Anno 1, Numero 1
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Anno 1, Numero 1 Anno 1,Numero Contesti d’Arte Contesti d’Arte Rivista della Scuola di Specializzazione in Beni storico-artistici dell’Università di Firenze Direttore scientifico Fulvio Cervini Direttore responsabile Antonio Pinelli Direttore della Scuola di Specializzazione Guido Tigler Segretario di redazione Cristiano Giometti Redazione Giovanni Giura, Maria Aimé Villano Comitato scientifico Sonia Chiodo, Giovanna De Lorenzi, Andrea De Marchi, Lorenzo Gnocchi, Dora Liscia, Maria Grazia Messina, Alessandro Nigro, Donatella Pegazzano, Lucilla Saccà, Tiziana Serena, Paul Tucker, Mara Visonà La rivista è finanziata da risorse del Fondo Ateneo 2012-2014, di cui sono titolari i docenti membri del comitato scientifico, finalizzato a finanziare ricerche svolte presso il Dipartimento SAGAS dell’Università degli Studi di Firenze Redazione: Dipartimento di Storia, Archeologia, Geografia, Arte e Spettacolo, via Gino Capponi 9, Firenze ([email protected]) Edizione: Fondazione Memofonte, lungarno Guicciardini 9r, Firenze ([email protected]) Contesti d’arte SOMMARIO 8 Fulvio Cervini Per iniziare CONTRIBUTI 10 Fabrizio Bianchi I due tituli della Croce dipinta della chiesa di San Frediano a Pisa: un caso unico nelle Croci dipinte del XII secolo 24 Federica Volpera Tracce di maestri ‘greci’ a Genova nella seconda metà del XIII secolo: due casi di studio per un contesto 40 Natsuko Kuwabara Gli affreschi della fine del Duecento in Santa Maria Rossa di Crescenzago: gli ultimi giorni della Vergine e un’insolita scena di esequie nel presbiterio 56 Giulia Scarpone Appunti per la Maestà di Taddeo Gaddi in San Francesco a Castelfiorentino: funzione e ubicazione originaria 69 Daniele Lauri Il restauro di un bene culturale come strumento di riscoperta. Il caso di Lorenzo da Viterbo nel contesto della sua fortuna critica 85 Spyros Koulouris Una scena mitologica di Bartolomeo di Giovanni 94 Valentina Balzarotti Tracce per un percorso di Bernardino Orsi da Collecchio 110 Raffaele Niccoli Vallesi Un artista lombardo-veneto per un frontespizio veneziano del 1540? 133 Francesco Speranza Ignazio Hugford a Pistoia. Il ciclo vallombrosano per San Michele in Pelago di Forcole 143 Giulia Coco Anecdotes of painting in England (1762-1780). Obiettivi e metodi per una storia dell’arte in Inghilterra 155 Maria Russo Firenze Capitale: lo spostamento degli arredi tra i palazzi di residenza reali in Toscana durante i primi anni del Regno d’Italia 168 Francesca Vaselli Giovanni Boldini e le pitture murali della Falconiera; una nuova ipotesi sulla tecnica esecutiva 184 Tonino Coi Libero Andreotti e Ugo Ojetti. Note a margine dei carteggi, negli archivi di Roma e Pescia 193 Eva Francioli Per una nuova contestualizzazione dell’Astrattismo Classico. Alcuni documenti inediti 207 Luisa Giacobbe Un caso particolare di autoritratto: la duplice ‘jouissance’ di Louis Cane artiste peintre 215 Giacomo Biagi 1969-71: l’arte concettuale tra visualità, misticismo e analisi – Estremismi e Rotture RECENSIONI 231 Cristina Spada, Laura Zabeo Religious poverty, visual riches. Art in the domenican churches of Central Italy in the Thirteenth and Fourteenth centuries di Joanna Cannon 233 Chiara Carpentieri Le “magnificenze” di Agostino Chigi. Collezioni e passioni antiquarie nella Villa Farnesina, di Costanza Barbieri 237 Benedetta Chiesi D’or et d’ivoire. Paris, Pise, Florence, Sienne. 1250-1320. A cura di Xavier Dectot e Marie-Lys Marguerite. Lens, Musée du Louvre-Lens, 27 maggio - 28 settembre 2015 242 Gianna Iandelli Cartelloni e copertine: artisti illustratori in Italia per la pubblicità e l’editoria? 245 Emanuele Greco Terrae ‒ La ceramica nell’Informale e nella ricerca contemporanea, a cura di Lorenzo Fiorucci, (Città di Castello, Pinacoteca comunale, Palazzo Vitelli alla Cannoniera, 22 agosto-1 novembre 2015) 248 Silvia Berti Un ponte tra passato e futuro, tra tradizione e innovazione: tre esempi di realtà museali olandesi presentati al Luigi Micheletti Award (Brescia, 7-9 maggio 2015) 250 Francesco Speranza Nuova sede e nuovo volto per la Galleria Sabauda 253 Valentina Filice Il Ritorno di Francesco I: La Galleria Estense riapre al pubblico 255 Elisa Bonaiuti Bergamo e la sua Pinacoteca: la nuova vita dei capolavori della Carrara Francesco Speranza Ignazio Hugford a Pistoia. Il ciclo vallombrosano per San Michele in Pelago di Forcole La peculiare programmazione devozionale riscontrabile ancor oggi nei dipinti addossati alle pareti di San Bartolomeo in Pantano è effetto della sovrapposizione cultuale adottata in seguito al trasferimento nell’abbazia pistoiese dei monaci vallombrosani, provenienti dall’o- ramai inesistente cenobio di San Michele in Pelago di Forcole, situato tra le attuali via Tra- versa e viale Arcadia, da essi abbandonato nel 1779 per le sue precarie condizioni statiche1. Trasferitisi presso il complesso rientrante nel loro stesso distretto parrocchiale2 e già fornito degli spazi adatti ad ospitarli, da breve tempo liberati dai Canonici Regolari Lateranensi ivi assegnati dal 1449 fino alle soppressioni leopoldine del 1778, i monaci intervennero nell’arre- do della chiesa inserendovi le devozioni proprie dell’ordine, dando origine ad un assetto testi- moniato dalle fonti scritte e dalle immagini fotografiche, rimasto pressoché immutato dall’ul- timo ventennio del Settecento fino ai restauri novecenteschi tesi a far riaffiorare le strutture medievali (1951-1961)3. La conformazione di San Bartolomeo, definita nelle sue strutture architettoniche negli anni successivi al 1630 con l’altar maggiore marmoreo ed i sei altari laterali lapidei omologati nella forma, nella fase lateranense prevedeva per la navata destra il Sant’Agostino che indaga il dogma della Trinità dell’amiatino Giuseppe Nasini (fine secolo XVII), il Martirio di san Bartolomeo di Alessio Gimignani (1636) ed un disperso San Frediano già attribuito alla scuola di Jacopo Ligozzi o di Matteo Rosselli, seguiti dal pergamo di Guido da Como, tramutato in cantoria già nel Cinquecento, e dalle porte d’accesso al chiostro ed alla sagrestia4. Alla sinistra del presbiterio, la cappella terminale della navata settentrionale presen- tava come pala dell’altare del Sacramento San Biagio che risana un fanciullo di Gian Domeni- co Ferrucci (metà secolo XVII), mentre sui tre altari della stessa navata si sarebbero incontrati il Martirio di san Sebastiano di Matteo Rosselli (1637), il Battesimo di Costantino restituito da Sandro Bellesi a Pier Antonio Michi (1645), ed il perduto dipinto con le Stimmate di san 1 M. Bruschi, Il complesso abbaziale di S. Bartolomeo in Pistoia, Pistoia 1981; L. Gai, G. C. Romby, Settecento illustre. Architettura e cultura artistica a Pistoia nel secolo XVIII, Pistoia 2009, pp. 126-130. 2 Bruschi, Il complesso…cit., pp. 34-35. Il territorio parrocchiale di San Bartolomeo venne ingrandito quando Scipione de’ Ricci nel 1784 unì le parrocchie di San Leonardo e Santa Liberata. La chiesa e gli ambienti parrocchiali conservano ancora dipinti provenienti da quest’ultima, quali la Sacra Famiglia di Francesco Leoncini (1656), già pala dell’altar maggiore, e la Morte di Santa Liberata di Violante Ferroni (1756). 3 F. Tolomei, Guida di Pistoia per gli amanti delle Belle Arti, Pistoia 1821, pp. 73-77; G. Tigri, Pistoia e il suo territorio. Guida del forestiero, Pistoia 1853, pp. 191-194; L. Gai, Il patrimonio artistico pistoiese: acquisizioni in un cinquantennio, in “Il tremisse pistoiese”, VI, 1981, 2, pp. 28-33. Nell’articolo la fotografia a p. 29, in alto, rende l’aspetto di San Bartolomeo in epoca precedente ai restauri, dichiarando l’attuale disposizione spaziale dei dipinti poco rispettosa della distribuzione originaria. 4 G. Borelli, Fondazione e progressi dell’antichissima Abbazia di S. Bartolomeo in Pistoja, Pistoia 1754, p. 15; J. M. Fioravanti, Memorie storiche della Città di Pistoia, Lucca 1758, pp. 62-63. Per l’attribuzione a Michi del Battesimo di Costantino, già assegnato a Vincenzo Dandini, vedi S. Bellesi, Una vita inedita di Vincenzo Dandini e appunti su Anton Domenico Gabbiani, Giovan Battista Marmi, Filippo Maria Galletti ed altri, in “Paragone”, XXXIX, 1988, 465, pp. 79-96. 133 Francesco Speranza / Hugford a Pistoia Contesti d’Arte, 1, 1 Francesco pagato nel 1673 al bolo- gnese Cesare Gennari, nipote del Guercino. All’avvicendamento di proprietà, i monaci affiancarono al culto rivolto dai Lateranensi ai santi dalla diffusa popolarità, anche per il ruolo taumaturgi- co, quali Biagio e Sebastiano, a Bartolomeo, apostolo eponimo dell’abbazia di fondazione alto- medievale, e ad episodi afferenti la centralità della Chiesa romana, quali la conversione del primo imperatore cristiano, la venera- zione dei Vallombrosani elevati agli onori degli altari, arricchendo il già variegato ventaglio stilistico5 della loro nuova sede con le tele estratte da San Michele. Lascian- do invariata la disposizione dei dipinti di Gimignani, Ferrucci, Rosselli e Michi, i monaci relega- rono a luoghi periferici il quadro “dipinto con bizzarria” del Nasini ed il San Frediano6 sostituendoli rispettivamente con le due pale Fig. 1. Ignazio Hugford, La contessa Matilde dona i suoi beni a s. realizzate verso il 1754 da Igna- Bernardo degli Uberti. Pistoia, San Bartolomeo in Pantano. zio Hugford Sant’Atto che riceve le reliquie di San Iacopo e La contes- 5 La successione di altari avvicinava il pistoiese Alessio Gimignani (m. 1651), aggiornato sugli sviluppi del Cigoli e di Giovan Battista Vanni al fiorentino, ben noto a Pistoia, Matteo Rosselli (1578-1650), che unì ai modi del Pagani e del Passignano una