Comune di MONSERRATO

Comunu de PAULI

Sindaco - Ufficio del Piano Responsabile Ing. Renato Muscas Assistenza e Supporto Ing. Isabella Ligia Ing. Alessandra Milesi Ing. Barbara Senis

Assetto ambientale

Dott. For. Gianluca Serra

Dott. Daniele Tomasi

Prof. Angelo Aru Aspetti idrogeologici Ing. Alessandro Salis Geol. Fausto Pani Assetto storico-culturale Arch. Valeria Paretta PaUli Dott. Francesco Atzeni Prof. Gianfranco Tore Piano Urbanistico Monserrato

documento di scoping

VALUTAZIONE AMBIENTALE STRATEGICA

aprile 2016

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Piano Urbanistico Monserrato

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Piano Urbanistico Monserrato

PPPaUli - DOCUMENTO DI SCOPING

1. Premessa 2. Introduzione 3. Quadro normativo di riferimento in materia di VAS 3.1 Il concetto di sviluppo sostenibile 3.2 Sintesi del quadro normativo nazionale 3.3 Il quadro normativo regionale: le Linee Guida della Regione Sardegna 3.4 La fase di screening 3.5 La fase di Scoping 4. L’iter della VAS nella redazione e adeguamento del PUC di Monserrato 4.1 Fase di scoping: azioni svolte e programmate 4.2 Generalità sul rapporto ambientale 4.3 Il processo partecipativo 5. Natura e contenuti del PUC di Monserrato in adeguamento al PPR 5.1 Il contesto territoriale di riferimento: inquadramento geografico generale e peculiarità del territorio di Monserrato 5.2 Obiettivi e strategie di sviluppo del PUC 5.3 Obiettivi generali 5.4 Coerenza con il PPR 6. Metodologia per la conduzione dell’analisi ambientale 6.1 Proposta preliminare di indice del Rapporto Ambientale 6.2 L’analisi ambientale 6.3 Componenti e indicatori ambientali 6.4 Metodologia di valutazione degli effetti sull’ambiente 6.5 Il monitoraggio 6.6 Piani e programmi che hanno relazioni con il PUC 6.7 Analisi di coerenza esterna e di coerenza interna 7. Allegati Allegato I - Soggetti competenti in materia ambientale Allegato II – Schede di analisi ambientale: componenti e indicatori ambientali

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1. Premessa Il Comune di Monserrato ha iniziato l’iter di redazione del PUC in adeguamento al PPR nel 2009 attivando la procedura di valutazione ambientale strategica mediante la redazione e la successiva trasmissione del documento di scoping alla Provincia Settore Ecologia e protezione civile in data 11 Maggio 2009 (prot. generale n. 9831) Il comune ha poi adottato il Piano Urbanistico Comunale nel 2010 e successivamente nel 2013 come misura di salvaguardia, senza però concludere l’iter della valutazione ambientale strategica. Poiché si sta procedendo alla revisione del Piano adottato in adeguamento al PPR, e si procederà ad una nuova adozione, si è ritenuto opportuno riprendere dall’inizio il processo di valutazione ambientale strategica con la redazione di un nuovo documento di scoping, adeguato alle normative attuali e che rispondesse in maniera più precisa alle nuove esigenze del Piano.

2. Introduzione

La Valutazione Ambientale Strategica introduce all’interno del processo di pianificazione considerazioni di natura ambientale al fine di affiancare il decisore politico nelle sue scelte. L’obiettivo della VAS è quello di valutare gli effetti prodotti dai Piani e Programmi sull’ambiente già nella fase di elaborazione del piano (ex ante), durante il periodo di validità (in itinere) e al termine (ex post) del periodo di validità del Piano. La VAS non è quindi un processo decisionale, bensì uno strumento di ausilio alla decisione che, integrando in maniera sistematica le considerazioni ambientali nella fase di elaborazione del piano, è in grado di indirizzare le istituzioni verso una politica di sviluppo sostenibile. Si può quindi considerare come un processo di valutazione delle conseguenze ambientali relative alle proposte di pianificazione del territorio, al fine di assicurare che queste vengano incluse e considerate in modo appropriato all’interno dei modelli di “sviluppo sostenibile”, a partire dalla prime fasi del processo decisionale. Si tratta di una procedura che si avvale di approcci e metodi ormai consolidati e condivisi a livello internazionale. Il processo di VAS comprende l’elaborazione di un rapporto ambientale, lo svolgimento di consultazioni, la valutazione del rapporto e degli esiti delle consultazioni, l’espressione di un parere motivato, l’informazione sulla decisione e il monitoraggio. Essa diventa per il Piano/Programma, elemento: • costruttivo; • valutativo; • gestionale; • di monitoraggio. La funzione di monitoraggio rappresenta uno degli aspetti più innovativi, finalizzato a controllare e contrastare i potenziali effetti negativi derivanti dall’attuazione di un piano o programma, al fine di poter adottare tempestivamente delle specifiche misure correttive al processo di pianificazione durante la sua attuazione. 4

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La presente relazione costituisce il documento preliminare di Scoping relativo alla Valutazione Ambientale Strategica (VAS) del Piano Urbanistico Comunale (PUC) di Monserrato, in fase di redazione, ai sensi della L.R. 45/89 e ss.mm.ii. e in adeguamento al Piano Paesaggistico Regionale. Il documento è redatto in conformità a quanto prescritto dalla normativa nazionale e regionale in materia di Valutazione Ambientale Strategica ed è strutturato nel seguente modo:

• Quadro normativo di riferimento, in ambito locale e sovra-locale, in materia di valutazione ambientale strategica (VAS) • Procedura e fasi della VAS • Quadro di riferimento programmatico, piani e programmi che hanno relazioni con il piano urbanistico di Monserrato • Natura e contenuti del Piano Urbanistico Comunale di Monserrato: aspetti normativi, processo di adeguamento al PPR, obiettivi generali e specifici • Individuazione e descrizione delle componenti ambientali e scelta dei relativi indicatori significativi per Monserrato, proposta di indice del Rapporto Ambientale, elenco dei soggetti competenti in materia di VAS da coinvolgere nella valutazione ambientale strategica, descrizione della metodologia scelta per la conduzione dell’analisi ambientale e del monitoraggio.

La Regione ha proceduto ad approvare la perimetrazione del Centro di Prima e Antica Formazione del Comune di Monserrato, ai sensi della DCC n.5 del 13.03.2008, con Determinazione n. 1186/DG del 30.05.2008, pubblicata sul BURAS nei tempi dovuti. Con le Deliberazioni di Consiglio Comunale n. 61 del 02.12.2014 e n. 62 del 3.12.2014 il Comune ha approvato il Piano particolareggiato del Centro Storico in coerenza quanto prescritto dall’art. 52 del PPR. Il Piano particolareggiato del Centro storico è stato sottoposto a verifica di assoggettabilità a VAS ed è stato escluso.

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3. Quadro normativo di riferimento in materia di VAS 3.1 Il concetto di sviluppo sostenibile

L’ambiente, in tutti i suoi aspetti, è uno dei principali elementi che definiscono lo sviluppo di una regione. Le risorse naturali sono i principali fattori di supporto per gli esseri umani e gli ecosistemi. Appare chiaro quindi come la qualità dell’ambiente, determini il grado di attrazione esercitato da una regione e rappresenti un catalizzatore degli investimenti. Gli sviluppi della politica ambientale dell’Unione europea sono rivolti ad un approccio basato sul concetto di sviluppo sostenibile , inteso come risorse naturali, economiche, sociali ed istituzionali. I Piani ed i Programmi di sviluppo esercitano un impatto significativo sulle risorse ambientali e, per conseguire l’obiettivo comunitario di uno sviluppo sostenibile, l’impatto risultante deve essere positivo o neutro. La procedura di VAS introduce nel processo pianificatorio la valutazione degli effetti che il processo decisionale arrecherà all’assetto territoriale per garantire la predisposizione di strumenti in coerenza con gli obiettivi di tutela ambientale e di sviluppo sostenibile al fine di soddisfare i bisogni delle attuali generazioni, senza pregiudicare le capacità delle future generazioni di soddisfare i propri.

Nel “ Manuale per la valutazione ambientale dei Piani di Sviluppo Regionale e dei Programmi dei Fondi strutturali dell’Unione Europea ” (Commissione Europea, DGXI Ambiente, Sicurezza Nucleare e Protezione Civile – Agosto 1998) sono riportati i dieci criteri di sostenibilità per la definizione degli obiettivi del programma:

CRITERIO DESCRIZIONE

L’impiego di risorse non rinnovabili, quali combustibili fossili, giacimenti di minerali e conglomerati riduce le riserve disponibili per le generazioni future. Un principio chiave dello sviluppo sostenibile afferma che tali risorse non rinnovabili debbono essere utilizzate Minimizzare risorse 1 con saggezza e con parsimonia, ad un ritmo che non limiti le opportunità delle generazioni energetiche non rinnovabili future. Ciò vale anche per fattori insostituibili - geologici, ecologici o del paesaggio - che contribuiscono alla produttività, alla biodiversità, alle conoscenze scientifiche e alla cultura (cfr. comunque i criteri chiave nn. 4, 5 e 6).

Per quanto riguarda l’impiego di risorse rinnovabili nelle attività di produzione primarie, quali la silvicoltura, la pesca e l’agricoltura, ciascun sistema è in grado di sostenere un carico Utilizzare le risorse massimo oltre il quale la risorsa si inizia a degradare. Quando si utilizza l’atmosfera, i fiumi 2 rinnovabili nei limiti della e gli estuari come “depositi” di rifiuti, li si tratta anch’essi alla stregua di risorse rinnovabili, capacità di rigenerazione in quanto ci si affida alla loro capacità spontanea di autorigenerazione. Se si approfitta eccessivamente di tale capacità, si ha un degrado a lungo termine della risorsa. L’obiettivo deve pertanto consistere nell’impiego delle risorse rinnovabili allo stesso ritmo (o

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possibilmente ad un ritmo inferiore) a quello della loro capacità di rigenerazione spontanea, in modo da conservare o anche aumentare le riserve di tali risorse per le generazioni future.

Utilizzare e gestire In molte situazioni, è possibile utilizzare sostanze meno pericolose dal punto di vista correttamente, dal punto di ambientale, ed evitare o ridurre la produzione di rifiuti, e in particolare dei rifiuti pericolosi. 3 vista ambientale, le sostanze Un approccio sostenibile consisterà nell’impiegare i fattori produttivi meno pericolosi dal e i rifiuti pericolosi/ punto di vista ambientale e nel ridurre al minimo la produzione di rifiuti adottando sistemi inquinanti efficaci di progettazione di processi, gestione dei rifiuti e controllo dell’inquinamento

In questo caso, il principio fondamentale consiste nel conservare e migliorare le riserve e le qualità delle risorse del patrimonio naturale, a vantaggio delle generazioni presenti e Salvaguardare e migliorare lo future. Queste risorse naturali comprendono la flora e la fauna, le caratteristiche stato della fauna e flora 4 geologiche e geomorfologiche, le bellezze e le opportunità ricreative naturali. Il patrimonio selvatiche, degli habitat e dei naturale pertanto comprende la configurazione geografica, gli habitat, la fauna e la flora e paesaggi il paesaggio, la combinazione e le interrelazioni tra tali fattori e la fruibilità di tale risorse. Vi sono anche stretti legami con il patrimonio culturale (cfr. criterio chiave n. 6).

Il suolo e le acque sono risorse naturali rinnovabili essenziali per la salute e la ricchezza Preservare e migliorare la dell’umanità, e che possono essere seriamente minacciate a causa di attività estrattive, 5 qualità dei suoli e delle dell’erosione o dell’inquinamento. Il principio chiave consiste pertanto nel proteggere la risorse idriche quantità e qualità delle risorse esistenti e nel migliorare quelle che sono già degradate

Le risorse storiche e culturali sono risorse limitate che, una volta distrutte o danneggiate, non possono essere sostituite. In quanto risorse non rinnovabili, i principi dello sviluppo sostenibile richiedono che siano conservati gli elementi, i siti o le zone rare rappresentativi di un particolare periodo o tipologia, o che contribuiscono in modo particolare alle Preservare e migliorare la tradizioni e alla cultura di una data area. Si può trattare, tra l’altro, di edifici di valore storico 6 qualità delle risorse storiche e culturale, di altre strutture o monumenti di ogni epoca, di reperti archeologici nel e culturali sottosuolo, di architettura di esterni (paesaggi, parchi e giardini) e di strutture che contribuiscono alla vita culturale di una comunità (teatri, ecc.). Gli stili di vita, i costumi e le lingue tradizionali costituiscono anch’essi una risorsa storica e culturale che è opportuno conservare.

Nel contesto del presente dibattito, la qualità di un ambiente locale può essere definita dalla qualità dell’aria, dal rumore ambiente, dalla gradevolezza visiva e generale. La qualità dell’ambiente locale è importantissima per le aree residenziali e per i luoghi destinati ad attività ricreative o di lavoro. La qualità dell’ambiente locale può cambiare rapidamente a Conservare e migliorare la 7 seguito di cambiamenti del traffico, delle attività industriali, di attività edilizie o estrattive, qualità dell’ambiente locale della costruzione di nuovi edifici e infrastrutture e da aumenti generali del livello di attività, ad esempio da parte di visitatori. È inoltre possibile migliorare sostanzialmente un ambiente locale degradato con l’introduzione di nuovi sviluppi. Cfr. anche il criterio n. 3 relativo alla riduzione dell’impiego e del rilascio di sostanze inquinanti.

Una delle principali forze trainanti dell’emergere di uno sviluppo sostenibile è consistita nei dati che dimostrano l’esistenza di problemi globali e regionali causati dalle emissioni nell’atmosfera. Le connessioni tra emissioni derivanti dalla combustione, piogge acide e acidificazione dei suoli e delle acque, come pure tra clorofluocarburi (CFC), distruzione 8 Salvaguardia dell’atmosfera dello strato di ozono ed effetti sulla salute umana sono stati individuati negli anni Settanta e nei primi anni Ottanta. Successivamente è stato individuato il nesso tra anidride carbonica e altri gas di serra e cambiamenti climatici. Si tratta di impatti a lungo termine e pervasivi, che costituiscono una grave minaccia per le generazioni future.

Il coinvolgimento di tutte le istanze economiche ai fini di conseguire uno sviluppo sostenibile è un elemento fondamentale dei principi istituiti a Rio (Conferenza delle Nazioni Unite sull’ambiente e lo sviluppo, 1992). La consapevolezza dei problemi e delle opzioni Sensibilizzare maggiormente disponibili è d’importanza decisiva: l’informazione, l’istruzione e la formazione in materia alle problematiche di gestione ambientale costituiscono elementi fondamentali ai fini di uno sviluppo 9 ambientali, sviluppare sostenibile. Li si può realizzare con la diffusione dei risultati della ricerca, l’integrazione dei l’istruzione e la formazione in programmi ambientali nella formazione professionale, nelle scuole, nell’istruzione campo ambientale superiore e per gli adulti, e tramite lo sviluppo di reti nell’ambito di settori e raggruppamenti economici. È importante anche l’accesso alle informazioni sull’ambiente a partire dalle abitazioni e nei luoghi ricreativi.

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La dichiarazione di Rio (Conferenza delle Nazioni Unite sull’ambiente e lo sviluppo, 1992) afferma che il coinvolgimento del pubblico e delle parti interessate nelle decisioni relative Promuovere la agli interessi comuni è un cardine dello sviluppo sostenibile. Il principale meccanismo a tal partecipazione del pubblico fine è la pubblica consultazione in fase di controllo dello sviluppo, e in particolare il 10 alle decisioni che coinvolgimento di terzi nella valutazione ambientale. Oltre a ciò, lo sviluppo sostenibile comportano uno sviluppo prevede un più ampio coinvolgimento del pubblico nella formulazione e messa in opera sostenibile delle proposte di sviluppo, di modo che possa emergere un maggiore senso di appartenenza e di condivisione delle responsabilità.

I criteri di sostenibilità saranno indispensabili nelle fasi di valutazione e predisposizione delle matrici di valutazione degli impatti che verranno sviluppate nel rapporto ambientale.

3.2 Sintesi del quadro normativo nazionale

A livello Europeo la normativa sulla VAS ha come riferimento principale la Direttiva 2001/42/CE , approvata il 27.06.2001. L’obiettivo generale della Direttiva è quello di “…garantire un elevato livello di protezione dell’ambiente e di contribuire all’integrazione di considerazioni ambientali all’atto dell’elaborazione e dell’adozione di piani e programmi al fine di promuovere lo sviluppo sostenibile, (…) assicurando che (…) venga effettuata la valutazione ambientale di determinati piani e programmi che possono avere effetti significativi sull’ambiente ” (art.1).

La Direttiva, prescrive, che la valutazione venga effettuata durante la fase preliminare del piano o del programma ed anteriormente alla sua adozione, evidenziando la necessità di valutare gli impatti di questi ultimi per poterne tenere conto nella loro redazione. In particolare, ai sensi dell’art. 5, comma 1, prevede l’elaborazione del Rapporto Ambientale in cui siano identificati, delineati e valutati gli effetti significativi che la concretizzazione del piano o del programma potrebbe avere sull’ambiente e le eventuali alternative alla luce degli obiettivi e dell’ambito territoriale del piano o del programma; ai sensi dell’art.6, comma 1, prevede che la proposta di piano o di programma sia messa a disposizione delle autorità e del pubblico per poter esprimere il loro pare; prevede inoltre le consultazioni transfrontaliere (art.7), ovvero qualora uno Stato membro ritenga che l’attuazione di un piano o di un programma in fase di preparazione sul suo territorio possa avere effetti significativi sull’ambiente di un altro Stato membro, trasmette, prima della sua adozione o dell'avvio della relativa procedura legislativa, una copia della proposta di piano o di programma e del relativo rapporto ambientale a tutti gli Stati membri interessati che al loro volta procedono alle consultazioni in merito ai possibili effetti ambientali transfrontalieri derivanti dall'attuazione del piano o del programma nonché alle misure previste per ridurre o eliminare tali effetti. La Direttiva introduce anche la funzione del monitoraggio, finalizzato a controllare e contrastare gli effetti negativi e imprevisti derivanti dall’attuazione di un piano o un programma e adottare misure correttive al processo in atto.

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A livello nazionale il riferimento normativo è rappresentato dal Decreto Legislativo 3 aprile 2006, n. 152 , meglio noto come Testo Unico Ambientale, che ha recepito formalmente la Direttiva 2001/42/CE. I contenuti della parte seconda del decreto riguardanti le “ Procedure per la valutazione ambientale strategica (VAS), per la valutazione dell’impatto ambientale (VIA) e per l’autorizzazione integrata ambientale (IPPC) ” sono stati integrati con il D.lgs n.4 del 16/01/2008 introducendo “ Ulteriori disposizioni correttive ed integrative del D.lgs 3 aprile 2006, n. 152, recante norme in materia ambientale ”. Nella parte seconda del D.Lgs. 152/2006 gli articoli da 4 a 6, oltre ad illustrare le definizioni più importanti, stabiliscono i contenuti e gli obiettivi delle procedure di valutazione, prevedendo inoltre l’istituzione di una commissione tecnico – consuntiva competente tanto per la VAS, quanto per la VIA. Gli articoli 7 e 8, in recepimento della Direttiva 2001/42/CE, identificano una serie di paini e programmi che devono essere sottoposti a Vas e chiariscono che la fase di valutazione strategica deve intervenire prima dell’approvazione dei piani/programmi e contestualmente alla fase preparatoria degli stessi. L’art. 9 prevede la predisposizione di un rapporto ambientale a corredo della documentazione del piano/programma da adottare e/o approvare. I documenti di piano/programma e il rapporto ambientale devono essere messi a disposizione delle autorità competenti e dei soggetti interessati mediante idonea pubblicazione e garantendone l’accesso agli interessati. L’art. 12, infine, prevede che la procedura si concluda con il giudizio di compatibilità ambientale e, quindi, con l’approvazione del piano/programma, a cui segue un’ulteriore fase di pubblicazione ed una fase di monitoraggio degli effetti ambientali.

3.3 Il quadro normativo regionale: le Linee Guida della Regione Sardegna

La Regione Sardegna non si è ancora dotata di una Legge Regionale in materia di valutazione ambientale strategica, ha predisposto un Disegno di Legge per la regolamentazione delle procedure di valutazione d’impatto ambientale (VIA) ai sensi della Direttiva 85/337/CEE e di Valutazione Ambientale Strategica ai sensi della Direttiva 42/2001/CE, connettendo le indicazioni a livello nazionale con quelle regionali. Nel 2005 con DPGR n. 66 del 28/04/2005 “ Ridefinizione dei Servizi delle Direzioni generali della Presidenza della Regione e degli Assessorati, loro denominazione, compiti e dipendenza funzionale ”, la competenza in materia di VAS è stata assegnata al Servizio Sostenibilità Ambientale e Valutazione Impatti (SAVI) dell’Assessorato della Difesa dell’Ambiente e, a seguito della DGR n. 38/32 del 02/08/2005, è stato attribuito al suddetto Servizio funzioni di coordinamento per l’espletamento della valutazione ambientale strategica di piani e programmi. Il SAVI ha elaborato nel 2010 le nuove “ Linee guida per la Valutazione ambientale strategica dei Piani Urbanistici Comunali ” (DGR 44/51 del 14/12/2010), fanno parte di queste linee guida i seguenti allegati: - Allegato A: Fase di Scoping;

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- Allegato B: Rapporto Ambientale; - Allegato C: Partecipazione; - Allegato D: Contenuti per la valutazione di incidenza. Con la L.R. n.9 del 12 giugno 2006, concernente il conferimento di funzioni e compiti agli enti locali, sono state attribuite alla Regione le funzioni amministrative non ritenute di livello nazionale relative alla valutazione di piani e programmi di livello regionale o provinciale (art. 48), mentre alle province sono state attribuite quelle relative alla valutazione di piani e programmi di livello comunale e sub-provinciale (art. 49). Successivamente con L.R. n.3/2008, sono state attribuite alle Province anche le funzioni amministrative relative alla valutazione di piani e programmi di livello provinciale

3.4 La fase di screening

La fase di Verifica di Assoggettabilità, detta anche Screening , è finalizzata a valutare la possibilità di applicare la VAS ai piani e ai programmi di cui all'art. 6 comma 3 del D.lgs 152/2006 e s.m.i. secondo le modalità definite dall'art.12, Titolo II, Parte II del D.Lgs.152/2006 e s.m.i.

Come previsto dalla Direttiva 2001/42/CE, il D.Lgs. 152/2006, e s.m.i., stabilisce, infatti, che in alcuni casi l’obbligatorietà di sottoporre un piano o programma a VAS sia subordinata ad un esame preliminare, da condursi caso per caso, finalizzato a verificare se l’attuazione del piano potrà determinare effetti significativi sull’ambiente.

La VAS, come detto, riguarda i Piani ed i Programmi che possono avere impatti significativi sull’ambiente e sul patrimonio culturale, risultando obbligatoria per tutti gli strumenti:

a. che sono elaborati per la valutazione e gestione della qualità dell'aria ambiente, per i settori agricolo, forestale, della pesca, energetico, industriale, dei trasporti, della gestione dei rifiuti e delle acque, delle telecomunicazioni, turistico, della pianificazione territoriale o della destinazione dei suoli, e che definiscono il quadro di riferimento per l'approvazione, l'autorizzazione, l'area di localizzazione o comunque la realizzazione dei progetti elencati negli Allegati II, III e IV del D.Lgs 152/2006 e s.m.i.;

b. per i quali, in considerazione dei possibili impatti sulle finalità di conservazione dei siti designati come zone di protezione speciale per la conservazione degli uccelli selvatici e quelli classificati come siti di importanza comunitaria per la protezione degli habitat naturali e della flora e della fauna selvatica, si ritiene necessaria una valutazione d'incidenza ai sensi degli articoli 6 e 7 della direttiva 92/43/CEE” (direttiva “habitat).

Possono essere sottoposti a Verifica di assoggettabilità a VAS anche:

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- i piani e programmi diversi da quelli ricadenti nell'ambito di applicazione della VAS, ma che definiscono il quadro di riferimento per l'autorizzazione di progetti, che pur non essendo sottoposti a VIA in base alle norme vigenti, possono tuttavia avere effetti significativi sull’ambiente e sul patrimonio culturale a giudizio della sottocommissione competente per la valutazione ambientale strategica; - i piani e i programmi che determinano l’uso di piccole aree a livello locale; - le modifiche dei piani e programmi che siano già stati approvati;

La verifica di assoggettabilità a VAS relativa a modifiche a piani e programmi ovvero a strumenti attuativi di piani o programmi già sottoposti a VAS si limita ai soli effetti significativi sull'ambiente che non siano stati precedentemente considerati dagli strumenti normativamente sovraordinati.

Il D.Lgs. 152/2006, definisce, inoltre, che non devono essere sottoposti a VAS:

- i Piani e Programmi “destinati esclusivamente a scopi di difesa nazionale caratterizzati da somma urgenza o coperti dal segreto di Stato”; - i Piani e Programmi “finanziari o di bilancio”; - i Piani e i Programmi relativi agli interventi di telefonia mobile soggetti alle disposizioni di cui all'articolo 87 del D. Lgs. 1° agosto 2003, n. 259.

Nel caso specifico di Monserrato appare evidente come il Piano Urbanistico comunale rientri all’interno di quei piano e programmi per i quali la Valutazione Ambientale Strategica è obbligatoria in quanto riguarda il settore della pianificazione territoriale e rappresenta il quadro normativo di riferimento per la realizzazione di opere e interventi i cui progetti possono essere sottoposti a VIA ai sensi della normativa vigente. La procedura di Vas, inoltre, è presupposto per l’adozione definitiva del Piano urbanistico comunale ai sensi dell’art. 20 della L. R. 45/89 e s.m.i., infatti il comma 5 dell’art. 11 del D.Lgs 152/2006 recita “ La VAS costituisce per i piani e programmi a cui si applicano le disposizioni del presente decreto, parte integrante del procedimento di adozione ed approvazione. I provvedimenti amministrativi di approvazione adottati senza la previa valutazione ambientale strategica, ove prescritta, sono annullabili per violazione di legge .”

3.5 La fase di scoping

La fase di Scoping rappresenta l'analisi preliminare del processo di VAS, deve prevedere un processo partecipativo che coinvolga i soggetti competenti in materia ambientale potenzialmente interessati dalla redazione del PUC affinché condividano il livello di dettaglio e la portata delle informazioni da produrre e da elaborare, nonché le metodologie per la conduzione dell’analisi ambientale e della valutazione degli effetti ambientali, definendo i riferimenti concettuali e operativi attraverso i quali si elaborerà la valutazione

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Piano Urbanistico Monserrato ambientale. In particolare, nell'ambito di questa fase vanno stabilite le indicazioni di carattere procedurale (autorità coinvolte, metodi per la partecipazione pubblica, ambito di influenza, metodologia di valutazione adottata, ecc.) e le indicazioni di carattere analitico (presumibili impatti attesi dall'attuazione del Piano, analisi preliminare delle tematiche ambientali del contesto di riferimento e definizione degli indicatori). Nel documento di Scoping vengono quindi esplicitati i seguenti aspetti:

° obiettivi da perseguire col Piano Urbanistico Comunale; ° metodologia per la conduzione dell’analisi ambientale: aspetti da approfondire con l’analisi ambientale (componenti ambientali, fattori che influiscono sull’evoluzione dello stato dell’ambiente, indicatori da utilizzare, modalità di elaborazione delle informazioni, etc.); ° altri strumenti di pianificazione con i quali il PUC si relaziona, sia di pari livello, sia sovraordinati; ° coerenza delle strategie del PUC con i criteri generali di sostenibilità ambientale (consumo di risorse, produzione di rifiuti, tutela della biodiversità, emissioni di gas serra, ecc.); ° metodologia che si intende adottare per la valutazione degli effetti sull’ambiente; ° informazioni da inserire nel rapporto ambientale: sarebbe opportuno proporre un primo indice ragionato del rapporto ambientale; ° modalità di conduzione dei processi di partecipazione e consultazione, con particolare riferimento all’individuazione dei portatori di interesse che si intende coinvolgere e ai momenti del processo di VAS in cui sono previste tali attività; ° l’elenco delle Autorità e degli enti individuati quali soggetti competenti in materia ambientale, del pubblico Interessato e del Pubblico.

Il documento di Scoping dovrà essere trasmesso ai Soggetti Competenti in materia ambientale, opportunamente individuati, affinché diano il loro contributo al processo di valutazione.

4. L’iter della VAS nella redazione e adeguamento del PUC di Monserrato

La metodologia adottata per il processo di VAS del Piano urbanistico Comunale di Monserrato è stata elaborata sulla base degli indirizzi tracciati delle linee guida dalle “Linee Guida per la Valutazione Ambientale Strategica dei Piani Urbanistici Comunali” (14 Dicembre 2010 – Deliberazione N.44/51), redatte dal SAVI Servizio Sostenibilità Ambientale e Valutazione Impatti dell’Assessorato della Difesa dell’Ambiente della Regione Sardegna in collaborazione con l’Assessorato agli Enti Locali, Finanze e Urbanistica. Pur riferendosi al processo metodologico predisposto dalle Linee Guida del SAVI, è stata delineata una procedura che fa riferimento alle peculiarità del territorio di Pauli e che consenta, partendo da

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Piano Urbanistico Monserrato un’approfondita analisi preventiva, di identificare un processo di costruzione del Piano che porti al contenimento dei possibili impatti negativi sull’ambiente scaturiti dalla sua attuazione. La seguente Tabella riporta sia le diverse fasi in cui è articolato il processo di VAS, seguendo gli indirizzi esplicati nelle “Linee guida”, sia le differenti azioni da compiere nell’ambito del processo di Piano e, contestualmente, ai fini della valutazione ambientale. Fase del piano PROCESSO DI REDAZIONE DEL PIANO URBANISTICO COMUNALE - Avviso di inizio delle procedure per la redazione del PUC e della Valutazione Ambientale Strategica - Affidamento incarico per la stesura del PUC, per la redazione del Fase 0 Rapporto Ambientale (compresa la sintesi non tecnica) e/o per la Preparazione predisposizione dello studio preliminare ai fini della eventuale verifica di assoggettabilità - Definizione degli obiettivi generali del PUC - Individuazione dei soggetti competenti in materia ambientale - Definizione dell’ambito di influenza del PUC, della portata e del livello di dettaglio delle informazioni da includere nel rapporto ambientale (scoping) da effettuarsi con i soggetti competenti in materia ambientale - Analisi ambientale - Individuazione del quadro pianificatorio di riferimento e degli Fase 1 obiettivi/criteri di sostenibilità ambientale Orientamento (Scoping) - Individuazione di obiettivi ambientali da inserire nel piano Identificazione dei dati e delle informazioni disponibili sul territorio Organizzazione della struttura dei dati (conversione dei formati) - Definizione dei livelli di approfondimento delle informazioni territoriali e uniformazione delle legende - Aggiornamento informativo - Rilettura unitaria del territorio - Prime ipotesi di messa in valore delle caratteristiche/opportunità presenti sul territorio e contestuali proposte di mitigazione delle criticità - Individuazione degli ambiti locali (per comuni inseriti in PPR) - Prime bozze alternative di progetto del PUC - Definizione degli obiettivi specifici e delle linee d’azione e costruzione PARTECIPAZIONE Fase 2 delle alternative Redazione - Analisi di coerenza esterna con riferimento ai piani sovraordinati Analisi di coerenza con gli obiettivi/criteri di sostenibilità ambientale - Stima degli effetti ambientali - Confronto e selezione delle alternative - Analisi di coerenza interna - Progettazione del sistema di monitoraggio - Redazione del PUC, del Rapporto Ambientale e della Sintesi non tecnica Fase 3 - Adozione del PUC, del rapporto ambientale e della sintesi non tecnica Adozione - Pubblicazione della notizia dell’avvenuto deposito del PUC, del rapporto ambientale, compresa la sintesi non tecnica, con indicazione Fase 4 delle sedi ove è possibile prendere visione della documentazione (art. Deposito 20 L.R. 45/89 e art. 14 D. Lgs. 152/2006 e s. m. i.) - Diffusione della notizia dell’avvenuto deposito

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- Presentazione pubblica del PUC e del rapporto ambientale adottati, Fase 5 possibilmente tra il 15° e il 45° giorno dalla pubblicazione Consultazione dell’avvenuto deposito - Raccolta delle osservazioni, dei pareri e dei suggerimenti presentati - Esame e valutazione dei pareri, dei suggerimenti e delle osservazioni Fase 6 pervenute ed eventuale adeguamento del PUC e/o del Rapporto Esame e valutazione e Ambientale parere motivato (Autorità - Emissione da parte della autorità competente del parere motivato Competente) con eventuale richiesta di modifiche e/o integrazioni al PUC e al Rapporto Ambientale - Adozione definitiva del PUC e del rapporto ambientale con Fase 7 recepimento delle prescrizioni richieste nel parere motivato Adozione definitiva del - Redazione della Dichiarazione di Sintesi, che deve accompagnare il Piano PUC e il rapporto ambientale Fase 8 - Verifica di coerenza del PUC agli strumenti sovraordinati di governo Verifica di coerenza del territorio (art. 31 LR 7/2002) (Regione) - Pubblicazione sul BURAS e sul sito internet del comune con Fase 9 indicazione delle sedi ove poter prendere visione di tutta la Informazione sulla documentazione oggetto dell’istruttoria (Piano Urbanistico decisione Comunale, Rapporto Ambientale, Dichiarazione di sintesi e Parere motivato) - Attuazione del PUC Fase 10 - Monitoraggio sugli effetti ambientali derivanti dall’attuazione del PUC Attuazione e gestione - Emissione di periodici rapporti di monitoraggio - Valutazione periodica Tabella 1 – Articolazione delle fasi della VAS

Nella fase di preparazione (fase 0) l’amministrazione comunale provvede a dare comunicazione alla Provincia di , quale autorità competente, dell’avvio della procedura di redazione del PUC e, in accordo con questa, individua i soggetti competenti in materia ambientale e li informa dell’avvio della procedura di VAS e della possibilità di partecipare al processo di elaborazione del PUC e di valutazione ambientale. Vengono, inoltre individuati gli stakeholders locali, quale pubblico interessato, che potrà subire o subisce gli effetti delle procedure decisionali in materia ambientale o che ha interesse in tali procedure.

4.1 Fase di scoping: azioni svolte e programmate

La fase di scoping riassunta nel presente documento, è stata condotta attraverso le seguenti attività: Individuazione dei soggetti da coinvolgere nel processo di VAS: il processo di VAS prevede la necessità di un coinvolgimento strutturato di soggetti competenti in materia ambientale che siano potenzialmente interessati dalla redazione del PUC affinché condividano il livello di dettaglio e la portata delle informazioni da produrre e la metodologia utilizzata per la conduzione dell’analisi ambientale e della valutazione degli effetti sull’ambiente. Sono soggetti competenti in materia ambientale le pubbliche Amministrazioni e gli Enti pubblici che, per lo specifiche competenze o responsabilità in campo ambientale possono essere interessati agli impatti sull’ambiente dovuti all’attuazione del PUC.

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Redazione del documento di Scoping: nel documento di scoping, redatto sulla base dell’analisi preliminare per l’individuazione dell’ambito di influenza del PUC, sono stati affrontati i seguenti punti:

1. Definizione degli obiettivi generali e specifici che si vogliono perseguire con l’attuazione del PUC; 2. Individuazione delle componenti ambientali significative per il comune di Monserrato; 3. Definizione della metodologia per la conduzione dell’analisi ambientale; 4. Elenco dei Piani e programmi sovraordinati e di pari livello con i quali il PUC si relazione e rispetto ai quali valutare la coerenza; 5. Coerenza delle strategie del PUC con i criteri generali di sostenibilità ambientale; 6. Metodologia da adottare per la valutazione degli effetti sull’ambiente; 7. Proposta di indice ragionato del rapporto ambientale; 8. Descrizione dell’attività di monitoraggio del Piano urbanistico; 9. Modalità scelta per la conduzione le attività di partecipazione con particolare riferimento all’individuazione dei soggetti portatori di interesse che si intende coinvolgere; 10. Elenco delle Autorità e degli Enti individuati quali soggetti competenti in materia ambientale, del pubblico interessato e non.

Incontro di scoping: viene richiesto dall’Amministrazione comunale in qualità di Autorità proponente e vede coinvolti l’Autorità competente e i Soggetti competenti in materia ambientale. Lo scopo dell’incontro è quello di presentare e discutere gli obiettivi generali del PUC e i contenuti del documento di scoping.

4.2 Il rapporto ambientale

Il rapporto ambientale rappresenta lo studio tecnico scientifico nel quale vengono descritti e valutati gli impatti significativi che l’attuazione del piano proposto potrebbe avere sull’ambiente e sul patrimonio culturale e le possibili alternative che possono adottarsi in considerazione degli obiettivi e dell’ambito territoriale di riferimento del piano. Esso verrà redatto in conformità a quanto indicato nell’allegato IV alla parte II del D.lsg 152/2006e s.m.i. e alle specifiche contenute nelle “Linee guida per la Valutazione Ambientale Strategica dei Piani Urbanistici Comunali della Regione Sardegna. Nel rapporto ambientale verranno illustrati i contenuti e gli obiettivi principali del PUC di Monserrato e il rapporto che il piano potrà avere con altri piani e programmi pertinenti; la descrizione dello stato attuale dell'ambiente e la sua evoluzione probabile senza l'attuazione del piano o del programma; le caratteristiche ambientali, culturali e paesaggistiche delle aree che potrebbero essere significativamente interessate, con particolare riferimento a problemi ambientali esistenti relativi ad aree di particolare rilevanza ambientale, paesaggistica e culturale, siti di interesse comunitari e di protezione speciale; verrà descritto come si è tenuto

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Piano Urbanistico Monserrato conto, durante l’elaborazione del piano degli obiettivi di protezione ambientale stabiliti a livello internazionale, comunitario o degli Stati membri, pertinenti al piano. Il rapporto preliminare descriverà i possibili impatti significativi sull'ambiente, compresi aspetti quali la biodiversità, la popolazione, la salute umana, la flora e la fauna, il suolo, l'acqua, l'aria, i fattori climatici, i beni materiali, il patrimonio culturale, anche architettonico e archeologico, il paesaggio e l'interrelazione tra i suddetti fattori. Devono essere considerati tutti gli impatti significativi, compresi quelli secondari, cumulativi, sinergici, a breve, medio e lungo termine, permanenti e temporanei, positivi e negativi; le misure previste per impedire, ridurre e compensare nel modo più completo possibile gli eventuali impatti negativi significativi sull'ambiente dell'attuazione del piano o del programma; la sintesi delle ragioni della scelta delle alternative individuate e una descrizione di come è stata effettuata la valutazione, nonché le eventuali difficoltà incontrate (ad esempio carenze tecniche o difficoltà derivanti dalla novità dei problemi e delle tecniche per risolverli) nella raccolta delle informazioni richieste; la descrizione delle misure previste in merito al monitoraggio e controllo degli impatti ambientali significativi derivanti dall'attuazione del piani o del programma proposto definendo, in particolare, le modalità di raccolta dei dati e di elaborazione degli indicatori necessari alla valutazione degli impatti, la periodicità della produzione di un rapporto illustrante i risultati della valutazione degli impatti e le misure correttive da adottare. Esso sarà accompagnato da una sintesi non tecnica comprensiva di tutti i contenuti del Rapporto ambientale esposti in un linguaggio non tecnico che sia facilmente comprensibile anche ai non addetti ai lavori. Il rapporto ambientale conterrà anche il resoconto del processo partecipativo, illustrando in che modo i contributi e le osservazioni pervenute nell’ambito delle consultazioni sono state prese in considerazione nella costruzione del PUC. Per favorire una più ampia partecipazione il rapporto ambientale sarà accompagnato da una sintesi non tecnica contenente tutte le informazioni presenti nel rapporto ambientale in una forma comprensibile per in non addetti ai lavori. Il rapporto ambientale costituisce parte integrante del Piano e ne accompagna l’interno processo di elaborazione e approvazione.

4.3 Il Processo partecipativo

Tutto il processo di Valutazione Ambientale Strategica è caratterizzato dalla partecipazione e dalla condivisione delle informazioni con le parti interessate, allo scopo di: • indirizzare le scelte del Piano verso obiettivi coerenti con i principi dello sviluppo sostenibile; • integrare in modo sistematico e partecipativo le considerazioni di carattere ambientale nell’elaborazione del Piano.

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Affinché il processo di partecipazione abbia successo e produca risultati significativi dovrebbero essere coinvolti non solo i singoli cittadini (pubblico) ma anche le specifiche associazioni e categorie di settore (pubblico interessato). Per una maggiore chiarezza espositiva è utile richiamare le definizioni di “pubblico” e “pubblico interessato”. Pubblico : una o più persone fisiche o giuridiche nonché, ai sensi, della legislazione vigente, le associazioni, le organizzazioni o i gruppi di tali persone; Pubblico interessato : pubblico che subisce, o può subire, gli effetti delle procedure decisionali in materia ambientale o che ha un interesse in tali procedure (le organizzazioni non governative che promuovono la protezione dell’ambiente e che soddisfano i requisiti previsti dalla normativa statale vigente, sono considerate come aventi interesse). La partecipazione del pubblico e del pubblico interessato dovrebbe essere prevista in diversi momenti nell’ambito dell’intero percorso di VAS e ciascuno di questi momenti deve essere condotto con specifici obiettivi. Allo scopo di agevolare la partecipazione degli attori individuati dovranno essere precisate le modalità di consultazione e partecipazione distinte per le diverse Fasi del processo di valutazione. In particolare, dovranno essere attivati specifici tavoli per la consultazione e la partecipazione delle autorità con specifiche competenze ambientali e del pubblico. Il primo momento di partecipazione è rappresentato dall’incontro di scoping, previsto nella Fase 1 - Orientamento, in occasione del quale vengono coinvolti i soggetti competenti in materia ambientale al fine di illustrare gli obiettivi generali individuati dall’amministrazione comunale per lo sviluppo del territorio e di condividere la metodologia da adottare per la conduzione del processo di VAS. Nel corso della Fase 2 - Elaborazione e redazione, possono essere previsti specifici incontri, il cui numero è definito in relazione alla dimensione del Comune (gli incontri previsti per il comune di Monserrato sono evidenziati in rosso nella tab.2), finalizzati a raccogliere i pareri dei soggetti competenti in materia ambientale, nonché le osservazioni del pubblico e quelle del pubblico interessato.

DIMENSIONE DEL PARTECIPANTI INCONTRI COMUNE Soggetti competenti in materia ambientale 1 < di 3000 ab. Pubblico interessato 1 Pubblico 1 Soggetti competenti in materia ambientale 1 3.000 – 10.000 ab. Pubblico interessato 2 Pubblico 2 Soggetti competenti in materia ambientale 2 10.000 – 100.000 ab. Pubblico interessato 3 Pubblico 3 Soggetti competenti in materia ambientale 3 > 100.000 ab. Pubblico interessato 4/5 17

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Pubblico 4/5 Tabella 2 – incontri previsti con il pubblico interessato e i soggetti competenti in materia ambientale

Durante la Fase 4 - Informazione, il Comune provvede alla diffusione della notizia dell’avvenuto deposito del PUC, del rapporto ambientale e della sintesi non tecnica. Nel corso della Fase 5 – Consultazione, l’Amministrazione comunale può organizzare uno o più incontri, da svolgersi tra il 15° e il 4 5° giorno dalla pubblicazione della notizia dell’avvenuto deposito del PUC e del rapporto ambientale, finalizzati a presentare il PUC ed il relativo rapporto ambientale ai pubblico ed al pubblico interessato. L’ultimo passo dedicato alla partecipazione e quello relativo alla Fase 10 - Informazione sulla decisione, al fine di rendere pubblici, tramite la pubblicazione sul BURAS e sul sito internet del Comune, il parere motivato espresso dall’autorità competente, la dichiarazione di sintesi e le misure adottate in merito al monitoraggio. Il seguente schema sintetizza, evidenziando, per ciascun momento di partecipazione individuato, le modalità con cui lo stesso dovrebbe essere condotto e il numero di incontri suggeriti per il Comune di Monserrato:

FASEFASEFASE SOGGETTI COINVOLTI MODALITA’ DI PARTECIPAZIONE NUMERO DI INCONTRI Autorità Competente Comunicazione formale indirizzata all’autorità competente con cui si informa dell’avvio della 0 procedura per la redazione del PUC Soggetti competenti Individuazione dei soggetti competenti in materia in materia ambientale da coinvolgere. Comunicazione ambientale formale indirizzata ai soggetti competenti in Fase 0 materia ambientale con cui li si informa dell’avvio 0 Preparazione della procedura di VAS e della possibilità di partecipare al processo di elaborazione del PUC e di valutazione ambientale Pubblico Individuazione del pubblico interessato. Pubblicazione di apposito avviso, sull’Albo 0 comunale e sul sito internet, contenente la prima definizione degli obiettivi di piano. Soggetti competenti Invio preliminare del documento di scoping ai in materia soggetti con competenze ambientali. Discussione Fase 1 ambientale del documento di scoping con i soggetti con 1 o più Orientamento competenza ambientale e verbalizzazione dei contributi espressi. Soggetti competenti Presentazione della bozza di PUC (comprensiva del 2 in materia rapporto ambientale) o della revisione in progress, 1 o più in relazione ambientale discussione aperta ai soggetti competenti in alla dimensione del materia ambientale e verbalizzazione delle Comune e delle osservazioni presentate. emergenze Fase 2 ambientali Elaborazione e Pubblico interessato Metodologia partecipativa: invio preliminare ai 3 redazione soggetti individuati come pubblico interessato 1 o più in relazione della bozza del PUC (comprensiva del rapporto alla dimensione del ambientale) o della revisione in progress. comune e delle Svolgimento dell’incontro, eventualmente emergenze articolato in gruppi da 30-40 persone, ognuno ambientali 18

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seguito da un facilitatore esperto. Raccolta e raggruppamento delle opinioni espresse. Pubblico Metodologia partecipativa: presentazione al 3 pubblico della bozza del PUC (comprensiva del 1 o più in relazione rapporto ambientale) o della revisione in progress. alla dimensione del Svolgimento dell’incontro, eventualmente comune e delle articolato in gruppi da 30- 40 persone, ognuno emergenze seguito da un facilitatore esperto. Raccolta e ambientali raggruppamento delle opinioni espresse Pubblico Diffusione della notizia dell’avvenuto deposito del PUC, del rapporto ambientale e della sintesi non tecnica, attraverso: Fase 4 pubblicazione sull’Albo pretorio on line del 0 Informazione comune; affissione di manifesti; pubblicazione sul sito internet del comune; pubblicazione sul BURAS; Soggetti competenti Invio preliminare del PUC adottato e del rapporto in materia di VAS ambientale, presentazione del PUC e del rapporto 1 ambientale, discussione, verbalizzazione dei risultati Pubblico Presentazione (tra il 15° e il 45° giorno dalla pubblicazione della notizia dell’avvenuto deposito) del PUC adottato e del rapporto ambientale al pubblico, suddiviso in gruppi da 30-40 persone, 3 seguiti da facilitatori esperti. Raccolta e Fase 5 catalogazione delle osservazioni espresse dal Consultazione pubblico. Pubblico interessato Invio preliminare ai soggetti individuati come pubblico interessato del PUC adottato e del rapporto ambientale. Svolgimento di uno o più incontri, tra il 15° e il 4 5° giorno dalla 3 pubblicazione della notizia dell’avvenuto deposito, seguiti da facilitatori esperti, per gruppi di circa 30- 40 persone. Raccolta e catalogazione delle osservazioni espresse dal pubblico. Pubblico Pubblicazione sul BURAS degli esiti della valutazione ambientale del PUC con indicazione delle sedi ove è possibile prendere visione del PUC Fase 10 approvato e di tutta la documentazione oggetto Informazione dell’istruttoria. Messa a disposizione, anche 0 sulla decisione attraverso la pubblicazione sul sito internet, del parere motivato espresso dall’autorità competente, della dichiarazione di sintesi e delle misure adottate in merito al monitoraggio. Tabella 3 – Schema del processo partecipativo

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5. Natura e contenuti del PUC di Monserrato in adeguamento al PPR 5.1 Il contesto territoriale di riferimento: inquadramento geografico

generale e peculiarità del territorio di Monserrato

Il comune di Monserrato è situato nella Sardegna meridionale e fa parte della regione storica del campidano di Cagliari, si estende per una superficie di 6,40 kmq e confina con i comuni di Cagliari e . Monserrato ha una popolazione di circa 20.178 (dato 2013) abitanti e, a fronte di un territorio molto piccolo, ha un’alta densità, pari a circa 3180 ab/kmq.

Figura 1 - Inquadramento geografico-territoriale del contesto territoriale su base CTR

Il territorio è tagliato in due dalla strada statale 554 (realizzata intorno agli anni ’60), che rappresenta un elemento di connessione veloce fra i comuni dell’Area Vasta ma anche una frattura nella continuità del 20

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Piano Urbanistico Monserrato contesto di Monserrato che ha indotto nel suo immediato intorno, sia a monte che a valle, una forte spinta all’urbanizzazione disordinata con episodi di appropriazione spontanea del territorio da parte della popolazione residente.

Figura 2 - Finestra di inquadramento geografico-territoriale del centro urbano su ortofoto del 2008

La porzione a nord è caratterizzata da un territorio ancora parzialmente rurale, con la presenza di usi agricoli tradizionali, in particolare vitivinicolo e cerealicolo, subordinatamente a colture arboree ad olivo, mandorlo e fruttifero, con presenza di aree residuali adibite al pascolo e all’allevamento ovino.

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La porzione a sud è invece caratterizzata dalla fitta urbanizzazione del centro cittadino, che si estende fino ai limiti comunali quasi senza soluzione di continuità con le limitrofe aree urbane di Cagliari-Pirri (a ovest) e Selargius (a est), con aree verdi residuali in prossimità dello stagno di Molentargius.

riu saliu

SS 387

Figura 3 – dettaglio dell’area Nord della S.S. 554

L’area a monte della SS 554 può essere suddivisa a sua volta, da nord verso sud, in tre porzioni delimitate dai confini comunali, dal corso del Riu Saliu e dalla SS 387. Questa parte del territorio monserratino era storicamente vocata alla coltivazione dei vigneti e collegata al centro urbano da una rete di percorsi ora interrotti dal tracciato della SS 554.

Il settore compreso tra il confine comunale e il corso del Rio Saliu è caratterizzato dalla presenza del polo universitario e del policlinico che tramite la SP 8, il ponte strallato e la via San Fulgenzio riconnette le funzioni di servizio generale dell’area vasta collocate nel polo universitario/ospedaliero con il territorio consolidato, tale compito è svolto anche dalla linea di metropolitana di superficie, che proprio in corrispondenza del territorio comunale di Monserrato, valica la SS 554 al il fine di interconnettere celermente il polo universitario/ospedaliero al centro della città di Cagliari (linea Piazza Repubblica – Policlinico). 22

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I settori compresi tra il Riu Saliu e la SS 387 e tra quest’ultima e il confine comunale sono caratterizzati nelle aree più prossime alla SS 554 dall’ edificazione “spontanea” di residenze ed attività commerciali/artigianali, mentre nelle aree più a nord hanno subito meno alterazioni dal punto di vista dell’edificazione ed il territorio conserva pressoché intatta la sua vocazione agricola.

Figura 4 – dettaglio dell’area a sud della S.S. 554 con indicazione del centro storico

Il territorio al di sotto della SS 554 è contraddistinto dal territorio urbanizzato che si riconnette alla frattura determinata dalla SS 554 tramite l’area residuale oggetto di edificazione spontanea identificata dal perimetro del piano di risanamento di Barracca Manna, le aree artigianali e quelle di servizio. Questa porzione di territorio è delimitata come già detto a nord dalla SS 554, a sud dal viale Guglielmo Marconi, ad ovest ed ad est dai confini comunali con Cagliari e Selargius. All’interno di questa macro area possiamo distinguere una zona più densa e costruita che coincide con il centro antico di Monserrato che rivela ancora la sua matrice di centro rurale caratterizzato da un tessuto delimitato da vie strette e dalla

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Piano Urbanistico Monserrato presenza di numerose case a corte ancora leggibili nonostante l’intasamento delle corti con edilizia di recente edificazione. Ai bordi del centro storico, verso est e verso nord le zone di completamento caratterizzate da un tessuto compatto, mentre per gli effetti del PRG di Cagliari a partire dagli anni ’70 / ’80 le aree contigue alle zone di completamento sono state edificate dando vita alla corona residenziale dei piani di zona Su Mulinu e Riu Saliu. La porzione più estrema del territorio, a sud, è invece occupata dalle aree dell’ex aeroporto e dall’area umida peristagnale limitrofa allo stagno del Molentargius che in passato era parte dello stagno di Pauli.

Dal punto di vista morfologico il territorio si articola in un area sub pianeggiante costituita da depositi alluvionali recenti caratterizzati da ghiaie e sabbie incoerenti interposte a limi ed argille, con quote che non superano i 50,00 m slm se non in località Cuccuru Angius (area ex polveriera). L’idrografia superficiale è costituita da due corsi d’acqua, il Riu Saliu ed il Riu Mortu aventi andamento NNW- SSE, ed entrambi i corsi d’acqua sono tombati nei tratti al di sotto della SS 554 e sfociano a sud nello stagno del Molentargius.

Una delle maggiori criticità del territorio di Monserrato è rappresentata dall’elevato rischio idrogeologico, per comprendere le dinamiche che hanno interessato il Comune nelle recenti alluvioni si ritiene opportuno fare un’analisi dell’evoluzione storica del sistema drenante superficiale. L’area dell’ex aeroporto militare di Monserrato, posta nella porzione più a sud del territorio comunale, accoglieva i deflussi provenienti dal Riu Saliu, dal Riu Mortu e dal bacino urbano compreso tra la Piazza d’Armi, l’ospedale Brotzu, il rione di Baraccamanna e tutto il centro di Pirri, confinando con il bacino del Riu Saliu verso ovest. L’intera superficie drenante risulta di poco inferiore ai venticinque chilometri quadrati. Precedentemente alla bonifica e realizzazione dell’Aeroporto Militare di Monserrato, l’area era occupata da un sistema di acquitrini e paludi; Prima della seconda guerra, in concomitanza agli interventi di bonifica delle aree paludose, un primo importante intervento prevedeva la deviazione del percorso del corso d’acqua Riu Saliu lungo l’attuale via Porto Botte per successivamente immettersi nell’attuale Canale Terramaini. Il Canale Terramaini diventa quindi il naturale recapito dell’intero sistema drenante, a scapito dei contributi verso l’antica palude che scompare per effetto di tali interventi; di essa rimane attualmente traccia molto limitata nel cosiddetto Stagno di Bella Rosa Minore. Con l’espansione urbana degli anni settanta verso Sud si è prodotta una progressiva occupazione dell’antica area paludosa con incremento della quota ti terreno per effetto di ricarica artificiale del suolo (strade, edifici, etc.), sino a creare in sostanza un argine deflusso delle acque provenienti dal centro abitato verso il recapito naturale. Agli inizia degli anni ottanta si registra un ulteriore e importante intervento consistente nella tomabatura del Riu Saliu dal punto di attraversamento con la ss 554 sino all’immissione nel Canale Terramaini. Nonostante la trasformazione del territorio sia stata ampia ed

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Piano Urbanistico Monserrato intensa, tuttavia alcune forme originarie persistono ancora tutt’oggi: ne è fede il transetto della figura seguente, derivato dal modello digitale del terreno attuale, ove è ben evidente la depressione della via del Redentore, sede dell’antico letto del Rio Saliu. Sul Versante del Riu Mortu, la presenza di aree coltivate consegnerebbe in termini di permeabilità un quadro di relativa sicurezza per l’abitato in merito ai deflussi proveniente da settore nord, ciò malgrado è evidentemente emersa la necessità di realizzare un canale di guardia lungo l’attuale via San Gottardo. Il canale nella sua idea iniziale, interrompeva i deflussi verso il paese provenienti dal bacino del Riu Mortu, recapitandoli verso l’area de Is Pontis Paris.

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Figura 5 – Stralcio studio ex art. 8 comma 2 Nta del PAI, analisi di dettaglio delle aree a pericolosità idraulica

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L’evento alluvionale del 2008 ha sostanzialmente azzerato le modifiche effettuate in passato al reticolo idrografico ripristinando quasi integralmente nell’occasione la condizione originaria; in particolare, i deflussi del bacino idrografico del Riu Saliu si sono rimpossessati del vecchio percorso interno all’edificato, salvo il fatto che lo sbocco verso il suo recapito naturale (Stagno di Molentargius) è stato impedito dalle modifiche altimetriche delle aree prospicienti.

Lo studio di compatibilità idraulica, geologica e geotecnica ha portato alla perimetrazione di aree a pericolosità idraulica elevate (Hi3) e molto elevata (Hi4). In particolare l’area classificata Hi4 a valle delle S.S. 554 attraversa tutto il paese ripercorrendo in parte il tracciato dei due corsi d’acqua e generando due aree importanti, una in prossimità del cimitero ed una tra via San Fulgenzio e via dell’Argine. In quest’ultima sono previste una serie di opere di regimazione idraulica tra cui la realizzazione di una vasca di laminazione, che serviranno a migliorare le condizioni idrauliche dell’ambito urbano.

5.2 Obiettivi e strategie di sviluppo del PUC

La redazione del Piano Urbanistico Comunale di Monserrato parte dalla necessità di dotare la città, ormai autonoma dal 1991, di un atto di pianificazione comunale proprio che, a valle della vigenza del Piano Regolatore di Cagliari (PRG), identifichi la struttura del territorio ormai consolidata e che doti la città di dispositivi peculiari per risolvere alcune criticità riscontrate e per attivare dinamiche di valorizzazione locali.

L’identità che il vigente strumento di pianificazione ha conferito alla città è frammentata e caratterizzata da scale differenti: da una parta la dimensione urbana del vecchio nucleo storico del centro monserratino, con la ricorrente conformazione di polo denso attorno agli assi di maggiore percorrenza e connessione fra i centri (Pirri, Selargius, , ), dall’altra la dimensione extra comunale delle funzioni di area vasta ricadenti nel territorio monserratino, catalizzatori di indotto lavorativo e studentesco (Cittadella Universitaria, Policlinico, infrastrutture collettive come la metropolitana leggera).

Per l’unitarietà del disegno che il PRG faceva del territorio di Cagliari, con annesse la frazione di Pirri e di Pauli, più che altri centri, è proprio Monserrato ad aver forse maggiormente perso la connotazione agricola e vitivinicola tradizionale in favore della nascita di una struttura urbana tale da assolvere all’effetto dell’espansione abitativa degli anni ‘70/’80 e d’appoggio per funzioni collettive di area vasta appunto. Non sorprende quindi che le scelte di pianificazione di allora si orientassero ad espandere il costruito lungo tutte le direzioni possibili (prevalentemente a nord entro i confini della SS 554) mediante l’inserimento di zone C – di espansione (Piani di Zona e Piani di Lottizzazione) e che poi inserissero una vastissima zona G – servizi generali che quasi connetteva Monserrato con Sestu, dove appunto è nato il polo universitario. La normativa specifica poi della zona A – centro storico ha di conto suo permesso pesanti interventi di sostituzione e 27

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Piano Urbanistico Monserrato manomissione dell’edilizia tipica tradizionale dando vita ad un centro denso, che nella sua estensione, ha perso quasi totalmente le caratteristiche proprie di storicità e valore. Un altro dato rilevante della configurazione antropica del territorio monserratino è la presenza di due vaste aree. Una a sud della S.S. 554 (Barraccamanna) e l’altra a Nord (Su Tremini) interessate da abusivismo edilizio dagli anni 70 e per le quali non sono ancora stati definiti gli strumenti di pianificazione attuativa necessari, oltre che per la definizione delle pratiche condono edilizio, anche per la riqualificazione e riordino del territorio interessato.

Nella predisposizione della Pianificazione territoriale occorre garantire il criterio generale di sviluppo sostenibile, consistente nel valutare le problematiche ambientali e nella capacità di salvaguardare o contenere gli effetti ambientali conseguenti all’attuazione del piano. In altri termini occorre individuare delle strategie di uno sviluppo sostenibile in grado di perseguire gli obiettivi della pianificazione territoriale al fine di individuare quali possano essere le priorità o azioni per la salvaguardia ambientale o per il contenimento degli effetti ambientali.

Il Piano Urbanistico di Monserrato si basa su alcuni principi chiave, consolidati e contemporanei, che sono in grado di generare il “ disegno delle logiche di piano ” e che vengono esplicitati di seguito:

1. Tutela paesaggistica - riconoscere il patrimonio architettonico e culturale, di natura collettiva, che necessita di una degna politica di tutela e valorizzazione al fine di favorire l’accrescimento dell’identità locale dei cittadini e il riconoscimento del valore specifico della città in una dimensione che va al di là dei confini amministrativi; 2. Sostenibilità ambientale – prevedere interventi di pianificazione e progettazione nel rispetto delle componenti ambientali, da attuare attraverso logiche che riducano la possibilità di generare impatti nocivi per le specie e per la natura, anche relativamente all’inquinamento acustico. Favorire modelli abitativi ecosostenibili sulla vasta scala (sistemi di mobilità collettiva, sistemi di mobilità a impatto zero, approvvigionamenti energetici collettivi). Le logiche di progetto di territorio sono guidate dalla minimizzazione dell’inquinamento globale e l’identificazione di programmi di efficientamento energetico; 3. Smart City – tendere verso una città intelligente attraverso l’individuazione di sistemi di comunicazione innovativi (es. geoportale e app) che aumentino la consapevolezza e lo stato di conoscenza delle variabili urbane per tutti, amministratori e cittadini; la creazione di cicli di gestione (es. rifiuti) a minimizzazione degli sprechi o di campagne di raccolta dati e ottimizzazione dei sistemi (es. approvvigionamento energetico strutture pubbliche) per fare della città un grande laboratorio del vivere insieme con un modello di urbanità condivisa;

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4. Efficienza energetica – favorire una progettazione degli edifici che prediliga l’utilizzo di materiali ecologici e tecniche costruttive sostenibili e tradizionali (per le filiere corte di lavorazione e mercificazione), attraverso l’introduzione di norme specifiche all’interno del Regolamento edilizio; 5. Riciclo e riuso - il consolidato urbano e lo spazio pubblico possono diventare scenari ottimali per accogliere nuovi modi di abitare e di vivere e funzioni prima non contemplate. Il singolo edificio come anche un’intera porzione di territorio possono oggi assumere un nuovo significato senza opere di eccessivo impatto ambientale, paesaggistico ed economico; 6. Contenimento del Consumo di suolo -– Promuovere politiche di sviluppo urbano incentrato sul rinnovamento e il completamento dello spazio urbano attuale piuttosto che sull’individuazione di nuove aree di espansione. Il paesaggio agrario prende significato in una logica di paesaggio e di produzione e non è più come negativo del costruito. Il disincentivo al costruire il nuovo, o meglio l’incentivo a riutilizzare il vetusto, definisce la nuova linea di approccio alla progettazione delle logiche di piano. Progettare a partire dagli scenari esistenti che necessitano di valorizzazione e riordino è un’occasione per indirizzare i luoghi ad uno sviluppo atteso e sostenibile; 7. Salute pubblica – il territorio di Monserrato è caratterizzato da un elevato rischio idrogeologico, è di fondamentale importanza procedere ad una programmazione degli interventi coerente con la mappatura dei rischi possibili, nonché prevedere opportune opere di mitigazione. 8. Integrazione sociale – promuovere logiche di integrazione sociale attraverso la creazione di centri di accoglienza e/o poli per attività lavorative a rilancio di una particolare filiera produttiva; 9. Cooperazione – Il dimensionamento di un piano oggi non può prescindere dalla capacità attrattiva del proprio territorio in una logica trasversale di prossimità e legame con i territori limitrofi. La presenza di servizi a scala sovracomunale come la cittadella Universitaria e il Policlinico devono portare ad una programmazione orientata anche al soddisfacimento di funzioni e bisogni di un’area che va al di là dei limiti amministrativi.

Obiettivi generali e specifici

Sulla base dei principi chiave vengono individuate le visioni di piano, che rappresentano gli obiettivi generali del piano, che prendono corpo attraverso le logiche di piano, intese come la serie di obiettivi da perseguire attraverso l’uso di dispositivi specifici.

Il piano definisce i seguenti obiettivi generali :

OG1. Essere una città osmotica : avere una città rapida nel rispondere alle esigenze temporanee di abitanti di passaggio (studenti e/o lavoratori, con bisogni legati alla qualità momentanea della vita e all’offerta di servizi locali di immediata accessibilità. 29

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Obiettivo Specifico 1: valorizzazione e tutela paesaggistica dell’edificato storico attraverso il riuso delle case a corte esistenti come residenze delle presenze fluttuanti Obiettivo specifico 2 : valorizzazione e tutela paesaggistica dell’agro e del paesaggio periurbano Obiettivo specifico 3 : promuovere il riciclo e il riuso dell’esistente al fine di implementare la dotazione di servizi necessari in funzione della tipologia della popolazione fluttuante. Obiettivo specifico 4 : promuovere l’integrazione sociale e l’innalzamento della cultura tramite attuazione di azioni immateriali Obiettivo specifico 5 : promuovere l’integrazione sociale di popolazioni meno abbienti e in condizioni abitative disagiate Obiettivo specifico 6 : promuovere la cooperazione con i comuni limitrofi in relazione al fabbisogno di accoglienza. OG2. Essere una città efficiente: Monserrato come prototipo di innovazione e tecnologia che, mediante il saper identificare alcune condizioni territoriali esistenti e buone prassi innovative da introdurre, risponda alle normative sull’ambiente e sul paesaggio in modo da generare azioni che creino risorsa per i cittadini. Obiettivo Specifico 1 : creare una smart city dotando la città di strutture tecnologiche a servizio dei cittadini e dei portatori di interesse, creando applicazioni condivise e progetti tesi all’efficientamento delle reti di offerta (turistica, commerciale, di servizi, culturale) e di produzione (filiere produttive locali, cooperative, ecc.) Obiettivo Specifico 2: creazione di una smart city con caratteristiche culturali elevate e con maggiore capacità di scambio ed efficienza di comunicazione, anche mediante la creazione di portali web dedicati e di interfaccia utente/pubblica amministrazione (geodatabase, ciclo dei rifiuti, valutazione consumi, laboratori partecipativi stabili) Obiettivo specifico 3 : stimolare l’aumento dell’efficienza energetica sia degli edifici con l’introduzione di sistemi ad energia rinnovabile finalizzato alla riqualificazione del patrimonio esistente, siaa carattere estensivo sul territorio comunale. Obiettivo specifico 4 : promuovere il riciclo di porzioni di struttura urbana e di edifici esistenti al fine di minimizzare il fenomeno dell’abbandono del patrimonio costruito e fruibile ed allocare funzioni maggiormente rispondenti alle esigenze dell’abitare specie di natura collettiva (sportive, culturali, commerciali) Obiettivo specifico 5 : promuovere il riuso di aree ad uso collettivo (aree di servizi) con attività, come orti urbani ed altro, che producano minori costi pubblici di realizzazione degli standard e delle dotazioni di servizio e che allo stesso tempo producano integrazione sociale e senso di appartenenza

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Obiettivo specifico 6 : contenimento del consumo di suolo in favore dell’uso di compendi abbandonati o con funzioni territoriali precise ma non temporalmente stabili, quindi versatili, al fine di minimizzare l’espansione urbana e di contenere sprechi di territorio che preserva ancora le caratteristiche di naturalità paesaggisticamente rilevanti Obiettivo specifico 7 : preservare la salute pubblica e la sicurezza degli abitanti mediante azioni progettuali tese alla costruzione di opere di mitigazione del rischio e mediante la creazione di un sistema efficiente di controllo dell’esondabilità dei rii in caso di eventi alluvionali Obiettivo specifico 8 : promuovere la cooperazione fra soggetti territoriali limitrofi al fine di stimare correttamente il quantitativo dei fabbisogni e creare reti di gestione dei processi comuni che siano ecologiche e sostenibili (ciclo rifiuti, sistema trasportistico, servizi extracomunali) OG3. Essere una città vivibile : città accessibile che risponde alle esigenze dei cittadini residenti in maniera permanente, legate alla qualità dell’abitare e delle dotazioni di servizi strutturali, e dei cittadini a carattere fluttuante, studenti e lavoratori, legate all’offerta culturale e ricreativa. Obiettivo specifico 1 : valorizzazione e tutela paesaggistica delle aree ad alto pregio paesaggistico e di testimonianza storica degli usi territoriali mediante la creazione di poli fruibili per la popolazione residente, tali da elevare la consapevolezza del proprio paesaggio ed ambiente Obiettivo specifico 2 : promuovere progetti di mobilità sostenibile attraverso l’implementazione della rete ciclopedonale cittadina al fine di disincentivare l’uso dell’auto privata, attraverso la promozione di progetti legati allo sharing (pauli’n bike, car sharing, ecc) e la realizzazione di poli dedicati, la cui gestione avvenga mediante un sistema informatizzato di accesso per il cittadino e la promozione del sistema di trasporto pubblico¸ attraverso la creazione di una rete di percorsi verdi lineari e capillari all’interno delle aree agricole del paesaggio periurbano ai quali accedere anche in connessione alle attività previste dalla cittadella universitaria e dal policlinico Obiettivo specifico 3 : maggiore sostenibilità ambientale nel fruire la città con le proprie dotazioni di servizi mediante l’implementazione del sistema del verde e delle aree di spazio pubblico e nell’abitare la città garantendo una tipologia abitativa propria e rispondente alle esigenze dei residenti e delle tipologie di nuclei familiari esistenti Obiettivo specifico 4 : riciclo e riuso del patrimonio edilizio esistente introducendo attività di servizio a carattere urbano nel centro consolidato mediante azioni mirate al cambio di destinazione d’uso degli immobili o tese all’implementazione della versatilità delle attività in essi concesse al fine di minimizzare gli spostamenti urbani di medio e lungo raggio Obiettivo specifico 5 : maggiore integrazione sociale introducendo attività culturali nel territorio e promuovendo l’innalzamento dello scambio di attività, specie a carattere universitario con la creazione di poli dedicati

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Obiettivo 6 : elevare la cooperazione fra amministrazioni limitrofe al fine di convogliare le proprie offerte di servizi specializzati in un unico ambito territoriale specifico potenziale e mirato a soddisfare la richiesta di area vasta (città dello sport)

5.3 Coerenza con il PPR

Il P.P.R. si fonda sui seguenti principi (art. 3 delle NTA):

- controllo dell’espansione delle città; - gestione dell’ecosistema urbano secondo il principio di precauzione; - conservazione e sviluppo del patrimonio naturale e culturale; - alleggerimento della eccessiva pressione urbanistica, in particolare nelle zone costiere; - politiche settoriali nel rispetto della conservazione della diversità biologica; - strategie territoriali integrate per le zone ecologicamente sensibili; - protezione del suolo con la riduzione di erosioni; - conservazione e recupero delle grandi zone umide; - gestione e recupero degli ecosistemi marini; - conservazione e gestione di paesaggi di interesse culturale, storico, estetico ed eco-logico; - adeguata compatibilità delle misure di sviluppo che incidano sul paesaggio; - recupero di paesaggi degradati da attività umane.

Tali principi vengono assunti a base delle azioni da attuare per il perseguimento dei fini di tutela paesaggistica e costituiscono il quadro di riferimento e coordinamento per lo sviluppo sostenibile del territorio regionale, fondato su un rapporto equilibrato tra i bisogni sociali, l’attività economica e l’ambiente.

Le finalità che persegue il PPR sono quelle di preservare, tutelare, valorizzare e tramandare alle generazioni future l’identità ambientale, storica, culturale e insediativa del territorio sardo; proteggere e tutelare il paesaggio culturale e naturale e la relativa biodiversità; assicurare la salvaguardia del territorio e promuoverne forme di sviluppo sostenibile, al fine di conservarne e migliorarne le qualità. Il PUC del comune di Monserrato in adeguamento al PPR, in coerenza con il PPR assume come principi base quelli generali delle sostenibilità ambientale e su un uso sostenibile delle risorse

6. Metodologia per la conduzione dell’analisi ambientale 6.1 Proposta preliminare di indice del Rapporto Ambientale 1. Premessa 2. Valutazione Ambientale Strategica

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2.1. Quadro normativo di riferimento 2.2. Processi di VAS 2.3. Fasi della VAS 2.4. Consultazione e partecipazione 2.5. Metodologia adottata nella procedura di Valutazione Ambientale Strategica 3. Piano Urbanistico Comunale di Monserrato 3.1. Processo di adeguamento del PUC al PPR e al PAI 3.1.1. Efficacia e ambito di applicazione 3.1.2. Struttura e contenuti del Piano Paesaggistico Regionale 3.1.3. Attuazione del Piano Paesaggistico Regionale 3.2. Gli ambiti di Paesaggio locale (APL) 3.3. Obiettivi del Piano Urbanistico Comunale 3.3.1. Obiettivi generali 3.3.2. Obiettivi specifici 3.3.3. Analisi e valutazione di coerenza interna 4. Analisi di coerenza esterna del PUC di Monserrato 4.1. Piano e programmi di riferimento 4.2. Analisi di coerenza Esterna 5. Analisi del contesto 5.1. Lo stato dell’ambiente nel territorio comunale di Monserrato 5.2. Analisi S.W.O.T. 5.3. Caratterizzazione delle aree di particolare rilevanza ambientale 6. Valutazione Ambientale del PUC di Monserrato 6.1. Criteri di sostenibilità ambientale e obiettivi di sviluppo sostenibile 6.2. Descrizione e valutazione degli effetti ambientali delle scelte di Piano 7. Il sistema di monitoraggio 7.1. Scopo dell’attività di monitoraggio 7.2. 11.1 Gli indicatori selezionati 7.3. 11.2 Le relazioni di monitoraggio 8. Sintesi Non Tecnica del Rapporto Ambientale 8.1. Processo di adeguamento del PUC al PPR e al PAI e assoggettabilità a VAS 8.2. 2 Finalità e struttura del Rapporto Ambientale 8.3. 3 Metodologia adottata 8.4. 4 Valutazione degli effetti ambientali delle scelte del PUC di Monserrato

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6.2 L’analisi ambientale

L’analisi ambientale rappresenta l’atto preliminare della valutazione di un piano. Tale analisi rappresenta la diagnosi della situazione ambientale del territorio comunale “ex ante” e “In itinere” rispetto alla redazione e approvazione del PUC. Consiste nell’analisi di una serie di componenti ambientali e socio economiche ognuna descritta da una serie di indicatori, che va a costituire la base conoscitiva dello stato dell’ambiente interessato dall’attuazione del PUC. L’analisi ambientale dovrà restituire un’immagine il più completa e rappresentativa possibile dello stato dell’ambiente, individuando le componenti ambientali sensibili e i fattori di pressione esercitati dalle attività antropiche, al fine di rilevare eventuali criticità ambientali che potrebbero essere condizionate dall’attuazione del PUC e allo stesso tempo evidenziare vocazioni del territorio che potrebbero essere esaltate dallo stesso piano. Il documento di diagnosi della situazione ambientale dovrà illustrare i risultati dell’analisi delle componenti ambientali di seguito elencate: aria, acqua, rifiuti, suolo, flora, fauna e biodiversità, paesaggio e assetto storico culturale, assetto insediativo e demografico, sistema economico produttivo, mobilità e trasporti, energia e rumore.

Al fine di rappresentare in maniera sintetica i risultati dell’analisi ambientale si utilizzerà il metodo dell’analisi SWOT (Steanghts/ punti di forsa, Weakness/punti di debolezza, Opportunities/opportunità, Threats/minacce) che consiste in un analisi ragionata del contesto territoriale al fine di individuare le opportunità di sviluppo di un territorio derivanti dalla valorizzazione dei punti di forza e dal contenimento dei punti di debolezza, alla luce del quadro di opportunità e rischi derivanti dalle azioni previste nel piano. Sulla base dei risultati dell’analisi SWOT sarà possibile contestualizzare i criteri generali di sostenibilità ambientale, in relazione alle peculiarità ambientali emerse per il contesto territoriale di Monserrato, e indirizzare le scelte di opportuni obiettivi specifici per il PUC di Monserrato verso la sostenibilità ambientale, individuando appropriate azioni progettuali coerenti con il contesto territoriale di riferimento.

6.3 Componenti e indicatori ambientali

La descrizione del contesto territoriale in cui si va ad intervenire rappresenta la base della conoscenza per la valutazione delle conseguenze della pianificazione sull’evoluzione del territorio.

L’analisi del contesto ambientale verrà condotta considerando le componenti ambientali suggerite nelle “Linee guida per la Valutazione Ambientale Strategica dei Piani Urbanistici Comunali” della Regione Sardegna ritenuti significativi per il contesto territoriale di Monserrato:

1. Qualità dell’aria;

2. Acqua

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3. Rifiuti

4. Suolo;

5. Flora, fauna e biodiversità;

6. Paesaggio e assetto storico culturale;

7. Assetto insediativo, demografico;

8. Sistema economico, produttivo;

9. Mobilità e trasporti;

10. Energia;

11. Rumore

12. Campi elettromagnetici

L’analisi delle componenti ambientali definisce le attuali condizioni del territorio al fine di indicare le possibili relazioni causa-effetto tra le dinamiche socio-economiche e le componenti ambientali. Questo analisi preliminare costituirà la base per la definizione degli obiettivi di sostenibilità del piano e per la definizione e valutazione dei potenziali effetti diretti e indiretti del piano sull’ambiente, al fine di individuare gli eventuali azioni di mitigazione.

In questa fase è stata fatta una prima lettura delle componenti ambientali, redigendo per ognuna di esse un’apposita scheda di analisi, sulla base di quella proposta nelle Linee guida, dove sono stati popolati gli indicatori dei quali si è attualmente in possesso dei dati. Tali schede verranno implementate nel rapporto ambientale con i dati mancanti.

6.4 Metodologia di valutazione degli effetti sull’ambiente

L’obiettivo principale della Valutazione Ambientale Strategica è quello di individuare i potenziali effetti che l’attuazione del Piano potrebbe determinare sull’ambiente sul patrimonio culturale (come previsto all’art. 6 comma del D.Lgs 152/2006) e fornire una stima in relazione alle diverse possibilità di attuazione dello stesso. La valutazione degli effetti delle azioni di Piano sull’ambiente e sul patrimonio culturale dovrà privilegiare l’individuazione di alternative, con riferimento alla localizzazione e alla tipologia dell’azione progettuale, attraverso un approccio valutativo di tipo quali-quantitativo. Dovranno essere definite opportune misure di mitigazione o dove necessario, adeguate misure di compensazione volte a compensare gli effetti ambientali residui, non eliminabili attraverso l’attuazione delle misure di mitigazione.

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La VAS pertanto dovrebbe portare ad individuare la soluzione che consenta il raggiungimento degli obiettivi del Piano garantendo, anche attraverso opportune azioni di mitigazione, la maggiore protezione dell’ambiente. Il D. Lgs 152/2006 parte II non definisce un sistema codificato per la valutazione degli effetti ambientali, pertanto, nel processo di redazione del PUC verranno utilizzati i criteri generali base definiti dalle “linee guida Guida” della Regione Sardegna. In particolare: - Gli effetti sull’ambiente e sul patrimonio culturale verranno valutati su tutte le componenti esaminate nell’analisi ambientale iniziale, ad eccezione delle componenti “sistemi produttivi” e “mobilità e trasporti”, che non devono essere considerate nella valutazione degli effetti in quanto non rappresentano potenziali bersagli di un’azione di piano ma piuttosto delle pressioni. L’analisi di tali componenti è necessaria ai fini della costruzione dello stato dell’ambiente in quanto fornisce informazioni sulle pressioni esercitate nelle aree di influenza del piano. - Si dovrà verificare che le azioni del progetto urbanistico abbiano tenuto conto dei risultati emersi dall’analisi ambientale, sia in termini di criticità da risolvere che in termini di opportunità da perseguire. - Il sistema di valutazione degli effetti ambientali dovrà essere formalizzato in modo da garantire la ripercorribilità del processo; - Si dovrà tenere conto sia degli effetti ambientali diretti che di quelli indiretti, - Si dovranno considerare gli impatti cumulativi derivanti dal concorso su una stessa componente ambientale degli effetti imputabili a più azioni.

Per la valutazione degli effetti ambientali verrà utilizzato il metodo matriciale che si basa su una valutazione degli effetti di tipo quali-quantitativo, attraverso l’utilizzo di una simbologia codificata. Il primo passo da fare sarà quello di individuare gli effetti, a tal fine verrà utilizzata una matrice “Azioni/componenti ambientali” che riporta nelle righe le azioni di piano e nelle colonne le componenti ambientali. L’incrocio tra azione e componente determina un potenziale effetto imputabile a quell’azione. La stima dell’effetto verrà effettuata tenendo conto dei seguenti aspetti:

- Stato delle componenti ambientali interessate; - Sensibilità del contesto ambientale; - Presenza di criticità ambientali; - Reversibilità degli effetti (a breve, medio e lungo termine) - Durata dell’effetto

L’entità degli effetti, verrà rappresentata all’interno della matrice mediante l’utilizzo della simbologia proposta nelle Linee Guida delle Regione Sardegna:

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Dalla lettura della matrice sarà possibile determinare tutti i potenziali impatti negativi che l’attuazione del PUC potrà avere sulle diverse componenti ambientali. Per ciascuno di tali effetti, anche in relazione alle motivazioni che hanno portato a ritenere significativo l’effetto negativo, saranno definiti i criteri e le indicazioni per l’attuazione degli interventi previsti dal PUC e le relative misure di mitigazione/compensazione. Il metodo precedentemente descritto verrà applicato per ciascuna delle alternative di Piano individuate e si otterranno tante matrici quante sono le alternative. Questo consentirà un facile confronto tra le diverse soluzioni e l’individuazione della soluzione con i minori effetti negativi sull’ambiente. L’analisi matriciale è accompagnata da una serie di indicatori in grado di rappresentare in maniera sintetica un determinato fenomeno. In relazione ai processi decisionali l’Agenzia Europea per l’Ambiente (AEA) ha individuato tre funzioni alle quali l’indicatore deve assolvere: - fornire informazioni sui problemi ambientali per mettere i responsabili nella condizione di valutarne la gravità; - dare supporto alla definizione delle priorità, attraverso l’identificazione degli elementi chiave di pressione sull’ambiente e allo sviluppo delle politiche di risposta; - monitorare gli effetti delle politiche di risposta.

È opportuno, quindi, disporre di un modello, descrittivo delle interazioni tra i sistemi economici, politici e sociali con le componenti ambientali, secondo una sequenza causa-condizione-effetto, in modo da fornire una visione multidisciplinare e integrata dei diversi processi ambientali.

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Il modello che verrà utilizzato è quello sintetizzato nella sigla DPSIR cioè Driving forces, Pressure, State, Impact e Response (Determinanti, Pressione, Impatto, Stato, Risposte) proposto dall’AEA nel 1995, originato sulla base del precedente modello PSR ideato dall’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE). Esso propone indicatori di:

- Determinanti (Driving forces): relativi alle azioni sia antropiche (comportamenti ed attività umane: industria, agricoltura, trasporti, ecc.) che naturali, in grado di determinare pressioni sull'ambiente; - Pressione (Pressure): relativi a tutto ciò che tende ad alterare la situazione ambientale - Stato (State): relativi qualità e quantità delle risorse ambientali in termini fisici, chimici e biologici - Impatto (Impact): relativi agli effetti negativi sugli ecosistemi, sulla salute degli uomini e degli animali e sull'economia; - Risposte (Response): relativi alle risposte e agli interventi, da soggetti pubblici e privati, per migliorare l'ambiente, fronteggiare le pressioni e ridurre gli impatti.

Secondo questo modello gli sviluppi di natura economica e sociale ( Determinanti ) esercitano Pressioni , che producono alterazioni sulla qualità e quantità ( Stato ) dell’ambiente e delle risorse naturali. L’alterazione delle condizioni ambientali determina degli Impatti sulla salute umana, sugli ecosistemi e sull’economia, che richiedono Risposte da parte della società. In relazione agli effetti negativi significativi sull’ambiente, individuati con l’analisi precedentemente descritta, si dovranno definire delle opportune azioni di mitigazione, sotto forma di piani attuativi o disposizioni specifiche all’interno del PUC. Dovranno inoltre essere previste adeguate misure di compensazione degli effetti ambientali residui, non eliminabili attraverso le misure di mitigazione.

6.5 Il monitoraggio

La VAS segue il processo di Piano nella fase della sua formazione e lo accompagna, anche dopo la sua adozione definitiva, nel processo di attuazione attraverso le attività di monitoraggio, finalizzate a tenere sotto controllo l’evoluzione degli effetti ambientali significativi derivanti dall’attuazione del Piano in modo da poter intervenire tempestivamente attraverso opportune misure correttive.

L’attività di monitoraggio di un Piano urbanistico può essere genericamente descritta come un insieme di procedure e attività finalizzate a fornire un flusso di informazioni costante sullo stato di attuazione del Piano, sul grado di raggiungimento dei risultati attesi e sugli effetti previsti. In sintesi il monitoraggio segue in itinere il processo di attuazione del piano al fine di verificare eventuali criticità, evidenziare eventuali effetti negativi e individuare tempestivamente una adeguata rimodulazione delle azioni del piano.

I risultati del monitoraggio verranno resi pubblici attraverso report periodici, che saranno pubblicato sul sito istituzionale del comune e trasmessi all’Autorità competente per la Valutazione Ambientale Strategica. 38

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6.6 Piani e programmi che hanno relazioni con il PUC

Di seguito si fornisce l’elenco dei Piani e dei Programmi di livello sovracomunale, pertinenti con il Piano Urbanistico Comunale di Monserrato, rispetto ai quali, nel Rapporto ambientale, verrà svolta l’analisi della coerenza esterna dello stesso PUC, approfondendo e specificando eventuali relazioni ed interferenze. Viene fornito anche l’elenco dei Piani e programmi di livello comunale che possono avere relazioni con il Piano urbanistico e rispetto ai quali verrà svolta, nel Rapporto Ambientale, l’analisi di coerenza interna.

PIANIFICAZIONE SOVRACOMUNALE PIANO O PROGRAMMA RIFERIMENTO NORMATIVO STATO DI AVANZAMENTO Piano Paesaggistico Regionale L.R. n. 8 del 25.11.2004 Approvato con D.G.R. n. 36/7 del 5.9.2006 Piano di Assetto Idrogeologico Legge 183/89, art. 17, comma 6, ter Approvato con D.G.R. n. 17/14 - D.L. 180/98 del 26.4.2006 Piano Urbanistico Provinciale / Piano L.R. n. 45/1989, art. 1, comma 1 Approvato con delibera del Territoriale di Coordinamento Consiglio provinciale n. 18 del 04.05.2006. Piano Forestale Ambientale Regionale D.Lgs. 227/2001, art. 3, comma 1 Adottato con D.G.R. n. 3/21 del 24.1.2006 Piano di Gestione dei Rifiuti della D.Lgs. 152/2006, art. 199 Adottato con D.G.R. n 51/15 del Regione Sardegna 12.12.2006 Piano Provinciale raccolta e trasporto D.Lgs. 152/2006 Approvato con Del. Del RSU Commissario straordinario n. 159 del 22.07.2014 Piano di Tutela delle Acque D.Lgs. 152/99, art. 44 - L.R. Approvato con D.G.R. n. 14/16 14/2000, art. 2 del 4.4.2006 Piano di prevenzione, conservazione e D.Lgs. n. 351/1999, art. 6 Approvato con D.G.R. n. 55/6 del risanamento della qualità dell’aria 29.11.2005 ambiente in Sardegna Piano Energetico Ambientale Regionale D.Lgs. n. 112 del 31 marzo 1998 Adottato con D.G.R. n. 34/13 del 2.8.2006 Piano regionale di previsione, Legge n. 353 del 21.11.2000 Approvato con D.G.R. n. 25/54 prevenzione e lotta attiva contro gli del 3.7.2007 incendi boschivi 2005-2007 - Revisione anno 2007 P.O.R. Sardegna “Competitività Approvato con D.G.R. n. 27/3 del Regionale e Occupazione" Fondo 13.6.2007 Sociale Europeo 2007-2013 Programma di Sviluppo Rurale per la Regolamento CE n. 1698/2005, art. Approvato con D.G.R. n. 24/1 del Sardegna 2007/2013 18 28.6.2007 Piano dei Trasporti L.R. n. 21/2005 Adottato con D.G.R. n. 30/44 del 2.8.2007 Piano regionale di bonifica delle aree D.Lgs. 152/2006 Approvato con D.G.R. del inquinate 26.03.98 Piano di gestione rischio alluvioni Direttiva 2007/60/CE Adottato con Del. Del Comitato D.Lgs. 49/2010 Istituzionale n. 1 del 30.07.2015

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Piano Stralcio delle fasce fluviali Direttiva 2007/60/CE Approvato con Del. Del D.Lgs. 49/2010 Commissario Straordinario

PIANIFICAZIONE COMUNALE PIANO O PROGRAMMA RIFERIMENTO NORMATIVO STATO DI AVANZAMENTO Piano Regolatore Generale del Comune Approvato con D. C.C. N. 50 del L. 1150/42 di Cagliari 18/04/1983 Adottato definitivamente con Piano Particolareggiato del Centro L.R. 45/89 D.C.C. n. 61 del 02.12.2014 e n.62 Storico del 03.12.2014 Piano di zonizzazione acustica del Adottato definitivamente con L. 447/1995 territorio comunale di Monserrato D.C.C. n. 49 del 04.12.2009 Piano Urbano della Mobilità/Traffico L.R. n. 21/2005 Approvato con D.C.C. N. 149/2005 e successivamente Piano strategico Comune di Monserrato aggiornato con D.C.C. N. 118/2009 Approvato con Del.CIAB n.8 del Studio di compatibilità ex art. 8 c.2 del 07.10.2014 e per il quale è territorio comunale del Comune di PAI regionale avvenuta la presa d’atto con DCC Monserrato n.64 del 18.12.2014 Piano di Azione per l’Energia Sostenibile Approvato con D.C.C. n. 20 del Patto dei Sindaci (PAES) 11/06/2013

6.7 Analisi di coerenza interna e di coerenza esterna

La procedura di VAS dovrà prevede anche un’analisi di coerenza interna finalizzata alla verifica dell’esistenza di contraddizioni all’interno del piano. Questa analisi è indirizzata a sottolineare tematiche non emerse esplicitamente nelle altre fasi di elaborazione del Piano, oltre che a esaminare la coerenza tra gli obiettivi iniziali o rimodulati del Piano e i criteri di sostenibilità ambientale contestualizzati per il territorio di Monserrato. Attraverso l’analisi di coerenza è possibile analizzare la correlazione fra base conoscitiva, obiettivi generali e specifici, azioni di piano e indicatori verificando in particolare le seguenti condizioni: 1. tutte le criticità ambientali emerse dall’analisi di contesto sono state rappresentate da almeno un indicatore; 2. tutti gli obiettivi del piano sono rappresentati da almeno un indicatore, ovvero non devono esistere obiettivi non perseguiti o non misurabili nel loro risultato; 3. tutti gli effetti significativi dovuti alle azioni devono essere misurati da un indicatore; 4. tutti gli indicatori devono essere riferiti almeno a un obiettivo e a una azione, mettendo così in relazione i sistemi degli obiettivi e delle azioni.

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Questo dovrebbe permettere di individuare, per esempio, obiettivi non dichiarati, oppure dichiarati ma non perseguiti, oppure obiettivi e indicatori conflittuali.

Il progetto di sviluppo del territorio deve essere analizzato in relazione al contesto programmatico e pianificatorio (Provinciale, Regionale, Nazionale, Comunitario etc.), rispetto al quale verrà valutata la coerenza degli obiettivi del Piano con le attività di livello sovraordinato al fine di garantirne la generale sostenibilità ambientale. In particolare, l’analisi dei Piani e Programmi sovraordinati e di pari livello, rivolta ad esplicitare obiettivi e indirizzi che potrebbero avere relazioni dirette con il PUC, dovrà essere finalizzata a: - costruire un quadro d'insieme strutturato contenente gli obiettivi ambientali fissati dalle politiche e dagli altri Piani e Programmi territoriali o settoriali; - evidenziare le questioni, già valutate in Piani e Programmi di diverso ordine, che nel processo di VAS del PUC possono risultare utili alla definizione di azioni progettuali o indirizzi per la pianificazione attuativa, coerentemente con quanto previsto alla scala intercomunale, provinciale e regionale. Sulla base dei risultati di tale analisi sarà possibile perfezionare gli obiettivi generali del PUC, indirizzare la scelta di adeguati obiettivi specifici e raccogliere indicazioni che, pur non avendo diretta attinenza con le competenze dello strumento urbanistico, costituiscono comunque un riferimento per l’eventuale redazione di piani e programmi di settore.

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1. Allegati al Documento di Scoping

Allegato I - Elenco dei soggetti competenti in materia ambientale

Si fornisce di seguito un elenco dei soggetti competenti in materia ambientale che verranno coinvolti nel processo di Valutazione ambientale strategica del Pano urbanistico comunale di Monserrato:

AUTORITA’ COMPETENTE :

Amministrazione Provinciale di Cagliari Area tecnica – Settore Programmazione e LL.PP. Servizio Programmazione e Pianificazione Territoriale Via Cadello, 9/b – 09121 Cagliari [email protected]

SOGGETTI COMPETENTI IN MATERIA AMBIENTALE:

Comune di Cagliari via Roma, 145 - 09124 Cagliari Fax 070 677 7011

Comune di Selargius Via Istria, 1 - 09047 Selargius CA tel. 070-85921

Comune di Sestu Via Scipione, 1, 09028 Sestu Tel 0702360331

Amministrazione Provinciale di Cagliari Servizio Impianti termici; Inquinamento acustico e VIA e Inventario delle emissioni in atmosfera c.a. Dott.ssa M. Antonietta Piras Servizio Caccia e Agricoltura c.a. Anna Cois Servizio Viabilità e Mobilità c.a. Paolo Mereu Servizio Geologico c.a. Salvatore Pistis Servizio Motorizzazione c.a. M.Grazia Surracco Via Cadello, 9/b – 09121 Cagliari [email protected]

Regione Autonoma della Sardegna Assessorato della difesa dell’ambiente Direzione generale della difesa dell'ambiente 42

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Servizio tutela dell’atmosfera e territorio Via Roma, 80 - 09123 Cagliari Fax 070/6067578 Servizio tutela della natura e politiche forestali Servizio sostenibilità ambientale e sistemi informativi Servizio Valutazioni Ambientali [email protected]

Regione Autonoma della Sardegna Assessorato della Difesa dell’Ambiente Direzione del corpo forestale e di vigilanza ambientale Servizio Territoriale dell’Ispettorato ripartimentale di Cagliari Via Biasi, 9 - 09131 Cagliari Fax 070/6064812 [email protected] Ente Foreste Sardegna Viale Merello, 86 – 09123 Cagliari fax 070/272086 [email protected]

Regione Autonoma della Sardegna Assessorato Enti Locali, Finanze e Urbanistica Servizio pianificazione paesaggistica e urbanistica V.le Trieste, 186 - 09123 Cagliari Fax 070/6064311 [email protected]

Regione Autonoma della Sardegna Assessorato Enti Locali Finanze e Urbanistica Servizio tutela del paesaggio e vigilanza province di Cagliari - Carbonia Iglesias V.le Trieste,186 - 09123 Cagliari Fax 070/60693115 [email protected]

Regione Autonoma della Sardegna Assessorato Enti Locali Finanze e Urbanistica Servizio centrale demanio e patrimonio Viale Trieste, 186 - 09123 Cagliari Fax 070/6064230 [email protected]

Regione Autonoma della Sardegna Assessorato dei Lavori Pubblici Servizio dell'edilizia pubblica

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Via Trento, 69 - 09123 Cagliari fax 070/6066970 [email protected]

Regione Autonoma della Sardegna Assessorato dei Lavori Pubblici Servizio territoriale opere idrauliche di Cagliari (STOICA) Via Zara, 1 - 09123 Cagliari Fax 070/6066979 [email protected] [email protected]

Regione Autonoma della Sardegna Assessorato dei Lavori Pubblici Servizio Opere idriche e idrogeologiche Viale Trento, 69 -09123 Cagliari fax 070/6062100 [email protected]

Regione Autonoma della Sardegna Assessorato Agricoltura e Riforma Agropastorale Direzione generale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale Via Pessagno n.4 - 09126 Cagliari fax 070/6066250 [email protected]

Autorità di Bacino Regione Autonoma della Sardegna Direzione Generale Agenzia Regionale del Distretto Idrografico della Sardegna Servizio difesa del suolo, assetto idrogeologico e gestione del rischio alluvioni Via Mameli, 88 – 09123 Cagliari fax 070/6062560 [email protected]

Autorità di Bacino Regione Autonoma della Sardegna Direzione Generale Agenzia Regionale del Distretto Idrografico della Sardegna Servizio tutela e gestione delle risorse idriche, vigilanza sui servizi idrici e gestione delle siccità Via Mameli, 88 – 09123 Cagliari fax 070 6066391 [email protected]

Regione Autonoma della Sardegna Assessorato Programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio Centro Regionale di Programmazione Via Mameli, 88 - 09123 Cagliari

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Piano Urbanistico Monserrato fax 070/6064683 [email protected]

Regione Autonoma della Sardegna Assessorato dei trasporti Direzione generale dei trasporti Via XXIX Novembre 1847, 27- 41 - 09123 Cagliari fax 070/6067309 [email protected]

Regione Autonoma della Sardegna Assessorato Turismo, Artigianato e Commercio Direzione generale del turismo, artigianato e commercio Via Roma, 233 – 09123 Cagliari fax 070/6065299 [email protected]

Agenzia Regionale per l'Edilizia Abitativa AREA (ex I.A.C.P.) Via Cesare Battisti, 6 – 09123 Cagliari Fax 070 271066 [email protected]

Regione Autonoma della Sardegna Assessorato Igiene e Sanità e dell'Assistenza Sociale Via Roma, 223 - 09123 Cagliari fax 070/6065202 [email protected] [email protected]

Regione Autonoma della Sardegna Assessorato Pubblica Istruzione e Beni Culturali Direzione generale dei beni culturali, informazione, spettacolo e sport Viale Trieste, 186 - 09123 Cagliari fax 070/6065001 [email protected]

A.R.P.A.S. Direzione Tecnico Scientifica Servizio Valutazione e Analisi Ambientale Via Carloforte, 51 - 09123 Cagliari fax 070/67121133 [email protected]

AGRIS SARDEGNA

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Piano Urbanistico Monserrato

Agenzia per la Ricerca In Agricoltura Strada Statale Sassari-Fertilia, Km 18,600 fax 079 389450 [email protected]

ARGEA SARDEGNA Agenzia Regionale Sarda per l'Erogazione in Agricoltura Via Caprera, 8 – 09123 Cagliari fax 070 60262222 [email protected]

LAORE - Sardegna Via Caprera, 8 – Cagliari fax 070 6026 2180 [email protected]

ABBANOA S.p.A. (ex E.S.A.F.) Viale Diaz, 77 – 09126 Cagliari fax 070 603 2297 [email protected]

Azienda ASL n. 8 – Dipartimento di Prevenzione S.S.D. Salute e Ambiente Via Romagna, 16/A – 09127 Cagliari fax 070/47443874 [email protected] Ministero per i Beni e le Attività Culturali Segretariato regionale dei beni e delle attività culturali e del turismo per la Sardegna Largo Carlo Felice, 15 – 09124 Cagliari fax 070 3428209 [email protected]

Ministero per i Beni e le Attività Culturali Dipartimento per i Beni Culturali e Paesaggistici Soprintendenza per i beni architettonici, paesaggistici, storici, artistici ed etnoantropologici per le province di Cagliari e Oristano (B.A.P.P.S.A.E.) Via Cesare Battisti, 2 – 09123 Cagliari fax 070/2010352 [email protected]

Ministero per i beni e le attività culturali Dipartimento per i beni Culturali e Paesaggistici Soprintendenza per i Beni Archeologici per le province di Cagliari e Carbonia Iglesias Piazza Indipendenza, 7 - 09124 Cagliari

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Piano Urbanistico Monserrato fax 070/658871 [email protected]

Consorzio Del Parco Naturale Regionale Molentargius – Saline Via la Palma s/n - 09126 Cagliari fax. 070/37919300 [email protected]

Università degli Studi di Cagliari Via Università, 40 – 09124 Cagliari Tel. 070/659670 – fax 070669425

Consorzio di Bonifica della Sardegna Meridionale Via Dante, 254 – 09128 Cagliari fax. 070/4095340 [email protected]

ENAS (Ente Acque della Sardegna) Via Mameli, 88 – 09123 CAGLIARI [email protected]

CTM Settore Pianificazione c.a. Ing. Proto Tilocca V.le Trieste, 159/3 – 09123 Cagliari fax 070/2091222 [email protected]

ARST/FDS Direzione Generale Via Zagabria, 54 – 09129 Cagliari fax 070/4098328 [email protected]

ANAS S.p.a. Direzione Compartimentale di Cagliari Via Biasi, 27 – 09131 Cagliari fax 070/5297268 [email protected]

Enac – Ente Nazionale per l'Aviazione Civile Direzione Aeroportuale c/o Aeroporto Mario Mameli 47

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Piano Urbanistico Monserrato

Via dei Transvolatori snc – 09030 (CA) Fax 070/210536 [email protected]

Agenzia del Demanio Servizio al Territorio e Beni Demaniali Via Lo Frasso 2 – 19127 Cagliari fax 070/6402510 [email protected]

Azienda ASL n. 8 – Dipartimento di Prevenzione S.S.D. Salute e Ambiente Via Romagna, 16/A – 09127 Cagliari fax 070/47443874 [email protected] [email protected]

Rete Ferrovia Italia – Ferrovie dello Stato Direzione territoriale e Produzione Cagliari Via Roma, 22 – 09125 Cagliari fax 070 6794825 [email protected]

Trenitalia Direzione regionale Via Roma 6 – 09123 Cagliari fax 070/6794635 [email protected]

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Allegato II – Schede di analisi ambientale: componenti e indicatori ambientali

SCHEDA N°1 - QUALITA’ DELL’ARIA Aspetti esaminati La presente scheda prende in esame gli indicatori che permettono di approfondire lo stato della qualità dell’aria del territorio comunale di Monserrato. In particolare vengono analizzati i valori di concentrazione dei principali inquinanti atmosferici e il numero dei superamenti dei limiti di legge. Poiché la concentrazione di inquinanti è influenzata dalle condizioni climatiche, vengono esaminate anche le condizioni anemometriche del territorio.

Il D.Lgs 155 del 13 agosto 2010 “ Attuazione della Direttiva 2008/50/CE relativa alla qualità dell’aria ambiente e per un’aria più pulita in Europa”, ha ridefinito i criteri che le Regioni sono tenute a seguire per la suddivisione dei territori di competenza in zone di qualità dell’aria al fine di assicurare omogeneità alle procedure applicate si tutto il territorio nazionale. Sulla base di tali criteri la Regione Sardegna è pervenuta ad una suddivisione del territorio regionale in zone e agglomerati di qualità dell’aria, così come definiti all’art. 4 del d.lgs. 155/210, che possa favorire la gestione delle criticità ambientali grazie all’accorpamento di aree il più possibile omogenee in termini di pressione antropica sull’aria ambiente. La zonizzazione e la classificazione in zone e agglomerati in materia di aria e ambiente sono state approvate con Delibera di Giunta Regionale n. 59/19 del 10.12.2013.

Il Comune di Monserrato fa parte della zona denominata agglomerato di Cagliari insieme ai comuni di Quartucciu, Quartu S. Elena, Selargius e Elmas e al comune di Cagliari. In questa area la rete regionale è costituita dalla stazione di traffico di Cagliari, via Cadello (CENCA1) e dalle stazioni di fondo di Monserrato, via Sant’Angelo (CENMO1) e Quartu S. Elena, via Perdalonga (CENQU1); tutte le stazioni sono rappresentative dell’area e appartengono alla Rete Principale. Nell’ambito del progetto reti speciali, in attuazione del DM Ambiente 12 novembre 2012, la stazione di Monserrato è inserita nella rete nazionale per la misurazione dei precursori dell’ozono. L’agglomerato di Cagliari presenta un carico emissivo abbastanza elevato relativamente alla maggior parte degli inquinanti e presenta le problematiche tipiche dei centri urbani relativamente al trasporto su strada e al riscaldamento domestico.

Nel 2014 sono stati registrati superamenti del valore obiettivo per l’Ozono con 9 superamenti nella stazione di Quartu nella media dei 3 anni, e superamenti della soglia limite per il PM10 sulla media giornaliera (50 μg/m3 sulla media giornaliera da non superare più di 35 volte in un anno: 40 nella stazione di Cagliari e 40 nella stazione di Monserrato. Per quanto riguarda i valori medi annui degli inquinanti la situazione più critica tra quelle monitorate, si è registrata, nel 2014, per il PM10: le medie annuali oscillano tra 29 μg/m3 (CENQU1) e 34 μg/m3 (CENCA1), mentre le medie giornaliere massime tra 213 μg/m3 (CENMO1) e 274 μg/m3 (CENQU1). È bene evidenziare che l’emissione delle polveri sottili nel periodo invernale ha un elevato contributo derivante dalla combustione degli impianti di riscaldamento oltre che dalle emissioni industriali e dal traffico stradale.

Aspetti climatici

Il territorio comunale di Monserrato ricade nella Sardegna meridionale e ha caratteristiche topografiche, pluviometriche e termometriche riferibili a quelle del sistema dell’hinterland cagliaritano. Il clima è mite di tipo mediterraneo, caratterizzato da temperature medie stagionali comprese tra 11°C nel periodo

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invernale (gennaio -febbraio) e i 25 °C nel periodo estivo (luglio -agosto) 1. Nei mesi estivi si raggiungono punte massime di 34-38°C. Per quanto riguarda la piovosità la media annuale delle precipitazioni è di circa 457 mm e sono concentrate prevalentemente nel periodo Ottobre – Marzo. Il vento dominante e proveniente da Nord-Ovest con una frequenza del 27,11% Stato della qualità dell’aria ASPETTO INDICATORE U.M. FONTE DATO

3 Inquinamento da Concentrazione SO 2 0,2 µg/m

ossidi di zolfo [SO 2] Emissioni di SO 2 t/a 3 Inquinamento da Concentrazione NO 2 16,9 µg/m ossidi di azoto Emissioni di NO x t/a [NO x] 3 Inquinamento da Concentrazione di PM 10 29,9 µg/m

particolato [PM10] Emissioni di PM 10 t/a Inquinamento da Concentrazione di CO 0,3 µg/m 3 R.A.S. Ass.to Difesa Ambiente – Arpas monossido di Emissioni di CO t/a Relazione annuale sulla qualità dell’aria in carbonio [CO] Sardegna per l’anno 2014 3 Concentrazione di [O 3] 52,2 µg/m Inquinamento da (Medie annuali rilevate nella stazione di Numero di superamenti soglia ozono [O 3] n. 0 Monserrato) di informazione e di allarme

3 Inquinamento da Concentrazione di C 6H6 1,2 µg/m

benzene [C6H6] Emissioni di C 6H6 Superamenti dei limiti di legge dei parametri di Superamenti n 40 (PM 10 ) qualità dell’aria, ai sensi della normativa vigente Sistema di rilevamento della qualità dell’aria

ASPETTO INDICATORE U.M. FONTE DATO

Rete di rilevamento presente Si

Efficienza del Stazioni di rilevamento n. 1 sistema di R.A.S. Ass.to Difesa Ambiente – Arpas Localizzazione delle centraline - rilevamento Dotazione di rilevatori per - ciascuna centralina Aree produttive di tipo emissivo Aree produttive di tipo Aree produttive di n. 0 emissivo Provincia Cagliari tipo emissivo Tipologia di inquinanti emessi -

1 Fonte “ Analisi agrometeorologica e climatologica della Sardegna Analisi delle condizioni meteorologiche e conseguenze sul territorio regionale nel periodo ottobre 2013 - settembre 2014”, ARPAS, http://www.sar.sardegna.it/pubblicazioni/periodiche/annata_agraria_2013_2014.pdf 50

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Aspetti climatici

ASPETTO INDICATORE U.M. FONTE DATO

Direzione del vento W Gradi (°) Condizioni Intensità km/h (max) Servizio Agrometeorologico Regionale anemometriche Frequenza n.giorni/anno

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SCHEDA N°2 - ACQUA Aspetti esaminati La presente scheda analizza gli aspetti relativi al consumo della risorsa idrica e all’inquinamento dei corpi idrici. Vengono inoltre valutati il fabbisogno idrico, i potenziali carichi inquinanti derivanti dalle attività civili e industriali e l’efficienza del sistema di gestione delle acque reflue.

La Regione Sardegna, in attuazione dell’art. 44 del D.L.gs 11 maggio 1999 n. 152 e s.m.i. e dell’art. 2 della L.R. luglio 2000, n. 14, ha approvato, su proposta dell’Assessore della Difesa dell’Ambiente, il Piano di Tutela delle Acque (P.T.A.) con Deliberazione della Giunta Regionale n. 14/16 del 4 aprile 2006. Tale Piano ha individuato un bacino unico regionale ai sensi della L. 183/89 e l’Ambito Territoriale Ottimale ai sensi della L. 36/94. L’intero territorio Regionale è stato suddiviso poi in 16 Unità Idrografiche Omogenee (U.I.O.), costituite da uno o più bacini idrografici limitrofi, a cui sono state convenzionalmente assegnate le rispettive acque superficiali interne nonché le relative acque sotterranee e marino-costiere.

Il Comune di Monserrato rientra nella U.I.O. 1 Flumini Mannu - Cixerri. Il bacino idrografico delle Saline di Cagliari con una superficie pari a 67,77 Km2 è compreso nel sistema del Molentargius, costituito da una serie di corpi idrici di piccola estensione aventi notevole rilevanza paesaggistico-ambientale. Per quanto concerne le aree sensibili, individuate ai sensi della Direttiva 271/91/CE e dell’Allegato 6 del D.Lgs. 152/99, sono state evidenziate, in una prima fase, i corpi idrici destinati ad uso potabile e le zone umide inserite nella convenzione di Ramsar. Sulla base di questi parametri il Comune non rientra tra le aree sensibili individuate dal P.T.A.

Approvvigionamento idrico

Il servizio di approvvigionamento idropotabile della Città di Cagliari avviene attraverso gli acquedotti comunali di San Lorenzo e di Corongiu, attualmente gestiti dalla società Abbanoa, e attraverso quelli del Simbirizzi () e di Donori, gestiti dall’E.N.A.S. (Ente acque della Sardegna).

Il fabbisogno idrico complessivo è di 106,03 l/s a fronte di una portata complessiva erogata pari a 163,50 l/s. (Dati ricavati dal Piano regolatore generale degli acquedotti della Sardegna – revisione 2006).

Rispetto agli aspetti da esaminare suggeriti nelle “Linee guida per la Valutazione Ambientale Strategica dei Piani Urbanistici Comunali” della Regione Sardegna non si è preso in considerazione l’aspetto relativo alla qualità delle acque di balneazione in quanto il comune di Monserrato non possiede tratti di costa.

Individuazione dei centri di pericolo potenziale Nel territorio di Monserrato no sono presenti centri di pericolo potenziale di carattere puntuale. Carico potenziale inquinante Nel Comune di Monserrato si rileva la presenza di carichi potenziali di origine industriale dovuti alla produzione dell’industria delle bevande, preparazione e filatura di fibre tessili. I carichi potenziali industriali, espressi in tonnellate/anno.

BOD 5 COD N P Attività produttive principali Produzione di altri prodotti alimentari, industria Monserrato 208,52 517,02 52,88 0,88 delle bevande, preparazione e filatura di fibre tessili Carichi potenziali industriali (tonnellate/anno) – Fonte Piano di tutela delle acque

I carichi civili potenziali sono stati calcolati in termini di produzione annuale di BOD 5, COD, azoto (N) e fosforo (P). I dati riportati di seguito si riferiscono alla popolazione residente secondo l’ultimo Censimento Istat del 2001 (Marzo 2005) e sono stati prese dal Piano di Tutela delle acque (2006). I carichi potenziali sono espressi in tonnellate/anno.

Popolazione residente al 2001 BOD 5 COD N P 52

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Monserrato 20 .829 456,16 836,28 72,98 11,40 Carichi potenziali civili per insediamento (tonnellate/anno) – Fonte Piano di tutela delle acque

I carichi potenziali di origine agricola fanno riferimento all’unità di bacino del Flumini Mannu, in cui ricade il 100% del territorio comunale, con una superficie di 6,4 kmq. I carichi potenziali, espressi in tonnellate/anno.

Superficie Agricola Utilizzata [ha] (Istat 2001) Carichi Potenziali (tonn/anno)

Cereali Frutta Olivo Ortiva Prati Vite P Ntot 0,10 1,59 0,3 0,75 0,00 2,26 0,06 0,20

Nel Comune di Monserrato non sono presenti carichi potenziali di origine zootecnica.

Tutela della risorsa idrica

ASPETTO INDICATORE U.M. FONTE DATO 3,43Mm 3/a Piano d’Ambito della Regione Autonoma Fabbisogno idrico per uso civile per 7774 della Sardegna (30 Settembre 2002) utenze Fabbisogno idrico per uso I dati mancanti verranno richiesti al Consumo idrico Mm 3/mese irriguo Consorzio di Bonifica e ad Abbanoa e verranno integrati nel Rapporto Fabbisogno idrico per uso Mm 3/a ambientale industriale Qualità delle acque ASPETTO INDICATORE U.M. FONTE DATO Qualità acque Stato ecologico Dato non disponibile, verrà integrato nel fluviali Rapporto Ambientale Qualità delle acque Dato non disponibile, verrà integrato nel

sotterranee Rapporto Ambientale Sistema di trattamento delle acque

ASPETTO INDICATORE U.M. FONTE DATO Trattamento delle Tipologia di trattamenti previsti affinamento acque reflue degli impianti di depurazione Popolazione residente servita 90% Piano d’Ambito della Regione Autonoma da impianti di depurazione Efficienza del della Sardegna (30 Settembre 2002) Popolazione fluttuante servita sistema di gestione 90% da impianti di depurazione delle acque reflue Popolazione servita dalla rete 90% fognaria

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Numero di campionamenti dei reflui in uscita dell’impianto di n. depurazione non conformi

Inquinamento delle acque

ASPETTO INDICATORE U.M. FONTE DATO

Carichi potenziali di BOD da 456,16 t/a attività civili Carichi potenziali di BOD da 208,52 t/a attività industriali Carichi potenziali di COD da 836,28 t/a attività civili Carichi potenziali di COD da 517,02 t/a attività industriali Carichi potenziali di azoto da 72,98 t/a attività civili Carichi potenziali di azoto da 52,88 t/a Carico inquinante attività industriali Piano di Tutela delle Acque potenziale Carichi potenziali di azoto da 0,20 t/a attività agricole Carichi potenziali di azoto da 0 t/a attività zootecniche Carichi potenziali di fosforo da 11,40 t/a attività civili Carichi potenziali di fosforo da 0,88 t/a attività industriali Carichi potenziali di fosforo da 0,06 t/a attività agricole Carichi potenziali di fosforo da 0 t/a attività zootecniche

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SCHEDA N°3 - RIFIUTI Aspetti analizzati La presente scheda analizza le informazioni utili a valutare l’efficienza del sistema di raccolta e trattamento dei rifiuti a livello comunale, al fine di poter valutare se l’attuazione del PUC potrò determinare un aggravio sul sistema di gestione dei rifiuti. Gli aspetti analizzati sono principalmente il sistema di raccolta utilizzato, la produzione di rifiuti per tipologia, la disponibilità di impianti di trattamento e la presenza di isole ecologiche. Il Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti, sezione rifiuti urbani, approvato dalla Regione Sardegna on deliberazione n. 50/17 del 21.12.2012, definisce un unico ambito territorio ottimale che coincide con tutto il territorio regionale che ammetta una certa flessibilità nell’affidamento delle gestioni, per sub-ambito, dei servizi legati alla fase della raccolta e del trasporto al sistema del recupero e smaltimento, garantendo l’unitarietà degli indirizzi nella fase transitoria di adeguamento della potenzialità impiantistica. La suddivisione provinciale dell’organizzazione dell’intera gestione integrata, oltre che non sostenibile dal punto di vista economico, può comportare il rischio, come dimostra la situazione attuale, che differenti tempi di attuazione sbilancino l’intero sistema regionale. È ammessa inoltre la suddivisione in sub ambiti che vengono individuati, in prima istanza, con le 8 province. L’obiettivo è quello di coniugare due livelli di gestione integrata, coordinati dall’Autorità d’ambito regionale. L’aggiornamento prevede anche la salvaguardia della specificità locale, soprattutto a livello di organizzazione delle raccolte e del trasporto: infatti, al fine di giungere ad una forte razionalizzazione dei costi è necessario organizzare la filiera di raccolta, trattamento e recupero per i rifiuti a matrice umida a livello di sub-ambito, mentre per i rifiuti a matrice secca la soluzione migliore è quella di attivare strutture comprensoriali di pre-trattamento e stoccaggio, se funzionali alla minimizzazione degli oneri di trasferenza. Il comune di Monserrato appartiene al sub ambito provinciale di Cagliari, del quale di seguito si riportano i dati più significativi:

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Per tale sub-ambito provinciale l’organizzazione a regime richiesta dal Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti è la seguente: 1. attivazione del sistema consortile di raccolta differenziata integrata per bacini ottimali di raccolta, ciascuno dotato di almeno un’area di raggruppamento per l’invio dei materiali agli impianti intermedi; attivazione di ecocentri comunali per il conferimento diretto da parte delle utenze di RAEE ed altri materiali separati a monte; 2. potenziamento per circa 30.000-35.000 t/a delle linee di compostaggio di qualità degli impianti di Cagliari e Villasimius tramite conversione progressiva dell’equivalente surplus impiantistico di bio- stabilizzazione esistente presso gli stessi impianti; 3. avvio dell’organico di qualità dalle aree di raggruppamento agli impianti di compostaggio di Cagliari, Villasimius ed agli impianti di Villacidro e di Serramanna in coerenza al principio di prossimità; il sistema può essere supportato dagli impianti di compostaggio della PROMISA di Quartu S.E. (esistente), dell’Unione dei Comuni del Parteolla (finanziato); 4. avvio del materiale cellulosico dalle aree di raggruppamento alle piattaforme private di riferimento del sistema CONAI-COMIECO localizzate presso l’area industriale di Cagliari e a Isili; 5. avvio del materiale plastico dalle aree di raggruppamento alle strutture private di riferimento del sistema CONAI-COREPLA localizzate presso l’area industriale di Cagliari; 6. avvio del vetro dalle aree di raggruppamento alle strutture private di riferimento del sistema CONAICOREVE localizzate presso l’area industriale di Cagliari e a Isili; 7. avvio degli imballaggi e degli ingombranti in metallo dalle aree di raggruppamento a centri di rottamazione di titolarità privata convenzionati con l’Autorità d’ambito e localizzati nel territorio provinciale di Cagliari; 8. istituzione di una piattaforma di riferimento per lo stoccaggio ed il pretrattamento degli imballaggi e delle f.m.s in legno ed in materiale tessile, in prima istanza da individuare presso la piattaforma di termovalorizzazione e compostaggio di Cagliari; il centro diventerà una piattaforma di riferimento del sistema CONAI-RILEGNO e a questa confluiranno i materiali provenienti dalle aree di raggruppamento dei bacini di raccolta;

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9. avvio di RAEE dai centri comunali di conferimento e/o dalle aree di raggruppamento all’impianto di stoccaggio-trattamento di titolarità privata convenzionato con l’Autorità d’ambito, localizzato preferenzialmente nel territorio provinciale di Cagliari, che provvederà al completamento della filiera di trattamento-recupero eventualmente anche presso strutture extra-regionali; 10. avvio di RUP ed altre frazioni da raccolta differenziata, anche di natura pericolosa, dalle aree di raggruppamento a centri di stoccaggio - trattamento di titolarità privata, localizzati prioritariamente nel territorio provinciale di Cagliari, convenzionati con l’Autorità d’ambito, e che provvedono all’avvio al trattamento-smaltimento presso strutture anche extra-regionali; 11. interventi di revamping delle due linee a maggiore vetustà dell’impianto di termovalorizzazione di Cagliari con adeguamento della potenzialità termica nel range 15-30 Gcal/h; l’estremo inferiore è valido nell’ipotesi dello scenario E (tre poli di valorizzazione termica in Sardegna), quello superiore nell’ipotesi dello scenario D (due poli); nel secondo caso occorre un adeguamento della potenzialità massica entro le 40.000 t/a; 12. mantenimento in esercizio delle linee di selezione e delle linee di biostabilizzazione (residue a seguito di parziale conversione a linee di compostaggio di qualità) degli impianti di Cagliari e Villasimius solo per le emergenze e le fermate programmate delle linee di termovalorizzazione; 13. realizzazione di una discarica per scarti da trattamenti dei materiali da raccolta differenziata e per residui da spazzamento stradale per una volumetria di circa 100.000 mc per far fronte al fabbisogno decennale (scenario preferenziale senza pre-trattamento del residuale) nel territorio del cagliaritano; 14. realizzazione di una discarica per scorie-ceneri per una volumetria di circa 400.000 mc a copertura del fabbisogno decennale, localizzata in prossimità dell’impianto di termovalorizzazione di Cagliari (indicativamente entro un raggio di 20 km); 15. avvio del secco residuo dalle aree di raggruppamento all’impianto di termovalorizzazione di Cagliari; 16. avvio dei residui da spazzamento stradale dalle aree di raggruppamento alla discarica di servizio; 17. avvio degli scarti dagli impianti di recupero alla discarica di servizio; 18. avvio delle scorie-ceneri preferenzialmente presso impianti di recupero e comunque alla discarica di servizio dedicata.

Il 15 aprile 2008 il comune di Monserrato ha attivato il sistema di raccolta differenziata dei rifiuti porta- porta affidando la gestione del servizio alla ditta “Campidano Ambiente”.

Gestione dei rifiuti ASPETTO INDICATORE U.M. FONTE DATO Produzione rifiuti urbani 7.678,45 t/anno Produzione pro capite rifiuti ARPAS “15° Rapporto sulla gestione Produzione dei 0,377 t/ab*anno urbani dei rifiuti urbani in Sardegna rifiuti Produzione rifiuti speciali per Anno 2013” t/anno attività produttiva ARPAS “15° Rapporto sulla gestione Quantità rifiuti raccolti in 4.797,59 t/anno dei rifiuti urbani in Sardegna maniera differenziata Anno 2013”

Raccolta dei rifiuti Sistema di raccolta Porta a porta Presenza di isole ecologiche SI/NO Comune di Monserrato Quantità di rifiuti differenziati Carta e cartone 864,46 t/anno per frazione merceologica Plastica 57

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314,66 t/anno Vetro e lattine 615,92 t/anno Metallo 6,3 t/anno RAEE 50,94 t/anno Umido 2789,62 t/anno t/mese Ecocentri autorizzati n. 0 Provincia di Cagliari Aree attrezzate di Comune di Monserrato raggruppamento rifiuti n.0

autorizzate Rifiuti destinati a impianti di t/anno recupero Rifiuti destinati a impianti di Trattamento dei 2.880,86 t/anno Comune di Monserrato smaltimento rifiuti Arpas Impianti di 0 n./tipologia smaltimento/trattamento dei 0 t/a rifiuti

CARTOGRAFIA

Eventuale cartografia con l’indicazione dell’ubicazione delle isole ecologiche e degli impianti di smaltimento

PIANIFICAZIONE DI SETTORE

Adeguamento alle previsioni del Piano di Gestione dei Rifiuti

RELAZIONI CON IL PPR

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SCHEDA N°4 - SUOLO Aspetti analizzati La risorsa suolo rappresenta una risorsa importante che pertanto deve essere tutelata e protetta sia da fenomeni naturali, quali l’erosione e il rischio idrogeologico, che da fenomeni antropici quali la desertificazione e lo sfruttamento del suolo, nonché da un suo utilizzo incontrollato che potrebbe portare ad un suo consumo non sostenibile o a forme di inquinamento non reversibili. L’importanza della protezione del suolo viene oggi riconosciuta sia a livello internazionale che nell’ambito dell’Unione Europea (EU). Nella Comunicazione COM(2002) 179 definitivo "Verso una Strategia Tematica per la Protezione del Suolo”, adottata nel 2002 dalla Commissione europea, viene riconosciuto al suolo lo svolgimento di molte funzioni vitali dal punto di vista ambientale, quali la produzione di biomassa, lo stoccaggio e la trasformazione di elementi minerali, organici e di energia, il filtro per la protezione delle acque sotterranee e lo scambio di gas con l’atmosfera. Inoltre il suolo rappresenta il supporto alla vita ed agli ecosistemi, è riserva di patrimonio genetico e di materie prime, custode della memoria storica, nonché elemento essenziale del paesaggio.

Nella presente scheda verranno analizzati e approfonditi i tematismi relativi alla geologia pedologia, idrologia, geomorfologie e uso del suolo e gli aspetti relativi al piano di assetto idrogeologica, necessari per la lettura della vocazione dei suoli. Verranno inoltre approfonditi gli aspetti relativi al consumo di suolo alla capacità d’uso del suolo, al rischio idrogeologico. Caratteristiche geo-litologiche Il quadro geologico del territorio di Monserrato è caratterizzato dalla presenza prevalente di formazioni quaternarie poggianti su un basamento terziario di sedimenti marini e epibattiali che affiora sulle parti collinari nella porzione settentrionale. Le litografie presenti sono: - Deposti quaternari (pleiso-oleocenici) dell’area continentali: depositi antropici (olocene), depositi alluvionali (olocene), depositi palustri (pleistocene, olocene), depositi alluvionali terrazzati (pleistocene) - Formazione sedimentaria terziaria (oliogo-miocenica): marne di Gesturi.

I sedimi del territorio di Monserrato hanno caratteristiche limitatamente variabili, in linea con le sue caratteristiche geolitologiche. L'abitato di Monserrato è ubicato per la maggior parte ai margini di un sistema di corsi d’acqua che adduceva l’area stagnante di Pauli e successivamente l’area del Molentargius. Le parti retrostanti si trovano invece su di un substrato terziario, originante gran parte della colmata delle aree sottostanti e dei settori depressi interni. Le alluvioni antiche terrazzate rappresentano le formazioni sedimentarie più antiche e sono state depositate dai paleo corsi d’acqua in condizioni climatiche ben diverse da quelle attuali. Dalla demolizione e dal rimaneggiamento delle alluvioni si sono originate le alluvioni medie, di colore bruno, nelle quali diminuisce la frazione grossolana rispetto alle antiche. Dall’ulteriore dilavamento e rimaneggiamento della formazione alluvionale media si sono originate alluvioni sciolte attuali e subattuali, costituite da sabbie parzialmente limoso-argillose che circondano gli antichi alti morfologici colmando in parte le depressioni circostanti, con uno spessore di alcuni metri. Uso del suolo e copertura vegetale L’uso del suolo rappresenta un tematismo fondamentale per l’analisi del territorio in quanto definisce l’utilizzo del suolo allo stato attuale individuando tutte le aree interessate da attività antropiche e le aree nelle quali queste risultano invece assenti o marginali, a favore della copertura del suolo. In particolare le aree urbanizzate comprendono il centro abitato di Monserrato, gli insediamenti produttivi e di servizi, la viabilità e gli insediamenti sparsi. Le aree agricole si estendono invece sulla parte settentrionale del territorio comunale. Le superfici coltivate sono occupate soprattutto da colture erbacee a prevalenza cerealicola e colture legnose con prevalenza di vite e, subordinatamente, olivo.

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In tutte le zone agricole l’intervento dell’uomo ha comportato sostanziali t rasformazioni dell’assetto naturale finalizzate allo sfruttamento della risorsa suolo sia per la produzione di beni destinati al consumo alimentare, sia per fini residenziali. Un’importante caratteristica delle aree agricole è rappresentata dall’intenso e antico frazionamento della proprietà, prova tangibile dell’importanza di tali terreni per scopi agricoli, in particolare per colture arboree legnose (vite, olivo) e per colture ortive in pieno campo. Per quanto riguarda la copertura vegetale il territorio di Monserrato è caratterizzato da una componente semi-naturale assente o fortemente ridotta, solo alcune aree marginali presentano una vegetazione spontanea, comunque assai degradata rispetto al teorico stadio climacico. I tipi di copertura vegetale con le maggiori caratteristiche di spontaneità sono da rinvenibili lungo l’asta ripariale del Riu Saliu, con specie legate alla presenza di acque correnti, mentre nel settore meridionale sulle depressioni peristagnali a contatto con il sistema del Molentargius, è presente un lembo residuale di vegetazione alofila emicriptofitica e geofitica tipica degli ambienti stagnali, una componente ad elevata naturalità presente nel territorio in esame. Assetto idrogeologico . Il Comune di Monserrato ha adottato lo studio di compatibilità idraulica geologica e geotecnica di tutto il territorio comunale ai sensi dell’art. 8 comma 2 delle NTA del PAI. Da tale studio emerge che il territorio non presenta particolari criticità per quanto riguarda il rischio frane; lo studio, infatti individua solo aree a rischio frana appartenenti alle classi Hg1(pericolosità moderata) e Hg2 (pericolosità media). Si tratta di tre aree di modeste dimensioni di cui una in località terra e’ teula e due in zona agricola. Dal punto di vista idraulico invece il territorio delle criticità dovute ad un cattivo uso del territorio soprattutto per quanto concerne la realizzazione della viabilità e l’espansione del tessuto urbano. Da questo punto di vista anche Monserrato non fa che presentare i problemi di molti altri centri urbani: il letto originario del Riu Saliu deviato e tombato, quello del Riu Mortu occupato in parte da edifici, dal Cimitero e dalla Stazione Ferroviaria ed, inoltre, tombato nell’attraversamento urbano. Inoltre la SS554 interferisce pesantemente con entrambe i rii condizionandone il deflusso. Lo studio riconosce

Uso del suolo ASPETTO INDICATORE U.M. FONTE DATO Rapporto tra la superficie appartenente alla classe I (secondo la classificazione % delle capacità d’uso dei suoli delle zone agricole – zone E) e la superficie comunale Carta dei suoli della Sardegna Capacità d’uso dei Rapporto tra la superficie 1:250.000 suoli appartenente alla classe II RAS (secondo la classificazione Università di Cagliari % delle capacità d’uso dei suoli delle zone agricole – zone E) e la superficie comunale Rapporto tra la superficie % appartenente alla classe III

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(secondo la classificazione delle capacità d’uso dei suoli delle zone agricole – zone E) e la superficie comunale Rapporto tra la superficie appartenente alla classe IV (secondo la classificazione % delle capacità d’uso dei suoli delle zone agricole – zone E) e la superficie comunale Rapporto tra la superficie appartenente alla classe V(secondo la classificazione % delle capacità d’uso dei suoli delle zone agricole – zone E) e la superficie comunale Rapporto tra la superficie appartenente alla classe VI (secondo la classificazione % delle capacità d’uso dei suoli delle zone agricole – zone E) e la superficie comunale Rapporto tra la superficie appartenente alla classe VII (secondo la classificazione % delle capacità d’uso dei suoli delle zone agricole – zone E) e la superficie comunale Rapporto tra la superficie appartenente alla classe VIII (secondo la classificazione % delle capacità d’uso dei suoli delle zone agricole – zone E) e la superficie comunale Superficie urbanizzata : Comune

Uso del suolo rapporto tra la superficie 55 % Carta dell’uso del suolo appartenente alla classe 1

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(aree artificiali) e la superficie comunale Superficie destinata a uso agricolo : rapporto tra la

superficie appartenente alla 43 % classe 2 (aree agricole) e la superficie comunale Superficie occupata da boschi e aree seminaturali : rapporto tra la superficie appartenente 0,4 % alla classe 3 (aree boschive e seminaturali) e la superficie comunale Superficie destinata a verde urbano : rapporto tra la

superficie a verde urbano m2/ab esistente e la popolazione residente Superficie occupata nell’espansione dagli anni ’50 a oggi appartenente alla classe I : rapporto tra la superficie % interessata dall’espansione e appartenente alla classe I e la Consumo di suolo: superficie comunale suolo occupato Superficie occupata nell’espansione nell’espansione dagli anni ’50 dagli anni ’50 a a oggi appartenente alla classe oggi relativamente II : rapporto tra la superficie % alle diverse classi interessata dall’espansione e d’uso dei suoli appartenente alla classe II e la superficie comunale Superficie occupata nell’espansione dagli anni ’50

a oggi appartenente alla classe % III : rapporto tra la superficie interessata dall’espansione e

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Piano Urbanistico Monserrato appartenente alla classe III e la superficie comunale Superficie occupata nell’espansione dagli anni ’50 a oggi appartenente alla classe

IV : rapporto tra la superficie % interessata dall’espansione e appartenente alla classe IV e la superficie comunale Superficie occupata nell’espansione dagli anni ’50 a oggi appartenente alla classe

V : rapporto tra la superficie % interessata dall’espansione e appartenente alla classe V e la superficie comunale Superficie occupata nell’espansione dagli anni ’50 a oggi appartenente alla classe

VI : rapporto tra la superficie % interessata dall’espansione e appartenente alla classe VI e la superficie comunale Superficie occupata nell’espansione dagli anni ’50 a oggi appartenente alla classe

VII : rapporto tra la superficie % interessata dall’espansione e appartenente alla classe VII e la superficie comunale Superficie occupata nell’espansione dagli anni ’50 a oggi appartenente alla classe

VIII : rapporto tra la superficie % interessata dall’espansione e appartenente alla classe VIII e la superficie comunale

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Erosione e desertificazione ASPETTO INDICATORE U.M. FONTE DATO Rischio di erosione Lunghezza dei litorali a rischio 0 km Conservatoria delle coste della Sardegna costiera di erosione R.A.S. Ass. difesa ambiente Superficie forestale percorsa Km 2 Tutela del Suolo e Politica Forestale da incendi Ente Foreste Aree potenziali (indice ESAs = Rischio di 0 Km 2 1.17-1.22) desertificazione Aree fragili (indice ESAs = Sardegna ARPA 0,23 Km 2 1.23-1.37) (http://gis.sar.sardegna.it/gfmaplet/?map=esai) Aree critiche (indice ESAs = 2,48 Km 2 1.38-1.41) Rischio idrogeologico ASPETTO INDICATORE U.M. FONTE DATO Aree a pericolosità da frana 0,20 km 2 ricadenti in classe Hg1 Aree a pericolosità da frana 0,89 km 2 ricadenti in classe Hg2 Pericolosità da Aree a pericolosità da frana Studio di compatibilità idraulica geologica e 0 km 2 frana ricadenti in classe Hg3 geotecnica del Comune di Monserrato Aree a pericolosità da frana 0 km 2 ricadenti in classe Hg4 Interventi di messa in n. 0 sicurezza rischio frana Aree a pericolosità idraulica 7,62 km 2 ricadenti in classe Hi1 Aree a pericolosità idraulica 4,18 km 2 ricadenti in classe Hi2 Pericolosità Aree a pericolosità idraulica Studio di compatibilità idraulica geologica e 2,13 km 2 idraulica ricadenti in classe Hi3 geotecnica del Comune di Monserrato Aree a pericolosità idraulica 5,64 km 2 ricadenti in classe Hi4 Interventi di messa in n. 0 sicurezza rischio idraulico Presenza di cave e miniere

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ASPETTO INDICATORE U.M. FONTE DATO

Tipologia di cave/miniere n. 0 Aree occupate da Presenza di cave e km 2 0 R.A.S. Ass. Attività Produttive cave/miniere attive miniere PRAE Aree occupate da km 2 0 cave/miniere dismesse Contaminazione del suolo

ASPETTO INDICATORE U.M. FONTE DATO

Siti contaminati da discariche n. non controllate m2 Siti contaminati da attività n. A.S. Ass. Difesa Ambiente Siti contaminati industriali m2 Provincia Cagliari

n. Siti contaminati da amianto m2 Siti censiti in anagrafe per n. tipologia

Siti con progetti di bonifica n.

Interventi di bonifica avviati n. Bonifica dei siti Interventi di messa in contaminati n. sicurezza d’emergenza Siti con piano di n. caratterizzazione

Siti bonificati n. CARTOGRAFIA

Carta geo-litologica scala 1.10.000 Carta geomorfologica scala 1.10.000 Carta delle unità delle terre scala 1:10.000 Carta della capacità di usa dei suoli scala 1:10.000 Carta della copertura vegetale scala 1:10.000 Carta idrogeologica scala 1:10.000

PIANIFICAZIONE DI SETTORE

Studio di compatibilità idraulica, geologica e geotecnica art. 8 comma 2 delle NTA del PAI esteso a tutto il territorio comunale di Monserrato RELAZIONI CON IL PPR

È in fase di redazione l’adeguamento del PAI

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SCHEDA N. 5 - FLORA, FAUNA E BIODIVERSITA’ Aspetti esaminati Il territorio di Monserrato si caratterizza per una morfologia sub -pianeggiante con rilievi che non superano i 54m Il comune di Monserrato non presenta all’interno del proprio territorio comunale aree di interesse naturalistico, ovvero aree riconosciute ai sensi della Direttiva Habitat quali siti di importanza comunitaria (SIC) recepita in Italia a partire dal 1997, relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche, zone a protezione speciale (ZPS), zone umide di importanza internazionale (Ramsar), oasi di protezione faunistica. Vegetazione e habitat sono caratterizzati da una componente seminaturale assente o fortemente ridotta a causa della antica trasformazione del territorio a scopo agricolo, solo in alcune parti marginali, principalmente per fattori geomorfologici, è presente una vegetazione spontanea di formazioni basso arbustive ( Ampelodesmos mauritanicus ovvero saracchio ). L’area rurale è caratterizzata dalla presenza principale dei sistemi agrari, che interessano una porzione ampia del territorio comunale (circa 45 %). Le superfici coltivate sono occupate soprattutto da colture erbacee a prevalenza di cereali e colture legnose con prevalenza di vite e subordinatamente olivo e frutteti. Per quanto riguarda la fauna, nonostante in alcuni casi le aree agricole possano ospitare specie di interesse naturalistico, le aree di maggiore pregio sono quelle degli stagni localizzati a sud dell’abitato della zona di Cagliari, lo stagno di Molentargius e le saline adiacenti (stagno di Quartu), che risultano di grande importanza per l’avifauna anche in relazione alla loro posizione sulle vie di spostamento dei migratori tra l’Africa e l’Europa.

ASPETTO INDICATORE U.M. FONTE DATO

Aree protette naturali n. 0 0 km 2 n. 0 Ministero Ambiente e della Tutela del Aree protette nazionali 2 0 km Territorio e del Mare Aree protette regionali n. 0 0 km 2 Aree SIC n. 0 Aree sottoposte a 0 km 2 R.A.S. Ass.to Difesa Ambiente Provincia di n. 0 tutela Aree ZPS 0 km 2 Cagliari Piani di gestione approvati n. 0 0 km 2 Zone umide di importanza n. 0 internazionale (Ramsar) 0 km 2 Ministero Ambiente e della Tutela del n. 0 Territorio e del Mare Oasi di protezione faunistica 0 km 2 Fornire una descrizione degli Non sono Misure di gestione interventi previsti nei piani di presenti Comune di Monserrato per la tutela di flora, gestione delle aree sottoposte a piani di Piano di Gestione fauna e habitat tutela (es. piano di gestione SIC gestione o piano dei Parchi)

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Analisi della composizione floro- faunistica e di habitat presenti

Presenza di specie nel territorio comunale ed floro-faunistiche eventuali piani di gestione Vicinanza ad aree di tutela 0,015 Km naturalistica Superficie forestale 0 km 2 Foreste Piano Forestale Regionale Ambientale Specie arboree presenti 0

Specie di fauna minacciate nessuna Minaccia delle Specie di flora minacciate nessuna Comune di Monserrato specie animali e Presenza di habitat Piano di Gestione vegetali nessuno particolarmente sensibili Indice di frammentazione da strade (km di strada che Dato deducibile dalla cartografia dell’area 0 attraversano le superfici sottoposta a tutela sottoposte a tutela) Accessibilità relativa Livello di impermeabilizzazione alle zone protette Dato deducibile dalla cartografia dell’area (% di strade impermeabilizzate sottoposta a tutela e dalle informazioni in rispetto al totale delle strade 0% possesso del Comune di Monserrato presenti all’interno della zona relativamente allo stato delle strade protetta)

CARTOGRAFIA

Carta dell’uso del suolo in scala 1:10.000 Carta della copertura vegetale in scala 1:10.000 PIANIFICAZIONE DI SETTORE

RELAZIONI CON IL PPR

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SCHEDA N. 6 - PAESAGGIO E ASSETTO STORICO -CULTURALE Aspetti esaminati Per quanto riguarda l’aspetto del paesaggio il territorio di Monserrato è contraddistinto dai seguenti macrosistemi: • A nord l’area rurale con le parti di pianura e di bassa collina; • Al centro l’ambito urbano; • A sud l’area umida peristagnale; Il paesaggio dell’area rurale è caratterizzato prevalentemente da un uso agricolo, anche se nel corso del tempo porzioni di territorio hanno subito gli effetti dell’attuazione del PRG di Cagliari, con la realizzazione del polo universitario/ospedaliero, e l’appropriazione spontanea del territorio da parte della popolazione residente (in località su tremini), sottraendo aree alla zona agricola. Tuttavia nelle aree coltivate possiamo ritrovare ancora le colture tipiche della corona a ridosso del capoluogo cagliaritano ovvero la coltivazione vitivinicola, a cui si affianca la coltivazione di alberi da frutto quali olivo, mandorlo, pesco ed agrumi, meno importante è invece la coltura dei cereali ed il pascolo. Il paesaggio a sud del territorio è caratterizzato dall’area umida peristagnale, limitrofa allo stagno di Molentargius, che alla fine del 1800era parte dell’area palustre che delineava il sistema stagnale costituito dallo stagno di Pauli e dallo stagno di Molentargius. Probabilmente il territorio comunale di Monserrato fu antropizzato già in epoca romana anche se pochi sono i reperti archeologici che lo testimoniano (quasi esclusivamente fittili). Le prime testimonianze che attestano la presenza dell’uomo nell’area del cagliaritano risalgono già all’età neolitica, e tutto il territorio è stato oggetto negli anni di pluriennali stratificazioni abitative. Data la posizione geografica di Monserrato, anche il suo territorio, probabilmente, fu interessato da insediamenti in epoche anche più remote di quella romana di cui non rimangono reperti se non poche fonti bibliografiche e pochi documenti d’archivio. Nel territorio di Monserrato il PPR non ha individuato beni paesaggistici ed identitari. Il paesaggio urbano rivela ancora tracce della sua matrice di centro rurale, con una maglia viaria regolare e isolati di grande dimensione, compatti e profondi, con i vicoli che disimpegnano le unità abitative. La tipologia edilizia prevalente è quella della casa a corte, introversa, che presenta i corpi di fabbrica disposti lungo il perimetro del lotto. All’interno del centro di antica e prima formazione possiamo annoverare la presenza di tre chiese di particolare valore storico culturale: Santa Maria de Pauli La chiesa dedicata alla vergine di Montserrat si può far risalire al secolo XII.E' costituita da una pianta a croce greca con cupola centrale ascrivibile al secolo XIX. Con l'avvento dei colonizzatori aragonesi il culto della Vergine di Montserrat arrivò anche in Sardegna, tanto che in molte delle chiese dedicate a Santa Maria venne inserito il nome della vergine di Montserrat. Dopo la seconda guerra mondiale la facciata fu modificata, suddivisa in tre ordini orizzontali da marcapiano, in cui al livello inferiore troviamo al centro il portale di ingresso e ai due lati due lesene. Al livello intermedio un rosone centrale cieco ed ai lati due nicchie con cerchi superiori. Al livello più alto un semplice rilievo indicante le lettere M e V riconducibili al nome della Santa Maria Vergine. Sant'Ambrogio La chiesa è dedicata al santo patrono di Monserrato. Si tratta di un edificio gotico-catalano la cui datazione può essere compresa tra la fine del XV secolo e l'inizio del XVI. Nel 1983 i Iavori di restauro hanno restituito alla facciata l'originale aspetto architettonico. L'interno è suddiviso in tre navate, la centrale ampia e alta è composta da vari pilastri che si uniscono in archi a forma di ogiva. Le navate laterali sono coperte da volte a botte. San Valeriano La chiesa di S. Valeriano, costruita nel 1906, è contraddistinta da una semplice facciata di forma quadrangolare divisa, nella parte centrale, da una cornice ornamentale di colore bianco. Al di sotto si apre, racchiuso da una cornice, il portale d'ingresso in legno intarsiato e di forma leggermente arcuata, mentre superiormente è posto un piccolo oculo vetrato di forma circolare. Sopra il coronamento, sottolineato da 68

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Piano Urbanistico Monserrato una cornice modanata, si trova un campanile a vela sormontato da una croce, con bifora ogiv ale e dotato di due campane. All'interno dell'edificio viene custodito il bellissimo cocchio con cui la statua di S. Lorenzo viene portata nella sua chiesetta campestre in occasione della festa. La chiesa doveva assolvere la funzione di cappella privata della famiglia Spiga, la quale la fece erigere nel terreno di sua proprietà, dirimpetto alla casa di abitazione padronale. All’esterno del centro storico ritroviamo due chiese di recente costruzione: Santissimo Redentore La chiesa costruita dopo la seconda guerra mondiale (1955) è costituita da una sola navata. Caratterizzata da un linguaggio moderno vanta una la torre campanaria avente un'altezza di ventisei metri. San Giovanni Battista de La Salle Costruita intorno agli anni 2000 è contraddistinta da un linguaggio brutalista. Paesaggio ASPETTO INDICATORE U.M. FONTE DATO area antropizzata rispetto all’estensione totale del 54,84% territorio comunale aree naturali e subnaturali Carta di uso e della copertura del suolo rispetto all’estensione totale del 1,74% Caratteristiche del territorio comunale (riordino delle conoscenze per paesaggio aree seminaturali rispetto l’adeguamento del PUC al all’estensione totale del 0,39% PPR) territorio comunale area ad uso agroforestale rispetto all’estensione totale del 43,02% territorio comunale Beni di interesse storico -culturale Beni paesaggistici e il PPR non ha individuato beni paesaggistici ed identitari nel territorio di Monserrato identitari Beni archeologici e il PPR non ha individuato beni archeologici e architettonici nel territorio di Monserrato architettonici Centri di antica e La perimetrazione del centro di Antica e prima formazione è stata definita con prima formazione Determinazione n.1186/DG del 30/05/2008 CARTOGRAFIA Carta dell'uso e della copertura del suolo_ scala 1:10.000 Carta per la rappresentazione del centro storico_ scala:1:5.000. RELAZIONI CON IL PPR

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SCHEDA N. 7 - ASSETTO INSEDIATIVO E DEMOGRAFICO Aspetti analizzati La presente scheda esamina l’evoluzione della struttura insediativa del territorio di Monserrato al fine di evitare fenomeni di urbanizzazione incoerenti con le precedenti dinamiche insediative. Il Comune di Monserrato è situato nella Sardegna meridionale, nella pianura del Campidano, in prossimità dello Stagno di Molentargius e delle Saline. Amministrativamente ricade all'interno della Provincia di Cagliari e confina con i Comuni di Cagliari e Selargius. L'estensione territoriale del Comune è piuttosto limitata, occupando una superficie di 650 ettari. Fino al 1928, data in cui è stato accorpato alla città di Cagliari, costituiva un comune autonomo. A partire da tale data fu privato della autonomia amministrativa che riacquistò solo nel 1991, dopo un referendum ed in seguito alla Legge Regionale n° 36 del 18.11.1991, che comportò però la perdita del 43% della sua superficie corrispondente all'isola amministrativa del Salto di San Lorenzo che rimase al Comune di Cagliari. La perdita del territorio ha determinato una variazione in aumento, della densità abitativa che risulta essere pari a 3.184,4 ab/kmq. Il territorio comunale risulta diviso in due parti dalla S.S. 554 che rappresenta un elemento importante di discontinuità. Il nucleo urbano consolidato di trova a sud della S.S:554 ed è caratterizzato da un centro storico (Centro di antica formazione e zona urbanistica A) nel quale è ancora riconoscibile in parte il tracciato viario storico, una piccola parte di edilizia storica superstite e un’alta percentuale di edilizia di sostituzione sorta dagli anni ’60 in poi; da una Zona di completamento (zona urbanistica B) a corona intorno alla zona A. Le zone di espansione, attuate mediante piani di lottizzazione e piani di zona si trovano principalmente sul versante orientale. Il resto del territorio, non destinato a zona agricola, è caratterizzato da due grandi aree di edilizia spontanea e dal polo universitario – ospedaliero della cittadella Universitaria e del Policlinico. Aspetti demografici Il comune di Monserrato conta oggi circa 20.230 abitanti (dato al 1 gennaio 2015) e una popolazione che ha subito negli ultimi 10 anni un decremento costante con un picco negli anni 210-2011. Fa parte dei comuni dell’città metropolitana di Cagliari, pertanto per valutare meglio l’andamento demografico a livello comunale si è tenuto conto anche delle dinamiche demografiche dell’area metropolitana di Cagliari, formata dai comuni di , , , Elmas, , Pula, Quartucciu, Quartu S. Elena, , Selargius, Sestu, Settimo, San Pietro, , Villa S. Pietro, Uta.

Comuni città metropolitana 200520052005 201520152015 variazione % Monserrato 20.768 20.230 ---3 -333 Cagliari 161.465 154.478 -4 Assemini 25.343 27.028 7 Capoterra 22.466 23.766 6 Decimomannu 7.042 8.143 16 Elmas 8.475 9.339 10 Maracalagonis 6.961 7.885 13 Pula 6.937 7.357 6 Quartucciu 11.418 13.137 15 Quatu S. Elena 69.818 71.282 2 Sarroch 5.277 5.267 0 Selargius 28.548 28.975 1 Sestu 16.988 20.542 21 Settimo S. Pietro 6.079 6.693 10 Sinnai 15.968 17.119 7 Villa S. Pietro 1.849 2.099 14 Uta 6.915 8.392 21 Area metropolitana 422.317 431.732 2

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La città metropolitana regista al 1 gennaio 2015 una popolazione pari a 431.732 unità con un incremento percentuale rispetto al 2005 del 2%. Circa il 52% della popolazione risiede nei Comuni di Cagliari e Quartu S. Elena, mentre Monserrato ospita il 4,7 % della popolazione dell’area Vasta, pur essendo quello con la più alta densità abitativa. Dalla tabella precedente emerge che quasi tutti i comuni dell’area vasta hanno avuto un incremento della popolazione dal 2005 ad oggi ad esclusione di Cagliari e Monserrato che registrano un’inflessione rispettivamente del 4% e del 3%. Di seguito viene riportato il grafico rappresentativo dell’andamento demografico nei comuni dell’area metropolitana di Cagliari (escluso il comune di Cagliari) e l’andamento demografico del comune di Monserrato. Dal primo grafico tale è possibile notare come l’andamento della popolazione sia simile in tutti i comuni, caratterizzati da un andamento sensibilmente crescente fino al 2011 anno in ci si registra un calo con una leggera ripresa dal 2012 al 2015. Il comune di Sestu rappresenta invece un caso anomalo in quanto registra un andamento pressoché crescente fono al 2015. Rispetto ai comuni limitrofi il comune di Monserrato presenta un andamento demografico anomalo: registra un andamento decrescente dal 2003 al 2005, una leggera ripresa dal 2006 al 2008, con un brusco calo tre il 2008 e il 2009 e uno successivo tra il 2012 e il 2013.

Figura 6 – andamento della popolazione nei comuni dell’area metropolitana di Cagliari dal 2002 al 2015 – elaborazione dati Istat

Figura 7 - andamento della popolazione nel Comune di Monserrato – elaborazione dati Istat

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Dall’analisi delle campane delle classi d’età della popolazione residente dal 2005 al 2015 si nota un progressivo invecchiamento della popolazione, con valori dell’indice di vecchiaia crescenti fino al 187,8% del 2015.

Assetto insediativo ASPETTO INDICATORE U.M. FONTE DATO Individuare i centri di antica e prima formazione Edificato urbano Individuare le aree edificate relative all’espansione fino agli anni ‘50 Individuare le aree edificate relative a espansioni recenti (successive agli anni ’50) Edificato diffuso Individuare le aree relative all’edificato urbano diffuso Edificato in zona Individuare le aree relative all’edificato urbano diffuso extra urbana Individuare le aree relative all’edificato in zona agricola (edificato sparso) Insediamenti Individuare le aree interessate dalla presenza di insediamenti turistici turistici Grande

distribuzione Individuare le aree destinate alla grande distribuzione commerciale commerciale

Aree speciali Individuare le aree destinate a grandi attrezzature di servizio pubblico per istruzione, sanità, ricerca e sport e aree militari Demografia

ASPETTO INDICATORE U.M. FONTE DATO

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Popolazione residente appartenente alla fascia di età n. 130/ 1% meno di 1 anno Popolazione residente appartenente alla fascia di età n. 587/ 3% 1-4 anni Popolazione residente appartenente alla fascia di età n. 763/ 4% 5 – 9 anni Popolazione residente Struttura della appartenente alla fascia di età n. 763/ 4% popolazione 10 – 14 anni all’ultimo anno Popolazione residente disponibile appartenente alla fascia di età n.1825/9% 15 -24 Popolazione residente appartenente alla fascia di età n.5432/26% 25 -44 Popolazione residente appartenente alla fascia di età n.6518/31% 45 -64 ISTAT – Sardegna Statistiche Popolazione residente Dato al 1 gennaio 2015 appartenente alla fascia di età n.4212/20% 65 e più

Rapporto tra popolazione Densità residente e superficie n.ab.3156/Km2 demografica territoriale

Rapporto tra anziani (popolazione appartenente alla fascia di età “65 e più”) e Indice di vecchiaia 187,8% popolazione attiva (popolazione appartenente alla fascia di età 15 – 64 anni) Rapporto popolazione inattiva (popolazione appartenente alla fascia di età “65 e più” + Indice di popolazione appartenente alla 31% dipendenza totale fascia di età “fino a 14 anni) rispetto alla popolazione attiva (popolazione appartenente alla fascia 15 – 64 anni) Differenza tra il numero dei Saldo naturale nati vivi e il numero dei morti n. -4 per anno solare Differenza tra il numero degli Saldo migratorio iscritti ed il numero dei n. -1 totale cancellati dai registri anagrafici Istat dei residenti Numero nuclei Numero di famiglie al 31 n. 8415 familiari dicembre dell’ultimo anno (dato al 2014) Andamento della Grafico con Trend della popolazione popolazione indicazione dei residente negli ultimi 10 anni residente valori Natalità 6,3 Istat 2014 73

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Nuove famiglie Comune Componenti per Media componenti per 2,4 Istat 2014 famiglia famiglia CARTOGRAFIA

Verrà prodotta una carta relativa all’assetto insediativo RELAZIONI CON IL PPR

Le informazioni relative all’assetto insediativo sono quelle relative al riordino delle conoscenze. Le informazioni relative alla demografia non sono richieste dal PPR nella fase di riordino delle conoscenze pertanto sono da intendersi aggiuntive

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SCHEDA N. 8 - SISTEMA ECONOMICO PRODUTTIVO Aspetti analizzati Il comune di Monserrato fa parte dei comuni dell’area metropolitana di Cagliari e appartiene al Sistema locale del Lavoro di Cagliari, classificato dall’ISTAT come Sistemi Locali Non Manifatturieri e fa parte del gruppo dei Sistemi locali urbani pluri-specializzati. Monserrato è caratterizzato da una dimensione di impresa di 2,06 addetti contro una media regionale di 2,9 addetti e fonda la propria economia prevalentemente sui settori terziario e manifatturiero. Tale SLL registra un incremento del numero di occupati nel periodo compreso tra il 2001 e il 20011, con un tasso di occupazione passato dal 40,5% del 2001 al 42,7% del 2011. Dall’analisi dei dati ISTAT (fig.1) sul settore di occupazione della popolazione residente, si rileva un orientamento verso i servizi non vendibili (amministrazioni pubbliche, istruzione, sanità e assistenza sociale) con il 41%, segue il commercio e la ristorazione con il 23%, le attività finanziarie e assicurative, attività immobiliari, attività professionali, servizi di supporto alle imprese con il 18%, l’industria con il 16% e l’agricoltura con il 2%. Percentuale di occupati per settore di attività economica Si è in presenza di una forte rappresentatività del settore dei servizi e dell’istruzione derivanti dalla presenza agricoltura, silvicoltura e pesca del polo universitario ed ospedaliero nel 2% totale industria (b-f) 16% territorio di Monserrato e dalla vicinanza al capoluogo in cui sono concentrati la maggior parte dei servizi dell’area vasta, altre attività (o-u) 41% mentre la rappresentatività del settore dell’industria deriva dal fatto che il commercio, alberghi sistema locale del lavoro a cui afferisce il e ristoranti (g,i) attività finanziarie e 23% comune di Monserrato, insieme ad altri assicurative, attività immobiliari, attività 41 comuni della provincia di Cagliari, professionali, trasporto, comprende le aree industriali di Sarroch, scientifiche e magazzinaggio, tecniche, noleggio, servizi di Capoterra, Assemini, Uta ed Elmas. agenzie di viaggio, informazione e servizi di supporto comunicazione (h,j) alle imprese (k-n) 8% 10%

Fig 4: ISTAT - 15° censimento popolazione ed abitazioni Di contro l’analisi dei dati sul tessuto produttivo di Monserrato (fonte dati censimento Industria e Servizi – ISTAT 2011) rivela che il sistema produttivo predominante è rappresentato dal settore dell’impresa con un numero di unità attive pari a 2132 e un totale di 1034 addetti pari al 91% del settore produttivo, seguito dal settore delle istituzioni pubbliche (fig.2) con un totale di 24 unità e 1567 addetti pari al 7% del settore produttivo e infine il settore delle istituzioni no profit con 144 unità e 85 addetti pare al 2% del settore produttivo.

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Numero di addetti e di unità attive per principali sezioni di attività economica

istituzioni pubbliche 1567 24

istituzioni no profit 144 85

imprese 2132 1034

numero unità attive numero addetti

Fig 5: ISTAT - 9° Censimento dell’industria e dei servizi

Di seguito l’analisi dei dati suddivisi per categorie di settore economico (Ateco 2007) da cui si evince che per quanto riguarda le istituzioni no profit e le istituzioni pubbliche la categoria più rappresentativa è quella dell’istruzione, mentre per il settore delle imprese le categorie più rappresentative sono quella del commercio all’ingrosso e al dettaglio, delle costruzioni, e delle attività connesse all’alloggio e alla ristorazione.

unità locali delle istituzioni non profit unità locali delle istituzioni pubbliche

sanità e assistenza sociale 363 altre attività di servizi 4 3 16 istruzione 1035 attività artistiche, sportive, di 14 14 intrattenimento e divertimento 51 99 amministrazione pubblica e difesa… 4 sanità e assistenza sociale 8 11 69 attività professionali, scientifiche e tecniche 2 istruzione 118 1 7 attività dei servizi di alloggio e di… 1

numero di addetti numero di unità attive numero addetti numero unità attive

unità locali delle imprese

altre attività di servizi 85 46

attività artistiche, sportive, di intrattenimento e divertimento 12 10

sanità e assistenza sociale 140 78

istruzione 33 8

noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese 92 41

attività professionali, scientifiche e tecniche 176 144

attività immobiliari 18 12

attività finanziarie e assicurative 51 18

servizi di informazione e comunicazione 26 23

attività dei servizi di alloggio e di ristorazione 195 62

trasporto e magazzinaggio 132 40

commercio all'ingrosso e al dettaglio 670 345

costruzioni 315 141

fornitura di acqua reti fognarie, attività di gestione dei rifiuti e risanamento 3 1

attività manifatturiere 164 64

agricoltura, silvicoltura e pesca 20 1

numero addetti numero unità attive

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Agricoltura ASPETTO INDICATORE U.M. FONTE DATO Superficie agricola complessiva 87,6 ha Comparto agricolo ISTAT censimento agricoltura 2010 Superficie agricola utilizzata 76,42 ha Tessuto produttivo ASPETTO INDICATORE U.M. FONTE DATO Numero di unità locali 1034 industria ISTAT censimento industria e servizi 2011 Numero di addetti 2132 Numero di unità locali 1711 servizi ISTAT censimento industria e servizi 2011 Numero di addetti 109 Attività produttive e industriali

ASPETTO INDICATORE U.M. FONTE DATO PIP: Tipologia di attività presenti n.0 Presenza di aree NI: Tipologia di attività presenti n.0 Comune Monserrato produttive ASI: Tipologia di attività presenti n.0 RAS Assessorato Industria (PIP, NI, ASI, ZIR) ZIR: Tipologia di attività presenti n.0 Impianti a rischio di incidente rilevante (stabilimenti soggetti agli obblighi previsti dagli artt. APAT Rischio industriale n.0 6/7 e 8 del D. Lgs 334/99 Annuario dei dati ambientali suddivisi per tipologia di attività) Autorizzazione Integrata Ambientale (impianti soggetti RAS Assessorato Ambiente – Servizio ad autorizzazione integrata n.0 antinquinamento atmosferico ed acustico, ambientale (D.Lgs. 59/05), gestione rifiuti e bonifiche suddivisi per tipologia di attività) imprese dotate di sistema di Gestione gestione ambientale certificato n.0 APAT ambientale (EMAS e/o ISO 14001)

CARTOGRAFIA

Non si ritiene necessaria la predisposizione di cartografia specifica RELAZIONI CON IL PPR

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SCHEDA N. 9 - MOBILITA’ E TRASPORTI Aspetti analizzati Nella presente scheda verranno analizzati tutti gli aspetti necessari per definire la struttura del traffico urbano. Il comune di Monserrato è dotato di Piano Generale del Traffico Urbano (PGTU) che ha fornito la principale fonte di dati relativamente ai flussi di traffico e all’utilizzo dei mezzi di trasporto. Il PGTU si pone come obiettivi generali il miglioramento delle condizioni di circolazione, il miglioramento della sicurezza stradale, la riduzione dell’inquinamento atmosferico e acustico e il risparmio energetico. Accanto a questi obiettivi di carattere generale vengono individuati anche i seguenti obiettivi specifici per la risoluzione delle problematiche del consto in esame: recupero dell’impianto e degli insediamenti storici (Centro Storico); miglioramento della qualità della vita urbana attraverso il miglioramento delle infrastrutture; coesistenza ordinata delle diverse componenti di traffico disomogenee (pedoni ed autovetture); diminuzione dei carichi veicolari che impegnano le aree più pregiate della città; recupero di una modalità di trasporto tradizionale (l’andare a piedi), potenziamento dei servizi di trasporto collettivo; garantire il soddisfacimento delle esigenze di trasporto delle persone con ridotta capacità motoria. Accessibilità Il comune di Monserrato è tagliato in due dalla S. S. 554 che collega i comuni dell’area vasta ed è attraversato dalla linea di metropolitana leggera. Per la sua localizzazione territoriale è interessato da problematiche di macroaccessibilità dovute ai flussi di attraversamento che quotidianamente percorrono la viabilità urbana di Monserrato principalmente per motivi di studio e lavoro, con destinazione/origine le città dell’area vasta e principalmente Cagliari. Le direttrici principali interessate da questi flussi di scambio sono: 1. Nord a Sud e viceversa: via San Fulgenzio e via Caracalla/Porto Botte che connettono la SP 17 e la SS 554 con via Italia, viale Pisano, Pirri e Cagliari; via Giulio Cesare che connette la SS 387 (Dolianova, Serdiana, Soleminis) e la SS 554 con via Italia e viale Pisano; via Giulio Cesare, via del Redentore, via Zuddas e via Riu Mortu, che collegano la SS 387 e la SS 554 con viale Marconi, Quartu S. Elena, Quartucciu e Cagliari; 2. da Est a Ovest e viceversa: via Zuddas e via Cesare Cabras che connettono Selargius con via Italia, via Treleani, Pirri e Cagliari; via Riu Mortu e via Cesare Cabras che collegano viale Marconi, Quartu S. Elena, Quartucciu con via Italia, via Treleani, Pirri e Cagliari. La quota maggiore dell’attrazione del Comune di Monserrato è dovuta alla presenza del Policlinico e della cittadella universitaria situata a Nord della S.S. 554, sul versante opposto rispetto all’insediamento urbano. Trasporto privato Il parco veicolare relativo al comune di Monserrato è composto da circa 12.158 unità (dati ACI 2010), di cui 11.084 autovetture (pari al 91% del totale). Il coefficiente di motorizzazione nel 2010 è pari a 0,6.

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Tabella 6 - Consistenza parco veicolare a Monserrato dal 2004 al 2010 (Dati ACI) – estratto dal PGTU Trasporto Pubblico Il trasporto pubblico extraurbano è soddisfatto principalmente dal trasporto su gomma, solo in minima parte dal trasporto su ferro entrambi gestiti dall’ARST. I collegamenti su gomma con Cagliari e provincia si sviluppano lungo la viabilità urbana ed extraurbana individuata dalla SS 554, SS 387, in via Zuddas (versante Selargius), via Riu Mortu (versante Quartucciu e Quartu) viale Pisano (versante Cagliari) e via Italia (versante Pirri). Una piccola parte di domanda pendolare viene soddisfatta dalla linea ferroviaria “Monserrato – Isili”. L’infrastruttura ferroviaria è a binario unico, non elettrificata e a scartamento ridotto; è peraltro in corso di realizzazione l’elettrificazione della linea sino al comune di Settimo San Pietro, con la conseguente possibilità di utilizzare il servizio metro tramviario per dirigersi verso Cagliari e comuni limitrofi. A Monserrato (Gottardo), i treni in arrivo e partenza sono in coincidenza con il servizio di metropolitana leggera che collega questa fermata con piazza Repubblica a Cagliari. Il trasporto pubblico urbano è soddisfatto dalle linee su gomma, gestite dal CTM e dalla linea della metropolitana leggera che collegano Monserrato a Cagliari. Non esiste un servizio/linea che si svolge interamente all’interno del comune. Le linee del CTM che attraversano Monserrato sono: 1. la linea 8 e la linea M (entrambi provenienti da Cagliari capolinea Piazza Matteotti) che si sovrappongono per gran parte del loro itinerario interno al centro urbano; 2. La linea 29 connette la Cittadella Universitaria con il centro di Cagliari, attraversando il confine occidentale di Monserrato (Via Porto Botte e via Caracalla); 3. La linea 19 connette Assemini con i comuni dell’Area Vasta di Cagliari (Quartu, Quartucciu, Selargius), attraversando Monserrato nella sola via Cabras; 4. La linea QS/A collega Quartu alla Cittadella Universitaria, ed è l’unica linea che transita in via Giulio Cesare ed al servizio di un’ampia porzione del centro abitato di Monserrato; 5. La linea 17 che collega il centro abitato di Selargius con la stazione della Metro (San Gottardo), attraverso via Zuddas, via Riu Mortu, via San Valeriano e via San Gottardo.

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Inoltre il Comune di Monserrato è l’unico comune dell’area vasta attraversato dalla linea della metropolitana leggera. Ciclabilità Attualmente esistono tre piste ciclabili: 1. via dell’Argine: misura circa 350 m, è presente in ambo i lati della strada ed è adiacente al marciapiede; 2. via Caracalla: misura circa 550 m, è presente solo da un lato ha inizio in prossimità della rotatoria di via Dell'Argine e termina al confine comunale tra Monserrato e Cagliari, il percorso ciclabile è separato dalla corrente veicolare attraverso una fila di stalli di parcheggio posizionati lungo strada; 3. via Cesare Cabras: in questo caso la pista ciclabile coincide con la corsia preferenziale degli autobus.

ASPETTO INDICATORE U.M. FONTE DATO Utilizzo del mezzo n. 60 ISTAT Tasso di motorizzazione privato vetture/100ab. ACI Emissioni climalteranti da

Emissioni da trasporti trasporti Altre emissioni da trasporti

(NO x ,SO x , CONM, PM10) Sviluppo di piste ciclabili 0,9 km Alternative Comune Aree chiuse al traffico 0 m2 all’utilizzo del Tasso di utilizzo del mezzo mezzo pubblico Passeggeri/anno Azienda locale dei trasporti pubblico Strumenti di pianificazione dei Piano urbano del traffico SI Comune trasporti CARTOGRAFIA

Carta delle piste ciclabili e del trasporto pubblico PIANIFICAZIONE DI SETTORE

Piano generale del trasporto urbano (PGTU) RELAZIONI CON IL PPR

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SCHEDA N. 10 - ENERGIA Aspetti analizzati Gli aspetti legati alla tematica energia sono strettamente connessi con la questione dei cambiamenti climatici. Come noto, infatti, il consumo di energia “tradizionale”, ovvero da fonti combustibili, è il principale responsabile delle emissioni di anidride carbonica, uno dei principali “gas serra”. I consumi derivanti dal settore civile, in particolare, hanno un forte peso sulle emissioni di anidride carbonica e in tal senso molto può essere fatto attraverso gli strumenti urbanistici; nell’ambito dei regolamenti edilizi, infatti, è possibile introdurre l’adozione di specifici criteri costruttivi finalizzati al risparmio energetico. Secondo il Bilancio regionale dell’energia elettrica sviluppato da TERNA S.p.A per l’anno 2014, il parco di generazione di energia elettrica in Sardegna è caratterizzato da una potenza lorda di 13.936,4 GWh di cui 10.867,2 provenienti da impianti di generazione termoelettrici, 459,7 GWh provenienti da impianti idroelettrici, 1.657,0 GWh provenienti da impianti eolici e 952,5 GWh provenienti da impianti fotovoltaici. Per quanto riguarda i consumi, nel 2014 si è avuto un consumo complessivo di energia elettrica pari a 8.377,9 GWh, ossia circa 5.040 kWh per abitante: rispetto all'energia prodotta destinata al consumo, pari a 12.888,4 GWh si è quindi avuto un "supero" rispetto alla richiesta pari a +4083,5 GWh (circa il +46,4%). L'analisi dei consumi attraverso i dati disaggregati per categoria di utilizzatori mostra un calo rispetto al 2013 dei consumi nel settore industria (-3%) ed in particolare del settore manufatturiero di base (-5,4%). Si riportano di seguito le tabelle e i grafici relativi ai consumi di energia elettrica per settore merceologico per la Regione e la Provincia di Cagliari.

Consumo di energia elettrica in Sardegna per settore merceologico Variazione percentuale (Fonte dati TERNA)

Consumo 2013 Consumo 2014 Variazione Tipi di Attività (GWh) (GWh) %

Agricoltura 210,8 213,5 1,3 Manifatturiera di base 3.899,40 2.009,00 -5,4 Manifatturiera non di base 303,6 298,8 -1,6 Costruzioni 37,9 33 -12,9 Energia ed acqua 1.433,40 1.440,10 0,5 Terziario 2.326,80 2.269,00 -2,5 Domestico 2.168,20 2.114,50 -2,5

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Figura 8 – Consumi di energia elettrica in Sardegna per settore merceologico anno 2014 – Valori Percentuali – (Fonte dati TERNA)

Consumo di energia elettrica nella Provincia di Cagliari per settore merceologico Variazione Percentuale (Fonte dati TERNA)

Consumo 2013 Consumo 2014 Variazione Tipi di Attività (GWh) (GWh) %

Agricoltura 33,6 32,8 -2,4 Manifatturiera di base 957,4 940,60 -1,8 Manifatturiera non di base 111 108,3 -2,4 Costruzioni 10,9 9,4 -13,8 Energia ed acqua 1.189,60 1.189,30 0 Terziario 875,2 834,20 -4,7 Domestico 750,1 725,10 -3,3

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Figura 9 – Consumi di energia elettrica nella Provincia di Cagliari per settore merceologico anno 2014 – Valori Percentuali – (Fonte dati TERNA)

Si riporta di seguito la tabella estrapolata dal rapporto statistico dell’ENEA del 2008 i consumi finali regionali relativi alle diverse fonti di energia.

Consumi finali di fonti energetiche - Anno 2008 (ktep) energia Regione combustibili solidi prodotti petroliferi gas naturale fonti rinnovabili Totale elettrica

Sardegna 54 1.957 68 66 927 3.071

Fonte: ENEA

ASPETTO INDICATORE U.M. FONTE DATO Consumi finali di energia KWh/anno elettrica nel settore civile

Consumi finali di energia Enel KWh/anno elettrica nel settore industriale

Consumi finali di energia Consumo KWh/anno elettrica nel settore agricolo I dati non disponibili verranno integrati nel energetico rapporto ambientale Consumi finali di energia elettrica nel settore dei KWh/anno trasporti Consumo procapite di energia KWh/ab Elaborazione da dati Enel elettrica (settore civile) anno Potenza installata da fonti kw rinnovabili (settore civile e PMI) Numero di interventi di

riqualificazione energetica degli n. Produzione di Comune edifici pubblici e privati energia elettrica da I dati non disponibili verranno integrati nel Numero impianti solari e rapporto ambientale fonti rinnovabili n. fotovoltaici installati Superficie comunale destinata a

impianti per la produzione di m2 energia da fonti rinnovabili Comune Risparmio Edifici pubblici che si sono n. I dati non disponibili verranno integrati nel energetico dotati di impianti fotovoltaici rapporto ambientale

Piano di illuminazione pubblica Comune SI/NO (conforme alle linee guida

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regionali DGR 60/23 del I dati non disponibili verranno integrati nel rapporto ambientale Strumenti di 5/4/2008)

pianificazione % di tratti di impianto adeguate

comunale alle linee guida regionali DGR % 60/23 del 5/4/2008

CARTOGRAFIA

Non si ritiene necessaria la predisposizione di cartografia specifica PIANIFICAZIONE DI SETTORE

Piano Energetico Ambientale Regionale PAES Piano di azione per l’energia sostenibile RELAZIONI CON IL PPR

Nessuna delle informazioni prevista nella presente scheda è richiesta nella fase del riordino delle conoscenze. Tutte le informazioni pertanto sono da intendersi come aggiuntive

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SCHEDA N. 11 - RUMORE Aspetti analizzati L’inquinamento acustico è una delle problematiche che oggi condizionano la qualità della vita. Nasce quindi l’esigenza di tutelare il benessere pubblico dallo stress acustico urbano e con il DPCM del 01/03/1991 vengono fissati i limiti massimi di esposizione al rumore negli ambienti abitativi e nell'ambiente esterno. La norma, “ Legge quadro sull'inquinamento acustico” n. 447 del 26/10/1995 e il DPCM 14/12/97 , impone ai comuni di suddividere il territorio in classi acustiche in funzione della destinazione d’uso delle varie aree (residenziali, industriali, artigianali, ecc) stabilendo per ciascuna classe i limiti delle emissioni sonore tollerabili, al fine di garantire la salvaguardia ambientale e indirizzare le azioni idonee a riportare le condizioni di inquinamento acustico al di sotto dei limiti di norma. Il Piano di Classificazione Acustica costituisce l’adempimento fondamentale da parte del Comune per una gestione del territorio che tenga conto delle esigenze di tutela dell’ambiente e della popolazione dall’inquinamento causato dal rumore. Il Comune di Monserrato con DCC n.49 del 04/12/2009 ha adottato definitivamente il Piano di Classificazione Acustica redatto nel rispetto delle disposizioni di cui all’art. 6, comma 1, lettera a) della Legge 26 ottobre 1995, n° 447. Le classi acustiche individuate sono: CLASSE I- Aree particolarmente protette Rientrano in questa classe le aree nelle quali la quiete rappresenta un elemento di base per la loro utilizzazione: aree ospedaliere, scolastiche, aree destinate al riposo ed allo svago, aree residenziali rurali, aree di particolare interesse urbanistico, parchi pubblici, ecc. CLASSE II - Aree destinate ad uso prevalentemente residenziale Rientrano in questa classe le aree urbane interessate prevalentemente da traffico veicolare locale, con bassa densità di popolazione, con limitata presenza di attività commerciali ed assenza di attività industriali e artigianali. CLASSE III - Aree di tipo misto Rientrano in questa classe le aree urbane interessate da traffico veicolare locale o di attraversamento, con media densità di popolazione, con presenza di attività commerciali e uffici, con limitata presenza di attività artigianali e con assenza di attività industriali; aree rurali interessate da attività che impiegano macchine operatrici; aree portuali a carattere turistico. CLASSE IV - Aree di intensa attività umana Rientrano in questa classe le aree urbane interessate da intenso traffico veicolare, con alta densità di popolazione, con elevata presenza di attività commerciali e uffici, con presenza di attività artigianali; le aree in prossimità di strade di grande comunicazione e di linee ferroviarie; le aree portuali a carattere commerciale-industriale, le aree con limitata presenza di piccole industrie.

Il Piano individua inoltre le aree destinate a pubblico spettacolo a carattere temporaneo oppure all’aperto. CLASSIFICAZIONE ACUSTICA DEL TERRITORIO classe V classe I 4% classe IV 7% 8% classe II 23%

classe III 58%

ASPETTO INDICATORE U.M. FONTE DATO Strumenti di Piano di zonizzazione acustica SI Comune di Monserrato pianificazione

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Percentuale di territorio ricadente in Classe I di cui al 7% D.P.C.M. 14.11.1997 Percentuale di territorio ricadente in Classe II di cui al 23% D.P.C.M. 14.11.1997 Classificazione Percentuale di territorio acustica del ricadente in Classe III di cui al 58% territorio (se D.P.C.M. 14.11.1997 Comune di Monserrato presente Piano di Percentuale di territorio classificazione ricadente in Classe IV di cui al 8% acustica) D.P.C.M. 14.11.1997 Percentuale di territorio ricadente in Classe V di cui al 4% D.P.C.M. 14.11.1997 Percentuale di territorio ricadente in Classe VI di cui al 0% D.P.C.M. 14.11.1997 Percentuale di territorio ricadente in zona A di cui al 9% Classificazione D.M. 1444/68 acustica del Percentuale di territorio territorio (se non ricadente in zona B di cui al 11% Comune di Monserrato presente Piano di D.M. 1444/68 classificazione Percentuale di territorio ricadente in zona classificata acustica) 0% come “esclusivamente industriale” Popolazione esposta Percentuale di popolazione esposta ad emissioni acustiche > 0% Comune di Monserrato al rumore 60 Leq dBA CARTOGRAFIA

Classificazione acustica del territorio comunale – scala 1:5000 PIANIFICAZIONE DI SETTORE

RELAZIONI CON IL PPR

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SCHEDA N. 12 - CAMPI ELETTROMAGNETICI Aspetti esaminati Le problematiche legate all'esposizione a campi elettromagnetici sono sempre più oggetto di attenzione da parte della popolazione. L'elettromagnetismo è definito come l'alterazione dello stato naturale dell'ambiente causata dall'introduzione di campi elettromagnetici prodotti dall'uomo: infatti, l'utilizzo più massiccio di onde elettromagnetiche legate allo sviluppo di nuove tecnologie (quali telefonia mobile, radar e impianti di tele- radiodiffusione) ha reso indispensabile la predisposizione di una normativa capace di tutelare la salute dei cittadini. Nello specifico, la legge di riferimento per l’esposizione ai campi elettromagnetici è la “Legge quadro sulla protezione dalle esposizioni ai campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici” n. 36 del 22 febbraio 2001, integrata dal D.P.C.M. 08 luglio 2003 e dal Decreto 29 Maggio 2008, in cui sono fissati i limiti di esposizione, i valori di attenzione e gli obiettivi di qualità per la protezione della popolazione dalle esposizioni ai campi elettrici, magnetici ed elettromagnetici generati a frequenze comprese tra 100 kHz e 300 GHz. La Regione Sardegna ha di recente approvato le direttive regionali in materia di inquinamento elettromagnetico attraverso la Delibera di G.R. n. 12/24 del 25 Marzo 2010, che costituiscono lo strumento di riferimento sia per i soggetti pubblici coinvolti, in particolare le amministrazioni comunali, sia per i soggetti privati, proprietari e gestori di impianti fissi per le telecomunicazioni e la radiotelevisione che generano campi elettromagnetici. Sono inclusi nelle direttive gli impianti fissi per telefonia mobile (stazioni radio base), gli impianti per reti radio di trasmissione dati punto-multipunto in aree estese, come, ad esempio, le reti commerciali destinate a fornire connettività a larga banda alla rete Internet, e quelli per la trasmissione dei segnali radio e televisivi sia in tecnologia analogica che digitale. Le direttive, oltre a perseguire gli obiettivi di tutela della salute e di salvaguardia della popolazione esposta ad emissioni elettromagnetiche, si propongono di fornire indirizzi e criteri in merito alla gestione delle procedure che autorizzano la localizzazione, l’installazione e la modifica degli impianti fissi per le telecomunicazioni e la radiotelevisione. ASPETTO INDICATORE U.M. FONTE DATO

Numero impianti di n.10 radiotelecomunicazione (SRB)

Numero impianti di n.0 radiotelecomunicazione (RTV) Ponti radio (impianti di Sorgenti CEM collegamento per telefonia fissa n.0 Comune di Monserrato e mobile e radiotelevisivi) Radar n.0 Numero di autorizzazioni n.11 rilasciate Densità degli impianti di telecomunicazione (n. 1,7 per Km 2 impianti/superficie) Numero di cabine primarie e secondarie e linee elettriche per km I dati non disponibili verranno integrati nel Impianti bassa tipologia (AT-MT) rapporto ambientale frequenza Lunghezza delle linee Alta-

Medie Tensione (AT-MT) per Km/Km 2 unità di superficie CARTOGRAFIA

Carta 1:10000 distribuzione e tipologia impianti ad alta frequenza

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