del Santuario di Puianello Beata Vergine della Salute Poste Italiane Spa - Spedizione in abbonamento postale D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 N. 46) ART. 1 comma 2 DCB aut. N° 070054 del 20/06/2007 - MO In caso di mancato recapito inviare al CMP/CPO di per la restituzione al Mittente, previo pagamento dei resi

Rivista Ufficiale del Santuario di Puianello (Mo) N. 48 e della Vice-Postulazione di Padre Raffaele da Mestre Agosto 2020 Santuario di Puianello SOMMARIO Beata Vergine della Salute Pagg. 3-4 Via del Santuario, 9 Il lungo cammino verso la Terra promessa 41014 Castelvetro MO tel. 059 791644 Pagg. 5 fax. 059 741673 Il Rosario www.santuariodipuianello.it Pag. 6-7 [email protected] Ciao, Padre Sebastiano! Vicepostulazione della Causa Pag. 8 di Beatificazione di P. Raffaele Lavori strutturali al Santuario Spallanzani da Mestre Pagg. 9-24 P. Carlo Folloni Caro P. Raffaele quanti ricordi (2) Vicepostulatore Pag. 25 Ospedale Maggiore Una casa per anziani Strada Abbeveratoia, 4 43126 Parma Pag. 26-27 Cel. 339 3073554 Umberto Mori, lo “Sclinder” della ceramica Tel. 0521 702022 fax 0521 702904 Pagg. 28-29 Un grande albero ha sempre radici profonde ORARIO Pagg. 30-31 Fino al termine dei lavori Notizie dal Santuario La chiesa apre alle 8,00 Pag. 32 e chiude alle 12,00 Sagra al Santuario nel pomeriggio apre alle 14,30 e chiude alle 19,00 Vita del Santuario di Puianello Beata Vergine della Salute ORARIO SANTE MESSE Direttore Responsabile: Padre Paolo Grasselli Redazione: Padre Gianfranco Meglioli Da domenica 29 marzo 2020 Via del Santuario, 9 - 41014 Castelvetro MO fino al termine dei lavori Trimestrale di informazione feriale 17 (prefestiva 18) N. 48 - Agosto 2020 (Anno XIV - N. 1) Aut. Trib. Modena N. 1815 del 7/6/2007 festivo 10,30- 18 Chiuso in Tipografia il 24/7/2020 Copie: 1.000 Grafica, Fotocomposizione e Stampa Svolgono servizio al Santuario Visual Project Soc. Coop. i Frati Minori Cappuccini della Via Toscana, 17 - Zola Predosa (Bo) Unità Locale di Vignola (Mo) Provincia dell’Emilia-Romagna Via G. Di Vittorio, 90/94 - 335 6152433 Abbonamento alla Rivista Offerta minima euro 15

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In copertina: In cammino verso il Santuario della Madonna di S. Luca (). Alcune delle immagini di questa rivista sono state Foto di Monica Bugamelli, 2020 scaricate da Internet con il solo intento illustrativo. 2

Il lungo cammino verso la Terra promessa Da sacerdote, ormai avanzato nell’età, vivo con dolore questa situa- zione. Ma Dio continua a operare in mezzo a questa pandemia, che può essere occasione per la sua Gloria. Lo testimoniano le catene di preghiere che “assediano il cielo” e tante persone, lontane dalla fede, che oggi si interrogano sul senso della vita. Non pensavo minimamente di vedere una desolazione di questo genere: speravo di godermi il tempo quaresimale come preparazione alla Pasqua e soprattutto di vivere la S. Messa con il solito popolo domenicale. Ma cosi non è stato. Eppure come in ogni cosa, Dio ope- ra in maniera eccezionale, ma anche in maniera sommessa, e questo mi rinvigorisce continuamente. E’ proprio vero che nulla è un limite per Dio: anche se stiamo vivendo oggettivamente in un periodo di difficoltà, di sofferenza, di morte, nulla toglie che Dio possa operare quello che vuole, “questa malattia non è per la morte, ma per la gloria di Dio, perché per essa il figlio di Dio venga glorificato”. E come tutti vivo questa strana vita, cercando di essere vicino a tutte le realtà che mi sono affidate, ma constatando continuamente la mia debolezza, non solo dovuta alle mie povere capacità, ma in primo luogo perché a noi sacerdoti accorrono i fedeli, desiderosi del Santissimo Sacramento e vivere di Lui. Ebbene, non solo sto viven- do l’affezione del popolo alle pie devozioni della tradizione cattolica, come il Santo Rosario e tante altre preghiere con le quali si stanno cre- ando delle vere e proprie catene per “assediare il cielo”, per ottenere la cessazione di questa pandemia; ma vedo anche come in tanti giovani, lontani dalla fede e da Cristo, sta sorgendo la domanda su che cosa voglia dire essere credenti, su quale sia davanti alla vita il senso della morte. Certo, sono piccoli segni, ma questa non può essere l’opera di Cristo che cerca di chiamare tutti a Sè? Abbiamo tutti negli occhi le immagini terribili che i media hanno trasmesso nei mesi scorsi nelle nostre famiglie, dei tanti ammalati di corona-virus nelle terapie intensive degli ospedali. Questi fatti tragici mettono a dura prova la ragione. Tanti, e con essi gli operatori sani- tari, i medici, gli infermieri, i professionisti della salute, si chiedono il perché. Molti chiedono risposte sul piano tecnico, risposte utili, che spesso sono non sufficienti per dare un senso ad eventi che ci superano. L’esperienza del corona virus ci porta inevitabilmente a riconsi- derare la verità sull’uomo. Bastano pochi secondi per perdere tutto, persino la vita. Ci consideriamo signori della nostra vita e del creato e, invece, bastano pochi attimi per sbriciolare tutte le nostre certezze umane. L’esperienza che stiamo vivendo ci mostra che siamo povere creature che, in definitiva, dipendono da un altro. Il mondo è ancora dentro l’emergenza, ma cominciamo con fatica ad uscire dall’incubo dell’isolamento e ci avviamo a ripartire da quan- do il sette marzo ci siamo chiusi nelle nostre case. Sul post covid-19 si cominciano ad avanzare ipotesi, congetture, riflessioni. Le idee non Editoriale 3 sono chiare, c’è molta confusione, preoccupazione e inquietudine. Quale avvenire ci atten- de? E’ il momento di interrogarsi sul futuro che verrà dopo che quel male, che ha sconvolto il mondo, ha lasciato molte macerie umane, psicologiche, sociali ed economiche. E’ tempo da ripensare. Ripensare sul destino dell’uomo, su come creare un mondo più umano e umanizzante. L’esperienza che stiamo vivendo ci aiuta a scoprire la nostra fragilità. Credevamo di essere padroni del mondo, un mondo perfetto, senza Dio, religione, il sacro, la dimensione del trascendente. Oggi questo male ci ricorda che l’uomo è un essere fragile. Ci ha sorpresi in una Italia confusa. Da parte dei tanti Mosè che ci guidano nella drammatica traversata nel deserto sono emerse contraddizioni, pareri diversi. Si riapre? Si, no, forse. Si resta ancora chiusi? Non si sa. Indossare le mascherine? Si, servono. No non c’è motivo di usarle. Di fronte a queste continue, enormi e insopportabili incertezze la tenuta psicologica viene continuamente logorata e messa a durissima prova. Si tratta di uno stato di cose che non aiuta alla serenità e alla tranquillità e che finisce per aggravare il disagio, la sofferenza e il malessere di tutti. Sono stati commessi molti errori anche da parte dell’organizzazione mondiale della sanità (Oms), la quale non ha compreso fin dall’inizio la “pericolosità” di questo virus, la gravità della patologia, con l’inadeguatezza delle indicazioni diffuse ai governi di tutto il mondo. La cruda realtà è che ci troviamo ad avere attraversato un grande deserto in questi mesi e non ne siamo ancora usciti; se l’emergenza sanitaria in quasi tutte le zone del paese sembra ormai contenuta, mentre in altre nazioni è ancora drammatica, è iniziata l’emergenza eco- nomica, intrecciata con l’emergenza sociale. Per arrivare alla Terra promessa il cammino è ancora lungo, vivendo ora “tra la sensazione di avere scampato il pericolo più grande e la consapevolezza di avere di fronte altre lotte, da sostenere insieme con prudenza e determi- nazione. Siamo nella situazione di chi corre il rischio di rilassarsi, cantare vittoria troppo presto e dimenticare il Signore e i buoni propositi maturati durante il cammino nel deserto “(E. Castellucci, Omelia per la Solennità del Corpus Domini, 14.06.2020). La Beata Vergine della Salute, spe- ranza degli infermi e consolatrice degli afflitti, che conosce le nostre necessità e le nostre sofferenze, volga a noi il suo sguardo materno pieno d’amore e ci guarisca da questa ma- lattia che non conosce confini.

La Redazione

A causa del periodo di chiusura per il Covid 19, solo ora siamo in grado di farvi giungere la Rivista. Ce ne scusiamo.

4 Il Rosario

In margine a questa breve presentazione della preghie- ra mariana, ricordiamo che al Santuario, durante i mesi di maggio e di ottobre, tutte le sere (eccetto la domenica) viene recitato il Rosario alle ore 20,30.

a cura della Redazione

Ci piace riportare qui le parole labbra pregano. La Madonna a Fatima: “pre- che S. Giovanni Paolo II ebbe I papi e il Rosario gate il rosario tutti i giorni” a dire in Polonia nel Santua- Semplicemente incalcolabi- Nelle apparizioni di Fatima, rio mariano di Ludzmierz, il le è stato il torrente di grazie la Madonna ha raccomanda- 7 giugno 1977: che si è diffuso sulla Chiesa to con particolare impegno la “Recitando il Rosario par- e sugli uomini con la recita devozione al Rosario, come liamo con Maria, le affidia- del Rosario, di qui il nume- mezzo sicuro per aggiungere la mo con fiducia tutte le nostre ro grande di papi che hanno pace. Nella prima apparizione, preoccupazioni e tristezze, le elogiato questa preghiera, ri- il 13 maggio 1917, ha racco- gioie e le speranze. Lei, gio- tenendola come un “compen- mandato ai te pastorelli che iosa, luminosa, addolorata e dio del Vangelo”. pregassero quotidianamente gloriosa, sempre a fianco del Urbano IV proclama che il Rosario per chiedere la fine Figlio, è allo stesso tempo “attraverso il Rosario piovono della guerra e la pace nel mon- presente nei nostri problemi quotidianamente benedizioni do. Ha rinnovato con insisten- di ogni giorno”. dal cielo”; Sisto IV afferma za, nella seconda e terza appa- Rosario preghiera mentale che col Rosario “si allontana- rizione, la raccomandazione a Il Rosario non è soltanto no i pericoli che minacciano pregare il Rosario tutti i giorni. un preghiera vocale, ma an- il mondo”; Leone X dichiara Il 13 settembre, la Vergine san- che un’orazione mentale. In “che il Rosario è una forza po- tissima ha insistito ancora una alcune rappresentazioni tea- tentissima contro i diffusori vota sulla necessità della sua trali, nel medesimo tempo in di errori”; Giulio III definisce recita quotidiana come mezzo cui l’attore declama, si sente il Rosario l’ornamento del- per ottenere la fine della guer- una musica di fondo che dà la chiesa; PIO XI lo predica ra mondiale che insanguinava maggiore espressione e rilie- “come arma potentissima con- il mondo. E’ stato solamente vo alle parole. Con il Rosario tro i demoni”; Pio XII chiede nell’ultima apparizione, il 13 succede lo stesso: mentre si la sua “recitazione in famiglia”, ottobre, che la Madonna ha recita la preghiera si medita perché la “famiglia che prega acconsentito di rivelare la sua sulla vita di Cristo applicata unita rimane unita”; S. Gio- identità ai tre bambini, utiliz- alla nostra vita e alle nostre vanni Paolo II lo “destina a zando queste semplici parole: necessità. Betlemme, Naza- produrre grandi frutti di santi- “Io sono la Madonna del Ro- reth, Gerusalemme, Monte tà”; Benedetto XVI ci insegna sario”. Non ci sarebbe potuta Tabor, Giordano, Cana di che “il Rosario è un comple- essere una prova maggiore di Galilea, Orto degli Olivi, mento ideale per la medita- apprezzamento per questa de- tutto il cielo scorre davanti ai zione della Parola di Dio e per vozione da parte della Madre nostri occhi, mentre le nostre l’Orazione Liturgica “. di Dio. 5 Ciao, Padre Sebastiano!

di Paolo Bertolani diacono

Una motocicletta entrò rom- Padre Evaristo, li trasforma- si sbagliavano: i viaggi con bando nell’aia di una casa rono in chiesa, convento, aule il Presepio continuarono, fio- sperduta nei boschi del Fri- di catechismo e campi da gio- rirono iniziative e spettacoli, gnano e nacque una voca- co dove, non di rado, anche il nacque l’idea di una Grotta zione religiosa. Tra le tante saio fratesco sventolava alla di per chi non era più vicende incredibili che han- ricerca del pallone. Cinque in grado di andare a pregare no costellato la vita di Padre squadre, una scuola di calcio, la santa Vergine ai piedi dei Sebastiano c’è anche questo la “Nazionale dei Frati”, le Pirenei. L’idea, come tante inusuale intervento dello Spi- partite persino in stadi famosi altre, fu trovata irrealizzabile rito Santo. La fantasia di un come “San Siro” si realizzaro- da parte dei superiori e Pa- bimbo che vede un frate sulla no non disgiunte dalla Parola dre Sebastiano esercitò il voto moto, costruisce una figura che era l’anima di ogni attivi- di obbedienza, da cui non si inscindibile di centauro e fa tà. E poi … l’obbedienza mise era mai separato, come aveva nascere il proposito: “Mi fac- un freno alla frenetica azione sempre fatto: col metodo del cio frate e avrò anch’io una di un frate che non sempre vecchio tarlo falegname che a moto”. E fu così che il piccolo suscitava ammirazione, ma piccoli morsi fa cedere anche le Medardo Bernardini entrò anche astiose opposizioni. Fu travi più robuste. E la Grotta, nel collegio serafico di San però, un buio momentaneo: si a grandezza naturale, è lì a Martino in Rio e si fece frate. accesero i riflettori e piovvero testimoniare la sua profonda La meravigliosa follia di san vincite sostanziose a gare te- devozione alla Madre di Gesù Francesco lo coinvolse comple- levisive con i più noti presen- che amava teneramente. Alla tamente e la sua professione tatori del tempo. E i fiumi di sua protezione, a quella dei religiosa legata al triplice voto denaro che bagnavano le sue suoi Venerabili Genitori, alle di povertà, castità e obbedien- mani, le lasciavano sempre preghiere delle sorelle religiose za fu sicura e consapevole. incredibilmente asciutte per- e all’aiuto di tanti benefattori Sposò sportivamente il calcio ché si trasformavano in strut- e amici attribuiva ogni riusci- con i suoi giovani di Sassuo- ture per l’infanzia, iniziative ta della sua frenetica attività e lo che nel “Ricreatorio San di pace come il “presepio iti- partiva con nuove iniziative. Francesco” trovarono in lui nerante”, e opere imponenti a Ci ha lasciati col sogno di il fratello maggiore e la guida favore della terza età. un’opera che vedrà realizzata serena tra le difficili proble- Quando i capelli comincia- dal cielo: il “Dopo di noi”. Si è matiche sociali del “boom eco- rono a diradarsi e la barba allontanato in punta di piedi nomico”. C’erano solo terreni si colorò di pepe-sale, i supe- pensando ai genitori di tanti incolti di periferia e Padre riori pensarono che si sarebbe bimbi disabili che hanno un Sebastiano, col suo maestro calmato almeno un po’, ma unico pensiero: “Chi aiuterà 6 i nostri figli dopo di noi?”. Se potesse ancora parlare, an- che con quel filo di voce che gli era rimasto negli ultimi tempi, vorrebbe rassicurarli che il metodo del vecchio tarlo falegname funzionerà anche in Paradiso specialmente con l’intercessione del suo papà Sergio e della mamma Do- menica che sono nella luce dei Santi. Nato a Verìca di Pavullo nel Frignano MO il 6 aprile 1927 da Sergio Bernardini e Domenica Bedonni, è de- ceduto il 15 dicembre 2019 nell’Ospedale di Pavullo nel Frignano. Un primo funera- le è stato celebrato a Pavullo nella chiesa del convento il 17 dicembre alle ore 9,30, un se- condo funerale è stato celebra- to a Sassuolo nella chiesa di S. Antonio di Padova alle ore 14. È stato sepolto nel cimite- ro di Verica (MO).

7 Lavori strutturali necessari al Santuario

A fronte delle difficoltà che hanno fatto seguito alle direttive del Governo per contrastare il coronavirus, il cantiere è stato sospeso il 9 marzo e riaperto il 18 maggio. Allo stato attuale, i lavori sono nella fase finale. I tempi della inaugura- zione saranno annunciati sul nostro sito: www.santuariodipuianello.it. Come già comunicato, l’importo stimato si aggira sui 350.000 euro.

Vi ringraziamo sin d’ora di cuore per il contributo che potrete offrire. Anche una piccola offerta è importante.

Per eventuali contributi e donazioni per la realizzazione dei lavori: Bonifico sul conto corrente intestato a Santuario della B.V. della Salute (causale: per lavori Santuario) IBAN: IT 54 D 02008 66710 000104570110 Versamento tramite conto corrente postale n.71540405 intestato a Santuario della B.V. della Salute via del Santuario 9 - 41014 Castelvetro (MO) (causale: per lavori Santuario) 8 Caro P. Raffaele quanti ricordi (seconda parte)

di Carlino Pelloni

8°) Incontro e conoscenza del Chiari - tutta la famiglia Carotenuto torinese Dott. Mario Griffey. - Franco Nero con la moglie Vanessa - Carlo Delle Piane e altri) e pure ar- Solitamente al lunedì (e solo al tisti del teatro e della canzone (Nilla mattino), dopo la domenica piena di Pizzi - Orietta Berti - Claudio Villa); visite per saluti o incontri personali di praticamente tutti quelli che frequen- direzione spirituale, è una mattinata tavano gli studi della RAI di Torino. tranquilla. Quel giorno di agosto, es- Ne conobbi tanti. sendo in ferie, decidemmo di uscire Ci sediamo su una panchina e, con la nuova carrozzella a motore per mentre loro due ricordano i tempi fare esercitazione di guida. dolorosi di Raffaele quando era sotto i All’uscita dalla sala polivalente (stu- ferri in sala operatoria, veniamo assaliti dio, parlatorio, sala incontri, sala pran- da un paio di api fastidiose. Allora il zo e quant’altro) vediamo arrivare una dottore dice: “Se veniamo punti, pronti macchina targata Torino. con il pistolino a urinare, perché l’urina è P. Raffaele esulta con un grande il miglior disinfettante al momento per non sorriso e mi dice: “Guarda chi c’è, il sentire bruciore e evitare le bolle”. Dottor Griffey”. Mai visto e conosciu- Io e Raffaele ridiamo a quella che to prima, mi limito ad assistere ai tanti ci sembrava un battuta e guardando- abbracci e saluti con tante reciproche ci ci accorgiamo di essere entrambi battute. Sembravano due amiconi che un po’ imbarazzati e con lo sguardo si rivedevano dopo tanto tempo. (ormai eravamo un tutt’uno e basta- P. Raffaele me lo presenta dicen- va guardarci per capire cosa, dove e domi che era stato curato, operato e quando intervenire) indichiamo il assistito da questo dottore quando era fondo dei suoi piedi dove si trova la ricoverato nell’ospedale di Torino e sacca con le sue urine (per inciso, es- che era anche il medico di vari artisti sendo la parte inferiore del corpo del cinema (Carlo Campanini - Walter di Raffaele paralizzata, era dotato 9 perennemente da un catetere per famiglie di Puianello, mantennero con scaricare l’urina). pranzo e cena i vari frati che si sono Quindi sollevo il panno che copri- avvicendati dal loro arrivo al Santuario va le gambe e indico al dottore la sacca nel 1947 fino verso gli anni ‘60. quasi piena del liquido in questione e La povertà di quei tempi era al dico: “Dottore, nessun problema; qua la ri- massimo e i frati di allora l’hanno serva è quasi piena”. Lui sorride e dice: veramente vissuta. “OK, stai pronto”. Detto questo, quel mattino men- Mi colpisce il fatto che lui si avvi- tre stavamo uscendo vediamo arri- cina e guarda con attenzione medica vare una macchina targata Roma da quel liquido e poi chiama ad alta voce dove scendono Walter Chiari e Carlo l’infermiere Fr. Teodoro che assisteva Campanini. 24 su 24 ore il Padre. Quindi gli chie- Non vi so descrivere a parole gli de: “Ma cosa gli dai da mangiare a que- abbracci, le pacche sulle spalle e un sto frate… gli dai per caso della “merda”? frasario spesso e volentieri “comica- (parole testuali). Non vedi che brutto co- mente scurrile”. lore che hanno queste urine?”. Sembravano tre amiconi che non si A queste parole segue una risata incontravano da tempo, ma che erano generale mentre il dottore abbraccia legati da una particolare amicizia. Raffaele e gli dice: “L’urina ha sempre P. Raffaele mi raccontò poi lo stesso colore di quando eri in ospedale da che quando era ricoverato a noi che ti dovevamo operare. Quando mai Torino li incontrava spesso ed era imparerai a pisciare correttamente?”. riuscito a portarli in camera sua Mi guarda e mi dice: “Carlino, stagli per ascoltare la Messa e anche a vicino, è un buon Frate... pensa che è riu- confessarli. scito a convertire una bestia non credente Poi si facevano battute, più o meno come me!”. Quella simpatica, allegra e comiche, uno contro l’altro e vicever- divertente battuta e quella esortazio- sa. Io e Raffaele giù a ridere a crepa ne non le ho mai più dimenticate da pelle. quell’estate del 1970. Ad un certo punto cominciarono la “recita” di una scena tra due balbu- 9°) Con Walter Chiari, Carlo zienti. Campanini e Raffaele… “tre ami- Impossibile descrivere o raccontare coni” al Santuario di Puianello. le battute a ripetizione, ritardate con maestria, e le smorfie facciali. Era uno dei tanti lunedì che, come Con me e P. Raffaele si erano ri- al solito, giorno tranquillo dopo la so- unite 4 o 5 persone e tutti a pancia a lita abbuffata di visite e incontri della terra dalle risate continue e senza rite- domenica, si decise di andare a man- gno e con gli occhi lacrimanti. giare le tigelle della Nonna Aldina, che Vedevo P. Raffaele che dalle risate, lui chiamava Mamma. Aldina, con altre pur ed essendo a sedere, saltava su dalla

10 Puianello, Padre Raffaele con Carlo Campanini e la Corale Gioachino Rossini di Modena 11 Montefiore Conca, 1967, in gita con i ragazzi di Cattolica e Gabicce 12 13 carrozzina come se ricevesse un calcio bia, chi ti arriva?: l’ Abbé Pierre. nel fondo schiena. Lo spettacolo improvvisato non Finito di cenare, pronti via per il sembrava avere termine perché quei nostro giro serale in quel di Puianello. due super attori nati avevano “Ma dove volete andare con un nebbio- compreso che un loro amicone, il ne del genere - ci urla Fr. Teodoro - una “Frataccio Raffaele”, così lo chiamava- di queste volte vi saltano addosso non aven- no, pur essendo invalido stava passando do nessun riferimento di luci segnaletiche”. momenti di vera e pura allegria. Io e P. Raffaele ci guardiamo e con Fu veramente, quasi un’ora di risate gli occhi ci capiamo al volo: “Tanto... a non finire; ma ad certo punto Walter tutti ci sgridano, tutti ci danno lezioni... Chiari, indicando me e Raffaele, chie- Andiamo!”. se a Carlo Campanini: “Ma questi due Ma mentre stiamo per uscire sen- hanno pagato il biglietto per assistere alla tiamo bussare dalla porta che immette prova dello spettacolo che faremo in televi- in chiesa. sione?”. Apro e vedo un piccolo - mi ver- Campanini rispose: “Ma non vedi che rebbe da dire “vecchietto”- che prima sono due barboni squattrinati e poi quan- di parlare sembrava che chiedesse il do mai abbiamo visto un frate venire ad permesso di aprire bocca. Ebbi l’im- assistere ad un nostro spettacolo-rivista in pressione di vedere l’umiltà personi- teatro o altrove? Anche perché non sempre ficata. diciamo e rappresentiamo scene approvate “Mi scusi, posso salutare P. Raffaele?”. dal Vaticano”. Non ho il tempo di aprire bocca che Fu così che finì quel meraviglioso P. Raffaele, sentendo la voce e pur incontro di tre amiconi, con l’intru- non vedendolo, dice: “Guarda chi c’è: so (il sottoscritto) che ancora a tutt’og- l’Abbé Pierre”. gi se la ride ripensando a quel giorno. Avevo sentito parlare di lui e della sua grande opera di raccolta e riciclag- PS.: P. Raffaele, durante uno dei gio dei più svariati oggetti e materiali nostri quotidiani giri serali in- per poi sostenere i bisognosi. Pensavo torno al Santuario, mi disse che di trovarmi davanti a uno dei tanti quando era ricoverato a Torino, grandi uomini di pace e giustizia per una delle tante operazioni umana. medicali, era riuscito a convince- Invece mi sono trovato davanti ad re quei due ad assistere alla Santa un “omino prete” che al vederlo non Messa celebrata nella sua camera gli si davano neanche due lire (di al- di degenza. Con incontri ravvici- lora!). nati e qualche Ave Maria li aveva Per correttezza li lasciai alla loro pure confessati e fatti accostare chiacchierata, finché P. Raffaele mi alla Comunione. chiamò e mi disse di preparare l’altare 10°) Quella sera, piena di neb- in chiesa, perché lui e l’Abbé Pierre

14 Abbé Pierre 15 Prato (Firenze), settembre 1967, Raf con un vasto gruppo di amici 16 17 avrebbero celebrato la Messa. Agatangelo sull’ambulanza. Ai due speciali celebranti ci unimmo io, Fr. Teodoro e il Guardiano Il mercoledì antecedente “l’anda- Superiore del Santuario P. Gian Maria ta avanti” di P. Raffaele, verso sera il (alias P. Pellegrino Grisendi). dott. Montanari arrivò per l’ennesima Me indegno, non avrei mai pensa- visita giornaliera a P. Raffaele. to di trovarmi a contatto con gente All’uscita dalla camera, notai il viso di stampo umano e religioso che, contratto del medico. Ebbi l’impres- secondo me, avevano una marcia in sione di vedere l’impotenza perso- più!!! nificata. Durante quella Santa Messa io e P. Il dott Montanari chiamò il supe- Gian Maria ci siamo guardati più di riore P. Gian Maria, i coniugi Mori, P. una volta, perché vedevamo due cele- Agatangelo (che in quel periodo era branti che spesso sospendevano la let- di famiglia al Santuario), Fr. Paolo (che tura e che, a testa bassa, sembrava che era incaricato di assistere il Padre) e meditassero; ma nello stesso tempo (me indegno) anche il sottoscritto. notavamo che ognuno dei due, sepa- Il medico ci informò che la si- ratamente, sembrava parlasse con qual- tuazione fisica era al limite del- cuno. la sopravvivenza e che, se restava Al momento poi della elevazione nella sua camera, lui non sapeva dell’ostia e del calice - sarà stata cer- più cosa fare. Ci disse anche che tamente una mia impressione dovuta se fosse stato in ospedale forse avreb- alla presenza di questi personaggi - be potuto, con più possibilità e mezzi ci sembrava come fossero in estasi. sanitari, tentare qualche cura o inter- Devo anche dire che, siccome sono vento. sempre stato un pessimo cristiano, non Il Superiore P. Gian Maria diede vedevo l’ora che quella Messa termi- il consenso, ma prima era necessario nasse, visto che era già più di un’ora avvertire e avere il consenso anche che eravamo in chiesa. di mamma Argia e del Provinciale P. Alla fine, anche se erano quasi le Davide Sergio Groppi che, via telefo- 21,30, l’Abbé Pierre volle scappare no, ci dissero di proseguire. perché era atteso a Parma presso una Fu chiamata l’ambulanza e incari- sede del suo Movimento. Mi chiese di carono il sottoscritto e fr. Paolo di en- fargli strada con la mia macchina fino trare in camera con la barella e depo- al casello di Modena nord, perché non sitarvi P. Raffaele. Incaricarono noi conosceva la strada. perché nessuno degli altri presen- Fui ben felice di fare quel piccolo ti si sentiva di fare questo. insignificante servizio a un “grande Quando entrammo in camera P. cristiano” dei nostri tempi!!! Raffaele stava tremando, aveva il “ballo di San Vito”. Quando ci vide si fermò 11°) L’ultima preghiera con P. di scatto e ci guardò con occhi “rab-

18 Monte Carpegna (Pesaro-Urbino), luglio 1967, Raffaele con il dottor Griffey e la moglie di Macario 19 biosi”, come per dire: “Cosa volete Raggiunto il Santuario, come sem- fare? ” pre entrai nel piazzale antistante l’entra- Noi due non ci facemmo caso più ta dell’appartamentino di Raffaele. di tanto dato che la sua temperatura Fu un’idea quanto mai balorda. corporea era altissima. Mentre lo ada- Infatti arrivai e vidi che il Padre sta- giavamo sulla barella, io e Fr. Paolo ci va parlando ad un gruppo di ragazzi siamo guardati esterrefatti per la tem- portatori di handicap. peratura così alta. Io, che come al soli- Vari erano in carrozzina e alcuni to non so tacere, dissi: “Ma Paolo, ‘sto erano seduti per terra. cristo brucia vivo!”. Arrivando, e vedendo quel gruppo Poi lo caricammo sull’ambulanza e di ragazzi con difficoltà fisiche, mi resi prima di scendere mi avvicinai al volto conto che ero arrivato nel posto sba- di P. Raffaele e gli dissi: “Ciao Padre, ci gliato e nel momento sbagliato. vediamo all’ospedale”. All’istante capii che era giusto an- Pensavo che non mi avesse capito, darmene via e, senza fermarmi, feci il data la situazione fisica, ma lui mi disse: giro attorno a quel gruppo di ragazzi. “Chiamami un frate”. Per la vergogna non riuscii nemmeno Scendo e lì c’era P. Agatangelo al a salutarli. quale dissi che il Padre voleva un frate. Ma P. Raffaele, da quel grande Lui salì e vidi che si avvicinò al viso maestro di vita sociale, religiosa e e si parlarono e si lasciarono con una con una carità immensa, mi salvò benedizione indirizzata a P. Raffaele. con una frase. Rivolgendosi al gruppo Giorni dopo feci una domanda disse: “Vedete ragazzi, anche Carlino è “cretina e fuori luogo” a P. Agatangelo malato: malato di salute!”. per sapere cosa P. Raffaele gli avesse Per fortuna tutti si misero a ridere chiesto. e allora misi... (dalla rabbia buttai) la P. Agatangelo, da maestro qual’era, bici nella siepe e mi sedetti tra quelle mi rispose: “Se dopo che ti sei confessato fantastiche persone. io andassi a dire cosa hai fatto, tu che ne Negli incontri dei mesi succes- diresti?”. sivi mi vollero sempre con loro. Ero Ancora una volta ebbi, grazie al anch’io un portatore di handicap, Buon Dio, una esemplare lezione di handicap di salute. vita. 13° Da un paio di giorni la 12°) Malato di salute!!! temperatura era altissima!

Negli anni in cui P. Raffaele era al Quella sera eravamo soli nel suo Santuario avevo la passione della bici- studio perché i coniugi Mori erano cletta e mi ero procurato una di quelle appena andati a casa e il Superiore era da corsa. Un sabato pomeriggio pensai salito a preparare la cena. di salire a Puianello. Da un paio di giorni la temperatura

20 Ospedale di Pavullo, novembre 1962 21 Puianello, 1970, visita del Ministro Generale Padre Pasquale Rywalski (terzo da destra). Il terzo da 22 sinistra è il dottor Alberto Montanari di Pavullo 23 febbrile era sempre molto alta: sui 39 Subito pensai che delirasse, ma poi gradi. nel dialogare assieme mi accorsi che Ma quella sera il suo corpo era era lucidissimo di mente. veramente bollente, tanto che la sua Di botto gli risposi: “Ma Lei vuole fronte era sempre bagnata di sudore. andare in paradiso di corsa?”. Diceva di avere, da un paio di gior- Gli strappai un lieve sorriso, ma era ni, un mal di testa insopportabile. pieno di dolore e sofferenza. Perché avesse un po’ di fresco pen- Caro P. Raffaele ora che sei lassù sai di levargli il saio e così rimase solo certamente hai finito di soffrire, anzi con una leggera maglietta. sono sicuro che il Buon Dio ti starà Nel fare questo mi accorsi di un facendo gioire per tutto il bene che fatto strano per un corpo umano. hai seminato quaggiù in terra. La temperatura era talmente alta Non ti dimenticare però che noi che gli lacrimavano gli occhi. Inoltre stiamo ancora cercando di uscire dalle vidi che le lacrime appena usci- nostre fanghiglie, come dicevi tu, della vano dagli occhi vaporizzavano, vita quotidiana… come quando si buttano gocce d’ac- Ciao! qua sulla piastra della stufa incande- Carlino Pelloni scente. 5 marzo 2020 Di conseguenza la pelle ester- na degli occhi compariva tutta bianca come bruciata. Poi pensai di misurare la tempera- tura con il termometro, ma come lo appoggiai al braccio vidi il mercurio salire velocemente e dopo pochi secondi uscire dalla colonnina. Al vedere quella situazione corpo- rea e vedendo quel tipo di sofferen- za, mi commossi e cominciai a pian- gere anch’io e gli chiesi: “Ma Padre, perché Lei deve soffrire così tanto? La Maduneina ed Puianel e noster Sgnor… ma dove sono?”. Mi prese una mano, se la mise sul cuore... (sembrava una Ferrari alla par- tenza di una gara) e stringendola mi disse: “Carlino, Gesù ha patito un do- lore ben più grande di questo e chi sono io per non volerlo? Se così vuole, sia fatta la sua volontà!”.

24 UNA CASA PER ANZIANI • Hai un genitore anziano da accudire perché, vista l’età, non è completamente autosufficente? • Vuoi andare in vacanza e non lasciarlo solo? • Hai difficoltà a trovare una badante? • Non riesci ad accudirlo tu come vorresti? • Hai difficoltà a sostituire la badante durante il suo giorno di riposo e le sue vacanze? Da noi c’è quello che cerchi.

“Casa del Padre” via del Santuario 13, Puianello (MO) (a destra del Santuario)

E’ gestita dalle Suore Ancelle Francescane del Buon Pastore Ha 10 camere singole con bagno, ambiente tranquillo, silenzioso e immerso in uno dei più bei luoghi sulle prime colline di Castelvetro a 25 km da Modena. Con i suoi 447 m. di altitudine ti offre un’aria migliore, con la brezza pressoché costante e giornate estive meno afose. Per informazioni telefonaci al numero 059 791697 o visitaci. 25 i nostri santi Uberto Mori lo “Schindler” della ceramica

La celebrazione della “Gior- nostra Rivista ricorda que- no l’avvento della monocot- nata della Memoria”, avve- sto imprenditore che studia- tura e non si risparmiava nel nuta nel gennaio scorso, ha va con gli sstessi interessi gli prodigarsi per il prossimo. dato l’occasione alla Rivista scritti del matematico Korak Iscritto nel 1967 al Terz’Or- “Il Distretto”(1) di raccontare e gli atti del Concilio Vatica- dine Francescano, ha col- una vicenda poco conosciuta no II, insegnava all’Univer- laborato con le Missioni che riguarda il Servo di Dio sità di Bologna Chimica e cappuccine del Centrafrica, Uberto Mori, pioniere delle Tecnologia dei prodotti ce- ha fondato l’AVO mode- ceramica, la cui storia comin- ramici, la laurea a pieni voti, nese e l’Ora di Guardia, ha cia a Nonantola nel 1943. fondava un gruppo indu- inventato le Marce peniten- striale cui molti riconduco- ziali di Puianello: Cristiano E’ morto nel 1989 a soli 63 anni, ma ha lasciato un segno profondo nella storia della ceramica e non solo. Perché l’ingegner Mori è stato uno dei pionieri dell’industria in provincia di Modena ma non solo e la sua esistenza quanto meno romanzesca. Prima figlio, poi marito e padre, docen- te, imprenditore di succes- so, ma anche e soprattutto benefattore, sostenuto da una fede che gli permette- va, scrisse, di “vedere il sole anche quando sta pioven- do”(2). Oggi la Chiesa gli riconosce il titolo di Servo di Dio e Ve- nerabile essendo terminata la fase diocesana della causa 1940, La famiglia Mori, con la sorella Paola, il padre Generale Mario di beatificazione. E oggi la Mori, la madre e Uberto. 26 “pratico”, lo definiscono le poi a Pavia”. l’età per la leva, rischiando fonti, “pienamente inserito Proprio a Nonantola dopo, anche ritorsioni da parte dei nel sociale” anche grazie alle l’armistizio dell’8 settembre, partigiani della zona, ma co- possibilità economiche che con un intervento tempesti- minciando, con l’iscrizione la professione gli garantisce. vo e determinante avverte all’Università, a costruirsi un Sul lavoro, infatti, Mori non 107 ragazzi ebrei, rifugiati domani che lascerà più trac- sbaglia un colpo: nel 1960 a Villa Emma, che possono ce, in ceramica e non solo, apre lo Studio tecnico Mori, così mettersi in salvo prima quasi il destino avesse voluto nel 1968 fonda la Società dell’arrivo dei tedeschi e ri- premiare quel gesto di altru- Forni Impianti Industriali fugiarsi in seminario e in ismo che Uberto scelse di Ceramici Mori e tre anni case private. Mario Mori fare, nel 1943, per i ragazzi dopo, nel 1971, nasce la So- muore il 13 agosto del 1944. di Villa Emma. (S.F) cietà Ing. Uberto Mori. Uberto, essendogli concessa Inizia la progettazione e la una breve licenza, partecipa produzione dei forni a rulli ai funerali. (1) “Il Distretto”, anno 12, nu- per ceramica, con cottura ra- Con la morte del padre, mero 252 - 25 gennaio 2020, pida in monocottura, un’in- Uberto si sente sciolto dal pag. 6. novazione che trasforma generoso impegno assunto (2) Frase mutuata dal “Dia- il settore della ceramica in e resta a casa non avendo rio di Anna Frank”. Italia e all’estero e nel 1980 dà vita al Gruppo Mori, che comprende la Mori SPA, la Mori Iberica, la Ing. Mori SPA, e la emittente televisiva Antenna Uno. Il successo imprenditoriale non ostacola il grande im- pegno di Mori per la perfe- zione cristiana, ma lo stimo- la, dando la misura di uno spessore che Uberto aveva già fatto intravvedere da gio- vanissimo. “I ragazzi di Villa Emma” Correva infatti il 1943 e Uberto era sfollato con la Villa Emma è situata alla periferia di Nonantola (MO) e il madre e la sorella Paola a suo nome è strettamente legato alla vicenda che, durante la Monticello, mentre il pa- seconda guerra mondiale, vide alcuni benefattori sostenere dre, ufficiale di Artiglieria l’opera di salvataggio di un gruppo di giovani ebrei prove- e malato di tumore, venne nienti dall’est europeo, sottraendoli alle persecuzioni neofa- richiamato in servizio dalla sciste e ai campi di concentramento fino alla salvezza in terri- Repubblica Sociale. torio svizzero. La vicenda storica ha inizio nel 1942 quando Ma Uberto, date le condi- l’organizzazione ebraica di assistenza ai rifugiati riesce a collo- zioni gravissime del padre, care una cinquantina di ragazzi ebrei dalla Slovenia in Italia, a si offre di sostituirlo pur Nonantola appunto, e a questi si aggiungono poi altri orfani avendo appena 17 anni. provenienti dalla Croazia. Con l’8 settembre e l’occupazione “Lo scambio - si legge nelle nazista, la prima preoccupazione era quella di porre in salvo i biografie di Mori - viene ragazzi di villa Emma. In meno di 36 ore, i ragazzi vengono accettato e Uberto è desti- affidati a famiglie locali, oltre ai sacerdoti del seminario e alle nato prima a Nonantola, suore ospedaliere, e poi fatti espatriare in Svizzera. 27 i nostri santi Un grande albero ha sempre radici profonde

di Paolo Bertolani (diacono)

Nel cuore del Frignano maggiormente è che trova dire, a distanza di venti germoglia e si espande nel sempre chi si schiera con anni, che quell’avallo ha giro di pochi lustri un’o- lui verso mete che paiono messo radici solide. pera che presenta il sapore irraggiungibili. Per essere accettati come dell’evangelico granello di Ma per realizzare un’ope- garanti in una banca del senape, “Francesco e Chia- ra dal costo miliardario genere bisogna avere di- ra”. Il nome indica palese- partendo da due spiccioli, mostrato nella vita di vi- mente la matrice france- deve esserci un avallo, un vere la rivoluzione delle scana di questa struttura fido importante. Beatitudini testimoniando sorta per l’assistenza digni- E Padre Sebastiano sa già Chi ha osato l’impossibile tosamente cristiana degli che il conto corrente aper- per amore. E l’albero ha anziani. to nella Banca dello Spirito messo radici che hanno Questa realizzazione na- Santo ha come garanzia le avuto un’espansione vasta sce, infatti, dall’intuizione firme di Sergio e Dome- quanto la vigna del Signo- di un frate cappuccino che nica, i suoi genitori, che re: in ogni continente le pensa spesso alla grande e egli considera sin dall’ini- sei suore e i due sacerdoti, non arretra di un passo di zio non solo ispiratori, ma frutti del loro amore, han- fronte all’evidente spro- anche protettori di “Fran- no portato il messaggio porzione tra la partenza e cesco e Chiara”. E si deve della salvezza. l’arrivo. E’ povero in can- na; tutto ciò che è passato dalle sue mani si è muta- to in opere sparse lungo il cammino del suo apostola- to. Al di là della tonaca e delle sue scapestrate visioni non possiede nulla: gli oc- chi vivaci incorniciati da un ciuffo pepe e sale e da un’ispida barba fratesca ti guardano con sicurezza e le sue parole ti convincono dell’impossibile. E la cosa che meraviglia 28 Sergio Bernardini e Do- servatezza dei figli, il Ve- dell’esercizio eroico delle menica Bedonni sono due scovo di Modena, venen- virtù nella loro vita; con montanari del Frignano do incontro alle richieste decreto di Papa Francesco, che hanno conosciuto la pressanti di chi aveva il 5 maggio 2015, sono sta- durezza delle zolle avare di sperimentato la santità di ti dichiarati Venerabili. quella terra e hanno san- questa coppia di sposi, ha Il cammino verso gli onori tificato la loro vita nella aperto il Processo Diocesa- degli altari è ancora lungo, quotidianità di una asso- no per la loro Beatificazio- ma le dichiarazioni spon- luta fiducia in Dio e nella ne e Canonizzazione. Sulla tanee di favori e di grazie piena docilità al suo volere. base di tante testimonianze ottenuti per la loro inter- La giovinezza li ha provati favorevoli e di svariate gra- cessione sono segnalate nel crogiuolo del dolore e zie loro attribuite, il Pro- frequentemente; attraver- nella privazione degli af- cesso si è concluso in breve so numerose biografie, fetti più cari, ma la loro tempo. Nel successivo pas- una mostra itinerante, un fede è rimasta intatta. Il saggio alla Congregazione “musical”, pellegrinaggi e loro incontro ha suggellato dei Santi in Roma, i Servi conferenze, documentari un patto di fedeltà durato di Dio Sergio e Domenica televisivi, DVD e siti “in- cinquantadue anni, reso Bernardini ben presto sono ternet”, la loro conoscenza più saldo dall’accoglienza stati oggetto di discussione si espande e anche la loro totale alla vita nel dono di al Congresso dei Teologi e, capacità di intervenire dieci figli: otto vocazioni successivamente, a quello presso il cuore del Signore religiose e due matrimo- dei Vescovi e Cardinali. si incrementa a vantaggio niali. In questo contesto, hanno dei devoti che si rivolgono Vincendo la naturale ri- avuto il riconoscimento loro in preghiera. Nella loro umiltà di vita non avrebbero mai pen- sato che dal piccolo seme del loro amore sarebbero sorte attività e realizzazioni grandi come, ad esempio, “Francesco e Chiara” che continuano a seminare la loro carità nel tempo. Se entri nella struttura per anziani, forse la più bella ed efficiente della regione, trovi ad accoglierti, poco dopo l’ingresso, il sorriso dei Servi di Dio i Vene- rabili Sergio e Domenica Bernardini che, dal quadro posto accanto alla porta della cappella, sono lì a te- stimoniare la loro costante presenza nel cammino di chi vive in “Francesco e Chiara” rispettato ed ama- to fino alla fine dei suoi giorni. 29 Notizie dal Santuario

SERVIZIO ORDINE FRANCESCANO SECOLARE DELLE CONFESSIONI • Tutte le 3e Domeniche del mese, da settembre a giugno, Quando il Santuario è ha luogo l’incontro della Fraternità OFS, dalle 16,30 alle aperto è disponibile un sacerdote per le confes- 17,30 orario legale e dalle 15.30 alle 16,30 orario solare. sioni Se il sacerdote non • La 2ª Domenica di ogni mese si prega l’Ora di Guar- è presente in chiesa, po- dia dalle 17 alle 18 orario legale e dalle 16 alle 17 ora- tete suonare il campanel- rio solare. lo delle confessioni e at- tendere. GRUPPO DI PREGHIERA DI • La 4ª Domenica del mese incontro del Gruppo di Pre- ADORAZIONE ghiera (da settembre a giugno). EUCARISTICA L’incontro inizia alle 16, segue la catechesi, il Rosario in Ogni Domenica chiesa e la Messa (in orario legale inizia alle 17). c’è l’ Adorazione Eucaristica: MESSA PER LA GUARIGIONE dalle 15 alle 17 DEGLI AMMALATI orario solare; dalle 16 alle 18 • Ogni 4º mercoledì del mese le Messe delle 17 e delle orario legale. 20,30 vengono celebrata per gli ammalati. VOLONTARIATO 13 DEL MESE In un Santuario le ne- • Da maggio a settembre Santa Messa alle 22 sul piazzale, cessità sono tante. I ser- vizi che si possono svol- preceduta dalle Marce penitenziali. gere sono di vario ge- Sul piazzale il Rosario inizia alle 21. nere. Se qualche perso- In ottobre tutto è anticipato di 30 minuti. na desidera fare del vo- lontariato qui al Santua- rio, si può rivolgere al Rettore. La Madonna darà la sua www.santuariodipuianello.it ricompensa.

30 Torre Maina

SANTUARIO

Il Santuario Beata Vergine della Salute di Puianello (Mo) può vivere soltanto grazie alle offerte dei fedeli. Desideri fare un’offerta per le necessità del Santuario Beata Vergine della Salute di Puianello?

- Bollettino Postale numero 71540405 intesto a: Santuario della Beata Vergine della Salute - via del Santuario, 9 41014 Castelvetro (Mo).

- Bonifico sul conto corrente Postale del Santuario IBAN: IT 32 J 07601 12900 000071540405

- Bonifico sul conto corrente Bancario del Santuario IBAN: IT 72 V 02008 66710 000040819190 31 Santuario Beata Vergine della Salute - Puianello di Levizzano R. (Mo) SAGRA AL SANTUARIO TRIDUO DI PREPARAZIONE (Sabato 5, Domenica 6, Lunedi 7) Rosario ore 17 - Messa ore 18 MARTEDÍ 8 SETTEMBRE NATIVITÁ DI MARIA

• Mattino: Messe alle 8, 10, 11

• Pomeriggio: Rosario alle 17 e Messa solenne alle 18 Segue la processione con l’Immagine della Madonna (se le condizioni lo consentiranno) Presterà servizio il Corpo Bandistico di Castelvetro che al termine della processione (o della Messa) terrà il concerto “Musica per Maria” Dalle ore 19 alle ore 23 Stand Gastronomico grazie ai Volontari della Confraternita del Burlengo Sincera gratitudine a tutti quelli che hanno collaborato alla realizzazione della Sagra