C o mm i tt e n te
NUOVA SOLMINE S.p.A.
Località Casone 58020 SCARLINO (GR)
Stu d i o i n c a r ic a t o
SOLUZIONE AMBIENTE S.r.l.
Via A. Grandi, 2 50029 TAVARNUZZE (FI)
Auto r ità c o mpe t e n te
PROVINCIA DI GROSSETO Settore Ambiente
Via Aurelia Nord, 217 58100 GROSSETO (GR)
Ogge t to
C omunic a zione di eserc izio a ttività di rec upero a i sensi dell’a rtt. 214 -216, c omma 1 del D.lg. 152/06
I M PIAN T O D I REC UPERO DELLE C ENERI DI PIRI T E L O C A L ITÀ C A S O N E - SC A RLINO (G R)
RELAZIONE TECNICA
Ing. Gianni Innocenti
Ottobre 2009
Comune di Scarlino
Progetto
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Provincia di Grosseto
Elaborato
RELAZIONE TECNICA
Livello
DEFINITIVO
INDICE
PREMESSA___________________________________________________________________________________3 DESCRIZIONE DEI MATERIALI TRATTATI _________________________________________________________5 La Tipologia ________________________________________________________________________________6 La Provenienza______________________________________________________________________________6 Attività di recupero __________________________________________________________________________7 Le caratteristiche chimico fisiche del prodotto ottenuto ___________________________________________9
3. LA MESSA IN RISERVA DELLE C ENERI DI PIRITE ________________________________________________ 10 PARTE SECONDA ____________________________________________________________________________ 12 4. INQUADRAMENTO TERRITORIALE E GEOLOGICO______________________________________________ 12
4.1 Uso del suolo e vegetazione ______________________________________________________________12 4.2 Inquadramento geologico________________________________________________________________13 4.3 Stratigrafia della pianura alluvionale _______________________________________________________18 4.4 Idrografia e idrogeologia _________________________________________________________________19 4.5 Freatimetria dell’acquifero superficiale e piezometria dell’acquifero superficiale___________________20
1.1.1.1 1.1.1.2
4.5.1 Acquifero superficiale _____________________________________________________21 4.5.2 Acquifero confinato profondo ______________________________________________21
4.6 Anomalia geochimica della zona __________________________________________________________22 4.7 Caratteristiche chimico-fisiche del cumulo di ceneri __________________________________________22
5. QUADRO DI COMPATIBILITÁ AMBIENTALE____________________________________________________ 27
5.1 Inquadramento e peculiarità del sito _______________________________________________________27 5.2 Analisi di compatibilità ambientale _________________________________________________________31
1.1.1.3 1.1.1.4 1.1.1.5 1.1.1.6
5.2.1 Comparto acqua _________________________________________________________31 5.2.2 Comparto aria____________________________________________________________32 5.2.3 Comparto suolo __________________________________________________________32 5.2.4 Emissioni sonore__________________________________________________________33
6. QUADRO PROGETTUALE E GESTIONALE______________________________________________________ 34
6.1 Stato attuale ____________________________________________________________________________34
1.1.1.7 1.1.1.8 1.1.1.9
6.1.1 Caratteristiche del sito GR 66 _______________________________________________34 6.1.2 Evoluzione ed attuale consistenza del cumulo di ceneri ematitiche_______________35 6.1.3 Sistemi in essere per il monitoraggio dei comparti ambientali____________________35
1.1.1.10 6.1.4 Misure per la messa in sicurezza adottate o in fase di allestimento________________36
6.2 Modalità operative ______________________________________________________________________43
1.1.1.11 6.2.1 Allestimento dell’area di messa in riserva e ciclo tecnologico ____________________43 1.1.1.12 6.2.2 Destinazioni finali_________________________________________________________46
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1.1.1.13 6.2.3 Quantità trattate _________________________________________________________46
7 PIANO DI GESTIONE, MONITORAGGIO E CONTROLLO__________________________________________ 47
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PREMESSA
La ditta NUOVA SOLMINE S.p.A. con sede legale in Scarlino, loc. Casone (GR), intende presentare il rinnovo della Comunicazione di inizio attività ai sensi del D.lg. 152/06 art. 216 e D.M. 05/02/1998 come modificato con D.M. 05/04/2006 n. 186 presso l’insediamento situato in loc. Casone per le operazioni di messa in riserva delle ceneri di pirite.
L’a ttività oggetto della c omunic a zione c onsiste nella messa in riserva , tra tta mento e rec upero di ma teria li omogenei non peric olosi ric onduc ibili a d una sola tipologia del D.M. 05/02/1998: il punto
13.18bis “polveri di ossidi di ferro fuori specifica”.
A tal fine si deposita la seguente relazione tecnica esplicativa delle operazioni effettuate all’interno del centro, con espresso riferimento alle norme tecniche di cui al D.M. 05/02/1998 recante “Individuazione dei rifiuti non pericolosi sottoposti alle procedure semplificate di recupero ai sensi degli articoli 31 e 33 del decreto legislativo 5 febbraio 1997 n. 22”.
L’impianto oltre che soddisfare ragioni di ordine imprenditoriale risponde più che altro a ragioni di pubblico interesse considerato che in questo modo si consentirebbe all’azienda di concludere il processo di bonifica attivato nella zona intorno alla fine degli anni ’90.
Con il Decreto Ministeriale del 27 luglio 2004, pubblicato sulla G.U. n. 180 del 03/08/2004, è stata introdotta una nuova tipologia di rifiuti non pericolosi destinata al recupero di materia; di fatti nell’Allegato 1, sub Allegato 1, dopo i rifiuti denominati come “polveri di ossidi di ferro” punto 13.18, menziona la neo categoria identificata dalla Tip. 13.18.bis.
Successivamente con il Decreto n. 186/2006 il legislatore è intervenuto apportando un chiarimento sulle modalità di recupero; infatti ad oggi la tipologia in questione recita:
F la provenienza: da processo di arrostimento del minerale noto come pirite o solfuro di ferro per la produzione di acido solforico e ossido di ferro, deposito anche presso stabilimenti di produzione dismessi
F l’attività di recupero consistente, appunto nella messa in riserva con eventuale riduzione volumetrica per la produzione di materia prima secondaria per i cementifici. [R13].;
F le caratteristiche delle materie prime ottenute, con un riferimento di dettaglio alla granulometria e alla composizione chimica.
La novità introdotta nel 2006 c onsiste proprio nella possibilità di sottoporre il ma teria le a d un’eventua le riduzione volumetric a a l fine di produrre ma teria prima sec onda idonea a ll’utilizzo nei c ementific i.
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È nec essa rio premettere c he in c onsidera zione della delic a tezza e c omplessità della ric hiesta a utorizza toria , ritenia mo opportuno ric orda re c he il sito, c on la Delibera zione n. 167 del 20/04/1993, è sta to identific a to c on la sigla G R66 nel “Pia no di bonific a delle a ree inquina te della Regione Tosc a na ”.
Rela tiva mente a lla c ronologia storic a rima ndia mo integra lmente a qua nto fu desc ritto nella prima c omunic a zione; invec e in questa sede c i preme sottolinea re c he il C omune di Sc a rlino c on la Determina zione n. 262 del 3 ma rzo 2009 (c fr a llega to) ha evidenzia to l’urgenza di provvedere a lla rimozione (sma ltimento/rec upero) del ma teria le poic hè fino a qua ndo la soc . non a vrà provveduto a ll’a llonta na mento delle c eneri di pirite da l sito questo non potrà essere interessa to da l proseguo delle opera zioni di messa in sic urezza disposte a i sensi del D.M. 471/99.
È dunque in quest’ottic a c he si pone la ric hiesta della soc . Solemme S.p.A. ossia quella di provvedere qua nto prima a l c ompleta mento della proc edura di bonific a del sito a ll’interno della qua le si c olloc a la ric hiesta di proseguire nelle opera zioni di rec upero delle c eneri di pirite.
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DESCRIZIONE DEI MATERIALI TRATTATI
G ra zie a lle novità norma tive introdotte da l D.M. 27/07/2004, la Nuova Solmine ha la possibilità di proc edere a d un c ompleto rec upero delle c eneri a ttra verso il riutilizzo nei c ementific i.
Avva lersi dell’integra zione a pporta ta a l D.M. 05/02/1998 diventa quindi un’opportunità gestiona le prima c he giuridic a ; usufruire della voc e 13.18bis permette dunque a ll’a zienda di a c c elera re il proc esso di a llenta mento delle c eneri e ripristina re il sito evita ndo c osì soluzioni ec c essiva mente onerose qua li lo sma ltimento in disc a ric a .
Da qui la nec essità di definire l’iter a utorizza tivo e proseguire nel reimpiego del ma teria le nei c ementific i..
Del resto le c eneri di pirite, a ssieme a lle sc a glie di la mina zione, c ostituisc ono ottime a lterna tive a ba sso c osto a ll’utilizzo di minera li prima ri per l’a rric c himento delle ma lte c ementizie in ferro e dunque a pprofitta re di questa c a ra tteristic a per istituire un regime giuridic o a gevola to per il rec upero di ma teria sembra la soluzione migliore e a nc he quella più c ompa tibile c on la tutela dell’a mbiente. In questo modo il legisla tore c on il D.M. 27/04/2004 ha a nc he predisposto la soluzione a ll’a ngusto problema della bonific a delle a ree ove sono loc a lizza ti depositi di c eneri di pirite deriva nti da lle pregresse a ttività industria li di produzione di a c ido solforic o.
Sulla Gazzetta Ufficiale n. 180 del 3 agosto c.a. è stato pubblicato il Decreto del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio 27 luglio 2004 relativo all’integrazione della voce 13.18bis.
Per facilitare la comprensione della presente relazione e per fissare i punti oggetto della disamina che proponiamo qui di seguito, si riporta il testo del D.M. modificato dal successivo intervento del 2006 con il Decreto n. 186.
Tipologia: polveri di ossidi di ferro fuori spec ific a . [010308].
Provenienza: proc esso di a rrostimento del minera le noto c ome pirite o solfuro di ferro per la
produzione di a c ido solforic o e ossido di ferro, deposito a nc he presso sta bilimenti di produzione dismessi.
Attività di rec upero: messa in riserva c on eventua le riduzione volumetric a per la produzione di
ma teria prima sec onda ria per i c ementific i. [R13].
Caratteristic he delle materie prime e/o dei prodotti ottenuti: c enere di pirite: ossidi di ferro
a rtific ia li in forma solida gra nula ta nelle dimensioni di 0-6 mm c ontenenti Fe2O3 60-100%; SiO2 5-
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15%; A12O3 0.5-1.5%; C a O 5-10%; MgO 0.5-2%; S 3-6%; As < 0.09% qua le a dditivo a pporta tore di ferro per la produzione di c emento c onforme a lla norma tiva UNI EN 197/1.
È opportuno ric orda re inoltre c he fra le premesse, c onsidera te i presupposti giustific a tivi dell’emissione del provvedimento, il legisla tore ha a fferma to a c hia re lettere c he uno dei motivi per c ui sussiste la nec essità di integra re la voc e 13.18 c on la voc e 13.18bis è quello di non provoc a re da nno o limita zione a lla c ompetitività interna ziona le nell'industria na ziona le del c emento, evidenzia ndo in questo modo l’intenzione di fa c ilita re ogni forma di rec upero nell’industria c ementizia .
LA TIPOLOGIA
Sul fa tto c he il ma teria le di c ui si disc ute rientri nella tipologia prevista da l D.M. 27/07/2004 non vi sono dubbi; infa tti c onsidera to la provenienza ossia il tipo di tra tta mento a c ui sono sta te sottoposte le c eneri, è sic ura mente più a ppropria to il sub-c a pitolo 01.03 “rifiuti prodotti da tra tta menti c himic i e fisic i di minera li meta lliferi”.
Infine va luta ta la c onsistenza del ma teria le il c odic e C ER 010308 “polveri e residui a ffini diversi da quelli di c ui a lla voc e 010307” si c onfigura c ome quello c he, meglio di a ltri, c a ra tterizza il rifiuto in esa me.
LA PROVENIENZA
Per qua nto rigua rda la “p r o ven i e n z a ” il legisla tore, nel Dec reto Ministeria le 27/07/2004, ha spec ific a to c he la c enere di pirite può deriva re:
--
o da lla produzione di a c ido solforic o media nte a rrostimento della pirite o del solfuro di ferro, sottintendendo in questo modo c he il luogo di produzione possa identific a rsi c on lo sta bilimento ove ta li ma teria li vengono tra tta ti e dunque stoc c a ti; oppure da l deposito presso sta bilimenti dismessi nei qua li il ma teria le è sta to a c c umula to nel tempo.
È evidente c he il legisla tore na ziona le ha fa tto propria la giurisprudenza c omunita ria in ma teria (sentenza C orte G iustizia C EE, Sez. IV, del 25 giugno 1998, c a usa C -192/96), c onsentendo a lle a ziende c he vivono la diffic oltà di sma ltire ingenti qua ntità di c eneri di pirite di proc edere, entro i c onfini del D.M. 05/02/1998, a l rec upero di questo sc a rto di produzione utilizza ndo iter a utorizza tivi semplific a ti.
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La sentenza c ita ta infa tti fissa un princ ipio importa nte per qua nto rigua rda la me s sa in ris e r v a di c ui a ll’Allega to II B della Direttiva 75/442/C EE rela tiva a i rifiuti (c orrisponde a ll’Allega to C del D.lg. 152/2006); il giudic e europeo ha sta bilito c he “il c onc etto di messa in riserva deve essere interpreta to nel senso c he esso c omprende non solo il c a so in c ui il deposito ha luogo nell’impresa presso la qua le viene effettua ta una delle resta nti opera zione menziona te nel detto a llega to, ma a nc he il c a so in c ui il deposito prec eda un tra sferimento verso detta impresa (esc luso il deposito tempora neo, prima della ra c c olta , nel luogo in c ui i rifiuti sono prodotti)”.
Nel c a so spec ific o un’interpreta zione del genere c onsente di c onc epire e x n ovo la messa in riserva della c enere di pirite:
-
nel luogo di produzione (ed il nuovo Dec reto si inc a ric a di prec isa re c he per luogo di produzione si può intendere a nc he lo sta bilimento e l’a rea ove ta li ma teria li sono stoc c a ti, pur essendo c essa ta la la vora zione e dismessa la spec ific a a ttività ).
Un risc ontro norma tivo lo possia mo identific a re nell’a rt. 216 c omma 14 c he rec ita :
“Fa tto sa lvo qua nto previsto da l c omma 13, le norme tec nic he di c ui a i c ommi 1, 2 e 3 sta bilisc ono le c a ra tteristic he impia ntistic he dei c entri di messa in riserva di rifiuti non peric olosi non loc a lizza ti presso gli impia nti dove sono effettua te le opera zioni di ric ic la ggio e di rec upero individua te a i punti da R1 a R9 dell'Allega to C a lla pa rte qua rta del presente dec reto, nonc hé le moda lità di stoc c a ggio e i termini ma ssimi entro i qua li i rifiuti devono essere a vvia ti a lle predette opera zioni.” .
Di fatti viene chiarito che le operazioni di messa in riserva possono essere effettuate sia presso impianti in cui si svolgono anche operazioni di recupero identificate con i codici da R1 a R9 che presso impianti in cui non si svolgono queste ultime operazioni ma si svolgono solo le attività di recupero individuate con il codice R13. Introducendo così un concetto innovativo della messa in riserva che va oltre il deposito preliminare ad una delle operazioni ricomprese fra i codici da R1 a R9.