V ETTURE STRAORDINARIE

tempo spartana, come è nella sua fi- losofia. Nonostante sia ancora più stabile (il Ballò una sola estate baricentro si è abbassato) e per na- tura - si sa - la Giulietta ti avverte pri- ma di perdere aderenza, Mognaschi possiede però il piede pesante e la La Giulietta Sprint Veloce “Goccia” distrugge. Cosa fare? L’operazione è alle spalle e poi al Portello è quasi pronta la SZ coda tronca. E’ inutile tornare su un concetto ormai di Michelotti e Conrero superato. Proviamo a cambiare. Si pensa a Giovanni Michelotti, il disi- gner torinese che ha in testa un pro- di Maurizio Tabucchi getto ambizioso: sfidare Zagato sul piano dell’efficacia aerodinamica. Ma alla fine del 1960, la Giulietta SZ somma alle notevoli doti della SVZ un autotelaio più corto, dotato per di più di cambio a cinque marce, e la Casa non lo fornisce ai carrozzieri esterni. La commessa è andata a Za- gato, il quale se l’è guadagnata gra- zie al successo delle SVZ. Queste ultime però, non tanto per la misura del passo, ma per la loro con- figurazione generale, possono dirsi ormai superate; e questo aspetto forse stimola Giovanni Michelotti a lavorare proprio su una di queste macchine e a studiare una soluzione aerodinamica che rappresenti l’anti- tesi alla nuova tendenza. Occorre poi un buon motore e una generale cura dell’autotelaio. E a chi l’incarico, se non al torinese Virgilio Conrero che è assurto al ruolo di “Mago delle Giuliette”? Il tema di re- alizzare una Sprint Veloce per sfida- re i preparatori milanesi lo assegna al suo capo officina, Riccardo Michi.

La “Goccia” vista di tre quarti ’avevano chiamata “Goccia” per esperienze le vive proprio tutte; todelta dal 1963 per i anteriore la sua ideale foggia aerodina- aperta ad ogni tipo di avventura, successivi vent’anni, già mostra un L mica, ma per qualcuno fu una viene rimaneggiata - lifting a non fi- dall’anno prima è all’api- ottimo goccia di veleno, visto che di preoc- nire - fin quando, nelle mani del suo ce del successo. La equilibrio cupazioni questa Giulietta aerodi- ultimo appassionato Pigmalione, si AR1493E*04657* l’ac- estetico namica ne dette molte. Per comin- veste da filante coupé in un giallo lu- quista il pilota gentle- ciare a Elio Zagato, ma anche a quei minoso. Quelle forme e quel colore man Toni Mognaschi e la piloti che nella classe fino a 1300 smagliante (non è più una bambina) immatricola con targa cm3 della categoria Gran Turismo servono a ridarle giovinezza. Le ru- IM 17369. La usa in alcu- già dovevano vedersela con le rare - ghe sono scomparse, la “pelle” è ne gare, ma non è il solo per fortuna - Lotus Elite e che aveva- nuova! I primi acciacchi spariti (l’ha ad essere attratto no a buon diritto confidato nelle do- seguita un clinico del nome di Virgi- dall’idea geniale dei fra- ti delle Alfa Romeo Giulietta Sprint lio Conrero) e le prestazioni sono an- telli Leto di Priolo, i quali Veloce, prima, e delle SZ poi. cora più interessanti. senza saperlo sono en- Per loro fortuna l’accoppiata Miche- Ma cominciamo dall’inizio. La Giu- trati in possesso della Una vista posteriore; i fanalini sono comunemente lotti - Conrero ne realizzò un solo lietta Sprint Veloce telaio più sensazionale delle definiti della Dauphine, ma equipaggiavano esemplare, nel 1961. Tardi per la ve- AR1493E*04657* aveva visto la luce Giulietta, quando hanno anche la Giulietta SZ; a differenza di quest’ultima rità, il tempo correva rapido, altri- quattro anni prima, nel 1957, quan- commissionato alla Car- sono collocati in posizione orizzontale menti sarebbero stati guai. do la coupé di In quello stesso anno era infatti usci- Bertone, radical- E l’eterno confronto fra Torino e Mi- ta la SZ coda tronca, ma era anche la mente rivista lano si riaccende, ma non fra competitività delle Abarth 1000 per le competi- e Alfa Romeo: fra la scuola torinese e Bialbero, pericolo incombente per la zioni addirittura quella lombarda. Fra Virgilio Conre- categoria GT, che aveva cominciato da Carlo Chiti, ro e Piero Facetti. a preoccupare i clienti Alfa Romeo. colui che avreb- Sembra che entrambi abbiano otte- L’automobile di questo servizio le be diretto l’Au- nuto dall’Alfa Romeo i carichi di rot- tura dei motori Giulietta e possiedo- no quindi un vantaggio su tutti gli altri. I loro motori hanno ormai su- perato i cento cavalli/litro (potenza elevatissima per l’epoca) e non si Una vista di lato rompono; il Servizio Esperienze Spe- della “Goccia” ciali del Portello li ha incaricati di ripresa prepararne alcuni che sono stati all’autodromo rozzeria Zagato il recupero della lo- provati sulle SZ con esiti straordina- “Riccardo ro Sprint Veloce andata distrutta nel ri. Chi è il più bravo? Forse nessuno Paletti” di corso di un incidente alla Mille Mi- dei due. Sono entrambi dei fuori- Varano. Le ruote glia del 1956. sono delle classe della meccanica. “Campagnolo” Mognaschi segue la stessa strada: L’attesa sfida avviene a maggio del in elektron da Zagato “ricicla” la sua Sprint Veloce 1961, alla III Coppa Ascari a Monza, 15 pollici di restituendogliela con carrozzeria gara della durata di sei ore, e il lavo- diametro per 4.5 completamente in lega leggera, leg- ro dei due torinesi è premiato. La di larghezza. gerissima, stupenda e allo stesso “Goccia”, con il numero di gara 271

4 - N. 1 - 2008 La vista frontale; LA SCHEDA TECNICA rispetto alla configurazione Periodo di produzione: 1961 (1) originaria, la Tipo di autotelaio: 750 E curvatura del Tipo di motore: AR1315 musetto è meno pronunciata. Ciò Motore - cilindri e posizione: 4 in linea, anteriore si deve Alesaggio e corsa mm: 74x75 probabilmente Cilindrata cm3: 1290 ai numerosi urti Potenza CV: 130 ricevuti nel corso Numero giri corrispondente: 7700/1’ della carriera Rapporto di compressione: 10,5:1 Distribuzione: 2 alberi a camme in testa apertura aspirazione: 46° chiusura aspirazione: 65° apertura scarico: 65° chiusura scarico: 34° Comando alberi a camme: 2 catene silenziose, posizione anteriore Testa cilindri: in lega leggera, camere di scoppio emisferiche Altezza testa cilindri: mm. 100 Numero valvole per cilindro e posizione: 2 in testa, disposte a V Comando valvole: diretto con interposizione di bicchierini e spessori di regolazione in bagno d’olio Gioco valvole: aspirazione 30; scarico 55 ancora con targa IM 17369 - nel frat- Alzata valvole: mm. 10 La maniglia per tempo Conrero ne è divenuto pro- l’apertura della Basamento: lega leggera, comprendente l’alloggiamento dell’albero prietario - guidata dalla coppia Gino porta proveniva motore Munaron - Paolo De Leonibus, an- forse dalla Gruppo cilindri: smontabile, canne in ghisa separate che loro torinesi affinché il successo precedente Albero motore: in acciaio stampato, contrappesato sia completamente sabaudo, regi- carrozzeria Numero supporti di banco e tipo cuscinetti: 5, a guscio sottile Zagato. stra il secondo miglior tempo nelle Tipo cuscinetti di biella: a guscio sottile prove. E’ superata soltanto dal capo Lubrificazione: pompa a ingranaggi, filtro a bagno sul circuito principa- collaudatore dell’Alfa Romeo, Con- le salvo Sanesi (3 minuti e 21 secondi, Alimentazione: aspirazione atmosferica, 2 carburatori orizzontali dop- pari a 179,104 di media), il quale non pio corpo (alimentazione singola), trombette può cedere il passo all’Alfa torinese; Tipo dei carburatori: Weber 40 DCOE 2 Il logo ha voluto per se a SZ Sperimentale diffusori: 29 mm di Giovanni coda rotonda (la AR10126*00047* getti del massimo: 110 Michelotti, iscritta dalla Scuderia Sant’Ambro- Adduzione del carburante: pompa elettrica Bendix il designer eus) e la guida con una foga mai vi- torinese autore Accensione: singola, batteria, bobina, distributore e candele sta. Non si dica che i torinesi metto- della stupenda Anticipo fisso 5° no dietro le macchine del Portello! carrozzeria. Anticipo massimo a 6000 giri/1’ 46° La prima ora di gara vede De Leoni- Sistema di raffreddamento: pompa centrifuga, ventilatore e radiatore bus e Munaron in testa, ma un gua- Liquido refrigerante: acqua sto all’impianto di scarico e, più tar- Impianto elettrico: tensione 12 volt per illuminazione ed avviamento di, un’avaria alla frizione obbligano Cambio di velocità: tipo Porsche la “Goccia” a sostare ripetutamente Numero marce: 4 + rm ai box. La corsa riprende e nono- Posizione leva: sul pavimento stante il cambio bloccato sulla quar- Rapporti del cambio: I, 1:3,25 - II 1:1,98 - III, 1:1,35 - IV, 1:1 - III, 1:1,35 - IV, In questa ta marcia, i due piloti riescono a ri- 1:1 rm, 1:3,25 immagine, la montare girando sul piede dei 3 mi- Frizione: monodisco con mozzo elastico, a secco carenatura in nuti e 26 secondi. Al termine delle Trasmissione: albero in due tronchi con 1 giunto elastico anteriore e plexiglas del faro sei ore, riescono però a classificarsi due cardanici e il fanalino solo sesti. contenente la Ruote motrici: posteriori Ma il confronto ha volto nettamente luce di posizione Sospensioni anteriori: ruote indipendenti, quadrilateri trasversali de- a favore della gialla vettura torinese. e l’indicatore di formabili, molle elicoidali e barra stabilizzatrice E’ la più veloce. direzione. Sospensioni posteriori: ponte rigido, triangolo superiore, puntoni infe- La stagione 1961 è poi densa di ma- A destra il riori, molle elicoidali ripetitore laterale. gnifici risultati; Carlo Peroglio, cui Ammortizzatori anteriori: idraulici, telescopici venne affidata la “Goccia” per la Ao- Ammortizzatori posteriori: idraulici telescopici sta - Pila del 16 luglio 1961, conse- Posizione guida: a sinistra gue un incredibile risultato. Oltre a Scatola dello sterzo: vite globoidale e rullo compromesso fra auto da competi- vincere la propria classe, si piazza Organi dello sterzo: 3 tiranti e leva di rinvio zione e macchina stradale, stava tra- terzo fra tutte le vetture della cate- Ponte posteriore: scatola centrale in lega leggera con tubi in acciaio montando. Ormai non si raggiunge- goria Gran Turismo, infliggendo ben contenenti i semiassi va più il campo di gara per strada, quindici secondi alla prima Giulietta Rapporto al ponte: 8/41 ma con la vettura sul carrello, tratta- SZ classificata, e colloca la “Goccia” Ruote: a disco in lega leggera da 15” x 4.5” ta come una reliquia. Il meccanico ad appena quattro decimi di secon- Pneumatici: 155 - 1 5 scaldava lentamente il motore con do dalla Porsche Carrera, prima del- Freni: idraulici a tamburo le candele “calde”, secondo un ritua- la classe 1600. Capacità serbatoio carburante: l. 80 le ormai generalizzato. La si spinge- La carriera della “Goccia” fu breve co- Quantità lubrificante: kg. 6,25 va poi fino sulla linea di partenza - me quella delle SZ coda tronca. La fi- Capacità circuito di raffreddamento:l. 7,5 guai a metterla in moto, quasi che losofia della Granturismo, magnifico Passo mm: 2380 potesse indispettirsi! - ed infine un Carreggiata anteriore mm: 1286 Carreggiata posteriore mm: 1270 Telaio: in lamiera di acciaio complementare alla struttura metallica della carrozzeria Peso a secco kg: 750 Velocità massima km/h: 222 (2) Modello di carrozzeria: Coupé 2 posti Esemplari prodotti: 1

(1) Data della presentazione nell’attuale configurazione. (2) Velocità raggiunta nel 1961 sulla pista sopraelevata di Monza con coppia conica 10/41.

La plancia è molto simile a quella della versione carrozzata da Zagato; a sinistra lo strumento combinato contenente la temperatura acqua e olio, nonché le varie spie di segnalazione, al centro il contagiri con scala fino a 8000, e a destra il tachimetro. Il volante è un dell’epoca, forse montato fin dall’origine. Il quadretto di accensione è stato invece sostituito; appartiene alla Giulia.

N. 1 - 2008 - 5 Riccardo Michi, in una foto di qualche anno fa, al lavoro su un motore Giulietta. Forte di una esperienza unica, maturata presso Conrero e Monzeglio, esegue ottimi restauri meccanici sulle vetture storiche, riproponendo gli straordinari motori dei due preparatori torinesi.

Michi mostra con orgoglio le foto d’epoca che lo ritraggono con i campioni che hanno guidato le vetture di Virgilio Conrero.

il normale quattro marce e il rappor- Particolare cura veniva posta nella to al ponte era rimasto il 10/41, quel- lucidatura dell’albero motore e delle lo lungo adottato in serie dalla Giu- bielle, operazione tesa anche a ri- lietta Sprint Veloce. Facemmo lun- durre l’innesco di rottura. ghi studi sull’impianto di scarico, in- La testata veniva abbassata di mm. sieme a De Luca, uno specialista del- 1,5, mentre basamento e cilindri su- le marmitte, decidendo di lasciarlo bivano la riduzione di 1 mm. ovviamente lungo ma con due soli Oltre all’assetto, veniva particolar- silenziatori diretti e una strozzatura mente curata la scorrevolezza, al fi- all’ultima confluenza due in uno. La ne di ottenere la minima resistenza buona coppia massima era quindi all’avanzamento. dovuta in parte anche a questa solu- zione. Il modellino in scala provato alla gal- Autodromo “Riccardo leria del vento da Michelotti aveva Paletti” di Varano dei dato ottimi risultati, ma alle alte ve- Melegari: impressioni locità si sentivano forti scompensi al retrotreno, sicuramente perché la di guida della “Goccia” coda era troppo alta. Il parabrezza nel corso della prova era quello della Giulietta Sprint Spe- effettuata dall’autore ciale e se ne ruppero molti, perché la nel 1996. scocca tendeva a flettere. Ma la di là ultimo controllo alla pressione delle derno impianto di insonorizzazione. di questi problemi, quando ci pre- Ma eccoci in pista con la “Goccia”. Ri- gomme, ormai esclusivamente Dun- Un’officina che fece epoca, dove ra- sentammo a Monza la nostra Giu- spetto alla configurazione origina- lop Racing. Solo allora si concedeva zionalità ed efficienza, doti assimila- lietta fu superata nelle prove solo da ria, proprio a conferma delle per- al pilota di sedersi al volante. te da Conrero, ma anche il grande Sanesi; la sua era la SZ Sperimentale, plessità di Riccardo Michi circa la Il pericolo era nell’aria e stava dive- talento di Riccardo Michi, coadiuva- preparata al Servizio Esperienze del stabilità posteriore, l’assetto al re- nendo tangibile; era stato Carlo to da sette meccanici, consentirono Portello, ancora a coda rotonda e trotreno è molto abbassato; niente Abarth a dare la svolta con una stu- alle GTA e alle GT Am della Monze- con quella c’era poco da fare. In gara in comune con la Sprint Veloce di se- pefacente berlinetta: l’Abarth Simca glio Corse di rivaleggiare con le mac- la vittoria parve a portata di mano rie. Non si fa fatica quindi a credere 1300, omologata nella categoria chine ufficiali dell’Autodelta e addi- ma non ci sorprendemmo; con Con- alle prestazioni esaltanti che riuscì 3. Gran Turismo, classe fino a 1300 cm rittura, di quando in quando, batter- rero primeggiare era quasi una re- ad ottenere. Una vettura con una sola destinazio- le. gola”. La “Goccia” è una macchina “cult”; ne: le competizioni; con la quale il Nato a Torino, Michi è di origine to- La preparazione effettuata dall’offi- guidarla provoca una certa emozio- gran turismo - ma nemmeno il pic- scana, di Ponte Buggianese in pro- cina Conrero prevedeva anche l’al- ne. E’ un esemplare unico, una mac- colo turismo - si poteva fare. Lonta- vincia di Pistoia, da dove il padre leggerimento dell’albero motore, china che ha fatto storia. Si avverte na dal concetto che aveva reso cele- emigrò per fare il cuoco in Piemon- del volano e delle bielle. Equilibratu- quasi un senso di colpa a maltrattar- bre e sorprendentemente versatile te; anche il figlio avrebbe dovuto ra perfetta di tutte le masse rotanti, la nei tornanti di Varano o a tirarle il la stupenda Giulietta. continuare quell’attività, ma, evi- la cura del raccordo dei condotti di collo nei rettifili. Ma è una macchina dentemente, l’attrazione per i moto- aspirazione e relativa ri fu più forte. lucidatura, asportan- Le confessioni “Con la “Goccia” facemmo veramen- do la sporgenza delle del preparatore te un buon lavoro; al banco il moto- guide delle valvole. re, quello con steli delle valvole di 8 L’autore della preparazione della mm e albero piccolo, dava 130 ca- “Goccia” era stato Riccardo Michi. valli a 7600/7700 giri e la coppia si Assunto da Conrero a gennaio del era rivelata ottima. Il 1950, divenne capo officina di uno cambio era dei più noti preparatori italiani per vetture da corsa e ri- mase con il mago tori- nese dei motori fino al 1970, quando fu chia- mato da Renato Mon- zeglio che cercava un tecnico di valore per la propria costituenda squadra. <>; questa la richie- sta e il risultato fu una piccola ma straordinaria azienda in via Spalato 50, nella zona di Borgo San Paolo, a Torino, con Virgilio Conrero spazio per cinque vetture, ma- alle prese con un motore gazzino ricambi, uffici e sala pro- Alfa Romeo 1900 (a destra) e alla guida va motori attrezzata con un mo- dell’autotelaio della sua vettura Sport

6 - N. 1 - 2008 Il lunotto Il vetro laterale posteriore (in (in plexiglas) plexiglas) si apribile a raccorda compasso perfettamente con la carrozzeria.

da corsa e non può essere trattata Messa a con i guanti, non c’è abituata. La bel- confronto con la signora in giallo proverebbe disa- una normale gio. Quante attenzioni, che diami- Giulietta Sprint ne! Veloce Uno si sente tuttavia seduto su una alleggerita del periodo macchina degna di rispetto. Si pen- 1956/1957, la sa all’impegno e alla fatica di Gio- “Goccia” vanni Michelotti e Virgilio Conrero, evidenzia personaggi che certo non si arricchi- l’assetto rono lavorando sulle automobili e ribassato e forse con la “Goccia” ci rimisero qual- l’altezza che soldo, anche se soddisfazioni se generale della ne presero tante. carrozzeria Il sedile è basso, sfiora il pavimento e molto inferiore. consente un buon assetto di guida. Tranne questo dettaglio, l’imposta- zione è quella della Sprint Veloce; la pedaliera però non permette un’effi- cace manovra di punta-tacco, indi- spensabile su queste vetture. Possi- bile che Munaron, De Leonibus, Pe- roglio non lo usassero? Stentiamo a crederlo. le marce e al “Riccardo Paletti” que- terza, subito la quarta, tutto a de- lietta SZ, la stabilità della “Goccia” Il motore è elastico ma allo stesso sta soluzione è ideale. E alla fine del stra, quasi sull’erba, per affrontare di non è inferiore, anche se la ruota in- tempo grintoso; oltre alla particola- rettifilo dei box, quando ci si immet- nuovo la Parabolica. I freni non sono terna alla curva tende a sollevarsi e re fase degli alberi a camme, tipica te nella Parabolica, siamo infatti già male, terza all’ingresso, seconda e senza autobloccante si ha una certa dei motori da competizione, influi- in quarta. Terza, seconda ed eccoci avanti per un nuovo divertentissimo perdita di trazione. Buono l’equili- sce anche l’assenza del filtro ai car- alla prima esse a 7000 giri; la secon- giro. brio dei pesi e appena compreso il buratori, sostituito dalle trombette da esse diverte di più perché si per- L’assetto molto basso al posteriore, comportamento, ci si accorge di an- di aspirazione. La frizione è docile, corre a velocità superiore; correg- se da un lato deve avere certamente dare veramente forte. Ma attenzio- come quelle attuali, e ci si può muo- giamo in controsterzo, il retrotreno eliminato quella certa sensazione di ne, la “Goccia” non perdona molto vere ad appena duemila giri. Ma ci tende ad andarsene, ma la “coppia” è instabilità alle alte velocità, che a Va- gli errori, a differenza della Giulietta sarà ancora il lungo rapporto 10/41 buona e il motore ci tira fuori dalla rano peraltro non si raggiungono, di serie; per la ridotta escursione al ponte? Speriamo di no; quello era curva. Fino a 5500 giri non ha incer- ha tuttavia provocato un comporta- della sospensione posteriore, il con- indispensabile a Monza con il cam- tezze, ma è dopo che ti eccita; oltre i mento piuttosto insolito per la Giu- trosterzo diventa indispensabile e bio a sole quattro marce, quando 6000, e fino ai 7500, il suono si tra- lietta, molto sovrasterzante. Ma la solo così la signora in giallo rivela non c’erano le chicane, ma a Varano sforma in sibilo quasi non avesse Michelotti Conrero è caratterizzata quelle doti che gettarono nello sarebbe un supplizio. Che il ponte è mai fine. Quarta sul rettilineo e al anche da una certa flessione del te- sconforto i clienti Zagato. “corto”, addirittura l’8/41, si sente su- Ferro di Cavallo ancora controster- laio a causa dell’assenza della scoc- bito, tanto rapidamente si scaricano zo; all’inizio del rettifilo dei box il ca di acciaio della coupé di Bertone. contagiri segna 7500 giri e siamo in Abituati comunque a guidare la Giu-

La rivista Auto Italiana Sport (in quel periodo si chiamò così, per poi tornare ad “Auto Italiana”, mentre nel periodo anteguerra si chiamava invece “L’Auto Italiana”) dedicò nel 1961 una copertina alla “Goccia”. Nell’interno c’era un esauriente servizio sulla sensazionale vettura.

N. 1 - 2008 - 7