Archivio Veneto
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Anno CXLVI VI serie n. 10 ARCHIVIO DEPUTAZIONE DI STORIA PATRIA VENETO PER LE VENEZIE • ARCHIVIO VENETO VI Serie N. 15 • VENEZIA ISSN 0392-0291 2018 2015 ARCHIVIO VENETO SESTA SERIE - n. 10 (2015) comitato scientifico Piero Del Negro, presidente Dieter Girgensohn - Giuseppe Gullino - Jean-Claude Hocquet Sergej Pavlovic Karpov - Gherardo Ortalli - Maria Francesca Tiepolo Gian Maria Varanini - Wolfgang Wolters Questo numero è stato curato da Giuseppe Gullino comitato di redazione Eurigio Tonetti, coordinatore Michael Knapton - Antonio Lazzarini - Andrea Pelizza - Franco Rossi La rivista efettua il referaggio anonimo e indipendente issn 0392-0291 stampato da cierre grafica - verona 2015 DEPUTAZIONE DI STORIA PATRIA PER LE VENEZIE ARCHIVIO VENETO VENEZIA 2015 DEPUTAZIONE DI STORIA PATRIA PER LE VENEZIE S. Croce, Calle del Tintor 1583 - 30135 VENEZIA Tel. 041 5241009 - Fax 041 5240487 www.veneziastoria.it - e-mail: [email protected] Bianca Strina Lanfranchi1 (27 settembre 1932 - 1° ottobre 2015) In memoriam Bianca Strina nasce a Venezia il 27 settembre 1932. Si laurea in giurispru- denza all’Università degli Studi di Padova l’8 novembre 1955 con una tesi dal titolo La nullità dell’atto costitutivo della società per azioni (relatore: Giorgio Oppo, a. acc. 1954-55). Entra nell’amministrazione archivistica il 1° ottobre 1958, iniziando la sua carriera all’Archivio di Stato di Venezia. In quella prestigiosa sede continua la collaborazione, già iniziata in precedenza, con il Comitato per la pubblicazione delle fonti relative alla storia di Venezia, in particolare con Luigi Lanfranchi con cui realizza non solo alcuni volumi ma anche una operosa sintonia scientifca sfociata qualche anno più tardi in un felice matrimonio. Accanto al marito e condividendo con lui amore per la storia di Venezia e metodologia attenta e impeccabile, Bianca Strina Lanfranchi (per tutti ormai “la signora Lanfranchi”) approfondisce ed afna la sua conoscenza del Medioevo veneziano, senza trascurare gli aspetti più squi- sitamente giuridici delle vicende lagunari testimoniate dai documenti. In particolare si occupa del fondo dei Procuratori di san Marco. Dirige, dal 16 dicembre 1964 al 9 marzo 1966, l’Archivio di Stato di Pordenone, appena istituito dopo la creazione della omonima provincia e ne organizza i fondi provenienti soprattutto da Udine e da Venezia. Dal 15 luglio 1973 al 4 gennaio successivo è direttore dell’Archivio di Stato di Verona e dal 4 gennaio 1974 al 23 febbraio 1978 è direttore dell’Archivio di Stato di Padova: in entrambi gli istituti lavora intensamen- te, con umiltà e senza ostentazioni di sorta predisponendo per molti fondi strumenti descrittivi ancor oggi utilizzati. Nella sua attività di archivista di Stato e di dirigente Bianca Strina Lanfranchi privilegia sempre il lavoro, discreto, ma puntuale e preciso, di descrizione dei documenti e di studio approfondito dei fondi, fnalizzato, con chiarezza di intenti, alla tutela del 1 Ringrazio per la gentile disponibilità e rapidità nel reperire i fascicoli personali di Bianca Lanfranchi nelle varie sedi e nell’efettuare i necessari controlli delle informazioni Mariagrazia Bevilacqua, Remigio Pegoraro, Elisabetta Reale, Antonella Sattin. 6 archivio veneto materiale e alla sua messa a disposizione dei consultatori: una lezione me- todologica e di stile e di impegno del tutto condivisibile e apprezzabile, che cerca di conciliare la necessaria cautela della conservazione con le esigenze degli studiosi. Dal 23 febbraio 1978 al 30 settembre 1999, data del suo collocamento a riposo, è soprintendente archivistico per il Veneto: funzione che svolge con indiscutibile e indimenticabile garbo ed efcienza, con equilibrio e capacità di afrontare i problemi e di risolverli con eleganza e soddisfazione di tutti. Formatasi su tematiche medievistiche, nel nuovo ruolo di sovrinten- dente si ritrova, con sorpresa e gusto della scoperta quotidianamente co- municato ai collaboratori, a lavorare su istituzioni e archivi dell’Otto e Novecento. Lo fa con passione e curiosità intelligente, sempre attenta agli aspetti giuridici e ai contesti territoriali, alle dinamiche amministrative e alle persone, studiosi e amministratori in grado di contribuire al successo delle iniziative di tutela e valorizzazione. La sua progettualità, derivante dalla rafnata cultura ed eccezionale apertura di orizzonti, innesca iniziati- ve signifcative. Basti ricordare fra tutte quella della rilevazione sistematica degli archivi dei rettori veneziani nella Terraferma veneta, organizzata d’in- tesa con la Giunta regionale del Veneto e sfociata in una collana di inventa- ri relativi agli archivi delle principali sedi dei centri “minori”, quelle “quasi città” portate alla ribalta degli studi dalla storiografa dell’epoca, in partico- lare Giorgio Chittolini e Sante Bortolami. La discrezione, la disponibilità a supportare efcacemente il lavoro di una vasta schiera di collaboratori esterni, la capacità di tirare le fla di situazioni complesse e di interagire con interlocutori svariati cercando sempre la soluzione percorribile e condivisa sono le caratteristiche di un’attività di Sovrintendenza che ha lasciato trac- cia in tutto il territorio veneto. Attivissima nell’attività di vigilanza, ancor oggi a distanza di anni è ricordata sia da chi opera all’interno degli enti con simpatia e rispetto per l’autorevolezza discreta e l’eleganza fattiva, sia da chi ha lavorato ed è stato addestrato e formato da lei, con riconoscenza per gli insegnamenti non banali ricevuti. Del resto, l’attitudine a lavorare per gli altri, a incoraggiare e assistere i “giovani” arricchendo sul campo la loro preparazione è una caratteristica che le deriva dallo stile impresso al Comitato per la pubblicazione delle fonti relative alla storia di Venezia da Luigi Lanfranchi. L’entusiasmo, la generosità, l’amore per Venezia e la sua storia che si dipana attraverso gli archivi nascono dalla lunga dimestichezza di studio con il marito, si man- tengono fno al termine della sua vita operosa e si sviluppano allargandosi su altre realtà del Veneto, su altri temi e ambiti cronologici. La sua eredità metodologica e deontologica difcilmente può essere illustrata da titoli precisi, è invece una componente interiorizzata di molti archivisti che con archivio veneto 7 lei hanno lavorato apprendendo dalle revisioni puntuali, dai consigli, dai commenti, a volte ironici e dissacranti, come condurre al termine un la- voro archivistico flologicamente corretto, puntigliosamente verifcato nei minimi particolari. Senza ostentare le proprie conoscenze Bianca Lanfran- chi ha sempre invitato chiunque a rifettere sui problemi, a non cercare una soluzione afrettata e poco rispondente ai bisogni concreti e alle disponibi- lità pratiche. Il suo proflo scientifco si è venuto rinforzando attraverso il lavoro quotidiano di ricerca e di progettazione, concretizzatosi in iniziative e prodotti di alto proflo. Una enorme disponibilità generosa ha connotato la sua opera alla guida del Comitato dopo la scomparsa del marito: suscitatrice di interessi per fonti in precedenza trascurate, attenta correttrice di refusi sfuggiti a tutti, infaticabile organizzatrice “nascosta” all’ombra del presidente, robusta so- stenitrice di editori stanchi e sommersi da mille altri impegni. Accanto alla sua carriera archivistica e alla sua opera di editrice di fonti vanno ricordate le sue molteplici e varie esperienze didattiche sia all’inter- no dell’amministrazione (docente di paleografa, prima, e di archivistica, poi, nella Scuola di archivistica, paleografa e diplomatica annessa all’Ar- chivio di Stato di Venezia; docente di paleografa e diplomatica nell’analo- ga Scuola annessa all’Archivio di Stato di Bolzano; docente di archivistica in un numero notevole di corsi organizzati dalla Soprintendenza o da altri soggetti in collaborazione con la Soprintendenza) sia in ambito universita- rio: assistente volontaria alla cattedra di storia a Ca’ Foscari negli anni acca- demici 1963-64 e 1964-65, professore incaricato di paleografa alla Scuola di perfezionamento in storia dell’arte all’Università di Urbino, professore incaricato di archivistica, a titolo gratuito, nella Facoltà di lettere e flosofa dell’Università degli Studi di Padova negli a. acc. 1976-77, 1977-78, 1978- 79, 1979-80, prorogata fno al 31 ottobre 1982, approvata come professo- re associato nel 1981; professore incaricato di archivistica nella Scuola di specializzazione per archivisti negli a. acc. 1978-79, 1979-80, 1980-81 e di paleografa e diplomatica nell’a. acc. 1981-82; professore incaricato di archivistica nella Scuola di specializzazione per bibliotecari dell’Università degli Studi di Padova negli a. acc. 1977-78, 1978-79, 1979-80, 1980-81, 1981-82; direttore della Scuola di specializzazione per archivisti della me- desima università dal 1° novembre 1977 al 31 ottobre 1982. Socia, infne emerita, dopo aver fatto parte del consiglio direttivo, della Deputazione di storia patria per le Venezie; socia, dal 1997, dell’Istituto veneto di scienze, lettere ed arti. Il 20 febbraio 2000 le viene conferita la medaglia d’argento di beneme- riti della cultura e dell’arte, meritata onorifcenza a riconoscimento del suo operato scientifco e della sua attività amministrativa di tutela del patrimo- 8 archivio veneto nio archivistico al servizio dello Stato. Bibliografa (Non sono segnalati i numerosi interventi introduttivi a lavori archivi- stici di altri autori né gli inventari dattiloscritti né le tesi di laurea seguite come relatore) − S. Giorgio di Fossone, Venezia