Boletín Del Museo Arqueológico Nacional
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Boletín del Museo Arqueológico Nacional Tomo VIII, n.~~1 y 2 1990 Boletín del Museo Arqueológico Nacional (Mddrid + VIII. 1990 UN TABERNACOLO DI GIOVANNI DI BALDUCCIO PER ORSANMICHELE A FIRENCE E pietre possono vallamenti digradanti e un raccontare tanto triangolo con una superficie piii un pezzo di piatta comprendente la mamo lavorato. meta superiore della man- L dorla. Questa racchiude un Un rilievo pub raccontare molte cose, storie intere. busto raffigurante Cristo, Un rilievo narra, a chi lo sa identificabile grazie all'au- leggere, non soló que1 che reola con la croce. La man- vi 6 raffigurato, ma anche il dorla con le tre fasce a gra- nome dello scultore, persi- dini che ha il significato del no il periodo in cui l'artista cosmo come trono di Cris- l'ha eseguito e la funzione to2, stata comune nell'ar- per la quale 6 stato creato. te gotica toscana. La posi- Nel maggio 1987, la zione di Cristo all'interno dott.ssa Franco Mata (Mu- della mandorla 6 rigorosa- seo Arqueológico Nacional mente frontale. Sulle spalle a Madrid), gentilmente mi porta un manto, sollevato e invib due fotografie d'un ri- trattenuto sotto il gomito lievo finora sconosciuto destro; su1 petto si intrawe- (figg. 1, 2), annotandovi a de la veste, della quale 6 ap- margine: «Secondo me si pena visibile su1 polso sinis- tratta della parte superiore tro anche una delle lunghe di un altare da noi retablo maniche. Le braccia sono di scuola pisana della fine piegate e appogiate al bus- del XIV secolo». 11 rilievo le to; la mano destra & legger- aveva gii narrato molte mente sollevata, con l'indi- cose. Al primo sguardo ce e il medio alzati in un dato alle fotografie, il rilie- gesto di benedizione, in vo mi ha rivelato il nome modo che le dita quasi sfio- del suo artefice: Giovanni I rano l'angolo supenore del di Balduccio. Ne ho informato la dott.ssa Franco Mata libro tenuto dalla mano sinistra. Le braccia si trovano e con questa attribuzione a Giovanni di Balduccio il ri- cosi, su1 piano formale, in una relazione ritmica che un lievo 6 stato esposto al pubblico nel 1988'. diverso atteggiamento della mano benedicente, in gene- 11 rilievo unisce in un unico blocco di marmo due for- re piu rigido, avrebbe vanificato. La raffigurazione di me geometriche: una mandorla elissoidale con tre av- Cristo era ampliamente diffusa sui timpani dei polittici e delle pale d'altare, dei baldacchini sovrastanti monu- quale il timpano, alto complessivamente 78,5 cm e lar- menti sepolcrali, dei portali3. La forma triangolare del go, nel punto massimo, 55 cm, fosse utilizzato in nlievo, che costituisce un insieme scultoreo con la man- origine. dorla, indica, senza alcun dubbio, la sua appartenenza In primo luogo, occorre osservare attentamente la fi- ad un timpano. Si pone solo il quesito del contesto nel gura di Cristo (figg. 1, 2). 11 volto 5 dominato da uno sguardo diretto e fisso, soggiogante. La forma degli oc- tuetta di San Pietro Martire (fig. 23) appare meno mos- chi, con iridi e pupille accuratamente lavorate, 5 di ta- so e teso. Per quanto riguarda i motivi ornamentali su- glio amplio; la palpebra inferiore 6 quasi diritta, men- gli orli o nelle aureole, si osserva in tutte le sculture il tre quella superiore, che copre un poco l'iride, 5 legger- ricorso alla sequenza di fori. 11 motivo della losanga con mente arcuata. Negli angoli esterni sono visibili due cor- fori sulla scollatura della veste di Cristo (fig. 2) si trova te rughe. Gli occhi sono racchiusi in cavith delimitate -amcchito di fori esterni rispetto alle losanghe- sulla da1 naso e da ampie arcate sopracciliari, ma anche da veste di Giovanni (figg. 5,37); bordature a frangia ador- zigomi fortemente sporgenti, alti e larghi. Al di sotto de- nano ugualmente l'abito di Cristo e, per esempio, que- gli zigomi, le guance sono incavate e terminano in una 110 di Taddeo o di Tommaso nel ciclo fiorentino degli corta barba, che sfiora la mascella conferendole un ca- Apostoli (figg. 1, 42, 35). 11 busto di Cristo nella man- rattere fortemente volitivo. Le labbra, piene, non sono dorla 5 cosi palesemente legato alle sculture di Giovan- coperte dalla barba; sono anzi messe in particolare ri- ni di Balduccio che non possiamo dubitare di trovarci lievo dai baffi, marcatamente lisciati verso l'esterno, a di fronte ad un'opera finora sconosciuta dello scultore sinistra e a destra. Solchi fini, non del tutto regolari, seg- pisano. nano le singole ciocche di capelli, che si raggruppano in ciuffi. Nello stesso modo 5 intagliata la folta capigliatu- ra che, pettinata all'indietro sulla fronte larga, dalla su- perficie leggermente ondulata, ricade sulle spalle. 1mar- La nascita di Giovanni di Balduccio si dovrebbe po- cati lineamenti del volto mi hanno fatto subito pensare ter collocare intorno al 1300 a Pisa, la morte poco dopo a figure come quelle degli Apostoli (figg. 3-5,32-43) del il 1349 a Milano8. La sua attivith 5 documentata all'ini- ciclo dei rilievi installati nelle cortine delle arcate di Or- zio, fra il 1317 e il 1318, con un modesto salario gior- sanmichele a Firenze, al rilievo di San Domenico (fig. 6) naliero nell'opera del Duomo di Pisag e in seguito solo nel pulpito di Santa Maria del Prato, nella Chiesa della nel1349, quando, residente a Milano, 5 incancato di as- Misericordia a San Casciano, vicino a Firenze, o ai San- sumere la direzione dell'opera del Duomo di Pisa; alla ti Pietro Martire e Nicola (figg. 7, 23, 24), due statuet- fine del 1349, tuttavia, la sua presenza 5 ancora docu- te appartenenti in origine a un polittico marmoreo per mentata a ~ilano". E'probabile che Giovanni di Bal- l'altare principale della Chiesa di San Domenico a Bo- duccio abbia trascorso gli anni di apprendistato nella logna e che oggi si possono vedere nel Museo Civico botte a di Giovanni Pisano, morto presumibilmente nel Medievale, owero nel Museo di Santo Stefano della 1314lf , sebbene non si possa individuare il suo contri- stessa citth. 11 pulpito di San Casciano porta l'iscrizione buto ad alcuna opera del maestro12. Le particolarith sti- «Hoc opus fecit Joh(anne)s Balduccii magiste(r) d(e) listiche e la scrittura artistica di Giovanni di Balduccio Pis@)». 1 busti degli Apostoli (figg. 3-5, 32-43) di Or- sono note grazie a quattro opere firmate: il monumen- sanmichele sono stati attribuiti da1 Valentiner a Giovan- to sepolcrale per Guarniero degli Antelminelli in San ni di Balduccio, nel 1935, con argomentazioni convin- Francesco a Sarzana (fig. 8), il pulpito di Santa Maria centi4; l'ipotesi del Valentiner ha da allora trovato ge- del Prato a San Casciano (fig. 9), 1'Arca di San Pietro nerale consenso. La statuetta di San Pietro Martire Martire a SantlEustorgio a Milano (fig. lo), datata (fig. 23) 6 stata riconosciuta come opera di Giovanni di 1339, e i frammenti della facciata di Santa Maria di Bre- Balduccio, sempre nel 1935, da1 Filippini, il quale ha ra, datata 1347, oggi nel Castello Sforzesco di Milano. ipotizzato che provenisse da1 distrutto polittico della Le prime esculture di Giovanni di Balduccio Chiesa di San Domenico a ~ologna~.Stessa attribuzio- (1317-1318) sono individuabili in alcune delle teste mo- ne e provenienza sono state proposte da1 Ragghianti nel numetali (figg. 11,12) e in due figure portanti che si tro- 1940 per la statuetta di San ~icola~. vano nella parte esterna del Camposanto di Pisa di fron- Le opinioni di questi studiosi sono state accettate sen- te alla piazza del ~uomol~.Alle prime opere, intorno za eccezioni7. 11 busto di Cristo di Madrid (figg. 1, 2) al 1320, appartengono a mio parere anche le due statue comsponde a tutte queste figure nel largo impianto del di mamo a grandeza quasi naturale dell'Annunciazio- volto, con la leggera ondulazione sulla fronte, nel par- ne (figg. 13, 14) di Coreglia Antelminelli14. Intorno al ticolare taglio degli occhi e nella vivezza dello sguardo, 1325, Giovanni di Balduccio potrebbe aver eseguito due dovuta all'accurata lavorazione di iride e pupilla, nel monumenti sepolcrali a Genova, dei quali sono rimasti modellato della zona intorno agli occhi, con le caratte- solo tre angeli re gicortina, oggi nei Musei Comunali ristiche rughe negli angoli esterni, nell'articolazione della stessa citthl! Quanto al monumento funebre per plastica degli zigomi singolarmente alti e larghi, nell'in- Guarniero degli Antelminelli (fig. 8), si tratta di una taglio, infine, della capigliatura e della barba. La coms- tomba addossata alla parete e sorretta da mensole, con pondenza si ritrova poi nello stile delle vesti, sempre sarcofago, camera sepolcrale e tabernacolo incoronato modellate come fossero di stoffa morbida e pesante, che da un baldacchino che copre tutto l'insieme, secondo il nel panneggio forma scanalature profonde e spigoli ri- modello senese. 11 bimbo non era morto nel1322, come gonfi. La successione delle pieghe, che ricadono con un inizialmente i otizzato nel 1768 da1 Targioni Tozetti, andamento quasi ad arco, mostra una fitta e leggera ma nel 1327' 2, e Giovanni di Balduccio dovrebbe aver pieghettatura, 11 panneggio del Cristo nella mandorla eseguito l'opera, firmata, negli anni 1327-132817. Ques- assomiglia pih di ogni altro, anche per l'articolazione ta data 6 confermata anche dalla presenza dello stem- fortemente plastica, a que110 delle vesti degli Apostoli ma con losanghe di casa Wittelsbach sulla tomba; YIm- (figg. 1, 32-43); in confronto, il drappeggio della sta- peratore Ludovico di Baviera deve averne concesso la facolti al padre, Castruccio Castracani, nel 1327, quan- anche il programma scultoreo e lo stile delle statuette do lo fece duca di ~ucca".