Giuseppe Franco La Famiglia, La Vita, Gli Scritti
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REGIONE PUGLIA C.R.S.E.C DISTRETTUALE LE/48 Gallipoli Cosimo PERRONE Giuseppe Franco la famiglia, la vita, gli scritti 2006 1 REGIONE PUGLIA Assessorato Diritto allo Studio -Pubblica Istruzione Università Beni Culturali - Musei -Archivi - Biblioteche Ricerca Scientifica Settore Diritto allo Studio _________________________________________________________________________________________________________________ C.R.S.E.C. – Le/48 Via Tito Minniti, 16 GALLIPOLI Coordinamento Editoriale CENTRO REGIONALE SERVIZI EDUCATIVI E CULTURALI C.R.S.E.C. LE/48 GALLIPOLI Responsabile: Cosimo PERRONE Hanno collaborato: Marcella MECCA, Laura LETIZIA, Giorgina SIMONE Impaginazione digitalizzazione grafica e copertina by E.P. Foto di: Cosimo Perrone, Elio Pindinelli Stampa: Grafiche Corsano - ALEZIO La presente pubblicazione è destinata a biblioteche pubbliche e private, archivi e cen- tri di documentazione. Tutti i diritti riservati 2 Cosimo PERRONE ___________________________________________________________ Giuseppe Franco la famiglia, la vita, gli scritti _____________________________________ Regione Puglia C. r. s. e. c. Le/48 - Gallipoli 3 4 Presentazione Fin dalla sua istituzione il C.r.s.e.c. di Gallipoli ha impegnato le sue energie, alla valorizzazione e divulgazione del patrimonio di conoscenze locali. Attraverso il principio della sensibilizzazione si è cercato di trasmettere sempre maggiori motivazioni, rivolte alla tutela e alla acquisizione dei saperi dei beni culturali, artistici ed architettonici, poco conosciuti presso la popolazione del distretto. Le nostre pubblicazioni, ricche di notizie storiche poco note, di vita e di cultura della città di Gallipoli, supportate da documenti inediti, frutto di accura- tissime ricerche, anche fuori dal nostro territorio di competenza, hanno la pre- sunzione di rivolgersi a tutti, studiosi e gente comune. Gli ultimi lavori inoltre hanno avuto una impostazione di carattere cronicistico, in quanto gli argomenti sono stati trattati con espressione giornali- stica e con “semplicità espositiva”. Il presente volume è dedicato ai “FRANCO”. Fin dalla venuta in città di Nicola Franco, nel 1817. Nel particolare è tratteggiata la biografia dell’ing. Giuseppe FRANCO, il progettista del tanto ultimamente vituperato Mercato coperto. Il libro non vuole essere una celebrazione ma un momento di cono- scenza critica, di divulgazione delle opere dell’ing. Franco e dell’eventuale in- flusso che queste hanno avuto nella espansione, e nello sviluppo socio - econo- mico della città di Gallipoli. Ringrazio l’amico Elio Pindinelli, massimo esperto di Storia locale e studioso di Storia Patria, per la collaborazione prestata, come sempre, nei con- fronti del Centro. Un vivo ringraziamento il Crsec lo rivolge alla famiglia FRAN- CO, per la disponibilità dimostrata nell’aver messo a disposizione il ma- teriale documentario e aver concesso il permesso di riprodurlo fotograficament IL C.R.S.E.C. DISTRETTUALE LE/48 DI GALLIPOLI 5 6 Introduzione Quando nell’inizio dell’estate del 2004, presentammo il Volume: Il Monu- mento ai Caduti di Gallipoli, avemmo l’onore di aver ospite una parte della famiglia Franco. In quell’occasione promisi, ma si trattava più una scommessa con me stesso, a Diana Franco, figlia di Manfredi, progettista del Monumento, che avrei cercato di aprire all’interno del ‘800 e del ‘900 uno spiraglio per frugare nella vita e nelle opere della famiglia Franco, ma principalmente di Giuseppe. La ricerca è stata entusiasmante, perché ho potuto studiare una dinastia che man mano si sviluppava e cresceva si dimostrava quanto mai ingegnosa e ricca di intuizioni geniali. Dedita al lavoro, attaccata alla sua Gallipoli, senza mai però tradire la provenienza dei loro avi. Molto sfortunata! Colpita nel corso degli anni da vari eventi tragici. Con una frequenza impressionante. Nicola Franco,originario di Conca dei Marini in provincia di Salerno, nel 1817 trentaquattrenne, esperto nel campo della pesca dei tonni, attratto dal pescoso mare Jonio, che fa innamorare tutti quanti, lascia il suo paese natio e sbarca a Gallipoli. Nicola è quindi il primo Franco ad arrivare a Gallipoli. Alcune notizie attinte nell’archivio storico di quel paese, grazie alla colla- borazione del sig. Alfonso Latino, autore tra l’altro dell’articolo sul giornale locale di Conca,”E Costiera”, lo danno imparentato con tal Alfonso Franco, rais della tonnara di quel luogo, alquanto perspicace questi e provvisto di spiccato senso dell’humor Una leggenda racconta che “Ogni anno, alla prima mattanza, mandava ai suoi amici dei paesi vicini i tonni e questi inviavano dolciumi all’equipaggio. Accadde che un anno i tonni non “salirono” e quindi don Alfonso non mandò tonni né gli amici mandarono i dolci. Nell’annata successiva le cose andavano bene e tanti tonni venivano allineati sulla calata “Madonna della Neve” e come per incanto arrivarono i dolci. Don Alfonso, data la concomitanza degli eventi, pensò che tali delizie fossero destinate ai tonni, nelle cui bocche fece depositare tutti i dolci tra lo stupore dei marinai che appena capito il gesto dell’originale padrone, lo applaudirono tra sonore risate”. Da questo momento inizia l’avventura dei Franco nella terra salentina. Ed è un crescendo di iniziative, idee, progetti, proposte e suggerimenti. Nicola si dimostra subito all’altezza della situazione tant’è che il Sindaco di allora imme- diatamente gli affida la gestione tecnica della tonnara. 7 Un sottile filo indissolubile ed invisibile legherà il piccolo centro marinaro di Conca dei Marini a Gallipoli. Su “E Costiera”, Latino, lontano discendente della famiglia Franco da parte di madre, scrive: “Storie avventurose di basti- menti e di vele, tempeste, naufragi e tanta perizia e coraggio” con riferimenti alla famiglia Franco. Ma il particolare che ancor di più contraddistingue questi due popoli, che del mare ne hanno fatto da sempre la propria economia, è quello di aver avuto la tonnara. Fino agli anni in cui è stata attiva. A Conca dei Marini la famiglia Franco incominciò a gestirla verso la metà del ‘700. Durante lo studio dei documenti ho conosciuto l’ingegno di Giuseppe, la maestria di Francesco, la dottrina medica e l’ironia “bernesca” di Domenico, lo spirito di avventura di Vincenzo. Non si può però tacere sulla figura del primo- genito di quest’ultimo, Nicola e delle sue capacità tecniche e meccaniche. Egli era riuscito nel tempo a impiantare a Gallipoli una delle più importanti fonderie di tutto il Salento, ubicata nello stabile situato tra via Roberto D’Angiò e via Livio Andronico. In verità non l’unica in quei tempi. Nei primi del novecento un’altra fonderia operava a Gallipoli nelle vicinan- ze della chiesa delle Anime, di Cesario Aiello e figli. Nel 1905 alla fonderia le veniva conferito il Gran Diploma di Benemerenza e Medaglia d’oro, alla 1^ Esposizione Campionaria Agricola-Industriale di Belle arti – Sicula-Calabra. Un’altra struttura di questo tipo, per la fusione a crogiuolo dell’alluminio, era ubicata dove prima vi era il cinema Radium, della famiglia Gabellone. La struttura Franco constava di tre forni cubilotto per la fusione della ghisa, questa veniva utilizzata per la fabbricazione delle forate o presse per spremere il mosto. Venivano anche costruiti battenti per i portoni e paracarri. Le staffe per la fusione erano preparate con terra silicea opportunamente miscelata dagli staffatori. I migliori pare provenissero da Galatone. In fonderia veniva fuso anche l’alluminio, con il quale si preparavano oggetti ornamentali. Per questa lavorazione si usavano i forni a crogiuolo. Inoltre vi era la sezione delle forge, usate per la lavorazione del ferro battuto. Infine tutti i pezzi fusi passavano alla torneria, dove venivano sapientemente rifiniti. E’ chiaro che tutta questa attività creava a Gallipoli un enorme indotto economico e rappresentava per la città una eccellente risorsa occupazionale. Visto soprattutto il periodo di crisi. Ma già un secolo prima a Gallipoli fiorente era questa attività artigianale. Lungo via Ferrari, l’odierna via Antonietta de Pace, trovavano posto numerose botteghe per la lavorazione del ferro, rame e alluminio. Come pure la piazza antistante la cattedrale di Sant’Agata, era cir- condata da molti fondachi Tra i figli di Nicola, è Giuseppe quello che più di tutti ha lasciato a Gallipoli tracce del suo ingegno e del suo sapere. Sarebbero sufficienti le due pubblica- 8 zioni : “Sistemazione e ampliamento del Porto di Gallipoli del 1886 e La Fontana Monumentale di Gallipoli del 1911 , che fanno parte della Bibliografia dell’Enci- clopedia Treccani alla voce Gallipoli, per testimoniare l’importanza che le opere di Giuseppe hanno avuto. La ricerca effettuata nella Biblioteca Nazionale di Firenze, mi ha permes- so anche di entrare in possesso dei due fascicoli della Rivista Mensile di Pesca e idrobiologia del 1911 nei quali l’ingegnere elenca i nomi dialettali dei principali pesci del distretto peschereccio e del mercato di Gallipoli. Fino a questo mo- mento sconosciuti. A Napoli, nella biblioteca di Diana Franco pronipote di Giuseppe Franco, che qui ringrazio per la sua piena disponibilità e ospitalità concessami, e presso l’Archivio di Stato e della Biblioteca Nazionale sempre di Napoli, ho potuto ricostruire, anche se parzialmente, ma per ottenere questi risultati sono stati compiuti enormi sforzi, un periodo della vita di Giuseppe Franco. Utilissimo è stato il diario manoscritto di quest’ultimo, su cui lo stesso ingegnere, spesso con struggente realismo, annotava i momenti più esaltanti e più drammatici della