COMUNITà MONTANA VALVARRONE VAL D’ESINO E RIVIERA

“Lascia di quando in quando i sentieri battuti e inoltrati fra i boschi. Troverai certo qualcosa che non hai mai visto prima. Probabilmente si tratterà di una piccola cosa, ma non ignorarla.” (Alexander Graham Bell)

calendario 2018 Parco regionale grigna Settentrionale Tra la Valsassina e il versante lecchese del Lago di si estende Il Parco Regionale Grigna Settentrionale, la cui cima svetta a 2.409 m s.l.m. e con il versante nord della Grigna Meridionale contrassegna l’intero territorio. La storia del massiccio ha origine nell’oceano, che ha lasciato importanti testimonianze fossili insieme alle rocce carbonatiche, sui cui strati hanno agito la tettonica e il clima, originando il paesaggio visibile, contrassegnato da morfologie tormentate in cui torrioni, guglie, pianori, avvallamenti, canaloni e archi costituiscono l’architettura dolomitica con scenari aspri e di notevole suggestione. L’acqua ha costruito anche un misterioso “paesaggio nascosto”, quello carsico, composto da dedali di cunicoli, grotte e abissi che sprofondano per centinaia e finanche migliaia di metri nelle viscere della montagna, dove si contano circa un migliaio di cavità esplorate dagli speleologi. Alle rocce dure delle cime si contrappongono quelle “morbide”, che aggredite dall’erosione hanno reso possibili pendenze meno ripide sulle quali si sono insediati boschi e pascoli e poi malghe e rifugi, raggiungibili attraverso centinaia di sentieri perlopiù facili da percorrere, ma che non mancano di passaggi su aride pietraie e vertiginose vie attrezzate per l’alpinismo, lungo pareti rocciose da cui origina, anche nella loro apparente fissità e verticale imponenza, la loro bellezza. Il calendario 2018 propone dodici itinerari nel Parco, che offrono alla visita ambienti selvaggi insieme a quelli dove la secolare presenza umana ha prodotto grandiosi e suggestivi paesaggi della montagna. L’invito è ad esplorare e a conoscere il Parco e a fruire in modo rispettoso la natura, che lì possiede un prezioso patrimonio di biodiversità, animale e vegetale.

IDENTIKIT DEL PARCO REGIONALE GRIGNA SETTENTRIONALE

Atto istitutivo Legge Regionale 02.03.2005 n. 11- Legge Regionale 04.08.2011 n. 12 - Comuni Cortenova, , Parlasco, Pasturo, , Primaluna, Taceno, Superficie totale 5.548,00 ettari Principali destinazioni del suolo Boschi: 4.442 ettari (80%); prati e pascoli: 500 ettari (9%); aree urbanizzate e infrastrutture: circa 80 ettari (1,5%); aree rocciose: circa 520 ettari (9,5%) Rete escursionistica Totale: 227 Km; Sentieri escursionistici: 95 Km; Piste ciclo-pedonali: 132 Km Quote min. e max 470 m s.l.m. - 2.409 m s.l.m. Rete natura 2000 ZSC IT2030001 Grigna Settentrionale; ZSC IT2030002 Grigna Meridionale; ZPS IT2030601 Grigne Geositi Ghiacciaia del (geomorfologico), Esino Lario - Scudo della Grigna Settentrionale (geologia stratigrafica), Pasturo - Calcare di Perledo-Varenna (geologia stratografica), Perledo - Miniere di Barite (geominerario), Primaluna Ente gestore Comunità Montana Valsassina Valvarrone Val d’Esino e Riviera Sede Via Fornace Merlo, 2 - 23816 Barzio (LC) Contatti Tel 0341.910.144 - Fax 0341.910.154 E-mail: [email protected] pec: [email protected] pec: [email protected] Siti web www.parcogrigna.it - www.valsassina.it Amministratori Assemblea: Ferruccio Adamoli (Presidente) Giunta Esecutiva: Carlo Signorelli (Presidente); Guido Agostoni (Vicepresidente); Antonella Invernizzi (Assessore); Giuseppe Malugani (Assessore); Franco Redaelli (Assessore) Segretario Giulia Vetrano Direttore del Parco Francesco Mazzeo

BiBliografia 1. Alfredo Bini, Alberto Pellegrini, Luisa Zuccoli (2003) Itinerari naturalistici in Moncodeno, Comunità Montana Valsassina Valvarrone Val d’Esino e Riviera. 2. Alfredo Bini, Fabio Bona, Sergio Borghi, Markus Felber, Andrea Tintori, Stefano Turri (2008) I Geositi dell’Insubria – Un itinerario lungo 350 milioni di anni, Comunità Montana Valsassina Valvarrone Val d’Esino e Riviera. 3. AA. Vv. (2012) Nuova enciclopedia delle erbe. Riconoscimento e uso medicinale alimentare, aromatico, cosmetico, Edizioni Del Baldo. 4. AA. Vv. (2010) Grotte della Grigna e del Lecchese, Comunità Montana Valsassina Valvarrone Val d’Esino e Riviera. 5. Buzzoni Pietro, Spandri Andrea, Carì Giuseppe (2007) Calcare d’autore – Arrampicare nella Grigna dimenticata e sconosciuta, Comunità Montana Valsassina Valvarrone Val d’Esino e Riviera. 6. Carlo Caccia, Domenico Flavio Ronzoni (2013) Il Gruppo delle Grigne, Bellavite 7. Carta turistica escursionistica al 1:35.000 GRIGNE, RESEGONE, CAMPELLI, TRE SIGNORI E LEGNONE, C.M. Valsassina Valvarrone Val d’Esino e Riviera.

Sitografia http://www.valsassinacultura.it/ - http://www.parcogrigna.it/ - http://www.valsassina.it/ - http://www.ilgrinzone.it/ - http://www.termeditartavalle.it/ - https://www.montagnelagodicomo.it/ - https://www.luoghimisteriosi.it

Foto: Archivi Comunità Montana e Parco, Tecla Bertarini, Alice Marcati, Diego Panzeri, Valerio Ricciardelli. VALSASSINA VALVARRONE VAL D’ESINOERIVIERA COMUNITà MONTANA  16 15 14 13 12 gennaio11 10 9 8 7 6 5 4 3 2 1 M L D S V G M M L D S V G M M L S. MarcelloPapa S. Mauro SS. FeliceeBianca S. Ilario S. Modesto S. IginoPapa S. Aldo S. Giuliano SS. SeverinoeMassimo SS. LucianoeRaimondo Epifania delSignore S. Amelia S. Ermete S. Genoveffa S.Basilio Vescovo Capodanno [email protected] -www.parcogrigna.it -www.valsassina.it pec:[email protected] [email protected] 23816 -Barzio(LC) - Via Fornace Merlo, 2- Tel. 0341910144-Fax 0341910154 Ente Gestore: Comunità Montana Valsassina Valvarrone Val d’EsinoeRiviera Parco RegionaleGrignaSettentrionale 22 21 20 19 18 17 31 30 29 28 27 26 25 24 23 M M L D S V G M M L D S V G M S. GiovanniBosco SS. MartinaeSavina SS. CostanzoeCesario SS. Tommasoe Valerio S.Merici Angela SS.Paola Tito,e Timoteo Conversione diS. Paolo S. FrancescodiSales S. Emerenziana S. Vincenzo S. Agnese S. Sebastiano S. Mario S. Liberata S. Antonio Grigna SettentrionaleoGrignone il grUPPo delle grigne... la “Vetta” Il Gruppo delle Grigne appartiene alle Prealpi Lombarde ed è for- mato dalla catena montuosa che va da a , delimitata a ovest dal lago e a est dalla Valsassina. Le vette principali sono la Grigna Meridionale (m 2177), nota come Grignetta e la Grigna Settentrionale (m 2409) nota come Grignone o per gli abitanti del- la Valsassina semplicemente “Vetta”, come viene chiamata dagli abitanti della Valsassina. Il Grignone ha una caratteristica struttura piramidale, con tre co- stiere ben definite: a sud la Cresta di Releccio, che si prolunga verso est nel Sasso dei Carbonari e nel Sasso Cavallo; a nord- ovest la Cresta di Piancaformia e poi la Costa di Prada; a nord-est la Cresta del Nevaio, che si estende poi nella Grigna di Primaluna e di Cortabbio, nel Palone e nel Pizzo d’Eghen. A pochi metri dalla vetta è situato il Rifugio Brioschi, da cui si gode una vista a 360° su gran parte dell’arco alpino, sulle Orobie e la Valsassina, sulla vicina Grignetta e in basso sulla Pianura Padana. Si tratta di un balcone eccezionale perché da lassù oltre al , anche i colossi granitici del Masino - Bregaglia e poi il Disgrazia e il Bernina appaiono con chiarezza, perfettamente riconoscibili nei loro maggiori dettagli all’occhio esperto, mentre più lontani, verso nord-ovest, spiccano i giganti dell’Oberland Bernese.

ITINERARIO SUGGERITO IN PILLOLE RIFUGIO PIALERAL – GRIGNA SETTENTRIONALE N° SEGNAVIA: 33 DIffICOLTà: facile DISLIVELLO: 997 m (salita) TEMPO DI PERCORRENzA: 3,15 h. I dettagli e numerosi altri itinerari per raggiungere la vetta della Grigna Settentrionale sono descritti nella Carta turistica escursionistica al 1:35.000 GRIGNE, RESEGONE, CAMPELLI, TRE SIGNORI E LEGNONE, C.M. Valsassina Valvarrone Val d’Esino e Riviera.

STORIA MITI E LEGGENDE LO SAPEVATE CHE... Di origine incerta è il significato del nome attribuito alla vetta. Alcuni affermano che derivi dal celtico o germanico Nell’ottobre 1886 un giovane sacerdote raggiunse la vetta della gries, che significherebbe “sabbia”, e infatti la roccia del complesso ha la caratteristica di essere friabile. Grigna Settentrionale. Altri dicono che grigna significhi “caverna” per l’aspetto geomorfologico che la caratterizza: in effetti la montagna Nel 1892, questa volta in agosto, lo stesso personaggio era è molto frequentata da speleologi per la gran quantità di cavità e abissi. In molti concordano nell’asserire che il nuovamente sul punto più alto del Grignone e nel 1913, ancora in nome Grigna derivi dal lombardo grignà, cioè ridere con rabbia, digrignando i denti, in quanto la cresta dentellata ottobre, passò addirittura quattro giorni lassù. della montagna, sembra “digrignare” nel cielo come ridendo. Avvalora quest’ultimo significato anche la leggenda Quel sacerdote, laureato in teologia e in diritto canonico, si relativa alla nascita del gruppo delle Grigne, tramandata nei versi della celebre canzone La leggenda della chiamava Achille Ratti e il 6 febbraio 1922 sarebbe stato eletto al Grigna, erroneamente ritenuta popolare e medioevale, ma in realtà parole e musica sono di Luigi Santucci. Gli soglio pontificio con il nome di Pio XI. uomini, da sempre, hanno attribuito alla montagna un valore arcano, quasi divino. Quanto più essa è pericolosa, tanto più vi nascono intorno delle leggende. In questo canto è addirittura una crudele guerriera, insensibile all’amore, che dopo aver ucciso il proprio spasimante diventa un’aspra montagna. Essa, però, verrà addolcita dalla tenacia degli abitanti del luogo, pronti sempre a rischiare la vita per scalarla.

DALL’ERBARIO... BUON ENRICO SALSA DI BUON ENRICO Il nome scientificoChenopodium deriva dal greco, testualmente tra- Ingredienti: 300 g di buon Enrico o spinacio mon- dotto come piede d’oca con riferimento alla forma delle foglie; l’origi- tagna, 2 uova, 2 acciughe, 4 cetriolini sott’aceto, 1 ne del nome bonus Hericus invece è discussa, pare che durante una cucchiaio di capperi, ½ bicchiere olio extravergine carestia Re Enrico VI di Francia, divenuto poi protettore dei botanici, oliva, sale, pepe. abbia consigliato ai sudditi l’uso di tale erba ricca di proprietà nutritive, Lavate il buon Enrico in acqua salata e scolatelo. Frullate- salvando così numerose persone dalla morte per fame. lo poi assieme ai capperi, alle acciughe, ai cetriolini e alle Il buon Enrico o Spinacio di montagna (Chenopodium bonus Hericus) è uova sode, aggiungendo l’olio necessario a ottenere un una pianta erbacea che caratterizza i pascoli della Grigna in tutti i suoi composto omogeneo e cremoso. versanti; è facile quindi incontrarlo e anche riconoscerlo, in quanto le Versate il composto ottenuto in una scodella e amalga- foglie, grandi e carnose, risultano farinose al tatto. mate con poco sale e pepe. Questa salsa è buonissima sugli arrosti. Pizzo D’Eghen

1 G S. Verdiana 17 S S. Donato 2 V Pres. del Signore 18 D I di Quaresima 3 S S. Biagio 19 L S. Mansueto 4 D S. Gilberto 20 M S. Eleuterio 5 L S. Agata 21 M S. Germano 6 M S. Paolo Miki 22 G S. Margherita 7 M S. Teodoro 23 V S. Renzo 8 G S. Girolamo Emiliani 24 S S. Mattia 9 V S. Apollonia 25 D II di Quaresima 10 S S. Scolastica 26 L S. Romeo 11 D B.V. di Lourdes 27 M S. Leandro 12 L S. Eulalia 28 M S. Timoteo

febbraio 13 M S. Maura 14 M S. Valentino 15 G S. Faustino 16 V S. Giuliana 

Parco Regionale Grigna Settentrionale Ente Gestore: Comunità Montana Valsassina Valvarrone Val d’Esino e Riviera 23816 - Barzio (LC) - Via Fornace Merlo, 2 - Tel. 0341 910144 - Fax 0341 910154 pec:[email protected] - [email protected] COMUNITà MONTANA VALSASSINA VALVARRONE VAL D’ESINO E RIVIERA [email protected] - www.parcogrigna.it - www.valsassina.it il PiZZo d’egHen... PaleStra all’aria aPerta Se pensiamo ad una cima isolata, con accesso difficile e remoto, con sentieri di avvicinamento severi e fastidiosi, in ambiente a volte ostile, ma affascinante, questa cima è sicuramente il Piz d’Eghen. Esposto a nord nord-ovest, il Pizzo è formato da una vasta parete di pilastri compatti e verticali, spesso strapiombanti, alti oltre 500 metri e che precipitano nella selvaggia Valle dei Mulini, poco conosciuta e ancor meno frequentata, ma di notevole interesse ambientale e geologico. La parete del Pizzo è sicuramente la meno accessibile del Gruppo delle Grigne, ma riserva itinerari di grande levatura e di sicura soddisfazione alpinistica. Si tratta di itinerari destinati ad arrampicatori esperti, che sappiano muoversi in ambienti difficili, isolati e caratterizzati da sentieri talvolta complicati. Gli accessi alla parete, che di solito per altri luoghi rappresentano una difficoltà marginale alla scalata, qui diventano parte integrante dell’avventura, sia per il notevole dislivello dei percorsi, sia per l’ambiente selvaggio in cui si svolgono, con difficoltà quindi non alla portata del semplice escursionista.

ITINERARIO SUGGERITO IN PILLOLE PRATO SAN PIETRO – VALLE DEI MULINI – RIFUGIO BOGANI N° SEGNAVIA: 39 - 25 DIffICOLTà: facile DISLIVELLO: 1316 m (salita) TEMPO DI PERCORRENzA: 3,30 h. Un punto d’appoggio per affrontare uno degli itinerari che porta al Pizzo d’Eghen è rappresentato dal Rifugio Bogani. Gli itinerari per raggiungere il Pizzo sono descritti in Buzzoni Pietro, Spandri Andrea, Carì Giuseppe (2007) Calcare d’autore – Arrampicare nella Grigna dimenticata e sconosciuta, C.M. Valsassina Valvarrone Val d’Esino e Riviera STORIA MITI E LEGGENDE LO SAPEVATE CHE... Sicuramente i primi a calcare la cima del Pizzo d’Eghen furono dei locali cacciatori o pastori, saliti per gli Esiste una favola, molto tenera, ambientata tra Prato San Pietro, erbosi pendii del versante sud ovest del Palone Settentrionale. la Valle dei Mulini e la Grigna di Moncodeno. Narra la vicenda di Anche la sottostante e ancor oggi impervia Vallori era abitualmente percorsa da abili boscaioli. Infatti, gli due orsi, che con i loro cuccioli vivevano serenamente ma, un anziani di Cortenova ricordano che, per essere usati come travi dei tetti di molte case del vecchio paese giorno, un cacciatore crudele di Prato San Pietro si appostò ed furono utilizzati i larici tagliati e poi calati lungo i ripidi pendii della parete est del Pizzo d’Eghen e dalle cime uccise l’orsa ed un piccolo. Il maschio e l’altro piccolo riuscirono del Palone. a sfuggire attraverso la cresta di Piancaformia e si rifugiarono in Si narrano rocambolesche avventure di pastori spinti più dalla necessità che da mire alpinistiche, che si una grotta, dove però precipitarono in un pozzo e morirono. La avventuravano lungo le esposte cenge del mitico Prà della Grigna, armati di piccole falci per racimolare Fata della Montagna indignata dal comportamento di quest’uomo, fasci di fen magro, che poi venivano calati alle baite lungo le pareti. per impedirgli di portare le sue due vittime come trofeo in paese, tramutò l’orsa nel pinnacolo di roccia chiamato La Monaca ed il suo piccolo in un cespuglio fiorito di rododendri posto ai suoi piedi. Il cespuglio, poi, tramutatasi in vipera, morsicò il cattivo e l’uccise. DALL’ERBARIO… ROVO CREMA DI MORE DI ROVO Le more selvatiche si possono raccogliere nei Ingredienti per 4 persone: 300 g di more, 10 amaretti, 200 ml di panna boschi e nelle campagne, anche lungo i mar- fresca, 2 bicchieri di liquore (rum o cherry), 1 cucchiaio di zucchero di gini della strada, facendo però attenzione alle canna. spine, estremamente appuntite, presenti sui Lavate le more e mettetele a sgocciolare su un foglio di carta assorbente. Rac- rovi (Rubus fruticosus). Le more hanno un sa- coglietele in una terrina e fatele macerare per un’ora con il liquore e lo zucchero pore dolce-acidulo, ma bisogna mangiarle ben sciolto in un cucchiaio d’acqua. Montate a neve ferma la panna ben fredda, mature perché siano gustose. aggiungete il succo di macerazione delle more e montate ancora finché il com- Contengono acido folico e aiutano a regolare i posto diventa piuttosto denso e soffice. Sbriciolate gli amaretti e aggiungeteli livelli di omocisteina, due sostanze importan- alla panna. Mettete un cucchiaio di questa crema sul fondo di quattro coppe, tissime soprattutto durante la gravidanza. disponete uno strato di more, copritelo con uno strato di panna ed infine un altro di more. Terminate guarnendo con amaretti sbriciolati e ciuffi di panna montata. Monte San Defendente

1 G S. Albino 17 S S. Patrizio 2 V S. Basilio 18 D V di Quaresima 3 S S. Cunegonda 19 L S. Giuseppe 4 D III di Quaresima 20 M Le Palme 5 L S. Adriano 21 M S. Benedetto 6 M S. Marciano 22 G S. Lea 7 M S. Felicita 23 V S. Turibio di M. 8 G S. Giovanni di Dio 24 S S. Romolo 9 V S. Francesca R. 25 D Le Palme marZo 10 S S. Simplicio 26 L S. Teodoro 11 D IV di Quaresima 27 M S. Francesco 12 L S. Massimiliano 28 M S. Ilarione 13 M S. Patrizia 29 G S. Secondo Martire 14 M S. Matilde 30 V S. Amedeo 15 G S. Longino , S. Luisa 31 S S. Beniamino 16 V S. Eriberto 

Parco Regionale Grigna Settentrionale Ente Gestore: Comunità Montana Valsassina Valvarrone Val d’Esino e Riviera 23816 - Barzio (LC) - Via Fornace Merlo, 2 - Tel. 0341 910144 - Fax 0341 910154 pec:[email protected] - [email protected] COMUNITà MONTANA VALSASSINA VALVARRONE VAL D’ESINO E RIVIERA [email protected] - www.parcogrigna.it - www.valsassina.it monte San defendente... Uno dei Sette fratelli eremiti Il Monte di San Defendente (1326 m), in passato detto Cavadino, offre una straordinaria visione su tutto il Lario, la Grigna Setten- trionale, il Legnone, il Pizzo e San Primo. Non molto sotto la vetta la montagna è tagliata dalla strada Valsassina-Esino, dal cui punto più elevato si gode quasi l’identico panorama. Su un grosso sasso precipite si erge attualmente una croce di ferro, ma in anni non lontani si vedevano ancora ruderi di muri, poi totalmente scomparsi. Nel corso di ricerche storiche emerse la notizia di una chiesuola che sorgeva sulla cima... Fulmini e mal- tempo erano però continui sulla vetta tanto isolata e così, alla fine, si decise di erigere una croce. Si riteneva che San Defendente proteggesse dai lupi e dagli in- cendi e proprio per tale ragione gli fu dedicata la cappella, ora non più esistente, su questo monte lariano, tristemente noto alla gente della Val d’Esino per gli incendi dei boschi.

ITINERARIO SUGGERITO IN PILLOLE ESINO LARIO – AGUEGLIO – MONTE SAN DEFENDENTE – BELLANO N° SEGNAVIA: 22 A DIffICOLTà: facile DISLIVELLO: 489 m (salita) – 180 m (discesa) TEMPO DI PERCORRENzA: 2,15 h. I dettagli e numerosi altri itinerari per raggiungere il Monte San Defendente sono descritti nella Carta turistica escursionistica al 1:35.000 GRIGNE, RESEGONE, CAMPELLI, TRE SIGNORI E LEGNONE, C.M. Valsassina Valvarrone Val d’Esino e Riviera.

STORIA MITI E LEGGENDE LO SAPEVATE CHE... Una suggestiva leggenda è quella dei sette santi della montagna che, secondo la tradizione, vivevano sulle La notte, lungo la Strada Provinciale 65 (Scenic Route 65) cime tra Valsassina e lago e ogni sera si salutavano tra loro con dei fuochi. che collega Parlasco a Esino, soprattutto nei pressi del Passo Alla base della credenza vi è l’antica usanza di accendere falò durante le feste propiziatorie e pure l’adozione, Agueglio, è frequente imbattersi nel re degli ungulati europei: il da parte dei soldati e delle popolazioni locali, di un sistema di segnalazioni luminose. Cervo (Cervus elaphus). Il cervo generalmente è in attività nelle I sette santi erano fratelli, sei maschi e una sorella di nome Margherita, che aveva preso dimora a Casargo. ore crepuscolari - notturne. Vive in branchi composti da femmine Poco lontano da lei, in un bosco, viveva il fratello Fedele, che poteva vedere il fratello Sfirio sul Legnoncino. e giovani, guidati da una femmina adulta. Dalla vetta della montagna questi poteva a sua volta osservare il fratello Calimero, che viveva sopra Pasturo I maschi entrano a far parte del branco solo nel periodo degli amori dove oggi sorge la chiesa a lui dedicata, e poi, sulle pendici del Muggio, vedeva anche i fratelli Ulderico e (settembre - ottobre), e i più forti (dominanti) emettono un richiamo Grato. Infine, vedeva il fratello Defendente, che viveva sul monte omonimo. amoroso (bramito) per invitare le femmine all’accoppiamento, o sfidare altri eventuali maschi rivali.

DALL’ERBARIO... CONfETTURA DI BACCHE DI ROSA CANINA E VANIGLIA ROSA CANINA Ingredienti: 500 g bacche di rosa canina, 250 g di zucchero semolato, 1 bacca I piccoli frutti della rosa canina (Rosa di vaniglia, acqua q.b. Lavate le bacche di rosa canina. Staccate delicatamente i canina L.) sono considerati le “sorgenti piccioli neri e aprite a metà per eliminare i semi e la peluria, passaggio semplice se le naturali” più concentrate di Vitamina C, bacche sono molto mature, altrimenti lasciatele intere. Trasferite in una casseruola e presente in quantità fino a 100 volte su- coprite con acqua fredda per circa due dita. Lasciate cuocere fino a quando saranno periore rispetto agli agrumi, e per questo completamente morbide, girandole ogni tanto finché le bacche non risultano tenere, in grado di contribuire al rafforzamento eventualmente aggiungendo man mano poca acqua. Otterrete 700 gr di purea, che delle difese naturali. andrà passata per eliminare i semi. Rimettete la crema ottenuta nella casseruola, Lungo il sentiero che da Esino sale al aggiungete lo zucchero e i semi di una bacca di vaniglia, portate ad ebollizione fino ad Monte San Defendente, è possibile in- addensamento. Versate la confettura in vasetti di vetro sterilizzati, chiudete e capovolgete contrare questi colorati cespugli, dal fio- per creare il sottovuoto. Coprite con un panno e lasciate raffreddare completamente re e bacche appariscenti. prima di capovolgere i vasetti. Conservare in luogo fresco. Pizzo della Pieve

1 D Pasqua della Resurrezione 17 M S. Aniceto 2 L Dell’Angelo 18 M S. Galdino 3 M S. Riccardo 19 G S. Ermogene 4 M S. Isidoro 20 V S. Adalgisa 5 G S. Vincenzo Ferrer 21 S S. Anselmo 6 V Dell’Angelo 22 D SS. Sotero e Caio 7 S S. Ermanno 23 L S. Giorgio 8 D S. Alberto D. 24 M S. Fedele

aPrile 9 L S. Maria Cleofe 25 M S. Marco E. 10 M S. Terenzio 26 G S. Cleto 11 M S. Stanislao V. 27 V S. Zita 12 G in Albis 28 S S. Valeria 13 V S. Martino 29 D S. Caterina 14 S S. Abbondio 30 L S. Pio V 15 D S. Annibale 16 L S. Lamberto 

Parco Regionale Grigna Settentrionale Ente Gestore: Comunità Montana Valsassina Valvarrone Val d’Esino e Riviera 23816 - Barzio (LC) - Via Fornace Merlo, 2 - Tel. 0341 910144 - Fax 0341 910154 pec:[email protected] - [email protected] COMUNITà MONTANA VALSASSINA VALVARRONE VAL D’ESINO E RIVIERA [email protected] - www.parcogrigna.it - www.valsassina.it il PiZZo della PieVe... o grigna di PrimalUna Il Pizzo della Pieve è così chiamato perché sovrasta il paese di Primaluna (la Pieve), da sempre considerato centro religioso della Valsassina. La parete nord, più comunemente chiamata parete “Fasana”, in omaggio al suo primo scalatore, Eugenio Fasana, svolge un importante riferimento: nei mesi invernali la sua mae- stosa presenza determina le ore di sole e di ombra nei paesi della valle. Questa parete entra da sempre a far parte integrante dei trascorsi storici Valsassinesi. Varie leggende la vedono protagonista e la raccontano come un luogo di confino, una specie di Limbo delle anime non meritevoli del Paradiso, dove nelle notti in cui il vento sibilava fra le sue torri, si udivano i lamenti dei dannati. Le credenze dei valligiani però non intimorirono Eugenio Fasana che, agli albori dell’alpinismo, il 21 giugno del 1925, equipaggiato di coraggio e volontà, salì per primo (senza chiodi) la logica suc- cessione dei camini sul lato destro della parete. Recentemente sulla Fasana sono state tracciate vie estreme di misto invernale, che hanno creato un nuovo interesse e dato nuo- va vita al Pizzo della Pieve.

ITINERARIO SUGGERITO IN PILLOLE BAIEDO (Pasturo) – RIFUGIO RIVA N° SEGNAVIA: 34 DIffICOLTà: elementare DISLIVELLO: 400 m (salita) TEMPO DI PERCORRENzA: 1,15 h. Il punto d’appoggio più logico per affrontare gli itinerari che portano alla parete Fasana è il Rifugio Riva. Gli itinerari per raggiungere la Parete sono descritti in Buzzoni Pietro, Spandri Andrea, Carì Giuseppe (2007) Calcare d’autore – Arrampicare nella Grigna dimenticata e sconosciuta, C.M. Valsassina Valvarrone Val d’Esino e Riviera. STORIA MITI E LEGGENDE LO SAPEVATE CHE... Era il 27 dicembre 1931 quando due giovani alpinisti di Milano, Severino Veronelli e Bruno Cattaneo, Il rifugio Giovanni Riva fu inaugurato nel 1950. Ha quindi una partirono dal Pialeral decisi a salire in prima invernale la temuta parete nord-est del Pizzo della Pieve. storia breve se paragonata a quella degli altri ricoveri delle Grigne, Il giorno seguente, non vedendoli tornare, il custode del rifugio avviò le ricerche e il 30 dicembre due corpi la cui edificazione, al più tardi, risale ai primi anni del Novecento. furono avvistati in piena parete. Il giorno successivo il “forte” alpinista lecchese Giovanni Gandin ne tentò il In realtà, dove oggi sorge il rifugio Riva, già all’inizio del XX secolo recupero, ma venne cacciato alla base dopo soli 80 metri di scalata e in seguito il 1 gennaio 1932, Vitale esisteva una baita di proprietà della famiglia Manzoni di Primaluna, Bramani dichiarò impossibile ogni operazione. Ma gli amici di Veronelli e Cattaneo non si diedero per vinti che Martina Manzoni e suo marito Matteo Ticozzi, guida alpina, e ingaggiarono le celebri guide valdostane Amato e Alberto Bich che il 4 gennaio, ancora con Giovanni decisero di ampliare. Gandin, erano all’attacco della parete. La temperatura s’era fatta repentinamente mite a causa di un Il rifugio fu intitolato a Giovanni Riva detto “Sora”, compagno di improvviso scirocco e il recupero, giudicato impossibile soltanto pochi giorni prima, divenne realtà. I giornali Riccardo Cassin in alcune scalate, precipitato nel 1934 dall’Ago dell’epoca parlarono di impresa eroica e anche il presidente generale del CAI, Marianesi, non mancò di Teresina. esprimere la propria ammirazione con un telegramma.

DALL’ERBARIO... ROBINIA fRITTELLE DI fIORI DI ROBINIA La robinia o acacia (Robinia pseudoacacia L.) è una pianta Ingredienti per 6 persone: 12 fiori di robinia (grappoli), spontanea diffusa nel nostro territorio, con proprietà mediche, 180 g di farina, 2 uova, zucchero, 140 ml di acqua, 140 e capacità di arricchire il terreno di azoto, apprezzate capaci- ml di birra, rum, 30 ml di olio extravergine di oliva, sale, tà nettarifere, ma anche un alto potere invasivo, che tende a olio di semi per friggere. Mescolate assieme tutti gli ingre- ostacolare la flora locale e la biodiversità. Possiede proprietà dienti, tranne gli albumi, e mettere da parte la pastella ottenuta. antispasmiche, emollienti e toniche; l’infuso nel vino di fiori es- Nel frattempo lavate e asciugate i fiori di robinia, cospargeteli di siccati per curare l’anemia, l’infuso per alleviare il mal di testa, zucchero, irrorate di rum e lasciateli macerare per un paio d’ore. favorire la secrezione della bile e attenuare crampi e dolori allo Sbattete gli albumi a neve e aggiungeteli alla pastella mesco- stomaco. Con il polline dei suoi fiori le api producono un miele lando lentamente e delicatamente dall’alto in basso. Passate i molto pregiato e apprezzato, che cristallizza con tempi molto fiori nella pastella, friggeteli nell’olio bollente e poi metteteli su più lunghi rispetto agli altri. Lungo il fondovalle sono numerose della carta assorbente da cucina a perdere l’unto in eccesso. le piante di robinia che si incontrano anche a basse quote. Servite le frittelle calde spolverate di zucchero a velo. Moncodeno

1 M Festa del Lavoro 17 G S. Pasquale conf. 2 M S. Atanasio 18 V S. Giovanni Papa 3 G SS. Filippo e Giacomo 19 S S. Pietro 4 V S. Silvano 20 D Pentecoste 5 S S. Pellegrino 21 L S. Vittorio 6 D S. Giuditta 22 M S. Rita da Cascia 7 L S. Flavia 23 M S. Desiderio 8 M S. Desiderato 24 G B.V. Maria Ausiliatrice 9 M S. Gregorio 25 V S. Urbano 10 G S. Antonino 26 S S. Filippo Neri maggio 11 V S. Fabio 27 D SS. Trinità 12 S S. Rossana 28 L S. Emilio 13 D Ascensione del Signore 29 M S. Massimino 14 L S. Mattia 30 M S. Felice I papa 15 M S. Severino 31 G Visitaz. B. M. V. 16 M S. Ubaldo 

Parco Regionale Grigna Settentrionale Ente Gestore: Comunità Montana Valsassina Valvarrone Val d’Esino e Riviera 23816 - Barzio (LC) - Via Fornace Merlo, 2 - Tel. 0341 910144 - Fax 0341 910154 pec:[email protected] - [email protected] COMUNITà MONTANA VALSASSINA VALVARRONE VAL D’ESINO E RIVIERA [email protected] - www.parcogrigna.it - www.valsassina.it il moncodeno... dUe PaSSi nel carSiSmo! Il carsismo è molto diffuso in Grigna, ma raggiunge la sua massi- ma espressione in Moncodeno dove la densità di doline e grotte (quasi 500 in un’area di meno di 2 km²) è tra le più alte d’Italia. Una vera meraviglia, da scoprire passo dopo passo! È in questa area e nell’adiacente Releccio che sono state sinora trovate le grotte più profonde del massiccio. Il Moncodeno è un ampio anfiteatro di forma pressoché rettangolare che occupa il versante nord del Grignone. L’aspetto è quello tipico delle zone carsiche di alta montagna, con roccia nuda, doline, dossi e super- fici piatte in roccia. Solo la parte bassa del Moncodeno assume un aspetto differente a causa della copertura del suolo e della presenza del bosco di larici. Durante le glaciazioni il Moncodeno costituiva la zona di accumulo di un ghiacciaio locale la cui pre- senza ha interagito con il carsismo nel generare il paesaggio che attualmente osserviamo. Molte doline hanno il fondo occupato da detriti e grossi blocchi depositati in seguito a crolli (doline di crol- lo). Tra doline contigue, o al bordo di doline isolate, sono spesso presenti archi in roccia, a testimoniare la presenza di un vuoto ipogeo che precedeva il collasso. In Moncodeno è presente un’ul- teriore tipo di doline, costituito da sale sotterranee o basi di pozzi decapitati dall’erosione glaciale, con il fondo privo di grossi massi.

ITINERARIO SUGGERITO IN PILLOLE RIFUGIO BOGANI – BOCCHETTA DEL NEVAIO – GRIGNA SETTENTRIONALE (Via del Nevaio) N° SEGNAVIA: 36 - 37 DIffICOLTà: molto impegnativo DISLIVELLO: 593 m (salita) TEMPO DI PERCORRENzA: 2,45 h. I dettagli e numerosi altri itinerari sono descritti nella Carta turistica escursionistica al 1:35.000 GRIGNE, RESEGONE, CAMPELLI, TRE SIGNORI E LEGNONE, C.M. Valsassina Valvarrone Val d’Esino e Riviera e nella pubblicazione Alfredo Bini, Alberto Pellegrini, Luisa Zuccoli (2003) Itinerari naturalistici in Moncodeno, C.M. Valsassina Valvarrone Val d’Esino e Riviera STORIA MITI E LEGGENDE LO SAPEVATE CHE... Nel 1881 si celebrò a Milano il quattordicesimo congresso degli alpinisti italiani. I delegati del Club Alpino Il carsismo è l’insieme di fenomeni che derivano dalla parziale Italiano (CAI) vennero invitati a partecipare ad una cerimonia destinata ad entrare nella storia dell’alpinismo solubilità in acqua di alcune rocce. Tra le rocce solubili alcune, lombardo. come il gesso e il salgemma, si dissolvono anche in acqua pura; A 1800 m di quota, sul versante settentrionale della Grigna Settentrionale (Grignone), nella zona nota al altre, come il calcare e la dolomia, richiedono un ambiente acido, mondo scientifico per gli studi del presidente della sezione milanese del CAI, l’abate e geologo lecchese ma in natura tutte le precipitazioni meteoriche ossia la pioggia, la Antonio Stoppani, venne inaugurata la Capanna di Moncodeno. Fu il primo rifugio su quelle che, nei decenni grandine e la neve sono leggermente acide perché contengono anidride carbonica (CO ). La pioggia, leggermente acida, cade successivi, diventeranno le montagne più popolari della Lombardia, le Grigne. 2 La Capanna fu distrutta da una valanga nel 1897. Il CAI di Monza decise di ricostruirla poco distante nel sulle rocce calcaree, in parte scorrendo sulla superficie e, in parte 1906, chiamandola Capanna Monza, che fu incendiata e distrutta dai nazifascisti nel 1944. Al nuovo penetrando sottoterra. L’azione di scioglimento si esplica, pertanto, edificio, ricostruito e inaugurato nel 1951, fu dato il nome di Rifugio Arnaldo Bogani. sia in superficie, producendo carsismo superficiale (doline, campi solcati, scannellature ecc) sia in profondità, producendo carsismo profondo, ossia le grotte. DALL’ERBARIO... ORTICHE GNOCCHI DI ORTICHE Riscoperta dai cultori della cucina vegetariana, l’elevato Ingredienti per 4 persone: 400 g di ortica, 300 g di pane raf- contenuto di proteine rendono l’ortica (Ortica dioica), come fermo, 3 uova, 70 g di farina, 40 g di pecorino stagionato, la soia un valido sostituto della carne. 130 g di pecorino fresco, 6 foglie di salvia, pangrattato, 30 Per le sue proprietà diuretiche se ne consiglia l’uso in ml di latte, 70 g di burro, noce moscata, sale e pepe. presenza di malattie cardiache ed edemi. Facile incontrare/ Pulite e lavate le ortiche, poi tagliuzzatele. In una ciotola unite il scontrarsi con questa erbacea “urticante”, che per essere pane sbriciolato, il latte, le uova, la farina, l’ortica e il pecorino raccolta necessita dell’uso dei guanti. fresco a dadini. Mescolate l’impasto aggiungendo farina e pan- Il liquido urticante (una miscela di varie sostanze, fra cui grattato, se necessario, insaporendo con noce moscata, sale e serotonina, istamina, acetilcolina, acido acetico, acido pepe. Portate ad ebollizione una pentola d’acqua salata e versatevi butirrico, leucotrieni e acido formico) presente in tutta la pianta, perde completamente il suo effetto in cottura. l’impasto con un cucchiaio. Scolate gli gnocchi una volta a galla e conditeli in una zuppiera con burro, salvia e pecorino grattugiato. Tartavalle

1 V S. Giustino 17 D S. Gregorio 2 S Festa della Repubblica 18 L S. Marina 3 D Corpus Domini 19 M S. Gervasio 4 L S. Quirino 20 M S. Ettore 5 M S. Bonifacio 21 G S. Luigi Gonzaga 6 M S. Norberto 22 V S. Paolino da Nola 7 G S. Roberto 23 S S. Lanfranco 8 V S. Medardo 24 D Natività S. Giovanni B. 9 S S. Efrem 25 L S. Guglielmo giUgno 10 D S. Diana 26 M S. Vigilio 11 L S. Barnaba 27 M S. Cirillo 12 M S. Guido 28 G S. Attilio 13 M S. Antonio da Padova 29 V SS. Pietro e Paolo 14 G S. Eliseo 30 S SS. Primi Martiri 15 V S. Germana 16 S S. Aureliano 

Parco Regionale Grigna Settentrionale Ente Gestore: Comunità Montana Valsassina Valvarrone Val d’Esino e Riviera 23816 - Barzio (LC) - Via Fornace Merlo, 2 - Tel. 0341 910144 - Fax 0341 910154 pec:[email protected] - [email protected] COMUNITà MONTANA VALSASSINA VALVARRONE VAL D’ESINO E RIVIERA [email protected] - www.parcogrigna.it - www.valsassina.it le terme di tartaValle... la rinaScita? La località di Tartavalle, situata nel comune di Taceno, è famosa come ex stazione termale. Nel 1839 Antonio Fondra, residente a Taceno, scoprì nella zona di Tartavalle una sorgente di acqua potabile, la quale risultava avere effetti benefici su coloro che la bevevano. Perciò nel 1847 Padre Ottavio Ferrario, uno dei più autorevoli chimici dell’epoca, giunse in Valsassina appositamente per analizzarla e la qualificò come acqua magnesiaca ferruginosa. La fama della fonte crebbe così di anno in anno (nel 1907 si quantificò un numero di 1500 visitatori), tanto da favorire nel 1905 la nascita di un albergo e di uno stabilimento balneare, diretto dai fratelli Don Clemente e Don Tranquillo Fondra. Nel 1929 sorse lo stabilimento termale, ampliato poi nel 1966. Le Terme di Tartavalle portarono un periodo di grande sviluppo turistico al piccolo paese di Taceno, che contava numerosi alberghi e ristoranti. Oggi le terme risultano chiuse.

ITINERARIO SUGGERITO IN PILLOLE TACENO – VENDROGNO – SAN GRATO – GIUMELLO N° SEGNAVIA: M. Muggio (Alta Muggiasca) DIffICOLTà: facile DISLIVELLO: 1293 m (salita) TEMPO DI PERCORRENzA: 4,30 h. I dettagli e numerosi altri itinerari sono descritti nella Carta turistica escursionistica al 1:35.000 GRIGNE, RESEGONE, CAMPELLI, TRE SIGNORI E LEGNONE, C.M. Valsassina Valvarrone Val d’Esino e Riviera.

STORIA MITI E LEGGENDE LO SAPEVATE CHE... Una leggenda narra che durante il XVII secolo ogni mercoledì le streghe convenissero ad una fonte d’acqua velenosa nella Nel nucleo vecchio di Taceno (Taséen in dialetto valsassinese), Piana di Tartavalle. Tra loro Bisaga spingeva le altre a stringere patto con il diavolo. Bisaga era sposata con un carbonaio molto nel 2007 sono stati realizzati tredici affreschi che rappresentano religioso che una sera decise di spiare la moglie sorprendendola mentre si cospargeva con un unguento segreto prima di volar via. Ella confessò i suoi malefici al marito, che promise di perdonarla a patto di essere condotto al ritrovo delle streghe. vecchi mestieri e attività commerciali che un tempo avevano sede Al convegno furono serviti per cena piatti insipidi, così che il carbonaio chiese del sale e quando lo ottenne esclamò “Dio sia in paese ed in particolare lungo la via Vittorio Emanuele, che lodato!”. A queste parole diavoli e streghe scomparvero, lasciando il carbonaio che all’alba si ritrovò a Tartavalle presso la attraversa il centro storico. fonte d’acqua maledetta. La notte successiva tornò dalle streghe, le quali, riconosciutolo, gli concedettero salva la vita purché Queste “finestre sul passato” raccontano, con un linguaggio giurasse di non tradire la congrega. Ma la Bisaga, sua moglie, non convinta, lo agguantò per le spalle, si levò in volo e lo lasciò figurativo, gli antichi lavori o le attività, con lo scopo di ricordare cadere. Prima di morire il carbonaio chiese perdono a Dio e fu trovato con le braccia poste a forma di croce. Per lui le campane suonarono l’Ave Maria. Il Diavolo, spaventato, abbandonò la Bisaga in un roveto. Questa, malconcia chiese aiuto ad un giovane alle nuove generazioni le proprie radici, le proprie tradizioni e la che la soccorse, ma volle conoscere la sua storia. Pur avendole promesso di mantenere il segreto sulla storia, il giovane propria cultura d’origine. cominciò a raccontarla e di bocca in bocca si sparse per tutta la valle. La nomea della Bisaga crebbe e quando fu rapito il figlio ancora bambino del signore della rocca di Bajedo, questi incolpò Bisaga che fu arrestata presso Tartavalle e condotta alla rocca di Marmoro, consegnata ai ‘Birri’ d’Introbio e trascinata a Lecco dove la bruciarono sopra una catasta di legna. DALL’ERBARIO... TARASSACO TORTA SALATA AL TARASSACO Il tarassaco (Taraxacum officinale L.) è una Ingredienti per 8 persone: 2 dischi di pasta sfoglia, 500 g di foglie di taras- delle erbe più note e diffuse in tutto il terri- saco, 250 g di pancetta affumicata, 60 g di cipolla, 2 uova e 1 tuorlo, 100 g torio, di particolare fascino sono le fioriture di pecorino grattugiato, 100 ml di olio extravergine di oliva. nei prati del fondovalle. Pulite e lavate accuratamente le foglie di tarassaco, scolatele e tagliuzzatele. Fate roso- Della pianta sono commestibili boccio- lare nell’olio la cipolla tritata, aggiungete la pancetta a striscioline e le foglie di tarassaco li, foglie e radici. Ha proprietà depurative, e passate il tutto per 5 minuti. In un altro tegame unite uova e formaggio con un filo diuretiche e toniche, il succo della pianta è d’olio e aggiungete il composto ottenuto in padella. Utilizzate i due dischi una come base usato anche per schiarire macchie cutanee ed una come copertura. Disponete la base in una teglia imburrata, versate il ripieno e ed efelidi. Questo fiore è possibile incon- coprite con il secondo disco, avendo cura di chiudere bene lungo il bordo. Bucherellate trarlo nei prati da sfalcio in grandi colonie, i fiori compaiono da maggio a settembre, la superficie con uno stuzzicadenti e spennellate con il tuorlo. Cuocete in forno caldo a mentre le foglie si trovano tutto l’anno. 180° per 15-20 minuti finché non risulta dorata. Accompagnate con salsa al pomodoro. Vezio

1 D S. Teobaldo 17 M S. Alessio 2 L S. Ottone 18 M S. Federico 3 M S. Tommaso 19 G S. Giusta 4 M S. Elisabetta 20 V S. Elia 5 G S. Antonio 21 S S. Lorenzo 6 V S. Maria Goretti 22 D S. Maria Maddalena 7 S S. Claudio 23 L S. Brigida 8 D S. Adriano III 24 M S. Cristina

lUglio 9 L S. Armando 25 M S. Giacomo 10 M S. Silvana 26 G SS. Gioacchino e Anna 11 M S. Benedetto 27 V S. Liliana 12 G S. Fortunato 28 S S. Nazario 13 V S. Enrico 29 D S. Marta 14 S S. Camillo 30 L S. Pietro Crisologo 15 D S. Bonaventura 31 M S. Ignazio 16 L N.S. del Carmelo 

Parco Regionale Grigna Settentrionale Ente Gestore: Comunità Montana Valsassina Valvarrone Val d’Esino e Riviera 23816 - Barzio (LC) - Via Fornace Merlo, 2 - Tel. 0341 910144 - Fax 0341 910154 pec:[email protected] - [email protected] COMUNITà MONTANA VALSASSINA VALVARRONE VAL D’ESINO E RIVIERA [email protected] - www.parcogrigna.it - www.valsassina.it tra foSSili e il ... anticHe fortificaZioni Al centro del Lario, sul promontorio che sovrasta Varenna si erge, da più di mille anni, il Castello di Vezio, un antico avamposto mi- litare di origine basso medioevale, eretto a difesa e controllo del lago e dei borghi circostanti. Situato in un luogo militarmente e commercialmente strategi- co, il Castello è stato associato in passato al borgo di Varenna e collegato ad esso da due lunghe braccia di mura che cingevano il paese fino al lago, proteggendo i suoi abitanti dalle frequenti guerre e dai saccheggi che sconvolsero il territorio durante tutto il medioevo. L’origine della fortificazione non è chiara: già nel V, IV sec. A.C. la collina di Vezio è stata probabilmente abitata e forse già dotata di alcune strutture difensive. Il toponimo di Vezio è di probabile origi- ne romana, come suggeriscono le famiglie romane, presenti an- che nel comasco, che portavano questo nome. Vari autori, fra cui il Pensa, attribuiscono al castello una funzione di centro militare strategico a guardia della strada Bellano - Esino Lario e di punto d’avvistamento e di segnalazione data la sua posizione ottimale per “sorvegliare” l’intero lago. Il Castello è visitabile e aperto al pubblico per gran parte dell’anno, di norma da marzo a inizio novembre.

ITINERARIO SUGGERITO IN PILLOLE OLIVEDO (Varenna) – VEZIO – ORTANELLA – ESINO LARIO N° SEGNAVIA: antica via romana, “strada Napoleona” o della Riviera DIffICOLTà: facile DISLIVELLO: 748 m (salita) – 131 m (discesa) TEMPO DI PERCORRENzA: 3,00 h. I dettagli e numerosi altri itinerari sono descritti nella Carta turistica escursionistica al 1:35.000 GRIGNE, RESEGONE, CAMPELLI, TRE SIGNORI E LEGNONE, C.M. Valsassina Valvarrore Val d’Esino e Riviera.

STORIA MITI E LEGGENDE LO SAPEVATE CHE... Si narra che la famosa Teodolinda, regina dei Longobardi, trascorrendo i suoi ultimi anni a Perledo, avesse All’interno della torre del Castello si possono osservare i calchi dei fossili fatto costruire la chiesa di San Martino con l’antico campanile a forma di torre, ed il castello di Vezio del Lariosauro, rettile marino preistorico vissuto nel Triassico medio (circa 245-235 milioni di anni fa) e venuto alla luce nel 1830 a Perledo. I reperti unitamente all’oratorio di Sant’Antonio per lasciare una traccia visibile della sua fede nel Cristianesimo. vennero studiati e descritti da Giuseppe Balsamo Crivelli sulla rivista “Il In Lombardia molte sono le località che rivendicano tale tradizione, tuttavia si deve tener conto che Politecnico di Milano” nel 1839. Solo nel 1847, appurato che si trattava l’ordinamento longobardo doveva munirsi delle migliori difese militari; nel caso di Vezio è evidente l’interesse di una nuova specie (e di un nuovo genere), Giulio Curioni gli attribuì il alla ricostruzione del castello (andato distrutto a seguito di eventi bellici non precisati) per la strategicità nome di Lariosaurus balsami. In media gli esemplari adulti di Lariosaurus della posizione. Il fantasma della regina vagherebbe nei giardini e nelle segrete durante le notti senza luna avevano una lunghezza compresa tra 60 e 130 cm. Si suppone che le e ciò viene rievocato con figure di gesso e cartapesta. zampe anteriori si fossero trasformate in strutture simili a pinne, mentre quelle posteriori avessero conservato l’originale struttura con cinque dita (forse palmate). Da alcuni anni il Castello di Vezio ospita, anche, un centro di addestramento rapaci che offre la possibilità ai visitatori di conoscere, apprezzare e sostenere l’antichissima arte della falconeria.

DALL’ERBARIO... PIANTAGGINE ROTOLINI DI PIANTAGGINE Diffusa lungo le strade, al margine dei campi e intorno a Ingredienti per 8 persone: 8 fette sottili di manzo, 16 foglie fossati, nell’antichità la piantaggine (Plantago lanceolata) di piantaggine, 80 g di pancetta a fette, 100 g di formaggio, era considerata preziosa per le sue virtù curative. 1 cipolla, 1 tazza di salsa di pomodoro, 150 g di farina, 7 Lenitiva in caso di disturbo alle vie aeree, utilizzata in infu- cucchiai di olio extravergine d’oliva, sale e pepe. sione anche come astringente e stimolatore della diuresi. Salate e pepate la carne, adagiate sulle fettine le foglie di piantag- La piantaggine è facile da incontrare al limitare di strade e gine scottate in acqua bollente, aggiungete la cipolla tagliata fine, sentieri in tutta la fascia lariana, anche nel tratto del sentie- la pancetta e il formaggio a pezzetti. ro del Viandante che porta al Castello di Vezio. Arrotolate tutte le fettine, infarinatele e rosolatele nell’olio su tutti i lati. Aggiungete poi la salsa di pomodoro e terminate la cottura. VALSASSINA VALVARRONE VAL D’ESINOERIVIERA COMUNITà MONTANA  16 15 14 13 12 11 agoSto10 9 8 7 6 5 4 3 2 1 G M M L D S V G M M L D S V G M S. Rocco Assunzione B.V. S. Alfredo S. Ippolito S. Giuliano S. Chiara S. Lorenzo S. Romano S. Domenico S. Gaetano S. Trasfigurazione S. Osvaldo S. Nicodemo S. Lidia S. Eusebio S. Alfonso [email protected] -www.parcogrigna.it -www.valsassina.it pec:[email protected] [email protected] 23816 -Barzio(LC) - Via Fornace Merlo, 2- Tel. 0341910144-Fax 0341910154 Ente Gestore: Comunità Montana Valsassina Valvarrone Val d’EsinoeRiviera Parco RegionaleGrignaSettentrionale 22 21 20 19 18 17 31 30 29 28 27 26 25 24 23 V G M M L D S V G M M L D S V S. Aristide S. Faustina Martirio diS.G.Battista S. Agostino S. Monica S. Alessandro S. L S. Bartolomeo S. S. Mariaregina S. PioX S. Bernardo S. Italo S. Elena S. Giacinto Rosa u dovico Pizzi diParlasco SUlle tracce del bandito i PiZZi di ParlaSco... della ValSaSSina I Pizzi di Parlasco sono così chiamati in quanto sovrastano il piccolo borgo di Parlasco, che custodisce, tra i suoi vicoli, l’affascinante leggenda del bandito Lasco. Questi, terminate le proprie scorriban- de notturne, si rifugiava spesso tra le pieghe dei contrafforti pietrosi. I pizzi costituiscono una bella cresta rocciosa che collega il Cainallo con Agueglio e, passando per la cima del Monte San Defendente, con Bellano. Per i bellanesi è la montagna sopra casa e trasmet- te, guardandola, la stessa sensazione che si prova percorrendo i sentieri che la risalgono: quella di trovarsi immersi in un mondo selvaggio e poco frequentato, con panorami mozzafiato sul lago, sulle Grigne e su tutto l’arco alpino. In cresta, sulle rocce dei piz- zi, si incontrano notevoli esemplari di sassifraga di Host (Saxifraga hostii Tausch), grandi cespugli di Vincetossico (Vincetoxicum hirun- dinaria Medik) e bellissimi cuscinetti di Saponaria rossa (Saponaria ocymoides L.), che ornano i massi di dolomia dando loro l’aspet- to di piccoli giardini rocciosi. Presenti, sia pure sporadicamente, anche la Pedicolare spiralata (Pedicularis gyroflexa), la Valeriana delle rupi (Valeriana saxatilis) e il Raponzolo chiomoso (Physoplexis comosa). Si incontrano, inoltre, nelle zone più asciutte il Carice del (Carex baldensis), la Vedovella alpina (Globularia nudi- caulis) e il Pero corvino (Amelanchier ovalis), mentre l’erba paglina (Moehringia moscuosa) comprare negli anfratti umidi.

ITINERARIO SUGGERITO IN PILLOLE PARLASCO – LA PORTA – PIZZI DI PARLASCO N° SEGNAVIA: - DIffICOLTà: impegnativo DISLIVELLO: 830 m (salita) TEMPO DI PERCORRENzA: 2,30 h I dettagli e numerosi altri itinerari per raggiungere i Pizzi di Parlasco sono descritti nella Carta turistica escursionistica al 1:35.000 GRIGNE, RESEGONE, CAMPELLI, TRE SIGNORI E LEGNONE, C.M. Valsassina Valvarrone Val d’Esino e Riviera.

STORIA MITI E LEGGENDE LO SAPEVATE CHE... La leggenda del Bandito Lasco ha per protagonista tale Sigifredo Falsandri, conte di Marmoro: di giorno Nel piccolo borgo di Parlasco è stato realizzato nel 2007 un amato benefattore per la sua magnanimità nei confronti dei bisognosi, di notte bandito che imperversava insieme di affreschi che narrano la leggendaria vicenda del Lasco, per la valle, alle prese con delitti e rapine. il bandito della Valsassina. A Parlasco sono ancora oggi visibili i pochi ruderi della Rocca di Marmoro, quartier generale del leggendario Attraversando le viette del paese è possibile ripercorrere la storia personaggio, le cui avventure tornano a rivivere attraverso gli affreschi presenti nelle vie del paese. del romanzo storico, ambientato nel XVII secolo, che narra la dura Lasco, il bandito della Valsassina, alias Conte di Marmoro, è il personaggio principale dell’omonimo e difficile vita degli abitanti di questo piccolo paese e di tutta la romanzo storico di Antonio Balbiani. La vicenda si svolge nel periodo della dominazione spagnola, al tempo Valsassina, in balìa degli eventi storici, dei signorotti locali e delle dei bravi di manzoniana memoria. credenze popolari. Il nome stesso Parlasco, potrebbe derivare dal luogo dove probabilmente, fu eretta la forca “per Lasco”.

DALL’ERBARIO... IL NOCCIOLO LA TORTA GRIGNA Il nocciolo (Corylus avellana) cresce spontaneo nei bo- Ingredienti per 6 persone: 220 g di farina, 230 g di zucchero, 220 schi italiani fino a 1200-1300 m slm. g di burro, 4 uova, 100 g di nocciole e 70 g di mandorle spellate I frutti sono commestibili a piena maturazione. e tritate molto finemente, 3 tazzine di caffè, 1 bustina di lievito, Per altri usi si prelevano fiori in febbraio, mentre foglie, 1 pizzico di sale, zucchero a velo. gemme e corteccia all’inizio della primavera. In ambito Lavorate con un cucchiaio di legno il burro con lo zucchero formando erboristico viene utilizzato come depurativo, febbrifu- una crema. Incorporate i tuorli al composto ottenuto. go, antinfiammatorio, astringente. Mescolate il lievito alla farina e uniteli gradatamente all’impasto. Mon- Il suo gemmoderivato dona elasticità ai tessuti ed è tate a neve gli albumi. Aggiungete il caffè, il pizzico di sale, le nocciole quindi indicato in caso di asma, bronchite, insufficien- e le mandorle tritate, ed infine gli albumi montati. Versate il composto za epatica e per ristabilire la salute di polmoni e fega- to. Lungo il sentiero che sale dal paese si incontrano in una tortiera imburrata e infarinata. Cuocete in forno caldo a 170° per numerosi noccioli. circa 40-45 minuti. Far raffreddare e spolverare con lo zucchero a velo. VALSASSINA VALVARRONE VAL D’ESINOERIVIERA COMUNITà MONTANA  16 Settembre15 14 13 12 11 10 9 8 7 6 5 4 3 2 1 D s V G M M L D s V G M M L D s S. Cornelio B.V. Addolorata Esalt. S. Croce S. GiovanniCristoforo SS. NomediMaria S. Diomene S. Nicola S. SergioPapa Natività B.V.M. S. Regina S. Umberto S. Vittorino S. Rosalia S. Gregorio S. Elpidio S. Egidio [email protected] -www.parcogrigna.it -www.valsassina.it pec:[email protected] [email protected] 23816 -Barzio(LC) - Via Fornace Merlo, 2- Tel. 0341910144-Fax 0341910154 Ente Gestore: Comunità Montana Valsassina Valvarrone Val d’EsinoeRiviera Parco RegionaleGrignaSettentrionale 22 21 20 19 18 17 30 29 28 27 26 25 24 23 D S V G M M L D S V G M M L S. Girolamo SS. Arcangeli S. Venceslao S. Vincenzo SS. CosimoeDamiano S. Aurelia S. Pacifico S. PiodaPetralcina S. Maurizio S. Matteo S. Eustachio S. Gennaro S. Sofia S. Roberto Alpe Moncodeno la gHiacciaia del moncodeno... tra Stalattiti e Stalagmiti La Grigna Settentrionale, oltre ad essere stata territorio di grandi imprese alpinistiche, è da diversi decenni oggetto di studio ed esplorazioni da parte di numerosi speleologi. Rappresenta uno dei più importanti bacini carsici italiani: il calcare regala centinaia di grotte, di sviluppo prevalentemente verticale. La Ghiacciaia del Moncodeno si può considerare la grotta simbolo della speleologia sul Grignone e la tradizione racconta che anche Leonardo da Vinci l’abbia visitata. La grotta è costituita semplice- mente da uno scivolo di alcuni metri, seguito da un pozzo di una decina di metri, attrezzato con una scala di alluminio. Alla base del pozzo si trova una sala con depositi glaciali interessati da modeste diramazioni laterali. Oggi il microclima della giazzera è cambiato e le stalattiti e le stalagmiti di ghiaccio di un tempo si sono notevolmente ridotte. Il motivo che diede più fama alla grotta, ancor prima dell’arrivo della corrente elettrica, è che essa servì come fonte di approvvi- gionamento di ghiaccio, il quale veniva portato a dorso di mulo o su carri fino al lago e poi ancora fino a Milano, dove finiva sulle tavole dei più abbienti sottoforma di sorbetti.

CAINALLO – RIfUGIO BOGANI CAINALLO – RIFUGIO BOGANI N° SEGNAVIA: 25 DIffICOLTà: elementare DISLIVELLO: 686 m (salita) 110 m – (discesa) TEMPO DI PERCORRENzA: 2,00 h. I dettagli e numerosi altri itinerari sono descritti nella Carta turistica escursionistica al 1:35.000 GRIGNE, RESEGONE, CAMPELLI, TRE SIGNORI E LEGNONE, C.M. Valsassina Valvarrone Val d’Esino e Riviera.

STORIA MITI E LEGGENDE LO SAPEVATE CHE... La Ghiacciaia del Moncodeno fu studiata, o perlomeno citata, da vari autori famosi, a partire da Paolo Per raggiungere l’ubicazione della ghiacciaia, seguire il sentiero Giovio con il suo Descriptio Larii lacus del 1559, da Nicolò Stenone che nel 1671 ne eseguì una topografia n° 25 fino a quota 1700 m s.l.m. Poco prima delle baite dell’Alpe e in una lettera a Cosimo III, Granduca di Toscana, ne fece un’accurata descrizione, esponendo anche delle Moncodeno si abbandona il sentiero e si prosegue deviando a importanti considerazioni sulla formazione del ghiaccio interno in connessione alla circolazione dell’aria. sinistra: qui bisogna fare attenzione e seguire una serie di bolli Poi fu la volta di Domenico Vandelli, che nel suo saggio Istoria naturale del Lago di Como, della Valsassina gialli sugli alberi e sulle rocce, fino ad arrivare all’ingresso della del 1763 suppone la relazione tra la Ghiacciaia del Moncodeno e la Grotta di (ipotesi poi ghiacciaia dopo circa 15 minuti dalla deviazione. comprovata con l’uso di traccianti colorati nel 1989). In seguito, alla fine dell’ottocento, Antonio Stoppani e Secondo l’art. 9 del Regolamento per la disciplina della fruizione e Giovanni Cermenati, oltre a a numerosi altri autori, citano la ghiacciaia nei propri scritti. In realtà anche la la salvaguardia della fauna e della flora del SIC IT2030001 Grigna Grotta di Fiumelatte ebbe la stessa fama. Settentrionale, nella Ghiacciaia del Moncodeno non possono Anzi molti andavano prima a visitare quest’ultima che si trovava vicino alla strada costiera del Lago di sostare contemporaneamente all’interno più di cinque persone e Como e poi alla Ghiacciaia del Moncodeno. la sosta non deve prolungarsi per più di dieci minuti.

DALL’ERBARIO... MIRTILLO ROSSO ORzO PERLATO CON PORCINI E MIRTILLI ROSSI Le bacche (i frutti) del mirtillo rosso (Vaccinium Ingredienti per 4 persone: 250 g di orzo perlato, 250 g di porcini vitis idaea) contengono numerosi principi attivi, freschi (oppure 50 g di secchi), 2 cucchiai di mirtilli rossi, 1 l di tra cui le vitamine A e C, l’acido citrico e l’acido brodo, 40g di parmigiano, 1 cipolla, 1 spicchio d’aglio, 1 mazzetto malico. Se ne sconsiglia il consumo a chi soffre di prezzemolo, 1 bicchiere di vino bianco secco, 4 cucchiai d’olio di problemi renali, in quanto contiene ossalato, extravergine d’oliva. un sale che entra nella composizione dei calcoli Soffriggete in olio metà cipolla e quando diventa morbida e trasparente unite renali. l’orzo, per farlo tostare. Sfumate con il vino bianco fino a completa evapo- Nel perido di agosto e settembre è possibile rac- razione, aggiungete il brodo e lasciate cuocere a fuoco moderato per circa coglierne i frutti, magari durante una passeggia- un’ora e mezza. A parte trifolare i funghi con un trito fine di cipolla, aglio ta per funghi. e prezzemolo. Quando l’orzo è pronto, unite i funghi, i mirtilli, il formaggio grattuggiato e mantecare. Spolverate con prezzemolo tritato e servite caldo. VALSASSINA VALVARRONE VAL D’ESINOERIVIERA COMUNITà MONTANA  16 15 14 13 12 ottobre11 10 9 8 7 6 5 4 3 2 1 M L D S V G M M L D S V G M M L S. Gallo S. Teresad’Avila S. Callisto S. Edoardo S. Serafino S. Firmino S. Daniele S. Dionigi S. Pelagia B.V.M. delRosario S. Bruno S. Placido S. Francescod’Assisi S. Gerardo SS.Custodi Angeli S. Teresa [email protected] -www.parcogrigna.it -www.valsassina.it pec:[email protected] [email protected] 23816 -Barzio(LC) - Via Fornace Merlo, 2- Tel. 0341910144-Fax 0341910154 Ente Gestore: Comunità Montana Valsassina Valvarrone Val d’EsinoeRiviera Parco RegionaleGrignaSettentrionale 22 21 20 19 18 17 31 30 29 28 27 26 25 24 23 M M L D S V G M M L D S V G M S. Lucilla S. Germano S. Ermelinda SS. SimoneeGiuda S. Fiorenzo S. Evaristopapa S. Crispino S. Antonio S. GiovannidaC. S. Donato S. Orsola S. Irene S. Isacco S. Luca S. Ignazio Varenna fiUmelatte il troPPo Pieno SPUmeggiante La Grotta di Fiumelatte è una grossa sorgente carsica temporanea attiva quasi regolarmente da fine marzo a novembre. Quando è attiva, dalla grotta esce un grosso torrente che scende molto ripido e spumeggiante fino al lago: il fiume di latte, ovvero il Fiumelatte. Molti scienziati si sono interessati al Fiumelatte tra cui: Leonardo da Vinci, Paolo Giovio, Lazzaro Spallanzani, e Anto- nio Stoppani. La Grotta si apre nel Calcare di Perledo - Varenna e nelle sue facies di transizione al Calcare di Esino (Ladinico). Tutte le gallerie sono orientate secondo una serie di famiglie di frattura e sono influenzate dalla stratificazione, molto sottile, del Calcare di Perledo - Varenna; per tali motivi le gallerie descrivono vari anelli e sono in parte sovrapposte tra loro. La grotta presenta tre ingressi e le acque di Fiumelatte fuoriesco- no dall’ingresso inferiore. L’origine delle acque del Fiumelatte ha interessato gli studiosi sin dagli albori della scienza stessa; alcuni di loro ritenevano che le acque provenissero dal Moncodeno, altri che derivassero da perdite del Torrente Esino. In realtà è stato recentemente dimostrato che avevano ragione entrambi: la massa principale delle acque proviene dal Moncode- no e la restante parte proviene anche dal Torrente Esino.

ITINERARIO SUGGERITO IN PILLOLE BELLANO – VEZIO – FIUMELATTE - N° SEGNAVIA: Sentiero del Viandante, antica via romana, “STRADA Napoleona” o della Riviera DIffICOLTà: facile DISLIVELLO: 896 m (salita) – 946 m (discesa) TEMPO DI PERCORRENzA: 3,00 h. I dettagli e numerosi altri itinerari sono descritti nella Carta turistica escursionistica al 1:35.000 GRIGNE, RESEGONE, CAMPELLI, TRE SIGNORI E LEGNONE, C.M. Valsassina Valvarrone Val d’Esino e Riviera.

STORIA MITI E LEGGENDE LO SAPEVATE CHE... Una leggenda dice che nell’antichità, nel punto dove si trova la sorgente di Fiumelatte, vi fosse soltanto Per raggiungere l’ubicazione della grotta si parte dalla periferia un piccolo stagno; lì s’incontrarono due uomini: uno caparbio, l’altro tranquillo. Il savio, non conoscendo lo settentrionale della frazione di Fiumelatte costeggiando il strafottente, gli chiese: “Buondì, buon uomo! dove andate?” “A Perledo” rispose questi. “Naturalmente se lato sinistro del torrente omonimo, lungo un viottolo che in Dio vuole…” ribatté il primo. “Anche se Dio non vuole!”, replicò il secondo, “Che m’importa di Dio? …vado corrispondenza della linea ferroviaria si trasforma in sentiero. dove mi pare e piace”. Ma non aveva ancora finito di parlare che fu tramutato in rospo e, spiccato un salto, Si sale per 70-80 m di dislivello e si raggiunge una piccola area piombò nel bel mezzo dello stagno che, ingrossatosi, precipitò velocemente verso il lago trascinandosi nella pic-nic. Si percorrono ancora una ventina di metri di dislivello, corsa l’uomo-rospo che aveva bestemmiato Iddio. risalendo lungo il solco tracciato dalla valletta originatasi dal Inutile dire che l’uomo buono rappresentava il Cristo. Venne l’autunno e, sempre secondo la leggenda, Dio torrente che fuoriesce dalla grotta, arrivando così all’ingresso perdonò l’uomo superbo e lo ritrasformò in essere umano. Anche il fiume, forse per inneggiare alla potenza principale (10-20 min). La visita richiede poco più di un’ora. miracolosa di Dio, cessò di scorrere e si asciugò. Ma nella primavera successiva, nello sfolgorio dorato del sole, riapparve con le sue candide acque per poi scomparire ancora con le prime nebbie di ottobre.

DALL’ERBARIO... PUNGITOPO RISOTTO CON GERMOGLI DI PUNGITOPO Conosciuto anche con l’appellativo di Rusco (Ruscus aculeatus), Ingredienti per 6 persone: 200 g di germogli pungitopo il suo nome deriva dalla tradizione contadina di proteggere, con già lessati, 400 g di riso Vialone nano, 1l di brodo ve- mazzi di questa pianta, i baldacchini dei salumi dall’assalto dei getale, 1 spicchio d’aglio, parmigiano grattugiato, olio topi. extravergine d’oliva, sale, pepe. Ha proprietà antinfiammatorie, diuretiche e vasocostrittore; si Iniziate la preparazione del risotto rosolando l’aglio nell’olio, sconsiglia l’assunzione ai soggetti ipertesi. Nei mesi di aprile e quindi unite il riso e fatelo tostare alcuni minuti. Scorporate l’a- maggio sono visibili i boccioli utilizzati in cucina come gli aspa- glio e, a questo punto, versate i germogli di pungitopo e portate ragi selvatici, anche se più amarognoli. La pianta presenta delle a cottura mescolando e aggiungendo il brodo caldo. A cottura foglie molto caratteristiche che nel periodo invernale vengono ultimata regolate di sale e pepe, mantecate con il parmigiano adornate da bacche color rosso vermiglio. Numerosi sono gli arbusti che si possono intravedere sulla riviera. e servite subito in tavola. VALSASSINA VALVARRONE VAL D’ESINOERIVIERA COMUNITà MONTANA  16 15 noVembre14 13 12 11 10 9 8 7 6 5 4 3 2 1 V G M M L D S V G M M L D S V G S. MargheritadiS. S. Alberto S. Giocondo S. Diego S. Renato S. Martino S. LeoneMagno S. Oreste S. Goffredo S. Ernesto S. Leonardo S. Zaccaria S. CarloBorromeo S. Silvia Comm. Defunti Ognissanti [email protected] -www.parcogrigna.it -www.valsassina.it pec:[email protected] [email protected] 23816 -Barzio(LC) - Via Fornace Merlo, 2- Tel. 0341910144-Fax 0341910154 Ente Gestore: Comunità Montana Valsassina Valvarrone Val d’EsinoeRiviera Parco RegionaleGrignaSettentrionale 22 21 20 19 18 17 30 29 28 27 26 25 24 23 V G M M L D S V G M M L D S S. Andrea San Saturninodi Tolosa S. Giacomo di Avvento I S. Corrado S. Caterina Cristo re S. Clemente S. Cecilia Pres.S. Vergine S. Benigno S. Fausto S. Oddone S. Elisabetta Pialeral Pialeral ... Un mare di PeSci Il Gruppo delle Grigne costituisce una delle aree geologicamente più complicate di tutte le Alpi calcaree meridionali ed è quindi un’ottima palestra per tutti i geologi. Da qualunque lato lo si guardi è ben visibile la ripetizione dei cal- cari massicci della Formazione di Esino nelle tre falde di scorri- mento: S. Martino/Monte Coltignone, Grignetta e Grignone. La successione stratigrafica che è possibile osservare dal Pialeral verso gli Scudi è unica in tutto il gruppo delle Grigne: si tratta di unità rocciose che si deposero in ambienti più o meno profondi, contrariamente a quanto avvenne per la Formazione di Esino che rappresenta ambienti di acque basse. Così, mentre i calcari massicci dell’Esino formano le guglie e le pareti famose presso gli alpinisti, le unità bacinali, più erodibili e ricche di minerali insolubili, danno pendii più dolci ricoperti dalla vegetazione. In alcuni casi, poi, possiamo osservare livelli ricchi di fossili, come il Banco a Brachiopodi al tetto della Formazio- ne di Angolo e il livello a pesci nella Formazione di Buchenstein. Quest’ultimo livello fossilifero, oggetto di scavi sistematici negli ultimi anni da parte di Università degli Studi di Milano, ha fornito un elevato numero di pesci, alcuni dei quali di oltre un metro di lunghezza.

ITINERARIO SUGGERITO IN PILLOLE PASTURO - ACQUA FREDDA - RIFUGIO PIALERAL N° SEGNAVIA: 33 DIffICOLTà: elementare DISLIVELLO: 787 m (salita) TEMPO DI PERCORRENzA: 2,00 h. I dettagli e numerosi altri itinerari sono descritti nella Carta turistica escursionistica al 1:35.000 GRIGNE, RESEGONE, CAMPELLI, TRE SIGNORI E LEGNONE, C.M. Valsassina Valvarrone Val d’Esino e Riviera.

STORIA MITI E LEGGENDE LO SAPEVATE CHE... Misero da parte ben diecimila lire i soci della Sem (Società escursionisti milanesi) per edificare il rifugio Da inizio primavera a inizio autunno, nella Foppa del Ger, una vallata Pialeral che, con un “tempo orribile” – come informa la Rivista mensile del CAI -, venne inaugurato il 6 verdeggiante di origine glaciale che scende dalla Bocchetta della ottobre 1907. Bassa, il silenzio è spesso rotto dal fischio della marmotta delle Alpi (Marmota marmota). Con il caratteristico fischio, la marmotta Tuttavia, malgrado le avverse condizioni metereologiche, alla cerimonia non mancarono “lo straordinario sentinella avvisa dell’arrivo del pericolo, che è rappresentato concorso di circa 250 giganti, fra cui un buon numero di signore” e il presidente della sezione di Milano del dall’aquila e dalla volpe. Si tratta di un animale estremo, in grado CAI, Luigi Brioschi. Il robusto edificio a due piani, con tettoia annessa ad uno dei lati minori, fu in seguito di vivere e riprodursi in un ambiente inospitale come può essere a dedicato a Mario Tedeschi. Il rifugio originario venne distrutto da una valanga nel 1986 e da allora è aperta volte l’alta montagna. A fine settembre si ritrovano nelle loro tane e agli escursionisti, pochi metri più a valle, una struttura privata adeguatamente ampliata e adattata. le preparano per affrontare il lungo periodo invernale. In queste tane possono stare da 3 a 10/15 marmotte. La marmotta va in letargo, secondo la rigidità del clima, generalmente da ottobre ad aprile. Questo roditore possiede un sonno da record, che le consente di superare il freddo e nevoso inverno delle alte quote. DALL’ERBARIO... RODODENDRO SORBETTO AL RODODENDRO Il Rododendro (Rhododendron ferrugineum) è tipica pianta Ingredienti per 6 persone: 1 l di acqua, 300 g di zucchero, alpina, ma è usato anche come pianta ornamentale. L’utiliz- buccia di limone grattugiata, 50 g di petali di rododendro. zo può avvenire in piccole dosi in quanto velenoso. fate cuocere nell’acqua i petali di rododendro con lo zuc- Ha anche proprietà nettarifere, tant’è che nelle zone alpine chero il limone. viene prodotto il miele, molto ricercato. Ha proprietà ricosti- Il composto deve bollire una decina di minuti. Passatelo attraverso tuenti, calmante dei centri nervosi ed è utile contro l’artrite. un colino fitto, eliminando così petali e scorza di limone. Mettetelo Nei pascoli della Grigna è possibile incontrare questa vivace in un contenitore e congelatelo per almeno 5 ore. pianta spontanea poco conosciuta e pregiata per gli apicol- tori della zona. VALSASSINA VALVARRONE VAL D’ESINOERIVIERA COMUNITà MONTANA  16 15 14 dicembre13 12 11 10 9 8 7 6 5 4 3 2 1 D S V G M M L D S V G M M L D S III diAvvento S. Valeriano S. Giovanni diCr. Sant’ Antioco diSulcis S. GiovannaF. S. Damaso N.S. diLoreto II diAvvento Immacola Concezione S. Ambrogio Sant’ Apollinare S. S. Barbara S. FrancescoSaverio I diAvvento S. Ansano Giulio [email protected] -www.parcogrigna.it -www.valsassina.it pec:[email protected] [email protected] 23816 -Barzio(LC) - Via Fornace Merlo, 2- Tel. 0341910144-Fax 0341910154 Ente Gestore: Comunità Montana Valsassina Valvarrone Val d’EsinoeRiviera Parco RegionaleGrignaSettentrionale 22 21 20 19 18 17 31 30 29 28 27 26 25 24 23 L D S V G M M L D S V G M M L S. Silvestro Santa Famiglia S. Tommaso Becket SS. Innocenti S.Giovanni Ap. S. Stefano S. NatalediGesù S. Delfino di Avvento IV S. FrancescaC. S. PietroCanisio SanZeffirino S. Dario S. Graziano S. Lazzaro San Calimero la cHieSetta di San calimero lì Per Un battito d’ali La chiesetta di San Calimero, bianca con il suo caratteristico tetto spiovente rosso, è un luogo molto conosciuto della Grigna Setten- trionale. Spicca ben visibile (1495 m) guardando i monti sopra Pa- sturo e offre un panorama spettacolare, con vista sulla Valsassina, lo Zuccone Campelli e le montagne del Lago di Como. Il gisöl ha origini remote, pare esistesse ancor prima del 1343, anno in cui venne ufficialmente fondato. Origini antichissime dunque, come il culto dei pasturesi per San Calimero, nel quale si sono intrecciati elementi di fede e di leggenda. Il luogo scelto per la costruzione della chiesa, ad esempio, presen- ta un aspetto pratico-tecnico e uno leggendario: il primo sugge- risce la costruzione della chiesa al riparo dalle rovinose valanghe che scendevano dalla Grigna e in posizione strategica ben visibile dai paesi circostanti. Il secondo, leggendario, narra che gli antichi fedeli trasportarono i materiali per la costruzione dell’edificio sa- cro su un ripiano stabilito. Durante la notte, però, uno stormo di rondini trasportò col becco i granelli di calce su un ripiano supe- riore. Lì venne deciso, perciò, di erigere la chiesetta. La volontà di Dio si era così manifestata, evidentemente diversa da quella degli uomini, attraverso un breve battito d’ali.

ITINERARIO SUGGERITO IN PILLOLE COLLE DI BALISIO – BRUNINO – SAN CALIMERO N° SEGNAVIA: 38, 33 DIffICOLTà: facile DISLIVELLO: 772 m (salita) TEMPO DI PERCORRENzA: 2,30 h. I dettagli e numerosi altri itinerari per raggiungere la Chiesa di San Calimero sono descritti nella Carta turistica escursionistica al 1:35.000 GRIGNE, RESEGONE, CAMPELLI, TRE SIGNORI E LEGNONE, C.M. Valsassina Valvarrone Val d’Esino e Riviera.

STORIA MITI E LEGGENDE LO SAPEVATE CHE... San Calimero, nato da nobile famiglia, fu fedele collaboratore del vescovo di Milano S. Castriziano, alla cui Oltre la chiesina di S. Calimero, che guarda dall’alto i pasturesi morte fu eletto dal popolo a succedergli. L’episcopato di S. Calimero va dal 270 al 280. La tradizione lo vuole fedeli al suo culto e protegge con la sua ombra religiosa i prati martire, in quanto gettato da alcuni pagani in un pozzo dove trovò la morte. È sepolto nella cripta della basilica digradanti e le mandrie che pascolano nelle lunghe giornate estive, a lui dedicata a Milano. Nel VIII secolo, le sue reliquie furono ritrovate in un pozzo, ancora oggi esistente, anche due cappelline intorno al paese attestano la devozione che immerse nell’acqua. Un tempo, in occasione della festa del santo, l’acqua del pozzo veniva distribuita ai malati. gli abitanti di queste zone hanno sempre avuto per il loro santo Le pratiche di pietà, le novene, le processioni al Santo affinché concedesse l’acqua piovana assumono per protettore. Pasturo una grande importanza in quanto l’economia agricola del paese é interamente fondata sui prati e i Nelle famiglie pasturesi si ripeteva spessissimo di generazione pascoli. Vi si saliva in processione il giorno della festa invitati dal richiamo di una campanella che ricordava in generazione il nome di Calimero (Calumer nel dialetto locale). ai valligiani l’obbligo devoto. Lassù sulla montagna, mancando le campane, il richiamo veniva dal capo L’ultima domenica di luglio vi si celebra la tradizionale festa, con mandriano del pascolo di Prabello. Al parroco officiante veniva poi offerta la panna dai malghesi, dono che S. Messa e pranzo in compagnia. veniva ricambiato dal parroco con vino e salsicciotto. San Calimero apparteneva, sempre secondo un’antica leggenda, alla famiglia dei Santi Eremiti che dedicarono la propria vita solitaria alla contemplazione di Dio.

DALL’ERBARIO... SAMBUCO SCIROPPO DI SAMBUCO Questa pianta si trova nelle siepi, lungo i fossi e nei boschi Ingredienti: 12 fiori freschi di sambuco, 800 g di zucchero, e da sempre viene utilizzata in tutte le sue parti, dalle fo- 2 limoni. glie ai fiori, dalla corteccia ai frutti. Il sambuco Sambucus( Mettete in un recipiente un litro d’acqua, i fiori di sambuco e i limo- nigra) ha proprietà diuretiche, diaforetiche, lassative, eme- ni tagliati a fette con la scorza, e lasciate macerare per due gironi. tiche, antinevralgiche. Trascorso questo tempo, passate con il colino il liquido ottenuto, Caratteristico di ambienti di montagna, luoghi ruderali, cogliendolo in una pentola e strizzando bene il composto solido umidi e boschi radi, è facile scorgerlo nel percorrere il sen- per non perdere alcun sapore. Aggiungete lo zucchero, portate ad tiero che sale alla Chiesetta di San Calimero. ebollizione e fate cuocere per 3 minuti. Invasate a caldo in conte- nitori sterilizzati.