La Serie a in Televisione E Allo Stadio: Presentazione Del Dataset Audiball 1.0
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RIVISTA DI ISSN 1825-6678 DIRITTO ED ECONOMIA DELLO SPORT Vol. XI, Fasc. 1, 2015 LA SERIE A IN TELEVISIONE E ALLO STADIO: PRESENTAZIONE DEL DATASET AUDIBALL 1.0 di Raul Caruso* e Marco Di Domizio** ABSTRACT: Il presente lavoro illustra i principali contenuti di un nuovo dataset (AUDIBALL 1.0) creato sull’audience televisiva delle partite di Serie A italiana per il periodo compreso tra il 2008 ed il 2014. La raccolta di dati relativi all’affluenza negli stadi, all’audience televisiva, alla collocazione nel tempo delle partite, incrociate con le caratteristiche demografiche ed economiche delle squadre partecipanti, ci ha permesso di costruire un dataset strutturato in forma di panel composto da 734 osservazioni (partite) ripetute per un periodo compreso tra uno e sei anni. Dall’analisi delle circa 340.000 osservazioni sono emersi alcuni aspetti significativi rispetto alle difficoltà del massimo campionato italiano di calcio di aumentare le presenze negli stadi e di mantenere alti standard di audience televisiva. La disponibilità di informazioni estraibili da AUDIBALL 1.0 può stimolare eventuali approfondimenti che possono interessare tanto il mondo della ricerca, quanto quello degli stakeholders, Lega, Federazione, editori radio- televisivi e della carta stampata. JEL: C80, L83. Keywords: Panel data, Serie A, Attendance, Audience, AUDIBALL 1.0. SOMMARIO: Introduzione – 1. AUDIBALL 1.0: costruzione e composizione – 2. La Serie A alla televisione – 3. La Serie A allo stadio – 4. Possibili linee di ricerca applicata – Conclusioni – Bibliografia ____________________ ∗ Università Cattolica del Sacro Cuore, CSEA e Istituto di Politica Economica, [email protected]. ∗∗ Facoltà di Scienze Politiche, Università degli Studi di Teramo. [email protected]. 162 Raul Caruso e Marco Di Domizio Introduzione La vasta disponibilità di dati ha fatto dello sport un settore di particolare appeal per gli economisti alla ricerca di evidenze empiriche associate al comportamento degli agenti economici, e non solo su aspetti di natura puramente sportiva.1 Attingendo ad una quantità significativa di dati a un livello di disaggregazione spesso non riscontrabile in altri settori, gli economisti dello sport hanno avuto la possibilità di confermare e/o confutare, ipotesi e teorie in diverse aree, facendo della Sports Economics un ambito particolarmente dinamico dal punto di vista della produzione scientifica, teorica ed applicata.2 L’Italia rappresenta un’eccezione. I pochi lavori censiti sulla realtà sportiva italiana, e in particolare su quella calcistica, soffrono di un ritardo imputabile, in parte, alla scarsa disponibilità di dati e, ove presenti, ad una loro scarsa attendibilità. Questo è vero anche per un contesto consolidato come il campionato di Serie A, in grado di generare ricavi superiori ai due miliardi di euro (2013), seppure con diversi accenni di criticità.3 Ci riferiamo, in particolare, a quanto emerso dall’ultimo Report prodotto dalla Federazione Italiana Giuoco Calcio (FIGC).4 Nonostante un costante aumento del valore della produzione, con un incremento del 7,5% tra il 2012 ed il 2013, che ha portato ad una media annua tra il 2008 ed il 2013 intorno al 3,5%, la Serie A continua a registrare risultati netti di esercizio negativi, seppure in riduzione rispetto al passato. Il dato più preoccupante è, però, quello relativo ad alcune voci di entrata. I ricavi da botteghino, seppur molto sensibili rispetto al cambiamento delle partecipanti al massimo campionato ed al loro bacino di utenza, continuano a ____________________ 1 Si vedano, ad esempio, D. ROMER, Do Firms Maximize? Evidence from Professional Football, in J. Pol. Ec., vol.104, n.2, 2006, 340-365, che presenta un significativo studio sul comportamento profit oriented delle imprese, utilizzando dati della National Football League; L. KAHN, The Sport Business as a Labor Market Laboratory, in J. Ec. Persp., vol.14, n.3, 2000, 75-94, che ha utilizzato i dati della Major League Baseball per analizzare gli effetti del contesto competitivo del mercato del lavoro (degli atleti) sui salari; D. SAVAGE, B. TORGLER, Nerves of Steel? Stress, Work Performance and Elite Athletes, in App. Ec., vol.44, n.19, 2012, 2423-2435, che utilizzano i dati sui rigori realizzati nelle partite di calcio dei mondiali e dei campionati europei al fine di studiare se le condizioni di stress emotivo migliorano o peggiorano le performance individuali; R. CARUSO, M. DI DOMIZIO, International Hostility and Aggressiveness on the Soccer Pitch: Evidence from European Championships and World Cup for the Period 2000-2012, in Int. Ar. St. Rev., vol.16, n.3, 2013, 262-273, che studiano il comportamento dei calciatori in alcune competizioni internazionali al fine di rilevare se le «cattive» relazioni internazionali tra Paesi si riverberano nelle attitudini individuali. 2 Sullo «stato dell’arte» dell’Economia dello Sport e sui principali risultati ottenuti in questo settore si vedano S. SZYMANSKI, The Economic Design of Sporting Contests, in J. Ec. Lit., vol.41, n.4, 2003, 1137-1187; R. NOLL, Sports Economics after Fifty Years, in P. Rodríguez, S. Késenne, J. García (a cura di), Sports Economics After Fifty Years: Essays in Honour of Simon Rottenberg, Ediciones de la Universidad de Oviedo, Oviedo, 2006, 17-49; W. ANDREFF, Globalization of the Sports Economy, in Riv. Dir. Ec. Sport, vol.4, n.3, 2008, 13-32. 3 A. BARONCELLI, R. CARUSO, The Organization and Economics of Italian Serie A: A Brief Overall Analysis, in Riv. Dir. Ec. Sport, vol.7, n.2, 2011, 67-85. A. BARONCELLI, U. DAL LAGO, Italian Football, in J. of Sports Ec., vol.7, n.1, 2006, 13-28. C.P. BARROS, G. ROSSI, A Bayesian Stochastic Frontier of Italian Football, in App. Ec., vol.46, n.2, 2014, 2398-2407. 4 FIGC - Report Calcio, Roma, 2014. La Serie A in televisione e allo stadio: presentazione del dataset AUDIBALL 1.0 163 manifestare un trend negativo. Rispetto alla stagione 2011/12 questi crescono di 3,3 milioni di euro, raggiungendo i 189,7 mln/Euro, ma vedono ridotto il proprio peso nella composizione dei ricavi totali, dal 9 all’8 per cento, e sono molto lontani dal dato del 2009/10 che si attestava intorno ai 227 mln/Euro. Discorso analogo può essere fatto per i ricavi da sponsor e attività commerciali; dopo anni di continua crescita, in valore assoluto, per la prima volta tra il 2012 ed il 2013 questa voce ha segnato una variazione negativa, da 343,9 a 341 mln/Euro. Quanto questo dato possa essere frutto di situazioni specifiche, o un segnale di vera e propria inversione di tendenza, emergerà dalla pubblicazione dei prossimi dati. È evidente, tuttavia, la difficoltà dell’intero movimento di accrescere le entrate da botteghino, da sponsor e merchandising, voci che più delle altre riflettono la capacità delle partite di attrarre pubblico, allo stadio e in televisione, in palese controtendenza rispetto a quanto avviene nelle altre leghe europee. Per poter invertire questa tendenza è necessaria un’analisi accurata dei problemi e dei fattori, di breve e lungo periodo, che possono aver generato queste difficoltà; analisi il cui primo passo richiede una raccolta di informazioni quantitative dalla quale ogni intervento di policy non può prescindere. Questo articolo si propone, quindi, di completare e descrivere un lavoro di acquisizione e selezione di informazioni sulle singole partite disputate in Serie A tra il 2008 ed il 2014, con la finalità di esaminare alcuni aspetti legati all’attrattività che lo stesso campionato è in grado di esercitare. L’idea nasce dalla volontà di sopperire alla carenza di dati puntuali e fonti coordinate sui diversi aspetti delle partite: di attendance, di audience, economici, demografici ed altro. Da questo lavoro di coordinamento tra diverse fonti, quelle ufficiali della Lega Calcio, giornalistiche, del web, degli enti preposti alla raccolta di dati geo-demografici, abbiamo costruito un dataset, denominato AUDIBALL 1.05 dal quale sarà possibile effettuare un insieme di indagini sul fenomeno calcio legato alla Serie A. La speranza è che tale raccolta possa stimolare e supportare nuove ricerche in diversi ambiti al fine di migliorare la qualità del calcio italiano. Il lavoro è strutturato come segue: nella prima sezione vengono presentate le variabili oggetto di indagine, la loro classificazione, la numerosità e le fonti. Nella seconda ci concentreremo su una analisi quali/quantitativa relativa ad alcuni aspetti dell’audience televisiva e la sua evoluzione nel tempo. Nella terza l’analisi si sposterà sulle presenze allo stadio, nella quarta si proveranno a delineare possibili linee di ricerca delle tematiche affrontate. La quinta sezione conclude il lavoro. 1. AUDIBALL 1.0: costruzione e composizione L’unità di indagine è rappresentata dalle singole partite disputate (Match) per un totale di 2.279.6 Queste sono state strutturate in forma di panel con osservazioni ____________________ 5 Il nome AUDIBALL sottolinea il ruolo primario dei dati di audience televisiva all’interno del dataset, mentre la codificazione 1.0 lascia aperta la strada a possibili implementazioni future. 6 Dalle potenziali 2.280 partite manca quella tra Cagliari e Roma della stagione 2012/13 non disputata per disposizione della Lega Calcio. 164 Raul Caruso e Marco Di Domizio cross section ripetute nel tempo. Stante il turnover determinato dalle retrocessioni/ promozioni in/dalla Serie B, il numero N delle partite osservate è di 734. Per ognuna di queste è stato possibile rilevare talune caratteristiche per un periodo T che va da 1 a 6. Le squadre incluse in AUDIBALL 1.0 sono 29 (quelle che hanno partecipato almeno ad un campionato di Serie A tra il 2008/2009 ed il 2013/2104): Atalanta, Bari, Bologna, Brescia, Cagliari, Catania, Cesena, Chievo-Verona, Fiorentina, Genoa, Hellas-Verona, Inter, Juventus, Lazio, Lecce, Livorno, Milan, Napoli, Novara, Palermo, Parma, Pescara, Reggina, Roma, Sampdoria, Sassuolo, Siena, Torino, Udinese. Le informazioni complessivamente raccolte hanno generato 339.154 osservazioni sulle 342.000 potenziali, a causa della mancanza dei dati o di una loro palese incongruenza.