In Arte RAI: I Documentari Sulle Arti Figurative Tra Storia Aziendale E Divulgazione Culturale (1953-1962)
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! ! ! Corso di Laurea magistrale (ordinamento ex D.M. 270/2004) in Storia delle arti e conservazione dei beni artistici ! Tesi di Laurea ! ! ! In arte RAI: i documentari sulle arti figurative tra storia aziendale e divulgazione culturale (1953-1962). ! ! ! ! Relatore Ch. Prof. Giuseppe Barbieri ! Laureando Rebecca Romere Matricola 820733 ! Anno Accademico 2013 / 2014 ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! Si ringraziano:! ! Francesca Cadin e la direzione Teche Rai di Roma, Maria Paola Calcaprina e il personale della Biblioteca centrale “Paolo Giuntella” della sede RAI in viale Mazzini, Giovanna Lipari della Biblioteca di “Comunicazioni di massa” della sede RAI in via Teulada, Ubaldo Montanari e Alessandro Capiotto della sede RAI di Venezia e la signora Anna Maria Cerrato.! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! ! Si notifica che dalla tesi, nella presente versione digitale, sono state rimosse le scalette cartacee originali provenienti dalla cineteca RAI a causa del limite di 10 MB per il file imposti dal regolamento. La presenza delle immagini, a una qualità perlomeno visibile, avrebbe richiesto una dimensione maggiore. INDICE! ! ! ! Introduzione ……………………………………………………………………… p. 3! ! ! PRIMA PARTE! ! Capitolo I. La vita in RAI: vicende aziendali e produzione televisiva! nel primo decennio di trasmissioni …………………………………………….. p. 6! ! Capitolo II. La divulgazione culturale televisiva: strategie e prodotti ………. p. 30! ! Capitolo III. Un passato ancora da riscoprire: assetti tecnici! della televisione italiana delle origini …………………………………………… p. 63! ! ! SECONDA PARTE! ! Capitolo IV. Documentari d’arte in televisione: 1953-1957 ………………….. p. 82! ! Capitolo V. Documentari d’arte in televisione: 1958-1960 ………………….. p. 150! ! Capitolo VI. Documentari d’arte in televisione: 1961-1962 ………………….. p. 234! ! ! Conclusione ………………………………………………………………………. p. 279! ! Nota bibliografica ………………………………………………………………… p. 281! 2 INTRODUZIONE! ! ! ! La ricorrenza, il 3 gennaio 2014, dei sessant’anni dall’avvio ufficiale delle trasmissioni televisive e i novant’anni di attività radiofonica della RAI, sono fatti ormai noti anche al grande pubblico. La mostra itinerante 1924-2014: la RAI racconta l’Italia, che di recente ha restituito al Paese uno spaccato della propria storia, la rubrica TecheTè che occupa il palinsesto serale, il canale RAI Storia che offre quotidianamente ai telespettatori immagini del nostro passato, sono strumenti interessanti per considerare il ruolo centrale che la televisione ha giocato nella vita italiana. Ma conosciamo davvero tutto il patrimonio audiovisivo che la RAI ha prodotto fin dalle sue origini?! Oggetto della tesi è la catalogazione della produzione dei programmi d’arte prodotti dalla RAI dal 1953 al 1962. I due estremi cronologici corrispondono al primo anno di cui si rintraccia, sul palinsesto, la presenza di documentari a soggetto storico-artistico, e l’anno di chiusura della prima fase di produzione caratterizzata da precise soluzioni storico-critiche. La decisione di circoscrivere lo studio a soli dieci anni di attività era fondamentale per analizzare un periodo storico applicando il nuovo metodo e verificarne così l’applicabilità e la reale efficacia. Per l’analisi di questo decennio si è voluto procedere ricostruendo innanzitutto il contesto aziendale e politico della RAI, le vicende amministrative e i meccanismi politici sui quali si è giocata una precisa concezione di televisione, compreso il ruolo e la posizione che la cultura doveva assumere in una fase di intensa elaborazione del nuovo mezzo. Si è presentato a questo punto necessario analizzare e comprendere l’atteggiamento verso la cultura assunto da chi gestiva allora la RAI e come veniva dunque concepito e impostato il compito divulgativo riservato alla televisione, quali i criteri e le difficoltà comunicative da affrontare e gestire. Si è cercato di inserire in una prospettiva storica nomi, date, eventi, per capire realmente cosa fosse allora la RAI. A questo scopo, il testo più importante, dettagliato e completo si è individuato in Il cavallo morente. Storia della RAI di Franco Chiarenza, pubblicato negli anni Settanta e non più riedito fino al 2013. La storiografia televisiva si focalizza ancora oggi prevalentemente sulle vicende di sviluppo del nuovo mezzo in termini sociologici o in connessione alla storia della comunicazione; in questo modo è venuta meno l’attenzione sulle vicende aziendali e politiche che hanno determinato la creazione e lo sviluppo della RAI come ente di produzione televisiva e così anche l’interesse nel ricostruire le fila del palinsesto televisivo o nell’impostare ricerche specifiche sulla produzione dei programmi. Affrontare oggi la storia della televisione significa cercare di approfondire anche questi ambiti poco praticati che necessitano di una ricostruzione filologica della storia aziendale, della tecnologia televisiva, dei programmi, delle produzioni, dei meccanismi di divulgazione televisiva.! "3 La decisione di scegliere come oggetto di studio non solo i primi dieci anni di trasmissioni televisiva, ma di circoscrivere ulteriormente il campo all’analisi dei documentari d’arte prodotti allora, nasceva certamente da un interesse personale coltivato in questi ultimi anni, ma soprattutto dalla possibilità di vedere se, anche in un ambito così specifico della produzione televisiva, trovavano riscontro le dinamiche aziendali evidenziate nella prima parte dello studio, mettendo così alla prova l’efficacia del metodo stesso. La risposta è stata affermativa e non solo: si è scoperta l’esistenza di una produzione documentaristica di qualità, con un proprio sviluppo negli anni e con una buona presenza in palinsesto, con un ruolo significativo nella divulgazione culturale: la televisione è stata la prima a portare l’arte nelle case di molti italiani che vivevano allora in umili condizioni. La tv non solo illustrava alla gente la storia dell’arte presentando artisti e opere, ma insegnava a osservare, a capire le dinamiche sottostanti la produzione artistica visitando, attraverso la figura e le parole del presentatore, musei, architetture e mostre d’arte in Italia e all’estero.! L’analisi dei documentari è stata volutamente tecnica in quanto l’obiettivo consisteva nel ricostruire la produzione facendo interagire tre fonti: gli Annuari RAI, il Catalogo multimediale delle Teche RAI, le informazioni da me raccolte durante l’osservazione della documentazione video digitalizzata. Il sistema di catalogazione qui proposto permette di sapere quando i documentari sono stati trasmessi, da chi sono stati realizzati, la durata, le soluzioni tecniche adottate, lo sviluppo narrativo, l’impostazione storico-critica. Si è creata una serie di tabelle realizzate ad hoc e adattate in relazione alle esigenze che progressivamente si presentavano durante la ricerca delle informazioni. Il sistema di rilevamento è stato applicato a ogni programma e singola trasmissione. L’esito è stata la creazione di un meccanismo adattabile e utile non solo alla lettura e alla raccolta dei dati, ma soprattutto capace di evidenziare automaticamente la mancanza di alcuni dati che potevano così essere inseriti senza difficoltà. La documentazione raccolta e quindi i documentari d’arte stessi sono suddivisi in tre periodi, alla luce delle trasformazioni interne al genere stesso e delle dinamiche generali di mutamento all’interno dell’azienda, due prospettive, queste, che hanno trovato corrispondenza. La nuova periodizzazione vuole sostituire quella precedente del 1994 pubblicata da Luisella Bolla e Flaminia Cardini in Le avventure dell’arte in tv. Quarant’anni di esperienze italiane, il primo testo ad aver approntato uno studio rigoroso, compatibilmente agli strumenti di allora, dei documentari d’arte prodotti dalla RAI dalle origini ai giorni nostri. Purtroppo non sono seguiti altri studi, se non un secondo volume riassuntivo del primo e una tesi di laurea seguita dalla stessa professoressa Cardini nel 1999, da me visionata, ma che tuttavia riprende la stessa struttura del saggio citato che costituisce dunque, ancora oggi, l’unico testo approfondito in materia. Il materiale qui presentato risulta quindi essere inedito.! L’accesso gentilmente concessomi alla Biblioteca “Paolo Giuntella” della sede RAI di via Mazzini e alla Biblioteca di “Comunicazioni di massa” in via Teulada a Roma, nonché alla sede "4 RAI di Venezia, mi ha permesso di visionare la documentazione video e cartacea digitalizzata e presente sul Catalogo multimediale e raccogliere la bibliografia necessaria.! Si è ben consapevoli che quello che segue è un vero e proprio elenco, organizzato per tabelle, che raccoglie i dati inerenti tutte le puntate dei programmi o le singole trasmissioni a soggetto storico-artistico prodotte nei primi dieci anni di vita della televisione italiana. Era necessario tuttavia partire proprio ricostruendo le fila della produzione documentaristica per poter in futuro, approfondire, interpretare e far interagire questi dati con contesti disciplinari più ampi e variegati. L’utilità di questa raccolta consiste nel presentare in modo organico i documentari d’arte nelle loro dinamiche di produzione e trasmissione televisiva offrendo un catalogo, ordinato per gli anni dal 1953 al 1962, dell’intera produzione con lo scopo di rispondere all’eventuale necessità di conoscere una parte del patrimonio documentario della RAI e magari utilizzarlo per ulteriori approfondimenti. Nella storia dell’arte manca l’impiego della fonte televisiva come testimonianza e come oggetto stesso di studio nell’evoluzione