetti di riscossione delle tasse (1837-1843), avvisi di riunioni, quietanze per il pagamento delle imposte, notifiche relative a disposizioni testamentarie, fatture relative all'acquisto di teleria per gli abiti dei cantori, statuto della confraternita di Grigno (1914-15), foglio di possesso fondiario (1920), verbale di riunione per la ricostituzione della confraternita (1941), ecc. Busta, cc. 131 Segnature precedenti: 1

70

Ente Congregazione di carità [1921] - [1924]

Luoghi Grigno (Tn)

Archivi prodotti Fondo Congregazione di carità di Grigno, 01/01/1921 - 31/12/1924

Storia Le autorità napoleoniche si dimostrarono assai attente al problema della pubblica assistenza e beneficenza, istituendo in Trentino le Congregazioni di carità in base al Decreto Vicereale del 15 febbraio 1811, n. 49. All'art. 2 si stabiliva che: "in ogni comune del Dipartimento dell'Alto Adige e dei Cantoni di Tobiano e Primiero tutti gli spedali, orfanotrofi, luoghi pii, lasciti e fondi di pubblica beneficenza ... avranno una sola e medesima amministrazione che prenderà il titolo di Congregazione di carità". Con l'annessione del Trentino all'Austria venne sostanzialmente confermata la normativa vigente in materia di assistenza e beneficenza pubblica, e l'unica legge che nomina la Congregazione di carità è l'editto del commissario in capo del Tirolo De Roschmann del 1° marzo 1814. In base all'art. 118 del suddetto editto si stabiliva che "La Reggenza riconosce i segnalati servizi, che nel corso dei tre ultimi anni hanno essi (si tratta degli "Istituti di beneficenza esistenti sotto il nome di Congregazioni di carità") prestato a favore dell'umanità languente, e pel sostegno, e promozione delle rispettive fondazioni, e si ripromette dai medesimi eguale zelo, ed impegno disinteressato per l'avvenire, ed in questa fiducia Essa non tarda a provvisoriamente confermarli ne' luoghi, ove esistono, e di invitarli ad esporle tutte quelle circostanze, che riguardano il compimento del numero dei Membri, che vi appartengono, l'amministrazione della sostanza, ed il miglioramento di tali istituti." In aggiunta, l'art. 119 estendeva la possibilità di istituzione della Congregazione di carità per quegli Istituti di beneficenza situati nelle frazioni o nei paesi non capoluogo di comune, dimostrando che la rendita lorda dei loro Istituti ammontasse a 500 fiorini o più: alla politica centralistica del Regno d'Italia, che vedeva nelle Congregazioni di carità un valido strumento per controllare meglio il sistema assistenziale pubblico, si opponeva ora una evidente spinta al decentramento amministrativo messa in atto dall'Impero, che intendeva attribuire maggiore facoltà di autodeterminazione alle singole istituzioni piuttosto che all'ente che le amministrava. E ciò pur mantenendo sempre separate l'amministrazione e le competenze della Congregazione - o delle istituzioni che le facevano capo - da quelle dei comuni relativi. La documentazione presente nell'archivio non consente la stesura della storia istituzionale della Congregazione di Carità di Grigno. Dagli atti (1921-1924) si apprende che le istituzioni pubbliche di beneficenza presenti in Grigno erano tutte amministrate dalla congregazione: Fondo poveri, Asilo infantile di Grigno e Asilo infantile di Tezze, Casa di Riposo di Grigno.

Condizione giuridica Ordinamento italico 71

In Trentino la Congregazione di carità venne istituita e regolamentata con il Decreto Vicereale datato 15 febbraio 1811, n. 49, seguito poi da un'analoga disposizione datata 28 dicembre 1811, n. 305. Ordinamento austriaco La normativa austriaca in fatto di pubblica assistenza e beneficenza trattò della Congregazione di carità soltanto negli artt. 118-125 dell'editto del De Roschmann datato 1° marzo 1814. Successivamente le normative generali riguardarono l'amministrazione e l'organizzazione dei singoli enti o fondazioni pie amministrate dalle Congregazioni (cfr. B. Bortoli- C. Grandi, Un secolo di legislazione assistenziale nel Trentino (1814 - 1918), Trento 1983) e la tutela dei poveri direttamente da parte dei comuni (leggi del 17 marzo 1849, del 30 gennaio 1860, n. 28, del 3 dicembre 1863, n. 105 e del 22 gennaio 1879, n. 13); l'organizzazione e la gestione delle Congregazioni venne invece regolamentata con le diverse Circolari inviate dalle autorità ai comuni e con gli statuti delle Congregazioni stesse, sottoposti all'approvazione superiore.

Funzioni, occupazioni e attività Nel corso della sua storia, indipendentemente dai passaggi di ordinamento statuale, la Congregazione di carità in Trentino ebbe quale compito fondamentale l'assistenza e la beneficenza di persone in particolari difficoltà economiche (poveri, anziani, inabili al lavoro, fanciulli esposti, donne partorienti) o fisico - psichiche (malati e mentecatti) che da essa ricevevano sussidi in modo diretto - generi di prima necessità - o, molto spesso, attraverso l'assistenza e le cure prestate in apposite istituzioni di cui la Congregazione curava l'amministrazione patrimoniale. Le entrate della Congregazione provenivano da lasciti, donazioni, legati pii e, in seguito, avrebbero costituito anche una voce di bilancio del comune di appartenenza. La Congregazione teneva una contabilità unica e generale, redigendo però registri separati che davano conto delle attività e passività degli enti da essa amministrati.

Struttura amministrativa Ordinamento italico Il Decreto Vicereale datato 15 febbraio 1811, n. 49, stabilisce l'organigramma e la gestione amministrativa delle Congregazioni di carità. Con la loro istituzione in ogni comune, cessavano le parziali amministrazioni in precedenza esercitate dalle corporazioni o dai privati, salvo i patronati di famiglie private che avrebbero conservato i propri diritti amministrandoli secondo le norme della propria fondazione; essi infatti erano soggetti all'autorità tutoria per la suprema vigilanza, in modo che le volontà dei testatori fossero perfettamente rispettate. In caso contrario l'amministrazione sarebbe stata demandata alle Congregazioni per verificare lo stato della sostanza e per permettere all'autorità tutoria di provvedere alla sua conservazione secondo le istruzioni governative. Le Congregazioni dunque assumevano l'amministrazione di tutti gli enti di pubblica assistenza e beneficenza, che benchè riuniti avrebbero conservato tuttavia propri bilanci distinti. Ogni Congregazione sottoponeva i piani di regolamento ed organizzazione dei propri uffici all'approvazione del Prefetto - secondo le normative prescritte dal Ministro dell'Interno - se si trattava di Congregazioni aventi un reddito pari od inferiore a lire 10.000, in caso contrario, l'approvazione sarebbe spettata direttamente al Ministro, una volta sentito il parere del consiglio di beneficenza. I beni fondiari degli enti riuniti nelle Congregazioni di carità dovevano essere ceduti - totalmente o parzialmente, a seconda dell'utilità - in affitto monetario sotto la responsabilità delle Congregazioni stesse. I canoni d'affitto venivano approvati dal Prefetto o dai Viceprefetti che ne avrebbero reso conto periodicamente al Ministro, al quale spettava l'approvazione degli affitti superiori a lire 300. I pagamenti degli affitti dovevano comunque essere deliberati in seguito a regolare svolgimento di asta pubblica le cui condizioni erano fissate dal Decreto del 1 maggio 1807. In casi

72 straordinari il Ministro dell'Interno, sentito il parere del consiglio di beneficenza, poteva comunque permettere che, per motivazioni economiche, qualche fondo venisse amministrato direttamente dai singoli enti. Nel caso di vendita, permuta o livello perpetuo per il quale si rendesse necessaria l'approvazione del Governo, il Prefetto doveva sottoporre la domanda al Ministro. I nuovi livelli istituiti dalle Congregazioni avevano un canone in denaro ed erano riscattabili a condizioni variabili a seconda delle diverse esigenze degli enti. Per l'impiego dei capitali necessari come per gli interessi da praticare e riscuotere sui capitali attivi e passivi, per le Congregazioni di carità valeva quanto espresso nel Decreto del 4 agosto 1807. Le Congregazioni, prima di procedere a qualsiasi investimento, dovevano "convertire le somme scadenti nella dimissione dei debiti liquidi e portanti interesse" sui quali l'interesse non avrebbe dovuto essere inferiore al 5%; dovevano inoltre sollevare, con le stesse somme, gli enti che esse amministravano dalle imposizioni fiscali fisse. Per saldare i debiti provenienti da un'amministrazione non si sarebbero dovuti impiegare i capitali riscossi, bensì soltanto le rendite approvate dal bilancio e la somma frutto dell'attività del bilancio annuale; la durata dell'impiego dei capitali non avrebbe dovuto superare il decennio. Le Congregazioni dovevano vigilare, amichevolmente o per via giudiziaria, affinché i debitori fossero obbligati al pagamento delle somme che spettavano agli enti da esse amministrati. Dato che la contabilità delle Congregazioni era unica, pur mantenendo registri separati per i bilanci dei singoli enti amministrati, esse dovevano, unitamente ai Prefetti e ai Viceprefetti, verificare mensilmente se i registri di contabilità venivano aggiornati e compilati con le dovute modalità, provvedendo e riferendone in caso contrario. Nel mese di febbraio di ogni anno ciascuna Congregazione doveva presentare al Prefetto o al Ministro dell'Interno (se si trattava di enti con reddito cospicuo) il conto consuntivo relativo all'anno precedente, accompagnato dai conti particolari dei redditi e delle spese di ogni ente che restavano, nella sede della Congregazione, a disposizione delle autorità superiori. In caso di ritardo nella consegna dei conti consuntivi superiore ai due mesi, il Prefetto avrebbe inviato un proprio ragioniere per provvedere alla loro compilazione secondo le istruzioni del Ministero dell'Interno. Le Congregazioni di carità non potevano contrarre debiti o impegnarsi in spese straordinarie superiori alla somma di lire 150 senza previo consenso del Ministro dell'Interno: nel caso di bilancio in passivo esse potevano proporre un resoconto con le modalità per procedere al riequilibrio. Il Ministero dell'Interno, valutati i bilanci, poteva prescrivere le opportune riforme secondo le sue autorità competenti e ordinare per qualsiasi atto di deliberazione l'assistenza di un delegato d'ufficio; a costui spettavano inoltre le norme sulle stime. Ogni Congregazione doveva trasmettere sollecitamente secondo tempi e modi prescritti i "conti giustificati di credito" degli ospedali per la cura dei malati militari e precisamente: al Ministero della Guerra del Regno i conti per i militari italiani; al Commissario Ordinatore in capo dell'armata francese i conti per i militari francesi. Una copia del riassunto di tali conti veniva trasmessa ogni tre mesi al Ministro dell'Interno. Nel caso in cui un ente amministrato dalla Congregazione fosse obbligato a corresponsioni annue o a prestazioni in favore di altri enti laici o ecclesiastici, la Congregazione avrebbe cercato di fare in modo che il capitale dovuto per la prestazione annua passasse dall'ente debitore a quello creditore, con l'approvazione dei rispettivi ministeri dai quali essi dipendevano. Per supplire al deficit degli enti le cui rendite non bastavano alle proprie spese, si poteva proporre l'erogazione dell'attivo proveniente dal bilancio di altri enti, fermo restando il rimborso della sovvenzione comprensiva del relativo interesse legale. Per riparazioni o adattamenti necessari, gli enti amministrati dalla Congregazione dovevano presentare: la relazione del perito in cui si dimostrasse la necessità dei lavori con la relativa stima; la descrizione delle opere; le fasi dei lavori. Qualsiasi donazione di valore superiore a lire 300, compiuta da persone vive o come ultima volontà, a favore degli enti assistenziali e le "disposizioni a titolo oneroso" non avrebbe avuto effetto se l'accettazione non veniva autorizzata dal

73 governo. Le donazioni inferiori a lire 300 potevano invece essere accettate ed impiegate a vantaggio degli enti con la sola autorizzazione del Prefetto o del Viceprefetto che ne avrebbero dato poi notizia al Ministro. Le Congregazioni di carità potevano comunque intraprendere atti per conservare ed assicurare le donazioni e i lasciti prima della loro accettazione da parte delle autorità. Ogniqualvolta si rendesse necessaria l'autorizzazione superiore per eredità e donazioni in favore degli enti assistenziali, si sarebbero dovuto inviare al Ministro: la domanda della relativa Congregazione o degli esecutori testamentari o dei donanti o degli eredi; l'indicazione della quantità, certa o approssimativa, della donazione, eredità o legato precisando se essa fosse controversa o incerta; l'indicazione di eventuali reclami e il nome del reclamante. Ogni Congregazione era divisa in tre sezioni - denominate "degli ospitali", "degli ospizi" e "delle limosine" -, ognuna incaricata dell'esecuzione dell'amministrazione affidatale, di cui avrebbe reso conto alla Congregazione. Le sezioni si radunavano ordinariamente due volte alla settimana, mentre la Congregazione una volta soltanto. Un membro almeno di ogni sezione e ognuno a rotazione doveva prestare giornalmente servizio permanente nel locale della Congregazione per provvedere agli affari più urgenti e per garantire l'ordinata ed aggiornata tenuta della cassa e dei registri di amministrazione; le funzioni dei membri erano essenzialmente gratuite. Esisteva una sola cassa in cui dovevano entrare i proventi e da cui uscivano i pagamenti per gli enti amministrati dalla Congregazione, mantenendo comunque registri separati per ciascun ente. Per quanto riguarda l'organico della Congregazione durante l'amministrazione italica, il Decreto Vicereale del 15 febbraio 1811 stabiliva che essa era composta da "probi e distinti cittadini del comune, scelti fra i proprietari, i commercianti e gli uomini di legge più distinti". Il numero dei membri era compreso tra i quattro e i sei ed essi venivano nominati dal podestà o sindaco. Nel capoluogo di Dipartimento la Congregazione era presieduta dal Prefetto e vi partecipavano quali membri di diritto il vescovo ed il podestà; nei capoluoghi dei distretti essa era retta dal Viceprefetto o, in sua vece, dal membro più anziano della Congregazione stessa; in tutti gli altri comuni, infine, essa era presieduta dal podestà o sindaco e, in loro mancanza, dal membro più anziano. Inoltre in tutti i comuni erano ugualmente membri di diritto il podestà od il sindaco, oppure un parroco del luogo. Ogni Congregazione aveva un cassiere che doveva fornire una garanzia in proporzione ai proventi che avrebbe percepito; tale garanzia, una volta sottoposta all'accettazione della Congregazione, avrebbe dovuto essere definitivamente approvata dal Ministro dell'Interno. Gli uffici di contabilità delle Congregazioni dovevano essere ordinati in modo che a ogni richiesta del Prefetto, del Consigliere di Stato o del Ministero, potesse essere presentato lo stato patrimoniale attivo e passivo della Congregazione come di ogni singolo ente. Le Congregazioni non dovevano accrescere il numero degli impiegati dei propri uffici e degli stipendiati per il servizio interno nei singoli enti, né aumentare i loro salari al di là delle possibilità delle Congregazioni e del bilancio di ciascun ente amministrato. Il successivo Decreto datato 28 dicembre 1811 precisava inoltre che i membri della Congregazione erano nominati per tre anni e, per un terzo, rinnovati ogni anno; una volta esauriti i tre anni potevano comunque essere rieletti. Quanto alla pretesa partecipazione alla Congregazione di famiglie, viene stabilito che, se una famiglia avesso avuto diritto ad entrare nell'amministrazione di un ente pubblico, sarebbe stato compito del Ministro dell'Interno chiamare uno o più membri della famiglia a far parte della Congregazione ogniqualvolta essi possedessero le qualità richieste; in caso contrario il Ministro avrebbe preso gli opportuni provvedimenti. Ordinamento austriaco In seguito al passaggio del Trentino all'ordinamento austriaco, l'editto del De Roschmann del 1° marzo 1814 confermava sostanzialmente la normativa vigente in materia di pubblica assistenza e beneficenza regolamentata. Tutte le Congregazioni di carità dovevano, entro un mese dalla data di pubblicazione del suddetto editto, fornire all'Autorità

74 da cui dipendevano i conti arretrati esaminati dal consiglio comunale che ne redigeva un verbale ed in particolare un elenco sommario di tutte le spese sostenute per "somministrazioni fatte al Militare durante il soggiorno delle Imp. Reg. Truppe, indicando ingenuinamente (ossia secondo verità) le anticipazioni avute, ed i pagamenti ricevuti a conto". Le Congregazioni dovevano inoltre presentare, sempre entro un mese a decorrere dalla data di pubblicazione del presente Editto, un prospetto dettagliato delle attività e passività degli enti da esse amministrati, accompagnato dalle proprie proposte per una migliore amministrazione patrimoniale. L'attivo di bilancio e le sostanze disponibili dovevano essere reinvestiti in capitali fruttiferi dalle Congregazioni per un termine variabile secondo le circostanze e in modo che queste liquidità non venissero usate per risanare debiti urgenti e pesanti. Durante questa amministrazione le disposizioni fondamentali erano previste nello statuto che ogni Congregazione di carità doveva darsi (cfr., a titolo di esempio, nell'Archivio del Comune di , Archivio della Congregazione di carità, periodo preunitario, Circolare n. 3417 del 30 novembre 1833 e Comunicazione n. 2881 del 11 dicembre 1833 dell'I.R. Giudizio Distrettuale Inquirente di Tione, "Carteggio e atti", 1833). Le direttive date dalle autorità austriache prevedevano che la rappresentanza della Congregazione - che doveva riunirsi almeno una volta al mese - fosse composta da un preside (o presidente), possibilmente il curatore d'anime locale, da due consiglieri e da un cassiere; anche se non eletti come membri con voto attivo nelle deliberazioni, il curatore d'anime ed il capocomune locali dovevano comunque far parte dell'organo direttivo della Congregazione. La nomina del preside, dei consiglieri e del cassiere spettava alla rappresentanza comunale con l'approvazione dell'autorità superiore (cfr., a titolo di esempio, lo statuto della Congregazione contenuto nell'Archivio del Comune di Bocenago, Archivio della Congregazione di carità, periodo preunitario, la Circolare n. 3417 del 30 novembre 1833 e la Comunicazione n. 2881 del 11 dicembre 1833 dell'I.R. Giudizio Distrettuale Inquirente di Tione, "Carteggio e atti", 1833). Le Congregazioni aventi una rendita lorda di fiorini 2000 o più, se la loro proposta era fondata, avevano facoltà di assumere un proprio cursore ovvero un messo per l'esecuzione: per fare ciò esse dovevano rendere noto l'importo dei loro crediti e il numero dei debitori da perseguire; anche questo cursore non avrebbe potuto comunque ricevere ed eseguire che mandati convalidati dal comune e dal giudice locale. La rappresentanza della Congregazione si doveva occupare della conservazione del patrimonio e di decidere riguardo all'elargizione dei sussidi; le sue deliberazioni dovevano sempre essere redatte su apposito protocollo. I compiti specifici del cassiere erano quelli di tenere un giornale di tutti i pagamenti effettuati e un registro della contabilità riportante i capitali investiti e i nomi dei debitori con gli interessi da loro dovuti e le somme mano a mano versate; in tale registro dovevano poi comparire gli incassi dedotti dal giornale e le spese (per sussidi o altro) dedotte anch'esse dal giornale ma divise per mese. Il cassiere era altresì autorizzato a incassare gli interessi sui capitali e le rendite dei beni immobili e a rilasciare le relative quietanze. Egli doveva inoltre, sulla base di mandati rilasciati dal preside, pagare puntualmente le sovvenzioni ai poveri secondo l'importo stabilito. Era incaricato di presentare ogni anno al preside la resa di conto (corredata dalle relative pezze d'appoggio) affinché la esaminasse con i consiglieri e la passasse poi per la liquidazione alla rappresentanza comunale. Tale resa di conto veniva infine passata all'autorità superiore per la definitiva revisione ed approvazione.

Contesto generale Ordinamento italico Nel corso della loro esistenza le Congregazioni di carità dipesero in un primo tempo dal Ministro dell'Interno del Regno d'Italia che vigilava direttamente sugli enti riuniti nella Congregazione tramite il consigliere di stato (cfr. Decreto Vicereale del 15 febbraio 1811, n. 49, artt. 1, 5, 6). La gerarchia è precisata dall'art. 64 dello stesso Decreto in cui si

75 stabilisce che le Congregazioni di carità "non corrispondono al Ministro in via ordinaria, se non col mezzo dei prefetti, esclusi i casi di riclamo o di ritardato provvedimento, o quando sieno particolarmente o direttamente interpellate". Le Congregazioni intrattenevano con i comuni rapporti assai stretti secondo gli artt. 47-48 del suddetto Decreto ove si stabilisce che i comuni dovevano farsi carico di supplire ai bisogni degli "ospitali, orfanotrofi, conservatori d'esposti, e degl'istituti elemosinieri"; se si trattava di un comune in cui non esisteva alcuno dei suddetti enti, esso avrebbe potuto comunque servirsi di enti situati in altri comuni, contribuendone al mantenimento. Ciononostante, nella legislazione napoleonica - come del resto nei successivi ordinamenti - non si fa riferimento alla partecipazione diretta dei comuni alla gestione delle Congregazioni. Ai comuni spettavano funzioni di controllo operativo e, in casi di particolare bisogno, anche di supporto finanziario nei confronti delle Congregazioni che, però, avrebbero continuato a mantenere sempre un'amministrazione indipendente. Ordinamento austriaco Con il passaggio del Trentino all'Austria, le Congregazioni di carità furono sottoposte direttamente all'I.R. Giudizio Distrettuale, mentre i rapporti tra le Congregazioni e i comuni divennero più stretti. A partire dalla metà del secolo XIX, alcune leggi stabilivano che, non bastando i mezzi forniti dalle società di beneficenza e dagli istituiti esistenti, la rappresentanza comunale avrebbe dovuto sopperire all'importo occorrente per le sovvenzioni ai poveri con i fondi della cassa comunale, potendo decidere in quale modo impiegarli (Leggi del 24 marzo 1849 e del 3 dicembre 1863, n. 105). Gli istituti dei poveri, oltre agli eventuali lasciti o donazioni di cui beneficiavano, venivano inoltre finanziati con alcune entrate straordinarie del comune stesso come multe campestri, indennizzi forestali, incassi sui pubblici spettacoli, percentuali sulle vendite di legname e sulle vendite all'incanto di oggetti sequestrati (leggi del 24 marzo 1849, del 30 gennaio 1860, n. 28 e del 22 gennaio 1879, n. 13).

Fonti normative Legge 3 agosto 1862, n.753 "sull'amministrazione delle opere pie" Legge 17 luglio 1890, n. 6972, Norme sulle istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza Regio decreto 5 febbraio 1891, n. 33 e n. 99, "col quale, in esecuzione della legge 17 luglio 1890, n. 6973 (serie terza), si approvano i regolamenti sulle istituzioni pubbliche di beneficenza" Legge 29 dicembre 1901, n.538 "portante disposizioni per il personale di ragioneria dell'amministrazione provinciale dell'interno e circa la pubblicazione dei bilanci e conti delle istituzioni di beneficenza" Decreto luogotenenziale 2 dicembre 1915, n. 1847 " che semplificava alcuni servizi delle opere pie e dei manicomi" Regio decreto 4 febbraio 1923, n. 335, "che stabilisce una procedura abbreviata per la revisione dei conti arretrati dei comuni e delle istituzioni pubbliche di beneficenza" Regio decreto 22 aprile 1923, n. 982, che dispone la pubblicazione nei territori annessi della legislazione sulle istituzioni pubbliche di beneficenza Regio decreto 26 aprile 1923, n. 976 "che da' facoltà al Ministro dell'interno di dichiarare sciolte le amministrazioni delle Congregazioni di carità e di tutte le istituzioni pubbliche di beneficenza esistenti in uno stesso comune, e di affidarne la gestione a speciali commissari o commissioni" Regio decreto 14 giugno 1923, n. 1396, "Riforme alla legge 4 maggio 1898, sui monti di pietà" Circolare 27 giugno 1923, n. 32687-II-2 della R.Prefettura della Venezia tridentina, "Istituzioni pubbliche di beneficenza" Regio decreto 24 settembre 1923, n. 2242, Estensione delle disposizioni dell'articolo 5 (I comma) del R.D.

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29 aprile 1923, n. 1164, ai conti delle istituzioni di pubblica beneficenza non ancora deliberati dalle rispettive amministrazioni al momento dell'entrata in vigore del precedente decreto 4 febbraio 1923, n. 335 Regio decreto legge 20 febbraio 1927, n.257, "Norme per l'estensione alle istituzioni pubbliche di assistenza e beneficenza delle disposizioni vigenti circa la revisione ed approvazione dei conti dei comuni e delle province e per la definizione dei conti arretrati degli enti stessi" Legge 4 marzo 1928, n.413, "Riforma dell'amministrazione delle Congregazioni di carità" Regio decreto e relazione 18 giugno 1931, n.773, art.154, "Approvazione del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza" Legge 14 settembre 1931, n. 1175, Testo Unico delle leggi sulla finanza locale

Fonti archivistiche e bibliografia Fonti d’archivio Archivio "Congregazione di carità di Grigno"

Il profilo storico-istituzionale riprende per la parte generale l'elaborato di Corrado SALA citato in bibliografia. Bibliografia SALA C., (a cura di), Profilo storico-istituzionale della Congregazione di carità dalle origini (1811) all'estinzione (1937). Modello di descrizione organizzato secondo le norme ISAAR (CPF), Provincia autonoma di Trento - Servizio beni librari e archivistici, Trento, 1999

77 fondo F Congregazione di carità di Grigno, 1921 - 1924

fasc. 1

Soggetti produttori Congregazione di carità, [1921] - [1924]

Contenuto Per un'introduzione generale dell'archivio si veda l'introduzione al superfondo "Parocchia di San Giacomo Maggiore in Grigno".

78 serie 1 Carteggio e atti, 1921 - 1924

Contenuto La serie è formata da un fascicolo.

F. 1. b. 1 Istituzioni di beneficenza 1921 - 1924, con antecedente del 1870 Carteggio e atti relativi alle istituzioni pubbliche di beneficenza amministrate dalla Congregazione di carità di Grigno: resoconto delle uscite pro Casa di riposo e pro Asilo infantile per l'anno 1920, atti relativi alla fondazione di mons. Luigi Sartori pro Asilo infantile (1921-24), carteggio con le autorità civili. Fascicolo, cc. 101

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