1-PREMESSA

La tutela del paesaggio: evoluzione del quadro di riferimento

“Nel corso del tempo i concetti di paesaggio e di tutela hanno registrato una evoluzione indubbiamente significativa agli effetti delle pratiche di gestione da parte delle amministrazioni pubbliche. Il termine “paesaggio” ha conosciuto un progressivo arricchimento di significato: alla fine degli anni ’30 designava ambiti “eccezionali” individuati secondo un’accezione elitaria fortemente selettiva, successivamente si è confrontato con la componente ambientale e con la percezione culturale, per tenere poi conto anche della percezione condivisa e riconosciuta dai cittadini, fino a coincidere con la qualità di tutto il territorio nei suoi molteplici aspetti”

Attualizzando su Cassinetta di Lugagnano questa evoluzione terminologica e sostanziale del concetto medesimo di paesaggio possiamo selezionare cinque elementi “eccezionali”, cinque componenti ambientali caratterizzanti e cinque riferimenti culturali e percettivi riconosciuti da tutti i cittadini. Questa selezione di cinque episodi per categoria è dettata da una necessaria semplificazione nella determinazione di un quadro di riferimento. elementi eccezionali: a_le ville

b_il ponte sul naviglio

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c_il lavatoio

d_il mulino

2 e_i giardini storici

componenti ambientali caratterizzanti: a_la prospettiva del Parco del Ticino dal ponte

3 b_il Naviglio

c_il sistema delle rogge

d_la campagna

4 e_le cascine

riferimenti culturali e percettivi: a_la statua di S.Carlo

5 b_il municipio e piazza Negri

c_la chiesa parrocchiale

d_l’Osteria del Ponte

6 e_la Pro Loco

“Tutelare il paesaggio riguarda comunque il governo delle sue trasformazioni dovute all’intervento dell’uomo o agli eventi naturali, ivi compreso il progressivo decadimento delle componenti antropiche e biotiche del territorio (edifici, opere d’arte delle infrastrutture, forme di appoderamento e loro delimitazioni ecc.)”

Nel caso del Comune di Cassinetta di Lugagnano la modificazione delle forme di appoderamento è del tutto evidente: la monocoltura rompe il sistema dei filari e le tracce degli antichi poderi.

il Catasto Teresiano: dettaglio dell’area tra villa Clari Monzini e piazza Negri

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La stessa area nel 2003 (fonte: rielaborazione da DUSAF Provincia di Milano)

Inoltre gli elementi di degrado del patrimonio edilizio esistente di valore storico giungono talvolta a negare il valore intrinseco del manufatto

rilievo del degrado dei principali edifici del centro storico: dettaglio tratto dall’elaborato 15/b

“La legislazione nazionale con il Codice dei Beni Culturali e del Paesaggio, approvato come Decreto Legislativo n. 42 il 22 gennaio 2004 ed entrato in vigore il 1° maggio 2004, non fornisce indicazioni dirette circa la struttura dei Piani territoriali e dei Piani urbanistici comunali (…) Tuttavia nel sistema del Piano del Paesaggio Lombardo, il PGT rappresenta il livello generale più vicino al territorio e alla concretezza delle pratiche di governo. Esso è quindi investito di grandi e decisive responsabilità in ordine alla tutela del paesaggio.

8 Il Codice dei Beni Culturali, nella scia della Convenzione Europea del Paesaggio, ha declinato il concetto di tutela secondo tre accezioni: tutela in quanto conservazione e manutenzione dell’esistente e dei suoi valori riconosciuti, tutela in quanto attenta gestione paesaggistica e più elevata qualità degli interventi di trasformazione, tutela in quanto recupero delle situazioni di degrado.”

Si riassumono di seguito i richiami al paesaggio contenuti negli atti del PGT che sono sintetizzati dall’Allegato A “Contenuti paesaggistici del PGT” nel modo seguente:

“Documento di Piano (…) grandi sistemi territoriali - beni di interesse paesaggistico o storico-monumentale e le relative aree di rispetto - struttura del paesaggio agrario - assetto tipologico del tessuto urbano - ogni altra emergenza del territorio che vincoli la trasformabilità del suolo e del sottosuolo. (…) criteri di intervento, preordinati alla tutela ambientale, paesaggistica e storico–monumentale, ecologica, geologica, idrogeologica e sismica, laddove in tali ambiti siano comprese aree qualificate a tali fini nella documentazione conoscitiva”

Si noti la presenza e l’identificazione dei corridi ecologici e paesaggistici, gli obbiettivi di miglioramento del verde e dei servizi e la tutela delle aree storiche e monumentali

Documento di Piano_dettaglio del centro

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Documento di Piano: territorio comunale

“Piano dei servizi – (…) Sebbene il tema del paesaggio non sia esplicitamente richiamato nell’art. 9 della legge, è tuttavia evidente che alcuni contenuti del PS hanno una valenza paesaggistica rilevante per quanto riguarda il disegno della città pubblica e del verde. “

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sistema dei servizi, piste ciclabili e acque

sistema unitario delle piazze e dei servizi nel centro

11 Si nota il sistema degli spazi pubblici attraversato e sostenuto dalla rete dei percorsi ciclabili e ad esempio nell’area centrale del comune l’obbligo di un progetto unitario di coordinamento della scuola elementare, del plesso sanitario e delle piazze centrali oggi largamente e in modo condiviso considerate non luoghi.

“Piano delle regole (…) Indica gli immobili assoggettati a tutela in base alla normativa statale e regionale; (…) individua le aree di valore paesaggistico-ambientale ed ecologiche; (…) individua i nuclei di antica formazione - identifica i beni ambientali e storico-artistico-monumentali oggetto di tutela ai sensi del Codice e per i quali si intende formulare proposta motivata di vincolo; (…) identifica i seguenti parametri da rispettare negli interventi di nuova edificazione o sostituzione: interventi di integrazione paesaggistica, per ambiti compresi in zone soggette a vincolo paesaggistico d.lgs. 42/2004 h) requisiti qualitativi degli interventi previsti, ivi compresi quelli di efficienza energetica; (…) detta ulteriori regole di salvaguardia e di valorizzazione in attuazione dei criteri di adeguamento e degli obiettivi stabiliti dal piano territoriale regionale, dal piano territoriale paesistico regionale e dal piano territoriale di coordinamento provinciale.”

Piano delle Regole: estratto del centro storico

Ricchissima è la documentazione inerente il paesaggio contenuta nel Piano delle Regole di Cassinetta di Lugagnano.

Citiamo per sintesi:

12 le Modalità di intervento

-il Piano del Colore

13 2-IL PIANO COME PROCESSO ANCHE IN RELAZIONE ALLA COSTRUZIONE DI UNA CARTA CONDIVISA DEL PAESAGGIO

Il quadro conoscitivo, un riferimento comune

“La conoscenza paesaggistica attraversa le diverse componenti del territorio, naturali e antropiche, considerandone le specificità proprie e le relazioni che le legano tra loro in modo caratteristico ed unico dal punto di vista fisico-strutturale, storico-culturale, visivo, percettivo-simbolico. L’approccio integrato e complessivo al paesaggio, che ormai si sta affermando ai diversi livelli, richiede che vengano presi in considerazioni i diversi aspetti che connotano un paesaggio dal punto di vista della sua costruzione storica, della funzionalità ecologica, della coerenza morfologica e della percezione sociale”

La carta condivisa del paesaggio e dei suoi processi di costruzione

“ Quali sono i caratteri del paesaggio comunale?”

Il territorio del Comune di Cassinetta di Lugagnano è situato nel settore sud-ovest della provincia di Milano, dal cui capoluogo dista 26 chilometri. Cassinetta di Lugagnano confina a nord-ovest con il Comune di , a nord-est con Corbetta, a est con e a sud con il Comune di . Il territorio comunale, che si estende per circa 340 ettari, ha un’escursione altimetrica complessiva pari a 9 metri e risulta compreso tra i 120 e i 129 metri sul livello del mare.

Provincia di Milano e localizzazione del Comune di Cassinetta di Lugagnano – PTCP Provincia di Milano

14 Il reticolo idrico principale è caratterizzato dal cha attraversa tutto il territorio comunale in direzione nord ovest – sud est.

Il territorio Comunale di Cassinetta di Lugagnano e il sistema delle acque

Il reticolo minore è costituito invece da un ricco insieme di rogge, canali di irrigazione e fontanili tra cui la roggia Visconta e la roggia Biraga prossime al corso del Naviglio, la roggia Clari a est e il sistema del Cavo Calvi e dei fontanili Piatti e Varesio a ovest. Al limite nord del confine comunale tra Cassinetta e Robecco si trova la roggia Soncina classificata dal PTCP come corso d’acqua tra i più importanti compresi nell’elenco 2 di cui all’art. 46 delle NTA del PTCP.

La roggia Biraga nel centro storico La roggia Visconta vicino a cascina Piatti

Il Comune fa parte del Consorzio Parco Lombardo della Valle del Ticino, che ha un'estensione di circa 90.000 ettari distribuiti lungo l'asta fluviale del Fiume Ticino ed include il territorio di quarantasette comuni appartenenti rispettivamente alle province di Milano, Varese e Pavia. L'istituzione del Parco risale al 1974, quando in attuazione della legge regionale 9/1/74, n. 2. ne sono stati definiti i confini e la struttura amministrativa, mentre nel 1980 è stato approvato con una legge della Regione Lombardia lo strumento di programmazione che ha consentito gli interventi di pianificazione e gestione del territorio: il

15 Piano Territoriale di Coordinamento, attraverso il quale l'intera area sottoposta a tutela viene indirizzata verso un modello di sviluppo eco compatibile.

Estratto dal Piano Territoriale di Coordinamento del Parco Regionale della Valle del Ticino

Oggi il collegamento con il territorio è assicurato a nord dalla S.S. n.11 Padana Superiore, che permette di raggiungere l’autostrada A4, a sud e ad est dalla S.P. n.114 Abbiategrasso-Milano, dalla S.S. n.526 Abbiategrasso-Pavia e dalla S.S. Nuova Vigevanese che porta a Milano e alla Tangenziale ovest. Il territorio di Cassinetta di Lugagnano è attraversato dalla strada provinciale 197; questa arteria si innesta a sud con la Statale 526 ad Abbiategrasso, penetra nel tessuto urbano di Cassinetta separando il centro storico in due parti, supera il Naviglio attraverso l’unico ponte carrabile esistente nel Comune e prosegue infine a nord verso Corbetta riprendendo un andamento rettilineo. L’irregolarità del suo tracciato è dovuta all’origine antica di questa via di comunicazione, il cui segno è rintracciabile nelle prime rappresentazioni cartografiche del nucleo storico. Una seconda via di comunicazione rilevante è la già citata statale 526, proveniente da Pavia, che attraversa per un breve tratto il territorio agricolo a sud ovest del Comune. Il territorio di Cassinetta di Lugagnano essendo completamente immerso nel Parco della Valle del Ticino è fortemente caratterizzato da ampie aree a verde, in buona parte destinate all’attività agricola che è riscontrabile ancora in alcune cascine quali per esempio Cascina Bardanella e Cascina Piatti. Le aree agricole si estendono intorno all’urbanizzato soprattutto a nord-est e a nord-ovest ed in particolare mentre sul versante nord - est prevale la presenza rada di filari arborei sul versante nord - ovest è presente soprattutto il seminativo semplice.

Il territorio è segnato inoltre da una serie di filari e siepi che sottolineano il disegno dei campi e del tessuto agricolo. Tra le aree agricole di rilievo sono tre zone a pioppeto, una a nord del Cascinello Pony, un’altra vicino alle ultime abitazioni che si trovano lungo la strada SP 197 in direzione di Corbetta e un’ultima vicino al cimitero.

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Le colture agricole nel territorio di Cassinetta di Lugagnano fonte: rielaborazione da DUSAF Provincia di Milano

Di minore entità sono le aree a seminativo arborato, a boschi di latifoglie governati a ceduo, a prati permanenti e a vegetazione arbustiva e cespuglieti. Nel margine sud del Comune vicino alla zona industriale è presente un ambito degradato soggetto ad usi diversi che essendo prossimo all’edificato verrà completato con una zona produttiva sanando così una situazione di degrado e preferendo tale localizzazione piuttosto che un’altra in cui intaccare del suolo libero.

zona industriale di Cassinetta di Lugagnano

17 Queste estese aree agricole contribuiscono notevolmente a fare di Cassinetta di Lugagnano un luogo caratterizzato da notevoli valori ambientali e paesaggistici che il piano vuole preservare orientandosi verso la tutela e la valorizzazione di questo territorio in cui l’intero sistema del paesaggio risulta rilevante e fondamentale.

Lo sviluppo storico di Cassinetta di Lugagnano

“Come si è formato e trasformato nel tempo il paesaggio comunale?

Quali sono state le dinamiche storiche e le fasi salienti di trasformazione, naturali e antropiche, che hanno portato all’attuale assetto? Ci sono state continuità e/o discontinuità nei processi storici? Quali sono le diverse logiche progettuali che hanno guidato la formazione dei luoghi e che permangono ancora oggi leggibili, in tutto o in parte, nello stato attuale ? Quali sistemi culturali di organizzazione e/o costruzione (“sistemi di paesaggio”) si sono formati storicamente (ad es. centuriazione, bonifiche, insediamenti di villa, mezzadria, sistemi produttivi dei mulini, sistemi religiosi, sistemi difensivi, quartieri urbani, borghi esterni alle mura, ecc.) ? Ci sono stati particolari eventi e processi naturali o artificiali che hanno determinato trasformazioni significative nell’ambito considerato: (ad es. calamità naturali, disastri ambientali, degrado ambientale, guerra/battaglie, crisi economiche, variazioni demografiche, mutamenti produttivi, mutamenti socio-culturali ecc.)?”

Il territorio di Cassinetta di Lugagnano nasce dalla fusione di quattro distinte comunità, ciascuna retta da autonomi organismi e sviluppatasi con modalità e tempi diversi: Lugagnano, Cassinetta dei Biraghi, Bàrdena, Cassina dei Piatti

I due territori di Cassinetta e Lugagnano in una mappa del ‘700

Le notizie più remote di abitanti di queste zone risalgono a popolazioni della fine dell’età del bronzo che scesero dal Nord seguendo il corso del Ticino e si fermarono nella campagna che oggi circonda Albairate, dove hanno lasciato tracce della loro permanenza. I Galli che giunsero in questi territori dal Nord e dall’Ovest tra il V e III secolo a.C., trovando la regione popolata dai Liguri.

18 Occorre arrivare al 196 a.C., anno in cui vennero sconfitte le ultime resistenze dei Galli in Lombardia, per assistere all’avvio della “romanizzazione” della nostra regione; nel territorio a sinistra del Ticino essa avviene con due aspetti fondamentali: la creazione delle strade consolari e l’insediamento delle fattorie rurali romane dette “villae rusticae”. Per il primo aspetto vale ricordare la strada che da Milano per Corbetta, Magenta, il guado del Ticino di Trecate proseguiva per Novara, Vercelli, Ivrea, Aosta e la strada consolare Milano, Pavia, Lomello e Torino che certamente si collegava alla “Strada dei Mercanti”, un sentiero di epoca pre-romana che correva parallelo al Ticino fino a Pavia e che che sfiorava Lugagnano nel tratto compreso tra le attuali Abbiategrasso e Robecco. Quanto alle “villae rusticae” e ai fondi che ne facevano parte, spesso venivano assegnate in premio ai veterani si sarebbero integrati con la popolazione di origine celtica, come testimoniano numerosi reperti venuti alla luce a Casterno e ad Albairate. Lugagnano è certamente l’insediamento più antico: si può affermare che in età romana su questa terra viveva una piccola comunità, come testimoniano alcuni reperti di quell’epoca rinvenuti in questa zona. Si trattava probabilmente di uno dei minuscoli nuclei agricoli che costellavano il territorio e forse in quest’epoca ha origine il nome del paese, da un gentilizio “Lucanius”. A quel tempo le vie di comunicazione più importanti erano rappresentate dalla Strada dei Mercanti e dalla strada romana che partendo da Milano attraversava il fiume vicino a Magenta e superata Novara si dirigeva verso le Gallie. Lo scavo del Naviglio Grande, destinato a divenire la principale via commerciale tra il lago Maggiore e Milano, iniziato alla fine del XII secolo e terminato nel 1273, determinò lo sviluppo in età medioevale del nucleo di Cassinetta, sorta tra Lugagnano e il Naviglio, e la conseguente espansione ad est, verso il canale, dell'insediamento più antico. Nel 1428 gli stessi Birago per concessione del duca Filippo Maria Visconti fecero scavare un canale che derivava dal Naviglio Grande e che, attraversando il paese, avrebbe fatto funzionare le pale di un mulino, tuttora esistente e funzionante. Detto canale ancora oggi chiamato Roggia Biraga, segna all’incirca il confine fra le due località di CASSINETTA e LUGAGNANO.

Vecchia immagine del mulino Biraghi

L’espansione lineare di Lugagnano verso il Naviglio favorì l’inversione dei rapporti gerarchici tra i due nuclei: la Cassinetta dei Biraghi si rafforzò espandendosi a raggera in corrispondenza del Naviglio al punto che schematizzando l’assetto urbanistico dell’epoca

19 di Cassinetta di Lugagnano la si può far corrispondere a due cerchi uniti da una retta, l’attuale via Roma. Il nucleo di Cassinetta continuò poi la sua espansione fino a proporsi come centro del paese espropriando Lugagnano di tutti gli spazi pubblici, dalla chiesa alla piazza e alla sede comunale. Dell'esistenza della Bàrdena si conservano testimonianze documentarie che risalgono al XIII secolo, quando il suo territorio era sottoposto alla giurisdizione di Albairate; dagli Annali della Fabbrica del Duomo si legge che nel 1392 la cascina era irrigata dai fontanili. L’ultimo dei quattro antichi insediamenti è la cascina Piatti, menzionata già in documenti del Quattrocento come appartenente ai beni dei Birago, allora, come si è visto, signori di Cassinetta, e denominata Ticino probabilmente per via della sua vicinanza al Naviglio, chiamato in quell’epoca Ticinello. Complessa e segnata da varie vicissitudini è la vita di questa azienda agraria, comprata, ceduta e frazionata nel corso dei secoli da numerosi passaggi di proprietà: nella metà del 1800 venne acquistata dalla famiglia Negri. Nel Quattrocento Lugagnano, seguendo le sorti di Robecco fu soggetto ad infeudamento: concessa in feudo, all’inizio del secolo, da Filippo Maria Visconti a Sperone di Pietrasanta, fidato consigliere alla Corte ducale, venne successivamente assegnata ad un nuovo feudatario, Baldassarre de Barzi, capostipite di una famiglia che, tra varie vicende, mantenne i diritti feudali fino alla metà del Settecento. Nel 1529 il trattato di Cambrai aveva sancito la dominazione spagnola sul Ducato di Milano e nel 1535 Carlo V diviene Signore di Milano. La permanenza degli spagnoli nei territori del Milanese durerà fino agli inizi del 1700, ma, malgrado la loro dominazione, il Ducato di Milano conservò la sua struttura politica e amministrativa: il Senato ha potere illimitato nell’ambito giudiziario; all’amministrazione finanziaria presiede il Magistrato Camerale, il cui compito precipuo è quello di rastrellare denaro per riassestare le malmesse casse dello stato, impegnate a coprire le forti spese militari, anche attraverso tasse di ogni tipo, come per esempio quelle per l’uso delle acque dei Navigli a scopi agricoli. Un episodio di politica statale fondamentale del 1500 sono le rilevazioni catastali cinquecentesche volte a compilare il cosiddetto estimo fondiario. Hanno inizio nel 1549 e porteranno alla creazione del primo catasto lombardo, voluto da Carlo V per marginare il fenomeno delle sperequazioni tributarie nella proprietà fondiaria, per eliminare cioè i privilegi dovuto ad un diverso trattamento fiscale e quindi a diversi valori di mercato dei terreni. Dalle trascrizioni delle rilevazioni effettuate nel 1558 si capisce che gli insediamenti di Cassinetta dei Biraghi e dei Piatti corrispondevano a vere e proprie cascine, mentre Lugagnano costituiva il paese vero e proprio. Il 51% del territorio agricolo era destinato alla vite, che quindi era la coltura dominante: in paese esistevano le “torchiere”, cioè dei rustici che ospitavano il torchio con i tini e tutta la strumentazione necessaria alla produzione del vino. Circa un quarto del terreno era destinato ad aratorio, quali il frumento, la segale e il miglio, di fondamentale importanza per l’alimentazione dei ceti meno abbienti (il mais e il riso faranno la loro comparsa in queste zone solo nel 1800). Proprietarie dei terreni erano alcune famiglie appartenenti a quel ceto nobiliare legato alla Corte ducale, in parte di origine milanese ma ormai radicatesi nella realtà locale fin dal 1400, come i Piatti, i Birago, i Freganesco, i Santagostino e i Trivulzio e che hanno caratterizzato la demografia locale fino ai nostri giorni. Con la morte di Francesco II e la fine della dinastia sforzesca nel 1535 cessa il periodo del dominio ducale in Lombardia e l’intero territorio milanese passa nelle mani degli Spagnoli.

20 Durante la dominazione spagnola, la Lombardia visse una profonda depressione economica: a causa delle guerre, delle epidemie e dei balzelli, l’agricoltura nelle campagne e l’industria nelle città entrano in crisi. Nel 1749 Maria Teresa costituì una nuova Giunta del censimento, per definire lo stato reale dei territori e delle proprietà: a questo fine si procedette alla nuova intestazione dei possessori dei terreni (beni di I stazione) e si stabilirono norme per il rinnovo della stima dei fabbricati (beni di II stazione). Alla metà del Settecento la Cascina Piatti dipendeva da Albairate, la Bardena era sottoposta alla giurisdizione di Gallarate e le altre due comunità erano ancora separate e prive di un organo di autogoverno, probabilmente inutile per le dimensioni degli insediamenti. La quasi totalità della popolazione era addetta all’agricoltura: cinque persone erano artigiani e il commercio al minuto era rappresentato da sei botteghe in Lugagnano e tre a Cassinetta, oltre all’osteria presso il ponte. Una ventina di famiglie milanesi era proprietaria del paese: si trattava quindi di proprietà fondiarie modeste che non permettevano una conduzione aziendale moderna, come accadeva nella stessa epoca in altre zone lombarde. Risale al 1718 il nuovo calcolo estimativo dei beni immobili e delle colture. Dal raffronto con i dati ottenuti dall’accatastamento cinquecentesco precedente si ottengono alcune importanti informazioni: la superficie degli antichi insediamenti non ha subito in duecento anni variazioni significative e la proprietà dei terreni è in mano ad un gruppo di una ventina milanesi. La distribuzione e la varietà delle colture dell’epoca denotano un’economia tradizionale e un po’ depressa: la mancanza di un sistema razionale di distribuzione dell’acqua ha impedito lo sviluppo della coltivazione del riso che caratterizzava invece il paesaggio agrario circostante, come a Robecco, Magenta, Albairate e Abbiategrasso. L’acqua del Naviglio Grande veniva distribuita parzialmente tramite le rogge Biraga e Visconta, ma non in misura sufficiente per sviluppare la coltura a prato irriguo, e quindi di foraggi, né di cereali. Solo alla Cascina Piatti, dove arrivava l’acqua del Naviglio, era possibile il prato irriguo che, accanto alla produzione di erba, consentiva l’allevamento del bestiame. Accanto alla vite venne introdotta la coltura del gelso e ben presto la bachicoltura acquistò una discreta importanza nell’economia del paese, dando vita ad una piccola attività manufatturiera per la produzione della seta. Se l'impianto urbanistico del paese risale grosso modo al primo quattrocento, la sua configurazione attuale è riconducibile invece al XVII secolo, quando il borgo sul Naviglio divenne un ambìto centro di villeggiatura dell'aristocrazia milanese. Il vero patrimonio di Cassinetta di Lugagnano sono infatti le ville nobiliari legate ai nomi delle grandi famiglie milanesi quali quelle, per esempio, dei Trivulzio, dei Visconti, dei Mantegazza, dei Castiglioni, dei Parravicini.

La macchia dell’espansione urbana di Cassinetta di Lugagnano tra i due catasti

21 Nel 1807 la produzione di frumento e di granoturco, che avevano sostituito la segale e il miglio, eccedeva i bisogni locali e quindi questi grani venivano esportati; si produceva anche il lino, se pure in piccola quantità, la cui tessitura dava lavoro ad una dozzina di operai. Per tutto il secolo la vite e la produzione di vino continuarono ad essere i pilastri dell’economia locale; un altro prodotto importante era diventata la seta, che veniva prodotta in quantità considerevole se raffrontata a quella dei paesi vicini.

Catasto ottocentesco: la frazione di Lugagnano

La canalizzazione delle terre per l’irrigazione permise l’introduzione della risaia e del prato marcitorio, con conseguente aumento dell’allevamento e della produzione di latticini. Nel 1865, in seguito alla Legge del 20 marzo per l’unificazione amministrativa del Regno d’Italia che prevedeva l’unione di quei comuni con una popolazione inferiore ai 1.500 abitanti in condizione topografica tale da rendere possibile il loro accorpamento, le comunità di Lugagnano, Cassinetta dei Biraghi, Bardena e Piatti vennero unificate nel Comune di Cassinetta di Lugagnano.

Scena agreste del 1927

22 All’inizio del xx secolo l’economia si basava ancora sull’agricoltura, ma non tutta la popolazione attiva era legata alla campagna: infatti 180 persone erano occupate nell’industria, che si stava sviluppando ad Abbiategrasso e a Magenta, 100 ragazze lavoravano, a Cassinetta, in un opificio di lavorazione della seta. Fiorente era il commercio del bestiame e dei latticini, prodotti in due cascine. I progressi della tecnica agraria permisero negli anni successivi l’introduzione della coltura del granoturco, l’ampliamento delle risaie e un migliore sfruttamento dei terreni; scomparve invece la bachicoltura, a causa delle malattie che colpirono i bachi. Per tutto il secolo la tradizionale attività agricola ha caratterizzato l’economia locale; negli ultimi anni ad essa si è affiancato un misurato sviluppo industriale.

Lo sviluppo della macchia urbana e il telaio portante

La macchia dell’espansione urbana di Cassinetta di Lugagnano tra la fine dell’800, il 1914, il 1960, il 1994 e il 2005

Tra la fine dell’Ottocento e i primi quindici anni del Novecento il tessuto urbanizzato di Cassinetta di Lugagnano è sostanzialmente quello dell’attuale centro storico con piccoli nuclei edificati isolati corrispondenti alla cascine. Solo tra il 1915 e gli anni ’60 inizia ad ampliarsi l’urbanizzato, in particolare ai margini delle edificazioni del centro a nord e a sud di via Roma tra la chiesa e piazza Vittorio Veneto, nella parte sud dell’isolato di via Capo di Sopra e in alcuni lotti lungo via Matteotti e via Diaz. La principale espansione della macchia urbana del paese si verifica nella seconda metà del secolo scorso tra il 1960 e il 1994 interessando soprattutto la parte sud del territorio comunale lungo le vie Trento, Matteotti, della Ciocchina. Tale sviluppo è dovuto oltre alle nuove edificazioni residenziali anche alla nascita di alcune attività industriali insediate principalmente in via dell’industria e via Lombardia. Lo sviluppo si completa tra il 1994 ed oggi con le ultime edificazioni residenziali in via Ciocchina e soprattutto in via Don Ravazzi dove è in corso di attuazione una zona di espansione residenziale. Parallelamente allo sviluppo della macchia urbana si estende la rete della viabilità: riconoscibile fin dalle prime mappe storiche è l’asse di via Roma.

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Cassinetta di Lugagnano ieri e oggi, le costanti: Il Naviglio, piazza Negri, Cascina Piatti, Mulino Biraghi

Macchia dello sviluppo urbano del comune di Cassinetta di Lugagnano

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Progettazione partecipata

“Quale è la percezione sociale del paesaggio comunale?

(Ricognizione sulle attribuzioni di significato da parte delle popolazioni) Quali luoghi/oggetti sono carichi di significati (simbolici, culturali, di identità, ecc.) per l'immaginario collettivo (locale e generale, storico e contemporaneo), e per le popolazioni locali, anche se privi di specifici manufatti?”

L’espressione più completa del processo di partecipazione al PGT e anche la percezione sociale più vivida del paesaggio comunale si ritrovano nei risultati del lavoro svolto con i cittadini e soprattutto con i ragazzi della scuola elementare del Comune Per individuare le priorità di interesse sentite dai cittadini l’Amministrazione Comunale ha consegnato infatti alcune schede in cui sono stati elencati diversi argomenti:

Il Naviglio Grande e la sua fruibilità La tutela della campagna La qualità dell’aria La rivitalizzazione del centro storico I parcheggi e la viabilità Lo sviluppo delle attività turistiche Il commercio all’interno del tessuto cittadino Lo sviluppo delle strutture culturali La scuola e le attrezzature per l’educazione La residenza e le strutture per gli anziani.

Su questi temi il Comune ha voluto promuovere la partecipazione dei cittadini chiedendo di indicare gli argomenti ritenuti più interessanti e strategici nell’ottica dello sviluppo del paese. I risultati evidenziano come in generale i temi proposti sono tutti di una certa importanza, ma certamente quelli strategici per il comune di Cassinetta secondo i suoi cittadini riguardano soprattutto i temi dell’ambiente (la campagna e la qualità dell’aria) e lo sviluppo della cultura e dell’istruzione (strutture culturali e scuole). In sintesi, a seguito dell’analisi delle risposte ai questionari riconsegnati all’Amministrazione, il grafico sottostante riassume l’interesse dalla cittadinanza espresso in percentuale relativamente agli argomenti indicati dall’Amministrazione stessa.

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- Il Naviglio Grande e la sua fruibilità - La tutela della campagna

- La qualità dell’aria

- La rivitalizzazione del centro 29; 12% 24; 10% storico 33; 13% 36; 15% - I parcheggi e la viabilità - Lo sviluppo delle attività 30; 12% 35; 14% turistiche 13; 5% - Il commercio all’interno del 14; 6% 23; 9% tessuto cittadino 11; 4% - Lo sviluppo delle strutture culturali - La scuola e le attrezzature per l’educazione - La residenza e le strutture per gli anziani.

Un altro capitolo riguardante il processo di progettazione partecipata del piano che ha impegnato progettisti e Amministrazione Comunale è quello che riguarda il lavoro condotto insieme alla scuola di Cassinetta di Lugagnano. Si riportano di seguito alcune immagini significative e straordinariamente comunicative dei lavori realizzati dalla scuola.

Alla domanda che cosa ti piace del tuo Comune i bambini hanno risposto la biblioteca, il parco giochi, il naviglio, le ville, le cascine e la pista ciclabile

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Alla domanda che cosa non ti piace del tuo Comune i bambini hanno risposto la zona industriale, la roggia quando è sporca, il parco sporco, il traffico

Alla richiesta di suggerimento per quattro nuove idee che il Comune dovrebbe promuovere i bambini della scuola hanno disegnato per esempio una strada più larga, una palestra per la scuola, i negozi, un parco giochi da rinnovare, un campo sportivo, il cinema, le piste ciclabili, nuove giostre nel parco. Dall’analisi dei numerosi disegni fatti dai bambini quindi le principali richieste sono una palestra, dei negozi, più sicurezza in certe strade (via Matteotti, via Trieste), più pulizia nel parco dove sono richiesti nuovi giochi, nuova sistemazione di piazza della Repubblica, nuova pista ciclabile verso Abbiategrasso.

I sistemi del paesaggio

“Quali sono i caratteri attuali dell’ “architettura dei luoghi” e quale è la “funzionalità ecologica?

(Descrizione interpretativa) Qual è l’organizzazione morfologica e funzionale degli spazi, edificati e non edificati, costruiti e naturali? Quali sono i “sistemi del paesaggio”, sia storici che recenti, che si sono più o meno conservati? quale l'intreccio, la sovrapposizione, l'integrazione eventualmente esistenti fra di essi (palinsesto)? Quali sono i caratteri percettivi – visivi dei luoghi? Quali sono altri caratteri percettivi rilevanti? Quali sono i materiali, i colori, le tecniche costruttive storiche prevalenti degli elementi costitutivi dei luoghi? Quali quelli recenti? Ci sono aree o beni (culturali, paesaggistici, archeologici …) assoggettati a tutela ai sensi del D. Lgs 42/2004? Che ruolo giocano gli elementi della natura nella definizione dei caratteri dell’architettura dei luoghi? Quali sono le direttrici di connettività principale per lo spostamento delle specie ?”

I principali sistemi del paesaggio individuabili a Cassinetta sono:

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Il centro storico allungato sulla via Roma

Il sistema del Naviglio e le recenti realizzazioni dell’imbarcadero e della pista ciclabile

Le piazze vitali

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Per quanto riguarda l’analisi dei materiali e le caratteristiche principali degli elementi costituitivi del Comune di Cassinetta, si rimanda all’elaborato 15 a e b, relazione tecnico illustrativa e allegati del piano del Colore.

29 3 LA CARTA DEI VALORI E DELLE VULNERABILITA’

“Quali sono i punti/aree forti e punti/aree deboli dell’architettura dei luoghi e della funzionalità ecologica ? (Qualificazione) Quali sono gli elementi fondamentali che strutturano il paesaggio naturale e culturale? Quali sono i sistemi di relazioni che strutturano il paesaggio culturale e naturale? Quali sono in questi sistemi gli elementi forti e resistenti e quali deboli e/o deteriorati, in modo reversibile o irreversibile ? Quali sono gli elementi e gli ambiti di maggiore sensibilità paesaggistica dal punto di vista naturale, storico-culturale, percettivo? Quali sono gli elementi e gli ambiti di maggiore criticità paesaggistica dal punto di vista naturale, storico-culturale, percettivo?”

Il PGT di Cassinetta di Lugagnano affida la definizione di questi elementi alla carta del valore e della vulnerabilità

Nel territorio di Cassinetta di Lugagnano sono state distinte le seguenti 9 unità di paesaggio:

- paesaggio agrario - paesaggio agrario edificato - habitat delle rogge - coltivazione del legno - riva del naviglio - giardini e parchi privati - verde urbano - urbanizzato prevalentemente abitativo - urbanizzato prevalentemente industriale

Tali unità di paesaggio derivano da tutto il processo di pianificazione che è stato riassunto nei precedenti paragrafi. Le unità di paesaggio sono state poi sottoposte alla doppia valutazione del valore e della vulnerabilità con un processo di successiva suddivisione e riaggregazione di parti delle unità medesime. Valore e vulnerabilità sono stati divisi in quattro diversi livelli: la vulnerabilità in scarsa, limitata, notevole e rilevante, il valore in limitato, notevole, rilevante ed elevato. Le zone definite di elevato valore sono quelle che raggiungono dai diversi punti di vista vegetazionale, faunistico, produttivo, insediativo, semiologico storico-architettonico, semiologico visibilità, semiologico luoghi caratteristici i massimi punteggi medi; ugualmente e secondo gli stessi filtri si definiscono le zone per la vulnerabilità. Di conseguenza al sussistere di elevati valori e di elevata vulnerabilità sono stati predisposti nel Piano delle Regole (nei riferimenti normativi, nel Piano del Colore, nell’abaco morfologico ecc) nonché nell’elaborato 3DP (Obiettivi) del Documento di Piano gli elementi di tutela, sviluppo e valorizzazione degli elementi paesaggistici preesistenti prevedendo anche l’eliminazione dei fattori di incoerenza o superfetativi. Lo stesso schema è stato applicato con incidenza proporzionale alle classi di valore e vulnerabilità inferiori nei medesimi elaborati. Le matrici che sono state indagate sono la matrice ambientale (vegetazione e fauna), la matrice antropica (produttivo e insediativo) e la matrice semiologica (visibilità, luoghi caratteristici, elementi storici ed architettonici). I valori di sintesi costituiscono un’indicazione fondamentale di valore e vulnerabilità generale.

30 Valore e vulnerabilità delle singole matrici hanno determinato le scelte del Documento di Piano, del Piano delle Regole e del Piano dei Servizi. Per limitarsi ad alcune segnalazioni, tutto il centro storico e le fasce del Naviglio ricadono nel quadro di sintesi in una unità di elevato valore e di notevole vulnerabilità. Il Piano delle Regole ha attribuito al Piano del Colore (elaborato 15 PR), all’Abaco morfologico (elaborato 14 PR) e alle Modalità di intervento (elaborato 12 PR) il compito di mantenere alto il valore e di ridurre la vulnerabilità. E ancora, l’area filtro compresa tra la zona industriale a ovest e l’abitato residenziale di Cassinetta è mantenuta tale mediante il Documento di Piano e il Piano dei Servizi che vi individuano il nuovo corridoio ecologico dallo scolmatore al Naviglio.

N.B.: il testo virgolettato è tratto dall’allegato A del documento “Modalità per la pianificazione Comunale”, Direzione Generale Territorio e Urbanistica, Regione Lombardia

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