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STRADA FACENDO... QUI Cassinetta di Lugagnano al solito favoriti dalla fertilità della zona e dall'ab- bondanza di acqua, risalgono all'epoca romana. Il suo nome è già citato nella sua attuale forma in un lascito testamentario che risale al 1251 che ne testimonia l'esistenza e la rilevanza nella zona già a quei tempi. E' probabile che faccia riferi- mento a quello che doveva essere uno dei primi "dominus" che ne controllarono gli affari ai tempi dell'Impero, ovvero un non ben identificato Luca- nius, da cui l'aggettivo Lucanianus, in seguito di- venuto Lugagnano. Il borgo, sorto sulla riva destra del Naviglio, era legato al "maniero" con fossato che ne costituiva il centro vitale ed eco- nomico e seguì fedelmente, nel corso del me- dioevo, l'alternarsi dei diversi signori e proprietari che si succedettero nel suo controllo contenden- done il dominio di stampo feudale e, di conse- guenza, facendolo passare ora sotto il controllo del vicino comune di Robecco ora direttamente del Ducato di Milano. Naturalmente, non manca- rono a corollario lo svolgersi di intricate contese giudiziarie – che spesso sfociarono in cruenti fatti di cronaca – che ne segnarono i diversi pas- saggi di proprietà per circa quattrocento anni. Più tranquillo, invece, il dipanarsi delle vicende stori- che di Cassinetta, nata di fatto dalla volontà di un nobile assai in vista del periodo, il Maestro di Aula della Camera Ducale di Filippo Maria Vi- sconti, Maffiolo Birago che nel 1435 fece edifi- care la Chiesa Parrocchiale di Sant'Antonio Abate, intorno alla quale si consolidò il borgo che si era venuto formare negli anni precedenti in- torno ai possedimenti della famiglia Birago e che nale, la Roggia Biraga, segna tuttora l'ormai il vir- riuscì a mantenere la sua autonomia per molto tuale confine fra Cassinetta e Lugagnano. tempo. Quanto fosse importante quella famiglia lo testimonia il fatto che nella prima metà del LE VILLE SUL NAVIGLIO '400, il Duca avesse concesso loro la costruzione di un canale artificiale derivante dal Naviglio che Trivulzio, Mantegazza, Castiglioni, Visconti, Par- avrebbe fatto funzionare per secoli il Mulino della ravicini. Sono solo alcuni dei nomi delle nobili ed Piazza Biraga, ancora oggi esistente. Quel ca- influenti famiglie che contribuirono a costellare

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STRADA FACENDO... QUI Cassinetta di Lugagnano letteralmente il territorio comunale, di splendide Oltre a queste ed al Mulino, sono da segnalare ville che, inutile dirlo, costituiscono la parte più per il loro interesse artistico la già citata Parroc- importante del patrimonio artistico ed architettu- chiale di Sant'Antonio Abate costruita nel '400 e rale del paese. L'esiguo spazio a nostra disposi- restaurata trecento anni più tardi nella forma at- zione non ci permette altro che citarle in ordine tuale ed il piccolo Oratorio di San Carlo, origina- sparso, con l'unico scopo, senza voler minima- riamente edificio privato di culto eretto per la sua mente essere esaustivi o didascalici, di invitare il villa dall'architetto Carlo Federico Castiglioni. Se curioso lettore ad andare a visitarle, per quanto la statua di San Carlo Borromeo è uno dei sim- possibile, almeno dall'esterno visto che, molte di boli della città – edificata nel 1749 per comme- esse, sono tutt'ora residenze private. Nella zona morare il passaggio del Santo, gravemente di Lugagnano troviamo Villa Biragi-Clari-Monzini, malato, su una chiatta pochi giorni prima della probabilmente nata dai successivi ampliamenti e sua morte a Milano il 3 novembre 1584 – negli ristrutturazioni dall'originario fortilizio costruito dai ultimi anni Cassinetta è salita agli onori delle cro- Birago a metà del '500, Palazzo Mantegazza- nache anche per meriti "culinari": qui infatti, dal Macignaghi, affacciato sulla via principale del 1976, ha messo le sue radici e utilizzato i suoi at- paese, Villa Trivulzio dalla elegante architettura trezzi da cucina Ezio Santin, uno dei più presti- neoclassica, Villa Frotta-Eusebio, affacciata giosi e blasonati chef italiani, fra i primi capaci di lungo Via Roma e Villa Morlin-Visconti, oggi cambiare nella cultura e nel costume nostrani la Grosso-Pambieri, costruita nei primi anni dell'800 percezione ed il posto della cucina, facendola di- e recentemente restaurata. Spostandosi nel "giro ventare qualcosa di molto simile all'arte. Per anni delle ville" lungo le sponde del Naviglio, incon- 3 stelle Michelin e segnalato fra i cinque migliori triamo prima di tutto Villa Beolco-Negri, oggi ristoranti in Italia, la sua Antica Osteria del Ponte sede del Municipio, posta di fronte alla statua di è un vero fiore all'occhiello di Cassinetta di Lu- San Carlo Borromeo e – superato il Ponte sul gagnano. Passata nel 2012, al ritiro del "mae- Naviglio la cui costruzione originale risale al stro", nelle mani del suo allievo Fabio Barbaglini. 1862, anche se successivamente modificato per facilitare la navigazione sul canale – la maestosa Villa Visconti, forse la più significativa e cono- sciuta. La costruzione originaria potrebbe risalire LA SOSTA AL BAR anche al tardo '300 ma l'edificio come lo si può Bar Banjo visitare oggi è frutto di una lunga serie di ristrut- via Roma, 43 turazioni ed ampliamenti che ne hanno fatto un telefono 02 9420219 complesso davvero sorprendente e di grande fa- scino, completo anche di una splendida cappella DOVE MANGIARE costruita in modo da permettere la partecipa- Antica Osteria del Ponte zione alle funzioni dei "signori" della villa senza piazza Gaetano Negri, 9 che essi si dovessero "mescolare" con il popolo. telefono 02 9420034 Proseguendo ancora lungo il canale, ecco Villa Cattaneo-Krentzlin, Villa Castiglioni-Nai-Bossi, Villa Bodio-Parravicini e Villa Gambotto-Negri.

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STRADA FACENDO... QUI

UN LUOGO "RICCO DI ALBERI" carte medievali, è chiamato Riazzolo, cioè pic- colo rivo, perché si trova accanto a molte sor- «Albairate è circondato da un mare di verde (… genti d’acqua che rendono ubertosi i campi". ). La linfa vitale che alimenta tanto verde è l’ac- Come avrete intuito dalla fluidità della prosa e qua che scorre in mille rogge, gorgoglia dai pro- dalla vena quasi poetica che le percorre, queste fondi fontanili e che dilaga sui prati assetati dalla parole sono state scritte dalla penna autorevole sua benefica frescura. Non fa meraviglia che in di Don Ambrogio Palestra. Molto della storia di simile scenario agreste i nomi dei luoghi ove sor- Albairà è racchiusa acutamente in quelle poche sero abitazioni umane, sin dai più lontani tempi, righe, dato che sia da un punto di vista storico richiamino il verde dei campi e i filari di annose che da quello sociale il borgo si può considerare piante. Un antico villaggio scomparso, che sor- uno degli esempi più "classici" di insediamento geva con la sua chiesetta ove ora è la cascina rurale tipico della zona, nato intorno alle diverse Faustina, si chiamava Verdesiacum che più tardi cascine dedite all'agricoltura che si moltiplica- si trasformò in Verdesio, il cui significato è molto vano con l'andare dei secoli e che, inevitabil- chiaro. Albairate deriva dal latino Arboretum e de- mente, finirono col "raccogliersi" attorno ad un nota un luogo cospicuo per la ricchezza degli al- "centro". Si tratta quindi di una storia che acco- beri; un’altra località scomparsa si chiamava muna questo piccolo centro di circa 4.000 abi- Brisconno, antichissimo nome rimasto ad indi- tanti ad altri suoi "cugini" che lo circondano. I care una pianta boschereccia; ancora oggi, in- primi insediamenti umani nella zona dell'attuale fine, uno dei cascinali ricordati già nelle antiche comune sono antichissimi e risalgono all'Età del

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STRADA FACENDO... QUI Albairate

Bronzo, quando qui si stabilirono alcune popola- mentre il primo censimento dei suoi abitanti risale zioni la cui probabile provenienza era la Liguria. al 1570 e fu voluto da San Carlo Borromeo: contò Forgiati dalla civiltà romana, tali insediamenti vi- 1117 abitanti appartenenti a 180 nuclei familiari dero la nascita delle prime comunità cristiane e, totalmente dedicati all'attività agricola. Da lì in con esse, conobbero la tendenza di raccogliersi avanti la storia di Albairate, come quasi tutte in villaggi "intorno alla chiesa". quelle delle zone circostanti, si lega strettamente Le prime testimonianze note su Albairate risal- a quella della vicina città di Milano che, come in- gono al 1054 quando il suo nome comparve in tuibile, "esportava" le sue vicissitudini nei territori alcuni documenti ecclesiastici come area "dipen- vicini e da essa anche economicamente dipen- dente" dal monastero milanese di San Vittore, denti.

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STRADA FACENDO... QUI Albairate

LE ROGGE, I FONTANILI, oggetti di loro proprietà, costituisce una vera te- IL BOSCO E LA STORIA stimonianza "diretta" della vita e della quotidia- nità dei campi e delle stalle la cui cura ha Il territorio di Albairate comprende oltre all'inse- tradizionalmente occupato per secoli le giornate diamento urbano vero e proprio, anche le zone degli abitanti della zona: fra i numerosi oggetti e di Castelletto – contigue all'omonima località nel cimeli, si potranno ammirare anche una casera, comune di – la Cascina Faustina, ovvero un edificio adibito alla lavorazione del la zona Marcatutto-Bruciata dove oggi sorge la latte e una giassera, ovvero una antica ghiacciaia nuova stazione, la zona della Cascina Rosio e la "naturale" dal funzionamento alquanto ingegnoso località intorno a Riazzolo, distante circa un chi- e sorprendente. lometro dal centro abitato e che ne costituisce la parte più antica, a giudicare almeno dai ritrova- menti fatti ad inizio novecento nientemeno che dal conte Pisani-Dossi. LA SOSTA AL BAR Riazzolo è senza dubbio uno dei luoghi albaira- Caffè ‘99 di Sergio e Sara - via Cavour, 23 tesi di maggiore interesse: oltre alla piccola telefono 02 9492 0347 Chiesa di Santa Teresa edificata nel settecento come tutto l'antico complesso rurale e residen- DOVE MANGIARE ziale dell'area, elemento caratterizzante è il Ristorante Al Mago bosco la cui estensione supera i limiti del co- via per Castelletto, 27 mune per un totale di 65 ettari e che, grazie al telefono 02 94960166 fatto di essere rimasto pressoché intatto negli ul- timi secoli, si può considerare una fedele rappre- Trattoria Chiavi d’Oro sentazione della tipica boscaglia che dominava via Gorizia, 32 in Lombardia prima della Rivoluzione Industriale. telefono 02 94920168 Per tale ragione il bosco di Riazzolo è di grande interesse ed è stato dichiarato area protetta. BICICLETTA E DINTORNI Oltre a molte varietà di piante ed arbusti – dalla S.A.MAR. - via Volta, 12 - farnia al carpino bianco, dagli alberi da frutto ai telefono 02 9018972 salici – da rilevare anche la presenza di rogge e fontanili, storicamente usati per l'irrigazione e che oggi hanno un notevole interesse naturalistico. Tornando nella "cerchia" cittadina, di sicuro inte- resse è il Museo Agricolo inaugurato nel 2003 ed intitolato all'ex peimo cittadino del paese, Angelo Masperi, scomparso prematuramente nell’agosto 2003. Ospitato presso la storica Cascina Salcano, il museo, nato grazie all'apporto diretto dei cittadini che in diversi casi hanno messo a disposizione

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STRADA FACENDO... QUI Abbiategrasso

bbiategrasso – Biegràss, Biagràss o sempli- della sua ricchezza naturale, Abbiategrasso non Acemente Bià in dialetto milanese – è senza è fra i più popolati della città metropolitana, piaz- alcun dubbio uno dei più importanti centri abitati zandosi in questa particolare "classifica" solo a della zona e non soltanto. Per fare un esempio, quindicesimo posto con i suoi 32.000 abitanti con i suoi oltre 47 chilometri quadrati di superfi- circa, ben lontano da comuni molto più piccoli cie, solo in relativa parte coperti dall'area edifi- come o Cinisello. Ed è forse cata è il comune più esteso della provincia di qui proprio il suo principale fascino. Pur essendo Milano dopo il capoluogo, comprendendo in esso nei pressi dalla Grande Milano, ad una dozzina anche una buona fetta del Parco del Ticino che, di chilometri verso la Bassa, Abbiategrasso è un tra l'altro, è il più antico parco regionale d'Italia interessante esempio di centro agricolo della ge- essendo nato ufficialmente nel 1974. A dispetto nerosa campagna milanese, nato e cresciuto in- delle sue dimensioni, e proprio a testimonianza torno ad una comunità da sempre assai vivace

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STRADA FACENDO... QUI Abbiategrasso ed intraprendente, dove l'industria – purtroppo in declino ai giorni nostri, dopo aver vissuto anni di grande fioritura – si è accompagnata all'agricol- tura senza stravolgimenti e senza intaccare "l'anima" della città. Su Abbiategrasso c'è molto da dire e, soprattutto, da vedere. Il breve spazio che ci possiamo concedere nella nostra guida ci costringe ad essere forzatamente parziali, limi- tandoci a cercare di segnalare qualche dato sto- rico ed artistico interessante, con il primo fine di destare la curiosità del lettore ed indurlo, magari, ad una visita "dal vivo".

UN PO' DI STORIA…

Sembra appurato storicamente che sia un docu- mento del 1034 il primo scritto conosciuto che in- forgiare in maniera significativa la storia degli in- dividui un borgo, di assai probabile origine sediamenti che si agglomerarono sempre di più romana, come Abiate qui dicitur Grassus. Lo intorno alle Villae Rusticae che potremmo defi- "storico" documento era un testamento spirituale nire le antesignane delle attuali cascine. Come redatto da Ariberto, originario di una nobile fami- spesso accaduto in diversi centri italiani, fu il glia del comasco, e che fu arcivescovo di Milano Medio Evo a dare una forma "unitaria" al borgo nel corso della prima metà dell'XI secolo. Ve- che si era lentamente formato intorno alle costru- nendo da secoli in cui l'insediamento delle popo- zioni agricole nell'intorno di quello che è attual- lazioni era legato soprattutto alla fertilità del mente il "centro" della città: i diversi popoli e le territorio e alla fiorente agricoltura che prospe- diverse dominazioni che si sono succedute nel rava grazie alla Strada Mercatorum, una impor- corso dei secoli – da quella Longobarda a quella tante via commerciale che costeggiava il Ticino, dei Signori di Milano, da quella spagnola a quella l'appellativo "grassus" non poteva che fare riferi- austro-ungarica – contribuirono tutte a rendere mento proprio alla fecondità delle terre del cir- Abbiategrasso uno dei centri più ricchi e storica- condario. Abiate – senza la "H" almeno mente interessanti della zona. Un'ultima annota- originariamente – è un nome la cui provenienza zione lo merita lo stemma della città – diventata indica l'antico legame del territorio con la gens tale nel 1932 – che reca l'iconico leone rampante romana Avia – o Abia, secondo altre accezioni – su sfondo azzurro sormontato da una corona tur- la cui storia si è persa nella notte dei tempi ma il rita. Se le ultime modifiche furono proprio con- cui nome è rimasto legato al borgo che, attra- temporanee all'acquisizione del titolo negli anni verso diverse vicissitudini, è diventato l'attuale '30, occorre dire che Abbiategrasso è uno dei città. Sembra peraltro che i primi insediamenti ri- pochi comuni rurali lombardi che possa vantare salgano addirittura all'Età del Bronzo e che siano uno stemma fin dal XV secolo, da quando cioè il riconducibili a popolazioni celtiche o, più proba- suo "governo" ebbe il privilegio di poter emettere bilmente liguri. Certo è che fu l'epoca romana a sentenze giudiziarie nel 1373.

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STRADA FACENDO... QUI Abbiategrasso

…E UN PO' DI CULTURA nunciata e la Chiesa di San Bernardino sono gli altri edifici religiosi di maggiore rilevanza, ma non Una così lunga e significativa storia, umana an- meno interessante è l'architettura civile che ha cora prima che civile, non poteva non lasciare te- nel Castello Visconteo, i cui primi insediamenti ri- stimonianze artistiche e culturali di grande salgono al '200 e per il quale Gian Galeazzo in interesse come la Basilica di Santa Maria Nuova persona diresse i lavori di costruzione nel 1382, – elevata da Giovanni XXIII al rango di Basilica solo la sua espressione più nota, dietro alla quale Minore – la cui edificazione partì in occasione però si possono scovare anche notevoli esempi della nascita del figlio di Gian Galeazzo Visconti costruttivi dei secoli successivi. nel 1388 e che si accompagna al celebre quadri- Numerosi sono gli altri edifici, civili e religiosi, di portico datato 1497 che sembra essere unanime- notevole interesse: in primis l'antica Chiesa di mente riconosciuto come l'ultima opera in terra San Rocco e quella, davvero stupefacente, di lombarda di Donato Bramante. Fu Carlo Borro- San Gaetano, recentemente "tornata a nuova meo nel 1578 a renderla parrocchiale al posto di vita" dopo la ristrutturazione dell'architetto Ales- Santa Maria "Vecchia", oggi edificio privato, e ri- sandro Rondena. E poi Palazzo Stampa, an- conducibile al XII secolo. L'ex-convento dell'An- ch'esso ristrutturato da non molto, la

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STRADA FACENDO... QUI Abbiategrasso

LA SOSTA AL BAR Pasticceria Besuschio - piazza Marconi, 59 telefono 02 94966479

Piccadilly - piazza Marconi, 68 telefono 02 94966459

DOVE MANGIARE Antica Posteria Invernizzi Alzaia , 18 telefono 02 9496 9380

Osteria Antico Oleificio (cucina e pizza) via Vespucci, 32 telefono 02 9496 6936

Ristorante e Pizzeria napoletana Da Marita via Gorizia, 12-14 telefono 02 38239348

La Taverna del Torchio via Misericordia, 9 telefono 02 946 5122

Ristorante Campari via Novara, 81 telefono 02 942 0329

Per chiudere, non ci resta che aggiungere che la bellezza della città non nasce solo dal suo com- BICICLETTA E DINTORNI plesso "urbano". Il territorio, percorso dai navigli Peretti Franco - via Novara, 31 e caratterizzato dalla splendida compagna ondu- telefono 02 94967604 lata tipica della zona, è tutto da scoprire anche da un punto di vista naturale: sono ben 14 gli iti- Ciclolibero - corso San Pietro, 35 nerari ciclo-turistici che attraversano o partono telefono 02 94608527 dalla città "dei due campanili" e permettono di spaziare in un'area che va da Mortara a Bere- Solo Bici guardo a Sesto Calende, esplorando il Parco del viale Papa Giovanni XXIII, 13 Ticino in tutta la sua varietà e bellezza. telefono 02 94960145

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“NAVIGLIÈTT”: 4 da Abbiategrasso a Bereguardo 25 km ca.

orniamo indietro al punto di partenza. No, non vi preoccupate, non vogliamo farvi Tcambiare idea rispetto alla meta della pros- sima ciclopedalata. Intendiamo piuttosto che l'iti- nerario che ci troveremo a percorrere nelle prossime pagine, ovvero lo splendido tratto di pista che costeggia il Naviglio di Bereguardo (che per la tradizione popolare è il “Navigliètt”) nelle campagne fra Abbiategrasso e Bereguardo, parte esattamente dal medesimo punto dal quale si dipana quello già descritto in precedenza che aveva come meta la Darsena di Porta Ticinese. Siamo infatti al bivio abbiatense del "Guardiano delle Acque", quello dove i due rami del Naviglio si dividono per dar vita ai tratti che raggiungono, da secoli, da una parte Milano e dall'altra la lo- calità della provincia di Pavia resa celebre tra l’al- tro dalla presenza del ponte delle barche che consente di varcare il fiume Ticino. Se la strada verso il capoluogo si imbocca piegando a sinistra rispetto al corso delle acque, quella che si dirige ricchezza dei canali, delle rogge e delle chiuse verso Bereguardo è invece sulla destra. che costituiscono il complicato reticolo idrico che Si tratta di un percorso davvero interessante e permette le coltivazioni, pure questo sorpren- spettacolare, capace di immergerci totalmente dente. Il tragitto si dipana quasi interamente sulla nella campagna lombarda che regala, ad ogni riva destra nel Naviglio che si raggiunge poco stagione, colori e profumi affascinanti ed incon- dopo la partenza in territorio di Abbiategrasso at- fondibili. La pista ciclopedonale, recentemente ri- traverso un piccolo ponte. Lasciata alle spalle la spristinata e perfettamente preparata salvo in località di partenza si arriva a , la lo- qualche tratto più campestre, permette di apprez- calità della meravigliosa Abbazia raggiungibile zare da vicino per un lunghissimo tratto – gran con una piccola deviazione dal percorso, attra- parte dei circa 24 km della sua distanza si tro- verso le frazioni di Bugo e Caselle, per arrivare vano lungo la sponda del canale – la bellezza e poi nei pressi di Coronate, Fallavecchia e, final- la genialità costruttiva del Naviglio. mente . Da qui ancora verso Motta Vi- Le conche, i "salti", gli attracchi, i ponti, sono sor- sconti e, infine, Bereguardo. Qui, a partire dalla prendenti costruzioni che si alternano con ca- bella piazza principale del paese, è possibile rag- denza regolare lungo il percorso. Non solo: giungere il Ticino proprio in prossimità del cele- transitando in mezzo ad aree coltivate infram- bre ponte di barche, punto d'arrivo ideale per mezzate da cascine, ci si trova davanti a tutta la regalarsi qualche meritato momento di riposo.

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STRADA FACENDO... QUI

l piccolo comune di Ozzero è un centro rurale due Soria, Nuova e Vecchia. di poco meno di 1.500 abitanti adagiato su Insomma, un centro che, fin dalla breve descri- Iuna terrazza alluvionale formata dal Ticino, la zione che ne abbiamo fatto, lascia trasparire la cui maggior parte dei circa undici chilometri sua profonda vocazione agricola che ne ha ac- quadrati di superficie sono caratterizzati da una compagnato la storia lungo i secoli, fin dai primi fertile campagna, resa ricca di acqua non sol- antichi insediamenti delle popolazioni nomadi tanto dalla vicinanza con il Grande Fiume ma celtiche e galle che in queste zone hanno trasfor- anche dal Naviglio Pavese che ne attraversa il mato, cinquecento anni prima di Cristo, la loro territorio lungo il suo corso verso Bereguardo. vita da errabonda in stanziale, dedicandosi ai Stretto fra Abbiategrasso e Morimondo, unici co- raccolti e all’allevamento. muni che ne disegnano i confini, Ozzero vede la maggior parte della sua popolazione – la cui DA OGIALO A OZZERO quantificazione è rimasta sostanzialmente sta- bile negli ultimi duecento anni – raccolta nel ca- Le origini di Ozzero sono antiche. Lo testimonino poluogo comunale e per il resto suddivisa in alcuni ritrovamenti archeologici avvenuti agli inizi cascine e case sparse nelle diverse frazioni del novecento che hanno portato alla luce diversi agricole che compongono il territorio comunale: reperti, fra cui alcune monete di epoca celtica. quelle diCascina Bugo, di Cascina Sega e delle Divenuta parte della provincia della Gallia Cisal-

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STRADA FACENDO... QUI Ozzero pina al tempo della dominazione Romana, l’area LE SENTINELLE E LUIGI CAGNOLA dell’attuale comune ha poi conosciuto la domina- zione dei Longobardi a partire dal 586 e dei Fran- Nonostante le sue dimensioni, Ozzero offre nu- chi dal 774 d.C. merosi ed interessanti spunti ai suoi visitatori, Difficile dire se a quel tempo si fosse già formato non legati soltanto alla porzione della splendida un vero e proprio borgo o se semplicemente a e ricca campagna lombarda che compone gran passare di mano in mano fossero un insieme non parte del suo territorio, ma anche alle interessanti particolarmente definito di insediamenti agricoli: opere architettoniche che vi si trovano. Su tutte, sta di fatto che per avere un primo documento la quasi millenaria chiesa parrocchiale di San che citi espressamente un insieme abitativo di Siro: citata fin dal 1200 nei documenti ufficiali che nome Ogialo bisogna attendere proprio l’epoca ne indicavano l’annessione alla pieve di , longobarda e rifarsi ad alcune carte testamenta- fu il cardinale Carlo Borromeo a volerne la ristrut- rie conservate a Pavia. Passato sotto l’influenza turazione che la portò alla veste attuale. Al suo di Milano, fu probabilmente il vescovo di quest’ul- interno sono conservati alcuni affreschi del ‘400 tima città, Ariberto d’Antimiano, a decidere la for- e una Vergine col Bambino di "modi" leonarde- tificazione “congiunta” dei borghi di Abiate e schi, copia della Madonna con Sant'Anna che Ogialo per difenderli dalle frequenti scorribande oggi è conservata al Louvre. Il campanile della che subivano sia dalle periodiche calate dei bar- chiesa è stato disegnato dal celebre architetto bari, sia a seguito alle ataviche dispute per il con- Luigi Cagnola, membro di una nobile famiglia mi- trollo della zona. Dibattuta è anche l’origine del lanese che ebbe proprio ad Ozzero la sua resi- nome del borgo: quello che sembra plausibile è denza fin dal ‘600, nel bel palazzo in centro città il fatto che l’antica denominazione di origine ro- che ne porta il nome e che oggi è sede del mu- mana – Ogialo, appunto, che derivava probabil- nicipio. Da segnalare anche il piccolo Oratorio di mente dal termine aucilius e che doveva San Francesco nella frazione di Bugo, risalente significare qualcosa di simile a “piccolo terreno al XV secolo e ricco di splendidi affreschi ben coltivato circondato da un fossato” – divenne poi conservati. Fra le architetture civili, oltre al già l’attuale Ozzero in seguito all’entrata in scena menzionato Palazzo Cagnola – sovrastato dalla della nobile famiglia milanese degli Ozeno – caratteristica torretta ottagonale costruita per Oxero o Ozero, secondo altre fonti – che si inse- ospitare le sentinelle che dovevano controllare diò nel castello e che ne mantenne il controllo l’arrivo di eventuali invasori dalle sponde del Ti- fino alla seconda metà del XIII secolo, quando fu cino – meritano una citazione il rinascimentale espugnato da Ottone Visconti nell’ambito delle Palazzo Barzizza, residenza di una delle più im- lotta per il controllo del Ducato di Milano fra la portanti e storiche famiglie di Ozzero, il Palazzo sua famiglia ed i Della Torre con cui i signori di Centurione, dal sapore tardo-gotico, posto nel Ozzero erano alleati. Questa tesi è rafforzata dal punto più alto dell’abitato anche se difficilmente fatto che l’attuale stemma comunale riprenda, accessibile in quanto proprietà privata e circon- senza alcuna modifica, proprio quello della fami- dato da una ricca vegetazione, nonché ovvia- glia Ozero: “Scaccato di azzurro e di argento, di mente Villa Bianchi-Calvi, ovvero quello che è trenta pezzi e di cinque tiri al capo di rosso, cari- conosciuto popolarmente come il “castello”. La cato dal leone illeopardito d'oro, passante sulla villa, in effetti, costituisce il “resto” dell’antica for- linea di partizione”. tificazione della città di cui sono ancora visibili

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STRADA FACENDO... QUI Ozzero

nella struttura dell’edificio i basamenti quadran- golari. LA SOSTA AL BAR Divenuta negli anni un esempio di residenza in Il Circolino di Ozzero stile barocco, costituisce, con la sua linea e la via XXV Aprile, 7 sua caratteristica torretta poligonale bianca che telefono 334 836 8877 segnano l’orizzonte, una delle più caratteristiche “cartoline” della città. DOVE MANGIARE Ristorante dei Cacciatori via Matteotti, 15 telefono 02 940 7019

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STRADA FACENDO... QUI Morimondo

l comune di Morimondo è davvero diverso da abitativo, intorno alla sua Abbazia con cui costi- ogni altro della zona. Custodisce infatti una tuisce un vero e proprio unicum inscindibile. Un Idelle più importanti costruzioni abbaziali del luogo che merita assolutamente la piccola devia- Nord Italia, oggi completamente restaurata e re- zione dal percorso ciclabile "principale" cui la sua stituita all'antico splendore dopo anni di un pa- visita costringe. ziente lavoro di recupero che ne ha esaltato l'eccezionalità artistica ed architettonica. Uno dei L’ORIGINE E LA STORIA pochissimi complessi di questo tipo completa- mente visitabile in tutti i suoi quattro livelli: dalle Nonostante alcune tracce antecedenti facciano stalle alla sala capitolare, dalle stanze di servizio pensare alla possibilità di qualche insediamento alle stanze dedicate allo studio ed al lavoro, dai celtico nella zona, la storia di Morimondo nasce dormitori alla cucina, dal chiostro al complesso intorno a quella dell’Abbazia. Era il 1134 quando abbaziale. L'Abbazia di Morimondo è in grado di nei pressi dell’attuale Coronate, un gruppo di una "raccontare una storia" fatta di pietra, di bellezza dozzina di monaci guidati dall’abate Gualguerius e di fascino. Il borgo nasce, anche come nucleo arrivarono dalla casa-madre francese di Mori-

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STRADA FACENDO... QUI Morimondo

mond – “Morire al mondo” il significato di quel particolarmente violenta quella nella notte del 3 nome in riferimento proprio alla vita monastica – dicembre 1237 quando le truppe pavesi devasta- per fondare la prima abbazia lombarda della sto- rono il cenobio ed uccisero molti dei 250 monaci ria, la quarta dell’intero territorio italiano. Vi arri- che animavano la comunità – l’opera fu portata varono coscienti di iniziare un’opera che non a termine oltre cento anni dopo, nel 1296. La sto- avrebbero potuto vedere finita di persona, che ria successiva è la medesima che ha caratteriz- avrebbero dovuto lasciare nelle mani di altri, se- zato quella più generale dell’ordine cistercense condo il medesimo spirito dei costruttori delle cat- cui apparteneva con i suoi momenti di splendore tedrali. Iniziarono un lavoro di bonifica e di e di declino, spesso legati a fatti contingenti, espansione agricola che li portò a costruire come per esempio un secondo violento saccheg- grange, oratori e mulini. Fu nel 1136 che, dall’ini- gio del 1314. Elevata a parrocchia nel 1564 da ziale area, si spostarono in quello che si chia- San Carlo Borromeo, l’abbazia visse un secondo mava Campo Falcherio per stabilire il loro momento di grande splendore sotto l’abate An- “quartier generale”, lo stesso luogo in cui nel tonio Libanori nel ‘600, ma la soppressione degli 1182 iniziarono la costruzione della chiesa abba- ordini monastici voluta da Napoleone nel 1798 ziale. Nonostante alcuni terribili saccheggi cui la mise fine all’esperienza cistercense a Mori- comunità ed il paese che prendeva forma intorno mondo, causò la dispersione di gran parte del ad essa fu sottoposta a causa delle continue lotte patrimonio di codici amanuensi in essa conser- per il controllo del territorio tra Milano e Pavia – vati e diede il via alla decadenza della struttura.

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STRADA FACENDO... QUI Morimondo

L’ABBAZIA CHE VIDE dotto proprio a Morimondo dal 1923 fino alla sua IL “SANTO DOTTORE” definitiva decisione di lasciare gli abiti civili nel 1927, lasciando dietro di se un vivo ricordo nella Mentre la vita parrocchiale dell’Abbazia era as- gente per la sua abnegazione, la sua capacità e sicurata dai sacerdoti diocesani milanesi, la parte solerzia e la sua predisposizione naturale verso del chiostro e delle diverse aree della stessa i bisogni, anche economici, dei poveri e dei sof- adiacenti alla chiesa finirono in stato di abban- ferenti, tanto da essere spesso chiamato “il santo dono, fino a diventare anche abitazione privata. dottore”. E’ da questa situazione che, in continuità con i tentativi di Ildefonso Schuster prima e di Carlo Maria Martini poi, prese le mosse l’ultimo re- stauro del complesso abbaziale iniziato nei primi LA SOSTA AL BAR anni ’80 e concluso nel 2009, sotto l’egida della Bar Il Borgo Fondazione Abbatia Sancte Marie de Mori- via Matteotti, 5 mundo. Un restauro che ha regalato a tutti la possibilità di godere l’Abbazia come la si può vi- Repossi - via San Bernardo, 5 sitare adesso, respirando l’atmosfera e la spiri- telefono 02 945316 tualità che accompagnò, nei secoli, le centinaia di uomini di Dio che vi dimorarono. Fu intorno ad DOVE MANGIARE essa che Morimondo diventò quel piccolo gioiello Ristorante del Priore - via Roma, 13 che oggi conosciamo: la sua splendida campa- telefono 02 94602325 gna ondulata, la sua vegetazione folta e ricca, le sue rogge e i suoi corsi d’acqua lungo i quali go- Trattoria Birreria La Grancia dersi le gioie della primavera o le diverse inizia- corte dei Cistercensi tive culturali ed artistiche che ne punteggiano telefono 02 94602717 l’esistenza. Ma il piccolo paese alle porte di Ab- biategrasso, 26 chilometri quadrati della più bella Ristorante Il Filo di Grano campagna lombarda con poco più di mille resi- corte dei Cistercensi, 6 denti dislocati nel centro principale e nelle di- telefono 02 94609067 verse frazioni di , Caselle, Coronate, Fallavecchia e Ticinello, ha vissuto anche il pas- saggio di un altro personaggio che ha scritto una bella pagina di spiritualità nella storia recente della nostra zona. Si tratta di San Riccardo Pam- puri, il cui corpo è conservato nella chiesa par- rocchiale di Trivolzio e che è uno dei santi più noti, venerati e “miracolosi” della nostra terra. Il giovane medico che entrò poi nell’Ordine Ospe- daliero di San Giovanni di Dio e che morì a soli 33 anni nel 1930, praticò la propria opera di con-

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l piccolo paese di Besate conta circa duemila prendentemente, è stato nel 2004 e nel 2006 in abitanti, numero che rimane immutato come cima alla classifica ISTAT dei comuni più ricchi Il'alternarsi delle stagione da qualche centinaio d'Italia in quanto a reddito pro-capite, prima di es- di anni. Eppure, nonostante questa sua caratte- sere scalzato da . ristica apparentemente dimessa, Besate è stato ed è tuttora un borgo fiero ed antico che ha visto IL "PONTE" FRA MILANO E PAVIA passare in rassegna sul suo territorio tutte le prin- cipali famiglie del Medioevo e del rinascimento Besate è un piccolo centro "ponte" ideale fra le lombardo, dai Visconti agli Sforza, per poi attra- provincie di Milano e Pavia, da cui la divide la versare la storia della Lombardia, vissuta quasi sola presenza di Bereguardo. Confinante coi ter- interamente sotto l'influenza della città di Milano, ritori di Casorate, Morimondo e , attraverso i periodo spagnoli, austriaci e poi, fi- Besate vede coperti gran parte dei sui quasi tre- nalmente, italiani. E che, a dirla tutta un po' sor- dici chilometri quadrati di superficie da campa-

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gne e boschi. Un paese ed una comunità nata attorno al quale Besate ha trovato la sua forma nei secoli a partire a due grandi fattori comuni: il attuale, dove l'intersezione delle due strade prin- duro lavoro della terra e dei campi ed il gande cipali è oggi segnata dalla piazza e dal Monu- fiume Ticino, non lontano, lungo le cui rive si mento ai Caduti della Prima Guerra Mondiale sono spostate le antiche popolazioni probabil- che in essa è stato eretto. I più attenti fra i lettori mente celtiche che hanno abitato per primi la avranno ricordato che tale schema costruttivo è zona oggi occupata dal paese. E' certo che un anche quello simbolicamente scelto per l'allesti- insediamento abitativo fosse già presente in mento dell'area espositiva di Expo. Il nome di Be- epoca romana, cosa che non è testimoniata solo sate ha una origine incerta: pare che i romani la da ritrovamenti e documenti, ma anche dalla con- chiamassero Bexate e cha tale toponimo sia de- formazione del paese che richiama da vicino rivato da un nome proprio, probabilmente di qual- quello degli accampamenti romani dove una che patrizio insediato nella zona, che doveva strada principale, che veniva chiamata "decu- chiamarsi Besius o Baedius, mentre il primo do- mano" univa le due estremità dell'abitato e ve- cumento, datato 1010, riporta invece dell'attuale niva tagliata perpendicolarmente da una altra la dicitura Besade. Nato come piccolo e tranquillo strada con un orientamento nord-sud: il cardo o borgo agricolo e tale rimasto praticamente fino ai "cardine". E' esattamente lo schema costruttivo giorni nostri, la storia di Besate ricalca esatta-

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STRADA FACENDO... QUI Besate mente quella già percorsa per i comuni ad esso d.C. Altro personaggio storico importante legato limitrofi: costituitosi intorno ad un castello già si- alla stessa famiglia e di poco successivo al santo curamente presente nel X secolo ed apparte- parente, è invece Anselmo da Besate, uno dei nente alla nobile famiglia che prese proprio il maggiori intellettuali italiani dell'XI secolo, autore nome dei "da Besate", il borgo fu lungamente al di diversi trattati di retorica e anche cancelliere centro di contese fra i signori di Milano e Pavia, dell'imperatore Enrico III. seguendo poi in maniera sostanzialmente ana- loga le vicende storiche del capoluogo lombardo fino ai nostri giorni, dall'epoca dei ducati a quella spagnola, dalla dominazione austriaca fino al- LA SOSTA AL BAR l'unità d'Italia. Al 16 - via IV Novembre, 16 telefono 327 0685019 IL LEGAME INSOSPETTABILE CON SAN MICHELE Birreria da Teo via Bertoglio Pisani, 6 Esteso fra il Ticino ed il Naviglio di Bereguardo e parte del Parco della Valle del Ticino, Besate ha Hosteria Ristorante Pizzeria La Ca del Giampa i suoi principali monumenti di interesse nella Via IV Novembre, 56 chiesa parrocchiale di San Michele risalente al duecento e nel Palazzo Visconti di Modrone, co- DOVE MANGIARE struito nel XVIII secolo. L'intitolazione a San Mi- Cascina Caremma chele della parrocchiale suona forse strana, dal Agriturismo e Spa momento che il patrono del paese è Sant'Inno- telefono 02 9050020 cente, celebrato peraltro con una partecipata festa di piazza nella prima domenica di settem- I Silos bre. Tuttavia tale scelta ha un motivo molto pre- Cascina Cantarana ciso e legato ad una delle personalità più telefono 02 90504200 importanti che la famiglia Da Besate abbia avuto fra i suoi membri. Si tratta di Giovanni, oggi ricor- BICICLETTA E DINTORNI dato come San Giovanni Vincenzo da Besate, Cicli Chitti che nacque nel paese nel 955 e fu successiva- via Garibaldi, 74 - Casorate Primo mente arcivescovo di Ravenna, prima di ritirarsi telefono 02 9009 7334 come eremita sul Monte Caprasio in Val di Susa e morirvi all'età di circa 45 anni. A San Giovanni Mondobici da Besate si deve l'inizio della costruzione di uno via Vittorio Emanuele II, 21 - Casorate Primo dei più straordinari e spettacolari monumenti re- telefono 377 9600456 ligiosi dell'intero nord Italia, la Sacra di San Mi- chele sul cucuzzolo del monte Pischiano, non lontano dall'eremo del santo, e la cui costruzione iniziò sotto la sua ispirazione fra il 996 ed il 999

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