Preistoria Alpina, 47 (2013): 27-37 ISSN 0393-015727 © Museo delle Scienze, Trento 2013

Atti Seminario 2012: “Analisi Tecno-Funzionale dei manufatti litici preistorici: teoria, metodologia, tecniche sperimentali”

La selce nel bacino atesino meridionale: caratterizzazione e diffusione

Simone Barbieri1, Marco Avanzini2 & Stefano Grimaldi1*

1 Laboratorio “Bagolini”, Dipartimento di Lettere e Filosofia, Università degli studi di Trento, via Tommaso Gar 14, 38122 Trento, Italia 2 Museo delle Scienze, Corso del Lavoro e della Scienza 3, 38123 Trento, Italia * E-mail dell’Autore per la corrispondenza: [email protected]

RIASSUNTO - La selce nel bacino atesino meridionale: caratterizzazione e diffusione - Gli autori presentano i risultati di una ricerca sulle materie prime litiche del territorio finalizzata alla realizzazione di una esaustiva litoteca delle diverse formazioni selcifere presenti sul territorio. Sebbene tentativi di classificazione delle risorse litiche siano stati effettuati fin dagli anni ’80 da vari studiosi, a tutt’oggi non è ancora disponibile alcuna collezione sistematica delle possibili aree di approvvigionamento della materia prima litica. La ricerca qui presentata include quarantuno località distinte in nove areali che rappresentano la variabilità attualmente riscontrabile lungo un generico asse nord-sud associabile alla valle dell’: Lessini settentrionali, Monte Baldo, Val di Gresta, Catena del Pichea, Monte Bondone, Monte Calisio, Bassa , Altopiano della e . I campioni sono descritti attraverso le caratteristiche macroscopiche di ogni litotipo e della formazione di appartenenza; inoltre, i litotipi vengono classificati sulla base della loro potenziale utilizzazione da parte dei gruppi umani preistorici valutata grazie ad una scala di classificazione realizzata in seguito ad esperienze speri- mentali. I risultati qui presentati saranno un valido strumento di confronto per l’interpretazione delle collezioni litiche archeologiche da mettere in relazione ai modelli di approvvigionamento/spostamento dei gruppi umani preistorici.

SUMMARY - Flint crops in Trentino region (northeastern Italian Alps) - Authors describe the results of a research carried on in Trentino region (northeastern italian Alps) aimed to the realization of a systematic collection of the flint types currently existing on this territory. Even if several similar attempts have been made since the 80’s, an exhaustive collection of the Trentino lithic raw materials is still lack- ing. This research describes the raw materials found in 41 localities that identify 9 distinct areas localized along a north-south axe roughly corresponding to the Adige area: northern Lessini mountains, Mount Baldo, Gresta valley, Pichea ridge, Mount Bondone, Mount Calisio, lower Sugana and Tesino, Paganella plateau and Non valley. The lithic samples are described through macroscopic observation; informa- tion about their geological formation and geographical localization is also provided. Finally, samples have been also classified according to their potential availability for knapping production during prehistoric times. Results will play a significative role for the interpretation of archaeological lithic collections in order to set up models concerning settlement and mobility strategies of prehistoric human groups .

Parole chiave: Trentino, Alpi, selce, risorse litiche, materie prime Keywords: Trentino, Alpi, flint, lithic sources, raw material

1. INTRODUZIONE regione. Rivestono carattere pionieristico in quest’ambito le ricerche condotte da Zurbuchen in Trentino meridionale (Zurbuchen, 1984), da Barfield nel settore centro-orientale L’Italia nordorientale è nota nell’ambito delle Scien- delle Alpi meridionali (Barfield, 1987), da Benedetti (Be- ze Archeologiche per essere stato un territorio privilegiato nedetti, 1993; Benedetti et al., 1994) in Val Cismon e nel dai gruppi umani preistorici grazie all’abbondante e diffusa Lagorai, da Mini sull’area circostante il sito Bersaglio di presenza di risorse litiche. Mori (Mini, 1993) e quelle di Zanichelli per quanto riguar- Le fonti di selce di buona qualità, sfruttate anche in da l’areale di Andalo (Zanichelli, 1991), seguite, in perio- preistoria, sono particolarmente concentrate in Veneto (Monti do più recente, dagli studi di Bertola sia sull’Altopiano di Lessini) e in Trentino. L’interesse archeologico per una detta- Folgaria (Bertola & Cusinato, 2005) sia nel sito austriaco gliata e sistematica caratterizzazione di tali risorse naturali è di Ullafelsen in relazione all’approvvigionamento a lunga dato dal fatto che il riconoscimento dell’esatta formazione di distanza di selce sud-alpina (Bertola, 2005; Bertola, 2012). provenienza delle materie prime utilizzate da un gruppo uma- Questi tentativi, piuttosto frammentati e disorganici, no per la costruzione dei manufatti litici è di fondamentale im- non hanno ancora permesso la realizzazione di una campio- portanza per ricostruire le strategie di mobilità e di utilizzo del natura sistematica degli affioramenti di selce in Trentino. territorio da parte delle comunità preistoriche. Questo lavoro quindi tenta di rispondere a tale esigenza. Fino ad oggi, sono stati effettuati diversi tentativi Vengono qui descritte le tipologie litiche riscontrabili lun- di caratterizzare le diverse materie prime litiche in questa go un asse nord-sud seguendo grossolanamente la valle 28 Barbieri et al. La selce nel bacino atesino meridionale

Fig. 1 - Mappa delle aree oggetto d’indagine. 1) Coste; 2) Passo Fittanze; 3) Villaggio San Michele; 4) Malga Cime; 5) Punta Telegrafo; 6) Madonna della Neve; 7) Avio (sponda destra del fiume Adige); 8) Pra da Stua; 9) San Valentino; 10) Corno della Paura; 11) Polsa; 12) M. Altissimo di Nago; 13) San Giacomo; 14) Brentonico; 15) Valle San Felice; 16) Corniano; 17) Lago di Tenno; 18) Nomi/Chiusole; 19) Cima Verde; 20) Vason del Bondone; 21) Sopramonte; 22) Ponte Alto; 23) Pila; 24) Argentario; 25) Cima Campo; 26) Roa; 27) Strada della Baja; 28) Celado; 29) Monte Mezza; 30) Castello Tesino; 31) La Cascatella; 32) Coalatti; 33) Pieve Tesino; 34) Andalo; 35) Monte ; 36) Rocchetta; 37) Tres/Vervò; 38) Altopiano della ; 39) Monte Peller; 40) Coredo; 41) . Fig. 1 - Localization of the flint crops cited in the text. 1) Coste; 2) Passo Fittanze; 3) Villaggio San Michele; 4) Malga Cime; 5) Punta Telegrafo; 6) Madonna della Neve; 7) Avio (sponda destra del fiume Adige); 8) Pra da Stua; 9) San Valentino; 10) Corno della Paura; 11) Polsa; 12) M. Altissimo di Nago; 13) San Giacomo; 14) Brentonico; 15) Valle San Felice; 16) Corniano; 17) Lago di Tenno; 18) Nomi/ Chiusole; 19) Cima Verde; 20) Vason del Bondone; 21) Sopramonte; 22) Ponte Alto; 23) Pila; 24) Argentario; 25) Cima Campo; 26) Roa; 27) Strada della Baja; 28) Celado; 29) Monte Mezza; 30) Castello Tesino; 31) La Cascatella; 32) Coalatti; 33) Pieve Tesino; 34) Andalo; 35) Monte Mezzocorona; 36) Rocchetta; 37) Tres/Vervò; 38) Altopiano della Predaia; 39) Monte Peller; 40) Coredo; 41) Castelfondo.

dell’Adige. In futuro, lo stesso approccio verrà esteso se- 2. LE FORMAZIONI SELCIFERE guendo un asse est-ovest al fine di completare ed esaurire NEL CONTESTO GEOLOGICO TRENTINO la catalogazione delle formazioni selcifere. L’obiettivo finale sarà la realizzazione di una litote- Dal punto di vista geologico il territorio trentino si ca completa che permetterà di definire con chiarezza le pro- colloca nella porzione orientale delle Alpi meridionali ed è venienze delle materie prime utilizzate dai gruppi umani caratterizzato da relativa semplicità e uniformità geologica. preistorici superando quindi la tradizionale divisione “selce Quest’area è costituita quasi esclusivamente da rocce car- grigia e selce rossa” che, seppur utile, non consente di rag- bonatiche (calcari e dolomie) con solo in subordine rocce giungere attribuzioni con sufficiente precisione. metamorfiche o vulcaniche. La storia geologica del Trenti- Preistoria Alpina, 47 (2013): 27-37 29 no è piuttosto semplice nelle sue linee essenziali: a lungo li distinti (Fig. 1), elencati di seguito partendo da quello dominata dal mare, l’area vide lo sprofondamento di basse più meridionale: 1) Lessini settentrionali, comprendenti spiagge sabbiose (circa 240 milioni di anni fa) in oceani le località di Coste, passo Fittanze, Villaggio San Michele (circa 160 milioni di anni fa) e poi, a partire da circa 60 e Malga Cime; 2) M. Baldo settentrionale, comprendente milioni di anni fa, il lento sollevamento portò alla forma- le località di Punta Telegrafo, Madonna della Neve, Avio zione (circa 5 milioni di anni fa) delle montagne che oggi (sponda destra del fiume Adige), Pra da Stua, San Valen- determinano il paesaggio. tino, Corno della Paura, Polsa, M. Altissimo di Nago, San La successione delle rocce sedimentarie qui rappre- Giacomo e Brentonico; 3) Val di Gresta, comprendente le sentate comprende la maggior parte delle formazioni me- località Valle San Felice e Corniano; 4) Catena del Pichea, sozoiche e cenozoiche tipiche del più vasto settore alpino comprendente la località Lago di Tenno; 5) M. Bondone, sud-orientale; delle prime, particolarmente significative ai comprendente le località di Nomi/Chiusole, Cima Verde, fini di questo lavoro in quanto caratterizzate dalla presen- Vason del Bondone e Sopramonte; 6) M. Calisio, compren- za di abbondanti noduli e/o lenti di selce corrispondenti al dente la zona dell’Argentario, le cave di Pila e Ponte Alto; periodo di massima oceanizzazione, fanno parte le seguenti 7) Bassa Valsugana e Tesino, comprendente le località di unità giurassico-cretaciche (da circa 200 a 65 milioni di anni Cima Campo, Roa, Strada della Baja, Celado, Monte Mez- fa): a) Rosso Ammonitico Veronese; b) Maiolica, tradizio- za, Castello Tesino, La Cascatella, Coalatti e Pieve Tesino; nalmente conosciuta nel settore veneto-trentino come Bian- 8) Altopiano della Paganella, comprendente il tratto della cone; c) Scaglia Variegata Alpina, che la cartografia storica strada provinciale 64 che da Fai della Paganella conduce ad include nel Biancone o tutt’al più evidenziata con il termine Andalo; 9) Val di Non, comprendente le località di Monte cronostratigrafico “Cenomaniano”; d) Scaglia Rossa. In que- Mezzocorona, Rocchetta, Tres/Vervò, Altopiano della Pre- ste unità la selce non è ubiquitaria ma si concentra in livelli daia, Monte Peller, Coredo e Castelfondo. ben localizzati litostratigraficamente. Nel Rosso Ammoni- In questa indagine non sono inclusi gli altopiani di tico Veronese abbonda nella parte media della formazione Folgaria e Lavarone in quanto si considerano esaustive le sotto forma di liste rosso vivo spaziate da pochi centimetri ricerche riassunte in Bertola e Cusinato (2005) benchè non di carbonato; nella Maiolica e nella Scaglia Variegata Alpi- venga specificata la localizzazione esatta degli affioramenti na è distribuita uniformemente in noduli e letti con colori e dove la selce sembrerebbe più abbondante ed utilizzabile. frequenza che variano dal basso verso l’alto; nella Scaglia In tutte le località sono stati individuati e campionati Rossa si concentra alla base e al tetto dell’unità. affioramenti di selce; fanno eccezione: Punta Telegrafo (M. La selce è anche presente in formazioni più antiche Baldo), dove le formazioni selcifere non sono affioranti, e e più recenti, sebbene sia di scadente qualità dal punto di Monte Peller, Coredo e Castelfondo in Val di Non dove la vista delle caratteristiche meccaniche e, quindi, con scarse formazione di Scaglia Rossa non sembra presentare selce possibilità di utilizzo ai fini della produzione di manufatti. mentre gli affioramenti selciferi della formazione del Bian- Queste formazioni, distribuite in modo discontinuo sul ter- cone appaiono sporadici e di pessima qualità ai fini della ritorio, possono essere sintetizzate come segue: a) Forma- lavorazione. zione di Livinallongo (Triassico medio) e Formazione delle Non si può escludere ovviamente la possibilità che Marne del Puez (Cretacico inferiore) per quanto concerne il eventuali future opere pubbliche o private andranno ad al- settore dolomitico Nord-orientale; b) Formazione di Rotzo terare la attuale “visibilità” del territorio fornendo nuove del Gruppo dei Calcari Grigi (Giurassico inferiore), dove la informazioni su queste località. selce è presente solo nelle aree marginali della piattaforma Pur non trovandosi in provincia di Trento, Coste - come ad esempio nei pressi di Rovereto, settore del Pasu- (VR), passo Fittanze (VR), la già citata Punta Telegrafo bio, la del M. Missone - M. Peller e lungo il versante (VR) e Cima Campo (BL) sono state accorpate alla presen- orientale di Cima Grappa (Flor & Avanzini, 2011; Mini, te ricerca poiché molto prossime al confine. 1993); c) Gruppo del Medolo e Formazione del Tofino, I dati raccolti sul campo sono stati digitalizzati ed un tempo definita Formazione di Tenno (Giurassico infe- organizzati in un database che registra le caratteristiche riore) e Selcifero Lombardo (Giurassico medio-superiore) macroscopiche della selce campionata nonché le peculia- nell’alto Garda; d) Calcare Selcifero di Fonzaso (Giurassi- rità degli affioramenti di provenienza. I dati ordinati sono co medio-superiore), nell’estremo margine orientale della stati integrati da una collezione fotografica di affioramenti regione (Bosellini & Dal Cin, 1968) che coincide dal pun- e campioni. Per ogni campione, oltre alla determinazione to di vista litostratigrafico con il membro intermedio del del colore tramite la tavola cromatica Munsell, è stato at- Rosso Ammonitico Veronese; e) Scaglia Cinerea/Calcare di tribuito un grado di “lavorabilità potenziale” inteso come Chiusole (Paleogene inferiore), presente in buona parte del il grado di efficienza che la materia prima fornirebbe nel Trentino sebbene maggiormente rappresentato nella Valle corso di eventuali attività di scheggiatura per la produzione dell’Adige meridionale e nella media Valle del Sarca. di manufatti. La scala di valori, compresa tra 0 e 3, è stata costruita in base sia alle caratteristiche meccaniche meso- scopiche che grazie alla esperienza diretta di attività speri- 3. INDAGINE SUL TERRITORIO mentali. Il valore “0” (“pessima qualità”) indica materia E DIGITALIZZAZIONE DEI DATI prima non adatta alla scheggiatura in quanto completamen- te fratturata o in condizione fisiche tali da non permettere Gli affioramenti campionati sono 151, ai quali si ag- la produzione di alcun manufatto tecno-funzionalmente giungono 62 campioni raccolti in giacitura secondaria per un utile; il valore “3” (“ottima qualità”) indica materia prima totale di 213 campioni che forniscono un quadro sufficiente- in eccellenti condizioni, come assenza di fratture interne, mente esaustivo della litodiversità nell’area di indagine. e di elevata compattezza, permettendo la produzione di Le località indagate sono 41, comprese in 9 area- manufatti di qualunque morfologia e dimensione. I valori 30 Barbieri et al. La selce nel bacino atesino meridionale intermedi - “1- scadente”, “1,5- sufficiente”, “2- discreta”, menti selciferi ogni prelievo effettuato sul campo, quindi “2,5- buona”- costituiscono i gradi interposti tra le due si- fissato su base topografica, è stato convertito digitalmente tuazioni estreme sopra descritte. in coordinate UTM (Universal Transverse Mercator). Per Sebbene la qualità minima ai fini della produzione alcuni campioni (“CR1”, “CR2” e “ARG6”), di più com- di manufatti corrisponda al valore 1,5, la produzione di plessa determinazione mesoscopica, sono state compiute manufatti litici di qualità tecnologico-funzionale parago- analisi micropaleontologiche per confermare la formazione nabile a quella archeologica (ad esempio, possibilità di geologica di appartenenza. realizzare i criteri tecnici di predeterminazione, possibi- lità di recupero di incidenti di lavorazione, dimensione 3. 1. Monti Lessini settentrionali (Fig. 2) iniziale dei blocchi valida per produzioni centimetriche) corrisponde al valore 2,5. Le formazioni geologiche affioranti corrispondono alle Per quanto concerne la localizzazione degli affiora- rocce carbonatiche mesozoiche comprese tra la parte sommi-

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NOME: FIT1 NOME: FIT2 NOME: CIM4 COO UTM: (E)652885 (N)5060391 (Z)1468 COO UTM: (E)652873 (N)5060242 (Z)1461 COO UTM: (E)652414 (N)5062893 (Z)1329 FORMAZIONE: Biancone FORMAZIONE: Biancone FORMAZIONE: Biancone POSIZIONE: in strato POSIZIONE: in strato POSIZIONE: in giacitura secondaria MORFOLOGIA: nodulare MORFOLOGIA: nodulare MORFOLOGIA: nodulare COLORE: 2.5Y 4/1; 10B 5/1; 10B 7/1 COLORE: 2.5Y 5/2; 2.5Y 6/4 COLORE: 10YR 5/4; N7; 5PB 5/1 DIAFANITÀ: opaca DIAFANITÀ: traslucida DIAFANITÀ: traslucida LUCENTEZZA: grassa LUCENTEZZA: vitrea LUCENTEZZA: vitrea GRADO DI LAVORABILITÀ: 2 GRADO DI LAVORABILITÀ: 2 GRADO DI LAVORABILITÀ: 2

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NOME: CIM3 NOME: CIM12 NOME: S.MIC4 COO UTM: (E)652414 (N)5062893 (Z)1329 COO UTM: (E)652915 (N)5062905 (Z)1240 COO UTM: (E)652698 (N)5062702 (Z)1244 FORMAZIONE: Biancone FORMAZIONE: Rosso Ammonitico FORMAZIONE: Scaglia Variegata POSIZIONE: in strato POSIZIONE: in strato POSIZIONE: in giacitura secondaria MORFOLOGIA: nodulare MORFOLOGIA: nodulare MORFOLOGIA: stratificata COLORE: 2.5Y 6/1; 2.5Y 7/1; 2.5Y 5/2 COLORE: 7.5YR 4/6 COLORE: 7.5YR5/6; 7.5YR7/8 DIAFANITÀ: opaca DIAFANITÀ: traslucida DIAFANITÀ: opaca LUCENTEZZA: grassa LUCENTEZZA: grassa LUCENTEZZA: vitrea GRADO DI LAVORABILITÀ: 1,5 GRADO DI LAVORABILITÀ: 1,5 GRADO DI LAVORABILITÀ: 1,5

Fig. 2 - – Litotipi più rappresentativi dell’areale dei Lessini settentrionali. Fig. 2 - Examples of flint types from northern Lessini mountains. Preistoria Alpina, 47 (2013): 27-37 31 tale della Dolomia Principale (Triassico superiore) e la parte Il grado di lavorabilità della selce secondo la scala basale della Scaglia Rossa (Cretaceo superiore). Il membro prefissata è mediamente compreso tra 1,5 e 2 per quanto intermedio del Rosso Ammonitico affiora limitatamente (con riguarda il Biancone, di 1,5 per il Rosso Ammonitico e di 1 una potenza di 10 m circa), mentre il Biancone e la Scaglia Va- per la Scaglia Variegata. Le caratteristiche macroscopiche riegata possono raggiungere insieme potenze di 100 m (Venzo denotano una certa disomogeneità inter-tipo. & Largaiolli, 1970); la Scaglia Rossa si limita a spessori mo- desti, affioranti presso Malga Pealda e Malga Boldera. 3. 2. Monte Baldo (Fig. 3) Il quadro conclusivo dei campioni recuperati nelle quattro località di Coste, Passo Fittanze, Malga Cime e Vil- La catena è contraddistinta da rocce mesozoiche laggio San Michele è il seguente: a) due litotipi appartenen- e cenozoiche. Litostratigraficamente, come per i Lessi- ti alla formazione del Rosso Ammonitico; b) 16 litotipi al ni, la formazione più antica che costituisce lo zoccolo “Biancone”; 3) tre alla Scaglia Variegata Alpina. dell’intera catena è la Dolomia Principale, a cui seguono

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NOME: MN1 NOME: MN4 NOME: SV4 COO UTM: (E)646798 (N)5066264 (Z)997 COO UTM: (E)646834 (N)5066293 (Z)998 COO UTM: (E)649160 (N)5071169 (Z)1382 FORMAZIONE: Biancone FORMAZIONE: Biancone FORMAZIONE: Scaglia Rossa POSIZIONE: in strato POSIZIONE: in strato POSIZIONE: in strato MORFOLOGIA: nodulare MORFOLOGIA: nodulare MORFOLOGIA: nodulare COLORE: 10YR 7/2 COLORE: 5PB 6/1; 7.5YR 7/2 COLORE: 5YR 6/4; 7.5YR 7/4 DIAFANITÀ: traslucida DIAFANITÀ: traslucida DIAFANITÀ: opaca LUCENTEZZA: vitrea LUCENTEZZA: vitrea LUCENTEZZA: grassa GRADO DI LAVORABILITÀ: 3 GRADO DI LAVORABILITÀ: 2,5 GRADO DI LAVORABILITÀ: 2

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NOME: POLSA1 NOME: ALT4 NOME: SG6 COO UTM: (E)651835 (N)5072483 (Z)1093 COO UTM: (E)646912 (N)5073956 (Z)1815 COO UTM: (E)649861 (N)5073472 (Z)1114 FORMAZIONE: Scaglia Variegata FORMAZIONE: Scaglia Variegata FORMAZIONE: Scaglia Variegata POSIZIONE: in strato POSIZIONE: in strato POSIZIONE: in strato MORFOLOGIA: stratificata MORFOLOGIA: nodulare MORFOLOGIA: stratificata COLORE: 10YR 5/1; 10YR 5/3 COLORE: 2.5Y 6/6; 5GY 4/1 COLORE: N4 DIAFANITÀ: traslucida DIAFANITÀ: opaca DIAFANITÀ: opaca LUCENTEZZA: vitrea/grassa LUCENTEZZA: vitrea LUCENTEZZA: grassa GRADO DI LAVORABILITÀ: 1,5 GRADO DI LAVORABILITÀ: 1,5 GRADO DI LAVORABILITÀ: 1,5

Fig. 3 - Litotipi più rappresentativi dell’areale del Monte Baldo. Fig. 3 - Examples of flint types from Baldo mount. 32 Barbieri et al. La selce nel bacino atesino meridionale le formazioni dei Calcari Grigi, l’Oolite di San Vigilio e 3. 3. Val di Gresta (Fig. 4) quelle del Giurassico superiore e del Cretacico; gli strati più recenti si attribuiscono invece all’Oligocene medio- La Val di Gresta è situata nel Trentino meridionale. inferiore. Il Rosso Ammonitico si presenta con potenze Morfologicamente possiede le tipiche caratteristiche di una variabili da 10 a 25 m ma non sempre contraddistinto valle pensile, ricca di valli incassate e con pareti di roccia da tutte le sue unità; il “Biancone” affiora significativa- nuda che rivelano un’intensa erosione glaciale e post-gla- mente nel settore centro-meridionale della catena per poi ciale (Tomasello, 1972). Le formazioni selcifere sono tutte diminuire progressivamente verso Nord; le sue potenze affioranti, benché il Biancone si riduca nettamente rispetto si aggirano mediamente intorno ai 50 m; la Scaglia Va- alle potenze del Monte Baldo: i suoi strati presentano una riegata affiora nelle stesse zone caratterizzate dal Bian- progressiva riduzione verso Nord fino a scomparire defini- cone con spessori che variano dai 20 ai 25 m; la Scaglia tivamente sul crinale del Monte Stivo dove vengono sosti- Rossa possiede spessori molto elevati fino a 70 m (Fi- tuiti da hard ground ferrifero-fosfatici (Finotti, 1981). notti, 1981). Riassumendo, i litotipi campionati sono 14 di cui Ad eccezione di Punta Telegrafo, le dieci località quattro di Scaglia Rossa e 10 di Scaglia Variegata. Per indagate si collocano nel settore centro-settentrionale della quest’ultima è da segnalare la forte presenza di litotipi rossi catena (versante trentino). o propri di una componente cromatica rossa (50%). La con- In conclusione, le ricognizioni sull’areale del Monte ferma giunge dalle analisi micropaleontologiche: la presen- Baldo hanno restituito 78 litotipi, di cui: a) za di foraminiferi planctonici quali le Praeglobotruncane fa 28 appartenenti alla formazione del Biancone (gra- attribuire i litotipi alla Scaglia Variegata di età cenomania- do di lavorabilità mediamente compreso tra 1,5 e 2); b) 41 na. Il grado di lavorabilità risulta di poco inferiore a 2 per i alla Scaglia Variegata (qualità media che non raggiunge il campioni di Scaglia Rossa e si interpone tra 0 e 1 per quelli grado 1); c) nove alla Scaglia Rossa (grado di lavorabilità di Scaglia Variegata, mentre diafanità e lucentezza variano anch’esso tra 1,5 e 2). sensibilmente. La variabilità delle caratteristiche macroscopiche tra i litotipi rimane bassa sia per quelli del Biancone sia 3. 4. Catena del Pichea soprattutto per quelli della Scaglia Rossa, mentre la selce di Scaglia Variegata risulta maggiormente disomogenea e Il gruppo del Pichea si colloca nelle Prealpi solo per i tipi ocra rimane una certa uniformità. Rispetto in Trentino Sud-occidentale, tra la Valle di Ballino e la Valle di agli altri areali investigati sembra peculiare di queste zone Ledro. La successione delle rocce carbonatiche caratterizzanti l’alta percentuale di selce di Scaglia Rossa dalle gradazioni l’area è compresa tra la Dolomia Principale e la Scaglia Rossa: cromatiche molto chiare (10YR 6/4, 7.5YR 7/4, 7.5YR 7/4, in questa zona la formazione del Selcifero Lombardo sostitu- 5YR 6/4, 5YR 7/3) e con frequenti variazioni grigiastre isce stratigraficamente quella del Rosso Ammonitico che qui (5Y 6/1, 5Y 7/1, 5B 7/1) o biancastre (2.5Y 8/1) comprese risulta assente, mentre la formazione del Tofino, membro di nella matrice (circa il 67% dei litotipi catalogati). Bocchetta Slavazi, presenta liste di selce seppur di pessima

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NOME: VSF7 NOME: CR2 NOME: CR6 COO UTM: (E)651127 (N)5081135 (Z)432 COO UTM: (E)651859 (N)5081778 (Z)1000 COO UTM: (E)652144 (N)5081715 (Z)1007 FORMAZIONE: Scaglia Variegata FORMAZIONE: Scaglia Variegata FORMAZIONE: Scaglia Rossa POSIZIONE: in strato POSIZIONE: in strato POSIZIONE: in giacitura secondaria MORFOLOGIA: stratificata MORFOLOGIA: stratificata MORFOLOGIA: nodulare COLORE: N4; N2.5 COLORE: 10R 5/3 COLORE: 2.5YR 5/4; 2.5YR 6/2 DIAFANITÀ: opaca DIAFANITÀ: opaca DIAFANITÀ: opaca LUCENTEZZA: grassa LUCENTEZZA: vitrea LUCENTEZZA: vitrea GRADO DI LAVORABILITÀ: 0 GRADO DI LAVORABILITÀ: 1,5 GRADO DI LAVORABILITÀ: 2,5

Fig. 4 - Litotipi più rappresentativi dell’areale della Val di Gresta. Fig. 4 - Examples of flint types from Gresta valley. Preistoria Alpina, 47 (2013): 27-37 33 qualità. L’intero areale è compromesso da numerose faglie superiore a 1,5). Costituiscono una minoranza relativa i e sovrascorrimenti; gli affioramenti di selce risultano perciò 3 litotipi di Scaglia Variegata, i quali hanno un grado di condizionati dall’assetto tettonico circostante, presentandosi lavorabilità pessimo, mentre l’unico litotipo appartenente in strati e noduli di qualità pessima e, più raramente, scadente. al Biancone è stato trovato in giacitura secondaria e pre- Lungo il margine settentrionale del lago affiorano le senta dimensioni troppo ridotte per determinare la qualità formazioni del Biancone, del Tofino e del Selcifero Lom- dell’affioramento di provenienza. Un importante indicato- bardo. Biancone, Scaglia Variegata e Scaglia Rossa costi- re distintivo per la selce di Scaglia Rossa di queste zone è tuiscono le pendici del Monte Lione e del Monte Vender. il colore: l’86% dei litotipi possiede un cromatismo bru- Con questa ricognizione sono stati campionati 5 li- no/rosso scuro (2.5YR 5/4, 5YR 4/3, 5YR 5/3) relativa- totipi: due di Scaglia Variegata, uno di Biancone, uno del- mente omogeneo. la formazione del Tofino e uno del Selcifero Lombardo. Il grado di lavorabilità è mediamente prossimo allo 0, mentre 3. 6. Monte Calisio (Fig. 6) caratteri macroscopici come opacità e lucentezza grassa sono tipici per tutti i litotipi ad eccezione della selce nera di Il rilievo montuoso del Calisio, la cui cima più alta Scaglia Variegata. raggiunge i 1096 m, si eleva a Nord-Est di Trento e, geografi- camente, comprende un’area quadrangolare di circa 76 kmq. 3. 5. Monte Bondone (Fig. 5) Le formazioni giurassico-cretaciche sono disomogeneamente presenti e localizzate nella sezione meridionale dell’altopiano: L’intera composizione litologica dell’areale è carat- il Rosso Ammonitico affiora estesamente sia nella porzione terizzata quasi esclusivamente da rocce sedimentarie origi- Sud-orientale che in quella Sud-occidentale, ma è privo del natesi per la maggior parte nel Mesozoico ed in subordine membro intermedio, il Biancone si limita a spessori minimi nel Cenozoico. e caratterizzato da calcari rosati (facies ossidata), la Scaglia La successione giurassico-cretacica appare comple- Variegata risulta assente (Avanzini et al., 2010), mentre la Sca- ta benché il Biancone si limiti a spessori inferiori ai 5 m e glia Rossa domina tutta la porzione meridionale del Calisio solo lungo le pendici meridionali del M. Vason risulta più con potenze intorno ai 50 m (Biasi, 1993), dove la selce è pre- potente della norma (30 m), a causa di una tettonica sinse- sente sia nel primo che localmente nel terzo membro. dimentaria (Avanzini et al., 2010). L’intero areale è interessato da diverse faglie tra- Le aree luogo dei campionamenti corrispondono scorrenti e viene racchiuso tra la Linea Trento-Roncogno alle località di Nomi/Chiusole, Cima Verde, Vason del Bon- e la Linea del Calisio formando una sinclinale che divi- done e Sopramonte, delimitando un areale di oltre 74 kmq. de le formazioni sedimentarie dal basamento metamorfico Il quadro conclusivo degli 11 litotipi campionati (Avanzini et al., 2010). Tale assetto tettonico coinvolge gli durante la ricognizione nell’areale del Monte Bondone affioramenti di selce, che risultano fortemente fratturati indica una netta predominanza di quelli appartenenti alla (Martignano, Maderno), benché in diversi casi (Pila, Ta- Scaglia Rossa (la media del grado di lavorabilità è di poco vernaro) essi si mantengano di buona qualità.

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NOME: NO5 NOME: CM2 NOME: VB1 COO UTM: (E)659483 (N)5087990 (Z)178 COO UTM: (E)658118 (N)5095257 (Z)2031 COO UTM: (E) 659261 (N) 5100085 (Z)1735 FORMAZIONE: Scaglia Variegata FORMAZIONE: Scaglia Rossa FORMAZIONE: Biancone POSIZIONE: in strato POSIZIONE: in strato POSIZIONE: in giacitura secondaria MORFOLOGIA: stratificata MORFOLOGIA: nodulare MORFOLOGIA: - COLORE: N3 COLORE: 2.5YR 5/4 COLORE: N4; N5 DIAFANITÀ: opaca DIAFANITÀ: opaca DIAFANITÀ: opaca LUCENTEZZA: grassa LUCENTEZZA: grassa LUCENTEZZA: vitrea GRADO DI LAVORABILITÀ: 0 GRADO DI LAVORABILITÀ: 2,5 GRADO DI LAVORABILITÀ: 1

Fig. 5 - Litotipi più rappresentativi dell’areale del Monte Bondone. Fig. 5 - Examples of flint types from Bondone mount. 34 Barbieri et al. La selce nel bacino atesino meridionale

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NOME: PILA2 NOME: PILA16 NOME: ARG6 COO UTM: (E)667736 (N)5105644 (Z)546 COO UTM: (E)667714 (N)5105682 (Z)564 COO UTM: (E)666168 (N)5105025 (Z)433 FORMAZIONE: Scaglia Rossa FORMAZIONE: Scaglia Rossa FORMAZIONE: Calcare di Malcesine POSIZIONE: in giacitura secondaria POSIZIONE: in giacitura secondaria POSIZIONE: in strato MORFOLOGIA: nodulare MORFOLOGIA: nodulare MORFOLOGIA: nodulare COLORE: 2.5YR 4/4; 5B 7/1; 10Y 7/1 COLORE: 2.5YR 5/3; 10YR 5/4; 10Y 7/1 COLORE: N4; N5 DIAFANITÀ: opaca DIAFANITÀ: opaca DIAFANITÀ: opaca LUCENTEZZA: grassa LUCENTEZZA: vitrea/grassa LUCENTEZZA: vitrea/grassa GRADO DI LAVORABILITÀ: 2 GRADO DI LAVORABILITÀ: 1,5 GRADO DI LAVORABILITÀ: 2

Fig. 6 - Litotipi più rappresentativi dell’areale del Calisio. Fig. 6 - Examples of flint types from Calisio mount.

nodulo di forma allungata che presenta intatte le sue carat- teristiche meccaniche (discreta lavorabilità) le cui analisi micropaleontologiche hanno dimostrato la presenta di fo- raminiferi del genere Nummulites all’interno della matrice. Il contesto geologico di questo litotipo è riferibile ad un evento deposizionale di raccordo tra un ambiente bacina- le e quello di scarpata, riconducibile alla transizione tra la formazione del Calcare di Malcesine e quella del Calcare di Chiusole. L’analisi del quadro generale dell’areale del Calisio evidenzia la quasi totale presenza di selce di Scaglia Ros- sa (96% - 25 litotitpi), che in questa zona risulta partico- larmente varia dal punto di vista cromatico. La diafanità è sempre opaca mentre la lucentezza generalmente vitrea. Il confronto tra gli affioramenti di località Maderno e Piaz- zina di Martignano (porzione Sud-occidentale dell’areale) con quelli presenti lungo la SP17 e in loc. Pila (porzione Sud-orientale), ha confermato il dato della maggiore con- servazione dei secondi, i quali infatti restituiscono selce anche di buona qualità. Il grado medio di lavorabilità è compreso tra 1 e 1,5.

Fig. 7 - Esoscheletro di un Nummulites inglobato nella matrice 3. 7. Bassa Valsugana e Tesino (Fig. 8) del campione “ARG6”. Fig. 7 - Example of a Nummulite in the ARG6 sample. L’areale in questione si situa lungo il margine orientale del territorio trentino. La stratigrafia è compo- sta esclusivamente da rocce calcaree la cui successione si interpone tra i Calcari Grigi e i Depositi Miocenici. I litotipi di selce individuati sono stati campionati Il Rosso Ammonitico può raggiungere potenze di 20 m sulla base delle tre aree indagate: Pila (le zone circostanti la (Poli, 1997), e per il membro intermedio è stata attri- cava), Ponte Alto e, più generalmente, Argentario; quest’ul- buita la denominazione locale di “Calcare Selcifero di tima comprende le zone circostanti Maderno, Piazzina di Fonzaso” (Bosellini & Dal Cin, 1968), in quanto serie Martignano, Camerlo e il tratto della SP17 in prossimità di transizione tra le facies di piattaforma occidentali e della frazione di Tavernaro. quelle del bacino bellunese poste più ad oriente. Il Bian- In particolare, in loc. Camerlo è stato recuperato un cone, insieme alla Scaglia Variegata, tocca spessori di Preistoria Alpina, 47 (2013): 27-37 35

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NOME: ROA2 NOME: BAJA7 NOME: COA1 COO UTM: (E)708968 (N)5102741 (Z)632 COO UTM: (E)706944 (N)5102159 (Z)1172 COO UTM: (E)705156 (N)5104884 (Z)885 FORMAZIONE: Scaglia Variegata FORMAZIONE: Scaglia Rossa FORMAZIONE: Biancone POSIZIONE: in strato POSIZIONE: in giacitura secondaria POSIZIONE: in strato MORFOLOGIA: nodulare MORFOLOGIA: - MORFOLOGIA: stratificata COLORE: 5Y 6/1; 5Y 5/1; 7.5P 2/2 COLORE: 5YR 7/3 COLORE: N8; 5PB 7/1 DIAFANITÀ: opaca DIAFANITÀ: opaca DIAFANITÀ: opaca LUCENTEZZA: grassa LUCENTEZZA: grassa LUCENTEZZA: grassa GRADO DI LAVORABILITÀ: 2 GRADO DI LAVORABILITÀ: 1,5 GRADO DI LAVORABILITÀ: 2

Fig. 8 - Litotipi più rappresentativi dell’areale della Bassa Valsugana e Tesino. Fig. 8 - Examples of flint types from Valsugana e Tesino area.

350-400 m, mentre la Scaglia Rossa può raggiungere nelle, loc. Monego, loc. Rindole e parte della SS421 che da potenze di 85-100 m nei pressi di Castello Tesino (Braga Andalo conduce a Molveno) e al tratto stradale della SP64 et al., 1971). L’inquadramento tettonico si presenta piut- compreso fra l’abitato e passo Santel. tosto complesso, coinvolto principalmente dalla Linea L’area è interessata da una serie di elementi tettoni- della Valsugana che separa la Piattaforma porfirica ate- ci, tra i quali i più rilevanti sono costituiti da una fascia di sina (Nord) dalle successioni sedimentarie (Sud), deter- deformazioni (pieghe di Andalo) e dalla linea di Molveno minando nella parte meridionale dislocazioni per piega e (Castellarin et al., 2005b). La stratigrafia comprende tutte per piega-faglia (Braga et al., 1971). le formazioni giurassico-cretaciche prese in esame, benché L’areale investigato è stato suddiviso in nove locali- il Rosso Ammonitico risulti privo dell’unità intermedia e il tà sulla base delle caratteristiche geografiche e geo-morfo- Biancone, con la Scaglia Variegata, si limiti a spessori con- logiche che lo distinguono. tenuti. La Scaglia Rossa, nonostante sia ben rappresentata Considerando l’intero areale, i 34 litotipi campiona- con potenze tra i 70 e i 100 m (Castellarin et al., 2005b), si ti vengono così suddivisi per formazione: a) un campione presenta priva di affioramenti selciferi; solo lungo la spon- appartenente al Rosso Ammonitico (grado di lavorabilità 0); da Est del Lago di Bior sembrano riscontrabili affioramenti b) 13 campioni al Biancone (lavorabilità media compresa tra di selce policroma, ma poco compatta, con fratture scheg- 1 e 1,5); c) 17 campioni alla Scaglia Variegata (lavorabilità giose che prevalgono su quelle concoidi (Zanichelli, 1991). media inferiore a 1); d) tre campioni alla Scaglia Rossa (gra- Gli affioramenti selciferi di questa zona sono spo- do medio di lavorabilità 1). radici e contraddistinti da un basso grado di lavorabili- La selce del Tesino è contraddistinta da una lucen- tà, è comunque da sottolineare che altre fonti letterarie tezza mediamente grassa (82%) e da una diafanità opaca (Bartolomei et al., 1969; Zanichelli, 1991) accertano la (100%). Anche il colore risulta peculiare per queste zone: presenza di affioramenti di selce nera e/o grigio-scura per il Biancone prevalgono i litotipi grigio-chiari/bianchi di Scaglia Variegata a Sud di Andalo e in direzione di (69%), e caratteristica sembra essere la tonalità grigio- Cavedago. azzurra variamente presente nel 30% dei litotipi di questa formazione (Fig. 8c); per la Scaglia Variegata dominano i 3. 9. Val di Non (Fig. 9) litotipi grigi (82%) e in alcuni di essi (12%) compaiono sfumature violacee (Fig. 8a); per la Scaglia Rossa si ha una La Val di Non è una valle sospesa, con carattere di totale presenza di selce rosa/rosso-chiara (100%). altopiano nel suo settore settentrionale, e copre un’esten- sione di oltre 400 kmq. La sua altitudine è compresa tra 3. 8. Altopiano della Paganella i 268 m della Rocchetta e i 2434 m del Monte Luco. Il Rosso Ammonitico è presente solo localmente con tutte le L’Altopiano della Paganella è un area geografica- sue unità e in ragione di ciò possiede spessori fortemente mente interposta fra le Dolomiti di Brenta (N-NO) ed il discontinui. Il Biancone, nella facies basale a rocce com- gruppo montuoso della Paganella (S-SE). La località inda- patte con frattura concoide, è affiorante solamente con di- gata corrisponde alle zone circostanti Andalo (loc. Fonta- scontinui livelli metrici e più spesso lascia direttamente il 36 Barbieri et al. La selce nel bacino atesino meridionale

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NOME: TR1 NOME: TR3 NOME: PRED8 COO UTM: (E)662563 (N)5130626 (Z)872 COO UTM: (E)661942 (N)5129259 (Z)728 COO UTM: (E)664026 (N)5131384 (Z)1131 FORMAZIONE: Scaglia Variegata FORMAZIONE: Scaglia Variegata FORMAZIONE: Scaglia Rossa POSIZIONE: in strato POSIZIONE: in strato POSIZIONE: in giacitura secondaria MORFOLOGIA: stratificata MORFOLOGIA: stratificata MORFOLOGIA: nodulare COLORE: 2.5Y 6/4; 5Y 6/2 COLORE: N2.5 COLORE: 5YR 4/4; 10YR 5/4 DIAFANITÀ: opaca DIAFANITÀ: opaca DIAFANITÀ: opaca/traslucida LUCENTEZZA: grassa LUCENTEZZA: vitrea LUCENTEZZA: vitrea GRADO DI LAVORABILITÀ: 2 GRADO DI LAVORABILITÀ: 1,5 GRADO DI LAVORABILITÀ: 3

Fig. 9 - Litotipi più rappresentativi dell’areale della Val di Non. Fig. 9 - Examples of flint types from Non valley.

posto alla Scaglia Variegata. Quest’ultima, localmente nota de G. Sieveking and M. H. Newcomer (eds) The Human Uses come “Scisti Ittiolitici di Mollaro” (Avanzini & Caldonaz- of Flint and Chert. Cambridge University Press: 231-238. zi, 2006), si mostra in lembi limitati perlopiù nella sezione Bartolomei G., Bartolomei G., Corsi M., Dal Cin R., D’Amico Sud-orientale della valle ed è contraddistinta da spessori C., Gatto G. O., Gatto P., Nardin M., Rossi D., Sacerdoti M. estremamente variabili, tra 5 e 70 m, a causa della subsiden- & Semenza E., 1969 - Note illustrative della carta geologica za differenziale di vari settori della zona (Ferretti, 2011). La d’Italia alla scala 1:100.000, Foglio 21 Trento. Servizio Ge- Scaglia Rossa, lungo la dorsale Sasso Rosso-Cima Cesta- ologico d’Italia. Roma, 79 pp. Monte Peller, è affiorante con spessori di circa 250 m (Dal Benedetti R. M., 1993 - Le selci epigravettiane e mesolitiche di tre Piaz et al., 2007), mentre nelle aree intorno all’asse vallivo, siti di Val Cismon e Lagorai. Ricerca delle aree geologiche dove costituisce il nucleo della sinclinale, si presenta talora di rifornimento litico. Tesi di laurea a.a. 1992/1993, relatore con potenze di 300 m (Ferretti, 2011). prof. C. D’Amico. Università di Bologna, Facoltà di Scienze In conclusione, l’intera Val di Non può essere sud- Matematiche, Fisiche e Naturali, 180 pp. divisa in due areali distinti sulla base della qualità della sel- Benedetti R., Benedetti R., Campana R., D’Amico C. & Nannetti M. ce: la parte meridionale (Monte Mezzocorona, Rocchetta), C., 1994 - Petroarchaeometry of epigravettian and mesolithic contraddistinta da selce con grado medio di lavorabilità flints in the Val Cismon-Lagorai area (NE Italy). The flint sup- prossimo allo 0, diafanità decisamente opaca e lucentezza ply question. Preistoria Alpina, 28 (1992). Trento: 33-49. grassa; quella centro-orientale (Tres-Vervò, Altopiano della Bertola S., 2005 - Le selci della Val di Non (Trento, Italia) pre- Predaia), con selce anche ottima o comunque con grado di senti nel sito mesolitico di Ullafelsen (Sellrain, Innsbruck). lavorabilità mai inferiore a 1,5 sia per i campioni di Scaglia Considerazioni preliminari. Online-Report A017: http:// Rossa sia per quelli di Scaglia Variegata. L’unico litotipo www.hochgebirgsarchaeologie.info/006-OnlineBerichteFra- del Biancone individuato non permette di quantificare la meset.htm. 6. lavorabilità della selce per questa facies, la cui presenza Bertola S., 2012 - The flints of Southern Alps (Non Valley, Ita- è comunque concentrata in zone isolate e con rari affiora- ly) provenance found in the mesolithic site of Ullafelsen menti selciferi (Bertola, 2005). (Sellrain, Tyrol). In: Dieter Schäfer (Hrsg.): Das Mesolit- hikum-Projekt Ullafelsen (Teil 1). Mensch und Umwelt im Holozän Tirols 1. Verlag Philipp von Zabern (Innsbruck BIBLIOGRAFIA 2011). 560 pp. Bertola S. & Cusinato A., 2005 - Le risorse litiche dell’Altopiano Avanzini M. & Caldonazzi M., 2006 - Una Storia Antica. Natura di Folgaria e il loro utilizzo a Riparo Cogola. Preistoria Al- Alpina, vol. 57 - N. 1, Trento: 3-22. pina, 40 (2004). Trento: 107-123. Avanzini M., Avanzini M., Bargossi G. M., Borsato A. & Selli Biasi L., 1993 - Guida alla geologia del Monte Calisio e Altopiano. L., 2010 - Note illustrative della Carta geologica d’Italia alla Estratto da Natura Alpina, anno XLIV, N. 1-2, Trento, 91 pp. scala 1:50.000, Foglio 060 - Trento. ISPRA, Servizio Geo- Bosellini A. & Dal Cin R.,1968 - Il Giurassico medio-superiore logico d’Italia. Roma, 234 pp. de Fonzaso. Annali Università di Ferrara, 4, 237-247. Barfield L. H., 1987. Recent work on sources of Italian flint. In G. Braga Gp. et al., 1971 - Note illustrative della carta geologica d’I- Preistoria Alpina, 47 (2013): 27-37 37

talia alla scala 1:100.000, Foglio 22 - Feltre. Servizio Geolo- LXXXIII pubblicazione, 56 pp. gico d’Italia. Roma, 150 pp. Mini M., 1993 - Studio petroarcheometrico di selci neolitiche del Castellarin A., Castellarin A., Dal Piaz G. V., Picotti V., Selli L., ‘’Bersaglio di Mori’’ (TN) e di selci geologiche di confronto. Cantelli L., Martin S., Montresor L., Rigotti G., Prosser G., Tesi di laurea a.a. 1992/1993. Relatore prof. C. D’Amico. Bollettinari G., Battista Pellegrini G., Carton A. & Nardin Università degli Studi di Bologna, Facoltà di Scienze Mate- M., 2005b - Note illustrative della Carta Geologica d’Italia matiche, Fisiche e Naturali, 118 pp. alla scala 1:50.000, Foglio 059 - Tione di Trento. APAT - Poli M., 1997 - Rilevamento geologico del Tesino (TN) alla sca- Dipartimento Difesa del Suolo-Servizio Geologico d’Italia, la 1:10.000. Tesi di laurea a.a. 1996/1997. Relatore prof. G. Roma, 159 pp. Barbieri. Università degli studi di Padova, Facoltà di Scienze Dal Piaz G. V., Dal Piaz G. V., Castellarin A., Martin S., Selli L., Matematiche, Fisiche e Naturali, 31 pp. Carton A., Battista Pellegrini G., Casolari E., Daminato F., Tomasello M., 1972 - Geologia e stratigrafia della zona compresa Montresor L., Picotti V., Prosser G., Santuliana E. & Cantelli tra il monte Brione e la Val di Gresta nel Trentino meridiona- L., 2007 - Note illustrative della Carta Geologica d’Italia alla le. Estratto da Studi Trentini di Scienze Naturali, sez. A, vol. scala 1:50.000, Foglio 042 - Malè. Dipartimento Difesa del XLIX, n. 1 (1972). Trento: 58-81. Suolo-Servizio Geologico d’Italia, Roma, 143 pp. Venzo G. A. & Largaiolli T., 1970 - Geologia della zona “Sega di Ferretti P., 2011 - Aspetti geologici e geomorfologici della Val Ala” nei Monti Lessini nord-occidentali. In Studi trentini di di Non. In Atti del I° Convegno Internazionale “Le antiche scienze naturali, sez. A, vol. LVII, n. 1 (1970). Trento: 3-21. stufe ad olle in ceramica di -Val di Non, Trentino. Pro- Zanichelli A., 1991 - Studio petroarcheometrico delle selci del duzione, storia, materie prime e tecniche: rapporti con altri sito epigravettiano di Andalo; fonti di approvvigionamento centri“, Sfruz 5-7 Settembre 2008. A cura di Francesco An- e comparazione con i siti di Terlago e delle Viotte del Bon- gelelli. 17-31. done (Trento). Tesi di laurea a.a. 1990/1991. Relatore prof. Flor E. & Avanzini M., 2011 - Nuovi ritrovamenti mesolitici nel C. D’Amico. Università degli studi di Bologna, Facoltà di gruppo del Pasubio (Trentino meridionale). Preistoria Alpi- Scienze Matematiche, Fisiche e Naturali, 163 pp. na, 45 (2011), Trento: 221-228. Zurbuchen M., 1984 - Ein Vorbericht über das Feuersteinvorkom- Finotti F., 1981. Note illustrative della Carta Geologica del Mon- men in der Provinz Trento und seine Verwendung in prähis- te Baldo settentrionale. Società Museo Civico di Rovereto, torischer Zeit. Preistoria Alpina, 20 (1984), Trento: 333-338.