La Puglia e le culture neolitiche Il contesto ambientale Il ed il Gargano

Tavoliere

Digital Elevation Model dell’area settentrionale della Puglia L’ e la costa adriatica

La Murgia Il

Penisola Salentina Il sistema idrografico della regione

Fiume Fortore

Fiume Cervaro

Fiume

Fiume Il rilievo altimetrico della regione

Digital Elevation Model Il promontorio del Gargano

L’appennino Dauno

L’altopiano delle Murge Gli effetti del fenomeno carsico in Puglia

Stretta gola carsica (Gargano)

Tipiche incisioni vallive (Salento) Il Pulo di

Distribuzione delle aree carsiche sul territorio italiano Il Grotte, gravi e inghiottitoi: l’idrografia sotterranea

Grava di Farauall (Murgia Orientale) • La quasi completa assenza di un reticolo idrografico superficiale ha reso difficile sulla Murgia, fin dal più remoto passato, l’approvvigionamento delle acque a uso domestico e produttivo. La particolare conformazione fisica della Murgia rende, del resto, quasi impossibile la permanenza dell’acqua in superficie. Il carsismo, le infinite fessurazioni della roccia calcarea, trasformano questo territorio in una spugna che assorbe l’acqua piovana immettendola nel sistema di falde sotterranee e lasciandola defluire verso il mare. Nonostante il discreto apporto meteorico (600 mm circa di precipitazione annua), le acque vanno ad alimentare l’idrografia sotterranea. Esistono tuttavia ancora oggi piccole oasi acquatiche la cui rarità le rende di estrema importanza, si tratta di piccoli laghi carsici, più o meno perenni grazie ai depositi di terre alluvionali che riempiono le fessure calcaree dei bacini in cui l’acqua confluisce. Il particolare rapporto che l’uomo ha intrattenuto con questo ambiente fin dall’Olocene, a cominciare dalla conoscenza del sistema idrico, ha permesso la realizzazione di innumerevoli manufatti rurali, grazie ai quali l’acqua diventa risorsa a cui attingere nel momento del bisogno.

sezione

Grotta di Lamalunga (Altamura) pianta Le “lame”: antichi alvei torrentizi

Il margine orientale dell’altopiano delle Murgelungo la fascia costiera adriatica è caratterizzato da un fitto reticolo idrografico costituito da numerosi solchi erosivi, detti localmente “lame”, con un ampio alveo pianeggiante e fianchi ripidi spesso con numerosi anfratti e grotte. Essi incidono la serie di terrazzi, corrispondenti ad antichi terrazzi marini, paralleli alla costa degradanti verso il mare e separati da una serie di orli e cadute. Schema dell’idrografia superficiale

Le aree cerchiate sono quelle caratterizzate da una forte densità di lame Aree di diffusione delle culture neolitiche Grotte cultuali neolitiche Miniere neolitiche (Gargano) (Puglia centrale e costiera e Alto Salento)

Defensola (Vieste)

Arte e ritualità (Salento)

Villaggi trincerati neolitici ( Tavoliere delle Puglie ) Cultura neolitica di Serra d’Alto (Altopiano delle Murge e Puglia centrale) Le miniere di selce del Gargano

Distribuzione dei siti minerari nel Gargano in rapporto alle formazioni geologiche

Visione della discarica della miniera 1 della Defensola ed elaborazione digitale dell’immagine

Sezione stratigrafica trasversale della miniera 1 della Defensola

Immanicature Lucerne litiche Picconi litici La cultura neolitica del Tavoliere I villaggi trincerati

Estate del 1943. L’VIII Armata Britannica, al comando del generale Montgomery, risale lentamente la penisola, rosicchiando terreno palmo a palmo alle truppe tedesche in ritirata attraverso accaniti combattimenti. Nella grande pianura del Tavoliere delle Puglie, J.B. Bradford, un giovane ufficiale, osservatore della R.A.F., con la passione per l’archeologia, fa una scoperta sorprendente. Alcune foto aeree scattate dai ricognitori mandati ad individuare posizioni ed obiettivi precisi, restituivano le immagine nitide e spettacolari di Passo di Corvo – località ad una manciata di chilometri da – rivelando per la prima volta il più grande insediamento d’Europa risalente al Neolitico. Una scoperta archeologica di grandissimo valore, fatta per caso, mentre ancora la guerra infuria intorno. cessate finalmente le ostilità, Bradford torna in patria, ma non dimentica quelle straordinarie fotografie aeree. E comincia ad allestire una spedizione per effettuare i primi sopralluoghi a Passo di Corvo. Così, nel 1949, l’ex ufficiale dell’aeronautica militare inglese torna in Italia, questa volta in veste di archeologo, e dà inizio ai primi lavori di scavo che permisero di delineare in tutta la sua ampiezza l’area e l’importanza dei villaggi. Ma l’intraprendente ex ufficiale britannico, impedito da una grave malattia, non potè portare a termine la sua opera. Il contributo dell’aerofotografia archeologica

L’aereofotografia, a partire dagli anni ’50, è stata la protagonista di numerose scoperte archeologiche, specialmente nel Tavoliere. Le fotografie dell’aviazione britannica mostravano segni ed anomalie non riferibili alla natiura geologica della pianura: le cosiddette tracce di vegetazione (crop-marks) costituite dalla presenza della copertura vegetale che si assume il compito di mediazione per la comparsa degli indici rivelatori delle strutture sepolte. La vegetazione coinvolta in questo processo è costituita da piante erbose; ove esse dispongono di una maggiore quantità di umidità e di humus, crescono fitte, rigogliose e con maggiore rapidità. Quindi variazioni locali nelle condizioni di fertilità di un terreno, produrranno indici di tipo cromatico, scuri nel caso di elementi archeologici negativi livellati: è il caso dei fossati e dei compounds che caratterizzano questo tipo di insediamnento. Fotografia della serie RAF del 1945: L’area della Stazione di Amendola con i villaggi riconosciuti

Posta Alesi

Masseria Belvedere I e II

Stazione di Amendola Distribuzione dei villaggi trincerati neolitici nel Tavoliere delle Puglie

Motta della Regina

Masseria Schifata

S. Cecilia II Tressanti

Mappa della distribuzione dei villaggi del Tavoliere in base ai principali corsi d’acqua

Masseria Fuoco d’Angelone

Masseria Acquasalsa Passo di Corvo e la ricerca archeologica nel Tavoliere

Il villaggio neolitico di Passo di Corvo dalle foto aree della RAF

- Pianta della capanna absidata e relativa ricostruzione

- Ceramica tipica del villaggio di Passo di Corvo

Gli scavi del villaggio condotti dall’Università di Genova dal 1965 al 1973

Compounds dopo lo scavo Un compound in corso Sezione del fossato Ricostruzione di un Statuina fittile di scavo interno compound familare femminile La cultura di Serra d’Alto

Areali di diffusione della cultura di Serra d’Alto

Gli aspetti rituali e gli usi funerari

La produzione artigianale e la cultura materiale

Planimetria del villaggio di Serra d’Alto presso Matera GLI INSEDIAMENTI NEOLITICI COSTIERI

Balsignano (Modugno) (visione dell’area, la capanna in corsodi scavo Pulo di la relativa planimetria). VI/V millennio a.C Scamuso (T. a Mare) (il sistema orografico (vista dal mare, struttura in dell’area, visione corso di scavo e planimetria dall’alto e planimetria del digitalizzata) muro neolitico) IV millennio a.C. prima metà del VI millennio a.C.

Titolo (S.Spirito) (area dell’insediamento, planimetria del muro) Le grotte e gli ipogei nella Puglia centrale

Areale di diffusione delle grotte cultuali neolitiche nella Puglia centrale e costiera Ipogeo di Cala Colombo (Torre a Mare) Cala Scizzo (Torre a Mare) (ingresso, planimetria, vaso Serra d’alto) (interno, planimetria e testina fittile femminile)

Ipogeo Manfredi (Santa Barbara, Polignano a Mare) Grotta Pacelli () (ingresso, planimetria, vaso Serra d’Alto) (ingresso, planimetria , testina fittile femminile) Le grotte nel territorio di Ostuni: una tradizione millenaria

Il territorio ostunese dove sorgono le grotte neolitiche

Grotta S.Angelo e la ceramica graffita Grotta S.Biagio e la ceramica di Serra d’Alto

La Grotta di S.Maria di Agnano e la tradizione cultuale Arte e ritualità nelle grotte salentine

La Grotta della Zinzulusa La Grotta dei Cervi di Porto Badisco ( Castro Marina, Tricase) (Otranto)

( l’insenatura in cui si apre ( pitture sulle pareti della la grotta, interno, vaso neolitico finale, Grotta, planimetria, ingresso) Planimetria)