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NOVEMBRE DICEMBRE 2007 st. – 45% art. 2 comma 20/b legge 662/96 - Filiale di Milano.

Alpinismo invernale Pareti Nord: Adamello e Eiger Sciescursionismo Lesachtal Escursionismo Orobie d’inverno Novembre Dicembre 2007 Supplemento bimestrale a la “Rivista del a la 2007 Supplemento bimestrale Dicembre Novembre Alpino Italiano - Lo Scarpone” Club Po 12/2007 - Sped. in abb. N. CAI NOV DIC 07 5-11-2007 15:49 Pagina a2

Addio alle vesciche!

Modello Eagle GTX www.salewa.com * ADDIO ALLE VESCICHE! – a condizione che le scarpe siano della giusta taglia, correttamente allacciate Tel.: 0471/242600 ed utilizzate con calzini tecnici nella pratica dello sport per il quale sono state ideate. CAI NOV DIC 07 6-11-2007 8:55 Pagina 1

Non passa giorno ormai da anni che la grande stampa internazionale - finalmente, aggiungiamo noi - non si occupi di cambiamenti climatici, idroeconomia, energia sostenibile, mobilità di qualità. Non sempre, va detto, lo si fa a proposito e con competenza scientifica, ma in ogni caso è chiaro a tutti quanto questi siano tra i grandi problemi epocali con cui dovranno confrontarsi fino in fondo l’attuale ed anche le prossime generazioni. Non vi è dubbio poi che la montagna nel suo

di Pier Giorgio complesso, le Alpi in particolare, rappresentino un ambito di studio e Oliveti sperimentazione del tutto specifico. Qui, proprio per la delicatezza degli ecosistemi e per la diversità degli equilibri non solo ambientali ma anche sociali ed economici, risultano più visibili che altrove il rischio di crisi ambientale, la soluzione di continuità rispetto ad equilibri consolidati, la difficoltà di ricercare soluzioni di sistema. Facciamo alcuni esempi. Non è questa la sede né avremmo a disposizione gli strumenti per entrare nel merito delle ragioni scientifiche dei mutamenti climatici: gli stessi addetti ai lavori nel corso di recenti conferenze tematiche (l’ultima presso la Fao a Roma l’11 e 12 settembre) presentano almeno tre differenti macro tesi al riguardo, oscillando (semplifichiamo) tra coloro che Energia, acqua, imputano tutto all’economia del carbonio e al crescente impatto antropico, tra chi ritiene trasporti piuttosto il problema di origine esogena a carattere ciclico Le Alpi come laboratorio e termometro collegato alle condizioni astrofisiche del Sole, tra chi per l’Europa infine propende per un mix tra le due concause con percentuali variabili da definire scientificamente. Lasciando confrontare gli scienziati, limitandoci alla pura e semplice esperienza empirica di chi in valle e in montagna ci va, da alpinisti osserviamo il mutamento del paesaggio Marco Onida, Segretario Generale della Convenzione delle Alpi e Annibale Salsa. alpino, con il progressivo e talvolta accelerato (f. Stefano Riva). restringimento di nevai e ghiacciai accompagnato dall’aumento medio della forestazione di ritorno per l’abbandono dei pascoli; come turisti, osserviamo poi la banalizzazione dei luoghi montani, l’abbattimento delle specificità culturali ed urbanistiche, la caricatura della città trasferita in montagna secondo modelli di offerta turistica già vecchi e superati in partenza, come insegnano le più avvedute esperienze nel merito in Italia ed Oltralpe; 1 CAI NOV DIC 07 5-11-2007 15:50 Pagina 2

come cittadini, osserviamo transalpine; altri come infine i problemi ambientali l’Austria, che tentano di e socio-sanitari collegati alla moderare il traffico su diminuita qualità dell’aria, gomma con limiti stringenti dell’acqua e dei suoli, di velocità (-7% di sconosciuti fino a ieri in emissioni), e con limiti altura, esportati in montagna rispetto alla tipologia del assieme all’incombente trasporto; altri come l’Italia congestione del traffico che che non hanno ancora preso IL PRIMO PASSO in alcune aree delle Alpi per provvedimenti nel merito. tempo e per luogo, è già una Peraltro il nostro paese, PER UN COMFORT ESTREMO realtà. «Prima di giungere a proprio per la sua pertinenza limiti di insostenibilità e geografica che unica tra gli punti di non ritorno, - ci ha otto paesi abbraccia per riferito Marco Onida, intero l’arco alpino, è tra i Segretario generale della pochi che pur avendo firmato Convenzione delle Alpi nel tutti i Protocolli della corso di un incontro in sede Convenzione delle Alpi tra il col presidente Annibale Salsa 1994 e il 2001, non ne ha - proprio per la delicatezza e però ancora ratificato alcuno. specificità degli ambiti alpini «La novità - precisa Onida - occorre passare è che oggi per la prima volta all’applicazione concreta di grazie alla Convenzione nuovi modelli di sviluppo delle Alpi, disponiamo di locale. E la ratifica dei dati sui flussi e sugli impatti protocolli della Convenzione confrontabili tra loro nei delle Alpi (Pianificazione diversi paesi, siamo in grado territoriale e sviluppo di formulare un pacchetto di sostenibile, Agricoltura di “raccomandazioni virtuose” montagna, Protezione della da applicare concretamente, natura e tutela del paesaggio, conosciamo ad esempio il Per garantirti massime prestazioni, Foreste montane, Turismo, dato reale sui costi dei per essere sempre al top, scegli Difesa del suolo, Energia, trasporti, non solo i costi di Thorlo. Calze straordinarie, che ti Trasporti; da elaborare: esercizio ma anche quelli assicurano un comfort estremo e Qualità dell’aria, dovuti alle esternalità, un livello di protezione su misura: Idroeconomia, Popolazione e l’impatto sull’ambiente e cultura, Economia dei rifiuti, quello sociale». Ecco che la ndr) già firmati dai paesi mobilità si intreccia a filo membri sarebbe un passo doppio con le politiche 1 Leggero decisivo per scegliere un energetiche, sociali, futuro di qualità per lo economiche in senso lato. 2 Medio spazio alpino e promuovere È tempo quindi di grandi in modo sostanziale quella 3 Massimo scelte coerenti più che di miriade di azioni/progetto di apertura di cahiers de sostenibilità già realizzate». doleances, ed un grande club Tra i numerosi e complessi come il nostro che di fatto problemi in essere, la rappresenta un grande mobilità di qualità appare movimento di opinione e un come uno dei temi chiave del valore tecnico e morale a dibattito in corso. Vi sono ad favore della montagna, non esempio paesi come la può certo sottrarsi dal Svizzera che hanno già favorire in ogni sede le limitato per legge e da anni il migliori politiche a favore numero dei camion e veicoli delle terre alte. commerciali che possono transitare sulle vie Pier Giorgio Oliveti

Distribuito in Italia da: ASOLO spa - [email protected] CAI NOV DIC 07 5-11-2007 15:50 Pagina 3 CAI NOV DIC 07 5-11-2007 15:50 Pagina 4

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2007 NOVEMBRE DICEMBRE

Copertina SUL CARÉ ALTO (f. Davide Chiesa)

ANNO 128 VOLUME CXXVI 2007 NOVEMBRE DICEMBRE Direttore Responsabile: Pier Giorgio Oliveti Direttore Editoriale: Gian Mario Giolito Collaboratore di redazione: 44 Oscar Tamari Art Director e redazione: Alessandro Giorgetta 37 Impaginazione: Alessandro Giorgetta Segreteria di Redazione: Giovanna Massini Editoriale Ghiaccio Tel. 02/2057231. ENERGIA, ACQUA, TRASPORTI CASCATE A GRESSONEY e-mail:[email protected], Pier Giorgio Oliveti 1 Gilberto Garbi 54 CAI - Sede Sociale: 10131 Torino, Monte dei Cappuccini. Sede Legale - Il tema Arrampicata 20124 Milano, Via E. Petrella, 19 - CONCERTO DI FERRAGOSTO: ARIA DI SARDEGNA Cas. post. 10001 - 20110 Milano - Mario Sertori 56 Tel. 02/205723.1. (ric. aut.) MONTAGNA MIA NON TI CONOSCO Fax 02/205723.201. Francesco Tomatis 6 CAI su Internet: www.cai.it Speleologia Telegr. centralcai milano C/c post. Lettere alla rivista 8 CAMMINARE SOTTO 15200207 intestato a cai Club Alpino R. Basilico, L. Bavagnoli, Italiano, Servizio Tesoreria - Via E. Petrella, G. Padovan, K.P. Wilke 60 19 - 20124 Milano. Sotto la lente Abbonamenti a la Rivista del Club Alpino REALTÀ O FANTASIA Roberto Mantovani 12 Storia/rifugi Italiano - Lo Scarpone: 12 fascicoli del IL RIFUGIO “GENOVA” notiziario mensile e 6 del bimestrale Vittorio Pacati 64 illustrato: abb. soci familiari: € 10,90; Cronaca alpinistica abb. soci giovani: € 5,45; abb. sezioni, a cura di Antonella Cicogna sottosezioni e rifugi: € 10,90; abb. e Mario Manica 14 Libri di montagna 67 non soci: € 35,40; supplemento spese per recapito all’estero: Europa - bacino Nuove ascensioni Monte dei Cappuccini del Mediterraneo € 22,92 / Africa - Asia - a cura del Museo Nazionale della a cura di Roberto Mazzilis 18 Americhe € 26,70 / Oceania € 28,20 Montagna e della Biblioteca Nazionale 72 Fascicoli sciolti, comprese spese postali: bimestrale + mensile (mesi pari): Arrampicata Attualità soci € 5,45, non soci € 8,20; mensile a cura di Luisa Iovane € STERMINATO TIBET; TIBET STERMINATO (mesi dispari): soci 1,90, non soci e Heinz Mariacher 20 € 3,30. Per fascicoli arretrati dal 1882 Luigi Zanzi 74 al 1978: Studio Bibliografico San Mamolo di Pierpaolo Bergonzoni & C. snc, Personaggi Materiali & tecniche Via XX Settembre, 42 - 40050 Dozza (BO) - L’ABBÉ GORRET CORDINI PER ALPINISMO, 2ª PARTE tel. e fax 0542/679083 Annibale Salsa 22 Vittorio Bedogni, Elio Guastalli 78 Segnalazioni di mancato ricevimento vanno indirizzate alla propria Sezione. Attualità Scienza e montagna Indirizzare tutta la corrispondenza SUPERALP! SI PUÒ e il materiale a: Club Alpino Italiano Ufficio ANNO INTERNAZIONALE DEI POLI, Redazione - via E. Petrella, 19 - 20124 Marcella Morandini 26 CAPITOLO CHIUSO? Milano. Originali e illustrazioni pervenuti di Jacopo Pasotti 84 regola non si restituiscono. Le diapositive Alpinismo invernale verranno restituite, se richieste. È vietata la ADAMELLO PARETE NORD Alta salute riproduzione anche parziale di testi, COME “SALVARE LA PELLE” IN MONTAGNA fotografie, schizzi, figure, disegni senza Davide Chiesa 32 esplicita autorizzazione dell’Editore. EIGER PARETE NORD Antonella Bergamo 86 Servizio Pubblicità G.N.P. s.a.s. 1ª INVERNALE ITALIANA di Nenzi G. & C. Sede: Via Udine, 21/a Sergio Dalla Longa 37 Ambiente 31015 Conegliano, Tv CHIACCHIERANDO CON I RIFUGISTI pubblicità istituzionale: Marta Ferrero 88 Tel. 011/9961533 - Fax 011/9916208 Alpinismo/storia servizi turistici: EIGER CINQUANT’ANNI DOPO Tel. 0438/31310 - Fax 0438/428707 Claudio Trova 42 e-mail:[email protected] Attualità [email protected] CHARTA ITINERUM - LUNGO LE LINEE ROSSE Fotolito: AOG SpA - Filago (BG) Sciescursionismo Monica Brenga 90 Stampa: Elcograf - Beverate di Brivio (LC) LESACHTAL Carta: bimestrale: 90 gr/mq patinata Francesco Carrer, Luciano Dalla Mora 44 senza legno; mensile: 60 gr/mq riciclata. Sped. in abbon. post - 45% art. 2 comma 54 20/b legge 662/96 - Filiale di Milano Escursionismo invernale 56 Registrazione del Tribunale di Milano n. OROBIANCO 184 del 2.7.1948 - Iscrizione al Registro Roberto Bezzi 50 Nazionale della Stampa con il n. 01188, vol. 12, foglio 697 in data 10.5.1984. Tiratura: 197.649 copie

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Concerto di di Francesco Tomatis Ferragosto? Montagna mia non ti conosco

Fra i telespettatori che Lago Bròcan abbiano seguito il quindici e bacino del Chiotàs agosto scorso, in trasmissione visti dall’alto. diretta su RAI Tre e RAI International, il Concerto di Ferragosto che l’Orchestra sinfonica “Bartolomeo Bruni” di Cuneo va proponendo da quasi trent’anni all’aperto in farlo parlare, sollecitarne le alta montagna, non pochi peculiarità personali. Il fatto avranno rilevato un che di è che nella scelta e stonato rispetto al contesto soprattutto nel complesso di dell’evento. Non mi riferisco voci, armonizzate da un alla scelta del repertorio di ritornello unico, un basso musica classica né alla sua continuo ponderoso, la eccellente interpretazione. melodia è risultata L’effetto estraniante risultava monocorde e il volto più dall’orchestrazione televisiva, autentico della montagna è quale appariva nella sua rimasto nascosto se non direzione da parte del ignorato. commentatore, anche Il messaggio più volte attraverso interviste a varie ribadito è stato chiaro. Questa persone le cui attività si meravigliosa zona montana svolgono almeno in parte delle Alpi Marittime, le cui nell’ambiente in cui si è data bellezze naturali sono state la rappresentazione, presso il mostrate con suggestive lago artificiale del Chiotas, riprese di cime e pareti, valli nel Parco naturale Alpi e pendici dall’alto di un Marittime, in specifico nel elicottero in volo, con incisivi territorio di Entracque, flash su fauna e flora locale, comune montano della Valle viventi ritratti di una natura Gesso. Singolarmente tali rara stupendamente illustrata, voci non sono suonate dovrebbe la sua notorietà e stonate, anzi, tutte intelligenti importanza prima ai regi e significative. notabili della Casa Savoia, L’intervistatore ha dimostrato che ne hanno fatto riserva doti giornalistiche reale di caccia, poi indiscutibili nel valorizzare di all’impianto della notevole volta in volta l’interlocutore, centrale idroelettrica,

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composita di più bacini occasioni meraviglioso parco PKLH HY[^VYRRSWP[WOV[V4HYPV9LNNPHUP collegati, atta alla produzione giochi o serbatoio di energia di energia elettrica nei idroelettrica, esempio momenti di massima richiesta quest’ultimo su cui s’è e, in quelli di minore, di suo incentrata la trasmissione. utilizzo per il ripompaggio a Eppure le risorse più preziose

monte dell’acqua, tanto da della montagna, anche delle DESIGNSARETRADEMARKSOF7,'ORE!SSOCIATES risultare economicamente povere montagne cuneesi, vantaggiosa nonostante il marginali, non stanno disavanzo di energia fra fase soltanto nella sfruttabilità di produzione e di consumo. intensiva delle loro risorse Prescindendo dall’assenza di idriche. Certamente, i due esponenti del Parco naturale terzi circa della popolazione Alpi Marittime fra gli della Terra vive dell’acqua intervistati, le assenze forse che proviene dalle zone più eclatanti sulla scena sono montuose; ma nel senso che state quelle di chi abiti e senza di esse non potrebbe viva, lavorandovi nemmeno bere. Concentrarne '!2-/.43RL 4  &  quotidianamente, in e sfruttarne intensivamente la montagna: i montanari. Forse preziosa linfa vitale, -/5.4!). animali rari, ma non più in sottraendola ad una sua 4/7%2 via di estinzione come sino a capillare diffusione ieri. Non solo pastori, ambientale, con centrali #ARATTERISTICHE "ENEFICI 3UOLA6IBRAM¸.EPAL 6ERSATILITÌ PERFORMANCEDIARRAMPICATA contadini, artigiani, ma anche idroelettriche forse ETRAZIONESUTUTTELESUPERFICI piccoli commercianti, economicamente ancora per )NTERSUOLA4RI-ICRO industriali, impresari, qualche tempo remunerative, 3TRATOGRIGIO #OMFORTINCAMMINATA operatori turistici, educatori e ma inficiate all’origine da 3TRATOGIALLO 3TABILITÌCONZAINIPESANTI 3TRATOARANCIO 0ERFORMANCEINARRAMPICATA tanto altro ancora. progetti intrinsecamente &RAME&LEXFIBREGLASS %LEVATARIGIDITÌTORSIONALEEFLESSIBILITÌIN È che secondo la visione dispendiosi, sperperatori CAMMINATA televisiva – ad eccezione rispetto all’economia )NSERTO4ECH05SULTACCO !GGANCIOSICURODEIRAMPONISEMI AUTOMATICI della rubrica “Montagne”, tradizionale alpina, oppure 4OMAIAINPELLESCAMOSCIATA 0ROTEZIONEALLABRASIONE prodotta come la diretta in attraverso altre grandi opere e DA MM 0OLYAMIDE questione dalla sede RAI infinite orchestrazioni, non &ASCIONEINGOMMAA² 2ESISTENZAALLABRASIONE ADERENZAIN ARRAMPICATA torinese, unica per ricchezza e può infine che condurre alla 'ORE 4EX¸3IERRA )MPERMEABILITÌETRASPIRABILITÌ documentazione, vivacità e desertificazione. Ed è tra intelligenza – , la montagna, l’altro a tutti evidente quanto, zona esteticamente bella, senza acqua, nemmeno più le &RAME&LEXFIBERGLASS ottima cornice per escursioni dighe ci daranno energia. o sport più o meno estremi, Forse soltanto allora si )NSERTOIN4ECH05 persino concerti e delibazioni, cercherà di ascoltare quelle può esser valorizzata non in voci senza volto e senza base alle ricchezze proprie e suono, di tante umili eppure '3!4RI-ICRO alla umile laboriosità delle elevatissime persone che popolazioni locali, le cui attraverso attività lavorative 3UOLA6IBRAM¸.EPAL millenarie lingue, tradizioni, apparentemente marginali, di culture possono essere fatto, permettono la tranquillamente obliate, bensì rigenerabilità ciclica continua soltanto grazie all’intervento delle risorse naturali: acqua e delle civiltà cittadine, capaci terra, aria e fuoco, animali e di sfruttarne tecnologicamente vegetali, proprio fruendo al meglio le risorse. discretamente delle loro Da riserva di caccia reale, il fruttuose produzioni. territorio montano può diventare a seconda delle Francesco Tomatis '!2-/.4#/- #HALLENGETHEELEMENTS CAI NOV DIC 07 7-11-2007 8:39 Pagina 8

struttura delle quali esclude, di per sé, il dibattito. Si tratta invece di individuare, doverosamente, dei momenti in cui l’alpinismo trentino, italiano, mondiale possa confrontarsi su “temi sensibili” per l’alpinismo. Senza pretese di saper interpretare tutta la domanda che viene dal mondo degli alpinisti, mi permetto di offrire alcuni spunti che potranno essere ampliati da chi è interessato a queste proposte. DOPO IL FILMFESTIVAL • Il riscaldamento del Concluso il pianeta non è neutro per la TrentoFilmfestival con montagna. Possiamo soddisfazione di tutti, discutere come affrontare la lasciato passare un tempo modifica profonda dei che permetta di non avere ghiacciai e pareti, la una visione schiacciata sparizione di vie, sull’evento, mi sia permesso l’impraticabilità di percorsi, NON SMETTERAI MAI DI portare alcune riflessioni e traversate, salite storiche, la proposte che credo possano necessità di una essere condivise da chi, al comunicazione immediata ai SALIRE TrentoFilmfestival, guarda fini della sicurezza? sempre con attenzione e • La corsa commerciale agli SCENDERE affetto. 8000 ha raggiunto il suo Condividendo l’osservazione vertice o il degrado, (o la critica) riguardante l’assenza di etica e umanità SALIRE l’eccessivo addensamento non trova più argini? degli appuntamenti, • La preoccupante SCENDERE fenomeno difficilmente “ignoranza” della storia modificabile, credo sia dell’alpinismo tra i giovani è necessario che, almeno un segno di cui dobbiamo SALIRE alcune delle occasioni di preoccuparci e porvi rimedio confronto abbiano, oltre alla con tutte le Agenzie SCENDERE presentazione delle tesi, formative che abbiamo a anche una conclusione. disposizione (Corsi e Scuole Mi riferisco, ad esempio, al del CAI, Guide Alpine, SALIRE dibattito “Rifugi di storie”. alpinisti dotati d’influenza ). Dopo gli interventi di Jellici, Altrimenti il rischio è quello SCENDERE Bonapace e Maestri, il tema di trovarci delle generazioni avrebbe meritato, tenuto sradicate dalla storia, conto della sua attualità, mutuando anche della sua urgenza e della nell’alpinismo quanto SALIRE presenza di molti gestori, succede nella società una risposta, una proposta, cosiddetta globalizzata, dove SCENDERE l’indicazione di una l’importante è l’adesso, ora, direzione di marcia. consumare, buttare via. La seconda osservazione Sono certo che Presidenza e riguarda il confronto tra Direzione del alpinisti, tanto richiesto e Trentofilmfestival sapranno poco ascoltato. valutare con attenzione Non si tratta delle serate quello che vuole essere un evento, affidate a personalità contributo a far sì che uno alpinistiche importanti, la dei più significativi momenti modello: 425 Explore Easy

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Summit Series Climb F07 La rivis2 2 6-08-2007 17:00:30 CAI NOV DIC 07 5-11-2007 15:51 Pagina 10

di incontro dei mondi della Avic. Non può non stupire la UN TRANQUILLO lasciano l’amaro in bocca. montagna venga sempre più generosità della ditta WEEKEND DI RUMORI Rumore, rumore, rumore, in apprezzato e frequentato. esecutrice che si fa carico Mi sono trovato sfortunato mezzo alla pace quasi artica Franco Giacomoni delle spese di realizzazione protagonista di questa del ghiacciaio l’avvoltoio (Presidente SAT) di tale percorso. Il parco del vicenda svoltasi il sette e alle sei di domenica era già Mont Avic, anche se piccolo l’otto luglio 2007 sul monte in volo; anche la grande LA STRADA DI COMBOÈ è nato per proteggere un Adamello: mi avevano detto cascata che esplode alla fine Non possiamo non ambiente unico e i miei compagni di sventura, del ghiaccio e che rimbomba scandalizzarci: montagne caratteristico ed è quindi un che il parco era eccezionale, per tutta la valle è rimasta valdostane graffiate, solcate bene comune da difendere. ma non pensavo di trovare ammutolita da questo da piste poderali, spesso Se la finalità della sua una così alta concentrazione frastuono; basta, basta, basta, asfaltate che si intrecciano sui istituzione non viene di animali… in fuga. gridavo nella mia mente versanti a formare un rispettata la collettività ha il Scappavano da quello strano contro questa offesa alla labirinto in nome delle diritto-dovere di manifestare avvoltoio dai colori montagna, non è possibile. necessità agricole e del il suo dissenso. Possiamo sgargianti, livrea metallica e E pensare che salendo al turismo. ancora sperare che dopo ali rotanti che da alcuni rifugio eravamo felici di Quale turismo? Quello che numerosi “SI”, l’ufficio giorni imperversava incontrare tanti giovani, che ogni fine settimana invade le impatto ambientale dica un rumorosamente nelle valli. sfaticavano come noi, e si nostre valli, portando a pochi “NO” coraggioso che molti, Ma che specie è? conquistavano passo dopo qualche vantaggio e lasciando più di quanti non appaia Decine e decine di passaggi passo la cima, dando a tutti fumo e rifiuti? applaudirebbero. sopra le nostre teste per testimonianza di quanto la Non possiamo non Occorre fare al più presto il portare al rifugio Lobbia Alta montagna può donarti senza preoccuparci: è stata da poco censimento delle zone non ai Caduti dell’Adamello, chiedere nulla, e di quanto si approvata dalla Giunta ancora rovinate e stabilire materiali, persone e può crescere dentro di sè Regionale la strada agricola regole precise e inderogabili attrezzature occorrenti per camminando con gli altri. che percorrerà il vallone di per salvaguardarle. Agli organizzare un evento Vorrei solo chiedere: Perché? Comboè, tralasciando le amministratori della cosa eccezionale; un ricordo, un Non si può considerare proposte e le osservazioni pubblica, per quanto difficile anniversario, una S. Messa in prima dell’evento l’impatto avanzate da associazioni possa essere, chiediamo di diretta RAI dalla cima di una che avrà sul territorio? Si ambientalistiche e cittadini. operare in tal senso. montagna dedicata a Papa parla tanto di eliski, di Giunge anche la notizia che La Valle d’Aosta deve Giovanni Paolo II non è cosa Tavole di Courmayer, di l’Amministrazione comunale rimanere bella, bellissima di tutti i giorni e non la rispetto del territorio, ma di Champdepraz ha approvato per i valdostani e per tutti. voglio assolutamente davanti a questi eccessi cosa la realizzazione di una pista Dario Mori contestare, anzi ritengo la dobbiamo dire? Spero in una ai margini del parco del Mont (Presidente Sezione di Verrès) montagna luogo primario risposta, ma soprattutto spero della crescita spirituale. Gli che in futuro non si strumenti, i mezzi, lo stile ripropongano ancora questi adottati sono però da eventi; in fin dei conti le denuncia morale, da cose più semplici sono le più segnalazione con matita belle… rossa per gli eventi che non Damiano Mondin bisogna ripetere, senza entrare nel merito dei costi PRECISAZIONE sostenuti (da chi?, quanti? Nell’articolo “Gli Spalti di spero non dal CAI). Toro” (R.M. luglio/agosto Per chi come me cerca in 2007) si corregga il cognome montagna la serenità più che De Peppo in Da Deppo. la cima, cerca i suoni della Il terzo alpinista sulla vetta natura rubati al rumore della del Campanile Toro (foto civiltà, cerca il silenzio e a pag. 45) è Renato Peverelli, volte la solitudine che solo la uno dei più profondi fatica può darti, passando in conoscitori della catena. punta di piedi per non disturbare, questi eventi Dante Colli

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È BUIO SUL GHIACCIAIO recente riapertura della Casa Avendo letto, sulla Rivista di Alpina di Valbruna di luglio-agosto 2007, la proprietà della sezione CAI recensione della riedizione di XXX ottobre di Trieste. uno dei libri cult per gli Situata in centro paese, la appassionati di montagna. casa, con caratteristiche di È buio sul ghiacciaio, del rifugio escursionistico, è grande Hermann Buhl, vorrei ottimamente gestita dai permettermi una piccola coniugi Marsonet ed è dotata osservazione. È scritto che la di 23 posti letto. Ottima base riedizione italiana di quel di partenza per l’escursione libro non avveniva dal 1960, segnalata o altre interessanti e siccome lo lessi, credo sia escursioni, la casa si presta stato pubblicato dalla editrice anche ad attività didattiche, SEI di Torino. È vero che conferenze e convegni nell’edizione attuale, grazie avendo attrezzato un’apposita all’ottima curatrice e sala con cinquanta posti. traduttrice Irene Affentranger, Informazioni e prenotazioni rispetto all’edizione 1960 tel. 0428-60340 appaiono per la prima volta i cell. 3388488412 diari del , del Claudio Mitri e del Chogolisa, (Sezione XXX ottobre - Trieste) ma nei primi anni Ottanta la piccola ma meritoria editrice LA FORCELLA Il Melograno di Alessandro DI RIOFREDDO Gogna ripubblicò in ottima L’articolo di Marco Rocca veste il volume, per cui molti sul numero di luglio-agosto che non riuscirono più a “Montasio e Jôf Fuart”, trovare il mitico libro, ebbero ripete a pag. 57 e 59 la il piacere di godersi i reso- notizia dell’impraticabilità conti delle scalate di quello del passaggio della Forcella sfortunato ma irripetibile di Riofreddo (ancora segnato alpinista. Ho creduto sulle carte! - sic.). opportuno ricordare questo Come a suo tempo per, credo, un doveroso annunciato invece la discesa riconoscimento a Gogna che in Val Riofreddo è stata colmò quella che negli anni attrezzata pochi metri più Ottanta era una lacuna. avanti per un diverso canale. Gabriele Barabino Paolo Geotti (Sezione di Tortona) LE FOTO DI DIEMBERGER LA CASA ALPINA Le foto riprodotte alle pagine DI VALBRUNA 40, 41, 44, 45 del fascicolo Nella pagina 56 e successive di maggio-giugno 2007, de “La rivista” di luglio- indicate con la dicitura agosto, nella rubrica Escur- (f. K. Diemberger) sono sionismo viene descritto un coperte da copyright. percorso ad anello nelle Alpi Pertanto chi è interessato alla Giulie Occidentali. loro riproduzione è tenuto a Per completezza ed a farne richiesta all’autore: vantaggio di coloro che Kurt Diemberger - Via volessero sperimentare Amola 23/1 - 40050 Monte questa magnifica escursione, S. Pietro (BO). desideriamo segnalare la La Redazione CAI NOV DIC 07 5-11-2007 15:52 Pagina 12

mondo valligiano e frequentato la montagna da escursionista, da alpinista e con gli sci. Mi sono Realtà addentrato in profondità negli orizzonti della vita montanara e ho vagato per anni nei meandri della storia o fantasia? dell’alpinismo, sui libri e attraverso le testimonianze. di Roberto Sono stato graziato da Mantovani incontri fortunati e da profonde amicizie, nate per Storie vere o aneddoti nati lì “fondamentalmente” perché riconosciuto. Altre volte i caso e continuate negli anni. per lì? Invenzioni letterarie o qualche volta - quasi sempre lettori hanno pensato di Mi sono ritrovato sempre incontri reali? Personaggi - le ho private di riferimenti intravedere i tratti di un dalla parte della montagna: immaginati a occhi aperti e precisi, ne ho sfumato lo amico o di un conoscente. per vocazione, per amicizia, e costruiti pestando sulla sfondo, ridotto al minimo le E questo non mi è piaciuto. anche per professione. tastiera del computer, o coordinate geografiche, Colpa mia. Vuol dire che non Il mio punto di vista sul uomini e donne incontrati cambiato i nomi ai ho sfrondato a sufficienza mondo verticale si è formato davvero in qualche remoto protagonisti. Per due motivi. particolari e caratteristiche in un crogiolo ribollente di angolo di montagna? Non è In primo luogo perché ho dei protagonisti dei racconti. fatti, esperienze, discussioni, che in queste pagine c’è proposto ai lettori della E il motivo della delusione è interviste, scambi d’opinione. qualcuno che ricama un po’ Rivista fatti e situazioni che evidente: più di una volta ho Ma anche rimanendo più del dovuto con il filo potrebbero trovare raccontato situazioni critiche, semplicemente in ascolto. della fantasia? accoglienza in diversi luoghi dato voce a personaggi della Un punto di vista forse non Le domande sono sempre le dell’arco alpino (e in parte marginalità montanara che è allineato ma neppure così stesse, grosso modo quelle anche negli Appennini). Non giusto abbiano solo un nome insolito. Penso anzi di appena elencate. Mi arrivano mi interessava chiudere le fittizio, preso a prestito condividerlo con molte altre per via diretta, per lettera o vicende narrate nell’ambito di dall’onomastica locale. persone. È quello di chi si per posta elettronica, e qualche microidentità. Niente Poi c’è un’altra una curiosità sente un po’ in mezzo al naturalmente col passaparola. campanili, e nemmeno che dev’essere soddisfatta. guado. Provo a spiegarmi. Col sorriso, magari con una villaggi; insomma: nessun Qualcuno ha sollevato il Gli habitué di questa rivista punta di scetticismo, di sicuro recinto, clan o tribù. Tanto dubbio che storie e conoscono il modo di pensare con molta curiosità. più che devo l’ispirazione a protagonisti siano troppo degli alpinisti. Sanno Forse è il momento delle vicende e fatti incontrati in numerosi, per essere credibili. perfettamente cos’è una spiegazioni. Un momento che luoghi diversi, anche assai Trovo detestabile imbrattar placca, un pendio ghiacciato, ho cercato di procrastinare il lontani gli uni dagli altri. Il carta parlando di se stessi, e uno strapiombo. Riescono a più a lungo possibile per più delle volte il riferimento io cerco di farlo meno valutarne il grado di difficoltà mille motivi. Ma tant’è: di base era quello delle Alpi possibile. Ma in questo caso tecnica, l’inclinazione, la stavolta è necessario rompere occidentali. Ma non sempre. è giusto che qualcosa dica, pericolosità. Chiamano col il riserbo. Qualche storia l’ho catturata perché non mi piace giocare a giusto nome ogni tipo di Per cominciare, è giusto a molti chilometri da casa, nascondino. roccia, riescono a calcolare a chiarire una volta per tutte nel corso di viaggi o di Dunque, ecco qua. Frequento occhio l’altitudine, che le storie che appaiono soggiorni in angoli montani la montagna da mezzo Esiste però anche un altro con una certa regolarità in sperduti: ho sempre secolo, la prima camminata punto di vista: quello di chi questa rubrica non nascono considerato come una l’ho fatta che mi reggevo in abita in montagna. Diverso e dalla fantasia di chi ogni due benedizione la curiosità di piedi da poche stagioni. Da distante dal primo, ma non mesi riempie le pagine che conoscere posti nuovi e la bambino, sentieri e boschi li meno importante. Anzi. avete sottocchio. possibilità del confronto con avevo poco distanti dall’uscio Ha una sua logica profonda e Fondamentalmente, sono idee, punti di vista e di casa, e nella mia mente può vantare conoscenze ed tutte vere. Mi hanno rappresentazioni del mondo erano il prolungamento delle esperienze accumulate nel attraversato la vita, riempito diversi dal mio. prime avventure in cortile; corso di un’infinità di le giornate, costretto a La seconda ragione è legata a più tardi - ma non capita così generazioni. No, nessun riflettere. Hanno contribuito a una necessità. Meglio: a un a molti adolescenti? - colli, timore: in questo frangente plasmare il mio immaginario, bisogno di discrezione. Non cime e pareti si sono non ho intenzione di hanno influenzato il mio si tratta di autocensura, ma di trasformati in luoghi di discettare di cultura alpina. modo di pensare. Ho usato semplice delicatezza. In scoperta. Anche perché preferirei l’avverbio qualche ritratto, qualcuno si è Crescendo, ho convissuto col rimanere lontano da una

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definizione usata troppo modo diverso: lo vede come spesso in modo la spalla di un terrazzamento, generalizzante. Soprattutto in come un’opera di un momento storico come il contenimento, come il nostro. In tempi di prolungamento del suo omologazione culturale, tra il paesaggio interiore. In una dilagare delle vena d’acqua scorge il ramo telecomunicazioni e alla di un reticolo idrico, valuta vigilia del superamento del la portata della sua sorgente. digital divide che ancora Un pendio gli richiama alla penalizza i luoghi più mente una possibile sperduti del pianeta, è un vocazione al pascolo, rischio continuare a l’eventualità di far nascere e rivendicare l’esistenza di una coltivare un bosco, o anche cultura e di un’identità alpina pericolo per la viabilità in termini puramente invernale. Una lunga pietra speculativi. L’esperienza piatta gli fa indovinare il diretta, comunque, mi ha luogo di una posa, cioè il sempre insegnato che chi punto in cui venivano vive in montagna ha uno momentaneamente sguardo diverso sul mondo appoggiate le bare dei circostante rispetto a chi defunti da trasportare al esaurisce il suo rapporto con cimitero. l’ambiente alpino (o Di un tronco d’albero appenninico) attraverso indovina l’età e lo stato di categorie estetiche, motivi stagionatura. consolatori o terapeutici. I racconti che compaiono su A chi insomma si fa bastare queste pagine stanno in il paesaggio, un bel mezzo ai due modi di vedere tramonto, oppure il gesto l’universo montano. Cercano atletico di un movimento di collegare tra loro due d’arrampicata o una bella ambiti di pensiero, di aprire sgambata tra boschi e un varco tra due diversi pascoli. panorami della mente. Se si ha la fortuna di girare Di instaurare un dialogo tra tra le montagne con chi lassù due mondi reali di pari è nato e ha trascorso la vita, dignità. Che devono e si vedono cose che gli occhi possono guardarsi negli di chi sale in quota occhi alla pari. C’è una cosa occasionalmente non che continuo a trovare riescono a distinguere. Si insopportabile: scoprono aspetti del mondo l’atteggiamento di alpino invisibili a chi non è condiscendenza che qualche capace di usare la focale volta - non sempre, siamo giusta. Sia sul lontano onesti - ho notato in chi si orizzonte, sia sotto il proprio sente solidale con i “poveri” naso. Qualche esempio? valligiani. Vuol dire che si è Prendiamo un muro in pietra capito poco. Non sta scritto a secco. Un escursionista o da nessuna parte che i un turista in genere tendono montanari debbano vestire i a considerarlo come un panni dei cugini sfortunati. elemento tipico Se è capitato, un motivo c’è, dell’architettura locale, ne e non è attribuibile né ad ammirano la regolarità e la incapacità né ad arretratezza perfezione. Anche il culturale. Ma questo è un montanaro ne valuta la discorso che abbiamo fatto tecnica con cui è stato spesso. costruito, ma è facile che consideri il manufatto in Roberto Mantovani CAI NOV DIC 07 5-11-2007 15:52 Pagina 14

Dall’alto in basso: Lo spettacolare versante nord del Gasherbrum II. Foto Archivio © Daniele Bernasconi;

Daniele Bernasconi in vetta al GII. Foto Archivio © Daniele Bernasconi;

Karl Unterkircher in cammino verso la vetta del GII. Foto Archivio © Daniele Bernasconi.

Antonella Cicogna e Mario Manica (C.A.A.I) [email protected]

CINA campo base (cordata composta da Gasherbrum II 8035 m Juan Vallejo, Josè Carlos Tamayo, Mikel Qual è stato il momento più difficile Prima ascensione all'inviolato pilastro Zabalza e Josu Bereziartua - ndr). della vostra salita all'inviolato nord del GII (versante tibetano/cinese) Verso il 20 luglio il nostro meteo da parte di una cordata italiana, con sperone nord del GII? prevedeva una finestra di bel tempo, ed cima il 20 luglio 2007 alle otto di sera. «Direi che è stato tutto difficile, perché è stato allora che abbiamo sferrato La notizia arriva insperata nel cuore tutto totalmente nuovo. Poche cordate l'attacco finale. Il 18 luglio ci portiamo dell'estate, portando una ventata di avevano tentato questo obiettivo, per al campo alto e il giorno successivo, cambiamento nell'alpinismo di casa. Da poi rinunciarci. C'erano poche salendo a sinistra del filo dello sperone tempo gli italiani non firmavano una informazioni. Siamo partiti dall'Italia roccioso, poniamo la nostra tenda a così bella salita sugli Ottomila: 2800 con l'idea di risalire lo sperone roccioso 6900 metri circa. La mattina del 20 metri di dislivello, 800 metri su roccia che conduceva al plateau glaciale per siamo costretti a partire tardi per un con difficoltà max di VI e 2000 metri ca. poi attaccare l'inviolato pilastro nord. insistente vento da sud, che su ghiaccio e neve con difficoltà Scegliere una linea diretta ci sembrava fortunatamente si attenuerà nel corso costanti di 55-60° (diff. max 75-80°). la cosa più giusta da fare. Nonostante della giornata. Saliremo fino alla Gli autori sono Daniele Bernasconi, Karl gli imprevisti abbiamo tenuto duro e sommità del pilastro su pendenze Unterkircher e Michele Compagnoni mantenuto l'obiettivo, anche quando gli costanti di 55-60 gradi, con punte costretto alla rinuncia per un malessere spagnoli che dovevano partecipare alla massime di 75-80 gradi. persistente nella parte finale, a 150 salita con noi hanno deciso di cambiare Nella parte sommitale le difficoltà di metri dalla cima. i loro piani. La prima parte misto saranno più modeste e Complimenti Daniele, Karl e Michele! dell'ascensione si è svolta su roccia, finalmente, alle otto di sera, ora di lungo lo sperone che abbiamo Pechino, io e Karl ci ritroveremo in attrezzato con delle fisse, 800 metri di Daniele Bernasconi si è fatto le ossa cima al GII. dislivello. Poi abbiamo attaccato il su (cima il 12 maggio Dopo una breve sosta discenderemo pilastro nord, con altri 2000 metri di 2005) e (cima il 24 maggio lungo la cresta ovest per riunirci con dislivello su neve e ghiaccio con 2006). Così ci racconta della prima Michele, purtroppo costretto a dare difficoltà sostenute. La scelta di assoluta al pilastro nord del GII: forfait per problemi allo stomaco e che, attrezzare con delle fisse lo sperone Ottomila o su altre belle pareti Partiti il 2 giugno dall'Italia abbiamo aggirata la sommità, si stava recando roccioso è stata dettata dalla difficoltà himalayane di 6000 e 7000 metri, è ciò posto il campo base sul ghiacciaio al colle che separa il GII dal GIII. Una e pericolosità che avrebbe comportato che cerco. E spero di poter continuare Gasherbrum Nord il 26 giugno. volta tutti di nuovo assieme, e l'attraversamento del plateau». in questa direzione». Sfruttando i successivi giorni di bel constatata l'impossibilità di ritornare Nuovi progetti? tempo abbiamo salito lo sperone dal versante cinese, siamo scesi verso «Mi piacerebbe realizzare qualcosa di Everest 8848 m roccioso ben visibile dal basso con la normale del versante pachistano, nuovo sugli Ottomila. Everest e sono Ci è giunta solo in questi giorni la difficoltà massima di sesto grado, e bivaccando a circa 7000 metri. Il state due esperienze uniche, e due notizia del tentativo senza ossigeno di posto un campo avanzato sull'ampio giorno dopo, arrivati al campo base, spedizioni alle quali sarebbe stato un Fabrizio Mannoni all'Everest, dal ghiacciaio alle sue spalle, da dove parte siamo stati accolti e festeggiati dagli peccato rinunciare anche perché i costi versante nord, a metà maggio scorso. direttamente il pilastro nord del GII. amici presenti. da solo sarebbero stati vertiginosi. Ma Mannoni deciderà di rinunciare alla Le settimane seguenti sono state non penso che farò mai più altre vetta giunto sotto il Terzo Step, a 8710 dedicate all'acclimatazione nelle zone Everest e K2 senza ossigeno in normali agli Ottomila. L'Himalaya ha metri, spossato per aver già trascorso circostanti e sulla via degli Svizzeri meno di sessanta giorni nel 2004. tanto da offrire. Penso alle nord del GI tre giorni oltre quota 8000 ed essendosi (Cina, Xinjiang - Gasherbrum II Cima Est Nuova via allo Jasemba con Hans e del Broad Peak sulle quali ci sono attardato per prestare aiuto a 7772m, prima ascensione 10 luglio parecchie cose da fare. O al , un'alpinista a rischio di congelamento Kammerlander il 22 maggio scorso 2006, Ueli Steck, Cedric Hahlen, Hans su una parete quasi inviolata. Adoro alle mani. Riscenderà così fino al poi, a soli tre mesi di distanza, Mitterer - ndr) che stavano tentando gli mettere mani e piedi dove non è Secondo Step e percorrerà il lungo spagnoli de “Al Filo de lo Imposible” (la prima salita al versante nord del GII, passato nessuno. Un po' come essere i traverso in cresta poi, sentendosi trasmissione alpinistica dell'emittente e vetta con Daniele Bernasconi. Karl primi sulla luna, certo con le dovute stanco, si siederà sul pendio e si iberica Tve - ndr) coi quali dividevamo il Unterkircher ci racconta: proporzioni! Aprire vie nuove, sugli addormenterà. Quando si risveglierà

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Qui accanto: di partire a mezzanotte assieme a Passaggio su cresta Gerlinde e consorte, gli spagnoli de Al verso la cima del Filo e il team di Carlos. Adesso Broad Peak. Foto consumeremo la nostra frugale cena e © Adriano Dal Cin. poi ognuno di noi tenterà di riposare, Sotto: Silvio cercando di trovare il giusto equilibrio Mondinelli in cima psico-fisico. Il tratto da percorrere è ancora lungo e non è certamente privo al suo 14° Ottomila di difficoltà; speriamo che non si senza ossigeno, frappongano intoppi fra noi e la vetta». il Broad Peak. Come da programma, Silvio e Marco Foto Archivio partiranno a mezzanotte per la cima con © Silvio Mondinelli gli altri alpinisti. Le condizioni meteo Sotto a sinistra: peggiorate di ora in ora, neve fresca Silvestro Stucchi fino alle ginocchia e tormenta non in scalata sul faciliteranno la progressione. Alle 10 e Sichuan, Cina. 30 Mondinelli arriverà sull'anticima con lo spagnolo Ferran La Torre e Foto Archivio l'ecuadoregno Ivan Vallejo, che avranno © Silvestro Stucchi. contribuito a battere la traccia. Alle 12 e 30 Mondinelli raggiungerà gli 8042 metri del Broad Peak. Così scriverà ancora Mondinelli: «Alle 10,30 con Ferran e Ivan sono giunto sull'anticima e, devo ammetterlo, non è stato affatto facile. Nell'ultimo tratto di ascesa il gruppo si è fatto più numeroso... Facendoci forza a vicenda, anche se la bufera ha cominciato a imperversare, dopo circa 2 ore abbiamo raggiunto la vetta del Broad Peak». Degli italiani, cima lo stesso giorno anche per Marco Confortola, Fabio Iacchini, Simone La Terra, Angelo Giovannetti. E per Adriano Dal Cin, Marco Tossutti e Alessandra Canestri della spedizione capeggiata da Giuseppe Pompili, giunto fino a 7800 metri. 4764 (da noi battezzato Peak Bergamo) appunto, a chiudersi. Dopo il Cho Oyu Cima anche per le candidate ai 14 s'incontra salendo sul promontorio (8201m), salito il 15 ottobre 1997, il ottomila femminili: l'austriaca Gerlinde sulla sinistra orografica, verso il passo 2001 lo vedrà protagonista di una Kaltenbrunner (che ha così salito i che porta alla Bipeng Valley», racconta stagione ripagatissima, con altri quattro seguenti Ottomila: Cho Oyu, Makalu, Stucchi. «La nostra via sale per placche colossi nello zaino: Everest (8848m) con , Nanga Parbat, Annapurna, GI, e fessure di facile difficoltà. Solo alcuni cima il 22 maggio, Gasherbrum II GII, Shisha Pangma, , passaggi nelle ultime tre lunghezze che (8035m) con cima il 22 luglio, Broad Peak) e la spagnola Edurne diventano verticali richiedono maggiore (8068m) risolto il 3 Pasaban (con all'attivo i seguenti impegno, con difficoltà fino al VI grado agosto e (8156m) con vetta il Ottomila: Everest, Makalu, Cho Oyu, sarà quasi buio. Proverà ancora a e un passo di A0, dove abbiamo 12 ottobre. Il 16 maggio 2002 sarà la , GI, GII, K2, Nanga Parbat, Broad scendere, nel buio totale. Si ritroverà a lasciato un chiodo e cordino. La roccia volta del Grande Nero, il Makalu Peak). quota 8600, su una piccola cengia a è granito ottimo». (8463m). Seguiranno gli 8586 metri del bivaccare solo, senza tenda né Kanchenjunga il 20 maggio 2003 e gli K2 - 8611 m ossigeno. Il giorno dopo resterà ancora 8611 metri del K2 il 26 luglio 2004. A Il 20 luglio 2007, lungo la via Cesen a lungo sopra gli 8000 metri, e solo Broad Peak - 8042 m quasi un anno di distanza, il 20 luglio sono giunti in cima al K2 Daniele Nardi, verso sera, raccogliendo tutte le proprie Ha chiuso il cerchio. Il 12 luglio scorso 2005, sarà la volta del Nanga Parbat Stefano Zavka (purtroppo disperso forze, riuscirà finalmente a raggiungere sugli 8042 metri del Broad Peak, che (8125m). Trittico invece nel 2006 con durante la discesa) e Mario Vielmo. il campo base. quest'anno festeggia cinquant'anni Shisha Pangma (8013m) il 9 maggio, dalla prima salita (9 giugno 1957, Lhotse (8596m) il 19 maggio e NEPAL Peak 4764 - Sichuan Hermann Buhl, Kurt Diemberger, Fritz Annapurna (8091m) il 12 ottobre. Cho Oyu - 8201 m L'hanno chiamata Xie-Xie, ed è la Wintersteller, Markus Schmuck), Silvio Quest'anno dopo aver fatto bis al Cho Marco Confortola ha raggiunto la vetta nuova via di 400 metri di sviluppo Mondinelli ha concluso la salita di tutti Oyu (2 maggio 2007), l'11 luglio del Cho Oyu con Silvio Mondinelli il 2 aperta il 22 agosto scorso da Silvestro e quattordici gli Ottomila, realizzati Mondinelli partirà dal campo base del maggio 2007. Il 14 maggio la cima è Stucchi, Elena Davila, Giovanni Moretti sempre senza ossigeno. Broad Peak con Marco Confortola per stata raggiunta da Alberto Magliano. e Riccardo Redaelli lungo lo spigolo Era l'11 ottobre 1993 quando raggiungere in 9 ore i 7000 metri del sudest di Peak 4764, montagna situata Mondinelli solcò per la prima volta la Campo III. «Mentre vi scrivo ci sono ben Per le relazioni e la personale nella Changping Valley, Provincia di cima di un Ottomila, il Manaslu 8156 74 alpinisti al CIII, molti dei quali pronti collaborazione ringraziamo: Sichuan, nel sudest della Cina. «La metri. Da allora, passo dopo passo, il per l'attacco finale - scrive Mondinelli Daniele Bernasconi, Adriano Dal Cin, testa della valle di Changping è solco si è fatto sempre più deciso, il dal suo diario on-line - . Dopo un Fabrizio Mannoni, Silvio Mondinelli, sbarrata da innumerevoli picchi. Peak cerchio sempre più ampio fino, meeting in alta quota, abbiamo deciso Silvestro Stucchi, Karl Unterkircher.

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Dopo 12 giorni di dura arrampicata Stephan Siegrist, Thomas Senf e Denis Burdet sono riusciti nell'impresa di scalare per la prima volta la parete nord dell'Arwa Towers, 6352 m. EXTREME HYBRID JACKET ( Strike (A3), Garhwal Himalaya, India)

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L’arrampicata è bella e varia, in dell’evidente pilastro denominato il ambiente selvaggio con il mare sullo “Triangolone“ (delimitato da 2 camini ad sfondo. La roccia (serpentinite ) “Y“) in stile classico evitando sulla presenta alcuni tratti friabili che sinistra la sezione molto friabile che si richiedono attenzione . trova, nella parte mediana, sotto il vertice del pilastro stesso. Roccia ALPI APUANE buona, in più punti magnifica. I primi 5 Monte Campaccio tiri erano già stati saliti nel 1986 da m 580 Ennio Spiranelli, Luigi Rota e Antonello Sulla Parete Peniata (esposizione NE) Maioli. Massimo Innocenti e M. Mannini il 15 Sviluppo complessivo m 500 circa per ottobre del 2005 hanno aperto dal 13 tiri di corda. Difficoltà massima VI+. basso con fix da 10 e chiodi la via Per una ripetizione portare 2 corde da “Trazioni?”. Difficoltà 6a (obbligatorio m 55. Dadi, Friend fino al 3 Camalot, a cura di Roberto fino al 5c) per uno sviluppo di m 225. Kevlar per clessidre, eventualmente Mazzilis (C.A.A.I.) La via percorre la placca evidente posta qualche chiodo. Tutti i chiodi usati sono [email protected] a sinistra della parete con uscita presso in luogo. Caneva di Tolmezzo il gendarme di cresta. Soste attrezzate La discesa si effettua per la cresta Est via Terzo 19 - 33028 – UD con spit. Per una ripetizione normale fino alla cima della Presolana di Cell. 3396662724 dotazione alpinistica, 12 rinvii, corde da Castione, poi per la via normale sul APPENNINI m 60. Discesa in doppie fino alla sosta versante Sud. del 3° tiro, poi fuori via. Bric Camulà Il 10 agosto del 2005, M. Morandini e m 818 ALPI ORIENTALI M. Innocenti hanno aperto dal basso la Appennino Ligure - Gruppo del Beigua Sass d’Ortiga via “Chi leva il vin dai fiaschi”. Dolomiti Occidentali - Gruppo delle Pale Il versante N E del piramidale Bric Sviluppo m 180 con difficoltà di 6a, di San Martino Camulà è caratterizzato da una serie di obbligatorio fino al 5c. Usati 10 fix e Il 4 agosto del 2001 Maoret Denis, crestoni rocciosi che digradano ripidi chiodi. La via percorre la placca con 5 Lovat Paolo e De Zordi Aldo in ore 3.30 verso il Rio di Lerca. Tra questi se ne tiri di corda uscendone nell’intaglio di hanno aperto una nuova via sulla parete individuano 5 principali. Partendo da sinistra. Est. Sviluppo m 380 con difficoltà dal III sinistra, il 1° il 2° e il 5° crestone sono Infine sempre M. Innocenti con F. al IV -. stati trascurati, forse perché sono un Mannini nel settembre del 2006, 25 agosto, De Zordi Aldo, Maoret Denis po’ più nascosti e leggermente più corti salendo rigorosamente dal basso con e Andrich Stefano in ore 3.30 hanno degli altri. In realtà il 3° crestone offre friend, chiodi e fix da 10, senza l’ausilio realizzato una seconda via nuova una scalata assai interessante, più bella degli Ski-Hook hanno realizzato la via sempre sulla parete Est con sviluppo di e impegnativa di quelle classiche. La “Ferro da Stiro”. Un itinerario di m m 360 e difficoltà fino al IV+. cresta è stata percorsa integralmente il 320 con difficoltà di 6b (A0) 5c Avvicinamento alla parete da Gosaldo 6 aprile 2007 da Andrea Parodi, Attilio obbligatorio. Corde da m 60, 12 rinvii, passando per il Bivacco Menegazzi e la Francavilla, Franco Di Luca e Ugo utili friend di varie misure. La via, Forcella d’Ortiga, poi a destra fino alla Petrelli del “Gruppo Geki“ di Arenzano Qui sopra: La Torre 1940 con dedicata ai loro amici Landi e Benozzi, base della Est. ed è stata attrezzata con alcuni chiodi. percorre l’imponente parete NE del il tracciato della “Via Primo D.” L’itinerario, battezzato “Via dei Geki“ Monte Campaccio e ne esce sulla aperta da A. Zordi e Paolo Lovat . ha uno sviluppo di circa m 400. Offre Gran Ciampanil destra della cima. La parete è un‘arrampicata molto bella su roccia de Murfreit caratterizzata da placche sovrapposte di Dolomiti - Gruppo del Sella In alto: Il tracciato della buona con tratti facili di II e III alternati a diversa inclinazione e che generano dei Il Gran Ciampanil è il più alto e slanciato via “Dolomiten Fingen Kraut” muri verticali e spuntoni di IV e V. Per risalti, di diversi metri e strapiombanti. dei 2 torrioni che si elevano dalla Val De una ripetizione occorrono nut, friend e sulla parete Sud del Gran Una struttura che dà alla parete le Gralba, sopra il bastione roccioso della fettucce lunghe. Ciampanil de Murfreit . sembianze di un lenzuolo grinzoso che Mèsules Da La Briesies. Sul versante casca da un asse da stiro fino a terra. Sud, il 15 agosto del 2006, Orietta Punta Tuschetti Qui sotto: Gianni Angeloni ed Discesa in corde doppie lungo la via. Bonaldo e David Demetz hanno aperto m 763 Ennio Spiranelli sulla Presolana di Avvicinamento alla parete la via “Dolomitenfingenkraut”. Appennino Ligure - Gruppo del Beigua dall’autostrada A 12 uscita di Massa L’itinerario attacca la parete nel punto in Castione dopo l’apertura della via. L’aspro versante Sud - Ovest delle indicazioni per S. Carlo - Pariana. In cui è più stretta ed incassata ovvero Punte Querzola e Tuschetti precipita nel località Canalacci girare a sinistra per presso l’imbocco della profonda gola Vallone del Rio di Lerca con una lunga Cave Capraia. Percorrere la strada del Pitl Ciampanil de Murfreit. Nella serie di balze rocciose disposte a sterrata per Km 1.5 fino sotto la parete. parte centrale la via segue una serie di scalinata e intervallate da brevi terrazze fessure che portano ad una marcata erbose. Il 3 aprile del 2007 su questa cengia. Probabilmente questo tratto è in imponente piramide a gradoni è stata PREALPI LOMBARDE comune con la via Masè Dari - aperta la “Via degli Aztechi”. Autori Presolana Dallamano - Ghilardini - e Maseroli del Andrea Parodi, Attilio Francavilla, di Castione 1933. Giorgio Massone e Ugo Petrelli. Il nuovo Gruppo della Presolana Dalla cengia una fessura - camino porta itinerario ha uno sviluppo di oltre m 200 Sulla parete Ovest Ennio Spiranelli e ad un diedro giallo e strapiombante che e difficoltà dal III+ al V-. All’inizio la via Gianni Angeloni il 9 e 10 settembre del caratterizza la parete e costituisce il segue lo sperone Sud-Ovest della Punta 2006 hanno aperto la via “In Cammino tiro “chiave“ della via. Dislivello m 350, Querzola e dopo 5 lunghezze di corda con Marco e Cornelio” in memoria dei sviluppo m 400. Difficoltà di IV, V, V+, si sposta a destra sul contrafforte della loro amici Marco Della Longa e Cornelio VI+ e A2 (in libera VII). Roccia Punta Tuschetti, rimontandolo Cortesi scomparsi nel settembre 2005. prevalentemente solida. Lasciati 14 direttamente fino in vetta . Bella via che risolve il problema

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difficoltà dal III al V. Per raggiungere la in ore 2 (It. 86 a A. Carniche Vol. I). base della parete passare da Malga Toronto e la Forcella delle Ghelezze (ore Gamspitz 2 di marcia). m 1847 Alpi Carniche - Gruppo della Creta di Creta da Cjanevate Timau m 2769 L’11 maggio del 2007 R. Mazzilis e Alpi Carniche - Gruppo Coglians - Daniele Picilli hanno salito il grande Cjanevate diedro Sud-Ovest, già oggetto di alcuni Mario Di Gallo e Daniele Moroldo il 10 tentativi effettuati da ignoti che hanno settembre del 2006 sulla parete Sud lasciato chiodi e moschettoni nei primi del Pilastro Innominato hanno aperto la 10 metri di fessura liscia che incide il “Via Tubos”. Gli stessi precisano che fondo del diedro. non sono certi che si tratti di una Si tratta di una via molto logica ed “prima“ in quanto lungo il percorso da evidente, superata completamente in loro effettuato hanno notato 2 cordini su arrampicata libera con difficoltà di V, VI, La parete Est del Gruppo altrettanti spuntoni. Forse si tratta di VII, VIII- che hanno richiesto l’uso di 15 del Prabello. ancoraggi per calate in corda doppia. chiodi, 3 friend e 2 nut di assicurazione La parete del pilastro è suddivisa in due intermedia. Sviluppo complessivo m porzioni ben distinte da una grande 350 superati in ore 4.30 di arrampicata chiodi e alcuni cordini per evidenziare le fenditura arcuata e interrotta da varie su roccia buona o ottima nei primi m clessidre. Per una ripetizione sono nicchie; la via segue dapprima la 250 di diedro (zoccolo di accesso necessari friend doppi e di misure fenditura, obliqua a sinistra sulla parete compreso). Gli ultimi m 100 che si media e grande, stopper e qualche grigia e risale al margine sinistro della sviluppano sulla parete sommitale chiodo. Avvicinamento dalla cava sulla parete gialla verticale e strapiombante rivolta a N. W. sono a tratti friabilissimi strada che da Selva va al Passo Sella. .Nella parte iniziale la roccia non è ma con difficoltà massime di IV e V. Si sale, per tracce di sentiero e rocce solida ma migliora decisamente nel Il punto di attacco è in comune con lisce e spesso bagnate alla conca tratto centrale e superiore. quello della via Barbacetto - Montagna selvaggia della Val De Gralba. Da qui Dislivello m 500 dei quali 250 con (o Via dell’Amicizia, it. 86 f Guida dei dirigersi allo stretto sbocco della gola difficoltà continue di V, tratti di VI-, un Monti d’Italia, A. Carniche Vol. I) . sotto la Sud del Gran Ciampanil de tratto molto esposto di VII, più m 250 Murfreit. Salendo un canale breve e con diff. di II, III, passaggi di IV. Lasciato Montasio In alto: Parete Nord del Montasio con il detritico (III+) si giunge ad un chiodo di 1 chiodo. Tempo impiegato ore 7. m 2624 tracciato della “Via del Canalone partenza. L’attacco è posto pochi metri a destra Alpi Giulie Occidentali - Gruppo del La discesa si compie sul versante Nord dell’it. 47 m descritto nella Guida dei Montasio Rosso”. A metà altezza la deviazione passando per la cima principale in Monti d’Italia - Alpi Carniche - Vol. I, in Edoardo Giglio e Lucio Piemontese in possibile per visitare il “Ricovero Gilio”. arrampicata e corde doppie su vecchi corrispondenza della prima nicchia della due riprese, nel mese di luglio e il 4 chiodi cementati . fenditura formata da roccia gialla e settembre del 2006, hanno aperto la Qui sopra: In apertura sul gran diedro friabile con calcite. “Via del Canalone Rosso” alla Forca Ovest del Gamspitz di Timau. Torre 1940 Rossa del Montasio, sul versante Nord Alpi Feltrine - Gruppo del Palughet Gamspitz tra la Torre Nord e la parete vera e Il 9 settembre del 2006 De Zordi Aldo e m 1847 propria, quella che incombe sopra i Errata Corrige : Lovat Paolo in ore 3 sulla parete Nord di Alpi Carniche - Gruppo della Creta di resti del ghiacciaio del Montasio. Da Francesco Frulla, in riferimento alle questa torre dolomitica hanno aperto la Timau La salita si svolge su roccia compatta notizie riportate sulla Rubrica di Maggio via “Primo D.”. Lo sviluppo è di m 635 Il 17 febbraio del 2007 R. Mazzilis e ed in ambiente grandioso. - Giugno 2007 riceviamo queste con difficoltà dal III al V-. Attacco a m Gianni Cergol hanno aperto la via “Figli Solo pochi m di roccia friabile ma ben precisazioni: L’attacco della via “Ca’ 50 prima della via B. Casagranda O. e degli Spiriti” (completamente in proteggibile. Dislivello m 580, sviluppo Moscio Vileda” si trova in C. D’Accordi. arrampicata libera e con l’uso di circa m 720 per 16 tiri di corda con difficoltà corrispondenza della rampa posta di 20 ancoraggi tra chiodi e friend) lungo di III+, IV+, V, VI, 1 passaggio di A0. fronte al canalone del Picco Pio XI che è Torre Nadia il pilastro S. E. seguendone Usati chiodi e spit. Tempo impiegato posizionato sul versante opposto della Alpi Feltrine - Gruppo del Palughet l‘arrotondato spigolo posto a sinistra ore 13. Per una ripetizione portare valle (Val Maone). Quindi non bisogna Il 6 ottobre del 2006 De Zordi Aldo e del tracciato della nota “Via Attrezzata“ chiodi sottili e a lama lunghi e corti, risalire il canalone del Picco Pio XI, Lovat Paolo in ore 4 hanno aperto la (it. 86 b Guida dei monti d’Italia, A. qualcuno a “U“ e universali. Anche nut bensì tutta la Val Maone, fino all’attacco “Via dei Pensionati”. Carniche Vol. 1). e friend. di tale rampa che si trova di fronte Sviluppo m 220 difficoltà dal III al V+ e Roccia buona, a tratti ottima con Al termine dell’8 tiro si stacca sulla (all’altezza) al canalone del Picco Pio XI. A1. L’attacco si trova a m 50 sulla difficoltà sostenute di V, VI, VII e 1 destra un cengione inclinato e Inoltre la via “La Tela del Ragno” è sinistra della via L. e M. Gadenz . passaggio di VII+ concentrate sugli attrezzato con corde e che porta, in stata salita la prima volta il 6 febbraio ultimi m 250 dello spigolo. Sviluppo circa 20 minuti, in una comoda grotta del 2000. Gruppo Prabello complessivo (comprese le placche adattata per un bivacco di emergenza e Alpi Feltrine - Gruppo Prabello sottostanti superate slegati senza via denominata “Ricovero Gilio“ (in In riferimento alle notizie riportate sulla Sulla parete Est di questa obbligata di II, III, IV e V) m 550 circa. memoria di Virgilio Zuliani). Rubrica Settembre - Ottobre 2004 si misconosciuta cima il 1 settembre del Tempo Impiegato ore 6. Avvicinamento La via di discesa, parzialmente in corde precisa che l’attacco della via aperta 2006 De Zordi Aldo, Lovat Paolo e da Timau seguendo il primo tratto della doppie da m 25 e sfruttando la linea di da Sergio Liessi e Alberto Cella il 12 Maoret Denis in ore 3 sono saliti lungo Via Attrezzata, quindi spostandosi per un colatoio con sfasciumi e un filo di giugno del 2003 sulla parete Ovest del la logicissima direttrice data dal grande bosco pensile verso destra fino al largo acqua mira al raggiungimento della via Monte Sernio si trova immediatamente diedro - fessura che in leggero obliquo colatoio che digrada dal catino pensile ferrata Amalia (ore 1.30) per la quale si a destra dell’it. 157 f e che il percorso verso sinistra solca l’intera parete. Lo posto a Est del Gamspitz (ore 1). ritorna alla base della parete da loro seguito è del tutto autonomo sviluppo raggiunge i m 380 con Discesa per il sentiero della via normale (complessivamente circa ore 2.30). fino in cima.

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montate sulla parete della diga artificiale Enel di Bissina, richiedevano dalla trentina di velocisti anche enormi doti di resistenza, ma il podio della Speed Rock 2007 restava in gran parte identico a quello in terra francese. Poco competitivi i partecipanti italiani Schmidl, Sirotti e Giupponi, in una specialità in Italia non particolarmente curata.

INTERNAZIONALE DI SERRE CHEVALIER. Appena una settimana di riposo anche Luisa Iovane per gli specialisti della difficoltà, che e Heinz dopo Chamonix si spostavano nel Mariacher Briançonese per la 18ª edizione dell’Evento Internazionale più ricco di tradizione in Francia. Meno di una COPPA DEL MONDO cinquantina di concorrenti estremamente IFSC LEAD A CHAMONIX. selezionati si confrontavano su qualifi- Terza tappa della serie ai piedi del Monte cazioni a vista, seguite da finale su via Bianco, il classico evento che anche lavorata in serata. Le condizioni meteo quest’anno aveva un incredibile obbligavano poi a concludere la successo di pubblico, con oltre diecimila manifestazione la mattina dopo su una spettatori a seguire la finale in serata. via a vista. In campo maschile Ramon Tra i componenti della squadra italiana Puigblanque migliorava il suo argento di Jenny Lavarda e Flavio Crespi Chamonix, battendo il compatriota Paxti superavano le qualificazioni con una Usobiaga e il francese Michael Fuselier; bella catena, in un’agguerrita Flavio Crespi chiudeva sesto. Tra le concorrenza di 63 e rispettivamente 29 ragazze la sedicenne Charlotte Durif partecipanti maschi e femmine. Un grave (campionessa europea) si permetteva errore fermava invece Luca Zardini ancora una volta di superare Angela Eiter “Canon” in 35° posizione. In semifinale e Natalija Gros, confermando le teorie Crespi scivolava malauguratamente che suggeriscono che la formazione di poche prese sotto il top della via, acido lattico nei teenagers sia molto raggiunto invece da Puigblanque, limitata, e di conseguenza la loro Usobiaga e Verhoeven, ma entrava comunque in finale al sesto posto. Anche Qui sopra: Jenny Lavarda conquistava la seconda Maja Vidmar vince finale della stagione, una finale a Chamonix e a Qinghai, eccezionalmente orfana di Angela Eiter, foto Janez Skok. relegata al 18° posto da un vero passo falso. In un’entusiasmante finale e con A sinistra: una fantastica rimonta Crespi, atleta delle Fiamme Gialle, raggiungeva quasi Matteo Gambaro vince la fine della via, superando di alcune l’Open di Campitello, prese il secondo, lo spagnolo foto Angelo Siri. Puigblanque; il terzo, l’olandese Verhoeven, si fermava lontanissimo, una ventina di appigli sotto di loro. In campo femminile era la slovena ventiduenne Maja Vidmar, che già aveva guidato la semifinale, a confermarsi qui la più forte. Era infatti l’unica a raggiungere il top, seguita dalla rinata belga Muriel Sarkany, ritornata ai massimi livelli dopo aver abbandonato le scene per un paio resistenza infinita. Molto delusa Jenny componente della nostra squadra superando di nuovo Angela Eiter, d’anni; terza la diciottenne russa Yana Lavarda, 14° e non qualificata per la maschile era Flavio Crespi, che passava seconda, con la ventenne giapponese Chereshneva. A Chamonix si svolgeva finale. i quarti con un top e si guadagnava Yuka Kobayashi terza e Muriel Sarkany anche la terza prova della Coppa del discretamente la finale al settimo posto. quarta. Nella finale maschile il vincitore, Mondo di Velocità, con cinque delle sei Meno bene faceva Jenny Lavarda che, il ceco Tomas Mrazek, superava Flavio medaglie in palio che andavano ad atleti COPPA DEL MONDO IFSC LEAD IN CINA. dopo una qualificazione nella media, Crespi solo per una presa, un grande russi. Appena una settimana dopo gli terminava la gara in semifinale con la secondo posto che confermava il Quinta prova di Coppa a Qinghai, e specialisti di questa disciplina si quattordicesima posizione. Durante la periodo di splendida forma del nostro come già l’anno scorso ridotta ritrovavano in Trentino, per la tappa di finale femminile quattro ragazze portabandiera; terzo Jorg Verhoeven. La partecipazione di atleti, neanche una Coppa successiva in Val Daone, che già riuscivano a toccare la stessa presa, ma contemporanea prova di Coppa del sessantina, sempre quelli della parte da sette anni ospita questa manifesta- era Maja Vidmar, la più alta anche in Mondo di Velocità si concludeva con i alta della classifica generale. Unico zione. Qui le lunghe vie, 26 metri, semifinale, ad aggiudicarsi la vittoria, soliti sei atleti russi sul podio. Si

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facevano però notare parecchi velocisti d’agosto, organizzando i classici cinesi, è solo una questione di tempo e appuntamenti sportivi per gli potremo assistere ad una rotazione ai arrampicatori in vacanza. Nel cuore del vertici di questa specialità. Catinaccio, in una valle stracolma di turisti e appassionati, l’imponente COPPA ITALIA BOULDER struttura fissa di una ventina di metri nel A GANDINO (BG). Centro Sportivo Ischia, a fianco della funivia del Col Rodella, rappresentava Per il quarto anno il circuito nazionale come sempre un’attrazione faceva tappa nella cittadina del spettacolare. Il collaudato team formato Bergamasco, e ancora una volta si da Loris Manzana e Mario Prinoth offriva aveva la conferma che questa è una belle vie strapiombanti di resistenza ai delle competizioni più apprezzate, con la 27 ragazzi e 11 ragazze. La semifinale maggiore partecipazione di atleti e di maschile terminava guidata da Luca pubblico e ottimo supporto mediatico Zardini “Canon” davanti a Zavagnin, con il coinvolgimento di SKY. Questo Battaglia e Lella, tra le ragazze catena risultato veniva ottenuto con il per Angelika Rainer e Luisa Iovane. Un grandissimo impegno paio d’ore di riposo e già iniziava la dell’organizzazione della società Koren, finale: le nuove regole infatti prevedono guidata da Davide Rottigni, tre mesi di un ritmo più serrato per lo svolgimento lavoro per trasformare le pareti di delle prove, in modo da permettere la cemento del parcheggio sotterraneo in fine delle manifestazioni a orari una struttura d’arrampicata, con “decenti” per un ritorno a casa meno l’aggiunta di fantasiosi e coloratissimi stressante per gli atleti. Tra i ragazzi volumi. Ai 31 ragazzi e alle 11 ragazze Zardini, in forza nel gruppo sportivo dei venivano inoltre offerti servizi molto Carabinieri, raggiungeva il top per una graditi quali catering, docce, buoni meritata vittoria davanti a Davide pasto, generosi pacchi gara e una festa Zavagnin (El Maneton) e il diciottenne finale che lasciava a tutti un buon Valdo Chilese (Olympic Rock). Peccato ricordo, indipendentemente dal risultato per Donato Lella che finiva vittima di un sportivo. I tracciatori Loris Manzana ed grande lancio a metà via, insuperabile Enrico Baistrocchi creavano movimenti con uno stile statico e controllato. Tra le spettacolari e molto atletici, ma di ragazze di nuovo catena per la vincitrice difficoltà omogenea e ben calibrata: tutti Angelika Rainer (AVS Merano), seguita e cinque i blocchi della semifinale da Manuela Valsecchi (Team Gamma venivano infatti superati da Michele Lecco) e Sara Morandi (Arco Climbing). Caminati. Anche in campo femminile Sara vinceva anche la prova di velocità ben cinque ragazze risolvevano i cinque in serata, insieme a Lucas Preti. Il giorno problemi a disposizione, qualificandosi seguente a Campitello si continuava con facilmente per la finale. In quest’ultimo l’Open Nazionale Difficoltà aperto a tutti, turno il livello si alzava decisamente: che attirava una cinquantina di solo il vincitore Gabriele Moroni (B-Side partecipanti tra maschi e femmine. TO) raggiungeva il top di tre boulder su Semifinale maschile meno proibitiva del quattro, in classifica lo seguivano giorno precedente, con sei concorrenti Michele Caminati (Rock-On Parma) e in catena, mentre tra le ragazze Stefano Ghidini (Olympic Rock Trieste) Angelika Rainer e Luisa Iovane venivano con due boulder al loro attivo, ma con fermate da un passo di blocco all’ultima diverse zone. Tra le ragazze era Roberta presa. In finale ad aggiudicarsi la vittoria Longo (Olympic Rock Trieste) ad era Matteo Gambaro (Sportica Pinerolo), affermarsi con due boulder al primo trentadue anni, di Borgo S. Dalmazzo tentativo, seguita da Cassandra Zampar (Cuneo), impiegato a tempo pieno nella (Olympic Rock TS) e Claudia Battaglia Polizia, che riesce a conciliare con (B-Side TO). A seguire si svolgeva la successo il lavoro, la famiglia e seconda prova di Dry Tooling, su lunghe l’allenamento per l’arrampicata. vie di resistenza in traversata, da Ripeteva la prestazione del giorno superare con le picche sugli appigli di precedente e chiudeva ottimo secondo resina. Tra i 15 partecipanti si Davide Zavagnin di Thiene, anche lui affermavano Angelika Rainer e Raffaele arrampicatore della domenica, che si Mercurali (Ice Passion). allena dopo aver passato la giornata in ufficio davanti al computer. In campo COPPA ITALIA FASI LEAD femminile Angelika Rainer si A CAMPITELLO DI FASSA. riconfermava la più forte toccando con Come ogni anno la squadra del Fassa un deciso lancio un appiglio oltre la Climbing, guidata da Stefano Bonello, si seconda Luisa Iovane (CUS Bologna) e impegnava a fondo durante il mese la terza Manuela Valsecchi. CAI NOV DIC 07 5-11-2007 15:54 Pagina 22

L’Abbé Gorret

ed il Club alpino delle origini: dalla tradizione valligiana alla modernizzazione turistica nel segno dell’alpinismo

Testo di Annibale Salsa

Ripercorrere le tappe della Gastaldi del 15 Agosto 1863: quale contestualizzare L’abate Gorret nella sua tenuta vita dell’Abbé Gorret è come «A Londra si è fatto un Club l’azione e l’opera dei padri alpinistica. riesumare una cronaca delle Alpino, cioè di persone che fondatori del Club alpino origini del Club Alpino spendono qualche settimana italiano – cui non è proverbio dell’occitana Valle Italiano. Dopo neanche due dell’anno nel salire le Alpi, le certamente estraneo il Gorret d’Aran, nei Pirenei catalani: anni dalla nascita del CAI, nostre Alpi! […] Anche a – va interpretato proprio in «las montanhas partejons las avvenuta il 23 Ottobre 1863 Vienna si è fatto un questo senso. Un senso aygues e jontons los ad iniziativa di quei Signori Alpenverein. […] Ora, non si particolarmente rafforzato – ommes». È, infatti, proprio che Guido Rey definisce i potrebbe fare alcunché di per i Valdostani – dal questa la tesi che il Nostro «cospiratori del Valentino» simile da noi? Io crederei di legittimo orgoglio di far vuole dimostrare ai (1), il Grand Gorret firma una sì» (2). conoscere la propria petite congressisti convenuti a delle pagine più gloriose della Forte di tali convincimenti patrie. A tal fine, giunge Varallo, proponendo loro storia dell’alpinismo etici, pedagogici, scientifici puntuale la pubblicazione, nel l’eloquente titolo: «les valdostano e della nuova ma, soprattutto, simbolici a 1877, dell’importante Guide montagnes qui nous séparent Italia: la partecipazione alla causa della loro efficacia de la Vallée d’Aoste che il sont celles qui nous conquista italiana della Gran galvanizzatrice sul neonato prete di Valtournenche redige réunissent». Il valligiano Becca dal versante di sentimento nazionale, la salita per alpinisti e turisti in autentico che conosce la Valtournenche. Il 17 Luglio italiana al Cervino doveva collaborazione con il barone montagna “camminata e 1865, infatti, il Gorret mette rappresentare il coronamento Claude Bich e che colmerà un vissuta” non può, infatti, piede sul Pic Tyndall della nuova epopea grande vuoto di aderire alla proposizione assicurando Bich e Carrel associativa ed alpinistica. documentazione e di astratta di una certa geografia nello strappo finale verso la L’egemonia inglese conoscenza. politica di matrice extra- vetta del Cervino: un nell’esplorazione delle Alpi Nel 1869 il Club Alpino alpina, pensata lontano dalle sacrificio di alto valore costituiva una pesante ipoteca acclamava Amé Gorret quale genti di montagna. Per essa, morale. da cui bisognava affrancarsi membro onorario nell’ambito le Alpi rappresenterebbero La conquista del Monviso soprattutto attraverso una del Congresso del CAI una barriera oro-idrografica a aveva rappresentato, il 12 consapevole riappropriazione tenutosi a Varallo nei giorni giustificazione di una Agosto 1863, la molla potente ideale e reale delle montagne 29 e 30 Agosto ed al quale frontiera di popoli e per dimostrare che anche in di casa. La circostanza che i anch’egli partecipò in qualità tradurrebbero in pratica la Italia vi erano le condizioni grandi 4000 posti sulla cresta di relatore. dottrina della “ligne de storico-culturali e la volontà dello spartiacque principale A tale importante Congresso, partage des eaux” nota come morale di costituire delle Alpi, dal Monte Bianco dove affluirono Soci “dottrina dello spartiacque”. un’Associazione indirizzata al Cervino al Rosa, fossero provenienti dalle sempre più Ma il messaggio del allo scopo di “far conoscere raggiunti e conosciuti più dal numerose Succursali (poi sacerdote valtornen è ricco di le montagne, specialmente loro versante transalpino trasformate in Sezioni), il stimoli e di provocazioni Italiane, e di agevolarvi le (Savoia e Vallese) che Grand Gorret giunse a piedi anche per quanto riguarda gli escursioni le salite e le valdostano, alimentava uno attraversando passi, scopi istituzionali del Club esplorazioni scientifiche” (art. storico complesso di collezionando forti dislivelli e Alpino. È ben noto quanto, 1 dello Statuto originario CAI inferiorità cui faceva da dando diretta dimostrazione fin dalle origini dell’Alpine - 1863). contrappunto un legittimo che le montagne uniscono i Club di Londra, il pensiero Scrive Quintino Sella nella desiderio di riscatto. Il clima popoli anche se dividono le associativo alpinistico si famosa Lettera a Bartolomeo sociale e politico dentro il acque. Dice, infatti, un trovasse combattuto tra due

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anime in perenne confronto culturali sono e devono restare particolare tra i giovani, esse l’histoire intime des vallées; dialettico. Da una parte, gli la linfa ideologica del Club costituiscono ancora un pourquoi ne dirions-nous pas emuli di Lesley Stephen alpino. Lino Vaccari, a mistero inesplorato o, nella qu’il nous reste à travailler au impegnati a difendere la tesi commento dei forti richiami migliore delle ipotesi, una progrès et au bien-être du di un alpinismo “sportivo” a del Gorret che più oltre palestra di ardimento fisico peuple? C’est une étude vocazione ludica e ricreativa, riportiamo, afferma: «[…] non dove l’anima della montagna longue et difficile, que le Club dall’altra i sostenitori di un è dentro a sì angusti confini è perduta o, addirittura, Alpino ne négligera pas». alpinismo come forma di che deve chiudersi il negata. Il richiamo ai giovani L’attenzione agli aspetti conoscenza dei territori programma del nostro Club, è, infatti, ricorrente (come già socioculturali della montagna montani a prevalente se vogliamo che esso rimanga era stato in Quintino Sella): fa di Amé Gorret il precursore vocazione scientifico- sempre in un ambiente «Poussons la jeunesse vers les di una visione delle Alpi che culturale. Non dimentichiamo superiore e non degeneri in montagnes; là elle trouvera va ben oltre l’interesse per la che John Tyndall si dimise una semplice società sportiva» l’exercice, la force, la solidité natura dimostrato dai molti dall’Alpine Club proprio per (4). Ecco allora le parole du caractère, les plaisirs purs soci geologi e naturalisti. Da protesta nei confronti di chiare ed inequivocabili del et solides qu’elle chercherait montanaro e valligiano queste particolari finalità a Grand Gorret: «Il est bien vainement ailleurs, elle y cresciuto tra i casolari di suo avviso disattese. Spesso i certain, messieurs, que le but trouvera cette ardeur Cheneil, in mezzo agli fautori dell’alpinismo de notre Club n’est pas infatigable pour le travail alpigiani, si rende conto che è conoscitivo/esplorativo sono uniquement celui de parcourir sérieux, cette constance, et il fattore umano a plasmare il stati denigrati dagli altri con les montagnes, de traverser les cette ténacité qui distingue et paesaggio delle montagne ed a l’affermazione che il ricorso glaciers en tous sens, et de qui élève si haut les Anglais, fornirle l’inconfondibile cifra alle misurazioni barometriche faire l’ascension des pics qui ne fosse solo un pretesto per nombreux qui les ornent et les craignent plus giustificare, con couronnent, car si c’était là ni argomentazioni nobili e notre unique but, notre seule contretemps, superiori, un bisogno di étude, notre société n’aurait ni fatigues, et divertimento dall’apparente bientôt plus de motifs qui vont inutilità. A parte gli eccessi di d’exister, tout cela est déjà à partout certi comportamenti troppo peu près fait et décrit; le acheter la seriosi (scientismo), non vi è véritable but du Club c’est science et la dubbio che la nozione di l’étude, c’est la science sous force au prix alpinismo (3), posta alla base ses divers aspects». È pur vero des della nascita dei Club alpini, che ai tempi del Gorret le Alpi privations» avesse ed abbia “finalità dovevano essere in parte (6). Ma la allargate dell’andar-per- ancora esplorate, anche se egli vera novità del Casolari di Cheneil e il Grand Tournalin. monti” (rapporto fra “mezzi stesso afferma in proposito: messaggio tecnici” e “fini meta-tecnici”), «[…] Les plus hautes dell’Abbé consiste nell’aver identitaria. Anche la difesa non riducibili alla sola montagnes sont à peu près indicato, fra i compiti relativi convinta del patois e della prestazione fisica toutes connues et escaladées alla conoscenza ed allo studio lingua francese rientrano (tecnicismo). In tempi più […] d’audacieux imprudents delle montagne, non soltanto all’interno della visione di un recenti, Massimo Mila ci ha doivent se contenter de gli aspetti naturalistici legati mondo alpino in cui fattori parlato di alpinismo come s’attaquer aux endroits où les alla geologia, alla botanica, fisici e naturali si cultura o come forma di autres ont dit qu’on ne passait alla meteorologia ma compenetrano senza conoscenza della crosta pas afin qu’une chute l’approfondimento degli dicotomie e dualismi terrestre. Anche oggi, in dégringolante leur donne un aspetti comportamentali, oppositivi. Può essere un’epoca che si caratterizza éclat, une publicité dont ils ne sociali, etnografici e istruttivo ricordare – come per un’esasperata pourront jouir […]». Il Nostro linguistici delle popolazioni antidoto all’oblio “sportivizzazione”, “pulsione caustico “Ours de la alpine. Ecco il passaggio dell’omologazione agonistica”, “libidine montagne” (come si firma in cruciale, in chiave globalizzatrice – che la performativa” – tutti questo scritto) pronuncia, antropologica, del suo francofonia, negli usi del atteggiamenti catalogabili quindi, un provvidenziale discorso di Varallo: «Il nous vecchio Duché d’Aoste come sotto la rubrica antropologica “elogio della lentezza” a reste à étudier les détails des del vecchio Piemonte, non della “cultura dell’eccesso” sostegno di un alpinismo vallées, les mœurs, les rifletteva esiti sciovinistici, né ma da non confondere con la flaneur (5). Tuttavia, anche habitudes, les traditions, les si identificava con la spinta ad una naturale sana oggi che le montagne non besoins et les préjugés des “francofilìa”. La presenza del competizione (la prima salita hanno oggettivamente più peuples; il nous reste à saisir Gorret in veste di pastore di al Cervino e la storia misteri, il mistero si les traces des monuments et anime nella regione del dell’alpinismo insegnano!) – trasferisce dal piano oggettivo des civilisations passées; il Delfinato gli consente, infatti, le motivazioni conoscitive e al piano soggettivo. In nous reste à reconstituer di difendere la nazione

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italiana con la stessa trasferimento in Delfinato. encore, un trait d’union entre di Varallo, al termine del determinazione con cui «Ed avrebbe continuato anche les deux nations. A présent, je memorabile discorso: «Je difende la lingua francese. di poi, se il Comitato me demande comment le vous propose une entrevue sur Anche nel romanzo di Sylvain pubblicazioni non avesse gouvernement helvétique a-t-il les montagnes, là l’homme a Jouty sulla storica conquista stabilito di non accettare che pu donner l’autorisation à besoin de l’homme, nous nous del Cervino leggiamo: «È articoli scritti in lingua quelques ennemis-nés de la serrerons la main et nous vero che, l’italiano, anche il re italiana. Per la nostra società il poésie, de la philosophie et du admirerons ensemble la Vittorio Emanuele non lo perdere la penna dell’abate sentiment, à quelques majesté et la grandeur de la parlava mai, lo aveva Gorret fu un danno sensibile» spéculateurs matériels, à des nature. C’est l’œuvre de Dieu, confessato all’abate Gorret» scrive Lino Vaccari sul Bol. ingénieurs, de chiffrer, et elle est digne de l’homme». (7). Una ragione di più per XXXIX del 1908. Tra le disposer à leur gré de cette A chiusura di questo mio affermare e comprendere pubblicazioni di Gorret sul propriété mitoyenne, sans le intervento, in qualità di come i nazionalismi nati nelle Bollettino vi sono i tre consentement et l’assentiment Presidente generale del Club pianure abbiano sempre reso discorsi pronunciati a Varallo préalable de l’autre Alpino Italiano oltre che di cattivi servizi alle piccole durante le sedute straordinarie propriétaire de la mitoyenne. studioso di cultura alpina, patrie alpine ed abbiano del già ricordato Congresso Vous voyez la grande question desidero concludere con un del CAI (9), nonché il internationale entre nations atto di riconoscenza verso il discorso pronunciato nell’altro pourtant amies. grande personaggio, Congresso alpino di Je laisse de côté les autres restituendogli l’onore di Domodossola, il 28 Agosto considérations pourtant si quella sua parlata francofona 1870, sulla delicata questione pratiques : les tempêtes si che gli era stata delle guide (10). subites, la foudre et le fer, la improvvidamente negata: L’attualità dei messaggi del rupture des fils, etc … Mais il Merci, Ours de la Montagne, prete alpinista, anche su temi y a encore du triste et du pour le témoignage d’amour scottanti di turismo comique: Triste: Les victimes envers tes montagnes et tes ambientale, gli stessi che d’un accident funeste, arrivé montagnards; merci de la part recentemente hanno sollevato sur le parcours électrique du Club alpin italien que tu as l’attenzione indignata del aérien du Mont-Cervin ne représenté suivant la plus mondo alpinistico, mi pare pourront s’attendre à aucune authentique de nos traditions! quanto mai profetica. Mi pitié et condoléances de ceux Annibale Salsa riferisco all’attuale progetto qui en apprendront la svizzero di innalzamento del nouvelle. Ils l’auront voulu! Piccolo Cervino mediante una Comique: Un monsieur, une Note torre che dovrebbe fargli dame riches enverraient leurs (1) REY G., Il Monte Cervino, Milano, Hoepli, L’abate Gorret con l’alpinista Frassy raggiungere la quota di 4000 chapeaux sur la belle 1901, Cap. III, 120-122. a Cogne (caricatura di Teja). metri di altitudine. Ebbene, montagne, sans se déranger (2) SELLA Q., Una salita al Monviso. Lettera a durante il ricovero all’Hospice eux-mêmes, et puis, dans leurs Bartolomeo Gastaldi, Verbania, Tararà, 1998, pp. 44-45. trasformato, troppo spesso, de Saint-Pierre, l’abate Gorret soirées d’hiver, dans leurs (3) Lo Statuto attuale del Club alpino italiano (Art. vecchi rapporti di buon viene a conoscenza del salons, ils montreront leurs I. 1) recita infatti: «Il CAI […] ha per scopo l’alpi- vicinato in rapporti di ostilità progetto di costruzione di una chapeaux! «celui-ci a été sur nismo in ogni sua manifestazione, la conoscenza e di guerra. Ma, nelle Alpi funicolare sul Cervino e, dopo le Cervin!» comme si e lo studio delle montagne, specialmente quelle italiane, e la difesa del loro ambiente naturale». Occidentali a differenza di uno scambio di informazioni l’individu avec sa tête avait (4) Cfr. Boll. CAI, vol. IV, n. 16 (1869), p. 314. quelle Orientali, la varietà con Guido Rey, scrive una accompagné le chapeau» (11). (5) Tali riflessioni sono contenute in uno degli linguistica non ha mai lettera a Charles Gos, amico a Una sensibilità ambientale, ultimi suoi scritti dal titolo: Aegri somnia compila- generato opposti irredentismi sua volta di Guido Rey: «[…] quella del Gorret, plasmata dal to presso la maison de retraite di Saint-Pierre en Châtel-Argent (Aosta) e riportato in: Maximes et e la pluralità dei codici J’ai été heureux d’apprendre vissuto montanaro e non certo aphorismes suivis de quelques écrits sur l’auteur, espressivi era, in passato, la que la souscription pour assimilabile ad espressioni Valtournenche, Administration Communale, regola osmotica della empêcher la déturpation de “gridate” di ambientalismo 1998. (6) Boll. CAI, cit. quotidianità (8). notre cher Mont-Cervin et lui cittadino, spesso lontane dai (7) JOUTY, S., (2003), Il Cervino: romanzo di Sempre in relazione alle conserver ses charmes, sa problemi reali dei territori di una conquista, Verbania, Tararà, 2005. vicende linguistiche ed agli beauté et ses autres titres qui montagna. (8) Lingue veicolari per le relazioni esterne nei equivoci sorti negli anni le font le plus précieux bijou L’ermite de Saint-Jacques, vecchi Stati sabaudi di terraferma erano il pie- montese, il francese e, più tardi, l’italiano. Lingue successivi in Italia, la feconda de nos Alpes, ait déjà atteint le debole ed infermo, è quasi alla intra-familiari per le relazioni interne erano, rispet- e pungente penna dell’abate chiffre de 40.000. Je veux fine della sua vita. Di lì a tivamente, i patois (francoprovenzale), occitano, ha dovuto ritrarsi anche dalle pourtant y ajouter une autre poco, il 4 novembre 1907, walsertitsch oltre, ovviamente, il piemontese. Si arrivava, così, a contare ben 5 codici linguistici: pagine del Bollettino CAI al chose. Le Mont-Cervin morirà. Sulla sua tomba, a esempio emblematico di pluralismo interculturale. quale il Grand Gorret ha appartient aussi bien à l’Italie Saint-Pierre, verrà riportata (9) Boll. CAI , cit. portato il proprio contributo qu’à la Suisse; c’est une limite proprio quella frase che aveva (10) Boll. CAI, (1870), n. 17, p. 30. dal 1866 al 1880 sino al suo si vous voulez, mais mieux pronunciato al Congresso CAI (11) Cfr.: Maximes et aphorismes, cit., p. 106.

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SuperAlp! Diario della traversata delle Alpi in treno, si può bus di linea, funivia, bicicletta e scarponi, di Marcella un’esperienza concreta di mobilità Morandini Direttrice dell’ecoistituto sostenibile che rappresenta l‘azione Ökoinstitut Südtirol/Alto Adige di Bolzano conclusiva del Progetto Interreg IIIB Spazio Alpino “Alpine Awareness”,

Il percorso. coordinato dalla Provincia di Belluno

europeo “Alpine Awareness” si quello di dimostrare che è possibile potrebbe tradurre come muoversi sulle Alpi senza utilizzare “Sensibilizzazione Alpina”, o, in l’auto. Dato l’incremento statistico termini più generali, “come mobilitare della mobilità alpina su gomma la popolazione verso il trasporto “soft” riscontrabile di anno in anno, obiettivo nelle Alpi”. A partire dall’ottobre comune è quello di stimolare un 2003, anno di approvazione del nuovo modo di muoversi e di vivere Progetto da parte dell’Unione nelle Alpi. Si punta in particolare a europea, per quattro anni è stato un ridurre l’impatto negativo e susseguirsi di azioni, seminari l’inquinamento atmosferico causati tematici, dibattiti tecnico-scientifici, dal traffico veicolare e a migliorare eventi, azioni di promozione verso i l’interconnessione dei servizi di giovani e le scuole, sperimentazioni trasporto pubblico o collettivo tra i locali come la redazione di Piani di diversi paesi e tra vallate intralpine. Mobilità. “SuperAlp!", attività finale Presentiamo di seguito il diario di del progetto Alpine Awareness che ha viaggio di questa prima esperienza ottenuto tra gli altri il patrocinio del sul campo, a firma di Marcella Club Alpino Italiano, è una traversata Morandini, direttrice dell’ecoistituto delle Alpi dalla Francia all’Italia Ökoinstitut Südtirol/Alto Adige di attraverso Svizzera, Austria e Bolzano, che ha coordinato l’intero Germania, effettuata nel giugno Progetto SuperAlp! e ha partecipato Pubblico è bello ri-propone l’uso del treno per scorso con il solo uso di mezzi di a tutti i dieci giorni di traversata. (quando è accedere al terreno di gioco trasporto sostenibili, treni e autobus Per il Cai oltre al sottoscritto che per trasporto) rispettando l’ambiente. Ma scegliere di linea, bici noleggiate attraverso La Rivista ha percorso gli ultimi tre Agli albori del “tourismo”, le cronache il mezzo di trasporto, anche per i Soci servizi già esistenti sul territorio, giorni dalla Germania all’Austria fino storiche delle Sezioni del Cai sono Cai, significa al giorno d’oggi inserirsi funivie. Non sono mancati itinerari a Pieve di Cadore e Belluno, hanno zeppe di racconti “fantastici”, di in una problematica ben più ampia, di transalpini e intervallivi a piedi lungo i partecipato ad incontri pubblici e traversate ante litteram, esplorazioni proporzioni epocali: la necessità sentieri storici. Il primo pionieristico conferenze il Vicepresidente generale alpine ed appenniniche, per le quali i urgente di sperimentare forme di gruppo di SuperAlp!, composto da Umberto Martini, il componente del consoci del passato utilizzavano fin mobilità rispettose dell’ambiente e una quindicina di giornalisti ed Cdc, Francesco Carrer, il Presidente dove si poteva i mezzi pubblici, treno inclusive del bilancio energetico e opinion leader dei paesi alpini, ha del Gruppo Regionale Veneto, Emilio e torpedone, e poi su, sempre più in sociale ovvero socio-sanitario. Al fatto tappa in alcune località Bertan, presidenti di Sezione e soci, alto nelle valli, con la bicicletta ed riguardo possiamo affermare che chiamate "Perle delle Alpi", una rete alcuni dei quali hanno anche fornito infine con gli scarponi. Era un oggi le Alpi siano una vera e propria di destinazioni alpine che offrono una supporto e accompagnato il gruppo approccio al monte senza dubbio terra laboratorio in Europa per trovare offerta turistica basata sulla mobilità da Forni di Sopra al fino a Pieve di “slow”, ma sicuramente più nuove e promettenti strade per sostenibile, create attraverso il Cadore attraverso la Forcella consapevole e vissuto di quello mitigare in modo sostanziale - se non progetto Spazio Alpino "Alpsmobility Scodavacca. d’oggi, in tempi di alta velocità. Di risolvere - il problema della “mobilità II". L’intento dei numerosi partner di Non da ultime ricordiamo le Guide di tanta tradizione di trasporto collettivo dura”, su gomma ma anche per via progetto di Alpine Awareness (vedi Cervinia che hanno consentito la rimane l’attività di Trenotrekking, ben aerea, e per cambiare l’attuale modo http://www.alpineawareness.net/pres traversata Italia-Svizzera per il viva e apprezzata dagli escursionisti, di trasportare e di muoversi troppo entation.php), coordinati dalla Teodulo ai piedi del Cervino. Grazie che mobilità decine di Sezioni e inquinante, invasivo, non economico, Provincia di Belluno e dal wp per il loro impegno. migliaia di Soci Cai ogni anno e che in una parola, insostenibile. Il progetto Ökoinstitut Südtirol/Alto Adige, è stato Pier Giorgio Oliveti

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Perché SuperAlp! supporto dell’ Ökoinstitut Südtirol/Alto Nel mondo, ogni anno, le vittime degli Adige. incidenti stradali sono 1.2 milioni, i feriti 40 volte tanto e altrettante sono le A zonzo al di qua e vittime delle patologie respiratorie al di là delle Alpi connesse. Secondo i dati diffusi da 10 giugno - Trasferimento Eurostat, nei 27 Paesi dell’Unione i Bolzano(I) - Les Gets (F) mezzi di trasporto sono responsabili del L’autobus di supporto fornito da 21% delle emissioni di CO2 ed Dolomitibus è arrivato ed è il momento utilizzano il 70% del fabbisogno di di partire. Comincia SuperAlp!, petrolio in Europa. Le Alpi in particolare traversata delle Alpi con mezzi di sono sottoposte ad una pressione trasporto sostenibili che ci porterà a sempre maggiore per quanto riguarda il girare l’arco alpino con mezzi alternativi traffico, sia pesante sia individuale. all’auto. Il pullman di supporto ci L’arco alpino è dunque un ambiente condurrà nella Perla francese di Les sensibile, in cui gli effetti del traffico si Gets, punto di partenza dell’avventura. A fanno sentire con maggiore intensità. Bolzano, con me sale Roberta Calcina Qui più che altrove problemi globali si (Project manager del progetto Alpine Awareness, EURIS srl).

11 giugno - Les Gets (F) - Chamois (I) Sveglia all’alba e mentre il bus di supporto parte con i bagagli noi raggiungiamo la fermata dell’autobus. Alle 06.54, puntualissimo, arriva l’autobus per Cluses. La stazione di Cluses è accogliente, ma deserta. Aspettiamo la coincidenza per St. Gervais Le Bains, dove ci aspetta uno spettacolare treno a cremagliera diretto a Chamonix. Cullata e a volta scossa dai movimenti del treno osservo la valle sotto di noi farsi sempre più lontana. È il giorno del Monte Bianco oggi, ma alla fine deciderà di farsi scoprire solo in parte. Raggiungiamo la partenza della funivia per l’Aiguille du Midi, un ascensore per quota 3840m. La magnificenza dei giochi di luce all’esterno, i seracchi da lontano e la Chamois, con il sole del giorno mano ferma sulla passerella. La prima seguente (f. S. Giussani). impressione è quasi quella del senso di colpa. Per non aver fatto nulla per meritarsi tanto. Di essere arrivati lassù con l’inganno. Dalla terrazza osservo la fatica di quattro alpinisti in cordata, ripercuotono in maniera visibile a livello lungo il coltello della cresta. Oltre il locale. Scegliere una mobilità diversa crinale laggiù, l’Italia, dove noi non solo è possibile, ma è un gesto arriveremo più tardi in autobus concreto per ridurre le emissioni di CO2 attraverso il tunnel del Monte Bianco. La e contribuire a migliorare la vivibilità Valle d’Aosta ci accoglie con il sole. delle località attraversate. Dal 10 al 19 Dalla stazione di Pre St. Didier uno giugno 2007 una quindicina di splendente Minuetto Trenitalia ci porta giornalisti provenienti da cinque Paesi ad Aosta e quindi a Chatillon. ha attraversato le Alpi utilizzando mezzi Attendiamo l’autobus per Buisson, da di trasporto alternativi all’auto privata, dove in funivia raggiungiamo Chamois, treno, autobus, funivia percorrendo una Perla tra le Perle. Ci si arriva alcuni tratti anche in bicicletta e a piedi. soltanto in funivia. Un paese senza Una traversata dimostrativa con lo macchine, dove i bambini giocano per scopo di provare in prima persona le strade e dove il viaggiatore, all’inizio, l’ebbrezza di muoversi senza auto e probabilmente si trova un po’ spaesato sensibilizzare il largo pubblico al tema dall’assenza di quel ronzio di sottofondo della mobilità sostenibile raccontando il a cui siamo ormai tristemente abituati. Il viaggio. Tutto questo è SuperAlp!, nato sindaco Remo Ducly, in rappresentanza all’interno del progetto Interreg IIIB dei 98 abitanti del Comune di Chamois, Spazio Alpino “Alpine Awareness” ci accoglie con parole entusiaste, coordinato dalla Provincia di Belluno col illustrando i progetti per il futuro. CAI NOV DIC 07 5-11-2007 15:57 Pagina 28

13 giugno - Brig (CH) - Arosa (CH) Generale della Convenzione delle Alpi. Salutiamo Brig a bordo del Glacier La “Event card” permette l’uso Express. L’ente Svizzera Turismo ci ha combinato di treno e bicicletta. riservato una carrozza panoramica, Noleggiate le biciclette a Malles nuovissima e, a quanto pare, tutta per puntiamo quindi verso Silandro. La pista noi. Ci immergiamo dolcemente nel ciclabile corre tra i frutteti, lontano dalla viaggio, mentre la Svizzera scorre fuori strada e pedalare in leggera discesa è dal finestrino. La carrozza ristorante è decisamente piacevole. Da Silandro in un gioiellino stile Orient Express. A Coira treno fino a Bolzano lungo la nuova cambiamo per Arosa su una particolare ferrovia della Val Venosta, una scelta carrozza riservata per noi, disegnata da controcorrente, di grande successo. Philippe Starck. Ambiente stile boheme, Meno di un anno dopo la sua apertura, con chaise longue, poltrone zebrate e avvenuta nel maggio del 2005, aveva un tavolo di legno pronto per l’aperitivo. già trasportato un milione di passeggeri, più di quanti ne transitino in un anno sulla linea del Brennero. Arrivati a Bolzano noleggiamo le biciclette messe a disposizione dal Comune e andiamo in Municipio per la conferenza stampa ed il saluto del Sindaco, Luigi Spagnolli. Qui sopra: Salendo verso il colle del Teodulo. (f. M. Morandini). 15 giugno - Bolzano Bozen (I) - A destra: Il versante orientale del Cervino dal Teodulo (f. S. Giussani). Werfenweng (A) Il treno per Fortezza parte alle 7.04. Qui si cambia prendendo la linea della Val 12 giugno - Chamois (I) - Brig (CH) svizzero alcuni impianti sono in funzione Pusteria. A San Candido sale Ernst Il tempo incerto, la neve caduta per lo sci estivo e a più riprese Lung, funzionario del Ministero sembrano volerci impedire di incrociamo gatti delle nevi e motoslitte. austriaco dei Trasporti e gran raggiungere Zermatt attraversando a Credo che Zermatt sia stata una delle conoscitore delle ferrovie del suo Paese. piedi il ghiacciaio da Plain Maison al maggiori delusioni di questo viaggio. Passiamo il confine e siamo a Sillian, in Trockener Steg passando per il colle del L’avevo sentita nominare spesso come Austria. Scendiamo e ci incamminiamo Teodulo. La mattinata invece sembra un esempio d’eccellenza di mobilità sulla pista ciclabile, la famosa promettere bene. A Cervinia incontriamo dolce. Infatti non ci sono auto, si arriva Dobbiaco-Lienz, di cui percorreremo i le guide e ci avviamo. I primi passi solo in treno oppure in funivia, come 35 km da Sillian a Lienz. E’ senza ancora sul terreno reso molle dal abbiamo fatto noi. Ma pressoché nulla è dubbio uno dei percorsi cicloturistici più disgelo, la neve ci aspetta poco più in rimasto della sua identità. Un villaggio noti ed apprezzati in assoluto. Come in alto. Saliamo, qualcuno con fatica, da cartone animato, parodia di se Val Venosta il servizio noleggio permette lungo le deserte piste da sci. Il Cervino stesso. Incontriamo a Zermatt l’autobus di lasciare la bicicletta alla fine del si rivela tra le nuvole alla nostra sinistra, di supporto: constatiamo con una certa proprio percorso. La pista ciclabile corre di tanto in tanto si sente il rumore sorpresa, ma anche con soddisfazione, in fondovalle, spesso parallela alla lontano di qualche slavina. che la traversata a piedi ha richiesto Arosa ci accoglie con il suo fascino ferrovia con cui, anche qui, si è creato Enormi insegne pubblicitarie colorano ben due ore in meno rispetto al tragitto mitteleuropeo e l’atmosfera delle pagine un rapporto quasi simbiotico. Ripartiamo artificiosamente il panorama, creando in autobus. Le ferrovie retiche ci di Thomas Mann. La ferrovia che ci ha per Werfenweng con l’autobus di uno stridente contrasto. Sul versante portano quindi a Brig. portato qui è entrata in funzione nel appoggio che ci permette di percorrere 1914 e da allora non ha mai smesso di la Großglockner Hochalpenstraße. La trasportare residenti e turisti. Arosa strada del Großglockner, progettata fin Arosa, nel Cantone Grigioni. vanta un’altissima percentuale di turisti dal 1924, è stata costruita all’inizio che, sia in estate che in inverno, degli anni ‘30. Montagna accessibile, scelgono il treno per venire qui in progresso e turismo. Come scrive vacanza. Politiche lungimiranti hanno Enrico Camanni (1) “Progresso, turismo, saputo valorizzare un tratto ferroviario sviluppo illimitato: […] gli entusiasmi tra i più suggestivi delle Alpi. modernisti di inizio secolo, le ferrovie, le strade, le funivie, […] hanno mostrato 14 giugno - Arosa (CH) - tutti i loro limiti dopo gli anni Settanta, Bolzano Bozen (I) quando è parso chiaro che la montagna Il treno percorre sferragliando i 26 km stava diventando un surrogato della fino a Coira dove si cambia per Zernez. città. Nient’altro che un surrogato”. Dopo un minuto il trasferimento per Dopo aver visitato la Perla in carrozza Malles sul Postbus, il leggendario siamo accolti per la cena da Peter autobus giallo svizzero. Attraversiamo il Brandauer, sindaco di Werfenweng e Canton Grigioni e il Parco Nazionale presidente dell’Associazione delle Perle, Svizzero valicando il Passo del Forno. Karmen Mentil, direttore Arriviamo in Alto Adige dalla porta di dell’Associazione e da Hemut Wallner, Glorenza dopo due piacevoli ore di sindaco della neo-perla austriaca viaggio. A Malles, accanto ai treni della Hinterstoder. Val Venosta ci aspettano Hans Glauber, (1) Enrico Camanni, La nuova vita delle Presidente di Ökoinstitut Südtirol/Alto Alpi, pag. 83, Bollati Boringhieri, Torino, Adige e Marco Onida, Segretario 2002.

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attraversavano queste montagne per non sia proponibile la prosecuzione del raggiungere le terre a nord. Oggi il modello di turismo e di antropizzazione sentiero è un tratto dell’Alta via n. 6 fin qui praticato. Tutti insieme vogliamo detta “dei silenzi”. Proseguiamo il nostro che quest’esperienza segni l’occasione cammino fino al rifugio Giaf a quota per una riflessione profonda sul modo di 1405 m, da dove il sentiero comincia a relazionarci con l’ambiente, per un salire, inerpicandosi tra larici e pini messaggio a chi detiene la respon- mughi fino al limite della vegetazione. sabilità delle decisioni che cambiare si Dalla forcella Scodavacca, quota 2043, può, davvero, prima che sia troppo tardi. si ammirano a destra la spettacolare parete sud del Cridola, a sinistra le I partner del frastagliate cime dei Monfalconi di Forni. progetto Alpine Lunga via delle Dolomiti (f. M. Morandini). Scendiamo in Veneto verso il rifugio Awareness: Padova (1287 m) dove ci attende Sergio Provincia di Belluno 16 giugno - Werfenweng (A) - scorrono 400.000 litri d’acqua Reolon, Presidente della Provincia di Ökoinstitut Südtirol/Alto Adige Bad Reichenhall (D) salmastra. Un impianto inalatorio all’aria Belluno. Scendiamo a Domegge e Bundesministerium für In mattinata proviamo i divertenti mezzi aperta, effetto mare nel cuore delle Alpi. raggiungiamo Pieve di Cadore, una delle Verkehr, Innovation und che Werfenweng mette a disposizione Tornati a Salisburgo in bus, due Perle bellunesi. In serata la Technologie/A dei propri ospiti: bighe, biciclette e raggiungiamo Villach in treno dove ci conferenza stampa a Pieve. Tra gli Dolomitibus Spa ciclomotori tutti rigorosamente elettrici. attende l’autobus SAF davanti alla interventi, oltre a quello del sindaco di Gemeinde Werfenweng Dalla stazione di Werfen raggiungiamo stazione. In serata siamo a Forni di Pieve di Cadore e di Quinto Piol, Regione Autonoma Friuli comodamente Salisburgo. Un breve Sopra, la Perla friulana. È il giorno della Assessore provinciale ai Trasporti, anche Venezia Giulia, Direzione tratto in treno ci porta quindi a Bad Festa delle Erbe e per l’occasione quello di Luigino Tonus in Centrake delle Attività Reichenhall, in Germania. La cittadina è vengono realizzate numerose iniziative rappresentanza della Provincia di produttive in fermento per la Radmarathon che che ruotano attorno al tema delle erbe Belluno, Leader partner del progetto Regione Autonoma Valle prenderà il via domani, una gara in spontanee locali, un vivace mercato di Alpine Awareness, Gianni Alberti, d’Aosta, Assessorato bicicletta con oltre 1500 iscritti. Ad prodotti artigianali e di specialità Presidente della Sezione di Belluno. Turismo, Sport, Commercio, accoglierci alla stazione Herbert gastronomiche. L’incontro nel centro Trasporti Lackner, sindaco della Perla Bad visitatori del Parco delle Dolomiti 19 giugno - Pieve di Cadore (I) - Technische Universität Reichenhall e Rudolf Schaupp, sindaco Friulane è un bel momento di confronto Belluno (I) München, Lehrstuhl für della Perla Berchtesgaden. Una flotta di e partecipazione. Partecipano Gian Nell’ultima giornata della nostra Soziologie biciclette elettriche ci attende per la Andrea Fumis, in rappresentanza della traversata, l’autobus di linea delle 08.36 Rhônalpénergie- visita alla città. Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, ci porta a Cortina, dove veniamo Environnement/F e Stefano Lucchini, direttore della festosamente accolti dall’Associazione 17 giugno - Bad Reichenhall (D) - Turismo FVG e sindaco della vicina albergatori per un’ottima colazione in La rete delle Forni di Sopra (I) Perla Sauris. uno degli alberghi storici della famosa Perle delle Alpi Alle 7.00 assistiamo alla partenza di località turistica. Saliamo in sella e Gli sponsor (in ordine alfabeti- 1500 ciclisti. La giornata è bellissima, 18 giugno - Forni di Sopra (I) - cominciamo a percorrere in bicicletta la dai colori quasi settembrini. Biciclette Pieve di Cadore (I) co) “Lunga via delle Dolomiti” fino a Pieve di Ajer Italia ovunque sulla piazza principale, con un L’autobus per il Passo della Mauria Cadore. La pista ciclabile si sviluppa serpentone di caschetti colorati che si parte dalla piazza del paese alle 06.54. Associazione Albergatori quasi interamente sul sedime della ex- Cortina d’Ampezzo snoda per centinaia di metri. Bad Al Passo (1298m) troviamo ad Ferrovia delle Dolomiti, in uno scenario Reichenhall deve la sua fortuna al sale, attenderci David, Elisabetta, Carlo e Alfio CAI - Club Alpino Italiano paesaggistico eccezionale. Mancano Compagnie du Mont Blanc l’oro bianco delle Alpi. Ancora oggi è detto “Timilin”, del Cai, nostri pochi tratti alla sua completa ultimazione Comune di Arosa un’importante stazione climatica e di accompagnatori lungo quest’antica via e già è un forte richiamo turistico, Comune di Bolzano cura, con uno splendido giardino ed il di comunicazione tra la Provincia di permettendo inoltre il collegamento con Comune di Brig Gradierwerk, la passeggiata coperta Udine ed il Cadore. Alfio racconta di la vicina Austria e la sua famosa Comune di Chamois lungo pareti coperte da rami di pruno come questa via fosse utilizzata “Dobbiaco-Lienz”. Fa una certa selvatico e biancospino su cui ogni soprattutto dai tessitori che libars di impressione passare in bicicletta Comune di Forni di Sopra giorno, sottoforma di gocce nebulizzate, scugnii làa (liberi di doversene andare) accanto alle affascinanti stazioni Comune di Les Gets dismesse della ferrovia che ha subito la Comune di Pieve di Cadore In carrozza a Werfenweng (f. M. Morandini). chiusura nel corso degli anni ‘60. Ferrino Da Pieve due treni con cambio a Ponte Montura nelle Alpi ci portano alla nostra meta ÖBB finale, Belluno. Davanti alla stazione il Provincia Autonoma di nostro fedele autobus Dolomitibus di Bolzano supporto e l’ineguagliabile driver Sante Sportler ci aspettano già. Per le vie della città Svizzera Turismo scorgiamo con grande piacere ed Transkom orgoglio i poster di SuperAlp! Nel palazzo dell’Amministrazione provinciale L’azione Superalp è stata i giornalisti sono già pronti per noi nella ideata e realizzata da: sala degli Affreschi. SuperAlp! non ha Ökoinstitut Südtirol/Alto voluto proporre soluzioni, solo far Adige,Marcella Morandini, riemergere la consapevolezza della [email protected] in delicatezza dell’ambiente alpino e le collaborazione con Roberta immense risorse che ancora ci riserva. Calcina, EURIS srl Abbiamo poi potuto constatare come [email protected]

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31 CAI NOV DIC 07 5-11-2007 15:59 Pagina 32 Adamello Parete Nord di Davide Chiesa Sopra: Maurizio Piccoli e il Rifugio Garibaldi. Sotto: La Nord dell’Adamello al tramonto (f. D. Chiesa). La salita diventerà discesa Conoscevo l’Adamello dai primi anni ‘90 per averne calcato la sommità un paio di volte dalle tranquille vie normali nel periodo estivo salendo da sud dal rifugio Gnutti e dal rifugio Prudenzini. Chi è stato sul masso di granito sommi- tale della cima a 3554 metri e non ha get- tato lo sguardo verso la vertigine della Parete Nord? Penso in pochi. In agosto con lo zenith alto nel cielo l’ombra per- fettamente piramidale della montagna disegna una geometria triangolare verso il basso quasi indicando, con un cuneo regolare, il rifugio Garibaldi. Ma mai avevo visto la parete nord se non in foto di cartoline. Qualche anno dopo nel settembre del 1996 con l’amico Claudio, decidiamo di conoscere anche il versante settentrionale della montagna, Linee magiche in inverno con l’obbiettivo di salire l’agevole cana- le Nord del Passo degli Inglesi. Non avrei mai pensato in quel momento Ci troviamo già in dicembre inoltrato del 2006, Maurizio nota linee scalabili che quella via parecchi anni più tardi sarebbe diventata la discesa da una delle ma cascate di ghiaccio non ce ne sulla Nord dell’Adamello, una tre le più grandiose vie della parete nord in inver- sono: la stagione dell’ice climbing belle pareti delle Alpi centrali. no… Partimmo dalla Val d’Avio ed in tre (inverno 2006/2007) è la peggiore Bisogna affrettarsi, l’occasione è unica: ore e mezza giungemmo al rifugio Garibaldi a 2550 metri di quota; come degli ultimi vent’anni, c’è caldo e non è presente tanta neve quindi gli non si può rimanere sbalorditi ad ammi- questa anomalia fa fremere ancor avvicinamenti sono “umani”, il tempo rare la bellezza e soprattutto l’eleganza di più gli amanti delle picche e dei tiene non si sa però fino a quando e le della parete nord dell’Adamello? ramponi. informazioni degli alpinisti appena stati La muffola preziosa Ma una soffiata dell’amico Maurizio sulla parete sono rassicuranti. L’idea di Il rifugio era vivo all’alba, tante le corda- te che si avviavano verso la via normale di , Accademico del Cai e una salita invernale prende forma piano che corre dal passo Brizio sul Pian di compagno di cordata di varie salite, piano, e con crescente eccitazione nei Neve. Eravamo contenti di salire invece per il canale del Passo degli Inglesi, lon- cambia le carte in tavola. Durante un miei pensieri… sulla Nord tano dagli affollamenti. Il ghiacciaio è sorvolo in aereo ai primi di dicembre dell’Adamello poi!! abbastanza secco, i crepacci ben visibili e 32 nov./dic. 2007 CAI NOV DIC 07 5-11-2007 15:59 Pagina 33

A sinistra: Claudio Inselvini su “Un mondo difficile” (f. C. Inselvini). Sotto: Calata nel crepaccio alla ricerca della muffola (f. D. Chiesa).

inverno mite e con poca neve può per- mettere un’ascensione con minori rischi ed effettuabile in due giorni, al massimo in tre con due notti. Inoltre le vie di ghiaccio sono lunghe e tecniche, da accantonare l’idea di salirle con gli sci in spalla. Le “ciaspole” invece con il relati- vo poco innevamento possono essere messe nello zaino e riprese per la discesa. La parete è diversa da quella volta, più secca nonostante siamo in inverno, ma la rigidità del clima sui versanti nord offre maggiori garanzie, anche se non bisogna dimenticare che salire ad alta quota in ritenemmo, com’è giusto che sia, di Ritorno all’Adamello inverno anche il dettaglio diventa impor- legarci ugualmente. Ero molto soddisfat- Come non poteva venirmi in mente, dopo tante, tra cui misurare il peso tra il mate- to della mia attrezzatura: perfetta e ben la proposta di salire la Nord in inverno, di riale da ghiaccio e da roccia, cibo e liqui- curata. Grazie soprattutto all’appena tra- come severa mi osservava la parete quel di, macchina fotografica e videocamera scorso viaggio nelle Ande, l’abbiglia- giorno? A volte i regali vengono recapita- con le batterie da conservare al caldo. mento era ben caldo, in particolare i ti in ritardo, anche dopo anni! Siamo nel periodo dove le giornate sono guanti da alta quota, sì tanto costosi, ma Ed eccoci quì, a metà gennaio del 2007, più corte e farsi prendere dalla notte o dal strepitosi. Non si può citare per ovvi ad arrancare con le ciaspole nella neve, motivi la marca, ma sapevo che quelle con uno zaino che pesa come un bambino muffole erano le stesse che Marco già cresciuto, verso il rifugio Garibaldi Bianchi aveva portato sulla cima che raggiungiamo dopo quattro ore di dell’Everest. Morale: ci fermammo per camminata in salita con una temperatura legarci. Mentre scioglievamo le corde ed addirittura piacevole che ci permette di approntavamo le manovre per la progres- rilassarci al sole una volta arrivati. Siamo sione su ghiacciaio, ad un certo punto proprio di fronte all’Adamello che appare lanciai un urlo: “… Noooo!!!…”, in tutta la sua imponenza e severità. Claudio si girò spaventato. Subito si rese Questa magnifica parete nord di speroni conto, ma anche si tranquillizzò: la mia di granito è solcata, con le giuste condi- bellissima muffola di goretex e rivestita zioni, da linee di ghiaccio e goulottes che di caldo pelo, sfuggitami dalle mani, nulla hanno da invidiare alle più famose stava scivolando velocissima sulla neve vie di misto e ghiaccio dell’arco alpino. dura implacabilmente verso un crepac- La parete viene scalata per itinerari classi- cio. Ammutoliti osservammo impotenti a ci, ma solo d’estate su roccia, lungo gli come la crepa inghiottì voracemente il spigoli Nord e Nord Ovest (quest’ultimo mio prezioso guanto. Tra una lacrima e detto “dei Bergamaschi”) aperti ad inizio l’altra decisi di calarmi nel crepaccio. del secolo scorso, e sugli speroni del ver- “… ma sei sicuro? mi disse sante occidentale su vie aperte a cavallo Claudio?…”. Volevo provare, magari si degli anni ‘80. Dette vie sono state anche era fermata se c’era un tappo o un ponte ripetute in inverno, unica attività del pas- di neve. Attrezzata la calata purtroppo sato sulla parete nella stagione fredda. constatai con rammarico che il crepaccio Mancava quindi, nonostante l’occhio del- era buio e senza fine. Avevamo perso un l’alpinista ricercatore avesse pane per i po’ di tempo, l’alba ormai era sorta ed il suoi denti su questa parete, un’attività ed sole stava illuminando il lato orientale una riscoperta della Nord dell’Adamello della Parete Nord, nascosto se si osserva su vie di concezione moderna e d’inverno. la parete dal rifugio Garibaldi. Lasciato Essere qui in gennaio è completamente alle spalle l’inconveniente della muffola diverso che d’estate, può anche essere più irrimediabilmente perduta salimmo il bello, ma capisco ora perché nessuno divertente canale e godemmo di una d’inverno era andato lassù per scalare, radiosa giornata estiva sulla cima nonostante la parete sia meritevole e con dell’Adamello. la possibilità di nuove aperture. Solo un 33 CAI NOV DIC 07 5-11-2007 16:00 Pagina 34

A sinistra: Vertigine sulla Nord. Foto sotto: Piercarlo Berta sui pendii centrali di “Senza chiedere permesso” (f. Andrea Gasperini).

Pilone Centrale del Bianco, Nord delle Droites, del Pilier d’Angle e dei Dru, Ama Dablam in Nepal e prime salite tra cui, la famosa ed estrema via di ghiaccio “Lisa dagli occhi blu” sulla Nord-Est del Crozzon di Brenta aperta proprio con il Parolari nel 1996 e ripetuta in solitaria da Mutti 2005 e, con il sottoscritto, la più semplice ma elegante diretta sulla sud del Gran Zebrù. Non possiamo qui citare tutti, non c’è lo spazio necessario, tenuto conto che ben 25 alpinisti hanno salito la nord cambiamento del tempo può rendere la nisti protagonisti, tutti bresciani, riman- dell’Adamello nel dicembre e gennaio situazione molto problematica: l’espe- dando alla scheda delle vie a corredo del- dell’inverno 2006/2007 per 3 vie nuove, 2 rienza nelle avversità è fondamentale. l’articolo i dettagli tecnici. Partiamo da prime ripetizioni, 1 prima solitaria per un Qui all’Adamello rientri ed isolamento Andrea Mutti, Guida Alpina con al suo totale di 14 salite. Come non dimenticare sono molto più seri di molte vie per attivo molte vie di ghiaccio su tutto l’ar- però il più anziano, o meglio dire il meno esempio del Monte Bianco. Il rifugio, co alpino, che ha aperto sull’Adamello giovane, perché con le sue ormai oltrepas- nonostante sia uno dei più frequentati di “Hallo women of my dreams” nel 1989 in sate sessanta candeline la guida bresciana tutta la Lombardia nel periodo estivo, solitaria autoassicurato, una via di 700 Piercarlo Berta arrampica con una veloci- offre solo un piccolo locale invernale metri, la più bella della parete Nord, che tà ed una tecnica a dir poco invidiabili dai aperto per le emergenze: niente luce e tutti gli anni è generalmente in condizio- giovani alpinisti contemporanei! niente stufa, solo 6 posti letto, tavolo e ne e non era mai stata ripetuta fino a que- coperte. Dotati di spirito di sacrificio, st’anno; è il primo che scoprì ed esplorò Linee di ghiaccio soprattutto d’inverno, si sa comunque che la parete. Per passare poi a Roberto sulla Nord agli alpinisti basta l’essenziale! Parolari, Guida Alpina anche lui forte Proprio fronte al rifugio Garibaldi sotto la ghiacciatore con molte ripetizioni e vie verticale della cima, sale diretta una via Un inverno irripetibile nuove su tutto l’arco alpino. Con loro la di ghiaccio e misto; una linea severa, Mi avevano informato che tanti alpinisti Guida Alpina Guido Bonvicini, il suo coraggiosa a vedersi, violenta perché bresciani nei giorni precedenti la nostra Cerro Torre con vetta la dice tutta; e sembra dire repulsione verso chi la osser- partenza avevano aperto e ripetuto vie Rocco Salvi compagno fraterno di Mutti va con quelle sue colate che sembrano nuove sulla parete Nord: un’attività alpi- con il quale ha aperto due vie sulla Nord sputate sulla roccia. Tremendamente però nistica su questa montagna che ha qual- dell’Adamello, tra cui la diretta tra i due cosa di storico e di irripetibile! Noi stessi spigoli nord che esce proprio in vetta al rifugio incontriamo una cordata di “via Aldo Parolari” aperta il giorno dopo ritorno dalla parete, Franco e Betty, la il nostro assieme a Parolari e Bonvicini. quale onora l’alpinismo femminile in Accademico del Cai invece è Claudio inverno su di una simile parete. Il giorno Inselvini, della Ugolini Brescia, autore di dopo, al rientro al rifugio dalla nostra diverse prime ascensioni su ghiaccio e ascensione, troviamo altri quattro alpini- misto realizzate in Adamello e Tredenus sti sempre bresciani, tra cui Mutti e oltre che in Dolomiti ed in Masino Parolari! E già, con le condizioni trovate Bregaglia: con Dario Sandrini e Franco non poteva che essere così, anche se l’at- Volpi (entrambi della Ugolini Brescia, il tività che è emersa sulla parete nord primo con diverse centinaia di salite di dell’Adamello lascia stupiti. Al ritorno spicco nelle Alpi e l’altro un giovane pro- dalla Nord una fitta rete di contatti e mettente verso l’alpinismo impegnativo) scambi di informazioni mi ha permesso hanno aperto due vie nuove nel settore di stilare una cronaca alpinistica di rilie- sinistro della parete nord dell’Adamello, vo e di qualità che arricchisce ed abbelli- impresa che da sempre alimentava i loro sce ancor di più l’assonnato Adamello. sogni su questa parete. In sostanza la parete è stata letteralmente Con loro compagno di salite è stato anche assaltata da forti cordate per circa un Maurizio Piccoli, atletico bresciano tra- mese e mezzo ed in inverno! Mi limito ad piantato con notevole attività sia in roccia evidenziare il profilo di alcuni degli alpi- che ghiaccio ed un curriculum invidiabile: 34 CAI NOV DIC 07 5-11-2007 16:00 Pagina 35

Qui accanto: Piercarlo Berta sul tiro centrale di “Senza chiedere permesso” (f. Beppe Ballico).

Foto sotto: Franco Volpi su “Un Mondo difficile” (f. Elisabetta Pogliaghi). “Ciao, donna dei miei sogni!” Che bel nome “Hallo women of my dreams”!! In effetti, corre questa linea come una saetta verso il vertice della parete nord dell’Adamello. Non la si vede completamente dal rifugio Garibaldi, occorre spostarsi verso est e lì appare quando è formata; “… come la vidi quella volta nel ‘96…”. Rettilinea parte dal ghiacciaio ed esce a 50 metri dalla vetta: 700 metri, ripida, ghiaccio bella ed attraente, la sua salita è riuscita Grano” è nata per caso durante una ripe- spesso non facile e sottile, duri passaggi alla cordata Mutti, Parolari, Bonvicini e tizione della via “Hallo Women” perchè di misto e roccia. “Hallo women” è la più Salvi alla metà del mese di gennaio dopo a causa del maltempo sbagliarono l’attac- consigliabile della parete per la sua linea un tentativo effettutato il mese prima. La co e fecero un difficoltoso rientro al rifu- e per l’alta probabilità di formazione in via “Aldo Parolari” è stata dedicata al gio durato più di 7 ore nella bufera. inverno, dal 1989 è stata ripetuta per la papà di Roberto scomparso due anni L’altra linea “Un mondo difficile” si prima volta solo nel dicembre 2006 dalla prima, un ricordo dei quattro amici e trova ancora più a sinistra e nonostante cordata Parolari/Moretti i quali, sbaglian- compagni di cordata. “… Anch’essa era sia lunga 500 metri ne fanno una salita di do l’attacco del penultimo tiro, sono stati visibile quella volta nel settembre impegno e da non sottovalutare. costretti ad un gelido bivacco notturno 1996…”. Entrambe le vie sono caratterizzate da sul Pian di Neve. È una salita completa, in alta quota con placche ghiacciate sulle rocce con diffi- notevoli difficoltà su ghiaccio sottile e coltà nel posizionare le protezioni e diffi- roccia delicata. Solo la neve del nevaio cilmente si formano. centrale dà un attimo di tregua nel disli- L’unica via del settore destro della parete vello di 700 metri. Nel settore sinistro “Senza chiedere permesso” è la meno della parete Nord invece ci sono due vie sostenuta e quindi meno difficile in quan- un poco più semplici e di poco più brevi, to è una goulotte classica sostanzialmen- aperte nel dicembre 2006 dalla cordata te di neve e ghiaccio a destra dello Claudio Inselvini, Dario Sandrini e Spigolo dei Bergamaschi con, nella metà Franco Volpi. La via “I cerchi nel del canale, un tratto quasi verticale con ghiaccio sottile ed all’uscita un breve tratto di misto e roccia. In ambiente sug- gestivo è un po’ più lunga delle altre ed è stata salita nel 1992 anche se il primo terzo ripercorre in parte due itinerari molto antichi dell’epoca dei pionieri indi- cati nella guida vol. II CAI/TCI dell’Adamello con tutti i dubbi e le veri- fiche del caso che tali informazioni com- portano. (it. 62g e 62ga pag. 173). Il couloir, era stato sceso in prima assoluta con gli sci dal compianto e noto alpinista Battistino Bonali tra il 1992 ed il 1993, con probabile calata in doppia dal salto centrale. Su tutte le vie le soste sono da attrezzare, anche su roccia, e le lunghez- ze sono da ritenersi con tratti di conserva appunto per attrezzare soste idonee. Con notevole innevamento comportano peri- coli oggettivi. Lasciamo per ultima la descrizione della via più bella … come una bella donna! 35 CAI NOV DIC 07 5-11-2007 16:00 Pagina 36

dannate le ciaspole nello zaino… ho fred- ADAMELLO do… ora invece sono sudato… tic tac toc, Parete Nord è meglio non alzare la testa…da dove Le vie di ghiaccio arriva questa energia?... Maurizio fermo: clic! Che bella foto da primo… metti il via n° 1 - “Un mondo difficile” 500 m, V/4+ aperta da Claudio Inselvini, Dario Sandrini, il 5 gennaio friend, togli il chiodo, sbroglia le male- 2007. dette corde, molla!!, recupera!!… ruoto 1° ripetizione il 13 gennaio 2007 di Franco Volpi e forte il piede il gelone mi serra i denti, tu Elisabetta Pogliaghi invece ruoti il braccio: a me tocca l’allu- ce a te l’indice… ancora bevo… ti si è via n° 2 - “I cerchi di Grano” 600 m, V/5 gelato il prosciutto… la videocamera è aperta da Claudio Inselvini, Dario Sandrini e Franco andata… un tiro e siamo fuori … foro Volpi il 3 dicembre 2006. nella cornice… arriva il brivido lungo la via n° 3 - “Hallo Women of my dreams” 700 m, schiena… mi commuovo… un altro V/5 (M5) mondo…la vetta!!... Women, sei proprio aperta da Andrea Mutti in solitaria nel 1989 una bella donna: dei nostri sogni!!...”. 1° ripetizione nel dicembre 2006 di Roberto Parolari e La discesa dalla vetta, come naturalmen- Serafino Moretti te anche per le altre vie, passa per il Pian 2° ripetizione nel dicembre 2006 di Giacomo Rossetti e Giorgio Tameni 3° ripetizione nel dicembre 2006 di Beppe Chiaf e Andrea Guerzoni. In alto: Uscita su roccia 4° ripetizione il 14 gennaio 2007 di Maurizio Piccoli e sotto la vetta Davide Chiesa (f. Andrea Reboldi). via n° 4 - “Aldo Parolari” 700 m, V/5 M aperta da Andrea Mutti, Roberto Parolari, Guido Bonvicini e Rocco Salvi il 15 gennaio 2007.

via n° 5 - “Senza chiedere permesso” 750 m, V/5 (tratto centrale) aperta da Andrea Mutti e Rocco Salvi nel 1992 (Relazione su Rivista Cai 1992). 1° ripetizione il 13 gennaio 2002 dei vicentini Diego Campi e Tarcisio Bellò. 2° ripetizione nel dicembre 2006 di Dario Sandrini e Franco Volpi. Qui accanto: 1° ripetizione in solitaria nel gennaio 2007 di Roberto Le 5 linee Parolari di ghiaccio - altre ripetizioni del gennaio 2007: Renato Squassoni sulla Nord e Francesco Groppelli, Andrea Scalvinoni e Omar dell’Adamello Piccinelli, Andrea Reboldi e Serafino Moretti, e una (f. D. Chiesa). cordata composta da Piercarlo Berta, Beppe Ballico, Andrea Gamberini e Francesco Vaudo.

Come descrivere Hallo women? “… di Neve e poi con quattro/cinque calate INFO E BIBLIOGRAFIA emozione… passaggi verticali su ghiac- attrezzate dal canale Nord del Passo degli cio… tratti veloci… ci voleva un chiodo Inglesi: “… quasi al buio ormai stiamo – Contatti al piacentino Davide Chiesa, autore ad U in più… corriamo… è avvitato, facendo le calate in doppia dal canale… dell’articolo, su www.comunicamontagna.com sito terrà?... devo fare riprese, ho la batteria nella ancor flebile e magica luce del tra- delle serate di montagna di D.Chiesa ed A.Zavattarelli: la conferenza “Dalle Ande nelle mutande… quanta neve abbiamo monto cerco di riconoscere le rocce, sì! all’Adamello” è aggiornata con il film girato su sciolto per il thè stanotte? Ora ce l’ho in ricordo bene nel 96’ uscimmo al sole “Hallo Women of my dreams”. mezzo al petto, ne vuoi bere un po’?... incontro alle cordate che salivano dalla – Andrea Mutti e Roberto Parolari sono sempre sono stanco vai avanti tu… è ora di man- via normale… Ora invece siamo comple- disponibili per dare informazioni sulle vie: giare una barretta… vertigine, non vedo tamente soli, stanchi ma in una atmosfe- [email protected] - [email protected] - l’attacco e neanche l’uscita… mai trova- ra magica e quasi rilassati dopo gli impe- www.liberavventura.it to un ghiaccio così! Oppure è neve? gni che ci ha riservato la parete Nord… – Il locale invernale del rifugio Garibaldi è dotato di telefono (0364-906209) sul quale è possibile il Boh?... mi sa che usciamo con il rosso del siamo sopitamente immersi nella bellezza traffico entrante ma non quello in uscita (possibili cielo… sono felice sulla via c’è luce, è cruda degli elementi dell’alta monta- solo le chiamate al 118). sparita l’angoscia di prima al buio sul gna… la salita di allora è divenuta la – “Guida dei Monti d’Italia” Adamello volume II ghiacciaio… ce ne avremo per stare in discesa di adesso… CAI/TCI di P. Sacchi 1986. pista 24 ore?eh già domani il lavoro ci Davide Chiesa – “Ghiaccio Verticale”, 3° edizione, vol. 1 e 2, di attende… granito verticale: mi tolgo i (Sezione di Pavia) Francesco Cappellari, Idea Montagna Edizioni 2006, ramponi?... le picche mie care amiche… www.comunicamontagna.com www.ideamontagna.it. 36 CAI NOV DIC 07 5-11-2007 16:00 Pagina 37 Eiger, parete nord: di Sergio Dalla Longa Tratto dall’annuario CAAI Ia invernale italiana ad opera di M. Pensa e A. Castagna, 5/8 gennaio 1990 Accademici

Sul “Ragno”. La parete Nord è quasi tutta sotto di noi, ma l’imprevisto è sempre dietro l’angolo. In ricordo di Marco e Sergio Con queste pagine che raccontano una grande impresa invernale sulla Parete nord dell’Eiger, Sergio avrebbe voluto ricordare il fratello Marco morto circa 2 anni fa durante una spedizione del CAI di Bergamo al Nanda Devi. Il destino però, sempre attraverso una grande montagna himalayana, il Dhaulagiri, si è portato via anche Sergio, lasciando in tutti, familiari ed amici, un vuoto profondo. Entrambi Accademici del CAI, Sergio addirittura vice presidente del Gruppo Centrale, avevano sempre dato un contributo importante al sodalizio con la loro azione e le loro idee. Non senza qualche dubbio, soprattut- to per il rispetto del dolore dei familiari ed in particolare di Rosa, vedova di Sergio ed anch’essa Accademica del CAI, che gli è stata compagna di cordata oltre che di vita, abbiamo pensato che questo articolo potesse ricordarceli insieme, Marco e Sergio in una meravigliosa cordata ritrovata. Giacomo Stefani Presidente CAAI

In ricordo di Marco Cosa faccio ancora qui sotto questa mon- tagna, perché ci sono tornato? Quando scendevo a corde doppie l’inver- no scorso lungo lo zoccolo della parete nord avevo giurato di starne ben alla larga, ed ho ancora in mente i pericoli di quei due giorni, le paure, i miei limiti di fronte ad una parete così difficile e peri- colosa. CAI NOV DIC 07 5-11-2007 16:00 Pagina 38

Sono ricaduto nello stesso errore di mente un po’ di sicurezza. E quindi abbiamo con noi materiale da sopravvalutarmi - cos’ha l’Eiger di così Il treno si ferma alla Kleine Scheidegg, bivacco, vestiti di ricambio, viveri per 3 speciale da attirarmi tanto, forse niente, sono le 11 del mattino. La parete è sem- giorni e parecchio materiale da scalata. forse è solo ambizione - già quel giorno, pre lì, uguale all’anno scorso, c’è poca Iniziamo a salire slegati lungo i primi in cui avevo giurato di non tornarci, neve, forse 30-40 centimetri sui prati salti di roccette, non c’è la possibilità di avevo come la sensazione di mentire e attorno alla stazione, ma il freddo è inten- assicurarsi in questo primo tratto, è inuti- sapevo nel profondo che non avrei resi- so. le legarsi. stito al richiamo. Mentre salivamo, guardando dai finestri- Seguiamo delle tracce nella neve, forse E adesso sono qua, e ci sono con il ni del trenino, abbiamo visto delle tracce della cordata che ci precede, ed arrivia- migliore compagno di cordata che uno di una cordata prima della Traversata mo alla cengia sotto la prima fascia di possa desiderare. Con un fratello non si Hinterstoisser e la cosa ci ha un po’ tran- strapiombi dove troviamo uno zaino, due divide solo la difficoltà di una via o la quillizzato, forse c’è qualcun altro in sacchi piuma e alcuni viveri. La cordata gioia di arrivare in cima, no, questo non è parete e non ci dispiace. Si sa che in certi davanti a noi ha deciso per la soluzione niente rispetto al resto - si dividono le momenti un po’ di compagnia non guasta veloce, cioè salire leggeri senza materia- sensazioni, i dolori, i sogni, le amarezze, e poi se qualcuno è là davanti vuol dire le da bivacco cercando di uscire in gior- i dubbi e le paure, è come arrampicare che si và. nata. Ci guardiamo stupiti. con se stessi. L’avvicinamento è veloce, anche se i 20 Il freddo è atroce, la fatica anche e la Il trenino della Wegernalp sale lentamen- kg di zaino sulle spalle si sentono e parete sopra di noi cambia aspetto. Lisce te, ripassiamo a memoria la lista dei molto. Si devono percorrere dei ripidi placche ricoperte di verglas, colate di materiali, i viveri, il vestiario. Lo stiamo prati fin sotto la parete, poi si sale sopra ghiaccio simili a cascate lungo tutti i facendo dalle 4 di questa mattina, da una cengia di sfasciumi e andando anco- canali e in alto, molto In alto, la fascia di quando abbiamo lasciato Nembro, ma ra verso sinistra si giunge al canale di rocce gialle e strapiombi, nostra meta per forse è solo un modo per non lasciarci attacco sotto il pilastro spezzato. oggi. Ci leghiamo con una corda, toglia- assalire dalla paura. È venerdì mattina, Impieghiamo quasi due ore dalla stazio- mo chiodi e moschettoni tanto per alleg- pochi sanno dove andiamo, pochissimi ne, ma arrivo all’attacco piuttosto stanco. gerire un poco gli zaini e partiamo. sanno cosa sia la nord dell’Eiger. Sono circa le 13. Questo tratto non è tecnicamente difficile - Se non torniamo per martedì sera co- Ma perché abbiamo così tanto materiale? ma è sicuramente molto pericoloso. Sono minciate a preoccuparvi - abbiamo detto La nostra tattica è semplice, niente corse circa 400 metri di rocce rotte con alcuni all’Ange e alla Rosina. in parete, che probabilmente non sarem- passaggi di quarto grado e molti salti Incoscienza forse, ma abbiamo deciso mo neanche in grado di fare, ma una sali- ghiacciati da salire con tecnica dove non così, anche se in questo momento una ta secondo tutte, o quasi, le regole della esiste o quasi la possibilità di assicurarsi persona con noi ci avrebbe dato certa- sicurezza che noi riteniamo giuste. in modo decente. 38 CAI NOV DIC 07 5-11-2007 16:00 Pagina 39

A destra: Misto difficile sopra il “Secondo Nevaio”.

A sinistra: Sul traverso del “Secondo Nevaio”.

Qui sotto: Il terzo bivacco sulla Cresta Mittelegi.

L’orologio suona la sveglia alle 6, il tempo è bello e la notte è passata abba- stanza velocemente. Ci prepariamo con calma, oggi è il giorno in cui dobbiamo dare tutto. Dobbiamo andare il più alto possibile. Sappiamo che il ritorno non sarà più pos- sibile dopo la traversata del secondo nevaio e l’unica via di fuga, se cambiasse il tempo, sarà verso l’alto. La parete è tutta sopra di noi come un incubo. Usciamo dalla comoda grotta del bivacco verso le 8, una leggera traversata a sini- stra ci porta sotto la prima grossa diffi- coltà: la fessura difficile. Trenta metri verticali di quinto grado pieni di ghiac- cio. Fa un freddo bestia, impossibile spo- gliare i guanti o togliersi i ramponi. - Vado io - mi dice il Marco, lo bacerei. Parte deciso lungo la fessura, ci sono vari chiodi che aiutano la progressione, ma è comunque molto difficile, lo capisco dal grattare dei ramponi contro la roccia, È quasi sera quando arriviamo sotto la no dal Marco che mi sta assicurando sulla dalle imprecazioni e dal tempo che scor- fascia di strapiombi. Bisogna cercare il cengia. re veloce, troppo veloce. Finalmente è in posto per bivaccare. Una piccola cengia Che strano effetto uscire da un posto, sosta e mi recupera, davvero difficile prosegue verso destra, la seguo e con sor- tutto sommato così sicuro, e ritrovarsi questo tratto. presa in piena parete nord mi trovo immediatamente su questa fredda parete Adesso alcuni tiri obliqui verso sinistra ci davanti una porta di legno. Provo ad nord. Mi alzo allora verso sinistra fino portano alla Traversata Hinterstoisser. entrare e mi trovo sui binari della ferrovia sotto la fascia di strapiombi e con molta Sono circa 40 metri orizzontali su plac- che passando all’interno della montagna gioia scopro che tra roccia e neve si è for- che lisce e ricoperte di ghiaccio che por- porta dalla Kleine Scheidegg fino alla mata una grotta che ci permette perfino di tano al primo nevaio. Per fortuna una stazione dello Jungfraujoch a quota 3450. stare in piedi e anche di slegarci. Un corda è fissata lungo questo tratto e ci Non c’è tempo da perdere, il posto non si posto migliore per il primo bivacco non permette di compiere il traverso con una presta certo per un bivacco e quindi ritor- potevamo trovarlo. certa sicurezza. 39 CAI NOV DIC 07 5-11-2007 16:00 Pagina 40

Ora siamo sul nevaio. Da qualche parte dovrebbe esserci il Nido di Rondine, un buon posto da bivacco sta scritto sulla relazione, dove potremmo fermarci a riposare, ma non lo troviamo, forse il ghiaccio lo ha riempito. Saliamo allora diritti sul primo nevaio fin sotto la fascia di strapiombi che lo dividono dal secon- do nevaio. Molto ripido questo tratto, 60 gradi di pendenza con il ghiaccio verde, quattro tiri di corda. Quando arrivo con- tro le rocce e posso finalmente assicurar- mi con dei buoni chiodi da roccia ho i polpacci a pezzi, lo zaino pesante mi sta distruggendo ed anche il Marco non è messo meglio, lo capisco dall’espressio- ne del viso quando arriva alla sosta. Cerchiamo nello zaino qualche cosa da mangiare ma è tutto un blocco di ghiac- cio. Impossibile far scaldare dell’acqua, troppo ripido il tratto in cui siamo fermi. Pazienza, mettiamo del cioccolato sotto La parete Nord dell’Eiger. A fronte: Finalmente la vetta. le maglie, lo mangeremo più avanti. Il tratto che ci separa dal secondo nevaio viene chiamato «Budello di ghiaccio» e solo adesso capisco perché: le rocce sono strapiombanti e lisce e l’unica possibilità colo terrazzino – riusciamo a sederci per terrazzino. Al buio Marco risale il diedro di salire è proprio quel canalino verticale riposare e mangiare un pezzo di cioccola- e finalmente trova un piccolo ripiano e ghiacciato, che orribile aspetto. Riesco ta, è la prima volta dalle 8 di questa mat- dove scavando un po’ riusciamo almeno a a salire i primi dieci metri sulla sinistra tina che riposiamo un attimo e sono già le sederci. Tappezziamo la parete alle nostre del budello con l’aiuto di parecchi chiodi 14. Mancano ancora 800 metri di parete e spalle dl chiodi, formiamo delle ringhiere ma poi devo per forza entrare nella cola- soprattutto mancano ancora i tratti più con la corda e finalmente dopo dodici ore ta di ghiaccio e lungo di essa arrivare ad impegnativi. Tra tre ore c’è buio e sap- possiamo prepararci un goccio di tè una sosta. Che paura questi tiri. Al Marco piamo che questo è l’ultimo posto buono caldo. tocca il secondo tiro sulle rocce ricoperte per bivaccare prima della cengia friabile Non è certo il bivacco della notte scorsa di ghiaccio dove non esiste la possibilità che però è troppo lontana per noi, oggi. ma abbiamo la speranza che sia l’ultimo di assicurarsi ma finalmente il Budello è Mi sento stanco morto ed anche il Marco e quindi sopportiamo. Riusciamo ad infi- sotto di noi. lo è. Speravamo di essere più veloci e larci in qualche modo nei sacchi piuma Il secondo nevaio adesso ci si presenta in forse un po’ di sconforto ci sta assalendo, che ci garantiscono un po’ di calore ed tutta la sua grandezza e pericolosità. È ma è solo un attimo, ormai non c’è più iniziamo la lunga attesa dell’alba. Quanta tutto ricoperto di sassi e ghiaia che scen- tempo per i ripensamenti. strada abbiamo fatto oggi, ripercorriamo de in continuazione dalla parete sopra- Abbiamo deciso, continuiamo fino a con la mente i tiri più difficili, le situa- stante e bisogna attraversarlo tutto da quando ci sarà luce, troveremo pure un zioni più pericolose, e cerchiamo di destra a sinistra. posto dove sederci. Superiamo veloce- immaginare quello che abbiamo ancora Se ci fosse più neve si potrebbe andare mente il ripido terzo nevaio ed entriamo sopra di noi. via molto velocemente ma in queste con- nella Rampa, arrampichiamo il più velo- Ad un tratto una leggera nebbia ci avvol- dizioni bisogna fare parecchi tiri di corda cemente possibile su tiri di terzo e quarto ge, accendiamo simultaneamente le pile e anche mettere dei chiodi da ghiaccio grado ma quando arrivo sotto il tiro del frontali per capire cosa sta succedendo – per assicurarsi in caso di cadute di sassi. Camino della cascata è buio. Nessun ter- ma se c’erano le stelle fino ad un attimo Quando arriviamo sotto il Ferro da stiro, razzino per poterci almeno sedere e oltre- fa!!!. Un leggero nevischio inizia a scen- caratteristica struttura rocciosa che divide tutto cadono anche molte pietre da sopra. dere e subito un certo panico ci assale. il secondo dal terzo nevaio, abbiamo fatto Preparo la doppia e ritorno dal Marco Avevo letto spesso dei microclimi che si circa venti tiri di corda, ma è andata bene, trenta metri sotto. Gli leggo in viso la creano su questa parete, ma ora purtroppo sono venuti giù solo sassolini. delusione, un bivacco in piedi senza poter ne abbiamo la conferma. Sicuramente il freddo intenso tiene tutte preparare niente di caldo ci indebolirebbe Siamo quasi in cima alla Rampa su di un le rocce incollate assieme. troppo e poi, porco cane, non ce lo meri- minuscolo terrazzino dove non possiamo Con tre tiri di corda saliamo sopra il tiamo proprio. Provo a scavare con la pic- quasi muoverci e sotto di noi 1200 di Ferro da stiro e finalmente nel punto in cozza il ghiaccio ma è tutto inutile – che parete ghiacciata e pericolosa – siamo in cui dovrebbe trovarsi il «Bivacco della rabbia. Sulla nostra destra però un diedro trappola. La neve nel frattempo ha già morte» – macabro nome dato ad un pic- di una decina di metri forse porta ad un coperto i sacchi piuma. Non so cosa pensi 40 CAI NOV DIC 07 5-11-2007 16:01 Pagina 41

il Marco in questo momento, ma io inizio Siamo ora all’inizio dei Camini terminali sopra le maggiori difficoltà, ho pianto e a ripercorrere con la mente tutte le doppie e dalla relazione dovrebbe esserci ancora quando anche il Marco mi ha raggiunto che ci aspettano per tentare almeno una un tiro molto difficile poco sopra di noi. alla sosta è stato come essere usciti dal- disperata discesa. Non trasformerò certo Ma un grossolano errore di valutazione, l’inferno. Ci siamo guardati e ci siamo questo terrazzino in un altro bivacco della dovuto forse alla cima ormai non più detti – è fatta. morte. tanto lontana, ci porterà a commettere il Grande amico, grande compagno di cor- – Credi che si possa scendere? – mi chie- primo grosso sbaglio dell’intera salita, data, sempre all’altezza di ogni situazio- de ad un tratto. che solo per molta fortuna non avrà gravi ne e sempre pronto a offrirsi. Mai troverò – Di sicuro riusciamo, ho già in mente conseguenze. La relazione dice: «Nei due un compagno migliore. La parte finale è tutte le doppie da fare – gli rispondo, ma camini che si aprono al termine del compito suo, un diedro di terzo grado, un non ne sono affatto sicuro. Ragno prendere quello più a destra». lungo tratto di misto fatto alla luce delle – Come faremo sul secondo nevaio? – Noi invece prendiamo quello di sinistra pile frontali, la calotta terminale e final- Aspettavo questa domanda a cui non ho che forse ci sembra più facile ma dopo mente la Cresta di Mittelegi, sono le 9 una risposta, ma dico – Scenderemo pochi metri un canalino verticale e ghiac- della sera, abbiamo arrampicato per tredi- arrampicando mettendo dei chiodi di ciato ci sbarra la strada. Parte il Marco ci ore consecutive. Non vediamo la cima sicurezza e poi una volta sopra il primo che impiega più di mezz’ora per venire a ma la sentiamo davanti a noi. nevaio giù diritti alla Traversata capo di quel tiro e solo quando a mia Un vento gelido ci investe sulla cresta, Hinterstoisser dove c’è la corda fissa e finalmente arriveremo sullo zoccolo che già conosciamo – semplice a dirsi. Trascorriamo questa lunga notte tra pen- sieri ed incubi e solo un vento gelido che si alza verso le 5 del mattino spazzando via la nebbia e facendo nuovamente intra- vedere qualche stella riporta in noi quella speranza che ormai sembrava persa. Iniziamo immediatamente a prepararci pur senza aver chiuso occhio tutta la notte, il freddo è spaventoso, sicuramente 20 gradi sotto zero, forse anche peggio, ma non importa. Oggi è il grande giorno, dobbiamo arrivare in vetta. Alle 8 e mezzo scendiamo i 10 metri in corda doppia, rifaccio il tiro della sera prima, il Marco sale il difficile camino della casca- ta, 30 metri di quinto grado, più sopra una strozzatura ricoperta di ghiaccio ci volta lo salgo riesco a capirne l’estrema siamo stanchi, troppo stanchi per un fred- costringe a togliere gli zaini e recuperarli difficoltà. Trenta metri verticali senza do così atroce. Scaviamo una piazzola e con la corda. riuscire a piantare neanche un chiodo, ci infiliamo nei sacchi piuma, non abbia- Siamo spinti da una incredibile forza di uno sforzo fisico e psicologico tremendo, mo mai mangiato né bevuto in tutto il volontà. Il pericolosissimo ghiacciaio meno male che sono salito da secondo. giorno, ma anche adesso è impossibile della Rampa è compito del Marco che lo Vado avanti io, supero una strettoia scaldare qualche cosa da bere. Troppo supera velocemente ed a me tocca il die- ghiacciata e un successivo diedro fino ad vento. Troppo freddo. Troppo stanchi. dro friabile, 25 metri di quinto grado ver- una buona sosta. Ora la via giusta è solo Non c’è soddisfazione in noi, c’è solo la ticale e friabile, come dice il nome. trenta metri sopra di noi ma quello che ci consapevolezza di essere usciti da una Spoglio ramponi e guanti e lo supero il separa da essa è un muro verticale di roc- trappola e un solo desiderio: resistere più velocemente possibile per non conge- cia liscia e ghiacciata. Potremmo fare tre questa notte per poter finalmente tornare lare le dita delle mani. doppie e ridiscendere al Ragno per pren- a casa domani. Siamo finalmente alla «Traversata degli dere il cammino giusto ma vorrebbe dire La mattina il sole che spunta da est ci Dei», cinque tiri di corda verso destra su un terzo bivacco con l’incognita di non coglie in pieno. Ce l’abbiamo fatta, di una cengia ricoperta di ghiaccio e sfa- riuscire più a salire – no, devo tentare l’u- abbiamo resistito. La cima è li, a soli 100 sciumi – che orribile posto – ma final- scita diretta. metri, ma l’ultimo tratto ci sembra lungo mente arriviamo al Ragno, incredibile Mi sarebbe difficile riuscire a descrivere chilometri. In vetta non ci fermiamo ghiacciaio incastonato nella parte supe- le oltre due ore impiegate a superare quel neanche un minuto, non c’è gioia in noi. riore della parete. Ha l’aspetto di una muro verticale, gli sforzi fisici e psicolo- Quella verrà alcuni mesi dopo quando i cascata, ma il ghiaccio è buono. Sono gici passati, il volo fatto per l’uscita di un medici riusciranno a salvare le dita dei quattro tiri di corda con pendenza di circa chiodo o le mani diventate pezzi di ghiac- piedi del Marco, congelate durante quel- 65 gradi dove dobbiamo usare ripetuta- cio, ma quando sono uscito da quel tiro e l’ultimo tragico bivacco. mente i pochi chiodi da ghiaccio che sono arrivato alla sosta della via origina- Grazie Marco per quello che mi hai dato. abbiamo. le, finalmente sicuro di essere ormai Sergio Dalla Longa 41 CAI NOV DIC 07 5-11-2007 16:01 Pagina 42

Eiger: cinquant’anni dopo Una vicenda che lacerò il mondo Eiger, versante Nord-est. di Claudio dell’alpinismo europeo si presta Trova oggi a meditazioni dal valore generale

Una serata dello scorso strano sotto il nevaio di vetta. modo assai scorretto. Nel giugno 1959 le inverno, chiacchierando accanto Nella notte si scatena un’altra tempesta, Guide svizzere finalmente si muovono e al caminetto con Mario Bonzano, mentre dal punto di osservazione della Fritz Jaun, ventiduenne muratore e guida, alpinista alessandrino che conquistò Kleine Scheidegg si osserva la tragedia in riesce a recuperare Longhi ed il materiale nella sua carriera anche una cima diretta; i soccorritori giungono spinti dalla presente ancora sulla cengia dalla quale inviolata in Groenlandia, cima oggi determinazione o in modo un po’ casuale era precipitato: gli elvetici sperano di dedicata alla sua città, fui incuriosito da da sette nazioni europee (Germania, svelare il mistero di quell’avventura e un’opera di Jack Olsen sulla tragedia Svizzera, Francia, Olanda, Polonia, avevano concordato la vendita dei diritti vissuta sull’Eiger mezzo secolo fa. Austria e Italia) ma le Guide Svizzere giornalistici ad una rivista; lo scoop non ci Vincendo la mia innata pigrizia, sfogliai restano incredibilmente a guardare: non fu, l’operazione fu un fallimento econo- e lessi quelle pagine e, pur non hanno più intenzione di rischiare la vita mico e questo irritò le guide, generando essendo un alpinista, mi sentii tanto per scalatori che ritengono affrontare con ulteriori polemiche assai poco nobili. coinvolto da desiderare di esprimere i eccessiva leggerezza il terrificante Eiger. Nel 1961 le Guide dell’Oberland miei pensieri attraverso qualche riga da Sabato 10 agosto: i soccorritori (una cercarono di riprendersi il materiale proporre agli amici ed amanti della cinquantina) sono in vetta, saliti per il più lasciato in vetta durante il recupero di montagna. facile versante ovest; alle 8 di domenica Longhi. In modo del tutto fortuito, quasi 11 il bavarese Alfred Hellepart si cala con rocambolesco, un rotolo di corda, I fatti una tecnica del tutto nuova, snobbata dalle scivolando lungo un pendìo conduce gli Sabato 3 agosto 1957: due alpinisti Guide Svizzere (un cavo collegato ad un alpinisti ai corpi di Nothdurft e Mayer, appartenenti ai Ragni di Lecco (Claudio verricello): scende nel baratro, carica Corti travolti quattro anni prima da una slavina Corti e Stefano Longhi) attaccano la sulle spalle e lo porta in salvo. mentre già stavano scendendo il versante parete Nord dell’Eiger. Purtroppo le ore scorrono troppo veloci e ovest dell’Eiger: dunque i due tedeschi Lunedì 5 agosto: ai due italiani si non si riesce a raggiungere anche Longhi. stavano per portare a compimento uniscono Günther Nothdurft e Franz Nella notte si scatena l’uragano: mentre i l’impresa e certo Corti non si era Mayer, entrambi ventiduenni di Rottweil soccorritori bivaccano in vetta tra mille macchiato di alcun crimine. e dintorni, nel sud della Germania. difficoltà, il povero Stefano viene travolto Era la soluzione del giallo e l’assoluzione Nei giorni successivi iniziano le dalle intemperie; il giorno successivo il definitiva di Claudio Corti. difficoltà: mentre il cattivo tempo suo corpo apparirà penzoloni nel vuoto, imperversa, Longhi cede fisicamente e mentre di Nothdurft e Mayer non si I pensieri subisce un inizio di congelamento alle avranno più notizie. Venuta meno la Un’avventura alpinistica finita male, un mani, Northdurft è febbricitante e speranza di salvare altre vite, i salvataggio eroico ed amaro al tempo stremato dai crampi allo stomaco. soccorritori si ritirano. stesso, polemiche trascinate per anni. Venerdì 9 Longhi “vola” e viene calato su Longhi rimase appeso ad una corda per Fu una vera e propria lacerazione del una cengia, poco sotto il celebre Ragno. ben due anni, mentre le Guide Svizzere mondo dell’alpinismo, che ancor oggi si Corti ed i due tedeschi proseguono nella rifiutavano un qualunque tentativo di presta a numerose considerazioni e speranza di uscire in vetta e chiamare i recupero ritenendo l’operazione troppo riflessioni. soccorsi ma, ormai quasi superato il costosa, creando una situazione di grande La causa prima di tutto fu certo quella Ragno, l’alpinista lombardo viene colpito disagio e grandi polemiche; queste in motivazione interiore che molte volte ha da uno dei tanti sassi scaricati dalla roccia realtà montavano anche perché l’intera spinto l’uomo a compiere grandi imprese, marcia della Nord: ferito, è costretto a vicenda restava velata dal mistero: che sfidando il nulla della morte. fermarsi mentre Nothdurft e Mayer fine avevano fatto i due alpinisti di Perché l’alpinista gioca con la sua vita? È proseguono verso gli Ausstiegrisse, i Rottweil? Si arrivò addirittura ad una domanda trita e ritrita ma sempre crepacci “graffiati” sul ghiacciaio poco insinuare che Corti li avesse ostacolati in terribilmente aperta; certo c’è chi cerca 42 nov./dic. 2007 CAI NOV DIC 07 5-11-2007 16:01 Pagina 43

l’impresa eccezionale per competitività, Il coraggio più autentico emerge quando ritenevano esemplare il comportamento per sentirsi il migliore ma forse più per la difficoltà della montagna pone l’uomo della cordata tedesca e, in modo velato, raggiungere l’immortalità della celebrità, davanti ad una scelta finale: conservare la giudicavano Corti disposto a tutto pur di proprio sfidando nel modo più diretto la calma e con essa la forza di ragionare e di trarre vantaggi personali: gli eventi hanno Nera Signora, affrontandola su un terreno avanzare fisicamente verso la salvezza o chiarito e ripulito la scena da insinuazioni il più nemico possibile. perdere la testa, facendosi travolgere dal miserabili verso chi ebbe “solo” la colpa La nord dell’Eiger è in questo senso terrore che annebbia i pensieri e taglia le di usare una dose eccessiva di sedativo emblematica: “C’è la morte, lassù” gambe. In questo senso i protagonisti tanto da inibire completamente i pensieri racconta Nothdurft ad un amico di della vicenda hanno mostrato vero negativi ed affrontare con un eccesso di Monaco al ritorno da un’esplorazione coraggio da vendere: niente di più facile leggerezza quello che fu l’ultimo grande della tetra parete settentrionale dell’Orco; farsi prendere dal panico mentre il manto problema alpinistico d’Europa. il nero della roccia pare quasi fatto a della Nera Signora scende sulla nord mimetizzare il manto oscuro della dell’Eiger, magari sotto forma di una Bibliografia perdizione eterna. tempesta nell’oscurità della notte… Jack Olsen, Arrampicare all’inferno, Longanesi & C., La sfida è un modo per raggiungere eppure le vittime prescelte hanno resistito Milano - luglio 1964. l’Assoluto, la luce della serenità infinita fino all’ultima possibilità ed i soccorritori, Claudio Trova (Sez. di Alessandria) che si identifica con il candido ghiacciaio anch’essi potenziali vittime ma animati da sommitale, raggiunto il quale l’animo si un profondo senso di solidarietà verso quieta avendo lasciato alle spalle le coloro nei quali in fondo si identificano, difficoltà ed i pericoli del baratro nord, hanno raccolto tutta la loro forza d’animo lassù dove il sole torna a splendere (e per superare una notte terrificante in un come non ricordare le sensazioni di Corti buco scavato nel ghiaccio di una cresta – “Com’è bello il sole”, disse prima di affilata, hanno dimenticato le loro perdere momentaneamente conoscenza – famiglie ed i loro figli per calarsi con una quando portato in spalla da Hellepart fune d’acciaio nel cratere infernale della torna ad avvertire la presenza dei raggi nord per raggiungere un moribondo e solari) e la luce candida della neve ha portarlo in salvo. finalmente il sopravvento sulle tenebre. Nella vicenda le Guide Svizzere non ne Avere compiuto il percorso con successo uscirono bene; mentre alpinisti di sette conferisce all’animo dell’alpinista una nazioni si davano appuntamento per forza interiore grandiosa e nulla pare affrontare l’Orco, esse rimasero a Guardando a Sud dall’Eiger verso il Ghiacciaio di essere ancora in grado di risvegliare i guardare nelle loro case di Grindelwald e Aletsch. timori atavici e primordiali: la vita trionfa dintorni; che dire? quante altre volte sulla morte. Christian Rubi, capo delle Guide Questi ragionamenti mi fanno essere dell’Oberland e colleghi avevano L’EIGER molto vicino a chi mette a repentaglio affrontato quel girone infernale; la loro Con i suoi 3970 metri è una delle cime più celebri tutto il suo essere in una sorte di roulette forza emotiva si era forse esaurita, la loro dell’Oberland bernese, insieme alla Jungfrau ed al russa, dove al rischio calcolato si dose di inibitore di pensieri negativi era Mönch; pare debba il suo nome ai monaci di Interlaken, aggiunge tuttavia l’imponderabile; ho terminata e tutta la realtà appariva loro che così lo battezzarono per evidenziare l’aspetto tetro sempre dunque avuto grande ammira- quanto mai chiara: non si sentivano più di del suo lato nord in contrasto con la luminosità della zione per chi ha osato affrontare queste rischiare la vita solo per essere nati in un Jungfrau (4158 m), che in lingua tedesca significa “giovane donna, vergine”. prove, anche perché il coraggio a me territorio dove spinte tettoniche avevano Eiger infatti è l’equivalente germanico dell’italiano difetta sicuramente. generato un monte dalla natura irascibile “Orco”: come nelle fiabe, l’essere malvagio ha divorato Proprio sul coraggio si dovrebbe tuttavia e imponderabile, dalla forza sovrumana e numerosi alpinisti, impegnati soprattutto per vincere la spendere qualche parola: credo che incontenibile… temibilissima parete nord. vincere la paura sia uno sforzo Qualcuno ha tuttavia visto nel loro Quest’ultima non presenta in realtà difficoltà alpinistiche commisurato alla dimensione della paura. comportamento anche aspetti meno estreme ma è un vero cocktail esplosivo di pericoli Molte volte non è l’impresa che misura il nobili, legati a motivazioni economiche e obiettivi: la roccia calcarea si sgretola facilmente e le scariche di sassi e le slavine da queste provocate sono coraggio ma la capacità di superare i a guadagni mancati, ragionamenti crudi e assai frequenti. pericoli avendo piena consapevolezza materiali a cui in verità spesso non è La particolare instabilità atmosferica e l’esposizione ai della loro esistenza: non credo che coloro immune chi ha avuto a che fare con una venti del nord rendono la montagna assai rischiosa che affrontano le difficoltà alpinistiche, vita dura e risorse scarse: l’Oberland di anche per motivazioni squisitamente meteorologiche. dalle più piccole alle più grandi, non quel tempo non era quello di oggi. Celebre è il Ragno, un ghiacciaio ripidissimo su cui abbiano piena consapevolezza dei rischi a Il fatto che il recupero del povero Longhi covergono numerosi colatoi, incastonato poco sotto gli cui vanno incontro; semplicemente credo fosse animato anche da un’operazione Ausstiegrisse, crepacci profondamente scanalati collocati poco sotto il candido nevaio che sorregge la vetta. che nel partire per una spedizione o per commerciale lascia certo aperti in questo Dopo numerosi tentativi, la parete Nord dell’Eiger, un una salita semplicemente non ci pensino, senso molti interrogativi. baratro di 1800 metri, fu conquistata per la prima volta assumendo quasi dosi virtuali di un A questi aspetti inquietanti se ne nel 1938 da Heckmair, Vörg, Kasparek e Harrer; la potente sedativo che intorpidisce la mente aggiungono altri, come l’atteggiamento di prima salita italiana risale al 1962 e porta la firma di inibendo i pensieri più negativi… molti alpinisti di lingua tedesca che Aste, Acquistapace, Airoldi, Mellano, Perego e Solina. 43 CAI NOV DIC 07 5-11-2007 16:01 Pagina 44

CARINZIA Lesachtal Maria Luggau di Francesco Carrer e Luciano La Madonna della neve Dalla Mora nella valle del Gail

Presenta versanti punteggiati da diffusi quanto minuscoli insediamenti contornati da numerosi poderi che, ancor oggi, man- tengono ben curati e conservati i tratti originari. Un susseguirsi di verdi geome- trie terrazzate, ove regna il silenzio, chiu- se entro i fianchi delle Lienzer Dolomi- ten, delle Karnishe e delle Gailtaler Alpen, suggestive in tutte le stagioni, dominate da rilievi dall’aspetto primitivo, che conferiscono alla Lesachtal l’incon-

Verso le capanne della Rauteralm, 2000 m, sopra la Ebnertal.

In alto: Il santuario di Maria Luggau. Qui sopra: Sulla cupola del Samalm. Lesachtal, la valle dei cento mulini nei pressi di Villach, unendo infine le sue acque nel grande bacino imbrifero del La Lesachtal è solo un tratto della lun- Danubio. ghissima Gailtal, nella bassa Carinzia, che La romantica e selvaggia Lesachtal (o prende nome e vita dal corso d’acqua, Lescachtal), il cui nome deriva dallo slo- verde filo conduttore di tutta la vallata; veno Zilja, Zeglia, “boscaglia”, scende alle sorgenti esile rigagnolo, poi torrente inizialmente con la classica forma ad U di entro profonde forre ed infine ampio origine glaciale; quando il Gail, con i fiume che attraversa la fertile vallata cor- suoi affluenti, incontra un letto di roccia rendo verso le Karavanche. Le sorgenti friabile lo erode in profondità, anche per del Gail si trovano appena sotto i prativi più di trecento metri, formando estesi della Kartitscher Sattel, detta anche canyons. Nota come la “valle dei cento Tilliacher Jochl, a 1526 m, situata nel mulini”, è un ambito vallivo chiuso, Tirolo Orientale (Osttirol); il corso segue rimasto nel tempo quasi isolato, un unico la linea periadriatica, tra le Alpi Carniche comune costituito dalla successione di e le Lienzer Dolomiten entro la tortuosa pittoresche e minuscole località, un insie- forra della Lesachtal, fino ad uscire a me di molti paesini e villaggi che oggi si Kötschach-Mauthen, nella larga e piana aggira intorno alle 1500 anime, con una Gaital che percorrerà interamente per densità insediativa che non supera gli 8 confluire nella Drau, dopo oltre 100 km, abitanti per Kmq.

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A sinistra: Lungo la forestale che da Maria Luggau sale alla Samalm.

Qui sotto: I fienili della Samalm e, a sinistra, il portale d’ingresso del santuario.

fondibile carattere di calma e possanza. Il paesaggio dell’uomo si confronta con la sacralità della montagna, la comunità diventa testimonianza dell’antropologia di confine, nella serena e ragionata con- sapevolezza del continuare a vivere infra montibus, con lo spirito di chi, con la montagna, continua a coabitare e convi- vere. Riconoscendo il rapporto con la natura, ogni lavoro risulta ponderato, ogni angolo esprime la continuità eredita- ria del buon governo del territorio, da tra- smettere in termini di valore e di privile- gio. In diverse parti della valle si notano inte- ressanti recuperi e rinnovi di vecchie case contadine, ingentilite dalle decorazioni di delle tradizioni, con infrastrutture sempli- Mauthen risale la Lesachtal, solo in alcu- facciata in stile Lüftlmalarei ovvero di ci improntate sull’accoglienza delle fami- ni punti ammodernata, per raggiungere il “pittura all’aperto” d’impronta bavarese, glie che offrono vacanze sia invernali che piccolo paese, a 1179 m, collocato all’e- restauri di chiese, di cappelle, di crocifis- estive in termini di cura e benessere stremo lembo occidentale della Carinzia, si, interventi mirati alla valorizzazione ambientale. Anche la CIPRA è intervenu- prossimo al confine col Tirolo. Maria del patrimonio culturale locale per la con- ta nella valle, sostenendo progetti per il Luggau oggi conta circa 600 abitanti, ma servazione dei vecchi Kösn e Zuhäusln, i mantenimento dei boschi e del vecchio alla fine del XVI secolo era composto mulini ad acqua che resero famosa la patrimonio edilizio, inteso come parte solo da 16 case, nelle quali trovavano Lesachtal. insostituibile del quadro paesaggistico. dimora i contadini che lavoravano i Grazie ad una saggia politica di sviluppo campi e i boschi dei signori di ecologico in direzione dello sviluppo Maria Luggau Pittersberg. Dodici frazioni sulle due sostenibile, considerata tra le valli più La Lesachtal ha per centro storico Maria sponde del Gail, intorno al nucleo origi- incontaminate e pure d’Europa, ha potuto Luggau, famoso santuario meta da secoli nario: i borghi di Sterzen, Moos, Raut, fregiarsi del titolo di “Paesaggio europeo di pellegrinaggi provenienti da ogni Promeggen, Tiefenbach, Guggenberg e dell’anno 1995/96”. Lontana dalle grandi parte, superando impervi valichi alpini, Salach appartengono a questo distretto, vie di comunicazione e dal turismo di come il Luggauer Sattel ed il Kofelpaß, mentre il vicino villaggio di Eggen si massa, ha saputo conservare gran parte centro d’interesse religioso per tutto l’in- trova già in territorio tirolese. dei suoi valori tradizionali nella chiara terland transfrontaliero, dedicato alla Come ultima testimonianza dei cento consapevolezza che il turismo sostenibile “Madonna Addolorata”, detto anche di mulini, a Maria Luggau ne sono rimasti può e deve convivere con le attività agro- Maria Schnee, la Madonna della neve, alcuni di quelli costruiti fra il XVI ed il silvo-pastorali. L’offerta turistica della dal 1988 eletto al rango di basilica della XIX secolo, ed in tutti si macinano ancor Lesachtal continua a contraddistinguersi Carinzia. oggi granaglie. Il turista è invitato alla per una natura incontaminata, per un pae- Occorre una guida paziente ed accorta visita lungo un percorso circolare che saggio vario ed umanizzato, vivo per una sulla stradina, intagliata sul movimentato parte dalla basilica per arrivare ai vecchi propria cultura, autonoma e rispettosa versante delle Gailtaler Alpen, che da mulini ad acqua, alle tipiche case conta- 45 CAI NOV DIC 07 5-11-2007 16:01 Pagina 46

Qui accanto: La Fronhalm, ai piedi del Tap de Cadene, Cima de Varda e Pietra Bianca. Qui sotto: Salendo al belvedere della Samalm. In basso: La Hochweißsteinhaus, sotto al Monte Oregone.

dine con le facciate decorate dalle imma- 1749 con un quadro tardo gotico; la pala gini della Madonna della Pietà di è opera giovanile del pittore veneziano Luggau. Numerosi sentieri alpini, in alcu- Cosroe Dusi che la dipinse nel 1834 ispi- ni tratti esposti, conducono attraverso le randosi all’Assunta del Tiziano. catene montuose al santuario; in occasio- Interessanti i due altorilievi lignei che ne delle feste di Maria, celebrate in adornano questi altari: risalgono alla fab- autunno, giungono persone provenienti brica originaria del 1520 come il campa- dalla Carinzia e dalle vallate italiane, da nile, dalla caratteristica guglia a cipolla. Forni Avoltri e dal Comelico, da Sappada La devozione alla Madonna di Luggau è e dall’intera Carnia. L’attuale chiesa tuttora molto viva tra le popolazioni del venne eretta in stile gotico; consacrata nel Tirolo, della Carinzia, del Comelico, del 1536, fu arricchita nel 1593 dal convento Sappadino e della Carnia; si può dire che dato in affidamento ai frati minori - il santuario mariano simbolicamente scani, poi sostituiti dai Servi di Maria. sorge proprio nel punto di incontro ideale Nel 1640 un incendio distrusse il conven- tra queste quattro regioni e qui la comu- to, ma la chiesa non subì danni rilevanti. nità dei Serviti cura l’accoglienza dei pel- L’interno venne ristrutturato con straordi- legrini, sia di lingua tedesca che italiana e scambi commerciali fondati sulla comu- nari elementi decorativi, in stile barocco, slovena. L’origine dei rapporti tra gli abi- ne appartenenza alla Diocesi di Aquileia, nel corso del sec. XVIII. tanti delle diverse valli alpine si perde nel intensificati dalla fondazione del Particolarmente belle sono le volte dipin- tempo. È certo che le relazioni risalgono Santuario. te al centro del coro ed anche l’altare del al Medio Evo quando esistevano intensi Il pellegrinaggio è probabilmente una pratica ispirata ancor prima del XVII secolo da voti fatti dalla popolazione di fronte al dilagare di epidemie e dal biso- gno di liberarsi dalle paure, pregando la Madonna di Luggau per salvare le bestie colpite dalla peste bovina. Ancor oggi la partenza avviene nel cuore della notte, dai borghi del Comelico o da Forni Avoltri; le comitive, alla luce delle torce, iniziano a risalire la Val Sesis fino alle sorgenti del Piave e poi su fino al Passo Sesis, sotto la bianca mole del Monte Peralba, oppure percorrono il “Sentiero della fede” che accomuna culturalmente e religiosamente la chiesa madre di S. Pietro in Carnia e il santuario di Maria Luggau attraverso i Fleons e il Giogo Veranis, che fin dai più remoti tempi col- lega la Val Degano con la Frohntal.

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Il fascino del tempo chio di 400 anni dove si rivive, solo La Lesachtal, segmento della lunga affacciandosi all’ingresso, l’emozione di Gailtal carinziana è nota per la varietà del ritornare indietro del tempo, mescolati suo paesaggio rurale che persegue pro- alle folle di pellegrini che per secoli qui si prie linee di sviluppo basato sul turismo sono accalcati per un propiziatorio atto di naturalistico di basso impatto. La costru- devozione, all’Hotel Posta a St Lorenzen, zione di molti edifici contadini e mulini dove sostavano le diligenze e i viaggiato- ad acqua ha plasmato il quadro paesaggi- ri dell’Impero ristorandosi dalle fatiche e stico della valle, arricchendo i versanti dai pericoli dell’incerto itinerario. alpini col loro fascino peculiare. La tranquilla valle gode generalmente di La rivitalizzazione dei caratteristici buon innevamento; è facilmente raggiun- manufatti locali attraverso il rinnovamen- gibile dall’Italia, o dall’alta Pusteria, per to delle vecchie case contadine, il restau- Dobbiaco-San Candido-Sillian e poi ro di chiese, cappelle e crocifissi, la con- Kartitsch, oppure dalla Carnia per il servazione dei vecchi mulini ad acqua, Plöckenpass, storico ed ardito valico sono iniziative che contribuiscono alla della Julia Augusta, risalendo dal croce- cura ed al mantenimento delle valenze via di Kötschach-Mauthen. Meta sempre paesaggistiche formatesi nei secoli. Un più ambita per moltissimi appassionati quadro curato dei paesi e del paesaggio sci alpinisti e sci escursionisti che, sia rappresenta il patrimonio più importante nelle profonde vallate a nord della Catena della valle, oltre alla indiscussa prerogati- Carnica, sia sui poderosi versanti delle va di migliorare la qualità della vita dei Dolomiti di Lienz, trovano buona e gene- suoi abitanti. rosa neve per ogni itinerario. Qui il tempo sembra scorrere con un altro Il turismo è apparso in Lesachtal solo passo, ancora impostato su cadenze natu- negli anni Novanta, ma gli abitanti della rali, tra i masi e i piccoli borghi posizio- valle hanno subito dato un preciso indi- nati sui dossi laterali, alla ricerca della rizzo di sviluppo: niente lussuosi alber- Qui sopra: I fienili di Klamme, migliore insolazione possibile. Interni ghi, niente avventure organizzate, niente sopra l’abitato di Maria Luggau. fumosi con vecchi legni bruniti dagli anni, impianti sciistici; qui il turismo dovrà su cui tante mani si sono posate, ombre di essere dolce e mite. L’afflusso turistico In alto: La sommità della Samalm; sullo sfondo viaggiatori d’altre epoche, pavimenti con- non ha periodi alti o bassi, l’ospitalità le cime della Catena Carnica. sunti dal calpestìo, pareti decorate, arredi dura in tutte le stagioni dell’anno. Trattati e suppellettili che nelle forme rievocano come ospiti, i turisti godono della sempli- Lesachtaler Brotfest festa del pane pro- mode e stili ormai trascorsi, parlano l’af- cità, delle bellezze naturali, della affabili- dotto con le farine uscite dalle macine dei fascinante linguaggio del tempo. tà degli uomini di fattoria. Semplice mulini ad acqua. In Lesachtal si assapora- Dal Gasthof wum Löwen a St Jakob anche il cibo, mai a discapito della quali- no i ritmi della lentezza, il beneficium all’Albergo Wacht, la Guardia, postazio- tà, come la carne d’agnello, lo speck e dell’alpe in ogni stagione; qui i vecchi ne di confine tra Tirolo e Carinzia, sopra non ultimo il pane fatto sempre secondo dicono che i bioritmi sono sempre stati il solco dell’Eggenbach, dal Gasthof tradizione, lievitazione e cottura lentissi- così, ed è bene mantenerli in equilibrio Bäckwirt appoggiato al santuario, vec- ma; fra le feste più importanti la con l’ambiente. 47 CAI NOV DIC 07 5-11-2007 16:02 Pagina 48

Itinerari una stradina con le indicazioni per Ebnertal scende sul fondo della 1 - HOCHWEIßSTEINHÜTTE Lesachtal e risale sul fianco opposto (Frohntal) lasciando in d. la salita a Raut per lunghezza km 13 - dislivello m 600 raggiungere le ultime case, a q. 1160, - grado ROSSO - tempo ore 5 con limitate possibilità di parcheggio. Il È il valico e la valle dei pellegrini della percorso è semplice, interamente su Carnia e del Comelico. Da St. Lorenzen strada silvo-pastorale, assai la Frohntal appare come un profondo remunerativo per la dolcezza del solco con sullo sfondo il Tap de Cadene paesaggio. La stradina avanza in quota e l’Oregone dietro il Peralba. In località per imboccare il vallone della Ebnertal, Wiesen di St. Lorenzen, una stradina inizialmente alta sul pendio prativo. scende sul fondo della Lesachtal e Lasciate le ultime case entra nel bosco, risale sull’opposto versante fino al abbassandosi sul torrente. Si prosegue promontorio di Frohn. Si prosegue diritti sul tracciato principale, ampio e verso l’imbocco della Frohntal lasciando graduato, lasciando sulla d. delle sulla d. alcuni bivi per il superiore casette in legno per raggiungere il abitato; a seconda dell’andamento ponte a q. 1229. Scavalcato il corso del stagionale ci si può inoltrare fino al Luggauerbach si raggiunge, davanti alla Schwalbenkofel e Schwlterhühe. La adatto a sci escursionisti con tornante di q. 1260, con modeste Stallnhütte, la deviazione che riporta strada silvo-pastorale prosegue attrezzatura leggera. La comoda strada, possibilità di parcheggio. L’evidente verso valle. La piccola baita sorge lungamente, attraversando l’intero talvolta ripulita, accompagna con alcune stradina, sempre racchiusa nella vallata, solitaria al centro della conca pascoliva versante; lasciando alcune diramazioni, stazioni della via crucis, entro bosco, entra in tre conche nivali successive. che regala belle vedute sull’opposto arrivati al tornante di q. 1580, si inverte uscendo ai prativi presso il bivio Salach, Inizialmente quasi pianeggianti, poi in versante della Lesachtal e sul santuario. la direzione arrivando, dopo un altro intorno a q. 1460. Volgendo a monte, lenta risalita, sovrastata dal La stradina descrive poi alcune giravolte tornante, all’aperta area pascoliva del superata una sbarra, la forestale Raudenspitze, dopo aver costeggiato un per guadagnare la conca superiore; Gossenwiesen. Il prativo, dalle larghe prosegue gradualmente sopra colatoio con dei grandi massi, entra in prima di attraversare, nei pressi di un visuali, è perimetrato da una l’Eggenbach. Superati due piccoli una prima conca intorno a q. 1440. grande masso isolato, si lascia la staccionata con tre vecchi fienili. Più in tornanti, nei pressi di un capitello votivo, Dallo sfondo della valle emerge il stradina che porta alla Jagdhütte. Si alto, dopo alcune curve, tra radure e si prosegue fino ad un bivio, q. 1540, Weißsteinspitze-Tap de Cadene e il prosegue poi entrando nella conca fienili, si arriva a q. 1750 ad un grande per la Guggenbergsattel. Da questo Torkarspitz-Pietra Bianca. L’evidente superiore, chiusa sul fondo da un’alta prato con cinque costruzioni in legno fra innesto la strada scende in leggera tracciato si innalza con due piccoli parete incisa da profondi canaloni, sotto le quali un modesto ricovero. Risalendo pendenza contornando due compluvi tornanti sul fianco orogr. sin. della valle alla Bödenhütte non raggiungibile nella poco oltre, entro bosco, s’incontra intorno a q. 1520, scendendo sul solco entro fitta vegetazione. La strada stagione invernale. Al bordo superiore un’ultima casetta di caccia; la traccia si dell’Eggenbach con visuali più aperte. contorna l’avamposto roccioso della della conca sorge invece, a q. 1464, sdoppia ma, proseguendo verso d. si Superato il torrente, vale la pena di Zollhütte, 1566 m, tratto talvolta l’Ochsenkofelhütte, la minuscola esce dal rado bosco sull’ampia dorsale visitare il vicinissimo sito della Lotteralm ingombro, per uscire sulla conca capanna che presidia il vasto alpeggio. panoramica della vecchia Rauter Alm. Si bassa. Rivoltati gli sci verso monte si superiore. La vallata si apre La stradina forestale prosegue ancora può proseguire sulla traccia della continua lungamente alla base di un maggiormente sulla ridente spianata oltre, passando in mezzo a giganteschi mulattiera che va assottigliandosi su pendio molto franoso. Lasciata la della Fronthalm, dove campeggia la massi; vale la pena di seguirla per un fianchi sempre più ripidi in vista di due confluenza con il Birbach, sotto i Ingridhütte, q. 1651, col pascolivo paio di km nel suo andamento piccole dirute costruzioni in legno che si bastioni sud del Kreuzkofel, la strada punteggiato da isolati abeti e larici. serpeggiante, con numerosi tornanti, stagliano su un promontorio sopra le prosegue in leggera risalita, nel solco Oltrepassato il corso del Frohnbach, per fino al punto in cui si arresta, intorno a prime dorsali del Schwalbenkofel, 2000 sempre più rinserrato, per entrare nella rada vegetazione si punta verso le balze q. 1690, con bella visuale su tutta la m, non sempre accessibili in condizioni solitaria Leisacher Alm; vicino al dell’Oregone, fino alla base della Ebnertal, appena salita. La discesa di sicurezza; l’itinerario consigliato si torrente una baracca in legno e due teleferica, presso la quale, intorno a q. avviene seguendo la strada sul dovrà rivolgere verso monte, per terreno rustici riattati, a q. 1694. La conca 1720, occorre scegliere la via più fondovalle. libero. Rimontato qualche pendio più pascoliva si rinchiude poco più avanti, conveniente di risalita, in base alle ripido si potrà salire gradualmente per aprendosi poi, ormai in vista del passo. condizioni di sicurezza; piuttosto 3 - RAUTER ALM arrivare alla croce, 2159 m, posta sulla Si perviene su terreno più aperto; il impegnativa la risalita di un macereto, lunghezza km 16 - dislivello m 900 testata dello Schwalbenkofel. La discesa Kofelpaß si presenta come dolce un centinaio di metri da superare - grado ROSSO - tempo ore 5 avviene digradando sulla costa della insellatura dalla quale si aprono gli restando preferibilmente alla d. orogr. Tra Maria Luggau e Wacht, nei pressi salita, fino a ritrovare la strada forestale articolati contrafforti delle Lienzer della teleferica; più in alto il pendio si degli antichi mulini, una stradina scende che scende a Raut. Dolomiten; dalla Lienzer Kluse, sulla addolcisce fino alla Hochweißsteinhaus ad un ponte sul fondo della Lesachtal, Drava, fin qui risale la via dei pellegrini. - Alta Casa della Pietra Bianca a q. risalendo alla borgata di Raut, q.1257. 4 - KOFELPAß Sul valico un singolare cristo seduto. I 1868. Suggestiva la conca terminale: Poche possibilità di parcheggio in loco. (Eggental) pascoli, frequentati dai montanari della dal rifugio una teoria di morbide L’itinerario, nella prima parte entro lunghezza km 18 - dislivello m 720 Lesachtal, proseguono, nella sospesa ondulazioni si stende fino ai gioghi di bosco, offre buone visuali sulle frazioni - grado VERDE - tempo ore 6 Kofelalm, con la Hertahütte. Dopo confine: Ofner Joch e Bladner Joch. di Maria Luggau, mentre nella parte A monte di Maria Luggau, poco prima alcune divagazioni in questo solitario Dopo eventuali divagazioni, il ritorno superiore guadagna ampie panoramiche del solco dell’Eggenbach, sul versante sito racchiuso nel cuore delle Lienzer- dovrà avvenire con prudenza sulle sui gruppi delle Lienzer Dolomiten. A Gailtaler Alpen sale la stradina che Dolomiten, occorre apprestarsi alla tracce della risalita. monte della piccola borgata di Raut porta a Guggenberg, transitabile a lunga discesa sulla via del ritorno. parte una evidente foreststrasse che seconda delle condizioni ambientali. Il 2 - EBNER TAL serpeggia nella folta abetaia. Dopo un percorso, abbastanza lungo, risale il 5 - SAMALM lunghezza km 12 - dislivello m 530 primo tornante, intorno a q. 1400, solco di confine dell’Eggenbach, (da Guggenberg) - grado BLU - tempo ore 4 tabelle segnaletiche indicano ripercorrendo l’antica via di lunghezza km 12,5 - dislivello Circa 1 km a monte di Maria Luggau, in l’intersezione con l’originaria, vecchia pellegrinaggio. Di facile percorrenza, m 820 - grado BLU/ROSSO prossimità di un modesto compluvio, mulattiera per i soprastanti comporta qualche saliscendi ed è - tempo ore 5

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Da Guggenberg si raggiunge il maso di 6 - SAMALM dell’Eggenkofel, seguendo le tracce che Seemiesenhütte si affronta il tratto più Salach (vedi itin. prec) intorno a q. (da Maria Luggau) solcano la sommità prativa, per bello, tra radure prative, capanne isolate 1460. Volgendo a monte, secondo le lunghezza km 12 - dislivello m 820 raggiungere la cima della Samalm, m e macchie di larici. Superato, dopo un indicazioni, si supera una sbarra per - grado BLU - tempo ore 5 1992, una piatta distesa prativa lungo traversone, uno degli ultimi proseguire a mezza costa, alti sopra La partenza avviene da Maria Luggau, presidiata da un grande Cristo ligneo, tornanti, a q. 1840, ci si trova ad un l’Eggenbach. Superati due piccoli m 1173, dove si trovano migliori dotata di eccezionale panoramicità in quadrivio, dove si può proseguire diritti tornanti, nei pressi di un capitello votivo, possibilità di parcheggio. Percorso tutte le direzioni, dalle creste delle per un breve tratto, deviando poi in sin. si prosegue fino ad un bivio, a q. 1540, abbastanza semplice, in parte su strada Lienzer Dolomiten, alla bassa Gailtal, per raggiungere la prateria sommitale col segnavia della Gaitaler Höhenweg, forestale, assai remunerativo per i fino alle Dolomiti di Sesto. La discesa disseminata di fienili. Superata dove si prende il ramo di monte diretto panorami offerti dalla sommità e per la avviene per la via di salita, sfruttando un’ultima fascia di larici, si raggiunge la alla Guggenberger Sattel. La strada sale dolcezza degli scorci ambientali. Usciti con neve fresca i bei pendii da tabella segnaletica a q. 1966 e quindi la con dolce pendenza compiendo da dal centro del paese si trova, dopo le telemark. cima della Samalm, m 1992, col grande subito due tornanti; passato ultime case, una stradina con Cristo; panoramicità aperta in tutte le l’elettrodotto, guadagna quota con altri indicazione Samalm (3 ore) che prende 7 - SAMALM direzioni: Lienzer Dolomiten, bassa due tornanti che riportano in prossimità a salire, prima per prato, poi entro (da Xaveriberg) Gailtal, catena delle Carniche, oltre la di un traliccio, quindi prende a tagliare il bosco, superando il ripido versante con lunghezza km 11 - dislivello m 730 quale fanno capolino le Dolomiti di pendio boscoso scavalcando alcuni una fitta serie di serpentine. Raggiunta - grado VERDE - tempo ore 4 Sesto, con la Croda dei Tre Scarperi. La profondi compluvi e lasciando una una piccola radura con fienili, la Provenendo da Mauthen si risale la discesa avviene per la via della salita. deviazione in d. fino ad uscire su un forestale ripiega verso E passando Lesachtal fino a raggiungere St. pascolo intorno a q. 1750. Bella visuale vicino alla baita di Klamme, a m 1420, sull’antistante Lotteralm, sulle praterie dove arriva pure una teleferica. Si della Kircher Almen, sui rilievi rocciosi prosegue guadagnando quota sempre dell’Eggenkofel. Aggirato l’ultimo sulla comoda stradina che compie costone si raggiunge il solitario sito diversi tornanti, tra radure con casette della Guggenberger Sattel, m 1803, in legno e fasce di bosco, mentre il dove sorge la Sattelhütte. La forcella panorama sul solco della Lesachtal e offre una bella panoramica sulle Lienzer sull’antistante Catena Carnica si va Dolomiten. Si affronta ora il tratto più sempre più aprendo. Lasciando impegnativo, salendo verso S un breve, numerose deviazioni si converge infine, ripido pendio coperto da rado lariceto, a q. 1660, con l’altro evidente tracciato fino a guadagnare la dorsale che sale che sale da Xaveriberg, continuando la alla Samalm, m 1992, una piatta salita entro un lariceto sempre più rado. distesa presidiata da un grande Cristo In prossimità di un tornante, a q. 1680, ligneo, dotata di eccezionale si può abbandonare la comoda panoramicità. Dalla sommità, evitando carrareccia per seguire il sentiero che le tracce che scendono verso S/E, bella passa nei pressi della Seemiesenhütte. discesa verso S/O tra radure prative. Si È questo il tratto più idilliaco, tra radure cerca la contorta stradina che scende prative, capanne isolate, macchie di lungo il costone verso Guggemberg, larici ed un orizzonte sempre più superando il ripido versante con una allargato, che consente di scorrere Lorenzen. Dopo il moderno viadotto che CARTOGRAFIA fitta serie di serpentine e toccando l’intera Catena Carnica. Superato, dopo scavalca il Renegunder Bach Per una visione d’insieme la cartografia diverse radure. Superato l’arrivo di una un lungo traversone, uno degli ultimi s’incontrano le poche case di Wiesen più aggiornata è quella di Ed. teleferica, a q.1820, si continua a tornanti, a q. 1840, dove la strada ed i con indicazioni per salire al paesino di KOMPASS, Foglio 47, Lienzer scendere con facilità al punto di sentieri si riuniscono, si trovano gli Xaveriberg, che si raggiunge a q. 1258 Dolomiten, Lesachtal, 1:50.000 o altra partenza. ultimi fienili sotto la sagoma con numerosi tornanti. Il percorso è cartografia sempre con la medesima semplice, adatto anche a sci- scala, come il f. 80 della Mayr A fronte: I masi di Raut, 1257 m, sopra Maria Luggau. escursionisti alle prime esperienze, Wanderkarte stampato sui due fronti, in Qui sotto: La Seemiesenhütte, 1764 m, alle soglie della Samalm. quasi interamente su strada forestale, veste estiva ed invernale. Per una A destra: Il grande Crocifisso presso la sommità della Samalm. assai remunerativo per i grandiosi cartografia più dettagliata, ma non panorami offerti dalla sommità sempre aggiornata, occorre consultare dell’alpeggio. Oltre le poche case la tavola 196 Obertilliach della aggrappate sul ripido pendio, una Osterreichische Karte, con scala stradina prosegue guadagnando quota 1:25.000, mentre la carta Tabacco 01 attraverso la fascia di prato a monte Sappada-Santo Stefano-Forni Avoltri, dell’abitato. Si sale entro bel bosco con la stessa scala, interessa la sola curato sempre seguendo la comoda cresta delle Alpi Carniche. stradina che descrive un lungo traversone, poi una fitta serie di tornanti. Si raggiunge, sopra q. 1600, Francesco Carrer una bella radura con un paio di Luciano Dalla Mora capanne, convergendo poi, a q. 1660, (Sezione di San Donà di Piave) con l’altro evidente tracciato che sale da Maria Luggau. Si continua entro lariceto, con continui scorci in direzione delle cime carniche: uno scenario veramente incantevole. Lasciata in INFO LESACHTAL prossimità di un doppio tornante, a q. www.lesachtal.com 1730, la deviazione per la tel. 00434716/24212

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Testo di Roberto Bezzi centro-orientali in invernale Fotografie di 1ª TAPPA - Passo dei Laghi Gemelli. Roberto Bezzi, Enzo Breno, Rinaldo Cucchi

hi dice che l’avventura non esiste più, che tutto è stato scoperto, che non ci siano C più luoghi vergini da esplorare, forse si sbaglia di grosso. Sarebbe il caso di guardare dentro noi stessi, di ricercare quei sogni che stanno dentro di noi e che non riusciamo a far emergere per colpa di una società ormai impostata sull’apparire piuttosto che sull’essere. Quei sogni che fin da bambino ci hanno sempre accompagnato prima di addormentarci, che ci mettevano in condizione di scalare una montagna, di viaggiare su di una astronave, di guidare un bolide di formula uno. Tutto questo processo si era assopito in me, si era quasi addormentato. Con il frequentare la montagna però tutto pian piano ha ripreso forma, i contorni sono diventati nitidi, i sogni Qui sopra: 2ª TAPPA - Sulla cresta che scende al bivacco Frattini; sono tornati a galla, sono in un certo sotto: Verso il rifugio Brunone, sullo sfondo il gruppo del Pizzo Redorta. senso ritornato presto un bambino.

Ogni idea aveva radici lontane radicate nella memoria. Uno di questi sogni era quello di percorrere il sentiero delle Orobie centro- orientali. Tutto era nato quasi per caso quando una sera nella sede Cai della mia sezione sentii parlare di questo trekking, lungo circa 80 chilometri con 4700 metri di dislivello in salita e altrettanti 4000 in discesa, qui a due passi da casa. Così lo percorsi la prima volta con la mia fidanzata Claudia nel 1995 e successiva- mente con diversi amici due anni più tardi. All’inizio di Settembre 2005, circa una decina di giorni dopo il grande record dello skyrunner Poletti, ritornai a per- correrlo con il mio caro amico Enzo, 50 nov./dic. 2007 CAI NOV DIC 07 5-11-2007 16:08 Pagina 51

1ª TAPPA - In discesa dal passo dei Laghi Gemelli, sullo sfondo il lago omonimo.

compagno di mille avventure, tentando di Eccoci ai giorni nostri, il momento giusto provare con me questa avventura, due completarlo entro le 24 ore. era arrivato, ogni tassello sembrava esse- cari amici Enzo e Paolo. Partiti da Valcanale alle ore 21 re al posto giusto, il meteo dava tempo Per qualche istante mi era venuta l’idea arrivammo sopra il paese di Lizzola alle stabile fino alla fine dell’anno, le di provare in solitaria, ma avevo troppe 17 del giorno dopo camminando tutta temperature non erano troppo fredde, la paure da superare, troppi dubbi, e poi notte, senza utilizzare l’appoggio dei neve caduta non era troppa, le ferie erano sarebbe stato sicuramente più bello poter rifugi, ma portandoci con noi tutto il state concesse. condividere con amici fraterni le emo- necessario. Contattai subito chi aveva accettato di zioni di un’eventuale riuscita. Dato che mancavano ancora diverse ore di cammino e che il giorno dopo mi sarei dovuto ripresentare al lavoro, decidemmo di scendere a Lizzola interrompendo così il percorso, per iniziare il lungo autostop che avrebbe dovuto portarci di nuovo a Valcanale a recuperare la nostra auto. Insomma un lungo corteggiamento durato anni che sfociò nell’idea di percorrerlo in periodo invernale; mi dissi semplicemente “perchè no!” Il progetto ancora in stato embrionale emergeva ogni qualvolta che per un motivo o per un altro mi trovavo d’inverno ad incrociare il percorso. Guardavo e riguardavo i punti più esposti, controllavo come potevamo 3ª TAPPA - essere i traversi, cercavo di capire quali Sullo sfondo il Pizzo potessero essere gli eventuali punti del Diavolo pericolosi per il sovraccarico di neve. e del Diavolino. 51 CAI NOV DIC 07 8-11-2007 8:59 Pagina 52

Una particolare sensazione di solitudine ci avvolge, per cinque giorni saremo completamente gestori della nostra esistenza, tutto dovrà essere fatto solo da noi, nessuno aiuto esterno. Cosa rimane di questa avventura? Sicuramente l’amicizia che ci ha unito nelle difficoltà, nel piacere di dividersi un pasto caldo o l’ultimo bicchiere di the. L’immensa bellezza dei posti da pro- teggere per chi verrà dopo di noi.

Qui accanto: 3ª TAPPA - In discesa dal canale centrale dello Scais.

Allora via con i preparativi: gas, fornel- letto, viveri, vestiario, piccozza, ramponi e ciaspole. Tutto quanto può servire per cinque giorni in completa autonomia. Partiamo la mattina di Santo Stefano con destinazione Valcanale, punto di partenza del Sentiero delle Orobie centro-orientali. Ci accompagna Rinaldo, sempre disponibile e felice di poterci aiutare. Sin dall’inizio, quando per la prima volta gli espressi l’idea di questo progetto, non ha mai mancato di infondermi coraggio e buoni consigli. Lasciata l’auto e civiltà ci buttiamo nel nostro viaggio con anima e corpo. Lo zaino si mostra subito un osso duro da superare, circa 20 chilogrammi da portare per circa 10 ore e più al giorno. Ma la voglia di provare è tanta e di certo la determinazione non manca.

Sopra: 4ª TAPPA - Verso il passo della Manina. A sinistra: 4ª TAPPA - Creste di neve sotto il Monte Ferrante.

Alla fine un misto di felicità e malinconia mi pervadono lo spirito. Da una parte la felicità per aver realiz- zato un sogno, dall’altra la malinconia che tutto sia già finito. Adesso non rimarrà altro che pensare ad un altro sogno e progettare una nuova avventura.

Partecipanti Roberto Bezzi CAI Romano di Lombardia Enzo Breno CAI Romano di Lombardia Paolo Renoldi CAI Saronno 52 CAI NOV DIC 07 5-11-2007 16:08 Pagina 53

TAPPE DEL PERCORSO ALTIMETRIA PERCORSO

Martedì 26 dicembre Luogo m Valcanale (987m) - Rif. Alpe Corte Valcanale 987 (1410m) - P.so Laghi Gemelli (2139m) - Baita Pianscuri 1292 Rif. Laghi Gemelli (1968m) - P.so Rifugio Alpe Corte 1410 Aviasco (2289m) - Rif. Calvi (2015m) Baita Corte di Mezzo 1669 Totale ore di cammino: 11 Passo Laghi Gemelli 2139 Difficoltà: F (*) Rifugio Laghi Gemelli 1968 Locale invernale Rif. Calvi: Lago Colombo 2046 illuminazione - riscaldamento elettrico - Passo d’Aviasco 2289 forno elettrico Mercoledì 27 dicembre Lago Val dei Frati 1941 Rif. Calvi (2015m) - P.so di Valsecca Baita della Capra 1780 (2496m) - Rif. Brunone (2295m) Lago di Fregabolgia 1957 Totale ore di cammino: 10 Rifugio F.lli Calvi 2015 Difficoltà: AD- (*) Lago Rotondo 1972 Locale invernale Rif. Brunone: stufa a Baite del Poris 1988 legna(poca)/carbonella - forno a Passo di Valsecca 2496 bombola Bivacco Frattini 2125 Giovedì 28 dicembre Rifugio Brunone 2295 Rif. Brunone (2295m) - I° Torrione Curò Intaglio I° Torrione Curò 2930 (2930m circa)- Discesa Canalone Lago di Coca 2108 Centrale dello Scais - Lago di Coca Rifugio Coca 1892 (2108m) - Rif. Coca (1892m) - Rif. Curò Lago del Barbellino 1862 (1915m) Rifugio Curò 1915 Totale ore di cammino: 13 Difficoltà: AD (*) Miniere del Collo 2005 Locale invernale Rif. Curò: Baita del Crostaro 1701 illuminazione - riscaldamento elettrico - Passo della Manina 1796 fornello a bombola Passo Fontana Mora 2253 Venerdì 29 dicembre Passo dello Scagnello 2076 Rif. Curò (1915m) - P.so Manina Rifugio Albani 1939 (1796m) - P.so Pizzo di Petto - P.so Colere 1013 Fontana Mora (2253m) - P.so Scagnello (2076m) - Rif. Albani (1939m) Totale ore di cammino: 12 Difficoltà: F (*) Locale invernale Rif. Albani: illuminazione - riscaldamento elettrico - forno elettrico Sabato 30 dicembre Rif. Albani (1939m) - Colere (1013m). Totale ore di cammino: 2 Difficoltà: F (*)

4ª TAPPA - Passo della Manina.

NOTE GENERALI (*) Il grado di difficoltà sopra riportato è delle Orobie centro-orientali fatta puramente indicativo e fa solo riferimen- eccezione per la tappa che dal rifugio to alle condizioni ambientali trovate. Brunone porta al rifugio Coca. Ovviamente è molto variabile a seconda Per questioni di sicurezza abbiamo della quantità di neve e ghiaccio che si preferito non salire fino al passo del possono trovare. Simal (2712m) ma siamo saliti fino al 1° Conviene sempre comunque portarsi torrione Curò dello Scais (circa 2930 m) appresso fornelletto con bombolette per per poi ridiscendere il canalone centrale ogni evenienza e buon sacco a pelo per dello Scais. la notte. Roberto Bezzi Abbiamo seguito fedelmente il sentiero (Sezione di Romano di Lombardia) 53 CAI NOV DIC 07 5-11-2007 16:09 Pagina 54

Cascate a

Testo di Gilberto Garbi Foto di Gilberto Garbi e Luigi Achilli Gressoney Primavera 2006. La neve tarda ad andarsene dalla piazzetta di Gressoney. Bilancio di ricordi e progetti

Ai piedi di Tubolarbeal. Ma come sottotitolo starebbe bene un bel ‘non si vive di soli ricordi’, tant’è che noi cascatisti lo stiamo già facendo. Infatti si può vivere anche di qualche speranza, quella cioè che l’inverno – a questo punto, ahimè, ormai trascorso – si produ- ca in un ultimo, micidiale colpo di coda e stupisca tutti, noi compresi, con freddo e, a Dio piacendo, anche neve e quant’altro ci ha risparmiato finora. E che tutto duri il più a lungo possibile!

ine febbraio 2007. Questo mite ma squallido inverno sta per finire e le prospettive non sono affatto rassi- F curanti. Mi riferisco a quelle che vorrebbero una fioritura di cascate al posto delle viole e credo proprio che non sarà così. Certo, da una settimana fa fred- do e la situazione del ghiaccio, dove c’è, perché un pò c’è qua e là, probabilmente non peggiorerà, ma le condizioni che aspettavamo a dicembre, che poi ci saremmo accontentati di avere a gennaio e, in mancanza di meglio a febbraio, non verranno più. E se verranno mi roderò il Ai piedi di Sigarorror, altra splendida realizzazione fegato perché un menisco del mio ginoc- dell’inverno 2006/07. chio destro ha deciso di farmela pagare. Ma, udite udite, sarei contento almeno per gli altri, per i miei colleghi di piccoz- Che stagione magica per le cascate, quel- za e, insieme, allontanerei il pensiero ter- la! Un freddo deciso e costante, già da ribile che il clima degli anni a venire ci novembre aveva preparato il terreno e inibisca gli inverni che abbiamo il diritto all’inizio di dicembre il popolo dei ghiac- di avere. Forse, è meglio che questa sta- ciatori pascolava inquieto sotto i primi gione disgraziata finisca e non se ne parli flussi gelati. Anche io, naturalmente, più, nell’attesa della prossima. Tuttavia, facevo parte del branco, spiccozzando mentre cerco la posizione migliore per la qua e là. Che libidine frantumare trine e mia gamba e tra un lavoro e l’altro il pc cristalli di ghiaccio a colpi di ramponi e (che comodità tentatrice!) mi spara una piccozza, farsene sprizzare le schegge in raffica di foto-ricordo verticali – rigoro- faccia oppure, in cordata, far precipitare samente iced –, non posso non ritornare qualche ‘padella’ in testa al compagno. Il con il pensiero all’inverno 2005-2006. quale, del resto, non si lamenta neppure, 54 nov./dic. 2007 CAI NOV DIC 07 5-11-2007 16:09 Pagina 55

Qui accanto: L’uscita Personalmente, comunque, se penso alla di Sigarorror. scorsa stagione di ghiaccio mi sento un po’ in colpa: non ho fatto avvicinamenti che superassero l’ora di marcia. Chandelle ga’stok, Sigarorror, Tubolar- Sotto: Sulla Ciampa, beal, per non parlare del ramo destro di sopra l’abitato walser Regina del lago (che, detto fra noi, è una di Dresal. vera goduria. Parlo dell’avvicinamento, ovviamente; il grado I non se l’è mica meritato a caso) mi hanno lasciato il segreto rimorso di non essermi ammazza- In basso: L’inizio della to di fatica, magari pestando neve alta, scalata di Tubolarbeal. per salire cento metri di ghiaccio. E non

perché sa già in partenza che questa è ‘la sempre, a volte certe cascate sono molto, morte sua’. Di solito il casco fa il proprio molto meno lunghe. O corte, dipende dovere, l’importante è riuscire a guardare dalla difficoltà di cui son fatte. Veramente in su senza alzare troppo la faccia. la neve alta nel vallone del Giavin, una Qualche bella mazzata sulle nocche, poi, volta (per disgrazia e Dio me ne scampi ciascuno se la procura da sé, così il gioco da scelte del genere per il futuro), l’ho è fatto e tutti si prendono la loro soddi- pestata eccome! E ancora adesso, al solo sfazione. A questo punto, anche se non pensiero, me ne pento; sarebbe bastato tutti ci capiscono proprio, bisogna dire girare i tacchi. Ma no, noi volevamo farci che, fatta la somma di quanto sopra, si il candelone. E va beh… Vuol dire che, ottengono le sensazioni più esaltanti! per le altre marce mancate cercherò di Comunque sia, gli amanti delle cascate rimediare con la prossima stagione; iniziano già a manifestare segni di frene- ormai questa mi pare proprio che sia tica felicità quando fa freddo, molto fred- andata. Adesso che sto seduto in poltrona, do (per questo la scorsa stagione li avrete con una guida ‘di cristallo’ fra le mani, mi visti tutti al settimo cielo). Quando il ter- sento di una forza, ma di una forza che mometro va giù in picchiata, l’euforia già progetto cascate durissime e a ore di sale, iniziano a intrecciarsi le telefonate e cammino dalla macchina. Intanto chissà i brividi corrono sul filo: hai già limato le se, chiuso anche questo, l’inverno che becche? là mi hanno detto che è fatta! ho verrà sarà finalmente prodigo di gradi gli attrezzi nuovi e non vedo l’ora di pro- sotto zero. Speriamo, anche se non oso varli… e così via. Poi iniziano a zampet- pensare alla botta di spesa del riscalda- tare sui muri di ghiaccio e, appunto, a mento. Ma da qualche parte (oltre che in buttarli giù a piccozzate, nella speranza attrezzi) tutti i soldi che si guadagnano che si riformino per la settimana seguen- bisogna pure buttarli, no? te. Che gusto c’è? Beh, provateci! Gilberto Garbi

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Aria

testo e foto di Mario Sertori di Sardegna Francesca Marcelli poco sotto la cima dell’Aguglia. Ecco una proposta di scalate di ampio respiro su pareti a piombo sul mare, e che mare! Parliamo di Sardegna: fondali da sogno, avvicina- menti suggestivi, roccia perfetta, otti- ma chiodatura e difficoltà obbligatorie abbordabili dal climber medio. Le vie sono tutte facilmente raggiungi- bili dalla famosa località di Cala Gonone, centro ricchissimo di possi- bilità arrampicatorie, con itinerari di ogni genere.

Aguglia di Goloritzè Si tratta di una torre di calcare alta circa 150 metri, posta ai bordi di una cala color celeste-polinesia. Andateci alle prime ore del mattino e forse potrete godere della vista della baia ancora deserta, come agli albori della creazione. Una salita (o due) sull’Aguglia giustificano da sole un viag- gio in Sardegna e sono un’esperienza che ogni arrampicatore dovrebbe fare una volta nella vita. Tutta la costa da Cala Gonone a Cala Goloritzè è presidiata da enormi pareti calcaree che sembrano ren- dere impossibile l’accesso al mare; gran- di grotte con imbocchi affiancati, dimore di mostri marini o di eremiti fuggiti da Qui sopra a Cala di Luna. chissà quale persecuzione, la rendono A sinistra: La spiaggia con l’Aguglia di Goloritzé. misteriosa e arcana. L’avvicinamento all’Aguglia è magnifico: dall’altopiano del Golgo un buon sentiero si addentra Da lontano l’Aguglia assomiglia ad una nella macchia mediterranea, tra lecci con- matita conficcata nella terra, probabil- torti. Già ai bordi del salto il mare si mente da un ciclope accecato come preannuncia potentemente con una brez- Polifemo, perché è talmente storta che fa za profumata di sale. temere per la sua stabilità. Avvicinandosi, 56 nov./dic. 2007 CAI NOV DIC 07 5-11-2007 16:10 Pagina 57

mare appare grandiosa e inquietante come una sorta di porta verso il mondo ipogeo. A fianco corre sinuosa una bellis- sima linea di arrampicata che ha inizio a pochi passi dall’acqua. È l’Alchimista, disegnata e attrezzata dal genio di Enzo Lecis. Portarsi all’attacco di questo itine- rario rappresenta già una piccola avven- tura. Una panoramica strada sterrata da Cala Gonone attraversa il ripido versante sopra le scogliere fino a un microscopico parcheggio. Una traccia in discesa porta sull’orlo del salto. È l’inizio delle aeree calate che depositano quasi sull’acqua, in un turbine di sensazioni: affacciarsi, respirare l’aria salmastra, parlare con i gabbiani, emozionarsi per il vuoto, strin-

appaiono improvvisamente altre bizzarre rari di salita, alcuni impegnativi, altri di creature di pietra che si fanno largo nella media difficoltà (nell’accezione moderna vegetazione cercando spazio e altezza. del termine), tutti accomunati da una roc- È una selva di animali preistorici immo- cia unica nel suo genere che, come dice bilizzati dalla bacchetta magica del Maurizio Oviglia in Pietra di Luna, “si tempo che fugge. avvicina alla perfezione”. Man mano che La storia alpinistica di questo monolite ci si sale, sosta dopo sosta, la cala appare riporta all’inizio degli anni ‘80, quando sempre più lontana e luminescente, fino un giovane Manolo e Sandro Gogna, alla cima che è un piccolo gradino sul approdati alla base della Aguglia, seppe- quale c’è posto per una sola persona, un ro trovare la linea ideale per giungere rugoso pezzo di roccia lavorato dai venti. (senza spit) su quell’esigua sommità. Quel giorno Eolo adirato soffiò talmente Scogliera di forte che per i nostri fu più difficile scen- Biddiriscottai dere che salire per le corde ribelli che fru- La costa a nord di Cala Gonone è caratte- stavano l’aria in balìa delle correnti. La rizzata dalla presenza di due enormi grot- via non a caso fu chiamata “Sinfonia dei te parallele. Quella più a nord, la grotta mulini a vento” con difficoltà di settimo dei Colombi, ha un vertiginoso soffitto grado in un tratto, subito definita “la via circolare alto più di 100 metri. Sul bordo normale più difficile d’Italia”. superiore è stata posta una piccola piatta- Da allora, altri alpinisti, altre storie, altre forma in legno, dalla quale si lanciano i vie. Oggi l’Aguglia presenta molti itine- temerari del bungee-jumping. Vista dal

In alto: gere forte le corde che ci tengono ancora- In sosta su ti alle rocce (e, perché no, passare qual- “Sole incantatore”, che confortante rinvio sugli spit). La via, all’Aguglia. dopo due lunghezze di strapiombi entu- siasmanti, percorre stupende placche ver- ticali ricche di appigli di ogni genere, spesso taglienti per la gioia dei polpa- A destra: strelli. La chiodatura non troppo ravvici- Anna Bianco nata, ma comunque sicura, permette di in azione su scalare con grande soddisfazione; le diffi- “L’Alchimista”. coltà abbordabili e l’obbligatorio non troppo severo ne fanno una meta molto appetitosa anche per l’arrampicatore medio. Non bisogna però sottovalutare il Qui accanto: Quarta fatto che una volta alla base bisogna lunghezza di necessariamente risalire, pena una nuota- “L’Alchimista”. ta di alcuni chilometri. 57 CAI NOV DIC 07 5-11-2007 16:10 Pagina 58

Notizie Utili

Uffici Informazioni turistiche: Cala Gonone - Viale Bue Marino (39) 0784.93696; Dorgali Via Lamarmora (39) 0784.96243 - www.dorgali.it A Cala Gonone Camping all’entrata del paese. Guide: Pietra di Luna di Maurizio Oviglia Edizioni Fabula 2002. Un libro splendido con fotografie spettacolari, relazioni precise e chiare, scritto da uno dei maggiori esperti dell’arrampicata sull’isola.

Aguglia di Goloritzé: via “Easy Gymnopedie”.

135 m 6L 6c (6b obbl.) Attacco: un poco a sinistra di In via: fix inox Sinfonia…, su un muretto verticale con Portare: 12 rinvii e corda da 60 m spit Attacco: un poco a sinistra di Discesa: in doppia su Sole incantatore Sinfonia…, su un muretto verticale con Nota: linea logica e avventurosa spit Discesa: in doppia sulla via SCOGLIERA DI 4 Spigolo Turchese BIDDIRISCOTTAI E. Pesci, I. Zanetti e M. Caspani 1987 Accesso : da Olbia, seguire le indica- (dall’alto) riattrezzata da E. Lecis 2002 zioni per Nuoro. Verso sud, passata 100m 6L 6c (6b obbl.) Dorgali, una galleria permette di acce- In via: fix inox dere a Cala Gonone. Questo centro è il Portare: 12 rinvii e corda da 60 m più importante dell’isola per l’arrampi- Attacco: come per Sinfonia…, seguire cata, presenta molte possibilità ben questa fino alla spalla. Da qui due distribuite su un notevole numero di splendide lunghezze falesie e pareti. All’uscita del paese Aguglia: Spigolo Turchese. Discesa: in doppia su Sole incantatore seguire le indicazioni per Cala Osalla, Nota: bella tenere la destra ad un bivio e percorre- re una sterrata con fondo a volte scon- Gli itinerari 1 Easy Gymnopedie 5 Sinfonia dei mulini nesso sopra la scogliera, fino ad un M. Amadori e L. Nadali 1988 - a vento piccolo parcheggio al termine della AGUGLIA DI GOLORITZÈ riattrezzata e rettificata da E. Lecis e L. M. Zanolla e A. Gogna 1981 stessa strada. 50 metri prima del par- Accesso: da Olbia, seguire le indica- Nadali 2004 165 m 6L 6b+ (5c obbl.) cheggio in corrispondenza di un cartel- zioni per Nuoro. Verso sud, passando 140 m 5L 6b (5c/6a obbl) In via: chiodi lo in legno sul lato a monte della stra- Dorgali seguendo la SS Orientale Sarda In via: fix inox Portare: 10 rinvii, corda da 60 m nuts da, un sentiero evidente con bolli di fino a Baunei. Da questo centro, salire Portare: 12 rinvii e corda da 60 m e friends vernice scende verso la scogliera. sul Supramonte, seguire le indicazioni Attacco: nel punto più basso della Golgo e percorrere la ripida strada parete nord (nome alla base) Scogliera di Biddiriscottai verso Sud. asfaltata che sale sull’altipiano. Discesa: in doppia su Sole incantatore Indicazioni per la piccola chiesa di S. Nota: splendida come le altre Pietro, poco prima di questa, girare a destra verso Golgo-Cala Goloritzè. 2 Sole incantatore Proseguire fino ad un piazzale dove si M. Oviglia 1995 (dall’alto) parcheggia (località Sas Piscinas). Si 135 m 6L 6c (6b obbl.) imbocca un evidente sentiero pietroso In via: fix inox verso est che sale fino all’altipiano di Portare: 12 rinvii e corda da 60 m Annidai. Il sentiero è stato risistemato Attacco: nel punto più basso della di recente a cura del Comune di parete nord (poco a sinistra e più in Baunei, ed è quindi molto difficile per- alto della precedente) dersi. Discesa: in doppia sulla via La discesa verso il mare e cala Nota: forse la più bella della torre Goloritzè è molto suggestiva. (1 ora (dopo “Il mio veleno”) andata - 1.30 ritorno, dislivello circa 550 m). Sulla spiaggia in alcune 3 Dolce stil novo stagioni è attiva una sorgente di acqua M. Oviglia, M. Vacca e E. Lecis 1987 dolce. (dall’alto)

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PUNTA GIRADILI 8 Mediterraneo M. Oviglia, M. Ogliengo e P. Raspo 1996 240 m 8L 7a+ (6b obbl.) In via: fix inox Portare: 13 rinvii e 2 corde da 50 m fettucce Attacco: da Baunei seguire le indicazioni per il Golgo (come per l’Aguglia - vedi sopra), ma sull’altopiano svoltare a destra, seguendo per Monte Ginnirco e poi ancora a destra. Seguire la strada che passa alcuni tornanti e girare a destra in una piccola strada. Parcheggiare vicino all’ovile Duspiggius. Aggirare l’ovile tenendosi sulla destra, oltrepassare una recinzione con una porta di frasche (richiudere!), scendere su un evidente sentierino fino a una cengia che porta alla base del pilastro (molto evidente). L’attacco di Mediterraneo è sulla sinistra in corrispondenza di una lunga placca Qui sopra: Luca Valli sulla inclinata. penultima lunghezza di Discesa: dalla fine della via si traversa “L’Alchimista”. a piedi verso l’ovile Duspiggius. Doppie possibili, ma sconsigliate perché la parete in alcuni punti strapiomba. Note: Splendida arrampicata molto remunerativa, con chiodatura non trop- po ravvicinata. Ambiente grandioso. Percorrerlo da ultimo verso sinistra Numerose altre possibilità di scalata su (faccia a mare) fino alla prima sosta di questa affascinante parete. calata, all’uscita di un diedro appoggia- Mario Sertori to. (Attenzione, se tenete la destra arri- vate alla sosta per il lancio del bungee- jumping.) Con una breve doppia si scende il diedro. Dalla sosta all’uscita Qui accanto: Punta Giradili. del diedro con 7 doppie da 30m fino Qui sotto: Scendendo agli scogli. Passare qualche rinvio dall’Aguglia di Goloritzé. scendendo, specie in L2 perché molto strapiombante.

6 L’alchimista E. Lecis 1997 (dall’alto) 210 m 8L 6c+ (6a+ obbl.) In via: fix inox Portare: 12 rinvii e corda da 60 m fet- tucce Attacco: vedi accesso

7 Oceano Mare E. Lecis 1997 (dall’alto) 160 m 5L 6b+ (obbl.) In via: fix inox Portare: 12 rinvii e corda da 60 m fet- tucce Attacco: percorrere la strada di acces- so come per la precedente, prima di un grande avvallamento in corrispondenza di un cartello a monte con scritta (Oceano Mare), reperire un sentierino verso il mare con bolli di vernice che in 5 minuti conduce alla prima sosta. Con 4 doppie si giunge all’attacco. Note: molto bella

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Camminare sotto La conoscenza degli spazi sotterranei scavati dall’Uomo Testi di Roberto Basilico*, Luigi Bavagnoli**, Gianluca Padovan*, Klaus Peter Wilke* Foto di Gianluca Padovan*, Andrea Thum*

Qui sopra: Bergamo, Piazza Mercato delle Scarpe: camera di filtraggio «Sentii una specie di sibilo e vidi con dell’acqua piovana della grande i miei occhi gli sbuffi di vapore che cisterna sotterranea, e qui a sinistra, uscivano da quelle grotte. Entrammo operazioni speleosubacquee per in una di esse e vi trovammo i nani. l’esplorazione e il rilevamento della […] il sibilo ed il vapore venivano da grande cisterna sotterranea. grandi calderoni nei quali venivano immerse lame d’acciaio battuto per Sotto: Antica cisterna scoperta essere temprate, perchè i nani all’interno della Civita di Tarquinia fabbricavano armi assai apprezzate (Viterbo). dai normanni» Ahmad Ibn Fadlan, Manoscritto che racconta le esperienze con i riflettere sul mondo moderno ancora osservare le mura di fortificate. Quella di Shui Normanni, 922 d.C. e tecnologico in cui viviamo. difesa, i resti di una chiesa e Xiang Dong, sotto il Fognature, acquedotti, la cisterna per la raccolta villaggio di Honglin, si Tra le cime delle montagne, metropolitane, installazioni dell’acqua, elemento presenta con un’apertura alta tema dell’alpinismo, e le militari, cave e miniere: tutto indispensabile e caratteristico 120 metri ed è parzialmente profondità delle grotte, sotto terra. Oggi rimangono di molti castelli. Dal 1992 il sbarrata da un imponente indagate dalla speleologia, si vere e proprie architetture Museo Civico di Storia muro a secco, con la può immaginare una sorta di sotterranee, spesso Naturale di Verona ha presenza di feritoie nella “terra di mezzo”, da conservatesi perfettamente, organizzato numerose parte sommitale. percorrere alla ricerca delle che attendono di essere spedizioni speleologiche e Nella tradizione di molteplici nostre radici. Sono le esplorate e documentate. scientifiche nella Cina religioni la grotta è il luogo cosiddette “cavità artificiali”, Meridionale, andando anche dove si ritira l’uomo che ovvero le opere scavate L’uomo a documentare alcune grotte diviene eremita. In genere, dall’Uomo nel sottosuolo e il sottosuolo delle pianure, lungo i fianchi In passato le caverne hanno dei rilievi montuosi e costituito un riparo sicuro, collinari, oppure all’interno divenendo dimora fortificata delle caverne. Nel suo oppure luogo di meditazione cammino evolutivo l’Uomo e di culto. Seguendo il corso ha sempre guardato al del fiume Adige, tra Bolzano sottosuolo con un certo e Trento, appena più a sud interesse, utilizzandolo nei della cosiddetta “stretta di modi più svariati. Questo Salorno”, si ammirano i non ci deve stupire, ma fare ruderi del Castel San Gottardo a Mezzocorona. Chiamato anche “Rocca di * Associazione S.C.A.M. e Cronmetz”, è stato costruito Federazione Nazionale Cavità Artificiali in una fenditura orizzontale ** Associazione TE.S.E.S. e della roccia lunga un Federazione Nazionale centinaio di metri e profonda Cavità Artificiali una ventina. Si possono

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permesso di datarla al soprattutto nel tufo. Neolitico Antico (settimo Dall’alimentazione idrica si millennio). passa allo smaltimento e nei Parlando di acquedotti centri urbani si rende pensiamo immediatamente necessario un sistema che alle teorie di arcate che allontani le acque reflue per caratterizzano la campagna evitare inconvenienti alla romana. Queste sono la parte salute pubblica. Si creano terminale di cunicoli e reti di fognature sempre più gallerie che scorrono sotto estese nel sottosuolo, di cui terra o dentro i rilievi soprattutto l’ingegneria montuosi per decine di romana ha lasciato tracce chilometri. Nel 97 d.C. Sesto consistenti. Giulio Frontino, responsabile Se le mura di una degli acquedotti che fortificazione risultavano Esplorazione dell’Acquedotto della Gabelletta, alla periferia di Tarquinia. riforniscono Roma, scrive al particolarmente robuste e proposito: «L’Anio Vetus ha ardua la loro scalata, si successivamente alla “città-doppia”: nel sottosuolo la sua fonte sopra Tivoli al poteva ricorrere alla frequentazione da parte di un e in elevato. Accanto ai personaggio ritenuto luoghi “per i vivi” si “illuminato” o “santo”, sviluppano anche quelli “per l’ipogeo diviene un luogo di i morti”. Sono la tipologia di culto. Spesso si costruiscono cavità artificiale più diffusa e cappelle, chiese, complessi quasi ogni località conserva monastici variamente resti d’inumazioni o di articolati anche esternamente edifici funebri. Basti pensare alla cavità stessa. Un alle necropoli etrusche di Esplorazione esempio è il Sacro Speco di Tarquinia e di Cerveteri, vere dell’acquedotto Subiaco, oppure la Grotta di e proprie “città dei morti”. ipogeo di San Michele di Olevano, in L’acqua è l’elemento vitale Fontana Antica, Campania, sul fianco del per eccellenza: non esiste presso la Monte Raione, nota con insediamento umano medievale l’appellativo di “Grotta delle senz’acqua. Si scavano pozzi Corneto, Sette Chiese”. Vissuto per raggiungere la falda, oggi Tarquinia nell’XI secolo, il mistico oppure cisterne per la (Viterbo). tibetano Milarepa lascia conserva dell’acqua scritte le seguenti parole: meteorica, con soluzioni «Questa grotta rocciosa nella architettoniche decisamente ventesimo miliario fuori cosiddetta “guerra vallata deserta / E la mia degne di nota. In Italia ne porta Tiburtina dove eroga sotterranea”: si scavava una sincera devozione / rimangono un’infinità, una parte dell’acqua che galleria che passasse sotto le Presagiscono la realizzazione realizzate dai tempi più serve ai Tiburtini; il suo difese. Veio, assediata dai di tutti i miei desideri». antichi fino alle soglie del condotto per problemi di romani, cade proprio a causa L’insediamento rupestre XX secolo ed oggi livello è lungo 43.000 passi, dello scavo di un cunicolo costituisce un modello abbandonate con la creazione di cui 42.779 in canale che permette ai legionari di abitativo diffuso in numerose dei moderni acquedotti. sotterraneo e 221 su muri di sbucare, non visti, all’interno regioni mediterranee dalla Dallo sfruttamento del sostegno in superficie». Gli della città. Oppure, più tarda antichità all’età sottosuolo per estrarre antichi romani non inventano semplicemente, giunti sotto moderna. Le gravine, valli di soprattutto i metalli l’uomo l’acquedotto, ma ne le mura le si priva delle erosione caratteristiche delle sviluppa la tecnica di scavo. applicano la costruzione su fondamenta, facendole Murge pugliesi e lucane, Abbiamo migliaia di vasta scala. Un esempio con crollare. Di contro, anche gli incidono profondamente gli miniere, quasi tutte lunghi tratti scavati nella assediati s’ingegnavano per altopiani calcarei, abbandonate, a cui si roccia lo troviamo nell’isola stornare il pericolo e passare caratterizzati da fenomeni aggiungono numerose cave di Samo, in Grecia. Erodoto, al contrattacco, come Tifone carsici quali doline, di materiale lapideo. Una storico greco, ne attribuisce di Alessandria durante inghiottitoi e grotte. delle più antiche è quella la costruzione a Eupalino di l’assedio di Apollonia. L’ecosistema si sviluppa della Defensola, nel Gargano Megara: siamo nel VI secolo Costui, così ci descrive dall’adattamento di grotte e in territorio di Vieste. Si a.C. Non bisogna poi Vitruvio, fece scavare semplici nicchioni per estraeva la selce, i cui noduli scordare quelli di Siracusa e dall’interno delle mura della costituire, come nel caso di sono contenuti nel calcare; i i numerosissimi cunicoli città varie gallerie che Matera, una vera e propria reperti rinvenuti hanno scavati dagli etruschi, avanzassero oltre queste, per

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un tratto pari al tiro di un poche pennellate sulla tela arco, nel riuscito intento della crosta terrestre, d’intercettare la galleria con mostrano che nel tempo si è la quale gli assedianti realizzata una vasta gamma intendevano superare le d’ipogei a servizio della vita difese. Questo è l’esempio di e del presunto progresso ciò che s’intende per dell’animale uomo. Se molti “contromina”. Con l’impiego si percorrono senza degli esplosivi la tecnica particolari difficoltà, altri risulta più rapida e richiedono l’applicazione di devastante, protraendosi fino tecniche speleologiche per a tutta la Prima Guerra l’esplorazione e la Mondiale. Lungo il fronte documentazione. La grande montano si possono ancora varietà di cavità artificiali ha percorrere le gallerie di mina posto un quesito: come e di contromina scavate da catalogare? Ovvero, come austriaci ed italiani: inserire ogni singola opera in Lagazuoi, Castelletto, una specifica tipologia, per Pasubio… poterla meglio studiare e Sotto a sinistra: Esplorazione dell’Ac- Qui sopra: Particolare del ninfeo I brevi accenni alle opere quindi comprendere? quedotto della Gabelletta, Tarquinia. ipogeo di Orte (Viterbo). sotterranee, tracciati come Cavità artificiali e speleologia Gli studi riguardanti il mondo ipogeo, sia in cavità naturali sia in cavità artificiali, hanno avuto inizio da lungo tempo. Basti pensare che la ricerca delle catacombe ha condotto alla creazione dell’Archeologia Cristiana. Solo nel XIX secolo le esplorazioni speleologiche muovono i primi e decisi passi e con queste anche lo studio delle opere ipogee. Il nuovo tipo d’indagine è stato chiamato “speleologia urbana”, in quanto la maggior parte delle operazioni veniva Congressi e Pubblicazioni svolta nel sottosuolo delle città. Col tempo e con la Il I° Congresso Nazionale di Archeologia del Sottosuolo si tiene nella maturazione delle ricerche si bella cornice di Bolsena dall’8 all’11 dicembre 2005. Nel 2007, dal 6 è più correttamente definita all’11 aprile, l’appuntamento è ad Orte (Viterbo) con il II Congresso “speleologia in cavità Nazionale di Archeologia del Sottosuolo, dal tema: “L’acqua, il fuoco ed artificiali”. Siamo nel 2001 e i luoghi del sacro in cavità”. Sempre nel 2007 si crea la collana in Toscana si tiene il Meeting “Hypogean Archaeology. Research and Documentation of Underground Internazionale di Speleologia Structures” (Archeologia del Sottosuolo. Ricerca e documentazione “2001 Odissea nel Corchia”. delle strutture sotterranee), edita dalla aegis della F.N.C.A., e compre- L’Associazione S.C.A.M. sa nell’ampia produzione dei “British Archaeological Reports”. (Speleologia Cavità Artificiali Il primo volume è in inglese (tradotto da Ivana Micheli) e presenta a Milano) e il Gruppo Grotte livello internazionale il primo contributo del Catasto Nazionale della CAI Saronno presentano la Federazione Nazionale Cavità Artificiali: “Italian Cadastre of Artificial mostra “Archeologia del Cavities. Part 1. Including introductory comments and a classification”, Sottosuolo”, sulle ricerche British Archaeological Reports International Series 1599. Escono poi, in condotte in cinque regioni due volumi, gli “Atti I° Congresso Nazionale di Archeologia del italiane. Nel 2004 si fonda la Pozzo dell’Acquedotto delle Sottosuolo: Bolsena 8-11 Dicembre 2005. Archeologia del Sottosuolo: Federazione Nazionale Cavità Arcatelle, situato nel Viterbese alle Metodologie a Confronto”, British Archaeological Reports International Artificiali (F.N.C.A.), con lo porte di Tarquinia, riccamente Series 1611. scopo di stabilire un punto concrezionato.

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mutare, ma non la sostanza. L’Archeologia del Sottosuolo è il risultato di un’attività in cui confluiscono molteplici aspetti di varie discipline. È una multidisciplina costituita dall’idoneità a permanere nel sottosuolo all’interno di un manufatto e dalla capacità di raccogliere in tale manufatto i dati necessari alla sua analisi. Il successivo lavoro è l’elaborazione dei dati raccolti. A questo punto altri aspetti della ricerca quali Graffito rinvenuto presso la fortezza di Verrua (Torino). l’architettura, l’archeologia, la geologia, la Per approfondire l’argomento Moncrivello (Vercelli): esplorazione e geomorfologia, la topografia, rilievo del pozzo profondo 85 metri. ecc., concorrono alla Antiche miniere: comprensione di quanto – Di Lernia Savino, Galiberti Attilio, Archeologia mineraria della selce d’incontro tra la speleologia e indagato. nella preistoria, Firenze 1993. l’archeologia nell’indagine – Francovich Riccardo (a cura di), Archeologia delle attività estrattive e delle opere sotterranee: nasce Le tipologie delle metallurgiche, Quaderni del Dipartimento di Archeologia e Storia ufficialmente l’Archeologia cavità artificiali delle Arti Sezione Archeologica - Università di Siena, Firenze 1993. del Sottosuolo. Si è quindi Le costruzioni in alzato sono Opere idrauliche sotterranee: organizzato un sito internet soggette a rifacimenti, – Bergamini Margherita (a cura di), Gli Etruschi maestri d’idraulica, (www.archeologiadelsottosuo ampliamenti, distruzioni. Perugia 1991. lo.it) per divulgare gli studi. Invece le opere realizzate nel – Laureano Pietro, Atlante d’acqua, Torino 2001. sottosuolo si sono conservate – Padovan Gianluca, Civita di Tarquinia: indagini speleologiche, British Archeologia meglio, appunto per la Archaeological Reports International Series 1039, Oxford 2002. del Sottosuolo caratteristica di essere – Tölle-Kastenbein Renate, Archeologia dell’acqua. La cultura idrauli- L’Italia è uno scrigno di sotterranee. Lo studio delle ca nel mondo classico, Milano 1993. opere antiche ed esiste un cavità artificiali ha condotto Opere sotterranee ad uso civile e religioso: mondo ipogeo, frutto di a evidenziare un certo – Arecchi Alberto, La casa nella roccia. Architetture scavate e scolpi- attività economiche e sociali numero di tipologie e di te, Milano 2001. e di cultura, che generazioni sottotipologie (per queste – Busana Maria Stella (a cura di), Via per montes excisa. Strade in gal- di cavatori e di muratori ultime vedere utilmente il leria e passaggi sotterranei nell’Italia romana, Roma 1997. hanno lasciato a sito www.archeologiadel – Campagnoli Marco, Recanatini Alberto (a cura di), La memoria del testimonianza di una vita sottosuolo.it). sottosuolo, Atti del Convegno di Studi (Camerano 17-18 luglio quotidiana. Le tipologie e le Eccone l’elenco: 1999), Camerano 2000. architetture dei nostri ipogei 1. OPERE DI – Fonseca C.D., Bruno A.R., Ingrosso V., Marotta A., Gli insediamenti risultano tra le più varie ESTRAZIONE rupestri medioevali nel Basso Salento, Galatina (Lecce) 1979. d’Europa. Basti pensare alle 2. OPERE IDRAULICHE – Nicoletti Manfredi, L’architettura delle caverne, Bari 1980. antiche civiltà che si sono 2a. PRESA E Opere militari sotterranee: avvicendate nel territorio: TRASPORTO DELLE – Bevilacqua Paolo, Zannoni Fabrizio, Mastri da muro e piccapietre al ligure, veneta, illirica, ACQUE servizio del Duca. Cronaca della costruzione delle gallerie che sal- celtica, sicula, nuragica, 2b. PERFORAZIONI AD varono Torino, Torino 2006. etrusca, greca, romana, etc. ASSE VERTICALE – Gherlizza Franco, Radacich Maurizio, Grotte della Grande Guerra. Per non dimenticare DI PRESA Guida alle cavità naturali del Carso triestino e goriziano utilizzate l’influsso di altre civiltà 2c. CONSERVA durante la Prima Guerra Mondiale dal Regio Esercito Italiano, presenti nel bacino 2d. SMALTIMENTO dall’Esercito Austro-Ungarico e dalla popolazione civile, Trieste 2005. Manuale per lo studio delle cavità artificiali: mediterraneo e nel 3. OPERE DI CULTO – Padovan Gianluca (a cura di), Archeologia del sottosuolo. Lettura e continente europeo. 4. OPERE DI USO studio delle cavità artificiali, British Archaeological Reports Guardando al di fuori FUNERARIO International Series 1416, Oxford 2005. dell’Italia capiamo che in 5. OPERE DI USO CIVILE ogni angolo del Mondo Letture: 6. OPERE DI USO – Esposito Clemente, Il cimitero delle Fontanelle, Anacapri (Napoli) 2007. l’uomo ha lasciato e lascia le MILITARE – Nini Roberto, Alla ricerca della verità. Sulle tracce dell’Inquisizione proprie impronte sotterranee: 7. OPERE NON per scoprire il mistero dei sotterranei di Narni, Terni 2006. le forme possono anche IDENTIFICATE

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I RIFUGI STORICI DEL CAI Il Rifugio “Genova” di Vittorio al Passo Poma Pacati Costruito dagli Alpinisti di Dresda

Franz Schlüter.

Il rifugio Genova è ubicato Nei boschi di Tiso, che è sulla dorsale ha realizzato e dedicato al fratello Maddalena un appezzamento di terreno allo sbocco della valle, sono reperibili, Günther, un sentiero-ferrata molto sull’Alpe di Caseril, a quota 2301 e in una splendida posizione (ma sono protetti) i geodi conosciuti frequentato. Günther, anch’egli grande diede inizio alla realizzazione della nel Parco Naturale Puez- come noci di Tiso. Queste bellissime alpinista, perì a 24 anni sul Nanga struttura. La posizione era stata Odle, nell’alta Val di Funes in sfere di roccia parzialmente cave Parbat. Da notare che l’altro fratello ponderata e prescelta su parere di provincia di Bolzano, con un contenenti ricchi e variegati cristalli di Siegfried, esperto Guida alpina, è alcuni alpinisti, in particolare del grande panorama spettacolare sulle quarzo o ametiste (druse) possono deceduto a 35 anni colpito da un alpinista di Bolzano, Johann Santner, Dolomiti. Nei pascoli intorno essere ammirate nel locale museo. fulmine sul Catinaccio. profondo conoscitore della zona, che crescono la genziana Al di fuori dei centri abitati si respira Le Odle appartengono alle Dolomiti che naturalmente aveva valutato anche gli ancora l’aria del XIX secolo. sono famose in tutto il mondo per la aspetti della sicurezza e delle maggiore, la nigritella e, poco I masi (le fattorie) sono abitati e coltivati loro bellezza dovuta soprattutto al colore comunicazioni con le valli limitrofe. più in alto, le stelle alpine. ancora sovente con metodi primitivi che delle rocce e al prevalere di torri, Il 4 agosto 1898 il rifugio, denominato La particolarità della suggeriscono ataviche scene agresti e bastioni, guglie e pareti verticali. Il Schlüterhütte, fu inaugurato alla posizione ha sicuramente bucoliche. I fianchi della montagna colore varia da zona a zona, ma presenza di numerosi ospiti e valligiani colpito l’alpinista di Dresda, presentano pendii gradevoli coperti da prevalgono i colori chiari (Monti Pallidi), e del Parroco di Funes. Il 6 agosto ebbe Franz Schlüter, che qui decise prati, ma soprattutto da riposanti boschi mentre sulle pareti verticali o luogo l’inaugurazione ufficiale alla di conifere. strapiombanti si ammira il caldo color presenza delle Autorità e invitati, nel di realizzare una costruzione, A Malga Zannes è possibile vedere rosa (Monti di Corallo). Molto corso della quale, l’edificio fu donato il Rifugio Genova appunto, caprioli e daini convalescenti che frequentate, le Dolomiti conservano una alla sezione di Dresda del Deutscher che poi donò alla sezione pascolano tranquillamente in un ampio grande rilevanza dal punto di vista und Österreichischer Alpenverein, alpinistica della sua grande recinto gestito dalla Forestale. In alpinistico e non solo per la verticalità rappresentata dal presidente e città sul fiume Elba. montagna è ancora possibile incontrare delle parerti; basti pensare che ben fondatore, il Giudice Adolf Munkel. caprioli, stambecchi e camosci nel loro trenta vette superano la quota di 3.000 La nuova struttura ricettiva attirò molti La Val di Funes ambiente naturale. L’appassionato metri. Tra queste svetta la Marmolada, appassionati della montagna, anche (in tedesco Villnöss) fotografo può catturare immagini di q. 3343, che è seguita dalle notissime perché nel frattempo erano sorti altri e le Dolomiti scoiattoli e di ogni tipo di uccello. I Tofane, Pale di S. Martino e Tre Cime di rifugi in zone circonvicine, quali il Plose, La Val di Funes, laterale della Val ruscelli scorrono in tortuosi letti di Lavaredo. La punta più alta delle Odle, il il Firenze, il Puez. Nel 1907 fu deciso d’Isarco, è una valle molto bella, anche roccia e ghiaia di colore bianco- Sass Rigais, raggiunge q. 3025. un notevole ampliamento su progetto se meno famosa della vicina Val perlaceo che rievocano “ i rivi Studiate dal geologo francese Deodat dell’architetto Reuter il cui disegno è Gardena. Proprio per questo motivo la d’argento” dell’inno del Club Alpino de Gratet de Dolomieu, sono formate ancora oggi conservato nell’Ufficio natura è rispettata in modo particolare. Italiano. prevalentemente da calcare (carbonato Catasto di Chiusa. Il progetto rispecchia S. Pietro dove c’è la sede comunale, S. E’ proprio in questo contesto ancora di calcio) e dolomite (dal nome dello l’ambizione e le disponibilità finanziarie Maddalena e Tiso sono i più importanti rispettato che sorge il Rifugio Genova, in studioso), minerale, questo, composto di della sezione: tre piani fuori terra, 62 centri abitati. Molti toponimi ricordano mezzo ad un prato verde intenso in carbonato doppio di calcio e magnesio. posti letto, numerosi in camere singole l’antica popolazione dei Reti. prossimità del Passo Poma, con vista Vi sono altre formazioni quali tufi, e matrimoniali, illuminazione a gas dei Stazione climatica e turistica conosciuta incantevole sul versante arenarie e, nella zona di Bolzano, una locali comuni, e acqua potabile in e frequentata, vi è molto sviluppato il alpinisticamente più bello delle Odle. piattaforma porfirica denominata cucina e nei bagni; il tutto in quasi turismo invernale e, in misura maggiore, Queste (letteralmente aghi in ladino) si piastrone porfirico atesino. quattro mila metri cubi di costruzione quello estivo. Si possono fare splendide ergono, ardite e strapiombanti, dai ripidi La bellezza e la peculiarità delle che ha la conformazione di un albergo. passeggiate, escursioni e ascensioni di ghiaioni bianchi sulla sinistra idrografica Dolomiti sono completate dalla flora I lavori iniziarono nel 1907 e furono qualsiasi difficoltà. Vi sono anche opere della valle. Sulla destra le più modeste particolarmente ricca e rigogliosa anche ultimati già nell’anno successivo. La d’arte di matrice religiosa; molto bella la Odle di Eores mostrano il versante più per la presenza di acqua in quantità struttura rispondeva a tutte le esigenze chiesetta di S. Giovanni in Ranui, che, dolce. elevata. degli alpinisti: base per le ascensioni, con lo sfondo delle Odle è usata spesso In questa valle è nato e cresciuto anche meta delle gite giornaliere, tappa dei come simbolo della Valle. Una curiosità alpinisticamente il famoso Reinhold Il Commerciante percorsi escursionistici e sci-alpinistici a assolutamente particolare è un’antica Messner, Socio Onorario del Club Alpino Franz Schlüter lungo raggio, soggiorno in alta quota e fossa per catturare i lupi, risalente al Italiano. Sulle Odle di Eores, poco Nell’anno 1896 il ricco commerciante di inizialmente anche centro per lo sci da 1518. distante dal rifugio, il grande alpinista Dresda acquistò da un agricoltore di S. discesa. Vennero anche costruiti i

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Schlüterhütte fino al 1907. Foto sotto: Il Genova durante i festeggiamenti del centenario.

struttura. La somma pattuita ammontava a 130.000 lire da corrispondere in cinque rate. Nell’accordo è previsto l’obbligo del mantenimento della denominazione. Già nello stesso anno e per alcuni mesi del 1947 il rifugio fu affidato al Santer, che durante l’estate dovette però lasciare l’attività a causa della malattia della moglie. Dopo una breve parentesi di Josef Profanter, subentrò Arialdo Manfredi (l’unico di lingua italiana), che con l’aiuto della signora Josephine, si dimostrò serio laborioso e capace. Nonostante le difficoltà del dopoguerra, l’attività del Genova progredì

sentieri di collegamento. In particolare provvide a completare la dotazione fu realizzato un percorso panoramico e dell’esercizio, con attrezzatura di ogni suggestivo (il sentiero Adolf Munkel) tipo: materassi, coperte, biancheria e che inizia dal rifugio e attraversa tutta mobili. Per il trasporto chiese ed la base delle Odle fino al rifugio ottenne l’intervento di mezzi Brogles. Oggi al rifugio si incrociano le dell’Esercito che concesse l’uso di alte vie numero due e numero otto autocarri e quadrupedi da soma. Da delle Dolomiti. notare che alcuni mobili provenivano da una nave da crociera in disarmo. Le guerre Anche in questo senso si era realizzato La guerra 1914-18 congelò l’attività un collegamento mare-montagna. Né degli alpinisti e del rifugio che subì poteva mancare una gigantografia del abbandono, saccheggi e vandalismi. porto che ancora fa bella mostra di sé Al termine della prima guerra mondiale, nell’atrio. anche se il trattato di St. Germain non La gestione fu affidata a Serafin Santer prevedeva nulla in proposito, i rifugi (da non confondere con il Santner), già alpini di proprietà delle sezioni gestore alla riapertura del rifugio nel alpinistiche austriache e tedesche 1923 e che era stato collaboratore furono confiscati dallo Stato italiano e della sezione di Dresda fin dagli inizi cittadinanza germanica. E’da ricordare lentamente, con qualche oscillazione, destinati alla difesa dei confini. La del secolo. che durante la gestione Malojer furono ma incessantemente attirando sempre sezione dell’Alpenverein di Dresda organizzati numerosi corsi sci per allievi un maggior numero di alpinisti. Nel perse oltre al Genova anche il Dal 1935 al 1939 gli subentrò Josef provenienti per lo 1950 subentrò Johann Innerkofler che Pradidali, il Treviso e il rifugio Corsi in Malojer che fu altrettanto attivo e più dalla Liguria e dalla Germania. Nel riscosse l’approvazione della sezione Val Martello. generoso nella conduzione e nel gennaio 1937, ad esempio, vi per ben 13 anni. Dal 1964 a tutt’oggi Il Club Alpino Italiano, dopo insistente mantenimento della struttura. Il 22 parteciparono, tra gli altri, ben 75 la gestione è condotta in modo ottimale richiesta e ferma restando la agosto 1938 un avvenimento sciatori di Bochum (Renania-Westfalia) dalla famiglia Messner, prima con destinazione, ne ottenne in straordinario accadde nel rifugio: la Anton e la signora Catharina e dal concessione un gran numero e, tramite signora Hilde Malojer partorì il primo Dalla Ligure 1994 con il figlio Günther e la signora un’apposita commissione, provvide alle figlio. al CAI Bressanone Marlene. Come già detto, il Genova era necessarie ingenti riparazioni, acquisto Ma i venti di guerra spazzavano i monti Dopo la seconda guerra mondiale il stato relativamente rispettato durante di mobili, arredi e suppellettili. Per al di qua e di là del confine. E non solo, nostro bel complesso, che aveva subito l’ultima guerra, tuttavia il passar del questa costosa operazione fu aperta la propaganda nazista e gli accordi tra minori vandalismi anche per l’assidua tempo e le intemperie dell’alta con successo una sottoscrizione per la l’Italia e la Germania favorirono il opera di controllo di Serafin Santer, fu montagna avevano prodotto numerosi sistemazione e l’esercizio dei rifugi perpetrarsi di un evento infausto di affidato alla sezione di Bressanone, deterioramenti al tetto, ai serramenti, ai nelle Terre Redente. In seguito e con proporzioni bibliche che colpì la rinata il 26 giugno 1945. Il presidente pavimenti, agli arredi e ad alcuni gradualità gli stessi furono affidati alle popolazione di lingua tedesca della Ludovico Cappelletti chiese impianti. Aggiungendo a questo elenco sezioni del sodalizio anche molto provincia di Bolzano: le opzioni. Oltre l’affidamento gratuito della struttura l’acquisto di coperte, lenzuola, distanti dalla provincia quali Roma, l’ottanta per cento degli aventi diritto anche in considerazione che nel 1942 il materassi e altri materiali necessari, il Milano, Firenze, Verona, Bergamo... optò forzosamente per la Germania CAI aveva ordinato alla Ligure di totale della spesa ammontava a tre La Schlüterhütte fu affidata nel 1925 (circa 200.000 persone) e 75.000 consegnarla alla sezione di Bolzano! milioni di lire. Le riparazioni furono alla sezione Ligure che la ribattezzò emigrarono effettivamente incontro a Dopo una breve trattativa si arrivò ad parzialmente finanziate dallo Stato. rifugio Genova al Passo Poma, per un destino condizionato negativamente una convenzione, il cui originale, datato Con il nuovo statuto di autonomia, distinguerlo dal Genova al Lago Brocan dalla guerra e non solo. Tra questi il 27 maggio 1946, è conservato agli atti entrato in vigore il 20 gennaio 1972, le (ora Bartolomeo Figari). Malojer che il sei dicembre 1939, del CAI Bressanone, e prevede il competenze in materia di turismo sono Con rilevante sforzo finanziario ed unitamente alla famiglia, lasciò il parziale rimborso delle spese sostenute state assunte dalla Provincia Autonoma organizzativo, la sezione neoaffidataria Genova e l’Italia e ottenne la per le riparazioni e l’arredamento della di Bolzano.

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inossidabile. CAI Bressanone diretta da Paolo Sferco Il futuro Si è poi provveduto all’installazione di con il recupero con l’elicottero di un Il decreto legislativo 21 dicembre 1998 impianti antincendio e all’apertura delle presunto ferito. numero 495 ha disposto il passaggio uscite di sicurezza che hanno Il giorno precedente in una sala di della proprietà dei rifugi alpini già delle comportato anche rilevanti lavori Bressanone alla presenza di un Sezioni alpinistiche austriache e strutturali. E’ stato quindi realizzato selezionato pubblico e naturalmente germaniche, dallo Stato alla Provincia l’impianto di depurazione delle acque numerose Autorità, la sezione ha Autonoma di Bolzano. La concessione reflue. Contemporaneamente fu rifatto presentato il libro “Rifugio Genova - degli stessi al Club Alpino Italiano è l’acquedotto comprese le opere di Schlüterhütte“ scritto dal compianto tuttavia prorogata fino al 31 dicembre captazione e potenziati e ammodernati i Socio, giornalista e scrittore Fausto dell’anno 2010. servizi igienici. Inoltre sono stati risanati Ruggera. Lo scrivente, prima di cessare Naturalmente anche il Genova al Passo in maniera ottimale gli scantinati, dove dalla carica di presidente sezionale e in Poma segue la stessa sorte e ancora è stato anche ampliato il locale previsione dei festeggiamenti, gli aveva non si sa come sarà amministrato. invernale. affidato l’incarico di realizzare l’opera e Nonostante questo, è però evidente che Nel 1995 il CNR ha donato al rifugio un aveva ricercato numerosi documenti e gli eventi succedutisi dopo l’ultima L’attuale gestore Günther impianto fotovoltaico completo di fonti di consultazione. Le presentazioni guerra mondiale ci inducono Messner con famiglia davanti batterie e di convertitore che produce dell’opera contengono anche un saluto all’ottimismo sul futuro di questa terra al rifugio. quattro Kw/h. e un augurio del presidente della e del rifugio stesso. Numerose sono state le manifestazioni, Sezione di Dresda, Ludwig Gedicke, Esprimo l’augurio che la casa degli corsi e gite organizzate al rifugio per sezione che dopo la seconda guerra alpinisti di fronte alle Odle, nata quasi La sezione propri Soci e, in misura minore per mondiale aveva trasferito la sede a 110 anni fa con un atto di grande di Bressanone quelli di tutto il CAI Alto Adige. In Böblingen nella Repubblica Federale generosità e amministrata, in periodi La sezione di Bressanone, sempre occasione dei festeggiamenti per il 70° Tedesca. Tra l’altro vi è riprodotta la successivi, dagli alpinisti di Dresda, di molto legata al Genova, ha curato con compleanno della sezione, nel 1994, vi fotografia della cerimonia di Genova e Bressanone, rimanga sempre particolare attenzione il rifugio stesso, è stato organizzato un riuscitissimo gemellaggio tra le sezioni Bressanone simbolo e luogo d’incontro fra le genti sia con opere e fornitura di materiale raduno dei soci che hanno effettuato e Ligure, effettuata il 10 luglio 1994 per la diffusione degli ideali di amicizia che frequentando e promuovendone un’ascensione di massa al Sasso di sulla cima del Sass Putia e e fraternità che caratterizzano e con successo la conoscenza e la Putia ( q.2875), mentre un gruppo di perfezionata vicino al rifugio. Alla uniscono gli alpinisti di tutto il mondo. frequenza. tre cordate ne scalava la parete nord. presenza del presidente generale Vittorio Pacati Nel 1986 la costruzione è stata oggetto Nel corso dei decenni di attività, il Roberto De Martin, i presidenti Vittorio di un intervento fatto personalmente da rifugio è stato meta di numerose Pacati e Giancarlo Nardi hanno un gruppo di Soci che ha lavorato personalità politiche, militari, religiose e suggellato il gemellaggio con parole di L’autore. Nato a Valbondione (BG) nel 1933, è gratuitamente per 15 giorni e ha grandi alpinisti. Merita particolare circostanza e la consegna delle ufficiale degli Alpini a riposo e vive a Bressanone. E’ stato presidente della locale effettuato l’intonacatura e la menzione il presidente della Repubblica rispettive targhe. Il libro del centenario, sezione CAI per 8 anni. Dopo numerosi incarichi tinteggiatura esterne dell’intera Italiana Sandro Pertini che ha pranzato bilingue e corredato da numerosa nel CAI Alto Adige e nel Convegno è stato eletto costruzione. con soddisfazione nella sala da pranzo documentazione fotografica, è Consigliere Centrale nel 2004. Per contattarlo: Negli ultimi anni del secolo scorso sono e ha annotato e firmato il registro degli acquistabile unicamente nel rifugio e [email protected]. Il suo sito personale è entrate in vigore nuove e importanti ospiti: “abbiamo mangiato e siamo stati nella sede del CAI Bressanone. visitabile con http://www.vittoriopacati.it norme sull’igiene e sicurezza delle sereni in questo accogliente rifugio. strutture ricettive. Anche nel Genova Fervidi auguri”. Sandro Pertini 31 VIII furono eseguiti lavori di 1983. ammodernamento e abbellimento. In particolare fu curata la cucina con Il centenario RECAPITI: tel. del rifugio 0472 840132; del Gestore 0472 840389 (S. Maddalena l’installazione di attrezzature di acciaio del rifugio in Funes). Nell’anno 1998 in occasione del primo ACCESSI: da Campill di Val Longiarù, laterale della Val Badia (2 ore), segnavia n. centenario dell’opera, la sezione di 4; dal passo delle Erbe (2,5 ore) , segnavia n. 8; da Malga Zannes in Val di Funes Bressanone del CAI ha organizzato i (2 ore) segnavia n.32 e 33 1998: I discorsi celebrativi del festeggiamenti al rifugio con un afflusso (è l’accesso più usato); oppure percorrendo l’alta via n. 2 e n. 8 delle Dolomiti. TRAVERSATE: rifugio Plose ore 2, rifugio Puez ore 4,30, rifugio Firenze ore 3. centenario; da sx Josef Fais di di Soci e invitati particolarmente numeroso. Tra le Autorità: il sindaco di ASCENSIONI: Sass Putia, Monte Tullo; più distanti, le Odle. Dresda, G. Bonacini di Genova e A. Funes Runggatscher, il vicesindaco di VARIE: L’alta via delle Dolomiti n. 2 inizia a Bressanone e termina a Feltre. È Santini di Bressanone. Bressanone Dario Stablum, il presidente suddivisa in 13 tappe e comprende numerose varianti. Le montagne più belle e della Ligure Lorenzo Bonacini, il famose che si incontrano nel percorso sono Puez-Odle, Gruppo del Sella (in vicepresidente della sezione di Dresda particolare si passa dal passo Gardena e dal passo Pordoi), Marmolada e le Pale di Josef Fais e il presidente generale S. Martino (si transita dai passi Rolle e S. Pellegrino). La via è stata prolungata da Roberto De Martin. Ha fatto gli onori di Innsbruck a Bressanone con 9 tappe e si chiama via Europea perché transita dal casa il presidente Annibale Santini, che rifugio Europa (ex Venna alla Gerla). L’alta via n. 8 delle Dolomiti inizia a Bressanone ha anche pronunciato il discorso e termina a Salorno. È suddivisa in 10 tappe e comprende alcune varianti. Fino al ufficiale. Era presente una rifugio Genova coincide con la n.2. Il sentiero Adolf Munkel inizia dal rifugio Genova e rappresentanza della sezione di Dresda, percorre per tutta la lunghezza la base delle Odle fino al rifugio Brogles. Il sentiero- del CAI Alto Adige e di numerose sezioni ferrata Günther Messner (Günther Messner Steig o GM) inizia alla croce Russis (Col alpinistiche anche di lingua tedesca. La Rodella ) sulla strada Funes - Passo delle Erbe e termina 700 metri oltre. manifestazione comprendeva: S. Messa, CARTOGRAFIA: Kompass. 56 Bressanone. Interreg III Italia - Austria. discorsi celebrativi, esibizioni del Coro BIBLIOGRAFIA: Ed. Manfrini: i rifugi alpini dell’Alto Adige di W. Dondio, 1988. Plose del CAI Bressanone, diretto dal Ed. Sez. Bressanone del CAI AA: 100 anni Rifugio Genova di F. Ruggera, 1998. M.° Ilario Sedrani, della Banda musicale Ed. Sez. Bressanone del CA AA: Montagne senza confini di F. Ruggera, 1994. di Funes ( M.° Profanter) nonché Ed. Provincia Autonoma Bolzano: Problemi dell’Autonomia della Provincia di dimostrazione del soccorso alpino del Bolzano, 1989.

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Dalle opere esposte e chiaro e persino avvincente, e locali che ne percorsero le riprodotte emerge invece una ampiamente illustrato da aeree cenge sulle tracce dei grande personalità artistica, ottime riproduzioni delle camosci, ai primi studiosi non meno valida di quella di opere. stranieri che lo vollero suoi colleghi contemporanei, Alessandro Giorgetta misurare ed analizzare; dalle quali Gottfried Hofer, Edward prime ascese in gonnella alla T. Compton, e esagerando un Ernesto Majoni. conquista della severa parete po’, persino Gustav Klimt. Il DA JOHN BALL nord per opera della precorso della sua formazione AL 7° GRADO temeraria cordata Simon- artistica è analogo, passando Note di storia alpinistica del Pelmo, Rossi; dal ricordo dell’esimio attraverso una perfetta a 150 anni dalla prima ascensione Professor Giovanni Angelini maestrìa nel classicismo, di Edizioni CAI Sez. di San Vito alla fortunata scoperta delle cui sono testimonianza le di Cadore, Tipolitografia nitide impronte di dinosauro, decorazioni e affreschi in Print House snc, giugno 2007. il tutto rigorosamente edifici pubblici e privati di Pp. 108, prezzo Euro 16,00. dettagliato da un minuzioso Trieste e provincia corredo di note bibliografiche Melania Lunazzi (a cura di) esprimendosi invece nelle • Da qualsiasi versante lo si e di didascalie. NAPOLEONE COZZI opere “private” con uno stile ammiri, non si può che L’autore utilizza un Da Trieste alle Alpi impressionistico assai lodarne la maestosità, la collaudato espediente Comune di Travesio/Fondazione efficace. potenza, il fascino narrativo, che rende la lettura CRUP, Travesio (PN), 2007. Se sotto l’aspetto stilistico nei ammaliatore. La sua del testo veloce e divertente: 216 pagg.; 20x28 cm; ill. b/n e col. suoi acquerelli (riprodotti in particolarissima morfologia, il libro, infatti, è suddiviso in grande quantità nel libro, per che lo fa rassomigliare ad un esaurienti e concisi capitoli • Il volume, ricchissimo di un arco di tempo che va dal trono degno solo di Dio, avrà che, scremando ciascuno un contenuti, nato come catalogo 1880 al 1916) è simile alla di certo stupefatto ed attratto ben preciso intervallo della mostra delle opere di pittura del già ricordato anche l’esploratore irlandese temporale, consentono al Cozzi tenutasi nella Compton e di Ernst Platz, vi John Ball, che 150 anni fa, il lettore di lasciarsi rapire dal primavera di quest’anno a troviamo in più un valore 19 settembre 1857, ne ritmico susseguirsi degli Toppo di Travesio, in realtà espressivo maggiore dovuto calpestò ufficialmente per avvenimenti. Insomma il rappresenta una alla sua personalità acuta e primo la vetta. In occasione, libro, anche attraverso le documentazione assai più autoironica che conferisce dunque, di questo particolare immagini del Pelf colto nei vasta del seppur esaustivo una grande vitalità alle figure anniversario, Ernesto Majoni, suoi scorci meno usuali, si contenuto iconografico della che spesso animano le sue già autore di numerose e propone di far conoscere ed mostra stessa. vedute alpine e alpinistiche, piacevoli pubblicazioni di apprezzare la storia di È infatti, grazie alla curatrice, ricche di movimento con un carattere storico-alpinistico, quest’affascinante montagna, un’approfondita ricerca e taglio giocoso/goliardico di ha soddisfatto pienamente peraltro già profondamente narrazione della vita di insolita vivacità. l’ambizione, nata in seno alla ammirata ed amata da turisti Napoleone Cozzi, patriota Questi acquerelli sono Sezione del CAI di San Vito e valligiani di ogni tempo. irredentista, pittore e originariamente contenuti in di Cadore, di rendere il Marina Belli alpinista, inserito nel contesto taccuini, impaginati in forma dovuto onore a questa bella storico dell’associazionismo di album/diario delle salite ed importante montagna, che Marco Tommasini patriottico a Trieste, al quale effettuate, dimostrando una da sempre funge da punto FINALE BY THOMAS Cozzi prese attivamente grande conoscenza, oltreché d’incontro e di unione delle Le Mani Editore, Recco, 2007. parte, essendo perciò anche della tecnica pittorica, anche vallate che la circondano. 160 pag. a colori (con foto e disegni), imprigionato. dell’ambiente naturale (rocce, Con questo volume, dalla 14x21 cm, copertina con alette, Tralasciando tale aspetto, ghiacciai, nevai) in cui si elegante copertina cartonata, traduzione in inglese e tedesco, senz’altro rilevante agli svolgevano le sue notevoli supportato da una grafica 16,00 euro. effetti della valutazione della ascensioni. accattivante e ricco di sua personalità, ma meno per La scarsa notorietà di Cozzi fotografie, disegni e • Una guida alle scalate quanto può interessare il come pittore, nonché la sua riproduzioni in bianco e nero dovrebbe sempre in primo lettore di queste note, bisogna attuale sfortuna critica, è anche di vecchi documenti, luogo “rappresentare”. innanzitutto prendere atto che probabilmente dovuta al fatto l’autore ripercorre l’excursus Questa è la parola chiave il volume pone nel giusto che delle sue opere maggiori storico delle vicende della nuova guida di Marco rilievo l’importanza e la assai poche sono alpinistiche e non, che negli “Thomas” Tommasini. 160 capacità artistica di Cozzi, sopravvissute, e alla ultimi due secoli si sono coloratissime pagine che probabilmente al di fuori mancanza di documentazione succedute all’ombra del illustrano i moltissimi settori dell’ambiente triestino anche sulle opere commissionategli Pelmo, e lo hanno visto di Finale Ligure chiodati, meno nota della sua valentìa da privati. protagonista: dai racconti riattrezzati, ripuliti e segnati alpinistica. Tutto ciò è esposto in modo leggendari sui cacciatori dall’autore. Un libro che

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spiega che cosa sia davvero il d’uomini illustri e di città famoso paradiso finalese, con famose, ove si sviluppavano vie di arrampicata splendide, arte, ingegno e cultura, appositamente selezionate su ignorando che il flusso della difficoltà per tutti i livelli, dai loro vita passava per quelle principianti ai forti giogaie, merci e genti, arrampicatori. Il volume, viandanti, messaggeri e grazie a tutorial esplicativi, mercanti, che istruisce il lettore sul come quotidianamente, anche nel viene allestita una falesia pieno dell’inverno, varcavano sicura. Le cartine le Alpi con l’aiuto delle loro dettagliatissime offrono genti; dimenticando che inoltre accessi impeccabili. l’esistenza delle città Direttamente dal “costruttore” dipendeva da quei monti, al “consumatore”: le linee fonti di molte necessità: Due immagini di Stella alpina: a sinistra, tratta dall’Erbario, pare essere la attrezzate dal celebre climber, acque, materie, energia. prima in assoluto; quella a destra è invece tratta dai “Commentarii” di Mattioli. descritte ad una ad una, Venezia e il Cadore e i monti centimetro per centimetro, Bellunesi: la città che sorge valutate, classificate ed nella laguna poggia su una distesa delle prime. ... della natura: le piante allestite solo per voi! immensa foresta di tronchi Rivolgendosi poi a tutto ciò vennero osservate e studiate Un volume per reinterpretare discesi dai boschi delle che ha origine, nasce, o dal vivo, e l’interesse e la Finale Ligure in maniera Dolomiti e conficcati nel almeno cresce in quei luoghi; curiosità, si allargarono dai scherzosa, romantica e sicura! fango a sostenere le pietre le sorgenti, i laghi, i ruscelli e semplici esemplari di stretta Christian Roccati delle chiese, dei palazzi, e gli immensi fiumi, le infinite importanza medicinale a tutte delle fondamenta; protetta specie delle piante, le varie le meraviglie fiorite della Testi di Giordana Canova dalla furia del mare da una generazioni degli animali, vi flora. Tra le montagne delle Mariani, Elsa Mariella immensa, lunghissima si trova un pullulare di cose Alpi nacquero i più fulgidi Cappelletti, Giancarlo barriera di tronchi, piantati eccelse e singolari”. studi di botanica dell’inizio Cassina, Ernesto Riva, nei lidi a formare le difese, dell’età moderna, tradotti nei Roberta Sarzetto, oggi fatte di murazzi; la La splendida, perfetta, grandi trattati, illustrati dal Introduzione di Guido De sicurezza dai nemici lontani, e riproduzione dell’antico vivo. In Svizzera quelli di Zordo. i suoi commerci assicurati dai erbario, conservato alla Brunfels “Herbarum Vivae ERBARIO BELLUNESE galeoni robusti di legno Eicones”, di Fuchs “De DEL XV SECOLO d’abete; i soffitti intagliati e i British Library di Londra, corredato da un’eccellente e Historia Stirpium” e di Codex Bellunensis, Erbario Bellunese tetti dei palazzi, i pavimenti, i Gesner “Historia Plantarum” del XV secolo, Londra, British Library, mobili, gli oggetti preziosi, i illuminante serie di saggi storici, bibliografici e e tra le montagne del trentino Add. 41623, Facsimile e violini, tutto discendeva da i “Commentarii” di Mattioli, Commentario al Facsimile quei monti da cui veniva botanici, che consentono una completa comprensione del senese d’origine, ma Edito dal Parco Nazionale anche Tiziano. Eppure per concepiti nella sua lunga manoscritto figurato, ed Dolomiti Bellunesi con il lungo tempo nella storia degli permanenza a Cles in Val di anche l’identificazione di contributo del Ministero uomini era dimenticata la Non, e poi pubblicati a tutte le piante rappresentate, dell’Ambiente e della Tutela montagna, luogo remoto e Venezia, con le figure apre una finestra del Territorio, per concessione quasi sconosciuto. Ma in quel disegnate e intagliate sull’affascinante mondo delle della British Library. Feltre, mondo, che molti dall’udinese Giorgio Liberale. montagne del ‘400, sulla loro Febbraio 2006. consideravano terrifico e Pensavamo che in quei grandi storia e sulla loro flora. Due volumi in 4to (Facsimile e repulsivo, si sviluppava tomi fosse l’origine della È proprio nella regione Commentario) cm 30 x 22, pp. xii, invece vita fervida di botanica moderna, invece alpina, lontano dai grandi 138, e 296 (148 cc), legatura industria ed arte, ed attraente questo codice, importante, ma editoriale in piena tela, illustrato a appariva ai suoi abitanti. centri dove rifulsero arti, sconosciuto ai più fino a colori, sovracoperta a colori, astuccio Come scrivevano Paolo scienze e cultura, che nel questa sua prima edizione a in cartoncino a colori. Giovio, o lo svizzero Iosia Rinascimento, le scienze stampa, porta cent’anni Simler: “In tutte le latitudini botaniche svilupparono un indietro questo felice La cerchia dei monti, che terrestri si trovano avanzamento straordinario, momento, tra le rocce cinge la pianura, sfuma ugualmente pianure e passando dall’approccio soleggiate, nei prati, nei lontana in azzurro, confusa montagne. Ma non so per medioevale aristotelico, boschi, e nelle forre ombrose col cielo e le nubi. Mondo quale ragione, la vertiginosa fondato sull’esegesi dei testi delle Dolomiti di Feltre e remoto, quasi dimenticato altezza delle seconde colpisce antichi, Dioscoride e Belluno. dalla storia, che nel tempo e attrae il nostro animo Teofrasto, ad una più ampia e Franco Giorgetta antico era fatta di gesta stupefatto più che l’immensa attenta esperienza diretta (Architetto paesaggista)

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Piercarlo Jorio circa novanta titoli che “…tentare di vedere oltre il Sole sposa la Luna”, dalla ATTORNO AL FUOCO. percorrono, scandagliano, fluire eracliteo dell’avventura nostrana Provincia Granda Leggende delle terre alpine studiano ogni forma di vita umana”. alla Frigia cantata da Ovidio Priuli & Verlucca, editori, nella più centrale, cruciale, Già qui, almeno per chi (non a caso, Metamorfosi), Scarmagno, 2006. sconfinata regione d’Europa, rettamente intenda un po’ di alle palme delle mani del dio- 152 pagg, 21 x 30 c; ill. l’arco alpino, appunto. filosofia, si avverte un certo- cervo Cernunnos convertite, b/n, € 19,50. Sono 150 pagg. su due, non-so-che di sulfureo metamorfizzate in mani della talvolta tre colonne (due di relativismo, dato che Eraclito Madonna… • Attenzione! Nessuno si testo, una di dotte note) negava l’esistenza dell’Essere Sempre più forte è l’odore di faccia ingannare! Niente è corredate da una settantina Uno affermando, appunto, zolfo: si comincia a parlare come sembra! d’immagini. che “tutto scorre, diviene, si abbondantemente di Male, di Il libro che qui presentiamo, La lingua usata da Jorio è trasforma” e tale principio Bestia, di streghe comunque di Piercarlo Jorio, può far coerente con l’argomento che non è affatto compatibile con denominate, di luoghi credere di sé quello che non è descrive e con l’aria che lo alcuna religione monoteistica. maledetti (“sinagoghe” come ed ingannare chi vi si accosti. circonda di volta in volta: ora Poi la leggiamo, questa sinonimo di bordello e luogo Anzitutto il nome della poetica e immaginifica, ora Presentazione, e scopriamo di riunione infernale!), Collana cui appartiene, scientifica, precisa, quasi che le festività cristiane spaziando dal Tonale ai “Quaderni di cultura alpina” indifferente. ricalcano quasi sempre quelle Balcani, dalle saghe nordiche (QCA), sembra indicare con Ma è un trucco carezzevole pagane, secondo il principio all’Antico Testamento, ai un certo understatement che del Grande Ingannatore, e il di s. Gregorio Magno: Lotofagi omerici, alla vita, si tratti di qualcosa di perché lo vedremo tra poco! “Trasformare invece di alla morte, alle forme sospese semplice. Intanto rendiamoci conto che distruggere”, e tutt’e due non (né più vita, né ancora morte, Invece no, niente di tutto qui di “rustico” c’è proprio sono che derivati degli né di nuovo vita…). questo: la Collana QCA, nata nulla, a partire dalla ancestrali ritmi stagionali e Così finisci col leggere del poco dopo la casa editrice dichiarazione iniziale dei simboli magici ad essi nanerottolo negromante una trentina d’anni fa, diretta dell’Autore che, nella connessi in ogni cultura Laurin, e lì sei preso, perché da Luigi Dematteis, conta Presentazione, dice di d’ogni tempo, quando “il poi passi al Monte Rosa, al

novità

Franco de Battaglia Luciano Marisaldi

DOLOMITI Bonetti, Lazzarin Bonetti, Lazzarin, Sentieri di Paolo Bonetti Paolo Lazzarin 55 SENTIERI 55 SENTIERI DI PACE Rocca STORIA& LEGGENDA € 33,80 DOLOMITI DI PACE NUOVI SENTIERI Itinerari sul fronte delle Dolomiti, Pasubio e Altipiani, Grappa SELVAGGI € 34,00

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Zanichelli Giglio, Pecchio Bonetti, Lazzarin Pietro Giglio Oriana Pecchio Paolo Bonetti Paolo Lazzarin ENCICLOPEDIA DELLA ENCICLOPEDIA DOLOMITI DOLOMITI DELLA VALLE D’AOSTA SENTIERI Franco de Battaglia, Luciano Marisaldi VALLE Sentieri “in discesa” € 34,80 «IN DISCESA» DOLOMITI D’AOSTA € 33,00 SENTIERI DI STORIA & LEGGENDA Per un uso escursionistico 288 pagine, € 36,00 degli impianti di risalita

dal catalogo Zanichelli e dei mezzi pubblici in quota • 300 illustrazioni a colori • 50 cartine • libretto con gli itinerari Le tappe della storia nelle Dolomiti con 43 itinerari che attraversano luoghi teatro di importanti «episodi» storici Zanichelli Zanichelli dalla preistoria all’età del turismo I libri sempre aperti www.zanichelli.it CAI NOV DIC 07 5-11-2007 16:12 Pagina 70

lago Tòvel e scivoli nel definitivamente l’inganno Giorgio Bocca primo piano da contrafforte, “meraviglioso” dove citando proprio il nostro LE MIE MONTAGNE; vallate note. “…l’irrealtà [è] come una Autore: “Il demonio ha GLI ANNI DELLA NEVE Questo felice incontro tra falla, una smagliatura della bisogno della complicità E DEL FUOCO parola ed immagine è la realtà”. umana per sopravvivere”, Feltrinelli Editore, Milano 2006 molla che ti fa portare a casa Nessuno pensi che si tratta di analogamente alla saggezza “Serie Bianca” ISBN 88-07-17125-2 il libro e leggerlo; così dopo fatti lontani, lontani…perché popolare che ha sempre le prime pagine, una molla l’ultima strega uccisa in saputo che: “Parli del • Il titolo colpisce subito interiore sembra scattare quanto tale, cioè proprio diavolo e spuntano le corna”. ma anche la foto di scatenando qualcosa accusata di stregoneria, fu Chi parla del demonio e copertina: ambedue dentro…di profondamente linciata dai compaesani il 22 delle sue manifestazioni, lo rimandano a luoghi molto tuo… . gennaio 1828 a Cervarolo di crea e nutre, o perché lo frequentati e ben conosciuti. Questa dunque la premessa. Varallo. proietta fuori da sé, o perché “Le mie montagne” è anche Forse il libro di Giorgio Guardiamo l’iconografia, ne ha dialetticamente e il titolo di un famosissimo Bocca sta già tutto nelle tutta in suggestivo e rigoroso politicamente bisogno come libro, uno dei più importanti magre, asciutte parole della bianco e nero: ci sono poco instrumentum regni (mezzo della letteratura di montagna sua introduzione: ”…Come più di 70 immagini di cui 52 per governare). italiana, testo sacro per molti Dino Buzzati potrei scrivere presentano diavoli, mostri, Ecco, questo libro fa molto, di noi solo adolescenti negli che tutte le mattine della stregonerie varie, forze del molto riflettere sul rapporto anni settanta: “…Bonatti, vita, alzandomi dal letto ed Male in azioni anche tra storia e leggenda, tra l’uomo d’acciaio che affacciandomi alla finestra raccapriccianti (bambini Bene e Male, tra religione e resisteva notti in parete della mia camera, ho visto cucinati!), in atto e vincenti; superstizione, tra verità e vincendo il gelo; era il nostro una cerchia di monti. in 9 sono orribili ma menzogna e, come Prometeo eroe. Un mondo elitario, un I monti della mia esistenza, sconfitte dalle forze del o Lucifero, porta la po’ sadico, di costumi severi, stampati non solo nella Bene; solo 10 relative a conoscenza dalla quale nasce della cui parola non si memoria ma nel profondo forze del Bene senza la il pensiero: “Tantum religio dubitava. …” . La foto della coscienza.”. presenza delle altre. potuit suadere malorum” (A invece ritrae un azzurrino Dalla Cuneo dell’infanzia, Ma chiariamo compiere tanti mali potè delinearsi sullo sfondo, di costruita a modello delle persuadere la religione). cime conosciute, cui fanno in città Francesi e in gran parte di legno, dove vengono a T itoli in libreria maturarsi amicizie come quelle con Duccio Teresio Valsesia Marc Batard Galimberti, all’8 settembre, Tour Monte Rosa-Cervino La via d’uscita sgangherato appuntamento Alberti Libraio Editore, Verbania, 2007. Confessioni intime di un alpinista estremo con la storia in cui il 288 pagg.; 13x19 cm; foto col. cart. it. CDA & Vivalda Editori, Torino, 2007. giovanissimo tenente Giorgio Collana “I Licheni”. 212 pag.; 12,5x20 cm; foto b/n. € Bocca, tra generali e alti Andy Cave 17,00. ufficiali che fuggono e Imparare a respirare l’esercito tedesco a Torino, Edizioni Versante Sud, Milano, 2007. Edward S. Kennedy matura la svolta, la sua Coll. I Rampicanti. 332 pagg.; 12,5x20 cm; foto b/n. € (a cura di Giovanni Rossi) prima e più importante della 17,80. Il picco glorioso vita: saluta la mamma che Ascensioni al Monte Disgrazia di membri dell’Alpine rivedrà dopo 26 mesi e sale René Desmaison Club sulle montagne, lassù in alto. 342 ore sulle Grandes Jorasses Tararà Edizioni, Verbania, 2007. Quelli che seguono allora, Corbaccio Casa Editrice, Milano, 2007. 120 pagg.; 11,5x18 cm; foto b/n. € 14,00. sono racconti di vita e di Collana “Exploits”. 184 pagg.; 14x21 cm; foto b/n. € morte a mettere insieme un 18,00. Giovanni Pàstine mosaico complesso, quello Fuoco sulle montagne verdi resistenziale, vissuto, umano: Giuliano Mainini, Pierfrancesco Renzi L’Appennino Ligure nella Seconda Guerra Mondiale molto umano davvero. Scialpinismo sui Monti Sibillini De Ferrari Ed. Genova, 2007. “…Sono contadini anche Edizioni Simple, Macerata, 2007. 178 pagg.; 14x21 cm; foto col. € 18,00. quelli della montagna fra cui 174 pagg.; 16x23 cm; foto col. cart. it. € 20,00. vive la ribellione…sanno Gian Paolo Margonari poco dei motivi politici della Roberto Bergamino, Umberto Tessiore Un uomo a zonzo sulla via francigena ribellione e ascoltano senza Escursioni e passeggiate sui Monti di Diario e amene divagazioni di un viaggiatore a piedi convinzione le promesse dei Balme Curcu & Genovese Ed. Trento, 2007. partigiani..ascoltano e Ed. Arti Grafiche San Rocco, Grugliasco (TO), 2007. 136 pagg.; 14x20 cm; foto col. carte it. € 12,00. tacciono: conoscono la 160 pagg.; 12x21 cm; foto col. € 12,00. storia, nella montagna quasi

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niente è cambiato… lettura ci si perde, così Ci sono poi i nomi di Gianni confusi tra un’escursione tra Ellena, Dado Soria, Detto le Langhe, la ricerca dei Dalmastro, e Giusto profumi dei tartufi, del 3KI ALP 3KI ALP 'RANTOUR 3KATINGCON 'RANTOUR LATECNICADELLO LATECNICADI RACCONTOLIVEDI 3EPP RACCONTOLIVEDEL Gervasutti e Renato Chabod, dolcetto, del barolo, la bagna SCIALPINISMO DISCESANELLO GIORNIDIGRANDE #HENETTI 4OURDU'RAND alpinisti di schiatta, prima cauda …la neiges ILLUSTRATADAL SCIALPINISMOCON SCIALPINISMOFRA TUTTIIPASSIDELLA 0ARADISSIA d’esser stati valorosi d’antan….; forse “Le Mie GRANDE&ABIO 0IERRE'IGNOUXE 0IEMONTE (AUTE TECNICALIBERA TURISTICOCHE -ERALDI 3TEPHANE"ROSSE -AURIENNE 6AL NELLESPIEGAZIONI AGONISTICO partigiani o valorosi alpini, Montagne” sono un mondo MIN MIN D)SÒREE6ALLE ENELLE MIN che hanno lasciato segni di di speranze e di valori che E  E  D!OSTAMIN DIMOSTRAZIONIDI E  alpinistico passaggio Giorgio Bocca non vede più. E  #HENETTI MIN E  importantissimi, tanto sulle Nella cultura dello sviluppo, montagne Marittime quanto continuo ed insaziabile, su quelle del Monte Bianco. osserva Bocca “…ci si è C’è poi la Courmayeur degli mossi verso l’ambiente come antifascisti “…Le amate se fosse da dominare, da montagne che gli antifascisti schiacciare: Non si è distinto torinesi vedevano in fondo ai fra convivenza accettabile e corsi alberati e diritti della distruttiva, fra rischio loro città. Amate perché accettabile e mortale…”. #LASSICCON 'RANTOUR 3KI ALP ,ALLENAMENTO 3KI ALP 3EPP TREGIORNI LATECNICA DELFONDISTA LATECNICAEGLI sicure per le amicizie e per i E allora resistere, a tutti i #HENETTI DIGRANDE DEICAMPIONI PAGINEPER ACCORGIMENTI discorsi…e perché anche costi, ancorati anima e corpo LATECNICADEI SCIALPINISMO ATTRAVERSOIlLMATI SAPERETUTTO DELPIáGRANDE allora prima dell’autonomia a ideali e sapori, speranze e PASSICLASSICI NELCUOREDELLE EIRALENTIGIRATI SUIPIáMODERNI SCIALPINISTAIN SPIEGATAE !LPI-ARITTIME INOCCASIONEDELLE METODIDI UNMANUALE c’era l’impressione di profumi, paesaggi e dolori, il DIMOSTRATADAL CONPROPOSTADI PIáIMPORTANTI ALLENAMENTOPER RICCHISSIMODI arrivare in un cantone vecchio partigiano sembra SUPERTECNICODELLA TREKKINGESTIVO MANIFESTAZIONI LOSCIDIFONDO ILLUSTRAZIONIE SULLEINCISIONI INTERNAZIONALI DISEQUENZE indipendente dove il regime nonostante tutto invitarci a .AZIONALE E  MIN E  RUPESTRIDEL-ONTE DELLASTAGIONE TECNICHE c’era e non c’era. continuare a vivere i miracoli "EGOMIN MIN E  Quella Courmayeur della montagna come quello E  E  dell’antifascismo azionista, che sembra ripetersi ogni colto ed elitario, non c’è più. primavera. &/.$/3+) !,0 Non era male quella In questo binario di lettura, )LMENSILEPERSCIALPINISTIE Courmayeur di intellettuali tra la presenza di una natura FONDISTIESIGENTI antifascisti, sembra dire viva e vissuta che giorno Bocca “…si andava alla sera dopo giorno sembra venire )NEDICOLADAIPRIMIDI nelle loro case, nel loro meno e la memoria di una NOVEMBREADINIZIOAPRILE modo di essere storia (anche questa rigorosamente fuori da ogni sopraffatta) riscritta o meglio ,ATECNICA LEPROVE MATERIALI LEPISTE GLI volgarità, da ogni retorica, da “revisionata”, nella ITINERARI LEGARE RACCONTATE ogni esibizione di potere e constatazione dell’avvenuta EPROVATEDAINOSTRI quasi ci si persuadeva che instabilità di questi incerti SUPERTECNICIDELLANEVE l’Italia fosse tutta o quasi equilibri, sta forse il così…Poi con l’autostrada e messaggio più profondo che $6$OMAGGIO il traforo è arrivata la nuova sembra arrivarci dalle pagine #ONILPRIMONUMERO borghesia del terziario del libro di Giorgio Bocca, NOVEMBRE $6$ commerciale, industriale e scritte attraverso la OMAGGIOCONINOSTRITEST AF tecnologico, una borghesia prospettiva delle sue DITUTTIGLISCIDAFONDO =

vide Zeno Colò in la casa di Guido Rey e poche competizione con il maestro altre. Il 29 maggio 1933 al Leo Gasperl che dal 1934 era Breuil si svolse la più l’uomo più veloce del mondo importante gara di sci con il record di 157 km/h alpinismo Il Trofeo nella discesa libera sul Mezzalama, il 5 maggio 1935 Ghiacciaio del Ventina, finché il Trofeo Cervino e pochi il giovane Colò si lanciò sullo giorni dopo il prefetto di Aosta scivolo del chilometro propone di chiamare Cervinia lanciato e sfiorò 160 Km. la nascente stazione di sport La storia di Cervinia comincia invernali. nel 1936, quando si inaugura Il recital proposto ad Alpi 365 la funivia tra Breuil e Plan expo Sulle strade della Valle LE NOTIZIE Maison che porterà turisti da d’Aosta 1870-1930 : 1. tutta Europa nella nuova e già montanari e alpinisti alle A cura del MUSEO NAZIONALE Il cinema, sin dalle origini, ha rinomata stazione sciistica e i origini del turismo curato per DELLA MONTAGNA guardato l’Artide e CAI-TORINO e della BIBLIOTECA campioni ad allenarsi nel la Biblioteca da E. Caruso, A. l’Antartide con grande NAZIONALE CAI comprensorio sciistico in Ravelli e C. Tizzani, racconta interesse. Le pellicole erano quota: la nuova strada attraverso documenti d’epoca in grado di far rivivere le carrozzabile segnò una svolta la vita nelle valli percorse con emozioni di questi luoghi IL DOCUMENTO decisiva per lo sviluppo difficoltà da montanari e dai inospitali al grande pubblico. Ai piedi del Cervino turistico di quella che fino ad primi alpinisti prima dello Con alcuni esempi di film e prima dei campioni dello sci allora era conosciuta come la sviluppo turistico. manifesti, conservati dalla Prima di diventare il teatro di conca del Breil, enorme Il manoscritto che Cineteca Storica e dal Centro celebri sfide tra campioni, alpeggio con qualche malga, presentiamo ora è una lettera Documentazione come quella che nel 1947 il grande albergo del Giomein, di Henry Richard Budden, Museomontagna, il visitatore prodigo di consigli ed viene avvicinato esortazioni, a Joseph Pession all’affascinante mondo delle albergatore e guida della esplorazioni e delle avventure Valtournenche. Budden (1816- estreme. È questa la mostra e 1895) soprannominato la rassegna “Tempeste “l’apostolo dell’alpinismo” polari”, organizzata in era un facoltoso inglese occasione dell’Anno stabilitosi in Italia, dove fu Internazionale Polare 2007- presidente a vita della sezione 08. Al Museomontagna di Firenze del Club alpino e dall’11 dicembre fino al 10 onorario di quella di Aosta. febbraio 2008. Nella lettera datata 25-5-1872 2. sollecita la costruzione del Date le numerose richieste di sentiero del Grand Tournalin, chiarimenti riepiloghiamo le perché Bossoli è in arrivo per modalità di consultazione on- disegnare il panorama dalla line del catalogo della cima; esorta i valligiani a Biblioteca Nazionale Cai. I collaborare e le guide a non libri schedati fino al 2005 si essere esose e a trattarlo da trovano all’indirizzo amico per farsi una buona www.dba.it/cai/cai-biblio.htm pubblicità dato che Bossoli è (link dal sito www.cai.it), un buon pittore conosciuto quelli catalogati in SBN e anche tra gli inglesi; li invita tutti i periodici sono inoltre a consigliarsi con sull’OPAC Librinlinea l’abbé Gorret. Budden è www.regione.piemonte.it/opa rimasto ben impressionato da c. Cliccando su “Accesso una visita in Valtournenche e Librinlinea”, si aprirà la desidera promuoverne maschera di ricerca dove, l’immagine e farla conoscere selezionando tra “singole ai turisti stranieri; intende biblioteche” la voce pubblicare la biografia delle “Nazionale del CAI”, sarà migliori guide sul giornale possibile compiere ricerche “Le Touriste”. sul nostro catalogo.

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LA MOSTRA “Stelle olimpiche, il cinema dei campioni”, l’esposizione allestita dall’11 dicembre 2007 al 18 maggio 2008 al Museomontagna. è il risultato di un’idea discussa durante i Giochi Olimpici Invernali di Torino 2006 dai direttori del Museo Nazionale della Montagna di Torino, del Musée Olympique di Lausanne e della Maison des Jeux Olympiques di Albertville; i tre musei saranno altrettante sedi della rassegna. In quegli incontri si è cercato di immaginare un modo nuovo per presentare al pubblico la perpetrazione dei valori olimpici anche fuori dal mondo dello sport e LA FOTO IL FILM l’interesse si è presto La maggior parte delle La cinepresa documentò le concentrato sul cinema. Sono collezioni presentate e i Plateau Rosa, 1950. Leo Olimpiadi invernali sin dalla molti i film e i documentari film proiettati appartengono Gasperl, lo sciatore dallo stile prima edizione. È difatti del dedicati alle Olimpiadi, fin alle raccolte del prodigiosamente fluido e 1924 la pellicola girata a dalle edizioni più lontane, e Museomontagna. sicuro, in un inconsueto Chamonix. Non possiamo molti sono anche i campioni scatto di Riccardo Moncalvo. olimpici che, finita la carriera poi dimenticare Das Wisse sportiva, hanno cercato la Stadion, opera di Arnold notorietà nel mondo del Fanck per la seconda cinema. Nell’ambiente degli edizione a St. Moritz; sport invernali l’apripista di Jugend der Welt, su Garmish questa tendenza fu la 1936 e Vertigine Bianca, pattinatrice Sonja Henie, tutto a colori, su Cortina seguita dallo sciatore Toni 1956. Sailer e da Gustav Thöni, L’indiscusso capolavoro del Alberto Tomba, Katarina Witt film documentario olimpico e Jean-Claude Killy (vedere il è comunque 13 jours en manifesto, in alto, nella France, di Claude Lelouche, pagina a fianco). girato durante i giochi di Una ricerca approfondita ha Grenoble del 1968. Si tratta permesso di presentare di una sapiente lettura manifesti, materiali dell’evento fatta in modo promozionali e pellicole innovativo dal grande regista provenienti da ogni parte del francese. Nella foto vi mondo e di organizzare una proponiamo il poster mostra capace di attrarre sia dell’edizione polacca. Il gli sportivi che i cinefili. Va Museomontagna di alcuni detto che spesso si tratta di film conserva le immagini, cinema minore, ma non per di altri i manifesti e le questo poco interessante e fotografie. Poi venne la significativo. televisione, sempre più La mostra, ricca di presente con la diretta e i suggestioni, sarà inoltre grandi documentari vennero integrata da una rassegna dimenticati, l’ultimo da retrospettiva con 7/8 film ricordare è quello girato a scelti tra quelli citati nel Innsbruck 1978. Dopo sarà percorso espositivo. un’altra storia.

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Sterminato Tibet; Tibet sterminato

Testo e foto di Luigi Zanzi

S ono tornato da poco da una spedizione che ho fatto con Claudio Schranz in Tibet, con l’intento di visitare, un po’ per fare alpinismo, un po’ per ragioni di studio, e un po’ an- che in spirito di personale pellegrinaggio, talune montagne attorno a quella che viene ritenuta la più sacra del “Tetto del mondo” – la “kora” del monte Kailash e oltre – (già visitata da Giuseppe Tucci, Fosco Maraini e, più recentemente, più volte da Reinhold Messner); nonché con l’intento di esplorare talune regioni del versante settentrionale della catena dell’Himalaya dove ancora sopravvivono gli ultimi nomadi d’alta quota. È stata un’esperienza straordinaria per più aspetti: non soltanto per l’avventura di immergersi nel paesaggio montano Nomadi tibetani d’alta quota al pascolo su dune sabbiose. del “paese delle nevi”, il più vicino al cielo, che non esito a considerare come alcune genti di montagna propriamente senso dell’irripetibilità, tale mio viaggio: una sostanza eterea in cui vive il respiro uno dei più affascinanti del mondo, ma al limite estremo della sopravvivenza. ed è il fatto che ho potuto constatare degli dei, più che mai presenti ancorché anche perché ho potuto acquisire una Ma vi è un ulteriore motivo che mi come in Tibet, nello sterminato silenzio invisibili; terra desertica dove la sabbia diretta esperienza della vita vissuta da induce a ritenere straordinario, nel delle terre quasi desertiche che fine del deserto s’accumula in dune che s’inoltrano fino alla soglia dei colossi riflettono una luce fiammeggiante, ghiacciati più elevati del mondo, sta venata d’un colore d’ocra, fervente di Il Kailash, parete Sud. avvenendo propriamente uno sterminio, un sole improvvisamente ardente dopo tragico e crudele, che condurrà in breve le tempeste di neve, e si dispongono tempo all’estinzione di quei popoli ondulatamente lungo crinali dalle cui montanari e della loro civiltà, una delle pieghe sorprendentemente scaturisce culture più ricche di una risorsa qua e là un’acqua sorgiva, nel suo spirituale di cui il resto dell’umanità primo tratto fresca e pura al di là di sembra aver perso le tracce ormai da ogni speranza, per fluire poi come tempo. fango, fertile per pochi campi coltivati Sterminato Tibet, Tibet sterminato. per lo più a patate, ma non più sollievo Sterminato Tibet: terra senza confini, alla sete umana; terra di rare erbe, dove ogni valle conduce al valico verso sottile manto verde di una breve estate un’altra valle, con un incessante dove sulle creste aride sorgono spinosi richiamo successivo, senza fine, di valle arbusti di cardi violacei, e residuano, in in valle, di colle in colle, un richiamo lunghi mesi invernali, singoli fili d’erba che trova voce nel vento, in cui secca, come se fosse una vegetazione sventolano volatili e risplendenti di vari d’oro per mitiche mandrie di démoni colori le preghiere di seta annodate alle che sanno brucare filo per filo quel rupi come ragnatele; terra montana fieno naturale, unica risorsa di dove le montagne innevate, alte nutrimento per quelle poche creature all’orizzonte, sembrano nuvole viventi, tra cui prevalgono gli yak e le chimeriche che costellano un cielo d’un capre. blu quasi nero, teso a mezz’aria come Sterminato Tibet: unico luogo al mondo

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dove l’uomo può ritrovare più non più “abitata” da chi ha inteso autenticamente che mai la misura più accettare la sfida di tentare di vivere severa della fragilità della sua “in” e “di” quelle montagne, ma soltanto esistenza; dove l’uomo può tentare di attraversata da ferrovie e strade di sopravvivere soltanto se è capace di collegamento di stazioni di caserme, incessante cammino di luogo in luogo, con annessi palazzi di alloggiamento di giorno in giorno, in solitudine, della burocrazia del quartier generale, conducendo al pascolo i propri animali, negozi, case di piacere per la truppa compagni imprescindibili di una stessa (così che, là dov’erano i tratturi delle sorte, di una stessa avventura; una greggi ora c’è l’asfalto; dov’erano terra in cui la risorsa dello spirito (che si villaggi rurali fortificati secondo mo-duli avverte animare non solo l’uomo, ma architettonici di antica e nobile ogni altro animale, dalla capra allo yak, tradizione, ora ci sono squallide all’antilope, alla marmotta, ecc.) costruzioni di plastica, acciaio e vetro, costituisce il fulcro vitale della scimmiescamente “americanizzanti”). resistenza fino al limite estremo della Non si vuole qui mettere in questione, sopravvivenza. ancora una volta, l’aggressione e Tibet sterminato: questo paese che, l’occupazione politico-militare del Tibet come tale, per la stessa sterminatezza ad opera della Cina; qui si vuole dell’ambiente naturale e per essere soltanto dare chiara e sincera “abitato” da alcune genti che hanno testimonianza di come, al di là di ogni osato fare propria quella sfida, in ragione strategica, è in corso un’avventura di interazione ambientale l’intenzionale sterminio di una forma di che a vederla “al vivo” sembra civiltà, nonché la distruzione di un incredibile; questo paese che andrebbe patrimonio culturale della cui perdita salvato intatto così com’è, con la sua l’umanità (ancorché ne sia per lo più natura e con le sue genti, a inconsapevole) soffrirebbe con dimostrazione unica di uno “stile di vita” gravissima alterazione dei suoi valori. inventato dagli uomini, che appare Dopo aver devastato e depredato templi sempre più come una meraviglia della e monasteri, ai tempi delle “guardie natura; questo paese meraviglioso sta rosse” di Mao, con feroci scorrerie che per essere del tutto sterminato in hanno ridotto ad un cumulo di rovine tutt’altro senso della parola, nel senso quasi tutto il retaggio monumentale di terribile dello sterminio che l’uomo, di una cultura teologico-filosofica, medico- Calzata a pennello tanto in tanto, pratica per odio etno- sapienziale, tecno-artistica di alta culturale come se fosse in preda a una scuola e di incomparabile valore, ora la Può un'opera d'arte essere comoda? Nel caso di una Zamberlan, sì. furia devastante di cui è inconsapevole, Cina, ancorché persista ed insista nel Calzata avvolgente, puntale spazioso, corretto punto di flessione, supporto nella torsione, teso soltanto a distruggere, senza suo intento di sterminio, ha mutato il zona confortevole attorno alla caviglia, comodo appoggio del tallone, riserva alcuna, il retaggio culturale del metodo della propria dominazione contatto uniforme, imbottitura scolpita: la perfezione si scopre nei dettagli. proprio passato, come se avesse in odio distruttiva, con l’intento di conseguire Dettagli che diventano fondamentali per chi affronta la montagna sui sentieri, sé stesso nella sua stessa storia uno sfruttamento “turistico” di ciò che terreni sconnessi o su un ghiacciaio. evolutiva. resta di tale grande storia passata del Ecco perché abbiamo studiato novanta modelli diversi che Sterminato Tibet; Tibet sterminato: nel Tibet: in tal modo alcune città sacre assicurano comfort elevato e massime prestazioni su ogni tipo di superficie, silenzio complice degli affaristi che come Lhasa, Gyantse, Schygatse sono in qualunque situazione, dall'alpinismo al trekking. intessono traffici con la Cina, nella state riassettate come stazioni museali Il fatto poi che le Zamberlan siano anche decisamente belle, tacita trascuratezza degli indifferenti ad di un parco giochi, una sorta di “Tibet- beh, dopotutto non guasta. ogni sorte umana diversa dalla propria, miniature” (in cui stride, tuttavia, il Zamberlan. Per chi va lontano dai luoghi comuni. la terra del Tibet è in questi anni teatro contrasto tra le schiere dei turisti che di una devastazione freddamente pre- fanno la fila per visitare le rovine-museo calcolata e perpetrata dalla polizia e la colonna interminabile, paziente ed cinese con incessante persecuzione di inquieta, triste ed ilare, stremata di quella popolazione montanara-nomade fatica ed infaticabile, dei pellegrini che che sola, da secoli, si è fatta cura di compiono incessantemente giri di “abitare” queste montagne perse in una devozione attorno a quei monumenti solitudine estrema, facendone la che per loro non hanno nulla di “nicchia” di uno “stile di vita” inventato “turistico” e sono tuttora “luoghi sacri” Dk Grey/Red Dk Brown/Beige da quella gente con un’arditezza che – spesso senza neppure entrare appare vicina alla follia. all’interno, ora che tali monumenti, VIOZ GT Chi va attualmente di persona a fare come ad es. il Potala, sono stati Trekking con carichi medio pesanti, lunghe camminate su e fuori sentiero. esperienza delle forme estreme di vita svuotati di monaci). Pellame Hydrobloc® pieno fiore per resistenza all'acqua proprie dei nomadi di quelle terre alte, Questo Tibet, mascherato a museo per e durata su una tomaia dal design lineare. Esclusiva suola Zamberlan® Vibram® 3D per ottimo grip, non può non maturare un impulso di il tornaconto delle agenzie turistiche assorbimento dell'impatto, resistenza all'usura e trazione. protesta e di rivolta contro tale crudele cinesi non è, tuttavia, tutto il Tibet: c’è Fodera GORE-TEX® per la massima protezione e traspirabilità. sterminio di un popolo mite e solitario di un “altro” Tibet ancora vivo (ancora per Collarino foderato in Microtex per il trasporto del sudore verso l'esterno. pastori ad opera di una macchina poco) sulle stesse tracce d’un tempo, militare che persegue soltanto che tenacemente sopravviveva l’interesse strategico-territoriale di proseguendo la trama di un’antica trasformare il Tibet in un’area deserta, storia; è il Tibet dei nomadi d’alta

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quota, delle sterminate terre montane riserve di foraggio adeguate al che s’innalzano fino al margine dei sostentamento degli animali nelle ghiacci del Shisapangma, del Kailash e stagioni avverse: occorre soltanto oltre; è il Tibet che si estende tra alcune sapersi muovere incessantemente da un montagne sacre verso occidente sul giorno all’altro, da un versante montano versante settentrionale dell’Himalaya, al all’altro, da una cresta all’altra, affinché di là del grande lago sacro Manasarovar, gli animali possano brucare quella rara al di là del Kailash (Kang Rimpoche), la erba secca che qua e là non sia ancora montagna più sacra di tutte, al di là sepolta dalla neve. degli antichi monasteri di Gurugyam, di Trasformare con la coercizione i nomadi Tirthapuri (continuatore della grande per renderli stanziali risponde ad un tradizione della religione “Bon”, che programma di sterminio voluto dalla risale ai tempi anteriori alla conversione Cina soltanto per ragioni strategico- del Tibet al Bhuddismo) e di Tholing, fino militari: tale programma viene a raggiungere l’antica capitale di Guge, mascherato con l’installazione, in alcuni uno degli insediamenti originari del re anfratti montani, di alcuni nuclei di case del Tibet nell’VIII sec., nel cuore di prefabbricate (come orrende celle canyons impervi ed arduissimi da composte in forma di “lager”) che attraversare, un tempo irrigati ad opera vengono qualificate come villaggi rurali, dell’uomo e poi teatro di mutamenti siti là dove non vi è alcuna possibilità climatici di grave incidenza metamorfica, concreta di una ruralità autosufficiente. Con Claudio Schranz al termine della “kora” attorno al Kailash. che hanno indotto un processo di Il nomade che non osserva i programmi desertificazione di grande estensione; è stanziali viene, per sanzione, depredato quell’“altro” Tibet, già esplorato nel sec. delle sue greggi. attualmente accorre prono al mercato come i nomadi del Tibet, che hanno XVII da Ippolito Desideri come terra A tali nomadi viene comunque impedito cinese. portato la resistenza di sopravvivenza “estrema”, considerata al di là del più il sostegno non solo “spirituale” (ma la In tale situazione d’animo ci si dibatte dell’uomo ai limiti estremi delle più alte lontano ed impervio confine della civiltà, cura dello “spirito” in quelle condizioni tra l’impeto di una voce di protesta che montagne, vi è un richiamo di forte ed in anni più recenti, nel XX sec., estreme di vita è una risorsa rischia di rimanere velleitaria perché non valenza che giustificherebbe pienamente visitato e studiato da Giuseppe Tucci e irrinunciabile!), ma anche assistenziale sortisce alcun effetto di azione concreta una presa di posizione come quella qui Fosco Maraini; è quel mondo “fuori dal (di vario contributo tecno-sapienziale, ad e il consiglio prudente di tentare qualche proposta. mondo” dove ancora sopravvivono es. medico) che un tempo ricevevano accorgimento “politico” per la Ovviamente ciò richiede una cultura dei silenziosamente gli ultimi rari gruppi di dai monaci variamente attestati in sopravvivenza di tale gente e di tale giochi olimpici che sia priva di ambizioni nomadi che portano con sé nel loro monasteri d’alta quota. cultura. di successo politico-nazionale, che sia itinerare di giorno e di notte, oltre alle Ho vissuto per alcuni giorni la vita di Il fatto è che la protesta rimane per lo priva di concessioni al consumismo ed loro greggi di capre e di yaks, anche il quei nomadi, tentando di apprendere il più solitaria ed inascoltata; ma anche il all’affarismo sportivo (in cui si radica la retaggio di un’antica storia di loro “stile di vita”, retaggio di una cultura tentativo “politico” rimane privo di pratica del “doping”). adattamento avventuroso di una forma montana che porta impresso il marchio efficacia perché prevale la Occorre una cultura che abbia orrore di di vita all’alta montagna, la cui memoria dell’avventura al limite estremo della diplomazia”degli affari” con la Cina. chi pretende di portare la fiaccola è affidata soltanto alla loro sopravvivenza. Mi pare, tuttavia, che ci sia, nel olimpica in cima all’Everest solo per sopravvivenza, e si estinguerà con la Ho sperimentato “al vivo” la forza momento presente, un’occasione che esercitare una pretesa di appartenenza loro eventuale estinzione. trascendente di tali uomini, dei quali non sta a mezzo tra una manifestazione di politica di tale montagna (che dovrebbe Questa regione “estrema” di un “altro” credo esista l’eguale in nessun’altra “cultura” e un incontro di essere riconosciuta appartenere soltanto Tibet è ora teatro di uno sterminio di tali parte del mondo. rappresentanze di popoli con implicita all’umanità). residui gruppi di nomadi d’alta quota, Sono riuscito a parlare con loro tramite partecipazione “politica”; un’occasione Occorre una cultura che abbia orrore di quale viene praticato dalla Cina in un mio amico Sherpa che fungeva da che, comunque, ha portata universale di chi pretende di asfaltare un sentiero silenzio, con una raffinata tecnica di interprete: tralascio qui di riportare le grande rilievo: si tratta dell’occasione d’alta quota (come quello che adduce al mascheratura nel nome di una diverse voci della loro sofferenza e della delle Olimpiadi dell’anno 2008, che si Campo Base dell’Everest) per farvi proclamata intenzione civilizzatrice (che loro commovente fierezza nel non terranno in Cina ed a cui la Cina tiene transitare i veicoli di un evento mediatico già implica di per sé l’intollerante chiedere aiuto ad alcuno per la loro con intenti di successo tecno-culturale di un solo giorno. pregiudizio di tali popolazioni come se sopravvivenza; mi limito soltanto a che mirano a tradursi in successo Occorre una cultura che abbia orrore fossero arretrate in uno stato di riportare la frase con cui mi ha salutato, “politico”. della trasformazione forzosa di antichi “inciviltà”). al momento della mia partenza per il I sodalizi sportivi (che dovrebbero essere villaggi in immondezzai a servizio di Tale tecnica consiste nel costringere tali ritorno, un giovane pastore accampato guidati da ispirazione culturale, non nuovi falansteri di acciaio e plastica per nomadi a convenire una sorta di con la sua tenda, con le sue capre e con certo da interessi né economici, né ospitare i turisti ai piedi delle montagne programma di “stanzialità”, che non solo i suoi yaks tra le montagne nei pressi di “politici”) potrebbero far coro e più sacre del mondo. è del tutto contrario alla cultura del Drongpa, attorno a 4900 m. s.l.m.: «Se rivendicare tutti insieme la libertà e la Occorre una cultura che abbia orrore del nomadismo, ma è, tra l’altro, del tutto ti capiterà di tornare tra queste tutela della cultura dei nomadi in Tibet fatto che un governo pretenda di impraticabile perché in quelle terre montagne tra qualche anno, non mi come condizione per la propria decidere politicamente chi sia il Lama montane lo star fermi significa perdere troverai più; ci finiscono uno per uno; partecipazione ai giochi olimpici. reincarnato. la possibilità di conservare le proprie nel giro di pochi anni saremo tutti finiti; Anche la voce di uno solo di tali sodalizi Una cultura che abbia orrore di un greggi di capre e di yaks, risorsa almeno tu ci ricorderai!». sportivi potrebbe tornare efficace. Potala trasformata in un museo quasi imprescindibile per la sopravvivenza. Io non so rassegnarmi al solo ricordo: La Cina sarebbe debole di fronte a tale vuoto, privo dell’anima dei monaci, e Questa pratica di pastorizia è vorrei tradurre in qualcosa di concreto pretesa, perché non può rischiare alcuna circondato alla sue pendici non più da insostituibile qualora si voglia conservare l’urgere veemente di un sentimento di diserzione ai giochi in cui sta un villaggio vivo, ma da un piazzale per anche quella cultura propria della rivolta che avverto spontaneo ed profondendo smisurati sforzi. autobus turistici, con lampioni al neon e popolazione nomade d’alta quota. irrefrenabile in me contro tale sterminio, Tra la cultura del corpo umano nelle sue alberelli d’abete piantati in riga come In quelle terre alte, infatti, è impossibile accortamente predisposto a non turbare espressioni atletiche (quale celebrata aiuola spartitraffico. adottare una pratica di accumulazione di il consenso del “mondo degli affari” che alle Olimpiadi) e la cultura di gente Una cultura che abbia orrore di un

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genocidio di miti pastori nomadi che traffici, uno dei luoghi montani del viene perpetrato in silenzio con mondo più insozzato di rifiuti); in quarto mascheratura di progressismo. luogo, l’inaccettabile impedimento di SOLO UN CLICK Sono convinto che tale cultura sensibile qualsiasi libero movimento di approccio a tale protesta è più diffusa di quanto alle popolazioni montane ed alla più PER UNA CHIUSURA SICURA sembri: credo che occorra chiamarla a aperta frequentazione delle stesse con ED AFFIDABILE raccolta con efficacia persuasiva. reciproci scambi culturali (un alpinista Il mondo dei sodalizi sportivi potrebbe che volesse, com’è mio costume, essere nobilitato da tale presa di partecipare alla locale vita dei posizione orientata da tale scelta di montanari, in Tibet non potrebbe farlo, valori. se non di nascosto e con gravissimo A prescindere da un’iniziativa di protesta rischio personale e, sopratutto, mettendo che potrebbe scaturire dai sodalizi nei guai i montanari contattati, che sportivi delle varie nazioni, e comunque vengono duramente e strettamente contestualmente ad essa, occorrerebbe sorvegliati con riguardo a qualsiasi inoltre intraprendere un’analoga materiale culturale essi possano iniziativa da parte dei differenti clubs occasionalmente acquisire). alpinistici nazionali. A stretto rigore di termini un alpinismo A questo proposito il CAI potrebbe “culturale” oggi in Tibet è inammissibile assumere con coraggio il ruolo di e lo è solo in funzione della repressione battistrada: ciò anche in rispondenza ad poliziesca che la Cina sta perpetrando ai una marcata caratterizzazione in chiave danni dei montanari tibetani. di istituzione culturale, quale Gli alpinisti non possono tollerare tale recentemente il CAI ha saputo brutale offesa alla libertà di andare in meritoriamente far propria. montagna, tale insulto alla cura della vita Alle ragioni culturali di protesta più montana, tale dispregio del rispetto dei sopra argomentate se ne aggiungono valori propri dell’ambiente montano. altre che più direttamente e Per tali ragioni gli alpinisti devono specificamente sono attinenti all’attività protestare rivendicando alla montagna la “alpinistica”: esse riguardano, in primo libertà, la cura e il rispetto che ad essa luogo, l’intollerabile imposizione da parte sono dovuti. della Cina di modalità di controllo Nel “paese delle nevi” si trovano alcune poliziesco di chiunque intenda compiere delle più belle ed affascinanti montagne una spedizione autonoma nell’Himalaya del mondo: esse sono da considerarsi tibetano (a prescindere dalla salita alle come un irrinunciabile valore di bellezza vette, qualsiasi programma e di cultura per tutta l’umanità e non escursionistico o esplorativo viene possono abbandonarsi con indifferenza preventivamente sottoposto ad una nelle mani di guastatori come l’esercito stretta procedura autorizzativa che cinese, che se ne vuole appropriare definisce ogni percorso, senza soltanto a fini strategici. consentire alcuna pur minima variante, Per far ciò occorre che i differenti clubs togliendo così ogni pregnanza alpini si uniscano a livello internazionale d’avventura all’ideazione del cammino in per alzare tutti insieme una voce di luogo, a passo a passo); in secondo protesta che si faccia sentire luogo, l’insediamento di stazioni militari efficientemente e che raggiunga anche di controllo armato nei Campi Base, e le associazioni alpinistiche della Cina. così pure la trasformazione viaria (ad Il compito e la responsabilità dell’avvio di uso di comodo principalmente degli tale intesa protestataria non può essere arroganti SUV della polizia cinese) di “palleggiato” dall’uno all’altro club; VELOCE taluni sentieri di accesso; in terzo luogo, occorre che un club si muova in un secondo l’allestimento di luoghi d’ospitalità responsabilmente chiamando gli altri ad turistica senza alcun adeguato un’unità d’azione in tal senso. adattamento alla natura dei luoghi, ed Sono convinto che se il CAI assumesse SEMPLICE & AFFIDABILE anzi con trasformazione dei siti in tale ruolo, facendo propria tale proposta apertura - chiusura orrendi immondezzai (il guasto di una di protesta e chiamando a raccolta gli montagna ingombra di scarti, ferita e altri clubs alpini più vicini (a cominciare offesa da una lordura immonda, sparsa da quelli inglese, francese, svizzero, SICURO qua e là con una squallida incuria – tedesco, austriaco, ecc.) acquisirebbe un tenuta assoluta quale un tempo era imputabile anche ad grande merito al cospetto dell’umanità: alcune spedizioni alpinistiche – è oggi ciò anche se dovesse sortire come esito da imputarsi prevalentemente ad una una bruciante delusione. gretta, avventata e frettolosa furia Tali proteste si devono fare, infatti, non 1. Allentare la presa ed 2. Chiusura aggiustare la lunghezza “colonizzatrice” dell’esercito cinese, già perché si è sicuri del loro priva di qualsiasi rispetto dell’“anima” accoglimento; ma perché non se ne può 1 2 dei “luoghi”: in tal modo il Tibet, fare a meno per una ragione di dignità, nonostante la sua sterminatezza, sta cioè se si vuole ancora portare rispetto a diventando, in alcuni suoi siti che sé stessi. fungono da nodi di incrocio di molteplici Luigi Zanzi

tenere le mani sul bastone per spingere in basso lo Snaplock ottenere qualsiasi lunghezza per bloccarlo solamente con uno scatto Per ulteriori informazioni visitate il nostro sito www.komperdell.com o [email protected] CAI NOV DIC 07 5-11-2007 16:16 Pagina 78

Cordini per alpinismo:

Caratteristiche, problematiche e suggerimenti Vittorio Bedogni 1, Elio Guastalli 2 - Commissione Materiali e Tecniche Fig. 1 alcuni degli spigoli utilizzati. 1 CLMT-CCMT-CAI Legnano 2 CLMT-CAI Pavia

Premessa d’approfondimento. Il presente lavoro, svolto Il miglioramento della dalla Commissione Lombarda sicurezza in montagna Materiali e Tecniche (CLMT) mediante un uso più in sintonia con la consapevole dei materiali Commissione Centrale costituisce la motivazione (CCMT), riprende quanto già principale di questo lavoro. sviluppato sui cordini a proposito delle caratteristiche Materiali utilizzati meccaniche e all’ “effetto Sono stati considerati cordini nodo” comparso su La tipicamente utilizzati in Rivista del Club Alpino alpinismo e in particolare: Italiano (maggio/giugno • cordino in Nylon con 2004, p. 84-90). diametro 7 mm In questa seconda parte si • cordino in Nylon con riprende l’argomento diametro 5 mm parlando degli effetti che gli • cordino in Nylon con spigoli hanno su questi diametro 4 mm • cordino in Kevlar con attrezzi per l’alpinismo e Modalità di indicando come calcolare il diametro 5,5 mm di cordino per ogni esecuzione numero minimo di rami in • cordino in Dyneema con tipologia!), si è ritenuto utile delle prove parallelo necessario per diametro 5,5 mm 3 sottoporre nuovamente a Nell’esecuzione del presente ottenere la resistenza voluta come già si era fatto nella prova i materiali provenienti studio, come del resto nel da un anello chiuso. prima parte del presente dalle nuove bobine (con precedente, si è utilizzata una In una parte successiva lavoro. differenza non trascurabile macchina di trazione lenta5. verranno illustrati alcuni per il Nylon diametro 7 mm). La velocità di carico è, aspetti pratici nell’utilizzo dei Poiché rispetto alla serie di Le resistenze sono riportate secondo la norma, di circa 4 cordini. prove precedenti sono stati nella tabella 1 in cui cm/min. La materia si è dimostrata cambiati alcuni rocchetti di compaiono i differenti valori Per avere una ragionevole particolarmente complessa a fornitura (si sono consumate misurati (2 valori per il affidabilità statistica dei causa innanzi tutto delle parecchie centinaia di metri Nylon diametro 7 e 4 mm). valori misurati, i risultati innumerevoli variabili che entrano in gioco. I dati e le osservazioni qui riportate 3 Erroneamente nel lavoro precedente è Diametro Carico minimo Carico stato riportato un diametro di 6,5 mm. nascono da una vasta attività Materiale nominale di rottura da Norma di rottura 4 Valore dichiarato dal fornitore; la che ha visto la realizzazione (EN/UIAA 564) misurato Norma (EN/UIAA 564) prescinde dal di quasi un migliaio di prove mm kp kp tipo materiale usato per cui ad un dia- di laboratorio eseguite presso Nylon 7 980 1360 - 1043 metro di 5,5 mm viene richiesta una resistenza minima di 605 kp secondo l’Istituto Tecnico “Cardano” Nylon 5 500 678 la ben nota formula R = d2 x 20 dove di Pavia; ciò nonostante Nylon 4 320 423 - 410 “R” è la resistenza in daN e “d” è il alcuni aspetti rimangono Kevlar 5,5 1800 4 1940 diametro del cordino in mm. 5 4 Macchina universale per prove mecca- tuttora degni Dyneema 5,5 1800 2320 niche.

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delle tensioni nei due rami. Per ottenere il completo avvolgimento dello spigolo, sono state introdotte due piccole pulegge laterali (figura 4). Gli accorgimenti sopra descritti vorrebbero eliminare o almeno ridurre gli sbilanciamenti di tensione nei due rami dovuti ai seguenti motivi: • nel momento in cui l’anello chiuso viene sottoposto a tensione, si ha per attrito il “congelamento” di una possibile situazione di non simmetria tra i due rami dovuta statisticamente all’impossibilità di Fig. 2 effetto dello spigolo sul cordino. uguagliarne perfettamente Fig. 3. la lunghezza. • La presenza di un nodo sono presentati come media schiacciare quelle sottostanti genera, durante il di almeno tre prove per ogni più interne: questo provoca tensionamento, un situazione sperimentale. la riduzione della resistenza. allungamento maggiore nel Gli spigoli analizzati hanno Scopo di questa parte del ramo che lo contiene vari raggi nominali e lavoro è valutare la rispetto all’altro ramo a precisamente; 0,75; 1; 1,5; 2; diminuzione percentuale causa dello scorrimento 3; 4; 5 mm; alcuni di essi della resistenza del cordino, più o meno marcato del sono visibili nella figura 1. quando questo è caricato a cordino nel nodo stesso: In realtà i raggi di raccordo, cavallo di uno spigolo come questo comporta che il controllati con un rilevatore schematicamente riportato in ramo col nodo sia di profili, hanno registrato figura 3; il raggio di sottoposto ad un carico rispettivamente i seguenti raccordo “R” al vertice dello inferiore rispetto all’altro valori: 0,52; 0,80; 1,20; 1,80; spigolo costituisce il ramo. Ancora una volta è 3; 4; 5 mm. parametro utilizzato per l’attrito sullo spigolo a A questi valori si farà analizzare l’effetto di mantenere questo stato di riferimento nel seguito. intaglio: più piccolo sarà il squilibrio. Questo raggio, maggiore sarà la problema poteva essere Studio della riduzione della resistenza. ridotto, ma non evitato, riduzione della La realizzazione dello mettendo un nodo su resistenza del schema riportato ha entrambi i rami. cordino per effetto presentato problemi pratici Va ancora rilevato che gli di uno spigolo poiché, per i vincoli aspetti sopra elencati (intaglio) dell’attrezzatura utilizzata inducono comportamenti La presenza di uno spigolo, (poca corsa tra testa fissa e apparentemente che vincola un cordino testa mobile della macchina contraddittori in quanto sottoposto a trazione, riduce di trazione), non è stato l’attrito sullo spigolo la sua resistenza causando possibile inserire due celle di sbilancia il carico sul ramo Fig. 4. una concentrazione di sforzi carico per la misura delle del nodo (che risulta meno che indeboliscono il forze nei due rami e si è caricato a causa del materiale in corrispondenza optato quindi per l’utilizzo di cedimento del nodo stesso), che in assenza di questo. dello spigolo stesso. Infatti, un anello di cordino chiuso al punto che un anello di Infatti, lo spigolo in qualche in questa situazione il da un nodo e vincolato cordino sopporta un carico modo “protegge” il nodo cordino si appiattisce sullo all’altra estremità da una maggiore in presenza di uno dando all’anello una spigolo (come risulta bene puleggia montata su spigolo (non resistenza maggiore. dalla foto di figura 2) e le cuscinetti a sfere per sufficientemente acuto però Questo tipo di meccanica fibre esterne tendono a assicurare l’uguaglianza da provocare lì la rottura) può rendere difficile

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Fig. 5 coefficienti di riduzione per “effetto spigolo”.

l’interpretazione dei risultati estendibile anche a Kevlar vengono usati i cordini, è la sostenere, rispetto al caso sperimentali. e Dyneema. valutazione della loro ideale di mancanza di attrito, Nonostante gli accorgimenti • Confrontando i tre resistenza. se la rottura avviene sullo presi, si è comunque materiali analizzati e Nel caso in cui si ipotizzi spigolo; viceversa, se il introdotto uno considerando diametri che i singoli rami dell'anello cedimento si ha nel nodo sbilanciamento dei carichi tra pressoché simili (5 e 5,5 contribuiscano in uguale come già si è avuto modo di i due rami. mm), si può notare che, misura alla resistenza globale osservare. Queste problematiche si sono per spigoli con raggio del complesso (nell'ipotesi Da un'analisi più di dettaglio ulteriormente amplificate con inferiore a circa 2 mm, il ideale di mancanza di attrito riportata in Appendice, si l’utilizzo del Dyneema in materiale meno sensibile tra cordino e vincoli), il può affermare che la quanto la sua alta all’intaglio (e quindi carico di rottura dell'anello è tensione di rottura dell'anello “scivolosità” ha reso più migliore da questo punto dato da: (di seguito indicata con “T”) difficile la realizzazione di di vista) è il Dyneema, a Ranello = ( Rnominale)*(n° di è data dalle seguenti un nodo che non si cui seguono il Nylon e il rami)*( 1- ξrid) (1) relazioni: sciogliesse agli alti carichi. Kevlar. Per spigoli di L’effetto di indebolimento raggio superiore a 2 mm il dove: T anello con 2 rami = ξ dell’intaglio è misurato Nylon risulta migliore del • Ranello resistenza 1,5 * (1- s) * R (2) tramite un “coefficiente % di Dyneema e del Kevlar dell'anello, T anello con 4 rami = ξ riduzione per l’intaglio” nell’ordine. • Rnominale resistenza 2 * (1- s) * R (3) definito come: nominale del cordino T anello con 8 rami = ξ 6 ξ • rid. nodo 2,33 * (1- s) * R (4) 2 x carico rottura reale cordino - carico rottura anello x100 2 x carico rottura reale cordino fattore di riduzione di resistenza del nodo in cui la rottura avviene sullo • ξrid. spigolo fattore di spigolo, come si verifica Nonostante queste difficoltà, Per quanto riguarda le riduzione di resistenza nella maggior parte dei casi. si sono ottenuti risultati modalità di rottura su dello spigolo Ad esemplificazione di interessanti riassunti nei spigolo, il comportamento • ξrid. maggiore tra ξrid. nodo quanto detto, si consideri un diagrammi di figura 5. dei cordini è essenzialmente e ξrid. spigolo. anello di cordino in Nylon da Dall’analisi dei diagrammi si simile: presenta dapprima la 7 mm con 2 rami. possono fare le seguenti rottura dell’anima sullo Va fatto rilevare che, per considerazioni: spigolo, cui segue la rottura questioni di simmetria, il • Nylon: si può notare che completa della calza. numero di rami deve essere 6 Va ricordato che il fattore di riduzione l’effetto di intaglio è una potenza di 2 (2, 4, 8…). di resistenza è definito come “perdita minore per i diametri di Anelli di cordino: In realtà si è già visto che percentuale di resistenza” ossia: [ ξrid = (Rn - Rres) / Rn ] cordino più piccoli e che, come valutarne l'equipartizione dei carichi è la resistenza Quindi, a fronte di una resistenza per raggi dello spigolo ben lungi dal realizzarsi. nominale Rn = 100 e ad un fattore di Un aspetto importante molto grandi, tende a Questo, tende a ridurre il riduzione ξrid = 0,3 (oppure 30%), si relativo agli anelli di cordino intenderà che la “perdita” sia 30 e ridursi a zero. carico complessivo che avvolti con due o più rami, quindi la resistenza residua sia L’affermazione è l'anello è in grado di ξ come prevalentemente Rres = (1- rid) * Rn = 70 80

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Assumendo: Fig. 6. Montagna di cordini rotti... ξ s 0,41 per occhiello di chiodo stam- pato con raggio dello spigolo di 3,1 mm ξ n 0,32 per doppio nodo inglese R 1043 daN resistenza nominale del assenza di attrito, la rottura si cordino (da sarebbe ancora localizzata tabella 1) nell'occhiello del chiodo a un fmfs 3 rapporto delle carico pari a: forze a cavallo del chiodo Ranello con 2 rami = 1043 * (spigolo) (1-0,41) * 2 = 1230 daN fmfb 2 rapporto delle forze a cavallo secondo quanto suggerito del moschet- dalla relazione ( 1 ). tone (barra) Conclusioni e applicando le formule E’ stato completato un lavoro presentate in Appendice si iniziato tempo addietro che affermazioni derivanti produttore come si può può desumere che la rottura ha avuto molti problemi dall’analisi dei risultati sopra dedurre anche dalla tabella avviene sullo spigolo legati soprattutto al riportati. 1 confrontando alcuni (occhiello del chiodo). Il comportamento molto • I valori di resistenza cordini di Nylon: nelle relativo carico vale: “scivoloso” del Dyneema, meccanica dei cordini, pur valutazioni di resistenza si che porta allo scioglimento rispettando la norma, consiglia di usare i valori R anello con 2 rami = 1,5 * del nodo, complicando le possono differire tra loro, a dati dalla norma (per il (1- 0,41) * 1043 = 923 daN prove (figura 6). E’ possibile parità di diametro, anche tra Nylon) e quelli garantiti dal Nella stessa situazione e in fare in ogni caso alcune diversi lotti dello stesso costruttore (per il Kevlar e

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APPENDICE L'analisi che segue, fatta con ragionevoli ipotesi semplificati- ve, permette di valutare la tensione di rottura dell'anello (di seguito indicata con “T”) in presenza di attrito e in differenti situazioni. Il concetto che sta alla base delle formule che seguono è che il cedimento del nodo provoca uno scorrimento del cordino a cavallo sia dello spigolo che del moschettone; ciò ha come conseguenza una differenziazione tra le tensioni a cavallo del punto di attrito. Questo non avverrebbe nel caso in cui l'attrito non fosse presente; il meccanismo è illustrato in figura A-1 per il caso con 4 rami.

Rottura sullo spigolo Avviene nel caso in cui l'indebolimento dello spigolo è supe- riore rispetto a quello causato dal nodo. La resistenza è data dalle relazioni:

T anello con 2 rami = (1- ξs) * R * (fmfb+ 1) / fmfb (a) Fig. A1 Anello con 4 rami. T anello con 4 rami = (1- ξs) * R * {[(fmfs* fmfb) + (fmfs + fmfb)+ 1] / (fmfs * fmfb)} (b) il Dyneema). disponibili solo con • Anche la resistenza diametro 5,5 mm. dove ξs fattore di riduzione per effetto spigolo all’intaglio, espressa dal • Il confronto tra i tre ξn fattore di riduzione per effetto nodo relativo coefficiente, deve materiali analizzati, fatto R resistenza nominale del cordino essere presa come con diametri pressoché fmfs rapporto delle forze a cavallo dello spigolo indicativa dipendendo simili (5 e 5,5 mm), porta fmfb rapporto delle forze a cavallo della barra molto dalle caratteristiche ad affermare che, per Rottura sul nodo costruttive del singolo spigoli con raggio inferiore Si ha nel caso in cui è l'indebolimento del nodo a prevalere cordino; noi abbiamo a circa 2 mm, il materiale rispetto a quello degli spigoli. La resistenza è data dalle rela- rilevato differenze che per meno sensibile all’intaglio zioni: semplicità non abbiamo (e quindi migliore da questo riportato. punto di vista) è il T anello con 2 rami: il minore tra R * (1 -ξn) * (fmfb + 1) (c) • Il Kevlar e il Dyneema Dyneema, cui segue il R * [1 + (1- ξn)] hanno valori di intaglio che Nylon e il Kevlar. Per si saturano7 molto spigoli con raggio superiore T anello con 4 rami: rapidamente: oltre i 2÷3 a 2 mm il Nylon risulta il minore tra (1 - ξn)*R *[1+(fmfb+ fmfs)+(fmfb*fmfs)] (d) ξ mm di raggio, l’effetto di migliore del Dyneema e del R * [(1 - n) * (1 + fmfb+ fmfs) + 1] R * [(1 - ξ ) * (1+ fmf ) + 2] intaglio si stabilizza mentre Kevlar nell’ordine. n b R * [(1 - ξ ) + 3] per spigoli molto marcati Nella pratica questa n (<1 mm di raggio) si hanno considerazione va L'individuazione del punto di rottura, nel caso di due rami, si decadimenti della resistenza integrata con la resistenza valuta dalla relazione: molto rilevanti. intrinseca di base dei tre • Il Nylon ha valori di materiali che vede Kevlar rottura sullo spigolo se (1 - ξs) / (1 - ξn) < fmfb * fmfs (e) saturazione meno e Dyneema avere, circa a evidenziati e quindi parità di diametro, una Il punto di rottura con 4 rami è di più complessa individuazio- continua a risentire resistenza tre volte ne, quindi non viene riportato; operativamente si calcola la dell’effetto di intaglio per superiore al Nylon. resistenza e si sceglie la minore da cui si deduce anche il uno spettro più ampio di posizionamento del punto di rottura. Dall'analisi della struttura delle formule e da considerazioni raggi dello spigolo. Ringraziamenti non riportate per semplicità, si può dedurre che, in presenza Si ringraziano i membri della • Per il Nylon si può notare di molti rami, la rottura avverrà quasi sempre sullo spigolo. che l’effetto di intaglio è Commissione Centrale e Per l'applicazione delle formule sopra indicate, valori ragione- minore per i diametri più Lombarda Materiali e voli per i rapporti tra le forze a cavallo dei punti di attrito pos- piccoli e che per raggi Tecniche per il supporto sono essere fmfb= 2 e fmfs = 3. molto grandi tende a ridursi prestato e in particolare Carlo a zero. L’affermazione è Zanantoni, Andrea Manes, concettualmente estendibile Andrea Monteleone, Enrico a Kevlar e Dyneema anche Volpe e Gianluigi Landreani. 7 Per “saturazione” si intende che una Un ringraziamento particolare certa grandezza f (x) tende a mante- se questi materiali sono nersi costante oltre un certo valore commercialmente per Lucio Calderone. della variabile indipendente x.

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Anno Internazionale dei Poli,

di Jacopo Pasotti capitolo chiuso? Quest’anno la rubrica scienza e montagna è stata interamente dedicata ai poli. La serie si conclude, ma l’Anno Internazionale dei Poli va avanti, e di Artico ed Antartide si parlerà ancora.

Mi siedo, pronto a scrivere norvegese, canadese. un messaggio di chiusura per L’articolo mostra un puzzle la serie di articoli che la dell’Artico. Sono i confini Rivista del CAI ha voluto politici, reali o contestati, del dedicare ai due mondi territorio polare. Quello che congelati che abbracciano il fino ad oggi sembrava un nostro pianeta. Appena mi problema dimenticato d’un accingo a farlo arriva un tratto diventa un gioco di comunicato stampa sul mio incastro. Questo è mio, computer. È dell’Agenzia questo sarà tuo... Non si vede Spaziale Europea: “La l’interesse di tutelare le banchisa non si è mai ritirata popolazioni indigene, che da così tanto quanto quell’ambiente dipendono da quest’anno”. Lo segue un secoli o da millenni, se si commentario sullo shock parla degli inuit e di altre degli scienziati quando hanno popolazioni siberiane. Mentre visto i dati, le preoccupazioni è invece chiaro l’interesse dei biologi marini e degli strategico ed economico delle ecologi. Infine c’è anche il nazioni moderne. A fare gola mio vicino di casa che non ha sarebbero quei 30 milioni di barili, tra gas e petrolio, che Sopra: Una rompighiaccio al Polo Nord. alcun dubbio: il mondo non è A destra: Marinaio russo con in mano il Polo Nord: un che di simbolico? più quello di una volta. Lui è soddisferebbero il fabbisogno uno che va in montagna e i energetico americano per ghiacciai li ha visti come si quattro anni. Questa, poi, è (190 isole!) più settentrionale basalto, coperte da un ritirano. “Poi - mi dice - il una supposizione poichè del continente eurasiatico è cappello di ghiaccio. Il mare Times ha proprio oggi la secondo alcuni le risorse stato difficile. Lo si poteva è particolarmente quieto, questione dell’Artico in petrolifere non sarebbero fare solo per ricerca o come quasi oleoso e dalle copertina.” neanche la metà, molte delle turista a bordo della sfumature turchesi, cerulee. Corro in edicola. “A chi quali difficilmente sfruttabili. rompighiaccio russa Yamal. Qua e là ci sono dei banchi di appartiene l’Artico?”. Questa E quindi cosa ne sarà della I russi sono ancora oggi restii nebbia che nascondono la la copertina del Times. A Groenlandia, delle Svalbard, a permettere a stranieri di visuale, ma sono molto bassi tutta pagina, la foto di un dell’arcipelago di Francesco visitare l’arcipelago. Viste in sul mare. Le cime arrotondate brandello di ghiaccio sui cui Giuseppe? Prendiamo queste estate le isole sono come tanti coperte di ghiaccio delle isole sono puntate le bandiere ultime, per esempio. Fino ad dischi volanti sul mare. Le emergono dalla nebbia e si americana, russa, danese, oggi visitare l’arcipelago isole sono di scura arenaria e vedono dal ponte più alto

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di accaparrarsi una fetta di Artico. Si ha quasi l’impressione che i ripetuti allarmi sul declino della banchisa stiano nutrendo la fame divoratrice di terra che caratterizza la nostra specie. Fino a quando il problema sembrava lontano c’era preoccupazione per gli orsi polari, per lo spostamento delle popolazioni di merluzzi, e per la nuova economia a cui dovranno adattarsi le

Qui sopra e a destra: Sull’Isola di Francesco Giuseppe.

della nave. L’ambiente ha un metropoli. Si pensa che in che di mistico. La estate negli anfratti di quelle rompighiaccio scivola in roccie vivano più di un silenzio tra un’isola e l’altra, milione di individui tra si sente solo il ronzio del gabbiani, urie di Brunnich, motore elettrico a propulsione gazze marine minori. Quando nucleare. la nave si avvicina è possibile L’arcipelago di Francesco vederli, e sentirli, con i loro Giuseppe è disabitato. Non ci gridi e starnazzamenti. abitano umani, intendo. Ma Il promontorio, tra l’altro si in estate le isole sono chiama Rubini Rock, in popolate: trichechi, volpi memoria di Giovanni Battista artiche e orsi polari, gabbiani Rubini cantante d’opera tridattili, fulmari e gazze italiano dei primi marine minori. C’è un dell’ottocento. promontorio scosceso di Ma cosa c’entra tutta questa dei ricercatori della Agenzia popolazioni circumpolari. basalti che formano stupende storia con l’allarme, che Spaziale Europea? C’entra. Ora è questione di confini, di canne d’organo. È una alcuni chiamano allarmismo, La natura artica si è geopolitica. Gli scienziati si conservata anche grazie alla scioccano ancora sua inaccessibilità. Ora, però, nell’informarci di questa queste isole, come tante altre morte annunciata della dell’artico, saranno più banchisa, ma noi cercheremo accessibili. Ci arriveranno più di non farci né prendere dal navi, barche e battelli. Più panico, né dalla fame di commercio, turismo, risorse e possesso. E ci uniremo alla trasporto. Più aeroplani, voce di quelli che sostengono elicotteri e chissà quali altri che il polo non dovrebbe mezzi motorizzati. La Russia appartenere a nessuno, anzi a e gli altri paesi circumpolari tutti. Perchè non farne un hanno già iniziato a parco naturale? Gli scienziati contendersi lembi di fondale hanno proposto l’idea diverse marino. Non si attende volte. Un parco che neppure che la banchisa appartenga a foche, narvali e polare si sia liquefatta. gabbiani. E se qualcuno lo La corsa è già cominciata. deve gestire, che siano gli È preoccupante questa fretta Inuit a farlo.

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Come “salvare la pelle” in montagna di Antonella Bergamo

Morbo di Lyme - Parte Prima primo stadio.

Non si tratta di segreti Quali sono gli alternati a giorni di relativo alla rimozione causata da attacchi possibili benessere. carpiti ai più grandi alpinisti alla nostra salute abbondante sudorazione, della terra per tornare a casa attraverso la pelle? Esistono farmaci antimalarici passaggio di torrenti o sani e salvi da gite e 1. Il primo può arrivare da che, presi in modo pioggia ecc.. Uno dei migliori spedizioni, ma di alcune puntura o morso di insetti o preventivo, non ci creano una in commercio è un prodotto a informazioni che riguardano di altri animali con i quali immunità come succede con base di Diethyltoluamide quel meraviglioso mantello esiste la possibilità di entrare una vaccinazione ma in caso DEET noto con il nome che ci avvolge dall’inizio alla in contatto attraversando le di infezione attenuano molto commerciale di Zanzarella 35 fine della nostra vita e che ci varie fasce climatiche che ci gli effetti della malattia. Cosa Ultra Protection. accompagna, ci separa e ci portano dalle basse quote alle importante da tenere presente Se comunque dovessimo mette in relazione con il resto nostre mete. è che purtroppo non tutti gli venire punti, la puntura del mondo: la nostra pelle. 2. Il secondo tipo può antimalarici vanno d’accordo potrebbe essere il veicolo di Il caldo, il freddo, il piacere, giungere attraverso ferite con l’alta quota. E’ necessario germi con conseguente il dolore sono solo alcune dovute ad esempio all’uso parlare durante la infezione. In questo caso la delle sensazioni che ci fa improprio dell’attrezzatura, a pianificazione del viaggio sede della puntura inizia a sentire la pelle. Solo a cadute o altri incidenti. con un medico informato di gonfiarsi e la pelle appare guardarla riusciamo a leggere 3. Il terzo tipo è quello questo affinché possa rossa e dolente. Se questo la storia, le passioni, le dovuto alle lesioni da consigliarci sui farmaci dovesse succedere ad una difficoltà di chi la porta. E’ sfregamento. migliori e sulle precauzioni caviglia, il camminare per ore l’organo più esteso e più 4. Anche gli elementi da prendere. Ci sono dei sarebbe davvero un vulnerabile che abbiamo, è atmosferici possono attaccare tempi da rispettare da prima problema. E’ importante l’unico organo che possiamo la nostra pelle. Aria secca e della partenza fin dopo il quindi evitare che l’infezione interamente vedere e toccare. vento, sole, temperature ritorno riguardo la loro progredisca, consentendoci in Non ci può nascondere nulla estreme sono sempre in assunzione. Lo stesso potrà tal modo di continuare il se abbiamo la capacità di agguato. anche consigliarci sulla cammino con un fastidio guardarlo. opportunità di effettuare altre relativo. Avere con sé un La mia passione per la pelle e Chi ha mangiato vaccinazioni. disinfettante, della crema quella per la montagna mi “nel mio piatto”? Esiste anche un sito internet antibiotica e cortisonica e hanno indotta a fare delle Se la nostra meta è in paesi del Ministero della Sanità delle garze sterili potrebbe riflessioni che possono lontani, la prima cosa da (www.ministerosalute.it) che risolvere il problema. In caso servire a chi legge, senza la valutare è la presenza di fornisce questo tipo di di insuccesso della cura pretesa di fare un trattato malattie endemiche ed i notizie. iniziale entro un giorno o scientifico che in questa sede metodi per evitarle o Che il viaggio sia in paesi due, oppure se la situazione sarebbe fuori luogo. minimizzarne gli effetti. esotici o tra le nostre appare già problematica sin La prima cosa che mi viene montagne, nel trekking di dall’inizio è bene assumere Proviamo a vivere il viaggio in mente è la malaria che avvicinamento le punture dei anche un antibiotico per con la pelle in prima persona viene trasmessa da una più disparati insetti ci bocca. Chi soffre di allergia è e vediamo cosa può zanzara che punge la pelle possono infastidire. Esistono opportuno che porti con sé i succedere e come si possono anche a nostra insaputa. La prodotti repellenti per gli farmaci antiallergici che già affrontare le situazioni per zanzara attraverso la cute ci insetti che spesso forniscono usa e conosce. evitare che diventino inietta un agente infettivo in una buona protezione, purché Un attacco subdolo ci può problemi e mettano a rischio grado di creare seri problemi l’applicazione sia uniforme e arrivare, in genere al di sotto la riuscita della spedizione o ai nostri organi interni con venga rinnovata dei millecinquecento metri di della gita. episodi di febbre molto alta periodicamente o in seguito quota, dalla puntura della

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zecca. Non sempre questo alla formazione della nuova contatto porta ad infezione Segno di morso sono due solo con acqua abbondante la pelle. Qualora il cammino ma se accade andiamo piccole ferite distanti tra loro ferita. dovesse protrarsi per più incontro alla Malattia di 6-8 mm e profonde. Va quindi coperta con garza giorni è opportuno effettuare Lyme. I disturbi generali possono sterile se disponibile o alla sera una disinfezione. È una puntura indolore e apparire dopo alcune ore. qualche cosa di pulito sopra il Anche se si potrebbe pensare della quale molto spesso ci Ansia, dolore addominale, quale effettueremo una diversamente, pure le unghie accorgiamo solo al ritorno a vomito, diarrea, ipotensione compressione con altra garza fanno parte della nostra pelle. casa perché vediamo la zecca pallore e tachicardia. e cerotto. Successivamente, Le unghie dei piedi dopo una ancora attaccata alla pelle ma Complicanze sulla in tenda alla sera o a casa lunga camminata o una ripida se per caso si è già staccata coagulazione del sangue, dovremo effettuare discesa possono subire dei da sola possiamo anche non renali, respiratorie, del nuovamente una disinfezione micro traumi tali da creare venirne a conoscenza. Può sistema nervoso. Cosa fare: più accurata ed una delle emorragie sotto il letto succedere dopo uno o più nulla. Immobilizzare l’arto e medicazione con quanta più ungueale. L’urto continuo mesi di vedere una macchia raggiungere l’ospedale più sterilità possibile. della parte libera dell’unghia rosa sfumata e sentirci come vicino. Tranquillizzare il Qualora ci trovassimo in una con la punta della scarpa è la quando arriva l’influenza. compagno infortunato. spedizione con parecchi causa dell’unghia nera, infatti Siamo già al primo stadio Nei paesi tropicali vi sono giorni da affrontare sarà l’unghia diventa nero-bluastra della Malattia di Lyme. rettili ben più pericolosi e opportuno provvedere e molto spesso fa male. Il primo ed inconfondibile quasi sempre mortali. La periodicamente a rimuovere e Il ristagno di sangue può segno è proprio la chiazza vipera sette passi che si rinnovare la disinfezione e la essere doloroso in quanto rosea che nei giorni tende ad chiama così perché sembra medicazione. l’unghia, dura perché di allargarsi o a comparire in che la persona colpita riesca a materiale corneo, non gli qualche altra sede cutanea. sopravvivere solo per sette Quando si vive il consente di espandersi come Si chiama Eritema Cronico cammino sulla pelle passi, il cobra, il serpente a in altre zone della cute. Migrante. La macchia non Il camminare porta a continui sonagli, il serpente In questo caso, forare crea nessun fastidio o prurito sfregamenti della pelle con corallo...Un incontro con l’unghia crea un immediato e pertanto inizialmente viene gli abiti e le calzature. questi animali può essere sollievo dal dolore. sottovalutata dall’interessato Le scarpe tecniche e ancor molto spiacevole ed è È necessario, per evitare almeno fin tanto che non più gli scarponi, che usiamo pertanto importante porre la ulteriori problemi, utilizzare appare abbastanza ampia. di solito ma non massima attenzione a dove materiale sterile come ad Se non curata la Malattia di quotidianamente, possono mettiamo i nostri piedi. esempio l’ago grosso di una Lyme può coinvolgere altre talvolta riservarci qualche siringa sigillata. L’unghia può sedi come articolazioni, sorpresa. Se poi le scarpe Si è rotto rimanere per lungo tempo cuore, sistema nervoso con il mantello? sono nuove la sorpresa è colorata, questo non deve conseguenze anche gravi. Sempre durante il trekking, quasi una costante. destare preoccupazioni È importante quindi prestare nell’allestimento del campo o Uno spazio abbondante o perché sarà solo l’unghia molta attenzione alla nell’aprire una scatoletta o insufficiente fra piede e nuova che pian piano comparsa entro i successivi semplicemente dopo aver calzatura o una piccola piega ricresce, a ripristinare la 20-30 giorni in sede di inciampato o battuto su un del calzino possono dapprima normale situazione. Possono puntura, della chiazza rosea sasso tagliente, possiamo solo irritare il punto di essere necessari anche nove- sfumata che tende ad ferirci. contatto e successivamente, dieci mesi. allargarsi. In questo caso è La ferita è un’interruzione se questa condizione Spesso comunque il problema necessario recarsi dell’integrità cutanea continua, provocare la delle unghie potrebbe essere immediatamente dal attraverso la quale possiamo formazione di una vescica. evitato tenendo le unghie più dermatologo di fiducia per avere perdite di sangue anche La vescica è un distacco corte possibile. confermare la diagnosi con abbondanti e l’introduzione dell’epidermide dal esami ed effettuare al più di corpi estranei ed agenti sottostante derma; la zona del presto il trattamento infettivi. distacco si riempie di siero e KIT PER MEDICAZIONE adeguato. È pertanto importante essere sa essere estremamente Per più giorni: disinfettante Un’altra categoria di animali sempre dotati di un kit fastidiosa. Ovviamente più la (garzette monouso pronte) che può crearci seri problemi minimo di primo soccorso vescica è grande più essa crea cerotto a nastro telato, è quella dei rettili. Nelle che consenta di tamponare problemi. qualche cerotto medicato. nostre latitudini l’unico l’eventuale emorragia, di È consigliabile appena garze sterili, benda, piccola serpente pericoloso è la pulire e disinfettare la ferita e possibile forarla in modo che pinza di plastica monouso vipera. Il veleno inoculato di proteggerla dagli agenti il liquido possa uscire, sterile. Crema antibiotica, attraverso la pelle produce esterni. La prima cosa da fare avendo cura di non asportare crema cortisonica, antibiotico esteso edema (in genere dopo comunque, appena possibile l’epidermide affinché possa in capsule. 2 ore) ed eritema, debole se non abbiamo altro, è continuare ad esercitare la Per un giorno: Cerotto a dolore locale ed ecchimosi. lavare con acqua e sapone o sua funzione protettiva fino nastro, garza e disinfettante.

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Chiacchierando con i

A cura del CAI Ambiente e della rifugisti Commissione Centrale Tutela Ambiente Testo di Marta Ferrero

Alcuni momenti delle attività nni fa salendo al Deffeyes A formative al rifugio Deffeyes. ci incuriosimmo a un arbusto, così ne raccogliemmo qualche fogliolina ed arrivati al rifugio, chiedemmo se ci della fauna di alta quota, fosse un libretto di botanica, all’affascinante quanto per approfondire. La risposta inospitale, ambiente alpino. fu “sicuramente si, ma non In particolare l’occasione per saprei dove… si potrebbe riflettere sia sulle cercare fra quelle riviste o caratteristiche di tale forse... sicuramente si fa più ambiente sia sulle strategie rapidi a consultare la degli animali è un’attività in cuoca…! cui è richiesto di inventare un La cuoca (alpinista, botanica essere fantastico che riesca a e non solo) asciugandosi le vivere delle risorse alpine (fra mani, ci disse dell’arbusto. queste i ragazzi pensano a Un pomeriggio di calma per telefono e via mail, si Lì, mentre il sole tramonta, colori, fontina, tenera erba settimanale, il cielo coperto passa agli scarponi e “la mi presento, esplicito il mio dei pascoli, terriccio di risulta di nuvole, il rifugio strada si apre, passo dopo ruolo, propongo il dell’impianto di smaltimento accogliente, una tisana calda passo”: il gruppo di programma, in breve si della fognatura del rifugio, ed una fetta di torta ai mirtilli alpinismo giovanile del CAI - stabilisce un contratto sassi dalle mille forme, furono la cornice di lunghe Sezione di Erba – sale sabato formativo valido per alpinisti di passaggio, ecc). chiacchiere. Dalle 23 giugno al rifugio con 25 l’indomani. Quindi si riflette Altre attività sono più ludiche chiacchiere, come nelle ragazzi in età compresa fra i sulle forme di adattamento e motorie e prendono a migliori circostanze, si passò sette e i dodici anni ed una ai progetti. quindicina di Fu così che nacque l’idea di accompagnatori. proporre attività ludiche sul Al pomeriggio i ragazzi sentiero della visitano il rifugio con il sensibilizzazione alla rifugista che, fra l’altro, fruizione sostenibile spiega loro come funziona il dell’ambiente alpino. L’idea Deffeyes e gli impianti che nacque come proposta alle riducono l’impatto famiglie che sarebbero salite ambientale: sistemi di al Deffeyes con i loro gestione dell’energia, bambini, ma presto ci si rese apparecchi per scaldare conto che avrebbe potuto l’acqua e per gestire anche interessare interi l’impianto fognario. gruppi organizzati. La sera, dopo cena, ci Finalmente dalle parole prima dirigiamo ad un promontorio attorno alla tisana, poi scritte da cui si vede il rifugio, il sulla carta ed on line, quindi ghiacciaio e il fondo valle.

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spunto le strategie di caccia Ora riguardando le foto, di alcuni predatori. penso alle prospettive del bel La luna che prende forma, fine settimana trascorso in poco sopra il profilo del uno splendido posto e tento ghiacciaio, sembra chiedere una verifica dell’idea nata e si racconti leggende e così si sperimentata al Deffeyes. innesca un narrare a più voci Durante il fine settimana del e presto è ora di rientrare. 23 e 24 giugno, alternando Abituata da molti anni, a occhi di formica attenti ai lavorare come educatrice particolari ad occhi di aquila ambientale in molti Parchi attenti all’intera vallata (O. Naturali, e in diversi eco - Casanova), si è cercato di musei e musei di Scienze guardare alle straordinarie Naturali, sono sorpresa sia bellezze della montagna e della curiosità e voglia di fare riconoscere le relazioni tra dei ragazzi che non sembrano ambiente alpino e suoi per nulla stanchi della abitanti, tra risorse ereditate e giornata e lavorano entusiasti ciò che saremo in grado di in sottogruppi eterogenei per risparmiare e trasmettere. età sia dalla collaborazione Quante volte, camminando si degli accompagnatori. pensa a quanto manchi alla La domenica mattina ci si meta, al peso dello zaino, ai dirige ad un prato, abitato panini per il pranzo e non si dalle marmotte che si lascia spazio alla sorpresa per lasciano osservare tranquille. le fioriture, per le strategie Dalla questa “postazione della fauna che sopravvive in fiorita” si vedono il quota, per i movimenti dei ghiacciaio, le morene, i ghiacciai, ecc. Il gioco, laghetti glaciali sottostanti il ancora una volta, può rifugio e, divisi nei capovolgere il rapporto fra sottogruppi, si sperimentano mezzi e fini, offrendo nuovi attività sensoriali occhi. Anche per un alpinista (l’attenzione si rivolge pur abituato a splendide gite, soprattutto a suoni e colori: ma che rischia di vedere solo una delle attività è la parte dello spettacolo se non costruzione di una tavolozza sensibilizzato alla di colori), si vivono momenti biodiversità, il tentativo di ludici (prendendo a modello fermarsi a osservare può Conzepta le capacità sensoriali degli servire ad abbattere le animali) e vengono lanciati pericolose semplificazioni spunti didattici (come della complessità e fragilità l’elaborazione di un piccolo ambientale. erbario di campo, strumento Spero che come utilissimo per catalogazione l’allenamento a camminare , vorrei conoscere le possibilità offerte ed identificazione delle rende meno faticosa la salita, Si numerosissime specie il gioco attento al valore dall’agriturismo in Alto Adige. Vi prego di inviarmi vegetali e la scoperta di dell’ambiente delle Alpi gratuitamente informazioni complete su come si endemismi botanici). conduca ad una sua fruizione trascorre una vacanza in un tipico maso sudtirolese. Le attività si concludono con sostenibile se non ad un il pranzo al sacco al lago a prendersene cura e sia una

RC Per maggiori informazioni: tel. 0471 999 308, valle del rifugio, quando non tappa della lunga strada e-mail: [email protected] oppure inviate per posta si manca di osservare le rane capace di futuro, che rafforzi o via fax questo coupon a: Südtiroler Bauernbund, e i fiori che popolano le rive coerenze tra enunciazione e via Macello 4D, 39100 Bolzano, fax 0471 981171. dell’acqua tanto fredda. comportamento, verso la Dopo pranzo non resta che il cittadinanza critica e Nome...... tempo per i saluti e le ultime propositiva.

foto di gruppo, come in Marta Ferrero Indirizzo ...... qualsiasi gita solatia che si (Esperta in educazione rispetti. ambientale) ......

Ai sensi della legge Nr 675/96 autorizzo l’utilizzo dei dati personali (anche per un eventuale mailing) www.gallorosso.it CAI NOV DIC 07 5-11-2007 16:18 Pagina 90

INTERREG III A Da Charta Itinerum - Alpi senza Frontiere a Charta Itinerum - di Monica Brenga lungo le per il CAI Lombardia linee rosse Riprendono i lavori

Il Club Alpino Italiano Regione Lombardia, con il supporto del CAI Centrale, ha terminato nel mese di novembre 2006 il Progetto Interreg IIIA con la Svizzera gestisce i fondi strutturali Interreg ha tra le insenature delle montagne reali. Italia - Svizzera CHARTA ITINERUM - • Dare avvio ad un tavolo di lavoro per manifestato l’intenzione di A parte la licenza poetica, questo nome Alpi senza Frontiere dopo aver definire e gestire i passi transfrontalieri implementare i lavori in quanto sono sta a significare che dopo aver costruito stati raggiunti i risultati prefissati e si è il mezzo è necessario imparare a presentato i risultati durante un bel 9 cartine e tre volumi + cd rom convegno tenutosi al prestigioso Centro • lavorato bene nel rispetto dei tempi. guidare. dedicati alla sentieristica dell’alta Congressi LE STELLINE a Milano. Ecco che quindi nato il prosieguo di È stata data la possibilità di migliorare i In quella occasione, a scopo divulgativo, Lombardia questo lavoro: CHARTA ITINERUM - prodotti già realizzati e di fare un sono stati distribuiti i cofanetti con le 9 lungo le linee rosse. ulteriore passo avanti: dalla rete “pura” cartografie inerenti le aree di Progetto e Nonché il piacere di vedere le sezioni Si è pensato non poco al nome. dei sentieri si potrà iniziare a fare il i relativi libretti che descrivevano gli CAI lavorare in modo coordinato per un Alla fine si è scelto “lungo le linee catasto e produrre un codice univoco itinerari. obiettivo comune. rosse” richiamando il segno grafico del per rilevare, catalogare e gestire i Il Progetto si è concluso felicemente, e Non sono stati messi subito a sentiero sulla cartografia: si seguono sentieri fino a proporre un documento il CAI ha potenziato la propria credibilità disposizione i prodotti del Progetto con la mente gli itinerari, e si apre una dove affrontare lo spinoso argomento presso i Partners quali la Regione CHARTA ITINERUM - Alpi senza splendida galleria di immagini quando si della gestione della sentieristica in Lombardia e i Cantoni Grigioni e Frontiere poiché già nel mese di scorre con il dito quel segno rosso che Lombardia. Ticinese e l’ATSE, Associazione Ticinese Dicembre la Cabina di Regia che non è più piatto ma è un sali e scendi Le aspettative e l’attenzione nata Sentieri Escursionistici. I sentiti ringraziamenti alle sezioni di Varese, Como e Sondrio. Sinteticamente vi diamo dei numeri per comprendere cosa si è fatto:

• Rilievo di km di sentieri con GPS: 727 km in Provincia di Varese - 745 km in Provincia di Como - 1377 Km in Provincia di Sondrio. Sono stati inoltre caricati 232 Km del Balcone Lombardo e 231 Km della C.M. di Tirano. Per un totale di 3.312 KM • Cartografia: 788.109 ettari di territorio rappresentato di cui 294.337 svizzero. La cartografia numerica (con 5 anni di aggiornamento) viene utilizzata come generalizzazione di sfondo del WEB GIS ed è a disposizione delle Sezioni CAI. • Un Web Gis per gestire la rete sentieristica chiamato SIWGREI (Sistema Informativo Web Gis Rete Escursionistica Italiana). • Un primo grado di pianificazione della rete sentieristica transfrontaliera

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itinerante da portare nelle varie sedi degli Enti Locali, oltre che essere ospitata in varie fiere di settore. Inoltre continuerà la pubblicazione di articoli sulla stampa sociale del CAI, la “RIVISTA” che ha una diffusione sul territorio nazionale con una tiratura di oltre 200.000 copie. La capacità divulgativa della RIVISTA è testimoniata dalla grande richiesta di informazioni pervenute dopo aver letto i varti articoli pubblicati. Infine c’è la grossa necessità di fare formazione, non in modo marginale, ma in modo sostanziale visto il materiale a disposizione del Progetto e intorno a CHARTA ITINERUM – Alpi della Azione. di suo in quanto il WEBGIS e il visto il coinvolgimento sia de soci CAI senza frontiere – hanno infatti fatto L’importanza di tale Azione, che è sistema di supporto (oltre 100.000 solo in Lombardia) e nascere la necessità di continuare i sentita a livello nazionale,è all’informazione dei cittadini è già degli Enti locali. lavori, non solo migliorandoli (tutto il ampiamente dimostrata ad esempio di per sé un ottimo strumento per In breve, per rendere più chiaro il progetto aveva insito in sé un fattore dalla proposta di Legge della Regione arrivare nelle case di un Progetto, si riportano le descrizioni delle sperimentale data anche la portata Piemonte “Istituzione delle Vie grandissimo numero di utenti. varie Azioni di questo nuovo Progetto territoriale e l’impiego di tecnologie Escursionistiche Piemontesi e Ad oggi il WEBGIS non è in linea per CHARTA ITINERUM – lungo le linee allora all’avanguardia) e implementando disciplina delle attività una scelta di programmazione. A rosse che prevede un nuovo il territorio coinvolto – oltre la Provincia escursionistiche” nell’ambito delle Settembre/Ottobre, corretti alcuni Partner proprio nel desiderio di poter di Varese, Como e Sondrio si lavora azioni volte alla conoscenza, riscoperta aspetti non ancora del tutto raggiungere gli obiettivi prefissati. Infatti attivamente anche sulla Provincia di e valorizzazione del proprio patrimonio soddisfacenti sarà in linea ai lavori si è aggiunto ERSAF – Ente Lecco, completando tutto il territorio naturale e ambientale e dei caratteri Comunque sono previste giornate di Regionale Servizi all’Agricoltura e transfrontaliero ammesso al Programma culturali e storici del paesaggio. presentazione agli Enti locali, alle Foreste. Un nuovo partner – ma anche creando dei network tra i Naturalmente non sono dimenticate le realizzazione di brochure che spiegano pubblico nella speranza che i lavori vari Progetti Interreg realizzati con azioni di divulgazione; questo è un sia il Progetto CHARTA ITINERUM che continuino oltre la fine di questa il Pic Interreg IIIA in cui la Regione progetto estremamente mediatico questo nuovo Progetto, una mostra iniziativa. Lombardia è coinvolta. Questo è importantissimo per non far disperdere i risultati dei vari Progetti e aumentando il valore informativo perché associati. Inoltre sarà importante realizzare una struttura che chiameremo nucleo amministrativo che avrà il compito di aggiornare il WEBGIS, di implementare delle informazioni date dalle varie Azioni di Progetto e fornirà un valido aiuto alle amministrazioni locali sulla reperibilità delle informazioni in modo tale che vi sarà risparmio di risorse sul territorio, evitando di fare lavori due volte in quanto questa struttura garantirà lo scambio di informazioni. Inoltre si vede necessario divulgare i protocolli di lavoro – es. rilievo. Impostazione di SIWGRAI, realizzazione della cartografia ecc. – in quanto le richieste sono state moltissime: si sente l’esigenza di operare in modo coordinato. Altra Azione assolutamente necessaria è la realizzazione del catasto della sentieristica la cui descrizione è ritrovabile nella scheda di descrizione

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AZIONI DI PROGETTO “puri”, cioè si è caricato il grafo dei territorio rappresentato comprenderà aree protette”. sentieri, i quali potranno essere sempre e comunque un’area I - Formazione interna e seminari A - Creazione di un nucleo operativo composti per individuare i percorsi e i transfrontaliera. per il personale coinvolto dal per la gestione dei prodotti vari tracciati. Avendo un unico Sulle carte saranno riportati: sentieri progetto realizzati con il progetto Charta identificativo sul tracciato sarà possibile censiti, Isoipse a 20 m, urbanizzato, È necessario formare in modo Itinerum finalmente pensare ad una unificazione sistema strade, Idrografia, ferrovie, professionale personale affinché si Questa Azione prevede la realizzazione della segnaletica, realizzare un’univoca toponomastica, copertura del suolo, possa garantire il prosieguo del di una Unità di amministrazione che informativa sul territorio e far confluire i limiti dei Parchi e aree protette, Progetto anche dopo il termine dato dal dovrà collaborare con le Direzioni dati ambientali in questo unico sistema infrastrutture e valenze turistiche. Programma Interreg. Generali che si occupano della evitando sprechi di risorse sul territorio. H - Redazione, pubblicazione e L - Divulgazione tematica specifica della sentieristica D - Integrazione del data base con divulgazione dei protocolli di La divulgazione sarà garantita dalla (Urbanistica, Qualità dell’Ambiente, altre banche dati territoriali, Rilievo e di SIWGRAI, revisione e realizzazione di una mostra itinerante, Cultura, Agricoltura, Turismo) e di progetti realizzati con il Pic Interreg aggiornamento della D.G.R. 48929 dalla realizzazione di brochure e dagli quelle ambientali. Anche la Presidenza IIIA o progetti realizzati con la del 01.03.2000 articoli sulla stampa sociale del CAI “LA verrà coinvolta in attuazione del partecipazione regionale È necessario divulgare i protocolli di RIVISTA”. PRS, Sedi Territoriali e montagna. Con questa Azione si studiano in primis lavoro inerenti il rilievo, la costituzione Gestirà tutte le banche dati e i rapporti i collegamenti e le potenzialità di del database, della cartografia in modo Al progetto verrà infatti dedicato uno con gli Enti Locali e i cittadini, gestendo collegamento e caricamento dei dati semplice e comprensivo affinché gli Enti spazio sul “la rivista” fino a luglio 2008, il flusso delle informazioni e garantendo prodotti con altri Progetti sul WEBGIS. locali possano lavorare in modo data di chiusura dei lavori. un servizio di informazione verso Si caricheranno direttamente i dati conforme al Progetto permettere il Ancora un saluto alle sezioni delle l’esterno. disponibili e predisposti con i medesimi caricamento dei dati prodotti sul Provincie di Varese, Como e Sondrio e B - Realizzazione di migliorie protocolli. WEBGIS. Si procederà quindi alla un grazie alle sezioni della Provincia di strutturali e funzionali del WEBGIS E - Implementazione, correzione revisione e all’aggiornamento della Lecco che sosterranno l’iniziativa È necessario realizzare delle migliorie del dato dei sentieri rilevati con il D.G.R. 48929 del 01.03.2000. affinché possano essere rilevati e tecniche per rendere più veloce e meglio progetto Charta Itinerum nella “Approvazione del piano dei percorsi descritti correttamente i sentieri della consultabile il sistema, in quanto nel Prov. di Como, Sondrio, Varese ed escursionisitici di interesse naturalistico loro bella Provincia. triennio in cui è stato realizzato ed estensione del rilievo alla Provincia e storico integrati con il sistema delle Monica Brenga attivato il sistema operativo alcune parti di Lecco e ai territori residui risentono di un «invecchiamento dell’Area Interreg informatico». Sarà necessario aggiungere È necessario rilevare anche la rete un modulo gestionale in modo di poter sentieristica della Provincia di Lecco, avere un quadro economico aggiornato oltre che correggere eventuali errori (si di tutti i fondi destinati ai singoli sentieri. pensi alla composizione del grafo) o Le attività di migliorie del sistema implementazioni necessarie della SIWGREI possono essere raggruppate in Provincia di Como, Sondrio e Varese già due categorie principali: rilevate. a) l’assistenza manutentiva: quella cioè F - Ampliamento della necessaria a garantire il buon rappresentazione cartografica alla funzionamento e l’operatività del Provincia di Lecco e ai territori sistema, che include il fatto che il residui dell’Area Interreg sistema sia accessibile via internet, Già nel Progetto Charta Itinerum – Alpi che funzioni, e ci sia qualcuno che senza Frontiere ha realizzato la banca lo conosca ed in grado di riparare dati inerente la costruzione della eventuali guasti 24 ore su 24 cartografia di tutte e quattro le Province 7 giorni su 7; ammesse ai fondi Interreg IIIA: Como, b) la manutenzione di tipo cosiddetto Sondrio, Varese e Lecco. Ma «evolutivo»: quella che cerca di precedentemente non sono stati rilevati mantenere il sistema sempre i sentieri di Lecco, operazione che viene allineato con le novità tecnologiche fatta con questo progetto. Si hanno disponibili sul mercato, lo rende più quindi tutti i layer per redarre la performante e sempre più cartografia escursionistica anche per rispondente alle esigenze Lecco, affrontando tutte le Azioni di dell’utenza. rielaborazioni necessarie per redarre un C - Realizzazione del catasto della prodotto aderente ai protocolli di rete sentieri della Regione delle Progetto adottati, quindi coerenti alle aree di progetto precedenti cartografie prodotte. La Regione Lombardia ha necessità di G - Pubblicazione della cartografia predisporre uno strumento di relativa alla Provincia di Lecco e pianificazione territoriale, il «Catasto dei del relativo volume descrittivo di Sentieri», indispensabile per una accompagnamento corretta gestione degli stessi. Si prevede la realizzazione di 3 carte Lo scopo è ottenere un censimento escursionistiche come strumento di univoco su di essi ed avere a fruizione del patrimonio naturale ed disposizione immediatamente le artistico delle aree transfrontaliere. informazioni essenziali. Infatti ad oggi Stampa in 8 colori di nove fogli formato sono stati inseriti i dati di rilevamento 70x100 cm in scala 1:50.000 in cui il

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