Fascismo E Società Italiana Temi E Parole Chiave

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Fascismo E Società Italiana Temi E Parole Chiave BraDypUS.net COMMUNICATING CULTURAL HERITAGE Carlo De Maria (a cura di) Fascismo e società italiana Temi e parole chiave OttocentoDuemila 2016 Italia-Europa-Mondo, 2 OttocentoDuemila, collana di studi storici e sul tempo presente dell’Associazione Clionet, diretta da Carlo De Maria Italia-Europa-Mondo, 2 In copertina: La Sala dei cimeli del fascismo alla Rocca delle Caminate, 1933-40 circa (Biblioteca comunale di Forlì, Archivio fotografco) Carlo De Maria (a cura di) Fascismo e società italiana Temi e parole-chiave BraDypUS.net COMMUNICATING CULTURAL HERITAGE Bologna 2016 La pubblicazione di questo volume è promossa dall’Istituto storico della Resistenza e dell’Età contemporanea di Forlì- Cesena e dall’Associazione di ricerca storica Clionet, con il contributo di Atrium Forlì e il patrocinio del Comune di Forlì - Assessorato alla Cultura, Politiche giovanili, Pari opportunità. Comune di Forlì Progetto grafco BraDypUS ISSN: 2284-4368 ISBN: 978-88-98392-48-3 Quest’opera è stata rilasciata con licenza Creative Commons Attribuzione - Non commerciale - Non opere derivate 4.0 Internazionale. Per leggere una copia della licenza visita il sito web http://creativecommons.org/licenses/by-nc-nd/4.0. 2016 BraDypUS Editore via Aristotile Fioravanti, 72 40129 Bologna CF e P.IVA 02864631201 http://bradypus.net http://books.bradypus.net [email protected] Fascismo e società italiana Temi e parole-chiave INDICE GENERALE 5 Introduzione, Carlo De Maria 11 Architettura, Matteo Troilo 35 Bambini, Fabio Montella 57 Biblioteche, Carlo De Maria 83 Bonifca, Francesco Di Bartolo 97 Censura libraria, Carlo De Maria 121 Cinematografa, Domenico Guzzo 141 Colonie di vacanza, Roberta Mira 149 Cooperative, Tito Menzani 163 Doni (a Mussolini), Maria Elena Versari 181 Editoria, Alberto Ferraboschi 195 Eugenetica, Gabriele Licciardi 205 Fascismo rurale, Mattia Brighi 221 Ferrovie, Fabio Casini 229 Istituti tecnici industriali, Carlo De Maria 247 Lavoro, Gilda Zazzara 263 Migrazioni, Luca Gorgolini 271 Oppositori, Fiorella Imprenti 281 Parole (Iscrizioni), Maria Elena Versari 297 Precursori, Alessandro Luparini 307 Psichiatria, Francesco Paolella 317 Romagna, Mario Proli 345 Scuola, Alberto Gagliardo 361 Sindacalismo, Marco Masulli 373 Sport, Fabrizio Monti 387 Università, Simona Salustri 399 Gli autori 403 Indice dei nomi Fascismo e società italiana. Temi e parole-chiave a cura di Carlo De Maria Bologna (BraDypUS) 2016 ISBN 978-88-98392-48-3 pp. 5-10 Introduzione CARLO DE MARIA Sono ormai numerose le generazioni di storici che si sono susseguite interrogan- dosi sulle ragioni dell’ascesa e della tenuta ventennale del regime. Questo libro – che trae origine da un seminario tenutosi a Forlì nel maggio 20161 – riprende il titolo di un classico volume einaudiano curato da Guido Quazza nel 1973. Nato nel 1922, Quazza aveva pubblicato le sue prime rifessioni sulla storia del fasci- smo nel 19452. Circa vent’anni più tardi, nelle pagine introduttive di Fascismo e società italiana, egli individuava la necessità di andare oltre le interpretazioni generali del regime per immergersi «nel concreto dell’analisi dei problemi spe- cifci», ricostruendo in maniera dinamica la realtà storica3. Le interpretazioni classiche, importanti ma non più suficienti, a cui Quazza faceva riferimento corrispondevano, in buona sostanza, a tre diferenti imposta- zioni politico-ideologiche: l’interpretazione liberale e crociana, con la tesi del fascismo come parentesi, come improvvisa malattia morale e corruttrice di un corpo sostanzialmente sano, quello dell’Italia liberale; l’interpretazione radicale e azionista, che invitava a ripercorrere a ritroso la storia dell’Italia unita alla ricerca di quelle tare, nello sviluppo socio-economico e nei caratteri delle clas- si dirigenti, in grado di spiegare la nascita e l’afermazione del fascismo; infne l’interpretazione marxista, senz’altro la più infuente fno a quel momento sugli 1 Fascismo e società italiana: temi e parole-chiave, seminario tenutosi in occasione della Terza Festa di Clionet, Forlì, Casa Safi, 20 maggio 2016, in collaborazione con l’Istituto storico della Resi- stenza e dell’Età contemporanea di Forlì-Cesena, con il patrocinio del Comune di Forlì - Assessorato alla Cultura, Politiche giovanili, Pari opportunità. 2 Guido Quazza, Origini e aspetti della crisi contemporanea, Torino, Orma, 1945. 3 Guido Quazza, Introduzione. Storia del fascismo e storia d’Italia, in Id. (a cura di), Fascismo e socie- tà italiana, Torino, Einaudi, 1973, pp. 3-43, p. 6. 6 Fascismo e società italiana orientamenti della storiografa, che insisteva sul connubio fascismo-capitalismo (il fascismo come stadio senescente del capitalismo, un fascismo subalterno agli interessi capitalistici). In efetti, gran parte della storiografa degli anni Cinquanta e Sessanta aveva indicato nel connubio fascismo-capitalismo l’asse centrale per la comprensione del regime, con riferimento, in maniera più specifca, al terreno di fusione fra la volontà di dominio del fascismo e la capacità dei grandi interessi economici di plasmarla sulle scelte a essi più congeniali. Si attribuiva, dunque, al regime una esistenza rifessa, l’incapacità di costruire un progetto proprio, mentre si eviden- ziavano prevalentemente gli aspetti della repressione poliziesca e della vuota esibizione di prestigio4. Nel passaggio tra anni Sessanta e Settanta avvenne una svolta negli studi, un nuovo slancio che trovava rifesso nelle parole di Quazza citate in apertura. C’era la crescente consapevolezza della complessità dell’esperienza fascista e della conseguente necessità di analizzare in modo più puntuale, di approfon- dire nel merito delle singole questioni, la dimensione politico-istituzionale del regime, i suoi rapporti con i diversi referenti sociali, nell’ambito dei processi di massifcazione e di burocratizzazione drasticamente acceleratisi per efetto del- la Grande Guerra. In questa svolta rivestì una importanza rilevante il lavoro di Renzo De Feli- ce, che volle peraltro marcare una netta e polemica distanza nei confronti del cosiddetto paradigma antifascista. Suo obiettivo dichiarato era quello di scrive- re una storia del fascismo che desse ragione del fenomeno prescindendo dalle condanne e negazioni aprioristiche dell’antifascismo. Il lavoro antologico sul- le interpretazioni del fascismo realizzato da De Felice ed edito da Laterza nel 1969-19705 ebbe il merito di porre all’attenzione, tra le altre cose, il tema dei ceti medi: la mobilitazione e il coinvolgimento da parte del regime degli strati inter- medi della società. Ceti medi che erano cresciuti nei decenni a cavallo del 1900 grazie ai processi di urbanizzazione, industrializzazione e sviluppo dei servizi, che avevano vissuto da protagonisti la mobilitazione bellica del 1915-18, che continuavano a raforzarsi in termini organizzativi e occupazionali di pari passo 4 Massimo Legnani, Sistema di potere fascista, blocco dominante, alleanze sociali. Contributo a una discussione, in Angelo Del Boca, Massimo Legnani, Mario G. Rossi (a cura di), Il regime fascista: storia e storiografa, Roma-Bari, Laterza, 1995, pp. 414-445, p. 414; Massimo Legnani, Blocco di potere e regime fascista, in Istituto nazionale per la storia del movimento di liberazione in Italia, Storiografa e fascismo, Milano, Franco Angeli, 1985. 5 Renzo De Felice, Le interpretazioni del fascismo, Roma, Laterza, 1969; Renzo De Felice, Il fasci- smo: le interpretazioni dei contemporanei e degli storici, Roma, Laterza, 1970 (ripubblicata nel 1998 con una prefazione di G. Sabbatucci). Carlo De Maria, Introduzione 7 con l’aumento dei processi di intervento statale6. Gli strati intermedi erano chia- mati dal regime a fornire i quadri degli apparati fascisti e, più in generale, degli apparati pubblici che durante il fascismo conobbero, specie negli anni Trenta, un massiccio incremento. Nell’opera di revisione delle coordinate storiografche avviata nei primi anni Settanta da De Felice (non solo l’antologia sul fascismo, ma la biografa musso- liniana, in particolare il quarto volume del 1974 sugli anni del consenso 1929- 1936, e l’intervista sul fascismo del 1975) venne riservato un ampio spazio al settore della cultura, problematizzando e confutando la nota tesi di Benedetto Croce che rappresentava il fascismo come pura barbarie culturale. Il supposto rapporto antitetico tra fascismo e cultura; l’immagine retorica di una cultura na- turalmente identifcata con l’antifascismo7. Interpretazione, quella crociana, già allora superata, ma che era stata ripresa, proprio all’inizio degli anni Settanta, da Norberto Bobbio, che aveva rivendicato una separatezza degli intellettuali dal regime e una loro sostanziale impermeabilità al fascismo8. Una serie di indagini storiche forite tra anni Settanta e Ottanta ridiscusse in profondità l’immagine della separatezza tra intellettuali e regime, con appro- fondimenti specifci su intellettuali e istituzioni culturali del ventennio. In quel contesto, crebbe l’attenzione per l’analisi di alcuni strumenti della politica cul- turale del fascismo, portando alla ricostruzione, ad esempio, delle vicende che condussero nel 1937 alla nascita del Ministero della Cultura popolare9. Il tema della cultura si dilatò e a esso si afiancò gradualmente quello della società10. Tra la fne degli anni Ottanta e l’inizio dei Novanta il rapporto cultura-fasci- smo perse di centralità, mentre trovò crescente spazio il processo di penetrazio- ne territoriale del fascismo, ovvero la capacità del regime di afondare nel corpo sociale. Andarono moltiplicandosi indagini a livello locale
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