L. DALLAI, San Salvatore Al Monte Amiata. Il Cantiere Di Un Grande Monastero Attorno All'anno
Total Page:16
File Type:pdf, Size:1020Kb
S. SALVATORE AL MONTE AMIATA IL CANTIERE DI UN GRANDE MONASTERO ATTORNO ALL’ANNO MILLE* Premessa dio che si è interpretato come un sacrificio. Que- sto sacrificio seguì un rituale nel quale figurano Negli anni 1991 e 1997 il monastero di S. Salvato- ceramiche di importazione (ceramiche attiche a re al Monte Amiata è stato oggetto di una serie di figure nere ed anfore tirreniche), rinvenute fram- interventi di scavo archeologico finalizzati a getta- mentarie nel corso dello scavo, assieme a grani di re nuova luce sulle vicende costruttive del grande cereali bruciati ed ossa animali combuste, fra le complesso architettonico e sui cambiamenti d’uso quali un dente di cinghiale. La tipologia delle ce- degli spazi interni e delle volumetrie perimetrali ramiche rinvenute qualifica il rito come un even- della chiesa, nota dai documenti fin dall’VIII seco- to di rango e solennità elevate; la datazione delle lo. Una sintesi dei risultati degli scavi è stata recen- stesse anticipa di circa mezzo secolo le testimo- temente oggetto di pubblicazione; in quella sede si nianze relative all’esistenza di un importante san- 3 sono illustrati, attraverso la scansione cronologica tuario localizzabile presso Seggiano . Gli elemen- per periodi, gli eventi susseguitisi sul pianoro su ti raccolti rendono testimonianza di come il mon- cui oggi sorge la grande abbazia, così come lo sca- te Amiata ed Abbadia San Salvatore in particolare vo li ha messi in luce 1. È particolarmente significa- rivestano un ruolo cruciale nello studio della geo- tivo rilevare la lunga durata d’uso del pianoro stes- grafia religiosa di lungo periodo, che assegna una so; il rinvenimento di un piccolo nucleo di stru- valenza particolare al monte. In essa al culto delle menti litici realizzati in selce e diaspro e di nume- divinità ctonie preromane, evocate dalla presenza rose schegge di lavorazione avvenuto nel corso delle di fenomeni vulcanici e termali, si sostituisce nel indagini del 1997 inserisce Abbadia San Salvatore tempo il culto di Juppiter (le folgori sono ancora all’interno di una fascia territoriale montana che oggi richiamate dall’arme dei monaci del Castello risulta insediata fin dal Paleolitico superiore, e che dell’Abbazia) e la fondazione altomedievale del- è significativamente connotata dalla presenza di l’abbazia titolata al Salvatore. sorgenti termali ed altri fenomeni legati alla natura vulcanica del massiccio amiatino 2. Di assoluto interesse risulta anche la persistente 1. L’ABBAZIA PRIMA DEL MILLE: I DATI DELLO valenza religiosa che connota l’uso della sommità SCAVO della montagna certamente fin dall’epoca arcai- ca; datano infatti alla seconda metà del VI secolo a.C. i frammenti ceramici connessi ad un episo- I saggi di scavo hanno evidenziato una serie di trac- ce riferibili alla storia più antica del monastero, pre- * Nel corso del convegno tenutosi a Vico Pisano nel No- cedente alla costruzione della grande chiesa di XI vembre 2000 Franco Cambi e Luisa Dallai hanno proposto secolo. Queste tracce sono emerse dai saggi condot- un intervento illustrativo dei dati relativi allo scavo del- ti nel 1997 sul lato est del chiostro, nella cinquecen- l’Abbazia di S. Salvatore ed alle dinamiche insediative e religiose riscontrabili nel territorio amiatino. Una parte di tesca sala capitolare (area 7, ambiente VI), e in una quei dati sono stati pubblicati alcuni mesi dopo, sul XXVII piccola cantina contigua (area 5, ambiente IV), af- numero di «Archeologia Medievale». Il presente contribu- facciata sul chiostro attuale e delimitata a sud dal to si propone un approfondimento specifico relativo ad al- cuni aspetti delle fasi di cantiere riconosciute nel deposito muro della cripta del S. Salvatore (Fig. 1). La valuta- indagato negli scavi dell’abbazia, e ai dispositivi in uso ne- zione di alcuni elementi emersi al termine dello sca- gli stessi. vo, in particolare la relazione di stretta contempora- 1. Il contributo edito in «Archeologia Medievale» sintetiz- za le ricerche svolte sul complesso monumentale dell’Ab- neità evidenziata fra le murature semicircolari delle bazia di S. Salvatore negli anni 1991 e 1997. Il territorio absidi più antiche e le murature rettilinee della crip- del Comune di Abbadia San Salvatore (SI) è stato sottopo- ta ed il diverso orientamento dell’asse delle muratu- sto ad indagine topografica a partire dagli anni 1987-88, con l’avvio di ricognizioni promosse da R. Francovich; re precedenti a quest’ultima, venute in luce parzial- queste ricerche sono approdate alla redazione della Carta mente all’interno dell’ambiente IV, ci fanno propen- Archeologica, pubblicata nel 1996; cfr. CAMBI 1996. 2. Le dinamiche insediative di periodo preistorico e proto- storico per la montagna sono state recentemente delineate 3. Sulla valenza religiosa della montagna e sulla geografia da Casi. Si veda CASI 1996, pp. 117-151. sacra della Val d’Orcia si veda CAMBI 2000, pp. 201-203. 159 Fig. 1 – Pianta del complesso abbaziale di S. Salvatore al Monte Amiata; le retinature indicano le aree sottoposte ad indagine fra il 1991 ed il 1997. dere per una datazione della cripta alla prima metà tali dell’Amiata. Fra l’VIII ed il IX secolo, sotto i re dell’XI secolo. Meno probabile appare, sulla base di carolingi, l’abbazia estese di molto la sua attività ed questi elementi, la datazione della medesima al IX accrebbe la sua importanza, espandendosi in dire- secolo, così come proposto da alcuni Autori sulla zione delle pendici occidentali del Monte Amiata, scorta di una lettura attenta di documenti e sulla nelle valli dell’Ente e dello Zancona, colonizzando base di valutazioni storico-architettoniche 4; ciò non nuovo territorio ed organizzando le forme dello sfrut- di meno lo scavo ha fornito altri elementi di notevo- tamento della terra. le interesse, riferibili ad un orizzonte temporale pre- Gli indizi relativi ad una fase di attività preceden- cedente all’XI secolo. te quella edificatoria di XI secolo sono emersi Il monastero di S. Salvatore al Monte Amiata, come esclusivamente dalle indagini condotte sul lato noto, è citato per la prima volta in un documento orientale del chiostro; nessuna traccia si è conser- del 762; si ritiene che esso sia stato fondato alla metà vata, al contrario, nell’area indagata ad est delle dell’VIII secolo, durante il regno di Astolfo, e con- absidi della chiesa, laddove l’imponente opera sacrato al Salvatore, con dedicazione tipicamente edificatoria legata alla costruzione della struttura longobarda, alla fine degli anni sessanta dell’VIII a triconco ed i successivi frazionamenti dello spa- secolo 5. In questa fase antica della sua lunga storia, zio hanno del tutto asportato qualsiasi traccia di la base territoriale del monastero era costituita da attività precedente all’XI secolo. una grande area boschiva ubicata sulle pendici orien- Sul lato del chiostro, al contrario, nella stratigra- fia sopravvissuta alle operazioni di taglio ed aspor- tazione ed alle intense attività di cantiere, un’im- 4. Per le vicende costruttive della cripta e della chiesa so- portanza particolare riveste il rinvenimento di al- prastante si rimanda in questa sede ai contributi specifici cuni frammenti ossei con decorazione a cerchielli susseguitisi nel tempo. Si veda in particolare MUCH 1989, oculati, frammenti che, pur nella estrema fram- pp. 323-360; KURZE 1988, pp. 1-26; 1989a, pp. 33-48; 1990, pp. 13-40; GIUBBOLINI 1988, pp. 59-81. mentarietà, sono con molta probabilità riferibili 5. KURZE 1989b, pp. 357-359. ad un pettine (Fig. 2). I frammenti ossei trovano 160 Fig. 2 – Frammenti ossei con decorazione a motivi geometrici alternati a cerchielli. Fig. 4 – Sala capitolare; pianta di fine scavo. In evidenza la fossa per la gettata della campana ed il disco relativo al miscelatore per malta. tuttavia, a differenza delle altre, ha conservato i re- sti di una solida struttura muraria, forse un pilastro, dello spessore di circa 120 cm (Fig. 4). La presenza di questo pilastro riveste grande importanza, poiché ci permette di meglio interpretare le altre importan- ti asportazioni come spoliazioni sistematiche effet- Fig. 3 – Pluteo o pontile frammentario con tuate ai danni di preesistenti strutture in elevato, decorazione a treccia viminea. strutture pertinenti ad edifici esistenti sul pianoro prima della costruzione della chiesa della prima metà numerosi confronti riferibili al tardo VI-VII seco- dell’XI secolo. Più difficile risulta determinare aspetto lo; gli esemplari meglio conservati mostrano la e funzioni dei muri e forse, come ad esempio per decorazione applicata al manico di pettini di va- l’US 774, dei pilastri asportati. Ciò che appare evi- ria lunghezza, con motivi geometrici alternati a dente osservando l’allineamento delle fosse e valu- cerchielli 6. I frammenti ossei rinvenuti ad Abba- tando al contempo l’orientamento dei lacerti mura- dia provengono da un contesto stratigrafico (US ri rinvenuti all’interno del piccolo ambiente IV, con- 726) precedente le attività di cantiere che certa- tiguo all’area del capitolo (US 508), è come diverso mente sono riferibili alla prima metà dell’XI se- fosse l’asse di sviluppo delle volumetrie riferibili agli colo; tuttavia la natura del deposito, profonda- elevati che precedettero l’edificazione della cripta; mente intaccato dalle fosse di spoliazione e dai tali murature furono smantellate in un periodo che più moderni interventi di canalizzazione delle ac- la sequenza stratigrafica colloca fra la fine del X e la que, rende problematico un più esatto inquadra- prima metà del XII secolo; i materiali dovettero es-