DI RELAZIONE DI PIANO E DOCUMENTO STRATEGICO

INDICE

1. Principi e riferimenti ispiratori del Piano Urbanistico Comunale ...... 4

2. Premessa ...... 6

3. Il Documento Preliminare del Piano Urbanistico Comunale...... 9

4. Gli indirizzi dell’Amministrazione ...... 10

5. Inquadramento territoriale ...... 11

5.1. Il ruolo di Pollica nel sistema territoriale ...... 11

6. Quadro di riferimento normativo e pianificatorio ...... 16

6.1. Il Piano Territoriale Regionale (PTR) ...... 16

6.2. Il Piano Territoriale di Coordinamento provinciale (PTCP) ...... 24

6.3. Il territorio di Pollica e il Piano del Parco Nazionale del , Vallo di Diano e Alburni (PNCVD) ...... 27

6.4. Il territorio di Pollica e il Piano Territoriale Paesistico del Cilento costiero (PTP) .... 28

7. Lo stato di attuazione degli strumenti vigenti ...... 30

7.1. Il Piano Regolatore Vigente (con attuazione) ...... 30

7.2. Attuazione zone S ...... 32

8. L’uso ed assetto storico del territorio ...... 33

8.1. Stratificazione storica ...... 33

9. Gli assetti fisici, funzionali e produttivi del territorio ...... 35

9.1. Morfologia del territorio ...... 35

9.2. Dotazioni territoriali ...... 35

9.3 Sistema infrastrutturale ...... 36

10. Lo Stato dell’ambiente ...... 37

10.1. Quadro ambientale ed uso del suolo ...... 37

10.2. Rischi ambientali ...... 39

10.3. Uso agricolo del suolo...... 39

11. Ricognizione degli elementi del tessuto urbano ...... 39 2

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11.1. Analisi morfologica dei tessuti insediativi ...... 39

12. Ricognizione dei vincoli esistenti ...... 41

12.1. La carta unica del territorio ...... 41

13 Analisi socio-economica ...... 42

13.1 Popolazione e territorio ...... 42

13.2 Attività della popolazione ...... 43

13.3 Analisi delle strutture ricettive e balneari ...... 48

14. Dinamica della popolazione e fabbisogno abitativo...... 49

14.1 Andamento demografico...... 49

14.2 Fabbisogno abitativo...... 51

15. Documento strategico ...... 51

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1. Principi e riferimenti ispiratori del Piano Urbanistico Comunale

“Esiste soltanto l’essere. Questo essere, che è unico, viene percepito dagli esseri umani come composto da molteplici cose, da tutte le cose che i nostri occhi quotidianamente ci mostrano; ciascuno di questi aspetti con i quali l’Essere si mostra ai nostri fallaci sensi, ciascuna di queste apparenti manifestazioni dell’Essere - aspetti e manifestazioni che nascono e periscono, che talvolta sono e talvolta non sono, che cambiano luogo o colore - ha ricevuto un nome dagli uomini, che sono erroneamente convinti che tali aspetti e manifestazioni esistano realmente”. Parmenide, Poema sulla natura.

“Sono venuto a per vivere venti anni di più” Ancel Keys, codificatore della dieta mediterranea. Ha trascorso gran parte della sua vita a Pollica ed è morto a 104 anni.

“Torniamo sui nostri passi, arriviamo a Pioppi (frazione di Pollica) e, vista una paranza a motore in secco, domandiamo se vogliono noleggiarcela fino a . Il proprietario, signor Pinto, la fa subito mettere gratuitamente a nostra disposizione, e vuole anche si accetti in casa sua una tazza di caffè. Non sono particolari insignificanti, e non sono i soli che m’hanno dimostrato la cordialità della gente di queste parti. Ho fatto quest’esperienza, anche avvicinando persone di umili condizioni: non entrano nei fatti vostri; vi rivolgono di rado la parola, ma non perché timidi o privi d’eloquenza, ma perché assenti in propri pensieri. Ma basta che esprimiate un desiderio, ed eccoli farsi a pezzi per accontentarvi: lo fanno per inclinazione a farsi benvolere, e mi pare ormai civiltà assai rara. Terra ospitale, terra d’asilo!” Dal Viaggio nel Mezzogiorno di Giuseppe Ungaretti.

Questi tre riferimenti possono rappresentare un’importante guida per la redazione del piano urbanistico Comunale.

Parmenide, nel V secolo avanti Cristo, a , nel cuore del Cilento antico, propone la sua visione del Mondo. C’è un’unicità (l’essere) di cui anche l’uomo fa parte. Il rapporto con la natura non vede l’uomo che la domina ma ne è parte integrante. Ogni cambiamento che apportiamo al contesto della nostra vita, anche se gli diamo un nome, riguarda un unico essere nelle sue diverse manifestazioni cui, sbagliando - sostiene Parmenide - attribuiamo un nome.

Possiamo offrire al mondo un territorio ancora poco compromesso dagli errori di una modernità che non promette nulla di buono per la terra e per i suoi abitanti. Abbiamo avuto la fortuna di non aver distrutto le risorse su cui basare un futuro

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COMUNE DI POLLICA RELAZIONE DI PIANO E DOCUMENTO STRATEGICO sostenibile. Altri territori costieri, anche vicini, hanno consumato la loro identità e presentano oggi le macerie di strategie di sviluppo fallimentari. Possiamo cercare una via di futuro non congelata nella nostalgia e nell’imitazione di un passato irripetibile, ma che scelga una via d’innovazione compatibile con la nostra storia.

Possiamo leggere nelle parole del Filosofo di Velia, una visione della moderna ecologia, non più antropocentrica, nella quale tutte le cose e tutte le scelte che facciamo sono strettamente interrelate. Non basta suddividere le cose e dare loro un nome, quello che contano sono le relazioni reciproche tra le cose, e questa è una frontiera di sfida anche per l’Urbanistica.

La seconda e la terza citazione fanno riferimento a due valori che possono ispirare il Piano: la dieta mediterranea e lo spirito di comunità e di accoglienza.

Proporsi al mondo come luogo simbolo della dieta mediterranea, intesa come qualità del cibo, qualità della vita sociale, dell’ospitalità e dello spirito di comunità, qualità del paesaggio, significa mantenere poi questa promessa e perseguire un progetto di qualità totale del “prodotto” Pollica. Da questo punto di vista si tratta di costruire la qualità della vita (la via mediterranea di cui parlarono Ancel e Margareth Keys), facendo attenzione a quelle scelte che favoriscono la conservazione e lo sviluppo dello spirito di comunità, evitando quelle che lo danneggiano.

Analoga attenzione va posta al paesaggio. Tutti i luoghi che hanno fatto dell’enogastronomia un progetto di attrazione turistica e di nuova residenzialità, hanno costruito nella “cura” del paesaggio il loro biglietto da visita. Per questo si è deciso di assumere il termine FOOD SCAPE come una delle parole chiave del nuovo Piano Urbanistico Comunale, per indicarne uno dei principi ispiratori. Si è proposto un termine inglese perché il Piano Urbanistico non parla solo agli abitanti, ma aspira a essere un’esperienza che si rivolge a un pubblico più vasto.

Il logo di seguito proposto è un’immagine che unisce le due parole con la linea della vita sul palmo della mano. È senza dubbio la linea più importante e significativa. Generalmente inizia dal bordo della mano, a uguale distanza tra il pollice e l’indice. Se si arrotonda, circondando completamente il monte di Venere, se è lunga, ben disegnata e senza interruzioni fa prevedere una lunga esistenza felice, senza malattie gravi, e sentimenti generosi.

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©Karola Pica 2. Premessa

2.1. Motivazioni a base della redazione del PUC.

Il Comune di Pollica ha deciso di dotarsi di un nuovo Piano urbanistico, sia in adempimento a quanto stabilito dall’articolo 1 del Regolamento n°5/2011 in merito alla decadenza degli strumenti di pianificazione di livello comunale decorsi diciotto mesi dall’approvazione dei PTCP, sia per adeguare le scelte urbanistiche alla pianificazione di area vasta entrata in vigore dopo l’approvazione del vigente PRG. Al di là di queste motivazioni che possiamo definire di tipo “tecnico – burocratico” vi sono altri motivi che spingono l’amministrazione alla redazione di un nuovo strumento urbanistico, che nascono dalla consapevolezza che le prospettive di sviluppo economico sostenibile sono strettamente integrate con le qualità (ecologiche, ambientali e paesaggistiche) del territorio che vanno valorizzate, superando errori del passato e aspettative di trasformazione urbanistica che si sono rimaste irrealizzate. Il Comune di Pollica per collocazione geografica, per configurazione insediativa e per ruolo nella storia delle politiche ambientaliste, può diventare un luogo simbolico per la messa in campo di una pianificazione urbanistica comunale attenta alle strategie di sviluppo che devono caratterizzare il territorio dell’intero Cilento. La pianificazione territoriale e urbanistica nel Cilento non può prescindere, infatti, dalle caratteristiche di un territorio che ha conservato diffusamente caratteri originali dal punto di vista paesaggistico e ambientale, insediativo e sociale. È un territorio che in questi anni, ha saputo raccontarsi al mondo, presentandosi come una meta turistica ben caratterizzata per un turismo organizzato e individuale motivato, come un luogo che comincia a offrire prospettive residenziali non solo stagionali e che, in relazione ai temi legati alla dieta mediterranea, può offrire un

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COMUNE DI POLLICA RELAZIONE DI PIANO E DOCUMENTO STRATEGICO modello di uso del territorio basato sul rispetto e sulla valorizzazione delle sue produzioni. In questo quadro l’attenzione ritorna verso valori importanti e un po’ trascurati negli anni passati, come la solidarietà, lo spirito di comunità ed alcune qualità essenziali della vita come l’aria che si respira, l’ambiente in cui si vive, la ricchezza delle relazioni interpersonali, la qualità degli alimenti che si consumano, il modo con cui curiamo il suolo agricolo, ecc. Il Cilento dispone nella sua natura insediativa e nel suo territorio e, se si vuole nella sua marginalità territoriale, le caratteristiche per attivare questa politica. La pianificazione territoriale e quella urbanistica possono significativamente contribuire a questa generale azione di sviluppo sostenibile. Pur se non senza limiti e con necessità di aggiornamento il PTCP e il Piano del Parco, hanno creato i quadri di riferimento nei quali collocare la pianificazione comunale. Il Comune di Pollica è dotato di un PRG redatto e approvato nel 2004. Sono passati ormai dodici anni dall’approvazione del Piano Regolatore Generale e in questo periodo sono intervenute modifiche profonde nell’economia, nelle strategie di sviluppo, nell’interpretazione dei valori ambientali, e nella stessa legislazione e urbanistica. Come si vedrà più avanti, per diverse ragioni, molte previsioni del piano non sono state attuate, molte aspettative d’investimento non si sono concretizzate. In proposito, l’Amministrazione comunale ha formulato degli indirizzi programmatici per la redazione del nuovo PUC. Come si vedrà sono scelte che devono collocare il progetto di PUC all’interno di una più vasta strategia di sviluppo cui il Piano Urbanistico è chiamato a partecipare con le sue scelte.

2.2. Il quadro normativo.

La Legge Regionale 22 dicembre 2004 n. 16 stabilisce che la nuova strumentazione urbanistica a livello comunale sia costituita dal PUC, dal Regolamento Urbanistico Edilizio Comunale (RUEC) e dall’Atto di Programmazione degli Interventi. Il Regolamento regionale per l’attuazione del governo del territorio ha precisato ulteriormente alcuni aspetti di questa nuova strumentazione, specialmente per ciò̀ che concerne la netta distinzione fra le due componenti del Piano Urbanistico Comunale, che viene articolato in disposizioni strutturali e disposizioni operative.

La componente strutturale è valida a tempo indeterminato, mentre la componente operativa è valida per archi temporali di riferimento determinati (5 anni) e può essere modificata e aggiornata anche frequentemente.

Il “piano strutturale” definisce, quindi, scelte strategiche valide a lungo termine, come l’individuazione degli ambiti territoriali non trasformabili per fini insediativi

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COMUNE DI POLLICA RELAZIONE DI PIANO E DOCUMENTO STRATEGICO e/o infrastrutturali per ragioni di sicurezza, o in funzione di valori come la conservazione della naturalità̀, della biodiversità̀, la valorizzazione di qualità paesaggistiche, o dei suoli agricoli. La componente strutturale del Piano Urbanistico Comunale contiene anche le norme per la trasformabilità dei tessuti e dei manufatti edilizi esistenti in rapporto alla conservazione e valorizzazione degli aspetti storico-culturali degli insediamenti, anche in relazione ai relativi contesti paesaggistici. Tali ambiti vanno sottoposti a discipline – in regime d’intervento diretto (ossia senza rinvio a PUA, piani urbanistici esecutivi) – di tutela, manutenzione, riqualificazione e valorizzazione sostenibile. La componente strutturale del Piano recepisce le scelte strategiche di lungo periodo in ordine alle politiche di sviluppo socio-economico, interpretandone le ricadute urbanistiche in termini di riassetto del sistema insediativo-infrastrutturale, di miglioramento della mobilità, dei servizi e della vivibilità.

Il “piano operativo” seleziona e disciplina gli interventi di trasformazione da realizzare, nelle aree trasformabili, mediante PUA e interventi attuati su progetti pubblici nel periodo immediatamente successivo. La normativa vigente non precisa la durata dell’arco temporale di validità̀ della componente operativa del Piano; la soluzione più̀ opportuna sembra quella che assuma l’orizzonte temporale di un quinquennio, anche per far coincidere l’arco di validità̀ del Piano Operativo con la durata del mandato amministrativo comunale. In sede di redazione del Piano Urbanistico s’individuerà l’arco temporale più opportuno per l’attuazione di azioni urbanistiche e strategiche più rilevanti.

Il vecchio Piano Regolatore Generale aveva l’obbligo di definire e individuare le aree destinate agli standard urbanistici come condizione per la sua approvazione. La mancata acquisizione di queste aree nel quinquennio, tuttavia, comportava la decadenza dei vincoli; tale circostanza, in presenza della crescente crisi della finanza pubblica, è diventata generalizzata. La disponibilità, inoltre, di molte aree trasformabili a fini urbanistici, spesso prescindeva dall’effettiva intenzione di realizzare tali trasformazioni e non era in grado di adeguarsi all’evoluzione della domanda, creando inevitabili scompensi e ingiustizie.

La divisione in due componenti del Piano Urbanistico, attribuisce alla componente programmatica l’obbligo di individuare le attrezzature pubbliche e le aree di trasformazione urbanistica, in rapporto alla loro concreta realizzabilità. In altre parole, solo i suoli selezionati nel Piano Operativo per le trasformazioni insediative o infrastrutturali prioritarie sono edificabili o espropriabili in base alla normativa attuativa del Piano Operativo.

Il Regolamento Urbanistico Comunale (RUEC), infine, definisce le norme per la progettazione e la realizzazione di degli interventi edificatori.

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3. Il Documento Preliminare del Piano Urbanistico Comunale

Come previsto dalla normativa regionale, la prima fase del procedimento di redazione del Piano Urbanistico Comunale si basa sulla predisposizione del Preliminare di Piano, del Documento Strategico e del Rapporto Preliminare della Valutazione Ambientale Strategica (VAS).

Il presente documento preliminare del PUC, che contiene anche il documento strategico, è stato redatto seguendo i suggerimenti del Manuale Operativo della Regione del 4 2011 e le successive Linee Guida per la redazione del Piano Preliminare elaborate dal Servizio di Pianificazione Territoriale e Cartografico della Provincia di . Pertanto gli elaborati sono stati suddivisi nel Quadro conoscitivo e nel Documento Strategico. Il Quadro Conoscitivo costituisce il complesso delle informazioni necessarie per un’organica ed esaustiva rappresentazione e valutazione dello stato del territorio e dei processi evolutivi che lo caratterizzano, nonché il riferimento indispensabile per la definizione degli obiettivi e dei contenuti di piano per la valutazione di sostenibilità. Il Documento Strategico, invece, descrive gli obiettivi quantitativi e qualitativi perseguibili al fine di valorizzare le peculiarità e mitigare le criticità che emergono dall’analisi critica del territorio (Quadro Conoscitivo); propone quindi una visione in grado di orientare lo sviluppo urbanistico, economico e sociale nel prossimo futuro. Il Preliminare di Piano costituisce la base conoscitiva tecnica su cui l’amministrazione pubblica dovrà svolgere consultazioni con le altre istituzioni coinvolte, la cittadinanza, gli imprenditori, e tutti i soggetti interessati alla redazione del nuovo Piano urbanistico e alle trasformazioni che dalla sua attuazione deriveranno sul territorio. Il Documento Strategico descrive gli obiettivi quantitativi e qualitativi perseguibili al fine di valorizzare le peculiarità e mitigare le criticità che emergono dall’analisi critica del territorio; propone quindi una visione in grado di orientare lo sviluppo urbanistico, economico e sociale nel prossimo futuro.

Gli elaborati grafici del Preliminare di Piano realizzati per il Quadro conoscitivo, allegati alla presente relazione sono:

• Inquadramento • TAV. 0 - Inquadramento territoriale • Quadro di riferimento normativo e pianificatorio sovracomunale • TAV. 1_1_1 - Indirizzi strategici PTR • TAV. 1_1_2 - Indirizzi del PTCP • TAV. 1_1_3 - Piano del Parco PNCVD 9

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• TAV1_1_4 - PTP Cilento costiero • Lo stato di attuazione degli strumenti vigenti • TAV. 1_2 PRG Piano Regolatore Generale • TAV. 1_2_2 - PRG vigente – Stato di Attuazione • TAV. 1_2_3 - PRG vigente – Stato di Attuazione Zone S • TAV. 1_2_4 - PRG vigente – Stato di Attuazione Zone S • L’uso ed assetto storico del territorio • TAV 2_1 – Stratificazione storica • Gli assetti fisici, funzionali e produttivi del territorio • TAV. 3_1 - Dotazioni territoriali • TAV. 3_2 - Il Sistema infrastrutturale • Lo Stato dell’ambiente • TAV. 4_1 – Quadro ambientale e uso del suolo • TAV. 4_2_1 - Rischi ambientale: Rischio e pericolo da frana • TAV. 4_2_2 - Rischi ambientale: Piano stralcio erosione costiera • TAV. 4_3 – Uso agricolo del suolo • Ricognizione degli elementi del tessuto urbano • TAV. 5 - Analisi morfologica dei tessuti insediativi • La carta unica del territorio • TAV. 6 - La ricognizione dei vincoli presenti • La carta delle strategie • TAV. 7 - Indirizzi strategici

4. Gli indirizzi dell’Amministrazione

L’amministrazione comunale ha formulato i seguenti indirizzi di sviluppo cui dovranno ispirarsi le scelte del nuovo PUC:

• Individuazione del ruolo territoriale di Pollica nel quadro della più vasta area di riferimento; • Riconoscimento dei legami tra trasformazioni territoriali, salvaguardia del paesaggio agrario, caratteristiche auspicabili dell’offerta turistica. Ripensamento delle economie locali e dei turismi negli scenari economici e sociali che si prefigurano nel futuro a breve e medio termine; • Sviluppo di infrastrutture turistiche di elevata qualità (fisica e funzionale) da perseguirsi attraverso forme di convenzione, atte a garantire anche l’affiancamento alle strutture di servizi di comunità, finalizzati al miglioramento della condizione insediativa. • Riorganizzazione delle infrastrutture balneari e turistiche lungo la costa. • Valorizzazione e cura del paesaggio agrario anche in rapporto al bene immateriale della dieta mediterranea. Recupero e valorizzazione del patrimonio edilizio diffuso e in stato di abbandono, identificando norme per eventuali modesti incrementi volumetrici e funzionali in grado di favorire l’economicità degli interventi di recupero e azioni per garantire la

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permanenza e lo sviluppo di attività agricole. Su questo punto occorrerà un confronto con L’Ente Parco Nazionale del Cilento. • Progettazione di una specifica attrezzatura per la valorizzazione in campo dei prodotti della dieta mediterranea e incentivazione dell’utilizzo della stessa in chiave turistica (percorsi tematici, piccole infrastrutture di servizio e ristoro, del paesaggio agrario della dieta mediterranea). • Tutela e valorizzazione del patrimonio ambientale e socio-culturale; • Rafforzamento e riqualificazione della struttura insediativa storica; • Verifica della potenzialità industriale, artigianale e commerciale e dell’opportunità di creare forme aggregative diffuse di supporto strutturato alle attività (centri commerciali naturali e simili). Incentivazione delle strutture a supporto delle produzioni locali dei prodotti dell'agricoltura e artigianali tipici anche attraverso specifiche attrezzature (mercati KM 0, mercatini di comunità, ecc.); • Selezione di una elevata quota dell’offerta abitativa prevista dal PTCP (che ammonta globalmente a 70 alloggi), da destinare a Housing Sociale, prevalentemente rivolta a coppie giovani e nuovi immigrati. • Stesura di regole mirate alla qualità architettonica per gli interventi di recupero e nuova edificazione, da dettarsi nelle Norme tecniche di attuazione e nel RUEC anche, mediante la riproposta delle tradizionali tecniche costruttive; • Valutazione dell'opportunità di prevedere norme gestionali di tipo perequativo; • Ridisegno degli spazi pubblici mediante progetti specifici di riqualificazione degli spazi aperti (strade, percorsi pedonali, piazze, verde, attrezzature per lo svago ed il tempo libero); • Riqualificazione, ammodernamento e gerarchizzazione funzionale della rete della viabilità locale; realizzazione e recupero di sentieri di interesse turistico e ambientale. • Localizzazione di attrezzature e servizi di interesse sovracomunale.

Questi punti sono stati anche presentati dal Sindaco nella pubblica manifestazione dell’Agosto 2015 che ha visto la partecipazione degli abitanti. Partendo da questi punti programmatici si sono sviluppati gli elementi del documento strategico che si riportano di seguito.

5. Inquadramento territoriale

5.1. Il ruolo di Pollica nel sistema territoriale Centro agricolo del basso Cilento, il Comune di Pollica si estende dalle alte vette del fino a toccare il territorio costiero compreso fra la Punta Licola e la foce del fiume Alento. Il territorio comunale è compreso nel Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano, in Provincia di Salerno e confina con i comuni di , , e (ved. Tav. 0).

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Figura 1. Foto area estratta da Google Earth

Il Comune ha un’estensione complessiva di circa Kmq 28.17 e l’urbanizzato occupa solo il 12% dell’intero territorio. Di fatto il territorio si caratterizza per la netta prevalenza di una copertura del suolo naturale e agricolo, con i settori più elevati sul livello del mare ricoperti da boschi, mentre le quote medie e basse vedono una prevalenza di coltivazioni e macchia mediterranea.

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Figura 2. L’edificato esistente in rapporto con il territorio naturale

Il reticolo urbano è incardinato su piccoli centri di origine storica (Galdo, Celso, Pollica e Cannicchio) situati prevalentemente in collina e sui due centri costieri ( e Pioppi). L’osservazione della cartografia evidenzia una netta intensificazione del tessuto urbano di tipo lineare lungo il mare e una minuta espansione dell’edificato intorno ai nuclei storici delle altre frazioni. Il limite di una speculazione edilizia selvaggia verso l’interno va ricercato nell’andamento dei declivi naturali che risultano un alternarsi di gole, pendii, tratti rocciosi, boschi intensivi, con una decisa dominante comune: la coltura dell’olivo. L’orografia del territorio denota la presenza di rilievi di media e alta collina a ridosso della linea di costa, mentre le aree pianeggianti sono di scarsa estensione, limitandosi alla valle del Fiume Alento a est, compresa nei territori di Casal Velino, e . Il Monte della Stella (1130 metri s.l.m.) è la cima più alta dell’area ed è condivisa fra i comuni di Pollica, Stella Cilento, , Sessa Cilento e San Mauro Cilento. Il reticolo idrografico è caratterizzato da corsi d’acqua brevi, ad eccezione del Fiume Alento, che scorre per 36 Km dalle sorgenti situate nel comune di fino alla foce posta nel comune di Casal Velino. Le infrastrutture di comunicazione terrestre risentono della difficile morfologia del territorio: quelle principali – la ferrovia tirrenica meridionale e la SP 430 – corrono lungo la valle del Fiume Alento, mentre i centri costieri sono collegati da una rete di strade minori, spesso tortuose e di limitata capacità. Un’importante opportunità, dal punto di vista trasportistico, è rappresentata dalla rete dei porti presenti lungo la costa.

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Figura 3 - Reticolo Idrografico sovracomunale

Dal 2001 al 2012, infatti, è esistito il servizio “Metrò del Mare”, che serviva diversi approdi fra cui quello di Acciaroli, nel comune di Pollica. Nel 2016 questo servizio è stato parzialmente ripristinato. Come si evince dalla TAV. 0, il Comune di Pollica è situato in un’area “debole” dal punto di vista delle attrezzature e delle infrastrutture urbane. Queste, infatti, si concentrano nella parte settentrionale della Provincia, che registra anche i livelli più elevati di densità abitativa, mentre l’area cilentana, al contrario, presenta una scarsa dotazione di attrezzature e i valori più bassi di densità. 14

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Nel territorio provinciale sorge l'aeroporto di Pontecagnano, il quale tuttavia offre un esiguo numero di collegamenti, mentre l’aeroporto di Napoli Capodichino, resta lo scalo aereoportuale di riferimento principale. Dal punto di vista dell’area di riferimento territoriale, di carattere sovracomunale, per le scelte del PUC, si deve necessariamente fare riferimento a una dimensione variabile rispetto ai diversi temi. Rilevante resta l’appartenenza del comune al Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, come respiro extra- regionale. Mentre più in dettaglio il Sistema Territoriale di Sviluppo del PTR, va assunto come base territoriale per la costruzione di strategie locali.

Figura 4 - Sistema Territoriale di Sviluppo (STS A3 - Alento Monte Stella)

Figura 5- Ambito identitario di riferimento del PTCP (n.5)

Figura 6 - Ambito di più stretto riferimento strategico

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6. Quadro di riferimento normativo e pianificatorio

6.1. Il Piano Territoriale Regionale (PTR) La Regione Campania si è dotata nel 2008, con l’emanazione della Legge 13, del Piano Territoriale Regionale (PTR), strumento di pianificazione regionale dalle spiccate caratteristiche strategiche, il cui principale obiettivo è quello di favorire azioni coordinate per il governo del territorio, inquadrandole in una cornice di coerenza generale. I Piano Territoriale Regionale si articola nei seguenti cinque Quadri Territoriali di Riferimento come supporto agli strumenti di pianificazione provinciali e comunali. • Quadro delle Reti; • Quadro degli Ambienti Insediativi; • Quadro dei Sistemi Territoriali di Sviluppo (STS); • Quadro dei Campi Territoriali Complessi (CTC); • Quadro delle modalità per la cooperazione istituzionale.

a. Il territorio di Pollica nel PTR Di seguito ogni singolo quadro è stato analizzato e sono stati recepiti gli indirizzi riguardanti il Comune di Pollica. La Tavola 1.1.1 riporta i principali elementi del PTR.

1° QTR: Quadro delle Reti Lo schema regionale delle aree naturali protette e della rete ecologica consente di capire come il comune di Pollica facente parte del Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano, goda di un importante corridoio ecologico costiero, mentre il Fiume Alento, che scorre fuori dal territorio di Pollica, costituisce un importante corridoio di collegamento trasversale fra la costa e l’entroterra. Per quanto riguarda il rischio sismico Pollica, insieme ai comuni contermini, rientra nella categoria di bassa sismicità. E’ inoltre, privo di sorgenti di rischio vulcanico.

2° QTR: Ambiente Insediativo n.5 – Cilento e Vallo di Diano L’Ambiente Insediativo n.5, di cui il comune di Pollica fa parte, corrisponde quasi interamente al territorio tutelato dal Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano. Le scelte programmatiche identificate dal PTR si possono ricondurre ai seguenti assi principali: - lo sviluppo delle risorse endogene e la riduzione degli squilibri interni;

- la conservazione della biodiversità;

- il miglioramento della qualità insediativa;

- lo sviluppo del turismo compatibile;

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- lo sviluppo delle infrastrutture portuali, dei collegamenti marittimi e dei trasporti terrestri per il miglioramento dell’accessibilità ai siti naturalistici e turistici in misura sostenibile per il territorio.

Le scelte articolate negli assi principali vanno realizzate attraverso il miglioramento della qualità del patrimonio naturalistico-culturale ed il miglioramento del sistema infrastrutturale. In particolare ci si riferisce a: - lo sviluppo del turismo, attraverso la riqualificazione e valorizzazione dei luoghi con il recupero ambientale e la rinaturalizzazione del territorio;

- la tutela e lo sviluppo dell’agricoltura e, in generale, delle attività agro-silvo- pastorali, assicurandone, a garanzia della tutela del paesaggio, la permanenza in loco, promuovendo il recupero delle tecniche tradizionali e le specie di produzione per conservare la biodiversità e sostenendo, in uno con l’innovazione tecnologica, le produzioni tipiche e di qualità orientandole ad un’agricoltura biologica;

- l’artigianato, con connotazioni spiccatamente qualitative più che quantitative (nascita di nuove aziende e creazione di posti di lavoro);

- il recupero, la riqualificazione e la rivitalizzazione dei centri e dei nuclei storici, intesi come beni culturali, sociali ed economici.

Il miglioramento del sistema infrastrutturale delle comunicazioni si snoda essenzialmente lungo i seguenti temi strategici:

- migliore accessibilità aerea mediante il completamento dell’aeroporto di Pontecagnano;

- migliore accessibilità ferroviaria, ripristinando la tratta ferroviaria -Lagonegro, che, attraversando in senso longitudinale il Vallo di Diano, consente ad est l’ingresso all’area del Parco; valorizzando, inoltre, la linea tirrenica anche con il recupero, semmai in forma di metropolitana leggera, che integri tra loro l’attuale precaria viabilità lungo la direttrice costiera Casalvelino-Ascea--Palinuro, la linea ferroviaria dismessa tra Punta del Telegrafo, nel Comune di Ascea, e Pisciotta;

- migliore accessibilità marittima, completando e potenziando le infrastrutture portuali esistenti (porti di , e Policastro), attrezzando il sistema dei porti e degli approdi per la nautica da diporto, connessi alle linee di traghetti ed aliscafi e ai trasporti via terra;

- migliore accessibilità stradale.

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Il Cilento è notoriamente un territorio fortemente interessato da fenomeni di dissesto idrogeologico che hanno effetti rilevanti anche sull’assetto e sul funzionamento del sistema insediativo e che costituiscono quindi, una delle principali criticità da affrontare in sede di pianificazione. La carenza di manutenzione ordinaria e straordinaria del territorio, gli eccessivi prelievi delle risorse idriche e minerali, gli interventi di sbarramento e imbrigliamento dei corsi d’acqua, fanno sì che dissesti e frane interessino vaste aree collinari e montane. Una delle conseguenze è l’abbandono di interi insediamenti, quali Vecchio, o di parti di essi, come è avvenuto, ad esempio, a San Nicola di . Ai problemi del sistema geomorfologico interno si aggiungono quelli legati all’erosione delle coste, che interessa l’80% dei circa 130 km di litorale. Tali problematiche riguardano da vicino anche il territorio comunale di Pollica, caratterizzato da una notevole escursione altimetrica – dal livello del mare fino alle quote di alta collina – e dalla presenza del fragile ecosistema costiero.

L’assetto insediativo che si va definendo, le cui peculiarità investono il territorio di Pollica, è il risultato del progressivo spopolamento dei nuclei insediativi antichi a favore: a) dei nuovi insediamenti sorti lungo le principali arterie di collegamento stradale e ferroviario; b) di un’edificazione diffusa sul territorio, consentita da normative emanate a favore dell’agricoltura (L.R. 14/82), ma che ha comportato, invece, l’occupazione di vaste aree a destinazione agricola; c) degli insediamenti costieri, interessati negli ultimi decenni da un notevole sviluppo legato al turismo balneare. Inoltre emergono tendenze legate a: - concentrazione dei servizi in pochi centri polarizzanti;

- accentuate dinamiche insediative interessanti i comuni costieri e legate allo sviluppo del turismo balneare (forte espansione delle seconde case per la villeggiatura, strutture di tipo residenziale-turistico);

- sottoutilizzo dei sistemi portuali e criticità dell’offerta diportistica.

Il Piano Territoriale Regionale ritiene, pertanto, necessario ricercare dei correttivi ad un tale processo evolutivo tendenziale, che possono essere individuati nelle seguenti azioni:

- recupero, valorizzazione e rivitalizzazione dei centri storici, conferendo agli abitati, in un’ottica di intervento sostenibile, un’immagine di qualità, di confort e di decoro e assegnando ad essi funzioni in grado di frenare l’esodo dei residenti;

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- promozione di un sistema insediativo unitario, organizzato intorno a centralità di rango locale, assegnando al sistema ruoli urbani significativi e ai centri che lo compongono ruoli e funzioni complementari nel quadro di un’organizzazione policentrica del sistema insediativo complessivo; il tutto supportato da un’adeguata politica di mobilità;

- blocco dello sprawl edilizio, della edificazione diffusa e sparsa sul territorio, nonché delle espansioni lineari lungo le strade principali di collegamento e lungo la fascia costiera;

- miglioramento della qualità del patrimonio naturalistico e culturale, in un’ottica di tutela e di sviluppo compatibile;

- costruzione di una nuova immagine turistica, mediante la riqualificazione e valorizzazione dei luoghi, soprattutto della fascia costiera, con il recupero ambientale e la rinaturalizzazione del territorio, l’integrazione tra turismo balneare e turismo culturale, la costruzione di reti di connessione tra gli insediamenti costieri e quelli dell’entroterra.

3° QTR: Sistema Territoriale di Sviluppo A3 - Alento Monte Stella Il comune di Pollica fa parte del STS A3 - Alento Monte Stella, a “dominante naturalistica”. Allo stesso STS appartengono i comuni di: , Casal Velino, , , , Lustra, , , Omignano, , , , San Mauro Cilento, , Sessa Cilento, Stella Cilento, . Il territorio del STS è bagnato ad ovest dal Mar Tirreno ed interessa un tratto di costa che va dalla parte meridionale del Golfo di Salerno alla foce del Fiume Alento. Punta è il punto più occidentale del piccolo promontorio occupato dal STS, caratterizzato da una morfologia collinare, con i rilievi più alti che culminano nel Monte della Stella (1131 metri s.l.m.), posto in posizione baricentrica. Le più importanti infrastrutture per il trasporto corrono nel settore orientale del territorio, sfruttando i fondivalle di alcuni corsi d’acqua, quali il Testene a nord e l’Alento a sud. Esse sono: la ferrovia – Reggio Calabria e la SP 430, realizzata per evitare le tortuosità della vecchia SS 18 che collegava Napoli con Reggio Calabria. La SP 430 attraversa l’intero territorio cilentano in direzione nord-ovest – sud-est, le sue caratteristiche costruttive – curve di ampio raggio, numerosi tratti in viadotto o galleria che riducono la tortuosità, accesso ed uscita regolate da svincoli – ne fanno la principale arteria stradale dell’area, la cui realizzazione ha notevolmente migliorato l’accessibilità di numerosi comuni cilentani. I comuni del STS sono serviti dalle stazioni ferroviarie di Agropoli-Castellabate, Omignano-Salento e -Castelnuovo; altre stazioni a servizio di

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COMUNE DI POLLICA RELAZIONE DI PIANO E DOCUMENTO STRATEGICO centri minori sono state dismesse nel corso del tempo. L’infrastruttura ferroviaria, interamente elettrificata e a doppio binario, è stata notevolmente migliorata negli anni ’60 e ‘70 attraverso la realizzazione del secondo binario e la costruzione di numerose varianti che ne hanno velocizzato il tracciato; essa costituisce una valida alternativa ai mezzi di trasporto su gomma, almeno per quanto riguarda i collegamenti con Salerno e Napoli. Il quadro delle infrastrutture stradali comprende la SR 267, che collega le aree costiere del STS, la SR 447 che prosegue lungo la costa in direzione sud, la SP 87 e la SP 264, che conducono verso le aree del Cilento interno. Molte di queste strade sono interessate da notevoli fenomeni di dissesto, a causa delle caratteristiche geologiche del territorio. La stessa SP 430 è interessata da movimenti franosi che, dal marzo 2013, hanno imposto a più riprese la chiusura del tratto fra gli svincoli di Agropoli sud e Prignano Cilento. Diversi porti ed approdi cilentani, fra i quali quello di Acciaroli (frazione di Pollica), hanno usufruito, dal 2001 al 2012, dei collegamenti garantiti dal servizio “Metrò del Mare”, che costituivano un’alternativa ai mezzi di trasporto terrestri. Attualmente non esistono collegamenti marittimi che interessano il porto di Acciaroli. L'aeroporto più vicino è quello di Pontecagnano (distante 73 km), il quale tuttavia offre un esiguo numero di collegamenti, con l’aeroporto di Napoli Capodichino (distante 155 km) che resta lo scalo di riferimento principale. Per quanto concerne la programmazione, per il sistema stradale, le principali invarianti sono: - strada di collegamento variante alla SS 18 all’altezza dello svincolo di al comprensorio aree industriali di Agropoli, Capaccio, Ogliastro Cilento e . Per il sistema ferroviario non sono previsti interventi.

Matrice degli indirizzi strategici La matrice degli indirizzi strategici mette in relazione gli indirizzi strategici e i diversi STS ai fini di orientare l’attività dei tavoli di co-pianificazione. A ciascun indirizzo è attribuito un punteggio, in relazione alla presenza di possibili effetti degli indirizzi strategici, ed ad una prima valutazione della loro incidenza. Gli indirizzi sono: • A1 Interconnessione - Accessibilità attuale • A2 Interconnessione - Programmi • B.1 Difesa della biodiversità • B.2 Valorizzazione Territori marginali • B.3 Riqualificazione costa • B.4 Valorizzazione Patrimoni o culturale e paesaggio • B.5 Recupero aree dismesse • C.1 Rischio vulcanico 20

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• C.2 Rischio sismico • C.3 Rischio idrogeologico • C.4 Rischio incidenti industriali • C.5 Rischio rifiuti • C.6 Rischio attività estrattive • D.2 Riqualificazione e messa a norma delle città • E.1 Attività produttive per lo sviluppo- industriale • E.2a Attività produttive per lo sviluppo- agricolo - Sviluppo delle Filiere • E.2b Attività produttive per lo sviluppo- agricolo - Diversificazione territoriale • E.3 Attività produttive per lo sviluppo- turistico Sono stati attribuiti: • 1 punto ai STS per cui vi è scarsa rilevanza dell’indirizzo. • 2 punti ai STS per cui l’applicazione dell’indirizzo consiste in interventi mirati di miglioramento ambientale e paesaggistico. • 3 punti ai STS per cui l’indirizzo riveste un rilevante valore strategico da rafforzare. • 4 punti ai STS per cui l’indirizzo costituisce una scelta strategica prioritaria da consolidare. La matrice strategica evidenzia quindi la presenza e il peso, in ciascun STS, degli indirizzi strategici assunti nel PTR.

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In riferimento alla matrice degli indirizzi strategici, all’interno del STS A3, gli indirizzi a cui viene attribuito un peso maggiore e che quindi rappresentano una scelta strategica prioritaria, sono: • per l’area tematica B, la valorizzazione territori marginali; • per l’area tematica E, lo sviluppo agricolo – diversificazione territoriale e lo sviluppo turistico.

4° QTR – Campi Territoriali Complessi Per quanto concerne il quarto Quadro Territoriale di Riferimento, il comune di Pollica non è interessato da nessun Campo Territoriale Complesso.

b. Il Territorio di Pollica nelle Linee Guida per il Paesaggio Le Linee guida per il paesaggio è il documento con cui la Regione Campania applica i principi stabiliti dalla Convenzione Europea del Paesaggio, definendo al contempo il quadro di riferimento per la pianificazione paesaggistica. In particolare le Linee guida:

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• forniscono indirizzi e criteri per la tutela, salvaguardia, valorizzazione e gestione del paesaggio per gli strumenti di pianificazione provinciale e comunale; • dettano gli indirizzi per lo sviluppo sostenibile ed i criteri da rispettare nella valutazione dei carichi insediativi; • stabiliscono una cornice di coerenza per la definizione, all’interno dei Piani Territoriali di Coordinamento Provinciale (PTCP), delle norme in materia di difesa del suolo e delle acque, di protezione della natura, dell’ambiente e del paesaggio; • contengono la Carta dei paesaggi della Campania, un documento con valenza di statuto del territorio regionale, inteso come quadro istituzionale di riferimento del complessivo sistema di risorse ecologico-naturalistiche, fisiche, agroforestali, storico-culturali ed archeologiche.

Dalla Carta delle risorse naturalistiche ed agroforestali delle Linee guida per il paesaggio si evince che il Comune di Pollica è in gran parte occupato dalle categorie B1 (Aree forestali dei rilievi collinari) e B4 (Mosaici agricoli ed agroforestali dei rilievi collinari, ed aree agricole a più elevata complessità strutturale), ad eccezione di piccole aree urbanizzate E (Ambiti di più diretta influenza dei sistemi urbani e della rete infrastrutturale) e del settore settentrionale del territorio comunale, classificato come A1 (Aree forestali dei rilievi montani). La Carta dei sistemi del territorio rurale e aperto classifica il territorio di Pollica come “Colline costiere del Cilento”, mentre una piccola parte del settore settentrionale del territorio ricade nell’ambito denominato “Monte Stella”. Le Linee guida definiscono, inoltre, gli indirizzi per la pianificazione provinciale e comunale dei tali territori. All’interno dei sistemi e sottosistemi facenti parte delle aree collinari i piani territoriali di coordinamento provinciale ed i piani urbanistici comunali:

• definiscono misure per il mantenimento di condizioni di continuità, integrità e apertura delle aree rurali e agricole; • definiscono misure di salvaguardia per i mosaici agricoli ed agroforestali e per gli arboreti tradizionali; • definiscono misure di salvaguardia per gli elementi di diversità biologica delle aree agricole; • definiscono misure per la salvaguardia dell’integrità delle aree forestali; • definiscono misure per la salvaguardia delle aree agricole, forestali e di prateria caratterizzate da pericolosità idrogeologica elevata o molto elevata, non consentendo l’edificabilità; 23

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• definiscono misure per la salvaguardia dell’integrità dei corsi d’acqua e degli elementi morfologici caratterizzanti, non consentendo l’edificabilità; • definiscono le norme per il corretto inserimento ambientale e paesaggistico di opere, infrastrutture, impianti tecnologici e di produzione energetica, identificando idonee fasce di tutela degli elementi morfologici e dei crinali a maggiore fragilità visiva

6.2. Il Piano Territoriale di Coordinamento provinciale (PTCP) La Provincia di Salerno si è dotata di un Piano Territoriale di Coordinamento nel 2012. Questo strumento, così come esplicitato nella Relazione, si pone come principale obiettivo quello di coniugare conservazione e sviluppo, all’interno di un procedimento work in progress, un’azione dinamica di pianificazione, che coinvolga nelle scelte, dietro l’impulso dell’ente Provincia, i diversi attori che contribuiscono alla gestione, alla salvaguardia ed alla trasformazione del territorio.

Figura 7 - Ambiti Territoriali Identitari (PTCP)

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Il PTCP della Provincia di Salerno, in conformità alle disposizioni della Legge regionale n.16 del 2004, si articola in disposizioni di carattere strutturale e programmatico. Il Piano provinciale delimita sette Ambiti Territoriali Identitari, corrispondenti a gruppi di Comuni, contraddistinti da una chiara identità culturale, sociale ed economica ed accomunati da specifiche caratteristiche urbane, geografiche, e paesaggistico-ambientali. Detti ambiti sono stati determinati mediante l’accorpamento dei Sistemi territoriali di Sviluppo tracciati dal PTR. In particolare il territorio di Pollica è inserito nell’ambito denominato “Il Cilento: Calore, Alento, Mingardo, Bussento e Alburni sud-est”, corrispondente al settore sud-occidentale del territorio provinciale. Oltre agli Ambiti territoriali identitari, sono delimitate partizioni territoriali minori definite “Unità di paesaggio”, contesti di riferimento per la definizione ed attuazione delle politiche paesaggistiche dettate dal PTCP.

Sulla base della “Carta dei paesaggi” redatta dalla Regione Campania, il Piano provinciale individua quindi 43 “Unità di paesaggio”. Il PTCP, con l’obiettivo di garantire un’azione efficace di governo del territorio, individua tre istanze fondamentali di orientamento dello sviluppo del sistema insediativo: • le aree aperte; • le aree insediate; • il sistema di collegamenti. A) Le aree aperte sono assunte dal Piano come componente essenziale del paesaggio, in quanto esse sono frutto dell’interazione tra fattori naturali ed antropici. Al fine di consentire la riqualificazione di aree aperte degradate, il PTCP prevede che i PUC potranno consentire interventi mirati di restauro paesaggistico con l’obiettivo di: - valorizzare gli elementi costitutivi e le morfologie dei beni paesaggistici tutelati;

- migliorare l’assetto idraulico e forestale;

- riqualificare le aree compromesse o degradate;

- individuare le misure necessarie per un corretto inserimento, all’interno del contesto paesaggistico, degli interventi di trasformazione del territorio.

L’edificabilità del territorio rurale aperto, deve essere quindi inquadrata nel rispetto di parametri commisurati alla qualità, all’effettivo svolgimento dell’attività agricola, comprovata da un idoneo piano di sviluppo aziendale. La realizzazione

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COMUNE DI POLLICA RELAZIONE DI PIANO E DOCUMENTO STRATEGICO delle previsioni del piano di sviluppo aziendale deve essere garantita da un atto unilaterale d’obbligo da registrare e trascrivere. B) Per quanto riguarda il territorio insediato, il Piano pone l’accento sui fenomeni di degrado e frammentazione ecologica causati dalla massiccia espansione insediativa avvenuta dagli anni ’50 del Novecento ad oggi, utilizzando i dati relativi al consumo del suolo. Dall’analisi dell’evoluzione dei processi insediativi negli ultimi decenni emerge come principale problematica quella del consumo di suolo agricolo e naturale, fenomeno che ha subito un’accelerazione dalla seconda metà del ‘900 ai primi anni del 2000. Dal 1871 al 1956 la superficie urbanizzata è aumentata del 120% circa, tuttavia l’incremento maggiore si è avuto nei successivi 30 anni, durante i quali la superficie urbanizzata è più che quadruplicata, consumando circa 16.088 ettari di suolo. Fra il 1987 ed il 2004, il consumo di suolo ha raggiunto la cifra di circa 4.880 ettari. Il dato più interessante è probabilmente il seguente: del totale della superficie urbanizzata al 2004, l’84% è stata realizzata in soli cinquanta anni, nel periodo 1956‐2004. Il PTCP quindi, con l’obiettivo della minimizzazione del consumo di suolo, prevede misure premiali, oltre al riuso e la riqualificazione delle aree urbanizzate esistenti. C) In materia di mobilità il PTCP individua i seguenti obiettivi: - completare la rete stradale di competenza provinciale;

- adeguare e potenziare la rete esistente, per adeguare le infrastrutture esistenti alle nuove caratteristiche della domanda di spostamento;

- migliorare il livello di sicurezza;

- progettare interventi di riqualificazione ambientale delle fasce laterali a strade e ferrovie per un miglior inserimento territoriale;

a. Il territorio di Pollica nel PTCP La Tavola 1.1.2 allegata al presente documento riporta stralci di alcune tavole del PTCP, ritenute particolarmente significative per il comune di Pollica: • “La rete ecologica provinciale e il rischio ambientale” • “Centralità”. Nello stralcio della tavola sulla rete ecologica, sono evidenziate le risorse ambientali ed ecologiche e le azioni per la loro tutela, come il governo del rischio ambientale e la costruzione della rete ecologica provinciale. Il comune di Pollica si trova in un’area di elevato valore ambientale e paesaggistico, interessata da diversi ambiti con alto livello di biodiversità, da connettere rinforzando le connessioni ecologiche e valorizzando il patrimonio geologico. La mitigazione del rischio dell’erosione costiera è un altro tema rilevante che interessa il comune di Pollica.

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La tavola delle Centralità mette in luce l’assenza di elementi di centralità nel territorio comunale di Pollica, mentre a livello comprensoriale, i comuni in cui si concentrano le “polarità” sono quelli di Vallo della Lucania e Agropoli, che fungono come centri di riferimento minori.

Rispetto alle unità di paesaggio, il territorio di Pollica fa parte dell’Unità di Paesaggio n. 33 “Punta Licosa-Monte Stella”. Fra gli obiettivi indicati dal “Piano delle identità” per l’Ambito territoriale identitario “Cilento”, si evidenziano quelli che più da vicino riguardano il territorio di Pollica: • valorizzazione del patrimonio naturalistico e forestale, quale sistema portante della rete ecologica nazionale, regionale e provinciale; • salvaguardia della integrità fisica e della connotazione paesaggistica ed ambientale degli arenili, delle fasce dunali, delle coste alte delle falesie e delle fasce costiere; • tutela dei corsi fluviali principali e minori, delle relative aree di pertinenza, e riqualificazione delle aree degradate.

Nella tabella contenuta nell’articolo 12 comma 9 delle Norme di Attuazione del Piano di Coordinamento Provinciale, sono riportati gli obiettivi di qualità paesaggistica che devono guidare i comuni nella redazione dei P.U.C. Per l’Unità di paesaggio n. 33 “Punta Licosa-Monte Stella” sono individuate le seguenti azioni: • azioni di valorizzazione, orientate alla tutela dei valori del paesaggio agrario ed all’incremento della qualità ecologica e paesaggistica delle aree agricole compromesse al fine di reintegrare i valori preesistenti e/o di realizzare nuovi valori paesaggistici; • azioni di incremento dell’accessibilità, orientate a mantenere o mettere in efficienza le infrastrutture esistenti ed eventualmente a realizzare nuovi tronchi stradali ad integrazione degli interventi previsti dal PTCP; • azioni di qualificazione delle attività turistiche dei centri costieri orientate all’integrazione del turismo balneare con quello escursionistico e culturale nonché alla riqualificazione degli insediamenti turistici esistenti e complessivamente del water front, con possibilità di integrazioni limitatamente a quanto previsto dal PTCP.

6.3. Il territorio di Pollica e il Piano del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni (PNCVD) Il Territorio di Pollica è compreso interamente nel perimetro del Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni, istituito con DPR 6/5/1995. L’Ente ha provveduto alla redazione del Piano del Parco nel 2010.

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L’elaborato allegato (ved TAV. 1.1.3) riporta la zonizzazione del Piano, corredata dagli stralci di Norme Tecniche di Attuazione, utili a fornire un’idea dei diversi gradi di tutela garantiti dal Piano. Il comune è interessato dalle zone B1 – Riserva generale orientata, C1 – Zone di protezione prossime ai centri abitati, C2 – Altre zone di protezione, D – Aree urbane o aree rurali compromesse. Nelle zone classificate B1, C1 e C2 prevalgono prescrizioni volte a tutelare l’ambiente naturale, le attività agricole tradizionali e di pascolo, i valori paesaggistici. Le zone D, modificate dai processi di antropizzazione, sono dirette ad ospitare attività e servizi per la fruizione del parco e allo sviluppo economico delle comunità insediate sul territorio.

Le aree collinari interne del comune sono in gran parte classificate come zona C2, ed in piccola parte zona B1 e C1. I centri collinari di Celso, Galdo, Pollica e Cannicchio, comprese le aree circostanti, sono classificati zona D. La fascia costiera è classificata prevalentemente come zona B1, mentre nella parte più orientale, a monte dell’abitato di Pioppi, prevale la zona C1. La zona D si estende sui centri di Acciaroli e Pioppi; inoltre essa occupa la fascia costiera a nord-ovest di Acciaroli corrispondente all’area attraversata dalla SP 267, e un’area molto estesa situata a ovest di Pioppi.

Proprio quest’ultima è stata oggetto d’istanza di riperimetrazione, presentata dal comune di Pollica nel 2011, che prevede l’estensione della zona B1 su gran parte dell’area oggi classificata zona D, ed una limitata estensione della zona D verso ovest in prossimità della foce del torrente Mortelle.

6.4. Il territorio di Pollica e il Piano Territoriale Paesistico del Cilento costiero (PTP) Il comune di Pollica è interessato dal Piano Territoriale Paesistico del Cilento Costiero. La zonizzazione riportata nella carta 1.1.4 del P.T.P. si basa su un trasferimento della zonizzazione del P.T.P. sulla Carta Tecnica Regionale in scala 1:10.000. Poiché non è stata ancora effettuata una georeferenziazione di tale zonizzazione da parte della Regione Campania, tale cartografia è da considerarsi indicativa in quanto la trasposizione riportata piò presentare lievi difformità. L’utilizzazione di questa carta è finalizzata a una ricognizione generale delle principali aree vincolate. Ai fini giuridici farà fede la zonizzazione ufficiale del Ministero dei Beni Culturali e della Regione Campania. Le zone del PTP riguardano la fascia costiera del territorio comunale, compresi gli abitati di Acciaroli e Pioppi. Le zone che interessano Pollica sono: Conservazione integrale, Conservazione integrale e riqualificazione ambientale – sottozona 1, Conservazione integrale e riqualificazione ambientale – sottozona 3, Conservazione integrata del paesaggio collinare, Recupero ed adeguamento delle aree portuali, Recupero urbanistico, edilizio e restauro paesistico ambientale, Riqualificazione degli insediamenti rurali infrastrutturali, Valorizzazione turistico sportiva.

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La normativa per le zone di Conservazione integrale (cfr. Art. 11 NTA) vieta gli interventi di:

- realizzazione di nuove infrastrutture e/o edifici o incremento dei volumi esistenti;

- impianto di nuove serre;

- esecuzione di movimenti o livellamenti di terreno, anche di modesta entità o di qualsiasi altra modifica dell'andamento morfologico naturale;

- installazione di apparecchiature per la trasmissione di segnali radio-televisivi in aree attualmente non utilizzate per analoga destinazione;

- realizzazione di nuove linee elettriche aeree ad alta tensione su tralicci;

- trasformazione di aree di macchia mediterranea o di bosco o sostituzione di colture arboree con seminativi a colture erbacee.

Per le zone di Conservazione integrale e riqualificazione ambientale (cfr. Art. 12 NTA), similmente a quanto previsto per le zone di Conservazione Integrale, le NTA vietano la realizzazione di nuove infrastrutture e/o edifici, pur con piccole eccezioni riguardanti serre, apparecchiature per la telecomunicazione e strutture leggere in generale.

Nelle zone di Conservazione integrata del paesaggio collinare (cfr. Art. 13 NTA) sono vietati gli interventi di

“-incremento dei volumi esistenti, con esclusione degli interventi consentiti al successivo punto 4 del presente articolo;

- apertura di nuove cave;

- prosecuzione della coltivazione di cave;

- realizzazione di impianti di discarica di rifiuti solidi urbani;

- alterazione dell'andamento naturale del terreno cori esclusione delle normali lavorazioni nelle aree agricole;

- trasformazione colturale dei pascoli;

- trasformazione di boschi, macchia mediterranea o colture arboree in seminativo;

- espianto degli oliveti.”

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La zona di Recupero urbanistico, edilizio e restauro paesistico ambientale (cfr. Art. 14 NTA) riguarda i centri abitati di Acciaroli e Pioppi, in essi sono vietati gli interventi di:

“- apertura di nuove cave di qualunque materiale e prosecuzione della coltivazione di eventuali cave esistenti;

- realizzazione di impianti di discarica di rifiuti di qualsiasi tipo;

- esecuzione di movimenti di terra che comportino estese e sostanziali trasformazioni della morfologia del terreno;

- l'espianto della vegetazione arborea e degli oliveti, ad eccezione dei casi di realizzazione di attrezzature pubbliche e di edilizia, pubblica o privata, ammessa;

- realizzazione di elettrodotti od altre infrastrutture aeree;

- ristrutturazione urbanistica per le aree esterne ai perimetri dei centri storici e dei nuclei e complessi rurali di valore storico ed ambientale, individuati ed approvati secondo le disposizioni di cui all'art. 5 p.to 2 della presente normativa.”

Nelle zone di Valorizzazione turistico sportiva (cfr. Art. 16 NTA) è vietata la realizzazione di volumetrie residenziali, mentre è consentita la realizzazione di strutture ed impianti per l’attività balneare, sportiva e ricreativa.

La zona di recupero ed adeguamento delle aree portuali interessa il porto di Acciaroli (cfr. Art. 16 NTA) e l’area portuale di Pioppi, prevista anche nel PRG vigente ma non attuata.

7. Lo stato di attuazione degli strumenti vigenti

7.1. Il Piano Regolatore Vigente (con attuazione) Il PRG vigente è stato approvato il 29/12/2004. Nella scheda allegata (v. All. 1) vengono riportati i principali atti amministrativi relativi anche all’attuazione del PRG.

Ai fini della rappresentazione dello stato di attuazione si è effettuata una sovrapposizione tra la cartografia disponibile del P.R.G. e la Carta Tecnica Regionale del 2004.1

1 Nota bene: la sovrapposizione della cartografia disponibile del P.R.G. con la Carta Tecnica Regionale del 2004 che è stata effettuata è puramente descrittiva, in quanto presenta elementi di imprecisione e sfasatura di punti. Pertanto, ai fini giuridici, fa fede la perimetrazione delle zone del P.R.G. disponibile. 30

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Le tavole relative all’attuazione del PRG vigente riportano la zonizzazione (ved. TAV. 1.2) e negli elaborati successivi (ved. TAV. 1.2.1 1.2.2, 1.2.3 e 1.2.4) è stato individuato lo stato di attuazione delle zone d’espansione (prevalentemente di natura turistica) ai fini della valutazione delle dinamiche che hanno coinvolto il settore e di quelle destinate a servizi ai fini di una valutazione quantitativa dell’attuale dotazione di standard urbanistici. E’ opportuno precisare che tale ricognizione ha un carattere descrittivo e indicativo e non considera eventuali difformità funzionali autorizzate. L’analisi dello stato di attuazione ha riguardato solo alcune zone del PRG, in particolare:

 C1 - Residenziale di espansione (Peep comunale)

 C2 - Nuova urbanizzazione privata

 D2 - Attrezzature turistico-alberghiere di progetto

 D4 - Attrezzature turistico-complementari di progetto

 D5 - Attrezzature turistico-terziarie di progetto

 D6 - Attrezzature sportive e ricreative scoperte

 D7 - Attrezzature per il commercio

 D9 - Insediamenti produttivi di progetto

 E2 - Agricola vincolata

 G2 - Parco territoriale

 G3 - Riserva naturale

 H - Impianti tecnologici

 I - Porto

 Zone S - Attrezzature pubbliche

 Comparti

Per le altre zone del PRG, elencate di seguito, non si è ritenuto necessario effettuare l’analisi relativa allo stato di attuazione.

 A - Residenziale esistente satura d'interesse storico-ambientale

 B1 - Residenziale esistente

 B2 - Residenziale esistente satura

 E3 - Agricola ordinaria 31

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Ciò in quanto si tratta di aree urbane consolidate – centri storici, espansioni recenti – oppure di aree agricole Gli interventi realmente realizzati saranno aggiornati in sede di redazione del P.U.C. sulla base delle rilevazioni cartografiche più recenti e dei permessi di costruire effettivamente rilasciati.

Il quadro generale sullo stato di attuazione del PRG restituisce l’immagine di un territorio che non ha seguito l’idea di sviluppo turistico e produttivo prospettata dal Piano. Gran parte delle previsioni relative alle zone D non sono infatti state attuate; allo stesso modo la prevista realizzazione di un porticciolo presso la frazione di Pioppi non ha avuto effetti.

7.2. Attuazione zone S L’analisi dello stato di attuazione delle zone S, per facilità di lettura, è stata riportata separatamente. Il PRG vigente distingue tali zone in due categorie: quelle “esistenti” e quelle “di progetto”. Sono quindi stati riconosciuti diversi livelli di attuazione, differenziati per le zone “esistenti” o “di progetto”. Per quanto riguarda le zone classificate come “esistenti” dal PRG, sono state individuate le seguenti categorie:

• aree per attrezzature esistenti – aree che hanno conservato la loro funzione;

• aree dismesse – aree in cui non è più svolta la funzione originaria, ma in cui non è subentrata una nuova funzione: è il caso di alcune strutture scolastiche e sportive non più utilizzate e in stato di abbandono;

• aree con variazione di destinazione – aree in cui la funzione originaria è stata sostituita da una nuova, è il caso delle aree per l’istruzione oggi trasformate in insediamenti residenziali comunali.

Per quanto riguarda le zone classificate come “di progetto” dal PRG, sono state individuate le seguenti categorie:

• previsione attuata – le trasformazioni del territorio sono avvenute coerentemente con le previsioni di piano;

• previsione attuata in difformità – le trasformazioni del territorio sono avvenute senza rispettare le previsioni di piano relative alle destinazioni d’uso;

• previsione non attuata – non c’è stata trasformazione del territorio.

Nel complesso, il quadro fornito dalla lettura delle carte, evidenzia come una parte consistente delle previsioni relative alle aree per attrezzature non sia stato attuato, mentre è abbastanza frequente il caso di strutture scolastiche riconvertite

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COMUNE DI POLLICA RELAZIONE DI PIANO E DOCUMENTO STRATEGICO ad altre funzioni, prevalentemente edilizia residenziale pubblica. Limitati sono i casi di aree per attrezzature attuate in difformità.

Dal punto di vista dell’abusivismo edilizio, come si evince dalla certificazione allegata (vedi All. 2), non vi sono episodi significativi di abusi in termini di realizzazione di interi edifici o gruppi di edifici.

8. L’uso ed assetto storico del territorio

8.1. Stratificazione storica La TAV. 2 descrive l’evoluzione storica del territorio di Pollica. Sulla carta di base sono stati riportati i beni storici ed archeologici presenti, localizzati utilizzando i dati contenuti nel PTCP e nel Piano del Parco. E’ stata effettuata, anche, una classificazione delle aree urbanizzate per epoca basata sulle carte a disposizione (CTR, IGM, carta catastale storica), grazie, soprattutto, alla carta catastale storica, risalente al 1905, utile ad, anche, individuare la rete delle strade provinciali esistenti all’epoca.

La classificazione delle aree urbanizzate per epoca storica non ha la pretesa di attribuire a ciascun edificio un’epoca di costruzione, piuttosto essa mira ad identificare il periodo in cui una determinata area ha subito il processo di urbanizzazione. L’analisi proposta non tiene conto di eventuali rimaneggiamenti o ricostruzioni di singoli edifici. Dall’analisi emerge la diversità, in termini di età delle aree urbanizzate, che esiste fra le frazioni costiere (Acciaroli e Pioppi) e quelle collinari (Galdo, Celso, Pollica e Cannicchio). Le prime, infatti, sono cresciute prevalentemente in epoche successive al 1905, in particolare Acciaroli la cui area di origine storica ha estensione limitata. Al contrario, le frazioni collinari hanno visto una crescita urbana ridotta e godono di un certo interesse storico. Infatti le ritroviamo citate in documenti risalenti all’anno 1000 e numerosi sono gli edifici di interesse storico che attestano l’origine antica di questi centri rurali. Numerosi sono, infine, gli insediamenti sorti lungo la fascia costiera, in particolare a nord di Acciaroli, ai piedi delle Serre di Mare, e nel tratto di costa compreso fra Torre la Punta e Pioppi. Tuttavia questi ultimi non costituiscono un tessuto urbano continuo e strutturato, configurandosi piuttosto come insediamenti isolati. I beni storico- archeologici presenti sono classificati dal PTCP in architetture religiose ed architetture difensive; i centri storici indicati sono quelli riportati dagli elaborati di analisi del Piano del Parco. Tutti i centri, ad eccezione di Pioppi, sono caratterizzati dall’esistenza di uno o più edifici religiosi di valore, mentre le architetture difensive corrispondono alla Torre di Acciaroli e alla Torre di Caleo, facenti parte del sistema di torri costiere la cui presenza è alquanto frequente lungo le coste cilentane.

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Figura 8 – I Centri abitati del Comune di Pollica 34

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9. Gli assetti fisici, funzionali e produttivi del territorio

9.1. Morfologia del territorio Le Tavole 3.1 e 3.2 rappresentano una ricognizione dell’assetto attuale del territorio dal punto di vista delle morfologie insediative e delle attrezzature ed infrastrutture presenti. La lettura delle morfologie ha riconosciuto l’esistenza, all’interno dei tessuti urbani di origine storica, di un impianto addensato intorno a nuclei, corrispondente all’area centrale di Pollica, mentre le restanti aree di origine storica hanno uno sviluppo lineare, incardinato sul tracciato stradale. Anche i tessuti urbani di origine recente sono stati distinti in base alla morfologia, che assume carattere compatto, come ad Acciaroli, struttura lineare come a Pioppi, struttura ad edifici isolati come nel caso in cui di alcuni insediamenti extraurbani localizzati prevalentemente lungo la costa.

9.2. Dotazioni territoriali Delle dotazioni territoriali fanno parte sia le strutture puntuali, corrispondenti alle aree a standard, ai complessi di edilizia residenziale pubblica, all’impianto di depurazione; sia le infrastrutture a rete, corrispondenti alle reti stradale, elettrica ed idrica. L’esame dell’attuazione del programma di attrezzature pubbliche da standard – D.M. 1444/68 (v. Tab. 1) rappresenta una prima valutazione sulla offerta complessiva di servizi pubblici disponibili a Pollica. Rispetto all’attuale numero di abitanti, pari a 2393 (popolazione residente al 1 Gennaio 2016), il numero di aree destinate ad attrezzature è pari a 76.200 mq per circa 31,84 mq/ab.

Tabella 1 - Ricognizione degli Standard urbanistici come previsto dalle Legge Ponte n ° 765 del 1967

FABBISOGNO DA GRADO DI PRESENTI D.M. 1444/1968 CARENZA/SURPLUS STANDARD DI LIVELLO LOCALE MQ MQ/AB MQ MQ/AB MQ MQ/AB

Aree per attrezzature di interesse comune 14.868,00 6,21 4.786,00 2 10.082,00 4,21

Aree per l'istruzione 4.379,00 1,83 10.768,50 4,5 -6.389,50 -2,67

Aree per parcheggi 32.244,00 13,47 5.982,50 2,5 26.261,00 10,97

Aree per spazi pubblici attrezzati a parco e per il gioco e lo sport 24.709,00 10,33 21.537,00 9 3.172,00 1,33

TOTALE 76.200,00 31,84 43.074,00 18 33.126,00 13,84

Fonte: Nostra elaborazione su rilevazione diretta

Risulta evidente che la pianificazione pregressa, che era basata su di una ipotesi di crescita demografica maggiore, conteneva un più ampio sistema di

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COMUNE DI POLLICA RELAZIONE DI PIANO E DOCUMENTO STRATEGICO attrezzature. La flessione del numero di abitanti ha reso sufficiente anche una parziale realizzazione del programma di attrezzature, che oggi risulta sotto il profilo quantitativo maggiore rispetto alla quota minima inderogabile di 18 mq/ab. E’ importante sottolineare che 18 mq/ab rappresenta un parametro minimo e che la legislazione regionale ha introdotto un ulteriore parametro di 20 mq/ab.

Ovviamente alcune dotazioni vanno misurate anche in rapporto alla concentrazione di popolazione del periodo estivo che raggiunge anche le 40.000 unità che risiedono o frequentano il territorio comunale. Questo significa soprattutto lavorare sulle attrezzature d’interesse comune e di parcheggi che possono rendere sostenibile quest’utenza aggiuntiva.

E’ importante evidenziare come in una fase futura di analisi e programmazione delle nuove attrezzature, dovrà necessariamente essere presa in considerazione la categoria dei “city users” e “ospiti temporanei”.

È necessario sottolineare che le attrezzature a standard risultano quasi tutte concentrate nel centro urbano di Pollica, mentre le località a valle e nei nuclei dispersi ne risultano quasi completamente prive, eccezion fatta per Acciaroli, dove, invece, è presente la maggior parte delle aree di parcheggio. Tale considerazione impone di reinterpretare il semplice parametro quantitativo, approfondendo anche gli aspetti di distribuzione delle funzioni pubbliche nell’ambito del territorio comunale. Uno dei temi del nuovo P.U.C. è il riequilibrio non solo delle dotazioni di attrezzature pubbliche ma anche di servizi per rendere attrattiva la frequentazione delle frazioni interne.

9.3 Sistema infrastrutturale Questo elaborato classifica la rete stradale esistente in base alle caratteristiche funzionali e geometriche, ai sensi del DM 5/11/2001. La classificazione funzionale evidenzia come il tronco stradale più importante sia quello corrispondente alla SP 267, che corre lungo la linea di costa in direzione est-ovest. Questa strada collega Pollica ai comuni contermini e alla SP 430, variante della ex SS 18, che è la principale arteria di accesso automobilistico del territorio cilentano. Un ruolo secondario è svolto dalle strade che si dipartono dalla SP 267 verso l’interno, raggiungendo le frazioni collinari e collegando queste ultime agli abitati di San Mauro Cilento, Omignano e Stella Cilento. Nel territorio si riscontra inoltre una fitta rete di strade locali/rurali. Dalla classificazione geometrica emerge che solamente la SP 267 presenta caratteristiche di strada extraurbana secondaria (C2), mentre la restante parte della rete stradale è classificabile come strade locali/rurali (F). Dal confronto fra le due classificazioni si evidenzia la non adeguatezza, dal punto di vista geometrico, di numerosi assi stradali, in particolare delle strade di collegamento fra le frazioni, le quali svolgono un importante ruolo di

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COMUNE DI POLLICA RELAZIONE DI PIANO E DOCUMENTO STRATEGICO collegamento fra i centri abitati, pur non possedendo adeguate caratteristiche dal punto di vista fisico.

Figura 9 – Centro abitato di Pioppi, via Caracciolo SS267

10. Lo Stato dell’ambiente

10.1. Quadro ambientale ed uso del suolo In riferimento allo stato dell’ambiente sono state elaborate le Tavole 4.1, 4.2,1, 4.2.2 e 4.3 che contengono tre rappresentazioni del territorio, a scala diversa, utili a fornire un quadro dello stato delle componenti ambientali nel comune di Pollica.

La Tavola 4.1, in scala 1:10.000, riporta l’uso del suolo agricolo e naturale ricavato dalla CUAS regionale del 2009, insieme al reticolo idrografico. Il territorio comunale è occupato dalle aree urbanizzate solo per piccoli tratti, corrispondenti ai centri abitati, che costituiscono quindi delle “isole” all’interno di una matrice composta da tipologie di copertura del suolo agricole o semi-naturali. Lungo il sistema collinare costiero prevalgono le aree ricoperte da vegetazione sclerofilla, tipica della macchia mediterranea e le aree occupate da sistemi colturali e particellari complessi. Nella parte alta del comune le aree ricoperte dalla macchia si mescolano agli oliveti, diffusi su tutto il territorio, e ai boschi di latifoglie. I sistemi colturali e particellari complessi, oltre che lungo la costa, sono presenti lungo le aste dei torrenti Mortelle e Iandolo e nei pressi degli abitati di Pollica e Celso. A monte di Pioppi sono presenti piccoli appezzamenti coltivati a vigneto. Altre classi

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COMUNE DI POLLICA RELAZIONE DI PIANO E DOCUMENTO STRATEGICO rilevate dalla CUAS sono: prati pascoli naturali e praterie, aree a ricolonizzazione naturale, aree a ricolonizzazione artificiale (rimboschimenti), spiagge.

Le due carte in scala 1:100.000 (Tav. 4.2.1 e 4.2.2) rappresentano lo stato dell’ambiente a scala territoriale.

Nella prima è indicato l’uso del suolo, ottenuto dal primo livello della CUAS. La fascia costiera è quella che è maggiormente interessata dalle aree urbanizzate, mentre nelle aree interne esse si riducono a piccoli centri collinari circondati dalle aree agricole o boscose, queste ultime localizzate prevalentemente alle quote più elevate. I principali corsi d’acqua del quadrante nord-occidentale del Cilento sono l’Alento ed il Testene, che disegnano anche le uniche aree pianeggianti di una certa estensione, comunque minoritarie in un territorio prevalentemente collinare e in piccola parte montuoso, con i rilievo posti a ridosso del mare.

La seconda carta in scala 1:100.000 contiene le aree protette che interessano il territorio. Di queste, due riguardano direttamente Pollica: Il Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano ed Alburni, che riguarda l’intero territorio comunale, e l’area SIC situata presso la vetta del Monte della Stella, che incrocia per un piccolo tratto il territorio di Pollica.

Figure 12 – Paesaggio naturale del torrente Iandolo

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10.2. Rischi ambientali Le TAV. 4_2_1 – 4_2_2 sui rischi ambientali contengono rispettivamente i perimetri del Rischio Pericolo da frana e le disposizioni dettate dal Piano Stralcio di Erosione Costiera. Il comune non è interessato da aree di rischio idraulico.

10.3. Uso agricolo del suolo La TAV. 4_3 riporta la carta di utilizzazione agricola del suolo comunale redatta all’epoca dell’approvazione del PRG. Essa suddivide il territorio in tre categorie di uso del suolo: centri abitati e/o aree urbanizzate, zona con prevalenza di macchia e/o pascoli e/o incolti, zona con prevalenza di seminativi semplici e/o arborati. I perimetri andrebbero sostanzialmente rivisti, sia per avere un maggior grado di dettaglio nella descrizione delle colture presenti, sia a causa dei cambiamenti intercorsi dall’epoca di redazione della carta.

11. Ricognizione degli elementi del tessuto urbano

11.1. Analisi morfologica dei tessuti insediativi L’analisi dei tessuti insediativi è stata effettua sviluppando una ricognizione dell’assetto attuale del territorio dal punto di vista delle morfologie insediative e delle attrezzature ed infrastrutture presenti. La lettura delle morfologie ha riconosciuto l’esistenza, all’interno dei tessuti urbani di origine storica, di un impianto addensato intorno a nuclei, corrispondente all’area centrale di Pollica, mentre le restanti aree di origine storica hanno uno sviluppo lineare, incardinato sul tracciato stradale. Anche i tessuti urbani di origine recente sono stati distinti in base alla morfologia, che assume carattere compatto, come ad Acciaroli, struttura lineare come a Pioppi, struttura ad edifici isolati come nel caso in cui di alcuni insediamenti extraurbani localizzati prevalentemente lungo la costa.

Delle dotazioni territoriali fanno parte sia le strutture puntuali, corrispondenti alle aree a standard, ai complessi di edilizia residenziale pubblica, all’impianto di depurazione; sia le infrastrutture a rete, corrispondenti alle reti stradale, elettrica ed idrica.

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Figura 13 – I centri abitati del Comune di Pollica

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12. Ricognizione dei vincoli esistenti

12.1. La carta unica del territorio La TAV. 6 raccoglie i principali vincoli che interessano il territorio, derivanti da strumenti di pianificazione sovraordinati, come il Piano stralcio di assetto idrogeologico, le aree sottoposte a tutela dal D. Lgs 42/2004, le aree appartenenti alla rete Natura 2000, le zone di rispetto.

Dalla carta si denota come buona parte del territorio comunale sia interessato da più vincoli e/o limitazioni. Esse sono riconducibili in primo luogo alle aree sottoposte a tutela dal D. Lgs. 42/2004, corrispondenti alle fasce lungo i principali corsi d’acqua, alla fascia costiera, alle aree boschive, alle aree dichiarate di notevole interesse pubblico, riconosciute con DM 28/03/1985. Inoltre, essendo il comune di Pollica interamente compreso nel perimetro del Parco Nazionale del Cilento, esso è sottoposto a tutela secondo l’art. 142 comma 1 lettera f).

Per quanto riguarda la zonizzazione del Piano Stralcio di Assetto Idrogeologico, sono riportate unicamente le aree di pericolosità da frana elevata e molto elevata, nelle quali sono consentiti (cfr. PsAI - art. 33 NTA):

a. gli interventi di bonifica e di sistemazione delle aree di possibile innesco e sviluppo dei fenomeni di dissesto;

b. gli interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria dei muretti a secco e delle opere di mitigazione del rischio da frane ed idraulico;

c. gli interventi di sistemazione e miglioramento ambientale finalizzati a ridurre la pericolosità dell’area;

d. la realizzazione di muretti a secco;

e. la realizzazione di manufatti non qualificabili come volumi edilizi strettamente connessi alle attività agricole.”

Il comune non è interessato da aree a rischio o pericolosità idraulica.

Il territorio è, invece, interessato da alcune aree di rispetto, derivanti dall’esistenza di infrastrutture – depuratore, strada di tipologia C2, elettrodotti, cimitero – e di corsi d’acqua.

Altre aree tutelate sono l’area costiera, su cui insiste il PTP del Cilento Costiero, e una piccola porzione del settore più elevato del territorio, appartenente al Sito di Interesse Comunitario SIC-IT8050025 Monte della Stella.

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13 Analisi socio-economica

13.1 Popolazione e territorio Si è ritenuto opportuno riferire alcune considerazioni demografiche ed economiche a un’area di riferimento più vasta rispetto a quella del territorio di Pollica. L’area assunta a riferimento è quella indicata nell’inquadramento legata ai cinque comuni di Serramezzana, Montecorice, San mauro Cilento, Pollica e Casalvelino.

Complessivamente la popolazione dell’area può considerarsi stazionaria nei trenta anni dei tre censimenti considerati (v.Tab.1), anche se con lievi oscillazioni tra i decenni e una tendenza alla diminuzione della popolazione di Pollica, San Mauro e Serramezzana, compensata dall’incremento degli abitanti di Montecorice e Casalvelino.

Tabella 2 – Popolazione residente nei Comuni dell’area al 1981, 1991, 2001, 2011

POPOLAZIONE Diff. 91-81 Diff. 01-91 Diff. 11-01 COMUNI 1981 1991 2001 2011 v.a % v.a. % v.a. % Casal Velino 4.273 4.464 4.578 4.938 191 4,47 114 2,55 360 0,08 Pollica 3.056 2.913 2.513 2.393 -143 -4,68 -400 -13,73 -120 -0,05 Montecorice 2.380 2.440 2.474 2.545 60 2,52 34 1,39 71 0,03 San Mauro C. 1.159 1.079 1.011 985 -80 -6,90 -68 -6,30 -26 -0,03 Serramezzana 469 441 403 347 -28 -5,97 -38 -8,62 -56 -0,14 Totale 13.318 13.328 12.980 13.219 10 0,08 -348 -2,61 239 1,84 Fonte: Nostra elaborazione su dati Istat

I fenomeni demografico descritti, non sono tuttavia di tale dimensione da consentire un giudizio di tendenziale “polarizzazione” nella distribuzione della popolazione in favore del Comune di Casal Velino, che probabilmente gode di una maggiore accessibilità alle reti di comunicazione e una maggiore concentrazione di servizi. Si può anche ipotizzare una maggiore accessibilità dei valori immobiliari dei centri che incrementano la loro popolazione.

L’analisi, riferita allo stesso periodo, della dinamica che ha investito le abitazioni (v. Tab 3), ci restituisce un andamento completamente diverso da quello della popolazione.

Tabella 3 – Abitazioni occupate nei Comuni dell’area al 1981, 1991, 2001, 2011

Abitazioni occupate COMUNI 1981 1991 2001 2011 Diff. 81-91 Diff. 91-01 Diff. 01-11 v.a % v.a % v.a % Casal Velino 1.219 1.498 1.652 2.015 279 22,89 154 10,28 363 21,97 Pollica 934 1.014 1.111 1.129 80 8,57 97 9,57 18 1,62 Montecorice 670 925 1.001 1.186 255 38,06 76 8,22 185 18,5 San Mauro C. 310 352 387 462 42 13,55 35 9,94 75 19,38 Serramezzana 126 145 150 161 19 15,08 5 3,45 11 7,33 Totale 3.259 3.934 4.301 4.953 675 20,71 367 9,33 652 15,16 Fonte: Nostra elaborazione su dati Istat

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In pratica, nel trentennio considerato, il patrimonio di abitazioni occupate è cresciuto nell’area del 50% e, nel caso di Pollica, del 20%. Il fenomeno è sostanzialmente dovuto, come vedremo, all’incremento del numero delle famiglie, anche nei casi di riduzione complessiva della popolazione. Incidono anche, specie nei primi decenni, la riduzione delle convivenze, e la ricerca di migliori condizioni abitative. Occorre però anche considerare l’elevata quota di patrimonio edilizio non destinato ad abitazione (che comprende seconde case destinate a non residenti, abitazioni occupate nella stagione turistica, abitazioni destinate ad altre funzioni, e abitazioni abbandonate. Complessivamente tale dato è stimabile nell’area, come anche nel caso di Pollica, pari a circa il 60% delle abitazioni complessive.

L’andamento delle famiglie (v. Tab. 4), conferma quanto anticipato. Si segnala, in particolare il maggiore incremento percentuale, nell’ultimo decennio intercensuario, delle famiglie nei Comuni di Casal Velino e Montecorice e la decisa flessione tendenziale nel Comune di San Mauro Cilento.

Tabella 4 – Famiglie nei Comuni dell’area al 1981, 1991, 2001, 2011

FAMIGLIE COMUNI 1981 1991 2001 2011 Diff. 81-91 Diff. 91-01 Diff. 01-11 v.a. % v.a. % v.a. % Casal Velino 1.304 1.499 1.653 2.140 195 14,95 154 10,27 487 29,46 Pollica 984 1.047 1.112 1.214 63 6,40 65 6,21 102 9,17 Montecorice 747 928 1.004 1.276 181 24,23 76 8,19 272 27,09 San Mauro C. 386 352 431 439 -34 -8,81 79 22,44 8 1,86 Serramezzana 126 146 150 166 20 15,87 4 2,74 16 10,67 Totale 3.547 3.972 4.350 5.235 425 11,98 378 9,52 885 20,34 Fonte: Nostra elaborazione su dati Istat

L’incremento delle famiglie, pur in presenza di una stazionarietà della popolazione o addirittura di una sua diminuzione, si giustifica sia con la costituzione “interna” di nuove famiglie, ma anche con gli immigrati che costituiscono nuove famiglie, mentre, quasi sempre, gli emigrati lasciano parte delle loro famiglie nel paese di origine. È comunque evidente che l’incremento delle famiglie rappresenta un’indubbia pressione sul mercato immobiliare, anche se, come si è detto, non rappresenta l’unica motivazione dell’incremento degli alloggi.

13.2 Attività della popolazione Si è ritenuto utile riportare nel presente documento preliminare alcune considerazioni sintetiche sull’occupazione, sia in termini di domanda che di offerta di posti di lavoro. Si tratta di elementi di conoscenza che andranno approfonditi al fine di delineare opportune strategie di sviluppo del territorio. Occorre anche considerare che il Piano Urbanistico Comunale di per sé non ha come funzione quella dello sviluppo produttivo, anche se, con le sue scelte, ne può consentire le condizioni e definirne le caratteristiche.

L’occupazione nell’area2 (v.Tab.5) si è andata incrementando nel periodo tra gli

2 Si definiscono occupati le persone di 15 anni e più che nella settimana di riferimento: - hanno svolto 43

COMUNE DI POLLICA RELAZIONE DI PIANO E DOCUMENTO STRATEGICO ultimi due censimenti. Il tasso di occupazione (percentuale di occupati sulla popolazione residente) ha fatto registrare il maggiore peso del Comune di San Mauro Cilento.

Occorre considerare che tali dati si riferiscono alla popolazione occupata, che potrebbe svolgere la propria attività anche in altri Comuni.

Tabella 5 – Occupati nei Comuni dell’area al 2001 e al 2011

2001 Occupati 2011 Occupati Tasso di occupazione % 2001 2011 Casal Velino 1.359 1.619 29,69 32,8 Pollica 685 759 27,26 31,7 Montecorice 655 797 26,48 31,3 San Mauro Cilento 362 356 35,81 36,1 Serramezzana 104 102 25,81 29,4 Totale 3.165 3.633 28,83 32,4 Fonte: Nostra elaborazione su dati Istat

Se consideriamo però che il tasso medio di occupazione dell’Italia e poco più del 38% e quello della Campania del 28%, ci si rende conto che le percentuali di occupazione sulla popolazione totale, riportate nella tabella nascondono diffuse forme di sottooccupazione o occupazione precaria. È opportuno anche considerare che questi dati non risentono ancora della crisi che ha colpito l’economia mondiale negli ultimi anni e che seppure in ritardo e mitigata da forme di difesa tipiche dei piccoli centri, ha sicuramente inciso sull’economia anche di questi territorio. Esaminando poi la distribuzione degli occupati nei diversi rami di attività (v. Tab 6), possiamo osservare come ad un leve decremento degli occupati in agricoltura e ad una sostanziale stabilità con tendenza alla riduzione delle attività manifatturiere, corrisponda una crescita consistente di occupati nei settori commerciali a Casal Velino, e un significativo incremento delle attività di servizio e delle altre attività (comprendenti anche la pubblica amministrazione) nei Comuni di Pollica, Casal Velino e Montecorice. Nel caso di San Mauro Cilento e Serramezzana abbiamo una perdita di occupati nelle altre attività e una sostanziale stazionarietà negli altri settori. almeno un’ora di lavoro in una qualsiasi attività che preveda un corrispettivo monetario o in natura; - hanno svolto almeno un’ora di lavoro non retribuito nella ditta di un familiare nella quale collaborano abitualmente; - sono assenti dal lavoro (ad esempio, per ferie o malattia). I dipendenti assenti dal lavoro sono considerati occupati se l’assenza non supera tre mesi, oppure se durante l’assenza continuano a percepire almeno il 50% della retribuzione. Gli indipendenti assenti dal lavoro, ad eccezione dei coadiuvanti familiari, sono considerati occupati se, durante il periodo di assenza, mantengono l’attività. I coadiuvanti familiari sono considerati occupati se l’assenza non supera tre mesi.

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Tabella 6 – Occupati nei Comuni dell’area al 2001 e 2011, nei principali settori di attività

ie e

servizi di trasporto, e ristoranti agricoltura, altre attività altre professionali, scientifiche e scientifiche totaleindustria informazione e e informazione comunicazione magazzinaggio, assic., immobiliari, immobiliari, assic., agenzieviaggio, di silvicoltura e pesca e silvicoltura attività finanziar imprese servizialle tecniche, noleggio, noleggio, tecniche,

Comuni alberghi commercio, diff- diff- diff- diff- 01- diff- diff- 2001 2011 01-11 2001 2011 01-11 2001 2011 01-11 2001 2011 11 2001 2011 01-11 2001 2011 01-11 Casal Velino 259 226 -33 265 254 -11 274 403 129 53 80 27 71 143 72 437 513 76 Pollica 117 118 1 143 146 3 141 151 10 17 25 8 54 80 26 213 239 26 Montecorice 143 135 -8 128 151 23 132 142 10 15 35 20 26 72 46 211 262 51 San Mauro C. 93 79 -14 57 64 7 72 73 1 12 18 6 41 43 2 87 79 -8 Serramezzana 34 30 -4 28 27 -1 12 13 1 7 4 -3 1 7 6 22 21 -1 Totale 646 588 -58 621 642 21 631 782 151 104 162 58 193 345 152 970 1.114 144 Fonte: Nostra elaborazione su dati Istat

Esaminando poi la ripartizione degli occupati al 2011 nei diversi settori di attività (v. Tab 7), rileviamo maggiori differenze tra i Comuni. Nel caso di San mauro e Serramzzana il peso percentuale degli occupati in agricoltura è maggiore rispetto agli altri Comuni. Nel caso di Pollica gli occupati nelle attività industriali e artigianali ha un peso analogo di quelli occupati nelle attività commerciali e turistiche. Complessivamente nell’area le attività terziarie impegnano circa il 40% degli occupati e il settore commerciale il 20%.

Tabella 7 – Ripartizione (valori assoluti e %) degli occupati nei Comuni dell’area al 2011, nei principali settori di attività ne e

alle

o, agenzie di

agricoltura, silvicoltura e pesca totale industria commercio, alberghi e ristoranti trasporto, magazzinaggio, servizi di informazio comunicazione attivitàassic., finanziarie e immobiliari, professionali, scientifiche e tecniche, noleggi viaggio, servizi imprese altre attività v.a. % v.a. % v.a. % v.a. % v.a. % v.a. % Casal Velino 226 13,96 254 15,69 403 24,89 80 4,94 143 8,83 513 31,69 Pollica 118 15,55 146 19,24 151 19,89 25 3,29 80 10,54 239 31,49 Montecorice 135 16,94 151 18,95 142 17,82 35 4,39 72 9,03 262 32,87 San Mauro C. 79 22,19 64 17,98 73 20,51 18 5,06 43 12,08 79 22,19 Serramezzana 30 29,41 27 26,47 13 12,75 4 3,92 7 6,86 21 20,59 Totale 588 16,18 642 17,67 782 21,52 162 4,46 345 9,50 1.114 30,66 Fonte: Nostra elaborazione su dati Istat

L’esame poi dell’offerta di lavoro del territorio, rilevabile dal censimento dell’industria e dei servizi, porta un ulteriore contributo al quadro conoscitivo della situazione economica. Anche in questo caso occorre avvertire che la presenza di

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Unità Locali (aziende) in un Comune non comporta che i relativi addetti abitanti di quello stesso Comune.

Tabella 8 – Unità Locali e Addetti nei Comuni dell’area al 2001 e 2011

COMUNI 2001 2011 diff. 01-11 U.L. diff. 01-11 Addetti U.L. Addetti U.L. Addetti v.a. % v.a. % Casal Velino 351 640 424 751 73 20,80 111 17,34 Pollica 201 338 240 374 39 19,40 36 10,65 Montecorice 167 291 177 313 10 5,99 22 7,56 San Mauro C. 71 113 70 105 -1 -1,41 -8 -7,08 Serramezzana 17 21 18 20 1 5,88 -1 -4,76 Fonte: Nostra elaborazione su dati Istat

Tutti i Comuni, ad eccezione di San Mauro e Serramezzana, hanno visto, tra il 2001 e il 2011 un incremento delle Unità Locali e degli addetti.

Esaminando più dettagliatamente l’articolazione dell’offerta di Lavoro nel periodo considerato relativa al solo Comune di Pollica (v. Tab. 9), possiamo notare come nei settori del commercio e del turismo, troviamo più della metà delle unità locali e quasi la metà degli addetti.

L’industria delle costruzioni, nel decennio considerato, ha aumentato sensibilmente il numero delle imprese, ma non altrettanto il numero degli addetti; in altri termini sono nate imprese di carattere quasi familiare.

Complessivamente tuttavia, nonostante questi incrementi, il settore delle costruzioni ha perso in termini di peso percentuale sul totale.

Ad un esame più dettagliato della situazione al 2011 dei settori commerciali e turistici (v. Tab. 10) si evidenzia la decisa prevalenza del commercio al dettaglio.

La situazione degli alberghi e delle altre attività ricettive, appare sottodimensionata rispetto alla attuale condizione. A

Ad ulteriore approfondimento di questi aspetti si riporta nel paragrafo seguente, il risultato delle rilevazione diretta delle strutture ricettive, anche in relazione alla loro localizzazione.

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Tabella 9 – Unità Locali e Addetti nei settori di attività a Pollica al 2001 e 2011

2001 2011

Addetti Addetti Addetti Addetti % su% tot. su% tot. su% tot. su% tot.

Unità Locali Unità Locali Unità Locali Unità Locali Settori d'attività agricoltura, silvicoltura e pesca 1 1 0,30 0,30 7 15 2,82 4,01 attività manifatturiere 12 19 5,62 5,62 10 17 4,03 4,55 fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata 1 4 1,18 1,18 0 0 0,00 0,00 costruzioni 22 68 20,12 20,12 33 71 13,31 18,98 commercio all'ingrosso e al dettaglio riparazione di autoveicoli e motocicli 72 85 25,15 25,15 70 82 28,23 21,93 trasporto e magazzinaggio 8 14 4,14 4,14 6 14 2,42 3,74 attività dei servizi di alloggio e di ristorazione 31 62 18,34 18,34 58 93 23,39 24,87 servizi di informazione e comunicazione 0 0 0,00 0,00 2 2 0,81 0,53 attività finanziarie e assicurative 5 8 2,37 2,37 4 9 1,61 2,41 attività immobiliari 4 12 3,55 3,55 5 5 2,02 1,34 attività professionali, scientifiche e tecniche 17 18 5,33 5,33 26 29 10,48 7,75 noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese 6 7 2,07 2,07 8 13 3,23 3,48 istruzione 3 15 4,44 4,44 0 0 0,00 0,00 sanità e assistenza sociale 7 9 2,66 2,66 9 10 3,63 2,67 attività artistiche, sportive, di intrattenimento e divertimento 4 4 1,18 1,18 3 3 1,21 0,80

altre attività di servizi 8 12 3,55 3,55 7 11 2,82 2,94

Totale 201 338 100,00 100,00 248 374 100,00 100,00 Fonte: Nostra elaborazione su dati Istat

Tabella 10 – Unità Locali e Addetti nei settori di attività (commercio e turismo) a Pollica al 2001 e 2011

Attività U.L. Addetti commercio all'ingrosso 11 21 commercio al dettaglio 59 61 alberghi 7 16 altre strutture 12 16 ristoranti 19 33 bar e simili 19 28 Fonte: Nostra elaborazione su dati Istat

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13.3 Analisi delle strutture ricettive e balneari L’approfondimento del quadro conoscitivo riguardante l’offerta ricettiva del Comune di Pollica ha portato ad una stima di 1591 posti letto tra strutture alberghiere e extra-alberghiere. Considerando che al 2016 la popolazione di Pollica è di 2393 abitanti, si può affermare che i posti letto rappresentano in percentuale il 66,5% rispetto alla popolazione residente. La località Acciaroli è la più importante e conosciuta meta turistica del Comune di Pollica e una delle più ambite della costiera cilentana.

Dall’analisi svolta presso l’Ufficio Tecnico Comunale è stato riscontrato che la maggior parte delle strutture ricettive del Comune sorgono ad Acciaroli con una dotazione di 710 posti letto in strutture alberghiere (hotels e residence) e 377 posti letto in strutture extra alberghiere. Si tratta del 68% dell’offerta ricettiva dell’intero Comune.

La località Pioppi presenta un’offerta ricettiva meno consistente, ma ugualmente concentrata sull’asse principale che l’attraversa longitudinalmente. In questa località la disponibilità di posti letto è di 117 unità per le strutture alberghiere e di 110 per quelle extra alberghiere, pari al 14% del numero totale di posti. La frazione di Pollica offre una disponibilità di 14 posti letto in strutture alberghiere e 51 posti letto in strutture extra alberghiere. La località Cannicchio presenta ben 159Galdo e Celso hanno un’offerta ricettiva complessiva di 30 posti letto.

Sono state anche analizzate le strutture balneari, seppur con risultati ancora da approfondire e precisare. E’ stata svolta un’analisi incrociata tra l’ortofoto di Bing Maps, la tavola dell’Ufficio del Demanio del Comune relativa alle concessioni agli stabilimenti balneari al 2015 e delle analisi sul campo. I dati raccolti riportano 21 stabilimenti balneari, di cui 7 nel tratto tra il confine con San Mauro Cilento e Acciaroli, 10 presso la località Acciaroli e 4 presso la località Pioppi. In tutto sono stati contati 1472 ombrelloni per un totale di, 2944 posti. Per quanto riguarda invece le concessioni, sono stati rilevati circa 21700 mq di concessione per la posa di ombrelloni e sedie, suddivisi in circa 19700 mq di superficie scoperta e circa 2000 mq di superficie scoperta.

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Figura 14 – Distribuzione delle strutture ricettive

14. Dinamica della popolazione e fabbisogno abitativo.

14.1 Andamento demografico. L’analisi degli andamenti demografici, nelle due componenti naturale e migratoria (v.Tab.11), mentre dall’ultimo censimento in poi ha fatto registrare un lieve incremento di popolazione, negli ultimi due anni considerati presenta una diminuzione degli abitanti. Possiamo comunque affermare che siamo di fronte ad un quadro demografico sostanzialmente stabile con una popolazione intorno alle 2400 unità, con una tendenza continua negativa della crescita naturale e un quadro talvolta positivo della crescita migratoria. Anche il quadro del numero

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COMUNE DI POLLICA RELAZIONE DI PIANO E DOCUMENTO STRATEGICO delle famiglie fa registrare una tendenza alla diminuzione, che caratterizza anche il numero medio di componenti per famiglia.

La tabella 12 che descrive la popolazione per le principali classi di età al 2002 e al 2011, fa registrare un certo invecchiamento della popolazione, ma anche una certa stabilità del peso percentuale delle diverse classi nel corso del periodo considerato.

Tabella 11 – Andamento demografico del Comune di Pollica 2002-2015

Pop. al Pop. al 31 Anno 1° saldo naturale saldo migratorio saldo totale dicemb gennaio re famiglia Numero di famiglie di Numero

Canc val Numero di convivenze Totale nati morti Tot. % iscritti Tot. % % Tot. ell. ass. Numero medio di componenti per per componenti di medio Numero

2002 2.501 19 33 -14 -0,56 50 76 -26 -1,04 -40 -1,60 2.461

2003 2.461 16 21 -5 -0,20 93 41 52 2,11 47 1,91 2.508 1.164 4 2.1

2004 2.508 17 26 -9 -0,36 92 46 46 1,83 37 1,48 2.545 1.160 4 2.2

2005 2.545 16 40 -24 -0,94 63 39 24 0,94 - - 2.545 1.172 4 2.2

2006 2.545 16 24 -8 -0,31 68 58 10 0,39 2 0,08 2.547 1.156 4 2.2

2007 2.547 20 52 -32 -1,26 68 70 -2 -0,08 -34 -1,33 2.513 1.133 4 2.2

2008 2.513 20 46 -26 -1,03 82 75 7 0,28 -19 -0,76 2.494 1.176 4 2.1

2009 2.494 13 38 -25 -1,00 71 63 8 0,32 -17 -0,68 2.477 1.176 3 2.1

2010 2.477 26 38 -12 -0,48 52 57 -5 -0,20 -17 -0,69 2.460 1.209 3 2.03

2011 pre 2.460 14 21 -7 -0,28 49 51 -2 -0,08 -9 -0,37 2.451 1.211 4 2.02

2011 post 2.393 8 12 -4 -0,17 23 16 7 0,29 3 0,13 2.396 1.214 4 1.97

2012 2.396 25 39 -14 -0,58 89 71 18 0,75 4 0,17 2.400 1.214 3 2,0

2013 2.400 10 35 -25 -1,04 101 63 38 1,58 13 0,54 2.413 1.188 3 2.03

2014 2.413 23 29 -6 -0,25 47 56 -9 -0,37 -15 -0,62 2.398 1.186 4 2.02

2015 2.398 16 41 -25 -1,04 72 52 20 0,83 -5 -0,21 2.393 1.184 2 2.0 Fonte: Nostra elaborazione su dati Istat

Tabella 12 – Cassi di età della popolazione di Pollica tra 2002 e 2011

età 1-14 età 15-65 età oltre 65

anno popolazione v.a. % v.a. % v.a. % 2002 2.497 291 11,65 1.563 62,60 643 25,75 2011 2.399 263 10,96 1.496 62,36 640 26,68 Fonte: Nostra elaborazione su dati Istat

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Si può affermare che uno dei temi strategici più rilevanti del PUC è quello di contribuire all’inversione della tendenza allo spopolamento che in questi anni è andata accentuandosi. È questo un obbiettivo da perseguirsi con le azioni contenute nel Documento Strategico che conclude questa relazione.

Dal punto di vista delle previsioni demografiche non possiamo tuttavia immaginare nel breve periodo, significative inversioni di tendenza, ipotizzando un ritorno alla condizione del 2012-13, con un peso leggermente maggiore del saldo migratorio rispetto a quello naturale.

14.2 Fabbisogno abitativo. Il PUC farà riferimento ai criteri proposti dal PTCP nella valutazione del fabbisogno abitativo regresso e, salvo l’applicazione di aggiornamenti analitici, in linea di massima ci si atterrà all’ipotesi di distribuzione dei carichi insediativi del fabbisogno residenziale da assumere all’inerno della componente programmatica del PUC corrispondente a 70 alloggi.

15. Documento strategico

Componente strategica del PUC. Si è ritenuto utile concludere l’analisi del quadro Conoscitivo prescritta dal regolamento Regionale e dal PTCP della Provincia di Salerno, con il Documento strategico previsto dallo stesso Regolamento. Il Documento strategico si basa sull’interpretazione degli indirizzi dell’amministrazione dei loro effetti possibili sul Piano Urbanistico Comunale. Nei suoi indirizzi per la redazione del PUC l’Amministrazione Comunale ha delineato obbiettivi strategici, che richiedono politiche, azioni, concertazioni e condivisioni per la loro attuazione. Ovviamente il PUC, in questo quadro strategico, può offrire assetti del territorio coerenti e partecipare di questa più generale politica di sviluppo economico e sociale. Riprendendo i punti programmatici, si sviluppano di seguito gli aspetti di natura urbanistica che vanno ritrovati nella redazione del PUC. In termini sintetici tali indirizzi sono (per la parte territorialmente identificabile) riportati nella tavola delle strategie allegata al preliminare di Piano. (vedi Tav. 7) • Individuazione del ruolo territoriale di Pollica nel quadro della più vasta area di riferimento; È evidente che il quadro di riferimento più vasto è costituito dal Cilento, e dalle aree che fanno parte del Parco Nazionale del Cilento. Il secondo quadro di riferimento di area vasta è costituito dal territorio di riferimento identitario assunto dal PTCP della Provincia di Salerno.

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Il PTR individua un’area di riferimento (Sistema Territoriale di Sviluppo A3 - Alento Monte Stella) che ha proprio nello sviluppo di strategie comuni la sua ragione d’essere. A livello più ravvicinato si ipotizza la necessità di coordinare le politiche strategiche con i vicini Comuni di Montecorice, San Mauro Cilento, Casal Velino, Serramezzana e Stella Cilento. Qui si potranno attuare forme di coordinamento nella pianificazione per l’individuazione di infrastrutture e servizi di scala sovracomunale. Ancora più ravvicinatamente e in rapporto ai temi di protezione del suolo e della costa, si può ipotizzare un’area di riferimento sovracomunale basata sui sistemi degli impluvi delle acque. Qui i rapporti con i vicini territori di San Mauro Cilento, Stella Cilento e Casal Velino, appaiono di notevole importanza. In rapporto a questi articolati quadri di riferimento territoriale, il PUC di Pollica intende collocare le proprie scelte ed offrirle al confronto ed al coordinamento con i comuni interessati.

Figura 14 – Suddivisioni geografiche interne

• Cogliere i legami tra trasformazioni territoriali, salvaguardia del paesaggio agrario, caratteristiche auspicabili dell’offerta turistica. Ripensamento delle economie locali e dei turismi negli scenari economici e sociali che si prefigurano nel futuro a breve e medio termine; • Sviluppo di infrastrutture turistiche di elevata qualità (fisica e funzionale) da perseguirsi attraverso forme di convenzione, atte a garantire anche

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l’affiancamento alle strutture di servizi di comunità, finalizzati al miglioramento della condizione insediativa. • Riorganizzazione delle infrastrutture balneari e turistiche lungo la costa. L’integrazione tra le diverse forme di attrazione turistica “i Turismi” rappresenta un asse portante delle strategie di uno sviluppo sostenibile per Pollica. Attualmente le attività turistiche si concentrano prevalentemente nel settore balneare e in una stagione estiva molto breve (due mesi). L’offerta ricettiva e di strutture complementari e di servizio (balneazione, ristorazione, ecc.) è costruita sulla risposta a questa domanda concentrata temporalmente e geograficamente (la costa). Sono nate in questi anni strutture ricettive che, salvo rari casi, sono composte da residence, camere e appartamenti in fitto, B&B, agriturismi e country house, ecc. Il porto ha rappresentato un’importante tappa per il diportismo stanziale e di transito, sempre ovviamente limitato ai due-tre mesi estivi. Questa crescita, prevalentemente quantitativa, e indifferenziata rispetto alle possibili domande anche di questo segmento turistico, richiede oggi una verifica per indirizzarne lo sviluppo. In altri termini occorre misurare la sostenibilità di questa crescita, i limiti del territorio a sopportarne gli impatti, senza produrre conseguenze tali da distruggere la stessa attrattività dei luoghi. Analizzare questi limiti e indirizzare conseguentemente le scelte urbanistiche è uno dei temi strategici importanti del nuovo Piano Urbanistico. In questo quadro l’integrazione tra funzioni turistiche della costa e quelle delle frazioni collinari è un tema centrale da affrontare. In parallelo si tratta di costruire opportunità per gli altri “turismi” (enogastronomico, culturale, naturalistico ambientale, della terza età, ecc.), contribuendo così all’allungamento della stagione turistica. Questa strategia che richiede investimenti, iniziative, eventi, politiche sociali coerenti, può trovare nelle scelte del PUC elementi di coerenza.

Si riportano di seguito alcune linee programmatiche del PUC per rispondere a questi obiettivi.

Per le attività sulla costa. Una parte delle analisi preliminari del PUC, saranno rivolte a verificare le condizioni e i limiti di sostenibilità territoriale delle attività ricettive, balneari, di servizio. Già oggi cominciano a delinearsi evidenti punti di criticità (es. rapporto parcheggi – spiagge, irregimentazione eccessiva degli impluvi naturali e apporto di sabbia, caratteristiche dell’offerta ricettiva e di attività complementari, tipologia della domanda e effetti occupazionali). L’eventuale implementazione dell’offerta ricettiva sarà orientata nella duplice direzione della ricettività diffusa basata sul recupero di edifici nel tessuto edilizio esistente e nell’edilizia rurale, e delle strutture alberghiere nei segmenti di mercato di cui s’individua la necessità d’integrazione delle 53

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strutture esistenti. Occorre, in questo quadro considerare, non solo il carico derivante dall’offerta delle strutture ricettive e balneari, ma anche dalla domanda territoriale che da altri comuni si riversa sul Comune di Pollica e sulla sua fascia costiera. Per l’utilizzo della costa, anche in vista delle scadenze delle modifiche previste per concessioni balneari al 2020, bisogna pianificare in modo unitario la fascia tra la strada Regionale 267, in gestione provinciale, e la linea di costa nella zona a nord del Porto, conservando l’equilibrio tra stabilimenti e spiaggia libera. Inoltre si intende favorire lo sviluppo di accessi liberi (sentieri e cabotaggio costiero) al resto delle aree balneabili costiere, oggi di fatto, rese inaccessibili da edificazioni e impedimenti di varia natura. Verificare i limiti di sostenibilità di attività turistiche del territorio costiero, impone la necessità di qualificarne lo sviluppo e di prevedere forme di mobilità alternative (ad es. navette tra i parcheggi costieri e navette centri abitati collinari e la costa).

Per le attività del territorio collinare. È evidente che, anche se non in modo esclusivo, il territorio collinare, con il suo paesaggio, i suoi centri storici, la sua ricettività diffusa, le sue qualità ambientali, rappresenta il naturale destinatario degli investimenti a supporto degli altri “turismi”. Il potenziamento della ricettività diffusa, anche attraverso il recupero del patrimonio edilizio sottoutilizzato degli insediamenti storici e degli edifici rurali diffusi, è un asse portante di questa strategia. Contemporaneamente si può vedere la realizzazione d’infrastrutture turistico sportive da affidare in gestione, in modo consortile e convenzionato, al servizio delle strutture ricettive. Analogamente, si possono ipotizzare rapporti collaborativi tra strutture ricettive dell’interno e strutture balneari, riservando quote di posti spiaggia come offerta integrativa della ricettività collinare. Anche se non direttamente programmato dal Piano urbanistico, l’integrazione tra costa ed entroterra, in termini di valorizzazione turistica, può essere favorita da navette di collegamento collina-mare e di collegamento tra i parcheggi a servizio della fascia costiera, necessari per ridurre il carico automobilisitco ed evitare la sosta pericolosa e selvaggia lungo la strada costiera. Una possibilità da esplorare, sul piano strategico, è quella di ipotizzare forme di ricettività di piccola dimensione, ma di elevata qualità anche per attrezzature di servizio (spa, ristorazione) basate sul recupero di casolari o di sistemi di case rurali, permettendone l’integrazione funzionale.

• Valorizzazione e cura del paesaggio agrario anche in rapporto al bene immateriale della dieta mediterranea. Recupero e valorizzazione del

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COMUNE DI POLLICA RELAZIONE DI PIANO E DOCUMENTO STRATEGICO patrimonio edilizio diffuso e in stato di abbandono, identificando norme per eventuali modesti incrementi volumetrici e funzionali in grado di favorire l’economicità degli interventi di recupero e azioni per garantire la permanenza e lo sviluppo di attività agricole. Su questo punto occorrerà un confronto con L’Ente Parco Nazionale del Cilento. Il paesaggio è un bene comune di questo territorio e la principale attrazione turistica di lungo periodo, unitamente alla garanzia del benessere dei residenti. La sequenza storica delle foto aree dimostra un progressivo inselvatichimento del territorio, dovuto all’abbandono degli usi agricoli. Oggi il recupero di molti “magazzeni” e di edifici rurali trova nella normativa del Piano del parco diffusi impedimenti. Al di là di alcuni manufatti di dimensione adeguata ad una loro valorizzazione e recupero, la maggior parte dei manufatti presenti nelle aree agricole, spesso allo stato di rudere, hanno dimensioni tali da non consentirne, attraverso il semplice restauro, una adeguata utilizzazione economica, tale da giustificare l’investimento nel recupero. La normativa del Parco, in molti casi, limita agli imprenditori agricoli a titolo principale le possibilità di ampliamento. Questo rende frequentemente non conveniente il recupero e comporta l’ulteriore abbandono dei manufatti e, del territorio circostante che viene così condannato all’inselvatichimento. Quello che si propone è un’analisi dettagliata di questi manufatti e in rapporto alle diverse zone del Piano del Parco, la definizione di regole specifiche, a seconda delle tipologie, per la loro rifunzionalizzazione, con modesti ampliamenti, e ciò indipendentemente dalla condizione soggettiva dei proprietari. In cambio di queste modeste premialità si richiede la manutenzione e la coltivazione (diretta o indiretta) del terreno. In altri termini non si richiede al Parco la modifica automatica della norma vigente, ma l’inserimento di una clausola normativa che modifica le condizioni di trasformabilità dei manufatti rurali, qualora nei PUC siano introdotte norme e regole di recupero, ampliamento e ristrutturazione specifiche per i singoli manufatti e in rapporto alla condizione specifica dei rispettivi contesti paesaggistici.

Assumere il valore immateriale della dieta mediterranea come un asse dello sviluppo locale, significa concentrare l’attenzione sul rapporto qualità della produzione agricola, e salvaguardia del paesaggio. Su questo terreno il Piano Urbanistico può svolgere un ruolo importante. Quella dieta, presuppone, ad esempio, la presenza dell’orto che, a sua volta, richiede la conservazione e la realizzazione di cisterne di raccolta dell’acqua piovana. Ora nei piani urbanistici e nei regolamenti edilizi, gli orti sono spesso considerati come zone di completamento edilizio, le cisterne o

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COMUNE DI POLLICA RELAZIONE DI PIANO E DOCUMENTO STRATEGICO brutalmente trasformate in depositi o cantine, o guardate con sospetto come premessa per celesti piscine. Il Piano del Parco Nazionale del Cilento, nell’intento di favorire il riequilibrio del territorio, mentre, da un lato, blocca l’espansione urbanistica dei centri costieri, disegna una “fascia urbana” intorno agli abitati dell’entroterra (le zone D del Piano del Parco). Se l’intento può anche essere condivisibile, in assenza di linee guida per l’interpretazione dei luoghi e per le caratteristiche delle costruzioni, si rischia di snaturare il rapporto tra gli abitati e la che li circonda. Un piano basato sulla dieta, richiede conoscenza attenta del territorio e della sua biodiversità. È anche in questo che possiamo immaginare segmenti di attività turistica. L’80 per cento delle specie vegetali italiane la si ritrova nel Cilento. Già si sta sviluppando un’offerta turistica basata su itinerari botanici, sulla cucina delle erbe, ecc. Un piano basato su una dieta richiede una specifica politica per l’olio, per la coltivazione a prezzi più bassi di quelli attuali dell’olivo in collina, attraverso forme cooperative, frantoi alimentati da energia rinnovabile, cicli produttivi a zero rifiuti. C’è un notevole spazio per l’innovazione tecnologica dedicata a questo specifico territorio; è questo un terreno che può incentivare un ritorno dei giovani all’agricoltura, e anche offrire un onesto impiego a lavoratori immigrati. Ovviamente una strategia che fa del valore della dieta mediterranea un suo asse portante, deve vendere al mondo non solo la qualità dei suoi prodotti, ma anche la qualità del suo paesaggio. Come ci insegnano territori che hanno fatto del turismo eno-gastronomico un elemento fondante della loro attrattività (Piemonte, Toscana, molte regioni della Francia, ecc.) il “food scape” inteso come qualità totale del paesaggio agrario è il presupposto di quella attrattività. Qui la pianificazione urbanistica può fornire un evidente contributo. Regole per il paesaggio agrario, infrastrutture di servizio per l’agricoltura, itinerari sentieristici per il turismo ambientale, regole per l’edilizia degli abitati e dei fabbricati rurali, sono solo alcune delle componenti urbanistiche che intercettano questa strategia. In questo quadro si segnala l’iniziativa già avviata dal comune di recupero e valorizzazione dei valloni naturalistici dei torrenti Iandoli e Mortelle, con il recupero degli antichi mulini (uno dei quali già rifunzionalizzato come centrale elettrica). Come è stato ben osservato la dieta mediterranea proposta da Ancel e Margareth Keys, proiettava i suoi valori in quello che potremmo definire “lo stile di vita” cilentano. Una vita ancora basata su un forte spirito identitario di comunità, una certa sobrietà, che allontana lo stress, la permanenza di valori semplici e tradizionali. Non si tratta di congelare in una visione arcaica il territorio, ma di favorire tutto ciò che, anche attraverso l’innovazione 56

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tecnologica e la modernizzazione delle infrastrutture urbane e territoriali, consolida la socialità, lo spirito di cooperazione, evitando una modernità distruttiva, già conosciuta in molte aree del nostro paese.

• Progetto di una specifica attrezzatura per la valorizzazione in campo dei prodotti della dieta mediterranea. Favorire l’utilizzo in chiave turistica (percorsi tematici, piccole infrastrutture di servizio e ristoro, del paesaggio agrario della dieta mediterranea). Il Comune di Pollica ha acquisito un’area sulla collina del “Mulino a Vento” da destinare a parco tematico della dieta mediterranea. È un parco destinato a diventare insieme luogo di visita come parco tematico, centro di sviluppo e ricerca, come luogo di sperimentazione di rapporti tra Università, aziende agricole e singoli agricoltori, luogo didattico e di vendita di prodotti. Le parti edificate, non prevalenti, andranno valutate in rapporto agli impatti su un bene paesaggistico di grande visibilità. • Tutela e valorizzazione del patrimonio ambientale e socio-culturale; • Rafforzamento e riqualificazione della struttura insediativa storica; In coerenza con quanto dichiarato nei punti precedenti la tutela del patrimonio ambientale e paesaggistico, anche in rapporto alla morfologia degli insediamenti, passa per l’individuazione di specifiche unità di paesaggio per le quali vengono formulate analisi di opportunità e minacce nell’azione conservazione-trasformazione. Anche in questo caso, non s’intende limitare in modo assoluto le iniziative agricole o di sistemazione del territorio. Si intende affermare che in ogni territorio c’è una parte di bene comune (ad esempio il rispetto dei canaloni, degli impluvi, delle creste dei clinali, ecc) che vanno concepite come una sorta di bene condominiale comune, per il quale delle trasformazioni sono ammissibili, ma non tutte. Il rafforzamento della struttura insediativa storica, passa anche per la dotazione dei necessari servizi e per una diffusa azione di recupero edilizio e urbanistico. Un particolare segmento di questa azione riguarda il patrimonio rurale diffuso, descritto al precedente punto 5. • Verifica della potenzialità industriale, artigianale e commerciale e dell’opportunità di creare forme aggregative diffuse di supporto strutturato alle attività (centri commerciali naturali e simili). Incentivazione delle strutture a supporto delle produzioni locali dei prodotti dell'agricoltura e artigianali tipici anche attraverso specifiche attrezzature (mercati KM 0, mercatini di comunità, ecc.). La redazione del SIAD (Strumento di Intervento per l'Apparato Distributivo), da allegare al Piano Urbanistico Comunale, andrà redatto in coerenza con i principi strategici assunti rivolti a favorire lo spirito di comunità. Quindi centri commerciali naturali, mercati a Km 0, ecc. Nel corso dell’elaborazione del PUC si verificherà la possibilità di disporre di piccole aree produttive anche per servizio agli abitati e alla stessa

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agricoltura. Una specifica normativa riguarderà le attività produttive esistenti. • Selezione di un’elevata quota dell’offerta abitativa prevista dal PTCP (che ammonta globalmente a 70 alloggi), da destinare a Housing sociale, prevalentemente rivolta a coppie giovani e nuovi immigrati. • Valutazione dell'opportunità di prevedere norme gestionali di tipo perequativo. Limitare l’ulteriore esodo della popolazione e favorire l’immigrazione di nuovi abitanti, unitamente alla creazione di opportunità lavorative, è uno degli obiettivi strategici dell’Amministrazione comunale. In questo quadro il ricorso a forme d’incentivazione per la realizzazione di interventi di housing sociale, consente di offrire una risposta al bisogno di casa di giovani locali, di nuove famiglie immigrate. L’Housing sociale, non è la vecchia casa popolare, di cui a Pollica non si avverte domanda. Il termine social housing, significa abitazioni sociali e definisce politiche e interventi finalizzati alla realizzazione e alla gestione, sia da parte dello Stato che da parte di organizzazioni no profit, di cooperative di utenti, anche con la collaborazione di privati, di alloggi economicamente accessibili. Il pubblico potrà agevolare gli interventi attraverso la disponibilità di aree, o l’utilizzo di finanziamenti e contributi. Questa scelta è finalizzata a dare risposta a domande di abitazione a prezzi accessibili, sia per giovani residenti, sia per favorire nuova offerta residenziale a nuovi potenziali abitanti, anche per superare le rigidità del mercato immobiliare e i prezzi di locazione di una zona caratterizzata da una forte domanda di abitazioni da affittare a turisti nel periodo estivo. In sede di attuazione delle sue previsioni il PUC esplorerà le caratteristiche della domanda potenziale, anche offrendo opportunità per la domanda di anziani, in coerenza con il benessere che Pollica può offrire a questi segmenti di utenza. Le realizzazioni potranno essere orientate tanto al recupero di immobili esistenti e sottoutilizzati, quanto alla nuova edificazione che avrà caratteri di sostenibilità energetica, ambientale e di elevata socialità. Gli interventi nelle eventuali aree di espansione andranno collocati, così come prescritto dalle norme del PTCP, in aderenza agli abitati esistenti, compatibilmente con il controllo degli effetti paesaggistici delle trasformazioni. A tal fine il PUC conterrà linee guida per le singole aree eventualmente identificate, che dovranno guidare le trasformazioni. Tali indirizzi potranno anche essere modificati in sede attuativa, motivandone le ragioni e il rispetto dei principi delle linee guida. Il ricorso ai comparti perequativi è uno strumento che il PUC potrà assumere per la sua attuazione.

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COMUNE DI POLLICA RELAZIONE DI PIANO E DOCUMENTO STRATEGICO

• Stesura di regole mirate alla qualità architettonica per gli interventi di recupero e nuova edificazione, da dettarsi nelle Norme tecniche di attuazione e nel RUEC anche, mediante la riproposta delle tradizionali tecniche costruttive. Le norme di attuazione del PUC ed il RUEC saranno fortemente integrate. L’attenzione agli effetti positivi o negativi, in base alle esperienze visibili nel territorio, legati alla forma e alla tecnica anche di piccoli interventi, deve ispirare il regolamento, a partire dalla modalità di presentazione dei progetti. Non si tratta di regolare lo “stile” delle trasformazioni, ma nell’ambito delle libertà compositive, di misurarne e giustificarne gli impatti sul paesaggio e sugli insediamenti. Il regolamento conterrà una specifica sezione rivolta all’inquinamento luminoso, recuperando ed adattando al nostro territorio esperienze normative già consolidate. • Ridisegno degli spazi pubblici mediante progetti specifici di riqualificazione degli spazi aperti (strade, percorsi pedonali, piazze, verde, attrezzature per lo svago ed il tempo libero e il supporto alla produzione). Il PUC definirà, nella sua componente programmatica, le previsioni di servizi e di aree (verde, parcheggio) in rapporto agli assetti urbanistici previsti. Per un insieme di manufatti dell’abitato di Pollica (Castello Capano, Convento di Santa Maria delle Grazie, Convento di Costantinopoli, Palazzo nella piazza, ex scuola media) occorre definire una visione strategica coordinata per favorire il massimo di sinergie possibile delle loro destinazioni. Anche il Museo di Palazzo Vinciprova di Pioppi, va collegato a questa strategia più complessiva. • Riqualificazione, ammodernamento e gerarchizzazione funzionale della rete della viabilità locale; realizzazione e recupero di sentieri d’interesse turistico e ambientale. In coerenza con quanto detto negli altri punti, s’identificheranno eventuali piccoli interventi di adeguamento delle infrastrutture di mobilità esistenti e lo sviluppo della sentieristica, nonché la sistemazione e il potenziamento di una rete di mobilità dolce a supporto della fruizione del paesaggio interno e di quello costiero. Per l’interno, anche in coerenza con le indicazioni del Parco, andrà valorizzata la fruizione dell’area di San Giovanni nella prospettiva di un percorso naturalistico-culturale. Uno specifico approfondimento andrà fatto sulla previsione del PTCP della programmazione di un’infrastruttura portuale a Pioppi anche per formulare proposte alternative di minore impatto e maggiore fattibilità.

• Localizzazione di attrezzature e servizi d’interesse sovracomunale. Il Comune di Pollica si candida alla realizzazione, in accordo con i Comuni vicini, di attrezzature pubbliche di servizio all’area vasta.

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