DOSSIER ANTIFASCISMO DALLA STESSA PARTE, SEMPRE 1919 / FONDAZIONE DEI FASCI DI COMBATTIMENTO 2019 / LOTTE E RIFLESSIONI CONTRO IL FASCISMO

Come ogni anno, il numero di aprile di “A” è dedicato in parte alla lotta contro il fascismo, nella storia e nell'attualità. Su questo numero la parte storica è rappresentata dalla rassegna, curata da Massimo Ortalli, dell'intera bibliografia in italiano sull'impegno antifascista delle anarchiche e degli anarchici e dalla ricostruzione storica delle prime fasi dell’antifascismo militante anarchico a Torino. Approfondimenti sul contesto generale, e sulle modalità dell'impegno antifascista oggi, sono proposti dalle compagne e dai compagni del Circolo anarchico C. Berneri di , da Andrea Papi, da Francesco Codello. Uno scritto del gruppo di ricerca Schwarzbard affronta il concetto di popolo e il crescente antisemitismo anche nei movimenti di sinistra. Con un’illustrazione di Fabio Santin e una vignetta di Roberto Ambrosoli.

antifascismo 7 ANTIFASCISMO Contro la corrente

Bologna, 21 aprile 1945 - I partigiani sfilano per la città nel giorno della liberazione

del circolo anarchico C. Berneri di Bologna

uando la redazione di “A” rivista ha chiesto ad alcuni di noi di preparare CONTRO LA Qun contributo sull’antifascismo per il numero dell’aprile 2019 abbiamo accet- tato ben felici. Siamo stati costretti però a porre due condizioni, ricevendo qualche amichevole maledizione dai redattori. La prima era che ci serviva un po’ più di tempo rispetto alla scadenza stringen- te che ci era stata suggerita: questo sia CORRENTE perché impegnati nelle consuete attività settimanali (circoloberneri.indivia.net), sia È necessario impedire ai nuovi epigoni del fascismo perché impegolati in vicende giudiziarie di organizzarsi con i mezzi che si ritengono più utili a causa, anche, dell’attività antifascista messa in campo negli ultimi anni. allo scopo. In una prospettiva rivoluzionaria. La seconda era che avremmo preferito mandare uno scritto collettivo, che ripren- desse alcune delle considerazioni assem- bleari sulle quali avevamo concentrato le nostre riflessioni negli ultimi mesi. Le nostre “condizioni” così rispecchia- vano una situazione materiale per noi vincolante: sempre molto impegnati nella attività locale, costretti a fare i conti con la repressione, bisognosi di un confronto reiterato e collettivo su alcune questioni

8 antifascismo Contro la corrente ANTIFASCISMO

di fondo, in primo luogo su quella “aria di le politiche “securitarie” di marchio PD e ridotta a mobilitazioni contro formazioni di- Weimar”, come la ha definita il maestrone che non sono disposte a lasciarsi traspor- chiaratamente neofasciste, ma va allarga- di Pavana, che respiriamo tutti (sì, sappia- tare da pulsioni nazionaliste o sovraniste. ta e organizzata intorno a parole d’ordine mo che Guccini ama votare PD, ma nessu- A questo proposito notiamo che anche nei che rendano chiaro ed evidente quale sia il no è perfetto...). territori dove abitiamo sono lievitate negli piano anti-crisi di questo governo: immet- In una nostra precedente lettera alla re- ultimi tempi le iniziative, per lo più cultu- tere in un imbuto securitario e di precarietà dazione usavamo la metafora del piazzista: rali, rosso-brune (con varie sfumature) che migranti, poveri, sfruttati, occupazioni, pra- se mette il suo piede in mezzo all’uscio sembrano trovare un humus fertile nei resti tiche di lotta, stili di vita, identità di genere non ce lo si leva più di torno. Così fanno le di una sinistra antimperialista e anticapi- e orientamenti sessuali non eteronormati. formazioni fasciste se non viene tolta loro talista – in una forma ridotta e regressiva Tuttavia il problema ha radici più profon- agibilità. –, attirata dalle sirene del vecchio nazio- de e travalica l’odioso Salvini. Parlarne è nalismo (o sovranismo). Antimondialisti di difficile, in quanto ci pare che manchino ALTERNATIVE AL DISCORSO sinistra si definiscono: una roba brutta, da delle categorie comuni che permettano contrastare senza tentennamenti, consa- un confronto, ma vale la pena abbozzarne CULTURALE FASCISTA pevoli che storicamente l’ideologia del fa- i tratti. È necessario, quindi, impedire loro di or- scismo è nata proprio da una rete di scam- La nostra tesi è che i processi di norma- ganizzarsi, con i mezzi che si ritengono più bi e ibridazioni fra “destra” e “sinistra”, lizzazione e conformismo, che osserviamo utili allo scopo: culturali e militanti. Senza essere i tratti maggiormente distintivi del- arricciare troppo il naso se c’è da usare la società contemporanea, alimentino nei modalità non del tutto “ortodosse”: a volte La lotta antifascista non regimi politici un crescente autoritarismo. è necessario – anche se non piace – es- Normalizzazione e conformismo sono il sere un poco decisi al fine di evitare guai va ridotta a mobilitazioni prodotto dell’anomia sociale nella quale peggiori ed è bene farlo quando la presen- contro formazioni si trovano milioni di persone, soprattutto za fascista nei quartieri è embrionale, al- le più escluse dal protagonismo sociale. trimenti rischia di essere troppo tardi. Non dichiaratamente Anomia che trova la sua ragion d’essere vogliamo sottovalutare la questione della neofasciste, ma va nella materialità delle condizioni di vita: violenza, che sappiamo essere spinosa: miseria, mancanza di riconoscimento del- ma proprio per questo ci pare semplicisti- allargata e organizzata la dignità dell’individuo, disciplinamento co e fuorviante asserire che sia necessario intorno a parole d’ordine sociale per mezzo dell’ordinamento poli- evitare a priori l’uso della forza se si vuole tico, del sistema di produzione e del mer- ottenere una situazione di pace. Le cose che rendano chiaro quale cato del lavoro. sono più complesse. sia il piano anti-crisi di Quali che siano i punti di osservazione, A tal proposito oggi la situazione ci pare vediamo gli stessi comportamenti e le stes- in parte mutata, e certo non in meglio. Per questo governo. se desolanti prospettive. La segmentazione quanto le politiche di questo governo siano sociale si accompagna a una segmenta- in continuità con quelle del centrosinistra zione fisica, spaziale, frutto dei processi di che lo ha preceduto, da alcuni mesi i rap- combinando lotta di classe e nazionalismo, ristrutturazione urbana che da un lato han- porti di forza sui territori sono bruscamente dittatura del proletariato e stirpe eletta, so- no trasformato i centri cittadini in “merce”, mutati in peggio: prima neofascisti e razzisti cialismo e razzismo. spazzando via gli spazi di alterità presenti non si sentivano a loro agio a presentarsi Più in generale, oltre a rafforzare la ne- al loro interno, e dall’altro quartieri residen- pubblicamente, ora non solo hanno messo il cessaria azione di contrasto militante a ziali periferici privi di un reale tessuto so- piede in mezzo all’uscio, ma sono diventati neofascisti e razzisti, crediamo sia utile ciale. Ogni gruppo, collettivo, individualità, le avanguardie del nuovo governo. A que- potenziare quei ragionamenti e quelle pra- si trova relegato, isolato, incompreso e vive sta situazione concorre anche la crescente tiche che si concentrano nell’attaccare il l’indifferenza del contesto sociale più ampio severità repressiva contro le manifesta- retroterra che gonfia le vele delle destre, come inevitabile. Questo insieme di fattori zioni antifasciste, promossa dapprima dal in una modalità che non si configuri solo alimentano il rancore sociale verso il resto centrosinistra e poi accentuata dall’attuale come una presa di parola ex post o rin- del mondo. governo. correndo i loro temi, ma riprendendo la Ci troviamo in una fase non semplice, in parola apertamente e pubblicamente per LA PERDITA DI SENSO cui sarebbe necessaria la massima unità e far emergere le alternative al discorso cul- linearità d’azione, coordinandosi al meglio, turale fascista. DELLE PAROLE a partire dal locale, con quelle realtà che L’attuale degrado autoritario delle istitu- Il rancore sociale è elemento costitutivo hanno da sempre mostrato, nella prassi e zioni risponde a un tentativo di dominare delle prospettive reazionarie. Il fascismo non solo a parole, la propria distanza dal- la crisi, e perciò la lotta antifascista non va – oggi declinato come sovranismo e/o

antifascismo 9 ANTIFASCISMO Contro la corrente

populismo – usa il rancore come collante controllare e disciplinare paesi devastati Da un lato un’iniziativa di carattere cul- di “comunità” in lotta contro altri segmen- dalla crisi economica, dal degrado sociale turale il cui obiettivo sia (ri)dare senso alle ti ritenuti privilegiati. Il conservatorismo e dalla catastrofe ambientale. L’adozione parole: quelle con le quali delineare lo stato utilizza il rancore come minaccia per i di politiche forcaiole, giustizialiste, ordi- di cose esistente e attraverso le quali im- “privilegiati” chiamandoli alla lotta contro niste, xenofobe, securitarie sono ormai maginarci una società diversa. i “rancorosi”. E il concetto stesso di “privi- la cifra dei governi di mezzo mondo. E Dall’altro lato – e come premessa ne- legio” è sviato e manipolato essendo ogni i governi dell’altra metà del mondo non cessaria – un’iniziativa di carattere sociale segmento sociale contemporaneamente necessitano nemmeno di questi interventi tendente a sottrarre le individualità all’anomia privilegiato o svilito (deprivato) in relazione avendo ormai oltrepassato la soglia del e a infondere fiducia laddove c’è uno scora- agli altri. totalitarismo. mento diffuso, mirando a de-segmentare il La perdita di senso delle parole è, sul piano Ne è un esempio il Brasile, dove è arrivato sociale: dare vita, cioè, a reti di solidarietà, concettuale, la premessa e il risultato dell’a- al potere un ex militare nostalgico dei regi- alleanze e sinergie tra gruppi e individualità zione di normalizzazione e conformazione mi fascisti sudamericani. Ne è un esempio fondate su relazioni non autoritarie. dell’esistente al dominio contemporaneo. l’Andalusia, dove il 2 dicembre 2018 un Come fare? Nel quotidiano, è bene conti- Divide et impera è un postulato storico del partito di estrema destra come Vox – ostile nuare a resistere e a opporsi alle politiche dominio: “dividi e comanda” è una locuzio- all’immigrazione, al femminismo e all’Eu- del dominio, mettendo in collegamento ne latina secondo cui il migliore espediente ropa – è entrato nel parlamento regionale l’antifascismo con tutte le altre attività e di una tirannide o di un’autorità qualsiasi con l’11% dei voti: per la prima volta dalla lotte che portiamo avanti, con l’obiettivo di per controllare e governare un popolo è fine del franchismo, l’estrema destra en- produrre un ribaltamento di senso. dividerlo, provocando rivalità e fomentando tra in un parlamento spagnolo. Ne è un L’antagonismo, anche nelle sue espres- discordie. esempio l’Italia, dove è arrivata al potere sioni più lucide ed efficaci, non riesce an- una classe politica di ducetti senza scru- cora a innescare questo ribaltamento di OGGI ANCHE GLI STATI poli che spande intolleranza, razzismo e senso. Anzi, rischia di creare ulteriore seg- ipocrisia per mascherare la propria volontà mentazione nel momento in cui dà luogo a “A DEMOCRAZIA LIBERALE”... di prevaricazione e dominio. forme di autoghettizzazione, riproducendo Per anni la “linea” del dominio si è Va da sé – non è un inciso retorico – politiche identitarie che nulla hanno a che espressa attraverso una serie di politiche che il risultato della situazione attuale fare con pratiche di liberazione e lotta al cosiddette neoliberiste il cui portato è sia il malessere. Da anni diciamo che la dominio. stato un sostanziale immiserimento della crisi dell’economia capitalistica spingerà Contemporaneamente, appare sempre classe operaia (privilegiata) del “nord” del sempre più il potere a promuovere ideo- più evidente come non ci sia spazio per mondo e di annichilimento per le popo- logie autoritarie, razziste e neofasciste per ipotesi di riforma – per quanto radicale – lazioni (deprivate) del “sud” del mondo. tenere buone le masse di diseredati e di dell’ordine delle cose. È necessario lavo- Molti hanno correttamente definito que- emarginati. Tener buoni quelli che non rie- rare per una prospettiva rivoluzionaria che ste politiche come politiche di annienta- scono più a soddisfare i bisogni primari e inverta la devastante direzione di marcia mento: sia per mezzo delle guerre e delle si trovano tutt’a un tratto schiacciati dentro della società contemporanea. carestie, sia per mezzo delle politiche di una vita senza prospettive e senza senso. tagli ai servizi e ai salari, sia per mezzo di Quelli che potrebbero giungere a vede- I compagni e le compagne del circolo leggi contro le migrazioni la cui funzione re con più chiarezza le contraddizioni del anarchico C. Berneri di Bologna è il filtraggio della mobilità e il cui esito mondo in cui viviamo. è un’ulteriore segmentazione sociale e all’interno del mercato del lavoro. Oltre IMPEDIRE IL SALDARSI DEL all’annientamento fisico vi è – in termini più estesi – un annientamento esistenzia- FASCISMO E DELLA MISERIA le: perdita della dignità e delle possibilità Antifascismo oggi è allora impedire il sal- di esistenza (dal salario ai servizi sociali, darsi del fascismo e della miseria. È porta- alla previdenza). Il prodotto di quest’an- re le ragioni della rivolta e della sovversio- nientamento esistenziale è l’anomia. ne sociale là dove il potere prova a diffon- Oggi anche gli stati “a democrazia libe- dere razzismo, discriminazione e lotte fra rale” attuano politiche stataliste non meno poveri. Senza esitazione, perché viviamo antiproletarie. Il cambio di passo è deter- già nella catastrofe e il punto di non ritorno minato dall’uso di una leva politico-militare potrebbe anche essere alle nostre spalle. anziché politico-economica. Per muoversi, in prospettiva, verso una Nel 2018, l’estrema destra ha continua- “buona vita” occorre mettere in campo to ad avanzare in tutto il mondo mirando a molteplici azioni.

10 antifascismo Per una Resistenza rinnovata ANTIFASCISMO

fascismo “trovò sponda” perché le classi dominanti si erano spaventate a morte1. La popolazione lavoratrice, sia operaia sia contadina, era all’attacco. Si era sentita talmente forte da aver osato occupare le fabbriche nel ’20, momento apice di una PER UNA rivolta sociale nelle città e nelle campagne che si era già manifestata con grande for- za sei anni prima, nel ’14 con la Settimana Rossa, e che la prima guerra mondiale non aveva assopito. La borghesia industriale e quella agraria si erano prese una grande paura e, capite le ambizioni del tutto spre- RESISTENZA giudicate di , gli avevano dato corda. In un certo senso lo avevano armato perché rimettesse le cose a posto e schiacciasse ogni ulteriore germe di ri- volta. Così fece il Benito fascista, andando oltre e prendendosi tutto il potere, formale RINNOVATA e di fatto. LA PRESSIONE Più che contro un ritorno del fascismo, bisogna stare DELLA FINANZA GLOBALE Oggi la situazione è completamente all’erta e contrastare la nuova ondata di richiesta di diversa. La “classe operaia” residua non “servitù volontaria”. ricorda neanche lontanamente quella di allora. In quei termini e in quella en- tità sembra addirittura scomparsa. Nelle crazia. Oltre alle ignobili leggi razziali fu campagne vige un nuovo schiavismo di impedita per legge la libertà di stampa e gestito da un caporalato ufficialmente Andrea Papi di riunione e imposto il potere di un uni- illegale, ma ampiamente tollerato perché co partito, quello fascista. Il dissenso di fornisce manodopera a bassissimo costo qualsiasi tipo era proibito e i trasgressori all’avidità di piccoli padroncini disposti a l problema “fascismo” continua pun- repressi con brutalità. Questo il fascismo, tutto. Inoltre ci sono “ondate” di migranti tualmente a riproporsi nel nostro paese fratello dell’ancora più efferato nazismo in fuga da fame, miseria e soprusi che il Ie in tutto l’occidente. L’ho chiamato ap- tedesco, da un punto di vista poliziesco sistema di potere in auge costringe alla positamente problema per distinguerlo dal molto simili al bolscevismo russo al potere. clandestinità, gettandoli tra le braccia di fascismo quale regime dittatoriale. Ciò che Somiglianti tra loro in molti aspetti della spietate mafie internazionali che li hanno preoccupa non è tanto un nuovo venten- gestione del potere, non a caso sono de- trasformati in merce su cui speculare con nio mussoliniano, bensì una cultura e una finiti tutti e tre regimi totalitari. grande disumanità. visione che stanno avanzando e sembra- Non si ripeterà ciò che è stato ampia- I territori nazionali sono sottoposti a una no prendere spunto da esso. Non credo si mente sperimentato nel secolo scorso continua pressione della finanza globale, debba temere un ritorno tout-court a un perché siamo entrati in un’altra epoca, capace d’imporre una cappa oppressi- passato sconfitto dalla guerra e dalla Re- con caratteristiche culturali, tecnologiche, va che favorisce una ristretta minoranza sistenza. La storia non si ripete. È invece scientifiche, psicologiche e mentali com- sempre più ricca e opulenta, a detrimento in atto una trasformazione marcatamente pletamente diverse. Il contesto socio-eco- di intere popolazioni portate a un impove- autoritaria della conduzione politica, che nomico-politico in cui oggi siamo immersi rimento progressivo. Il lavoro è sempre più per certi versi rischia di essere addirittura richiede qualcosa di diverso, probabilmen- precario, specialistico, sottopagato, poco peggiore della dittatura. Non pochi segnali te più spietato, per molti versi più terribile. disponibile e sempre ricattabile. Le tutele ci sono già. La mia convinzione è che i sistemi di sociali conquistate a suo tempo con dure Ciò che caratterizzò il regime fascista fu potere in auge non abbiano più bisogno lotte stanno scomparendo una dopo l’altra, la sospensione delle libertà e della demo- di quelle modalità di comando. Allora il conseguenza di una generale volontà glo-

antifascismo 11 ANTIFASCISMO Per una Resistenza rinnovata

bale dei potentati di turno di sottomettere sunti decisi ed efficienti, illusoriamente in sue ferali unghie nelle deboli carni com- le popolazioni per rafforzare le proprie con- grado di far star meglio la di chi sof- piacenti. dizioni di privilegio. Il divario tra i pochis- fre. Paradossalmente, invece di desiderare simi che si arricchiscono come nababbi la ribellione per superare il proprio status SUL PIANO CULTURALE e il resto delle popolazioni aumenta ogni di afflizione, le categorie sociali più deboli giorno di più, segnando distanze incolma- e indifese richiedono di essere soggiogate E POLITICO bili che relegano a condizioni di vita in mol- a poteri assoluti più forti di quelli vigenti. Il Di fronte a questa situazione è indispen- tissimi casi inaccettabili. fascismo s’impose per volontà dei potenti sabile un nuovo tipo di resistenza. Pur rima- Nelle società occidentali gli effetti della di allora che temevano di essere espro- nendo disposto ad impugnare nuovamente qualità del dominio di quest’epoca antro- priati. L’attuale autoritarismo avanzante, le armi se sarà necessario, il nuovo antifa- pologica in cui siamo appena entrati stanno invece, sembra essere sollecitato proprio scismo al momento non può contrapporsi generando un clima sociale preoccupante. dai poveri e dagli indigenti di adesso, spinti armato a un regime dittatoriale che non si La situazione generalizzata di insicurezza dall’assurdo sogno di essere protetti dai prospetta all’orizzonte. Se vuole trovare un economica ed esistenziale che si sta dif- potenti di turno contro cui al momento non ruolo efficace e confacente deve muoversi fondendo produce atmosfere cupe, cariche si sentono tutelati. prospettando una situazione sociale altra, di risentimenti, odi e paure che tendono ad Si sono chiaramente invertite le parti. In antitetica a quella che si sta delineando. Il escludere i diversi, o ritenuti tali, a temere questo bailamme paradossale, in modo nuovo autoritarismo avanzante, che usu- preoccupante sono in opera formazioni e fruisce di un progressivo largo aumento di squadracce neo-fasciste e neo-naziste le consensi, non può che essere battuto, se Non sono le squadracce quali, spinte da irridenti nostalgie, si pon- ci si riuscirà, sul piano culturale e politico, gono in apparente sostegno alle classi più cercando di mostrare con efficacia e deter- neofasciste e deboli per usare il loro appoggio ai fini di minazione che le libertà, i diritti, l’inclusio- neoneonaziste il vero una improbabile “neo-marcia su Roma”. ne, la partecipazione e l’uguaglianza sono Sono sempre più aggressive, sguaiate, in grado di aiutare a risolvere i problemi pericolo, ma il nuovo sfacciatamente prepotenti e minacciose molto più della discriminazione, della chiu- autoritarismo che avanza. e, purtroppo, con sempre più frequenza sura, dei divieti e delle imposizioni. sembrano trovare coperture protettive da Con il consenso degli “chi può”. Fanno da contorno al clima in- Andrea Papi sfruttati. combente. www.libertandreapapi.it Nonostante l’insita innegabile perico- losità non ritengo siano loro il vero peri- 1 Un’importante testimonianza in tal senso ce la colo, pienamente rappresentato invece espone Armando Borghi in La rivoluzione manca- nemici sempre più frequenti, a desiderare dal nuovo autoritarismo che avanza, il ta, Edizioni Azione Comune, Milano 1964. di essere protetti. Ne deriva la richiesta di quale non vuole in alcun modo imporre “uomini forti” al comando, nell’illusione ufficialmente una nuova dittatura, per che possano aiutare a risolvere i problemi esempio di tipo mussoliniano. È riuscito personali. a conquistarsi un ampio consenso e mira Stiamo progressivamente sprofondan- ad insediarsi sostenuto dalla “volontà del do in una condizione psico-sociale molto popolo”. In quest’epoca stravagante le differente da quella che preparò l’avvento masse popolari sono il nuovo avamposto della presa del potere fascista. All’insegna delle democrazie in declino, ormai del del desiderio diffuso di realizzare il “sol tutto incapaci di suscitare un’autentica dell’avvenire”, c’era allora un clima gene- partecipazione dal basso per una nuova ralizzato di sovversione e riscatto che vo- era di libertà. Da troppo tempo asservi- leva sconfiggere lo strapotere oppressivo e te ai potentati economico-finanziari “in prevaricatore in auge. Il potere economico- marcia”, le carcasse residue delle de- politico imperante non poteva permetterlo. mocrazie fallite sono il banco di prova, lo Così, attraverso il fascismo, fu schiaccia- strumento privilegiato di “neo-dittatori”, to nel sangue il sogno degli oppressi di oggi travestiti da liberatori, a differenza di emanciparsi. quando le dileggiavano e condannavano. Oggi, al contrario, sembra esserci una Dietro la parvenza pseudo-democratica si forte richiesta di “servitù volontaria”, nella cela così un novello Leviatano, da sempre speranza di essere governati da capi pre- in agguato e ora pronto ad affondare le

12 antifascismo Occorre scavare in profondità ANTIFASCISMO OCCORRE SCAVARE IN PROFONDITÀ Opporsi subito e con determinazione a tutte le neo-forme di fascismo e nazismo. Bisogna però usare con precisione concetti e parole, perchè ci troviamo di fronte a fenomeni in parte nuovi e comunque da studiare. Per combatterli meglio.

Fascismo e nazismo nascono in un’epoca stiche dei mercati, ecc.) e quelle più squi- di storica ben precisa, in contesti culturali ed sitamente ideologiche (nazionalismi, crisi Francesco Codello economici, politici e sociali, specifici e tra di credibilità dei sistemi democratici, ecc.) loro, in parte, diversi. Non è questa la sede vorrei soffermarmi, brevemente, su alcune per sviluppare un’analisi storica precisa e (perché sono tante) questioni più specifi- n tutto il continente europeo stiamo dettagliata, ma tener presente una dimen- catamente psicologiche e culturali. assistendo a un rigurgito neo-nazista sione temporale e contestuale non è cosa Ie fascista. Formazioni politiche che si da trascurare. DODICI PUNTI richiamano esplicitamente a queste aber- SU CUI RIFLETTERE ranti ideologie stanno vivendo una nuova LA STORIA NON SI RIPETE, stagione di popolarità. Non posso che elencare i titoli di una Se questo fatto è evidente e incontro- MA... possibile ricerca e di un necessario di- vertibile, non è altrettanto chiaro quanto Dal mio punto di vista, parziale e qui ne- battito, poiché ognuno di questi elementi queste istanze nostalgiche siano diffuse in cessariamente sintetizzato, esistono alcu- richiede un approfondimento ben più arti- profondità, al di là delle manifestazioni più ne assonanze tra gli anni venti e trenta del colato. Ecco dunque: eclatanti che si palesano in molti episodi e secolo scorso e oggi. La storia non si ripete 1) la massa diviene folla. Già il concetto in atteggiamenti concreti. Una mobilitazio- ma possono apparire elementi e situazioni di massa contiene elementi di equivocità ne permanente che possa affrontare sul che sono riscontrabili anche nel passato. (comunque questo concetto contempla al- nascere queste neo-forme di fascismo e La letteratura su questo tema è enorme, cuni tratti di omogeneità) ma è avvenuto nazismo si impone sicuramente, ma occor- non mancano studi veramente approfonditi un radicale passaggio nella folla, concetto re, credo, scavare un po’ più in profondità, a tale riguardo, anche di ispirazione politi- privo di ogni minima specificità, agglome- alla base di questo fenomeno, alla luce della co-culturale diversa, che possono aiutarci rato di individui che tra loro non si ri-cono- contemporaneità. Cercare di capire non si- a capire meglio il nostro presente. scono ma che si trovano di volta in volta gnifica ovviamente abdicare a un attivo im- Studiando gli anni che hanno preceduto affiancati; pegno e a una denuncia puntuale e radicale l’avvento delle due ideologie totalitarie mi 2) dai leader ai capi popolo. Un leader del fenomeno (capire per agire). sono apparse evidenti alcune caratteristi- fonda la sua posizione su un riconosci- Ma, per non commettere errori, è quanto che che possono indurci a una ipotesi di mento fatto di empatia e competenza, il mai opportuno, a mio avviso, distinguere similitudine. Tralasciando gli aspetti eco- capo popolo dà voce e interpreta gli umori molto bene tra concetti e parole che spes- nomici (crisi economiche, impoverimento delle folle, fa corrispondere la sua parola a so, erroneamente, usiamo come sinonimi. della classe media, necessità espansioni- un sentire diffuso, dice le cose che intuisce

antifascismo 13 ANTIFASCISMO Occorre scavare in profondità

che altri pensano ma non dicono; scapito della ragione. La politica sempre 3) ricerca del consenso a scapito della più usa la propria recita emotiva per se- Una nuova forma di garanzia del dissenso. L’azione della poli- durre le emozioni degli altri. Si assumono tica è rivolta esclusivamente a fomentare il decisioni sulla base di sentimenti ostentati, dominio totalizzante si sta consenso e avversa a un’azione di garan- si solleticano le espressioni più viscerali, imponendo, anche sulla zia dei possibili dissensi; con frasi e comportamenti, tutto a scapi- 4) culture, religioni, ideologie esoteriche, to di un ragionamento logico che richiede base di alcuni elementi l’alternativo a cosa? Assistiamo a un proli- invece calma e riflessione e non immedia- fondanti del fascismo ferare di pratiche cosiddette alternative in tezza emotiva; tutti gli ambiti della vita quotidiana, alcune 6) il mito del corpo e l’estetica dell’ap- e del nazismo. sicuramente doverose, altre terribilmente parenza. Una nuova eugenetica si è ormai esoteriche, irrazionali, mistico-magiche, diffusa a livello popolare. Il corpo è il simu- contempla una molteplicità di elementi e che producono gravi illusioni, che richia- lacro che deve rispondere a canoni estetici di fattori che concorrono a definirla. Quello mano miti del passato e praticano rituali che esaltano alcuni miti e alcune specifi- che sta accadendo invece è il diffondersi destabilizzanti e spaesanti. Un vero e pro- cità. L’apparenza, l’ostentazione, appar- a tutti i livelli di una calcolata semplifica- prio mercato dell’alternativo che talvolta è tengono al mito odierno della performance; zione sloganistica, che mette in scena frasi alternativo solo al buon senso di un sapere 7) la semplificazione sloganistica al posto fatte che, in una loro ostentata semplicità, profondo e meditato; del ragionamento complesso. Noi sappia- nei fatti riducono la reale complessità a un 5) irrazionalità e uso delle emozioni a mo bene che ogni questione che si affronta semplicistico ma efficace metodo di con- senso; 8) la caduta di ogni visione complessa e appetibile. Un pragmatismo divenuto Mio zio anarchico ideologia caratterizza il dibattito politico- sociale, non si tratta più di avere la giusta ed equilibrata relazione tra azioni concrete e quotidiane e prospettiva globale, visione seppur a maglie larghe di un mondo diver- so, ma solo risposte immediate senza nes- sun collegamento logico e coerente con una dimensione altra del presente; 9) la centralità dell’ora presente a sca- pito di un progetto di futuro. La vita si vive al presente, in una permanente e veloce immediatezza, il futuro è ormai percepito come minaccia. Ciò comporta una con- tinua e tragica vita frazionata in continue prestazioni fini a se stesse; 10) una formazione e un addestramen- to sistematico che hanno preso il posto di istruzione ed educazione. I sistemi di istru- zione di massa producono ignoranza di La fotografia riprende un gruppo di partigiani in Val di Zoldo/BL nel 1944: il primo contenuti critici del presente, solleticano la a sinistra è mio zio Vittorio “Toio” Campo, anarchico, a testimonianza che anche competizione, addestrano un essere senza in una sperduta valle delle Dolomiti (3/4000 abitanti) gli anarchici erano presenti, qualità, assecondano, attraverso la forma- nonostante il fascismo, e parteciparono anch’essi alla Lotta di liberazione; dalla zione continua, l’adesione a un modello di stessa valle provenivano anche i fratelli Carocari, poi riparati in Svizzera, gli stessi individuo-massa performante; che collaborarono fattivamente alla realizzazione dei primi convegni di studi 11) dalla contestazione del politicamente organizzati dal Centro studi libertari Pinelli di Milano. Il Toio e il suo compagno a corretto a un nuovo aberrante politicamen- destra sono gli stessi che ho inserito nel disegno di copertina della graphic novel, te scorretto. Dopo la sacrosanta battaglia mia e di Paola Brolati, recentemente uscita e di cui allego la scheda editoriale per svelare le insidie di un ammaestrato (nella pagina successiva). e salottiero politicamente corretto, si è Fabio Santin imposto oggi un insieme di frasi, slogan, presunte verità, assiomi, brutali e cattivi,

14 antifascismo Occorre scavare in profondità ANTIFASCISMO

che hanno sdoganato sentimenti e giudizi xenofobi, omofobi, razzisti, discriminatori, ecc., che hanno concorso a far transitare e ANARCHICI E SLAVI INTERNATI praticare un politicamente scorretto come nuova ideologia del dominio; CAMPO 97 A RENICCI NEL 1943 12) io e gli altri. Egocentrismo esasperato e conseguente discriminazione governano Corrado Perissino, anarchico veneziano europeo dagli anni ‘30 fino alla morte, le abitudini, implementano i comporta- e combattente antifascista in Spagna, a Bruxelles, negli anni ‘80. menti. Una società sempre più egotica che assieme ai triestini Umberto Tommasini, Tra gli altri prigionieri a Renicci di cui alimenta un falso quanto bieco individuali- anarchico, e Giorgio nel fumetto si traccia smo si è imposta culturalmente e ciascuno Jaksetic, comunista, la figura, c’è l’artista si sente in diritto, anzi ormai in dovere, di viene trasferito dal Giandante X. affermare e praticare la morale del «io per confino di Ventotene Non ultimo, Beppone primo, conto solo io, io, io, io», gli altri non al campo di concen- Livi, che organizzò esistono e se li vedo li occulto o li rinne- tramento di Renicci attività di soccor- go. Il mito del primato (prima gli italiani!) è d’Anghiari. so agli internati e la trasposizione politica della supremazia Nel suo diario, oggi che, con la moglie della cultura e della psicologia dell’ego. custodito dal figlio Angiola Crociani, fu Aldo, commenta tra l’altro responsa- UNA NUOVA FORMA quegli ultimi giorni bile del vettovaglia- di luglio, fino al fati- mento per i trecento DI DOMINIO dico 8 settembre ‘43 slavi armati evasi dal Conclusioni? Innanzitutto capire che po- e ci rende partecipi campo. pulismo non è sinonimo di fascismo men- delle vicende dei I protagonisti di que- tre il fascismo è stato, in una certa fase, protagonisti - i “po- sta storia disegnata sicuramente populista. Occorre inoltre litici” - nel viaggio sono esistiti e i fatti leggere e aggredire la complessità della di trasferimento, al narrati sono accadu- situazione: esistono elementi e caratteristi- momento dell’arrivo ti realmente. che riconducibili all’ideologia nazi-fascista e soprattutto per il I dialoghi e le situa- ma anche novità nell’epoca contempo- periodo di permanenza nel campo di zioni sono stati immaginati con verosi- ranea. Non credo alla riproposizione del Renicci, costruito per recludere internati miglianza, sulla base dei racconti dei fascismo così come l’abbiamo conosciuto slavi, dopo l’invasione delle loro terre da testimoni. storicamente, ma mi pare incontrovertibile parte delle truppe italiane. che una nuova forma di dominio totalizzan- In base alla sua e ad altre testimonianze, testi Paola Brolati te si stia imponendo oggi attraverso anche gli autori descrivono le condizioni di vita disegni Fabio Santin la riproduzione aggiornata di alcuni ele- nel campo, i rapporti con la popolazione prefazione Giorgio Sacchetti menti fondanti della cultura del fascismo e locale e con le autorità militari, fino alla postfazione Andrea Merendelli del nazismo storici. fuga dei prigionieri dopo l’8 settembre, edizione Fuoriposto/CLEUP la smobilitazione e il coinvolgimento di formato 17x28 cm. Francesco Codello molti di loro nella Resistenza. pagine 120 (106 tavole) Mentre sul tema sono note da tempo le rilegatura brossura testimonianze dirette di Alfonso Failla, prezzo € 15,00, spedizione compresa Umberto Tommasini e Giorgio Jaksetich, il diario del veneziano Corrado Perissi- Prima edizione: gennaio 2018, Fuoripo- no, che accompagna le fasi salienti del sto edizioni, Via Felisati 70/c, 30171 Me- racconto, è inedito. Perissino è un per- stre (VE) [email protected], fuoriposta@ sonaggio meno noto ma che ha vissuto gmail.com in prima linea il contesto antifascista

Per richieste di copie e informazioni: Fabio Santin, [email protected]

antifascismo 15 ANTIFASCISMO Il canto delle sirene IL CANTO DELLE SIRENE Un gruppo di anarchici residenti in Germania, Francia e Italia analizza i concetti di popolo e nazione, che anche a sinistra sembrano prendere piede. E affronta la complessa questione dell’antisemitismo, con un occhio molto attento alla “costruzione del nemico”. Ai tempi di Hitler, ma anche oggi.

– e quasi sempre legata a un “territorio” ALTO-BASSO del Gruppo di ricerca e a una “nazione” – vengono collocate le Il “sistema” delineato dai movimenti po- Schwarzbard élites globali, colpevoli dei mali del popolo, pulisti non è il complesso reticolato di op- che tirano i fili dell’economia e della politi- pressioni di classe, genere, race e non solo, ca dall’alto dei loro palazzi. Calcando sulle che andrebbe attaccato nel suo insieme, e élites globaliste sono già or- conseguenze della crisi finanziaria post- bensì uno schema di opposizioni verticali ganizzate, ora dobbiamo fare 2008, sull’impoverimento reale e percepito tra chi sta in alto, detiene il potere e control- “Llo stesso ed unirci. Perché noi e sulla grande perdita di legittimità politica la il mondo, e chi sta in basso, costituisce siamo i portavoce del popolo.” È probabile delle istituzioni sovranazionali, il discorso la base della piramide, ovvero l’indistinto che nel tentare di attribuire questa frase populista si rivolge quindi al popolo tradito e unitario 99%. Si tratta di una concezione alla giusta fonte, ci si ritrovi di fronte a più e sconfortato, con la promessa di una vera politica verticale, una narrazione che can- dubbi di quanti ce ne si aspetti. Nell’attua- alternativa. Un’alternativa che si caratte- cella le differenze, essenzializzando la cate- le discorso politico è possibile infatti os- rizza come unica forza esterna al sistema goria di popolo alla quale vengono associati servare crescenti affinità terminologiche responsabile della debilitazione del popolo. determinati attributi. Nella maggior parte dei che tagliano trasversalmente lo spettro Siamo convinti, però, che il populismo casi, il tratto distintivo è la sua corrispon- politico: i tratti distintivi di questo discor- non sia un mero stile politico, cioè un denza con una nazione. so ruotano attorno ai concetti di popolo e mezzo, uno strumento retorico attraverso Al di là delle differenze specifiche, la nar- nazione. il quale veicolare la rabbia e il rancore so- razione non cambia nelle sue fondamenta: La scienza politica identifica questa co- ciale per i propri fini politici. Una posizione il popolo è oppresso da politici corrotti, dai munanza sotto l’onnipresente concetto che sembra essere diffusa in alcune aree banchieri e finanzieri, dai manovratori del- di populismo, inteso come uno stile poli- della sinistra – pensiamo ad esempio alle la globalizzazione. Anche quando il capro tico basato su una retorica che si rivolge posizioni di Carlo Formenti e Chantal Mo- espiatorio contro il quale direzionare l’o- al popolo come entità mitica, detentore uffe – e che segna, ancora una volta, la dio diventano coloro che sono collocati a dell’autorità politica originaria.1 Que- distinzione cardine tra anarchismo e leni- un piano inferiore rispetto al popolo – di sto popolo viene pensato come un’unità nismo: il rapporto dei mezzi con i fini. Rite- volta in volta gli immigrati, gli “sfaticati”, i astratta, espressione di una sorta di vo- niamo invece che, più che come stile poli- rom etc. – non viene mai a mancare l’idea lonté générale rousseauiana, di cui i rap- tico, il populismo si caratterizzi come un’i- che i veri colpevoli, il vero pericolo, sia in presentanti politici sono l’emanazione, per deologia i cui tratti distintivi non si lasciano alto. Basti pensare alle teorie sul “grande l’amministrazione del bene comune. In piegare alla proprie intenzioni politiche, ma scambio” o “sostituzione etnica” o all’ac- opposizione a questa entità naturalizzata hanno radici profonde e problematiche. cusa fatta alle ONG di essere strumenti

16 antifascismo Il canto delle sirene ANTIFASCISMO

Milano, 25 aprile 1945 - Partigiani per le strade nelle mani di “magnati globalisti”. mondiali. Questi ultimi però derivano la economica, ovvero quella della circolazio- Questo tipo di divisione tra alto e basso loro attribuzione morale non dal loro po- ne, del valore astratto del capitale. Ridotto va quindi a sostituire e a negare quella sizionamento come capitalisti, difensori di a ciò che si accumula attraverso le tran- ben più significativa tra sinistra e destra. interessi diversi da quelli dei lavoratori, ma sazioni finanziare, gli interessi bancari, le Questa politica sviluppa il conflitto su una in quanto élite con valori alieni rispetto a azioni e valutazioni in borsa. La sua perso- coppia oppositiva che si articola non più a quelli del popolo. In questo modo possono nificazione sono i finanzieri, i banchieri, chi partire da una dimensione economica, di esistere anche capitalisti “buoni”, che fan- sposta capitali a livello globale, così come classe, ma secondo criteri di tipo morale. no parte del popolo e hanno sofferto “come coloro che li sostengono e affiancano, gli La dicotomia alto-basso implica un’o- tutti noi” le conseguenze della crisi. organi politici ed economici sovranazionali, mogeneità dei due opposti: in basso viene La rabbia verso l’alto non è quindi una visti come fautori della globalizzazione. costruita un’unità a carattere nazionale critica del capitalismo nella sua interezza, A questo punto emerge il nodo più com- che si esprime nel popolo, indifferenziato dei rapporti di produzione che lo costitu- plesso da sciogliere: chiaramente rimane da un punto di vista di classe ma essen- iscono, ma solo di alcune sue manifesta- necessario per una teoria e pratica anar- zializzato come integro, onesto, “buono”. zioni apparenti. chica identificare gli attori dell’oppressione La distinzione che ancora trova un suo L’incapacità o la non volontà di ricono- sociale, economica, politica e combatterli, posto è quella tra interno – alla nazione, scere la complessità e gli elementi con- anche per non cadere in una visione di al popolo – ed esterno, cioè tra cittadino traddittori della modernità capitalista porta ineluttabilità del sistema vigente e de- e straniero. Questa distinzione è ciò che in a dover rendere concreto e tangibile ciò responsabilizzazione degli individui. È però prima istanza permette la costruzione di che caratterizza le società neoliberali con- ugualmente importante non perdere di vi- un popolo omogeneo “nazionale”: il “noi” temporanee in astratto. In altre parole, co- sta l’obiettivo a cui tendere, ovvero l’abbat- dell’interno, per riconoscersi, ha bisogno di stringe a personificare le forme di dominio timento di un sistema di oppressioni, per un nemico, uno straniero, cioè alieno agli strutturali, impersonali, sistemiche. Non è non limitarsi al rituale simbolico fine a sé usi e costumi, ai tratti e connotati – chiara- più il capitale a plasmare la realtà in cui vi- stesso del taglio di un paio di teste partico- mente immaginari – autoctoni. Il razzismo viamo, a mercificare la totalità permeando larmente in alto. costruisce il popolo ed è funzionale al go- le relazioni sociali; i responsabili sono solo verno dello stato. alcune persone che ne sono i “rappresen- IL PARASSITA DELLA NAZIONE: In alto viene invece immaginato un grup- tanti”. po di persone senza scrupoli, arrogan- Questi non sono però tutti i capitalisti, i L’EBREO ti, avare e individualiste, che conosce e padroni come li chiameremmo noi, bensì Per questo, pur non volendo difendere al- manipola gli equilibri economici e politici la personificazione di un solo tipo di sfera cun tipo di interessi capitalistici e neanche

antifascismo 17 ANTIFASCISMO Il canto delle sirene

i loro esecutori, crediamo sia necessario ro “onesto”, industriale, agricolo e artigia- deve opporsi ai “burattinai” che tirano i rendere visibile la problematicità di ideo- nale, proprio del Volkskörper (letteralmente fili delle loro sorti, era e rimane pregno di logie che riducono le dinamiche di potere “corpo del popolo”) e capitale improdutti- un’ideologia reazionaria. Non confrontarsi del sistema capitalista a un immaginario vo, “arraffato” (raffendes Kapital), ovvero il con questa ideologia, è pericoloso per una complottista, nel quale un ristretto grup- grande capitale finanziario internazionale, teoria e pratica anti-autoritaria che voglia po di persone controlla le sorti del mondo. le borse, le banche, il mercato globale in- ricollocarsi nell’orizzonte della lotta per l’e- Trovare nella sfera di circolazione e nei carnate dall’ebreo.3 mancipazione umana. suoi rappresentanti il capro espiatorio non Questo tipo di costruzione dell’ebreo L’affermazione politica di categorie è infatti niente di nuovo. Così facendo si come parassita (ma non solo dell’ebreo) come il popolo e la nazione non significa nasconde l’effettivo sfruttamento quotidia- ha però radici molto più profonde nella solo fare uso di un certo stile politico, ma no che regge l’intero sistema di estrazione cultura europea. Insieme alla condanna anche legittimare un’ideologia, cioè una di valore. di alcuni tipi di attività in quanto “non certa visione e comprensione del mon- Ideologie che calcano queste linee op- produttive”, questa costruzione non può do e di come cambiarlo, che è indisso- positive hanno già mostrato nel passato la chiaramente essere vista come esclu- lubilmente legata ad esse. Utilizzare tali loro pericolosità. Storicamente infatti questo siva dell’ideologia nazionalsocialista. Il concetti implica, per noi, offrire il fianco tipo di analisi del capitalismo, che chiame- concetto di ebreo parassita, spesso di un a posizioni reazionarie, come dimostrato remo ridotta, è andata di pari passo con una popolo, è un topos ricorrente del pensiero dai sempre più frequenti fronti comuni connotazione positiva del lavoro produttivo, occidentale. Per citare alcuni esempi si costituiti da destra, sinistra e movimenti effettuato dall’onesto lavoratore dai sani ritrova in Lutero, nel pensiero socialista e attorno a queste parole chiave. principi, e soprattutto alla creazione della illuminista, ad esempio in Voltaire, e an- La rabbia e la disillusione provata dalle sua nemesi, l’“arraffone”, il parassita che che in quello anarchico.4 persone non possono essere considerata guadagna sul duro lavoro di produzione al- Per quanto oggi non siano più diretta- un’arma a propria disposizione. I mezzi – trui. Quest’ultima figura, alla quale vengono mente gli ebrei a essere additati come i le pratiche e i discorsi – attraverso i quali attribuite tutte le caratteristiche negative colpevoli della deriva della nazione – con perseguiamo la lotta contro stato e capita- della modernità (amoralità, individualismo e eccezioni, come gli attacchi a Soros, chia- le identificano i fini e non possono essere avarizia, mancanza di radici territoriali de- mato “squalo ebreo, speculatore e paras- separati da questi ultimi: un’azione non finite e così via) è la personificazione della sita” – le spiegazioni e le risposte date alla egemonica, non identitaria, anti-autoritaria sfera di circolazione, il capro espiatorio nel crisi dai populisti richiamano le dicotomie prefigura la società liberata in cui vogliamo quale viene identificato il responsabile del- indicate. Il capitale produttivo e l’interesse vivere. le ingiustizie e delle sofferenze dell’intera nazionale vengono tutt’ora spesso poste in Per quanto ammaliante possa suonare classe di onesti lavoratori, o spesso dell’in- opposizione al così detto grande capitale, per alcuni il canto delle sirene intonato tera nazione e del suo popolo.2 Questo ruo- ai “globalisti” e la finanza. La loro arma sulle “note” del popolo e della nazione, le lo da “parassita” di una nazione, nel corso viene vista nell’immigrazione: conseguenze di prestargli ascolto riman- della modernità è stato spesso attribuito gono fatali per qualsiasi movimento di alla figura dell’ebreo. Il nazionalsocialismo Il progetto dei globalisti è una distopia emancipazione. ha reso questa figura di pensiero la legitti- irreversibile che viene alimentato dall’im- mazione delle sue politiche antisemite e di migrazione massiccia verso l’Europa dai Gruppo di ricerca Schwarzbard annientamento. Paesi arabi e africani. L’immigrazione ser- Va notata però la centralità della caratte- ve da arma per destabilizzare e indebolire 1 Kazin, Michael. The populist persuasion: an Ame- rizzazione economica e politica dell’ebreo gli Stati e distruggerne la coesione interna. rican history. Ithaca, NY: Cornell University Press, nell’ideologia nazionalsocialista: la figura (Björn Hoecke, 1998. dell’ebreo non era considerata solo come AfD – Alternative für Deutschland) 2 Max Horkheimer e Theodor Wiesengrund Adorno. un sotto-umano, un essere di tipo inferiore. Dialettica dell’illuminismo. Torino: Einaudi, 1966. Questa è un tipico postulato per produrre UN’IDEOLOGIA 3 Si veda ad esempio lo scritto di una delle figure comparazioni triviali. La figura dell’ebreo più di rilievo per la teoria economica nazionalso- veniva anche vista come dotata di uno REAZIONARIA cialista, dove l’unione di un certo anticapitalismo “strapotere” garantitogli dalle ricchezze Per concludere, l’affinità di fondo che e antisemitismo viene sigillata: Gottfried Feder, guadagnate sulle spalle del Volk tedesco. accomuna i discorsi che si articolano at- Manifesto per spazzare l’asservimento all’inte- L’ebreo veniva infatti accusato di “succhia- torno alle categorie di popolo e nazione e resse del denaro, 1919. re il sangue” della nazione tedesca: eco- che interpretano il mondo come una lotta 4 Esemplificative sono le affermazioni di Proudhon nomicamente parlando viene così creata tra popolo “buono” ed élites “cattive”, non sul carattere parassitario e di nemico del lavoro la dicotomia tra capitale produttivo (schaf- possono che far riflettere. (“race parasite, ennemie du travail”) dell’ebreo, fendes Kapital), ovvero il risultato del lavo- Il discorso su un popolo naturale che nelle cui mani risiede tutta la circolazione di merci.

18 antifascismo UN OMAGGIO ILLUSTRATO ANTIFASCISMO

Questo mio acquerello è un evidente omaggio al maestro del fumetto Hugo Pratt, in particolare ad un suo manifesto del 1975 realizzato per la mostra “No al fascismo, la Resistenza nella narrativa grafica”, mostra inaugurata il 25 aprile di quell’anno al chiostro di santa Apollonia a Firenze. Un paricolare di quel manifesto, e precisamente il partigiano in primo piano, è stato usato illegalmente nel 1984 per la copertina del libro di Antonio Serena: “Oderzo 1945, storia di una strage” per le edizioni Sentinella d’Italia, Monfalcone 1984. Questo Serena, senatore della lega nord e “storico” di area fascista, si è specializzato sulle “stragi” ad opera di partigiani, vere o presunte, ma è famoso sopratutto per la sua strenua difesa di Erich Priebke, il principale responsabile delle fucilazioni alle Fosse Ardeatine romane, a suo tempo ne perorò la causa e da senatore della “Repubblica” inviò a tutti i parlamentari una videocassetta intitolata “guai ai vinti”, cassetta allegata in edicola all’autobiografia dell’ex SS Priebke. Tale gesto gli costò la sospensione ed espulsione dal gruppo parlamentare di Alleanza Nazionale. Fabio Santin

antifascismo 19 ANTIFASCISMO Leggere l’antifascismo anarchico LEGGERE L’ANTIFASCISMO ANARCHICO Non solo la Resistenza. L’impegno militante contro il fascismo inizia, per le anarchiche e gli anarchici, già nel 1919, anno di fondazione dei fasci di combattimento mussoliniani. E qui uno dei responsabili dell’Archivio storico della Federazione Anarchica Italiana propone una ricca bibliografia di 42 libri, tutti dedicati all’argomento. Ancora più importante perché la storiografia ufficiale dell’antifascismo, da sempre in mano ai comunisti, ha cercato di oscurare il ruolo del movimento anarchico. Una nota negativa: solo un libro è dedicato alle donne. C’è da riflettere.

Piacenza, 5 maggio 1945 - la sfilata delle brigate partigiane in piazza Cavalli (foto: archivio fotografico Studio Croce - Piacenza)

20 antifascismo Leggere l’antifascismo ANarchico ANTIFASCISMO

Venti o sulla loro partecipazione, seconda di quello che sarebbe divenuto l’arco costi- di solo a quella dei comunisti, alla guerra ci- tuzionale. E quindi, chi più degli anarchici? Massimo Ortalli vile spagnola. Il principale motivo di questa Al tempo stesso, però, anche da parte lacuna, in particolare per quanto concerne degli storici di parte anarchica, a lungo la storiografia “ufficiale”, è dato dalla ege- l’argomento non è stato affrontato quanto nnanzitutto una premessa a questa ri- monia che la scuola storiografica comuni- avrebbe meritato. Vuoi per la frammenta- cognizione bibliografica. L’impegno an- sta ha esercitato sulla ricerca storica per zione della presenza anarchica nelle for- Itifascista degli anarchici italiani non si è oltre un quarantennio. Un’egemonia che, mazioni partigiane – relativamente poche espresso solo nella lotta armata contro le sono state infatti quelle di chiara ispira- bande della Repubblica Sociale Italiana e zione anarchica – vuoi per la mancanza, gli occupanti nazisti, ma è stato un lungo e Anche se gli anarchici non nel dopoguerra, di un’associazione a livello ininterrotto percorso, iniziato già nel 1920, nazionale in grado di valorizzarne e ricor- alla nascita dei primi Fasci mussoliniani, sono secondi a nessuno darne l’azione. per continuare con la decisa difesa dell’a- nella lotta armata contro il gibilità politica fino alle leggi speciali del STORIA (E BILANCIO) GENERALE 1926, e per proseguire negli anni succes- nazifascismo, non riescono sivi, nell’esilio, nella clandestinità, al con- a superare il gradino di Fra i primi contributi, quelli di Marco fino, nella rivoluzione spagnola, nella lotta Rossi, Appunti per una storia del Movi- sotterranea in Italia e nei reiterati tentativi inferiorità psicologica mento anarchico nella Resistenza, , di attentare alla vita del Duce. in cui li pone la loro 1986 e di Pietro Bianconi, Gli anarchici Una lotta senza soluzioni di continuità italiani nella lotta contro il fascismo, conclusasi nel 1945, quando le forma- carenza organizzativa e la Pistoia, Archivio Berneri, 1988, fra i pochi zioni partigiane del nord Italia, nelle quali mancanza di un programma lavori a largo raggio su questo tema. Una era consistente la presenza di anarchici e ricognizione della presenza degli anarchici, libertari, liberarono definitivamente l’Italia politico uniforme. soprattutto all’interno di formazioni di altro dalla dittatura fascista. Gino Cerrito colore, è quella offerta da Giorgio Sacchet- Dopo la premessa, una doverosa con- ti nel suo Gli anarchici contro il fasci- siderazione. Sfogliando i titoli dei libri nei smo, Livorno, Sempre Avanti, 1995, dove quali si parla del contributo anarchico alla da una parte, ha voluto esaltare il ruolo in- troviamo un prezioso elenco di partigiani Resistenza, si deve notare una certa esi- dubbiamente determinante del Partito Co- anarchici, suddiviso per aree geografiche. guità quantitativa, soprattutto se si prende munista nella Resistenza, dall’altra ha in- Un altro succinto riassunto è contenuto in in esame la più vasta letteratura sulla lotta teso mettere in disparte, se non addirittura Resistenza. Contributi del movimento antifascista degli anarchici nei primi anni cancellare, quanto si è espresso al di fuori anarchico, scritto e pubblicato a Firenze

antifascismo 21 ANTIFASCISMO Leggere l’antifascismo anarchico

nel 2007 dal Collettivo Libertario Fiorenti- no. Di resistenza armata parla anche Fa- brizio Giulietti, che nel suo Il movimento anarchico italiano nella lotta contro il fascismo. 1927-1945, Manduria, Lacaita, 2004, descrive con abbondanza di infor- mazioni e documenti la continuità della lotta antifascista dalla promulgazione del- le Leggi speciali alla definitiva liberazio- ne. Ancora Marco Rossi, in Ribelli senza congedo, Milano, Zero in Condotta, 2011, affronta un argomento assai poco inda- gato, e non a caso quasi completamente ignorato dalla storiografia “istituzionale”, vale a dire quello delle frequenti, e troppo presto dimenticate, rivolte partigiane dopo la Liberazione. Roma, 1921 - (terzo da sx, in seconda fila) Di Giorgio Sacchetti va segnalato il re- con un gruppo di cente Renicci 1943. Internati anarchi- ci: storie di vita dal Campo 97, Roma, Aracne, 2013, che riprende e sviluppa un anarchici italiani nelle fonti di polizia apuana (, Pacini Fazzi, 1984) il la- suo vecchio lavoro (Renicci: un campo di 1921 – 1991, Ragusa. La Fiaccola, 2015) voro con il quale Gino Cerrito inaugurò di concentramento per slavi e anarchici, nel quale sono descritte le schedature de- fatto questo filone di ricerca storica. De- Provincia di Arezzo, 1987) in cui vengono gli anarchici italiani operate dalle questure scrivendo non solo i momenti della lotta ricostruite le vicende del lager badogliano italiane. Il lavoro che riguarda un lungo armata, ma anche, altrettanto importan- nel quale, dopo l’8 settembre, furono tem- arco temporale, comprende anche il pe- ti, quelli della ricostruzione del tessuto poraneamente reclusi un centinaio di anar- riodo del cosiddetto ventennio, durante il sociale e civile del Paese. Da a chici provenienti soprattutto dal confino di quale l’attenzione poliziesca si concentrò, Piombino, dove gli operai degli altiforni Ventotene. Molti di questi – e lo racconta- nel mondo dei sovversivi, soprattutto sugli e l’intera cittadinanza dettero vita, nel no le loro biografie raccolte in appendice ambienti dell’esilio, giustamente conside- settembre 1943, a una imponente insur- – parteciperanno, una volta sfuggiti alla rati come i più pericolosi per il regime. rezione popolare, descritta con sentita detenzione, alla Resistenza nelle varie parti Per finire questa prima sezione “naziona- partecipazione da Pietro Bianconi nel suo d’Italia. Dedicati alle dure vicende di que- le”, ultimo ma non ultimo, l’eccellente La La resistenza libertaria, Livorno, Tracce, sti internati, giunti alla soglia di una libertà Resistenza sconosciuta. Gli anarchici e 1984. Anche a Prato l’impegno antifasci- che sarà a lungo negata dalle nuove auto- lo lotta contro il fascismo, Milano, Zero sta non cessò durante il ventennio, così rità italiane, altri due libri: nel primo Paolo in Condotta, 1995 e 2005, che oltre ai sag- come scrive Alessandro Affortunati nel Pasi (Antifascisti senza patria, Milano, gi di Gaetano Manfredonia, Italino Rossi, suo Fedeli alle libere idee. Il movimento Elèuthera, 2018) in una sorta di “quasi Marco Rossi, Giorgio Sacchetti, Cosimo anarchico pratese dalle origini alla Re- romanzo” concentra la propria narrazione Scarinzi, Franco Schirone e Claudio Ven- sistenza, Milano, Zero in Condotta, 2012, sulle biografie di alcuni di questi involontari za, riproduce in copia anastatica, grazie recentemente ristampato ed arricchito protagonisti, nel secondo, con la loro ben al meritorio lavoro di Schirone, i numerosi con nuovi dati. Nel lungo elenco biografico nota maestria, Paola Brolati e Fabio Santin e coraggiosi giornali anarchici clandestini che correda quest’opera, non sono pochi (Campo 97. Anarchici e slavi internati a usciti fra il 1943 e il 1945. gli anarchici pratesi che combatterono il Renicci nel 1943, Mestre – Padova, Fuori- fascismo armi alla mano. Restando in To- posto e Cleup, 2018), affrontano lo stesso STORIE LOCALI scana, ancora Marco Rossi, che in un bre- argomento con una intensa e coinvolgente ve opuscolo, Sovversivi contro fascisti opera grafica. Nell’insieme un felice tributo Passando dal piano nazionale a quello a Livorno (1919-1943), Livorno, Circolo al ricordo di un nucleo di generosi irriduci- regionale e locale, non possiamo non ini- Malatesta, 2002, condensa l’assidua lot- bili che seppero mostrare, anche nelle più ziare la rassegna che dalla Toscana, e in ta antifascista del combattivo proletaria- deprimenti avversità, la forza del proprio particolare dalle Alpi Apuane, dove ope- to livornese. Marco Rossi, uno dei nostri carattere e della propria dirittura morale. rarono, folte e combattive, le formazioni storici sicuramente più attenti allo studio Ancora di Giorgio Sacchetti, un altro in- anarchiche dei cavatori carraresi. Infatti delle vicende antifasciste degli anarchici, teressante lavoro (Carte di gabinetto. Gli si intitola Gli anarchici nella resistenza torna sull’argomento con l’ampio saggio

22 antifascismo Leggere l’antifascismo ANarchico ANTIFASCISMO

Livorno ribelle e sovversiva. Arditi del popolo contro il fascismo 1921 – 1922, Pisa, Biblioteca Franco Serantini, 2013. Lo spirito ribelle e sovversivo della città INSUSCETTIBILE labronica esce a tutto tondo da queste belle pagine, nelle quali l’autore accom- ALFONSO FAILLA DI RAVVEDIMENTO pagna alla ricerca storica l’amore per la propria città. Restando in Toscana, e per l’esattezza a Pistoia, altra città fucina di libertari, troviamo la intensa e corposa biografia di Silvano Fedi (Roberto Aiardi e Ilic Aiardi, Storie di Resistenza a Pistoia. La vicenda del comandante partigiano Silvano Fedi, Pistoia, Centro di Documen- tazione Pistoia Editrice, 2018) ucciso in una imboscata tesagli dalle truppe tede- sche, nel 1944. Della presenza degli anarchici nella Resi- stenza romana si parla nell’opuscolo Il me- morandum dell’Armata Rossa romana e gli Anarchici nella Resistenza romana, Archivio Internazionale Azione Antifascista, 2012, dove il curatore Valerio Gentili riporta una vecchia intervista fatta al sindacalista e partigiano Marcello Cardone. Preliminare di quella che sarà la Resistenza nel Lazio, l’esperienza coraggiosa e determinata de- gli arditi del Popolo di Civitavecchia, nar- rata da Enrico Ciancarini nel suo Il Fascio spezzato. Gli Arditi del Popolo nella “ri- Alfonso Failla (Siracusa 1906-Carrara Nova attivo nell’Unione Sindacale Ita- belle. Irriducibile Civitavecchia. 1921- 1986) è stato una delle figure più presti- liana. Tiene centinaia di conferenze, 1922, Roma, Red Star Press, 2016. giose del movimento anarchico di lingua dibattiti e comizi, l’ultimo dei quali a Pisa Anche l’Emilia Romagna ha visto una italiana di questo secolo. Avvicinatosi dopo l’assassinio di Franco Serantini. massiccia partecipazione degli anarchici giovanissimo all’anarchismo si impegna Dal giugno del ’72, per ragioni di salute alla Resistenza, sia in formazioni miste o nella lotta contro il montante regime è costretto ad interrompere l’attività comuniste sia in formazioni autonome. fascista. Più volte arrestato e sottoposto pubblica. Eppure nulla se ne è scritto in lavori speci- a provvedimenti restrittivi, nel 1930 viene Questo volume (pagg. 366 + XXIV, euro fici e appositamente dedicati, e solo Luigi spedito al confino ove rimane – salvo 12,90) è suddiviso in tre sezioni. Nella Arbizzani, nel suo Antifascisti emiliani e una breve parentesi di libertà vigilata a prima sono raccolte carte di polizia e romagnoli in Spagna e nella Resisten- Siracusa nel ’39 – fino all’estate del ’43. documenti relativi al periodo ’22/’43 tratti za, Milano, Vangelista, 1980, dedica alcuni Dopo l’evasione in massa dal campo dal dossier Failla al Casellario Politico cenni – non poteva non farlo – ai numerosi di Renicci d’Anghiari partecipa alla Centrale. Nella seconda sono raccolti compagni nostri che presero parte alla lot- Resistenza principalmente in Toscana, gran parte degli articoli da lui scritti ta armata. Va segnalato, però, il preziosis- Liguria e Lombardia. Nel dopoguerra è nel secondo dopoguerra. Nella terza simo DVD, Gli anarchici nella Resistenza, tra gli organizzatori della Federazione sezione sono raccolte testimonianze realizzato nel 1995, in occasione del cin- Anarchica Italiana redattore e direttore della sua attività. quantenario della Liberazione, dal milane- responsabile del settimanale Umanità se Centro Studi Libertari – Archivio Pinelli, in collaborazione con la Fondazione Anna Kuliscioff. Vi sono raccolte le belle, e altri- Per informazioni e richieste: [email protected] menti perdute, testimonianze orali, di nu- merosi partigiani anarchici, e qui mi piace ricordare in particolare (mi sia consentito

antifascismo 23 ANTIFASCISMO Leggere l’antifascismo anarchico

un moto affettivo) quelle degli anarchici movimento anarchico ligure, particolar- Di molti di questi, fra i più significativi imolesi Cesare Fuochi, Spartaco Borghi e mente presente nelle lotte sociali dell’im- per il ruolo svolto nella Resistenza o per la Andrea Gaddoni. mediato secondo dopoguerra. drammatica sorte che ne segnò l’esisten- Precedentemente segnalavo, per rimar- za, abbiamo oggi delle belle biografie, che care la mancanza di studi specifici, come FAILLA, CANZI, ZAMBONINI, ci fanno capire quanto fu importante, al di non esistesse un lavoro che ricostruisse là degli aspetti meramente quantitativi, la appieno le vicende delle numerose Bri- LUCETTI, MARZOCCHI presenza del movimento libertario nella gate anarchiche liguri e lombarde, forti di E TANTI ALTRI lotta contro il nazifascismo. centinaia e migliaia di partigiani. Ora que- La storia della lotta partigiana non è, co- Senza dubbio Ugo Mazzucchelli, una ste lacune si sono decisamente riempite, munque, solo quella “militare”che parla di delle figure più importanti dell’anarchi- grazie al prezioso studio di Guido Barroero, formazioni, brigate e squadre d’azione, ma smo carrarese, può essere considerato Anarchismo e Resistenza in Liguria, e a anche quella che ricostruisce l’impegno un vero protagonista della lotta partigia- Per la Rivoluzione Sociale. Gli anarchici personale e diretto di quei militanti che, na anarchica. Nella sua biografiaA come nella Resistenza a Milano (1943 – 1945), non appena se ne presentò la possibilità, anarchia o come Apua. Un anarchico Milano, Zero in Condotta, 2015, scritto a contribuirono ad organizzare in partecipa- a Carrara. Ugo Mazzucchelli (Carrara, due mani da Mauro de Agostini e Franco zione diretta e collettiva l’ormai radicata Quaderni della Fiap, 1988 e ristampa nel Schirone. Finalmente due lavori, a mio pa- opposizione popolare al regime. Tantissi- 2005) Rosaria Bertolucci ricostruisce sia rere fondamentali e definitivi sull’argomen- mi furono gli anarchici che ripresero il filo il ruolo determinante da lui ricoperto qua- to, in grado di dare conto dell’importanza della lotta e combatterono il fascismo in le comandante della formazione “Michele che ricoprirono le brigate anarchiche nella formazioni autonome o all’interno di Bri- Schirru” sia la capacità organizzativa che lotta di Liberazione. A questi si aggiunge gate miste, compagni rientrati dall’esilio, ne farà uno dei protagonisti della ricostru- l’importante lavoro di E. Anna Marsili (Il sfuggiti dal confino o dalle galere, riemersi zione di Carrara. Restando a Carrara, mi movimento anarchico a Genova 1943 – dalla clandestinità in patria, tornati all’en- piace segnalare il volume di Gino Vattero- 1950), particolarmente importante perché tusiasmo militante di chi poteva finalmente ni, Fóc al fóc! Goliardo Fiaschi: una vita descrive la continuità dell’esperienza della pregustare la rivincita sulle sofferenze pa- per l’anarchia, Carrara, Circolo Goliardo guerra partigiana con la ricostruzione del tite nel Ventennio. Fiaschi, 2012, la biografia di un militante amato per l’umanità e l’impegno costante e disinteressato che lo caratterizzarono per tutta la vita, da quando partecipò gio- vanissimo alla Resistenza nel modenese a quando rischiò la vita e perse la libertà per troppi anni in difesa della libertà del popolo spagnolo. Anche Belgrado Pedrini partecipò alla Resistenza nel Carrarese e la sua fu una vita estremamente trava- gliata e drammatica. Ce la racconta, con lucida partecipazione, nel suo “Noi fum- mo i ribelli, noi fummo i predoni…”. Schegge autobiografiche di uomini contro, Carrara, Edizioni anarchiche Baf- fardello, 2001. Restando in Toscana, da segnalare il libro di Carlo Romani, Oreste Ristori. Vita avventurosa di un anarchi- co tra Toscana e Sudamerica, Pisa, Bi- blioteca Franco Serantini, 2015. Un dove- roso omaggio a uno dei più attivi militanti anarchici del primo Novecento, fucilato a Firenze per rappresaglia dai repubblichini di Salò, nell’inverno del 1944. Non è certamente uno dei personaggi più conosciuti del nostro movimento, e pro- Folli di Ferriere (Pc) - Luisa Calzetta “Tigrona” in compagnia di altre donne prio per questo trovo apprezzabilissima la succinta biografia del perugino “tirillino”,

24 antifascismo Leggere l’antifascismo ANarchico ANTIFASCISMO

omaggio che gli dedica il suo concittadino lotta, esilio e morte dell’anarchico emi- chi, uno degli avversari più irriducibili e Luigi Catanelli (Pagine di storia locale: liano fucilato dalla Rsi, Casalvelino Sca- determinati del regime fascista. Il nipote l’antifascismo dei borghi perugini, la lo, Galzerano, un lavoro, come è nello stile Nicola Schicchi ne ripercorre l’esistenza vita di Amelio Tirilli, detto Tirillino 1887 dell’autore, particolarmente ricco di dati e nel volume Paolo Schicchi. Storia di un - 1967, Perugia, Grafica, s.a.). documenti. anarchico siciliano, Geraci Siculo, Arian- A Cosenza nel 1943 ebbe luogo una im- Personaggio controverso e dalla com- na, 2015, arricchendo i dati biografici con ponente sollevazione contro il regime, che plessa personalità, Sante Pollastro, dete- i ricordi personali che lo legano alla figura vide fra i suoi protagonisti e organizzatori nuto nel penitenziario di Santo Stefano, del nonno. Nella sua lunga e avventurosa Nino Malara, da sempre impegnato nel all’arrivo delle truppe inglesi, capeggia esistenza, Schicchi dette vita, nel 1930, movimento anarchico e nella lotta anti- una rivolta dei detenuti, tanto quelli politici, a un tentativo insurrezionale antifascista fascista. Lo racconta lui stesso in Anti- quanto quelli “comuni”, determinati a far – in un certo senso una premessa, anche fascismo anarchico 1919- 1945, Roma, sentire le proprie esigenze dopo i duri anni se decisamente velleitaria, di quella che Sapere, 1995, una interessante autobio- della dittatura fascista. Sarà egli stesso poi sarebbe stata la Resistenza – e ne ri- grafia corredata dalla minuziosa introdu- l’autore di un breve trattato intitolato La costruisce le appassionati vicende Filippo zione di Adriana Dadà. Il piacentino Emilio rivolta nell’ergastolo di Santo Stefano, Gramignano nel suo Il tentativo rivolu- Canzi, ha rivestito, forse, il ruolo più im- Buenos Aires, Indesiderabili, 2014. zionario di Paolo Schicchi del 1930, portante fra gli anarchici che hanno par- Numerose, come si sa, furono le staffette Pescara, Samizdat, 1996. tecipato alla resistenza. Infatti nel 1944 partigiane o le combattenti vere e proprie Di un altro militante antifascista scrive il CLN Alta Italia lo nominò comandante che parteciparono alla Resistenza. E fra Graziano Vizzini, nel suo Anarchismo e della XIII Zona partigiana, ruolo che ricoprì queste anche compagne anarchiche e li- antifascismo. Gaetano Di Bartolo Milana, con grande e unanimemente riconosciuta bertarie. Di alcune di loro si parla diffusa- Milano, Selene, 2006, “non tanto un eroe, perizia fino alla Liberazione. Su di lui, a mente, credo per la prima volta, nel libro ma un uomo comune con sentimenti e un parte alcuni saggi di Claudio Silingardi di Martina Guerrini, Donne contro. Ribelli animo integro, capace di atti eroici, non pro- usciti in «Studi Piacentini», esiste solo il sovversive antifasciste, Milano, Zero in clamati all’esterno, ma vissuti intensamente lavoro di Ivano Tagliaferri, Il colonnello Condotta, 2013, che permette di cogliere nell’animo”. Un altro isolano, questa volta anarchico. Emilio Canzi e la guerra ci- quanto grande, e quanto altrettanto misco- sardo, di cui abbiamo una bella biografia è vile spagnola, Piacenza, Scritture, 2005, nosciuta, sia stata la presenza femminile “Crodazzu”, Pasquale Fancello Crodazzu. che però, come dice il sottotitolo, non par- nella lotta antifascista. Contadino, minatore, giornalista, sempre la del periodo resistenziale. Anche nelle Isole la presenza di mili- anarchico, Nuoro, Il Maestrale, 2013, una Passiamo da Piacenza alla vicina Reggio tanti anarchici impegnati nella lotta al vita ricostruita con partecipazione da Cipria- Emilia per incontrare un altro personaggio fascismo, sia durante il Ventennio sia ne- no Mele e Pina Mele. la cui drammatica fine può essere conside- gli anni della Resistenza, fu quanto mai Termino questa rassegna bibliografica, rata emblematica tanto del generoso impe- significativa. Il siciliano Alfonso Failla è citando la seconda biografia (dopo quella gno quanto delle sofferenze, e spesso delle stato sicuramente uno degli uomini più uscita alcuni anni fa ad opera di Giorgio tragedie, che contraddistinsero l’esistenza perseguitati dal regime. La sua determi- Sacchetti) dell’anarchico savonese Umber- di tanti nostri compagni. Sono ben tre i la- nazione a non piegare il capo e a rimane- to Marzocchi, senza dubbio uno degli anar- vori dedicati a Enrico Zambonini, fucilato re fedele alle proprie convinzioni ne fece chici che più hanno fatto della propria vita dai nazifascisti sulle colline reggiane nel una vera e propria vittima sacrificale della un impegno totale alla causa della libertà. 1944. Del 1981 è il breve lavoro di Antonio violenza fascista, che cercò inutilmente di I tre autori, Vincenzo D’Amico, Giuseppe Zambonelli, Vita battaglie e morte di En- piegarne la volontà. E infatti Insuscettibi- Milazzo e Giacomo Checcucci nel loro Um- rico Zambonini (1893-1944), Comune di le di ravvedimento non poteva che esse- berto Marzocchi, Savona, Istituto Storico Villa Minozzo e ristampa nel 2008 del Cir- re il titolo del libro curato da Paolo Finzi, della Resistenza, 2015, ne ricostruiscono colo Zambonini, mentre del 1965 è “Reg- L’anarchico Alfonso Failla (1906-1986) le vicende partendo dal primo impegno an- giane” La Colomba e Il Faino, Reggio Carte di polizia / Scritti / Testimonian- tifascista negli anni Venti, passando per la Emilia, Grafica Editoriale, 1965, l’originale ze, Ragusa, La Fiaccola, 1993, un omag- Guerra di Spagna e la Resistenza, per finire lavoro nel quale Luciano Guidotti, accosta gio doveroso a una testimonianza di vita agli anni del dopoguerra, fino alla morte, due biografie apparentemente contrastanti semplicemente esemplare. La sua lotta al nel 1986. Avendo avuto la grande fortuna ma accomunate dall’impegno antifascista, fascismo fu, come quella di altri anarchici, di conoscerlo, frequentarlo e apprezzarne quella della “colomba” don Pasquino Bor- non solo lotta per la libertà dalla dittatu- le doti intellettuali e la profonda umanità, ghi e quella del “faino”, appunto l’anarchi- ra, ma anche, altrettanto importante, lotta non potevo chiudere questo breve lavoro, co Zambonini. Sarà nel 2009 che Giuseppe per la costruzione di un mondo nuovo. Un se non con lui. Galzerano scriverà una biografia completa altro personaggio dalla vita tormentata e ed esaustiva di Zambonini, nel suo Vita e avventurosa fu il palermitano Paolo Schic- Massimo Ortalli

antifascismo 25 ANTIFASCISMO LA PRIMA RESISTENZA

abbandonate le fabbriche sarà la reazio- ne». Dall’ottobre 1920 dilagano infatti la repressione statale e il terrore borghese contro gli operai, sempre più esercita- to attraverso lo strumento della violenza squadrista, inaugurando il tragico Biennio LA PRIMA nero. Presto si scatena la caccia agli ar- senali messi al sicuro dalle avanguardie di fabbrica in vista della resistenza e di una nuova rottura rivoluzionaria, con una in- fruttuosa perquisizione al Circolo libertario “Francisco Ferrer” di Barriera di Milano e con successivi sequestri di armi, arresti e RESISTENZA denunce a carico di diversi attivisti. Con il 1921 le brutalità fasciste si fan- no sempre più gravi e frequenti. «Ricor- Gli anarchici torinesi nella prima resistenza antifascista do», testimonia Maurizio Garino, dirigente (1920-1922), dall’occupazione delle fabbriche alla strage anarchico della Fiom, «(...) (che) c’erano gli operai della Fiat che uscivano e gli del 18 dicembre 1922. squadristi, quando individuavano un mem- Il ruolo delle varie forze politiche, il patto tra socialisti e bro del Consiglio (di fabbrica), o qualcuno che era un rosso... allora via! Giù! Basto- fascisti, il settarismo dei neonati comunisti. nate!». A farne le spese, con i comunisti, Così in Piemonte, come in tanta parte d’Italia. sono in primo luogo i libertari, tra i quali il giovane meccanico Giovanni Barberis. Il corrispondente torinese di «Umanità Nova» dall’arditismo di guerra con il patrocinio denuncia la complicità delle autorità con i di padronale. fascisti capeggiati dall’ex-anarchico inter- Paolo Papini ventista Mario Gioda, lasciati agire indi- A DIFESA sturbati e coperti, e fornisce puntualmente notizie sulle violenze delle camicie nere e el capoluogo subalpino i libertari DELLE FABBRICHE OCCUPATE sulla conseguente risposta organizzata del federati nell’Unione anarchica pie- Proprio due giovani miliziani dell’Usi, Raf- proletariato. Già in marzo, infatti, l’assem- Nmontese, con numerosi militanti faele Van Dijck, anarchico belga, e Alfonso blea dei delegati dei Consigli di fabbrica, e dirigenti di primo piano nella Fiom e Garamella, emigrato pugliese, operai cal- l’Uap, l’Usi e il neonato Partito comunista nell’Unione sindacale italiana locali, sono zaturieri di presidio allo stabilimento chi- d’Italia danno vita ad un Comitato contro protagonisti del movimento consiliarista mico Capamianto, cadono vittime il 12 di il fascismo, primo passo verso la costitu- dando forte impulso, insieme alla frazio- quel settembre in uno scontro a fuoco con zione di un fronte rivoluzionario d’azione ne comunista del Psi guidata da Antonio l’industriale Francesco De Benedetti, finan- antisquadrista in città, mentre Guardie Gramsci, alla agitazione metallurgica e ziatore del Fascio torinese, capo squadrista rosse e Gruppi rivoluzionari d’azione, pur alla grande occupazione delle fabbriche e proprietario della attigua omonima fon- formalmente disciolti dalle autorità, resta- del settembre 1920, propugnando una deria, tra i ritrovi delle prime bande nere. no mobilitati in forma semiclandestina. In soluzione espropriatrice e rivoluzionaria. Già a questi tragici episodi sarebbe dunque anticipo su altre città Torino vede dunque Organizzati nel corpo delle Guardie rosse possibile far risalire la primogenitura anar- rapidamente approntarsi la resistenza dei con gli ordinovisti e nei Gruppi rivoluzio- chica dell’antifascismo d’azione torinese. lavoratori. nari d’azione, promossi dall’Unione anar- La smobilitazione delle occupazioni, con- Sotto il fuoco delle squadre di Cesare chica italiana e aperti alla base operaia certata dai vertici riformisti di Psi e Cgl con Maria De Vecchi si trovano innanzitutto delle altre forze sovversive, gli antiauto- il governo Giolitti e gli industriali, sancisce le strutture sindacali più combattive. Le ritari torinesi sono tra i primi ad esporsi la sconfitta del movimento dei Consigli di sedi dell’Usi di via San Domenico 34 e di per difendere le industrie autogestite dai fabbrica e chiude il Biennio rosso rivolu- vicolo Pappagalli devono essere colpite lavoratori dalla repressione governativa e zionario. Dalle pagine del quotidiano anar- tra le prime: «Le squadracce fasciste ap- dalle prime provocazioni e violenze del- chico «Umanità Nova» Errico Malatesta profittavano della sconfitta operaia per le squadre fasciste, sorte anche a Torino aveva lanciato il monito ai lavoratori: «Se aggredire (...). Anche le nostre sedi di To-

26 antifascismo LA PRIMA RESISTENZA ANTIFASCISMO

rino (...), come quelle Usi e anarchiche di molte altre città, furono assalite e i nostri compagni colpiti da una furia e una vio- lenza consapevoli e “vigliacche”», ricorda il dirigente Gaetano Gervasio, operaio mo- torista libertario di origine campana, «(...) Anch’io, come tutti i compagni dell’Usi, feci esperienza di queste violenze. Avevamo costituito nel nostro sindacato un gruppo di difesa. Con questi compagni facevamo i turni in sede per dimostrare che eravamo ben determinati a non cedere alle intimi- dazioni e a contrastare la violenza». Il 25 aprile anche la Camera del lavoro confe- derale, al 12 di corso Siccardi, viene attac- cata e devastata dopo forte resistenza. Nel tentativo di vendicare le spedizioni punitive l’anarchico Mario Facta, giovane meccani- co disoccupato, resta ucciso di lì a poco nel Formazione partigiana in movimento durante la Resistenza. fallito attentato esplosivo contro il già noto ingegnere fascista De Benedetti, assassino confesso dei due miliziani sindacalisti ca- duti in settembre alla Capamianto occupa- Per iniziativa della Lega proletaria dei seguiranno, per ragioni di opportunità po- ta ma mai perseguito penalmente. mutilati e reduci di guerra, a maggioran- litica, quelli espressi dai vertici socialisti za comunista, con l’adesione di numerosi e repubblicani. La Federazione comunista DALLE GUARDIE ROSSE miliziani delle Guardie rosse e dei Gruppi torinese, influenzata da Gramsci e orien- rivoluzionari d’azione e con l’appoggio dei tata al consiliarismo rivoluzionario, forte AGLI ARDITI DEL POPOLO partiti e delle organizzazioni economiche di del sostegno di Lenin e della Terza Interna- Con l’inizio dell’estate, mentre l’artigiano classe, il 19 luglio si costituisce la sezione zionale, disattenderà tuttavia inizialmente individualista Guglielmo Casassa Mont, ex cittadina del «nuovo esercito di Difesa Pro- questa direttiva. minatore, è arrestato per il ferimento di letaria». «Umanità Nova» ne dà immediata Oltre al comunista Mandelli, segretario una camicia nera, le “teste di morto” as- notizia: «Gli Arditi del Popolo costituiti a politico cittadino della Lega proletaria, la saltano nuovamente la sede confederale, Torino». Nei quartieri popolari compaiono Questura individua tra i comandanti degli stavolta respinte, e alcune sedi del Pcd’I. manifesti che chiamano all’arruolamento Arditi del popolo del capoluogo gli anar- La risposta operaia non si fa attendere e il volontario e gli operai accorrono a deci- chici antiorganizzatori Raffaele Schiavina, 7 luglio «Umanità Nova» annuncia: «Corre ne alla Camera del lavoro per iscriversi noto propagandista già redattore con Luigi voce che anche a Torino si stanno organiz- nei battaglioni antifascisti. Aderiscono da Galleani del periodico «Cronaca Sovversi- zando gli Arditi del Popolo. In diversi circoli subito anche l’Uap e l’Usi, che come sap- va», e Ilario Margarita, detto “Barricata”, comunisti sarebbero incominciate le orga- piamo già organizza squadre di militanti muratore militante del Gruppo “Germinal” nizzazioni delle squadre. La notizia merita a presidio delle proprie sedi, auspicando e dirigente locale dell’Usi. Tra i miliziani conferma». Negli stessi giorni l’assemblea che l’arditismo popolare, forma militare libertari più noti figurano anche i libertari dell’Uap ribadisce la necessità di riunire le dell’auspicato fronte unico rivoluzionario, Giulio Guerrini, romano di nascita, fale- forze proletarie in un solo blocco d’azione «sappia nel momento della lotta unificare gname, ex combattente e ferito di guerra, per il contrasto immediato degli attacchi il proletariato». iniziatore degli Arditi del popolo torinesi e fascisti, impegnando i propri militanti. Di lì Le nuove milizie antisquadriste unitarie responsabile della squadra del Pilonetto, a poco, il 15 luglio, ai funerali di due mili- avevano da poco fatto il loro esordio in spesso erroneamente citato dalle fonti e in tanti comunisti caduti in una rappresaglia, una grande adunanza a Roma salutate con letterartura come iscritto al Partito comu- presenti migliaia di lavoratori, fanno per favore da «L’Ordine Nuovo», smentito dal- nista; Carlo Peroni, tipografo novarese, già la prima volta la loro comparsa duecento la Direzione nazionale del Pcd’I che subito caporalmaggiore di fanteria e prigioniero di Arditi del popolo che, inquadrati militar- disconosce gli Arditi del popolo, conside- guerra; Giuseppe Odello, operaio metallur- mente, sfilano dal Cimitero Monumentale rati un fenomeno interclassista, filogover- gico alla Fiat Lingotto, attivista del Circolo per essere poi dispersi dalla Regia Guardia nativo e antirivoluzionario, precludendo “Ferrer” e della Fiom, già guardia rossa; a Porta Palazzo. l’adesione ai propri iscritti; veto al quale il barbiere Pietro Gibellino, immigrato dal

antifascismo 27 ANTIFASCISMO LA PRIMA RESISTENZA

vercellese; Domenico Rubatto, tornitore: a Collegno, mentre gli scontri con le cami- provincia a Bussoleno e Carmagnola, pri- tutti di età media sui trent’anni e appar- cie nere si moltiplicano nel centro cittadi- meggia per consistenza ed efficacia. tenenti alle varie tendenze del movimento no, a Moncalieri e in Borgo San Paolo, dove anarchico. Ma non pochi altri devono esse- il libertario siracusano Umberto Consiglio, TRA REPRESSIONE re gli antiautoritari aderenti agli Arditi del segretario della Cooperativa dell’Industria popolo, come forse il fonditore di origine del Legno, tenente di fanteria nel recente GOVERNATIVA pisana Arduilio D’Angina, vicepresidente conflitto mondiale, è tra i promotori della E DEFEZIONE MARXISTA della Società di mutuo soccorso della ca- resistenza popolare, e per questo in segui- L’organizzazione è però da subito nel tegoria, decorato di guerra e capoguardia to arrestato e condannato. mirino del capogabinetto Bonomi. A metà delle milizie consiliariste, per i quali non si Il direttorio torinese della nuova forma- agosto un nuovo corteo delle centurie è hanno però ad ora riscontri certi dalle carte zione antifascista si schiera intanto contro ancora una volta sciolto con la forza dal- di polizia. Il ruolo dei libertari risulterebbe il trattato di pacificazione sottoscritto dai la Guardia Regia al Parco del Valentino e dunque nientaffatto trascurabile, tanto che socialisti con Mussolini e plaude al Pcd’I, un’ondata di arresti colpisce con l’accusa il labaro delle formazioni cittadine vede agli anarchici e all’Usi chiedendo ulteriore di costituzione di banda armata almeno recare su un fronte le loro insegne rosse sostegno politico e materiale per l’organiz- una cinquantina di militanti comunisti e e nere. zazione dei battaglioni. Forti di ventimila libertari tra i quali Guerrini e Schiavina, in aderenti a livello nazionale, gli Arditi del realtà estraneo alla struttura arditopopola- CONTRO IL TRATTATO popolo contano in Piemonte circa mille- re e contrario al carattere gerarchico e pa- trecento miliziani suddivisi in otto sezioni ramilitare di questa, che trovano su «Uma- DI PACIFICAZIONE territoriali tra le quali quella del capoluogo, nità Nova» la solidarietà dell’Uai. La stretta Marce, ronde ed esercitazioni si svolgono con quasi un quarto degli effettivi dell’inte- repressiva del governo porta dunque in in queste settimane nei sobborghi operai e ra regione e nuclei in via di costituzione in Ottobre alla crisi definitiva del giovane mo-

Gli anarchici nella lotta antifascista un dossier sul partigiano anarchico Emilio Canzi un dossier storico sull’impegno nella lotta antifascista 1€ cadauno Sulle barricate, in carcere, al confino, in clandestinità, in esilio.

28 antifascismo LA PRIMA RESISTENZA ANTIFASCISMO

vimento antisquadrista cittadino, messo assalti, e colpiranno le sedi comuniste e le ultime Case del popolo, le cooperative, i fuori legge e indebolito dalla defezione dei anarchiche di Vanchiglia, in via Mongrando circoli e i giornali operai e rivoluzionari. L’11 comunisti autoritari che ne avevano costi- 30, e di Barriera di Casale, al 7 di via Casal- novembre ventimila squadristi piemontesi tuito la spina dorsale, i quali ora anche a borgone, difese dai militanti e dagli abitanti sfilano in un imponente corteo. L’opposizio- Torino cedono al diktat dell’esecutivo na- della zona. ne dei lavoratori è definitivamente spezzata, zionale spezzando il fronte antifascista e A fine aprile le camicie nere si riuniscono per prendere Torino si attende solo l’ordine ripiegando nei ranghi delle squadre armate al Teatro Balbo per poi attaccare ancora di Mussolini. di partito, forti di ottocento effettivi. Due di una volta la Camera del lavoro. Il corri- Tra il 18 e il 20 dicembre i “lanzichenec- queste resteranno tuttavia intitolate agli spondente del quotidiano libertario invoca: chi”, come spesso ha a chiamarli «Umanità anarchici Mario Facta, già citato sopra, e «Sappia il proletariato torinese fare come Nova», calati in città agli ordini del console Vincenzo Todeschini, giovane operaio tipo- quello romano», che sta dando del filo da Brandimarte, detto “Procellaria”, investono grafo disoccupato iscritto alla Fiom caduto torcere a Mussolini, «e meglio ancora!». la città causando undici vittime operaie. alcuni mesi prima in una disperata azione Il fallimento dello “sciopero legalitario”, Tra queste il segretario comunista liber- individuale contro la sede della Questura. promosso nell’Estate dall’Alleanza del la- tario della Fiom cittadina Pietro Ferrero e Solo in seguito, talvolta molti anni più tardi, voro, nuova debole coalizione antifascista Giovanni Massaro, manovale disoccupato i dirigenti comunisti torinesi Gramsci, Ta- dello Scalo Dora e simpatizzante anarchi- sca e Terracini produrranno una seria auto- co, oltre a Carlo Berruti, massimo dirigente critica sul mancato sostegno all’organismo A Torino, come in molte torinese del Sindacato dei ferrovieri passa- unitario arditopopolare e sugli evidenti li- altre località, la presenza to di recente dalle file antiautoritarie, alle miti delle proprie formazioni esclusive nel quali aveva aderito giovanissimo, al Pcd’I; contrasto al fascismo, gravi errori tattici delle anarchiche e degli mentre l’operaio Probo Mari, secondo al- riconosciuti dagli storici marxisti Spriano anarchici nella prima cuni studi anch’egli anarchico e militante e Del Carria. dell’Usi, era riuscito a sopravvivere all’ese- Le forze residue degli Arditi del popolo e risposta alla violenza cuzione. Scampati alla strage, Margarita e dell’antifascismo d’azione non irrigimenta- squadrista è stata assai Guerrini riparano presto oltreconfine con- to dal Pcd’I devono tentare di riorganizzarsi tinuando la lotta antifascista. Come loro, in forme spontanee e semiclandestine in- significativa. lavoratori coscienti e uomini liberi, altri torno a Margarita, appena rientrato da Bre- anarchici torinesi, nativi o acquisiti, saran- scia, dove in qualità di segretario della Ca- no ancora protagonisti nel fuoruscitismo, mera del lavoro sindacalista rivoluzionaria controllata dai riformisti, cui pure Usi e Uap nella cospirazione interna contro il regime, ha contribuito a dar vita al nucleo arditopo- avevano aderito premendo per un esito in- nella guerra rivoluzionaria contro la reazio- polare locale, e a pochi altri. E’ ora infatti surrezionale, apre però definitivamente la ne in Spagna, nel maquis in Francia e nella in primo luogo grazie all’apporto dei liber- via al fascismo. Resistenza partigiana. tari, che con elementi della base giovanile massimalista e repubblicana tentano di dar ULTIMI FUOCHI DI RESISTENZA. Paolo Papini corpo alle Avanguardie di difesa proletaria, che la resistenza iniziata dagli Arditi del CADE ANCHE TORINO L’autore ringrazia Roberto Carocci e Tobia popolo, seppur assai ridimensionata nelle In settembre i lavoratori resistono ancora Imperato, studiosi di Storia del movimento forze e sempre più isolata ed esposta alla alle incursioni squadriste a Nichelino, a Mon- anarchico, per la gentile revisione critica repressione, può avere seguito in città. calieri, a Pozzo Strada e alla Casa del popolo del testo. Anche a Torino dunque, come nota la stu- di Borgo Vittoria, in strada Lanzo 101, sede diosa Adriana Dadà, «gli anarchici mostra- del Gruppo anarchico rionale “Bruno Filip- vano indubbia iniziativa e sapevano agire pi”. Nelle continue aggressioni resta ferito quali nuclei avanzati di attacco e di difesa anche il libertario Giovanni Vaudano, mentre (...) pure nell’estrema resistenza al fasci- Consiglio e Peroni sono costretti ad abban- smo, con un’incisività superiore alla loro donare la città. Schiavina e Guerrini risulta- consistenza numerica». no intanto assolti insieme a una decina di I fascisti si scateneranno in quell’autunno militanti comunisti nel processo contro gli e nell’inverno del 1922 in nuove provoca- Arditi del popolo. Ma ormai tutto è perduto. zioni e violenze contro i tranvieri, i ferrovieri Il 28 ottobre 1922 Roma è presa dai fascisti e gli operai della Fiat, tra i quali l’Usi e l’Uap e il 31 la Camera del lavoro torinese, dove hanno un significativo radicamento e che hanno sede l’Uap e il Gruppo anarchico si contrappongono spontaneamente agli “Centro”, è ridotta a un rogo. Cadono anche

antifascismo 29 ANTIFASCISMO PUZZA DI FASCISMO PUZZA DI FASCISMO di Roberto Ambrosoli

30 antifascismo