Analisi Territoriale 1° Fase ITC CECCANO

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Analisi Territoriale 1° Fase ITC CECCANO ISTITUTO TECNICO COMMERCIALE STATALE DI CECCANO Con sede staccata in Ceprano Analisi territoriale del comune di Ceccano PROGETTO CIOCIARIA SVILUPPO S.C.p.A. 1a FASE ELABORATO E REDATTO DA: VALERIO STACCONE CLAUDIO CERRONI Valerio StacconeGRUPPO – Claudio DI Cerroni LAVORO: CLASSE 4°A Pagina 1 INTRODUZIONE Valerio Staccone – Claudio Cerroni Pagina 2 eccano è una cittadina del basso Lazio in provincia di Frosinone da cui dista 8 km. Ceccano C Ha un’estensione territoriale di 60,43 kmq e una popolazione di 22.469 abitanti. Posta a 216 m sul livello del mare, sorge a ridosso del fiume Sacco, affluente del Liri, e si abbarbica su un’altura che domina la valle che prende il nome dal fiume. La cittadina si è ingrandita, nel corso dell’ultimo secolo, per conurbazione, ver- so il basso, intorno alla stazione ferroviaria e Stato : Italia lungo la strada che la congiunge al capoluogo e per ampliamento nella parte alta del paese dove Regione : Lazio si sono creati nuovi quartieri. Chiusa dalla bassa Provincia : catena montuosa prolungamento dei Lepini con Frosinone le cime di Siserno e Punta la Lenza, si apre sulla 41°34′N 13°20′E / Coordinate : valle del Sacco e guarda le catene degli Ernici e 41.56667, 13.33333 dei Preappennini. Altitudine : 200 m s.l.m. Il territorio Superficie : 60 km² confina con Abitanti : 22.469 quelli di Giuliano di Densità : 371 ab./ km² Roma, Arnara , Castro dei Volsci , Patrica, Comuni con- Frosinone , Giuliano di Roma , Frosinone, tigui : Patrica , Pofi , Villa Santo Ste- Arnara, Pofi, fano Castro dei Volsci, Villa Santo Stefano. Come raggiungere Ceccano: - AUTO Autostrada: A1 Milano-Napoli uscita di Frosino- ne, seguire le indicazioni per Ceccano (8km) - TRENO Linea ferroviaria Roma-Napoli via Cassino stazione di Ceccano (km 90) - AEREO Roma Fiumicino (113 km) Roma Ciampino (84 km) Napoli Capodichino (146 km) Valerio Staccone – Claudio Cerroni Pagina 3 ANALISI GEOMORFO- LOGICA TERRITORIALE Valerio Staccone – Claudio Cerroni Pagina 4 Aspetto geomorfologico L'area oggetto di studio ricade nella fascia centro meridionale della " Valle del Sacco ". La valle del fiume Sacco è impostata in una depressione tettonica (La " Valle Latina ") all'in- terno della catena appenninica, nella zona denominata “Ciociaria”. Tale depressione risulta caratterizzata da un fondovalle subpianeggiante o di bassa collina ed il suo asse si sviluppa in direzione appenninica NO-SE. - Il territorio del comune risulta compreso tra i 108 e i 789 metri sul livello del mare. - L'escursione altimetrica complessiva risulta essere pari a 681 metri. Il territorio di Ceccano, in particolare, se si esclude la limitata fascia montuosa a Sud-Ovest e le fasce pianeggianti a ridosso dei fiumi Sacco e Cosa, è morfologicamente definito da un sus- seguirsi di piccoli rilevati e dossi collinari, intervallati da stretti impluvi. Decisamente più accidentata risulta la morfologia del territorio in coincidenza degli affiora- menti delle formazioni carbonatiche litoidi cretaciche e mioceniche che costituiscono rispet- tivamente l'ossatura del complesso montuoso di "Scappelletto-Siserno" e del dosso collinare su cui si sviluppa il centro urbano di Ceccano. Il territorio di Ceccano visto dal satellite Valerio Staccone – Claudio Cerroni Pagina 5 Cambiamenti Territoriali dal medioevo a oggi La storia ha lasciato tracce svariate e numerose nella toponomastica del territorio, come si può constatare scorrendo l’analisi che segue. In epoca romana, il territorio di Fabrateria Vetus (Ceccano) era stato capillarmente coloniz- zato, basti pensare all’insediamento militare della II Legione Partica Severiana alla Cenice o alla zona delle Case di Ercole, dove i Cultores di tale divinità avevano i propri impianti. Vaste ville rustiche occupavano le zone oggi denominate Le Cocce, Cocciajaco, Case Mattoni, S. Maria a Fiume, Quattro Strade di Patrica, S. Clemente, per citare quelle più note. Con la decadenza dell’impero romano, anche l’antico insediamento di Fabrateria finì per ridursi a un villaggio “depopulato”. Con la venuta di S. Benedetto a Montecassino, attraverso la regola dell’Ora et Labora, i territori posti sotto la giurisdizione dell’Abbazia subirono una radicale trasformazione. I terreni incolti vennero bonificati ed altri furono utilizzati per l’agricoltura con la deforestazione (cese). Do- po la lunga parentesi di stasi dovuta alle invasioni barbariche, l’agricoltura e la pastorizia tor- narono a rifiorire. Già prima del IX secolo i benedettini cassinesi, avevano diversi beni sparsi sul territorio cec- canese consistenti nelle Prepositure di S. Maria di Corniano (Badia) e S. Marco e nelle chiese di S. Pietro in Ischeta (dentro Ceccano), S. Giorgio (a Casamarciano), S. Martino, S. Valentino, S. Arcangelo, S. Ilio, S. Ermete. Questa presenza, oltre che nei documenti d’archivio, è testimoniata dal termine “Celleta” (dal- le celle monastiche) oggi riferito all’omonimo bosco. Il bosco delle Celleta, infatti, ospitava al suo interno la cella benedettina di S. Valentino i cui ruderi si vedono ancora oggi; inoltre da al- cune carte ottocentesche si rileva, nella zona, l’esistenza di una via romana basolata. Il patrimonio boschivo ceccanese, esteso a quasi tutto il territorio con macchie, selve e bo- schi, di farnie, olmi, castagni e lecci, fu perciò ridimensionato per ricavarne i terreni pianeg- gianti delle Cese, della Piana, o collinari, come nel caso del Fiano, di S. Clemente o delle Pezze D’Ischia. Hanno resistito fino ai giorni nostri i consistenti boschi del Siserno e di Faito che ha rappre- sentato, fin dall’antichità, la maggiore realtà boschiva di Ceccano e che, per la parte confinan- te, fu conteso da Frosinone fino all’omicidio di Vincenzo Blursi, ceccanese (1513). Il bosco Faito è anche ricordato nella storia per aver ospitato nella zona boschiva del “ Mal Consiglio ” (Pietra del Mal Consiglio), la riunione preparatoria tra i De Ceccano, i loro alleati e il Nogaret per l’assalto a Bonifacio VIII in Anagni (1303). Le citate grandi estensioni boschive sono accompagnate da realtà boschive minori come Selva Piana, delle Celleta, di S. Clemente, di Colle Pirolo, oltre a numerose piccole macchie, sparse a pelle di leopardo su tutto il territo- rio. Valerio Staccone – Claudio Cerroni Pagina 6 Al presente, purtroppo, il territorio ceccanese è stato devastato da una incontrollata edilizia residenziale che ne ha modificato l’aspetto, rompendo l’equilibrio uomo-natura sempre rispet- tato in passato. I grandi boschi costituivano l’habitat ideale per numerosi animali, grandi e piccoli, alcune spe- cie dei quali oggi sono totalmente estinte (lupi, linci, daini e cervi). La presenza dei lupi sul Si- serno è attestata da documenti che vanno fino alla metà dell’Ottocento, mentre quella dei cervidi si estingue verso la fine del Cinquecento, ne rimangono le tracce nei toponimi di Cervo- na (tra Torrice, Arnara e Ceccano), Fontana d’Ajno e Fontana della Gatta, con quest’ultimo termine si faceva riferimento alla presenza della lince (o forse al gatto selvatico?). Per quanto riguarda l’idrografia, oltre al fiume Cosa e al Sacco, l’antico Tolerus o Trerus , che in epoca antica ebbe un altro percorso, testimoniato dal toponimo di Fiume Vetere, nel medio- evo ebbero notevole importanza il Rio Maggiore (Rigu Maiure), attuale Fosso della Badia che ha dato origine al toponimo della Maiura, il Rio minore o rio per antonomasia ed i fossi di Cirel- lo, di Serapantano e della Pescara, alimentati da piccole sorgenti. Famoso è il fenomeno del vulcanismo secondario, presente ancora oggi nella zona denominata Acqua Puzza, dove ci sono risorgive di acqua sulfurea. Infine, alcuni terreni oggi bonificati, un tempo erano coperti da acquitrini, come le zone di Marano e Pescara o da terreni abbandonati ed incolti come Sterparo e Spinetta. Fenomeni di vulcanesimo secondario restono con la presenza di risorgive di acqua sulfurea nella zona detta dell’Acqua Puzza. Per quanto riguarda l’agricoltura, il territorio era coltivato a frumento, orzo, fave e cicerchie e ceci. Verso la metà del Cinquecento, vennero importati i pomodori ed i fagioli. Presenti anche la coltivazione della vite e dell’ulivo. Una importanza particolare ebbe l’allevamento dei maiali che venivano allevati allo stato brado, controllati da custodi. Dobbiamo anche dire che Ceccano era un grande centro di smistamento di tali animali. Il Mercato dei Porci di Ceccano è attestato da documenti del Cinquecento. Valerio Staccone – Claudio Cerroni Pagina 7 ANALISI DELLE RISORSE AMBIENTALI E PAESAGGISTICHE Valerio Staccone – Claudio Cerroni Pagina 8 AMBIENTE ACQUATICO Affrontare il discorso sull’ ambiente acquatico presuppone la conoscenza del principale ele- mento che caratterizza questi luoghi: l’acqua appunto. Daremo priorità alla sua importanza come elemento fondamentale per la Vita, descrivendo l’ambiente acquatico e il suo rapporto con tutto ciò con cui viene a interagire. In un ambiente acquatico possiamo distinguere una complessa varietà di parametri che contri- buiscono a mantenerne lo stato vitale. Tra i più importanti: alcuni fattori fisici come la tempe- ratura, la composizione chimica e il contenuto biologico dell’acqua. Ognuno di questi parametri se subisce alterazioni porta a bruschi cambiamenti delle cenosi acquatiche, compromettendo- ne l’ecosistema. Le acque emerse, che vediamo intorno a noi, sono fiumi e laghi, oltre a una gran quantità di torrenti, stagni e paludi, ecc…; ognuno di questi ci offre un diverso ecosistema. Ed è proprio dal fiume Sacco che inizieremo la nostra analisi rivolta alla conoscenza di questo ambiente che, sembra condannato al perenne dominio dell’uomo, con sempre minor considera- zione e troppo scarso rispetto. Il fiume Sacco Fin dai tempi più antichi, lungo le rive dei fiumi, si sono sviluppate grandi civiltà, soprattutto grazie ai notevoli benefici apportati dalle loro acque. Anche oggi i fiumi vengono sfruttati, ma oltre le loro capacità e senza alcun rispetto. Il fiume Sacco, non è certo scampato a questo destino. Lo sviluppo industriale del secondo dopoguerra, se da un lato ha visto migliorare le condizioni economiche della città di Ceccano, dall’altro ha causato pesanti danni al fiume, riversando nel- le sue acque sostanze nocive ed ogni genere di scarico non depurato.
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