Conto Corrente colla Posta. Q Aprile 1Q05

Festa degli Alberi e InaugurazionePUBBLICATO del I3S AessilloOCCASIONE della DELLA Società Escursionisti Milanesi al RIFUGIO ESCURSIONISTI (m. 1360) sulla Grigna Meridionale.

MILANO - Via Santa Radegonda. N. 11

Casa Fondata Anno 1870.

Negozio in MILANO, Via Santa Kadegonda, 13. Calcature di qualsiasi foggia p e r UOMO E SIGNORA Fornitori di Società SportiYe e dei Clubs Alpini Italiani ed Esteri B*" Catalogo a richiesta "*s Negozio in LEGGO, Via Antonio Stoppani. IL TEATRO IN CASA è ottenuto colla piena illusione del vero mediante i nuovi Fonografi Perfezionati ( BIJOU L. 12 CONCERTO L. 30 OPERA L. 80 meravigliosi ripetitori della voce umana j CILINDRI PDSTD DURS L incisi dai nostri U i VI FORNITURE GENERALI PER LA FOTOGRAFIA V

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E INAUGURAZIONE DEL VESSILLO DELLA

SOCIETÀ eSOCRSIONISTl AILANESI

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a fare fra essi la figura che fa la campana in mezzo PRELUDIO ai fedeli cristiani : chiamar gli altri a messa, e non andarci mai! E anch’ io spingo gli altri alla mon­ tagna, ma un pò alla volta vado persuadendomi Una bella sera i miei giovani amici della sempre più che la strada piana è una gran bella Escursionisti in uno dei saloni della sede sociale istituzione : aneli’ io parlo di scarpe ferrate, di in via Ciovasso 8, (in uno di quei saloni in cui alpenstok, di corde e di edelweiss ; ina in fondo numerosi e rumorosi alpinisti appassionati si ra­ al cuore sento sempre più viva la simpatia per dunano soltanto per scegliere il monte destinato quelle brave persone che hanno inventate le fer­ alla .prossima salita), mi tennero un discorso rovie e sventrati i monti, e trovo che i garofani « in cotai modo esprimendosi » : e le rose non sono poi fiori disprezzabili. Ora, ho « Per la fastissima degli alberi del 9 Aprile la parte che mi si addice ; gli altri, in poche righe, alla nostra capanna (e come battevano orgogliosa­ vi indicano fatti concreti; io, in molte righe, non mente sodo su quel nostra!) noi, fra tante altre faccio che ciarlare. Lo avete voluto ? E il danno belle cose, lancieremo ai popoli anche un nu­ è tutto vostro ! mero più unico che raro ; in esso parleremo * * * delle vie, (svariate e tutte una più bella dell’ altra) che conducono alla nostra capanna ; e parleremo La capanna degli Escursionisti ! Non ero pre­ delle principali salite che da questa si possono sente quando essa apri la prima volta, il 19 Ot­ intraprendere alle vette vicine. A lei, quale presi­ tobre 1899, i propri occhi, cioè... le proprie dente onorario della commissione, è riservato l’onore finestre, al sole ; ma c’ ero invece, pochi mesi ap­ di presentare tutti questi dati (che devono offrire presso, il 22 Aprile 1900, quando, intorno alla un’ idea della nostra capanna e della sua utilità) bimba di pochi mesi, (e ancora poppante . . . alle con due parole ». saccocce dei soci), si celebrò quella straordinaria festa * degli alberi, che fu un vero avvenimento turistico; * * alpinistico, silvestre. Che la silvicoltura italiana Io accettai, perchè troppo mi lusingava il de­ abbia fatti in quel giorno notevoli progressi, non siderio di trovarmi, unito sopra un bel foglio di crederei ; che sia stato in quel giorno posto un carta, in compagnia di tanti baldi giovanotti. Ciò argine insormontabile al depauperamento dei boschi poteva darmi l’ illusione d’ essere, a dispetto della italici, non vorrei affermare ; ma certo si è che fede di nascita, uno di loro; ma ora che mi trovo come propaganda alpinistica e popolare quella qui, colla penna fra le mani e colla carta bianca festa fu notevolissima. Come mi è grata nella me­ davanti agli occhi, capisco che mi è stato proprio moria la data del 22 Aprile 19001 Quali lieti giuocato un tiro birbone. ricordi porto nel cuore di quel giorno ridente, dL E come no ? I m iei. . . collaboratori si sono quella folla svariata, di quelle amicizie vecchie riservati di dir... tutto.; ed a me hanno lasciato... e nuove, delle gaie schiere di alpinisti in erba, in il resto ; essi parleranno di fatti concreti, e di cose frutto, in . . . semente. Come tutto rideva in quel tangibili e palpabili... come le roccie dolomitiche giorno, nell’ anima e nel mondo. della Grignetta ; ed ha me hanno lasciato . . . Rideva ! E pensavo allora, più che mai, alla le ciarle. etimologia del nome Griglia. Che cosa significa Ho detto un giorno, in una lieta riunione di questa parola misteriosa? In molti dialetti che codesti bravi giovanotti, che io ormai sono ridotto hanno parentela colle lingue romanze, il verbo 2 grignàr significa ridere ; e la Griglia in quel giorno miglia, e che mi ricordi semplicemente di essere grignava soavemente, indimenticabilmente ! trentino; ed in questa mia qualità non posso fare a meno di ringraziare vivamente la Escursionisti * * * per il pensiero squisitamente cortese di aver pen­ Poi non vidi più la bimba battezzata il 19 O t­ sato, in questa festa di famiglia, alla sorella Cene­ tobre 1899 e cresimata il 22 Aprile 1900; ma mi rentola, facendo inaugurare il proprio vessillo dalla dicono che essa è andata ingrandendosi non gra­ Società degli Alpinisti Tridentini ; il che è un atto, dualmente come le bimbe di carne, ma a urti, oltre che cortese, anche coraggioso, in questi tempi a spintoni, a salti. Una volta si gonfiò sopra la nei quali i quietisti ad ogni costo, i prudenti che testa, un’ altra volta s’ ingrossò in un fianco ; la arrivano sino alla mancanza di dignità, gli imme­ piccola bimba è diventata una matrona di forme mori, gli ingrati e gli egoisti, hanno un predo­ forse un pò disarmoniche, la quale per il suo svi­ luppo precoce potrebbe essere fatta vedere, come un fenomeno vivente, alla fiera di Porta Genova ; e, se le male lingue non esagerano, la piccina è di costumi così allegri, che è ora capace di rice­ vere in casa sino a 35 giovanotti in una volta sola. Si vede che le arie di montagna le hanno conferito alla salute !

* ^ " r rr~ * * La Escursionisti è un’associazione giovane, piena di vita, e moderna, e perciò non vuole ripetersi! Una volta ha inaugurata la capanna ; poi ne ha festeggiato il primo dente Il primo rifugio degli «Escursionisti Milanesi » con una grande festa degli alberi ; ed ora che la capanna, è uscita di e la Grigna Meridionale. minorità, alla festa degli alberi vuole unire anche 1’ inaugurazione del vessillo sociale ; un vessillo caro e simpatico, in cima al quale, in cambio della minio troppo nefasto nelle vicende del paese; e lancia che fora il ventre al prossimo, sta la paci­ bastino queste poche parole, perchè in un giorno fica piccozza che non fora che i ghiacciai. . . e di festa non si deve turbare nessuno con argo­ che può anche servire, in caso di bisogno e nei menti mesti e dolorosi. momenti di quiete, a zappare la terra ; un vessillo Del vostro atto tanto gentile quanto spontaneo che sventola al sole i colori della grande madre io vi ringrazio dal profondo del cuore, o giovani Italia e della madre Milano, la città in cui l’ alpi­ amici miei della Escursionisti, ai quali mi sento ora nismo ha un grande sviluppo appunto perchè è legato con vincoli più stretti ancora che per il una città che si estende in un’ assoluta pianura. passato ! In montagna, per amore o per forza, sono alpi­ Exelsior, exelsior, exelsior ! nisti tutti, sino dalla nascita ; ma l’ alpinismo O t t o n e B r e n t a n i.

(cioè la passione per la montagna ; e non si può ^S^S^SSSsS'.S^S^S^S''S^$s$^S^$'>S^Sv•$'>Ss$sSv'S^S>^SsS'^S^Ss S'^S^Ss S^S^Sv\S'^S• nutrire passione che per quello che non si possiede, e che è lontano da noi) l’ alpinismo, per amore dei contrasti, non può nascere che in pianura ; e La Bandiera » per questo nacque e prospera a Milano, ove le È il simbolo della vita, della forza, della alture più note sono la Montagnola, il Monte pace, di quella pace serena che si gode sulla Tabor, il Monte Napoleone, il Montemerlo, ed il Monte di Pietà. montagna, dove il pensiero ritrae il candore dell'edelweiss, H fuoco della vigorìa, il verde della speranza. La vedremo sventolare la nostra bandiera, La parola alpinismo, oltre che essere sinonimo di forza, di vigoria, di salute, anche è sinonimo di al soffio dei venti dell’alpe, baciata da! sole gentilezza : e tale verità fu in questa circostanza primaverile e ne! momento solenne del suo eloquentemente provata dalla Escursionisti. battesimo ci sentiremo tutti fratelli, stretti da Mi si permetta che dimentichi, per un istante, saldo affetto, animati tuffi da un solo grande di essere aneli’ io, per varie ragioni, uno della fa­ ideale “ la montagna — 3 —

dalle pressioni della neve. La proposta, accolta Il Hifugio Escursionisti Milanesi con entusiasmo e gratitudine, ebbe vittoria delle difficoltà, d’ indole specialmente finanziaria che si opponevano al nuovo progetto ed eccoci ad Fra le modeste opere della nostra Società è un’altra epoca, alla fine del 1900, in cui il rifugio questa forse la più ardita e quella che costò mag­ Escursionisti prende la nuova foggia, scherzosa­ giori cure e sacrifici. mente chiamata « baule ». I buoni Escursionisti non mancavano certo di Ma nella umana natura è l’ incontentabilità ; forte volontà d’operare, animati tutti dal sacro fuoco quindi nessun stupore se la capanna, quantunque della montagna si cimentavano spesso sulle balze ingrandita, foderata internamente in legno e rocciose, sui nevosi declivi delle nostre prealpi e arredata con ogni cura, riapparisse insuffi­ durante le brevi corse domenicali, mentre l’occhio ciente ai crescenti bisogni dei suoi esigenti visi­ spaziava in mezzo a tante bellezze e le membra tatori. affaticate riposavano sui verdi tappeti, il pensiero correva avanti nel tempo e cercava di ricostruire D’ altra parte gli ski avevano finto capolino il bel quadfo sognato : quello di una piccola ca­ anche fra gli Escursionisti e lo sport moderno, panna in qualche angolo delizioso, di silenzio prese vertiginosamente ampie proporzioni, impo­ e di pace, ove posare tranquilli come in casa neva nuovi ritocchi alla capanna perchè si ren­ propria. desse comodo e sicuro albergo anche nelle La buona idea, maturata nella mente di pochi, rigide giornate d’ inverno, designate dai volon­ fece in breve la conquista degli animi e rivesti terosi alle scivolate sull’ esteso campo di neve forme concrete nel progetto che ci diede la prima sottostante, adatto meravigliosamente a quelle capanna inaugurata con solenne cerimonia il 9 Ot­ esercitazioni. tobre 1899, auspice la gentile signora Carlotta Colombo e l’ illustre Prof. Mario Cernìe- nati. È doveroso ricordare che fra i principali oblatori « Pro Capanna » figura il compianto socio Angelo Colombo, il papà dei vecchi escursionisti il quale legò morendo L. 100 per aiu­ tare l’ impresa, lire 100 donò pure il defunto socio del C.A. e noto alpinista Giorgio Sini- gaglia, ed altre lire 100 il socio deììa S. E. M. Gaspare Ca­ vezzali. Allora pareva agli Escursio­ nisti d’aver toccato il sommo , della felicità ed il rifugio alla Grigna Meridionale era diven­ tato la meta preferita delle escursioni. In breve però si dovette constatare che i due lii/ugio Escursionisti dopo l’innalzamento. locali a terreno coi pochi letti disposti non erano sufficienti ad ospitare le nume­ Il baule cambia di nuovo la forma e nell’ Ot­ rose comitive che specialmente al sabato sera si tobre 1904 si rigonfia in uno dei suoi fianchi riversavano colà ed ecco nuove ansie e nuovi per dar posto a due nuovi locali con un’ ampio studi intesi a far si che la capanna si arricchisse camino. di nuovo spazio atto a contenere tutti i frequen­ Avremo finito ? tatori. Rimandiamo il cortese lettore alla Capanna Un atto generoso, degno di essere segnalato Escursionisti e la risposta non potrà certamente alla pubblica riconoscenza, diede la spinta agli mancare. eventi : la Ditta Zanoletti di Milano si offriva gratuitamente di arredare la capanna di un nuovo tetto a lamiera per mettere il fabbricato al sicuro fegg?) (S2g 4 —

J1 Gruppo delle Qris>ne. Le \)ie d’aeeessG al Bifugio.

Col nome generale di Gruppo delle Grigne (Prealpi A) - Laorca - Ballatoio -Tal Grande. Lecchesi) intendiamo parlare di quella catena di monti che a grandi tratti e con direzione da Nord a Sud è cir­ La strada per la comincia sul cavalcavia coscritta a Ovest dal lago di particolarmente detto della ferrovia della stazione di Lecco ed è appunto qui di Lecco nella sua parte inferiore e ad Est dalla Valsassina che ha principio la segnalazione a minio costituita da e dalla Valle del Gerenzone. triangoli rossi pieni. Essa non è che la parte inferiore della più occidentale Per circa tre chilometri è un succedersi di case con delle diramazioni della catena Orobia. molti negozi e officine in piena attività febbrile di lavoro. L’ intera elevazione del massiccio si può dividere in Senza avvedersene per la continuità delle case si passa due parti, cioè : Settentrionale e Meridionale, tra cui pos­ dal comune di Castello a quello di San Giovanni alla sono essere termini divisori la Valle dei Grassi Longhi Castagna. La strada selciata, spesso ripida, arriva a dominare e la Valle Meria. La prima raggiunge la sua massima a sinistra la valle del Gerenzone. Il luogo è caratteristico. elevazione colla vetta della Grigna Settentrionale o di Sul pendio opposto si arrampica il gruppo di case e officine nere, detto Malavedo, verso una 1 ciclopica muraglia, di roccia chiamata Corna di Medale, in fondo il Gerenzone sfruttato ad ogni metro, canali, pon­ * ticelli, materiale di lavoro, contendono al prato il verde, ai rami lo sviluppo. Passato il ponte sul Gerenzone, ecco Laorca (m. 625). dove una larga scalinata e un seguente viottolo fanno rispar­ miare un lungo giro della carrozzabile. La detta accorciatoia raggiunge lo stradone nel punto ove esiste il palo in­ dicatore per la salita al Rifugio da Valle Calolden. Seguendo lo stradone si arriva ad una fontana, a destra della quale una mulattiera attraversa i prati e accorcia..il cammino. Alla fine di questa, ossia al suo incontro colla carrozzabile, scorgesi in alto 1’ al­ bergo del Ristoro al quale si può giun­ gere sia per il lungo giro dello stradone sia per un sentiero ripido 'che attraversa il bosco a sinistra di chi sale e che in II Rifugio Escursionisti alla primavera dei 1905. un quarto d’ ora permette di arrivarvi. Siamo al cosidetto Passo della Merla. A sud la vista si estende sui paesi della * Moncodine (m. 2410) F altra culmina colla Grigna Meri­ valle Gerenzone, sulla città di Lecco, sul lago ed in fondo dionale o di Campione (m. 2184). Tra la prima e la chiude la scena il Monte Barro. seconda la minima depressione avviene al Buco di La strada procede piana e in pochi minuti si arriva a Grigna (m. 1803). Inf., paese allineato sui fianchi della provinciale, La Grigna Meridionale, di cui particolarmente noi con alcune belle ville, alberghi, osterie ; luogo di soggiorno estivo per mitezza di clima e centro di belle passeggiate. parleremo, per molto tempo non potè che invidiare la In fondo al paese, presso la chiesa è la casa abitata dalla fortunata rivale che era stata dalla Sezione di Milano del guida Locatelli, custode del Rifugio Escursionisti. Club Alpino dotata di comodi rifugi, finché la Escursio­ Giunti a questo punto, subito prima ' del ponte sul nisti Milanesi le diede il meritato valore quando, nel 1899, torrente Grigna, a sinistra di chi sale staccasi la strada costrusse sui suoi fianchi la prima capanna che ebbe un per Ballabio Superiore (m. 732). incontrastato successo. La segnalazione è fatta con triangoli rossi pieni e Da allora la Grignetta (come è chiamata da noi) ebbe la strada da qui sino al rifugio è facile e poco ripida salvo i suoi ammiratori appassionati, i suoi cavalieri che la che nell’ ultimo tratto. Passato il ponte sul Grigna, in studiarono da vicino, che rovistarono canali e creste, pareti venti minuti arrivasi a Ballabio Superiore. Dopo questo e spuntoni, trovando sempre nuove bellezze alla dama. paese la strada entra nella valle rasentando il torrente e Il compito nostro ora è appunto di guidare il lettore arriva alla cosidetta Miniera, una casa ormai abbandonata a queste naturali bellezze, come pure d’indicare le parecchie e sfasciata. Li termina la carrettabile e frammezzo a pic­ strade che da Lecco, dalla Valsassina, dal lago, conducono, cole frane incomincia una mulattiera che con qualche con tempo più o meno lungo, con sentieri più o meno zig-zag si innalza fino alla base di parecchi spuntoni di ripidi al Rifugio Escursionisti. roccia per poi volgere ad ovest in lenta salita fra prati e boschetti sino a lambire il torrente che è d’ uopo attra- — 5 —

Passato un secondo. torrentello, ben presto si arriva ai lattiera che proviene da Ballabio Superiore, conduce ai prati superiori dove, fra parecchi sentieri, sarà facile scor­ casolari della Corniola. gere quello segnalato che, superata la costa chiudente la Qui il sentiero diventa stretto e faticoso, si passa valle, arriva in vista del rifugio proprio fra questo e il vicino una casupola diroccata ed inoltrandosi fra basse Corno del Nibbio che da questa parte appare dirupato ed boschine e prati, rasentando un bell’ alloro che segna inacessibile. dal basso la direzione della via, ed una fonte di fre­ Da Lecco a Ballabio Inferiore ore i */4. schissima acqua, arrivasi alla cosidetta baita della Gesìola Da Ballabio Inf. al Rifugio per Val Grande ore 2 1/2. (chiesuola). Il sentiero si unisce ben presto alla mulat­ tiera che proviene da Ballabio Superiore e seguendola, \ dopo d’aver attraversato la strada della ferrovia, si arriva B) Da Laorca per la Yalle Calolden. in vista delle Alpi di Codilippo e Costa Adorna. Qui il sentiero sino alle baite di Piazza Asnera è piano ed a A 3/4 d’ ora da Lecco, a sinistra della provinciale, un queste baite si incontra la segnalazione della Valle Ca­ palo indicatore insegna la strada mulattiera che toccando lolden cioè il disco rosso. Venti minuti dopo Piazza Asnera il paesello di Laorca (m. 425. s. m.) porta in una ven­ arrivasi al Rifugio. tina di minuti all’ inizio della Valle Calolden, e precisa- Da Ballabio Inf. al Rifugio ore 2. mente ad una fontana sovrastata da una cappelletta. 11 i sentiero, unico, s’ interna tosto nella valle, ripido e sassoso ne segue a sinistra il torrente per passarlo dopo un quarto d’ ora e ritornare poscia più sopra a sinistra. B) Da Balisio (Yalsassina) e l’Alpe Cassino. Dalla predetta fontana, a circa un’ ora ci si porta per i Dalla strada provinciale della Valsassina a 3 chilometri la seconda volta e definitivamente sulla destra del Calolden. da Ballabio e precisamente circa 300 metri prima di ar­ Il sentiero, che si fa ancor più erto, ad un dato punto si rivare al Colle di Balisio (m. 723) si distacca a sinistra una biforca, e per non sbagliare bisogna prendere quello a strada carrettabile. Al bivio un paletto con cartello indi­ destra che in circa 3/4 d’ ora dall’ ultimo passaggio ci fà catore, posto dalla Sezione di Milano del C. A. I., indica giungere ad una stalla detta Baitello. Quasi subito dopo la strada da seguire per la Valle dei Grassi Longhi alla la valle si apre su bellissimi prati che conducono in Ï vetta della Grigna Settentrionale. Essa avanza ancora per mezz’ ora alle Baite Piazza Asnera (m. 1230) caratterizzate un certo tratto quasi piana, ma allorché, oltrepassate alcune per un gruppo di alte piante. Qui si sente il bisogno di baite a destra, si solleva per entrare nella Valle dei Grassi un alt più lungo del solito, sia per riposarsi,^ia per volgere Longhi, noi cercheremo un sentiero a sinistra, segnato sul uno sguardo sull’ imponente Grignetta e sni Corni del suo principio da alcune crocette in minio. Nibbio ; in pochi minuti si toccano le Baite di Costa e a A questo punto si può arrivare anche direttamente qualche centinaio di metri il rifugio. dall’ osteria del Colle di Balisio attraversando il piano pra­ Riassumendo ci s’ impiega : tivo ad Ovest della stessa. circa i ora da Lecco all’ inizio della valle (fontana) Dalle sopradette crocette il sentiero (continuamente » i » dalla fontana al 30 passaggio del torrente segnato con una lineetta, ora però in parte scomparsa) si » 3/4 » da questo al Baitello arrampica ripido e ghiaioso con un’ infinità di piccole » 3/4 » dal Baitello alla Capanna. svolte, ma attenti ! poiché prima di queste, ad un bivio, Il segnavia ufficiale è un cerchietto rosso che incomincia bisogna abbandonare il sentiero di destia che comoda­ al palo ; dove più occorre tenerlo d’ occhio è dal Baitello mente entra nella Valle del Gerone. alle Baite di Costa: sui prati si consiglia di non derogare A l di sotto delle case Lavagioli trovasi una copiosa dal sentiero. * sorgente. In seguito il nostro sentiero si innalza sul dorso La strada della Calolden, a differenza delle altre, è di un costolone boschivo in direzione Ovest, che scende nient’ affatto panoramica, e per la sua ubicazione talvolta dalla punta rocciosa, (m. 1333) e passa sotto alla vicina la salita è resa ancor più pesante dall' aria greve che vi punta del Zucco Campei (m. 1388) per entrare poi, dopo » regna o dall’ infuriar dei venti. un tratto pianeggiante, nell’ ombreggiata valletta ove tro­ In compenso però è alpinisticamente più pittoresca : vasi le baite di Medasciola (m. 1200). incassala com’ è fra roccie strapiombanti e il rovinio di Poco sopra alla sovradetta Alpe trovasi, sotto un vecchio massi sul fondo, 1’ occhio avido ha di che saziarsi di tanta faggio, una freschissima sorgènte. Alla vailetta succedono orridità per poi riposarsi sui verdi boschetti che di tanto bellissimi prati attorno all’Alpe Cassino (m. 13 50) dove si in tanto si raggruppano. sui fianchi. può scorgere la nostra capanna. Girata da ultimo la Chi poi ha la fortuna di percorrere la Val Calolden testata di Valle Grigna o Grande ed attraversato la base in una notte di piena luna, gode uno di quegli spettacoli del canalone Porta, si arriva tosto al Rifugio. alpini, che non si dimenticano mai. Totale da Balisio al Rifugio ore 2 */2 circa. C) Da Ballabio per la Baita della Corniola e 1’ Alpe Codilippo. E) Lecco - Cappelletta S. Martino - Convento - Bocchetta Yal Yerde - Roccolo Resinelli. Questa via è la più breve da Ballabio Inferiore al Rifugio della S. E. M. Segnalazione una lineetta rossa. Questa via di salita alla Capanna Escursionisti è la Da Ballabio si segue la via Centrale, segnata con trian­ meno nota e la più lunga poiché richiede quasi 6 ore. goli rossi, svoltando poscia nella prima strada a sinistra, La prima tappa e la cappelletta di S. Martino che si Via dei Monti, che tosto diviene una buona mulattiera. scorge benissimo da Lecco sulla parete Sud del Monte Ben presto sulla strada si stacca un sentiero che, prima S. Martino della Croce. Da Castello sopra Lecco (m. 250) per castagneti, poi per prati, dopo aver attraversato la mu­ si va ad Arlenico. - 6 —

Ivi ha principio la segnalazione del C. A. I. Sezione Il sentiero si arrampica sul lato a sinistra (in salita) di Monza, consistente in tre dischetti a minio. tenendosi di poco sopra il letto roccioso del torrente, finché La strada mulattiera sale dal principio frammezzo alle dopo circa altri 3/4 d’ ora, perverremo ad una specie di ca­ case delle frazioni di Arlenico e Castione (ni. 315) in scinotto di rami e paglia. In seguito i segni rossi seguono parte ombreggiata, indi scavata fra la roccia ed il detrito, il sentiero più 0 meno ben marcato, su rocciè a fior di. finché dopo un’ora giunge avanti alla Cappelletta di S. Mar­ terra od attraverso fitte boscaglie, costeggiami1 nudi-canali tino. A l di là di questa, il sentiero prosegue in salita in e quasi sempre in erta salita nella direzione generile di Nord. direzione del lago per abbassarsi di poco, appena oltre­ In questo tratto una diramazione del sentiero a destra passato il contrafforte roccioso che origina dalla punta della in salita, pure segnato, conduce ad una specie - di antro Croce (1042) ed arriva al Convento di S. Martino (767) in alto ma poco profondo, formatosi nella parete ’rocciosa. altra mezz’ora. V i si trovano alcune baite ed una chiesuola, I taglialegna ne fanno il loro quartier generale ponendovi ma il più che a noi importa è una freschissima fontana i giacigli e le stoviglie, ed ivi si può dissetarsi. che esce da una piccola grotta poco sotto. Un sentierolo A l disopra di un salto, si rasenta una lunga frana di ed i soliti tre dischetti rossi ci. guidano. Splendida località macerie che attraversa una folta vegetazione, questa, man questa da cui possiamo dominare F ampia stesa del lago e mano che si sale, diminuisce e lascia il posto al pendio di contro i dirupati fianchi del M. Moregallo. erboso finale, ed ha termine la parte più faticosa del- F intera. gita. Saremo cosi arrivati dopo altra ora e 3/4 ad una lunga sella prativa detta Bocchetta di Val Verde (ni. 1272). Pochi passi verso il lago e ci troveremo su uno dei più vasti punti di vista ; quasi tutto il lago di Lecco e gran parte di quello .superiore di Como stendesi allo sguardo. Dalla Bocchetta di Val Verde un bel sentiero attraverso un bosco di faggi, in circa venticinque minuti, scende al Roccolo Resinelli (in. 127S) dove cessa la segnalazione a tre dischetti perchè si innesta nell’ altra che dalla vetta del Monte Coltignone guida al Rifugio Escursionisti col segno di due parallele. Bellissima la vista sull’ imponente cresta Segantini, che si offre in tutta la sua arditezza e sui ripidi e nudi cana­ loni del fianco S. O. della Grignetta. Seguendo i nuovi segni si arriverà in circa venticinque minuti di buona strada al rifugio. F) Da Mandello per l’Alpe Corte. Dalla strada nazionale a destra per chi viene da Lecco e precisamente ad un largo piazzale di contro al grande viale che conduce in pochi passi al paese di (m. 205), si dirama una mulattiera in parte cor­ donata segnata essa pure dalla Sezione di Monza del C.A.I. coi soliti tre punti ( . " . ) . Essa sale alla frazione di Crebbio (m. 371) che si può raggiungere anche da Abbadia per un’ altra mulattiera che passa per Linzanico (m. 207). Da Crebbio sempre con bella vista sul lago in breve si tocca la Cascina Puin (m. 450), in appresso, dopo un largo giro attorno al Zucco della Rocca e attraversato la piccola con­ Prof. Mario Cermenati. valle del Monastero si raggiungerà le Alpi Corte (m. 953). Dopo una breve discesa della strada sul letto del torrente Dopo il Convento il sentiero si fa sempre più stretto di Valle Tesa si salirà al di là sempre frammezzo a boschi alzandosi leggermente, attraversa una serie di piccoli all’Alpe Ram (m. 1139) ed alle Alpi di Mandello (m. 1200) burroni boschivi finché si abbassa di una trentina di metri poste sopra un largo schienale coperto da bellissimi prati. sul fondo largo a rottami malfermi di un canalone scen­ Divertente assai è la salita lungo la piccola vailetta Spon- dente fra la punta 1157 ed il Monte S. Vittore. Bisogna daioli alla bocchetta (m. 1260) posta appresso al Roccolo rimontare il canalone per un buon tratto e ricercare sul- dei Pini su una larga sella che divide il versante di Ab- 1’ opposta sponda i dischetti rossi fatti dal maestro Luca badia-Mandello da quello della Valle Calolden e qui gui­ di Monza che segnano la via d’ uscita. I tre dischi rico­ dati dalla segnalazione che dal Coltignone continua con minciano ad un’ intaglio sul fianco boschivo ; al disopra due aste a minio, in pochi minuti si arriva al Rifugio di questo saremo di nuovo su di un minuscolo sentiero della Escursionisti Milanesi. che ci guiderà in discesa sul dorso di un costone erboso, Da Mandello al Rifugio circa ore 3 1/2. che si abbassa dal S. Vittore. Ci allontaneremo sempre più dal canalone già passato per avvicinarsi ad un altro vallone, la Valle Farina. Il G) Da Abbadia per la Chiesuola di Santa fondo di tale vallone si raggiunge abbassandosi da ultimo Maria dei Campelli. su di una stretta cengia erbosa, ove si può trovare del- Una delle più comode strade che portano al Rifugio 1’ acqua. Dal Convento a questo punto occorrono 3/4 d’ora. e nello stesso tempo ricca di spaziosi orizzonti è quella — 7 — d ie sa le da Abbadia d’ (m. 209) a àrea 7 Km. sono provviste quasi da veri gradini e da altrettanti segni. da Lecco. La vista che si gode dalla vetta della Gógna Meridio­ Al di sopra di Abbadia, ad Est, esce dall’ abitato ima nale è di poco inferiore a quella della Settentrionale ed buona e comoda mulattiera in parte ombreggiata, che fu è largo compenso alla lieve fatica dell’ascensione. segnata dalla Sezione di Monza del C. A. I. con tre di­ schetti rossi. Dapprima sulla sponda destra della Valle del Variante del CANALONE CAIMI. Monastero, ed al di là del Ponte sul torrente Zerbo sulla Il Canale Caimi sbocca a Ovest della Cresta Cermenati sinistra, si innalza più ripida ed in parte incassata e e precisamente sopra l’ Alpe Ram e raggiunge con due raggiunge in circa un’ora e mezza la chiesuola di S. Maria bracci la cresta Cermenati, a circa m. 2000, come abbiamo dei Campelli (m. 949). detto sopra. È tutto pieno di detriti, perciò consigliabile Una bella variante per chi viene da Lecco, che evita solo in discesa come infatti venne fatto la prima volta, inoltre quasi Km. 2 l/2 di stradale, è quella di entrare, al nel 1895, dai signóri Caimi e Della-Cola. Però d’ inverno casello della ferrovia detto alla Fontana, nella piccola e colla neve in buone condizioni, esso è fattibile e non è poco nota Valle di Riallo, percorsa da buono ma ertis­ privo di interesse.anche per l’ orrido aspetto che presenta simo sentieruolo sul suo fianco sinistro (in salita) tutto a nel punto centrale. boschine. La valletta man mano che si alza si fa sempre più stretta, finché dopo superato circa 600 mètri raggiunge un altipiano coperto da vecchi castagni, che si attraversa b) Per il Canalone Porta. incontrando la mulattiera che sale da Abbadia alla Chie­ La salita alla Grignetta pel canalone Porta è la più suola di S. Maria dei Campelli. interessante ; per l’ alpinista pratico, non presenta serie Dalla Chiesuola si continua la salita per sentiero e difficoltà, ma in certi punti richiede piede franco e pru­ superata una lunga costa prativa che culmina a circa denza. Consigliabile di buon mattino per evitare la caduta m. 1100 ci troveremo in una bella e leggermente ondulata delle pietre e d’ inverno le valanghe ; in comitive poco regione cosparsa da numerosi gruppi di stalle. Di baita numerose, e se più d’ una trovasi nel medesimo tempo in baita, sempre verso Est, passeremo sotto i boschi del nel canalone, osservare una ben inarcata distanza. Roccolo Resinelli, indi la larga bocchetta (m. 1260) poco ) Il segnavia fatto dalla S. E. M. formato di due dischi al basso dei Roccoli Pini, distante solo circa 1/4 d’ ora rossi si trova ’abbastanza frequente e siccome dopo 1’ en­ dal nostro rifugio. trata nel canalone non vi sono più sentieri, bisogna fare In totale si impiegheranno circa ore 3 l/2. ben calcolo su questi fidi amici come 1’ unica guida 1 1----rii 1—»---i—H 1—»--- 1—il 1—11----»-il 1—» 1—u---ti—11 il 1 perché il derogarvi può essere causa di rinuncia alla vetta e di guai anche maggiori. Prima richiesta adunque di questa salita è l’ attenzione e la prudenza. Ciò premesso 7Ueen$ioni alla ecco qualche dettaglio : Dalla Capanna E. M. si stacca un sentiero che volge a Nord-Est, passa vicino alla sorgente (segnata da un Gjrigna jYlfflidisnale. palo) e in meno di venti minuti è all’ entrata del cana­ lone. Un isolato spuntone, chiamato volgamente Gendarme, 0 ergentesi a sinistra, presenta F orrida entrata : spettacolo a) Per la Cresta Cermenati Cresta Sud. che tosto impressiona, conquide e soggioga : si entra nel Alla Cresta principale o Sud venne imposto il nome regno dell’ ombra, e tutto quel caotico rovinio di massi del Prof. Mario Cermenati, presidente della Sezione di e di pinnacoli ergentisi in mille forme, danno F idea. di Lecco del C. A. I„ benemerito dall’alpinismo e dalla scienza. anime in pena. Intanto il sentiero sale ancora fra macigni E questa la via più facile e più breve per salire alla e poi si perde : bisogna tenere a destra sull’ erba finché Grignetta e chiunque può sopportare due ore e mezza di si è obbligati a scendere sul fondo per saltare e strisciare cammino potrà accingersi a tale salita senza bisogno di fra sasso e sasso. Ad un quarto d’ ora dall’ entrata, a si­ guida e soltanto provvisto di buoni chiodi alle scarpe e nistra, appare una ciclopica quinta che è artisticamente fo­ tutt’al più di un bastone. La segnalazione è costituita da rata, la cosi detta finestra. triangoli rossi pieni. Gli si passa vicino e dopo pochi passi a destra si Si incomincia a salire la costa erbosa immediatamente presenta la prima difficoltà, il saltino : Due enormi massi dietro il Rifugio E. M. ed obliquando un pochino verso che si superano seguendo i segni, e che d’ inverno sono ovest arrivasi a un bosco di faggi che fascia la base della nascosti da parecchi metri di neve. Ad una mezz’ ora più cresta in discorso. Si attraversa direttamente il bosco e sù, sempre a destra, ecco la seconda e più marcata difficoltà, si attacca a zig-zag il prato superiore sparso di roccette il Dossetto : una gobba ed una crestina che richiedono sulle quali spiccano frequenti i segni rossi a triangolo. molta attenzione, e conviene star bene uniti per evitare Uno stretto e marcato sentiero si innalza con parecchi qualche sasso del compagno. giri ed arriva ben presto sulla verde cresta e ad un primo Superata la detta crestina una breve e facile cengia spuntone quotato m. 1733, dove una sosta quasi sempre mette sul fondo superiore del Canalone che volge a si­ si impone. nistra e precisamente alla base del cosi detto Lastrone, Il sentiero sempre segnato continua sulla cresta e ar­ piodessa di pochi appigli per superare la quale non tornano riva in un punto quasi piano dove si vedono a sinistra due discari i ginocchi. bracci superiori del canalone Caimi che pieni di detriti Altri passi si susseguono di poi abbastanza ripidi, e e con forte inclinazione, scendono ad esso. F attenzione è richiesta dalla scarsità d’ appigli finché un Procedendo, il sentiero tenendosi poco discosto dal filo canalino a destra porta ad uDa specie di grotta che si lascia della cresta, arriva ad un canale erboso ripido ma breve, per passare a sinistra e per breve parete facile, ntornare che mette alle roccie 5 minuti sotto la cima. Dette roccie per F ultima volta a destra e raggiungere la Bocchetta dei — 8 — prati proprio sotto le prime propaggini dei Torrioni Ma­ Da questa si alza per più erti prati, prima volta a Nord gnagli. Si continua poi per declivio erboso contro le poi a Nord-Ovest e arriva a dominare il canalone Porta. roccie finché passata una sella (abituale alt) e rasentata Da qui il sentiero, ora ben distinto, si alza con piccole la base di tutti e tre i torrioni, si arriva ad un saltino risvolte, allontanandosi dal canalone, fino ad attraversare piombante in un caminetto che sale ad una cresta secon­ un ampio burrone che si abbassa dalla cresta Sinigaglia, daria allacciameli poi alla principale. Questa che sale Seguono alcuni valloncini erbosi, poi il sentiero è più che comoda verso la. vetta dà campo di girare lo sguardo più mai incerto ed anche la segnalazione non potè essere fatta che sull’ immenso panorama, sui dirupati canali che sal­ che di tratto in tratto sui massi emergenti. Occorre quindi gono dagli opposti versanti. Il canalino che scende ad tener di mira la base est dei Torrioni Magnaghi che da Ovest, segnato F. P., conduce al Buco -di Grigna indi questo lato sono imponentissimi, ove ha termine la segna­ all’ interessantissima traversata delle due Grigne. lazione seguita fin qui per incontrare l’ altra che, come si In circa ’/i d’ ora da che si tocca la cresta principale, è visto, sale dal canalone Porta. si raggiungono le ultime roccie, si seguono bene i segni che portano a superare diversi scaglioni e ad attraversare un becchettino formato dall’ incontro di due canali opposti, d) Per il Passo del Pertusio, la Valle Scaret- finché ci si para in faccia una parete breve ma a picco, tone e la parete N. - 0. ultima difficoltà che si supera bene e che fa toccare sod­ disfatti la desiderata vetta. Questo itinerario è consigliabile solo ad alpinisti pratici Riepilogando: dal Rifugio alla vetta occorrono circa di roccie, e non fu segnalato. ore 4 ’ /2 e più precisamente : Dal Rifugio per la mulattiera che è pochi metri sotto 2 ore a percorrere il canalone sino alla Bocchetta dei e che volge ad Ovest, come è detto per la gita al Zucco prati. del Pertusio, si può portarsi facilmente al Passo del Per­ 2 '/s da questa alla vetta.. tusio (m. 1580 circa) depressione della Cresta ad Est, del Fa duopo osservare che la durata di questa salita è Zùcco dello stesso nome. Voltato la cresta, che non è altro sempre relativa al numero dei partecipanti e nell’ inverno che la continuazione della Segantini, bisogna scendere poi, diventa un’ ascensione di primo ordine e un vero per ghiaioni un centinaio di metri obbliqando verso la tour de fora. testata della valle dello Scarettone. La parete della Grignetta e più ancora le vertiginose dolomitiche guglie della cresta Segantini, fanno del luogo uno dei punti più selvaggi e maestosi delle nostre Prealpi. Quando il procedere diventa impossibile è d’ uopo ap­ poggiare a destra e arrampicarsi sulla parete Noni-Ovest, per la quale si raggiunge direttamente la vetta della Grigna Meridionale. È necessario che la comitiva sia poco numerosa, tre o quattro persone, e fare attenzione ai sassi, massime nei canalini che solcano 1’ ultimo tratto di parete. Una buona corda non sarà inutile per questa ascensione. La Valle Scarettone si raggiunge più direttamente c più facilmente dalla Val Moria sopra Mandello-Tonzanico. Da quest’ ultimo paese per discreta strada si passa a Rongio (m. 394) indi, internandosi nella valle, la strada arriva alla Sorgente dell’ Acqua Bianca (m. 487). Il sentiero prosegue e giunti; là ove esso sale con zig-zag verso P Alpe Rovestallo lo si lascia per prenderne un’ altro che attraversa il torrente e sale l’ opposto fianco della valle il quale non è che il sentiero che va al Passo del Pertusio. Lo si segue per buon tratto, poi, giunti a un centinaio di metri sotto la cresta del Pettusio si prende obliquamente in direzione della testata dello Scaret­ tone come per la strada dal rifugio, già accennata. La Grignetta per lo Scarettone venne salita la prima Giorgio Sinigaglia. volta nell’ Aprile 1895 dai signori E. Banda e D. Prina colla guida Locatelli e nel Settembre stesso anno, dpi signori P. Caimi e Della Cola, senza guida. c) Per la Cresta Sinigaglia o Cresta Est. Dal Rifugio alla Grignetta per lo Scarettone occorrono circa 6 ore. Una facile variante alla via segnalata con due dischi Da Mandello circa ore 5. rossi, descritta nel paragrafo (h) è quella che ha principio poco sopra del punto ove si attraversa il canale Porta, presso il suo imbocco, a circa mezz’ora dal rifugio. Se­ e) Per il Canale Sud-Ovest 0 dei Piccioni* guendo ancora per breve tratto il sentiero che si alza per entrare più sopra nel canalone troveremo un piccolo sen­ Fra la cresta Segantini e la cresta Cermenati la Grigna tiero dapprima poco marcato, stato segnalato dalla S.E.M. Meridionale presenta un fianco dirupatissimo che cade snl con una macchia rossa, che s’ eleva traversalmente su piccolo piano superiore della valle Tesa, costituito da una erto pendio erboso sino ad una piccola gobba rocciosa. infinità di guglie e pinnacoli ed intersecato da diversi — 9 — nudi canali e canaloni che s’abbassano dalla cresta Cer- Un gentile pensiero, prima ancora che fossero vinti da menati, compresovi il canalone Caimi già noto e dalla alcun alpinista, ebbe la F. P. imponendo ai torrioni il ardita cresta Segantini. Di questi canali havvene uno im­ nome del defunto Avv. Carlo Magnaghi, che fu presidente portantissimo poiché ne è quasi l’ arteria .principale che della Sez. milanese del C. A. I. Dal giorno di tale bat­ termina alla sua fine superiore presso alla vetta della Grigna tesimo attorno a quei nudi pinnacoli si svolsero le brame Meridionale, ripido e diviso in vari rami. temerarie dei grimpeurs. La lotta fu lunga, ma alfine quelle Questo canale attirò l’attenzione dapprima del valen­ roccie dovettero cedere. Ed oggi due croci e dei segni a tissimo Dott. Carlo Porta il quale, il 6 Maggio 1900, minio stanno lassù a testimoniare la conquista. tentò la scalata dello stesso uscendone però sulla via Cer- Il Torrione Magnaghi Meridionale (m. 1950) si sale per menati poco distante dall’origine dell’altro canalone Caimi. la parete Est. Al piede dello stesso incominciano i segni L’ ascensione completa era riservata agli emeriti fra­ a minio (triangolo rosso) che indicano la via da percor­ telli Luigi e Giulio Colombo i quali, 1’ 8 Settembre suc­ rere sulle roccie. Essi furono eseguiti dal giovine alpinista cessivo, entrati alla base del canale dopo averne attra­ Angelo Valchera. Dapprima l’arrampicata si presenta’ con versati parecchi altri, si innalzarono per esso, superando alcune leggere difficoltà pressoché uguali a quelle del canale Porta e riuscirono essi pure sulla cresta Cermenati, ma proprio nel punto che questa si fa rocciosa e culmina nella vetta della Grigna Meridionale (m. 2184). Tale nuova via venne battezzata dagli stessi col nome di canale dei Piccioni.

Oc ÿfeegnsisni didelfe. 4) TORRIONI MAGNAGHI (1950,1960,2093). Dalla vetta della Grigna Meridionale (m. 2184) uria cresta scende in direzione Sud-Est battezzata cresta Sini- gaglia, nella parte superiore rocciosa. Presso al suo prin­ cipio 'essa dirama a sua volta verso Sud-Sud-Est un breve contrafforte pure roccioso di straordinaria bellezza ed ardi­ tezza che prende una parte importante nella storia alpi­ nistica del nostio gruppo, poiché offre una delle più in­ teressanti scalate di roccia che si possono compiere in un sol giorno da Milano. Questo contrafforte si compone di una vetta rocciosa

Giovanni Segantini,

poche difficoltà, ma queste abbondano più in sù al su­ perare di un vertiginoso muro dove ci si trova come so­ spesi, tra un orrida e lunga crepatura a sinistra ed una strapiombante parete a destra. Raggiunta una larga cengia si deve entrare in un ertissimo canalino con salti abbastanza forti che porta ad uno strettissimo intaglio della cresta a Nord della vetta del Torrione Meridionale. Occorre arrampicarsi su per la spaccatura dopo di che in pochi passi si è alla vetta. Dalla base abbisogna poco più di un’ora di vera ginnastica per conquistare la cima ed altrettanto per la discesa. La salita al Torrione Centrale (m. 1960) essa pure segnata, con crocetta a minio, è più facile relativamente di quella del Meridionale, richiede circa un’ ora; vi si accede per il suo fianco Nord-Est arrampicandosi su per un erto canale e alla sua fine a mezzo di una ardita cresta Avv. Carlo Magnaghi. di roccia che richiede con precauzione. La difficilissima cosidetta traversata, cioè il passaggio quotata m. 2093, alla quale più in basso succedono due dal Torrione Meridionale al Centrale si effettua partendo vicini ed arditissimi torrioni divisi solo da una stretta al disopra della sovradetta spaccatura fra gli stessi ed af­ spaccatura, il più elevato o centrale di circa m. i960 e fidandosi (a piedi scalzi) su degli appigli poco soddisfa­ l’altro, il meridionale, di circa m. 1950; a N. E. havvi il centi, lungo lo spigolo che guarda la cresta Sinigaglia pendio della cresta Sinigaglia, dalla parte opposta il ca­ per circa 6 metri, fino a toccare F esile crestina un po’ nale Porta. più sicura che in breve porta alla vetta del Torrione --- IO —

Centrale. Anche questa via è pure segnata con tante Nel Gennaio 1901 gli alpinisti Giuseppe Brambilla, macchie di minio. G. B. Robbiati e Felice Redaelli vollero tentare del nuovo, Il Torrione Not'd' (m. 209?) è alpinisticamente di poca iniziarono per i primi e riuscirono felicemente nella pe­ importanza, perchè raggiungibile facilmente dalla Cresta ricolosa traversata'dal Torrione Centrale al Meridionale Sinigaglia. dopo un abile lavoro di corde sulla liscia parete Est ab­ Il Torrione Meridionale fu scalato la prima volta il bassandosi però fino alla base del canalino. ió Aprile 1900 dal compianto alpinista milanese Dott. Il clou delle scalate è a registrarsi il io Aprile 1901 Giacomo Casati in unione del Dott. Emilio Buzzi e del quando una quindicina di Soci della Sezione di Milano Rag. Giovanni Ghinzoni dopo tre tentativi. Nello stesso del C. A. I. riuniti su quello arditissimo scoglio che è giorno gli alpinisti Luigi Colombo di Carlo e Ing. Ana­ il Torrione Meridionale ascoltarono riverenti la S. Messa cleto Mariani riuscirono facilmente pei primi nell’ ascen­ che l’abate Prof. Ambrosioni celebrava solennemente in sione del Torrione Centrale. suffragio del compianto Magnaghi. La seconda ascensione del Meridionale fu compiuta il Ancora vi ritornò il bravo Casati e vi scopri la pos­ 22 Aprile 1900 da Volpi Domenico e G. B. Robbiati sibilità di compiere per cresta la traversata dal Torrione i quali nello stesso giorno effettuarono unitamente a Meridionale al Centrale per una difficilissima e breve ar­ rampicata e ciò fu il 5 Maggio 1901 con Giuseppe Gu- gelloni, Rossini Angelo, Bossi Alessandro, Robbiati G. B. e Giuseppe Brambilla. Con compiacenza notiamo altresi che anche il sesso debole valorosamente si cimenta col Torrione Meridionale; la prima fu la signorina Rosa Bertani il 27 Maggio 1901 e l’altra la signora De Vittori Francesca il io Giugno 1901. In ultimo, lT i Agosto 1901, l’intrepido Giuseppe Dora col suo amico Reichert di Strassburgo compirono pure la prima e sin’ora unica ascensione per lo spigolo Ovest di­ rettamente dal canalone Porta .al. Torrione Centrale, im­ presa arrischiatissima, da lui stesso dichiarata temeraria ad oltranza. 2) Cresta Segantini e TORRIONE CASATI.

Ancora una cresta laterale si stacca dalla vetta della Grigna' Merid. la di cui linea corre ad Ovest. È costituita da una serie di guglie e torrióni multiformi di nuda roccia dolomitica. Dal fianco Sud s’ abbassano aspri e bre­ vissimi contrafforti formanti erti valloni dai quali origina la valle Tesa ; mentre dal suo lato Nord precipita con una ertissima parete, solcata da ripidi colatoi che cadono sul fondo superiore della Valle Scaréttonc. La cresta per il suo aspetto, per l’eleganza ed arditezza delle sue forme è di una imponenza veramente alpinistica, essa è la più perigliosa dell’ intero gruppo delle G rigne, mai, fino ad oggi, interamente percorsa in salita c fu ba- tezzata dalla Federazione Prealpina col nome di Giovanni Segantini, noto pittore di quadri montanini nato ad Arco nel Trentino il 15 Gennaio 1858. I primi tentativi furono fatti ab antiquo dall’ Avv. Carlo Magnaghi, ma la riuscita dell’ ardua intrapresa era I Torrioni Magnaghi veduti dalla cresta Sinigaglia. dovuta al Dott. Giacomo Casati, di Milano, che nell’estate 1901, solo, in mezzo a quei spaventosi precipizi, mediante Galbiati Ernesto e Brambilla Giuseppe anche la seconda una sequela di ardite ed ingegnose manovre di corda, la salita del Centrale. La terza per ambedue i Torrioni av­ percorse in discesa dalla vetta della Grigna Meridionale venne il giorno 25 Aprile 1900 dal Dott. Carlo Porta, alla Bocchetta di Colonghei (m. 1660) detta anche Passo Giulio e Luigi Colombo. del Pertusio che mette in comunicazione la valle Tesa 11 12 Maggio 1900 ancora i predetti Casati Dott. colla valle dello Scarettone. Giacomo, Buzzi Dott. Emilio e Ghinzoni Rag. Giovanni Un altro audace alpinista, Giuseppe Dora di Friburgo, a cui si unirono Giulio Clerici e la guida Angelo il 14 Luglio 1901 ripetè pur esso la discesa della formi­ Locatelli di Ballabio, ritornano alla vetta del Torrione dabile Cresta Segantini e del pari modesto, non scrisse Meridionale, per eternare su quelle balze selvaggie con una alcuna relazione, solo ai suoi intimi amici rivelava, col croce in ferro, il nome dell’Avv. Carlo Magnaghi. sno entusiasmo per le Alpi nostre, le bellezze e le emo­ Anche il Torrione Centrale lia l’onore di un’altra croce zioni provate nella difficilissima impresa. in legno il 20 Maggio 1900 postavi dalla comitiva gui­ A queste due segue la scalata di Hans Ellensohn e data dal Dott. Carlo Porta col figlio Giuseppe (allora Angelo Perotti i quali dalla Valle Scarettone raggiunsero decenne), Giulio Clerici, Arnaldo Seneci e dei fratelli la Cresta Segantini nella sua parte superiore e per questa Luigi e Giulio Colombo. toccarono la vetta della Grigna Meridionale. Ancora Hans II

EUensolin col compagno Teodoro Dietz il 2 Novembre Ì 4) ZUCCO DEL PERTUSIO (m. 1671). 1901 compirono la intiera discesa della cresta, ma colti prima dalle tenebre, poi dalla nebbia, dovettero passare Dal Rifugio una buona strada mulattiera passa per il due giorni e due notti fra quelle roccie donde scesero af­ Roccolo Pini, 1’ Alpe Ram, e F Alpe Corte e continua ab­ famati, colle vesti a brandelli, ma sani. Per ultimo vi bassandosi come abbiamo già visto sino a Mandello discese la comitiva di alpinisti guidata dal signor Palma (Lago di Lecco) segnata a tre dischetti rossi. di Monza. Per salire alla vetta del Zucco del Pertusio (m. 1671) Alcuna delle singole punte fu pure presa d’assalto il quale non è altro che l’ estremità Ovest della Cresta e vediamo, il 31 giugno 1901, il signor Cesare Bartesaghi, Segantini, è preferibile seguire la comoda strada su ri­ salire dalla valle Scarettone uno dei pinnacoli più elevati cordata, scendere cioè all’Alpe Corte (m. 949), per risalire al quale attribuì un’altezza di circa 1980. Un’ altra punta guidati da un sentiero sempre più erto, verso la Bocchetta quasi nel centro, di circa m. 1850, venne salita dai si­ (m. 1580 circa) che trovasi ad Ovest del Zucco. gnori Porta Dott. Carlo e Buzzi Dott. Emilio, che vi ri­ Facile e più divertente è il passaggio dalla Bocchetta tornarono con altri 1’ 8 Novembre ■ 1903. Questi, con volgendo a sinistra per cresta, alla punta terminale rocciosa. gentile pensiero ed a perenne ricordo della audacissima In totale dal Rifugio sono necessarie circa ore 3 Va­ prima discesa della cresta Segantini, chiamarono quella li Zucco del Pertusio si può ascendere direttamente vetta « Cima Casati » e vi fissarono una piramide in ferro da Mandello. Una buona strada sale a Rongio, in seguito alta 3 metri che porta la seguente epigrafe : A Casati per mulattiera e sentiero sempre segnato coi tre dischetti Dott. Giacomo, fatalmente perito sul il a minio, superato il canale Carnadione e la cresta S. O. 23 Agosto 1903, primo a percorrere questa cresta, gli del Zucco, in circa 3 */» arriva sulla vetta dello stesso. amici, Buzzi, Porta; Provasoli. Alla Cima Casati si accede dalla valle Scarettone. Un 5) M. COLTIGNONE (m. 1474). breve canale raggiunge il piede del Torrione che è formato da un’ erta parete di roccia ed al disopra della stessa a . Il M. Coltignone è una delle vette secondarie clic la cresta principale della Grigna Meridiouale forma nel suo decorso. Dal Rifugio la sua ascensione è molto facile ma non presenta alcunché di interessante perchè si svolge per un dolce pendio coperto da pascoli e da boschi di faggi. In compenso il suo panorama è grandioso. Il sentiero segnato per cura della Sez. di Milano del C. A. I. con due aste parallele, in circa ore 1 8/r guida alla vetta passando per il Roccolo Resinelli (m. 1276) e continua pòco sotto la cresta piincipale fra il versante di Abbadia e la Valle Calolden, raggiunge la boschiva anticima di metri 1452 (sulla carta detta S. Martino) e restringendosi arriva alla vetta del Coltignone. Sul versante del lago, alla depressione tra F anticima e la cima, scorgesi una piccola grotta alla quale si scende in pochi passi su stretto sentiero a picco. Nella grotta havvi una sorgente ottima. 6) CORNI DEL NIBEIO.

Dalla cresta principale della Grigna Meridionale, detta Dott. Giacomo Casati. Cermenati e precisamente nei pressi del Rifugio staccasi una cresta secondaria con direzione S. S. E. Essa divide la Valle Calolden dalla Valle Grigna o Valle Grande, mezzo di una stretta cornice si arriva sulla punta. Sono forma la sella prativa all’ Alpe Costa (m. 1287) e si alza circa una settantina di metri di ginnastica emozionante d’ un tratto in uno spuntone di roccia di circa 80 metri, e suggestiva ma non eccessivamente pericolosa. seguito da un secondo (m. 1392) e da un terzo molto più basso. 3) TORRIONE FIOREREI (in. 1720 circa). Sono questi i Corni del Nibbio chiamati anche in gruppo Zucco di Costa Asnera. Alla base della cresta Sinigaglia s’ estolle un torrione Salendo a queste punte pregasi vivamente di attenersi formato da una ripidissima parete di un centinaio di strettamente al sentiero per non rovinare i prati alla base metri, ritenuto sino al 16 Ottobre 1904 inacessibile. dei Corni. Il sig. Mentasti colla guida Fiorelli riuscirono in tal Alpinisticamente questa salita è priva di interesse ma giorno a metter piede sulla vetta impiegando un’ ora la vista dalla vetta sulla pianura, verso la catena Orobica dalla base. e sul massiccio della Grignetta, compensa la fatica di L ’ ascensione ebbe luogo per una parete oltremodo solo 30 minuti di cammino. Il sentiero che vi sale dalla impressionante. Capanna è segnato con una N. rossa. La discesa invece per l’unico canalino che scende ad Est. A l Torrione fu imposto il nome della brava guida Fiorelli Giacomo di S. Martino Valmasino.. 12

c da soli eseguita la copia presentata a concorso. Una sola copia per concorrente. CONCORSO FOTOGRAFICO Premio unico : Medaglia . d’ argento c diploma alla copia artisticamente e tecnicamente migliore. —— La copia presentata può eventualmente essere delle presentate alle altre categorie. Nell’, intento di fermare durevolmente e degna­ mente il ricordo della geniale e sana festa degli REGOLAMENTO Alberi (y Aprile iyoj) che la Società Escursionisti 1. — Le copie, con dichiarazione alla o alle Categorie Milanesi appresta, in occasione della inaugurazione che concorrono, devono essere contrassegnate del nome, del Vessillo Sociale alla propria Capanna sulla Gri­ cognome e indirizzo del concorrente, e consegnate non glia Meridionale e promovere maggiormente, fra soci più tardi delle ore 22 del giorno 5 Maggio p. v. alla Sede della Società Escursionisti Milanesi, Via Ciovasso 8, piano e non soci appassionati delle montagne, il lodevole e terreno, ritirandone ricevuta di consegna. interessante uso della fotografia, è indetto per l’occa­ 2. — Per tutte le categorie non è fissato il formato, sione un Concorso Fotografico a premii col sotto ne il modo di stampa, rimane però fisso, che esse si de­ esposto programma. vono prestare, senza riduzione, ne capitali diminuzioni, alle riproduzione per cartoline. 3. — Sono esclusi gli ingrandimenti. PROGRAMMA 4 - — Tutte le copie presentate al concorso devono essere inedite alla data della chiusura della Esposizione. CATEGORIA F. — Libera a tutti gli intervenuti. Gruppo di copie - montate - in numero non inferiore 5- — L’ assegnazione dei premi sarà fatta da una Com­ alle quattro - rappresentanti scene, episodii, vedute, pano­ missione nominata dalla Commissione festeggiamenti, in numero non minore di tre, e non più tardi del giorno rami, cieli, ecc., ecc. fatte durante la giornata della festa. 20 Maggio p. v. Obbligatorio per ogni concorrente di presentare una veduta rappresentante il momento più caratteristico e 6- — Il giudicato della Commissione sarà inapellabile. interessante della Inaugurazione del Vessillo Sociale, e 7- — Il verbale motivato della Commissione aggiudi- una veduta generale della Capanna Escursionisti Milanesi. catrice satà messo a disposizione del concorrente die ne farà richiesta scritta. i° premio : Medaglia di Vermeil e diploma a0 » » d’ Argento » » 8. — Di tutte le copie premiate, e, concedendolo lo 3° » » di Bronzo » »' spazio, di quelle che la Commissione aggiudicatrice darà 4° » Diploma di Menzione Onorevole. parere favorevole ; se ne farà esposizione ad inviti, nelle sale della Sede Sociale dalle 20 alle 22, per un periodo CATEGORIA II. di 15 giorni a cominciare dal giorno 20 Maggio p. v. contrassegnate dal premio riportato. Riservata ai soli signori dilettanti. — Condizioni e Premi come alla Categoria I. 9- —* L a data della consegna dei premi sarà comunicata per iscritto ai signori interessati. CATEGORIA III. io. — Il Consiglio Sociale, o i delegati da esso, sentito il parere della Commissione aggiudicatrice, sceglierà fra Riservata ai soli signori Soci dilettanti della Escur­ le copie premiate quelle che stimerà opportune da essere sionisti Milanesi - che risulteranno regolarmente inscritti riprodotte in cartoline; nel qual caso, i negativi delle alla data della pubblicazione del presente programma. scelte, e l’uso di esse rimane di assoluta spettanza della Gruppo di copie - montate - in numero non inferiore Società. Queste cartoline porteranno indicato il nome alle quattro, rappresentanti scene, episodii, vedute, pano­ e cognome dell’autore e la riproduzione sarà vietata. rami, cieli, ecc., ecc. fatte durante la giornata della festa. Sono ammesse le copie che eventualmente siano state ti- — Le copie o gruppi di copie premiate presentate presentate alle categorie I e li. al concorso, rimarranno di proprietà della Società, che avrà cura di esporle nell’album fotografico Sociale, col- i° premio: Macchina fotografica Mefisto a 6 lastre 9X12, l’ indicazione del nome e cognome dell’autore e il premio dono della Ditta Lepage e C. di Milano e diploma. conseguito. 20 premio : Una piccozza alpina, dono della Ditta .12. — Le copie non ritirate alla data di un mese dalla G. Anghileri e Figli e diploma. chiusura della Esposizione non saranno più garantite. 3° premio: Dizionario Fotografico del Dott. Luigi Gioppi e Alpinismo volume di G. Bracherei, dono della Casa Edi­ Milano, 30 Marzo 1905. trice Hoepli e diploma. p. La Commissione 4° premio : Elegante Album per montatura di fotografie P aolo C aimi, Presidente c diploma. O reste Silvestri, Pittore - Alessandro Rossi. CATEGORIA IV. Editrice Proprietaria: Società Escursionsiti. Riservata ai soli signori Soci dilettanti della Escursio­ nisti Milanesi che risulteranno regolarmente inscritti alla Invernizzi Carlo, Gerente responsabile. data della pubblicazione del presente programma ; e, che Tipografia PAOLO CAIMI a Cernusco Lombardone rilasceranno dichiarazione scritta di avere completamente con Cartoleria in Milano, Viale Principe Umberto, 8 SAR TO R IA *4 ?4 94 Ytop? VSySr v S y ? Monte BARRO Grand Hôtel ETTORE BAROZZI Albergo Ristorante GALBIATE Monte Barro. 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