Giuseppe Carrara
LA LINGUA DELLA MILITANZA. EDOARDO SANGUINETI PUBBLICISTA (1973-1982) Giuseppe Carrara 1. SAPER BENE COME SCRIVERE MALE Sul numero del 29 settembre 1978 dell’“Europeo” viene pubblicata una lettera inviata alla redazione del giornale da un lettore, tale Mario Faini da Brescia, verosimilmente lo storico e scrittore, in cui si lamentava il diritto a maltrattare la lingua (e soprattutto a ignorare il congiuntivo), non più riservato ai presentatori televisivi, ma ora esteso, per via degli articoli firmati Edoardo Sanguineti, anche ai collaboratori del settimanale. La lettera era accompagnata dalla pronta risposta di Sanguineti: Con la grave autorevolezza che in me discende dalla professione di professore universitario, accerterò come documentabile, e documentata di fatto, una forte tendenza depressiva di massa, e di massima, nell’uso italiano del congiuntivo: in altro io non pecco, ove mai pecchi, se non nel favorire talora, mimando l’oralità, la diffusione scritta dell’irreversibile fenomeno. Con la filosofia libertina, e il filosofico libertinaggio, invece, che in me si connette con lo statuto di scrittore, applicherò alla lingua, e più alla grammatica, l’ellenica sentenza memorabile, che nacque, se non m’inganno, a proposito di puttane e che qui trascrivo scandalosamente, a caldo e a calco, per lo scandalizzato mio recensore: ‘Ho, non sono avuto’. Grave errore sarebbe, comunque, presso chi mi leggesse, il credere di poter ritrovare nel mio dettato un qualche incitamento a delinquere, ovvero a maltrattare, senza fondato motivo, così le grammatiche come le puttane. Alle quali une ed altro porto del pari, ancorché di lontano, il debito rispetto. (Sanguineti, 1985: 154) Accuse alla scrittura giornalistica di Sanguineti non erano infrequenti, e alla sciatteria imputata da Mario Faini si accompagnava anche la critica alle «interrogazioni retoriche e piuttosto tortuose» denunciate da Annabella Rossi sulle pagine dell’“Unità”.
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