Periodico di cultura, informazione e curiosità a cura dell’Associazione “Amici del Sacro Monte” di

56/2012

Poste Italiane - Spedizione in Abb. Postale 70% - Filiale di Varese. Ogni copia è distribuita gratuitamente. Abb. Postale 70% - Filiale di Varese. Poste Italiane - Spedizione in Sacro Monte del Rosario sopra Varese (1604) 2 Il nostro Sacro Monte Sommario Periodico di cultura, informazione e curiosità a cura dell’Associazione “Amici del Sacro Monte” di Varese

2 Editoriale (Maria Rosa Bianchi)

Vita Associativa 3 Conversazioni al Sacro Monte - II parte Diversamente Varesini (Sergio Redaelli) La chimera della tolleranza (S.R.) Il Nostro Sacro Monte Registrazione del tribunale di Varese n. 753 del 23/03/98 Direttore Responsabile: Riccardo Prando Con un violino sulla via delle Cappelle (G. Angeleri) Anno XX - Numero 56 - luglio 2012 Macchi, Lotti, Guttuso e i rimasti nel cassetto (S.R.) EDITORE PROPRIETARIO Associazione Amici del Sacro Monte I simboli dell’infinito (Lorenzo Dominioni) via del Ceppo 5 - Santa Maria del Monte - 21100 Varese 13 Figure da ricordare PRESIDENTE Ambrogina Zanzi Sito sociale: amicidelsacromonte.com Villa un Amico DOC (don Angelo Corno)

SOSTIENICI! 14 Un nuovo cartello segnaletico (M.R.B.) ISCRIZIONE E RINNOVO ANNUALE ALL’ASSOCIAZIONE 15 Un importante riconoscimento (Ferruccio Zuccaro) c/c postale n. 11078219 intestato a: “Associazione Amici del Sacro Monte” via del Ceppo 5 - 21100 Varese IBAN IT34 X076 0110 8000 0001 1078 219 In questo numero Quota annuale: Socio ordinario: € 25 16 Campiotti, il Sacro Monte sostenitore: € 40 - benemerito: € 60 e oltre e il nostro verde (Ambrogina Zanzi) DIRETTORE Maria Rosa Bianchi 17 Serata in ricordo del pittore Mario Alioli (A.Z.) redazione: [email protected] Hanno collaborato a questo numero 17 Al caro Alberto (Claudia Battaini) Ambrogina Zanzi, Gianni Trotta Giancarlo Angeleri, Claudia Battaini, Mario Bo, Augusto 18 I 100 anni dell’Hotel Caravati, Ovidio Cazzola, don Angelo Corno, Lorenzo Dominioni, Carlo Importuna, Laura Marazzi, Pierluigi Campo dei Fiori (Ovidio Cazzola) Piano, Antonella Piccardi, Sergio Redaelli, Romite Ambrosiane, Manulea Valmaggia, Ferruccio Zuccaro 20 “Sono molto lieto di sostare Foto, dove non diversamente indicato: Antonio Zaffaroni un poco con voi!...” (Romite Ambrosiane) PROGETTO GRAFICO - IMPAGINAZIONE - STAMPA Vela S.r.l. - via Crispi, 19 – Varese 22 Istantanee di un affresco inedito DISTRIBUZIONE E SPEDIZIONE IN ABBONAMENTO © Ass. Amici del Sacro Monte - tutti i diritti riservati a S. Maria del Monte (Laura Marazzi) Non tutti gli articoli e le immagini pubblicate rispecchiano neces- 24 Itinerario: Viggiù, Sant’Elia, Monte Orsa, sariamente gli orientamenti degli organi della Associazione, tutti comunque sono ritenuti validi sul piano dell’informazione e utili alla divulgazione e valorizzazione del Sacro Monte in tutti i suoi Monte Pravello e ritorno (Mario Bo) aspetti. La pubblicazione di articoli o altro materiale è affidata alla discrezione della Redazione. Quanto perverrà non verrà restituito ------26 “Ex Albergo Camponovo” (Augusto Caravati) In copertina Carlo Jotti (Milano 29 marzo 1826 – 21 giugno 1905) 28 Donne del primo Cinquecento. Il Sacro Monte di Varese - 1866 ca. Olio su tela cm 50 x 60 - Firma e luogo in basso a sinistra Principesse, sante vive, pellegrine… (Pierluigi Piano) (vedi nota in IV di copertina) ------Titolare del trattamento dei dati personali è 30 Sacro Monte Sacro (Carlo Importuna) l’Associazione Amici del Sacro Monte in osservanza di quanto prescritto dal D.Lgs 196/2003 e successive modifiche 32 La salita delle Cappelle ------vista dai bambini (Manuela Valmaggia)

3 ccoci giunti al numero estivo della nostra rivi- Ma ringrazio di cuore tutti coloro che hanno con- sta, il secondo dell’anno. Come resoconto degli tribuito alla realizzazione di questo numero, Eavvenimenti accaduti dopo la pubblicazione accettando il nostro invito e donandoci delle vere del primo numero, possiamo dire che l’accordo di e proprie “chicche”. Segno che questa rivista è programma firmato a febbraio presso la nostra sede, apprezzata da un pubblico sempre più vasto e da parte di Comune, Provincia, Regione e Parco qualificato. Campo dei Fiori, comincia a dare i suoi frutti e alcuni Ringrazio infine tutti i nostri sponsor che, nono- dei provvedimenti concordati sono stati realizzati. stante i tempi difficili, continuano a sostenerci e Sono infatti state riorganizzate le aree di sosta già esi- senza il cui apporto “Il nostro Sacro Monte” non stenti al Sacro Monte e in questi giorni sono stati effet- potrebbe esistere. tuati i sondaggi geologici per lo studio del terreno Buona lettura, dunque, a tutti e un augurio di una dove sarà costruito il parcheggio sotterraneo alla serena estate. Prima Cappella. Qualcosa, dunque, si muove. Maria Rosa Bianchi Per quanto riguarda l’attività della nostra Associazione, il 23 giugno scorso è terminato il primo ciclo di “conversazioni” da noi organizza- te ed elencate nel numero precedente, che ha riscosso un notevole successo di pubblico grazie anche al prestigio dei relatori e alla qualità degli argomenti trattati. Sicuramente un’esperienza che ripeteremo. Colgo qui l’occasione per ringraziare a nome del Consiglio Direttivo tutti i relatori che hanno rac- colto con entusiasmo il nostro invito, a partire dai Professori Giuseppe Armocida e Lorenzo Dominioni dell’Università dell’Insubria, prose- guendo con Matteo Inzaghi, Direttore di Rete 55, per arrivare ai Professori Luca Molinari e Paola Biavaschi dell’Università degli Studi di Milano, e a Giancarlo Angeleri, giornalista e già Direttore de “La Prealpina”. Ringrazio inoltre Sergio Redaelli, curatore del sito sacromontevarese.net, per la preziosa collabora- zione, essendo l’autore del resoconto di molti degli appuntamenti. A proposito della conferenza della Storica dell’Arte Chiara Palumbo, dal titolo “La Vergine Maria nell’opera di Lodovico Pogliaghi, l’artista che ha amato la Sua Madonna del Monte”, rimandata per la concomitante salita al Sacro Monte di 5.000 quattordicenni con il Cardinale Scola, informiamo gli interessati che verrà pro- babilmente riproposta a settembre in data anco- ra da definirsi. A proposito dei contenuti di questo numero, tro- vano qui ampio spazio articoli di grande spesso- re culturale e di importanza oserei dire storica, come l’istantanea di un affresco inedito, recente- mente rinvenuto nel corridoio che dal Santuario porta alla Cripta sottostante, a firma di Laura Marazzi, Conservatrice del Museo Baroffio e del Santuario; o come il resoconto esclusivo e molto coinvolgente della giornata di sabato 1 giugno a Milano di una delegazione delle Romite Ambrosiane in occasione della visita di Papa Benedetto XVI, regalatoci delle Romite stesse.

4 Vita Associativa Conversazioni al S. Monte - II parte

14 aprile - Diversamente Varesini Emilio Morosini e Francesco Daverio che cadde- Relatore - Matteo Inzaghi ro per difendere la Repubblica Romana nel 1849 al fianco di Giuseppe Garibaldi. Ebbene, forse è Varesini, ma in modo diverso solo una battuta e un modo per sdrammatizzare, Il direttore di Rete 55, Matteo Inzaghi, invita a guar- ma questo è un esempio di come si può essere dare oltre il proprio orticello e aiutare chi, in questi varesini in modo diverso e quando Ambrogina tempi difficili, si trova a combattere contro una realtà Zanzi mi ha invitato a tenere una conferenza al fino a ieri inimmaginabile. Sacro Monte, mi è tornata in mente quella defi- nizione; che, secondo me, si può adattare a tutti Uscire dall’individualismo, guardare con più gli italiani”. attenzione a ciò che accade fuori della nostra porta di casa, reagire in un momento in cui la Patrioti e imbrattamuri crisi economica crea gravi drammi sociali: è que- Diversamente varesini e italiani si può essere nel sto il significato che Matteo Inzaghi, direttore di modo di ragionare e di comportarsi, di recupera- Rete 55, dà all’essere “diversamente varesini” e re i valori smarriti, di slegarsi da vecchi e nocivi lo ha spiegato sabato 14 aprile agli Amici del campanilismi che dividono anziché unire. “E’ Sacro Monte riuniti nella sede di piazzale cambiato il mondo sotto i nostri occhi e dobbia- Pogliaghi. mo renderci conto che non si può più vivere Trentotto anni, laureato in scienze politiche con come in passato – dice il direttore di Rete 55 - una tesi sulla guerra del Vietnam nel cinema Proprio stamattina ho moderato a Gorla Minore americano, membro dal 2006 del comitato orga- un incontro organizzato dai Comuni della Valle nizzatore del Premio Chiara - Festival del che va finalmente oltre le differenze parti- Racconto, Inzaghi dirige anche il portale tiche, tutti insieme in cerca di risposte da dare ai Artevarese.com ed è editorialista di diversi drammatici problemi economici che affliggono periodici. Tra le battaglie che ha condotto sul la totalità degli enti locali. In Valle Olona vivono piccolo schermo, spicca l’impegno per salvare le 50 mila abitanti e, senza soldi, si rischiano peri- scuole di quartiere: “Chiuderle significa disgre- colose ricadute sociali. C’erano sindaci, banche, gare la comunità – spiega – Con gli oratori, le sindacati e imprenditori, ognuno con le proprie parrocchie e i negozi a gestione familiare, le cifre e tutti concordi, davanti al governo che scuole rionali preservano l’identità territoriale”. chiude i rubinetti, sulla necessità di trovare Perché c’è bisogno, oggi, di essere diversamente nuove soluzioni. Gli enti locali sono al verde, le varesini? “E’ un termine che ho coniato in tv casse sono vuote. La stessa cosa accade con le quando tre giovani padani furono sorpresi a forze dell’ordine. I poliziotti vanno in tv a spie- imbrattare un muro con offese al premier Mario gare che non c’è più benzina nei serbatoi delle Monti – racconta - In quegli stessi giorni, a loro auto. Dall’inizio dell’anno a metà aprile Roma, si celebrò con una bella cerimonia il sacri- ventiquattro imprenditori si sono suicidati in ficio di altri tre giovani varesini, Enrico Dandolo, Italia per l’impossibilità di andare avanti eppure

5 Conversazioni al Sacro Monte vedo ancora vecchi approcci contrapposti tra le aziende e i sindacati. Bisogna cambiare. Che cosa si può dire oggi a un giovane rispetto alle prospettive di studio e di lavoro? Si può invitar- lo a prepararsi senza farsi illusioni sul posto sicuro. Non è più tempo di posizioni di rendita. Sul curriculum ci sta bene anche un’esperienza svolta come cameriere in un bar, significa che sai cosa sono la fatica e il sacrificio. Siamo di fronte a uno scarto epocale. E’ urgente e necessario rin- novare il modo di offrire la propria disponibilità, a Varese come in tutta Italia”. Giancarlo Angeleri e Matteo Inzaghi Leo Messi e lo sport poveri. L’organizzazione City Cibo è un sistema Si può essere diversi anche negli atteggiamenti organizzato che fa circolare i pasti dalle mense mentali. Marco Caccianiga, ex assessore allo scolastiche verso i luoghi dove c’è bisogno, il sport di Palazzo Estense, è un educatore motorio problema è eliminare gli sprechi, evitare di get- e lavora a stretto contatto con i ragazzi nella tare gli alimenti inutilizzati e che quelli deperibi- Scuola Calcio Varese. “Siamo amici – spiega li vadano a male. Per farlo servirebbero gli Inzaghi - e spesso mi parla del rischio che si dif- abbattitori termici che consentono di trasportare fonda una mentalità sbagliata nello sport giova- il cibo in modo idoneo, ma in tutta Varese c’è nile per colpa dei genitori che iscrivono i propri solo la Scuola Europea dotata dell’attrezzatura. figli ai corsi di calcio solo per scoprire se siano “Costa parecchio – spiega il direttore di Rete 55 dei piccoli Leo Messi. Non tengono in alcun – e con cinque abbattitori termici per altrettante conto l’importanza d’insegnare al ragazzo i scuole della città si potrebbero rifornire anche le valori dello stare insieme, dell’aiuto reciproco, mense dei poveri. Sul fronte della solidarietà della disciplina di gruppo. Bisogna far capire spesso operano sigle diverse che fanno la stessa prima di tutto ai genitori che l’obiettivo non è cosa, che organizzano iniziative in ordine spar- arrivare al vivaio della Juventus, ma educare il so, a volte in competizione tra loro. Ci sono trop- ragazzo alla vita d’adulto, a diventare un buon pi campanilismi. Bisogna invece marciare uniti. cittadino. Spesso sono i grandi a forzare i valori E’ un invito che vale anche per la comunicazio- e Caccianiga propone un modo diverso di pre- ne. I giornali e le televisioni dovrebbero farsi pararsi alla vita attraverso lo sport”. carico dei problemi sociali che sono sotto gli Basta guardarsi attorno per scoprire che oggi esi- occhi di tutti e fare informazione utile. Altro che ste una realtà diversa anche solo rispetto a ieri. il Grande Fratello!”. Numerosi varesini frequentano le mense dei Sergio Redaelli

28 aprile - “La chimera della tolle- dell’Insubria e a Scienze della Mediazione (SSML) di Varese, giornalista pubblicista con ranza. Eretici, pagani, ebrei al tem- doppia laurea in lettere e giurisprudenza, ha po di Ambrogio” dipinto del popolare “Sant’Ambroeus” caro a Relatrice - Paola Biavaschi tutti i milanesi di cui è patrono. Il racconto, introdotto da Ambrogina Zanzi nella sede degli Amici del Sacro Monte in piazzale Quell’intollerante di S. Ambrogio! Pogliaghi, ha fatto giustizia di molti luoghi Tutt’altro che pacifico e bonario prelato, comuni. “Tanto per incominciare – spiega la Ambrogio fu un vescovo bellicoso, intransigente ricercatrice - Ambrogio non aveva una folta e un sottile politico pronto a usare il bastone e la barba, come a tarda iconografia di solito lo raffi- carota secondo i suoi piani, che erano poi quelli gura, ma solo un filo di barbetta. Era un retore, di far trionfare il cristianesimo in un mondo un poeta, un letterato e un abile politico. Nacque popolato di eretici, barbari e sanguinari usurpa- nel 339 (o 340) dopo Cristo a Treviri, in tori: un compito che svolse tanto bene da guada- Germania, una delle capitali dell’impero roma- gnarsi la santità. E’ l’avvincente ritratto che no. Si chiamava Aurelius Ambrosius, discende- Paola Biavaschi, ricercatrice dell’Università va da coloni romani e non era stato battezzato Statale di Milano, docente all’Università (allora il battesimo veniva impartito quando una

6 Conversazioni al Sacro Monte persona si sentiva pronta, spesso poco prima Gesù, il Figlio, fosse inferiore a quella di Dio, il della morte, al contrario di oggi). Ricevette il Padre, e contraddiceva l’idea della consustanzia- sacramento solo sette giorni prima di diventare lità che è invece un dogma della Chiesa cattolica). vescovo”. Anche il ruolo della Madonna era messo in ombra e queste differenze incidevano sul culto Ariani, pagani, apostati dei santi e avevano un’influenza sul popolo devo- Nel 374 Ambrogio stava a Milano presso la corte to. di Valentiniano I, che regnava sulla parte centra- “Così Ambrogio – spiega la relatrice - oppose un le dell’Europa. Godeva fama di uomo probo e secco rifiuto alla pretesa di Giustina di dedicare al giusto e quando i milanesi gli proposero di vesti- culto ariano la Basilica Porziana a sud di Milano e re l’abito vescovile tentò di sottrarsi all’incarico e alla fine la costrinse a convertirsi. La stessa sorte fuggì via ma alla fine dovette arrendersi, fu bat- toccò ai Visigoti in Spagna e nella Francia pirenai- tezzato e nominato vescovo. Aveva una forma- ca alle fine del VI secolo. Fu nel pieno di questa zione laica e politica e lo dimostrò quando guerra che Ambrogio, secondo la leggenda, scon- Teodosio, che guidava la parte orientale dell’im- fisse i seguaci di Ario asserragliati nella roccafor- pero romano, irritato per l’uccisione di un suo te di Santa Maria del Monte. La tradizione rac- funzionario, fece radunare i ribelli (tra cui molti conta che, dopo la vittoria, il vescovo fondò la innocenti) nell’arena di Tessalonica e li fece tru- prima cappella nel luogo in cui poi sorse il san- cidare. Ambrogio lo scomunicò mettendo l’im- tuario con l'immagine della Madonna del primo peratore cristiano in un’incresciosa situazione: secolo dopo Cristo. “E’ appunto una leggenda – Teodosio non poteva più comunicarsi e il vesco- osserva Biavaschi - ma è compatibile con ciò che vo, inflessibile, lo riammise ai sacramenti solo storicamente sappiamo di Ambrogio. Si può sen- quando fece atto di pentimento davanti a lui. z’altro concludere che, anche se non esistono le “E’ un episodio molto significativo – spiega prove storiche, Santa Maria del Monte è legata ai Paola Biavaschi – Dimostra che Milano in quel racconti ambrosiani”. momento era la capitale spirituale dell’Impero. Il papa Damaso a Roma non aveva la stessa L’asse Ambrogio-Teodosio influenza di Ambrogio, sedeva sulla cattedra di L’asse Ambrogio-Teodosio (i due, dopo le prime Pietro ma non era in grado di incidere sulla politica come lui. Il futuro santo era assai combattivo soprattutto contro i nemici del cristianesimo e gli eretici ariani, che pullulavano nell’impero perché la dot- trina cattolica non era ancora consolidata. Conduceva una personale battaglia contro i funzionari dell’Impero, molti dei quali ancora pagani che pregavano gli dei, con- tro gli apostati (ex cattolici tornati al paga- nesimo) e contro gli ebrei. Egli, dottore della Chiesa, metteva tutto nero su bianco e lasciò ai posteri una copiosa documenta- zione”.

Battaglia a S. Maria del Monte Ambrogio combatteva i nemici della Chiesa… senza esclusione di colpi. In una lettera, per esempio, “approvò” a posterio- ri l’incendio di una sinagoga in Siria e si guardò bene dall’autorizzarne la ricostru- zione. Non vedeva di buon occhio i templi ebraici. Era intransigente. L’imperatore Valentiniano II (succeduto a Graziano e a Valentiniano I) era solo un ragazzo e la madre Giustina, che gestiva di fatto il pote- re, era di fede ariana (Ario, vissuto un seco- Ritratto di S. Ambrogio. Mosaico del V secolo lo prima, sosteneva che la natura divina di Cappella di S. Vittore, Basilica S. Ambrogio, Milano (foto F.Chiesa)

7 Conversazioni al Sacro Monte incomprensioni, andarono Roma dove il funzionario d’amore e d’accordo) ebbe Simmaco, pagano, tentò infine la meglio sulle eresie e un’estrema difesa. In in quasi vent’anni, dal 378 al Senato l’altare dei giura- 395 d.C, tutta l’Europa paga- menti aveva un alto valo- na diventò cristiana. Fu un re simbolico per i pagani momento chiave per il e fu rimosso, così come Cristianesimo e la figura di l’altare della vittoria. Le Teodosio, ma soprattutto Vestali che conservavano quella di Ambrogio, sono il fuoco sacro di Roma essenziali per comprender- furono lasciate senza lo. Per vincere bisognava denaro. A nulla valse che non accettare compromessi Simmaco tentasse di trat- e fu una guerra senza esclu- tare con Ambrogio attra- sione di colpi anche sotto il verso un fitto epistolario. profilo politico-amministra- Fu lo scontro fra due tivo. Con Ambrogio e grandi intellettuali, Sim - Teodosio le leggi statali limi- maco più ragionevole, tarono i diritti dei non cri- Ambrogio insofferente. Il stiani, colpirono il patrimo- vescovo non concesse nio degli oppositori, crearo- nulla e vinse la sua batta- no loro problemi nel fare e glia contro il paganesimo ricevere testamento, dan- dicendo sempre no alle neggiarono le carriere pub- richieste dell’avversario”. bliche degli avversari”. “La resistenza si concentrò a Paola Biavaschi S. R.

19 maggio - “Con un violino sulla aggiungere tanto sono ancora oggi attuali. Sulle via delle Cappelle: parole di monsignor Macchi invece si apre un mondo che non si chiuderà mai. Biber e le Sonate del Rosario”. Relatore - Giancarlo Angeleri “Figlio risplendente di sacra verginità, Tu difendi infatti, quale Vergine uomo, l’onore Virgineo della Eravamo in molti sabato 19 maggio a godere dell’in- Madre... Troverai la mia lira dotata di Quattro teressantissima conferenza tenuta dal musicofilo, Corde, scordata in quindici guise ed elaborata insie- come ama definirsi, e giornalista Giancarlo me con il Basso continuo con grande cura e con Angeleri. Riproponiamo di seguito le sue riflessioni, grande artifizio per quanto è possibile alla mia insieme alle parole che mons. Pasquale Macchi modesta capacità... Ma se desidererai conoscere la scrisse per “La Prealpina” del 29 maggio 1994 sul causa, Te la svelerò: ho consacrato tutte queste cose significato della Via del Rosario. in onore dei quindici Misteri Sacri, i quali tu con tanto ardore promuovi...”. Devo ringraziare gli Amici del Sacro Monte e Accusatemi di “biberismo” (ma si dirà proprio per tutti la loro presidente Ambrogina Zanzi se così?) e non avrete torto. a diciotto anni di distanza sono riuscito a ripro- Ma come si fa a restare insensibili a quel vulca- porre in un sabato del mese mariano la partico- no di idee che era il nostro Biber (al suo terzo lare lettura dei misteri del rosario fatta da un “passaggio” su ConcertoRaro). Se poi in questa musicista settecentesco oggi un po’ dimentica- fine di maggio che per i cattolici è il mese squi- to, Franz Biber. Diciotto anni fa ne avevo parla- sitamente “mariano”, ci imbattiamo, e final- to in una rubrica (ConcertoRaro) che tenevo su mente, nelle Sonate sopra i misteri del Rosario, La Prealpina. E il mio pensiero era stato corro- di cui tanto si era favoleggiato fino ad ora ma borato, anzi surclassato, da quello di monsi- niente si era ascoltato, potrete ben comprende- gnor Pasquale Macchi allora divenuto vescovo re la gioia nell’accennare a una produzione di Loreto, che aveva scritto proprio per l’occa- discografica che, come al solito, rende pieno sione ripensando al Sacro Monte. I due pensie- onore alla casa che la produce. ri li ho donati a voi. Sulle riflessioni mie a pro- Lo diciamo non da “bacchettoni” ma da con- posito delle sonate di Biber non ho nulla da vinti assertori che il nostro futuro dipende da

8 Conversazioni al Sacro Monte quanto il passato aveva saputo espri- mere. E che passato, in questo caso. Perché in queste Sonate non c’è assolutamente servile profumo di sacrestia (la stessa dedica dell’opera, in parte più sopra ri - portata, rimasta ma - noscritta e probabil- mente databile 1678, all’arcivescovo Mas- si miliano Gan dolph di Salisburgo, lo ri - vela senza mezzi termini, addentran- dosi al contrario in concetti teologici di sconcertante moder- nità). Al contrario le quin- dici partiture dedi- cate ad ognuno dei Misteri del Rosario offrono la possibilità di accostarsi in ma - niera “laica” o me- glio “senza etichet- te” a un mistero glo- bale nel quale ogni uomo è costretto ad imbattersi e al quale ogni uomo deve da- re una sua risposta. Comunque essa sia. traggono ovviamente a qualsiasi tipo di inter- Così non troveremo elementi platealmente pretazione...”. Ascoltiamole allora, sarà una descrittivi laddove anche l’Agonia, l’Inco ro - sorpresa. E la Passacaglia finale, degna conclu- nazione di spine, la Crocefissione o la Re- sione seppur magari postuma (ma queste surrezione potrebbero indurre in tentazione il beghe lasciamole risolvere ai musicologi), ci più... santo dei musicisti. porterà inesorabilmente verso l’Alto. Semmai troveremo elementi musicalmente sor- E di questo abbiamo tutti bisogno. prendenti (non solo perché nel corso delle quasi due ore il violino viene accordato in quindici Giancarlo Angeleri modi diversi): ascoltare ad esempio i lievi ConcertoRaro accenni di danza nella Natività, il tremolo della La Prealpina, 29.05.1994 Crocefissione, le volute concentriche della Discografia essenziale Resurrezione. Heinrich Ignaz Franz von Biber - QUINDICI SONATE PER I MISTERI DEL ROSARIO PER VIOLINO E BASSO CONTINUO L’interpretazione di Reinhard Goebel, brillan- CONCLUSE DA UNA PASSACAGLIA PER VIOLINO SOLO. tissima e ad alta frequenza virtuosistica, non ha Reinhard Goebel, violino - Musica Antiqua Koln. intenzione di farci accedere alla Verità ma a una 1990 ARCHIV PRODUCTION 431656-2 delle tante Verità. Heinrich Ignaz Franz von Biber – THE MYSTERY SONATAS – Lo stesso interprete firmando le note di presen- ROSENKRANZ-SONATEN Walter Reiter, violino - Ensemble Cordaria. tazione ammette: “... composizioni che si sot- 1999 BRILLIANT CLASSICS 93536

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9 giugno - Macchi, Lotti, Guttuso e i rimasti nel cassetto: quegli anni for- midabili visti da un cronista testimone Relatore - Giancarlo Angeleri

1987 Carlo Alberto Lotti all'inaugurazione dei restauri della II e IV Cappella (Foto V. Papi)

1987 Monsignor Macchi all'inaugurazione dei restauri della II e IV Cappella (Foto V. Papi)

Macchi e Lotti, che coppia ragazzi anni compiuti il 25 giugno - si popola di perso- Un insolito reportage dietro le quinte della Via naggi celebri: da Paolo VI ad Arturo Benedetti Sacra, informatissimo e pettegolo come ci si Michelangeli, da Car lo Alberto Lotti a Uto Ughi, aspetta da un bravo giornalista. Lo racconta da Marc Chagall a Giacomo Manzù e rivela Giancarlo Angeleri, ex direttore della Prealpina, aneddoti sconosciuti. che fra il 1980 e il 1984 fu testimone dei restauri sul viale delle Cappelle per conto del giornale di cui era allora un giovane cronista. Furono anni di formidabile dinamismo dovuto alla stimolan- te attività pastorale di monsignor Pasquale Macchi, allora arciprete di Santa Maria del Monte. C’era il problema di restaurare le statue della terza Cappella e di decidere che fare del grande affresco esterno di Carlo Francesco Nuvolone ormai deteriorato che fu sostituito, nel 1983, dal murale di Renato Guttuso La Fuga in Egitto. La vivace ricostruzione di Angeleri - 63

1987 Monsignor Macchi e partecipanti all'inaugurazione dei restauri della II e IV Cappella (Foto V. Papi) 1986 inaugurazione Monumento a Paolo VI (Foto V. Papi)

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Renato Guttuso al murale alla III Cappella ottobre 1983 (Foto V. Papi)

Ecco la cronaca della L’arciprete di Santa conferenza che il gior- Maria del Monte nalista ha tenuto il 9 seguiva tutto con giugno nella sede attenzione e trovava degli Amici del Sacro anche il tempo per Monte, in piazzale occuparsi delle comu- Pogliaghi, di fronte nità religiose locali. alla sala gremita e a “Nel 1980 – racconta un’ospite straordina- (Foto V. Papi) (Foto V. Papi) Angeleri - fece avere ria, la nipote di monsi- alle suore di Santa gnor Macchi, Enrica Bosoni. Marta in Roggiano le scarpe che Paolo VI aveva “L’arrivo di Macchi al Sacro Monte fu un colpo calzato durante il viaggio in Terrasanta e che di fulmine per la tranquilla Varese e decisivo si avevano calpestato il suolo di Gerusalemme. rivelò soprattutto l’incontro con un altro perso- L’Ordine delle suore pontificie di Santa Marta naggio fuori degli schemi, il restauratore Carlo aveva chiesto quel dono ben sapendo che il Alberto Lotti, un laico sincero e autentico, senza sacerdote poteva esaudirlo, essendo stato il peli sulla lingua, un professionista umile e scru- segretario particolare di papa Montini”. poloso. Lotti non usava giri di parole per defini- L’obiettivo di Macchi era fare del Sacro Monte di re il proprio compito: “Siamo un’impresa di Varese un luogo vivo di fede e di bellezza. Ma pulizia, dobbiamo solo pulire le statue”. Ma non sorsero subito i primi problemi con la cosiddetta era un lavoro facile. Fino al 1920, il restauro era società civile varesina: era giusto oppure no consistito nel ridipingerle completamente, accostare l’arte moderna alle seicentesche dando nuove pennellate sopra i colori stinti. Dai Cappelle di padre Aguggiari? L’arciprete cono- tempi di padre Aguggiari – inizio Seicento – le sceva molti artisti contemporanei e, nel periodo statue avevano subito ben sette ricoperture e romano, aveva promosso l’acquisizione di l’ultima volta, nel 1920, erano state ridipinte da numerose opere moderne al Museo d’Arte un imbianchino bergamasco, un certo Poloni. Vaticana. Con Lotti le cose cambiarono. D’accordo con “Per sostituire l’affresco del Nuvolone scelse Macchi, incominciò a lavorare di raschietto per Guttuso, un maestro che si poteva considerare pulire i colori sovrapposti nel corso dei secoli e varesino poiché frequentava Velate. tornare alla pittura originaria”. Naturalmente la scelta destò scalpore, anzi spac-

11 Conversazioni al Sacro Monte

XI Cappella durante i restauri (Foto V. Papi) cò letteralmente in due l’opinione pubblica e sco Giacomo Manzù per la porta del santuario rimbalzò su tutti i giornali del mondo. Per fare che dà sul convento delle Romite. I due parlaro- posto a Guttuso si doveva distruggere un capo- no a lungo di un avveniristico progetto: rendere lavoro del Seicento che peraltro andava a pezzi, visibili gli archetti e la facciata cinquecenteschi tanto che Carlo Alberto Lotti aveva già indivi- sopra la tettoia del portico staccando quest’ulti- duato pesanti infiltrazioni d’acqua sotto l’opera. ma struttura e rendendola mobile sopra un Sorsero violente diatribe con Augusto Caravati binario. In questo modo il portico diventava che rappresentava lo spirito squisitamente bosi- una sorta di palcoscenico che si poteva spostare no (e che ha tuttora in casa il prezioso disegno avanti e indietro, a piacimento. Era un’idea originale a carboncino della Fuga in Egitto). geniale, decisamente visionaria e restò sulla Guttuso preparò dei bozzetti e, una volta scelto carta”. il progetto esecutivo, lo portò a grandezza natu- Durante i lavori alla Via Sacra, Macchi concesse rale usando la tecnica della polvere di mattone al restauratore l’uso della Cappella Fallada e spalmata su un cartone bucherellato: quando il Lotti ne fece il suo quartier generale, ci viveva e cartone veniva tolto, restavano le tracce su cui il cucinava cipolle e patate alla brace. “La disegno veniva completato”. Cappella Fallada si chiama così perché fu Si trattava di un acrilico, non di un affresco. “Le costruita in una posizione sbagliata della curva vernici sperimentali per realizzarlo arrivarono che avrebbe reso troppo ripida e impervia la direttamente dall’America. Avevano la proprie- salita dei pellegrini, così questa stazione del tà di resistere meglio alla luce del sole e alle percorso devozionale fu abbandonata. Alla intemperie. Ma Macchi non si accontentò di domenica Lotti riceveva spesso la visita di fre- Guttuso, l’ex segretario di Paolo VI e futuro quentatori del Sacro Monte come il presidente vescovo di Loreto era un vulcano d’idee e già del tribunale Garibaldi Porrello e il capo della pensava a Marc Chagall per affidargli un com- procura, Giuseppe Cioffi. Il padre del violinista pito alla settima Cappella simile a quello svolto bustese Bruto Ughi (in arte Uto Ughi) aveva una alla terza da Guttuso. Alla settima, tra l’altro, sorella tra le Romite e anch’egli passava di fre- c’era un altro Nuvolone che versava in pessime quente intrattenendosi a parlare con Lotti. condizioni. Chagall ebbe contatti con Macchi – Guttuso non realizzò personalmente l’intero rivela Angeleri - e io sono convinto che preparò acrilico, dava dei suggerimenti e l’allievo anche dei bozzetti. I rapporti tra loro erano tal- Amedeo Brogli li eseguiva. Il maestro parlava mente consolidati che quando il pittore bielo- volentieri con i passanti e in quei giorni si pote- russo morì e fu sepolto a St. Paul de Vence, in va avere l’illusione ottica di veder camminare Costa Azzurra, ai funerali andarono sia Macchi l’asino della Fuga in Egitto. Il maestro faceva che Lotti”. spostare avanti e indietro e poi ancora avanti la “Infine l’arciprete contattò lo scultore bergama- zampa dell’animale e l’allievo eseguiva, così che

12 Conversazioni al Sacro Monte

1989 restauri sul tetto della XIV Cappella Restauri I arco e I cappella marzo 1993 (Foto V. Papi) (Foto V. Papi)

l’impressione era che l’asino camminasse”. za sono per gli anni Sessanta quando lo strado- Una parola merita l’organo della basilica, ne delle Cappelle versava in stato d’abbandono restaurato dai Mascioni di Cuvio. “Dopo il e “Ottavio Lonati, in combutta con Macchi e con restauro, Macchi pensò d’inaugurarlo e inter- Lotti, pensava di tenere pulito il viale delle pellò Arturo Benedetti Michelangeli anche se Cappelle con greggi di capre che brucassero le non era un organista, ma un pianista. Fui pre- erbacce”. Dalla sala arrivano domande: Macchi sente a quella telefonata. Ricordo l’emozione aveva simpatie di sinistra? In fondo chiamò a quando sentii Macchi rivolgersi al grande vir- lavorare il comunista Guttuso e da giovane ebbe tuoso del pianoforte con un confidenziale “Ciao un fratello partigiano. Egli stesso nascose in Arturo…”. Benedetti Michelangeli era amico di casa Marcello Novario sfuggito ai fascisti… Giovanni XXIII e di Paolo VI e per entrambi Angeleri non ha dubbi: “Macchi si rivolgeva a aveva tenuto dei concerti in Vaticano. C’era già personaggi fuori degli schemi, scomodi e creati- il programma pronto, una sonata di Beethoven, vi come Guttuso e Lotti nell’intento di fare gran- altri pezzi di Brahms e Debussy. Il maestro di cose. Questa era la sua unica filosofia”. avrebbe comodamente raggiunto il Sacro Monte Interviene l’avvocato Ferruccio Zuccaro, storico perchè abitava a Caslano, nel Canton Ticino. Ma socio degli Amici del Sacro Monte: “Spesso, nel l’originale progetto d’inaugurare l’organo con il corso della storia, capolavori d’arte sacra sono concerto di un pianista fece molto discutere e ci stati realizzati da atei, a partire da Michelangelo fu anche un intervento contrario di Piero nella Cappella Sistina”. Da ultimo l’intervento Chiara. Alla fine non se ne fece nulla”. della nipote dell’arciprete, Enrica Bosoni: Certo, se i progetti di Macchi non fossero stati “Avevo l’impressione che lo zio fosse stato osteggiati dal clima ostile creatosi in città, il ormai dimenticato e invece mi accorgo da que- Sacro Monte forse oggi ne trarrebbe vantaggio. sto acceso dibattito che non è così e la cosa mi fa “Credo – osserva Angeleri - che la nostra mon- molto piacere”. tagna avrebbe avuto una fioritura, l’arciprete S. R. avrebbe chiamato nuovi artisti e, con altre pre- stigiose firme esposte all’ammirazione pubbli- Per foto Vivi Papi: ca, oggi avremmo un maggiore afflusso di turi- Università degli Studi dell’Insubria smo non solo religioso. Sarebbe stato giusto? Io International Research Center for Local Histories and Cultural Diversities penso di si, credo che non si debba avere paura Archivio Fotografico,Fondo Vivi Papi. di chi arriva”. Le ultime battute della conferen- Tutti i diritti riservati

13 Conversazioni al Sacro Monte I simboli dell’infinito

Sabato 23 giugno si è tenuta l'ultima conferenza del venuti numerosi, nel corso della conversazione, con primo ciclo di “Conversazioni al Sacro Monte”, presso domande e osservazioni sull'argomento. la nostra sede di piazzale Pogliaghi. Relatore d'eccezio- L'iconografia dei simboli dell'infinito, molto vasta e di ne il prof. Lorenzo Dominioni, Direttore dell'Unità di origine antichissima, è costituita da figure prima sempli- Chirurgia Generale a indirizzo toracico dell'Ospedale ci, poi via via più complesse, che attraversano tutta la di Circolo di Varese e Direttore del Centro di ricerche storia dell'arte, raffiguranti cerchi, serpenti o creature di Chirurgia Toracica dell'Università dell'Insubria, mostruose alate che si mordono la coda, la lemniscata di conosciuto e stimato a livello internazionale. Bernoulli o simbolo matematico dell'infinito (l'8 messo Personalità eclettica e vivace, tra i suoi interessi ricor- in orizzontale), foglie d'edera o di palma, spirali. diamo la storia dell'arte, in particolare l'arte armena, e M.R.B. il simbolismo. Ed è proprio su que- st'ultimo argomento, e in particolare sui “Simboli dell'In fini to”, che il relatore ha incen- trato il suo intervento, suscitando grande inte- resse nel pubblico inter- venuto grazie anche alla proiezione di più di 100 fotografie illustran- ti appunto i simboli del- l'infinito nella storia dell'arte. Il tema, di ambito filo- sofico-teologico, potreb- be sembrare a tutta prima ostico e di non immediata comprensio- ne ma l'esposizione chiara ed esaustiva del Prof. Dominioni ha subito fatto presa sui presenti che sono inter- Efeso, Basilica di San Giovanni (Foto L. Dominioni)

’essere umano ha una natu- li, i più semplici, sono presenti rale tensione verso l’infinito, pressoché senza discontinuità Luna tensione che si estrinse- nella storia dell’arte da oltre 7.000 ca con la ricerca di cose inesplora- anni. Altri, più complessi, sem- te, con l’aspirazione a raggiungere brano essere stati elaborati dalle obiettivi estremi, nonché con il civiltà orientali e medio-orientali desiderio di prolungare quanto pre-cristiane e successivamente più possibile la vita. La necessità sono stati incorporati nel linguag- di manifestare nell’arte figurativa gio artistico delle religioni mono- la tensione verso l’infinto ha por- teistiche. Alcuni simboli dell’infi- tato l’uomo a elaborare e utilizza- nito sono stati tramandati intatti re sin dai tempi preistorici i sim- fino ai nostri giorni e vengono boli rappresentativi del concetto comunemente usati, anche se in d’infinito, documentati dai reperti modo talora inconsapevole, per archeologici in molteplici culture finalità decorative. primitive. Alcuni di questi simbo- Lorenzo Dominioni

14 Figure da ricordare Tino Villa, un Amico DOC ' passato poco tempo da quan- Gesù, essa non ha più il do Tino Villa ha lasciato il potere definitivo sull'uo- Emondo dei vivi ma ancora è mo; non è l'ultima parola forte l'emozione che questo triste sul nostro destino, ma la evento ci ha pervaso, avendo seguito il penultima, divenendo decorso della sua lunga e penosa così non più “nemica” malattia fino agli ultimi difficili ma sorella che ci accom- momenti. Tutta la comunità del Sacro pagna alla Casa del Monte si è stretta alla famiglia in un Padre. abbraccio di solidarietà e amicizia, son Tino, uomo di fede, pieno venuti da lontano per rendergli l'ulti- di vita, di umorismo, di mo omaggio, persino le Suore Romite disponibilità a servire, si hanno voluto partecipare animando è incontrato con il dolore con i loro canti la cerimonia funebre. che, negli ultimi dieci Tino era davvero molto conosciuto anni, l'ha accompagnato e amato, sempre cordiale, disponi- e l'ha purificato. Ha bile con tutti, e per la comunità del affrontato con dignità e Sacro Monte era senz'altro un pazienza la sua malattia, Agosto 2008 - Tino Villa con la moglie Mariangela punto di riferimento, avendo e Albachiara Papi al botteghino del Santuario (Foto Annamaria Fumagalli) pur sapendo che, umana- gestito con i cognati per parecchi mente parlando, anche le anni l'albergo-ristorante Sacro Monte e poi, con la ultime tecniche della Medicina non avrebbero moglie, il “botteghino” del Santuario dove i pellegrini potuto salvarlo. acquistavano souvenirs, candele, cartoline, ora pur- Ha lottato con tutte le sue forze per non dispe- troppo chiuso. Era anche membro attivo della piccola rarsi e per non far pesare maggiormente sulle Schola Cantorum della comunità che ha sempre fre- spalle dei suoi cari quel carico gravoso che la quentato finché le forze gliel'hanno permesso. malattia inesorabilmente porta con sé. Poi... si è Era infine un Amico di lunga data della nostra dovuto arrendere. Mentre scrivo queste righe mi Associazione e, lasciatecelo dire, uno dei pochi residen- ritorna alla mente un dialogo descritto in un ti al Sacro Monte che ci ha dato il suo incondizionato libro di cultura orientale. “Un bambino chiede al sostegno per più di vent'anni. Di questo gli siamo grati suo maestro: - Perché i buoni sono quelli che sof- e lo ricordiamo da queste pagine con l'omaggio che don frono maggiormente? - Risposta: - Se un contadi- Angelo Corno, Rettore del Santuario del Sacro Monte, no possiede due buoi di cui uno è debole, a gli ha tributato il giorno delle esequie. quale dei due metterà il giogo per far girare la macina del mulino? - Certamente a quello più E' difficile parlare del morti, dei nostri morti, forte, ribatte il fanciullo. - Così Dio fa con gli della morte in generale, perché, anche se siamo uomini – conclude il maestro – Dio mette il illuminati e sostenuti dalla fede, la parola giogo ai più buoni tra gli uomini perché sappia- “morte” (sorella spesso del dolore e della soffe- no far girare bene il mondo!”. Dio ha agito così renza) evoca un distacco dalle persone care e dal con il nostro Tino: gli ha messo un peso grande, mondo visibile. E il nostro parrocchiano perché noi imparassimo a vivere meglio. Giovanni Battista Villa, da tutti conosciuto come La lezione è per noi: perché impariamo a vivere Tino, si è staccato da noi; si è nascosto al nostro con impegno attivo e sereno fino all'ultimo; per- sguardo, per varcare quella soglia che tutti ci ché sappiamo seminare gioia nella quotidianità; attende: quella dell'eternità. La morte, infatti, è perché impariamo a vivere con serenità il tempo come un'ombra che ci segue inesorabilmente fin della malattia; perché abbiamo il coraggio di dalla nascita: vale per il bambino o per l'anziano; esprimere la nostra fede nel servizio al prossimo. per il giovane o per l'adulto; per il sano o per il Tino l'ho conosciuto così; per questo gli dico malato. “grazie” a nome di tutti. E gli chiedo di pregare La morte, dopo il peccato di origine, è entrata nel per noi, perché possiamo un giorno condividere mondo e ha esteso il suo dominio su tutto il con lui la gioia del Paradiso. genere umano. Ma, dopo la resurrezione di don Angelo Corno

15 Vita Associativa Un nuovo cartello segnaletico

uristi che giungono al Sacro Monte e, spesso Tsenza una cartina, faticano a trovare la strada giusta per raggiungere il Santuario, il viale delle Cappelle o il Museo Baroffio. E' una situazione pur- troppo frequente non esistendo una segnaletica chiara ed esau- stiva che fornisca una visione sinottica del borgo o, semplice- mente, che indichi con frecce la strada da prendere. Avevamo già apposto in passato una cartina esplicativa all'imboc- co di via Beata Caterina Moriggi, di fronte alla stazione della funi- colare, e una in via Beata Giuliana, e sono ancora lì, ma la grafica doveva essere rivista. Il nostro vulcanico vice-presidente Gianni Trotta ha così pensato di rivederla e di arricchirla, posi- zionando una nuova versione proprio sulla parete della nostra sede, in via del Ceppo/piazzale Pogliaghi, perché proprio lì non c'è alcun cartello segnaletico che aiuti il visitatore ad orientarsi nel borgo. Si tratta di un cartello molto semplice, più simile a un dise- gno che a una cartina. I luoghi interessan- ti sono indicati sia con la denominazione sia con le fotografie scattate dal nostro Consigliere e fotografo Antonio Zaffa - roni. Sulla cartina figurano edifici di culto, ristoranti, luoghi di interesse pae- saggistico e architettonico. Il successo è stato immediato: chiunque arrivi al Sacro Monte in autobus o in auto si dirige subito a studiarla per avere le indicazioni di dove andare. Stiamo ora valutando se installare altri cartelli, in altre zone del borgo o se crearne di nuovi più approfonditi. Certo è che qualcosa andava fatta: purtroppo, infatti, abbon- dano i cartelli che regolamentano i par- cheggi ma non ce n’è uno che indichi la strada per il Santuario. M.R.B.

16 Ambrogina Zanzi fra il Presidente Salvatore Jovene e il Governatore del distretto 108 IB1 Danilo Francesco Guerrini Rocco - Foto Alberto Lavit

Un importante riconoscimento

er quanto andremo, ora, a rendere , congratulazioni per esere stata nominata Melvin siamo consapevoli di dover far breccia su Jones Fellow e per essere, così, anche insignita Pquella sana e simpatica modestia che carat- (con la consegna di relativa aurea targa) della terizza particolarmente la personalità della dot- onorificenza del particolare ed ambitissimo toressa Ambrogina Zanzi nel rendersi schiva da gruppo di Lions che, sparsi nei vari sodalizi di pubblicità che abbia riguardo alla sua attività ben 192 stati nel mondo sono, nei loro nomi, in culturale e conservatrice rivolta al nostro Sacro mostra nella Sala di Riconoscimento del Lions Monte. Club International presso la sede centrale È su questa premessa che, veramente con gioia, dell’Illinois ad Oak Brook quale riconoscimento andiamo a precisare che, i tanti - e tanto cari – e tributo alla loro generosità ed all’appoggio amici del Sacro Monte, non possono non essere offerto per la realizzazione degli obiettivi uma- informati del singolare e prestigioso riconosci- nitari dei Clubs”. mento che è recentemente pervenuto alla dotto- In verità: quanti problemi, su stati di necessità, ressa Ambrogina Zanzi da parte della istituzione essenziali alla vita della gente, rimarrebbero (nel culturale più diffusa nel mondo e cioè dal Lions mondo dei bisogni) senza risposta ove dovesse- Club International che annovera un milione e ro venir meno gli aiuti degli enti associativi di mezzo di aderenti. volontariato con scopi di assistenza e beneficien- Ebbene, detto riconoscimento è arrivato, di sor- za qual è, appunto, il Lions. presa, sul primo tramonto del 11 giugno 2012 Infatti l’azione del volontariato raggiunge (per entro un cielo terso e fantastico, nel corso di un solito nel clima della segretezza) soluzioni di largo convivio di amici, ospiti di Villa Calmia di gravi problemi di vita ed è, perciò, degno di uffi- Galliate Lombardo. ciale riconoscimento colui che in ciò si occupa, Fu il rituale richiamo del tocco di campana che, per particolare vocazione, con intensa dedizio- ad un certo momento, ammutolì la compagine ne. È per questo che - in occasione dell’ufficiale conviviale e permise così al Presidente in carica riconoscimento, di carattere internazionale, del Lions Club Varese Host, dott. Salvatore attribuito alla nostra Ambrogina Zanzi - il Jovene, di rivelare, verso e per la dott.ssa mondo del rinato Sacro Monte, rinnova, verso di Ambrogina Zanzi, il testo estratto da un elegante Lei, l’augurio che il suo entusiasmo per il bene plico. Eccolo: comune non venga mai meno. “A nome della Fondazione Lions Club Inter- national desideriamo porgerLe le nostre più vive Ferruccio Zuccaro

17 Campiotti, il Sacro Monte e il nostro verde uest’anno la famiglia Bosina, pre- sieduta da Felicita Sottocasa, ha Qconferito la significativa “Girometta D’Oro” al noto regista Giacomo Campiotti, nato e cresciuto in città, dalla quale ha assor- bito il gusto e l’arte per il suo mestiere e dove ha maturato la sua creatività. Parto da qui per alcuni spunti di riflessione affiorati pro- prio a seguito di uno scambio di opinioni con il regista, avvenuto durante il percorso del corteo del palio bosino lungo le vie del centro storico. Campiotti vi ha partecipato con entusiasmo, in una giornata che si è rivelata un regalo del Padre Eterno conside- rate le avverse previsioni meteorologiche. Il Il regista Campiotti con Ambrogina Zanzi e la moglie regista sostiene che la provincia di Varese ha rici dell’arte…una cultura possibile a tutti, anche se enormi potenzialità per diventare un set cinematografi- a livelli differenti, “cultura diviene solo quella che, co grazie ai suoi laghi, borghi e splendide ville al punto entrando a far parte della conoscenza, accresce la che alcuni suoi film sono stati girati proprio qui. coscienza”. Quello che mi ha colpito è stato il suo continuo ricorda- Valorizziamo le nostre radici culturali, difendiamo re e apprezzare i nostri luoghi: la bellezza del Salone il nostro verde che, considerati diversi recenti episo- Estense con l’incanto dei suoi giardini, il ricordo vivo di, risulta poco tutelato: è anche un nostro dovere del Sacro Monte accompagnato dalla fortissima emo- nei confronti delle generazioni future. zione che gli ha sempre suscitato il percorso del Viale Ambrogina Zanzi delle Cappelle, alle quali si è ispirato durante le riprese dell’ultima fiction televisiva “Maria di Nazaret”. Motivazione della Girometta dʼOro Tornerà con la famiglia alla cittadella del Campo dei a Giacomo Campiotti Originario di Casciago, classe 1957, appartenente ad una nota Fiori per un notturno a guardare le stelle come ai e stimata famiglia varesina, è arrivato al cinema inseguendo tempi dello scoutismo. l’idea di trovarsi un mestiere che non creasse una frattura con il resto della sua vita: all’inizio come assistente del grande E’ proprio vero che si apprezzano maggiormente i Monicelli, poi tra i fondatori di “ipotesi cinema”, il gruppo voluto luoghi del vissuto quando vengono a mancare! Non da Ermanno Olmi. In detto ambito, tra il 1983 e il 1987, ha rea- lizzato i suoi primi corto e mediometraggi come regista. dovremmo imparare a vivere in pienezza e a gusta- Sostiene che la Provincia di Varese ha enormi potenzialità per re i luoghi del nostro presente? Giunti in piazza diventare un set cinematografico grazie ai suoi laghi, borghi e splendide ville: il suo esordio nel lungometraggio risale al 1989, Monte Grappa, Campiotti si è entusiasmato e pron- con “Corsa di primavera”, interamente girato in provincia di tamente informato sulle sculture rosse di Giuliano Varese. I suoi film e le fiction televisive sono costellati di suc- cessi e di riconoscimenti internazionali: da “Come due cocco- Tomaino che animavano il cuore della città: ricordi drilli” a “Il tempo dell’amore”, da “Doctor Zhivago” a “Mai + di infanzia che si sono mescolati all’attualità trasfor- come prima”, da “L’amore e la guerra” a “Giuseppe Moscati”, da “Bakhita” a “Il sorteggio”, da “Preferisco il Paradiso” a “La mando in un teatro, dal contesto brillante e giocoso, figlia del Capitano” sino alla recentissima “Maria di Nazaret”, la Piazza Monte Grappa ed il campanile del fiction televisiva di respiro internazionale che ha conquistato vastissimi consensi di critica e di pubblico. Per tali motivi Bernascone. Riflessione: i nostri occhi vedono tante la Famiglia Bosina, cose ma sono davvero poche quelle che guardia- che ha istituito il suo più ambito riconoscimento sin dal 1958, conferisce con molto piacere, mo... la differenza è sostanziale! Vedere è usare gli oggi - per l’anno 2012 - occhi superficialmente senza prestare attenzione a la GIROMETTA dʼORO a Giacomo Campiotti nulla, guardare è un accurato lavoro dell'anima, di valente ed apprezzato regista varesino che rende onore alla introspezione e confronto su quanto attira la nostra sua città raccontando ed approfondendo, in tutte le sue opere, attenzione e i nostri sensi. Impariamo a osservare e la forza dell’amore e le motivazioni del senso della vita, andan- do al di là delle convenzioni, in direzioni inesplorate e fortemen- a vivere il nostro territorio. Per associazione di idee te educative. mi viene in mente la definizione della vera cultura Il Regiù data da Cesare Brandi, uno dei massimi critici e sto- Varese, 6 Maggio 2012- festa di San Vittore, patrono della città.

18 Serata in ricordo del pittore Mario Alioli abato 16 giugno alle La presidente degli amici 21, al Maglio di Ghirla, di Boarezzo (a destra) con la moglie del maestro Ssi è tenuta una serata in ricordo del notissimo maestro Mario Alioli orga- nizzata con grande cura dall’Associazione Amici di Boarezzo guidati dalla vul- canica presidente Susanna Cozzi. Mario Alioli, come è noto, a Boarezzo ha creato Foto Giuseppe Cozzi un Villaggio Artistico a cielo aperto che ha come tema conduttore gli antichi mestie- 2011, giorno della beatificazione di Papa Wojtila, ri. Alla serata ha partecipato anche una delegazione presente il maestro Alioli, quando, davanti al gran- della nostra Associazione che, attraverso l'intervento de dipinto e fra la commozione generale, si è ria- della Presidente Ambrogina Zanzi, ha voluto testimo- scoltato il dicorso che il Papa aveva tenuto al Sacro niare il profondo legame con il Maestro. Monte in occasione della sua visita nel novembre La Presidente ha infatti ricordato il grande dipinto 1984. Ricordiamo, inoltre, che Il Maestro ha donato di Mario Alioli, fortemente voluto dalla nostra alla nostra Associazione le figure in legno dipinto Associazione per ricordare il venticinquesimo rappresentanti i personaggi del Presepe che per anniversario dell’ascesa al Sacro Monte di Papa anni hanno animato i presepi artistici realizzati Giovanni Paolo II e raffigurante quest’ultimo con nella zona sopra la fontana del Mosè. Mons. Pasquale Macchi. Il dipinto, intitolato Un tributo doveroso, quindi, verso un artista, mae- “Invito al Rosario” è collocato dal 2008 nella cap- stro di vita, che ha molto amato il Sacro Monte e pelletta del vecchio cimitero al Sacro Monte, ora che sicuramente continuerà a vivere nei nostri Giardino della Memoria. La nostra Associazione ha cuori. ricordato altresì la cerimonia del primo maggio A.Z.

So che la sua vita è stata bella, piena di Al caro Alberto felicità e dedicata al prossimo. Ho conosciuto Alberto Minucci dieci anni Alberto mancherà moltissimo a tutti noi. fa. Ancora non potevo immaginare che Ci mancherà il suo dolce sorriso, le sue sarebbe diventato una persona tanto parole adatte a qualsiasi occasione e la sua importante per me. presenza gioiosa e unica. Uomo di fede, di forte personalità, dolce, Ciao Alberto, riposa in pace. di buon senso e dotato di Ritengo indispensabile rin- tanta umanità e sensibilità, graziare l'Associazione “La da sempre abitante al Sacro Padania insieme nel futu- Monte, in località Crotto, in ro” per la totale disponibi- fondo a via Fincarà. lità avuta durante tutto il Era un lavoratore instanca- percorso della malattia di bile, sempre pronto e Alberto e per la dedizione disponibile ad aiutare gli dimostrata nei suoi con- altri. Soprattutto era il fronti in qualsiasi circo- marito di Luisa, la donna stanza. che amava con tutti il cuore. Alberto Minucci con la moglie Luisa Claudia Battaini

19 I 100 anni dell’Hotel Campo dei Fiori

Hotel Campo dei Fiori

iovedì 20 giugno 1912 una piccola folla dente della Società Milanese Alberghi che ha assun- selezionatissima sale da Varese al Grande to la gestione dell’albergo, porge un vibrato saluto a GAlbergo Campo dei Fiori ormai ultimato. chi fu l’ideatore e il sostenitore di questa impresa, al Sono presenti i consigli di amministrazione del - Hotel Campo dei Fiori - pianta la Società Varesina Im- prese Elettriche, della Società Anonima Grandi Alberghi, della Società Milanese Alberghi Ri - storanti e Affini, opera- tori del turismo e invita- ti di riguardo. Il compiacimento genera- le va anzitutto ai proget- tisti architetto Giuseppe Sommaruga e ingegner Giulio Macchi, all’im- presa Piccoli costruttri- ce. Il pranzo si svolge nella magnifica sala ristorante in vista della pianura lombarda. Allo champagne l’avv. Ermanno Jarach, presi-

20 I 100 anni dell’Hotel Campo dei Fiori

Hotel Campo dei Fiori - sezione sima. E poiché tali lode- volissime iniziative sono strettamente connesse con l’interesse e l’incre- mento del paese, quest’Amministrazione sente il dovere di porge- re un plauso entusiastico a Lei e al Comitato e augurarLe un esito feli- ce, assicurando fin d’ora di agevolarla nel miglior modo per quanto le tor- nerà possibile per il completo successo della bella impresa.” La Varese dell’accoglien- za turistica si arricchiva di una nuova grande attrazione che si aggiun- geva all’hotel Excelsior e al Palace Hotel più vici- ni al Capoluogo. Un sistema tramviario e di funicolare si connette- va alle ferrovie esistenti dott. Tito Molina, del quale mette in rilievo le molte con un coordinamento che ancora oggi ricor- benemerenze. diamo con ammirazione e rimpianto. Il dott. Molina, presidente della Società Varesina Nel 1953 il Comune di Varese annullava il con- Imprese Elettriche e della Società Anonima Grandi tributo fino allora assicurato alla Società Alberghi, ringrazia e sottolinea le mirabili risorse Varesina Imprese Trasporti (SVIT) affrettando della nostra plaga; e leva un inno all’avvenire che si la soppressione di tram e funicolari. prepara. A quella organizzazione cittadina non seguirà Così la cronaca di quei giorni. una confrontabile, diversa realizzazione. Solo poco più di due anni prima, il 26 febbraio Sulla montagna rimane una bellezza silenziosa 1910, committenti e progettisti, con gli esecuto- e abbandonata. ri delle opere, chiedevano autorizzazione al Testimone della fine di un’epoca di vicinanza Comune di S.Maria del Monte per l’avvio del europea certo fragile, esposta a velleità di cantiere che in parte avrebbe interessato anche dominio militare che esploderanno nel 1914. il Comune di Velate. Considerando questa presenza per la quale l’ar- Il Sindaco di S.Maria , Alfonso Bregonzio, così chitetto Sommaruga nella sua istanza di con- aveva scritto al dott. Molina due anni prima, il cessione del 1910 al Comune di S.Maria sottoli- 28 ottobre 1906: nea “..quanta cura si abbia avuto nello studiare “E’ venuto a conoscenza di questa Ammini - edifici che in luogo di rompere l’armonia del strazione che V.S.I., in unione ad altre volonte- paesaggio, si uniformeranno invece ad esso, rose persone, sta provvedendo alle pratiche segnando cioè con la loro conformazione quel- necessarie per il raggiungimento dei seguenti la dettata dall’andamento naturale della mon- tre scopi: tagna...”, e guardando ancora oggi, ogni gior- 1° - creazione di comunicazioni tramviarie fra no, questo edificio, ricordandone con nostalgia la 1a Cappella ed il Sacro Monte… la sua attività e il suo intorno armonioso, ci 2° -dotazione del paese, della zona montuosa interroghiamo sul possibile futuro di un suo di questo Comune e dei monti finitimi di una ruolo, che non può essere, non lo permetterem- conduttura d’acqua potabile in servizio pubbli- mo, quello di una progressiva rovina. co e privato 3° - creazione nella zona anzidetta di importan- ti alberghi e sviluppo edilizio della zona mede- Ovidio Cazzola

21 “Sono molto lieto di sostare un poco con voi!...” La partecipazione delle Romite all’incontro con papa Benedetto XVI

el cuore della Il Papa in preghiera in Duomo Chiesa ambrosia- (Foto Romite Ambrosiane) Nna il cuore della Chiesa universale: Pietro e con lui famiglie prove- nienti da tutto il mondo si sono riuniti per il VII incontro mondiale delle famiglie a Milano dall’1 al 3 Giugno scorsi. Un evento eccezionale che ha coin- volto tutta la Diocesi nella sua preparazione e nell’ac- coglienza di migliaia di persone oltre che di colui che solo poteva confer- marle nella fede: Bene - detto XVI. Chi vive la vita monastica sa di essere sempre al cuore della Chiesa: nella celebrazione della Sacro Monte grazie a Monsignor Pasquale Eucaristia, nella preghiera liturgica, nella vita Macchi, proprio in Monastero. Ma questa volta comune, nella continua tensione ad una confor- si trattava di unirci a tutta la Chiesa ambrosiana mazione sempre più piena a Gesù Cristo per la nel suo cuore pulsante che è il Duomo, per acco- gloria di Dio e il bene di tutti i fratelli. gliere Pietro nella persona del suo attuale suc- Questa volta però la nostra presenza al cuore cessore Benedetto XVI. della Chiesa si è fatta visibile e tangibile. E’ stato Dopo aver ricevuto l’invito ufficiale abbiamo un dono, un desiderio del nostro Cardinale cominciato a prepararci all’importante appunta- Angelo Scola che si è realizzato grazie all’appro- mento con la preghiera e il desiderio: quel desi- vazione del Santo Padre che ha concesso le derio che, come dice S. Agostino, dilata il cuore dispense necessarie per uscire dalla clausura. Il 5 e lo rende capace di accogliere doni più grandi Maggio scorso, infatti, in occasione della salita al di lui. Abbiamo pregato quotidianamente per il Sacro Monte dei quattordicenni della Diocesi il Papa, il nostro Cardinale, e tutte le famiglie che nostro Arcivescovo, prima dell’incontro con i si sarebbero riunite a Milano, per tutta la Diocesi ragazzi, ha visitato per la prima volta la nostra e perché anche per la nostra Comunità questo comunità. Con gioia abbiamo ascoltato da lui evento divenisse fonte di maggior impegno, parole di stima e di incoraggiamento per la unità, santità di vita e testimonianza cristiana. nostra vita e anche di stimolo ad una sempre più Ma oltre alla preghiera un’altra preparazione intensa intercessione per i sacerdoti, le famiglie e necessaria era l’organizzazione: non è facile tutti i battezzati. Durante l’incontro il Cardinale muoversi in tante soprattutto quando non si è ci ha anticipato quell’invito che avremmo rice- “abituati”. La Provvidenza come sempre ci è vuto di lì a pochi giorni: partecipare di persona, venuta in aiuto: la parrocchia di Gavirate ci ha in Duomo, all’incontro del Papa con tutti i sacer- prestato i pulmini; tre amici, papà di famiglia, si doti e i religiosi della Diocesi. sono resi disponibili a guidarli e ad accompa- La gioia e lo stupore da parte di tutte sono stati gnarci tutto il giorno; anche a Milano abbiamo davvero grandi! Era la prima volta, in cinque incontrato la cordialità e la premura di molti che secoli di vita delle Romite, che accadeva un hanno reso ancora più bella e unica questa gior- evento così straordinario! Nel 1984 avevamo nata. potuto incontrare Giovanni Paolo II, salito al Appena arrivate in città, infatti, siamo state

22 “Sono molto lieto di sostare un poco con voi!...” accolte per il canto delle Lodi mattutine, nella grande attrattiva, l’argomento principale della bellissima basilica dedicata a S. Nazaro e ai sua riflessione e predicazione e, soprattutto, il dodici Apostoli. Si tratta di una chiesa ambrosia- termine di un amore vivo e confidente. Senza na nel senso più concreto del termine, perché dubbio, l’amore per Gesù vale per tutti i cristia- fatta costruire da S. Ambrogio stesso sulla strada ni, ma acquista un significato singolare per il che portava a Roma. Ecco: Milano e Roma, sacerdote celibe e per chi ha risposto alla voca- Ambrogio e Pietro; già l’inizio della giornata ci zione alla vita consacrata: solo e sempre in ha parlato ancora provvidenzialmente di ciò che Cristo si trova la sorgente e il modello per ripe- ci apprestavamo a vivere. Arrivati in Duomo tere quotidianamente il ‘Sì’ alla volontà di Dio.” abbiamo preso posto nel transetto di sinistra, Quando il Santo Padre si è recato allo scurolo di destinato in questa occasione ad accogliere le S. Carlo è passato proprio davanti a noi claustra- claustrali. li che in modo caloroso gli abbiamo fatto sentire C’erano già gruppetti di Carmelitane, di la nostra gioia e il nostro affetto. Adoratrici del SS. Sacramento, di Benedettine di Prima di lasciare il Duomo abbiamo anche noi varia provenienza, di Clarisse… Gioia grande è pregato davanti all’urna di San Carlo, a quella stata per noi incontrare sorelle che vivono la del beato Cardinale Alfredo Ildefonso Schuster, nostra stessa scelta di vita. Mentre attendevamo del beato Cardinale Andrea Carlo Ferrari e alle il Santo Padre meditando brani delle sue encicli- sepolture degli altri vescovi milanesi. Poi, ammi- che proposti da chi guidava l’assemblea, una fra- rata la Madonnina per l’ultima volta, ci siamo gorosa ovazione che proveniva dalla navata cen- dirette verso la basilica di S. Ambrogio, dove trale ci ha annunciato la sua presenza: il Papa, siamo state accolte e ospitate con grande cordia- preceduto dai canonici del Duomo, si è avvicina- lità. Dopo il pranzo al sacco, abbiamo avuto il to lentamente all’altare mentre l’assemblea can- grande privilegio di visitare la basilica accompa- tava “Tu es Petrus” e scrosciavano gli applausi a gnate da un cicerone d’eccezione: Mons. Biagio dimostrazione di affetto. Giunto all’altare il Papa Pizzi, arciprete di S. Ambrogio. Il momento cul- si è inginocchiato in raccoglimento; subito nel minante della visita è stato quello della celebra- Duomo è risuonato un silenzio di intensa pre- zione eucaristica nella cripta in cui sono custodi- ghiera e comunione. ti e venerati i corpi di Ambrogio e dei suoi defen- È seguita la celebrazione dell’Ora Terza con il sores Protaso e Gervaso. canto dell’inno di S. Ambrogio Iam surgit ora L’Eucaristia, presieduta da Mons. Ennio Apeciti, tertia, che Benedetto XVI ha ripreso commentan- canonico teologo della basilica, concelebrata da dolo nella sua bella e intensa omelia. Tra l’altro il Mons. Biagio Pizzi e dal nostro Don Agostino Papa ha detto riferendosi a S. Ambrogio e riassu- Ferrario, ci ha permesso di rendere omaggio mendo il centro di tutta la vita cristiana: “Il anche con il canto ambrosiano al nostro grande Signore Gesù è stato la sua [di sant’Ambrogio] padre e maestro. Dopo la santa messa, siamo ripartite alla volta del Foto di Agenzia Sacro Monte con il cuore colmo di gratitudine per tutto quanto ci è stato donato in questa bellissi- ma giornata, nella quale il mistero della comunione del Corpo di Cristo si è reso esperienza tangibile nel grande incontro con il papa Benedetto XVI, ma anche nei volti e nei gesti di coloro che ci hanno accompagnato e accolto proprio nel nome del Signore. A lui e a tutti ancora un grande grazie!

Romite dell’Ordine di Sant’Ambrogio ad Nemus

23 Istantanee di un affresco inedito a S. Maria del Monte

Santa Caterina d’Alessandria e Santo Diacono - Foto Laura Marazzi

on di rado capita che, quasi per caso, un’Annunciazione, rappresentata dalle sole figu- nascano ipotesi affascinanti e deduzioni re rimaste, oltretutto molto ammalorate, Ninteressanti parlando con persone che dell’Angelo Gabriele e di Dio Padre entro una conoscono e amano la storia di S. Maria del piccola mandorla. Nella fascia inferiore dietro Monte. Talvolta si ha la fortuna che alla supposi- alle figure si può ancora scorgere la traccia del zione segua il riscontro sperato: è successo di reticolato a rombi presente in numerosi esempi recente quando, discorrendo senza finalità preci- della zona, anche successivi (come negli affre- se con il capocantiere dell’Impresa Caravati schi in S. Caterina di Erbamolle e in alcuni riqua- Angelo Chianese e il restauratore Piero Lotti, dri in S. Ambrogio a Calcinate degli Orrigoni, a abbiamo individuato un affresco inedito verso S. Pietro a Gemonio o a Brebbia). Al di sopra l’inizio del corridoio che conduce alla cosiddetta delle figure corre un’elegante fila di archetti pen- cripta del Santuario. L’emozione della scoperta sili trilobati. La fascia decorativa che circonda deve ancora essere elaborata in un discorso l’affresco su tre lati è di un certo interesse, con scientifico accurato, ma penso che fin da ora racemi vegetali interrotti da tondi entro cui è un valga la pena porre all’attenzione di studiosi e motivo centrale con stella a sei punte, non dissi- appassionati questo nuovo tassello del mosaico mile da quello alla base dell’arco trionfale della pittura a S. Maria del Monte. nell’Oratorio Visconteo di Albizzate. È stato pubblicato più di vent’anni fa l’affresco, Carlo Alberti Lotti ha ipotizzato che la differen- databile tra la fine del Trecento e l’inizio del te conservazione della zona inferiore, quasi Quattrocento, presente nel primo ambiente del totalmente scomparsa, rispetto a quella superio- corridoio verso la cripta1, le cui condizioni con- re meglio preservata, sia dovuta al dilavamento servative precarie rendono difficile non solo la dell’acqua piovana, in parte fermata dalla gron- sua valutazione, ma anche una piena lettura ico- da del tetto, negli anni in cui l’affresco rimase nografica. Accanto alla figura di un santo sulla all’esterno2, non essendo ancora chiuso nell’am- sinistra, forse S. Antonio Abate, si intravede biente di disimpegno dal quale si accedeva sia

24 Istantanee di un affresco inedito a S. Maria del Monte agli “alloggiamenti del Monsignor Vicario”, attua - lmente piano superiore del Museo, sia al cunicolo per il quale ancora oggi si va, dopo un percorso che corre parallelo alla chiesa sopra- stante, allo “scurolo sotto all’altare maggiore”.3 Anche a uno sguardo fret- toloso appare evidente come l’affresco, privo della fascia decorativa sulla destra, non si presenti nella sua interezza essendo stato parzialmente coperto da un grosso sostegno in muratura. La domanda che ci si pone- va era se, oltre la porzione di muro addossata all’af- Foto Laura Marazzi fresco, si fosse conservata l’altra porzione e se questo episodio di pittura preservato anche nella zona inferiore. La grossa sul fianco esterno del Santuario fosse un caso lacuna di muratura che si allunga davanti al isolato. Da questi ragionamenti è scaturita l’idea collo del santo invita alla prudenza. di guardare se, sopra a un imponente armadio a Si tratta di un affresco di qualità non trascurabi- muro (più di 3,5 metri di altezza, 1,5 di larghez- le, databile ai primi decenni del Quattrocento, za, 1 metro circa di profondità) posto poco dopo successivo agli affreschi della cripta e anteceden- il contrafforte, vi fossero tracce affrescate. Ed te alle porzioni di affresco rinvenute nelle “stan- ecco la sorpresa: presa un’alta scala, sulla parete ze del Vicario” e in particolare alla Madonna in di fondo dello spazio in cui è incassato l’arma- trono con il Bambino con committente in armatura dio, è stato possibile vedere la parte di un affre- inginocchiato tra S. Antonio Abate e - forse - San sco, invisibile stando con i piedi per terra. Dal Cristoforo nel locale oggi ufficio del Museo. “tetto” dell’armadio, a una quota non dissimile rispetto al riquadro sopradescritto con l’Annun - Laura Marazzi ciazione, spuntano una mezza testa di santa con la corona e un’elegante acconciatura, probabil- mente Santa Caterina d’Alessandria, e il busto di Dal 16 giugno al 16 settembre un santo diacono, dal viso scarno, con l’aureola Duchi, mercanti e dame Ritratti dʼartista si mettono in vista decorata in oro a pastiglia parzialmente super- stite. Alle sue spalle è dipinta una costruzione a Duchi generosi, papi potenti, dame innamorate, mercanti spirito- si e uomini misteriosi aspettano i bambini che vorranno scoprirli merli guelfi nella quale si aprono tre finestre ad nei ritratti del museo: durante tutti i giorni d’apertura potranno arco, seguita dall’accenno di una diversa costru- conoscerli, scovare particolare curiosi, risolvere i loro indovinelli e vincere un ritratto matto da realizzare nello spazio-laboratorio. zione. Entrambe le figure sono rivolte a sinistra Attività per bambini (5-10 anni) compresa nel biglietto d’ingres- verso un fulcro che probabilmente non conosce- so (per bambini e nonni 1 ; intero 3 ). remo mai. Sopra corre una fascia decorativa Prenotazione obbligatoria solo per gruppi. armoniosa: una successione di tondi con un ORARI motivo centrale a fiore a otto petali che, in corri- giovedì, sabato e domenica 9.30 - 12.30; 15.00 - 18.30 martedì e mercoledì 15.00 - 18.30 spondenza della specie di torre, è interrotta da un tondo più grande con un motivo “a girando- Informazioni: Museo Baroffio e del Santuario del Sacro Monte sopra Varese la” di felice scioltezza. Impossibile dire, senza tel. 0332 212042 rimuovere l’enorme armadio, se l’affresco si sia [email protected] - www.museobaroffio.it

1) La prima pubblicazione dell?affresco dovrebbe essere diLa C. chiesa A. Lotti, di Santa Maria. L?avancorpo, sintesi delle ristrutturazioni, in Le sette chiese della Madonna del ,Monte Varese, 1990, p. 46. 2) Probabilmente l?affresco rimase all?esterno fino al 1494 circa, quando fu costruita la soprastante Chiesa delle Madonne, realizza

25 Lago Ceresio verso la Svizzera - Foto Archivio Provincia di Varese Itinerario: Viggiù, Sant’Elia, Monte Orsa, Monte Pravello e ritorno

Considerata la valenza storica, geografica e natu- curata dalla Provincia di Varese in collaborazione ralistica di questo itinerario ho deciso di presentar- con la Comunità Montana del Piambello, opera alla lo sulla rivista degli Amici del Sacro Monte che so quale anni or sono ho partecipato quale coordina- molto seguita anche al di fuori dei confini della tore per la parte tecnica del progetto Interreg provincia di Varese.Esso ripercorre le fortificazioni Italia/Svizzera. della Linea difensiva Cadorna(periodo prima guer- Il percorso è visibile anche sul sito internet: ra mondiale). http://www1.provincia.va.it/lineacadornavarese/ I testi sono stati tratti dallʼomonima pubblicazione Mario Bo

PERCORSO sui nostri passi verso l’area di sosta e riprendere Dall’abitato di Viggiù lungo la strada principale la strada che ci conduce alla vetta del monte di attraversamento seguiamo le indicazioni per dove campeggia una grossa antenna. Sant’Elia che ci conducono lungo strette viuzze, Da qui comincia la nostra visita tenendo conto usciamo dal paese costeggiamo il torrente del fatto che le fortificazioni attorno al Monte Poaggia che attraversiamo sulla sinistra tramite Orsa si distribuiscono in planimetria secondo un ponte in corrispondenza del quale possiamo uno schema triangolare con i lati immaginari conoscere alcune caratteristiche del Monte Orsa diretti SN, WE, NS, tra la quota 827 e 970 m grazie ad un pannello didattico. s.l.m. Alla destra della strada si trova l’accesso al Dopo circa due chilometri incontriamo un bivio, primo complesso fortificato sotterraneo. Si ricor- a destra una carrozzabile in ascesa, strada militare rimo- dernata, diretta al Monte Orsa, se invece andiamo diritti raggiungiamo la chie- sa di Sant’Elia. Su di un tor- nante troviamo un cartello giallo indicante la salita a piedi al Monte Orsa (per la quale occorrono circa 45 minuti), possiamo lasciare qui l’auto oppure proseguire oltre fino a quando al bordo della strada non incontriamo un’area di sosta, verso valle troviamo uno spiazzo da cui cominciamo a percorrere una trincea dotata di cammi- namenti aperti e in caverna oltre che diverse piazzole per artiglieria. Finita la visita di questo camminamento fortificato dobbiamo tornare

26 Itinerario

utilizzato come materiale da costruzione del calcare locale che ha contribuito in maniera decisiva alla mimetizzazione delle o - pe re murarie. Sempre in direzione della vetta del Pravello incon- triamo delle scale e alcune gallerie, scendendo alla mulattiera verso sinistra si trovano camminamenti e postazioni per mitra- gliatrici. Seguendo un sentiero in ghiaia in discesa incon- triamo postazioni per arti- glieria, batterie in caver- na, postazioni per mitra- gliatrici e trincee che por- tano alla strada militare bitumata proveniente da da che la visita alle porzioni sotterranee dei Viggiù praticata all’andata. Per la via del ritorno manufatti è realizzabile a proprio rischio e peri- possiamo evitare di ripercorrere la cresta ma colo, una parte dei manufatti è ben conservata e possiamo scegliere l’ampia mulattiera che scen- sicura mentre altre aree nascondono insidie di de dolcemente a ridosso delle postazioni miran- varia natura. Attenzione! do alla grande antenna della vetta del Monte Torniamo sui nostri passi e scendiamo lunga la Orsa e da qui a valle. strada militare fino a trovare un bivio sulla sini- stra, la mulattiera ci conduce ad una porticina, accesso ad un altro complesso sotterraneo di for- tificazioni e ad una mulattiera che oltre la batte- ria in caverna conduce in cresta con una dolce salita fino alla vetta del Monte Pravello (1015 m). Lungo la cresta si trovano trincee, postazioni per mitragliatrici e ricoveri a formare un dedalo di opere fortificate, costruite in maniera tale da sfruttare l'andamento naturale della cresta stra- piombante sul lago e i contrafforti naturali. Laddove è stata necessaria l’opera dell’uomo si è

Il Maresciallo d’Italia Luigi Cadorna Foto Archio Provincia di Varese

27 “Ex Albergo Camponovo” Il restauro conservativo degli ambienti “segreti” e nuove prospettive per l’Antico Borgo

La terrazza panoramica

l corpo di fabbrica principale appare del tutto evidente, dell’ Ex Albergo Camponovo, che in alzato, poiché perman- Iper la sua posizione svettante gono sia i quattro contrafforti e i suoi volumi solidi, è ben noto a angolari che delimitavano tutti nel determinare, con gli edi- l'aula chiesastica, sia lo svi- fici religiosi e la Villa Pogliaghi, la luppo della tazza absidale, fisionomia dell’abitato di Santa ove oggi è alloggiata una Maria del Monte nella memoria scala ellittica, sia un resto del- degli scorci più belli del nostro l'ingresso originario, un'alta Monte Sacro. architrave in granito retta da L’aspetto attuale della fabbrica due peducci di evidente fog- si è compiuto a seguito di tra- Ingresso principale gia medioevale. Le fonti do - sformazioni e aggiunte che cumentarie sembrano indi- ebbero il loro completamento con la radicale care nell’edificazione dell’ Ex Albergo Campo - ristrutturazione degli ultimi decenni dell’Ot - novo il "luogo della Chiesa nuova” mai ultimata tocento conclusa con la sopraelevazione di ben ed infine ridotta ad usi profani dalle R.R. Mo - due piani e il rifacimento delle facciate (1892) per nache, come riporta lo Stato d'Anime del 1574. adeguare l’albergo alla crescente domanda turi- E sin qui della parte “emersa” del complesso stica. Prima del massiccio intervento ottocente- architettonico da sempre sotto gli occhi dei pelle- sco, come è facile intuire, l’aspetto del complesso grini – un tempo – dei villeggianti poi e dei più ex Camponovo doveva presentarsi come un distratti turisti oggigiorno. insieme di costruzioni o avanzi di costruzioni di Non tutti sanno invece degli ambienti “segreti” epoche diverse (le più antiche presumibilmente che si estendono nei sotterranei ben oltre il fabbri- case torre) collegate tra loro da “casotti” più o cato principale, fin sotto la canonica e a fianco dei meno provvisori (databili a partire dal tardo sei- sottopassaggi ad uso pubblico. Qui troviamo una cento) che raccordavano le fabbriche più a Nord teoria di locali databili dall’XI Secolo, testimo- con l’edificio più grosso prospiciente l’antica via nianza preziosa dell’evoluzione e della storia del- del Sasso – ora Via dell’Assunzione - che ospitava l’antico Borgo che ancora oggi permettono di già nel XVI secolo una struttura di accoglienza di riconoscere le strade e i percorsi di allora. A que- pertinenza delle Monache, diventata poi osteria sti ambienti più antichi e suggestivi, si sono con alloggio (Fonte: catasto Teresiano). aggiunte e sovrapposte ulteriori edificazioni dal Nel corpo di fabbrica è facilmente riconoscibile, XVII al XX secolo dettate perlopiù da esigenze nella parte posteriore dell'allora Albergo dei pratiche di ricerca di spazi. Bellasio, poi Camponovo, la presenza di un corpo Relegati alle funzioni più umili dell’albergo, absidato, profilato da due alti contrafforti angola- quando ancora in attività, come magazzini, depo- ri in conci di pietra calcarea; è nettamente perce- siti e lavanderia, e abbandonati in seguito a con- pibile l'esistenza di un edificio religioso, ingloba- servare tutto ciò che venne dimenticato, una volta to in seguito nel complesso alberghiero, ma pure sgomberi da tutto il ciarpame, sono riapparsi stra- ancora oggi apprezzabile, tanto in pianta, ove ordinariamente integri, in primis sotto il profilo

28 “Ex Albergo Camponovo” strutturale. Da qui il desiderio di portare a compi- Una delle sale per le esposizioni mento il progetto di restauro dell’intera struttura iniziato con una prima fase di recupero ai fini abi- tativi dei piani alti dell’ex albergo, seguito dal restauro e adeguamento funzionale della sala ristorante e annessi, con l’ultimo – ma non ulti- mo! – intervento di restauro degli ambienti sotter- ranei. L’approccio metodologico nell’affrontare il recu- pero di queste stanze è stato quello della conser- vazione dell’esistente secondo il principio del minimo intervento, tuttavia emendato da sovra- strutture e integrazioni non idonee al carattere unitario dei singoli ambienti o addirittura inadat- te alla loro conservazione (ad esempio rappezzi in cemento, elementi in ferro,...). Durante queste operazioni sono stati altresì rimossi i tamponamenti e i tavolati posticci men- tre la solidità strutturale ha consentito di limitare gli interventi alle sole finiture interne delle singo- le stanze. Le pietre a vista sono state trattate con idropulitura a bassa pressione e le connessioni, ove necessario, stuccate con malta di restauro ido- nea per composizione e colore all’esistente. Da ultimo, benché all’interno, sono state protette con la stesura a pennello di un idrorepellente allo scopo di facilitarne anche la manutenzione e la Sala ristorante pulizia. Gli intonaci da recuperare sono stati trat- tati con la stessa metodologia comunemente impiegata nel restauro degli affreschi, sebbene semplificata, mentre per quanto concerne i soffit- ti lignei, si è provveduto alla pulitura delicata delle superfici, alla disinfestazione e stuccature e alla compensazione ottica con mordenti ad acqua. Le poche pavimentazioni in pietra rimaste sono state conservate mentre gli ambienti privi di pavi- mento sono stati finiti con piano di calpestio in cocciopesto. Il recupero delle stanze è stato infine completato dall’impiantistica posata sotto pavi- mento evitando ove possibile interventi in rottura delle murature. Ora, completati i lavori di restauro, il progetto che La via medievale si intende realizzare è la creazione di un nuovo inglobata nell’edificio polo di attrazione e di interesse per il Sacro Monte rendendo fruibile al pubblico questa struttura di prodotti, ecc. nell’ambito di una gestione unita- come spazio espositivo e per eventi. ria e strutturata. Gli ambienti storici, nella nuova veste di percorso L’augurio e la scommessa sono ora che in questo museale, potranno accogliere mostre d’arte, espo- insieme, articolato e complementare, dove la sizioni, mercatini tematici e altro ancora nella cor- modularità e polifunzionalità degli spazi garanti- nice particolarissima di un ambiente antico e di scono il necessario dinamismo, possano trovare valore, e con il necessario supporto di spazi da concreta attuazione il desiderio e la volontà di destinare alla logistica, alle attività collaterali e continuare a promuovere, in una veste nuova e gestionali (book shop, uffici, alloggio). L’ampia contemporanea, la storia e la tradizione culturale sala ristorante con terrazza e la sottostante sala del Borgo e del Territorio Varesino. polifunzionale potranno accogliere eventi di Augusto Caravati intrattenimento, concerti, meeting, presentazione (Foto Angelo Chianese)

29 Archivio di Stato di Varese - Archivio di Stato di Vercelli Donne del primo Cinquecento. Principesse, sante vive, pellegrine… Anne Valois d’Alençon, marchesa di Monferrato, in pellegrinaggio al e a Santa Maria del Monte di Varese.

n occasione della XIV Macrino - Anne Valois d’Alençon Marchese di Monferrato, Settimana della Cultura, 14 – Guglielmo IX, con venera- I22 aprile 2012, l’Archivio di zione la chiamava la “sua Stato di Varese e l’Archivio di Stato mamma”. Come il Savonaro- di Vercelli con la Sezione di la, a Firenze, fustigò le vanità Varallo, hanno deciso di “fare dei suoi contemporanei e fu sistema” culturale. Lo spunto è profetessa di sventure e nelle venuto dalla “eccezionale” figura sue prediche ripeteva soven- di Anne Valois d’Alençon, mar- te: «Guai all’Italia! Vedo chesa di Monferrato, che nel 1517 avvicinarsi il flagello». Anne, si recò in pellegrinaggio al Sacro fin dall’inizio delle guerre Monte di Varallo e a Santa Maria franco – imperiali, per salva- del Monte di Varese, partendo da guardarne la memoria e le Trino Vercellese. spoglie mortali, fece traslare Trino era residenza abituale e nascondere i suoi resti nel dei Paleologi con la Capitale, chiostro di San Pietro. Casale Monferrato, e i Castelli A Trino nacque e visse i sui di Pontestura e di Moncalvo. primi anni Arcangela Girlani A Trino nella seconda metà del Quattrocento (1443 (1460 – 1494). Eleonora Girlani, al secolo, nacque a – 1503) era vissuta ed aveva operato la Beata Trino nel 1460, fu educata nel monastero di S. Maddalena Panattieri. Vestì giovanissima l’abito Francesco a Rocca delle Donne, sito sulle colline del Terz’Ordine di San Domenico. prospicenti al Po, poco distante dal paese natio. Con fervore fece sue tutte le austerità dell’Ordine; Manifestatasi la sua vocazione, il padre la fece tor- osservò con estremo rigore l’astinenza e i lunghi nare a casa. digiuni e fu eroica nelle vegli. Fece suo lo spirito di A contatto con le sorelle, Scolastica e Maria, sem- contemplazione e di azione, divenendone espres- pre più deciso fu il loro desiderio di consacrarsi a sione vivente. Cristo. Dopo molte resistenze dei familiari, Eleo - Le opere di Maddalena Panattieri da principio nora entrò nel Convento di S. Maria Maddalena furono più che altro di misericordia. Ebbe, come da poco fondato a Parma, appartenente alla Savonarola, una speciale predilezione per i fan- Congregazione Carmelitana Mantovana. Eleo - ciulli nei quali vedeva l’innocenza e l’avvenire del nora prese il velo il 25 gennaio 1478 assumendo il mondo. nome di Arcangela. Il successo maggiore lo ottenne come maestra di Le sue doti e i suoi carismi la portano, pochi anni spiritualità. Catechizzava nella piccola cappella dopo, ad essere eletta Priora. Il suo stile di vita e le del monastero, inizialmente solo ad uno sparuto sue esortazioni erano di esempio alle consorelle. gruppo di donne, le quali ne riconoscevano il Per quindici anni resse il convento parmense, sino magistero e cercavano di seguirne i saggi consigli. a che non fu chiamata a Mantova per volontà dei A poco a poco avvenne che anche gli stessi sacer- marchesi Francesco II Gonzaga e della moglie doti del luogo e alcuni uomini del paese ne furono Isabella d’Este. Con il consenso del Vicario attratti. La Panatteri insisteva soprattutto sulla Generale dei Carmelitani, Padre Tommaso da riforma dei costumi, sulla vanità delle cose, spes- Caravaggio, lasciò Parma e fondò un nuovo so trattava il problema dell’usura, problema vivo Cenobio a Mantova intitolato alla Madonna sotto e scottante in quel particolare momento storico . il titolo di S. Maria del Paradiso. Ebbe il dono della Trino, grazie a lei, divenne un centro di predica- profezia ed ottenne dal Signore numerose grazie. zione, tanto che il Priore generale dei Domenicani, Si spense a Mantova il 25 gennaio 1494. residente in Milano, sovente si recò nella piccola Tra le mistiche più rappresentative del Rina- cittadina per ascoltarla e per chiederle consiglio. Il scimento italiano, sebbene ancora poco nota al

30 Donne del primo cinquecento grande pubblico, si colloca B. Maddalena Panatieri, 1443 c. - 1503 se di imparare a leggere il Osanna Andreasi (1449 – 1505), Salterio. nata a Mantova, terziaria dome- Tornata nella sua casa di n asci- nicana, dedita a opere di carità ta a Cascina Cicognola di Bi - verso i bisognosi. Fu chiamata nasco le apparve la Beata Ver- a corte nel 1478 dal marchese gine Maria e la consolò e con tre Federico I Gonzaga. A lei il mar- lettere (bianca, nera e rossa) le chese affidò la moglie, Mar - insegnò ciò che doveva sapere. gherita di Baviera ed i figli. Nel 1466 Veronica, dopo aver Dotata di spirito profetico fu ricevuto l’abito religioso, si eser- scelta quale guida spirituale e citò nelle opere spirituali e nella consigliera di stato dai Mar - meditazione della Passione di chesi di Mantova, Francesco II e Cristo. Con il 1485 ha inizio la sua moglie Isabella d’Este. Alle testimonianza documentata sue preghiere, anzi, i marchesi delle estasi di Veronica. Cristo, credettero dovuta la nascita, circondato da gran luce, compa- ormai inaspettata, dell’erede, re alla Beata, confitto in Croce, Federico II, nel 1500, che perciò insanguinato e sofferente e le fu detto “figlio d’orazione”. lascia il cuore trafitto di grandis- Morì, circondata dall’affetto dei suoi concittadini, simo amore e dolore. Più volte tentata dal demo- il 18 giugno 1505, ai suoi funerali intervennero gli nio, riuscì sempre vincitrice in quell’impari lotta stessi marchesi Francesco ed Isabella. con l’aiuto dalla Madonna. Dalla quale nel 1494 Altra figura di mistica, appena accennata, è quella ricevette una Palmetta d’argento con inciso di Lucia Broccadelli da Narni (1476 – 1544), misti- “Ih(esu)s Maria”. Nel settembre 1495 la beata ca e suora domenicana, “sancta viva”. Nel 1496 Veronica, per comando di Dio, si reca a Roma per ricevette le sacre stigmate a Viterbo. Chiamata a parlare con il Pontefice Alessandro VI. per volere del duca Ercole I d’Este, ne Soggiorna otto giorni a Roma e l’ottavo, tra lo stu- divenne stretta consigliera sino alla morte del pore generale, è ricevuta dal Pontefice. Duca, avvenuta nel 1505. Muore venerdì 13 gennaio 1497. È stata fondatrice e superiore dei monasteri di S. Queste donne a cui il popolo rivolge preghiere e Domenico di Viterbo (1496) e Santa Caterina da suppliche ancor prima della loro morte, sono pro- della città di Ferrara (1501). Trascorse gli poste come modello di fede e di condotta religio- ultimi trentanove anni della sua vita sopportando sa; di esse conosciamo pochissimo: soprattutto grandi sofferenze. Particolarmente importante, non sappiamo quasi nulla delle motivazioni che le come documento della storia personale e mistica spingevano a condurre un’esistenza segnata da della mistica domenicana, doveva essere l’auto- sofferenze terribili, fisiche e psicologiche, e a tra- biografia composta otto mesi prima della morte; il sformare i loro stessi corpi in simboli della passio- libro, che doveva essere conservato nell’archivio ne di quel Cristo di cui si consideravano spose. della curia arcivescovile di Ferrara, risulta irrepe- Tutti questi personaggi per esprimere la loro espe- ribile. rienza di perfezione usano un linguaggio innova- Così non si può tacere in questa breve panorami- tivo. ca la figura di Veronica Negroni da Binasco (1445 Queste donne sono quasi sempre accompagnate e – 1497), vissuta al tempo di Ludovico il Moro e divulgate da religiosi dell’Ordine domenicano o Beatrice d’Este, conversa nel monastero agostinia- francescano, che spesso furono, anche, i loro con- no di Santa Marta in Milano. La sua popolarità si fessori. Nessuna delle mistiche ebbe seri problemi deve all’opera del teologo domenicano Isidoro di ortodossia, benché le parole con cui manifesta- Isolani dedicata ai reali di Francia, Francesco I e vano la loro esperienza di estasi siano talvolta di alla moglie Claudia di Francia. arditezza impressionante e tuttora ai limiti della “Nina”, da Giovannina, il nome al secolo di nostra capacità psicologica. Veronica, nel 1463 si recò per la prima volta a Sono autonome pulsioni creative di fenomeni di Milano nel monastero francescano di Sant’Orsola rinnovamento rampollati dal risveglio religioso con la richiesta di farsi monaca, ma non venne dell’epoca, affermazione di nuovi valori e di nuovi accolta; si rivolse a quello agostiniano di Santa ideali, nella tradizione della pietà tardomedievale Marta, ma anche in quel monastero ebbe proble- e rinascimentale. Continua... mi. La Superiora la respinse per la sua ignoranza Pierluigi Piano e come condizione, prima di ripresentarsi, le chie- Direttore Archivio di Stato di Varese

31 Testo e foto di Carlo Importuna e foto di Carlo Testo

Sacro Monte Sacro … Quando nacque, Maria lo volle chiamare chiamare lo volle Maria nacque, … Quando fin dentro guardato avrebbe Angelo, così Dio famiglia, la casa benedicendo il piccolo e la e difatti, quel giorno, quasi a santificare del il sole splendette alto nel blu l’evento, marina, frusciando som- La brezza cielo. s’intrufolò messamente fra le foglie odorose, scosso allegra- vicoli e, dopo aver negli stretti sulle corde, mente i cenci stesi ad asciugare le case, catturando gli fin dentro s’insinuò dai pentoloni effluvi che si licenziavano dalle ribollenti di carne e salsa di pomodoro, latte dal adagiate nei posacenere, sigarette riscaldato e dal caffè appena risalito nella cuccumella, per poi spandersi nuovamente in strada, ricolmo degli odori e dei sapori di domenica del ‘38, sulla una bella e serena … l’Italia che guardava sponda di un mare da lontano. i primi profumato Angelo lanciò al vento Ed di gioia, si saziò del caldo latte della vagiti amorevoli si compiacque delle carezze madre, e, fiducioso, pose gli infantili delle sorelle nel mondo, Ma sogni nelle mani del mondo. è animale infido e pernicioso, non sempre l’unico della e, quando fu bene confidare, dalle macerie estratto vivo famiglia ad essere della casa distrutta da una bomba scaraventa- fissi gli ta giù dal cielo da un uomo che aveva occhi tra le stelle ed il mare, non aveva ancora la facoltà di comprenderlo: Angelo, non aveva ancora festeggiato due compleanni, e già lanc- iava, al vento fetido di polvere e metallo fuso, pianti di angoscia e di dolore.

Ma Maria aveva ragione, e, siccome non v’è nulla di più caro per l’Altissimo che l’amore di una madre per i figli, il Dio misericor- dioso volle porre sulle spalle di quel fanciullo, bianche e leggiadre ali che lo trasportarono, inconsapevole, tra i burrascosi flutti della vita. Ed egli seppe, come piccolo Angelo alato che lavora al riparo dal rumore e dalla falsa ap- parenza, difendere i deboli, salvare dalla morte quanti trovò in pericolo, soccorrere chiunque ne avesse chiesto l’aiuto ed offrirne senza reclamare il tornaconto, e, quando la malattia sopraggiunse a consumargli le membra, raci- molò la poca forza per compiangere gli amici, fino a che, dopo aver affidato la diletta moglie ai figli, spirò sereno tra braccia amorevoli …

Quante storie di vita affiorano alla mente del viandante che risale lento il malinconico de- clivio. Ed ognuno ha la sua, su cui riflettere. Perso tra i sassi e la narrata storia del figlio di Dio che con estremo atto di amore morì per lavare l’oscuro male dal bianco candore dell’anima dell’uomo, ecco il pellegrino divenire capace di comprendere la vita di Gesù e degli “Angeli”, donne ed uomini che hanno percorso la strada della vita in silenzio, al riparo dal clamore, nella dignità e nella saldezza dello spirito anche nelle difficoltà più gravi. Santi inconsapevoli a cui fu affidato il compito di diffondere il bene, promuovere la pace, disseminare l’amore; che vollero e sep- pero sacrificare la propria esistenza per donarla ad altri, in maniera gratuita, semplicemente perché questa era la loro natura.

A costoro nessuno mai elargirà ricompense in terra, nessuno mai vi si rivolgerà come ad eroi o santi, ma rimarranno comunque, e per sem- pre, quale fulgido ed auspicato esempio, nella mente e nel cuore di quanti li amano, perché gli Angeli, e ve ne sono tanti, hanno vissuto e continuano a vivere in mezzo a noi, ed a loro va, dal Monte Sacro, il mio saluto. La salita delle Cappelle vista dai bambini Si può affrontare in diversi modi la salita (o la Lo stupore e l'incredulità per essere a contatto discesa) del Viale delle Cappelle. Da fedeli, diretto con una natura che resiste e permette i innanzitutto, magari il sabato mattina presto più bei giochi di fantasia. La possibilità di corre- recitando il rosario in compagnia. re verso l'alto o il basso senza dover scansare Da turisti, non sapendo più dove volgere lo auto e soprattutto sentendo te stesso artefice di sguardo tra natura, panorami e architettura. quel che le tue gambe e il tuo respiro ti aiutano a Da bambini, infine. E forse questa è l'esperienza fare. Direte, manca la preghiera. No, perché se è più bella che un adulto può vivere. vero che una risata di bimbo è una delle miglio- Accompagnare bimbi della scuola materna a ri preghiere rivolte a Dio, allora quel sorridente salire e vivere il Sacro Monte ti resta dentro nel vociare e quei gridolini che accompagnano la vissuto. Perché ti accorgi che nei loro occhi e scoperta risuonano come un Ave Maria o un nelle loro anime ancora spontanee e aperte alla Gloria che più intensamente reciteremo da adul- vita ritrovi insieme saldamente quei due ti. E prima dei parchi di divertimento ricordia- momenti più sopra citati che da adulti ci diamo. moci che per i nostri bambini abbiamo questa Lo stupore per l'umile maestà delle cappelle e grande opportunità formativa proprio in casa. poi la sorpresa, immensa, per le statue interne Manuela Valmaggia che raccontano una storia che non avrà mai età. Educatrice - Comune di Varese

Giugno 2012 - Gita bambini oratorio di Lecco 35 Carlo Jotti Milano 29 marzo 1826 – 21 giugno 1905 Il Sacro Monte di Varese 1866 ca. Olio su tela cm 50 x 60 Firma e luogo in basso a sinistra

La splendida veduta del Sacro Monte di luogo. Varese disposta in copertina, fu eseguita Il linguaggio esplicitamente naturalista e intorno al 1866 dal pittore milanese Carlo l’impianto complessivo del dipinto fu tale e Jotti (1826 – 1905). Il soggetto – uno dei permise allo Jotti d’iniziare una notevole e motivi preferiti sia dall’artista che dalla importante attività espositiva tanto da committenza locale – fu più volte affrontato annoverarlo tra i più celebri rappresentanti in una sorta di narrazione sommessa, nella della pittura romantica di Secondo quale, in una rigorosa prospettica, oltre Ottocento. all’impegnativa opera dell’uomo e agli ele- A testimonianza del grande successo, menti naturali, sono protagoniste le figure ampiamente riscontrato dalla critica, sono immerse in quel paesaggio caratterizzato da ricordare i numerosi dipinti conservati dalle tipiche rifrangenze luminose del terri- nelle pubbliche collezioni della Quadreria torio lombardo in una sorta d’intensa atmo- dell’Accademia di Brera e della Galleria sfera ancora oggi protagonista di quel d’Arte Moderna di Milano.