8. L'espansione Di Roma Dalla Conquista Della Penisola Alle Guerre Puniche

Total Page:16

File Type:pdf, Size:1020Kb

8. L'espansione Di Roma Dalla Conquista Della Penisola Alle Guerre Puniche 8. L'espansione di Roma dalla conquista della penisola alle guerre puniche 10-14 marzo 2020 Giovanna Cicala Il territorio soggetto a Roma all’inizio della Repubblica Secondo le fonti storiografiche in origine Roma estendeva il suo controllo dal Tevere alla regione Pontina. Secondo il primo trattato con Cartagine: “I Cartaginesi non commettano torti ai danni degli abitanti di Ardea, Anzio, Laurento, Circei, Terracina, né alcun altro dei Latini, quanti sono soggetti (a Roma); nel caso di quelli non soggetti, si tengano lontani dalle loro città: ciò che prendano restituiscano ai Romani intatto” (Polibio, cfr. manuale pp. 64-65) La lega Latina Dalla fine del VI sec. all’inizio del V a.C. diverse città latine, inizialmente soggette a Roma, si raccolsero nella lega Latina. Poco si conosce di questa istituzione italica; appare chiaro che gli appartenenti si rifacevano a origini comuni, celebrazioni religiose –il santuario era ad Aricia-. Il loro esercito era guidato da un comandante supremo. Oggi si ritiene probabile che gli appartenenti godessero di ius connubii (diritto di contrarre matrimonio legittimo con altri latini) ius commercii (diritto di stipulare contratti con altri latini) ius migrationis (secondo cui ogni latino poteva godere di pieni diritti civici in una città diversa da quella natale, ponendovi la residenza) Il foedus Cassianum La lega latina sfidò il potere di Roma, che la vinse sul lago Regillo. Nel 493 a.C. fu stipulato il foedus Cassianum (dal nome del magistrato, Spurio Cassio): i due contraenti si impegnavano a non combattere, ad appianare eventuali dispute commerciali, al reciproco soccorso in caso di attacco, a un’equa divisione dei bottini di guerra, si trattasse di territori o beni mobili. È ragionevole ipotizzare che i due contraenti mantenessero lo ius commercii, lo ius connubii e lo ius migrationis, già presupposto della lega latina L’alleanza con gli Ernici Dieci anni dopo, nel 486, Roma stipulò una nuova alleanza con gli Ernici, una popolazione stanziata a Sud-Est di Roma tra gli Equi e i Volsci, ostili a Roma, un’iniziativa strategicamente importante. Roma, infatti, si ritrovò a essere minacciata da altre tre popolazioni: i Sabini, gli Equi e i Volsci, popolazioni osco-sabelliche dirette in migrazione verso il Lazio per motivi di sussistenza Il ver sacrum In questo quadro si inserisce la credenza del ver sacrum. Allo scopo di assicurarsi un sostegno divino, i raccolti venivano offerti alle divinità e bambini nati allora, raggiunta la maturità, avrebbero dovuto cercare una nuova patria seguendo l’indicazione di un totem animale. I Piceni, per esempio, avrebbero raggiunto il posto dove poi si stabilirono, seguendo un picus, e da questo animale presero il nome, e gli Irpini dal lupo, detto hirpos in osco. I conflitti con Equi e Volsci Sappiamo dagli storiografi che il conflitto con gli Equi e i Volsci si protrasse per l’intero V secolo con esiti alterni. Equi e Volsci avanzarono insieme nell’area dei colli Albani conquistando l’area dei monti Prenestini e le città di Tibur (Tivoli) e Praeneste. I Romani e i loro alleati ne bloccarono l’avanzata a passo dell’Algido nel 458 a.C. In questo momento storico si inserisce la vicenda esemplare di Cincinnato. Sempre al passo dell’Algido, nel 431 i Romani registrarono un’altra importante vittoria. I rapporti con i Sabini A Nord i Romani erano minacciati dai Sabini. Alcuni punti della tradizione mostrano l’apporto di questa popolazione all’affermazione di Roma. Roma si confrontò anche questo popolo, espandendo il proprio territorio nell’area compresa tra il Tevere e l’Aniene, dove creò due nuove tribù, la Claudia, nell’area in cui era stanziata in origine la gens omonima, e la Clustumina, così chiamata dal centro sabino di Crustumerium. Un episodio che va ricordato è l’incursione sul Campidoglio condotta nel 460 a.C. dal sabino Appio Erdonio, che secondo le fonti fu respinto con l’aiuto degli alleati di Tusculum Il confronto con Veio Un momento importante dell’espansione di Roma fu il lunghissimo conflitto che la oppose a Veio, potentissima e ricca città etrusca che sorgeva ad appena 15 km da Roma in un punto particolarmente strategico per il controllo delle vie di comunicazione lungo il basso corso del Tevere e le saline poste alla foce del fiume. Il confronto si protrasse per tutto il V sec. e sono state distinte tre guerre La prima guerra con Veio Nella prima (483-474 a.C.) i Veienti riuscirono a occupare Fidene, mentre un contingente di circa 300 Romani, appartenenti alla gens Fabia, fu sgominato presso il fiume Crémera. Il numero dei caduti, che si dice appartenessero al clan dei Fabii, e l’epopea dell’episodio pare rifarsi al noto scontro delle Termopili. Pare che il clan dei Fabii fosse stanziato proprio in prossimità dell’area dalla battaglia, quindi forse più che di un sacrificio per proteggere Roma, si trattò di una difesa dei propri possedimenti La seconda e la terza guerra con Veio Durante la seconda guerra contro Veio (437-426 a.C.) i Romani riconquistarono Fidene e la distrussero e Aulo Cornelio Cosso uccise il tiranno di Veio, noto come Lars Tolumnio. La terza guerra di Veio (405-396 a.C.) si spostò a Veio stessa che fu cinta d’assedio per ben 10 anni. Si può scorgere nel racconto un’eco della guerra di Troia. Protagonista il romano Marco Furio Camillo che ricorse all’evocatio per essere favorito nel conflitto, promettendo a Giunone un tempio e culto a Roma. Il particolarismo etrusco e l’impegno Romano La terza parte dello scontro tra Veio e Roma mostra il particolarismo delle città etrusche, che avrebbe contribuito al loro annientamento. Cere si schierò con Roma e gli unici aiuti che vennero a Veio provennero da Capena e Falerii, entrate nell’orbita di Veio. Il lungo protrarsi della guerra contro Veio costrinse i Romani ad affrontare onerose spese militari; per questo pare che allora fu introdotto un tributum uguale per ciascuna centuria; è facilmente comprensibile come la somma divenisse più onerosa per le prime centurie, più facoltose, rispetto alle ultime La calata dei Galli Dopo Veio, Roma affrontò la calata dei Galli nel centro Italia. Per quanto Polibio, infatti, collochi lo spostamento di queste popolazioni tra la fine del V e i primi anni del IV secolo a.C., oggi si tende a ritenere più credibile la datazione di Livio che lo colloca nel VI secolo, in base al confronto con la documentazione epigrafica ed archeologica riferibile a quel periodo. Gli ultimi a raggiungere l’Italia sarebbero stati i Galli Senoni di Brenno, che invasero l’Italia centrale, per una semplice razzia Il sacco di Roma Una parte della storiografia romana tramanda una resistenza eroica sul Campidoglio, guidata da Manlio Capitolino. Raccolto l’oro richiesto per il riscatto dai Galli, Camillo avrebbe guidato la riscossa romana sugli invasori, ma il silenzio delle fonti greche su quest’ultima parte del racconto, induce a credere si tratti di un tentativo romano di edulcorare la cocente sconfitta subita. Va anche ricordato che sinora non sono state rinvenute evidenze archeologiche a riprova dell’incendio tramandato dalle fonti Le mura ‘serviane’ Al periodo successivo al sacco gallico è attribuita la costruzione delle prime mura urbiche in tufo, cosiddette serviane, in quanto la tradizione le attribuisce a Servio Tullio. Proprio la provenienza dei materiali ne ha fatto spostare la datazione: se Roma non avesse sconfitto Veio, non avrebbe avuto accesso alle cave e la disponibilità del materiale. Questa considerazione può trovare riscontro nella narrazione liviana che riferisce una nuova costruzione di mura difensive nel 378 a.C., che assolsero il compito di dissuadere dall’assedio importanti nemici di Roma, come Pirro e Annibale Il proseguimento delle lotte fra gli Equi e i Volsci In quegli anni anche gli Equi furono sconfitti, mentre i Volsci si allearono a loro volta con gli Érnici e alcune città latine che forse speravano che dopo l’attacco dei Galli fosse più facile liberarsi dal controllo di Roma. Nel 381 a.C. Tusculum, che pure si era schierata a fianco dei Volsci, fu annessa al territorio romano senza perdere le proprie istituzioni. La città mantenne la propria autonomia interna, ma i suoi abitanti furono assimilati ai cives romani per diritti e doveri, divenendo il primo municipio romano Nel 358 i Volsci cedettero la pianura Pontina, gli Ernici parte dei loro territori nella valle del Sacco e nei territori recuperati i Romani insediarono due nuove tribù. Nello stesso 358 fu rinnovato il foedus Cassianum. Nel 354 Tivoli e Preneste, due città latine ribelli, cessarono le loro ostilità. Anche le etrusche Tarquinia e Cere stipularono una tregua Il Sannio e i Sanniti Nel 354 il confine tra il territorio dei Romani e quello dei Sanniti fu fissato al fiume Liri. Il Samnium era una regione povera, il cui territorio era organizzato in pagi (cantoni) e vici (villaggi). Più pagi costituivano un touto, una tribù, ed erano retti da un meddix toutiks. Le tribù sannitiche erano 4: Carracini, Pentri, Caudini e Irpini Le premesse della prima guerra sannitica Nel corso del V secolo alcune popolazioni sannite si stanziarono in Campania. Le ristrettezze indussero i Sanniti a guardare ad altri territori e il loro interesse per la Campania, li pose in contrasto pure con quanti, oriundi dal Sannio, vi si erano trasferiti. Nel 343 i Sanniti attaccarono Teanum, nella Campania settentrionale, dove erano stanziati i Sidicini, di origine osco-sabellica. Minacciata la cittadinanza di Teanum chiese aiuto a Capua, che a sua volta si rivolse a Roma. Bellum iustum? L’intervento di Roma avrebbe comportato la violazione del trattato. Non si sarebbe trattato di bellum iustum. Livio ci ha tramandato che i Capuani si consegnarono a Roma con la procedura detta deditio in fidem, che consisteva nel consegnarsi alla mercé di un altro popolo.
Recommended publications
  • Umbria from the Iron Age to the Augustan Era
    UMBRIA FROM THE IRON AGE TO THE AUGUSTAN ERA PhD Guy Jolyon Bradley University College London BieC ILONOIK.] ProQuest Number: 10055445 All rights reserved INFORMATION TO ALL USERS The quality of this reproduction is dependent upon the quality of the copy submitted. In the unlikely event that the author did not send a complete manuscript and there are missing pages, these will be noted. Also, if material had to be removed, a note will indicate the deletion. uest. ProQuest 10055445 Published by ProQuest LLC(2016). Copyright of the Dissertation is held by the Author. All rights reserved. This work is protected against unauthorized copying under Title 17, United States Code. Microform Edition © ProQuest LLC. ProQuest LLC 789 East Eisenhower Parkway P.O. Box 1346 Ann Arbor, Ml 48106-1346 Abstract This thesis compares Umbria before and after the Roman conquest in order to assess the impact of the imposition of Roman control over this area of central Italy. There are four sections specifically on Umbria and two more general chapters of introduction and conclusion. The introductory chapter examines the most important issues for the history of the Italian regions in this period and the extent to which they are relevant to Umbria, given the type of evidence that survives. The chapter focuses on the concept of state formation, and the information about it provided by evidence for urbanisation, coinage, and the creation of treaties. The second chapter looks at the archaeological and other available evidence for the history of Umbria before the Roman conquest, and maps the beginnings of the formation of the state through the growth in social complexity, urbanisation and the emergence of cult places.
    [Show full text]
  • Ovid at Falerii
    University of Pennsylvania ScholarlyCommons Departmental Papers (Classical Studies) Classical Studies at Penn 2014 The Poet in an Artificial Landscape: Ovid at Falerii Joseph Farrell University of Pennsylvania, [email protected] Follow this and additional works at: https://repository.upenn.edu/classics_papers Part of the Classics Commons Recommended Citation (OVERRIDE) Farrell, Joseph. (2014). “The Poet in an Artificial Landscape: Ovid at alerii.F ” In D. P. Nelis and Manuel Royo (Eds.), Lire la Ville: fragments d’une archéologie littéraire de Rome antique (pp. 215–236). Bordeaux: Éditions Ausonius. This paper is posted at ScholarlyCommons. https://repository.upenn.edu/classics_papers/128 For more information, please contact [email protected]. The Poet in an Artificial Landscape: Ovid at Falerii Abstract For Ovid, erotic elegy is a quintessentially urban genre. In the Amores, excursions outside the city are infrequent. Distance from the city generally equals distance from the beloved, and so from the life of the lover. This is peculiarly true of Amores, 3.13, a poem that seems to signal the end of Ovid’s career as a literary lover and to predict his future as a poet of rituals and antiquities. For a student of poetry, it is tempting to read the landscape of such a poem as purely symbolic; and I will begin by sketching such a reading. But, as we will see, testing this reading against what can be known about the actual landscape in which the poem is set forces a revision of the results. And this revision is twofold. In the first instance, taking into account certain specific eaturf es of the landscape makes possible the correction of the particular, somewhat limited interpretive hypothesis that a purely literary reading would most probably recommend, and this is valuable in itself.
    [Show full text]
  • Per Una Definizione Dei Falisci, Tra Identità, Cultura E Territorio
    GA BRIELE CIF A NI PER UNA DEFINIZIONE DEI FALISCI, TRA IDENTITÀ, CULTURA E TERRITORIO This paper challenges the common notion of the Faliscans as an autono- mous and autochthonous ethnic group inside Etruria and emphasizes the Falis- can ethnicity as a ductile ideology linked with the geopolitical changes which occurred in the middle Tiber Valley between the 8th and the 3rd centuries BC. Within this framework the paper analyses the landscape history of the ager Faliscus between the 10th and the 3rd centuries BC to identify signifi- cant changes in the territorial organization such as aspects of the political identity of the Faliscans. The Faliscans appear as allied or dependent communities of the power- ful Etruscan city of Veii from the 8th century BC onwards, but substantial changes in Faliscan political unity could have occurred from the 6th century and particularly after the fall of Veii in 396 BC. The political identity of the Faliscans is newly negotiated after 241 BC, despite the drastic modifications occurring in the territory because of the military conquest by Rome. This paper also proposes to identify the area around the via Flaminia as the part of the territory directly controlled by Rome after the peace treaty with the Faliscans, and where the expropriation of lands known from the literary tradition can be identified thanks to the remains of land divisions found by recent archaeological surveys. 1. ASPETTI DELL A STORI A DEGLI STUDI Nella tradizione letteraria antica l’identità etnica dei Falisci appare un tema affatto univoco. Sono noti infatti tre filoni letterari: da una parte l’origine greca, frutto di una ricostruzione erudita probabilmente di età ellenistica, quindi due tradizioni forse più antiche, oltre che più riscontrabili sul piano archeo- — 1 — G A BRIELE C IF A NI logico, che descrivono i Falisci come Etruschi o come un ethnos “parti- colare” ed autonomo1.
    [Show full text]
  • An Exploration of Early Romanization: a Comparative and Semiotic Approach
    City University of New York (CUNY) CUNY Academic Works All Dissertations, Theses, and Capstone Projects Dissertations, Theses, and Capstone Projects 2-2016 An Exploration of Early Romanization: A Comparative and Semiotic Approach Mikel Wein Graduate Center, City University of New York How does access to this work benefit ou?y Let us know! More information about this work at: https://academicworks.cuny.edu/gc_etds/705 Discover additional works at: https://academicworks.cuny.edu This work is made publicly available by the City University of New York (CUNY). Contact: [email protected] AN EXPLORATION OF EARLY ROMANIZATION: A COMPARATIVE AND SEMIOTIC APPROACH by MIKEL C. WEIN A master’s thesis submitted to the Graduate Faculty in Liberal Studies in partial fulfillment of the requirements for the degree of Master of Arts, the City University of New York 2016 ©2016 MIKEL C. WEIN All Rights Reserved ii This manuscript has been read and accepted for the Graduate Faculty in Liberal Studies satisfying the thesis requirement for the degree of Master of Arts. __________________________________________ ____________________ __________________________________________ Date Thesis Adviser __________________________________________ _____________________ __________________________________________ Date Executive Officer THE CITY UNIVERSITY OF NEW YORK iii Abstract AN EXPLORATION OF EARLY ROMANIZATION: A COMPARATIVE AND SEMIOTIC APPROACH by Mikel Wein Adviser: Professor Alexander Bauer Romanization became a popular academic topic after its initial proposal in 1915 by Francis Haverfield. Even today, it is maintained as a popular theory to explain how Rome came to dominate everything from the Italian peninsula to Roman Britain. Traditionally, Romanization has been framed using a theoretical framework of dominance through cultural diffusion.
    [Show full text]
  • Etruscan Glossarya.Pdf
    A B CD 1 2 Note: This glossary supplements Table 1. Copyright © 1981-2017 Mel Copeland. All rights reserved. 3 4.27.17 - Items in red are changes; often updated For those using the PDF version of this file, see the latest changes Etruscan_GlossaryA.xls at Etruscan Phrases 4 "X" locators designate Anatolian (Phrygian) texts 5 Updated to reconcile declension patterns 6 http://www.maravot.com/Etruscan_Phrases_a.html 7 Contact: [email protected] 8 9 English Etruscan Location 10 to, in (L. a) A TC120,TC127, Au95, Au102, AG-2, Z92, AN12, AN100, 11 to, in (L. a) A (continued) N21, N206, N371,Q701, Q717, R381, R499, N722, N731, MS23 12 to, in (L. a) A (continued) Q376, Q388, R542, R584, AH-9, AC-3, TC211, K159, PJ-1, J5-6, J40-10, PV-7, PW-12 13 and, and also, and indeed (L. ac, atque) AC Z58, Z432, Z1183, Au-1, TC46, TC90, Au95, K149, L50, J41-2 14 and, and also, and indeed (L. ac, atque) AK Z489, Z508, Z1139, XQ-1 15 call, to (L. accio-aire) ACA Z572, TC46 16 it/he will move, set in motion (L. ago-agere, Ind. I Fut. 3rd Pers. Single aget) ACE J40-8 17 call, to (L. accio-aire) ACeR M71 18 prophesy, to wish (L. auguro-are) ACERN (they prophesy) DL-2 (This mirror depicts reading from a liver) 19 level, make equal, compare (L. acquo-are) ACES N462 20 Achaia? (L. Achaia or Achaia-ae, Achaia or in Gen. Greece) ACHIE (AKIE) CP35 21 Agememnon ACHMEMNVN DM-6, CG-3 22 Achilles – see CG-1 ACHLE (AKLE) (See ACHVLE) MM-5, CG-1, DP-1, LM-4? CCG-3 23 Achilles – see CG-1 ACHL or ACHLA (ACH LA) CH-2 24 Achule, god in company of Thetis on a mirror, probably Achilles ACHVLE (AKVLE) (See ACHLE) CQ-2 25 Achloser, name of Briseis, concubine of Achilles? ACHLVSR ( ACHLPIMSR?, ACHVPIMSR?) CQ3 26 call, to (L.
    [Show full text]
  • L. AMBROSINI – L'agro Falisco Settentrionale
    BOLLETTINO DI ARCHEOLOGIA ON LINE DIREZIONE GENERALE ARCHEOLOGIA, BELLE ARTI E PAESAGGIO VIII, 2017/1-2 LAURA AMBROSINI* L'AGRO FALISCO SETTENTRIONALE: UNA ZONA DI FRONTIERA TRA FALISCI, ETRUSCHI, SABINI E UMBRI The Ager Faliscus, extending between the modern provinces of Rome and Viterbo, from Mazzano Romano to the Cimini Mountains and bordered to the west by the Via Cassia and east by the River Tiber, was certainly a frontier territory. The examination of the Northern zone of the Ager Faliscus offers the opportunity to investigate further the contacts between the Faliscan civilization and the bordering cultures. It is an area, near the Tiber, which from the time of Protohistory shows distinctive characteristics. Starting from the analysis of the remains of settlements and cemeteries, from the data provided by surface surveys and from the analysis of material culture, we seek to hi - ghlight the profile of this border area. Despite the cultural distinctiveness progressively adopted by the Faliscans, the geographical location of the territory occupied by them, makes it naturally permeable to influences from the Etruscan and Sabine regions, with sporadic contacts with other civilizations. INTRODUZIONE L’individuazione delle identità culturali e il problema della definizione di concetto di “frontiera”, com’è noto, sono divenuti di recente dei fenomeni “alla moda” ed hanno ottenuto un posto di primo piano negli studi sull’antichità, soprattutto in Europa, probabilmente a causa dei massicci fenomeni migratori dovuti alla fuga da situazioni di conflitto o di disagio sociale, o alla ricerca di migliori opportunità di vita. Sappiamo bene che da movimenti, scontri, convi - venze e integrazioni fra gruppi etnici diversi è nata l’identità di fondo delle singole nazioni che compongono oggi l’Europa.
    [Show full text]
  • The Cities and Cemeteries of Etruria
    Universitäts- und Landesbibliothek Tirol The cities and cemeteries of Etruria Dennis, George 1883 Chapter VIII Falleri - Falerii (Novi) urn:nbn:at:at-ubi:2-12107 O.I)',,*,,. ^ PORTA DI GIOVE, PALLERI. CHAPTER VIII. EALLERI .—FALERII ( NOVI ). Ebbi improvviso un gran sepolcro scorto, . , E in brevi note altrni vi si sponea II nomee la virtu del guerrier morto. Io non sapea da tal vista levarmi, Mirando ora le lettre, ed orai marmi. —Tasso. Gaudent Italise sublimibus oppida muris.—Claudian. The road from Ponte Terrano leads to Santa Maria di Fallen, or Falari , a ruined convent on another ancient site, about four miles from Civita Castellana. After two or three miles over the heath , you reach the Fosso de’ Tre Camini, and where you cross the stream are traces of an ancient bridge. Just before coming in sight of Fallen , you reach a tomb, which, as you come suddenly upon it , cannot fail to strike you with admiration . A wide recess in the cliff is occupied by a spacious portico of three large arches, hewn out of the rock, and with a bold cornice of masonry above, VOL. I . H 98 FALLEEI. [CHAP. VIITi of massive tufo blocks, now somewhat dislocated , and concealed by the overhanging foliage. A door in the inner wall of the portico , of the usual Etruscan form, slightly narrowing upwards, opens into the sepulchre . Sepulchre ! to an unpractised eye the structure looks far more like a habitation ; and in truth it is an imitation of an ancient abode. The portico is surrounded hy PORTICOED TOMB WITH CORNICE OF MASONRY, FALLERI.
    [Show full text]
  • Itinerari Roma E Lazio
    ITINERARI ROMA E LAZIO ROMA LOCALITÀ I T I N E R A R I O V I S I T E P R I N C I P A L I Roma Archeologica e Barocca Roma Foro Romano * Colosseo * Fontana di Trevi * Pantheon * P. Navona (a spasso attraverso i secoli) Aventino-Garbatella S.Sabina * S.Prisca * S.Anselmo * SS.Alessio e Bonifacio * Giardino degli Aranci * Roma Dal Paleocristiano ai giorni nostrii S.Saba * S.Balbina * Roseto * Garbatella Palazzo Propaganda Fide * S.Andrea delle Fratte * S.Ivo alla Sapienza * Palazzo Roma La Roma di Borromini Carpegna * S.Carlo alle Quattro Fontane * S.Giovanni in Laterano V. Veneto * P. Barberini * Fontana di Trevi * P. Colonna e Montecitorio * V. dei Roma Roma e la Dolce Vita Condotti * P. di Spagna * Trinità dei Monti * Pincio * P. del Popolo L’affascinante Arte del Mosaico S.Maria Maggiore * S.Pudenziana * S.Prassede * SS.Cosma e Damiano * S.Cecilia in Roma nella Roma Cristiana Trastevere * S.Maria in Trastevere Un percorso tra vicoli e spazi nella Campo de’ Fiori * P. della Cancelleria * P. Capodiferro * P. Farnese * Ponte Sisto * Roma Roma autentica P. Trilussa * Trastevere * S.Maria in Trastevere * Orto Botanico * Gianicolo Roma Roma nascosta e sotterranea S.Clemente * Colombario di Pomponio Hylas * Insula dell’Ara Coeli Roma Tevere - Castel Sant’Angelo Ponte e Castel Sant’Angelo * Crociera sul Tevere (Isola Tiberina – Foro Italico) Le più belle ville del mondo Roma Villa Borghese * Galleria Borghese Villa Borghese Roma Ostia Antica Borgo e Castello di Giulio II * Scavi Archeologici di Ostia Antica Ostia Antica Roma Un giorno a San
    [Show full text]
  • Evocatio Deorum
    Evocatio deorum SOME NOTES ON THE ROMANIZATION OF ETRURIA By PATRICK BRUUN Evocatio deorum is an institution known in antiquity in the Roman and in the Hettite religions. It has therefore been regarded as part of the common Indo-European heritage. It is uncertain to what extent the Etruscans had inaugurated the evocatio in their world of religious practices. Sugges- tions that the Etruscans transmitted the institution of the evocatio to Italy and Rome have been taken to prove the Asiatic origin of the Tyrrhenoi. In this context, however, these theories are of little interest. Basically evocatio is a kind of vow. In a trial of strength between two opposing armies, most frequently in the course of a siege, the Roman com- mander (because evocatio in our sources appears as a Roman institution, the subject, the agent is always a Roman) invokes the assistance of the tutelary god of the besieged, in fact evokes him urging him to desert his people and promising him a sacred precinct, temple, cult and devotion in Rome. Now you may ask what on earth this has to do with the subject of our symposium. I would look at it in the following way: Evocatio is a precaution, or a weapon against the enemies of the Romans. The efficacy of this weapon was based on the Roman belief in a firm connex- ion between the gods on the one hand and the territory or the society, the state, protected by them on the other. A study of the evocation is conse- quently apt to shed light on the religious foundations or motivation of the state according to Roman views.
    [Show full text]
  • The Intricacies of Rome's Subjugation and Assimilation of Etruria Master's Thesis Presented to the Faculty of the Graduate S
    The Intricacies of Rome’s Subjugation and Assimilation of Etruria Master’s Thesis Presented to The Faculty of the Graduate School of Arts and Sciences Brandeis University Graduate Program in Ancient Greek and Roman Studies Dr. Cheryl Walker, Advisor In Partial Fulfillment of the Requirements for the Degree Master of Arts in Ancient Greek and Roman Studies by Michael Lundberg February 2020 Copyright by Michael Lundberg © 2020 ABSTRACT The Intricacies of Rome’s Subjugation and Assimilation of Etruria A thesis presented to the Graduate Program in Ancient Greek and Roman Studies Graduate School of Arts and Sciences Brandeis University Waltham, Massachusetts By Michael Lundberg Etruscan history is scant and accounts of their own history essentially nonexistent, resulting in their origins being fiercely debated amongst scholars. Etruscologists’ primary arguments are whether Etruscan culture developed primarily in Italy or Asia Minor. Although historical accounts from Herodotus and Dionysius of Halicarnassus and archaeological evidence primarily from mitochondrial DNA studies have been to used try to establish their origins, nothing definite has been ascertained. Etruria’s fall to the Romans is one of the few definitive facts known about Etruscan history. The means by which they fell, however, are another debate amongst scholars. While the Roman conquest of Etruria is often depicted as a straightforward military annex, it was actually done by means of diplomacy, establishment of colonies, military strategy, and the thorough implementation of Roman administration. Rome was able to siege and sack the Etruscan city of Veii with minimal assistance from other Etruscan city-states, taking advantage of the ire of other Etruscan cities felt towards Veii because of Veii’s appointment of a king.
    [Show full text]
  • War, Social Power, and the State in Central Italy (C. 900 – 343
    View metadata, citation and similar papers at core.ac.uk brought to you by CORE provided by Online Research @ Cardiff Joshua Ryan Hall The Tyrrhenian Way of War: war, social power, and the state in Central Italy (c. 900 – 343 BC) PhD Ancient History 2016 Table of Contents Abstract........................................................................................................................1 Preface..........................................................................................................................2 Acknowledgements......................................................................................................3 1. Introduction..............................................................................................................4 1.1 Thematic Introduction............................................................................................5 1.2 Archaeological Methodologies.............................................................................11 1.3 Historical Methodologies.....................................................................................14 1.4 Mann, IEMP, and Structure..................................................................................26 2. Arms, Armour, and Tactics....................................................................................31 2.1 Arms and Armour.................................................................................................32 2.2 Tactics...................................................................................................................54
    [Show full text]
  • University of Cincinnati
    UNIVERSITY OF CINCINNATI Date:___________________ I, _________________________________________________________, hereby submit this work as part of the requirements for the degree of: in: It is entitled: This work and its defense approved by: Chair: _______________________________ _______________________________ _______________________________ _______________________________ _______________________________ THE ANATOMICAL VOTIVE TERRACOTTA PHENOMENON : HEALING SANCTUARIES IN THE ETRUSCO-LATIAL-CAMPANIAN REGION DURING THE FOURTH THROUGH FIRST CENTURIES B.C. A thesis submitted to the Division of Research and Advanced Studies of the University of Cincinnati in partial fulfillment of the requirements for the degree of MASTER OF ARTS in the Department of Classics of the College of Arts and Sciences 1999 by Alexandra L. Lesk Blomerus B.A., Dartmouth College, 1995 M.St., University of Oxford, 1996 Committee: Professor C. Brian Rose (Chair) Professor Jack L. Davis 1 ABSTRACT At some point in the fourth century B.C., anatomical votive terracottas began to be dedicated in sanctuaries in central Italy. Thousands of replicas of body parts have been found in votive deposits in these sanctuaries, left to deities as requests or thank offerings for healing. The spread of the anatomical votive terracotta phenomenon has been attributed to the colonisation of central Italy by the Romans. In addition, parallels have been drawn to the similar short-lived phenomenon at the Asklepieion at Corinth where models of body parts were also dedicated in the context of a healing cult. After a general introduction to the historical and physical context of the anatomical votive terracotta phenomenon, this thesis examines the link to Corinth and suggests how the practice was first transmitted to Italy. Votive evidence of early date and peculiar typology found in situ from the sanctuary at Gravisca on the south coast of Etruria suggests contact with Greeks who would have been familiar with the practice of dedicating anatomical votive terracottas at Corinth.
    [Show full text]