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Memorie dell’Accademia Urbense (nuova serie) n° 77 Collana diretta da Alessandro Laguzzi

La presenza e l'impegno dell'assessore alla cultura del Comune di Trisobbio, Mariangela Toselli e dell'Accademia Urbense di , nel realizzare questa pubblicazione, è particolarmente significativa perché rafforza la bibliografia del borgo monferrino, ne sottolinea il grande progresso che nel tempo la Comunità trisob- biese ha realizzato e di come la cultura riferita al proprio contesto storico religioso e ambientale diventi da memoria individuale patri- monio collettivo. A tutti coloro che hanno collaborato alla buona riuscita di queste pagine va il ringraziamento mio, dell'Am mi - nistrazione comunale e di tutti i Trisobbiesi. Il sindaco di Trisobbio Antonio Facchino

L’autrice ringrazia: Geo Pistarino, Carlo Prosperi, Paolo Bavazzano, Gian Luigi Rapetti Bovio della Torre, Sergio Arditi e Giuseppe Corrado, Giovanna Zerbo, Antonella Rathschuler, dai cui articoli sono tratte le notizie storico, artistiche e archi- tettoniche contenute nelle Guida. Per le Foto: Andrea Chiesa, Renato Gastaldo, Gianpaolo Scarsi, a cui si deve la foto di copertina, e i fotografi che hanno partecipato alle edizioni del “Concorso fotografico” promosse del Comune di Trisobbio. Un grazie per la collaborazione va poi all’Accademia Urbense e in particolare Alessandro Laguzzi, a cui si deve l’impaginazione della guida,

Giacomo Gastaldo, al quale si deve il trattamento elettronico delle immagini

Si ringrazia inoltre l’Assessore Provinciale Gianfranco Comaschi, il Sindaco di Trisobbio Antonio Facchino e l’Amministrazione tutta ISSN 1723-4824 www.accademiaurbense.it guide dell’accademia Urbense

Mariangela Toselli

gUida di Trisobbio

accademia Urbense - ovada 2008 www.accademiaurbense.it

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Trisobbio

Centro agricolo turistico del- viuzze, con gli antichi palazzi l'Alto Monferrato a poca distanza ottimamente conservati e restau- dai centri zona limitrofi ovada e rati, offrono una proposta turisti- e non lontano da ca importante e alternativa. e dal capoluogo di Facendo un'analisi dal punto provincia , facilmente di vista storico-architettonico raggiungibile da Genova e Torino l'in sediamento di Trisobbio è con la rete autostradale, Trisobbio inserito al l'interno dell’antico è inserito nel verde delle colline marchesato del Mon ferrato. dell'ovadese, zona ricca di vesti- La collocazione è mol to parti- gia del passato, quali un numero colare, in quanto risulta al centro straordinario di castelli di chiaro di un struttura territoriale fitta- retaggio medioevale. il territorio mente insediata, compresa tra i che ospita Trisobbio è di bellezza corsi dell'orba e della bormida e straordinaria, il panorama che si la linea ideale ovada - Acqui può godere dalla torre del castel- Terme, della quale l’abitato tri- lo spazia dalle Alpi agli Apennini: sobbiese è un elemento impre- territorio un tempo vocato all'a- scindibile. Dal pun to di vista gricoltura e soprattutto alla colti- urbanistico, Trisobbio è un tipico vazione della vite che ne costitui- insediamento di crinale: non va la maggior fonte economica ha solo, è il tipo urbano più partico- conservato queste caratteristiche lare che si possa trovare. il suo giungendo fino a noi praticamen- impianto è infatti "avvolgente", te inalterato nel tempo. diverso però dai po chi Le attrattive naturalisti- altri tipologicamente che, congiuntamente alla affini riscontrabili nel- bellezza del borgo, con- l'immediato dintorno servato in tutto il suo co me , fascino medievale, con il e . Ha castello che sovrasta l'a- infatti una struttura tri- bitato, con stradine e 2 partita concentrica: l'a-

Fig. 1, l’arco d’accesso al ricetto Fig. 2, stemma della Faniglia Spi- che circonda il castello di Trisob- nola, che fu feudataria di Trisobbio bio, in una foto notturna di Renato Gastaldo www.accademiaurbense.it

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nello superiore, al vertice della la sToria collina, è occupato dal castello, da cui si snoda, in cerchi concen- Nella sua Storia del Monferra- trici, l'abitato disposto in modo to del 1982, Domenico Testa compatto e quasi or dinato. se dichiarò il Comune di Trisobbio, trac cia mo un cerchio ideale con in provincia di Alessandria, privo un raggio di 7 km, si nota che ben di bibliografia storica. Grazie 18 insediamenti più 8 frazioni all'impegno di Gianfranco Coma- ricadono entro quel cerchio, ma schi, sindaco di Trisobbio per nessuno ha le caratteristiche del- qua si un ventennio, alla sua gran- l'impianto urbano di Trisobbio. de capacità di guardare al presen- Questa centralità all'interno di un te senza dimenticare che una territorio, quasi certamente può comunità deve cercare le sue ori- essere collegabile alla struttura- gini storiche per volgersi al futu- zione civile del mondo preroma- ro, e alla sua determinazione nel no, cioè nell'epoca dei castellari promuovere la ricerca storica e liguri, che si ponevano come pre- culturale del paese, ora Trisobbio sidi polarizzati del territorio e che può a ben diritto essere annovera- in condizione di "relativa calma", to tra uno dei più antichi borghi in periodo barbarico, hanno potu- del Monferrato. A testimonianza to mantenersi e, anzi, svilupparsi di questo due importanti volumi: appieno, in seguito, in epoca Riscoprire Trisobbio del 2002 e medievale. Pagine di storia dall'Archivio www.accademiaurbense.it

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Fig. 3, veduta panoramica di Trisobbio Fig. 4, veduta aerea di Trisobbio, si noti la disposizione “avvolgente” dell’abitato attorno al castello della Magnifica Comunità di Tri- scinante la tesi del Prof. Geo Pi - sobbio del 2006 dai quali sono starino, uno dei maggiori artefici tratte tutte le notizie storiche di insieme a Gianfranco Comaschi queste pagine. La leggenda sul della riscoperta della storia del to ponimo, ovvero l'origine del borgo, secondo cui il paese po - nome, vuole che Trisobbio sia trebbe avere origini antichissime, stato fondato da tre famiglie di addirittura etrusche, come dimo- uomini sobri, fratelli di sette strerebbe il suffisso "TAr" di evi- uomini ebbri, fondatori di , dente derivazione etrusca. Le da cui Tres sobri. L'attestazione prime notizie certe riguardano un documentaria del nome è invece anno imprecisato tra il gennaio nel 1040-41 TrexobLo, nel 1186 del 1023 ed il gennaio del 1033, TrixobLo, nel 1202-1206 Trexo- quando il vescovo d'Acqui, Du - bLio o TrexobLo, nel 1283-1289 do ne, fondando o rifondando il Trisobio. A tal proposito è affa- mo nastero di san Pietro nel su -

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Fig. 5, scorcio notturno della via che porta alla Parrocchiale Fig. 6, veduta con prospettiva ripresa dal basso di uno scor- cio del Castello bur bio della Città, oltre il torrente Me drio, gli costituì un patrimonio con l'assegnazione di sei Chiese con relative decime e pertinenze: san Tommaso di Meciano, san- t'Andrea in piviere di , san ta Croce di strevi, sant'Ange- lo di Castelnuovo (bormida), san to stefano di Trisobbio, san salvatore di . si tratta di un complesso di insediamenti 5 lungo il basso corso della bormi- da, sulla riva sinistra e sulla riva Dudone per il monastero di san destra, alcuni dei quali (strevi e Pietro vennero ripresi nel 1040- Trisobbio) sono di antichissima 1041 dal vescovo Guido riguardo età. i provvedimenti del vescovo alla chiesa di Meciano, intitolata a san Tommaso; alla chiesa in oviliole (piviere di Cassine), dedicata a sant'Andrea; alla chie- 6 sa di strevi dedicata alla santa Croce; alla chiesa in Castello Novo, dedicata a sant'Angelo; alla chiesa in Trexobio, dedicata a santo stefano; alla chiesa di san salvatore in Carpeneto. in questo documento però vi è la donazione di altri immobili nel l'Acquese. Trisobbio presenta urbanisti- camente una struttura tripartita, bene documentata: al vertice del rilievo collinare, il castello anti- co, di cui resta un tardo ricordo nel 1342 nella qualificazione del notaio trisobbiese Giovanni de Castello di Trisobbio, attivo nel 1342 presso la curia vescovile di www.accademiaurbense.it

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Fig.. 7, il castello e il campanile i simboli attorno ai quali si riuniva la comunità nei momenti di pericolo

Acqui. Costui ap partiene certa- verno locale, che è il comune di mente ad una delle maggiori fa - Trisobii, sì che sappiamo quale miglie del borgo, come era tipico era allora la forma di governo del dell'alto rilievo sociale degli abi- luo go. il repertorio geografico, tanti nell'area del castello in ogni che emerge dai nostri documenti borgo feudale. il castrum della trisobbiesi del Duecento, si ri - seconda cerchia è documentato in chia ma al torrente stanavazzo un rogito notarile di Giacomo di che dà anche nome al luogo, così santa savina, in data 16 giugno pure ci ricorda il sito ubi dicitur 1289, in cui si cita in Trisobbio la ad Buelli. in epoca medioevale proprietà immobiliare degli eredi Trisobbio ha un suo proprio siste- di Bancio de Castro, confinante ma di pesi e di misure, con lo con la chiesa di santa Maria, di staio per le misure terriere. La cui è rector et minister il prete moneta circolante nel Due-Tre- rainerio. Nel medesimo ro gito si cento è il tortonese. Quindi: in - tratta di un sedime, esistente in dubbi rapporti di scambio con receto Trexobii. in un documento quel grande centro commerciale e del medesimo notaio, in data 12 finanziario che fu , sede novembre 1283, sono citati terre- episcopale di alto rilievo politico, ni in posse Trisobii, cioè nell'area per il suo gravitare verso la Val in cui si estende l'autorità di go - Padana. Quanto ai rapporti che i

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Trisobbiesi hanno con i lidi marit- aleramici marchesi Del bosco, timi, sappiamo che essi potevano che nel primo duecento compren- raggiungerla lungo due percorsi: deva anche rossiglione, Tagliolo, per strevi, Acqui e la Via Aemilia Campo, Masone, , Ar - Scauri fino a Vado, oppure per qua ta e Capriata. Quando il pos- ovada-Genova, lungo la Valle sedimento fu venduto al Comune stura. La prima via, per quanto di Genova, poiché su di esso van- più lunga, è quella più anticamen- tavano diritti sia il Comune di te documentata. i rapporti di Tri- Ales sandria sia il marchese boni- sobbio con Genova attraverso facio ii di Monferrato, scoppiò ovada e la Valle stura sono ben una lunga guerra devastante. i va - documentati nei primissimi anni ri passaggi del feudo di Trisobbio del Duecento più esattamente dal dagli originari signori, i marchesi 1203, quando Ruffino di Trisob- aleramici, divisi nei rami dei mar- bio risulta possedere una casa in chesi di e dei marche- Genova. Logicamente il passag- si del bosco, agli spinola, ultimi gio di ovada sotto il governo feudatari, può essere così breve- genovese intensificò i rapporti di mente sintetizzata: 1198, 4 luglio, Trisobbio con la superba. in pie - i marchesi di occimiano, in guer- no medioevo nella costituzione ra con Alessandria, sono costretti delle tre grandi marche dell'italia a cederle in feudo metà dei loro nord-occidentale: obertenga, ale- diritti nella villa e nel castrum di ramica, arduinica per opera di Trisobbio, come pure in , berengario ii e Adalberto, re d'i- e altre località; 1217, 19 talia, 950-951, Trisobbio risulta giugno, il marchese ot tone del incluso nel dominio feudale degli bosco dona al Comune di Geno- www.accademiaurbense.it

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Fig. 8, l’antico pozzo del castello di Trisobbio Fig. 9, una via del paese, di notte Fig. 10, il campanile della chiesa parrocchiale e la canonica va tra gli altri castelli (o va da, Campale, rossiglione, Ta gliolo, silvano, Campo, Masone) metà di Trisobbio e ne viene rinfeudato da oberto Buccafullis podestà di Genova insieme ai figli di boni- facio del bosco; 1217, 29 dicem- bre, il marchese enrico de Uxecio e i suoi figli Guglielmo e Guido donano al Comune di Genova ¼ di Trisobbio; 1224, 27 luglio, il 10 marchese ottone del bosco e il figlio Guglielmo insieme ai figli del fu bonifacio donano al Co - mune di Genova metà di Trisob- Agnese, figlia del marchese Gu - bio; 1240, per il matrimonio di glielmo del bosco, Trisobbio pas - sa al marito marchese Federico Malaspina che ne viene investito 9 dal Comune di Genova; seconda metà del '200, succede al marche- se Federico il figlio Tommaso; 1376, 29 settembre, il Comune di Genova investe il marchese isnar- do Malaspina; 1390, 4 maggio, i marchesi Giacomo q. Tommaso e Antonio pu pillus q. Antonio q. Tommaso zio e nipote Malaspina, con il consenso del tutore mar- chese Franceschino del Carretto di spigno q. Manfredi, sono in - feu dati dal Comune di Genova di due terze parti di Trisobbio, men- tre l'altra terza parte risulta già infeudata al parente Tommaso q. isnardo Malaspina; 1404, 30 luglio, il mar chese Antonio Mala- spina è investito della metà del www.accademiaurbense.it

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Fig. 11, “Scena di caccia”, resti di Fig. 12, panorama al tramonto un affresco della rimaneggiata delle colline dell’Alto Monferrato: Casa Della Valle in primo piano Trisobbio, sullo sfondo castello, villa, territorio, uomini, ti dal marchese isnardo Malaspi- diritti e giurisdizioni di Trisobbio na defunto senza discendenti ma - dal Comune di Genova; 1419, 17 schi legittimi. Con la disgregazio- giugno, nel trat tato stipulato tra il ne della signoria malaspiniana in marchese di Monferrato e il seguito alle lotte fratricide per il Comune di Ge nova quest'ultimo controllo del marchesato e l'estin- rinuncia a fa vore del marchese, zione, non solo del ramo detto di successori ed eredi, a tutti i diritti , ma anche di quello di che deteneva sui castelli, terre, Trisobbio, si creeranno i presup- ville e uomini di Cre molino, posti per il passaggio di quest'ul- , , Cas sinelle, timo ad una nuova famiglia di e in castro et loco Tri- feudatari: gli spinola. Nel 1300 sobii; 1471, 6 gennaio, nel tratta- dunque Trisobbio si trova insieme to firmato tra il marchese con Morsasco, rocca Val d'orba Guglielmo di Monferrato e il (), Cremolino e duca di Milano Galeazzo Maria ovada nel complesso dei beni che sforza, questi concede al marche- Antonio e isnardo Malaspina ere- se cognato nostro amatissimo ditarono dal padre Tommaso, e tutte le terre e i castelli di Cremo- dei quali isnardo in pochi anni si lino, Molare, , Morbel- impadronì totalmente. successi- lo, belforte e altri luoghi già tenu- vamente troviamo Trisobbio in -

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sie me con Morsasco e Visone nel sobbio, insieme con Morsasco, complesso dei beni posseduti da Carpeneto, Cavatore, or sa ra, una grande famiglia di Ac qui: Cre molino e altre località dell'Al- quella dei boccaccio, Due di que- to Monferrato e della Liguria pas- sti, i signori Aloisio e il capita- sò ai Lodrone. Dopo che il Mon- neus innocenzo, no mi nano, il 6 ferrato era pervenuto ai Gonzaga maggio 1479, un pro curatore al di Mantova nel 1536 (a causa del- fine della riscossione dei proven- l’estinzione della dinastia dei Pa - ti derivati dai pos sessi terrieri e leologi, essendo il Monferrato un dagli altri beni che il loro rispetti- feudo imperiale) per decisione vo padre e avo già possedeva da dell'imperatore Car lo V (sul quale tempo nei relativi borghi. Trisob- operò anche il fatto che la nipote bio costituisce una sorta di cer- dell'ultimo Paleologo era moglie niera nei rapporti tra la Valle di Fe derico ii di Mantova), il d'orba (dove si ad densano le Mon ferrato, devastato dalla guer- proprietà dei Malaspina) da un ra franco-spagnola, subì la perdi- lato, e la Valle bormida (dove si ta di nuovi piccoli feudi che i trovano i beni dei boccaccio) dal- Gonzaga, soprattutto Vincenzo i, l'altro: un epicentro, dunque, mi se ro in vendita, insieme con gli nelle strutture territoriali del antichi, tra il 1500 e il 1600, per mondo feudale del tardo medioe- finanziare la loro splendida corte, vo. Nel 1531, in seguito al matri- concedendo titoli nobiliari a ric- monio di Violante Malaspina, chi signori, mantovani o genove- ultima della famiglia, con il conte si. Così Gian battista spinola fu Giovanni battista Lodrone, Tri- signore di Trisobbio. i possessi www.accademiaurbense.it

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Fig. 13, Parrocchiale, M. Beccaria, Madonna con Bambino e santi; Fig. 14, Oratorio del SS. Crocifisso M. Beccaria, Sacra Famiglia e santi Fig. 15, Palazo De Rossi Dogliotti, fac- ciata verso il castello con loggetta

rienza mo nastica sue e delle consorel- le la maggior parte delle quali uscite bambine da una famiglia ricca e influente per vestire l'abito delle Cla- risse, con tutto ciò che questo compor- 13 tava in termini di sacrificio e negazio- ne di sè. La Cronaca di Cecilia, pub- blicata nell'opera Annali di Alessan- feudali degli spinola fecero del- dria di Guglielmo schiavina, offre l'Alto Monferrato, nel la seconda anche un importante spaccato di vita metà del xVi secolo, un grosso dell'epoca. blocco feudale della presenza ter- Nel 1559 la pace di Chateau ritoriale ed economica genovese Cambresi, sancendo la suprema- secondo il concetto dell'organiz- zia spagnola in italia e convali- zazione del potere come condu- dando, nell'area che ci interessa, zione di un'azienda mer can tile la repubblica di Genova, il Mar- anche entro i confini giuridici di chesato (poi Ducato) di Monfer- un altro stato. Certamente una situazione geopolitica quanto mai complessa e dis- organica. e’ in questo periodo tormen- tato che vive la sua esperienza terrena Cecilia della Valle, al secolo Maria della Valle, bades- sa del monastero di santa Chiara in Castellaz zo, dell'ordine delle Clarisse. Fatta monaca all'età di 14 anni, nel 1516, seconda di tre sorelle, era nata a Trisobbio nel 1502 da Giovanni Maria, signo- re di Montaldo e da Camilla Trotti dei signori di . La famiglia della Valle era una delle più prestigiose del territo- rio, il nonno di Cecilia era stato investito da bonifacio i del feudo di Montaldo bormida. Visse a Trisobbio la pri ma giovi- nezza, prima di prendere i voti. scrisse una cronaca dell'epoca con estrema vivezza, dell'espe-

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15 rato, il Ducato di Milano, ne es - Tanaro, compresa tra Fubine e presse le diverse anime socio-cul- bergamasco, ap partenente alla turali: ligure, monferrina, lombar- Lombardia spagnola. il periodo da. L'Acquese e il Casalese, nu - di go verno dei Gonzaga non può clei storici del Monferrato, resta- certo dirsi tra i più felici per il no accorpati in uno stato vassallo Monferrato, considerato area di degli Asburgo di spagna. Ales- sfruttamento economico dalla ca - sandria, con la sua pianura, Va - sa di Mantova. inoltre le aspira- lenza, Tortona, le valli del Grue e zioni del duca di savoia, Carlo del Curone rimangono sottoposte emanuele i, portarono alla prima alla dominazione spagnola, men- guerra di successione in Monfer- tre la restante parte meridionale rato (1612-1617), con la sconfit- del territorio, con Novi e ovada, ta del savoia per intervento delle rimane alla re pub blica di Geno- truppe spagnole. Le persistenti va. il Monferrato, costellazione di aspirazioni savoiarde portarono feu di senza continuità territoriale, al la seconda guerra di successio- è diviso in due parti non contigue. ne (1627 -1631), conclusasi con Tra il bas so Monferrato casalese la pace di Cherasco ed acquisti e l'Alto Monferrato acquese si in - territoriali di Vittorio Amedeo i, cunea, infatti, una striscia di pia- successore di Carlo emanuele. nura alessandrina nella valle del Nel 1708 il Monferrato venne www.accademiaurbense.it

14 Trisobbio Fig. 16, Trisobbio in una rappresentazione dell’Atlante Massarotti, (1630), A.S.G

che tuttavia non poté evitare che le idee riformatrici della nuo - va Fran cia arrivassero anche in Piemonte e in Monferrato come di mostra, sia pure nel suo ristretto ambito, la delibera del Comune 16 di Trisobbio, con cui nel 1792 si at tivano i as segna to da Giuseppe d'Asburgo bandi politici del 1748. Nel 1792 a Vittorio Amedeo ii di savoia. la comunità di Trisobbio è chia- Durante la guerra di successione mata a procedere alla designazio- Austriaca (1740-1748) Trisobbio ne di due soldati per la formazio- fu occupata il 9 luglio 1745 dalle ne del reggimento provinciale truppe francesi del maresciallo d'Acqui. Anche il piccolo borgo è Mailebois, come erano state oc - sempre più coinvolto nella spirale cu pate Acqui, Visone, Morsasco e di guerra tra il regno di sardegna Cremolino, mentre le truppe au - e la Francia. Vengono a mancare stro-sarde si erano stabilite ad le braccia per il la voro nei campi, ovada, , Parodi, mentre di minuisce la produzione , Castelletto e silvano. di beni nel Trisobbiese come nei successivamente i Francesi si territori circostanti. Nell'aprile erano spinti su rivalta, orsara, del 1796, Napoleone bonaparte Montaldo, Carpeneto e rocca ha spalancato inaspettatamente Grimalda, mentre gli austro-sardi per la Francia stessa, le porte del- sulla sinistra dell'ultimo tratto del l'italia, con le vit torie a Cairo Tanaro. La pace di Aquisgrana, Montenotte, a Mil lesimo e a nel 1748 segnò la fine della guer- Dego.La repubblica Cispadana e ra di successione Austriaca, con la re pubblica Transpadana, poi la vittoria sui Francesi. La rico- fuse nella re pubblica Cisalpina, struzione materiale e il riordina- e la re pub blica Ligure segnarono mento del Piemonte e quindi del per il Piemonte, l'annesso Mon- Monferrato non furono cosa sem- ferrato ed il nostro territorio di plice. La situazione peggiorò con Trisobbio, l'inizio di una fase di Vittorio Amedeo iii (1773-1796) www.accademiaurbense.it

Trisobbio 15 Fig. 17, ritratto fotografico di Ferdi- nando De Rossi, valoroso combat - tente delle guerre risorgimentali Fig.18, Pietro Ivaldi detto “il Mu - to”, angeli che sorreggono i simboli della Passione, (1870 circa) accelerazione storica senza prece- denti, che in poco più di cinquan- t'anni porta, dopo tredici secoli, alla ricostruita unità politica d'ita- lia, di cui Trisobbio è un'antichità ultrabimillenaria, dal forte sentire. Vo gliamo solo ricordare che nella difesa delle proprie terre il reggi- mento Acqui, in cui operavano, tra sette cento e ottocento, i Trisob- 17 biesi, si comportò così arditamen- te da meritare dai Francesi stessi rico del paese. La vita di Trisobbio nella seconda l'appellativo di Regiment des dia- metà dell’ottocento ci è nota attraverso bles. l'opera manoscritta in cinque voluminosi Nel 1761 nasce in Trisobbio, Gio- quaderni, da Andrea beretta, piccolo vanni boccaccio che dopo la battaglia pro prietario trisobbiese nato nel 1844, di Marengo, viene arruolato nell’'Ar - Un quaderno è interamente dedicato alla mata d'italia, nell'autunno del 1800. "nobile e distintissima famiglia De ros - Dopo la restaurazione re Vittorio si", e ci ha permesso di conoscere l’in- ema nuele i, rientrato a Torino, per fluenza che essa ha avuto sullo sviluppo fronteggiare l'accattonaggio, il brigan- economico e culturale del paese. Nel taggio e la delinquenza originata dalla 1754 nasce a Trisobbio Paolo Luigi De po vertà diffusa causata dal periodo di rossi, figlio del notaio Pietro Francesco guerre di cui il Piemonte era stato tea - tro, costituisce il "Corpo dei Carabi- nieri reali", composto da volontari i quali dovevano impegnarsi a far ri - spettare le leggi. Giovanni boccaccio accetta la proposta reale di passare dal- l'Armata al neo costituito corpo. Asse- gnato alla stazione di Li mone Piemon- te, in provincia di Cu neo, il 22 aprile 1815 inseguendo dei banditi fuggiti dal carcere penale di Cuneo, venne ucciso. era il 23 aprile del 1815 ed il Carabiniere Giovanni boccaccio di Trisobbio, fu il primo carabiniere ca - duto nell’adempimento del proprio dovere. A ricordo di questo giovane trisobbiese, con una solenne cerimo- nia, l'Amministrazione comunale gli ha intitolato una piazza nel centro sto-

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parte per la Crimea come volon- tario e lì fa costruire le tomba per il defunto. Nel 1859 combatte a Magenta e solferino, quindi viene mandato nel 1860, con la nuova carica di maggiore a com- battere contro l'esercito del re di Napoli e della sicilia, tornando poi a Trisobbio con il grado di Colonnello dei bersaglieri. Mori- rà a 45 anni a Modena, cadendo da cavallo. erede universale dello zio Ferdinando sarà il gio- vane nipote Paolo Luigi figlio di Teresa De rossi e di Vincenzo Dogliotti, primo segretario e Consigliere di sua Maestà il re e sarà proprio Luigi a ricoprire un ruolo importante per Trisobbio e per i Ttrisobbiesi, di cui fu sin- 19 daco per circa quarant'anni.

rossi. Ha tre fratelli che intraprendono tutti la carriera ecclesiastica. A portare avanti le sorti della famiglia De rossi fu quindi Paolo Luigi, che diventa magi- strato e ha quattro figli da Francesca Cut- tica: Vincenzo, Francesco, Ferdinando, Teresa. Vincenzo muore molto giovane e dopo pochi anni muore anche Francesco, il quale aveva intrapreso la carriera mili- tare e combattuto nel 1848 durante la prima guerra d’indipendenza contro l'imperatore d'Austria promossa da Carlo Alberto e nel 1854-55 la Guerra di Crimea. Francesco conquista i gradi di maggiore, poi di colonnello, ma appena promosso, giunto in Crimea morì di colera nel giugno del 1855 all'età di 45 anni. Ferdinando l'ultimo figlio maschio di Paolo e Francesca, come il fratello prende le armi, si arruola nel corpo dei bersaglieri e combatte nella campagna 1848-49. Dopo la morte di Francesco

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Fig. 19, Trisobbio in una foto di Fine Ottocento Fig. 20, antico archivolto del centro storico Fig. 21, il castello svetta sui tetti dell’abitato

Trisobbio e LA FerroViA A sCArTAMeN- To orDiNArio

Dalla data di inaugurazione del primo tratto di ferrovia in italia, la linea Napoli-Portici, nel 1839, fino a tutto l'ot tocento e primi Novecento, venne costruita la rete di linee ferroviarie ita- liana. Anche Trisobbio e i paesi limitrofi non sottovalutano l'importanza che avrebbe una linea ferroviaria che unisse questi paesi con la linea Genova-ovada- Acqui e lo sviluppo economico che ne rappresenterebbe per il territorio. Nel- l'Archivio storico del comune di Trisob- 21 bio sono conservati tutti i carteggi, il pro- getto e la mappa redatta dall' ing. Carlo Pfalz della mai realizzata ferrovia che doveva passare nella Valle dello stana- dell'emigrazione verso i centri industria- vasso, con quattro corse giornaliere per li, se il sindaco Dogliotti e gli altri sin- entrambi i sensi di marcia; i convogli daci fossero riusciti nei loro intenti. si dovevano essere formati da tre vetture racconta anche che Palazzo De rossi passeggeri da circa quaranta persone cia- Dogliotti fosse stato affrescato e abbelli- scuna e da quattro carri merci della to in previsione della visita di Vittorio capienza di sei tonnellate di carico. Nel- emanuele ii per l'inaugurazione della l'Archivio sono altresì conservate tutte le ferrovia dello stanavasso. delibere comunali redatte dal Consiglio di Trisobbio con sindaco Paolo Dogliot- Trisobbio eisUoi palazzi ti, la ripartizione della spesa tra i Comu- ni e gli accorati appelli alla società delle il casTello Ferrovie sulla necessità della realizza- zione del progetto di una ferrovia che il Castello di Trisobbio esiste- attraversasse la riva destra dell'orba va già all'inizio del xiii secolo, apportando miglioramenti a tutti questi anche se non nelle forme attuali. paesi, piuttosto della realizzazione, come Nel primo Medio evo, la proprie- poi avverrà della linea ovada-Alessan- tà di Trisobbio era divisa in tre dria, sulla riva sinistra dell'orba, causan- do isolamento a Trisobbio e circondario. parti: una dei Marchesi Del La linea ferroviaria dello stanavasso non bosco, una di quelli De Uxecio, fu mai costruita e la domanda che viene cioè di belforte e un’altra di quel- spontanea porsi è come sarebbe cambia- li di occimiano. il 4 luglio del to lo scenario sociale ed economico di 1198, i Marchesi di occimiano questi paesi e di come sicuramente sarebbe stato più contenuto il fenomeno fanno una convenzione con gli dello spopolamento delle campagne e Alessandrini, in forza della quale www.accademiaurbense.it

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Trisobbio 19 Fig. 22, Trisobbio il Castello Car- peneto Spinola, in primo piano det- taglio del pozzo Fig. 23, l’entrata del castello

questi ricevono metà dei diritti indirettamente a Genova. Fedrico marchionali al di qua e al di là del ii alla ricerca di alleati, convalidò Tanaro, cioè in Prasco, Visone, gli antichi diritti dei marchesi di Trisobbio e altri luoghi. i Mar - occimiano e poco dopo investì di chesi si fanno signori di Alessan- Trisobbio il Marchese del Mon- dria. Nel 1217 il marchese ot tone ferrato, nel 1240. il paese così del bosco e i suoi nipoti del fu continuava a stare in condomino. bonifacio dona terre "ed id quod La questione si risolse quando i ibi plus habent et tota ca stellania Malaspina, che erano subentrati et castellaris ipsorum castrorum ai Del bosco per via ereditaria, et omnibus pertinentiis suis", al ricevettero riconoscimenti sia dai comune di Genova. Le terre marchesi del Monferrato, sia da donate furono tra le altre ovada, Genova. Nel 1418-19 Trisobbio Tagliolo, silvano, rossiglione, fu occupata dai Milanesi, nel Campo, Trisobbio. La si tua zione corso della guerra con Genova e di condomino tra Alessandria, da questi consegnata al Monferra- che vantava diritti marchionali in to, loro alleato. il feudo poi passò nome della cessione degli occi- ad un'altra famiglia genovese, gli miano, e Genova, erede dei Del spinola, che lo tennero fino all'in- bosco, sfociò nel 1224 in una vasione napoleonica. La forma guerra originata da una contesta- del Castello, già all'inizio del xiii zione simile relativa al castello e secolo doveva essere simile a borgo di Capriata d'orba e che quella attuale solo nell'impianto. sarebbe servita anche per risolve- Ulteriori modifiche probabilmen- re il nodo di Trisobbio. sempre te datano alla fine del xV secolo, nel 1224, il 7 luglio, ottone, mar- in concomitanza con lo stabilirsi chese del bosco, con Guglielmo suo figlio e con Manfredo, e Cor- rado del fu bonifacio suoi nipoti, dona al comune di Genova i Ca - stelli e le Castellanie di ovada, rossiglione, Tagliolo, silvano, metà Trisobbio e altri. Trisobbio fu occupato dalle milizie alessan- drine che si insediarono nel Castello. Nelle trattative di pace, la fortificazione dovette essere riconsegnata ai Del bosco, quindi 23 www.accademiaurbense.it

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Fig. 24, Trisobbio, pano- rama invernale

necessità di non tenere più le adunanze in castello ma di affittare una stanza in luogo più centrale ed agevole. A tal proposito viene chiesto al sig. Antonio spinelli una stanza sita in una casa di sua proprietà in una contrada principale. il Consiglio Comunale delibera che "la casa della Comunità posta in Castello sia concessa in affitto a partito priva- to,[…] a chi farà mag- giore offerta di lire tren- ta, già esibite dal signor spinelli. "il 18 settembre dello stesso anno effetti- vamente il sig. spinelli cede in affitto una parte 24 di casa di sua proprietà alla Comunità di Trisob- dei Malaspina e il necessario raf- bio per lire settantadue.il sig.spi- forzamento del luogo.Verso la nelli prende in affitto per lire metà del 1800 il secondo piano trenta la casa della Comunità del Castello è di proprietà comu- posta in castello; il Consiglio dà nale come attestano le delibere allo stesso fa coltà di apportarvi conservate nell'Archivio comuna- alcune modifiche a sue spe se. le e ivi si tenevano i Consigli. il .siamo al 1862, 9 novembre: il 7 novembre del 1840 il Consiglio sindaco Francesco Traverso e i infatti espone al sindaco la peri- Consiglieri deliberano la vendita colosità di recarsi al castello per della Casa comunale in Castello le adunanze consolari per la ripi- "….stante il tenue fitto che ne dità della lunga salita disa gevo le, ritira e l'ingente spesa a cui il soprattutto in inverno. il 29 luglio Comune dovrebbe sottostare per del 1842 viene deliberata la far eseguire le riparazioni neces- www.accademiaurbense.it

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Fig. 25, Casa Della Valle, lacerto di 26 affresco con scena di amor cortese Fig. 26, il castello e l’abitato di Tri- sobbio in una foto dei primi del Novecento sarie per rendere la casa abitabi- le[…]. La vendita di tal casa verrà fatta in un sol lotto […] ed al prezzo di lire settecento ottanta […].” Non sono state ritrovate nell'Archivio Comunale le deli- della r. so vrintendenza ai monu- bere attestanti l'avvenuta vendita menti della Liguria, scrive all'ar- della Casa comunale in Castello, chitetto Com mendator Alfredo ma fatto certo è che intorno alla D'Andrade, per conto del marche- fine del 1800, il Castello era in se Carpaneto spinola, padrone stato di degrado e di rovina e quindi del Castello, affinché ven- come ci dice l'allora vice-sindaco gano inviati gli incartamenti Andrea berretta "…non serve ad riguardanti detto Castello, dal- altro che di abitazione a qualche l'Ufficio di Torino a quello di povera famiglia". È attestato Genova, perché, come da accordi invece che nel 1913, il 29 marzo, presi con l'illustre architetto, si l'architetto Terenzio, architetto possano iniziare i lavori di restau- ro. Tali opere portarono il Castello all'aspetto esterno attuale. Nel 1989, il Ca stello e il parco annes- so sono di ventati proprietà del Comu ne: l'allora proprietaria, la marchesa Carolina Gavotti Finoc- chio, ha agevolato l'acquisto del Castello da parte della Ammini- strazione, sindaco Gianfranco Comaschi mentre la somma ne - cessaria è stata interamente donata dalla signorina elena bian chi, benefattrice della comunità trisob- biese, a cui si deve anche il lascito dell'immobile adibito a casa di riposo. A lei e ad altri personaggi illustri trisobbiesi, come Cecilia Della Valle, i pittori Pietro ivaldi e Michele beccarla, sono state recentemente intitolate alcune vie del paese. in questi anni l'Ammi-

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27 nistrazione Comunale, attenta alla Palazzo De rossi Dogliotti, salvaguardia del patrimonio arti- attuale sede del Comune di Trisob- stico di sua proprietà, ha provve- bio, diventa tale nel 1932, a diciot- duto ad opere di ri strutturazione t'anni dalla morte di Paolo Luigi interna: oggi il Ca stello è sede di Dogliotti, sindaco di Trisobbio per un suggestivo ristorante e di un quasi quarant'anni che al comune albergo di charme ed il parco è lo donò con lascito te stamentario aperto al pubblico. il Castello del 10 luglio 1913 con queste paro- Car paneto di Trisobbio è stato in - le: "Lego al Comune di Trisobbio serito dalla so pra in ten denza re - di cui fui sindaco per circa quaran- gionale per i beni e le Attività Cul- t'anni ed in riconoscenza della fidu- turali regione Piemonte nell'elen- cia, stima e benevolenza che sem- pre mi addimostrarono e di cui mi co dei beni di interesse storico- debbero tante lusinghiere attesta- artistico, presso la Conservatoria zioni, sia i buoni colleghi del Con- dei registri immobiliari. siglio come tutti i Trisobbiesi, la casa della Valle mia casa padronale che posseggo L’edificio, che ha subito profonde nel concentrico del comune stesso trasformazioni, fa parte delle case in via De rossi col fabbricato rusti- co stituenti la prima cinta attorno al co annesso e connessi scuderia e giardino coll'obbligo di porvi poi a castello, conserva tuttavia alcuni suo tempo la sede ufficiale, i suoi frammenti di affreschi con scene di uffici ed Archivi come Palazzo caccia e di amor cortese. Comunale. il co mu ne verrà ad palazzo de rossi doglioTTi avere come sede ufficiale un luogo www.accademiaurbense.it

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Fig. 27, Palazzo De Rossi Dogliotti, oggi sede dell’Amministrazione Comunale Fig. 28, ufficio del Sindaco Fig. 29, antico caminetto del salone di rappresentanza degno ed adatto." La consultazione di alcuni documenti conservati presso l'Archivio Vescovile di Acqui, cui so no legati vari sacerdo- 29 ti appartenenti alla famiglia studia- ta, e di altri riguardanti gli atti nota- rappresentativo dell'ottocento. rili dei notai di Trisobbio nei seco- L'origine cinquecentesca viene li xVi e xVii ha permesso di ipo- ipotizzata sulla base di una ricogni- tizzare l'epoca d'origine dell'edifi- zione strutturale e stilistica che cio tra Cinquecento e seicento. mette in luce, nella grande propor- L'analisi stilistica della struttura zionalità di facciata, giocata sull'e- architettonica e delle decorazioni quilibrio tra verticali e orizzontali, dell'edificio mettono in luce quat- con piccole finestre a matrice qua- tro mo menti salienti dello sviluppo drata al piano terra e al secondo del palazzo attraverso i secoli xVi, piano e un portale di limpidissima xVii, xViii e xix: è del Cinque - forma classica, quei criteri di cento la crescita evidente della armonia, compattezza ed equilibrio costruzione su edifici singoli, pro- tipici dell'arte rinascimentale. Al babilmente medievali, ac corpati seicento e al secolo successivo e appositamente per creare un palaz- all’ottocento, appartengono i ca - zo signorile; le modifiche, soprat- ratteri strutturali predominanti tutto nelle aperture (come, ad all'interno del palazzo, ben visibili esempio, il loggiato al secondo al piano nobile e al secondo pia no, piano) sono del tardo seicento, cui in cui le stanze, secondo l'uso del segue l'ingentilimento delle forme tempo, si susseguono comunicanti tipico del gusto settecentesco, sul l'una all'altra, nelle cantine, in cui quale si è andato inserendo l'arric- la maggior parte degli archi sono chimento decorativo tipicamente policentrici e le volte hanno levatu- ra a monta ri - lassatissima, e nel log- giato del secondo ed ultimo piano del palaz- zo. il decoro comples- sivo del se con do piano, arricchito da bel le por - te a pannelli sagomati, è un esempio evidente della terza fase di svilup- po dell'edificio, quel la settecentesca che ha da -

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24 Trisobbio Fig. 30, Palazzo Comu- nale, Sala del Consiglio Fig. 31, la facciata nel progetto originale delle Vecchie scuole Fig. 32, le scuole oggi

cellano la maggior parte dei segni del passato, modificando nel com- plesso l'aspetto origina- rio del palazzo, anche in previsione, si racconta, di una visita, che poi non 30 av venne, del re Vittorio emanuele ii in occasione della (mai realizzata) co - to un'impronta fon da mentale al stru zione di una linea ferroviaria di palazzo, soprattutto negli infissi: collegamento Genova-ova da-Acqui porte, stipiti e sovrapporte del che avrebbe dovuto percorrere il fon- secondo piano e di alcuni locali dovalle dello stanavasso. Le opere più del piano nobile mantengono le in teressanti di questa fase sono il rifa- caratteristiche del "barocchetto", cimento di diversi pavimenti e le deco- così come i parquet a grandi razioni dipinte che rivestono i soffitti di tutte le stanze di rappresentanza del riquadri, tipici dei palazzi signo- piano nobile del Palazzo. i soffitti di - rili piemontesi dell'epoca. i pavi- pinti del piano nobile, vari da una sala menti lignei, i così detti "palchet- all'altra, presentano temi e motivi ti" (dal francese parquet) eseguiti decorativi tipici della seconda metà con legni di differenti essenze dell'ottocento ancora ben do cumen - (nella zona per lo più noce, cilie- tata anche da alcuni ar redi, da due ca - gio, acero e frassino) sono molto mini e dalle preziose porte e sovrap- porte, grandi specchiere, e mantovane, diffusi nel settecento e nell'otto- cento nelle case signorili, non solo d'italia ma anche nel resto d'europa. in Palazzo De rossi sono rimasti due palchetti a doghe originali del settecento, uno nella Sala delle mascherine e l'altro nella Sala dei cherubini, un identico parquet è in una delle sale d'esposizione nel settecente- sco Palazzo bricherasio a Torino e, sempre a Torino, nella Sala degli stucchi di Palazzo Madama eseguito nel primo quarto del set- tecento. Nel corso dell'ottocento una serie di interventi, per lo più decorativi, can- 31 www.accademiaurbense.it

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32 che dan no prestigio all'ambiente. no” . Quasi cinque secoli di storia si sono stratificati su questo palazzo che con il palazzo delle “Vecchie cura è stato preservato nel tempo le cui scUole” opere di restauro commissionate dal- l'Amministrazione Comunale hanno L'edificio conosciuto da tutti i mantenuto intatto ogni segno del pas- Trisobbiesi come "le vecchie sato e hanno permesso di ridonare vita scuo le", oggi, dopo un importan- e colore ad un edificio che avrebbe potuto morire e invece è rimasto lo te intervento di recupero, è sede scrigno della lunga storia di Trisobbio. di uno sportello di informazioni turistiche e sociali dell'Unione Ad oggi infatti il palazzo intera- mente restaurato è sede oltre che dei Castelli tra l'orba e la bormi- del Municipio, anche della Comu- da, il "Punto d'unione", e adibito nità Collinare dell'Unione dei a luogo per mostre e conve gni. Castelli tra l'orba e la bormida, Dalla ricerca storica effettuata costituitasi il 20 gennaio del 2001, dall'architetto Giovanna Zerbo, tra i paesi di Trisobbio, Carpeneto, che ha redatto il progetto di recu- Montaldo bormida, orsara bormi- pero dell'edificio, è parso ben da, , dando la chiaro che il palazzo, come già possibilità e l'opportunità a questi accennato, in passato ha sempre comuni di collaborare, gestendo in avuto una duplice funzionalità: forma associata alcuni servizi, pur scuola e sede municipale. La rea- salvaguardando l'autonomia e le lizzazione di questo edificio, realtà storico sociali individuali. avvenuta nel 1867 circa, rispon- Mentre le suggestive cantine del deva alla duplice esigenza di Palazzo ospitano un’enoteca e bot- avere una sede per il municipio e tega del vino biologico “biodivi- una per la scuola. in un documen- www.accademiaurbense.it

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33 to del 1840 si legge che allora il Questo municipio pressato dal- Municipio aveva una sede di pro- l'urgente bisogno di co strurre una prietà nel castello due stanze a casa comunale di cui è privo piano terra ed un salone al piano dovendo tenere le sedute e le primo. Nelle sale del castello scuole in camere d'affitto, stan- avvenivano le adunanze consilia- ziava fin dall'anno 1857 in bilan- ri, l'accesso era disagevole e gli cio nonché nei successivi fino a ambienti erano in stato di degra- quello dell'anno corrente delle do talmente avanzato che non somme come fondo preparatorio, conveniva restaurarli; il sig. ma la mancanza di sufficienti Antonio spinelli cede allora in fondi e più ancora la difficoltà di affitto al Comune una casa in trovare un sito adatto per tale contrada icardi, altrettanto si fece costruzione furono i motivi che fu per sopperire alla mancanza di differita fino a questo mese (…)". aule per le scuole elementari. il L'edificio delle vecchie scuole primo documento che attesta l'e- inizia a concretizzarsi nel 1861 splicita intenzione di costruire un come sede municipale, delle edificio che sopperisca alle ur genze sopra citate porta la data del 1861 in cui si pro- cede alla "disamina della perizia e progetto della nuova casa comunale a costrursi nel giardino di quest'arciprete, redatta dal- l'incaricato capo mastro muratore Giuseppe bolo- gnini in data 22 corrente.

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Fig. 33, il portico delle Vecchie Scuole 35 Fig. 34, la sala adibita a convegni Fig. 35, Trisobbio di fine Ottocento, la via principale scuole pub bliche e di altre attività attinenti, nasce appunto dall'esi- genza dell'Amministra- zione di un locale pro- prio, senza doverne affit- tare un altro. L'utilizzo dell'edificio fu fin da allora polifunzionale. sia come municipio che come scuola e a piano terra ospitava anche le guarnigioni di guardia. La data effettiva della costruzione si può collo- care tra il 1862 ed il 1864. Nel 1862, per recu- perare i fondi, il Comune decide di vendere il Castello che possedeva almeno le". Tale fabbricato si riferisce fin dal 1839, che verrà acquistato molto probabilmente all'edificio dallo stesso Della Valle che ha adibito a tutt'oggi a circolo ricrea- eseguito la perizia. Nel 1882 il tivo e la sua costruzione permet- comune si prende l'impegno per terebbe di liberare la stanza sotto l'anno successivo di aprire l'asilo la sala consigliare ed adibirla a infantile, decisione voluta dal molteplici usi pubblici. L'Ammi- Consiglio Comunale. Di fronte nistrazione vuole costruire altre all'urgenza di dover provvedere a due nuove scuole, una nel con- recuperare spazi per l'asilo comu- centrico, l'altra nella frazione di nale, il Consiglio non esita a uti- Villa botteri, ma purtroppo quelli lizzare lo spazio del porticato del- dell'Amministrazione si rivele- l'edificio delle scuole, tamponan- ranno solo dedideri irrealizzati. dolo sia a levante che a ponente, Dal 1860 al 1916 infatti i proget- in attesa che vengano riattati i ti si susseguono, cambiano i pro- locali donati dal Cavalier gettisti, cambiano i siti prescelti Dogliotti ad uso asilo. Nel 1899 per la realizzazione degli edifici viene approvata la decisione di che dovrebbero ospitare le scuo- costruire un porticato in adiacen- le, ma il problema di dare nuove za di questo "casamento comuna- aule ai ragazzi trisobbiesi si esau- www.accademiaurbense.it

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Convenzione stipulata tra la Casa Madre delle oblate di san Luigi G o n z a g a , suo re Luigi- ne, con sede in 36 Alba con il conseguente rirà da solo per calo demografi- ritiro ufficiale co. Dopo il lascito testamentario della Co munità composta da due del Cavalier Dogliotti, gli uffici religiose. È del 22 marzo 1899 comunali si trasferirono nel l'Atto di Assegnazione della Palazzo padronale del Cavaliere e signora Lanzavecchia erminia, l'edificio rimase ad uso esclusivo vedova Dellavalle ai figli Mar- delle scuole fino al 1970, quando gherita, Giuseppe e Ada Dellaval- vennero finalmente costruite le le, minori, ed al signor Arturo nuove scuole comunali e l'edifi- Dellavalle, figlio di primo letto in cio delle vecchie scuole fu defini- cui, tra i molti lasciti di rendite e tivamente abbandonato . di terre viene "da to corpo di casa posto nel concentrico del Comu- il “Vecchio asilo” ne di Trisobbio circondario di Acqui, con entrata in via Cairoli Nel centro storico di Trisob- 4, composto da piano terreno e bio, a poca distanza dalla Piazza due piani superiori". Dopo alcuni della Chiesa, c'e un'antica casa, incastonata tra le altre, che nella memoria dei Trisobbiesi è cono- sciuta come il "vecchio asilo". ed effettivamente questo edificio è stato per quasi un secolo sede sta- bile dell'Asilo infantile di Trisobbio, fino al 21 novembre 1988, anno in cui si notifica la cessazio- ne del rapporto della 37 www.accademiaurbense.it

Trisobbio 29 Fig. 36, l’edificio del Vecchio Asilo 38 Fig. 37, l’entrata del Veccchio Asilo Fig. 38, scorcio di Trisobbio con Campanile della Parrocchiale anni il signor Arturo Dellavalle mette in vendita l'immobile avuto in assegnazione. siamo al 1920: sotto la presidenza del signor Cazzulini enrico, l'Am- ministrazione dell’Asilo, preoc- cupata del fatto che in quegli anni non aveva una sede stabile ma usufruiva di alcune stanze prese a fitto, ordina una perizia dello stabile datata 20 luglio 1920 nella quale vengono descritti minuziosamente i vani della casa, con i pavimenti in cotto e i soffitti a volte a botte delle cantine, il primo piano rizzata all'acquisto dello stabile composto da due vani, di cui uno dell'Asilo. Da allora fino al 1989, ad uso bottega e il secondo piano anno della chiusura, questo edifi- da cui si accede al cortiletto inter- cio sarà la sede stabile dell'Asilo no e al piccolo frutteto o giardino, Don Paolo Mantelli. Le proprietà da cui a sua volta mediante porti- i.P.A.b. (istituto Pubblica Assi- cina si accede alla soprastante via stenza e beneficenza), quale Cavour. il 29 luglio del 1920, divenne nel corso dei primi convocata l'Amministrazione del- decenni del Novecento l'edificio, l'Asilo, il Presidente, il signor dopo la cessazione dell'utilizzo dott. Cazzulini enrico, comunica per cui erano state adibite, sono che l'Asilo ha avuto la diffida dal passate ai Comuni qualora essi ne proprietario di abbandonare per il fossero stati interessati. L'edificio mese di ottobre il locale che ser- del "vecchio asilo", con delibera viva da scuola. Viene deliberato di Giunta regionale, dal 2002 è di fare acquisto della casa per le di proprietà del Comune di Tri- diciannovemila lire richieste: il sobbio che lo ha interamente pagamento avverrà con le dieci- recuperato attraverso un’ingente mila lire offerte da benefattori del opera di restauro inserita nel paese, più cinquemila lire di pre- disegno dell'Amministrazione stito e altre quattromila di altre attuale in continuità con quella cartelle. il 27 ottobre 1920 il Pre- precedente di conservazione e fetto decreta che l'Amministra- valorizzazione del proprio patri- zione dell'Asilo infantile è auto- www.accademiaurbense.it

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Fig. 39, Parrocchiale, interno 39 Fig. 40, Parrocchiale, facciata Fig. 41, Parrocchiale, Pietro Ivaldi, proclamazione dell’Immacolata Fig. 42, Parrocchiale, Pietro Ivaldi, Angelo Custode in stile barocco. Gli affreschi della Parrocchiale sono attribui- bili interamente ai fratelli Pietro (detto “il Muto”) e Tom maso ivaldi, la cui produzione fu vastissima e spazia per l'intero Piemonte. il pittore principale, il figurista, era Pietro, sordomu- to dalla nascita, Tommaso si limitava ad aiutare il fratello e ad effettuare parti decorative. Gli interventi nella Parrocchiale di Trisobbio nel 1863 furono particolarmente impegnativi perché gli affreschi, tuttora visi- bili e in ottimo stato di conser-

monio artistico e culturale.

Trisobbio e le sUe chiese

PArroCCHiALe Di Ns. siGNorA AssUNTA e orATo- rio DeL ss. Cro CiFisso Della Parrocchiale di Nostra Signora Assunta e dell'adiacente Oratorio del SS Crocifisso, non si hanno notizie certe né da chi fu rono eretti, né quando, ma dal te - stamento di Francesco Della- Valle (18 agosto 1398), risul- ta che fu riedificata in detto anno. in seguito ebbe a subire molte modifiche per cui rite- niamo non rimanga più alcun elemento della sua antica struttura che oggi si presenta

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41 vazione ri guardano tutta la volta della navata e il presbite- rio. in occasione dell'affrescatu- ra della Chie sa, vennero anche dorati i capitelli; a tal fine fu invitato l'indoratore Giuseppe roncati di Alessandria. Gli ornati furono eseguiti da Giu- seppe Ferraris. in questi affre- schi i fratelli ivaldi raggiunsero livelli pittorici veramente eleva- ti. i vertici artistici dell'opera sono raggiunti nel medaglione centrale della volta, rappresen- tante l'Assunzione della Vergi- ne, opera ap prezzabile per l'e- quilibrio dell'impostazione e l'uso sa piente dei colori, e nei medaglioni la terali, sempre del - la volta, dei quattro Evangelisti e delle quattro virtù cardi na li: Prudenza e Fortezza da una

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Trisobbio 33 Fig. 43, Oratorio della SS. Trinità, Fig. 44, Parrocchiale di Trisobio, Pietro Ivaldi, epifania Pietro Ivaldi, virtù teologali, la prudenza

parte, Temperanza e Giustizia diamo L'apparizione della Ma - dall'altra. All'estremità della stes- don na a san Giacinto, del 1611 e sa volta, dalla parte dell'altare, si La Madonna con il Bambino tra i possono ammirare San Pietro e Santi Giovanni Battista, France- San Paolo e verso l'organo Davi- sco d'Assisi, Carlo Borromeo, de e Mosè. Nel pres biterio, sulle Chiara e Ca te rina da Sie na. data- pareti laterali a fianco dell'altare, ta 1615. Una terza tela, sempre abbiamo l'Epifania e la Dichiara- del beccaria, recentemente re - zione del Dogma dell'Immacola- staurata, è con ser vata nell'orato- ta, mentre nella volta è raffigura- rio adiacente la Chiesa e raffigura to l'Angelo Cu stode che guida per la Sacra Famiglia con Santo Ste- mano l'anima in Paradiso verso la fano, San Giovanni Battista e San Trinità, af fiancata da angeli e Sebastiano ma di questo di pinto putti. Nell'abside sono raffigurati non si ha una datazione certa San Francesco e San Domenico (forse il primo decennio del xVii e sulla volta a spicchi le tre Virtù sec). Di notevole pregio risulta Teologali (Fede, Speranza, Cari- poi l'organo serassi, conservato tà). Anche l'Oratorio del SS Cro- nella Parrocchiale: la sua costru- cifisso fu affrescato dagli stessi ivaldi, ma purtroppo manca una precisa datazione. secondo gli esperti le pitture furono eseguite dopo quelle della Parrocchia, in quanto nei documenti relativi a quest'ultima non si fa cenno alle pitture dell'oratorio. sono di fat- tura molto più di maniera ed ese- guite probabilmente verso gli anni ‘70, quando le pitture di Pie- tro ivaldi scendono ad un livello leggermente inferiore, salvo il medaglione centrale dell'Epifania e la raffigurazione dell'Addolora- ta sulla parte destra, entrambe di buona fattura. Nella Parrocchiale poi sono conservate due tele di Michele beccaria, nato a Trisob- bio nel 1568, Parroco di Montal- do e pittore assai prolifico. ricor- 44 www.accademiaurbense.it

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45 Fig. 45, Parrochiale, Pietro Ivaldi, san Francesco Fig. 46, la Chiesa di S, Stefano pro- tomartire

sobbio . recentemente grazie all’impegno del parroco Don Giuseppe olivieri è stato possibi- le il restauro della facciata ripor- tata all’antico splendore sANTo sTeFANo La chiesa più antica di Trisob- bio è s. stefano, citata nel docu- mento del Vescovo d'Acqui Du - done (1023- 1033), e richiamata in quello del Vescovo Gui do del zione risale al 1863 ad opera della 1040-41, sem pre per il mo nastero celebre ditta serassi di bergamo. di san Pietro d'Ac qui. santo ste- L'organo a trasmissione meccani- fano è esterna al borgo, e sorge ca comprende 1373 canne, alcune sulla cima di una collina che di legno, altre di stagno, di piom- risulta più elevata dello stesso bo e di lega. La tastiera è compo- Trisobbio, ad una distanza di sta da 58 tasti, 24 bassi e 34 circa un chilometro e mezzo, non soprani. Pochi sono gli strumenti distante dall'attuale frazione di della ditta artigiana dei maestri Villa botteri. sepolta nel verde organari Fratelli se rassi giunti presenta tuttora le vestigia del- fino ai giorni nostri e quello di l'antico cimitero. era dunque, nel Trisobbio è senz'altro uno dei secolo xi, la matrice o pievania, migliori, essendo in ot timo stato del borgo, estranea alla cerchia di conservazione ed in perfetta dell'abitato e alle stesse mura. efficienza. Da ormai mol ti anni ll 9 ottobre 1688, viene a Trisobbio nella Parrocchia in visita pastorale mons. Carlo An tonio e nell’oratorio si tengono le edi- 46 zioni di “Mu sica estate”, rassegna chitarristica, e i Concerti d’Or- gano patrocinati dalla Provincia di Alessandria oltre che dal Comune di Tri- www.accademiaurbense.it

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Fig. 47, lo slanciato campanile della chiesa della Frazione Villa Bot teri

Gozzani. Nel suo percorso verso roc ca Grimalda, il presule si soffer- mò a visitare anche le chiese di santo stefano e di san Giovanni battista. Questo è quanto scrisse a proposito di s.stefano: “V'è il suolo rotto per es servisi fatte sepolture, e poi non es sere stato riaggiustato. Hà una finestra grande in facia senza antini, e senza impannate con due finestre bas se col suo antino. L'altare è senza tavolato. Due croci così appoggiate senza piede. il quadro del rosario, mà vecchio. Dietro l'al- tare v'è un fe nestrone […] che arriva sin sotto la pietra sacra. La bradella è troppo grande, e mal agiustata. Hà un camice con pianeta, calice, e patena con corporale, etc.” Con lo 47 sviluppo del la parrocchia nel bor go, santo ste fano fu sempre più desueta per la celebrazione del le messe, ed nella contrada delle Case de bot- infine anche per le funzioni sacramen- teri; è fabricata di novo hà la tali del battesimo e delle esequie. volta solam[ent]e nel Choro, e ancora da stabilire hà sei finestre LA CHiesA Di ViLLA boTTeri laterali e tré in faccia due basse, La piccola Chiesa di Villa bot- et una alta in mezzo. Vi è il qua- teri (frazione principale di Trisob- dro di s. Gio. batta, e della b[ea - bio) ha un'origine molto antica, ta] V[ergine] con pittura assai come dimostra l'affresco di s. buona. L'altare è provvisto, e vi si bovo, riscoperto pochi an ni fa al dice messa q[ua]lche volta alle suo interno, ed ha subito le tra- feste. Atorno al quadro vi sono versie del tempo e drastici ri - varie immagini di carta, il suolo maneggiamenti. Probabilmente non è ancora compito; l'altare è l'orientamento della Chiesa origi- senza tavolato, e non hà pietra naria era diverso dall'attuale; le sacra propria”. La Chiesa si pre- pitture recenti riprendono la più senta attualmente in perfetto antica decorazione ottocentesca. stato, tanto all'esterno che all'in- ecco la descrizione che ne fa terno. Nel corso dell'ultimo ven- mons. Carlo Antonio Gozzani, in tennio sono stati rifatti il tetto e il visita pastorale il 9 ottobre 1688: pavimento e in ultimo sono stati "s. Gio. batta Chiesa campestre restaurati il campanile, la faccia- www.accademiaurbense.it

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Fig. 48, Chiesa di San Gio- vanni Batista di Villa Botteri, affresco di San Bovo Fig. 49, altare della chiesa di S. Giovanni Battista

ture, emergeva un segno, un' incisione con l'apparente forma di un cavallo. Quella strana incisione si rivelò essere la "sinopia" dell'affre- sco e tale "sinopia" è indice dell'antichità dell'opera. Va la sciata agli studiosi una più precisa datazione ed attribu- zione. il sopraluogo della dott.sa spantigati, responsa- bile del la so prain tendenza di Torino, diede inizio all'ope- 48 razione di recupero portata a compimento da ennio Coret- to. si pensa che il santo raf- ta e la Casa Canonica. i lavori di figurato sia san bovo, per via restauro che hanno tenuto conto della spada e del bue rappresenta- degli elementi di pregio architet- to sulla bandiera. san bovo è un tonico e storico dell'edificio sono santo pellegrino, un san to guer- stati possibili grazie alle of ferte riero e un santo legato all'ambien- ed al volontariato degli abitanti e te rurale, ve nerato come protetto- delle persone che frequentano la re degli animali. A seconda dei Chiesa, oltre che al contributo tempi e delle zone uno di questi dell'Amministrazione e ancora oggi, ogni domenica viene cele- brata la s. Messa. 49 recentemente grazie al volon- tariato è stata anche ristrutturata un'edicola votiva, poco distante dal borgo, conosciuta da tutti come la Cappelletta, dedicata alla s. Vergine del Carmelo.

L’AFFresCo Di sAN boVo il Parroco, don Giuseppe oli- vieri, durante le opere di restauro dell'interno notò che nel muro della Chiesa, al di sotto delle pit- www.accademiaurbense.it

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Fig. 50, Cappelletta, dedicata 51 alla S. Vergine del Carmelo. Fig. 51, Chiesetta di S. Rocco fac- ciata tre aspetti può essere stato preva- lente. L'analogia col nome dell'a- nimale più utile al l'uo mo dei campi, il bue, ha fatto che esso fosse assunto quasi come stemma del santo, nella cui rappresenta- zione iconografica è sempre pre- sente, accovacciato ai piedi del suo protettore o disegnato sulla bandiera che san bovo stringe in pugno. ormai pochi ricordano il culto a questo santo, un tempo popolare, in vocato quale di fen - sore degli ar men ti e per ottenere particolari protezioni, in cli ne a soccorrere i suoi devoti in ogni loro temporale ne cessità

LA CHiesA Di sAN roCCo

Poco distante dal concentrico sorge la Chiesa di s. rocco, da cui si gode un bellissimo panorama, e nelle gior- nate limpide, la visuale si estende sino alle A l pi. La chiesetta è una delle circa 3000 dedicate in italia al santo, mai canonizzato, "ausiliatore" nel le malat- tie e principalmente nella peste. spes- so gli edifici religiosi sorgevano per voto al termine di una epidemia o per essere stati salvaguardati dalla medesi- ma. i Trisobbiesi non mancano di festeggiare in questa chiesetta il santo patrono il 16 agosto. la frazione di Villa boTTeri Villa botteri è una piccola, ma la più importante, frazione di Trisob- bio, distante dal nucleo abitativo cen- trale circa tre chilometri, e a pochi chilometri da rocca Grimalda. 50 Le prime notizie sull'entità della popolazione trisobbiese risalgono al www.accademiaurbense.it

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Fig. 52, Villa Botteri, la via princi- Fig. 54, Villa Botteri, scorcio dalla pale strada verso Rocca Grimalda Fig. 53, Villa Botteri, la statua di S. Fig. 56, panorama di Villa Botteri Giovanni Battista viene portata a dalla costiera di Carpeneto spalle in processione

1571 con 512 abitanti; nel 1604, siamo siderato che l'azienda più vicina si a 626 unità. Non si hanno notizie certe trova a tre chilometri di distanza e della metà del 700, ma dai bandi Poli- risulta poco agevole da raggiun ge re: tici di questo periodo, conservati nel- vie ne data la concessione a Prato Gio - l'Archivio Comunale, si desume che la vanni, fu Gia como, "principale magaz- popolazione doveva constare di molte ziniere della Villa e Consigliere Comu- più delle 600 unità, per arrivare al nale" sempre conservato nell'Archivio 1861 con una popolazione di 1495, nel parrocchiale è del 1787 un documento censimento effettuato in italia il 31 che attesta l'assegnazione al rev. dicembre dopo l'Unità d'italia; nel signor Cap pellano della Chiesa Cam- 1880 la popolazione sale a 2000 abi- pestre di Villa botteri; del 1885 è il tanti. È da desumere che anche la Decreto con il quale di Vescovo di popolazione di Villa bot teri segua que- Acqui concede che venga impartita la ste oscillazioni, causate tra l'altro dalle benedizione del ss. sacramento tutte varie vicende storiche che intercorrono le domeniche e feste dell'anno dietro nei secoli e dalle varie crisi economi- richiesta degli abitanti della Villa. che a cui, centri basati su un'economia siamo sul finire dell'800 e a causa prettamente agricola come lo fu Tri- della crisi agraria che interessa il Mon- sobbio nei secoli passati, dovettero ferrato, diventa problematico man - adeguarsi. Dato sicuro è, come si legge tenere la Cappellania e lo stipendio del in un documento conservato nell''Ar - Cappellano, per cui viene fatta una chivio Parrocchiale, che nel 1787 gli scrittura privata da parte dei parroc- abitanti di Villa botteri erano 250, chiani della Villa per garantire il paga- mentre erano 800 quelli di san Loren- mento di una quota per gli oneri da zo e 500 quelli della Guardia. in pas- sostenersi per il pagamento dello sti- sato quindi que sto piccolo gruppo di case doveva ri vestire un'importanza maggiore di quanto non ne abbia oggi 53 ed era più popolato. Dal censi men to del 1961 risulta che gli abitanti della frazione erano 84 e 114 quelli dei din- torni, ovvero le regioni aggregate alla frazione come La Guardia, santo ste- fano, Costiera Carpeneto e borgo Vi - valdi. il censimento seguente del 1971 vede 171 abitanti tra la frazione e din- torni mentre nel 1981 siamo a 39 abi- tanti nella Villa e 73 nelle zone limi- trofe. Villa botteri ha il suo commesti- bili: nell'Archivio Parrocchiale di Tri- sobbio è conservata la richiesta del 1892, all'intendenza di Finanza della popolazione di Villa botteri e zone limitrofe per un'azienda di sali e Tabacchi da aprirsi in detta Villa, con- www.accademiaurbense.it

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Fig. 55, la campa- gna trisobbiese si tinge con i colori dell’autunno

Molti cascinali ap - partenenti ad altri Comuni, facevano riferimento a Villa 54 botteri per alcune necessità come la pendio del Cappellano e per la manu- frequentazione delle scuole ele- tenzione della Chiesa. mentari o per gli acquisti, o per tra- Per quanto ri guar da la storia re - scorrere con amici momenti di cente di questo piccolo gruppo di svago domenicali o serali. Tra i case, desidero riportare i ricordi cascinali cui prima accennavo, d’in fanzia di Gianfranco Co ma - ricordiamo, partendo da quelli più schi, pubblicati in un bell’articolo vicino ad ovada, i Vivaldi, i baret- dal titolo Un tempo, in un borgo ti, il Ciavarin, l'Assunta, le case apparso qualche anno fa in una della Costiera di Carpeneto. il piccola pubblicazione dedicata ap - gruppo più consistente di abitazio- punto a Villa botteri: “Unica e ni che ancor oggi fa riferimento a importante frazione di Trisobbio, Villa botteri e potrei dire ne costi- Villa botteri non risulta essere mai tuiscono un'unica entità, al meno appartenuta ad altro Comune pur per la frequentazione della Chiesa, essendo territorialmente vicina a è santo stefano. Accennavo prima numerosi altri centri come ova da, alle scuole elementari, funzionanti rocca Grimalda e Carpeneto. fino agli anni settanta. Ad inizio

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56 secolo la popolazione di Villa bot- stra del primo piano. Di quegli anni teri e dintorni doveva essere molto io conservo un ricordo bellissimo. nume rosa: risulta infatti da una re - Ma a Villa botteri c'era anche l'Uf- cente scoperta, che il comune aves- ficio Postale, già attivato nel perio- se ap provato il progetto per la do della Prima Guerra Mondiale, costruzione di un edificio per le tra il 1915 e il 1918: mancavano scuole elementari. Purtroppo il però il servizio di telegrafo e quel- progetto non venne attuato, ritengo lo di versamento delle somme di per il mancato finanziamento da denaro. il funzionamento della parte del Ministero della Pubblica Posta era assicurato mediante il istru zione. in seguito la popolazio- collegamento tra Villa botteri e ne diminuì e non ci fu più bisogno santo stefano, dove vi era la coin- del nuovo edificio. in quegli anni le cidenza con la corriera da ovada scuole comprendevano solo le per i paesi limitrofi. Villa botteri prime tre classi elementari. Più aveva il suo negozio di generi ali- tardi, quando io le frequentai erano mentari (e non solo) e sale e comprese tutte le cinque classi, ma Tabacchi, una rivendita di macelle- gli esami di seconda e quinta si ria e un Circolo dopo-lavoro. La dovevano sostenere a Trisobbio. i presenza del Parroco è stata assicu- bambini di oggi non possono rata fino agli anni 1930/35. il feno- immaginare come fossero povere meno più cu rioso della prima metà quelle no stre scuole! Due soli del secolo scorso soprattutto per la ricordi per brevità: lo sforzo della sua diffusione, era quello delle maestra con cinque classi di bam- osterie, in quanto davvero numero- bini diciamo "vivaci" e la serratura se: c'erano a santo stefano, alla del portone d'ingresso difettoso che Casa rossa, alla casa dei Grosso mi costringeva a passare dalla fine- (anche affittacamere fino al 1932) www.accademiaurbense.it

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Fig. 57, la S.A. O.M.S. in una foto di oggi e all’epoca dell’inagu- razione (Fig. 58)

sobbio nel 1903, in un periodo storico e politico che favo- rì in tutto il Paese e nella nostra Pro- vincia la nascita di 57 moltissimi enti aventi come scopo il mutuo soccorso e dalla "Tafuna", anche con riven- dita di sale e Tabacchi (il locale nel fra le classi lavoratrici. sono 1920 fu oggetto di una rapina che dello stesso periodo la nascita si concluse con il feroce omicidio delle società di Capriata, di sil- del titolare). La costruzione del vano, Castelletto, Cremolino, "Palazzo" risale circa al 1900, un rocca Grimalda, Carpeneto e fat to significativo di edilizia belforte. il primo Presidente fu moderna e speculativa. Negli anni Francesco Cerruti, segretario venti, al piano terra del "Palazzo" Giacomo Tabacco e la solenne c'era un negozio molto fornito di inaugurazione avvenne domenica generi vari chiamato da "sagitta". 4 gennaio 1903, con la presenza Di me mo ria più recente è il nego- di più di 160 soci. Tutta la popo- zio di sola che nel periodo estivo lazione accolse entusiasticamente vedeva me e i miei coetanei come l’apertura della società, vedendo- buoni clienti di gelati e di qualsiasi ne il fine morale per la quale era altra cosa che si potesse mangiare. stata costituita. oggi le case sono in gran parte Ancora oggi, a distanza di disabitate, ma la tenacia delle per- oltre un secolo, la soMs di Tri- sone che ancora abitano a Villa sobbio è il luogo di ritrovo sia in botteri, ha dato modo di restaurare estate che in inverno dei Trisob- ormai completamente la Chiesa e biesi di tutte le età la Casa già Canonica o adibita a usi della comunità. il nostro campanile Trisobbio e ... la naTUra, che svetta nel cielo, bello come un lo sporT e il diVerTiMenTo tempo lontano, è il simbolo dell'or- lo sferisTerio goglio delle nostre tradizioni e radici, dei nostri ricordi e dei ricor- il bello e ampio sferisterio comunale, situato nel secondo cerchio del paese, di dei nostri padri e nonni”. interamente recuperato alcuni anni or la s.a.o.M.s di Trisobbio sono con la costruzione di un muro di contenimento realizzato totalmente in La società operaia Agricola pietra, ben integrato e in armonia con del Mutuo soccorso è sorta a Tri- l'architettura del borgo, è il luogo dove www.accademiaurbense.it

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Fig. 59, veduta notturna 58 dello Sferisterio Comunale

nel periodo estivo si svolgono e si sono svolte manifestazioni importanti e le feste del paese. si tengono anche tornei di tamburel- lo, gioco tradizionale e dalle ori- gini locali ben radicate nel territo- rio, essendo uno degli sport più prati- Percorsi verdi dei Castelli uniscono, cati in passato insieme con la pallapu- ri percorrendo antichi sentieri tutti e gno cinque i Comuni dell’Unione dei Ca - stelli tra l’orba e la bormida (Trisob- i percorsi Verdi bio, Carpeneto, Montaldo bormida, Trisobbio, come molti dei pae si or sara bormida e Ca stelnuovo bormi- dell'Alto Monferrato, è sito in un con- da) in un anello circolare, percorribili a testo ambientale pregevole, ambiti piedi, a cavallo e in mountain bi ke ed naturali si alternano a parti costruite, le offrono un motivo in più per soggior- colline sono ricche di vigneti, le pianu- nare tra queste splendide colline. re di pioppeti e di graminacee, le sta- orTo boTanico di Villa boTTeri gioni si susseguono modificando nei co lori il paesaggio. il territorio ri porta Questo prezioso angolo di ver de, ancora i segni di antichi percorsi utiliz- da anni curato con passione dal zati un tempo dai conta dini. sono stati proprietario Giuseppe bottero e quindi recuperati i vecchi percorsi e dalla sua famiglia, presenta esem- studiati dei nuovi con l’obiettivo di plari di vegetazione lo cale ed recuperare un forte rapporto tra abitan- esemplari di piante esotiche. in uso te e territorio e nello stesso tempo svi- gratuito all'Amministrazione Co - luppare un turismo di tipo econaturali- mu nale è vi si tabile tut ti i giorni; si stico che si affianchi a quello, già con- possono ammirare: larici, arauca- solidato, di tipo enogastronomico. i rie, abeti argentati, abeti rossi, aceri

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60 del Canada, albero di Giuda, noc- stesso periodo e nei giorni prossimi ciolo contorto... circondati dall'in- alla festività dedicata a san Giovanni. cantevole pa norama offerto dalle il suo vaso si colma di foglie e di frut- colline monferrine. Un luogo ti, quasi per rinnovare l'omaggio al incantevole dove il verde della pri- santo a cui è dedicata. È stata fatta mavera lascia il posto al rosso e richiesta alla regione per inserire il all'arancio dell'autunno e dove le "Noce di san Giovanni" tra le piante cime delle Alpi sono lo sfondo di monumentali del Piemonte. un acquerello di dolci colori e armonie. iMPiANTo PoLisPorTiVo DeLLe iL NoCe Di sAN GioVANNi PisCiNe Lungo la strada che da Trisob- La splendida vallata ai piedi bio porta a Cremolino, un secolare del paese, ampia e completamen- noce inizia a germogliare tardiva- te immersa nel verde, delimitata mente, nella notte di san Giovan- unicamente da pioppeti e macchie ni, il 24 giugno e in brevissimo di vegetazione spontanea, ospita tempo i germogli diventano foglie, l'impianto Polisportivo delle i suoi frutti sono sani e gustosi Piscine di proprietà comunale. La oltre che abbondanti. "sfida" di realizzare una struttura Una leggenda racconta che, ormai quasi due secoli fa, venne rinvenuto ai dedicata completamente allo suoi piedi un tesoro, probabilmente sport e al divertimento è iniziata sepolto da un soldato di ventura di pas- più di venti anni fa dall'Ammini- saggio. Tra realtà e leggenda, questa strazione Comaschi con la realiz- pianta ormai centenaria presenta in - zazione della prima vasca a cui, dubbiamente una germogliazione ano- nel corso degli anni, hanno fatto mala e molto particolare: ogni anno il "miracolo" si ripete… ogni anno da un seguito le altre tre (una per i bam- giorno all'altro torna a nuova vita nello bini, una con lo scivolo acquatico www.accademiaurbense.it

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Fig. 60, Orto botanico di Villa 61 Botteri Fig. 61, il noce di S. Giovanni Fig.62, la vasca principale dell’impianto polisportivo delle Piscine e in ultimo l'idromassaggio). Da corollario all'impianto: campi da tennis e campo da calcetto illuminati per i tor- nei notturni, parco giochi per i più piccoli e alcuni campi polivalenti. L'ampio parco annesso ospita nel periodo estivo, tornei sportivi, spetta- congiunge con i "Percorsi verdi coli e concerti. il centro Polispor- dei castelli" citati precedente- tivo delle Piscine di Trisobbio è mente. frequentatissimo per tutta la sta- Trisobbio e... i prodoTTi Tipici gione estiva non solo dalla popo- lazione locale, ma anche da chi Trisobbio è terra ricca di storia, coglie l'occasione per allontanarsi cultura, tradizioni la cui identità è dal caos della città per passare stata mirabilmente plasmata dall'o- pera della natura in collaborazione una giornata nel silenzio e nel con quella dell'uomo. L'agricoltura verde di un luogo di vero relax. ed il mondo rurale per Trisobbio Collegato alle Piscine è la parte costituiscono una parte importante del "Percorso verde" che unisce della sua cultura e tra dizioni, Trisobbio con Montaldo e che si quella che meglio rappresenta il

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carattere autentico del paese. Le zione consentono al Consorzio di colline, sia per la com po sizione dei Tutela di intraprendere iniziative terreni che per la situazione clima- promozionali e di controllo per tica e ambientale in cui sono collo- migliorare ulteriormente la qualità cate, sono straordinariamente terre del prodotto e collocarlo tra i più da vino. Nu me rosi sono i vitigni prestigiosi vini piemontesi. Altre che danno origine a vini DoC; tra i cultivar prodotte, sono il Barbera più importanti e considerati il Dol- del Monferrato ed il Cortese Alto cetto di Ovada, che con il ricono- Monferrato, vini che integrati con scimento della denominazione di piatti tipici accompagnano perfet- origine controllata e l'approvazione tamente i "taiarin", gli arrosti di del relativo disciplinare di produ- pollo, coniglio, e maiale, imprezio- siscono interamente la gastronomia trisobbie- se. oltre alla viticoltura, Trisobbio è tra i paesi dell'ovadese a vocazio- ne per la produzione di carne bovina, non a caso si alleva una delle migliori razze, quella Piemontese, quasi sem- pre è contraddistinta dal

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Trisobbio 47 Fig. 63, il Dolcetto di Ovada Fig. 64, un momento della manife- stazione “Musica Estate” Fig.65, Piscine di Trisobbio la vasca con l’idromassaggio marchio di garanzia Co. AL Vi. dolcetto d’ovada. Nel centro stori- Un altro tesoro che ci offrono le co del paese, bancarelle di trifulau colline di Trisobbio è il prezioso e di prodotti tipici, unite a rievoca- tartufo bianco che na sce da ottobre zioni storiche e spettacoli itine- a febbraio: quelli molto chia ri den - ranti. tro e fuori nascono sotto il pioppo; biodiVino quelli con polpa rosata sotto il rassegna dei vini biologici tiglio; i più scuri sotto le querce; nazionali e internazionali con vegetazione di cui il territorio trisob- degustazioni dei vini partecipanti biese è ricco. alla rassegna e dei vini tipici del Trisobbio e... le ManifesTazio- territorio presso l’enoteca “Antico ni torchio”, sede della bottega e del- FesTA PATroNALe l’Associazione del vino biologico il 16 agosto festa patronale con “biodivino”. la tradizionale processione, il 15 e il 16 manifestazione enogastrono- rassegna chiTarrisTica mica organizzata dalla Pro Loco e “MUsica esTaTe” dalla Comunità locale Uno degli appuntamenti musicali Tarsobi, TarTUfi e Vino dedicati al mondo delle quattro Mostra mercato del tartufo corde e non solo, più importanti bianco e del vino tipico. Una gior- della provincia. Nel corso delle nata dedicata al re delle no stre molteplici edizioni si sono alterna- tavole, il tartufo bianco, di cui le ti sui palcoscenici delle chiese e colline trisobbiesi sono ricche, e al dei Castelli dei paesi dell’Unione, artisti di fama internazionale, rac-

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cogliendo un pubblico sempre più ga del vino biologico biodivino”, vasto. 0143 871345 s.A.o.M.s., 0143 871119 la caValcaTa aleraMica Gara di endurance equestre inforMazioni TUrisTiche valida per il campionato regionale. PUNTo D’UNioNe Con partenza dalle Piscine di Tri- www.unionedeicastelli.it sobbio, cavalli e cavalieri si cimen- [email protected] tano in tre manche di gara, percor- [email protected] rendo 30, 60, 90 km, lungo i sen- bibliografia tieri dei percorsi verdi dei Castelli. e’ definito dai giudici re gionali Riscoprire Trisobbio, una gior- uno dei più bei percorsi del Pie- nata di studi dedicata all’antico monte. bor go Monferrino. Trisobbio 2002 Trisobbio ...ieri e oggi, Trisob- Trisobbio e... l’ospiTaliTà bio 2003 doVe dorMire: ANToNeLLA rATHsCHULer,“Un Albergo del Castello, 0143 831108 luogo degno e adatto”, il palazzo Cascina Aie b&b, 0143 831110 De Rossi-Dogliotti per il comune Villino bianca b&b, 0143 871210 di Trisobbio, Trisobbio 2004 doVe Mangiare: Pagine di storia dall’archivio del la Magnifica Comunità di Tri- ristorante de Castello “La tavola rotonda”, 0143 831108 sobbio, Trisobbio 2006 enoteca “L’antico torchio e botte- www.accademiaurbense.it

Questo volume, a cura dell’Accademia Urbense, è stato impresso nel mese di maggio 2008 dalla tipografia Canepa di www.accademiaurbense.it