Gran Festa All'arena Verona Riparte Da Carmen
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06SPE02A0607 ZALLCALL 14 10:55:57 07/06/96 K IIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII IIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII pagina l’Unità Sabato 6 luglio 1996 8 2 IIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIISpettacoliIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII LIRICA. Stasera il via alla stagione estiva del celebre anfiteatro 06SPE02AF01 4.0 16.0 UnallestimentodellaCarmendirettadaFrancoZeffirelli Gianfranco Faiello Gran festa all’Arena Verona riparte da Carmen A Mosca «L’isola Apertura canonica stasera all’Arena di Verona con la Car- (Escamillo). Sul podio, Daniel men firmata da Franco Zeffirelli. Si prevedono per l’inau- Oren, garantisce una direzione di degli schiavi» qualità. Repliche in luglio: 14, 19, gurazione anche le tradizionali azioni goliardiche del 23, 26; in agosto: 1, 4, 10, 14, 22, Applausi pubblico stipato sulle gradinate contro i vip nei posti nu- 27, 29, oltre al 10 settembre. merati. Dopo l’opera di Bizet, il 6 luglio seguirà il Nabuc- Seconda opera (6 luglio) il per Strehler collaudato Nabucco diretto da co di Maurizio Arena con Renato Bruson e Leo Nucci, Maurizio Arena. Si alterneranno «L’isola degli schiavi» di Giorgio poi l’Aida diretta da Daniel Oren e il 13 luglio Il barbiere nella parte di Nabucco Renato Strehler è stato l’ultimo degli di Siviglia col maestro Claudio Scimone. Bruson e Leo Nucci oltre a Maria spettacoli presentati a Mosca Guleghina e Paola Romanò (Abi- nell’ambito del Festival gaille), Francesca Franci e Elena internazionale del Teatro che si è Zaremba (Fenena); Paata Bur- svolto in molti stabili della capitale. RUBENS TEDESCHI ciuladze e Carlo Colombara La manifestazione, ormai divenuta VERONA. La sagra lirica dell’A- sfazione di tirare i cuscini in testa (Zaccaria). Regia di Gianfranco un appuntamento sia per gli addetti —rena riapre stasera con Carmen di- agli spettatori privilegiati della De Bosio, scene Rinaldo Olivieri, ai lavori che per il pubblico, ha una retta da Oren e allestita da Zeffi- platea, secondo un uso ormai costumi Pasquale Grossi. Repli- cadenza biennale e offre un ampio relli. Soltanto la pioggia potrebbe consolidato. Anche questo fa par- che in luglio: 12, 16, 21, 30; in panorama delle produzioni della Csi guastare il divertimento del gran te del divertimento. E se uno por- agosto: 2, 8, 11, 13, 16, 21. e di quelle straniere, ospitando pubblico in arrivo con autobus, ta a casa anche qualche briciola Terza opera (7 luglio) l’im- anche prime mondiali, come la pièce treni e macchine dai centri vicini di cultura musicale, è un di più mancabile Aida diretta da Daniel «Zio Vanja» di Peter Stein. La pièce di e lontani. Un pubblico allegro, fe- sulla festa che resta il vero scopo Oren. Si alterneranno, nella parte Marivaux, anche se poco conosciuta stoso che riempie ogni anno il va- dell’organizzazione veronese. di Aida, Nina Rautio e Deborah in Russia, ha fatto registrare il tutto sto anfiteatro romano per godersi L’Ente si adegua. C’è un pub- Voight oltre a Dolora Zajick e Flo- esaurito incuriosendo attori, registi e i popolari melodrammi del reper- blico largamente assicurato dalle rence Quivar (Amneris); Giusep- atetranti della capitale. «L’isola degli torio italiano in cornici sontuose agenzie turistiche, non occorrono pe Giacomini e Nicola Martinucci schiavi» è allestito con una scena e con cantanti famosi. Magari troppe novità: su quattro titoli, tre (Radames). Regia di De Bosio. sobria, dove si muovono i corpi nudi non si sente proprio tutto: se il sono già stati visti e applauditi, Repliche in luglio: 18, 24, 28, 31; di uomini e donne, che si risvegliano clima è troppo secco le voci arri- cominciando dalla Carmen che, in agosto: 3, 15, 18, 20, 23, 25, 28, dopo un naufragio. Presto la vano a fatica, se c’è vento se le come s’è detto, apre la stagione: 30. contentezza dell’essere porta via. Quanto agli strumenti, la Carmen di Zeffirelli, vero trion- Quarta opera (13 luglio) Il sopravvissuti viene interrotta da emergono nei fortissimi e scom- fo del trovarobato, imbottita di barbiere di Siviglia diretta da Trivellino, il «saggio», che invita i paiono pudicamente nei pianissi- personaggetti e di macchiette, Claudio Scimone nel nuovo alle- personaggi a scambiarsi gli abiti per mi. In compenso, l’acustica del- consacrata dal Premio Abbiati (a stimento di Armando Tasso con tuffarsi nell’identità dell’altro e fare l’Arena è democratica: favorisce riprova della futilità dei premi), scene e costumi di Gianmaurizio in modo che i servitori diventino chi sta in alto sulle gradinate do- con i danzatori del gruppo gitano Fercioni. Interpreti: Ramon Var- padroni e viceversa. Un gioco che ve si paga meno, anche se trenta- di El Camborio e Lucia Real. Nel- gas e Francesco Piccoli (Almavi- mette in luce le ingiustizie dell’uomo mila lire per un posto non nume- la compagnia si alterneranno: va); Enzo Dara e Alfonso Anto- sull’uomo. È qui che la recitazione rato non sono tanto poche. Ag- Beatrice Monzon, Denyce Graves niozzi (Bartolo); Cecilia Gasdia degli attori, pur essendo in italiano, giungete il biglietto della moglie, e Giovanna Casolla (Carmen); (Rosina); Leo Nucci e Bruno Po- straripa fino a diventare in certi il noleggio dei cuscini per am- Kallen Esperian e Alida Ferrarini la (Figaro); Ruggero Raimondi e momenti straordinaria, tanto da morbidire la pietra, le bevande (Micaela); Sergej Larin, Neill Shi- Franco De Grandis (Basilio). Re- ammiccare al pubblico battute in negli intervalli, e il conto si arro- coff e Nunzio Todisco (Josè); pliche in luglio: 17, 20, 25, 27; in russo. [Rino Sciarretta] tonda. Resta, alla fine, la soddi- Gregg Baker e Giorgio Zancanaro agosto: 9, 17, 24, 31. DANZA. Trionfo a Palermo per l’étoile francese con il Royal Ballet Guillem, superba e turbata Manon PALERMO. «Brava Sylvie», «Viva Manon. Il suo corpo si plasma nel Sylvie»,— «Grande Sylvie»: l’omaggio, MARINELLA GUATTERINI movimento e sulla musica di Mas- in piedi, tributato dai palermitani ad pidi nella coreografia. Ma veniamo a Manon: fragile senet (un collage che esclude pe- una delle due maggiori interpreti del Fortunatamente il cast ha messo creatura in balia di una società set- rò l’opera omonima) e disegna lo balletto internazionale (l’altra, inuti- in fuga la noia. Ci ha consentito di tecentesca alquanto rapace, e at- stupore del primo amore con titu- le dirlo, è la nostra Alessandra Ferri) sorvolare, ad esempio, sull’incon- tratta lei stessa dai piaceri e dalla banza e candore. Al ricamo, insu- è stato caloroso come al solito. E co- gruenza della danza continua ma ricchezza, la protagonista del bal- perabile, della coquetterie, presta me questa incatevole creatura pre- senza necessità, di Des Grieux. letto vive, nei tre atti di cui si com- poi un’eleganza francese e un di- stata alla danza che padroneggia L’amante giovane e squattrinato di pone, un excursus drammatico al- stacco da regina. Ma poi sconta con tecnica superlativa e con acu- Manon, che il coreografo muove talenante. Passa dalla inconsape- l’exploit in una passionalità con- me, meritava. Ma il balletto in cui si è incessantemente e da solo, sia che vole purezza dell’inizio alla frivola trollata, nel trasporto che non è esibita nella cornice del Teatro di siareducedaunduello,siachesi coquetterie dell’atto centrale - mai generoso, per toccare le corde Verdura di Villa Castelnuovo - Ma- veda soffiare sotto il naso l’amata, quando ormai, amante ufficiale di emotive dello spettatore soprattut- non, tratto dal romanzo dell’abate era infatti interpretato, alla prima, un vecchio gentiluomo, si esibisce to nella spossatezza esistenziale Antoine-François Prévost -, vale da Jonathan Cope, un danzatore in un casino di lusso - tra prostitu- del finale. Guillem è una Manon un’attenzione limitata. Se infatti in- anglosassone dalle linee bellissi- te, giocatori e mascalzoni ubriachi. preziosa. Lunga, sottile, dalle tona- sieme alla superlativa Guillem non me. Mentre il lestofante Lescaut, Il recupero di passionalità con l’in- lità sfumate: sarebbe piaciuta all’a- avessero danzato anche gli ottimi abile nell’irretire malcapitati, era nocente Des Grieux è poi intacca- bate Prévost, inguaribile donnaio- ballerini del Royal Ballet, a cui M l’ex-divo del Bolscioi, da tempo to dalla brama di gioielli e di mon- lo, ma può piacere a tutti, credia- fu destinato dal coreografo Ken- passato al Royal Ballet, Irek Mu- danità e quindi trascolora in una mo, per la capacità di elevare una neth Mac Millan nel 1974, avrem- khamedov: un campione appe- caduta a picco, nel degrado della danza d’impianto accademico ol- mo assistito solo a un polpettone santito, ma credibileeasuoagio deportazione in Louisiana, negli tre la misura accademica, per co- in tre atti che, a parte qualche pas- nella parte ribalda e scanzonata stanchi approcci con chi ancora si me sa condurre per mano Manon so a due o a tre, non regge il con- del fratello di Manon. Ottime pure innamora di lei, e nell’esausto ap- in un baratro di melanconia e for- fronto con le opere omonime di le file: in forma decisamente scat- poggiarsi all’immancabile Des se di misteriosa depressione con- Massenet e di Puccini, ma neppure tante, il Royal Ballet è assai miglio- Grieux che assiste alla sua morte. temporanea, che i piaceri, e una con altri romanzi danzati più coe- rato rispetto alle ultime apparizio- Guillem disegna mirabilmente parvenza d’amore sincero, certo renti nella drammaturgia e più lim- ni palermitane e torinesi. la «prima» e la «seconda» vita di non sanno colmare..