AZIENDA AGRICOLA PASQUALIN GIGLIOLA ALLEVAMENTO GALLINE OVAIOLE POTENZALITA’ 338.000 CAPI
COMUNE DI GAIARINE - PROVINCIA DI TREVISO Via Calderozze 31
RELAZIONE DI STUDIO AMBIENTALE (ex D.LGS. 152/2006 e ss.mm.ii)
all.20 - PARTE SECONDA – INQUADRAMENTO AMBIENTALE (ver. 1.0)
Λ Δ STUDIO TECNICO DONANTONI MOGLIANO VENETO TV
DOTTORE AGRONOMO, ABILITATO COORDINATORE PER LA SICUREZZA E RSPP MACROSETTORI 1:9 ordine dottori agronomi provincia di Treviso n.223 membro dell’A.I.I.A. “Associazione Italiana di Ingegneria Agraria” membro di “European Society of Agricultural Engineering”
31021 Mogliano Veneto TV, v. Rossini 10
tel 335 26 15 00 fax 041 5905650 email [email protected] pec [email protected]
c.f. DNN LFR 58 C15 G 224 N p.i. 0248 051 0268
GRUPPO DI LAVORO:
LANFRANCO DONANTONI dottore agronomo SANDRA MICHIELETTO dottore agronomo CAMILLA DONANTONI dottore in architettura MASSIMO NOVELLO dottore agronomo
GENNAIO 2016
Λ Δ S T U D I O T E C N I C O L A N F R A N C O D O N A N T O N I M O G L I A N O V E N E T O T V
INDICE PARTE SECONDA – INQUADRAMENTO AMBIENTALE
INQUADRAMENTO AMBIENTALE ...... 3 ATMOSFERA ...... 3 1. CLIMA ...... 3 2. QUALITA’ DELL’ARIA ED EMISSIONI IN ATMOSFERA ...... 5 3. QUALITÀ DELL’ARIA IN AMBITO COMUNALE ...... 11 4. EMISSIONI IN ATMOSFERA ...... 14 SISTEMA IDRICO ...... 19 5. ACQUE SUPERFICIALI ...... 19 6. CRITICITÀ DEL SISTEMA IDROGRAFICO ...... 22 7. QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI ...... 22 8. QUALITA’ A LIVELLO COMUNALE ...... 24 9. ACQUE SOTTOSUPERFICIALI ...... 32 10. QUALITÀ DELLE ACQUE SOTTOSUPERFICIALI ...... 32 11. QUALITÀ DELLE ACQUE POTABILI ...... 35 SUOLO ...... 36 12. ASPETTI PEDOGEOMORFOLOGICI ...... 36 13. ASPETTI IDROGEOLOGICI ...... 40 SISTEMA BIOLOGICO ...... 41 14. ASPETTI VEGETAZIONALI ...... 41 15. ASPETTI FAUNISTICI ...... 44 16. BIODIVERSITÀ E VALORE ECOLOGICO DEL TERRITORIO ...... 48 PATRIMONIO PAESAGGISTICO, CULTURALE, ARCHITETTONICO E ARCHEOLOGICO ...... 51 17. GLI AMBITI DI PAESAGGIO E LE CARATTERISTICHE DEL PAESAGGIO AGRARIO ...... 53 18. PATRIMONIO ARCHEOLOGICO ...... 57 19. PATRIMONIO ARCHITETTONICO ...... 57 INFRASTRUTTURE LOCALI ...... 58 20. INFRASTRUTTURE E MOBILITA’ ...... 58 SISTEMA FISICO ...... 59 21. RUMORE ...... 59 22. INQUINAMENTO LUMINOSO ...... 59 23. RADIAZIONI NON IONIZZANTI ...... 61 24. RADIAZIONI IONIZZANTI ...... 62 SISTEMA DEI SERVIZI E RETI TECNOLOGICHE ...... 63 25. RETE FOGNARIA E IMPIANTI DI DEPURAZIONE ...... 63 26. ACQUEDOTTO ...... 64 SISTEMA INSEDIATIVO ...... 65 27. POPOLAZIONE ...... 65 28. SISTEMA DELLA SALUTE E SANITÀ ...... 67 29. SISTEMA RESIDENZIALE ...... 67 30. SISTEMA SOCIO-ECONOMICO E PRODUTTIVO ...... 68 31. SISTEMA TURISTICO – RICETTIVO ...... 68 32. SETTORE PRIMARIO ...... 68
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INQUADRAMENTO AMBIENTALE
L’inquadramento ambientale del territorio all’interno del quale si situa l’allevamento ha lo scopo di sintetizzarne lo stato attuale, valutando con particolare attenzione gli aspetti che potrebbero essere maggiormente influenzati dalla presenza dell’allevamento stesso, per poter poi verificare l’eventuale esistenza di impatti negativi.
ATMOSFERA
1. CLIMA In base allo schema della distribuzione generale dei climi, la penisola italiana -secondo la classificazione di W. Koppen- rientra completamente nell'area del clima mediterraneo che appartiene ai climi mesotermici e più precisamente al subtropicale con estate asciutta. Tuttavia, a causa di numerosi fattori come l'ubicazione del territorio rispetto ai mari ed al continente europeo, la struttura orografica e l'influenza della latitudine, accanto al tipico clima mediterraneo vi sono aree con altri climi mesotermici o con situazioni di clima microtermico e di altitudine.
Per quanto riguarda il Veneto, in particolare, si riporta quanto segue:
“In base alla classificazione termica di Pinna (1978), ispirata allo schema generale di Koeppen, il "clima temperato subcontinentale" [temperature medie annue comprese fra 10 e 14.4 °C] è quello prevalente in Veneto, interessando tutto l'areale della pianura, le valli prealpine e la Valbelluna. Le zone montane, se si escludono le valli prealpine, si collocano in prevalenza entro il "clima temperato fresco-freddo" [temperature medie annue comprese fra 6 e 9.9 °C il fresco, fra 3-5.9°C il freddo] e, solo le aree alpine culminali entro il "clima freddo" [temperature medie annue inferiori a 3 °C]. (ARPA Veneto)
In considerazione inoltre della sua peculiare posizione di transizione, influenzata sia dall’area continentale euro-asiatica che da quella mediterranea, il clima del Veneto presenta alcune caratteristiche sia di mediterraneità (limitate ad un certo influsso mitigatore del Mediterraneo sulle aree costiere) che di continentalità.” (ARPA Veneto)
Più nel dettaglio, il clima prevalente per il Comune di Gaiarine può essere desunto dalle mappe delle temperature e della piovosità media, riportate da ARPAV.
Dalla mappa delle temperature medie (isoterme) per il periodo 1985 – 2009, si evidenzia che nell’area considerata la temperatura media è risultata compresa tra 11 e 13 °C
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Dalla mappa delle precipitazioni annue medie (isoiete) per il periodo 1985 – 2009, si evidenzia che nell’area considerata la piovosità media è di circa 1000 – 1200 mm annui-
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Il territorio comunale presenta, quindi, caratteristiche termiche e puviometriche tali da ricadere all’interno del mesoclima della pianura, di seguito descritto:
“La pianura (compresi il litorale, la fascia pedemontana e le zone collinari berica ed euganea) è caratterizzata da un certo grado di continentalità, con inverni relativamente rigidi ed estati calde. Le temperature medie di quest'area son comprese fra 13°C e 15°C. Le precipitazioni sono distribuite abbastanza uniformemente durante l’anno e con totali annui mediamente compresi tra 600 e 1100 mm, con l'inverno come stagione più secca, le stagioni intermedie caratterizzate dal prevalere di perturbazioni atlantiche e mediterranee e l'estate con i tipici fenomeni temporaleschi.”
2. QUALITA’ DELL’ARIA ED EMISSIONI IN ATMOSFERA L’aria è una delle componenti ambientali fondamentali, la cui qualità è elemento imprescindibile per la vita in generale e per quella umana in particolare.
La qualità dell'aria è dipendente dall'apporto di inquinanti rilasciati nell’atmosfera, dalle condizioni meteorologiche e dalla conformazione del territorio. Come fonti principali di inquinanti sono riconosciute le attività produttive, il traffico autoveicolare e le combustioni negli impianti termici sia ad uso civile che produttivo. Con il termine inquinamento atmosferico –in base alla definizione della Convenzione di Ginevra del 1979- si deve intendere "l'introduzione nell'atmosfera da parte dell'uomo, direttamente o indirettamente, di sostanze o di energia che abbiano effetti nocivi che possano mettere in pericolo la salute dell'uomo, danneggiare le risorse biologiche e gli ecosistemi, deteriorare i beni materiali e nuocere ai valori ricreativi e ad altri usi legittimi dell'ambiente; l'espressione "inquinanti atmosferici" deve essere intesa nello stesso senso".
In Italia la normativa di riferimento in materia di qualità dell’aria è costituita dal D.Lgs.155/2010. Tale decreto regolamenta i livelli in aria ambiente di biossido di zolfo (SO2), biossido di azoto (NO2), ossidi di azoto (NOx), monossido di carbonio (CO), particolato (PM10 e PM2.5), piombo (Pb), benzene (C6H6), oltre alle concentrazioni di ozono (O3) e ai livelli nel particolato PM10 di cadmio (Cd), nichel (Ni), arsenico (As) e Benzo(a)pirene (BaP). Il D.Lgs.155/2010 è stato aggiornato dal Decreto Legislativo n. 250/2012 che ha fissato il margine di tolleranza (MDT) da applicare, ogni anno, al valore limite annuale per il PM2.5 (25 µg/m3, in vigore dal 1° gennaio 2015).
Il giudizio sulla qualità dell’aria viene formulato considerando la concentrazione nell’aria dei diversi inquinanti, dove per concentrazione si intende la quantità di sostanza inquinante presente in atmosfera per unità di volume: essa viene espressa, in genere, in µg/m3 (oppure in
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ng/m3) e viene utilizzata per esprimere valori di qualità dell'aria.
I valori limite per i diversi inquinanti sono riportati nella tabella che segue:
Per la Regione Veneto, l’attività di monitoraggio della qualità dell’aria viene effettuata da ARPAV che -come richiesto dall’art. 81 della Legge Regionale n.11/20011- si occupa anche -attraverso l’Osservatorio Regionale Aria- della predisposizione della Relazione Regionale Annuale sulla qualità dell’aria. L’attività di monitoraggio viene effettuata attraverso una rete di centraline, recentemente sottoposta a processo di revisione, la cui ubicazione è evidenziata
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nell’immagine che segue.
Per l’ambito di studio le centraline più significative risultano essere Conegliano e Mansuè, quest’ultima in particolare.
I dati relativi all’intero territorio regionale sono sotto evidenziati:
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Il giudizio sullo stato attuale della qualità dell’aria risulta negativo per i livelli di concentrazione di PM10, ozono e benzopirene; solo per quest’ultimo, tuttavia, si evidenzia un trend negativo. Lo stato di qualità risulta positivo per le polveri sottili PM 2.5, benzene, metalli pesanti, monossido di azoto e biossido di zolfo, con trend positivo, con la sola eccezione delle polveri fini PM 2.5, per le quali il trend è stabile o incerto.
Il giudizio sull’andamento delle emissioni di inquinanti in atmosfera viene, invece, formulato considerando la quantità di sostanza inquinante introdotta in atmosfera, da una certa fonte inquinante e in un determinato arco temporale; generalmente essa viene espressa in tonnellate/anno.
Il monitoraggio delle emisssioni viene eseguito attraverso la stessa rete di centraline. I dati relativi all’intero territorio regionale sono sotto evidenziati:
Il giudizio sullo stato attuale delle emissioni risulta intermedio o incerto con trend in miglioramento per tutti gli indicatori considerati.
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Attualmente uno degli strumenti conoscitivi a supporto della gestione della qualità dell’aria a livello regionale è l’inventario delle emissioni in atmosfera.
L’inventario raccoglie in un unico database i valori delle emissioni, in un’unità spazio-temporale definita, disaggregati per attività, unità territoriale e temporale, combustibile utilizzato, inquinante e tipologia di emissione. L’inventario viene redatto e periodicamente aggiornato in ottemperanza all’art. 22 del D.Lgs. 155/2010.
Il database utilizzato per compilare l’inventario regionale delle emissioni in atmosfera presenti nel territorio regionale veneto è il software INEMAR, che consente di stimare le emissioni dei principali inquinanti atmosferici, a livello comunale, per tipo di combustibile e per diversi tipi di attività, secondo la classificazione internazionale SNAP97 (Selected Nomenclature for Air Pollution), di cui alle linee guida EMEP/CORINAIR. Il Manuale EMEP/CORINAIR (pubblicato sul sito dell’Agenzia Europea dell’Ambiente e nei documenti elaborati dall’ISPRA, già APAT) è la metodologia di riferimento europea per la costruzione dell’inventario delle emissioni in atmosfera; in base ad essa le attività antropiche e naturali in grado di produrre emissioni in atmosfera sono catalogate secondo una classificazione internazionale (denominata SNAP97, Selected Nomenclature for Air Pollution 97), che si articola in tre livelli gerarchici definiti: Macrosettori, Settori ed Attività emissive. L’inventario non costituisce un calcolo esatto dell’emissione, ma fornisce una stima dei contributi emissivi e permette di individuare i settori su cui indirizzare le misure e le azioni per la riduzione delle emissioni inquinanti, fornendo uno strumento fondamentale per la pianificazione di settore (Piano Regionale di Tutela e Risanamento dell’Atmosfera).
In Tabella è riportato il dettaglio della nomenclatura a livello di Macrosettore, che sarà richiamato nei commenti dei risultati dell’inventario regionale INEMAR Veneto.
I macroinquinanti stimati nell’inventario sono: CH4 (metano), CO (monossido di carbonio), CO2 (anidride carbonica), COV (composti organici volatili), N2O (Protossido di azoto), NH3 (ammoniaca), NOx (ossidi di azoto), PTS (polveri totali sospese), PM10 (polveri fini
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aventi diametro aerodinamico inferiore a 10 µm), PM2.5 (polveri fini aventi diametro aerodinamico inferiore a 2.5 µm), SO2 (biossido di zolfo).
Nel seguito si commentano in sintesi i principali risultati della terza edizione dell’inventario regionale delle emissioni in atmosfera di macroinquinanti, INEMAR Veneto 2010, relativi alla versione definitiva (DEF). Questa terza edizione dell’inventario raccoglie le stime a livello comunale dei principali macroinquinanti derivanti dalle attività naturali ed antropiche riferite all’anno 2010 nel territorio veneto.
Un confronto tra le stime di emissione degli Inventari 2005, 2007/8 e 2010 mette in evidenza una generale riduzione delle emissioni tra il 2010 e le due precedenti edizioni di INEMAR Veneto che oscillano (in valore %), a seconda dell’inquinante considerato, tra il -25% ed il -8%, con una paunta per il biossido di zolfo (SO2), che fa registrare una diminuzione assai più importante (-42%).
Confronto tra le emissioni riscontrate negli inventari del 2005, 2007/08 e 2010 (in valore)
Riduzioni % delle emissioni riscontrate negli inventari del 2005, 2007/08 e 2010
Ulteriori indicazioni sulla qualità dell’aria e sulle emissioni sono
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tratte dalla Relazione di ARPAV per l’anno 2014 e relative ai principali inquinanti.
“I risultati presentati evidenziano che, nel 2014, le criticità per la qualità dell’aria sono rappresentate dal superamento, ancora diffuso sul territorio, del valore limite giornaliero per il PM10, ma anche dalle concentrazioni generalmente elevate per il Benzo(a)pirene, che superano il valore obiettivo localmente. Nonostante l’estate 2014 sia stata caratterizzata da temperature fresche e da condizioni generalmente favorevoli al rimescolamento degli inquinanti, si sono registrati superamenti della soglia di informazione e dell’obiettivo a lungo termine per l’ozono, soprattutto nel Veneto Centrale e Occidentale. Anche il valore obiettivo di ozono per la protezione della vegetazione non è stato rispettato in alcuna delle stazioni della rete, mentre il livello critico di ossidi di azoto (NOx) per la protezione della vegetazione è stato superato presso la stazione di S.Giustina in Colle. Si sottolinea comunque che le concentrazioni del 2014 di tali inquinanti risultano inferiori o al più stabili rispetto all’anno precedente, soprattutto per effetto delle singolari condizioni meteorologiche di instabilità verificatesi nel 2014. Non si sono riscontrati superamenti degli standard stabiliti dal D.Lgs. n.155/2010 per quanto riguarda: monossido di carbonio, biossido di zolfo, benzene, biossido di azoto, particolato PM2.5 ed elementi in tracce (piombo, arsenico, cadmio, nichel).”
3. QUALITÀ DELL’ARIA IN AMBITO COMUNALE Per quanto riguarda il Comune di Gaiarine, le informazioni di seguito riportate (fonte Rapporto Ambientale allegato al PAT comunale e ARPAV), sono basate:
sui rilievi della centralina per il monitoraggio dell’aria più vicina al comune (sita a Mansuè: si tratta di una centralina di Background rurale non influenzata dal traffico o dalle attività industriali) sui rilievi del Laboratorio Mobile predisposto da ARPAV all’interno del territorio comunale nell’ambito di un progetto di analisi approfondita della qualità dell’aria nella zona della “Sinistra Piave” PM10
Come in tutti i comuni della pianura veneta – padana, anche nel comune di Gaiarine assume rilevanza il livello di PM10. I dati rilevati vengono riportati nella tabella sottostante:
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Fonte quadro conoscitivo PAT e ARPAV
I valori registrati mettono in evidenza una certa criticità per quanto riguarda il numero di superamenti del limite giornaliero (sempre superiori ai 35 sforamenti permessi durante l’anno), mentre la medie annuali si mantengono al di sotto del limite per la protezione della salute umana di 40 µg/m3, tranne nell’ultimo anno.
I dati forniti dal Laboratorio Mobile -che si riferiscono ai periodi compresi tra il 22 giugno e l’11 luglio 2004 (periodo caldo) e tra il 3 febbraio e il 14 marzo 2006 (periodo freddo)- evidenziano, in entrambi i periodi concentrazioni superiori nonché un maggior numero di superamenti della soglia limite di 55µg/mc, rispetto a quelli registrati dalla centralina di Conegliano. Ciò conferma che il problema del PM10 è da considerare significativo per il territorio in esame e che i contributi più rilevanti in tal senso sono da attribuirsi ai settori “trasporto su strada” (28%), “combustione da attività produttive” (34%), “riscaldamento edifici non produttivi” (11%).
Ozono
L'ozono è un inquinante secondario, la cui formazione in atmosfera è influenzata da numerose variabili meteorologiche quali l'intensità delle radiazioni solari, la temperatura, la direzione e la velocità del vento. Normalmente i livelli giornalieri di ozono sono più bassi al mattino e nelle ore serali, mentre risultano massimi nelle ore pomeridiane quando la radiazione solare risulta massima. Le concentrazioni di ozono possono essere più elevate nelle aree suburbane o rurali rispetto a quelle urbane poiché l’ossido di azoto generato dal traffico veicolare può reagire con l’O3 sottraendolo all’aria circostante e formando NO2 e ossigeno molecolare. La presenza di elevati livelli di ozono danneggia la salute umana, degli animali e anche delle piante (influenza la fotosintesi), deteriora i materiali e riduce la visibilità.
I dati rilevati dalla stazione di Mansuè vengono riportati nella tabella sottostante:
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Dai dati si evince che nel periodo 2005 - 2011 ci sono stati diversi sforamenti, sia del superamento della soglia d’informazione che dell’obiettivo a lungo termine, mentre non ci sono mai stati superamenti della soglia di allarme. I dati evidenziano anche un peggioramento della situazione nel periodo in esame sicché nei mesi estivi si verifica una situazione di inquinamento da "smog fotochimico" con elevate concentrazioni di ozono.
Nel periodo di riferimento compreso tra il 21 giugno e il 12 luglio 2004, il Laboratorio Mobile collocato a Gaiarine ha evidenziato che non è mai stata raggiunta la concentrazione oraria di 180 µg/m3 di ozono, individuata come livello di attenzione dal D.M. 25/11/94 (per il periodo freddo non sono state fatte misurazioni di tali inquinanti).
CO
Il monossido di carbonio (CO) è il risultato della combustione incompleta di sostanze contenenti carbonio e in ambiente urbano viene prodotto principalmente dagli scarichi delle autovetture.
La centralina ARPAV di Mansuè non ha mai registrato superamenti di tale composto inquinante; neanche il Laboratorio Mobile collocato a Gaiarine durante la campagna ARPAV ha riportato superamenti del valore di media massima giornaliera, evidenziando normalmente valori inferiori di dieci volte il valore normato.
NO2
Il biossido di azoto (NO2) viene introdotto in atmosfera come NO (gas inodore e incolore) che viene gradualmente ossidato a NO2 da parte di composti ossidanti presenti in atmosfera; la produzione umana di NO2 deriva principalmente dai processi di combustione dei veicoli a motore, negli impianti di riscaldamento domestico e nelle attività industriali. I dati relativi alla stazione di Mansuè vengono di seguito riportati:
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I valori registrati nel periodo 2005 – 2011 risultano in calo e ben al di sotto dei valori limiti fissati per legge, per cui questo composto non desta nessuna preoccupazione nel territorio comunale in esame.
I dati del Laboratorio Mobile ARPAV e quelli rilevati a Conegliano per il periodo 21 giugno – 21 luglio 2004 hanno evidenziato che non è mai stata raggiunta la concentrazione oraria di 260µg/m3, individuata come valore limite orario per la protezione della salute umana dal Decreto 60/02.
SO2
L’anidride solforosa (SO2), è un tipico inquinante della aree urbane e industriali poichè le emissioni di origine antropica sono dovute prevalentemente all’utilizzo di combustibili contenenti zolfo, come costituente o sotto forma di impurezze. La diffusa metanizzazione dei centri urbani e la diminuzione del contenuto di zolfo negli oli combustibili hanno ridimensionato notevolmente l’entità delle emissioni di SO2.
Il Laboratorio Mobile di Gaiarine ha rilevato valori molto bassi di tale inquinante: il massimo riscontrato è stato di 5 µg/m3, mentre il valore limite previsto per l’anno 2004 dal DM 60/02 era di 380µg/m3.
4. EMISSIONI IN ATMOSFERA I dati relativi alle emissioni in atmosfera sono relativi ai risultati della terza edizione dell’inventario regionale delle emissioni in atmosfera di macroinquinanti.
Nella tabella seguente (fonte: VAS alegata al PAT di Gaiarine) vengono riportate le emissioni (misurate in t/anno, tranne la CO2 che viene misurata in kt/anno) per ogni composto inquinante, suddivise per ogni macrosettore, riferite al territorio di Gaiarine .
N.B. si rilevano difformità rispetto: sia ai valori successivamente ricavati dalle legenda allegate alle mappe; sia ai valori scaricabili dal data base on-line (URL: http://www.arpa.veneto.it/temi-
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ambientali/aria/emissioni-di-inquinanti/inventario-emissioni), utilizzati nella parte terza del S.I.A. Valutazione degli Impatti. Si suppone che tali difformità siano ascrivibili a diverse epoche di aggiornamento.
I dati vengono visualizzati nelle carte di seguito riportate.
Il Comune di Gaiarine rientra tra i comuni le cui emissioni di PM10 in
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atmosfera sono comprese tra 20 e 50 t/anno.
Il Comune di Gaiarine rientra tra i comuni le cui emissioni di PM2.5 in atmosfera sono comprese tra 20 e 50 t/anno.
Il Comune di Gaiarine rientra tra i comuni le cui emissioni di CO2 in atmosfera sono comprese tra 0 e 200 kt/anno.
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Il Comune di Gaiarine rientra tra i comuni le cui emissioni di NH3 in atmosfera sono comprese tra 0,174 e 50 t/anno.
Il Comune di Gaiarine rientra tra i comuni le cui emissioni di CH4 in atmosfera sono comprese tra 1,78 e 200 t/anno.
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Il Comune di Gaiarine rientra tra i comuni le cui emissioni di CO in atmosfera sono comprese tra 250 e 500 t/anno.
Il Comune di Gaiarine rientra tra i comuni le cui emissioni di CO2 in atmosfera sono comprese tra 0,126 e 15 t/anno.
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Il Comune di Gaiarine rientra tra i comuni le cui emissioni di NOx in atmosfera sono comprese tra 3,8 e 150 t/anno.
SISTEMA IDRICO
5. ACQUE SUPERFICIALI Il Comune di Gaiarine è interessato da quattro bacini idrografici principali che, partendo da nord vengono denominati:
bacino Beuda-Aralt
bacino Mazzul-Albinella
bacino Albinella-Cigana
bacino del canale Resteggia
Si tratta in realtà di sottobacini del fiume Livenza, che interessano un vasto territorio del Consorzio di Bonifica Pedemontano Sinistra Piave (Comprensorio n. 9 – Consorzio di bonifica Piave).
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L’allevamento si trova all’interno del bacino del canale Resteggia, immediatamente a sud del confine del bacino Albinella-Cigana.
Relativamente all’idrografia superficiale il territorio comunale si può suddividere in due parti:
parte a nord e ovest: in questa parte di territorio la rete idrografica risulta ramificata e fitta, con orientamento da ovest, nord-ovest a est, sud-est. I principali corsi d’acqua presenti sono il Fosso Vistort, il Fiume Aralt, il Rio Albanella, il Rio Cigana, il Rio Fossamara ed il Canale Resteggia; tutti questi corsi d’acqua vengono alimentati dalle risorgive, dalla rete drenante e dalle piogge;
parte a sud-est ed est: in questa parte di territorio la rete idrografica è arginata e dominata dalla presenza del corso del fiume Livenza e si caratterizza dalla presenza di aree depresse con altezze arginali importanti. La porzione di sud-est del territorio comune è a scolo meccanico, con l’idrovora posizionata
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alla confluenza del Canale Resteggia; tutto questo territorio risulta caratterizzato da problemi di inondazione.
A nord dell’allevamento di trova il Canale Cigana, mentre a sud è presente il fosso di via Mola.
Nella Carta delle acque superficiali (Elaborato n.2 allegato alla Relazione Idraulica del PAT comunale), sono riportati il reticolo idraulico superficiale, i bacini idrografici e le aree a deflusso idraulico difficoltoso.
Di seguito si riporta un estratto di tale carta.
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Tra i corsi d’acqua comunali sono soggetti a Vincolo paesaggistico ai sensi del D. Lgs. 42/2004: il fiume Livenza, il fiume Resteggia, il rio Zigana, la fossa Albinella, il torrente Aralt e fosso Gravon, il fosso Raltin, la fossa Biuba.
6. CRITICITÀ DEL SISTEMA IDROGRAFICO Per quanto riguarda il territorio comunale, nel “Progetto di Piano Stralcio per l’Assetto Idrogeologico del bacino idrografico del fiume Livenza” e nella cartografia allegata al PAI, vengono riportate aree esondabili definite a pericolosità P1 (moderata), a pericolosità P2 (media) ed a pericolosità P3 (elevata); queste aree interessano le zone del comune limitrofe al Livenza, e hanno destinazione d’uso a carattere prevalentemente agricolo.
L’allevamento non ricade all’interno di tali aree.
7. QUALITÀ DELLE ACQUE SUPERFICIALI Il Veneto è una delle regioni italiane più ricche di acqua in quanto il suo territorio è interessato da diversi fiumi di rilevanza nazionale, da bacini idrografici importanti tra i quali il “bacino scolante nella laguna di Venezia”, da numerosi laghi, da zone lagunari e marine e dalle falde acquifere sotterranee che costituiscono una delle riserve idriche più importanti d'Europa, per potenzialità e qualità. Il Veneto presenta anche un territorio fortemente antropizzato ed economicamente sviluppato per cui il sistema idrico deve sostenere significative pressioni di tipo sia qualitativo che quantitativo.
L’area di media pianura in cui si situa il territorio comunale è caratterizzata da un sistema di risorgive diffuse, che, anche in assenza di fontanili, rappresentano un sistema idrico della massima importanza. Di conseguenza particolare rilevanza assumono i programmi regionali di tutela delle acque, quali il Piano di Tutela delle Acque (approvato con DCR 107 del 5/11/2009) relativo al ciclo dell’acqua, che individua Gaiarine tra i Comuni compresi nelle aree di primaria tutela quantitativa degli acquiferi, con particolare riguardo al fiume Livenza e al suo bacino idrografico.
Anche il controllo e la tutela delle acque sono garantiti attraverso reti di monitoraggio, gestite da ARPAV per conto della Regione; le reti rilevano il valore di una serie di indicatori che forniscono indicazioni sullo stato e l’andamento della qualità delle acque e sull’efficacia delle misure adottate per la loro tutela. L’utilizzo e l’interpretazione degli indicatori seguono la recente evoluzione della normativa di riferimento per le acque superficiali e sotterranee, attualmente rappresentata dal D.Lgs. 152/2006, che ha abrogato il precedente D.Lgs. 152/1999, recependo la direttiva quadro europea sulle acque
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(2000/60/CE); il D.Lgs. 152/2006 è stato di recente integrato con decreti attuativi per gli aspetti operativi da altre norme, tra cui il D.M. 260/2010 che riporta le metriche e le modalità di classificazione.
Anche in una logica di continuità con le valutazioni finora effettuate, la classificazione delle acque superficiali attualmente attinge sia dalla vecchia normativa che dalla nuova utilizzando la prima dove la seconda non risulti ancora completamente applicabile (ad esempio livello inquinamento da macrodescrittori – LIM per i corsi d’acqua).
Lo stato ecologico viene valutato principalmente sulla base della composizione e abbondanza degli elementi di qualità biologica (EQB), dello stato trofico (LIMeco), della presenza di specifici inquinanti e delle condizioni idromorfologiche che caratterizzano l’ecosistema acquatico. Lo stato chimico è definito sulla base degli standard di qualità dei microinquinanti individuati dal D.M. 260/10, cioè sostanze potenzialmente pericolose, che presentano un rischio significativo per o attraverso l’ambiente acquatico.
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Lo stato chimico dei corsi d’acqua è definito sulla base degli standard di qualità dei microinquinanti individuati dal D.M. 260/10, cioè sostanze potenzialmente pericolose, che presentano un rischio significativo per o attraverso l’ambiente acquatico. Queste sostanze vengono classificate come vengono classificate come prioritarie (1,2 Dicloroetano, Alachlor, Atrazina, Benzene, Chlorpiriphos, Clorfenvinfos, Dietilesilftalato, Diclorometano, Diuron, Fluorantene, Isoproturon, Naftalene, Nichel, Ottilfenolo, Pentaclorofenolo, Piombo, Simazina, Triclorobenzeni, Triclorometano, Trifluralin), pericolose prioritarie (4-Nonilfenolo, Cloro Alcani, Antracene, Benzo(a)pirene, Benzo(b+k)fluorantene, Benzo(ghi)perilene, Indeno(123-cd)pirene, Cadmio, Endosulfan, Esaclorobenzene, Esaclorobutadiene, Esaclorocicloesano, Mercurio e Pentaclorobenzene) e altre sostanze (4-4' DDT, DDT totale, Aldrin, Dieldrin, Endrin, Isodrin, Tetracloroetilene, Tetracloruro di carbonio e Tricloroetilene).