un appello per “A” • dossier antifascismo: 24 pagine, 6 articoli, tavole, vignette e altro per ricordare il passato e soprattutto per riflettere e lottare oggi • la gaffe (?) del ministro Bussetti • USA/lettera da New York • scuola e psichiatria/ contro i bambini e le bambine • euromissili • Irak/ricordando Alaa Mashzoub • gilets jaunes • ergastolani • dibattito anarchismo • alienazione • Internet • numerodi speciale “A” un racconto • università • arte/intervista a Sergio Scognamiglio • musica: Alessio Lega • un inedito di Ursula K. Le Guin • 6 recensioni di libri • ricordando Osvaldo Bayer • nopoteribuoni tour • “A” 101 • storia/la “libera repubblica” di Cospaia • Lettere: carcere/xenofemminismo/profughi/il ‘68 in Valtellina/ nuova sede anarchica a Pordenone • i nostri fondi neri • libro De André che non ci sono 433 rivista anarchica poteri buoni ora e sempre il pensiero (anche) anarchico di Fabrizio De André Resistenza

pagine 200 • formato rivista • copertina cartonata • € 40,00 • contiene: redazionale di presentazione / Dori Ghezzi: io e l’anarchia / interviste a, scritti e disegni di: Roberto Ambrosoli, Stefano Benni, Bruno Bigoni, Carla Corso, Paolo Cossi, Fabrizio De André, Paolo Finzi, Alfredo Franchini, Sandro Fresi, Gabriella Armando Xifai / riproduzione anastatica Gagliardo, Andrea Gallo, Alessandro Gennari, di 25 pagine del volume “L’anarchia” di rivista anarchica n 433 aprile 2019 Dori Ghezzi, Paola Giua, Romano Giuffrida, Domenico Tarizzo appartenuto a Fabrizio, Franco Grillini, Amara Lakhous, Luciano Lanza, con le sue chiose, sottolineature Mauro Macario, Paolo Maddonni, Porpora ed evidenziazioni • notizie e riproduzione Marcasciano, Giulio Marcon, Massimo, Piero dei poster per 4 concerti per l’anarchia • 3 • Poste Italiane Spa - Sp. in a.p. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46)3 • Poste Italiane Spa - Sp. in a.p. D.L. 353/2003 art. 1, comma DCB in L. 27/02/2004 Milano (conv. Milesi, Gianni Mungiello, Gianna Nannini, Gianni foto inedite • rassegna-stampa • ecc. Novelli, Luca Nulchis, Mauro Pagani, Marco Pandin, Nadia Piave, Settimio Pretelli, Santino per saperne di più: • anno 49 • n. “Alexian” Spinelli, Renzo Sabatini, Paolo Solari, [email protected] Raffaella Saba, Fabio Santin, Alfredo Taracchini info-line 339 5088407 Antonaros, Cristina Valenti, Luca Vitone, www.arivista.org aprile 2019 EDITRICE A • cas. post. 17120 - Mi 67 20128 MILANO In caso di mancato recapito si restituisca al mittente che impegna a pagare la relativa tassa. 5,00 •

Mittente: mensile • eventi e progetti: non ci interessa entrare vedere e immaginerete che i costi sa- per continuare, voi, se ne avete voglia e nell’ottica dei “prodotti culturali”, ci inte- ranno impegnativi per chi, come noi, ha possibilità, aiutateci in questo cammino. copie che si desidera ricevere e l’indirizzo dovremo fare direttamente noi. A voi spetta ressa il suo opposto e cioè la cultura, scelto questa strada. Chiediamo a tutti di Abbonarsi a cui dobbiamo farle pervenire. L’invio av- anche il compito di verificare nel corso dei diffusa, radicata, partecipata. Noi siamo fare sottoscrizioni sia dirette (donazioni Circolo Libertario E. Zapata “A” è una rivista mensile pubblicata rego- viene per posta, in abbonamento postale, mesi che la rivista arrivi effettivamente (e con di un’altra pasta, per scelta. tramite paypal, bonifici o contanti) sia nei Biblioteca M. Cancian larmente dal febbraio 1971. con consegna direttamente all’indirizzo quale eventuale ritardo) al punto-vendita; di Per questo ci rivolgiamo nuovamente modi che ritenete più opportuni (benefit, Pordenone Esce nove volte l’anno (esclusi gennaio, segnalatoci. Il rapporto con i diffusori comunicarci tempestivamente eventuali varia- a voi, amici, simpatizzanti, compagne e aste, iniziative ecc.) che possano rac- agosto e settembre). è basato sulla fiducia. Noi chiediamo zioni nel quantitativo di copie da spedire; di compagni. cogliere finanziamenti. Il primo obiettivo L Una copia 5,00 / abbonamento annuo che ci vengano pagate (ogni due/tre mesi) ritirare (secondo gli accordi che prenderete) la solidarietà e il mutualismo come che ci poniamo è di raggiungere la soglia “A”/ Ero un po’ L 50,00 / sostenitore da L 100,00 in su / alle solo le copie vendute, ad un prezzo scon- le copie invendute ed il ricavato del vendu- forma concreta di aiuto fa parte del no- dei 15.000 € di sottoscrizioni. Sappiamo scettico, ma... persone detenute che ne facciano richiesta tato (2/3 del prezzo di copertina a noi, 1/3 to, versandolo poi sul nostro conto corrente stro DNA: abbiamo raccolto soldi e beni che sono molti per chi, come noi, fatica “A” viene inviata gratis. al diffusore). Non chiediamo che ci venga- postale. di prima necessità per sostenere terre- ad arrivare alla fine del mese o, peggio, Prezzi per l’estero: una copia L 7,00 / ab- no rispedite le copie invendute e sugge- motati, alluvionati, lavoratori e lavoratrici, si barcamena in lavori precari o sempli- Buongiorno, bonamento annuo L 70,00. riamo ai diffusori di venderle sottocosto Le annate rilegate carcerati, migranti e profughi. cemente è ancora studente. ho comprato la rivista di o di regalarle. Spediamo anche, dietro ri- Sono disponibili tutte le annate rile- In molti hanno già espresso in questi Eppure è grazie a questa forza dal febbraio per la prima volta, I pagamenti chiesta, dei bollettini di conto corrente già gate della rivista. I prezzi: volume triplo due anni solidarietà nei modi più diver- basso, per quanto precaria e squattri- avendola vista esposta in I pagamenti si possono effettuare 1971/72/73, e 200,00; volumi doppi si, partecipando alle iniziative, progetti nata, creativa e diffusa che siamo giunti una libreria e sono rimasto tramite: 1974/75 e 1976/77, e 60,00 l’uno; e percorsi e finanziandone l’attività. La alla soglia dei 40 anni di vita del Circolo colpito dalla cura della volumi singoli dal 1978 al 2013, e campagna nata su proposta del sito di libertario E. Zapata (2020) e della sua, grafica di copertina. A. Pagamento con PayPal / Carta editrice A 35,00 l’uno. Dal 2012 in poi è stato storici nostrani “LaStoriaLeStorie” ha insostituibile, Biblioteca M. Cancian con Confesso che ero un di credito necessario (a causa del numero di raccolto nel giro di un paio di mesi 600 gli oltre 2500 volumi e materiale d’archi- po’ scettico: pensavo fos- I pagamenti a mezzo carta di credito pagine) suddividere l’annata in due firme che c’hanno aiutato a rendere pub- vio storico e prezioso. se il “solito” foglio di propa- si possono effettuare esclusivamente cas. post. 17120 - Mi 67 tomi, per cui il costo è di e 70,00 blica non solo l’operazione di Ciriani & Noi contiamo sulla vostra generosità. ganda invece, con piacere, dal nostro sito. 20128 Milano Mi complessivi per ciascuna annata. soci ma, soprattutto, la grande solidarietà Pensiamo che la nostra voce, che cerca ho scoperto una rivista Sono disponibili anche i soli ricevuta e che non c’aspettavamo: il tutto di darla anche a chi notoriamente non ne colma di analisi e rifles- B. Bonifico sul conto bancario 022896627 raccoglitori, cioé le copertine delle esaurito (150 posti) al ridotto del Teatro ha o viene silenziata tra i ricatti, la repres- sioni oneste ed intelligenti. Banca Popolare Etica - Filiale di annate rilegate (cartone rigido telato verdi con “Naon Jazz Up!”, le 400 perso- sione e sotto i colpi del profitto, sia una Molto bella l’infografica Milano 0228001271 nero, con incisi in rosso sul dorso il ne che hanno partecipato alla maratona risorsa per tutti. Persino per chi non ne (credo si chiami così) di Vale- IBAN: titolo della rivista e l’anno, con relativo “Punk4Zapata” al Parareit di Cordenons, condivide in parte le idee. ria De Paoli sulla filiera del pomodoro IT55A0501801600000011073970 @ [email protected] numero progressivo) al prezzo di e il “Blues Zapatista” nella sede di Villano- Perché una voce libera, libertaria e italocinese. BIC/SWIFT: CCRTIT2T84A 20,00 l’uno (dall’annata 2012 in poi il va, strapieno di gente. non ricattabile, è comunque un’occasio- Complimenti, continuerò a seguirvi. intestato a: www.arivista.org prezzo è di € 40,00 perché costituito Se fino ad oggi si trattava di una cam- ne di confronto e di crescita per una città, Editrice A società cooperativa da due tomi). I prezzi sono compren- pagna generica, la ricerca di una “casa” per un territorio, per una comunità. Maurizio @A_rivista_anarc sivi delle spese di spedizione postale ideale, oggi la sede c’è, ve la facciamo Noi faremo tutto quello che potremo Torino C. Versamento sul nostro conto per l’Italia; per l’estero aggiungere e corrente postale N.12552204 @ARivistaAnarchica 15,00 qualunque sia l’importo della IBAN: richiesta. IT63M0760101600000012552204 CODICE BIC/SWIFT: BPPIITRRXXX intestati per facilitare il pagamento delle Archivio online I nostri fondi neri intestato a: Editrice A copie vendute. Andando sul sito arivista.org si può ac- cedere all’archivio online della rivista, dove Sottoscrizioni. Maurizio Mancini (Catanzaro) 20,00; Franco Bellina (Roma) 10,00; Paolo D. Contrassegno Piazziamola sono consultabili gratuitamente tutti i Verrà aggiunto un contributo di spese Oltre che con la diffusione diretta, potete dar- numeri dal n. 1 (febbraio 1971) all’ultimo Papini (Roma) 10,00; Aurora e Paolo (Milano) ricordando Amelia Pastorello e Alfonso Failla, postali di L 5,00 qualunque sia l’importo ci una mano per piazzare la rivista in edicole, uscito. L’archivio viene aggiornato mensil- 500,00; Alessandro e Valentina (Toronto – Canada) 100,00; Enrico Bonadei (Mautes - Francia) dell’acquisto. librerie, centri sociali, associazioni e qualsiasi mente. L’ultimo numero è consultabile entro 100,00; Collettivo Anarchico Libertario “Stella Nera” (Modena) ricavato cena benefit per “A” sabato Per spedizioni voluminose c’è la possibilità altra struttura disposta a tenere in vista “A” la fine del mese di copertina. uttiT i numeri 19 gennaio scorso, 100,00; Sibila Strazicic (Jesolo - Ve) per Pdf; Paolo Papini (Roma) 50,00; Filippo della spedizione con corriere senza nessu Rebecchi (Pontenure – Pc) 10,00; Vito Mario Portone (Roma) 5,00; Nicolò Budini Gattai (Firenze) 50,00. - ed a pagare ogni tanto le copie vendute a a partire dal n. 383 (ottobre 2013) sono € na aggiunta di spese rispetto alla spedizio- voi direttamente oppure a noi. Come fare? anche scaricabili gratuitamente in pdf. Totale 1.005,00. ne postale. Contattate la redazione. Voi contattate il punto-vendita, concordate il Ricordiamo che tra le sottoscrizioni registriamo anche le quote eccedenti il costo dell’abbonamento annuo (che è di quantitativo di copie da piazzare inizialmente, Se A non ti arriva... € 50,00 per l’Italia e di € 70,00 per l’estero). Copia omaggio ci segnalate tempestivamente nominativo ed Il n. 432 (marzo 2019) è stato spedito A chiunque ne faccia richiesta inviamo una indirizzo esatto del posto (cosicché, tra l’altro, in data 27 febbraio 2019 dal Centro copia-saggio della rivista. noi lo si possa subito inserire nell’elenco che Meccanografico Postale (CMP) di Milano Abbonamenti sostenitori (quando non altrimenti specificato, si tratta dell’importo di cento euro). Enrico Ca- compare sul sito). Lo sconto è del 50% sul Roserio. Chi entro il 20 del mese di co- landri (Roma); Gudo Bozak (Treviso) 200,00; Salvatore Corvaio (Vignale Monferrato – Al); Silvano Montanari (San Giovanni in Persiceto – Bo); Paolo Zonzini (Cailungo, Borgo Maggiore – Repubblica di San Marino); Roberto Di A.A.A. Diffusore prezzo di copertina. Per noi l’importante pertina non ha ancora ricevuto la copia o Giovannantonio (Roseto degli Abruzzi – Te); Roberto Panzeri (Valgreghentino – Lc) 110,00; Alberto Ramazzotti cercasi è che la rete di vendita di A si allarghi il pacchetto di riviste, può comunicarcelo sempre più. Fateci poi sapere se sarete (Muggiò – Mb) 150,00; Chiara Mazzaroli (Trieste); Manuele Rampazzo (Padova); Tommaso Bressan (Forlì) 110,00; Siamo alla costante ricerca di nuovi diffu- e noi provvederemo a effettuare una nuova € sori. Basta comunicarci il quantitativo di voi a rifornire il punto-vendita oppure se lo spedizione. Pietro Mambretti (Lecco). Totale 1.370,00.

lettere 99 433 aprile 2019 sommario

6 la redazione ALLE LETTRICI, AI LETTORI/Un progetto collettivo 7 DOSSIER ANTIFASCISMO/Dalla stessa parte, sempre 8 Circolo anarchico C. Berneri di Contro la corrente 11 Andrea Papi Per una Resistenza rinnovata 13 Francesco Codello Occorre scavare in profondità 14 Fabio Santin Mio zio anarchico 15 CAMPO 97/Anarchici e slavi internati a Renicci nel 1943 16 Gruppo di ricerca Schwarzbard Il canto delle sirene 19 Fabio Santin Un omaggio illustrato 20 Massimo Ortalli Leggere l’antifascismo anarchico 23 ALFONSO FAILLA/Insuscettibile di ravvedimento 26 Paolo Papini La prima Resistenza 30 Roberto Ambrosoli ANARCHIK/Puzza di fascismo 31 Nicoletta Vallorani LA GUIDA APACHE/Il nemico è il Sud 32 TAMTAM/I comunicati

sommario 3 33 Santo Barezini LETTERA DA NEW YORK/Quarantuno. In morte di un presidente.

BAMBINE E BAMBINI/ MA IL CONTROLLO COMINCIA PRESTO 38 Collettivo Antipsichiatrico Antonin Artaud- Educazione o psichiatria? 39 Piero Cipriano Trattamento scolastico obbligatorio 41 Salvatore Corvaio I SENZA STATO/6° rassegna multimediale d’arte e creatività

FATTI&MISFATTI 42 Alfonso Navarra Euromissili/Le lotte di ieri sono ancora attuali 44 Fabrizio Sani Irak/Alaa Mashzoub, poeta assassinato 44 Philippe Godard Francia/I gilet gialli: illusione o disillusione? 46 Carmelo Musumeci 9999 FINE PENA MAI/Il sogno suicida di un ergastolano 48 CASTEL BOLOGNESE/ EDUCAZIONE - ARTE - ANARCHIA Pubblica riflessione con dibattito 49 Franco Bertolucci DIBATTITO ANARCHISMO/La crisi della democrazia 50 a cura di F.B. TUTTI A DESTRA/Un elenco 53 Felice Accame À NOUS LA LIBERTÉ/L’altra faccia dell’alienazione 55 Ippolita SENZA RETE/Panottico Digitale 57 Paolo Pasi LETTERE DAL FUTURO/La chiave musicale 58 Domenico Sabino ISTRUZIONE/La crisi dell’università 61 intervista di Gerry Ferrara a Sergio Scognamiglio INTERVISTE/L’arte di vivere di arte 65 Alessio Lega ...E COMPAGNIA CANTANTE/Un’ora di libertà. Un itinerario anarchico intorno a Fabrizio De André 68 Ateneo Libertario di Firenze FIRENZE/9a vetrina dell’editoria e delle culture anarchiche e libertarie 69 Ursula K. Le Guin FEMMINISMO/Quello che vi auguro

RASSEGNA LIBERTARIA 71 Giorgio Sacchetti /Ma la storiografia “ufficiale” ha cercato di cancellarli 72 Luciano Lanza Noam Chomsky/Il suo pensiero (anche) anarchico

4 sommario 72 Enrico Calandri Donne contro/Nella Resistenza (e non solo) 73 Silvia Papi Psichiatria e infanzia/Contro la medicalizzazione della libertà 74 Franco Bertolucci, Paolo Finzi Franco Serantini/Perché ringraziare Corrado Stajano 76 Mimmo Mastrangelo Beppe Chierici/Viaggio nell’arte e nell’umanità 77 Gianni Alioti OSVALDO BAYER/L’attivismo della coerenza

NOPOTERIBUONI 82 Paolo Finzi Un bel tour 83 Empoli/Dalla locomotiva alla bicicletta (per colpa del PD) 84 Paolo Finzi È stato lui! 86 book tour 88 Per favore, rompeteci tante scatole 89 37 ANNI FA/“A” 101 90 Alberto Brizioli STORIA/Cospaia libera

CAS.POST.17120 93 Elisa Mauri Carcere & dintorni/Lettera aperta di una giovane operatrice della salute mentale 94 Silvia Guerini Dibattito xenofemminismo/L’aberrazione è già qui 95 Federico Lenzi Profughi/Quel silenzio dell’opposizione assente 96 Piero Tognoli Il mio ‘68/Le idee di rivolta non sono mai morte 98 Circolo Libertario E. Zapata, Biblioteca M. Cancian Pordenone/La Biblioteca Mauro Cancian ha trovato finalmente la sua nuova “casa” 99 Maurizio “A”/ Ero un po’ scettico, ma... 99 I NOSTRI FONDI NERI/ Sottoscrizioni e abbonamenti sostenitori 100 NOPOTERIBUONI

Direttore responsabile Stampa e legatoria Carta ecologica PEFC In copertina: Paolo Finzi Ingraf Industria Grafica - Milano Grafica e impaginazione Confezione e spedizione illustrazione di Fabio Santin Grafica Roveda - Bollate (Mi) Con.plast - Cormano (Mi) Questa rivista è Registrazione al tribunale di Milano aderente all’USPI in data 24.2.1971 al n. 72 (Unione Stampa Periodica Italiana)

sommario 5 alle lettrici, ai lettori Un progetto collettivo

Dal febbraio 1971 portiamo avanti un progetto editoriale con al centro la rivista “A”, che esce puntualmente 9 volte l’anno. Finora, 433 numeri pubblicati. E una cinquantina di prodotti collaterali: dossier, letture dei classici dell’anarchismo, quaderni sull’ecologia, cd e dvd, ultimo in ordine di tempo il libro sul pensiero di Fabrizio De André.

Quasi 4.000 collaboratrici e collaboratori, che hanno scritto articoli, lettere, recensioni, rubriche, che ci hanno inviato contributi grafici e di altro tipo. E poi migliaia di donazioni, ogni mese riportate nei nostri fondi neri, in coda al numero.

Con l’orgoglio della funzione da noi svolta nel campo del pensiero libero e libertario, siamo ancora una volta a stimolare il vostro sostegno. Finanziario, certo: sottoscrizioni, abbonamenti sostenitori (da 100 euro in su), organizzazione di cene-benefit... Ma anche nella diffusione di “A”: hai mai pensato di fartene arrivare a casa 2, 3, 5 copie per venderle ad amiche/ci, colleghe/i, compagni/e o di ricercare nuovi punti-vendita (edicole, librerie, negozi del commercio equo e solidale...)?

Attualmente abbiamo circa 150 abbonati/e sostenitori/trici, oltre 250 diffusori/e che ricevono alcune copie di “A”, una bella rete che comprende anche edicole e librerie in qualche modo amiche. Questa rete deve essere rinforzata ed estesa, è la base della nostra presenza sul territorio.

Con questo appello, non nuovo e non ultimo, vogliamo stimolare chi ci apprezza a darci una mano per far crescere la nostra presenza nel sociale. Perché il nostro è già, fin dal primo numero nel febbraio 1971, un progetto collettivo che va ben oltre i confini del movimento anarchico e si rivolge a chi ha e vuole approfondire uno sguardo critico, sicuramente libertario, sullo stato di cose presenti. Che non ci piace affatto e vorremmo contribuire a trasformare, a partire dalle piccole cose concrete. Come è questa rivista che hai in mano (o leggi gratis in rete).

n

6 alle lettrici, ai lettori DOSSIER ANTIFASCISMO DALLA STESSA PARTE, SEMPRE 1919 / FONDAZIONE DEI FASCI DI COMBATTIMENTO 2019 / LOTTE E RIFLESSIONI CONTRO IL FASCISMO

Come ogni anno, il numero di aprile di “A” è dedicato in parte alla lotta contro il fascismo, nella storia e nell'attualità. Su questo numero la parte storica è rappresentata dalla rassegna, curata da Massimo Ortalli, dell'intera bibliografia in italiano sull'impegno antifascista delle anarchiche e degli anarchici e dalla ricostruzione storica delle prime fasi dell’antifascismo militante anarchico a Torino. Approfondimenti sul contesto generale, e sulle modalità dell'impegno antifascista oggi, sono proposti dalle compagne e dai compagni del Circolo anarchico C. Berneri di Bologna, da Andrea Papi, da Francesco Codello. Uno scritto del gruppo di ricerca Schwarzbard affronta il concetto di popolo e il crescente antisemitismo anche nei movimenti di sinistra. Con un’illustrazione di Fabio Santin e una vignetta di Roberto Ambrosoli.

antifascismo 7 ANTIFASCISMO Contro la corrente

Bologna, 21 aprile 1945 - I partigiani sfilano per la città nel giorno della liberazione

del circolo anarchico C. Berneri di Bologna

uando la redazione di “A” rivista ha chiesto ad alcuni di noi di preparare CONTRO LA Qun contributo sull’antifascismo per il numero dell’aprile 2019 abbiamo accet- tato ben felici. Siamo stati costretti però a porre due condizioni, ricevendo qualche amichevole maledizione dai redattori. La prima era che ci serviva un po’ più di tempo rispetto alla scadenza stringen- te che ci era stata suggerita: questo sia CORRENTE perché impegnati nelle consuete attività settimanali (circoloberneri.indivia.net), sia È necessario impedire ai nuovi epigoni del fascismo perché impegolati in vicende giudiziarie di organizzarsi con i mezzi che si ritengono più utili a causa, anche, dell’attività antifascista messa in campo negli ultimi anni. allo scopo. In una prospettiva rivoluzionaria. La seconda era che avremmo preferito mandare uno scritto collettivo, che ripren- desse alcune delle considerazioni assem- bleari sulle quali avevamo concentrato le nostre riflessioni negli ultimi mesi. Le nostre “condizioni” così rispecchia- vano una situazione materiale per noi vincolante: sempre molto impegnati nella attività locale, costretti a fare i conti con la repressione, bisognosi di un confronto reiterato e collettivo su alcune questioni

8 antifascismo Contro la corrente ANTIFASCISMO

di fondo, in primo luogo su quella “aria di le politiche “securitarie” di marchio PD e ridotta a mobilitazioni contro formazioni di- Weimar”, come la ha definita il maestrone che non sono disposte a lasciarsi traspor- chiaratamente neofasciste, ma va allarga- di Pavana, che respiriamo tutti (sì, sappia- tare da pulsioni nazionaliste o sovraniste. ta e organizzata intorno a parole d’ordine mo che Guccini ama votare PD, ma nessu- A questo proposito notiamo che anche nei che rendano chiaro ed evidente quale sia il no è perfetto...). territori dove abitiamo sono lievitate negli piano anti-crisi di questo governo: immet- In una nostra precedente lettera alla re- ultimi tempi le iniziative, per lo più cultu- tere in un imbuto securitario e di precarietà dazione usavamo la metafora del piazzista: rali, rosso-brune (con varie sfumature) che migranti, poveri, sfruttati, occupazioni, pra- se mette il suo piede in mezzo all’uscio sembrano trovare un humus fertile nei resti tiche di lotta, stili di vita, identità di genere non ce lo si leva più di torno. Così fanno le di una sinistra antimperialista e anticapi- e orientamenti sessuali non eteronormati. formazioni fasciste se non viene tolta loro talista – in una forma ridotta e regressiva Tuttavia il problema ha radici più profon- agibilità. –, attirata dalle sirene del vecchio nazio- de e travalica l’odioso Salvini. Parlarne è nalismo (o sovranismo). Antimondialisti di difficile, in quanto ci pare che manchino ALTERNATIVE AL DISCORSO sinistra si definiscono: una roba brutta, da delle categorie comuni che permettano contrastare senza tentennamenti, consa- un confronto, ma vale la pena abbozzarne CULTURALE FASCISTA pevoli che storicamente l’ideologia del fa- i tratti. È necessario, quindi, impedire loro di or- scismo è nata proprio da una rete di scam- La nostra tesi è che i processi di norma- ganizzarsi, con i mezzi che si ritengono più bi e ibridazioni fra “destra” e “sinistra”, lizzazione e conformismo, che osserviamo utili allo scopo: culturali e militanti. Senza essere i tratti maggiormente distintivi del- arricciare troppo il naso se c’è da usare la società contemporanea, alimentino nei modalità non del tutto “ortodosse”: a volte La lotta antifascista non regimi politici un crescente autoritarismo. è necessario – anche se non piace – es- Normalizzazione e conformismo sono il sere un poco decisi al fine di evitare guai va ridotta a mobilitazioni prodotto dell’anomia sociale nella quale peggiori ed è bene farlo quando la presen- contro formazioni si trovano milioni di persone, soprattutto za fascista nei quartieri è embrionale, al- le più escluse dal protagonismo sociale. trimenti rischia di essere troppo tardi. Non dichiaratamente Anomia che trova la sua ragion d’essere vogliamo sottovalutare la questione della neofasciste, ma va nella materialità delle condizioni di vita: violenza, che sappiamo essere spinosa: miseria, mancanza di riconoscimento del- ma proprio per questo ci pare semplicisti- allargata e organizzata la dignità dell’individuo, disciplinamento co e fuorviante asserire che sia necessario intorno a parole d’ordine sociale per mezzo dell’ordinamento poli- evitare a priori l’uso della forza se si vuole tico, del sistema di produzione e del mer- ottenere una situazione di pace. Le cose che rendano chiaro quale cato del lavoro. sono più complesse. sia il piano anti-crisi di Quali che siano i punti di osservazione, A tal proposito oggi la situazione ci pare vediamo gli stessi comportamenti e le stes- in parte mutata, e certo non in meglio. Per questo governo. se desolanti prospettive. La segmentazione quanto le politiche di questo governo siano sociale si accompagna a una segmenta- in continuità con quelle del centrosinistra zione fisica, spaziale, frutto dei processi di che lo ha preceduto, da alcuni mesi i rap- combinando lotta di classe e nazionalismo, ristrutturazione urbana che da un lato han- porti di forza sui territori sono bruscamente dittatura del proletariato e stirpe eletta, so- no trasformato i centri cittadini in “merce”, mutati in peggio: prima neofascisti e razzisti cialismo e razzismo. spazzando via gli spazi di alterità presenti non si sentivano a loro agio a presentarsi Più in generale, oltre a rafforzare la ne- al loro interno, e dall’altro quartieri residen- pubblicamente, ora non solo hanno messo il cessaria azione di contrasto militante a ziali periferici privi di un reale tessuto so- piede in mezzo all’uscio, ma sono diventati neofascisti e razzisti, crediamo sia utile ciale. Ogni gruppo, collettivo, individualità, le avanguardie del nuovo governo. A que- potenziare quei ragionamenti e quelle pra- si trova relegato, isolato, incompreso e vive sta situazione concorre anche la crescente tiche che si concentrano nell’attaccare il l’indifferenza del contesto sociale più ampio severità repressiva contro le manifesta- retroterra che gonfia le vele delle destre, come inevitabile. Questo insieme di fattori zioni antifasciste, promossa dapprima dal in una modalità che non si configuri solo alimentano il rancore sociale verso il resto centrosinistra e poi accentuata dall’attuale come una presa di parola ex post o rin- del mondo. governo. correndo i loro temi, ma riprendendo la Ci troviamo in una fase non semplice, in parola apertamente e pubblicamente per LA PERDITA DI SENSO cui sarebbe necessaria la massima unità e far emergere le alternative al discorso cul- linearità d’azione, coordinandosi al meglio, turale fascista. DELLE PAROLE a partire dal locale, con quelle realtà che L’attuale degrado autoritario delle istitu- Il rancore sociale è elemento costitutivo hanno da sempre mostrato, nella prassi e zioni risponde a un tentativo di dominare delle prospettive reazionarie. Il fascismo non solo a parole, la propria distanza dal- la crisi, e perciò la lotta antifascista non va – oggi declinato come sovranismo e/o

antifascismo 9 ANTIFASCISMO Contro la corrente

populismo – usa il rancore come collante controllare e disciplinare paesi devastati Da un lato un’iniziativa di carattere cul- di “comunità” in lotta contro altri segmen- dalla crisi economica, dal degrado sociale turale il cui obiettivo sia (ri)dare senso alle ti ritenuti privilegiati. Il conservatorismo e dalla catastrofe ambientale. L’adozione parole: quelle con le quali delineare lo stato utilizza il rancore come minaccia per i di politiche forcaiole, giustizialiste, ordi- di cose esistente e attraverso le quali im- “privilegiati” chiamandoli alla lotta contro niste, xenofobe, securitarie sono ormai maginarci una società diversa. i “rancorosi”. E il concetto stesso di “privi- la cifra dei governi di mezzo mondo. E Dall’altro lato – e come premessa ne- legio” è sviato e manipolato essendo ogni i governi dell’altra metà del mondo non cessaria – un’iniziativa di carattere sociale segmento sociale contemporaneamente necessitano nemmeno di questi interventi tendente a sottrarre le individualità all’anomia privilegiato o svilito (deprivato) in relazione avendo ormai oltrepassato la soglia del e a infondere fiducia laddove c’è uno scora- agli altri. totalitarismo. mento diffuso, mirando a de-segmentare il La perdita di senso delle parole è, sul piano Ne è un esempio il Brasile, dove è arrivato sociale: dare vita, cioè, a reti di solidarietà, concettuale, la premessa e il risultato dell’a- al potere un ex militare nostalgico dei regi- alleanze e sinergie tra gruppi e individualità zione di normalizzazione e conformazione mi fascisti sudamericani. Ne è un esempio fondate su relazioni non autoritarie. dell’esistente al dominio contemporaneo. l’Andalusia, dove il 2 dicembre 2018 un Come fare? Nel quotidiano, è bene conti- Divide et impera è un postulato storico del partito di estrema destra come Vox – ostile nuare a resistere e a opporsi alle politiche dominio: “dividi e comanda” è una locuzio- all’immigrazione, al femminismo e all’Eu- del dominio, mettendo in collegamento ne latina secondo cui il migliore espediente ropa – è entrato nel parlamento regionale l’antifascismo con tutte le altre attività e di una tirannide o di un’autorità qualsiasi con l’11% dei voti: per la prima volta dalla lotte che portiamo avanti, con l’obiettivo di per controllare e governare un popolo è fine del franchismo, l’estrema destra en- produrre un ribaltamento di senso. dividerlo, provocando rivalità e fomentando tra in un parlamento spagnolo. Ne è un L’antagonismo, anche nelle sue espres- discordie. esempio l’Italia, dove è arrivata al potere sioni più lucide ed efficaci, non riesce an- una classe politica di ducetti senza scru- cora a innescare questo ribaltamento di OGGI ANCHE GLI STATI poli che spande intolleranza, razzismo e senso. Anzi, rischia di creare ulteriore seg- ipocrisia per mascherare la propria volontà mentazione nel momento in cui dà luogo a “A DEMOCRAZIA LIBERALE”... di prevaricazione e dominio. forme di autoghettizzazione, riproducendo Per anni la “linea” del dominio si è Va da sé – non è un inciso retorico – politiche identitarie che nulla hanno a che espressa attraverso una serie di politiche che il risultato della situazione attuale fare con pratiche di liberazione e lotta al cosiddette neoliberiste il cui portato è sia il malessere. Da anni diciamo che la dominio. stato un sostanziale immiserimento della crisi dell’economia capitalistica spingerà Contemporaneamente, appare sempre classe operaia (privilegiata) del “nord” del sempre più il potere a promuovere ideo- più evidente come non ci sia spazio per mondo e di annichilimento per le popo- logie autoritarie, razziste e neofasciste per ipotesi di riforma – per quanto radicale – lazioni (deprivate) del “sud” del mondo. tenere buone le masse di diseredati e di dell’ordine delle cose. È necessario lavo- Molti hanno correttamente definito que- emarginati. Tener buoni quelli che non rie- rare per una prospettiva rivoluzionaria che ste politiche come politiche di annienta- scono più a soddisfare i bisogni primari e inverta la devastante direzione di marcia mento: sia per mezzo delle guerre e delle si trovano tutt’a un tratto schiacciati dentro della società contemporanea. carestie, sia per mezzo delle politiche di una vita senza prospettive e senza senso. tagli ai servizi e ai salari, sia per mezzo di Quelli che potrebbero giungere a vede- I compagni e le compagne del circolo leggi contro le migrazioni la cui funzione re con più chiarezza le contraddizioni del anarchico C. Berneri di Bologna è il filtraggio della mobilità e il cui esito mondo in cui viviamo. è un’ulteriore segmentazione sociale e all’interno del mercato del lavoro. Oltre IMPEDIRE IL SALDARSI DEL all’annientamento fisico vi è – in termini più estesi – un annientamento esistenzia- FASCISMO E DELLA MISERIA le: perdita della dignità e delle possibilità Antifascismo oggi è allora impedire il sal- di esistenza (dal salario ai servizi sociali, darsi del fascismo e della miseria. È porta- alla previdenza). Il prodotto di quest’an- re le ragioni della rivolta e della sovversio- nientamento esistenziale è l’anomia. ne sociale là dove il potere prova a diffon- Oggi anche gli stati “a democrazia libe- dere razzismo, discriminazione e lotte fra rale” attuano politiche stataliste non meno poveri. Senza esitazione, perché viviamo antiproletarie. Il cambio di passo è deter- già nella catastrofe e il punto di non ritorno minato dall’uso di una leva politico-militare potrebbe anche essere alle nostre spalle. anziché politico-economica. Per muoversi, in prospettiva, verso una Nel 2018, l’estrema destra ha continua- “buona vita” occorre mettere in campo to ad avanzare in tutto il mondo mirando a molteplici azioni.

10 antifascismo Per una Resistenza rinnovata ANTIFASCISMO

fascismo “trovò sponda” perché le classi dominanti si erano spaventate a morte1. La popolazione lavoratrice, sia operaia sia contadina, era all’attacco. Si era sentita talmente forte da aver osato occupare le fabbriche nel ’20, momento apice di una PER UNA rivolta sociale nelle città e nelle campagne che si era già manifestata con grande for- za sei anni prima, nel ’14 con la Settimana Rossa, e che la prima guerra mondiale non aveva assopito. La borghesia industriale e quella agraria si erano prese una grande paura e, capite le ambizioni del tutto spre- RESISTENZA giudicate di , gli avevano dato corda. In un certo senso lo avevano armato perché rimettesse le cose a posto e schiacciasse ogni ulteriore germe di ri- volta. Così fece il Benito fascista, andando oltre e prendendosi tutto il potere, formale RINNOVATA e di fatto. LA PRESSIONE Più che contro un ritorno del fascismo, bisogna stare DELLA FINANZA GLOBALE Oggi la situazione è completamente all’erta e contrastare la nuova ondata di richiesta di diversa. La “classe operaia” residua non “servitù volontaria”. ricorda neanche lontanamente quella di allora. In quei termini e in quella en- tità sembra addirittura scomparsa. Nelle crazia. Oltre alle ignobili leggi razziali fu campagne vige un nuovo schiavismo di impedita per legge la libertà di stampa e gestito da un caporalato ufficialmente Andrea Papi di riunione e imposto il potere di un uni- illegale, ma ampiamente tollerato perché co partito, quello fascista. Il dissenso di fornisce manodopera a bassissimo costo qualsiasi tipo era proibito e i trasgressori all’avidità di piccoli padroncini disposti a l problema “fascismo” continua pun- repressi con brutalità. Questo il fascismo, tutto. Inoltre ci sono “ondate” di migranti tualmente a riproporsi nel nostro paese fratello dell’ancora più efferato nazismo in fuga da fame, miseria e soprusi che il Ie in tutto l’occidente. L’ho chiamato ap- tedesco, da un punto di vista poliziesco sistema di potere in auge costringe alla positamente problema per distinguerlo dal molto simili al bolscevismo russo al potere. clandestinità, gettandoli tra le braccia di fascismo quale regime dittatoriale. Ciò che Somiglianti tra loro in molti aspetti della spietate mafie internazionali che li hanno preoccupa non è tanto un nuovo venten- gestione del potere, non a caso sono de- trasformati in merce su cui speculare con nio mussoliniano, bensì una cultura e una finiti tutti e tre regimi totalitari. grande disumanità. visione che stanno avanzando e sembra- Non si ripeterà ciò che è stato ampia- I territori nazionali sono sottoposti a una no prendere spunto da esso. Non credo si mente sperimentato nel secolo scorso continua pressione della finanza globale, debba temere un ritorno tout-court a un perché siamo entrati in un’altra epoca, capace d’imporre una cappa oppressi- passato sconfitto dalla guerra e dalla Re- con caratteristiche culturali, tecnologiche, va che favorisce una ristretta minoranza sistenza. La storia non si ripete. È invece scientifiche, psicologiche e mentali com- sempre più ricca e opulenta, a detrimento in atto una trasformazione marcatamente pletamente diverse. Il contesto socio-eco- di intere popolazioni portate a un impove- autoritaria della conduzione politica, che nomico-politico in cui oggi siamo immersi rimento progressivo. Il lavoro è sempre più per certi versi rischia di essere addirittura richiede qualcosa di diverso, probabilmen- precario, specialistico, sottopagato, poco peggiore della dittatura. Non pochi segnali te più spietato, per molti versi più terribile. disponibile e sempre ricattabile. Le tutele ci sono già. La mia convinzione è che i sistemi di sociali conquistate a suo tempo con dure Ciò che caratterizzò il regime fascista fu potere in auge non abbiano più bisogno lotte stanno scomparendo una dopo l’altra, la sospensione delle libertà e della demo- di quelle modalità di comando. Allora il conseguenza di una generale volontà glo-

antifascismo 11 ANTIFASCISMO Per una Resistenza rinnovata

bale dei potentati di turno di sottomettere sunti decisi ed efficienti, illusoriamente in sue ferali unghie nelle deboli carni com- le popolazioni per rafforzare le proprie con- grado di far star meglio la di chi sof- piacenti. dizioni di privilegio. Il divario tra i pochis- fre. Paradossalmente, invece di desiderare simi che si arricchiscono come nababbi la ribellione per superare il proprio status SUL PIANO CULTURALE e il resto delle popolazioni aumenta ogni di afflizione, le categorie sociali più deboli giorno di più, segnando distanze incolma- e indifese richiedono di essere soggiogate E POLITICO bili che relegano a condizioni di vita in mol- a poteri assoluti più forti di quelli vigenti. Il Di fronte a questa situazione è indispen- tissimi casi inaccettabili. fascismo s’impose per volontà dei potenti sabile un nuovo tipo di resistenza. Pur rima- Nelle società occidentali gli effetti della di allora che temevano di essere espro- nendo disposto ad impugnare nuovamente qualità del dominio di quest’epoca antro- priati. L’attuale autoritarismo avanzante, le armi se sarà necessario, il nuovo antifa- pologica in cui siamo appena entrati stanno invece, sembra essere sollecitato proprio scismo al momento non può contrapporsi generando un clima sociale preoccupante. dai poveri e dagli indigenti di adesso, spinti armato a un regime dittatoriale che non si La situazione generalizzata di insicurezza dall’assurdo sogno di essere protetti dai prospetta all’orizzonte. Se vuole trovare un economica ed esistenziale che si sta dif- potenti di turno contro cui al momento non ruolo efficace e confacente deve muoversi fondendo produce atmosfere cupe, cariche si sentono tutelati. prospettando una situazione sociale altra, di risentimenti, odi e paure che tendono ad Si sono chiaramente invertite le parti. In antitetica a quella che si sta delineando. Il escludere i diversi, o ritenuti tali, a temere questo bailamme paradossale, in modo nuovo autoritarismo avanzante, che usu- preoccupante sono in opera formazioni e fruisce di un progressivo largo aumento di squadracce neo-fasciste e neo-naziste le consensi, non può che essere battuto, se Non sono le squadracce quali, spinte da irridenti nostalgie, si pon- ci si riuscirà, sul piano culturale e politico, gono in apparente sostegno alle classi più cercando di mostrare con efficacia e deter- neofasciste e deboli per usare il loro appoggio ai fini di minazione che le libertà, i diritti, l’inclusio- neoneonaziste il vero una improbabile “neo-marcia su Roma”. ne, la partecipazione e l’uguaglianza sono Sono sempre più aggressive, sguaiate, in grado di aiutare a risolvere i problemi pericolo, ma il nuovo sfacciatamente prepotenti e minacciose molto più della discriminazione, della chiu- autoritarismo che avanza. e, purtroppo, con sempre più frequenza sura, dei divieti e delle imposizioni. sembrano trovare coperture protettive da Con il consenso degli “chi può”. Fanno da contorno al clima in- Andrea Papi sfruttati. combente. www.libertandreapapi.it Nonostante l’insita innegabile perico- losità non ritengo siano loro il vero peri- 1 Un’importante testimonianza in tal senso ce la colo, pienamente rappresentato invece espone Armando Borghi in La rivoluzione manca- nemici sempre più frequenti, a desiderare dal nuovo autoritarismo che avanza, il ta, Edizioni Azione Comune, Milano 1964. di essere protetti. Ne deriva la richiesta di quale non vuole in alcun modo imporre “uomini forti” al comando, nell’illusione ufficialmente una nuova dittatura, per che possano aiutare a risolvere i problemi esempio di tipo mussoliniano. È riuscito personali. a conquistarsi un ampio consenso e mira Stiamo progressivamente sprofondan- ad insediarsi sostenuto dalla “volontà del do in una condizione psico-sociale molto popolo”. In quest’epoca stravagante le differente da quella che preparò l’avvento masse popolari sono il nuovo avamposto della presa del potere fascista. All’insegna delle democrazie in declino, ormai del del desiderio diffuso di realizzare il “sol tutto incapaci di suscitare un’autentica dell’avvenire”, c’era allora un clima gene- partecipazione dal basso per una nuova ralizzato di sovversione e riscatto che vo- era di libertà. Da troppo tempo asservi- leva sconfiggere lo strapotere oppressivo e te ai potentati economico-finanziari “in prevaricatore in auge. Il potere economico- marcia”, le carcasse residue delle de- politico imperante non poteva permetterlo. mocrazie fallite sono il banco di prova, lo Così, attraverso il fascismo, fu schiaccia- strumento privilegiato di “neo-dittatori”, to nel sangue il sogno degli oppressi di oggi travestiti da liberatori, a differenza di emanciparsi. quando le dileggiavano e condannavano. Oggi, al contrario, sembra esserci una Dietro la parvenza pseudo-democratica si forte richiesta di “servitù volontaria”, nella cela così un novello Leviatano, da sempre speranza di essere governati da capi pre- in agguato e ora pronto ad affondare le

12 antifascismo Occorre scavare in profondità ANTIFASCISMO OCCORRE SCAVARE IN PROFONDITÀ Opporsi subito e con determinazione a tutte le neo-forme di fascismo e nazismo. Bisogna però usare con precisione concetti e parole, perchè ci troviamo di fronte a fenomeni in parte nuovi e comunque da studiare. Per combatterli meglio.

Fascismo e nazismo nascono in un’epoca stiche dei mercati, ecc.) e quelle più squi- di storica ben precisa, in contesti culturali ed sitamente ideologiche (nazionalismi, crisi Francesco Codello economici, politici e sociali, specifici e tra di credibilità dei sistemi democratici, ecc.) loro, in parte, diversi. Non è questa la sede vorrei soffermarmi, brevemente, su alcune per sviluppare un’analisi storica precisa e (perché sono tante) questioni più specifi- n tutto il continente europeo stiamo dettagliata, ma tener presente una dimen- catamente psicologiche e culturali. assistendo a un rigurgito neo-nazista sione temporale e contestuale non è cosa Ie fascista. Formazioni politiche che si da trascurare. DODICI PUNTI richiamano esplicitamente a queste aber- SU CUI RIFLETTERE ranti ideologie stanno vivendo una nuova LA STORIA NON SI RIPETE, stagione di popolarità. Non posso che elencare i titoli di una Se questo fatto è evidente e incontro- MA... possibile ricerca e di un necessario di- vertibile, non è altrettanto chiaro quanto Dal mio punto di vista, parziale e qui ne- battito, poiché ognuno di questi elementi queste istanze nostalgiche siano diffuse in cessariamente sintetizzato, esistono alcu- richiede un approfondimento ben più arti- profondità, al di là delle manifestazioni più ne assonanze tra gli anni venti e trenta del colato. Ecco dunque: eclatanti che si palesano in molti episodi e secolo scorso e oggi. La storia non si ripete 1) la massa diviene folla. Già il concetto in atteggiamenti concreti. Una mobilitazio- ma possono apparire elementi e situazioni di massa contiene elementi di equivocità ne permanente che possa affrontare sul che sono riscontrabili anche nel passato. (comunque questo concetto contempla al- nascere queste neo-forme di fascismo e La letteratura su questo tema è enorme, cuni tratti di omogeneità) ma è avvenuto nazismo si impone sicuramente, ma occor- non mancano studi veramente approfonditi un radicale passaggio nella folla, concetto re, credo, scavare un po’ più in profondità, a tale riguardo, anche di ispirazione politi- privo di ogni minima specificità, agglome- alla base di questo fenomeno, alla luce della co-culturale diversa, che possono aiutarci rato di individui che tra loro non si ri-cono- contemporaneità. Cercare di capire non si- a capire meglio il nostro presente. scono ma che si trovano di volta in volta gnifica ovviamente abdicare a un attivo im- Studiando gli anni che hanno preceduto affiancati; pegno e a una denuncia puntuale e radicale l’avvento delle due ideologie totalitarie mi 2) dai leader ai capi popolo. Un leader del fenomeno (capire per agire). sono apparse evidenti alcune caratteristi- fonda la sua posizione su un riconosci- Ma, per non commettere errori, è quanto che che possono indurci a una ipotesi di mento fatto di empatia e competenza, il mai opportuno, a mio avviso, distinguere similitudine. Tralasciando gli aspetti eco- capo popolo dà voce e interpreta gli umori molto bene tra concetti e parole che spes- nomici (crisi economiche, impoverimento delle folle, fa corrispondere la sua parola a so, erroneamente, usiamo come sinonimi. della classe media, necessità espansioni- un sentire diffuso, dice le cose che intuisce

antifascismo 13 ANTIFASCISMO Occorre scavare in profondità

che altri pensano ma non dicono; scapito della ragione. La politica sempre 3) ricerca del consenso a scapito della più usa la propria recita emotiva per se- Una nuova forma di garanzia del dissenso. L’azione della poli- durre le emozioni degli altri. Si assumono tica è rivolta esclusivamente a fomentare il decisioni sulla base di sentimenti ostentati, dominio totalizzante si sta consenso e avversa a un’azione di garan- si solleticano le espressioni più viscerali, imponendo, anche sulla zia dei possibili dissensi; con frasi e comportamenti, tutto a scapi- 4) culture, religioni, ideologie esoteriche, to di un ragionamento logico che richiede base di alcuni elementi l’alternativo a cosa? Assistiamo a un proli- invece calma e riflessione e non immedia- fondanti del fascismo ferare di pratiche cosiddette alternative in tezza emotiva; tutti gli ambiti della vita quotidiana, alcune 6) il mito del corpo e l’estetica dell’ap- e del nazismo. sicuramente doverose, altre terribilmente parenza. Una nuova eugenetica si è ormai esoteriche, irrazionali, mistico-magiche, diffusa a livello popolare. Il corpo è il simu- contempla una molteplicità di elementi e che producono gravi illusioni, che richia- lacro che deve rispondere a canoni estetici di fattori che concorrono a definirla. Quello mano miti del passato e praticano rituali che esaltano alcuni miti e alcune specifi- che sta accadendo invece è il diffondersi destabilizzanti e spaesanti. Un vero e pro- cità. L’apparenza, l’ostentazione, appar- a tutti i livelli di una calcolata semplifica- prio mercato dell’alternativo che talvolta è tengono al mito odierno della performance; zione sloganistica, che mette in scena frasi alternativo solo al buon senso di un sapere 7) la semplificazione sloganistica al posto fatte che, in una loro ostentata semplicità, profondo e meditato; del ragionamento complesso. Noi sappia- nei fatti riducono la reale complessità a un 5) irrazionalità e uso delle emozioni a mo bene che ogni questione che si affronta semplicistico ma efficace metodo di con- senso; 8) la caduta di ogni visione complessa e appetibile. Un pragmatismo divenuto Mio zio anarchico ideologia caratterizza il dibattito politico- sociale, non si tratta più di avere la giusta ed equilibrata relazione tra azioni concrete e quotidiane e prospettiva globale, visione seppur a maglie larghe di un mondo diver- so, ma solo risposte immediate senza nes- sun collegamento logico e coerente con una dimensione altra del presente; 9) la centralità dell’ora presente a sca- pito di un progetto di futuro. La vita si vive al presente, in una permanente e veloce immediatezza, il futuro è ormai percepito come minaccia. Ciò comporta una con- tinua e tragica vita frazionata in continue prestazioni fini a se stesse; 10) una formazione e un addestramen- to sistematico che hanno preso il posto di istruzione ed educazione. I sistemi di istru- zione di massa producono ignoranza di La fotografia riprende un gruppo di partigiani in Val di Zoldo/BL nel 1944: il primo contenuti critici del presente, solleticano la a sinistra è mio zio Vittorio “Toio” Campo, anarchico, a testimonianza che anche competizione, addestrano un essere senza in una sperduta valle delle Dolomiti (3/4000 abitanti) gli anarchici erano presenti, qualità, assecondano, attraverso la forma- nonostante il fascismo, e parteciparono anch’essi alla Lotta di liberazione; dalla zione continua, l’adesione a un modello di stessa valle provenivano anche i fratelli Carocari, poi riparati in Svizzera, gli stessi individuo-massa performante; che collaborarono fattivamente alla realizzazione dei primi convegni di studi 11) dalla contestazione del politicamente organizzati dal Centro studi libertari Pinelli di Milano. Il Toio e il suo compagno a corretto a un nuovo aberrante politicamen- destra sono gli stessi che ho inserito nel disegno di copertina della graphic novel, te scorretto. Dopo la sacrosanta battaglia mia e di Paola Brolati, recentemente uscita e di cui allego la scheda editoriale per svelare le insidie di un ammaestrato (nella pagina successiva). e salottiero politicamente corretto, si è Fabio Santin imposto oggi un insieme di frasi, slogan, presunte verità, assiomi, brutali e cattivi,

14 antifascismo Occorre scavare in profondità ANTIFASCISMO

che hanno sdoganato sentimenti e giudizi xenofobi, omofobi, razzisti, discriminatori, ecc., che hanno concorso a far transitare e ANARCHICI E SLAVI INTERNATI praticare un politicamente scorretto come nuova ideologia del dominio; CAMPO 97 A RENICCI NEL 1943 12) io e gli altri. Egocentrismo esasperato e conseguente discriminazione governano Corrado Perissino, anarchico veneziano europeo dagli anni ‘30 fino alla morte, le abitudini, implementano i comporta- e combattente antifascista in Spagna, a Bruxelles, negli anni ‘80. menti. Una società sempre più egotica che assieme ai triestini Umberto Tommasini, Tra gli altri prigionieri a Renicci di cui alimenta un falso quanto bieco individuali- anarchico, e Giorgio nel fumetto si traccia smo si è imposta culturalmente e ciascuno Jaksetic, comunista, la figura, c’è l’artista si sente in diritto, anzi ormai in dovere, di viene trasferito dal Giandante X. affermare e praticare la morale del «io per confino di Ventotene Non ultimo, Beppone primo, conto solo io, io, io, io», gli altri non al campo di concen- Livi, che organizzò esistono e se li vedo li occulto o li rinne- tramento di Renicci attività di soccor- go. Il mito del primato (prima gli italiani!) è d’Anghiari. so agli internati e la trasposizione politica della supremazia Nel suo diario, oggi che, con la moglie della cultura e della psicologia dell’ego. custodito dal figlio Angiola Crociani, fu Aldo, commenta tra l’altro responsa- UNA NUOVA FORMA quegli ultimi giorni bile del vettovaglia- di luglio, fino al fati- mento per i trecento DI DOMINIO dico 8 settembre ‘43 slavi armati evasi dal Conclusioni? Innanzitutto capire che po- e ci rende partecipi campo. pulismo non è sinonimo di fascismo men- delle vicende dei I protagonisti di que- tre il fascismo è stato, in una certa fase, protagonisti - i “po- sta storia disegnata sicuramente populista. Occorre inoltre litici” - nel viaggio sono esistiti e i fatti leggere e aggredire la complessità della di trasferimento, al narrati sono accadu- situazione: esistono elementi e caratteristi- momento dell’arrivo ti realmente. che riconducibili all’ideologia nazi-fascista e soprattutto per il I dialoghi e le situa- ma anche novità nell’epoca contempo- periodo di permanenza nel campo di zioni sono stati immaginati con verosi- ranea. Non credo alla riproposizione del Renicci, costruito per recludere internati miglianza, sulla base dei racconti dei fascismo così come l’abbiamo conosciuto slavi, dopo l’invasione delle loro terre da testimoni. storicamente, ma mi pare incontrovertibile parte delle truppe italiane. che una nuova forma di dominio totalizzan- In base alla sua e ad altre testimonianze, testi Paola Brolati te si stia imponendo oggi attraverso anche gli autori descrivono le condizioni di vita disegni Fabio Santin la riproduzione aggiornata di alcuni ele- nel campo, i rapporti con la popolazione prefazione Giorgio Sacchetti menti fondanti della cultura del fascismo e locale e con le autorità militari, fino alla postfazione Andrea Merendelli del nazismo storici. fuga dei prigionieri dopo l’8 settembre, edizione Fuoriposto/CLEUP la smobilitazione e il coinvolgimento di formato 17x28 cm. Francesco Codello molti di loro nella Resistenza. pagine 120 (106 tavole) Mentre sul tema sono note da tempo le rilegatura brossura testimonianze dirette di Alfonso Failla, prezzo € 15,00, spedizione compresa Umberto Tommasini e Giorgio Jaksetich, il diario del veneziano Corrado Perissi- Prima edizione: gennaio 2018, Fuoripo- no, che accompagna le fasi salienti del sto edizioni, Via Felisati 70/c, 30171 Me- racconto, è inedito. Perissino è un per- stre (VE) [email protected], fuoriposta@ sonaggio meno noto ma che ha vissuto gmail.com in prima linea il contesto antifascista

Per richieste di copie e informazioni: Fabio Santin, [email protected]

antifascismo 15 ANTIFASCISMO Il canto delle sirene IL CANTO DELLE SIRENE Un gruppo di anarchici residenti in Germania, Francia e Italia analizza i concetti di popolo e nazione, che anche a sinistra sembrano prendere piede. E affronta la complessa questione dell’antisemitismo, con un occhio molto attento alla “costruzione del nemico”. Ai tempi di Hitler, ma anche oggi.

– e quasi sempre legata a un “territorio” ALTO-BASSO del Gruppo di ricerca e a una “nazione” – vengono collocate le Il “sistema” delineato dai movimenti po- Schwarzbard élites globali, colpevoli dei mali del popolo, pulisti non è il complesso reticolato di op- che tirano i fili dell’economia e della politi- pressioni di classe, genere, race e non solo, ca dall’alto dei loro palazzi. Calcando sulle che andrebbe attaccato nel suo insieme, e élites globaliste sono già or- conseguenze della crisi finanziaria post- bensì uno schema di opposizioni verticali ganizzate, ora dobbiamo fare 2008, sull’impoverimento reale e percepito tra chi sta in alto, detiene il potere e control- “Llo stesso ed unirci. Perché noi e sulla grande perdita di legittimità politica la il mondo, e chi sta in basso, costituisce siamo i portavoce del popolo.” È probabile delle istituzioni sovranazionali, il discorso la base della piramide, ovvero l’indistinto che nel tentare di attribuire questa frase populista si rivolge quindi al popolo tradito e unitario 99%. Si tratta di una concezione alla giusta fonte, ci si ritrovi di fronte a più e sconfortato, con la promessa di una vera politica verticale, una narrazione che can- dubbi di quanti ce ne si aspetti. Nell’attua- alternativa. Un’alternativa che si caratte- cella le differenze, essenzializzando la cate- le discorso politico è possibile infatti os- rizza come unica forza esterna al sistema goria di popolo alla quale vengono associati servare crescenti affinità terminologiche responsabile della debilitazione del popolo. determinati attributi. Nella maggior parte dei che tagliano trasversalmente lo spettro Siamo convinti, però, che il populismo casi, il tratto distintivo è la sua corrispon- politico: i tratti distintivi di questo discor- non sia un mero stile politico, cioè un denza con una nazione. so ruotano attorno ai concetti di popolo e mezzo, uno strumento retorico attraverso Al di là delle differenze specifiche, la nar- nazione. il quale veicolare la rabbia e il rancore so- razione non cambia nelle sue fondamenta: La scienza politica identifica questa co- ciale per i propri fini politici. Una posizione il popolo è oppresso da politici corrotti, dai munanza sotto l’onnipresente concetto che sembra essere diffusa in alcune aree banchieri e finanzieri, dai manovratori del- di populismo, inteso come uno stile poli- della sinistra – pensiamo ad esempio alle la globalizzazione. Anche quando il capro tico basato su una retorica che si rivolge posizioni di Carlo Formenti e Chantal Mo- espiatorio contro il quale direzionare l’o- al popolo come entità mitica, detentore uffe – e che segna, ancora una volta, la dio diventano coloro che sono collocati a dell’autorità politica originaria.1 Que- distinzione cardine tra anarchismo e leni- un piano inferiore rispetto al popolo – di sto popolo viene pensato come un’unità nismo: il rapporto dei mezzi con i fini. Rite- volta in volta gli immigrati, gli “sfaticati”, i astratta, espressione di una sorta di vo- niamo invece che, più che come stile poli- rom etc. – non viene mai a mancare l’idea lonté générale rousseauiana, di cui i rap- tico, il populismo si caratterizzi come un’i- che i veri colpevoli, il vero pericolo, sia in presentanti politici sono l’emanazione, per deologia i cui tratti distintivi non si lasciano alto. Basti pensare alle teorie sul “grande l’amministrazione del bene comune. In piegare alla proprie intenzioni politiche, ma scambio” o “sostituzione etnica” o all’ac- opposizione a questa entità naturalizzata hanno radici profonde e problematiche. cusa fatta alle ONG di essere strumenti

16 antifascismo Il canto delle sirene ANTIFASCISMO

Milano, 25 aprile 1945 - Partigiani per le strade nelle mani di “magnati globalisti”. mondiali. Questi ultimi però derivano la economica, ovvero quella della circolazio- Questo tipo di divisione tra alto e basso loro attribuzione morale non dal loro po- ne, del valore astratto del capitale. Ridotto va quindi a sostituire e a negare quella sizionamento come capitalisti, difensori di a ciò che si accumula attraverso le tran- ben più significativa tra sinistra e destra. interessi diversi da quelli dei lavoratori, ma sazioni finanziare, gli interessi bancari, le Questa politica sviluppa il conflitto su una in quanto élite con valori alieni rispetto a azioni e valutazioni in borsa. La sua perso- coppia oppositiva che si articola non più a quelli del popolo. In questo modo possono nificazione sono i finanzieri, i banchieri, chi partire da una dimensione economica, di esistere anche capitalisti “buoni”, che fan- sposta capitali a livello globale, così come classe, ma secondo criteri di tipo morale. no parte del popolo e hanno sofferto “come coloro che li sostengono e affiancano, gli La dicotomia alto-basso implica un’o- tutti noi” le conseguenze della crisi. organi politici ed economici sovranazionali, mogeneità dei due opposti: in basso viene La rabbia verso l’alto non è quindi una visti come fautori della globalizzazione. costruita un’unità a carattere nazionale critica del capitalismo nella sua interezza, A questo punto emerge il nodo più com- che si esprime nel popolo, indifferenziato dei rapporti di produzione che lo costitu- plesso da sciogliere: chiaramente rimane da un punto di vista di classe ma essen- iscono, ma solo di alcune sue manifesta- necessario per una teoria e pratica anar- zializzato come integro, onesto, “buono”. zioni apparenti. chica identificare gli attori dell’oppressione La distinzione che ancora trova un suo L’incapacità o la non volontà di ricono- sociale, economica, politica e combatterli, posto è quella tra interno – alla nazione, scere la complessità e gli elementi con- anche per non cadere in una visione di al popolo – ed esterno, cioè tra cittadino traddittori della modernità capitalista porta ineluttabilità del sistema vigente e de- e straniero. Questa distinzione è ciò che in a dover rendere concreto e tangibile ciò responsabilizzazione degli individui. È però prima istanza permette la costruzione di che caratterizza le società neoliberali con- ugualmente importante non perdere di vi- un popolo omogeneo “nazionale”: il “noi” temporanee in astratto. In altre parole, co- sta l’obiettivo a cui tendere, ovvero l’abbat- dell’interno, per riconoscersi, ha bisogno di stringe a personificare le forme di dominio timento di un sistema di oppressioni, per un nemico, uno straniero, cioè alieno agli strutturali, impersonali, sistemiche. Non è non limitarsi al rituale simbolico fine a sé usi e costumi, ai tratti e connotati – chiara- più il capitale a plasmare la realtà in cui vi- stesso del taglio di un paio di teste partico- mente immaginari – autoctoni. Il razzismo viamo, a mercificare la totalità permeando larmente in alto. costruisce il popolo ed è funzionale al go- le relazioni sociali; i responsabili sono solo verno dello stato. alcune persone che ne sono i “rappresen- IL PARASSITA DELLA NAZIONE: In alto viene invece immaginato un grup- tanti”. po di persone senza scrupoli, arrogan- Questi non sono però tutti i capitalisti, i L’EBREO ti, avare e individualiste, che conosce e padroni come li chiameremmo noi, bensì Per questo, pur non volendo difendere al- manipola gli equilibri economici e politici la personificazione di un solo tipo di sfera cun tipo di interessi capitalistici e neanche

antifascismo 17 ANTIFASCISMO Il canto delle sirene

i loro esecutori, crediamo sia necessario ro “onesto”, industriale, agricolo e artigia- deve opporsi ai “burattinai” che tirano i rendere visibile la problematicità di ideo- nale, proprio del Volkskörper (letteralmente fili delle loro sorti, era e rimane pregno di logie che riducono le dinamiche di potere “corpo del popolo”) e capitale improdutti- un’ideologia reazionaria. Non confrontarsi del sistema capitalista a un immaginario vo, “arraffato” (raffendes Kapital), ovvero il con questa ideologia, è pericoloso per una complottista, nel quale un ristretto grup- grande capitale finanziario internazionale, teoria e pratica anti-autoritaria che voglia po di persone controlla le sorti del mondo. le borse, le banche, il mercato globale in- ricollocarsi nell’orizzonte della lotta per l’e- Trovare nella sfera di circolazione e nei carnate dall’ebreo.3 mancipazione umana. suoi rappresentanti il capro espiatorio non Questo tipo di costruzione dell’ebreo L’affermazione politica di categorie è infatti niente di nuovo. Così facendo si come parassita (ma non solo dell’ebreo) come il popolo e la nazione non significa nasconde l’effettivo sfruttamento quotidia- ha però radici molto più profonde nella solo fare uso di un certo stile politico, ma no che regge l’intero sistema di estrazione cultura europea. Insieme alla condanna anche legittimare un’ideologia, cioè una di valore. di alcuni tipi di attività in quanto “non certa visione e comprensione del mon- Ideologie che calcano queste linee op- produttive”, questa costruzione non può do e di come cambiarlo, che è indisso- positive hanno già mostrato nel passato la chiaramente essere vista come esclu- lubilmente legata ad esse. Utilizzare tali loro pericolosità. Storicamente infatti questo siva dell’ideologia nazionalsocialista. Il concetti implica, per noi, offrire il fianco tipo di analisi del capitalismo, che chiame- concetto di ebreo parassita, spesso di un a posizioni reazionarie, come dimostrato remo ridotta, è andata di pari passo con una popolo, è un topos ricorrente del pensiero dai sempre più frequenti fronti comuni connotazione positiva del lavoro produttivo, occidentale. Per citare alcuni esempi si costituiti da destra, sinistra e movimenti effettuato dall’onesto lavoratore dai sani ritrova in Lutero, nel pensiero socialista e attorno a queste parole chiave. principi, e soprattutto alla creazione della illuminista, ad esempio in Voltaire, e an- La rabbia e la disillusione provata dalle sua nemesi, l’“arraffone”, il parassita che che in quello anarchico.4 persone non possono essere considerata guadagna sul duro lavoro di produzione al- Per quanto oggi non siano più diretta- un’arma a propria disposizione. I mezzi – trui. Quest’ultima figura, alla quale vengono mente gli ebrei a essere additati come i le pratiche e i discorsi – attraverso i quali attribuite tutte le caratteristiche negative colpevoli della deriva della nazione – con perseguiamo la lotta contro stato e capita- della modernità (amoralità, individualismo e eccezioni, come gli attacchi a Soros, chia- le identificano i fini e non possono essere avarizia, mancanza di radici territoriali de- mato “squalo ebreo, speculatore e paras- separati da questi ultimi: un’azione non finite e così via) è la personificazione della sita” – le spiegazioni e le risposte date alla egemonica, non identitaria, anti-autoritaria sfera di circolazione, il capro espiatorio nel crisi dai populisti richiamano le dicotomie prefigura la società liberata in cui vogliamo quale viene identificato il responsabile del- indicate. Il capitale produttivo e l’interesse vivere. le ingiustizie e delle sofferenze dell’intera nazionale vengono tutt’ora spesso poste in Per quanto ammaliante possa suonare classe di onesti lavoratori, o spesso dell’in- opposizione al così detto grande capitale, per alcuni il canto delle sirene intonato tera nazione e del suo popolo.2 Questo ruo- ai “globalisti” e la finanza. La loro arma sulle “note” del popolo e della nazione, le lo da “parassita” di una nazione, nel corso viene vista nell’immigrazione: conseguenze di prestargli ascolto riman- della modernità è stato spesso attribuito gono fatali per qualsiasi movimento di alla figura dell’ebreo. Il nazionalsocialismo Il progetto dei globalisti è una distopia emancipazione. ha reso questa figura di pensiero la legitti- irreversibile che viene alimentato dall’im- mazione delle sue politiche antisemite e di migrazione massiccia verso l’Europa dai Gruppo di ricerca Schwarzbard annientamento. Paesi arabi e africani. L’immigrazione ser- Va notata però la centralità della caratte- ve da arma per destabilizzare e indebolire 1 Kazin, Michael. The populist persuasion: an Ame- rizzazione economica e politica dell’ebreo gli Stati e distruggerne la coesione interna. rican history. Ithaca, NY: Cornell University Press, nell’ideologia nazionalsocialista: la figura (Björn Hoecke, 1998. dell’ebreo non era considerata solo come AfD – Alternative für Deutschland) 2 Max Horkheimer e Theodor Wiesengrund Adorno. un sotto-umano, un essere di tipo inferiore. Dialettica dell’illuminismo. Torino: Einaudi, 1966. Questa è un tipico postulato per produrre UN’IDEOLOGIA 3 Si veda ad esempio lo scritto di una delle figure comparazioni triviali. La figura dell’ebreo più di rilievo per la teoria economica nazionalso- veniva anche vista come dotata di uno REAZIONARIA cialista, dove l’unione di un certo anticapitalismo “strapotere” garantitogli dalle ricchezze Per concludere, l’affinità di fondo che e antisemitismo viene sigillata: Gottfried Feder, guadagnate sulle spalle del Volk tedesco. accomuna i discorsi che si articolano at- Manifesto per spazzare l’asservimento all’inte- L’ebreo veniva infatti accusato di “succhia- torno alle categorie di popolo e nazione e resse del denaro, 1919. re il sangue” della nazione tedesca: eco- che interpretano il mondo come una lotta 4 Esemplificative sono le affermazioni di Proudhon nomicamente parlando viene così creata tra popolo “buono” ed élites “cattive”, non sul carattere parassitario e di nemico del lavoro la dicotomia tra capitale produttivo (schaf- possono che far riflettere. (“race parasite, ennemie du travail”) dell’ebreo, fendes Kapital), ovvero il risultato del lavo- Il discorso su un popolo naturale che nelle cui mani risiede tutta la circolazione di merci.

18 antifascismo UN OMAGGIO ILLUSTRATO ANTIFASCISMO

Questo mio acquerello è un evidente omaggio al maestro del fumetto Hugo Pratt, in particolare ad un suo manifesto del 1975 realizzato per la mostra “No al fascismo, la Resistenza nella narrativa grafica”, mostra inaugurata il 25 aprile di quell’anno al chiostro di santa Apollonia a Firenze. Un paricolare di quel manifesto, e precisamente il partigiano in primo piano, è stato usato illegalmente nel 1984 per la copertina del libro di Antonio Serena: “Oderzo 1945, storia di una strage” per le edizioni Sentinella d’Italia, Monfalcone 1984. Questo Serena, senatore della lega nord e “storico” di area fascista, si è specializzato sulle “stragi” ad opera di partigiani, vere o presunte, ma è famoso sopratutto per la sua strenua difesa di Erich Priebke, il principale responsabile delle fucilazioni alle Fosse Ardeatine romane, a suo tempo ne perorò la causa e da senatore della “Repubblica” inviò a tutti i parlamentari una videocassetta intitolata “guai ai vinti”, cassetta allegata in edicola all’autobiografia dell’ex SS Priebke. Tale gesto gli costò la sospensione ed espulsione dal gruppo parlamentare di Alleanza Nazionale. Fabio Santin

antifascismo 19 ANTIFASCISMO Leggere l’antifascismo anarchico LEGGERE L’ANTIFASCISMO ANARCHICO Non solo la Resistenza. L’impegno militante contro il fascismo inizia, per le anarchiche e gli anarchici, già nel 1919, anno di fondazione dei fasci di combattimento mussoliniani. E qui uno dei responsabili dell’Archivio storico della Federazione Anarchica Italiana propone una ricca bibliografia di 42 libri, tutti dedicati all’argomento. Ancora più importante perché la storiografia ufficiale dell’antifascismo, da sempre in mano ai comunisti, ha cercato di oscurare il ruolo del movimento anarchico. Una nota negativa: solo un libro è dedicato alle donne. C’è da riflettere.

Piacenza, 5 maggio 1945 - la sfilata delle brigate partigiane in piazza Cavalli (foto: archivio fotografico Studio Croce - Piacenza)

20 antifascismo Leggere l’antifascismo ANarchico ANTIFASCISMO

Venti o sulla loro partecipazione, seconda di quello che sarebbe divenuto l’arco costi- di solo a quella dei comunisti, alla guerra ci- tuzionale. E quindi, chi più degli anarchici? Massimo Ortalli vile spagnola. Il principale motivo di questa Al tempo stesso, però, anche da parte lacuna, in particolare per quanto concerne degli storici di parte anarchica, a lungo la storiografia “ufficiale”, è dato dalla ege- l’argomento non è stato affrontato quanto nnanzitutto una premessa a questa ri- monia che la scuola storiografica comuni- avrebbe meritato. Vuoi per la frammenta- cognizione bibliografica. L’impegno an- sta ha esercitato sulla ricerca storica per zione della presenza anarchica nelle for- Itifascista degli anarchici italiani non si è oltre un quarantennio. Un’egemonia che, mazioni partigiane – relativamente poche espresso solo nella lotta armata contro le sono state infatti quelle di chiara ispira- bande della Repubblica Sociale Italiana e zione anarchica – vuoi per la mancanza, gli occupanti nazisti, ma è stato un lungo e Anche se gli anarchici non nel dopoguerra, di un’associazione a livello ininterrotto percorso, iniziato già nel 1920, nazionale in grado di valorizzarne e ricor- alla nascita dei primi Fasci mussoliniani, sono secondi a nessuno darne l’azione. per continuare con la decisa difesa dell’a- nella lotta armata contro il gibilità politica fino alle leggi speciali del STORIA (E BILANCIO) GENERALE 1926, e per proseguire negli anni succes- nazifascismo, non riescono sivi, nell’esilio, nella clandestinità, al con- a superare il gradino di Fra i primi contributi, quelli di Marco fino, nella rivoluzione spagnola, nella lotta Rossi, Appunti per una storia del Movi- sotterranea in Italia e nei reiterati tentativi inferiorità psicologica mento anarchico nella Resistenza, Pisa, di attentare alla vita del Duce. in cui li pone la loro 1986 e di Pietro Bianconi, Gli anarchici Una lotta senza soluzioni di continuità italiani nella lotta contro il fascismo, conclusasi nel 1945, quando le forma- carenza organizzativa e la Pistoia, Archivio Berneri, 1988, fra i pochi zioni partigiane del nord Italia, nelle quali mancanza di un programma lavori a largo raggio su questo tema. Una era consistente la presenza di anarchici e ricognizione della presenza degli anarchici, libertari, liberarono definitivamente l’Italia politico uniforme. soprattutto all’interno di formazioni di altro dalla dittatura fascista. Gino Cerrito colore, è quella offerta da Giorgio Sacchet- Dopo la premessa, una doverosa con- ti nel suo Gli anarchici contro il fasci- siderazione. Sfogliando i titoli dei libri nei smo, Livorno, Sempre Avanti, 1995, dove quali si parla del contributo anarchico alla da una parte, ha voluto esaltare il ruolo in- troviamo un prezioso elenco di partigiani Resistenza, si deve notare una certa esi- dubbiamente determinante del Partito Co- anarchici, suddiviso per aree geografiche. guità quantitativa, soprattutto se si prende munista nella Resistenza, dall’altra ha in- Un altro succinto riassunto è contenuto in in esame la più vasta letteratura sulla lotta teso mettere in disparte, se non addirittura Resistenza. Contributi del movimento antifascista degli anarchici nei primi anni cancellare, quanto si è espresso al di fuori anarchico, scritto e pubblicato a Firenze

antifascismo 21 ANTIFASCISMO Leggere l’antifascismo anarchico

nel 2007 dal Collettivo Libertario Fiorenti- no. Di resistenza armata parla anche Fa- brizio Giulietti, che nel suo Il movimento anarchico italiano nella lotta contro il fascismo. 1927-1945, Manduria, Lacaita, 2004, descrive con abbondanza di infor- mazioni e documenti la continuità della lotta antifascista dalla promulgazione del- le Leggi speciali alla definitiva liberazio- ne. Ancora Marco Rossi, in Ribelli senza congedo, Milano, Zero in Condotta, 2011, affronta un argomento assai poco inda- gato, e non a caso quasi completamente ignorato dalla storiografia “istituzionale”, vale a dire quello delle frequenti, e troppo presto dimenticate, rivolte partigiane dopo la Liberazione. Roma, 1921 - (terzo da sx, in seconda fila) Di Giorgio Sacchetti va segnalato il re- con un gruppo di Arditi del popolo cente Renicci 1943. Internati anarchi- ci: storie di vita dal Campo 97, Roma, Aracne, 2013, che riprende e sviluppa un anarchici italiani nelle fonti di polizia apuana (, Pacini Fazzi, 1984) il la- suo vecchio lavoro (Renicci: un campo di 1921 – 1991, Ragusa. La Fiaccola, 2015) voro con il quale Gino Cerrito inaugurò di concentramento per slavi e anarchici, nel quale sono descritte le schedature de- fatto questo filone di ricerca storica. De- Provincia di Arezzo, 1987) in cui vengono gli anarchici italiani operate dalle questure scrivendo non solo i momenti della lotta ricostruite le vicende del lager badogliano italiane. Il lavoro che riguarda un lungo armata, ma anche, altrettanto importan- nel quale, dopo l’8 settembre, furono tem- arco temporale, comprende anche il pe- ti, quelli della ricostruzione del tessuto poraneamente reclusi un centinaio di anar- riodo del cosiddetto ventennio, durante il sociale e civile del Paese. Da a chici provenienti soprattutto dal confino di quale l’attenzione poliziesca si concentrò, Piombino, dove gli operai degli altiforni Ventotene. Molti di questi – e lo racconta- nel mondo dei sovversivi, soprattutto sugli e l’intera cittadinanza dettero vita, nel no le loro biografie raccolte in appendice ambienti dell’esilio, giustamente conside- settembre 1943, a una imponente insur- – parteciperanno, una volta sfuggiti alla rati come i più pericolosi per il regime. rezione popolare, descritta con sentita detenzione, alla Resistenza nelle varie parti Per finire questa prima sezione “naziona- partecipazione da Pietro Bianconi nel suo d’Italia. Dedicati alle dure vicende di que- le”, ultimo ma non ultimo, l’eccellente La La resistenza libertaria, Livorno, Tracce, sti internati, giunti alla soglia di una libertà Resistenza sconosciuta. Gli anarchici e 1984. Anche a Prato l’impegno antifasci- che sarà a lungo negata dalle nuove auto- lo lotta contro il fascismo, Milano, Zero sta non cessò durante il ventennio, così rità italiane, altri due libri: nel primo Paolo in Condotta, 1995 e 2005, che oltre ai sag- come scrive Alessandro Affortunati nel Pasi (Antifascisti senza patria, Milano, gi di Gaetano Manfredonia, Italino Rossi, suo Fedeli alle libere idee. Il movimento Elèuthera, 2018) in una sorta di “quasi Marco Rossi, Giorgio Sacchetti, Cosimo anarchico pratese dalle origini alla Re- romanzo” concentra la propria narrazione Scarinzi, Franco Schirone e Claudio Ven- sistenza, Milano, Zero in Condotta, 2012, sulle biografie di alcuni di questi involontari za, riproduce in copia anastatica, grazie recentemente ristampato ed arricchito protagonisti, nel secondo, con la loro ben al meritorio lavoro di Schirone, i numerosi con nuovi dati. Nel lungo elenco biografico nota maestria, Paola Brolati e Fabio Santin e coraggiosi giornali anarchici clandestini che correda quest’opera, non sono pochi (Campo 97. Anarchici e slavi internati a usciti fra il 1943 e il 1945. gli anarchici pratesi che combatterono il Renicci nel 1943, Mestre – Padova, Fuori- fascismo armi alla mano. Restando in To- posto e Cleup, 2018), affrontano lo stesso STORIE LOCALI scana, ancora Marco Rossi, che in un bre- argomento con una intensa e coinvolgente ve opuscolo, Sovversivi contro fascisti opera grafica. Nell’insieme un felice tributo Passando dal piano nazionale a quello a Livorno (1919-1943), Livorno, Circolo al ricordo di un nucleo di generosi irriduci- regionale e locale, non possiamo non ini- Malatesta, 2002, condensa l’assidua lot- bili che seppero mostrare, anche nelle più ziare la rassegna che dalla Toscana, e in ta antifascista del combattivo proletaria- deprimenti avversità, la forza del proprio particolare dalle Alpi Apuane, dove ope- to livornese. Marco Rossi, uno dei nostri carattere e della propria dirittura morale. rarono, folte e combattive, le formazioni storici sicuramente più attenti allo studio Ancora di Giorgio Sacchetti, un altro in- anarchiche dei cavatori carraresi. Infatti delle vicende antifasciste degli anarchici, teressante lavoro (Carte di gabinetto. Gli si intitola Gli anarchici nella resistenza torna sull’argomento con l’ampio saggio

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Livorno ribelle e sovversiva. Arditi del popolo contro il fascismo 1921 – 1922, Pisa, Biblioteca Franco Serantini, 2013. Lo spirito ribelle e sovversivo della città INSUSCETTIBILE labronica esce a tutto tondo da queste belle pagine, nelle quali l’autore accom- ALFONSO FAILLA DI RAVVEDIMENTO pagna alla ricerca storica l’amore per la propria città. Restando in Toscana, e per l’esattezza a Pistoia, altra città fucina di libertari, troviamo la intensa e corposa biografia di Silvano Fedi (Roberto Aiardi e Ilic Aiardi, Storie di Resistenza a Pistoia. La vicenda del comandante partigiano Silvano Fedi, Pistoia, Centro di Documen- tazione Pistoia Editrice, 2018) ucciso in una imboscata tesagli dalle truppe tede- sche, nel 1944. Della presenza degli anarchici nella Resi- stenza romana si parla nell’opuscolo Il me- morandum dell’Armata Rossa romana e gli Anarchici nella Resistenza romana, Archivio Internazionale Azione Antifascista, 2012, dove il curatore Valerio Gentili riporta una vecchia intervista fatta al sindacalista e partigiano Marcello Cardone. Preliminare di quella che sarà la Resistenza nel Lazio, l’esperienza coraggiosa e determinata de- gli arditi del Popolo di Civitavecchia, nar- rata da Enrico Ciancarini nel suo Il Fascio spezzato. Gli Arditi del Popolo nella “ri- Alfonso Failla (Siracusa 1906-Carrara Nova attivo nell’Unione Sindacale Ita- belle. Irriducibile Civitavecchia. 1921- 1986) è stato una delle figure più presti- liana. Tiene centinaia di conferenze, 1922, Roma, Red Star Press, 2016. giose del movimento anarchico di lingua dibattiti e comizi, l’ultimo dei quali a Pisa Anche l’Emilia Romagna ha visto una italiana di questo secolo. Avvicinatosi dopo l’assassinio di Franco Serantini. massiccia partecipazione degli anarchici giovanissimo all’anarchismo si impegna Dal giugno del ’72, per ragioni di salute alla Resistenza, sia in formazioni miste o nella lotta contro il montante regime è costretto ad interrompere l’attività comuniste sia in formazioni autonome. fascista. Più volte arrestato e sottoposto pubblica. Eppure nulla se ne è scritto in lavori speci- a provvedimenti restrittivi, nel 1930 viene Questo volume (pagg. 366 + XXIV, euro fici e appositamente dedicati, e solo Luigi spedito al confino ove rimane – salvo 12,90) è suddiviso in tre sezioni. Nella Arbizzani, nel suo Antifascisti emiliani e una breve parentesi di libertà vigilata a prima sono raccolte carte di polizia e romagnoli in Spagna e nella Resisten- Siracusa nel ’39 – fino all’estate del ’43. documenti relativi al periodo ’22/’43 tratti za, Milano, Vangelista, 1980, dedica alcuni Dopo l’evasione in massa dal campo dal dossier Failla al Casellario Politico cenni – non poteva non farlo – ai numerosi di Renicci d’Anghiari partecipa alla Centrale. Nella seconda sono raccolti compagni nostri che presero parte alla lot- Resistenza principalmente in Toscana, gran parte degli articoli da lui scritti ta armata. Va segnalato, però, il preziosis- Liguria e Lombardia. Nel dopoguerra è nel secondo dopoguerra. Nella terza simo DVD, Gli anarchici nella Resistenza, tra gli organizzatori della Federazione sezione sono raccolte testimonianze realizzato nel 1995, in occasione del cin- Anarchica Italiana redattore e direttore della sua attività. quantenario della Liberazione, dal milane- responsabile del settimanale Umanità se Centro Studi Libertari – Archivio Pinelli, in collaborazione con la Fondazione Anna Kuliscioff. Vi sono raccolte le belle, e altri- Per informazioni e richieste: [email protected] menti perdute, testimonianze orali, di nu- merosi partigiani anarchici, e qui mi piace ricordare in particolare (mi sia consentito

antifascismo 23 ANTIFASCISMO Leggere l’antifascismo anarchico

un moto affettivo) quelle degli anarchici movimento anarchico ligure, particolar- Di molti di questi, fra i più significativi imolesi Cesare Fuochi, Spartaco Borghi e mente presente nelle lotte sociali dell’im- per il ruolo svolto nella Resistenza o per la Andrea Gaddoni. mediato secondo dopoguerra. drammatica sorte che ne segnò l’esisten- Precedentemente segnalavo, per rimar- za, abbiamo oggi delle belle biografie, che care la mancanza di studi specifici, come FAILLA, CANZI, ZAMBONINI, ci fanno capire quanto fu importante, al di non esistesse un lavoro che ricostruisse là degli aspetti meramente quantitativi, la appieno le vicende delle numerose Bri- LUCETTI, MARZOCCHI presenza del movimento libertario nella gate anarchiche liguri e lombarde, forti di E TANTI ALTRI lotta contro il nazifascismo. centinaia e migliaia di partigiani. Ora que- La storia della lotta partigiana non è, co- Senza dubbio Ugo Mazzucchelli, una ste lacune si sono decisamente riempite, munque, solo quella “militare”che parla di delle figure più importanti dell’anarchi- grazie al prezioso studio di Guido Barroero, formazioni, brigate e squadre d’azione, ma smo carrarese, può essere considerato Anarchismo e Resistenza in Liguria, e a anche quella che ricostruisce l’impegno un vero protagonista della lotta partigia- Per la Rivoluzione Sociale. Gli anarchici personale e diretto di quei militanti che, na anarchica. Nella sua biografiaA come nella Resistenza a Milano (1943 – 1945), non appena se ne presentò la possibilità, anarchia o come Apua. Un anarchico Milano, Zero in Condotta, 2015, scritto a contribuirono ad organizzare in partecipa- a Carrara. Ugo Mazzucchelli (Carrara, due mani da Mauro de Agostini e Franco zione diretta e collettiva l’ormai radicata Quaderni della Fiap, 1988 e ristampa nel Schirone. Finalmente due lavori, a mio pa- opposizione popolare al regime. Tantissi- 2005) Rosaria Bertolucci ricostruisce sia rere fondamentali e definitivi sull’argomen- mi furono gli anarchici che ripresero il filo il ruolo determinante da lui ricoperto qua- to, in grado di dare conto dell’importanza della lotta e combatterono il fascismo in le comandante della formazione “Michele che ricoprirono le brigate anarchiche nella formazioni autonome o all’interno di Bri- Schirru” sia la capacità organizzativa che lotta di Liberazione. A questi si aggiunge gate miste, compagni rientrati dall’esilio, ne farà uno dei protagonisti della ricostru- l’importante lavoro di E. Anna Marsili (Il sfuggiti dal confino o dalle galere, riemersi zione di Carrara. Restando a Carrara, mi movimento anarchico a Genova 1943 – dalla clandestinità in patria, tornati all’en- piace segnalare il volume di Gino Vattero- 1950), particolarmente importante perché tusiasmo militante di chi poteva finalmente ni, Fóc al fóc! Goliardo Fiaschi: una vita descrive la continuità dell’esperienza della pregustare la rivincita sulle sofferenze pa- per l’anarchia, Carrara, Circolo Goliardo guerra partigiana con la ricostruzione del tite nel Ventennio. Fiaschi, 2012, la biografia di un militante amato per l’umanità e l’impegno costante e disinteressato che lo caratterizzarono per tutta la vita, da quando partecipò gio- vanissimo alla Resistenza nel modenese a quando rischiò la vita e perse la libertà per troppi anni in difesa della libertà del popolo spagnolo. Anche Belgrado Pedrini partecipò alla Resistenza nel Carrarese e la sua fu una vita estremamente trava- gliata e drammatica. Ce la racconta, con lucida partecipazione, nel suo “Noi fum- mo i ribelli, noi fummo i predoni…”. Schegge autobiografiche di uomini contro, Carrara, Edizioni anarchiche Baf- fardello, 2001. Restando in Toscana, da segnalare il libro di Carlo Romani, Oreste Ristori. Vita avventurosa di un anarchi- co tra Toscana e Sudamerica, Pisa, Bi- blioteca Franco Serantini, 2015. Un dove- roso omaggio a uno dei più attivi militanti anarchici del primo Novecento, fucilato a Firenze per rappresaglia dai repubblichini di Salò, nell’inverno del 1944. Non è certamente uno dei personaggi più conosciuti del nostro movimento, e pro- Folli di Ferriere (Pc) - Luisa Calzetta “Tigrona” in compagnia di altre donne prio per questo trovo apprezzabilissima la succinta biografia del perugino “tirillino”,

24 antifascismo Leggere l’antifascismo ANarchico ANTIFASCISMO

omaggio che gli dedica il suo concittadino lotta, esilio e morte dell’anarchico emi- chi, uno degli avversari più irriducibili e Luigi Catanelli (Pagine di storia locale: liano fucilato dalla Rsi, Casalvelino Sca- determinati del regime fascista. Il nipote l’antifascismo dei borghi perugini, la lo, Galzerano, un lavoro, come è nello stile Nicola Schicchi ne ripercorre l’esistenza vita di Amelio Tirilli, detto Tirillino 1887 dell’autore, particolarmente ricco di dati e nel volume Paolo Schicchi. Storia di un - 1967, Perugia, Grafica, s.a.). documenti. anarchico siciliano, Geraci Siculo, Arian- A Cosenza nel 1943 ebbe luogo una im- Personaggio controverso e dalla com- na, 2015, arricchendo i dati biografici con ponente sollevazione contro il regime, che plessa personalità, Sante Pollastro, dete- i ricordi personali che lo legano alla figura vide fra i suoi protagonisti e organizzatori nuto nel penitenziario di Santo Stefano, del nonno. Nella sua lunga e avventurosa Nino Malara, da sempre impegnato nel all’arrivo delle truppe inglesi, capeggia esistenza, Schicchi dette vita, nel 1930, movimento anarchico e nella lotta anti- una rivolta dei detenuti, tanto quelli politici, a un tentativo insurrezionale antifascista fascista. Lo racconta lui stesso in Anti- quanto quelli “comuni”, determinati a far – in un certo senso una premessa, anche fascismo anarchico 1919- 1945, Roma, sentire le proprie esigenze dopo i duri anni se decisamente velleitaria, di quella che Sapere, 1995, una interessante autobio- della dittatura fascista. Sarà egli stesso poi sarebbe stata la Resistenza – e ne ri- grafia corredata dalla minuziosa introdu- l’autore di un breve trattato intitolato La costruisce le appassionati vicende Filippo zione di Adriana Dadà. Il piacentino Emilio rivolta nell’ergastolo di Santo Stefano, Gramignano nel suo Il tentativo rivolu- Canzi, ha rivestito, forse, il ruolo più im- Buenos Aires, Indesiderabili, 2014. zionario di Paolo Schicchi del 1930, portante fra gli anarchici che hanno par- Numerose, come si sa, furono le staffette Pescara, Samizdat, 1996. tecipato alla resistenza. Infatti nel 1944 partigiane o le combattenti vere e proprie Di un altro militante antifascista scrive il CLN Alta Italia lo nominò comandante che parteciparono alla Resistenza. E fra Graziano Vizzini, nel suo Anarchismo e della XIII Zona partigiana, ruolo che ricoprì queste anche compagne anarchiche e li- antifascismo. Gaetano Di Bartolo Milana, con grande e unanimemente riconosciuta bertarie. Di alcune di loro si parla diffusa- Milano, Selene, 2006, “non tanto un eroe, perizia fino alla Liberazione. Su di lui, a mente, credo per la prima volta, nel libro ma un uomo comune con sentimenti e un parte alcuni saggi di Claudio Silingardi di Martina Guerrini, Donne contro. Ribelli animo integro, capace di atti eroici, non pro- usciti in «Studi Piacentini», esiste solo il sovversive antifasciste, Milano, Zero in clamati all’esterno, ma vissuti intensamente lavoro di Ivano Tagliaferri, Il colonnello Condotta, 2013, che permette di cogliere nell’animo”. Un altro isolano, questa volta anarchico. Emilio Canzi e la guerra ci- quanto grande, e quanto altrettanto misco- sardo, di cui abbiamo una bella biografia è vile spagnola, Piacenza, Scritture, 2005, nosciuta, sia stata la presenza femminile “Crodazzu”, Pasquale Fancello Crodazzu. che però, come dice il sottotitolo, non par- nella lotta antifascista. Contadino, minatore, giornalista, sempre la del periodo resistenziale. Anche nelle Isole la presenza di mili- anarchico, Nuoro, Il Maestrale, 2013, una Passiamo da Piacenza alla vicina Reggio tanti anarchici impegnati nella lotta al vita ricostruita con partecipazione da Cipria- Emilia per incontrare un altro personaggio fascismo, sia durante il Ventennio sia ne- no Mele e Pina Mele. la cui drammatica fine può essere conside- gli anni della Resistenza, fu quanto mai Termino questa rassegna bibliografica, rata emblematica tanto del generoso impe- significativa. Il siciliano Alfonso Failla è citando la seconda biografia (dopo quella gno quanto delle sofferenze, e spesso delle stato sicuramente uno degli uomini più uscita alcuni anni fa ad opera di Giorgio tragedie, che contraddistinsero l’esistenza perseguitati dal regime. La sua determi- Sacchetti) dell’anarchico savonese Umber- di tanti nostri compagni. Sono ben tre i la- nazione a non piegare il capo e a rimane- to Marzocchi, senza dubbio uno degli anar- vori dedicati a Enrico Zambonini, fucilato re fedele alle proprie convinzioni ne fece chici che più hanno fatto della propria vita dai nazifascisti sulle colline reggiane nel una vera e propria vittima sacrificale della un impegno totale alla causa della libertà. 1944. Del 1981 è il breve lavoro di Antonio violenza fascista, che cercò inutilmente di I tre autori, Vincenzo D’Amico, Giuseppe Zambonelli, Vita battaglie e morte di En- piegarne la volontà. E infatti Insuscettibi- Milazzo e Giacomo Checcucci nel loro Um- rico Zambonini (1893-1944), Comune di le di ravvedimento non poteva che esse- berto Marzocchi, Savona, Istituto Storico Villa Minozzo e ristampa nel 2008 del Cir- re il titolo del libro curato da Paolo Finzi, della Resistenza, 2015, ne ricostruiscono colo Zambonini, mentre del 1965 è “Reg- L’anarchico Alfonso Failla (1906-1986) le vicende partendo dal primo impegno an- giane” La Colomba e Il Faino, Reggio Carte di polizia / Scritti / Testimonian- tifascista negli anni Venti, passando per la Emilia, Grafica Editoriale, 1965, l’originale ze, Ragusa, La Fiaccola, 1993, un omag- Guerra di Spagna e la Resistenza, per finire lavoro nel quale Luciano Guidotti, accosta gio doveroso a una testimonianza di vita agli anni del dopoguerra, fino alla morte, due biografie apparentemente contrastanti semplicemente esemplare. La sua lotta al nel 1986. Avendo avuto la grande fortuna ma accomunate dall’impegno antifascista, fascismo fu, come quella di altri anarchici, di conoscerlo, frequentarlo e apprezzarne quella della “colomba” don Pasquino Bor- non solo lotta per la libertà dalla dittatu- le doti intellettuali e la profonda umanità, ghi e quella del “faino”, appunto l’anarchi- ra, ma anche, altrettanto importante, lotta non potevo chiudere questo breve lavoro, co Zambonini. Sarà nel 2009 che Giuseppe per la costruzione di un mondo nuovo. Un se non con lui. Galzerano scriverà una biografia completa altro personaggio dalla vita tormentata e ed esaustiva di Zambonini, nel suo Vita e avventurosa fu il palermitano Paolo Schic- Massimo Ortalli

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abbandonate le fabbriche sarà la reazio- ne». Dall’ottobre 1920 dilagano infatti la repressione statale e il terrore borghese contro gli operai, sempre più esercita- to attraverso lo strumento della violenza squadrista, inaugurando il tragico Biennio LA PRIMA nero. Presto si scatena la caccia agli ar- senali messi al sicuro dalle avanguardie di fabbrica in vista della resistenza e di una nuova rottura rivoluzionaria, con una in- fruttuosa perquisizione al Circolo libertario “Francisco Ferrer” di Barriera di Milano e con successivi sequestri di armi, arresti e RESISTENZA denunce a carico di diversi attivisti. Con il 1921 le brutalità fasciste si fan- no sempre più gravi e frequenti. «Ricor- Gli anarchici torinesi nella prima resistenza antifascista do», testimonia Maurizio Garino, dirigente (1920-1922), dall’occupazione delle fabbriche alla strage anarchico della Fiom, «(...) (che) c’erano gli operai della Fiat che uscivano e gli del 18 dicembre 1922. squadristi, quando individuavano un mem- Il ruolo delle varie forze politiche, il patto tra socialisti e bro del Consiglio (di fabbrica), o qualcuno che era un rosso... allora via! Giù! Basto- fascisti, il settarismo dei neonati comunisti. nate!». A farne le spese, con i comunisti, Così in Piemonte, come in tanta parte d’Italia. sono in primo luogo i libertari, tra i quali il giovane meccanico Giovanni Barberis. Il corrispondente torinese di «Umanità Nova» dall’arditismo di guerra con il patrocinio denuncia la complicità delle autorità con i di padronale. fascisti capeggiati dall’ex-anarchico inter- Paolo Papini ventista Mario Gioda, lasciati agire indi- A DIFESA sturbati e coperti, e fornisce puntualmente notizie sulle violenze delle camicie nere e el capoluogo subalpino i libertari DELLE FABBRICHE OCCUPATE sulla conseguente risposta organizzata del federati nell’Unione anarchica pie- Proprio due giovani miliziani dell’Usi, Raf- proletariato. Già in marzo, infatti, l’assem- Nmontese, con numerosi militanti faele Van Dijck, anarchico belga, e Alfonso blea dei delegati dei Consigli di fabbrica, e dirigenti di primo piano nella Fiom e Garamella, emigrato pugliese, operai cal- l’Uap, l’Usi e il neonato Partito comunista nell’Unione sindacale italiana locali, sono zaturieri di presidio allo stabilimento chi- d’Italia danno vita ad un Comitato contro protagonisti del movimento consiliarista mico Capamianto, cadono vittime il 12 di il fascismo, primo passo verso la costitu- dando forte impulso, insieme alla frazio- quel settembre in uno scontro a fuoco con zione di un fronte rivoluzionario d’azione ne comunista del Psi guidata da Antonio l’industriale Francesco De Benedetti, finan- antisquadrista in città, mentre Guardie Gramsci, alla agitazione metallurgica e ziatore del Fascio torinese, capo squadrista rosse e Gruppi rivoluzionari d’azione, pur alla grande occupazione delle fabbriche e proprietario della attigua omonima fon- formalmente disciolti dalle autorità, resta- del settembre 1920, propugnando una deria, tra i ritrovi delle prime bande nere. no mobilitati in forma semiclandestina. In soluzione espropriatrice e rivoluzionaria. Già a questi tragici episodi sarebbe dunque anticipo su altre città Torino vede dunque Organizzati nel corpo delle Guardie rosse possibile far risalire la primogenitura anar- rapidamente approntarsi la resistenza dei con gli ordinovisti e nei Gruppi rivoluzio- chica dell’antifascismo d’azione torinese. lavoratori. nari d’azione, promossi dall’Unione anar- La smobilitazione delle occupazioni, con- Sotto il fuoco delle squadre di Cesare chica italiana e aperti alla base operaia certata dai vertici riformisti di Psi e Cgl con Maria De Vecchi si trovano innanzitutto delle altre forze sovversive, gli antiauto- il governo Giolitti e gli industriali, sancisce le strutture sindacali più combattive. Le ritari torinesi sono tra i primi ad esporsi la sconfitta del movimento dei Consigli di sedi dell’Usi di via San Domenico 34 e di per difendere le industrie autogestite dai fabbrica e chiude il Biennio rosso rivolu- vicolo Pappagalli devono essere colpite lavoratori dalla repressione governativa e zionario. Dalle pagine del quotidiano anar- tra le prime: «Le squadracce fasciste ap- dalle prime provocazioni e violenze del- chico «Umanità Nova» Errico Malatesta profittavano della sconfitta operaia per le squadre fasciste, sorte anche a Torino aveva lanciato il monito ai lavoratori: «Se aggredire (...). Anche le nostre sedi di To-

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rino (...), come quelle Usi e anarchiche di molte altre città, furono assalite e i nostri compagni colpiti da una furia e una vio- lenza consapevoli e “vigliacche”», ricorda il dirigente Gaetano Gervasio, operaio mo- torista libertario di origine campana, «(...) Anch’io, come tutti i compagni dell’Usi, feci esperienza di queste violenze. Avevamo costituito nel nostro sindacato un gruppo di difesa. Con questi compagni facevamo i turni in sede per dimostrare che eravamo ben determinati a non cedere alle intimi- dazioni e a contrastare la violenza». Il 25 aprile anche la Camera del lavoro confe- derale, al 12 di corso Siccardi, viene attac- cata e devastata dopo forte resistenza. Nel tentativo di vendicare le spedizioni punitive l’anarchico Mario Facta, giovane meccani- co disoccupato, resta ucciso di lì a poco nel Formazione partigiana in movimento durante la Resistenza. fallito attentato esplosivo contro il già noto ingegnere fascista De Benedetti, assassino confesso dei due miliziani sindacalisti ca- duti in settembre alla Capamianto occupa- Per iniziativa della Lega proletaria dei seguiranno, per ragioni di opportunità po- ta ma mai perseguito penalmente. mutilati e reduci di guerra, a maggioran- litica, quelli espressi dai vertici socialisti za comunista, con l’adesione di numerosi e repubblicani. La Federazione comunista DALLE GUARDIE ROSSE miliziani delle Guardie rosse e dei Gruppi torinese, influenzata da Gramsci e orien- rivoluzionari d’azione e con l’appoggio dei tata al consiliarismo rivoluzionario, forte AGLI ARDITI DEL POPOLO partiti e delle organizzazioni economiche di del sostegno di Lenin e della Terza Interna- Con l’inizio dell’estate, mentre l’artigiano classe, il 19 luglio si costituisce la sezione zionale, disattenderà tuttavia inizialmente individualista Guglielmo Casassa Mont, ex cittadina del «nuovo esercito di Difesa Pro- questa direttiva. minatore, è arrestato per il ferimento di letaria». «Umanità Nova» ne dà immediata Oltre al comunista Mandelli, segretario una camicia nera, le “teste di morto” as- notizia: «Gli Arditi del Popolo costituiti a politico cittadino della Lega proletaria, la saltano nuovamente la sede confederale, Torino». Nei quartieri popolari compaiono Questura individua tra i comandanti degli stavolta respinte, e alcune sedi del Pcd’I. manifesti che chiamano all’arruolamento Arditi del popolo del capoluogo gli anar- La risposta operaia non si fa attendere e il volontario e gli operai accorrono a deci- chici antiorganizzatori Raffaele Schiavina, 7 luglio «Umanità Nova» annuncia: «Corre ne alla Camera del lavoro per iscriversi noto propagandista già redattore con Luigi voce che anche a Torino si stanno organiz- nei battaglioni antifascisti. Aderiscono da Galleani del periodico «Cronaca Sovversi- zando gli Arditi del Popolo. In diversi circoli subito anche l’Uap e l’Usi, che come sap- va», e Ilario Margarita, detto “Barricata”, comunisti sarebbero incominciate le orga- piamo già organizza squadre di militanti muratore militante del Gruppo “Germinal” nizzazioni delle squadre. La notizia merita a presidio delle proprie sedi, auspicando e dirigente locale dell’Usi. Tra i miliziani conferma». Negli stessi giorni l’assemblea che l’arditismo popolare, forma militare libertari più noti figurano anche i libertari dell’Uap ribadisce la necessità di riunire le dell’auspicato fronte unico rivoluzionario, Giulio Guerrini, romano di nascita, fale- forze proletarie in un solo blocco d’azione «sappia nel momento della lotta unificare gname, ex combattente e ferito di guerra, per il contrasto immediato degli attacchi il proletariato». iniziatore degli Arditi del popolo torinesi e fascisti, impegnando i propri militanti. Di lì Le nuove milizie antisquadriste unitarie responsabile della squadra del Pilonetto, a poco, il 15 luglio, ai funerali di due mili- avevano da poco fatto il loro esordio in spesso erroneamente citato dalle fonti e in tanti comunisti caduti in una rappresaglia, una grande adunanza a Roma salutate con letterartura come iscritto al Partito comu- presenti migliaia di lavoratori, fanno per favore da «L’Ordine Nuovo», smentito dal- nista; Carlo Peroni, tipografo novarese, già la prima volta la loro comparsa duecento la Direzione nazionale del Pcd’I che subito caporalmaggiore di fanteria e prigioniero di Arditi del popolo che, inquadrati militar- disconosce gli Arditi del popolo, conside- guerra; Giuseppe Odello, operaio metallur- mente, sfilano dal Cimitero Monumentale rati un fenomeno interclassista, filogover- gico alla Fiat Lingotto, attivista del Circolo per essere poi dispersi dalla Regia Guardia nativo e antirivoluzionario, precludendo “Ferrer” e della Fiom, già guardia rossa; a Porta Palazzo. l’adesione ai propri iscritti; veto al quale il barbiere Pietro Gibellino, immigrato dal

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vercellese; Domenico Rubatto, tornitore: a Collegno, mentre gli scontri con le cami- provincia a Bussoleno e Carmagnola, pri- tutti di età media sui trent’anni e appar- cie nere si moltiplicano nel centro cittadi- meggia per consistenza ed efficacia. tenenti alle varie tendenze del movimento no, a Moncalieri e in Borgo San Paolo, dove anarchico. Ma non pochi altri devono esse- il libertario siracusano Umberto Consiglio, TRA REPRESSIONE re gli antiautoritari aderenti agli Arditi del segretario della Cooperativa dell’Industria popolo, come forse il fonditore di origine del Legno, tenente di fanteria nel recente GOVERNATIVA pisana Arduilio D’Angina, vicepresidente conflitto mondiale, è tra i promotori della E DEFEZIONE MARXISTA della Società di mutuo soccorso della ca- resistenza popolare, e per questo in segui- L’organizzazione è però da subito nel tegoria, decorato di guerra e capoguardia to arrestato e condannato. mirino del capogabinetto Bonomi. A metà delle milizie consiliariste, per i quali non si Il direttorio torinese della nuova forma- agosto un nuovo corteo delle centurie è hanno però ad ora riscontri certi dalle carte zione antifascista si schiera intanto contro ancora una volta sciolto con la forza dal- di polizia. Il ruolo dei libertari risulterebbe il trattato di pacificazione sottoscritto dai la Guardia Regia al Parco del Valentino e dunque nientaffatto trascurabile, tanto che socialisti con Mussolini e plaude al Pcd’I, un’ondata di arresti colpisce con l’accusa il labaro delle formazioni cittadine vede agli anarchici e all’Usi chiedendo ulteriore di costituzione di banda armata almeno recare su un fronte le loro insegne rosse sostegno politico e materiale per l’organiz- una cinquantina di militanti comunisti e e nere. zazione dei battaglioni. Forti di ventimila libertari tra i quali Guerrini e Schiavina, in aderenti a livello nazionale, gli Arditi del realtà estraneo alla struttura arditopopola- CONTRO IL TRATTATO popolo contano in Piemonte circa mille- re e contrario al carattere gerarchico e pa- trecento miliziani suddivisi in otto sezioni ramilitare di questa, che trovano su «Uma- DI PACIFICAZIONE territoriali tra le quali quella del capoluogo, nità Nova» la solidarietà dell’Uai. La stretta Marce, ronde ed esercitazioni si svolgono con quasi un quarto degli effettivi dell’inte- repressiva del governo porta dunque in in queste settimane nei sobborghi operai e ra regione e nuclei in via di costituzione in Ottobre alla crisi definitiva del giovane mo-

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vimento antisquadrista cittadino, messo assalti, e colpiranno le sedi comuniste e le ultime Case del popolo, le cooperative, i fuori legge e indebolito dalla defezione dei anarchiche di Vanchiglia, in via Mongrando circoli e i giornali operai e rivoluzionari. L’11 comunisti autoritari che ne avevano costi- 30, e di Barriera di Casale, al 7 di via Casal- novembre ventimila squadristi piemontesi tuito la spina dorsale, i quali ora anche a borgone, difese dai militanti e dagli abitanti sfilano in un imponente corteo. L’opposizio- Torino cedono al diktat dell’esecutivo na- della zona. ne dei lavoratori è definitivamente spezzata, zionale spezzando il fronte antifascista e A fine aprile le camicie nere si riuniscono per prendere Torino si attende solo l’ordine ripiegando nei ranghi delle squadre armate al Teatro Balbo per poi attaccare ancora di Mussolini. di partito, forti di ottocento effettivi. Due di una volta la Camera del lavoro. Il corri- Tra il 18 e il 20 dicembre i “lanzichenec- queste resteranno tuttavia intitolate agli spondente del quotidiano libertario invoca: chi”, come spesso ha a chiamarli «Umanità anarchici Mario Facta, già citato sopra, e «Sappia il proletariato torinese fare come Nova», calati in città agli ordini del console Vincenzo Todeschini, giovane operaio tipo- quello romano», che sta dando del filo da Brandimarte, detto “Procellaria”, investono grafo disoccupato iscritto alla Fiom caduto torcere a Mussolini, «e meglio ancora!». la città causando undici vittime operaie. alcuni mesi prima in una disperata azione Il fallimento dello “sciopero legalitario”, Tra queste il segretario comunista liber- individuale contro la sede della Questura. promosso nell’Estate dall’Alleanza del la- tario della Fiom cittadina Pietro Ferrero e Solo in seguito, talvolta molti anni più tardi, voro, nuova debole coalizione antifascista Giovanni Massaro, manovale disoccupato i dirigenti comunisti torinesi Gramsci, Ta- dello Scalo Dora e simpatizzante anarchi- sca e Terracini produrranno una seria auto- co, oltre a Carlo Berruti, massimo dirigente critica sul mancato sostegno all’organismo A Torino, come in molte torinese del Sindacato dei ferrovieri passa- unitario arditopopolare e sugli evidenti li- altre località, la presenza to di recente dalle file antiautoritarie, alle miti delle proprie formazioni esclusive nel quali aveva aderito giovanissimo, al Pcd’I; contrasto al fascismo, gravi errori tattici delle anarchiche e degli mentre l’operaio Probo Mari, secondo al- riconosciuti dagli storici marxisti Spriano anarchici nella prima cuni studi anch’egli anarchico e militante e Del Carria. dell’Usi, era riuscito a sopravvivere all’ese- Le forze residue degli Arditi del popolo e risposta alla violenza cuzione. Scampati alla strage, Margarita e dell’antifascismo d’azione non irrigimenta- squadrista è stata assai Guerrini riparano presto oltreconfine con- to dal Pcd’I devono tentare di riorganizzarsi tinuando la lotta antifascista. Come loro, in forme spontanee e semiclandestine in- significativa. lavoratori coscienti e uomini liberi, altri torno a Margarita, appena rientrato da Bre- anarchici torinesi, nativi o acquisiti, saran- scia, dove in qualità di segretario della Ca- no ancora protagonisti nel fuoruscitismo, mera del lavoro sindacalista rivoluzionaria controllata dai riformisti, cui pure Usi e Uap nella cospirazione interna contro il regime, ha contribuito a dar vita al nucleo arditopo- avevano aderito premendo per un esito in- nella guerra rivoluzionaria contro la reazio- polare locale, e a pochi altri. E’ ora infatti surrezionale, apre però definitivamente la ne in Spagna, nel maquis in Francia e nella in primo luogo grazie all’apporto dei liber- via al fascismo. Resistenza partigiana. tari, che con elementi della base giovanile massimalista e repubblicana tentano di dar ULTIMI FUOCHI DI RESISTENZA. Paolo Papini corpo alle Avanguardie di difesa proletaria, che la resistenza iniziata dagli Arditi del CADE ANCHE TORINO L’autore ringrazia Roberto Carocci e Tobia popolo, seppur assai ridimensionata nelle In settembre i lavoratori resistono ancora Imperato, studiosi di Storia del movimento forze e sempre più isolata ed esposta alla alle incursioni squadriste a Nichelino, a Mon- anarchico, per la gentile revisione critica repressione, può avere seguito in città. calieri, a Pozzo Strada e alla Casa del popolo del testo. Anche a Torino dunque, come nota la stu- di Borgo Vittoria, in strada Lanzo 101, sede diosa Adriana Dadà, «gli anarchici mostra- del Gruppo anarchico rionale “Bruno Filip- vano indubbia iniziativa e sapevano agire pi”. Nelle continue aggressioni resta ferito quali nuclei avanzati di attacco e di difesa anche il libertario Giovanni Vaudano, mentre (...) pure nell’estrema resistenza al fasci- Consiglio e Peroni sono costretti ad abban- smo, con un’incisività superiore alla loro donare la città. Schiavina e Guerrini risulta- consistenza numerica». no intanto assolti insieme a una decina di I fascisti si scateneranno in quell’autunno militanti comunisti nel processo contro gli e nell’inverno del 1922 in nuove provoca- Arditi del popolo. Ma ormai tutto è perduto. zioni e violenze contro i tranvieri, i ferrovieri Il 28 ottobre 1922 Roma è presa dai fascisti e gli operai della Fiat, tra i quali l’Usi e l’Uap e il 31 la Camera del lavoro torinese, dove hanno un significativo radicamento e che hanno sede l’Uap e il Gruppo anarchico si contrappongono spontaneamente agli “Centro”, è ridotta a un rogo. Cadono anche

antifascismo 29 ANTIFASCISMO PUZZA DI FASCISMO PUZZA DI FASCISMO di Roberto Ambrosoli

30 antifascismo La guida apache di Nicoletta Vallorani

Il nemico è il Sud

Un mio conoscente, che ha 95 anni e ha speso la risponde, con rabbia mal contenuta, che il Sud ha vita in un paese piccolo, tutte le volte che vede una bisogno solo di impegnarsi di più e di lavorare me- ragazza di colore per strada che fuma e chiacchiera glio. Nessuna misura è prevista. con le amiche, commenta: «Ma guarda, si comportano Dunque, eccoci qua. Lo stereotipo dice che la proprio come noi. Come si sono modernizzate!». Per scuola del Sud non vale niente perché gli insegnanti quanto odiosa e razzista sia la considerazione, essa non vanno al lavoro e sono pelandroni che rubano è figlia di un’epoca in cui lo stereotipo era per molti lo stipendio. Leggono il giornale in classe, promuo- il solo modo per controllare l’ignoranza e per tenere vono chiunque e si mettono d’accordo coi bidelli a bada la paura. La tassonomia semplificatoria che perché la campanella suoni prima. È già un mi- divide il mondo in due, disegnando una coincidenza racolo se vanno in aula. E spesso fanno lezione in perfetta tra topografia geografica e costume culturale dialetto perché non sanno l’italiano. Non è chiaro se sembrava la sola modalità cognitiva possibile per chi almeno si lavino i piedi ogni tanto e se cucinino il non si era mosso praticamente mai dalle sue colli- cibo prima di mangiarlo. Selvaggi, insomma. ne, dal cascinale di Lo stereotipo famiglia e da una ignora che vi sono quotidianità sempre A proposito di un’uscita scuole del Sud i uguale a se stessa. cui studenti han- A 95 anni e in circo- razzista del nostro beneamato no vinto premi im- stanze come queste, portanti, a dispet- forse, ci sta. È un ministro Marco Bussetti to delle condizioni atteggiamento irri- spesso proibitive tante, fuori dal tempo, sbagliato, liquidatorio, ma degli edifici scolastici e delle strutture di lavoro ci sta. in generale. Lo stereotipo non sa che certe scuole Il Ministro della Pubblica istruzione dell’Italia di del Sud hanno salvato la vita a certi loro studenti, oggi ha 57 anni. Nato a Gallarate, ha studiato e ac- strappandoli dalla strada e portandoli a immagi- cumulato esperienza istituzionale, nel senso che ha nare un futuro diverso dall’esercizio della piccola ricoperto diversi ruoli di responsabilità (e verrebbe criminalità. Lo stereotipo non distingue, omoge- da chiedersi come). Ora, in questo sciagurato pae- neizza, semplifica e disegna un meridione che ha se, gli spetterebbe un compito importante, forse il rubato soldi e benessere a un Nord che ora riven- più importante di tutti: la promozione culturale, la dica la superiorità del babbuino. supervisione di un apparato formativo che dovreb- Lo stereotipo ha bisogno della rassicurazione di be aiutarci a non ragionare con parti del corpo che regole ripetitive, e soprattutto deve identificare un non sono il cervello, l’individuazione di strumenti nemico. Così, il Ministro della Pubblica istruzione, di emancipazione sociale e politica, di equilibrio, di probabilmente incapace di migliorare le condizioni correttezza pubblica e privata. generali della formazione culturale italiana, fa una Allora: questo Ministro della Pubblica istruzione cosa semplice: fornisce un nemico a chi nutre la va in visita in alcune scuole della Campania. Non so legittima rabbia di una persona che fa un lavoro che cosa gli abbiano fatto. Non so quale imperdo- bellissimo – quello dell’insegnante – senza aiuto al- nabile offesa si sia consumata prima dell’intervista cuno. Il nemico è il Sud, non uno stato incapace. Il di una televisione locale. Non so neanche quale nemico non sono io, dice il Ministro. malcapitato si sia trovato a chiedere se per colmare È colpa del gatto, mamma, se gli ho pestato la il divario nell’istruzione scolastica tra Nord e Sud coda. fossero previste misure specifiche. A una doman- da del tutto ingenua, e in parte rituale, il ministro Nicoletta Vallorani

insegnamenti 31 TAM TAM Comunicati

non sono affatto espressione Rivolta, pp. 51, € 4,00) scrit- Editoria di una ideologia cristallizzata. to dalla Federazione Anar- D’altronde, le sue manifesta- chica francofona si propone Vaccini. L'entrata in vigore zioni sono molteplici e non di dare una prima idea delle dei nuovi obblighi vaccinali sempre convergenti. Riassu- motivazioni della nostra rivol- stabiliti nel 2017 ha aperto un mere l’anarchismo in una fra- ta e di delineare dei percorsi dibattito nella società italiana se è però relativamente facile: che possiamo assegnarci nel sulla natura dei vaccini, la loro l’anarchismo è l’esigenza di XXI secolo per emanciparci, utilità o pericolosità e il meto- porre la nostra vita sotto il du- nella misura del possibile, do autoritario adoperato dal- plice marchio della libertà de- dallo sfruttamento e dalle op- lo Stato. Il libro di Françoise gli individui e dell’uguaglianza pressioni che costituiscono Berthoud Vaccinare i nostri fi- sociale tra essi, il rifiuto di la nostra quotidianità, e nel gli? Il punto di vista di tre me- abbandonare uno di questi contempo preparare l’avven- dici (La Tana edizioni, Torre princìpi per privilegiare l’altro, to di una società basata su Pellice 2018, pp, 80, € 5,00) e la creazione di un tipo di meccanismi coerenti con le turale e attitudine personale, organizzazione della società nostre aspirazioni libertarie nella grande rivoluzione cul- che permetta il conseguimen- ed egualitarie. turale e politica esplosa con to continuo di questi obiettivi. il sessantotto, di cui ne fu an- Una trentina d’anni dopo Antigruppo. Lo studio di che, a modo suo, precursore. il crollo dei regimi socialisti Salvatore Laneri (La parola L’Antigruppo attuò una autoritari, in un’epoca in cui, in azione. Poesia e prassi frattura e una feroce polemi- di fronte alle crescenti di- antagonista negli scrittori ca con l’intellighenzia lettera- suguaglianze sia all’interno antigruppo (1968-1975). Si- ria del periodo, come il Grup- dei nostri paesi occidentali cilia Punto L, Ragusa 2019, po 63, ancorata alle grosse sia nelle diverse regioni del pp. 288, € 20,00) rico- case editrici istituzionali. Fu globo, le risposte più diffuse struisce la parabola storica anche il naturale collante con sono i regimi autoritari o to- dell'Antigruppo siciliano at- la controcultura americana, talitari, ci sembra chiaro che traverso il doppio filtro della traducendo poesie e scritti e la proposta di una società produzione letteraria e della attuando un felice interscam- anarchica sia più auspicabile pratica culturale. bio Sicilia-Stati Uniti. e più urgente che mai. L’Antigruppo non fu un Il lavoro di Laneri ha il Tutto sta quindi nel metter- movimento di artisti immersi pregio di prendere in consi- riporta le varie opinioni, anche la in pratica nel contesto che nel proprio mondo, ma una derazione, oltre al carattere divergenti, sulla questione e ci appartiene: il volume Per realtà antagonista che cercò prettamente letterario, anche che deriva dall'esperienza di un anarchismo del XXI seco- di ricondurre il ruolo dei pro- quello politico dell’Antigrup- una donna che da tutta la vita lo (Ragusa 2019, Collana La tagonisti all’interno del pro- po, restituendoci un’espe- si occupa di medicina. cesso di rottura col sistema rienza che ha segnato un’e- La Tana in atto negli anni a cavallo tra poca, non solo in Sicilia. www.latanaedizioni.noblogs.org i sessanta e i settanta. Vi troviamo intellettuali Richieste, pagamenti, prenota- Anarchismo oggi. Dare come Ignazio Apolloni, Alfre- zioni e contributi vanno indiriz- un’idea pur sommaria del do Bonanno, Santo Calì, Cre- zati a: Associazione Culturale pensiero anarchico e dei me- scenzio Cane, Rolando Cer- Sicilia Punto L, via Garibaldi 2/A todi libertari in poche pagine ta, Gianni Diecidue, Nicola Di - 97100 Ragusa. Conto cor- non è certo un compito facile, Maio, Vincenzo Di Maria, El- rente postale n. 1025557768 giacché non si può, nel caso vezio Petix, Nat Scammacca, - [email protected] - www. dell’anarchismo, ricondurre Pietro Terminelli, ecc., ognu- sicilialibertaria.it tutte le sue interpretazioni alle no a suo modo coinvolto nelle Per richieste uguali o superiori teorie di un’unica personalità vicende dell’epoca e inserito, alle 5 copie dello stesso e, in secondo luogo, queste con la propria produzione cul- titolo, sconto del 40%.

32 comunicati Lettera da New York testo e foto di Santo Barezini

grande quantità di messaggi da parte di privati cit- Quarantuno. tadini che sono apparsi nei social nei giorni succes- sivi alla morte: gente qualsiasi che lo ricordava con In morte di un una certa commozione. Sul web circolava l’orgoglio di averlo avuto come Commander in Chief in tempi avversi. Per la nazione “Fortyone” fu l’uomo capace presidente. di trascinare in una guerra giusta il mondo inte- ro per liberare il Kuwait invaso dall’Iraq di Saddam Durante il mandato di George Hussein. Circolavano anche poche voci amare, però, a H. W. Bush (1989-1993), la guerra causa di un’altra guerra, mai combattuta: quella è tornata ad essere strumento sul fronte interno contro l’AIDS. Qualcuno lo ac- cusa infatti di non aver fatto nulla per fronteggiare di soluzione delle controversie l’epidemia, di aver lasciato fare al fato, indifferente internazionali, anche per l’Italia. a morti e sofferenze, per inseguire un pregiudizio moralista. Forse non c’è da sorprendersi, l’ex pre- È questa la principale eredità del sidente era un fervido credente, aveva lottato con- tro l’aborto e chiesto la preghiera obbligatoria nelle 41° presidente. scuole. La ferita resta aperta fra chi soffrì l’angoscia della decimazione e fu testimone impotente di tanta morte. Ognuno sta solo sul cuor della terra Questa storia potrebbe essere anche l’esemplifi- trafitto da un raggio di sole: cazione di una realtà a due facce: l’impero concen- ed è subito sera. tra i suoi sforzi sul nemico esterno, è sempre pron- (Salvatore Quasimodo) to a usare la sua formidabile potenza lontano dai confini. Quando la tragedia colpisce in patria, però, Le bandiere sono state tenute a lungo a mezz’asta in si scopre fragile, impreparato. Chi non ricorda New onore di George H. W. Bush, come d’uso. L’ex presi- Orleans colpita dall’uragano Katrina nel 2005? Fra dente se n’è andato nel mese dei morti senza clamo- i cadaveri che galleggiavano per le strade allagate e re, con discrezione, ma si è messa subito in moto la milioni di sfollati, la grande potenza con l’esercito macchina delle commemorazioni ufficiali. Abbiamo più forte e tecnologico del mondo si scoprì priva di così rivisto anche il figlio George, eclissatosi dalla mezzi e capacità operative per far fronte al disastro. scena pubblica dopo la conclusione del suo triste La vecchia signora ha bussato tardi alla porta mandato. Per una volta, almeno per questa morte, di Bush Senior, era ormai molto anziano e malato non aveva sulle labbra quel suo insopportabile sor- quando è stato il momento di fare i conti con la vita. risetto e piangeva lacrime di sincero dolore. Ma il vecchio presidente era ancora lucido e, fino La parata del ricordo ha visto l’inevitabile sfila- alla fine, ha mantenuto un atteggiamento dignitoso ta degli altri ex presidenti che, un giorno, avranno che mi ha colpito. Me lo figuravo come lo stereoti- anch’essi la loro memorabile elegia pubblica, per- po del ranchero: sguaiato, rumoroso, un po’ ottuso, ché la ruota gira per tutti, miseri e potenti. I loro con la camminata alla John Wayne. Invece era un commenti celebrativi non mi hanno certo sorpreso, uomo sobrio, dai modi cortesi, versatile, mai banale si sa che, in morte, i politici diventano tutti grandi nei giudizi. statisti, uomini eccellenti, mariti e padri devoti. Dei Benché avesse costruito il suo piccolo impero sul loro funerali il potere si nutre. petrolio texano, sembra amasse soprattutto la soli- I presidenti americani sono infatti numerati cro- tudine dell’oceano e, concluso il clamore della vita nologicamente; Bush Senior è il quarantunesimo pubblica, passava molto tempo nella casa di fami- della serie, per questo viene ricordato affettuosa- glia, arroccata sugli scogli, in un angolo sperduto mente come “41”. Il nomignolo non è irrispettoso, del Maine. dimostra anzi l’affetto popolare. Colpisce infatti la Lì conduceva un’esistenza tutto sommato mode-

New York 33 sta. Una persona che credevo facilmente decifrabile In quell’occasione Bush fece davvero sentire agli mi è apparsa improvvisamente complessa, enigma- americani che il loro grande paese era la guida mo- tica. Mi è sembrato necessario riflettere sulla vi- rale del mondo libero, disposto a sacrificare le vite cenda di un uomo che è stato per decenni sotto i dei suoi giovani per ristabilire giustizia e libertà. riflettori della vita pubblica, che ha avuto un potere Quasi nessuno si fermò a chiedersi perché lo stesso immenso e lo ha esercitato senza timori. Uno che metro non venisse adottato per altre terre invase da ha assunto decisioni drammatiche in nome dell’u- potenze straniere. manità intera, ma la cui massima aspirazione, alla Il Presidente spazzò via con forza anche le per- fin fine, sembra fosse di potersene stare in santa plessità sollevate da molti politici nel suo stesso pace, in un angolo sperduto di mondo, lontano dai partito, timorosi di gettarsi in quell’avventura. La riflettori, a pescare in alto mare per respirare a pieni sindrome del Vietnam aleggiava ancora nell’aria e polmoni il profumo della salsedine. mordeva la paura che i deserti iracheni potessero Mi è difficile capire come possano convivere tut- diventare il pantano senza uscita che erano state te queste cose nello stesso individuo e mi chiedo le foreste indocinesi. Ma gli andò bene a Bush, zittì se fosse davvero così, se questa non fosse piuttosto i critici con una vittoria rapida, quasi indolore e da l’immagine con cui voleva essere ricordato. O forse quei pozzi di petrolio l’esercito americano non è più il collante di una simile personalità è costituito da venuto via. un miscuglio di ingredienti: onore, amor di patria, senso del dovere, ambizione, carriera, famiglia. I morti altrui non contano Era conosciuto solo come George Bush ma, a causa dell’elezione del figlio, otto anni dopo la con- L’ho rivisto, in vecchie interviste, mostrare orgo- clusione del suo mandato, sono state aggiunte le glio per quell’avventura e dolore per i giovani ameri- iniziali dei suoi altri nomi, Herbert e Walker, per cani tornati nelle bare avvolte nelle bandiere a stelle non fare confusione fra i due. e strisce. “Nessuno sa la solitudine, la sofferenza di Di lui avevo un ricordo un po’ sbiadito, forse per- chi manda i giovani a morire”, diceva. Non esprime- ché non era stato arrogante come Nixon, né una va però lo stesso dolore per aver mandato quei gio- star come Ronald Regan. Non si era dimostrato vani ad uccidere. In quella guerra, durata poco più inetto come il figlio, né aveva suscitato la curiosità di un mese, la coalizione subì appena 272 perdite mondiale come Clinton, l’uomo che lo aveva abil- fra cui 146 soldati americani: 111 uccisi in combat- mente spodestato dalla Casa Bianca dopo un solo timento, 35 da fuoco amico. Nessuno sa invece con mandato, per poi stuzzicare la pruderie mondiale esattezza quanti iracheni siano morti, forse 30.000, con lo scandalo Lewinski. forse 50.000. Le distruzioni furono tali che le Na- zioni Unite dichiararono il paese regredito all’epoca Il mondo intero a ferro e fuoco pre-industriale. Le durissime sanzioni che seguiro- no provocarono grandi sofferenze alla popolazione Non potevo però dimenticare come avesse scate- civile e un numero imprecisato di vittime, mentre nato la prima guerra del Golfo, col sordido affare Saddam Hussein restava al potere nei suoi palazzi che aveva indotto il fedele alleato Saddam Hussein sontuosi. Non ho sentito l’ex presidente spendere a invadere il Kuwait trasformandosi, da un giorno una parola per quei morti, per quelle sofferenze. all’altro, in nemico pubblico numero uno, dipinto Credo non pesassero sulle sue spalle, né sulla sua addirittura come il nuovo Hitler che, se non ferma- coscienza. Si va a messa per servire Dio e in guerra to, avrebbe messo il mondo intero a ferro e fuoco. per uccidere il nemico. Ho un ricordo nitido di quei giorni confusi, terribili, Non riesco a comporre il mosaico. Non è facile in attesa della guerra. Non scordo le manifestazioni, mettere assieme l’uomo mite e riservato, il felice pe- i negozi presi d’assalto per fare scorta di farina, gli scatore d’altura, col politico che si getta dietro alle appelli inutili, gli emissari del presidente che am- spalle carne bruciata e ossa spezzate per suo or- monivano il mondo riunito nel palazzo di vetro delle dine. Forse la chiave per capire è nella maledetta Nazioni Unite. ragion di stato, nel bene supremo della nazione che L’Italia cominciò presto a scaldare i motori dei schiaccia gli individui e chiede sacrifici indispensa- suoi cacciabombardieri, ansiosa di rimettersi in bili. Ma non dimentico certo che Bush Senior aveva gioco. Non posso dimenticare la notte all’infrarosso interessi nel petrolio e che tutti i suoi collaboratori, i di Baghdad, illuminata dai lampi dei bengala e del- falchi che lo circondavano e consigliavano, avevano le esplosioni; la propaganda, le bugie, le promesse, le mani in pasta. Gli interessi della nazione sono le contraddizioni e i nuovi ossimori, dai bombarda- troppo intrecciati con quelli personali per non te- menti chirurgici alle armi umanitarie. Come posso nerne conto. scordare i Tornado italiani in volo di morte su cieli Forse è solo che i morti altrui non contano, non stranieri e i soldati iracheni seppelliti vivi nelle trin- hanno volti né storie. cee? La guerra è tornata allora ad essere strumento L’ex presidente difendeva anche gli orrori di Hi- di soluzione delle controversie internazionali anche roshima e Nagasaki, assolveva senza riserve l’orro- per l’Italia ed è questo il principale ricordo che mi re atomico sul Giappone. “Usare la bomba fu una riporta ossessivamente a quel presidente. decisione giusta”, disse in un’intervista, “molte vite

34 New York Washington (USA) - Il memoriale della guerra in Corea

furono risparmiate e molte sofferen- ze evitate”. Intendeva vite americane. Quelle giapponesi, liquefatte dal calore atomico, non importavano. Il nemico in guerra si distrugge. Poi viene la pace. Una sera, all’incirca un anno prima della morte di Bush Senior, mi era ca- pitato di parlarne con un noto ex ma- gistrato. Il mio interlocutore era argu- to, di indiscutibile levatura morale e profondo conoscitore della legge e delle istituzioni. Si parlava in realtà di Do- nald Trump e lui esprimeva vergogna e disgusto, sostenendo di non aver mai assistito, nel corso della sua carriera, a qualcosa di simile, che mai presidente era caduto sfollati. Ma, secondo il ragionamento dell’ex giudice, così in basso. Ho obiettato che, a mio parere, la lista afghani e iracheni possono dormire con tranquilli- dei presidenti americani che si sono resi colpevoli di tà il sonno eterno: tutto fu fatto secondo le regole, crimini terribili è assai lunga e che Trump, almeno, le istituzioni furono rispettate, le decisioni assunte non aveva ancora avuto il tempo per mettere a pun- nelle sedi appropriate. to le terribili guerre dei Bush, promuovere riforme economiche devastanti come aveva fatto Reagan o L’abitudine approvare leggi draconiane come quelle di Clinton nella lotta senza quartiere ai drogati. L’ex giudice mi della guerra rispose che lui non aveva condiviso la maggior parte Forse gli americani sono troppo usi alla guerra delle scelte di quei presidenti, ma che almeno quel- per poter guardare al mondo con occhi diversi. Non li si erano mossi sempre nel quadro della legalità, c’è un istante della loro storia che non sia stato se- mostrando rispetto per le istituzioni ed il loro ruolo. gnato da un qualche conflitto. Forse l’abitudine alla Ciò che lo disgustava di Trump era l’ignoranza, il guerra, sempre lontana, sempre più tecnologica, fa disprezzo per le istituzioni, l’incapacità di compren- smarrire il senso dell’orrore. O forse siamo ancora dere il delicato equilibrio fra i poteri. tutti troppo tribali per poterci davvero immedesima- Ho ripensato tante volte a quella conversazione. re nelle sofferenze altrui. Nel 1991 Bush Senior aveva spaventato gli ame- Anche adesso, mentre scrivo, qui, negli Stati Uniti, ricani convincendoli che Saddam Hussein, fino al qualcuno sta lavorando ai futuri scenari di guerra, giorno prima alleato fedele, era un demone, perico- perché la macchina bellica non si ferma mai e di- loso per l’umanità intera. Bush Junior, dopo la tra- rige nell’ombra le marionette della politica. Gli USA gedia dell’11 settembre 2001, aveva guidato il paese escono dall’accordo di non proliferazione delle armi alla vendetta, attaccando l’Afghanistan, per un at- nucleari e sono pronti a produrre nuove testate e tentato commesso da terroristi sauditi. Nel 2003, schierare altri missili. Alcuni analisti dicono che l’A- aveva convinto l’America e il mondo a muovere nuo- merica sia ansiosa di colpire l’Iran, che certe mosse vamente guerra all’Iraq, con la bugia delle armi di dell’amministrazione vadano interpretate così, che ci distruzione di massa, raccontata con sapienza da sarà, prima o poi, un colpo di scena propagandistico, Dick Cheney alle nazioni riunite nel Palazzo di vetro come tanti altri prima, un appello alla necessità as- dell’ONU. Centinaia di migliaia di morti, milioni di soluta di fermare Teheran. Nuovi orrori si preparano

New York 35 nelle stanze del potere e le fabbriche di morte sono in piena produzione. Forse ogni presidente, anche il più scialbo, avver- te il fascino di essere ricor- dato dalla posterità per le sue imprese belliche, per i giovani mandati a uccide- re e a morire standosene comodamente seduti nel salotto buono della Casa Bianca. O forse i presidenti sono solo marionette nelle mani di un potere più gran- de, che si muove sempre dietro le quinte di questo assurdo palcoscenico. Da vecchio Bush Se- nior era diventato testi- Washington (USA) - Manifestazione davanti alla Casa Bianca monial di varie iniziative di beneficenza e lui stesso aveva creato una fonda- la CIA. Fedele al segreto d’ufficio, Bush non ha mai zione dal nome suggestivo. Ma, pur con tutta la sua rivelato nulla del suo lavoro al comando dell’agenzia, bella levatura morale, l’ex presidente era avvezzo da ma è durante il suo mandato che ha imperversato sempre ai sotterfugi del potere, alla distorsione della Operation Condor, l’operazione con cui la CIA ha pro- verità. Dopo la laurea a Yale aveva costruito una for- mosso in America Latina l’assassinio sistematico dei tuna in Texas, scavando pozzi di petrolio, ma la sua leader di sinistra, dei sindacalisti, degli oppositori ai azienda gli servì anche come copertura: negli anni regimi fascisti. Non esistono dati ufficiali ma le sti- sessanta fu agente della CIA ed ebbe un ruolo di ri- me parlano di 60.000 vittime. Quando è giunto alla lievo nelle attività orchestrate dall’agenzia per rove- Casa Bianca, Bush Senior era dunque già avvezzo sciare Fidel Castro. È di quegli anni il tentativo di alla menzogna e all’omicidio di stato. La carriera lo invasione, lo sbarco disastroso della Baia dei Porci. aveva già richiesto. È cominciata così la carriera politica del petrolie- Chi era dunque quest’uomo? Dottor Jeckill e Mister re: facendo la spia, l’agente sobillatore, il professio- Hide? Forse solo uno come tanti, ambizioso e crudele, nista della sommossa. Non fu dunque un caso se, sotto la maschera affabile. Probabilmente dietro il solito nel 1976, il presidente Ford lo chiamò a dirigere tranquillizzante quadretto familiare con moglie fedele e figli devoti si nascondeva- no avidità e voglia di potere, esercitato con il pretesto del bene della nazione. Se è vero che non ci sono poteri buoni, allora non esistono nemmeno presidenti che non siano re- sponsabili. Tutti, allo stesso tempo, burattini e burattinai. Come scrisse Quasimo- do, siamo ancora quelli della pietra e della fionda, con la scienza esatta persuasa allo sterminio. Poi la vicenda umana fini- sce e anche per Bush Senior si è fatta sera. Il suo passag- gio sulla terra non è stato lieve. Non bastano i sorrisi da vecchio pescatore e tutte le acque navigate per lavare la scia di sangue che ha lasciato lungo il cammino.

Washington (USA) - Storico stand di protesta davanti alla Casa Bianca Santo Barezini

36 New York bambine e bambini

Ma il controllo comincia presto

interventi del Collettivo Antipsichiatrico Artaud – Pisa e di Piero Cipriano

Da una parte l’inquadramento di qualsiasi comportamento giovanile in gabbie “psichiatriche”. Dall’altra un’impostazione scolastica più da galera che da luogo di apprendimento piacevole: “zitti, seduti, non si parla”. Non sono messe bene le ragazze e i ragazzi di oggi. Qui alcuni esempi e qualche considerazione.

bambine e bambini 37 prensione della mente mettendo in discussione il concetto di libero arbitrio. Ma noi siamo davvero i Educazione o nostri neurotrasmettitori? La diagnosi di ADHD (deficit dell’attenzione e ipe- rattività) raggruppa un insieme di comportamen- psichiatria? ti considerati inadeguati e anormali del bambino, che possono essere causati da innumerevoli fattori, del Collettivo Antipsichiatrico come: l’ansia per la scuola o per le verifiche, impre- parazione scolastica, una classe noiosa, insegna- Antonin Artaud-Pisa mento inadeguato, problemi e conflitti a casa e a scuola, cattiva alimentazione e insonnia, o sempli- Sempre più genitori e insegnanti si cemente far parte dell’infanzia. La diagnosi di ADHD non mette in relazione lo stato mentale, l’umore e i appoggiano alla neuropsichiatria sentimenti del bambino e non dà luogo a una valu- tazione completa dei suoi bisogni reali per miglio- per risolvere questioni educative. rare l’educazione e la genitorialità. I bambini sono Un campanello d’allarme che definiti affetti da un “disturbo” che li rende meno capaci di assumersi le proprie responsabilità e di ge- segnala un problema nelle relazioni stire la propria vita. tra adulti e bambini. Vengono loro prescritti farmaci stimolanti, come il Ritanil, che inibiscono il comportamento spontaneo e, se presi per lungo tempo, possono causare gravi Oggi a scuola sono sempre di più i bambini che danni cerebrali, dipendenza, astinenza e comporta- hanno diagnosi psichiatriche, in particolare distur- menti aggressivi. bo dell’adattamento, dell’attenzione, con iperattività, Gli psicofarmaci, oltre ad agire solo sui sintomi e depressione, disturbo bipolare. non sulle cause della sofferenza della persona, al- Sono sempre esistiti bambini timidi, burloni, pa- terano il metabolismo e le percezioni, rallentano i gliacci, bulli, aggressivi, timidi e i cocchi della mae- percorsi cognitivi e ideativi, contrastando la possi- stra; erano tutti considerati normali, senza che nes- bilità di fare scelte autonome, generando fenomeni suno sapesse veramente cosa aspettarsi da loro. di dipendenza e assuefazione, del tutto pari – se non L’attuale tendenza dell’insegnamento e della pe- superiori – a quelli delle sostanze illegali classificate dagogia è quella di farsi coadiuvare dalla neurop- come droghe pesanti. Presi per lungo tempo posso- sichiatria ogni qualvolta un bambino disturba o no portare a danni neurologici gravi che faranno del contrasta con i programmi formativi. Il “disagio” bambino un disabile. comportamentale invece di essere valutato come un Questi bambini miglioreranno se il farmaco viene campanello d’allarme nella relazione adulto-bambi- sospeso e sostituito con la cura, la pazienza e l’im- no, viene incasellato come un problema mentale del pegno consapevole degli adulti che fanno parte della bambino; dispensando così l’educatore o l’insegnan- loro vita a casa così come a scuola. te dal modificare l’approccio educativo, e delegando Nonostante decenni di ricerca non c’è alcuna evi- il problema ad un neu- denza che gli stimolanti abbiano un effetto positi- ropsichiatra. vo sul comportamento, non ci sono prove che L’introduzione di nuo- migliorino le prestazioni scola- ve patologie infantili nel stiche e il funzionamento psi- Manuale Diagnostico e cologico e sociale; ma, anche Statistico (DSM), allarga nel caso in cui producessero i confini diagnostici tra risultati positivi dal punto di ciò che è normale e ciò vista del comportamento a che non lo è, favorendo scuola, sarebbero d’aiuto l’entrata in psichiatria per il bambino? di un numero sempre A scuola, oggi, si mira più alto di bambini, a sempre di più ad un ad- cui verranno prescritti destramento alla produt- psicofarmaci per periodi tività, all’efficienza e alla più o meno lunghi del- centralità del risultato. In- la loro vita. Quello che segnare, invece, è dare pri- finora ci ha proposto la orità alla relazione e saper psichiatria è la centralità sperimentare approcci didat- degli “squilibri chimici” tici e pedagogici a seconda nel funzionamento del della persona con la quale cervello e ha cambiato ci si relaziona. Molti inse- il nostro schema di com- gnanti sono stati convinti

38 bambine e bambini dall’autorità dello psichiatra che il “bambino ADHD” ricoverati affatto contenti abbia bisogno di farmaci stimolanti e hanno rinun- di starsene tra quattro ciato alla ricerca di soluzioni in classe per risolvere i mura e stesi su un let- problemi. Questi insegnanti hanno bisogno di essere to, quando non perfino incoraggiati a trovare nuovi approcci nell’educazio- legati sopra, a ingoiare ne dei bambini con la diagnosi di ADHD. Esistono non nozioni ma far- approcci relazionali e educativi per aiutare questi maci, e che quando bambini piuttosto che sopprimere la loro spontanei- possono, se ve- tà, evitando di trattare il loro cervello in crescita con dono una porta sostanze altamente tossiche come gli stimolanti. aperta e non sono Invitiamo genitori, insegnanti educatori e tutti co- tanto fiaccati dalle loro che hanno a che fare con i bambini a non cede- iniezioni, se la svigna- re al riduzionismo psichiatrico, a non psichiatrizzare no, e se ne tornano a ogni comportamento disturbante e/o sofferente, af- casa. Purtroppo la fuga, finché la fantasia, il senso critico e la libertà di scelta per entrambi, è neutra- continuino a caratterizzare l’infanzia. È compito de- lizzata dallo stesso destino, gli adulti difendere le nuove generazioni e tornare a sia i ragazzini che i ricoverati riflettere sull’importanza dell’ambito sociale, comu- vengono riportati nel luogo del nitario e relazionale. trattamento obbligatorio, dai vigili o dalla polizia. O dalla famiglia. Collettivo Antipsichiatrico Antonin Artaud-Pisa Il secondo episodio riguardava mia figlia piccola. [email protected] Sette anni. Ora è in quinta, allora faceva la seconda www.artaudpisa.noblogs.org elementare. Erano un po’ di giorni che se ne tornava a casa nervosa, irritabile, gridava per niente. Però parlava. E diceva: è a scuola il problema! Sempre fermi. Sempre a scrivere. Sempre nel banco. Nem- meno più la ricreazione. La ricreazione è stare fermi nel banco a fare un disegno. Senza mai parlare! E se Trattamento io le osavo dire stai tranquilla, ci parlo io con le tue maestre, lei mi urlava non ti devi permettere, non ti permettere, tu non devi dire niente, non devi parla- re, è colpa tua se parli. Insomma, ero nella condizio- scolastico ne di non poter neppure parlare con le maestre dal clima repressivo che c’era a scuola, perché lei, dopo, temeva ripercussioni. obbligatorio Mi ricordo che anni fa, quando ancora mi dichia- ravo anarchico senza eufemismi, lessi un libro, L’e- di Piero Cipriano ducazione libertaria, di Joel Spring, un libro impor- tante, che ora ho sotto gli occhi, e ne rileggo la pre- fazione, del pediatra libertario Marcello Bernardi. È Chiusi tra le mura, incastrati dietro chiaro che l’educazione che le attuali maestre (dico maestre perché le insegnanti elementari sono pres- a un banco, per otto ore al giorno, soché tutte donne) somministrano (già, come un far- senza poter parlare. Quando la maco, come un’iniezione), a questi nostri ragazzini (che non salveranno mai il mondo, se continueranno scuola diventa il contrario di ciò che a essere educati così, cara Elsa Morante), è l’esatto educare dovrebbe essere. contrario di ciò che educare dovrebbe essere. Que- ste, per lo più, sono convinte di dover somministrare la conoscenza, ovvero una scorta di nozioni neces- Mentre stavo concludendo la revisione del mio li- sarie, obbligatorie, appunto, che sono il program- bro La società dei devianti, erano i primi del 2016, ma scolastico. Per riempire ste creature come fos- due episodi mi indussero a scrivere, per inserirlo nel sero contenitori, oggetti non soggetti in cui il sapere volume, un pezzo sulla scuola. Il primo era un fatto nozionistico si deve per forza depositare, fare loro di cronaca: due bambini cinquenni s’erano organiz- il pieno del carburante del sapere, insomma, e più zati per fuggire, sgattaiolare da scuola, e tornarsene sono pieni e meglio è. Ingozzarli. Hai studiato? Hai a casa. Me l’immaginai così poco entusiasti di rima- studiato tutto? Più hai studiato più prendi, da uno nere contenuti là dentro la loro aula – contenzione a dieci. E dopo, quando sarai lavoratore, più avrai ambientale più contenzione meccanica: incastrati studiato più prenderai, da mille a diecimila. nel banco e sopra la sedia per ore otto. Otto ore. È Infatti il meccanismo di selezione è efficace, per lo un orario di lavoro. Orario di ufficio, o di fabbrica, scopo non, appunto, di aiutare un individuo a diven- o di ospedale. Ecco che me li sono figurati, simili ai tare se stesso, no, ma per eliminare colui che non è

bambine e bambini 39 stato riempito a dovere, colui che non ha appreso sia il figlio, l’educando, e non la scuola, gli educato- nozioni a sufficienza. Chi, acriticamente apprende, ri. E porteranno a visita il figlio, e accetteranno la e ricorda, viene premiato. Ma lo scopo non è tanto diagnosi del figlio, e daranno farmaci o psicoterapie riempire il soggetto ragazzino anzi, l’oggetto ragaz- al figlio, e condanneranno il figlio a essere un preco- zino, di nozioni; il vero scopo è impartire le norme. ce malato in questa maledetta società in cui ognuno Scrive Bernardi che può essere anche tollerata la che non si adatta è un deviante. La scuola, con le re- diserzione all’apprendimento delle nozioni, ma non gole stupide e le insegnanti per lo più acritiche, non la diserzione all’adesione al regolamento: quello no. è adatta, paradossalmente, proprio per i ragazzini “Chi non assorbe le nozioni previste è un individuo più brillanti, intelligenti, divergenti, curiosi, critici: inutile”, scrive, “ma chi non rispetta le regole è un sono loro che soffrono di più le regole e le restri- individuo pericoloso”. zioni assurde, e si iperattivano, e si distraggono, e Dunque, è chiaro: l’obiettivo della scolarizzazione vengono stigmatizzati e designati e psicoterapizza- di stato, di questa scuola obbligatoria, è formare il ti. Viceversa si trovano meglio i ragazzini più docili, futuro lavoratore, e solo grazie a un metodo educa- anche meno brillanti (eh sì, purtroppo il patrimonio tivo tanto coercitivo, noioso, acritico, si può formare cognitivo di cui ognuno è dotato non è democratico), un cittadino disposto ad accettare un impiego mo- che saranno precisi, obbedienti, passivi, dapprima notono, noioso, ripetitivo, inutile. Allora l’educazione come scolari, e da grandi come lavoratori. tradizionale mi pare una scuola di adattamento, una Allora io ho sempre considerato Max Stirner, il scuola idonea a dissolvere la personalità. Pensata più individualista tra i pensatori anarchici, nonché non per farti diventare te stesso, ma per alienarti. colui che forse ha armato la mano di qualche anar- Ecco che mi torna in mente il lamento angoscioso chico bombarolo ottocentesco, una specie di guaio di mia figlia, quella sera di tre anni fa, prima di ad- per l’anarchia, piuttosto che il contrario. Ciò soprat- dormentarsi, abbracciata alla sorella: non mi sento tutto per L’unico e la sua proprietà, saggio (che con- più io, mi pare di non essere più me. Ecco: lei non è fesso di non essere mai riuscito a leggere fino alla iperattiva, non diventerà mai (spero) uno dei poveri fine, eppure ci ho provato, più volte) in cui auspica ragazzini marchiati ADHD, e trattati con anfetamine di sostituire allo stato un’unione di egoisti, ovvero che li avvieranno a un’infelice carriera di malati psi- un’organizzazione sociale di uomini liberi, dove sono chici. Forse anche perché ha una madre insegnante banditi sacrifici e astrazioni insensate come il benes- (e sì) e un padre psichiatra (eh), peraltro entram- sere della società. Insomma, un pensiero pericoloso, bi riluttanti e critici con il proprio mestiere, per cui vicino a un anarchismo menefreghista di destra. Io, abbiamo cercato delle risposte diverse (per esempio per esempio, non potrei certo conciliare il mio essere coinvolgere la sorella), e non la risposta di un tecni- uno psichiatra basagliano con il pensiero stirneria- co (un neuropsichiatra infantile, per esempio). no. Però ciò che scrive ne Il falso principio della no- Ma quanti altri genitori, rispetto a comportamenti stra educazione, invece, è davvero interessante. Qui del genere, saranno indotti a credere che il problema distingue tra uomini educati e uomini liberi. Ed è in questa differenza il problema della società moderna: in cui dominano grandemente gli uomini educati, a scapito degli uomini liberi. Chi sono gli uomini educati? Coloro che, grazie a scuola, famiglia, stato, hanno interiorizzato leggi, norme, regole, e dunque si sentono liberi ma solo nella misura in cui sono liberi di obbedire alle leggi in cui hanno imparato a credere. L’obietti- vo dello stato moderno, scrive Stirner, è met- terti un gendarme nel cuore. Lascio un attimo ciò che stavo scrivendo, mia figlia è appena tornata da scuola, è con la sua attuale amica del cuore, corrono e gridano e scalciano e si rotolano sui letti come pazze. Non oso dir loro di far piano. Ieri mi lasciò di sale quando la rimproverai di urlare troppo: “papà, insomma, ma lo sai che ho passato tutto il giorno a stare zitta!” Ecco, quello che accade nelle nostre scuole può essere riassunto dal titolo di un libro dell’anarchico Paul Goodman: Compulsory miseducation. È disedu- cazione obbligatoria.

Piero Cipriano

40 bambine e bambini I Senza Stato 6° rassegna multimediale d’arte e creatività

Alessandria, 13/16 giugno 2019 Laboratorio Anarchico PerlaNera, via Tiziano Vecellio 2

mangiare al PerlaNera con ottimi cibi e prez- zi modici), ci sarà il concerto con uno dei più Anche quest’anno, ad Alessandria, si terrà il interessanti esecutori delle canzoni di Faber, meeting multimediale di arte e creatività “I Carlo Ghirardato. senza stato”. Invitiamo tutti a partecipare con le proprie Come è consuetudine ormai da 5 anni, ci sarà opere teatrali, video, musica, arte grafica, anche il festival del canto anarchico popolare sculture, fotografie, poesie, ecc. per arricchire e d’autore, dove si esibiranno cori, cantauto- l’evento e dare vita a una rassegna dove la cre- ri, gruppi e cantanti di tutti i generi musicali atività e l’arte sono sinonimi di convivialità e (folk, rock, rap, jazz, ecc.); una rassegna ca- comunicazione. nora di un giorno intero, che ha come punto Vi chiediamo inoltre di mostrarci (anche via di riferimento l’arcipelago variegato, anche internet) le opere o almeno di darci le misure, da un punto di vista musicale, del pensiero e di fornirci il testo o il tema degli spettacoli. anarchico. Per ragioni organizzative, deve arrivarci tutto Il meeting è una proposta artistico-creativa, entro e non oltre domenica 7 aprile. una vetrina dove i creativi sono chiamati a Domenica 14 aprile, dalle ore 15,30 alle ore esporre, creare, esibire e condividere flash 19,30, nella sede del laboratorio anarchico sulle vite nascoste dei vilipesi, dei figli del la- PerlaNera, si terrà la riunione organizzativa strico, dei paria, dei reietti, degli anarchici e aperta a tutti per decidere il programma. In dei ribelli. quell’occasione sarà possibile vedere la veste Le opere, gli spettacoli teatrali, le performan- grafica del futuro manifesto e della brochure ce, le canzoni e le poesie sono interamente de- dell’iniziativa. dicate a quell’umanità che è senza stato per Per partecipare al festival del canto anarchico scelta (i ribelli e gli anarchici) o perché lo stato è necessario comunicarci i titoli delle canzoni li ha ridotti in miseria, li ha braccati, li ha spin- popolari e delle cover che si intendono canta- ti ai margini, li ha schiacciati. re, per evitare che diverse persone facciano lo Il programma non è ancora definitivo; possia- stesso pezzo. Preghiamo i partecipanti di con- mo dire, però, fin da ora che quest’anno la ras- tattarci il prima possibile. segna sarà dedicata al cantautore anarchico Fabrizio De André, per ricordarlo a 20 anni Tel.: 347 4025324 (Salvatore) dalla sua morte. Per questa ragione, sabato Fb: laboratorio anarchico perlanera 15 giugno alle ore 16, ci sarà la presentazio- E-mail: [email protected] ne del libro curato da Paolo Finzi che non ci sono poteri buoni. il pensiero (anche) anarchi- Salvatore Corvaio co di Fabrizio De André. La sera alle 21, dopo la cena (per tutti i giorni della rassegna si può Fatti & misfatti

Euromissili/ battuta definitoria: gli USA hanno un maniera del PCI, ma nel resto d’Euro- complesso militare-industriale deter- pa si manifestò anche nell’azione diretta Le lotte di ieri minante, l’URSS è (era) totalmente un nonviolenta del “Cruisewatching”, cioè sono ancora complesso militare-industriale… la vigilanza anti-Cruise (missili da cro- In terzo luogo – e questo ci tengo ciera) esercitata dai pacifisti nei “campi” attuali molto a sottolinearlo – ci fu anche la a ridosso delle basi in Germania, Gran pressione dal basso del grande movi- Bretagna, Belgio e Olanda. La decisione dell’amministrazione mento pacifista e antinucleare, che in Fu la mia rischiosa e costosa parteci- Trump, dichiarata l’11 febbraio scorso Italia si espresse essenzialmente con pazione (8 mesi di carcere preventivo) a all’ONU e ripresa simmetricamente da massicce manifestazioni alla classica questa straordinaria rete internazionale Vladimir Putin, di disdettare il Trattato INF (Trattato sulle forze nucleari a me- dio raggio installati sul suolo europeo) significa che in Europa stanno per tor- nare missili analoghi a quelli che ven- nero installati nei primi anni Ottanta a Comiso (Rg). Sto parlando dei famige- rati “euromissili” che hanno occupato, nell’impegno di lotta, i giorni e le notti di molti di noi che oggi hanno i capel- li bianchi: i missili nucleari, con gittata compresa tra 500 e 5500 km, che fu- rono schierati dagli Usa in Europa, in presunta risposta agli SS20 sovietici, durante la guerra fredda.

I motivi del trattato Domandiamocelo: cosa portò i capi di USA e URSS a firmare allora il Trat- tato INF, che aprì il più grande disarmo “quantitativo” della storia? Io penso a tre ordini di motivi. Per prima cosa, ebbe un ruolo la “strizza” (mi si passi il termine popolaresco) che li attanagliò quando si resero conto che la guerra nucleare avrebbe potuto scoppiare anche per er- rore dei computer di avvistamento (vedi il caso Petrov del 26 settembre 1983) o di calcolo sulle manovre militari (vedi quando l’esercitazione Able Archer, nel novembre 1983, venne scambiata per la copertura di un attacco NATO effetti- vo). In secondo luogo, pesò la decisione di Gorbachev, con la sua “Perestroika”, di non inseguire gli USA nella corsa al riarmo, di non rispondere agli USA mis- sile per missile e dollaro su dollaro nella gara alle spese militari che stavano uc- cidendo l’economia sovietica. Mi sem- bra illuminante in proposito la seguente

42 cronache di movimento che mi chiarì alcune di- della pace era fondata sul cosiddetto dell’Est), e infine gli armamenti strategici namiche essenziali della competizione “equilibrio del terrore”! per il confronto definitivo e globale. “atomica”, che ora tenterò di trasmettere Ad un certo punto però i gestori de- I missili Cruise di Comiso erano (e per sommi capi ai più giovani lettori di gli apparati atomici, non avendo, allora sono) appunto “armi di primo colpo” pro- questa rivista. come oggi, presente le conseguenze gettati non per una guerra nucleare glo- climatiche dell’uso delle armi nucleari bale, ma “di teatro”: il “teatro europeo”. Dagli anni ‘80 a oggi. (questo è un altro discorso che non ab- Possedevano (e possiedono) un motore Le dinamiche della biamo il tempo di sviluppare), comincia- che gli permette di volare a bassissima competizione atomica. rono a pensare, agendo di conseguen- quota e di controllare continuamente la Volente o nolente, la realtà del con- za, che “se sparo per primo e distruggo rotta; quindi erano (e sono) di difficile in- trasto ai missili Cruise di Comiso, e la subito tutte le tue capacità di risposta (i tercettazione da parte dei satelliti o dei collaborazione con gli altri “campi” in tuoi missili) prima che tu possa accor- sistemi radar basati al suolo. Con questo lotta in Europa, mi fecero capire che gertene, io potrei vincere”: la dinamica tipo di armi, colpire per primi senza es- la Mutua Distruzione Assicurata (MAD, del “first strike” (primo colpo) vincente! sere visti dal sistema di allerta avversario ossia la distruzione dell’attaccante e Ragionarono poi su una escalation diventa tecnicamente possibile! dell’attaccato in caso di utilizzo di ordi- dell’impiego delle armi nucleari, creando Per poter sparare senza essere indi- gni atomici) era ed è solo la preistoria gli strumenti tattici per il campo di battaglia viduati avevano bisogno di “punti di dis- della “deterrenza”; si fondava su una (da cui derivano le mini-nukes, bombe ato- seminazione” in cui nascondersi: e face- minaccia: “Se provi a colpirmi con un miche miniaturizzate), quelli per i confronti vano continue esercitazioni di notte con attacco nucleare subirai da me la distru- intermedi (ad esempio, i missili Cruise i loro convogli per raggiungere questi zione nucleare totale”. L’idea alla base dell’Europa dell’Ovest contro l’Europa punti. Come quello degli altri punti di re-

Nel 1983 la lotta contro gli euromissili, cui fa riferimento Alfonso Navarra nel suo scritto, raggiunse il suo apice. Gli anarchici ne furono tra i protagonisti, a partire da quelle e quelli di Comiso, Ragusa e siciliani/e in genere. Nell’estate 1983 centinaia di compagne/i andarono lì da tutt’Italia e anche dall’estero.

Nella pagina precedente: La prima pagina di un numero del mensile “Sicilia Libertaria” con uno degli slogan più fortunati “Americani andatevene” (in dialetto siculo).

A sinistra, in alto: Un comizio dell’anarchico ragusano Pippo Gurrieri, nella piazza Fonte Diana, a Comiso.

A sinistra, in basso: Un’immagine poco nitida di un momento di confronto tra le forze dell’ordine e i blocchi pacifisti e antimilitaristi davanti alla base missilistica di Comiso.

cronache 43 sistenza europei, molto più organizzati e stam, Nahed Hatta, Leone Ginzburg; numerosi, il minuscolo “Cruisewatching” solo per citarne alcuni sparpagliati per siciliano, in cui si distinse anche il noto spazio e per tempo. Fino ad arrivare al anarchico tolstoiano Turi Vaccaro - in numero più inquietante di tutti, l’unico questo momento in carcere a Palermo numero reale né positivo né negativo, per avere martellato l’antenna MUOS di finché si resta nella matematica: zero, Niscemi - fece comunque la sua parte come il numero di articoli che sono per ostacolare con blocchi nonviolenti stati scritti nei quotidiani e nelle riviste queste esercitazioni notturne dei missili italiane per Alaa Mashzoub. trasportati sui camion, scoprendo diversi Nessun media ha ritenuto necessario punti di disseminazione nella Sicilia con- Il poeta iracheno Alaa Mashzoub darne notizia. Nessuno, ma proprio nes- cepita come “il pagliaio in cui nascon- suno, si è preoccupato di lamentare la dere gli aghi-missili”: ad esempio la già tanti, per molti di questi e per molti altri situazione dei diritti umani laggiù, dove citata Niscemi e Vizzini Scalo. ancora si batteva Alaa. Uno ci riguarda: “laggiù” non indica l’Iraq, ma è metoni- Ne ho parlato ne La guerra nucleare il flaring. In Iraq si pratica fin dall’inizio mia di ogni distanza. spiegata a Greta (EMI, 2007): la capa- dello sfruttamento dei giacimenti di pe- Fabrizio Sani cità di individuare le basi-nascondiglio, trolio nel secondo dopoguerra. Senza inseguendo coraggiosamente e artigia- farla troppo lunga diciamo che con l’e- nalmente (bici e walkie-talkie bastavano strazione del petrolio si estrae anche un per le strette strade di Ragusa e dintor- gas, in proporzioni di 800m³ di gas per Francia/ ni) i mastodontici convogli nucleari, va- ogni metro cubo di petrolio. Il flaring è la nificò la principale caratteristica tecnica pratica criminale di bruciare questo gas I gilet gialli: del sistema d’arma. in cielo, producendo un terribile inquina- illusione o Sono convinto che i Cruise vennero ri- mento dell’aria che ogni giorno Alaa e i mossi anche per questa attività antimilita- suoi concittadini respiravano. Una delle disillusione? rista e pacifista basata sull’azione diretta. aziende multinazionali che estrae petro- lio con questa pratica si chiama Ente Il movimento dei gilet gialli in Francia è Alfonso Navarra Nazionale Idrocarburi, Eni s.p.a. apparso, quasi all’improvviso, nel novem- Era poeta, scrittore e giornalista, con bre dell’anno scorso. Fin dall’inizio sem- venti libri all’attivo e vari premi e ricono- brava non avere direttrici politiche chiare. scimenti ottenuti. Si era schierato aper- Tre mesi dopo, a prescindere dall’azione Irak/ tamente contro la corruzione negli orga- dei media, che mirano tutti a screditarlo ni istituzionali del paese, il controllo mili- con ogni mezzo, rimane una sola linea Alaa Mashzoub, tare statunitense e le milizie filo-iraniane. davvero comune, che a prima vista sem- poeta assassinato Vittima delle sue più recenti critiche era bra essere contraddittoria: la diminuzio- stato l’ayatollah Ruhollah Khomeini, le- ne delle tasse e il ripristino dei servizi ader della rivoluzione iraniana. Questo amministrativi e sociali di prossimità. È ormai di qualche settimana, eppu- il suo ultimo post su Facebook in riferi- Eppure il movimento va avanti, nono- re ancora nuova, la notizia della mor- mento proprio a Khomeini: “Ha passato stante i sindacati non lo seguano, i partiti te a Kerbala del poeta iracheno Alaa 13 anni in Iraq e poi ha fatto la guerra politici si inalberino, nonostante un vorti- Mashzoub. È stata una morte innatu- al paese del suo esilio”, dove riecheggia ce di rivendicazioni eterogenee, scaturite rale: ucciso in un piccolo vicolo vicino lo stesso numero dei proiettili sparati su dal cuore stesso del movimento. I media alla sua abitazione, dove stava rientran- Alaa. Questa è una delle molte teorie dicono che sia composto da monarchi- do con la sua bicicletta dall’assemblea che continuano a susseguirsi sulle ra- ci, fascisti, anarchici e estremisti di sini- settimanale dell’“Unione degli scrittori gioni e i mandanti del suo omicidio. stra… Forse dimenticano che in realtà, di Kerbala”. I sicari non hanno smesso Di certo c’è solo che, secondo un per la maggior parte, i suoi membri sono di sparare nemmeno quando è caduto rapporto di Al Jazeera, dal 2003 ad oggi persone che non avevano mai fatto poli- a terra e la bicicletta gli è crollata sul sono più di 500 gli scrittori e intellettua- tica prima. Una parte notevole di queste corpo, corpo dove sono stati trovati tre- li uccisi in Iraq. Alaa è solo un numero, persone sta piano piano perdendo gli dici proiettili. Sono tanti tredici proiettili. probabilmente non fa nemmeno cifra strumenti economici, culturali, educativi Sono tanti se sei un poeta, un contabile tonda. Un numero qualsiasi come i 13 e tecnologici per poter decidere della o un pugile. Sono tanti anche se sei un proiettili di piombo, i 69 anni di vita che propria vita. cane, un cinghiale o un cervo. spera di raggiungere un iracheno, i 50 Alaa è nato nel 1968 ed è morto anni spesi a scrivere 20 libri d’amore di Il referendum la sera del 2 febbraio 2019: aveva 50 morte e di disobbedienza per poi morire di iniziativa popolare contro anni. Secondo le aspettative di vita in di apatia, gli 800m³ di gas che bruciano il Grande Dibattito Iraq, gliene rimanevano 19 da vivere. In nei cieli di Kerbala. Il movimento dei gilet gialli ha fatto Italia l’aspettativa di vita sta arrivando a Il numero smisurato di pagine che sorgere l’idea del referendum d’iniziativa 84 anni, è cresciuta di cinque anni negli servirebbero a scrivere tutti i nomi degli popolare (in francese RIC). Secondo i ultimi venti. In Iraq negli ultimi vent’anni intellettuali ammazzati come lui, prima suoi sostenitori si tratta di una rivendica- è cresciuta di cinque mesi. I motivi sono di lui: Ken Saro-wiwa, Osip Mandel- zione molto simile alle «votazioni popo-

44 cronache lari» organizzate in Svizzera. Il governo avere elementi di base, in modo che la Aziende. Lo Stato, quindi, nella sua con- ha subito contrattaccato, proponendo discussione abbia un senso per coloro tinuità, non è mai stato meglio: è sempre quello che definisce il Grande Dibattito che vi partecipano. Ebbene, chi parla del meno sociale e sempre più repressivo. e che, da metà gennaio 2019, occupa ruolo dei tecnocrati, del profitto, del va- I malfunzionamenti generano la pau- ormai uno spazio notevole nei media e lore etico e culturale degli oggetti che ci ra di perdere il lavoro, e altre paure più nelle discussioni politiche. Ebbene, il vengono dati da consumare, della scelta astratte, come la paura dell’altro, per referendum e il Grande Dibattito hanno dello stile di vita che ci viene imposto? esempio dello «straniero». almeno un punto in comune: non si in- Tanto per dare un esempio, in Francia I malfunzionamenti sono politici, di- terrogano su cos’è la democrazia. diventa sempre più difficile vivere in cam- pendono dalle istituzioni, dalle aziende, Prima di tutto, il Grande Dibattito vuo- pagna, e i gilet gialli criticano, a ragione, dalle organizzazioni che ci opprimono, le permettere «a tutte e a tutti di discute- la «desertificazione» degli entroterra, la ma la generalizzazione all’insieme della re le questioni essenziali per i francesi» mancanza di trasporti pubblici, di medici, società permette al Potere di spostare e, per cominciare, sono state nominate di scuole, e via dicendo. Una discussione la lotta su un altro terreno, questa volta cinque personalità, in qualità di «garan- sulla vita in ambiente rurale o semi-rurale apolitico, quello della paura, della psico- ti»; la fine del dibattito è stata fissata al costringerebbe, però, a prendere in con- logia individuale e collettiva. Tutto avvie- 15 marzo e i risultati saranno resi noti to, tra l’altro, il capitalismo di mercato, il ne a livello delle folle dominate dalle in- ad aprile; infine, sono state annunciate ruolo dell’urbanizzazione nel sistema ca- formazioni allarmiste fornite dai media... e delle garanzie: trasparenza, pluralismo, pitalista, la capacità di rinunciare ai van- ritrasmesse dai gilet gialli; le basi del Po- inclusione, uguaglianza, rispetto della pa- taggi offerti dalle grandi città, e quindi a tere, che è all’origine di quei malfunziona- rola, e la più strana di tutte, neutralità. Il criticare tutta l’architettura politica, socia- menti, non sono contestate. Avanziamo dibattito in questione, e per il quale il pre- le e culturale di questo paese. verso una lotta per la semplice soprav- sidente ha molto maldestramente fissa- Il referendum, insomma, propone di vivenza, per un lavoro a ogni costo, per to quattro punti fondamentali (ecologia, esprimersi su temi superficiali, mentre in uno «status sociale», contro l’altro che fiscalità, democrazia e organizzazione questo paese non riflettiamo più, ormai «minaccia» il nostro «tenore di vita», ecc. dello Stato), restringendo così il campo da decenni, ai problemi fondamentali del- Quando i malfunzionamenti si allar- delle discussioni possibili, si presenta fin la libertà, dell’autonomia degli individui e gano a tutto il corpo sociale e nessuno da subito come un semplice esercizio di delle collettività, ecc. A che cosa serve li analizza per quello che sono, ossia una stile, che deve quindi rimanere «neutro». parlare di superficie, quando la società si strategia del Potere, allora, vuol dire che Forse bisogna dedurre che sono bandi- sta incancrenendo in profondità? i malfunzionamenti... funzionano perfet- te le opinioni estreme. Quindi, lo Stato tamente! I Francesi hanno paura del fu- «dà» la parola perché sa già che non sarà Malfunzionamento turo e non sviluppano un’analisi radicale per niente sovversiva. Tra l’altro, i cinque uguale longevità del presente; il Potere può allora dormi- garanti devono controllare che i dibattiti Sia il referendum sia il Grande Dibat- re sonni tranquilli. si inscrivano effettivamente in un quadro tito mettono in luce i malfunzionamenti Referendum o Grande Dibattito sono che va restringendosi ogni giorno un po’ della Francia, che sono nel mirino an- le due facce della stessa bugia libera- di più, sotto l’effetto della copertura me- che dei gilet gialli. Ebbene, quei mal- le e democratica. Questo non significa diatica delle violenze durante le manife- funzionamenti sono la miglior strategia certo che i gilet gialli siano un movimen- stazioni settimanali. Lo Stato dà la parola del Potere per mantenere il controllo. to senza importanza, ma se vogliamo e fa di tutto per limitarla drasticamente Potrebbe sembrare una strategia di- trasformarlo in autentica contestazione – in Francia questo movimento non è sperata, ma non è così, perché stiamo politica, allora la strada è ancora lunga. nuovo, risale almeno al quinquennio pre- parlando di uno Stato che abbandona sidenziale 2007-2012. molte delle sue prerogative, cedendole, Philippe Godard Il Grande Dibattito non è l’occasione in particolare, alle Banche e alle Grandi traduzione di Gaia Cangioli per discutere della legittimità o meno della violenza delle forze dell’ordine e, ancor meno, del rapporto tra legalità e legittimità, che pure è fondamentale per ogni Stato. Anzi, proprio perché è un BENVEN(d)UTA! fondamento dello Stato, non è il caso di rimetterlo in discussione. Per contrastare il Grande (falso) Di- NUOVI PUNTI battito, i gilet gialli nutrono la speranza di poter far cambiare le cose grazie a un referendum che darebbe finalmente la VENDITA DI “A” possibilità al popolo di esprimersi. Non parliamo del senso in cui le cose cam- Firenze bierebbero, perché potrebbero andare verso un ordine piuttosto autoritario, ma Parva Libraria, via degli Alfani 28 r soffermiamoci piuttosto sul fatto stesso L'elenco completo dei punti vendita, in Italia e all'estero, si può trovare di potersi esprimere. sul nostro sito: www.arivista.org/punti-vendita-44 Esprimersi in politica presuppone

cronache 45 9999 fine pena mai a cura di Carmelo Musumeci

Il sogno suicida di un ergastolano

La notizia che un ergastolano di 58 anni si è sui- cidato nel bagno della sua cella, nel circuito Alta sicurezza, mi ha fatto ricordare quando anche io pensavo di farla finita. Gli uomini ombra (così si chiamano fra loro gli ergastolani) condannati alla “Pena di Morte Viva”, (così è chiamata la pena perpetua) che hanno scrit- to nel loro certificato di detenzione fine pena: anno 9999, sanno che solo la morte li può liberare. Per questo non c’è un ergastolano che non pensi tutti i giorni e tutte le notti di togliersi la vita, per poter così uscire dal carcere. Chi non ha il coraggio di suicidarsi, sogna di farlo. Anch’io per un quarto di secolo l’ho sognato spesso.

Decido di aspettare la mezzanotte. Non c’è fretta. Presto andrò in mezzo al nulla. Questa è l’ultima notte della mia vita. E posso fare le cose con calma.

Intanto la notte comincia a scendere. Ma il tempo sembra fermo. I secondi sembrano ore. E passano scanditi dai battiti del mio cuore. Nel frattempo il buio s’infittisce sempre più. E un velo di tristezza mi cala sugli occhi. Col passare dei secondi sento crescere sempre più il desiderio di farla finita. Forse non è l’unica scelta che ho, ma in questo mo- mento non riesco a vederne altre.

Poi annuso l’aria. Odora di tristezza. Mi viene in mente che questa è l’ultima aria che respiro in questa vita. Alzo gli occhi al cielo. E lo abbraccio. Mi accorgo che è sgombro di nuvole. E le stelle sembrano coriandoli. A un tratto la luna illumina le sbarre della mia fi- nestra. E subito dopo il mio viso. Allungo le mani oltre le sbarre.

46 carcere E provo un senso di libertà. E mi colpisce un vortice di pensieri. Penso che sia una bella serata per morire. Sono ancora in tempo per ripensarci. Sembra che la morte mi chiami. Posso ancora tirarmi indietro. O forse sono io che chiamo lei. E scegliere di vivere. Chiudo gli occhi, per un tempo che mi pare lun- Io però voglio morire. ghissimo. Per farmi coraggio ripeto a me stesso che non voglio Poi li riapro. invecchiare stanco e ammalato, murato vivo fra Mi passo una mano sui capelli. quattro mura. E penso che domani sarò in un altro posto. Non voglio dare questa soddisfazione all’Assassino Sarò in un altro mondo. dei Sogni (il carcere come lo chiamo io). Sarò nell’aldilà. Preferisco morire piuttosto che vivere un’esistenza Probabilmente sarò all’inferno. senza vita.

Poi mi allontano dalla finestra. Rilasso i muscoli. Afferro con le mani la mia tristezza. Trattengo il fiato. Alzo il materasso. Mi rivolgo al mio cuore: Prendo la corda che ho tessuto con il lenzuolo. - È ora di andare. E la lego alle sbarre. Poi apro le braccia. Prendo lo sgabello. Lascio andare il mio cuore. Ci salgo sopra. Do un calcio allo sgabello. Controllo il nodo scorsoio. E riesco a pensare che ormai è troppo tardi per È perfetto. ripensarci. E me lo infilo in testa. Poi avverto un forte dolore. Sono pronto. Come se dentro di me qualcosa si strappasse. Non lo è però il mio cuore. I muscoli del collo mi si contraggono. E mi metto a fissare un punto davanti a me nel I polmoni iniziano ad annaspare cercando aria. cielo. Le gambe a tremare. Nel frattempo il mio cuore inizia a parlarmi: La vista mi si offusca. - Vigliacco… E capisco che ormai sono più vicino alla morte che È arrabbiato. alla vita. - Da quando sei nato, hai sempre lottato per soprav- vivere… Il mio cuore però non vuole sapere di smettere di E incomincia a rimproverarmi. battere. - Adesso invece ti stai ammazzando da solo. E di morire. A battere da una parte all’altra. Per questo tenta di convincere i polmoni a conti- - Figlio di puttana. nuare a respirare. Con disperazione. E cerca di sopravvivere ancora qualche istante. - Perché mi vuoi fare morire? Poi si rassegna. E ira. E inizia a perdere i colpi. - Che ti ho fatto di male? Prima uno. Probabilmente batte così forte perché sa che questi Poi un altro ancora. sono i suoi ultimi colpi. E un altro ancora. Subito dopo cade in un vuoto nero. Sono in debito con il mio cuore. Profondo. - Mi dispiace più per te che per me… È una vita che mi sostiene. Io non voglio lasciarlo. - Ma in carcere per essere libero, devi sapere perde- E il mio cuore non vuole lasciare me. re… Alla fine ci convinciamo tutte e due. Provo a consolarlo: Io vado da una parte. - Contro la pena dell’ergastolo non puoi vincere. E il mio cuore dall’altra. E a convincerlo che la mia sia la scelta giusta. - E soprattutto non voglio passare gli ultimi anni del- Poi mi sveglio e mi accorgo purtroppo di essere la mia vita in una lurida cella. ancora vivo. Poi inizio ad accarezzarlo. - Fra la libertà che ti dà la morte e la non vita che ti Carmelo Musumeci offre il carcere… A sussurrargli parole dolci: - Scelgo di morire.

Respiro a fondo.

carcere 47 Pubblica riflessione con dibattito, organizzata dalla BLAB (Biblioteca Libertaria Armando Borghi) di Castel Bolognese, in collaborazione con l’Assemblea degli Anarchici Imolesi, la Biblioteca Comunale “Luigi Dal Pane” e il MCE (Movimento di Cooperazione Educativa-Gruppo territoriale di Ravenna). Sabato 18 maggio 2019 - Castel Bolognese Teatrino del Vecchio Mercato, Via Rondanini 19 EDUCAZIONE - ARTE - ANARCHIA Inizio dei lavori, ore 9,30 Andrea Papi Una convergenza affascinante – L’educazione alla libertà arricchita dall’esperienza artistica Francesco Codello La costanza dell’arte nelle esperienze libertarie dell’educazione Sara Honegger Il gioco della traccia nel closlieu Franco Bun uga - Redazione di ApARTe Anarchica è l’arte e verso l’anarchia va la storia Giulio Spiazzi Kether e Progetto di educazione libertaria I Saltafossi La Libertà di Creare – Arte, motore di esperienze nelle scuole libertarie. Lucilla Salimei Scuola e ricerca sul territorio per capire, per fantasticare, per fare insieme un film

Interventi dal pubblico

Esperienze laboratoriali pomeridiane nel Chiostro del Comune Libertà di creare a Kether Laboratorio creativo Merzbau Assaggi di creatività proposti da ApARTe, semestrale di materiali irregolari di cultura libertaria Libertà vo’ cercando...

Dietro richiesta potrà essere fornito un attestato di partecipazione. Chi vorrà ulteriori informazioni potrà farlo inviando una richiesta a: [email protected] dibattito anarchismo La crisi della democrazia

di Franco Bertolucci

In tutta Europa (e non solo) il sistema politico fa acqua. Nazionalismi, mito dell’ordine, errori della sinistra parlamentare prefigurano scenari foschi. Editore e attivista libertario, Bertolucci propone una rivisitazione del concetto di democrazia. D’altra parte anche Malatesta, secondo lui...

l 23 e 26 maggio milioni di cittadini europei sa- I ricchi sono sempre ranno chiamati alle urne per eleggere il nuovo più ricchi... Iparlamento europeo. Mai come in questo mo- mento storico l’Unione Europea è messa in discus- La democrazia rappresentativa, è noto, è in cri- sione e con essa lo è anche l’idea della democrazia si da molto tempo nelle società avanzate e i “riti” rappresentativa: da una parte tecnocrati, banchieri elettorali e le “riforme” mancate di questi anni non e finanzieri che la pensano solo in termini specu- sono riusciti ad arginare questo declino che sembra lativi; dall’altra parte sovranisti, nazionalisti, euro- inesorabile. È una crisi di vaste proporzioni che si scettici, xenofobi, identitari, islamofobici sempre più alimenta, ovviamente, della recessione economica aggressivi, l’un altro armati contro tutti, avanzano di quest’ultimo decennio che accentua le sperequa- come un esercito contro la democrazia, ritenendola zioni sociali e le tensioni internazionali mai sopite il male generatore di quei “mostri” che minano l’in- con guerre, terrorismo e distruzioni. Inoltre, come dipendenza, la sicurezza, la ricchezza, la “tradizione” non poter accennare alla crisi ambientale e ai flus- e il mito di un’Europa “bianca” e “cristiana”, che per si migratori dal sud del mondo che mettono in di- inciso esiste solo nelle loro teste. scussione i delicati equilibri geo-politici del vecchio Si arriva anche, in alcuni casi estremi, a ripesca- continente? Per capire dove va il mondo basta citare re l’idea del Volk e l’ideologia völkisch1 che nacque l’ultimo rapporto di Oxfam presentato qualche tem- in Germania a cavallo dei secoli diciannovesimo e po fa, alla vigilia dell’apertura del Forum economico ventesimo. Una corrente di pensiero formatasi a mondiale di Davos: ventisei super miliardari si spar- causa del ritardo del processo di unificazione na- tiscono da soli un reddito pari a quello di 3 miliardi zionale e che contribuì a comporre un movimento e 800 milioni di poveri (su 7,6 miliardi di persone nazional-patriottico che fondò la sua ragion d’esse- sulla Terra), i ricchi sono sempre più ricchi, i poveri re nella ricerca di un “radicamento”, nell’esaltazione sempre più poveri. del mondo rurale e nella negazione del progresso e Che ruolo ha il governo giallo-verde e qual è la dell’industrialismo: quindi si orientò fin dall’inizio, sua filosofia politica di fronte a questo contesto na- più o meno esplicitamente, in un senso antisemita, zionale e internazionale? A seguire il fiume di paro- identificando l’ebreo con la moderna società indu- le che i due leader dell’attuale coalizione sciorina- striale che sradica il contadino. Sappiamo poi come no quotidianamente – dai social media alla televi- questo retroterra culturale sia stato fondamentale sione – si coglie subito un elemento comune assai nella genesi e nello sviluppo del nazismo. preoccupante: entrambi, utilizzando con maestria

dibattito anarchismo 49 la comunicazione e con un’attenta manipolazione ha sentenziato che “in Italia, la burocrazia – leggasi delle informazioni, tendono a esaltare e a spettaco- la democrazia – è una cosa spaventosa, che ostacola larizzare le emozioni suscitate dagli eventi al fine di tanti italiani che si rimboccano le maniche la matti- provocare una costante “mobilitazione” del proprio na. Ci vorrebbe una dittatura democratica come ne- “popolo”. Quest’ultimo è sempre osannato come il gli Stati Uniti, per cui chi vince le elezioni comanda “sovrano” dell’attuale potere, i cui unici interpreti davvero, fino a nuove elezioni”2. legittimi sono i due leader che si contrappongono, Ascoltando gli argomenti di Salvini o Di Maio, i con pose istrioniche, alla “politica dei vecchi partiti” loro giri di parole sulla patria, la difesa dei confini, e allo stesso parlamento. l’ordine e la pulizia, morale e materiale, della nostra In questa operazione vengono utilizzati simboli e società, ecc. e vedere la loro “popolarità” crescere gesti che stanno iniziando ad assurgere a rituali li- ogni giorno sempre di più, ci induce a pensare che turgici buoni a soddisfare le aspettative del proprio forse essi costituiscono la punta di un iceberg che pubblico: le “divise” e i “selfie” del ministro dell’in- affonda le sue radici culturali e politiche nella pro- terno, i “balconi” e le “passeggiate” del ministro dello fondità della società italiana e quello che sta spun- sviluppo economico, del lavoro e delle politiche so- tando è un blocco economico e sociale che si alimen- ciali, ecc. Non è un caso che, come hanno sottoline- ta di un profondo rigurgito di “egoismo moralistico”, ato diversi osservatori, di volta in volta la loro reto- di “orgoglio nazionalistico”, di malcelato “razzismo” rica nazional/populista/sovranista enfatizzi il clima misto a un diffuso bisogno di “autorità”, di un “capo di “emergenza”, vuoi sulla questione dei migranti o energico che guidi la nazione”, una realtà che vie- su quella della securitate, o rivendicando il lavoro e ne da lontano della nostra storia novecentesca. In le case solo per gli italiani, diffondendo così inevita- questo senso vanno lette le iniziative della Lega che bilmente una cultura generalista e populista tutta scende in piazza a Torino con Confindustria, PD, declinata sul nazionalismo, il razzismo, il sessismo, Forza Italia e Casapound in difesa del TAV, mentre il meritocratismo sociale, ecc. i 5 Stelle tirano la volata ad altri settori, tipo quel- Sulla questione dell’immigrazione giocano soprat- li della green-economy, ritenuta da molti l’ultima tutto di rimessa, rilanciando in modo spettacolare, sponda del capitalismo. perché è un messaggio facile ed efficace per l’analfa- betismo politico generalizzato. La solita logica della Ma la sinistra ha rinunciato guerra tra poveri, quale strumento di distrazione di massa e investimento sul rancore sociale. alla trasformazione sociale Entrambi i leader delle due formazioni poi allu- Questa situazione si è sviluppata nel nostro Pae- dono, nei propri discorsi, alla necessità di supera- se grazie anche agli errori commessi dalla “sinistra” te questo modello di “democrazia rappresentativa”, parlamentare, che, ad esempio, sull’immigrazione per Salvini – che non scordiamocelo guida un parti- e sui temi securitari ha sempre rincorso la destra, to condannato a risarcire lo stato per 49 milioni di introducendo la politica dei flussi che già aveva in euro, denari trafugati dai suoi mentori – la democra- sé il germe della discriminazione, scelte politiche poi zia è un optional da utilizzare nei rituali elettorali, completate dalla legge Turco-Napolitano che istituì tanto che un suo fan, Flavio Briatore, recentemente i CPT e ispirò la Bossi-Fini. Questo brodo di coltu-

Tutte a destra le principali organizzazioni e partiti di destra in Europa

Riportiamo un elenco delle principali organizzazioni e partiti di destra con consistenza e storie a volte molto diverse l’una dalle altre presenti in Europa

Austria: Partito austriaco delle libertà (FPÖ Freiheitliche Partei Österreichs); Belgio: Partito nazionalista fiammingo (Vlaams Belang); Bulgaria: Unione nazionale attacco (Nacionalen Săjuz Ataka); Cipro: Fronte popolare nazionale (ELAM Ethnikó Laikó Métopo); Croazia: Partito Croato dei Diritti (HSP Hrvatska stranka prava); Danimarca: Partito del popolo danese (DF Dansk Folkeparti); Estonia: Partito dell’Indipendenza Estone (Eesti Iseseisvuspartei); Francia: Raggruppamento Nazionale (RN Rassemblement national ex Front National); Germania: Alternativa per la Germania (AfD Alternative für Deutschland); Grecia: Alba Do-

50 dibattito anarchismo ra discriminante ha preparato così il terreno per le Molti anni fa, poco dopo la fine della Seconda estreme conseguenze leghiste-pentastellate, tanto guerra mondiale, la Giunta comunale di Pisa volle che persino l’attuale ministro dell’interno ha ringra- portare un proprio segno di solidarietà all’anziana ziato Marco Minniti, ex ministro dell’interno ed espo- anarchica ed ex leader delle “fabbrichine” [leggi tes- nente del PD, per il suo precedente operato. sitrici] pisane, Priscilla Poggi, in quel tempo, al ter- La “sinistra”, in generale, sembra oggi non accor- mine dei suoi giorni, ricoverata all’ospizio di via Ga- gersi bene di ciò che sta accadendo, si affanna dietro ribaldi. La Giunta, con a capo il sindaco Italo Barga- a slogan stantii, si aggrappa a una pretesa necessità gna – ex repubblicano passato alle file del PCI –, nel di “cultura della legalità”, alla Carta Costituzionale rendere l’ultimo saluto alla “Luisa Michel” pisana e ai principi fondatori dell’Unione Europea dimen- le rivolse più o meno queste parole: “Cara Priscilla, ticandosi che, entrambi, nascono da compromessi devi essere fiera della tua vita e per quante sofferen- al ribasso che hanno imposto un’idea di democrazia ze hai subito per la tua coerenza politica, devi esse- basata su ideali e forze ispirati a modelli liberali fun- re oggi contenta che abbiamo sconfitto il fascismo, zionali solo all’organizzazione capitalista. cacciata la monarchia e conquistata la democrazia”. La “sinistra”, quella riformista e democratica, ha L’anziana libertaria volgendo il viso verso i suoi vi- rinunciato da decenni a qualunque ipotesi di trasfor- sitatori, alzando la mano e indicando con l’indice il mazione della società, anche se graduale, abbando- capo della delegazione, rispose istantaneamente con nando l’idea che la democrazia in qualche modo sia voce ferma: “Toh!, mica quella proletaria!”. connessa all’idea stessa di socialismo. Eppure, nella In questa breve risposta della rivoluzionaria pisa- storia del movimento operaio – socialista o libertario na stanno due concetti fondamentali: l’appartenenza che sia – l’idea di una società costruita dal basso, nel di classe e la concezione socialista della democrazia. senso più ampio possibile, e democratica di tipo con- Nel senso che per Priscilla non poteva esistere altra siliare è sempre stata, nel bene e nel male, nel DNA forma di democrazia che quella socialista, mentre della teoria rivoluzionaria. Un’idea di democrazia quella borghese non era altro che una forma politica che si è sempre opposta a quella liberale3. Intendia- di rappresentanza del dominio della società capita- moci, in questa corrente non sono compresi ovvia- lista, cioè di una società basata sull’ingiustizia, la mente coloro che anche a sinistra hanno in passato violenza e la discriminazione di classe anche se più o abiurato i principi della democrazia per imporre un meno diluite in forme di Welfare State. Va inoltre ri- “socialismo di stato” che poi di fatto si è ben presto cordato che quella generazione di rivoluzionari aveva trasformato in un “capitalismo di stato”. ben chiaro il rapporto fra etica e politica: un legame forte inscindibile che univa gli ideali e i valori di una Come disse società libera egualitaria con una prassi, quella po- litica, che doveva essere coerente ed efficace nell’at- Priscilla Poggi tuazione di quei principi. E va infine aggiunto che C’è un aneddoto nella storia popolare pisana che nella tradizione libertaria, la “democrazia” – intesa vale la pena ricordare per far capire questa differen- come affermazione di un processo rivoluzionario dal za concettuale tra la democrazia liberale e la demo- basso – non poteva essere disgiunta dal concetto di crazia socialista. libertà integrale e dalla necessità di eliminare ogni

rata o più correttamente Lega Popolare-Alba Dorata (Laïkós Sýndesmos-Chrysí̱ Av̱ gí̱); Italia: Casa Pound, Forza nuova e Lega; Lettonia: Alleanza Nazionale (NA Nacionālā Apvienība); Lituania: Ordine e Giustizia (TT Tvarka ir teisingumas); Malta: Movimento dei patrioti maltesi (Moviment Patrijotti Maltin); Olanda: Partito per la Libertà (Pvv Partij voor de Vrijheid); Polonia: Diritto e Giustizia (Pis Prawo i Sprawiedliwość); Portogallo: Partito Nazionale Rinnovatore (PNR Partido Nacional Renovador); Repubblica Ceca: Alba - Coalizione Nazionale (Úsvit – Národní koalice); Romania: Partito Grande Romania (PRM Partidul România Mare) e Nuova Destra (Noua Dreaptă); Serbia: Partito Radicale Serbo (CPC-SRS Српска pадикална cтранка); Slovacchia: Partito Popolare Nostra Slovacchia (LSNS Ľudová strana Naše Slovensko) e Par- tito Nazionale Slovacco (SNS Slovenská Národná Strana); Spagna: Vox; Svezia: Svedesi Democratici (Sverigedemokraterna); Ungheria: Unione dei Giovani Democratici (Fidesz Magyar Polgári Szövetség) e il Movimento per un’Ungheria Migliore (Jobbik Magyarországért Mozgalom). In ultimo va anche citato United Kingdom Independence Party, noto ai più come Ukip, il partito che ha promosso in Inghilterra il referendum sull’uscita dall’UE del Regno Unito. a cura di F.B.

dibattito anarchismo 51 forma di potere di classe e di stato residui delle vec- è sovrano” è un sovrano da commedia, uno schiavo chia società. con corona e scettro da cartapesta, ma il credersi Su tale questione, però, è bene riflettere un po’ libero anche senza saperlo val sempre meglio che il di più perché oggi non siamo certamente all’alba di sapersi schiavo ed accettare la schiavitù come cosa una rivoluzione proletaria, e i venti che attraversano giusta ed inevitabile5. l’Europa tendono a far intravedere l’affermazione di tendenze e regimi che mettono in discussione sem- Malatesta confidava nella natura umana, nel- pre di più le libertà acquisite e i diritti civili di alcu- la volontà rivoluzionaria e nel principio pedagogico ne minoranze, etniche e non, di gruppi di lavoratori dell’esempio, con cui la nuova società fondata sul- come quelli precari o i disoccupati, di gruppi sociali la libertà avrebbe dovuto affermarsi in contrappo- più deboli come i migranti e/o di gruppi di genere sizione al vecchio mondo autoritario. Compito degli e/o lgbt. Per cui, quello che veramente conta oggi è anarchici, per Malatesta, era dunque quello di difen- il diffondersi preoccupante di un “discorso” discrimi- dere ed estendere tutte le libertà e nella fase transi- natorio e razzista. toria dal vecchio regime alla nuova società – dove le varianti politiche e sociali sarebbero potute essere Difendere ed estendere la libertà molte – gli anarchici avrebbero dovuto restare tali “prima, durante e dopo la rivoluzione” mantenendo Certo, nessuno ha dubbi sui caratteri falsi, illu- al massimo le proprie capacità di influenza morale e sori, fallaci della “democrazia” e della “libertà” così politica sulle classi subalterne. come le abbiamo conosciute in Occidente nell’ultimo Fugando dall’orizzonte dell’anarchismo ogni ipotesi mezzo secolo, e poco tempo fa su questa rivista An- che contemplasse l’imposizione di una scelta autori- drea Papi ha ben ricordato la natura della democra- taria, ma confidando invece nello spontaneismo delle zia liberale e i suoi miti ingannatori4. La messa in classi subalterne liberate dalle catene della schiavitù, discussione di questi miti liberali e democratici bor- l’anarchia avrebbe dovuto affermarsi gradualmente, ghesi è sempre stato uno dei fondamenti della criti- nella misura in cui le idee di libertà e di eguaglianza ca libertaria. Questi principi, democratici borghesi, fossero divenute un patrimonio comune. oggi sono oggetto delle polemiche e degli attacchi dei Questo in sintesi il pensiero di Malatesta di fronte nuovi movimenti sovranisti/nazionali/populisti e alla crisi del liberalismo e all’avanzata del fascismo, dei loro nuovi leader, basta vedere ad esempio quello ma oggi – dopo più di 70 anni di democrazia – a che sta accadendo in Ungheria e in Polonia. leggerle con attenzione queste parole manifestano Secondo il mio modesto parere sarebbe necessa- ancora una loro forza morale da cui prendere spun- rio riprendere urgentemente a parlare del vero signi- to per resistere con una nuova “insorgenza delle co- ficato della “democrazia socialista”, e non aver pau- scienze” che stimoli il consolidarsi di un’opposizio- ra di difendere la libertà, ogni libertà, anche quelle ne concreta alle nuove destre nazional/populiste/ della cosiddetta “democrazia liberale” in senso lato, sovraniste. per contrastare la tendenza all’autoritarismo e alla violenza che sempre più si stanno affermando. Non Franco Bertolucci si tratta di fare un fronte comune con forze politi- che che oggettivamente sono già da anni dall’altra 1 Oggi in Europa esistono correnti e organizzazioni culturali e parte della barricata; i riformisti facciano i riformisti politiche che teorizzano l’etnonazionalismo, una sorta di fede- e i rivoluzionari siano conseguenti alle loro scelte, ralismo etnico, forma modernizzata del nazionalismo etnico e ma oggi è necessario essere coscienti che ogni pur dell’ideologia völkisch. Tale ideologia assegna la priorità alla piccolo spazio di libertà perso – ottenuto con tanti tutela del Volk, inteso come “comunità di Sangue e Suolo”. L’et- sacrifici dalle generazioni passate, anche se formal- nicità costituisce per gli etnonazionalisti il criterio fondante della mente concesso da uno “stato democratico” –, è og- nazione, che prende corpo attraverso la forza del sangue. Il sin- gettivamente uno spazio regalato ai nostri nemici di golo individuo è subordinato al volere della Volksgemeinschaft, sempre. della comunità etnica. Nella visione etnonazionalista la mappa geopolitica dell’Europa dovrebbe essere ridisegnata, attraverso Errico Malatesta, la nascita di una Federazione europea etnica, costituita da Regioni-Stato, etnicamente omogenee. Per i movimenti e gruppi 1924 e oggi etnocentrici non vi è posto per lo Stato nazionale etnicamente Come scriveva Malatesta nel 1924, al manifestar- eterogeneo. si di una delle gravi crisi della democrazia liberale, di 2 Riportato da “Il Giornale”, 26 dicembre 2018. fronte alla nascita del regime fascista: 3 Su questi temi si veda un interessante studio uscito qualche mese di Monica Quirico, Gianfranco Ragona, Socialismo di fron- Non v’è dubbio, secondo me, che la peggiore delle tiera: autorganizzazione e anticapitalismo, Torino, Rosenberg & democrazie è sempre preferibile, non fosse che dal Sellier, 2018. punto di vista educativo, alla migliore delle dittature. 4 Cfr. A. Papi, La crisi della democrazia, «A rivista anarchica», Certo la democrazia, il cosiddetto governo di popolo, novembre 2018, pp. 19-20. è una menzogna, ma la menzogna lega sempre un 5 Cfr. E. Malatesta, Democrazia e anarchia, «Pensiero e volontà», po’ il mentitore e ne limita l’arbitrio; certo il “popolo 15 marzo 1924, pp. 1-2.

52 dibattito anarchismo à nous la liberté di Felice Accame

A mio avviso, l’analisi di Ceccato è convincente a L’altra faccia patto che la si arricchisca ancora un pochino: sen- za regole che prestabiliscano il risultato da ottenere dell’alienazione e la via per ottenerlo, un’attività non è ancora un gioco. Anche quando gioco da solo, mi prefisso un risultato da ottenere – definisco le condizioni in virtù 1. delle quali quanto ottenuto lo posso considerare “ri- Calco di una trasmissione americana, dal 1985 al sultato” – e, quasi sempre ma non obbligatoriamen- 1994, andò sulle onde televisive Il gioco delle cop- te, stabilisco i mezzi tramite i quali ottenerlo. Detto pie. Divisi per sesso e divisi da un “muro magico” altrimenti: al gioco si vince o si perde, ma per saperlo che di magico, come tutte le cose magiche, aveva occorre che, prima di iniziare, siano determinati i cri- ben poco, i partecipanti potevano rivolgere domande teri tramite i quali poter dire che si ha vinto o che si alla controparte e, sulla base delle risposte, decidere ha perso. con chi far coppia. Li aspettava un viaggio insieme, dove, presumibilmente, uno avrebbe potuto o gioire o maledire il giorno in cui aveva optato per la sua 3. partecipazione al programma. Al di là del significa- Faccio un esempio. Fra il tanto d’altro, Giuseppe to politico e sociale dell’invenzione – far mercimonio Peano (1858-1932) ci ha lasciato un gradevolissimo e spettacolo della relazione umana ha comunque a libricino dedicato ai Giochi di aritmetica e proble- che fare con la pornocrazia –, nutro parecchi dubbi mi interessanti fra i quali figura il seguente che, sulla legittimità di chiamarlo “gioco”. Anche il Gran- innanzitutto, riferisco nei suoi termini: “Di due per- de Fratello – che dal 2000 continua ad ammorbarci sone, una dice un numero da 1 a 10, l’altra aggiun- – è stato considerato da qualcuno come “gioco”, ma ge un numero sempre da 1 a 10, la prima aggiunge poi si è ritenuto più opportuno definirlo come “reality un numero fra gli stessi limiti, e così via. Chi arriva show”, ovvero come uno “spettacolo” di qualcosa che prima a dire 100, vince”. Come si fa a vincere? Il ra- – tanto per affidarsi ad un valore “sicuro” e inossi- gionamento è questo: chi arriva per primo a dire 89 dabile dal punto di vista ideologico – viene spacciato è sicuro di aver vinto, perché il suo avversario come per “realtà”. minimo può arrivare a 90 (e quindi tocca all’altro che dirà 10 e avrà vinto) e come massimo può arrivare a 99 (e quindi tocca all’altro che, aggiungendo 1, potrà 2. dire 100). E a questo punto si tratta di capire come Ne La mente vista da un cibernetico, Silvio Cec- arrivare al fatidico 89, ma la risposta è semplice: si cato invita a stringere fra il pollice e l’indice di una arriva a 89 passando per 1, 12, 23, 34, 45, 56, 67 e mano un piccolo quadrato di cartone o di plastica in 78. Chi lo sa vince sempre, perché qualsiasi numero modo che, soffiandoci, possa ruotare sui due verti- dica l’avversario è sempre possibile per lui aggiunge- ci opposti. Mentre lo si sta facendo, dice, si provi a re la cifra giusta per arrivare alle stazioni intermedie. pensarlo prima come “lavoro” e poi come “gioco”. Nel Provateci, ma assumendovene la responsabilità mo- primo caso, “ciò che avviene è rotto in due parti: un rale conseguente. Infatti, dico, che gioco è quello in operare, il soffiare, ed il risultato, cioè il ruotare del cui chi sa l’algoritmo – le regole – vince sempre e l’al- quadrato”. Nel secondo caso, invece, “questa separa- tro “matematicamente” perde? Più che di un gioco, zione non si pone, in quanto soffiare e ruotare danno direi, si tratta di una truffa. vita ad unico avvenimento”. Va da sé che il “rompere” o il “mantenere unito” siano operazioni tutte mentali. In pratica, Ceccato ci sta dando una spiegazione del 4. concetto marxiano di “alienazione”: il risultato, nel la- Doubles vies – Doppie vite –, un film di Olivier voro, è aggiunto e non ci appartiene – è del padrone Assayas del 2018 è una finta commedia o – volen- –, ci è alienato, ovvero sottratto; mentre, nel gioco, ri- do –, può esser visto come una commedia, oppure sultato e operare appartengono entrambi al soggetto – scalfendone la superficie – può esser visto come che opera. È per questa ragione, anche, che del lavoro un drammatico resoconto dello stato delle relazioni si percepisce la fatica, mentre del gioco ci si diverte. umane in una certa parte del mondo ed in una certa

attenzione sociale 53 sfera sociale di questo mondo. Illumina puntualmen- te sulle modalità con cui sono cambiate le circostan- 5. ze della convivialità – tra borghesi di rango, intellet- L’inflazione di giochi non-giochi – ovvero di mar- tuali, milieu dell’editoria e degli scrittori, investitori chingegni vari categorizzati impropriamente come più e meno titubanti nella tecnologia dell’informa- “gioco”, marchingegni dove i partecipanti non condi- zione, coppie disinvolte e apparentemente “aperte”, vidono regole e dove i criteri per stabilire se il risulta- corna ben portate ma ugualmente dolorose, come in to è stato raggiunto o meno non sono anticipatamen- apparenza ben metabolizzati sono i torti subiti nel te dichiarati – non testimonia a favore della tipologia contraddittorio: le cene non sono più canonizzate delle relazioni umane sempre più in atto. Non vorrei nella distribuzione dei posti a tavola, ma sono ormai che bastasse un’intenzione di inganno perché si pos- allestite all’insegna dell’informalità. Non ci si siede sa parlare di gioco – un’attività che ci riempie la vita attorno ad un tavolo, ognuno si gestisce un suo piat- fin da quando siamo bambini svanirebbe tra le neb- to dove gli pare nella sala grande o sul terrazzo; la bie dell’ambiguità. Come nei personaggi di Assayas padrona di casa fa trovare poche cose varie (al massi- si coglie una forma di resa – e la quantità di alcoli- mo, prepara uno sfornato caldo), nessuno è obbliga- ci che scorre, allora, serve a mascherarla – e come to ad esaurire il menu, a nessuno viene imposto un nei partecipanti al Gioco delle coppie di televisiva ordine degli alimenti o delle bevande. Il cibo è com- memoria non si può fare a meno di individuarne la plemento del bere e non viceversa. L’alcool ha preso il pressapochezza umiliante, la categorizzazione im- sopravvento sul fumo – che resiste, come abitudine, propria, l’etichettare l’evoluzione dell’insieme di certi ma in forma molto ridotta – fin un tiro o due e la si- rapporti umani come “gioco”, da un lato, funziona da garetta è bella che schiacciata nel portacenere. I pro- analgesico sociale – riduce il dolore di vivere e, nei tagonisti e le loro stesse vicende, insomma, vivono in limiti del possibile, ne ottunde la consapevolezza – e, un’informalità dove viene a mancare tutto l’apparato dall’altro, costituisce un’altra forma di alienazione. retorico dei vari vincoli: assaggia questo, ancora un po’ di questo, dobbiamo finirlo, non vorrai mica la- Felice Accame sciarlo nel piatto. E questa informalità destituisce gli obblighi. Nessuno può più essere accusato di “fare i Nota complimenti” – a tavola come in camera da letto. La mente vista da un cibernetico di Silvio Cec- Bene o, meglio, male, perché un buon film come cato è stato pubblicato da Eri, a Torino nel 1972, e questo viene offerto al pubblico italiano come Il gioco ripubblicato con una prefazione di Francesco Ranci delle coppie, un titolo ben diverso dall’originale che, da Mimesis, a Sesto San Giovanni nel 2017. L’ana- nel cercare di alleviare la sostanza drammatica della lisi del “lavoro” e del “gioco” è a pag. 121. Il libro di narrazione esaltandone la dimensione tutta super- Peano è stato pubblicato da Paravia, a Torino, nel ficiale di commediola – trasmutazione che risponde 1925 e, come Problemi matematici antichissimi, all’esigenza di rivolgersi ad un pubblico ritenuto meno è stato ripubblicato dalle Edizioni Clichy, a Firenze colto di quello francese – ha il merito di evidenziare nel 2017. tutta la metaforizzabilità del termine “gioco”.

54 attenzione sociale Senza rete di Ippolita

tivo di fabbricare individui utili. L’ordinamento pa- Panottico Digitale nottico fornisce la formula per una generalizzazione che dal carcere passa alle altre istituzione discipli- nari: la scuola, l’esercito, l’ospedale, la fabbrica5. Panottico è una parola composta da pan che in Il destino compirà il desiderio di dominio di Ben- greco significa “tutto” eoptikon che significa “vede- tham: il suo modello diventerà coestensivo all’intero re”, panopticon o panottico indica dunque la capaci- corpo sociale, mutandosi in uno “standard” che tà di “vedere tutto” con un unico sguardo. non abbisogna più di luoghi fisici: La “disciplina” non può identificarsi né con un’istituzione, né con un Panottico ovvero l’architettura apparato; essa è un tipo di potere, una modalità per esercitarlo, comportante tutta una serie di strumenti, di un potere invisibile di tecniche, di procedimenti, di livelli di applicazione, Si tratta di una locuzione che viene da un’idea di bersagli: essa è una fisica o una anatomia del po- architettonica; lo spazio panottico serve a control- tere, una tecnologia6. lare in modo completo tutto ciò che è posto al suo interno, nascondendo invece la presenza della sor- Il “panottico digitale” veglianza: Il panottico è una macchina per dissociare la cop- nelle piattaforme pia vedere-essere visti: nell’anello periferico si è to- di condivisione gratuita talmente visti, senza mai vedere: nella torre centrale, Quale tecnologia oggi rappresenta e implementa si vede tutto, senza mai essere visti1. le caratteristiche della disciplina panottica? Senza Definiamo le piattaforme di condivisione gratu- dubbio tutto il cosiddetto web 2.0, quello dei servizi ita dei “panottici digitali”. Per capire cosa stiamo “gratuiti” si basa sul controllo e la manipolazione descrivendo occorre fare luce su quando e perché degli utenti, ma in particolare è l’idea di media so- questa particolare architettura sia stata creata, poi ciale che definisce meglio i confini di uno spazio anche su quali elementi ha modificato e ibridato chiuso di manipolazione massiva. per conservare e migliorare se stessa nel suo oggi Si tratta di un luogo in cui entriamo senza co- digitale. Il filosofo Michel Foucault, per dare corpo strizione, così come è apparentemente senza co- alle sue tesi sulla società disciplinare, nel saggio strizione ogni desiderio di consumo. Eppure la di- Sorvegliare e punire. Nascita della prigione analizza sposizione è ancora simile a quella di un panottico negli anni Settanta l’architettura panottica che il settecentesco: il potere centrale rimane inverificabi- giurista Jeremy Bentham aveva ideato sul finire del le e costantemente all’opera, gli spazi sono ridotti al XVIII secolo come “carcere ideale”. minimo e uguali per tutti, gli unici movimenti pos- Tale idea di reclusione dimostra che è possibile sibili sono rigidamente stabiliti. Siamo in un qua- manipolare il comportamento delle persone sen- drillage che organizza uno spazio analitico cellulare, za alcun intervento diretto, ma solo sottoponendo antica eredità delle comunità monastiche. Infatti la gli individui a un regime di visibilità costante. In piattaforma gratuita lavora per impiegare il nostro un carcere panottico2 la presenza del sorvegliante tempo con le stesse tecniche di cui per secoli furo- diventa superflua perché la trasparenza radicale3 no maestri gli ordini religiosi: stabilire scansioni, dell’architettura garantisce l’introiezione completa costringere a determinate operazioni, regolare il ciclo delle norme e assicura il funzionamento automatico delle ripetizioni7. del potere. Il panoptismo dunque è il luogo privilegiato della Le regole non scritte disciplina perché l’individuo sottoposto a questo campo di visibilità: prende a proprio conto le costri- di un mondo trasparente zioni del potere; le fa giocare spontaneamente su se e positivo stesso; inscrive in se stesso il rapporto di potere, di- Il panottico digitale è dunque in continuità con venta il principio del proprio assoggettamento4. il panoptismo disciplinare, ma sostituisce l’obbe- L’architettura e le norme che in essa sono inscrit- dienza con la performance. Si crea così un soggetto te sono massimamente economiche: hanno l’obiet- prestazionale agevolmente addestrato. Il conflitto, il

senza rete 55 dissenso, la carica trasformativa, che mantengono 1979 al Collège de , Nascita della biopolitica. il loro antagonismo fuori dal network commerciale, Reddito in senso stretto, perché questa misurazio- vengono abilmente sfogati (dunque resi docili) allo ne e quantificazione (quantified self8) ci fa sentire stesso modo delle altre scariche emotive che attra- più ricchi in una prospettiva di investimento sul versano senza sosta il corpo dello spazio. Non vi è nostro futuro. Indica che il nostro agire (che è an- più alcun dovere, ma un poter fare illimitato. La che un’identità, che è anche un prodotto) è stabile, scomparsa della dialettica della negatività si accom- o in salita, oppure sta calando. Il tenere traccia del- pagna ad un eccesso di positività che carica l’utente le piattaforme dunque non è puramente descrittivo, di una sempre maggiore ansia da prestazione. ma diventa prescrittivo perché ci induce a modifi- Il filosofo coreano Byung-Chul Han ne ha di- care le nostre abitudini in base a un optimum di scusso in maniera illuminante nel suo breve saggio crescita illimitata. La società della stanchezza. In questa saturazione Il panottico digitale sovrappone nel modo più ef- di spazio eticamente liscio non esistono più “gli al- ficace le caratteristiche dell’homo criminalis del car- tri” (gli anormali, gli stranieri, i devianti, gli abietti) cere benthamiano con quelle dell’homo oeconomicus perché sono stati inglobati in macro categorie com- perché predispone uno spazio dove l’individuo viene patibili: amici, followers, persone della tua vita. lasciato fare (laissez-faire) in un regime di controllo Apparentemente non esiste più nemmeno un “fuo- assoluto. ri”, ma solo un grande interno interconnesso sen- za distinzioni di razza, classe, età, orientamento Ippolita sessuale. Un unico grande frame, un quadro, una [email protected] matrice per operazioni condivise la cui semplicità (al limite del deficit cognitivo) è perfetta per dare 1 Michel Foucault, Sorvegliare e punire. Nascita della prigione, una sensazione di egualitarismo e presa di parola Einaudi, Torino 2014, p. 220 pubblica. 2 In Italia, sull’isola di Ventotene, esistono ancora, anche se fatiscenti, i resti di un carcere panottico. Tra i suoi reclusi più Il piacere come motore illustri ricordiamo Sandro Pertini e . 3 Si veda “A” rivista, anno 47, n. 419, ottobre 2017 http://www. del panottico digitale arivista.org/?nr=419&pag=65.htm La grande differenza tra il panoptismo disciplina- 4 Michel Foucault, Sorvegliare e punire, cit., p. 221. re e quello digitale-prestazionale è, in una parola, 5 La sistematizzazione in senso istituzionale di questi luoghi il piacere. Il piacere della comunità che si vuole avviene lungo il XVIII secolo per rispondere a una congiuntura operosa, sempre in movimento, dove la singola in- storica ben nota. Da una parte la grande spinta demografica, dividualità non è costretta a una forma rigida, ma dall’altra la crescita dell’apparato produttivo. Tuttavia, il se- viene stimolata a esprimere e mostrare la propria colo in questione è anche il secolo del diritto, della razionalità, straordinaria diversità. Il panottico digitale acco- della rivoluzione francese: i Lumi dell’Illuminismo che hanno glie e attribuisce senso, anche scoperto le libertà, hanno anche inventato in termini di valutazione, a le discipline, come dice Foucault, ogni gesto su di essa com- che chiama infatti il panoptismo piuto. La quantificazione “l’arte oscura della luce” numerica crea piacere, 6 Michel Foucault, Sorvegliare il consumo di questo e punire, cit., p. 235 piacere reso in forma 7 Ivi, p. 163.194 sociale crea reddito 8 Per una definizione di Quan- psichico, un termine tified Self si veda “A” rivista introdotto da Fou- anno 48 n. 429 novembre cault durante il 2018 http://www.arivista. corso del 1978- org/?nr=429&pag=32.htm

56 senza rete Lettere dal futuro di Paolo Pasi

disse FA. DO, RE e MI intonarono un canto a tre voci e chiesero a FA di unirsi. Siccome si trattava della C’era una volta una nota che si sentiva triste e nota più laboriosa, questa propose subito una nuo- sola. Aveva voglia di dare e condividere, e per questo va idea: no dei suoi abitanti, che viveva talmente in pace con Ripartirono in quattro e la trovarono proprio in se stesso da chiamarsi RE. riva al mare, mentre stava guardando l’orizzonte. chiese. <È bello incontrare note diverse e ascoltare nuo- rispose RE. vedo da molto tempo. Vive in fondo, laggiù oltre la C’era un’altra nota che viveva lì vicino, ma era roccia, vedete? È LA> difficile conoscerla perché parlava sempre e solo di chiesero le altre. sé. Per questo l’avevano soprannominata MI. rispose SOL. a casa di MI, che li accolse con gentilezza senza però Le cinque note s’incamminarono. Presto diven- mai smettere di parlare: nero sei, perché quando il LA le incontrò, si sentì giatrice che, stanca del solito suono, aveva scelto di Il RE allora la interruppe: disposto a vivere nuove avventure. MI rimase per un attimo zitta, poi esclamò: spiegò no ho dovuto sistemare il tetto, e - pa- E così fu. Il SI disse sì, e indicò LA per definire rola mia - non ho mai conosciuto una direzione nuova illuminata dal SOL. Il FA una nota più operosa di quella fece strada, e il MI disse al RE: che abita lassù in collina. Anche cercarla insieme. MI farà piace- Come in tutte le case ser- re rivederla> viva una chiave per en- Quella nota faceva così tanto trare. L’ACCORDO fu che si chiamava FA. immediato. Bastò una E così andarono in chiave di violino, e tutte tre a cercarla. le note poterono cantare Arrivati in cima in armonia. Il loro suo- alla collina, la vide- no saliva su una scala ro fuori dalla casa che andava oltre il tetto che stava tagliando e portava dritto al mondo la legna mentre fi- dei sogni. schiettava un mo- C’era una volta, e ancora c’è. tivo fatto di una sola nota. La sua. Paolo Pasi

racconti 57 istruzione La crisi dell’università

di Domenico Sabino

Tra nepotismo, favoritismi, infiltrazioni dell’Opus Dei, dipendenza dal modello neoliberista, rettori corrotti. La proposta di una lotta e di una legge per difenderla. Come sempre, il dibattito è aperto.

L’elemento più violento canti, con la massoneria, pur di accrescere il proprio nella nostra società bieco potere e quello delle loro congreghe traboc- è l’ignoranza. canti di ottusità e incultura, che hanno imputridito Emma Goldman l’Italia eticamente e intellettualmente. Il risultato è un’università ancora più classista rispetto a quella Che l’università da decenni viva una crisi profonda contro cui era insorto il movimento studentesco del è un dato assodato e le riforme di questi ultimi anni Sessantotto. l’hanno soltanto accelerata. A ciò si aggiunga che le immatricolazioni diminuiscono, i giovani «Neet» (che La relazione merce-saperi non studiano e non hanno un lavoro) crescono, le tasse universitarie aumentano vertiginosamente, la e la società neoliberista politica per il diritto allo studio (borse, alloggi, servi- È dunque in atto una decadenza da cui non è fa- zi) permane modesta, il turnover è fermo, la ricerca cile uscire, tanto più che manca la percezione della ristagna e la didattica peggiora. gravità di questa crisi e delle ragioni profonde che Spiccano docenti senza laurea incardinati d’em- gravano anche sulla società. Tutto comincia nel blée, nepotismo, corporazioni, infiltrazioni della ge- 2008 quando ha inizio il processo di conversione rarchia fascio-clericale, in particolar modo l’Opus dell’istruzione in un’azienda di crediti e debiti for- Dei, una massoneria cattolica (con ramificazioni in mativi: l’equivalente della «riforma» neoliberale del tutto il mondo con adepti e istituti/università come mercato del lavoro sottopagato. Le riforme dell’u- il Campus Bio-Medico di Roma) fondata nel 1928 da niversità sono state pensate per “comprimere e di- monsignor José Maria Escrivá de Balaguer, franchi- storcere” il sistema pubblico universitario e quello sta e torturatore, uomo indecoroso eppure procla- della ricerca, dichiara Gianfranco Viesti, economista mato santo nel 2002 da Giovanni Paolo II. dell’università di Bari. E ancora: scandali, corruzione, clientelismo, il Quell’anno, l’Italia compie una delle scelte che pe- tutto impreziosito dall’ipocrita morale del “così fan seranno maggiormente sul futuro. Ma procediamo tutti”, sfregio alla tanto ostentata meritocrazia. Per per gradi. Le riforme che si sono succedute nell’ul- non parlare di rettori indagati per abuso d’ufficio e timo decennio hanno significato per l’università il legati a lobby trasversali organizzate per gestire cat- crepuscolo della cultura, del sapere ideologicamente tedre e amministrate dal massiccio regime spartito- umanitario oltre che pubblico e ugualitario; oggi il rio (con logica mafiosa) che sigla l’esito dei concorsi. sapere è diventato merce e come tale viene trattato, Rettori (ieri come oggi) collusi con i peggiori politi- ovvero secondo i parametri di redditività e il rappor-

58 istruzione De Luca

Una manifestazione di lavoratori precari dell’università

to costi-benefici per poter essere prodotto e venduto. portata di tutti perché deve essere destinata, secon- La relazione merce-saperi – stigmatizzata nel “Ma- do canoni tutt’altro che meritocratici, ai futuri mem- nifesto per la difesa della cultura umanistica”, redat- bri delle gerarchie sociali. Su tale base si sono inne- to da Alberto Asor Rosa, Roberto Esposito, Ernesto state le successive e deleterie riforme universitarie. Galli Della Loggia – appare come una forte ingerenza Il modus operandi è identico a quello di un opificio dell’egemonia capitalista nella vita socio-economica verticistico dove il manager stabilisce investimenti, di ciascun individuo: una pretesa del capitalismo co- delocalizzazioni, assunzioni, licenziamenti: una me- gnitivo d’impadronirsi del tempo di studio, di lavoro tamorfosi dell’istruzione in una fabbrica di crediti. e di ricerca per convertirlo in merce, in prodotti, in Siamo in presenza di una toyotizzazione della fun- dati quantificabili o valutabili, in elementi di scambio zione intellettuale. commerciale o di autoimprenditorialità. Dopo le elezioni del 2008 il governo Berlusconi IV, Il ruolo dell’Anvur, in accordo col ministro dell’istruzione, dell’univer- sità e della ricerca Mariastella Gelmini, tagliò circa la critica di Foucault dieci miliardi a scuola e università. In quel contesto Un altro aspetto è la gestione dell’università ita- il ministro dell’economia Giulio Tremonti affermò: liana. Gestione affidata all’Anvur (agenzia nazionale «Con la cultura non si mangia»… eppure alcuni han- di valutazione del sistema universitario e della ri- no mangiato con quei fondi per la cultura! In real- cerca), un’agenzia con poteri immensi i cui ‘affiliati’ tà non esiste un prima e un post Berlusconi bensì sono individuati inoppugnabilmente dal ministro, e i una continuità, perché nel corso degli anni si sono cui dirigenti provengono spesso dalla Banca d’Italia; succedute maggioranze politiche di segno opposto un’agenzia i cui esiti dei processi di valutazione non ma con un programma socio-culturale identico. Tut- vengono presentati al governo e al Parlamento ma to prende il via tra il 1997 e il 2001 con la legge producono effetti diretti sul sistema. Un ente ter- «Berlinguer-Zecchino» e il «pacchetto Treu», entram- zo (etero gestito da molteplici ministri da Francesco bi approvati da governi di centro-sinistra, in virtù di Profumo a Maria Chiara Carrozza) che, col cavillo un neoliberismo globalizzante che non possiede la di valutare il merito e l’eccellenza al fine di elimi- dote dell’eguaglianza ma “festeggia” la diseguaglian- nare sperpero e parassitismo, definisce gli standard za come merito. di ricerca, interviene nella valutazione delle carriere, La società neoliberista è per sua natura chiusa, decreta se tenere aperti o chiusi corsi di studio e oligarchica, negata alla mobilità sociale; ne deriva finanche gli atenei. Ciò ha trasformato il docente in che l’alta istruzione non può e non dev’essere alla un soggetto certificatore delle «competenze» e in un

istruzione 59 delegato attivo di istitu- zioni della società della sorveglianza. Il cattedra- Agenzia Eidon tico è valutato come un burocrate della «gover- namentalità» neoliberale individuata da Michel Foucault. Affinché si possa com- prendere appieno il fe- nomeno del capitalismo in relazione a quanto appena esposto, è bene illustrare il concetto fou- caultiano di biopolitica. L’analisi di Foucault si fonda, infatti, sulla soli- dità e indissolubilità del rapporto tra biopolitica e capitalismo: le nuove di- rettive di potere agisco- no innanzitutto a livello dei processi economici per favorire simultaneamen- interessi di una casta di potentati come sono i cat- te la crescita e la disciplina, ovvero la governabilità tedratici. Tale situazione si ravvisa in Italia, sebbene della popolazione. Nella pratica biopolitica si concre- zone di parassitismo accademico siano presenti an- tizza un nuovo criterio d’interpretare la nozione di che in altre nazioni europee. Nell’università odierna, popolazione: un corpus compatto governato da de- un docente, se vuole, è “libero” di non fare nulla, terminate leggi. È la vittoria delle banche, dei merca- di non essere reperibile, soprattutto quando ha già ti, del denaro, della finanza che cancella la società, vinto la cattedra o quando è prossimo alla pensio- l’istruzione, l’università nella propria architettura ne. Ci sono, poi, docenti che non s’aggiornano, non pubblica ed egualitaria. rinnovano i programmi, non leggono una locuzione Il capitalismo, come un virus, ha causato il tra- delle tesi assegnate e, in alcuni casi, neanche i testi monto dell’ideologia filantropica; un «dispositivo» adottati per il proprio corso. che in vent’anni ha plasmato in senso negativo gli Ciò fa sì che l’università si trasformi più facilmen- studenti. I quali vivono e “vedono” l’università come te in un eccezionale passe-partout per la carriera una struttura esamificio e non come un luogo di ag- politica, per mansioni extra accademiche, etc. Offre, gregazione, discussione, confronto e lotta politica; dunque, una serie di privilegi che nel tempo ha gene- un luogo in cui possa nascere (si auspica) un nuovo rato una casta completamente deresponsabilizzata. movimento studentesco che rivendichi il diritto allo Senza alcun dubbio – con lo status di precario – non studio, al lavoro e all’affermazione di un’università mancano eccellenti ricercatori, docenti scrupolosis- non classista. Basti osservare che le università, or- simi, altamente qualificati e corretti ma, nonostante mai con sindrome mercatistica acclarata, si fanno ciò, la categoria accademica – i baroni – resta una concorrenza a suon di pubblicità con slogan ben casta con larghissimi margini parassitari da elimina- studiati: sostieni due esami e ne convalidi tre! L’i- re metaforicamente. È chiaro che una lotta in difesa struzione è come una merce che si mostra e poi si dell’università e contro il degrado culturale debba vende al miglior offerente. Open day, spin off, start prendere innanzitutto le distanze dagli interessi e dai up, front office, job placement, lifelong learning, ma- privilegi della casta accademica & company. Necessi- nager didattico d’ateneo, etc. fanno parte del nuovo ta, dunque, riformulare una nuova legge di gestione lessico delle università-azienda. dell’istruzione e dell’università con carattere forma- tivo, partecipativo, libertario e in pieno accordo con i Una serie di privilegi soggetti sociali reali. Una riforma che promuova democraticamente la È indubbiamente un modello che incarna il ne- cultura, il libero pensare, la didattica, la ricerca; che oliberismo più estremo, motore del mercato e della ascolti tutte le voci della collettività accademica: stu- concorrenza; un modello che tende a mutare l’essere denti, laureati, docenti precari spesso costretti a mi- umano e che condanna il docente non “affiliato” a grare; che tenga a debita distanza chi ha colonizzato nessuna consorteria alla precarietà a tempo indeter- l’università favorendo gli interessi personali anziché minato oppure al licenziamento senza giusta causa la cultura. Utopia? e senza preavviso. Ne deriva che la ripresa dell’uni- “Siate realisti, chiedete l’impossibile”. versità implica la messa in discussione di suddetto modello, che non dev’essere affatto funzionale agli Domenico Sabino

60 istruzione interviste L’arte di vivere di arte

intervista di Gerry Ferrara a Sergio Scognamiglio / foto Biagio Ippolito

Un giovane. L’incontro con un maestro ceramista. La scoperta di un mondo. Con la sua storia, le sue regole, la creatività. Nel segno del Sud, solare. E della libertà.

uando fernesce ‘a guerra e vene ‘o sole, Gerry – Sergio, raccontaci che arte di vivere è, vurria turnare a cammenare pe’ chella e come si vive d’arte dalle tue parti, tra la terra “Qstrada a me cchiù cara, addò lu viento e il mare. accarezz’’o mare...” Così cantava la Sergio – Vivere in un luogo dove la natura è così NCCP nel brano omonimo all’interno dell’album Me- potente ti dà la possibilità di far uscire tutta la par- dina del 1992. te bella e artistica che è dentro di te. L’artista usa Un’evocazione che ci permette di attraversare il la materia, nel mio caso la ceramica, per tradurre confine, non solo metaforico, tra la terra e il mare, fisicamente tutte le sensazioni assorbite per poi tra- dove un uomo, in perenne simbiosi e, nell’atavico sformarle nel suo immaginario. Vivere da artista in dualismo, in costante scissione tra terra e mare, ne questi luoghi è anche questo. diviene il confine stesso, luogo di passaggio, di ap- prodo e di accoglienza. Siamo in costiera amalfitana, Dalle tue origini che, quantomeno da un pun- tra Vietri e Cetara, sulla strada al confine tra mito e to di vista anagrafico, risalgono alla Napoli del- contemporaneità, tra i Monti Lattari, le limonaie e la le periferie urbane e soprattutto umane, dal tuo vecchia tonnara. passato di cestista (parliamo di basket e quindi Il luogo è, appunto, una sorta di “strada dove il di canestri e reti) al richiamo delle sirene vietre- vento accarezza il mare”, un anfratto del pensiero si che ti hanno fatto conoscere una parte della con le sembianze di un laboratorio artistico. “È chia- costa d’Amalfi non tratteggiata nelle cartoline, ro che il pensiero dà fastidio, anche se chi pensa è ma innestata nelle vicende umane corredate di muto come un pesce, anzi è un pesce e come pesce storie nomadi e stanziali: la pesca, i pastori, le è difficile da bloccare, perché lo protegge il mare.” immortali limonaie e la fatica di uomini, donne Nel laboratorio si “manipola” la ceramica per rac- e muli per il trasporto del prezioso agrume. contare l’evoluzione di un’arte antica che guarda al Sono nato in un quartiere periferico appena fuo- passato con l’urgenza del presente. Il pensatore, poco ri dal centro in una zona industriale. Abitavamo a muto e ciarliero quanto basta, che vive di terra ma pochi passi dalla fabbrica dove lavorava mio padre, in realtà è un mitologico anfibio, è Sergio Scognami- il suono delle sirene di pausa e uscita degli operai glio, portatore sano di storie che dalle radici dell’arte scandiva le nostre giornate. La vita di quartiere era vietrese si ramifica nell’idea visionaria, e per questo in simbiosi con il ritmo delle fabbriche che offrivano profondamente umana, di una concezione e di un asili nido, teatri e vacanze per i figli degli operai. Ho concepimento “dell’opera” che resti fuori dalle vetrine dei bellissimi ricordi affettivi e di vita di quartiere; e lontano dai “battitori d’asta” per trafficanti di merci. c’era una grande solidarietà. Ricordo momenti di

interviste 61 tensione e di grande forza da parte degli operai che to siamo entrati in contatto. Fu un incontro bellis- scioperavano per i loro diritti. Tutti insieme come simo, avevo la sensazione che fossimo due persone “un esercito”: è così che, a quei tempi, nel mio im- che venivano da due mondi diversi, ma che avevano maginario vivevo quell’espressione di forza collettiva. in comune l’arte; nello sport, in particolare nei mo- Arrivano poi le prime crisi industriali, molte fabbri- vimenti fisici del basket, vedo una forma di danza e che chiudono, molti giovani emigrano e i quartieri movimento del corpo come forma artistica. non hanno più identità e la capacità di riconvertirsi, Da quel momento andavo quasi tutti i giorni a diventando, inevitabilmente, non luoghi. casa sua, mi allenavo la sera e la mattina ero libero Fortunatamente mi avvicino al mondo del basket di trascorrere tempo con lui. Si definiva un artista e per me fu subito una grande passione; dopo qual- radical concettuale utopico, mi faceva vedere tutti i che parentesi in squadre provinciali approdai al Na- suoi lavori, mi parlava dei suoi progetti. Devo dire poli basket. Fu per me e per il mio quartiere motivo con molta sincerità che all’inizio quelle teorie sull’ar- di grande orgoglio entrare in una società di serie A. te concettuale per me risultavano incomprensibili, E fu anche un’occasione per conoscere nuovi am- poi col tempo tutto divenne più chiaro. bienti e tenermi lontano da un quartiere sempre più Aveva una casa-laboratorio; mentre lavorava la pericoloso. ceramica, materia che lui adorava, io ero un fiume in piena di curiosità e lui mi chiese se volevo im- Come nasce la passione per la ceramica e in parare a fare un vaso. Rimasi impietrito e un po’ che modo hai “lavorato al tornio la tua mente sbalordito, mi diede un pezzo di creta e fu subito un e il tuo pensiero”, affinché la tua creatività si grande amore. Casa mia divenne subito un laborato- affrancasse dalla tradizione classica e si evol- rio, tornavo dall’allenamento la sera tardi e restavo a vesse in una concezione moderna, oserei dire lavorare fino all’alba. “popolare”? Il mio approccio alla ceramica è stato puramente “La ceramica è stata la vera madre tollerante casuale. Nel 1992 ero un giocatore professionista e dell’uomo. L’ha accompagnato nei suoi gesti im- venni acquistato dal basket Salerno; la società mi portanti, d’avanguardia. È stata sua compagna chiese in quale zona di Salerno volevo abitare gli ri- dall’inizio, dal principio. Ha modellato la sua sposi che preferivo Cetara che sta in costiera Amalfi- mente, rendendola plastica e amorosa.” Sono tana a 7km da Salerno. L’idea di vivere in costiera mi parole del maestro Ugo Marano, tu lo hai cono- piaceva molto e in pochi giorni mi trasferii a Cetara. sciuto e inevitabilmente il suo pensiero si è fatto Nella mia squadra ci stavano due giovani del settore strada in te come un virus. giovanile che si allenavano con noi, erano i figli di Sì, è vero, il suo pensiero è diventato mio inevita- Ugo Marano, maestro di ceramica. La sera, dopo gli bilmente. Con il tempo ho avuto la sensazione che allenamenti, li accompagnavo e incontravo Ugo che era predestinato l’incontro con Ugo. Stare a con- mi invitava ad andarlo a trovare. E da quel momen- tatto con lui mi ha dato la possibilità di vedere la vita con occhi nuovi e soprattutto avere un concetto diverso sulle for- me d’arte. Ricordo con grande gioia quando mi donó il primo pezzo di creta, chie- dendomi poi di trasformare le mie idee in materia. La creta è stata un mezzo per entrare in contatto con questo mondo; mi ricordo le tante ore passate insieme a parlare di arte e anche di sport, di basket, lui era af- fascinato da questo mondo di giganti che, in qualche modo, “danzavano”. Io restavo impressionato dal suo modo di esprimersi, dai suoi concetti visionari. Con il passare del tempo mi rendevo conto che parlavo con le sue parole e questo mi condizionava nelle scelte, avevo bisogno di fare un mio percorso per poi metabolizzare e trasformare, non solo nell’arte, tutto quello che mi aveva insegnato e trasmesso Ugo. Metaforicamente parlando, biso- gnava “uccidere il propio maestro” per Oltre, 2010 evolversi in una crescita personale.

62 interviste Donna gravida con delfino, 2003

Quali sono i temi, le immagini, le riflessioni Benedette anche le porte aperte del tuo spazio che maggiormente ti suggeriscono “la forma”? anche quando tu sei altrove, con amici che si Le forme che realizzo sono la parte più istintiva e sentono custodi del tuo “tempio”... una riabili- viscerale che porto dentro di me, sono voce del mio tazione del naturale vivere comune, una pratica inconscio; mi è capitato di realizzare forme che face- “violenta” per le fobie securitarie in corso. Un’e- vo fatica a comprendere e diventava anche un’occa- sperienza che ho conosciuto in sardegna, nella sione per “analizzarsi” attraverso la forma. Questo casamuseo del Maestro Pinuccio Sciola. Un’esor- mio modo di lavorare diventava un momento diver- tazione che ho ritrovato nel genio Bruno Bozzet- tente e affascinante per capire e tirare fuori la parte to che di recente ha affermato che “il futuro è più vera, quasi inconsapevole, quella non progettata nelle porte aperte delle nostre case…” e più istintiva della creatività. Mi capita spesso di lasciare aperto il mio labora- La sensibilità dell’artista è soprattutto quella di torio senza la mia presenza e senza paura di essere guardare tutto ciò che lo circonda in maniera attenta, derubato, trovo interessante che qualcuno osservi i fissare con attenzione e silenzio tutte le forme che la miei lavori senza essere influenzato dalla mia pre- natura gli offre nelle più svariate forme e articolazioni; senza. Questo mi permette di avere un atteggiamen- poi, successivamente, con l’uso di simboli e metafore, to di apertura verso gli altri e di misurarmi con i il pensiero e la poesia diventano arte e l’arte poesia. miei limiti e con le miserie umane. Un tema molto attuale, visti gli atteggiamenti di chiusura verso tut- Hai un rapporto costante e fervido con il cir- to ciò che è diverso da noi. Caro Gerardo é solo una costante e con il territorio che vivi. Condividi questione di tempo poi si capirà quanto sia impor- esperienze scambi che sono terra fertile per cre- tante l’integrazione con altre culture, in una Europa are. Il tuo laboratorio è un luogo di incontro, un sempre più vecchia e arroccata nelle proprie sterili e ragionamento per disincrostare il pensiero mas- ingannevoli sicurezze. sificato, un’oasi di umanità per mettersi al ri- paro dagli affanni e dagli inganni del presente. Da dove deriva e cosa racconta IOS, il nome È vero! Non è solo un laboratorio ma una finestra col quale firmi il tuo progetto artistico? sul mondo, rispecchia il mio modo di essere, aper- Il termine greco IOS significa pietra, gli ho dato to agli altri, in una prospettiva dove ci si nutre a questo nome come buon auspicio per una lunga du- vicenda, e diventa occasione di incontri inaspettati rata del progetto. Sono un amante della Grecia, ogni che diventano vere e proprie fonti di creatività, dove volta che vado sento questa appartenenza mistica l’uomo é al centro. con il luogo.

interviste 63 Hai realizzato lungo la strada un muro di ti, assistettero curiosi, al dramma collettivo di calce dove collochi i tuoi “pisce gruosse e pic- questo mondo che a loro indubbiamente doveva cirille”, i tuoi banchi fuori al branco... spesso sembrare cattivo e cominciarono a pensare, nel mi capita di raccontare questa immagine nelle loro grande mare, come è profondo il mare.” Dal- mie sortite di narrazioni sonore: “il mitologico la aveva previsto tutto, ti sei ispirato anche ai Scognamiglio (che ha nel cognome la fibra del suoi versi per indagare gli abissi umani? predestinato) mette in salvo i pesci dall’estinzio- Si è vero, assisteranno curiosi, dal profondo del ne su muri di calce, i migranti in fondo al mare mare, dove gli abissi umani sembra che non finisca- fingendosi morti stanno ripulendo i nostri fon- no mai, per poi chiedersi il senso di questa cultura dali dalla nostra monnezza, dai residui chimi- del prevalere sui più deboli, questa sete di potere e co-bellici, dalla nostra merda, dunque! Quando di ricchezza, che non fa altro che creare isolamenti avranno finito quest’odissea differenziata po- e disperazione. A volte immagino i ricchi e i potenti tranno finalmente decidere su quale terra vivere immobilizzati nelle loro fortezza, che stanno per es- dignitosamente, i pesci di Sergio torneranno in sere divorati da tutto quello che loro stessi hanno mare, e i pescatori potranno ritornare in mare e creato. L’unica via di salvezza resta la ridistribuzio- ricalare le reti…” ne della ricchezza e la continua e salvifica opportu- Metafora amarissima del nuovo medioevo che nità dello scambio. stiamo vivendo. In fondo, caro Sergio, il proble- ma non è chiudere i porti, il dramma è che ab- “Se prendo il pesce d’oro ve la farò vedere, biamo chiuso i nostri cuori e soprattutto i nostri se prendo il pesce d’oro mi sposerò all’altare”… cervelli... cosa ne pensi? anche Faber, come te, attingeva alla tradizione Questa parete di pesci ormai è diventato punto di popolare per essere cantore contemporaneo tra riferimento per i turisti e i viandanti che vengono in poesia e impegno civile. E proprio partendo dal costiera amalfitana, suggella i tanti anni di ricerca brano Le acciughe fanno il pallone hai realizza- di come interpretare e poeticizzare i banchi di pesci. to, all’interno di un festival sui temi deandre- Sono là, in attesa di capire dove l’essere umano vuo- iani, un’opera destinata a Emergency e nello le arrivare con il suo atteggiamento di autodistruzio- specifico al ricordo e alla figura di Teresa Sarti. ne per poi decidere se migrare in un altro luogo, in Io vengo da una forte influenza della tradizione un altro mare. Sono lì tutti insieme, pesci gruossi e popolare, guardo il contemporaneo con i piedi radi- piccirilli, forti, uniti con quel senso di collettività che cati nel passato, mi viene naturale impegnarmi nel ormai sembra essere l’unica direzione possibile. sociale. Ho realizzato delle opere per Emergency nel festi- “Frattanto i pesci, dai quali discendiamo tut- val da te ideato. Le acciughe fanno il pallone, questo brano meraviglioso di De André, questa “fortuna che viene dall’oriente che tutti l’hanno vista e nessuno la prende” è diventata una metafora di amore e di vita ispirata alla figura di Teresa Sarti.

Quale storia anarchica andresti a “cesellare” sulla tua ceramica. Io andrei a “cesellare” il mio progetto di vita ar- tistica come forma anarchica. Non avendo mai fre- quentato scuole artistiche, accademie, e non avendo nessuna tradizione familiare, il mio approccio con l’arte non è stato influenzato da nessun tipo di for- mazione, anche per mia natura ho sempre preso le distanze da tutto ciò che mi circondava in modo massificante e mi influenzava, ho sempre guardato avanti per trovare il nuovo e il contemporaneo che si sgretola da IOS e dalla sua millenaria, immutevole e silenziosa forma. Forma d’arte, mentale, atavica- mente anarchica.

Sergio è “Comm’a viento de lu mare, vene pe’ te fa’ sunnare, tras’arinto e nun te lassa cchiù.”

Contatti: [email protected] facebook Sergio Scognamiglio

Naufraghi e migranti, 2016 Gerry Ferrara

64 interviste ...e compagnia cantante di Alessio Lega

Quando morì De André ero solidamente avviato su Un’ora di libertà una strada che pur senza velleità di massa (il mondo dello spettacolo stava molto cambiando) si rivolgeva a un itinerario anarchico un pubblico ben definito, empatico, una solida nicchia potremmo dire. Nei miei recital sovente inserivo delle intorno a Fabrizio De André sue canzoni, quindi senza troppi rimorsi o crisi di coscienza continuai a farlo, e qualche volta - quando veniva richiesto - mi producevo in spettacoli tutti in- Sono nato nel settembre del 1972 e ho comincia- centrati sul suo repertorio. Lavorando parecchio sugli to ad ascoltare canzone d’autore quando avevo 15 autori francofoni Ferré, Brel e soprattutto Brassens anni, dunque nella seconda metà degli anni ottanta. - suoi primi mentori - ritenevo di poter creare attorno Benché di una generazione decisamente successiva alle canzoni di De André un discorso musicale non a Fabrizio De André e ai suoi primi ascoltatori, sono del tutto scontato, di riportarlo in qualche modo in stato per lungo tratto fra chi si era appassionato alla una famiglia d’origine, approfondirne così poesia e sua opera essendo lui vivente: accolsi come un regalo pensiero. All’epoca non eravamo molti a farlo. quasi personale Le nuvole che venne pubblicato (a quanto mi ricordo) esattamente il giorno del mio Un De André super partes? diciottesimo compleanno e fu il disco che ebbe più influenza sulla mia formazione di giovane, confuso Inutile che vi dica che negli anni duemila ho vi- e volenteroso, anarchico. sto crescere esponenzialmente il culto di De André, Quando uscì Anime salve ero ancora nell’età in cui massificarsi la sua diffusione, rompere quella sorta ci si può considerare senza troppa vergogna “fan” di di rigore col quale lui stesso - uomo schivo e attento qualcuno, dunque andai ad attendere il disco il giorno - dava le sue canzoni col contagocce, sottraendosi stesso dell’uscita davanti a un grosso negozio di Via quasi completamente a ogni altra forma di apparenza. Magenta a Milano. Ho avuto la ventura di vederlo De André da celebre era diventato popolarissimo e in concerto non meno di cinque volte, è una delle una schiera di interpreti lo avevano trasformato in poche persone cui abbia mai chiesto un autografo, un vero e proprio standard della musica italiana, le nel corso della sua ultima tournée, come capita di sue canzoni si sentivano sovente anche in televisione, fare ai giovani speranzosi autori, gli consegnai in mezzo dal quale non dico che prima fosse bandito, camerino una mia cassettina con qualche canzone ma senz’altro piuttosto assente. registrata voce e chitarra, e lui molto gentilmente la C’erano cantori che proponevano - ora con natura- prese ma mi avvertì “ho una valigia intera di cas- lezza ora con vistose forzature - il suo timbro basso sette da ascoltare” onesto, cordiale, senza fronzoli. la sua dizione compassata, gruppi che studiavano Posso senz’altro dire che è il primo cantautore che come fossero partiture classiche i suoi arrangiamenti abbia amato, e benché poi un pugno di suoi colle- (celeberrimi quelli della PFM) e li riproponevano con ghi (Guccini, Jannacci, ecc.) li consideri altrettanto attenzione filologica ai suoni d’epoca. Non me ne sono eccelsi, e che in fin dei conti oggi io riconosca il mio mai indispettito: io stesso avevo potuto frequentare percorso più vicino a quei cantori che si formarono alcuni dei miei primi palchi più prestigiosi grazie a nel solco della tradizione orale, come Ivan Della Mea quel repertorio, era giusto che lo facessero altri più e Giovanna Marini (per restare solo in Italia), i dischi giovani, semmai devo dire che ho sempre trovato di De André sono a mio avviso quanto di più bello e un po’ triste che gli storici collaboratori che avevano stimolante sia mai stato registrato. avuto modo e sorte di lavorare direttamente con lui Se dai miei ormai considerevoli 46 anni (e 25 di non prendessero, dopo tanti anni, le distanze da attività concertistica, prima sporadica e poi profes- quella fase della loro vita, più che altro per ragioni sionale) mi chiedessero dei punti di riferimento per esistenziali... ma contenti loro! In ogni caso a me è chi vuole avvicinarsi alla migliore canzone d’autore, capitato sempre meno di cantare De André, semmai quei dischi non potrebbero mai mancare in nessun mi sono dedicato a ragionare e scrivere - da storico bagaglio per quanto essenziale. della canzone - sulla molteplicità delle sue fonti, certo

percorsi di vita 65 di rendere omaggio a una figura totale, che come un una sorta di revisione e di confronto con le possibilità Dante (scusate il paragone che può ovviamente suo- collettive; la cogliamo nei “romanzi musicali” de La nare fuori luogo) convogliava tutta la cultura delle sua buona novella, Non al denaro non all’amore né al cielo e epoca nell’impasto magmatico della sua Commedia. soprattutto Storia di un impiegato (il più esplicitamente Ciò che invece a un certo punto mi ha proprio politico dei suoi dischi, assieme a Le Nuvole). sconvolto è stato sentir provenire professioni di am- Forse più ancora, anche se in modo meno diretto, mirazione per l’opera di De André da dove mai me lo con l’assunzione di un nuovo stile poetico-immaginifico, sarei aspettato. Ci aveva messo in guardia già nei primi nel confronto con la sottile relazione fra salvaguardia tempi il sociologo Alessandro Dal Lago, che udii con e proposta trovata nella metafora degli indiani d’Ame- le mie orecchie tuonare già nel 2002 “perché ora De rica, che lo condurrà dritto alla terza fase, quella della André piace anche ai fascisti”, ma all’epoca la presi riscoperta delle culture orali del mondo popolare, della per una boutade paradossale. Invece la vulgata di un libertà linguistica che si sbriglia nei tre capolavori della De André super partes, buono per tutte le stagioni, maturità, quanto di più originale e stratificato assieme pacificato, innocuamente identificato con una formula De André abbia mai inciso: Creuza de ma, Le nuvole, sempre uguale “poeta degli ultimi” mi indignava. Non Anime salve. Quest’ultima fase matura dopo la delu- dico che non sia giusto che ognuno di noi si faccia il sione di un grande cambiamento abortito, attraverso la “suo” De André: ogni grande artista è sufficientemente morta gora degli anni ottanta, e solo apparentemente sfaccettato da poter ospitare molteplici interpretazione, potrebbe apparire come un ripiegamento sulla prima e in una carriera molto variegata con un pensiero in ispirazione, in realtà il coro di cicale che punteggia Le dialettica evoluzione è naturale che vi siano letture nuvole è metafora di una sintesi possibile solo attraverso che portano alla luce aspetti diversi. discorsi che colgano tutti i punti di vista e le differenti Quello che proprio mi risulta intollerabile è che proteste, senza avere l’ambizione di omologarle a una oggi in un contesto politico-istituzionale nettamente sola macchina statale: collettivismo forse, massificazione marcato da posizioni di governo razziste, xenofobe, mai. Appunto, ci verrebbe da dire, il nocciolo stesso nazionaliste, populiste proprio nel senso della dittatu- del pensiero anarchico. ra della maggioranza e nella acritica accettazione dei borborigmi di massa, De André possa risultare assunto Ma Salvini che ci azzecca? come “padre” nobile di questa patria così antitetica al suo non univoco ma chiaro pensiero libertario. Io nel percorso che ho costruito per raccontare il mio De André ho mischiato queste tre fasi, ho privi- Le matrici anarchiche legiato la dimensione dialettica a quella cronologica: mi risulta chiaro che certe canzoni venute dopo sono della sua poesia il superamento di altre posizioni precedenti, ma tale Ho sempre detestato l’idea di interrogare i morti, forzatura (se così si può considerare) non intacca mai di parlare in vece loro, di sentirsene interpreti auto- i principi che restano saldi dall’inizio alla fine, ovvero rizzati... non mi azzarderò dunque a trarre vaticini l’equilibrio fra collettività e individuo, fra organizzazione su “cosa avrebbe pensato De André della situazione e libertà, fra Storia e storie. Ovviamente a patto che attuale”. Penso però che le suo opere ci parlino e che questo percorso proposto non venga preso per una l’assunzione di De André ad artista buono per tutte le storia dell’evoluzione del pensiero di De André, ma per opinioni passi attraverso l’omissione, l’oscuramento un affresco multiforme dei suoi interessi, d’altronde di parte della sua opera, ai limite della distorsione e il concerto - in generale, come forma di spettacolo - della falsificazione. Nominare De André porta consen- accostando brani vecchi e nuovi è per definizione un so indipendentemente da come poi lo si usa - siamo continuo confronto fra le varie fasi di un pensiero, dove a questo paradosso - mi pare giunto il momento di solo chi conosce i diversi periodi di composizione dei provare a fare luce su l’incompatibilità di certune brani può dipanarne gli avvicendamenti. opinioni con alcuni suoi punti fermi. La battuta che faccio quando presento l’insieme di M’è venuto dunque in mente di tornare organi- queste canzoni è “questi sono i brani di De André che camente alle canzoni di De André per costruire un Matteo Salvini non ha mai ascoltato, o se li ha ascoltati percorso ideale fra quelle meno “potabili”, constatare non li ha capiti”. Credo che a molti non sia sfuggito il come nei tre grandi momenti in cui si può ripartire la ricorso abbastanza costante che il leader del partito poli- sua carriera, e che grosso modo assommano tre fasi tico noto come “Lega”, attualmente ministro dell’interno, di evoluzione musicale, poetica e ideologica assieme, fa a quello che lui considera il massimo cantautore siano chiare le matrici anarchiche della sua poesia. italiano (“per me la musica italiana inizia e finisce con Le tre fasi sono grosso modo quella pre-sessantotto De André”) arrivando al punto di citare espressamente dell’individualismo primigenio brassensiano (possiamo i versi del Pescatore, con tutta evidenza un inno alla chiamarlo così dal nome del suo massimo ispiratore, solidarietà umana e alla non-collaborazione con le nel quale lui stesso vedeva un maestro di vita e di forze dell’ordine, che stonerebbe in bocca a qualsiasi pensiero prima che di canzoni): le storie singolari del vigile urbano, figuriamoci alla massima espressione del sottoproletariato ribelle. ministero stesso della polizia. Peraltro personalmente Poi con l’epoca della contestazione e della grande dedito alla criminalizzazione e alla disgregazione della partecipazione giovanile De André ingaggia con se stesso solidarietà organizzata dalle ONG, a una campagna di

66 percorsi di vita odio e di repressione nei confronti delle marginalità settanta esibito come un trofeo da caccia... sociali... non voglio certo personalizzare un discorso A tutto questo le canzoni di De André paiono altret- ben più ampio, culturalmente e politicamente, ma sen- tante risposte, poetiche ma non indefinite, puntuali za erigersi a guardiani del tempio, De André in bocca appunti lasciati da un poeta che sapeva di andare a Salvini mi pare proprio qualcosa di paragonabile a al nocciolo di questioni rimaste in sospeso. Anche una bestemmia. nella dimensione tutta personale di una delicatissima Per questo provo a sciogliere i diversi nodi che canzone d’amore quale Giugno ‘73, inquieta ma non legano Il bombarolo a Coda di lupo affrontando se- disperata analisi di un fallimento di coppia, si contrad- renamente il tema del terrorismo in modo tutt’altro dice il mondo e il modo banalizzante di una serenità che consolatorio (“colpisco un po’ a casaccio perché fatta di camicie stirate e di una tempesta di furori da non ho più memoria”), la sempre commovente Guerra operetta con la resa a una differenza insostenibile, di Piero che nel colore della divisa stigmatizza l’as- al fatto che la solitudine non può essere curata ma surdità del concetto di frontiera, Un matto, Princesa, solo esplorata in due. Khorakhané... apologhi della diversità imposta per Ecco, più il ventesimo anniversario della scompar- decreto, all’interno dei quali si può comunque cercare sa di Fabrizio De André vuole promuoverlo a “poeta una strada del riscatto. Poi ancora la dimensione laureato di una nazione” più i semi d’anarchia che ha umanistico-politica cui viene ricondotta la parabo- gettato mi sembrano fiorire e rampicare sulle nostre la trascendentale di Cristo (che non prende mai la inquietudini. Infine permettettemi una provocazione parola di persona, ed è sempre visto dai comprimari da (ormai) vecchio sentimentale: precisiamo pure ma della sua vicenda, a significare l’inattingibilità del non strappiamo De André dai suoi peggiori ascoltatori, mistero dell’uomo-dio). non si sa mai che in una tale cattedrale di odio, di so- Dall’altra parte ci sono i rosari esibiti in campagna praffazione, di rancore eletto a sistema di persuasione, elettorale (tristi rimembranze da Gott mit uns), la chiu- non si insinui la poesia ribelle di un principe libero, sura dei porti alle navi cariche di migranti, le ruspe e come il tradimento in una fortezza, non la devasti. (metafora terribile, irridente, oscena degli sgomberi dei campi Rom), il latitante della stagione degli anni Alessio Lega

Biblioteca F. Serantini Associazione amici della Biblioteca F. Serantini

7 maggio 2019 Una serata in ricordo di FRANCO SERANTINI 1972-2019 Dopolavoro Ferroviario, Piazza della Stazione 16 - Pisa

dalle ore 21 musica, danza e teatro a cura di Carlo Scorrano del Teatro Nuovo Danza, musiche a cura di “Musica Meridiana” (Maria Piscopo e Francesco Salvadore) con la partecipazione di Benedetta Pallesi

alle ore 18 Presentazione della nuova edizione de “Il sovversivo. Vita e morte dell’anarchico Serantini” di Corrado Stajano, disegni di Costantino Nivola, Milano, Il saggiatore, 2019. Intervengono: Franco Bertolucci e Michele Battini

Ingresso libero

percorsi di vita 67 Da venerdì 19 ore 18 a domenica 21 settembre a Firenze, nell’ormai consueto Hall (ex Obihall, in via Fabrizio De André, angolo lungarno Aldo Moro) 9a vetrina dell’editoria e delle culture anarchiche e libertarie

La manifestazione, promossa dall’Ateneo Libertario di Firenze, avrà carattere internazionale e ospiterà editori e autori di area anarchica e libertaria. Oltre alla presentazione di libri, lo spazio è aperto ai periodici e alla stampa in tutte le sue forme: mostre, audiovisivi, arti grafiche... Come sempre ci saranno eventi come dibattiti, laboratori di vario genere, spettacoli teatrali e musicali. Si conferma anche quest’anno uno spazio coperto per le organizzazioni produttive autogestite, che mostreranno i propri prodotti. La nostra rivista sarà presente, come in tutte le edizioni precedenti.

Ateneo Libertario di Firenze info: [email protected] femminismo Quello che vi auguro

di Ursula K. Le Guin

In un discorso durante una cerimonia di laurea, la nota scrittrice di fantascienza Ursula K. Le Guin (1929 - 2018) sottolinea il maschilismo della tradizione intellettuale, della cultura e della società. E augura alle donne di...

orgo i miei ringraziamenti alla classe 1983 del bisogno anche di parole di debolezza. Mills College1 per avermi offerto una rara op- Ora, se io – invece di dire che spero che tutte voi Pportunità, ovvero parlare in pubblico nella lin- uscirete fuori da questa torre d’avorio dell’università gua delle donne. nel mondo reale e che costruirete una carriera trion- So bene che ci sono uomini che conseguono una fante, o almeno che aiuterete vostro marito a farlo, e laurea, e non è mia intenzione escluderli, anzi tutt’al- manterrete la nostra patria forte ed avrete successo tro. C’è una tragedia greca in cui un uomo greco dice in ogni cosa – invece di parlare dell’autorità, del po- ad un uomo straniero: “Se non comprendi la mia tere, cosa accadrebbe se io parlassi ora in pubblico lingua, per favore fai un cenno con il capo”. Ad ogni come una semplice donna? modo le cerimonie dei diplomi si basano solitamente Non suonerebbe bene. Potrebbe suonare davvero sulla tacita convinzione che chiunque si laurei è un male. Cosa accadrebbe se io dicessi che innanzitutto uomo o che dovrebbe esserlo. È questo il motivo per spero per voi, se – solo se – volete dei figli, io spero cui noi stiamo indossando abiti stile XII secolo che che voi li abbiate. Non orde di figli. Giusto un paio, appaiono fantastici sugli uomini e rendono le donne è più che sufficiente. E spero che siano belli, i vostri simili a un fungo o ad una cicogna incinta. figli. Che voi e loro abbiate abbastanza da mangia- La tradizione intellettuale è maschile. Un discorso re e un posto caldo e pulito dove stare, e di avere pubblico è tenuto in una lingua comune, pubblica, amici, e un lavoro che vi piaccia. Bene, è per questo la lingua nazionale o della tribù di appartenenza; che voi siete venute all’università? È tutto qui? E il e la lingua della nostra tribù è la lingua degli uo- successo? mini. Senz’altro le donne la imparano. Non siamo sciocche. Dimmi come potresti distinguere Margaret Sogno americano Thatcher da Ronald Reagan o Indira Gandhi dal Ge- nerale Somoza, in base a ciò che dicono. e miseria Questo è il mondo dell’uomo, quindi si parla la Il successo è il fallimento di qualcun altro. Il lingua dell’uomo. Le parole sono tutte parole auto- successo è il Sogno americano che noi stiamo con- ritarie. Tu hai fatto un lungo cammino, baby, ma tinuando a sognare perché la maggior parte delle nessuna strada è abbastanza lunga. Non puoi arri- persone in molti luoghi, compresi trenta milioni di vare neanche vendendo te stessa: perché la meta è americani, vive completamente sveglia nella terribile la loro, degli uomini, non la tua. realtà della miseria. No, io non vi auguro il successo. Forse abbiamo già troppe parole autoritarie e par- Non voglio neanche parlarne. Voglio piuttosto parla- lato della vita come una battaglia. Forse abbiamo re dell’insuccesso.

femminismo 69 Perché voi siete esseri umani che andranno in- i racconti dei pionieri, non siamo ancora giunte fin contro al fallimento. Vi imbatterete in delusioni, lì. Non ci arriveremo mai imitando il Macho. Potremo ingiustizie, tradimenti, perdite irreparabili. Scopri- giungerci solo per la nostra strada, vivendo qui, at- rete di essere fragili laddove vi credevate forti. La- traverso il buio del nostro paese. vorerete per possedere oggetti e poi scoprirete che sono loro a possedervi. Vi troverete – come credo Senza il bisogno di dominare che vi sia già capitato – in luoghi bui, sole e con addosso la paura. o di essere dominate Ciò che vi auguro, che auguro a tutte le mie sorel- Quindi ciò che vi auguro è di vivere qui non come le e figlie, ai miei fratelli e figli, è che voi siate capaci prigioniere, vergognandovi di essere donne, schiave di vivere lì, nell’oscurità. Di vivere nel luogo che la accondiscendenti di un sistema sociale psicopatico, nostra cultura razionale del successo rifiuta, defi- ma come native. Vi auguro di vivere come a casa, nendolo un luogo di esilio, inabitabile e straniero. di avere una dimora vostra, di essere padrone di Ebbene noi siamo già straniere. Le donne in quan- voi stesse, con una stanza tutta per voi. Di svolge- to donne sono largamente escluse, estranee alle au- re un lavoro, quale che sia il vostro talento, l’arte, toproclamate norme maschili di questa società, dove la scienza o dirigere un’azienda o spazzare sotto i gli esseri umani sono chiamati Uomini, l’unico dio letti, e quando vi diranno che il vostro è un lavoro rispettabile è uomo, l’unica direzione è verso l’alto. di seconda categoria perché è una donna a farlo, Quindi questo è il loro paese; esploriamo il nostro. spero che rispondiate loro di andare all’inferno e Non sto parlando del sesso, quello è tutto un altro che mentre ci vanno vi diano una giusta paga per universo completamente differente in cui ogni uomo le ore di fatica. e ogni donna sono soli. Sto parlando della società, Vi auguro di vivere senza il bisogno di dominare il cosiddetto mondo maschile della competizione o di essere dominate. Vi auguro di non essere mai istituzionalizzata, dell’aggressione, della violenza, vittime, ma vi auguro anche di non esercitare alcun dell’autorità e del potere. potere su altre persone. E quando fallirete e sarete Se vogliamo vivere come donne ci viene imposto sconfitte, nel dolore e nel buio, ecco allora vi augu- un certo separatismo di cui il Mills College è una ro di ricordare che l’oscurità è il vostro paese, dove saggia espressione. Il mondo che gioca alla guerra vivete, in cui non si combattono né si vincono guer- non è stato creato da voi o per voi; non possiamo ne- re, bensì dove risiede il futuro. Le nostre radici sono anche respirare l’aria senza maschere. E una volta nell’oscurità; la terra è il nostro paese. che avrete indossato la maschera sarà arduo riusci- Perché abbiamo cercato in cielo la benedizione – re a toglierla. Dunque cosa ne dite di continuare a invece che attorno a noi o in basso? La speranza fare le cose a modo nostro, come avete già in qualche che abbiamo giace lì. Non nel cielo pieno di occhi modo fatto qui al Mills College? Non per gli uomini o orbitanti che ci spiano e di armi, ma sulla terra che per la gerarchia del potere maschile – questo è il loro osserviamo sotto di noi. Non dall’alto, ma dal basso. gioco. Neanche però contro gli uomini – anche que- Non nella luce che rende ciechi, ma nell’oscurità che sto è giocare con le loro regole. Ma insieme ad ogni nutre, dove gli esseri umani crescono e diventano uomo che è con voi: questo è il nostro gioco. Perché anime umane. una donna libera con un’istruzione universitaria do- vrebbe combattere il Macho oppure sottomettersi a Avviso: questo discorso non è coperto da diritti d’autore lui? Perché dovrebbe trascorrere la propria vita alle e può essere citato o ristampato anche per intero senza ne- sue condizioni? cessità di ottenere permessi, comunque apprezzerei essere Il Macho teme le nostre condizioni, che non sono avvisata della sua riproduzione. sempre razionali, positive, competitive, ecc. E per I miei caldi e cordiali ringraziamenti vanno a tutti co- questo ci ha insegnato a disprezzarle e rifiutarle. loro che mi hanno scritto per dirmi di aver usato le mie Nella nostra società le donne hanno vissuto, e parole in classe, di averle condivise sui mezzi di comuni- sono state disprezzate per averlo fatto, tutta quel- cazione e di avermi ringraziato. Vorrei poter rispondere a la parte di esistenza che abbraccia e si assume la tutti, ma posso farlo sono in questo modo. Grazie! responsabilità dell’impotenza, della debolezza e del- la malattia, dell’irrazionale e dell’irreparabile, di ciò Ursula Kroeber Le Guin che è oscuro, passivo, incontrollato, animale, impu- ro – la valle dell’ombra, l’abisso, le profondità della Discorso per la cerimonia dei diplomi di laurea vita. al Mills College, 1983 Tutto ciò che il guerriero nega e rifiuta è lascia- www.ursulakleguin.com/LeftHandMillsCollege.html to a noi e dunque l’uomo che lo condivide con noi, come noi, non può essere dottore, solo infermiere, Si ringrazia Ilaria Festa per la proposta non può appartenere ai guerrieri, ma solo ai civili, e la traduzione di questo testo. non può essere tra i capi, solo tra gli indiani. Ebbe- ne questo è il nostro paese. Il lato oscuro del nostro 1 Il Mills College in California è un’Istituzione formativa dedi- paese. Se esiste un lato luminoso con alte sierre, cata alle donne. Nel 2014 ha aperto le porte anche a studenti praterie di erba scintillante, noi ne conosciamo solo transgender.

70 femminismo Rassegna libertaria

Arditi del Popolo/ del primo conflitto mondiale quale “atto ideologiche ancora in auge nella sinistra di nascita della guerra civile europea”. storiografica, oggi il volume s’inserisce a Ma la È lo sviluppo conseguente delle anti- pieno titolo in una rinnovata feconda sta- storiografia che suggestioni di Ernst Nolte e di Eric gione di ricerche. La rimozione ed espul- Hobsbawm, ma in specifico poi anche sione di fatto del fenomeno dell’arditismo “ufficiale” di quelle di Ferdinando Cordova su ardi- popolare dalle vicende complessive del ha cercato di ti e legionari dannunziani (che risalgono movimento operaio e dall’antifascismo addirittura al 1969). non era stata, evidentemente, solo il frut- cancellarli Il volume, corredato da un’importante to di meschini calcoli o magari di gretti e sostanziosa appendice documentaria, pregiudizi, ma la semplice diretta conse- Nel secondo dopoguerra i partiti, fat- oltre che da una suggestiva e significa- guenza dell’applicazione di un “metodo” tisi imprenditori politici della memoria, tiva rassegna fotografica, è articolato aprioristico, inaccettabile in sede storica. avevano di fatto prestabilito metodi e in undici densi capitoli: Introduzione; La “rottura del monopolio statale della “luoghi” deputati alla ricerca contempo- L’arditismo di guerra; Lo “spirito ardito” violenza” (Claudio Pavone) messa in raneistica, avevano a lungo e con proter- sul fronte interno; dai Fasci di combat- scena con il protagonismo adrenalinico via presidiato le scienze storiche, quasi timento al partito dell’ordine; Nascita e di chi aveva vissuto la trincea, elemento paventassero imminenti invasioni di alie- determinante per i successivi sviluppi ni. Così l’opposizione armata al primo socio-politici; ed il concetto stesso di fascismo in Italia era stata, e per troppo “guerra civile”, applicato al primo dopo- tempo, una pagina volutamente dimenti- guerra già nel ponderoso saggio di Fa- cata in quanto non conforme, episodio bio Fabbri (Utet 2009) sulle origini del rimosso della storia internazionalista e fascismo, sono concetti base e chiavi proletaria, vittima del revisionismo storio- interpretative che qui troviamo ben utiliz- grafico sia di destra che di sinistra. zati. È un metodo questo che dovremmo Un bel tomo, ricco, assai documen- sempre applicare. tato e dall’editing raffinato, ricapitola ora Non bisogna aver paura di fare i conti questa storia epica che, ormai, è il caso con la Storia, e in particolare con quella di sottolinearlo, non può più conside- disturbante e “scomoda” all’apparenza, rarsi come “dimenticata”. Persino nelle dove cioè più si insinuano le contraddi- pagine austere dell’Enciclopedia Trec- zioni. In tal senso appare palese, nella cani – ha annotato con malcelata ironia vicenda degli Arditi del Popolo, una sor- il prefatore di questo volume – si posso- ta di militarismo antimilitarista, per così no ora leggere (alla voce Ardito) infor- dire, degli anarchici. Anarchici che furo- mazioni corrette sugli Arditi del Popolo. no fondamentale componente di questo Questa nuova edizione (la prima è movimento. Contrastare le squadre di del 2002) dello studio di Luigi Balsamini Mussolini, fin da subito e manu militari, (Gli Arditi del Popolo. Dalla guerra sviluppo degli Arditi del Popolo; La pa- erano gli intenti generosi ereditati, cer- alla difesa proletaria contro il fasci- rabola dell’arditismo popolare; Il Partito to in forma spuria, dal cameratismo di smo (1917-1922), prefazione di Marco comunista e l’inquadramento militare; trincea. Nell’arditismo popolare si era in Rossi, Casalvelino Scalo, Galzerano Gli Arditi rossi di Vittorio Ambrosini; Gli parte ricomposta la frattura della guer- editore, 2018, pp. 448, € 20,00) non Arditi del popolo e l’antifascismo anar- ra con la convergenza strategica nelle solo aggiornata e ampliata ma “comple- chico; Nessuna pacificazione; Sulle ul- formazioni militarizzate sia di ex inter- tamente ripensata e riscritta, nella for- time barricate, estate 1922. ventisti divenuti anti-mussoliniani, sia di ma e nei contenuti” (p. 11), ci fornisce Se all’epoca della sua prima edizio- antimilitaristi libertari e anarchici. l’esatta misura di un intenso e plurale ne questa monografia di Balsamini, così Sul piano di un’analisi di lungo perio- percorso storiografico venuto a matura- come gli scritti di Marco Rossi e Eros do, pur tenendo in debita considerazio- zione in questi ultimi due decenni. Perio- Francescangeli, dovevano considerar- ne la componente tradizionale e antica do nel quale si è focalizzata, con sempre si studi pionieristici e controcorrente, del sovversivismo popolare, rimarrebbe maggiore insistenza, l’attenzione degli esemplare esito euristico del supera- – ad avviso del recensore – da ricollo- storici sugli esiti di breve e lunga durata mento nei fatti di certe impostazioni care opportunamente il pur breve etero-

cultura 71 geneo fenomeno nell’alveo tumultuoso gestione, ma interessa anche i rapporti di una dimensione tutta “italiana” della fra uomini e donne, fra genitori e figli, la storia europea. Un filone politico idea- responsabilità riguardo al destino delle le, culturale della “Sinistra” nel nostro prossime generazioni (che, a mio giudi- paese, a partire dal Risorgimento ha zio, dovrebbe essere l’imperativo cate- mantenuto una sua precisa riconosci- gorico del movimento ambientalista) e bile identità su alcuni fondamentali assi così via. Ovviamente ciò significa sfida- di pensiero. Laicismo, insurrezionalismo, re le gigantesche istituzioni della coerci- pluralismo, volontarismo, autonomia del zione e del controllo: lo Stato, le tirannie movimento operaio, federalismo…: è la provate che dirigono irresponsabilmen- cifra dei principi su cui si attesteranno te gran parte dell’economia nazionale e poi scambio e confronto fra liberta- internazionale, eccetera. Ma non solo. ri e azionisti-repubblicani, fra libertari Ho sempre pensato che l’essenza e liberalsocialisti. Questo particolare dell’anarchismo sia l’idea che qualsiasi lascito post-risorgimentale manterrà autorità che non riesce a farsi carico tracce ideali in significative esperienze dell’onere della prova vada abolita. A novecentesche: nelle trincee del 1915- volte è possibile.» 1918, nell’arditismo popolare antifasci- E, a conclusione, l’indice di questo sta come nella guerra di Spagna; finan- volume: 1. Obiettività e cultura liberale, che nella elaborazione “revisionista” di 2. Linguaggio e libertà, 3. Note sull’a- Camillo Berneri per quanto concerne la munista/anarcosindacalista (scegliete a narchismo, 4. L’importanza dell’anarco- strategia anarchica novecentesca nelle vostro piacimento). In realtà, è lui stesso sindacalismo, 5. Prefazione ad Antologi- alleanze per la lotta antifascista. a collocarsi in questo orizzonte politico. ja anarhizma, 6. Contenere la minaccia Abbiamo selezionato una serie di saggi della democrazia, 7. Anarchia, marxismo Giorgio Sacchetti con l’intento di far conoscere e apprez- e speranza per il futuro, 8. Obiettivi e vi- zare ai lettori non soltanto il contributo sioni, 9 L’anarchismo, gli intellettuali e lo di Chomsky al pensiero anarchico ma Stato, 10 Intervista con Barry Pateman, anche l’importanza dell’anarchismo oggi, 11 Intervista con Ziga Vodonik. Noam Chomsky/ come strumento per interpretare e cam- biare il mondo. Questo volume raccoglie Luciano Lanza Il suo pensiero alcune conferenze e interviste mai pub- (anche) blicate che, insieme ad altri scritti ormai noti, confermano e approfondiscono la anarchico visione di Chomsky su ciò che potrebbe Donne contro/ essere l’anarchismo». «Il patrimonio delle idee anarchiche e E dal capitolo settimo «Anarchia, Nella delle grandiose lotte di chi ha cercato marxismo e speranza per il futuro» ri- Resistenza di liberarsi dall’oppressione e dal domi- prendo alcuni passaggi interessanti. nio, deve essere custodito e tesauriz- «Noam, da sempre sei un difensore (e non solo) zato, non come mezzo per congelare il del pensiero anarchico. Molti conoscono pensiero in un nuovo paradigma, bensì la tua introduzione del 1970 al libro di La lunga lotta delle donne svolta a come base da cui partire per compren- Daniel Guerin, L’anarchisme. Ma anche Roma, come in Italia, nell’800 e nel cor- dere la realtà sociale e lavorare inde- di recente, ad esempio nel film docu- so del secolo scorso per l’autonomia e fessamente per modificarla. Non vi è mentario La fabbrica del consenso, hai l’emancipazione, per i diritti e la propria ragione di credere che si sia giunti alla colto l’occasione per rimarcare la poten- libertà, ha trasformato in modo deter- fine della Storia e che le attuali strutture zialità dell’anarchia e del pensiero anar- minante la società patriarcale italiana, autoritarie e di dominio siano incise nel- chico. Cosa ti attrae dell’anarchismo? sotto l’aspetto antropologico, sociale la pietra. Sarebbe d’altra parte un grave Ero attratto dall’anarchismo già da e politico. Sebbene oggi la specificità errore sottovalutare le forze sociali che ragazzo, da quando cominciai a riflette- di genere si sia imposta in diversi tipi lotteranno per conservare il potere e il re sul mondo da una prospettiva meno di normative esistenti, da quelli relativi privilegio», così scrive Noam Chomsky angusta. In seguito, non avrei trovato alla rappresentanza politica a quelli con- nella prefazione al suo libro ultimamente valide ragioni per cambiare idea. Penso cernenti la tutela della salute e le pari pubblicato: Anarchia, idee per l’uma- che l’unica cosa sensata sia identificare opportunità, soltanto per citarne alcuni, nità liberata (Ponte alle Grazie, Firen- e contrapporsi alle strutture autoritarie, tuttavia non si può affermare che la vio- ze 2018, pp. 390, € 18,50). gerarchiche e di dominio in ogni cam- lenza sulle donne nel nostro Paese sia Mentre Barry Pateman, sempre nel- po della vita: a meno che non si trovi un ricordo di altri tempi. la prefazione, sottolinea: «Lo scopo di una giustificazione per la loro esisten- A ricordarci quanto ancora la violen- questo volume è presentare alcune idee za, esse vanno considerate illegittime za contro le donne sia presente nella e riflessioni di Noam Chomsky sull’anar- e dunque smantellate per estendere la società italiana, radicata con fitte radici, chismo, che è di solito ritratto da media sfera della libertà umana. Ciò vale per il è la cronaca quotidiana delle aggressio- come autorevole anarchico/libertario/co- potere politico, per la proprietà e la sua ni e dei femminicidi, nonché i dati forniti

72 cultura dal Telefono Rosa che, in un libro appe- contro la povertà, la miseria, le abitazioni un’esperienza emotiva. A rappresentare na uscito, relativo alla sua attività tren- malsane, la mortalità infantile il militari- il valore e il messaggio del libro, basta tennale, indica che in tale periodo ha smo; attività che, durante il fascismo, di- il commiato dell’autore: “Forse questo assistito 700.000 donne. venne limitata e spiata in ogni modo dal è il segreto della memoria, le parole e i Pasquale Grella, in sintonia con la regime totalitario, sottoposta al ricatto sogni che rimangono dentro le persone percezione di questa realtà, con il suo li- di vedersi togliere i figli per eccessiva che ascoltano, e se è così allora mi sen- bro Sovversive ad honorem (L’Incisiva opposizione sociale e politica. to sicuro perché non sono solo.” Edizioni, Roma 2018, € 10,00, pp. 104), La sopraddetta attività svolta fino ci ricorda quanto sia importante conser- all’avvento del fascismo è contestualiz- Enrico Calandri vare e accrescere ciò che, a Roma, le zata nella storia sociale e politica della donne (anarchiche e non) hanno con- città di Roma, quando l’orientamento quistato nello scorso secolo. Questo li- democratico del sindaco Nathan nella bro cita donne di assai rilevante statura gestione della edificazione di case po- Psichiatria e come Anna Kulisciof, Maria Montessori, polari e nello sviluppo dei servizi pub- infanzia/ Eleonora Fonseca Pimental, Cristina blici della città, venne sopraffatto dagli Trivulzio di Belgiojoso, Luigia Minguzzi, interessi dei grandi proprietari terrieri. Contro la Giuditta Tavani e dà voce a donne perlo- Il periodo giolittiano vede il movimen- più sconosciute, che hanno contribuito a to anarchico romano ben radicato in cit- medicalizzazione creare la base della democrazia. tà e nella campagna romana, partito tra della libertà Grella, con sensibilità partecipe, ci gli altri partiti. Grella ricorda la lotta del descrive anche gli enormi sacrifici af- movimento per un miglioramento delle Se si può dire che il tipo di malattia/ frontati dalle donne che si opposero alla condizioni di vita dei lavoratori, come ad disagio siano sempre stati specchio violenza dello e allo strapo- esempio per l’utilizzo del chinino contro della società in cui si sviluppano, pos- tere fascista e che, dopo l’8 settembre la malaria e per la salute nelle campa- siamo anche dire che il disagio e le ma- del ‘43, lottarono nella Resistenza. A gne malsane. La lotta si riallacciava alla lattie dei nostri giorni sono conseguenti questo proposito l’autore riporta fatti di propaganda e all’azione costruttrice di alla paura. Paura di perdere il controllo, inumana ferocia che videro le donne pa- Errico Malatesta: Grella scrive che “gli ansia di non farcela, stress per riusci- gare le proprie idee di libertà con torture anarchici, sotto le direttive di Bakunin re a mantenere il ritmo della corsa. E fisiche e morali e con la morte. e dei primi internazionalisti, muovono la cosa peggiore di tutto è che questo L’autore descrive come, nel secondo i loro primi passi proprio verso questa sta coinvolgendo fasce di età sem- dopoguerra, i due partiti egemoni intese- direzione che ha come parola d’ordine pre più giovani, entrando in ambienti ro riportare le donne resistenti nelle mura la scolarizzazione di massa, la creazione come la scuola il cui scopo dovrebbe di casa e come ciò avvenne con contrasti delle stazioni sanitarie in tutti i rioni, e essere lontano mille miglia da qualsia- tra queste e i dirigenti comunisti. nelle sezioni di campagna, avviando una si ansia di prestazione o competitività. Dal libro emerge soprattutto una pro- durissima battaglia contro il caporalato. Ma quando a bambini di una dozzina fonda differenza tra l’attività intrapresa Si muovono con il fine di far riconoscere d’anni viene dato un “cartellino da tim- prima e durante il fascismo. Fin dai primi ai maestri anche il ruolo di registrazione brare” – lo chiamano badge (distintivo) del ‘900, quest’attività fu aperta e dif- delle nascite. Su tutti il documento Fra in inglese – che va usato all’ingresso di fusa, intrapresa dalle donne anarchiche i contadini, scritto da Errico Malatesta, scuola, così da sapere sempre chi c’è in gruppi “di genere” e in gruppi “misti” il più diffuso documento politico anar- e chi non c’è ed evitare di perdere tem- chico che spinge la partecipazione nelle po con l’appello, il segnale è pessimo, scuole di campagna, nella costituzione indica qualcosa che velocemente sta di biblioteche popolari e di rione, nei trasformando la scuola pubblica in un centri sanitari pubblici”. luogo di addestramento piuttosto che Nel libro vengono tracciati alcuni pro- di educazione, un posto dove essere fili di donne anarchiche nate o abitanti bambini non si può. a Roma, fra i quali quello di Annamaria Divieto d’infanzia. Psichiatria, Pietroni che “nel 1965 entra a far parte controllo, profitto, a cura di Chiara della nuova redazione di Umanità Nova Gazzola e Sebastiano Ortu (Pisa 2018, raccogliendo attorno a sé un nuovo e pp. 94, € 10,00) e ristampato nel 2018 agguerrito gruppo di giovani anarchici da quelli della casa editrice BFS, è un con i quali guiderà la controinformazio- libro uscito in prima edizione dieci anni ne militante all’indomani della strage di fa, creando un certo allarme, in quanto Stato del dicembre del 1969”. denunciava come sofferenze psicologi- La Bibliografia e un racconto molto che causate da problematiche sociali commovente sulla memoria di una Roma venissero “risolte” prescrivendo farmaci sparita, concludono un grande libro. in grado di controllare i sintomi. Oggi che Il libro, oltre a essere un’esperienza l’assunzione di psicofarmaci, regolarmente di conoscenza di fatti, idee e generose prescritti, è in continuo aumento da parte militanze – condensati in un testo rigo- di tutta la popolazione mondiale, si è resa roso, sintetico e completo – è anche necessaria una ristampa che aggiornas-

cultura 73 se soprattutto sulle diagnosi riguardanti affinché il comportamento infantile si Franco Serantini/ infanzia e adolescenza. adegui alla “normalità”. Che si abituino, Siamo parte di una società che offre da subito! Perché precarietà in cambio di efficienza e con- «Ma se la normalità viene sempre più ringraziare correnzialità, che costantemente crea racchiusa in un concetto di produttività, senso di inadeguatezza, dove gli eventi le “anormalità” si moltiplicheranno e si Corrado naturali che segnano le tappe cruciali cureranno con un sicuro vantaggio per Stajano nell’esistenza di un individuo – quei periodi le multinazionali del farmaco e per chi è della vita in cui è necessario prendersi delegato ad agire sul controllo e per il tutto il tempo che serve, aiutarsi reci- profitto (…) quando poi il termine “diver- È appena arrivata sugli scaffali del- procamente, essere attenti – vengono sità” può essere sostituito da “inferiori- le librerie la nuova edizione, in una bel- medicalizzati come se niente fosse, così tà”, si concretizza una discriminazione; la veste grafica, deIl Sovversivo di che gravidanza, nascita, pubertà, andro/ non a caso tra gli utenti psichiatrici sono Corrado Stajano (Il Saggiatore, Milano menopausa, sono trattati alla stregua di in aumento le persone che vivono in un 2019, pp. 207, € 21,00), accompagna- malattie dove chi paga lo scotto maggiore paese a loro straniero.» ta da una nuova introduzione dello stes- sono soprattutto le donne e i bambini ai È un libretto agile e chiaro, poco più so autore e arricchita da una collezione quali non vengono più lasciati spazi e di 90 pagine che forniscono importanti di disegni inediti dell’artista Costantino tempi liberi per organizzarsi autonoma- riflessioni su infanzia, educazione, ma- Nivola (1911-1988). mente nel gioco, per i quali tutto è già Pisa, 7 maggio 1972, ore 9.45. Fran- predisposto in modo tale che fantasia, co Serantini, vent’anni, studente/lavora- creatività e anche, perché no, della sana tore, anarchico muore nel carcere Don noia, non esistano più. Bosco dopo essere stato trattenuto e Per quelli che meno si adattano e interrogato per due notti e un giorno, manifestano insofferenza, si può sem- senza ricevere le cure di cui ha un evi- pre fare una diagnosi medica che pre- dente bisogno. scriva qualche farmaco tranquillizzante. Nel tardo pomeriggio di due giorni Ovviamente gli americani in queste prima, nel centro della città presidiata cose ci sanno fare e sono sempre all’a- da un incredibile dispiegamento di forze vanguardia, ma noi andiamo a ruota dell’ordine, una manifestazione antifasci- cercando di non essere da meno. Quin- sta indetta contro il comizio del deputa- di il disagio comportamentale invece di to Giuseppe Niccolai del MSI-DN, viene essere valutato come un campanello dispersa dalle cariche della polizia con d’allarme, la dichiarazione di qualcosa scontri violentissimi tra poche centinaia che non funziona all’interno della rela- di manifestanti e i poliziotti. In Lungarno zione adulto-bambino, viene incasella- Gambacorti, nei pressi dell’angolo con to come difetto/malattia, il genitore (o via Mazzini, Franco viene accerchiato e l’adulto facente funzione educativa) è aggredito da una decina di poliziotti, per deresponsabilizzato, non deve mettere lo più suoi coetanei, tempestato di cal- in discussione se stesso e può dele- ci, pugni e manganellate con una ferocia gare “il problema” a un esperto che lo lattia mentale e psichiatria, allarmanti che non risparmia alcun lembo del suo affronterà dal punto di vista della salute dati su come funziona la diagnosi, e corpo. mentale. conseguente terapia, per quello che è Fino ad allora, quella di Franco Se- Tutti gli atteggiamenti infantili e/o stato chiamato disturbo da deficit at- rantini è stata un’esistenza trascorsa adolescenziali non riconducibili den- tentivo sia negli Stati uniti che in Italia. con difficoltà affettive legate all’assenza tro una norma (ogni cultura ha le sue Possiamo leggere anche il questionario di una famiglia, alla povertà e all’emargi- norme, i modi di fare “giusti” nei luoghi che viene somministrato per formulare nazione coattiva negli istituti minorili vo- appropriati) vengono così contenuti chi- una diagnosi, l’aggiornamento al 2013 luta da uno Stato ottuso e arrogante. La micamente e il potenziale di libertà che, del più diffuso manuale diagnostico e sua storia è quella di un orfano che ha attraverso fantasie, desideri, aspirazioni così via a comporre un testo che tutt*, perso anche la madre e il padre adottivi, e anche comportamenti trasgressivi, non solo genitori, insegnanti o educato- costretto a passare da un brefotrofio a dovrebbe portare al formarsi di un’idea ri, dovrebbero leggere. un istituto, fino a ritrovarsi in riformato- personale dell’esistenza, viene elimi- Un invito rivolto a tutta la comunità rio a Pisa anche se non ha commesso nato risolvendo tutti i problemi. Se poi adulta, affinché prenda coscienza della alcun reato. Proprio qui, alla fine degli si pensa che è considerato problema situazione in corso, si informi e divenga anni Sessanta, nella città che gli appa- anche la timidezza, possiamo farci un’i- consapevole del dovere che abbiamo di re come un bellissimo teatro, perso fra dea di quanto possano essere arbitrarie difendere le nuove generazioni perché tanti altri ragazzi che affollano le vie e le tutte le “spiegazioni scientifiche” volte fantasia, creatività e libertà di scelta piazze, Franco vive i suoi anni più felici. a giustificare la prescrizione massiva di continuino a essere le loro caratteristi- Gli ultimi. psicofarmaci. Non vi sono dubbi, quel- che peculiari. Sembra la trama di un romanzo otto- lo in atto sembra proprio il tentativo di centesco, ma nel Sovversivo l’indagine attuare un controllo sociale preventivo, Silvia Papi sulla morte dell’anarchico Serantini è

74 cultura condotta attraverso un coro di voci rea- za dello Stato, come degli amici e com- di Stajano disegnò nella pagine bian- li, un’attenta lettura dei documenti della pagni di Serantini, e della loro energia che del libro della prima edizione, come burocrazia giuridica e dei giornali dell’e- positiva nel ricercare costantemente la incipit all’inizio dei capitoli e ai margini poca, componendo una narrazione civile verità e la giustizia, speranza per il futuro delle pagine, la vita e la morte del gio- di limpido rigore e grande partecipazione di un Italia diversa e migliore. vane anarchico, facendo sì che quell’e- emotiva. Un libro che ha avuto il merito di Ma oggi, anche se non abbiamo una semplare del libro divenisse un «unicum proiettare la figura di Franco all’attenzio- “verità giuridica” sul caso della morte editoriale» che oggi vede la luce. ne della coscienza civile nazionale. di Serantini – rispetto ad altri casi più Dunque, per Stajano, la vicenda di Un libro che è stato ampiamente letto recenti dove la “giustizia” ha svelato Serantini si conserva grazie alla me- sia dalla generazione dei giovani che come le responsabilità con nomi e cognomi moria di molti, con un continuo ma Franco riempivano le piazze di allora, sia di efferati delitti di Stato – della storia necessario rito civile, perché non se quelle successive che hanno raccolto e dell’anarchico ventenne abbiamo però ne dimentichi la figura, ed è anche per custodito gelosamente la sua memoria. la verità storica tenuta in vita grazie alle questo che nell’introduzione ricorda l’e- Ne sono testimonianza non solo le tre tante testimonianze che negli anni han- sistenza della stessa Biblioteca che da fortunate edizioni pubblicate dall’Einaudi no permesso di non dimenticare questa 40 anni continua coraggiosamente nel nel 1975, 1976 e 1979 in migliaia di copie, tragica vicenda: come quelle dei volti suo lavoro di raccolta di testimonianze che ebbe anche una traduzione in lingua anonimi di cittadini che ogni anno nella e a custodire la memoria dell’anarchico tedesca – Der staatsfeind: leben und tod ricorrenza depositano fiori sulla tomba Franco Serantini. des anarchisten Serantini, Berlin, Klaus o al monumento in Piazza S. Silvestro Wagenbach, 1976 –, ma anche quelle degli (che la gente chiama comunemente Franco Bertolucci anni Novanta, la prima sempre dell’Einaudi Piazza Serantini); o dei suoi compagni in coppia con un altro lavoro di Stajano, di idee e di molti altri, tra cui molti artisti Voglio aggiungere il mio personale (e L’Italia nichilista (1992) e la seconda a e poeti che hanno dedicato opere di va- redazionale) ringraziamento a Corrado cura del giornale «L’Unità» (1994); infine lore alla memoria di Serantini. Stajano, l’unica persona cui ho scritto in come non ricordare in anni più recenti le Un esempio illustre, segnalato anche questi anni, privatamente, chiamandolo nuove edizioni curate dalla BFS, casa dalle pagine di questa rivista e ricordata “Maestro”. Nessuna piaggeria, solo l’inti- editrice della Biblioteca dedicata a Franco, anche da Stajano nella sua nuova intro- ma convinzione che anche prendendo in quella del 2002 e poi quella del 2008, in duzione, è stata l’opera del musicista considerazione solo questo suo libro, il coedizione con “A” rivista anarchica con pisano, Francesco Filidei, un’impresa suo ruolo nella vicenda Serantini sia stato in allegato il DVD S’era tutti sovversivi di prestigiosa e ardita dal punto di vista fondamentale. E Maestro, a mio avviso Giacomo Verde. della tecnica musicale; oggi poi si ag- inarrivabile, nello stile di scrittura, nella Come spesso accade nelle opere giunge questa ulteriore testimonianza scorrevolezza del racconto, nell’uso di di Corrado Stajano, la vicenda di un artistica di Nivola che, emigrato negli quei termini in quel punto preciso. Una solo individuo svela il male di un paese USA ancora giovane, lavorò nello studio scrittura godibile e rispettosa. Rara. intero, e nel corpo di un ragazzo si rin- di Le Corbusier, fu vicino stilisticamente Quel ragazzo dagli occhiali spessi, tracciano i segni di un tempo spietato, a Saul Steinberg, insegnò alla Columbia spessissimi, che Aurora e io conoscemmo lacerato dai conflitti politici e sociali e University, alle università di Harward e a varie riunioni degli anarchici toscani da una “giustizia” di Stato che semina di Berkeley. A Orani, nel suo paese na- all’inizio degli anni ‘70, nella vecchia sede ingiustizie. tale in Sardegna, il Museo Nivola ospita degli anarchici pisani, sopra la Pubblica Rileggere le pagine dedicate a Se- un’importante collezione delle sue opere. Assistenza in via San Martino, sarebbe rantini, qui proposte con i bellissimi ed Questo artista si appassionò alla rimasto uno dei tanti, nella lunga lista efficaci disegni di Costantino Nivola, storia di Serantini e una sera in casa delle vittime della violenza poliziesca. significa riportare alla memoria, come È stato quel libro, è stata la profonda, accennato nella nuova introduzione al appassionata e rigorosa ricerca di Stajano libro dello stesso Stajano, anche i volti a strapparlo dall’anonimato e renderlo di Carlo Giuliani, Federico Aldrovandi, pubblico, conosciuto, rispettato. Stefano Cucchi e di tante altre vittime Stajano ha ora i suoi 89 anni, 21 più innocenti. Storie di oggi: soprusi delle di me. Ero ancora un ragazzo quando forze di polizia, depistaggi giudiziari, intorno al 1973 lo accompagnai a Car- giovani vite finite che mettono sotto ac- rara, sulla sua auto, in compagnia di sua cusa uno Stato incapace di processare moglie, per metterlo in contatto con alcuni se stesso, e raccontano la notte di una compagni carraresi. democrazia che abdica violentemente Lo conoscevo già come un giornalista alle proprie regole. Scrive Stajano che democratico, impegnato, con uno stile «quasi mezzo secolo dopo l’altra Italia sempre rigoroso, mai urlato, determinato non è ancora riuscita a ascoltare la le- e sereno. Era al nostro fianco nella mo- zione di dignità umana dettata dalla leg- bilitazione per Pinelli, Valpreda, la strage ge e dalla Costituzione della Repubblica di stato. Ci è stato al fianco in questi (art. 2; art. 3; art. 13)». Il giornalista ri- decenni, con simpatia e rispetto: con corda però anche l’impegno delle madri la sua attività i suoi numerosi libri, gli e delle sorelle delle vittime della violen- innumerevoli articoli, sempre ispirati alla

cultura 75 sua concezione di un vivere democratico, caratterizzato da un rigore morale che non è mai stato bigottismo. Con Stajano feci anche un paio di interventi pubblici a Pisa e a Livorno sulla vicenda Serantini. Un onore per me. E ricordo bene che durante una cena, presente Franco Bertolucci, Corrado ebbe modo di criticare con fermezza certe posizioni assunte da “A” in relazione ad alcuni episodi di violenza politica. Mi mise in crisi subito, mi fece riflettere e a distanza di anni riconosco che aveva ragione lui. La sua riflessione, il suo equi- librio, la sua onestà sapevano cogliere ben oltre le apparenze. È persona gentile, ma non meno determinata e ragionante (“Ma Paolo, come potete...?”): lo ricordo bene e con gratitudine. Gli auguriamo buona salute, che possa continuare a scrivere – lui democratico e antifascista – cose che hanno fatto e Beppe Chierici e Georges Brassens fanno pensare milioni di persone. Da queste colonne gli mandiamo un cuneese, sempre cercando di muover- sono riusciti a dare alla sua esistenza un caro saluto, ben sapendo che nella diffe- si lungo una traiettoria di fedelissima senso straordinario. “Cantare Brassens renza di opinioni su tante cose, sempre lo aderenza linguistica, ha tradotto e regi- è stato per me un inno alla vita, un’ode ritroveremo tra le persone che rispettano il strato esattamente cento testi del can- al rispetto degli altri, un sentirmi vicino nostro pensiero e il nostro movimento. La tautore francese dalle origini lucane, gli alle cattive erbe, ai gatti randagi, agli cui storia, in alcune sue pagine significa- ultimi tredici (tra cui gli incantevoli “La emarginati, ai diseredati”. tive (non solo la vicenda di Serantini), lui route aux quatre chansons”, “Le bistrol” L’intervista-conversazione con Fag- ha contribuito a indagare, ricostruire, far e “Les philistins”) fanno parte di “Cento getta, naturalmente, è anche una veloce conoscere meglio di quanto noi avremmo volte W Brassens”. L’album è allegato traversata nella vita ribelle e scanzonata e abbiamo saputo fare. Non è poca cosa. a Un Ulisse da taschino (edizioni di Chierici che, per dar sfogo ai demoni Grazie Corrado. Cenacolo di Ares, 2017, pp. 282, € interni dell’artista e dell’impenitente av- 18,00), un libro-intervista realizzato venturiero, dalla povera e piccola pro- Paolo Finzi con il fumettista romano Dario Faggel- vincia piemontese è andato per il mon- la, il quale aveva già illustrato con un do, passando per la Svizzera, Roma, l’A- incedere naif il precedente libro-cd di frica, la Francia fino ad approdare al suo Chierici La cattiva erba. attuale “buen retiro” umbro a Pesciano Beppe Chierici/ Sottoposto a un fuoco di fila di do- di Todi. Nel libro, Chierici - irrequieto e mande da Faggella, Chierici ricorda libertario qual é - rievoca le prime espe- Viaggio nell’arte gli indimenticabili incontri parigini con rienze con la scuola teatrale Dimitri in e nell’umanità Brassens, il cui verbo e canto poetico Svizzera e il teatro di strada di Gian Maria Volontè, il sodalizio con la prima compagna e cantastorie Daisy Lumini, Se Fabrizio De André e Nanni Svam- quindi la collaborazione a Parigi con il pa sono i nomi più illustri che hanno regista teatrale Jean Louis Martinelli, le cantato e ci hanno fatto conoscere “il partecipazioni alle fiction televisive e nel francese di Marsico Nuovo”, Georges cinema (nel riuscito, ma sfortunato film Brassens, a Beppe Chierici si deve at- “Le sabbie mobili” girato nel 1996 da testare un immane e meticoloso lavoro Paul Carpita fu anche tra i protagonisti). di traduzione e incisione dei non sempre Quello di Chierici è stato un lungo e af- facili testi dell’imperatore degli chan- fascinante viaggio nell’arte e tra l’uma- sonnier. E, in una lettera inviata nel no- nità; oggi, nonostante l’età (ottantuno vembre del 1976, fu lo stesso Brassens anni), continua instancabilmente a far a riconoscerlo: “Mio caro Beppe, sono splendere il canto umanista e generoso stato molto felice delle tue traduzioni di Brassens, nonché a incidere mirabili che sono a parer mio le migliori e le più canzoni per bambini con la compagna fedeli che mi siano state fatte in questa Mireille Safa. bella lingua italiana”. Fino ad oggi il cantastorie e attore Mimmo Mastrangelo

76 cultura memorie

Osvaldo Bayer L’attivismo della coerenza

di Gianni Alioti

Il 24 dicembre 2018 è morto il libertario argentino Osvaldo Bayer. Uno degli intellettuali più rispettati dell’America Latina. Difensore instancabile dei popoli indigeni, della classe lavoratrice e della libertà.

ome ha scritto, nella lettera di commiato, il gentino di Jujuy al confine con la Bolivia] per parlare figlio Esteban, “Erano settimane che Osvaldo dei diritti dei popoli indigeni. Csentiva la necessità di partire. Non soppor- Allo stesso tempo lo aspettavano all’Università di tava stare senza fare niente, seduto nella sua casa Berlino e in un’assemblea di un sindacato in Patago- [nel quartiere di Belgrano a Buenos Aires] il Tugu- nia. […] Chiedeva della sua valigia, se il passaporto rio [come l’aveva denominata il suo amico, Osvaldo e il biglietto di viaggio erano a portata di mano. Con Soriano anche lui scrittore e giornalista argentino Claudia, la compagna che si era presa cura di lui in morto nel 1997]. Voleva fare le sue valigie. Si sve- questi ultimi anni, avevamo sviluppato dei codici per gliava, dicendo che doveva andare a un congresso convincerlo che doveva posticipare il viaggio. per discutere sui diritti umani, che lo aspettavano in Oggi [la vigilia di Natale] non ha accettato rinvii. un paesino remoto della Pampa […] o che l’avevano Ha deciso di partire. Come un buon anarchico e per invitato in una piccola scuola a Puna [nello stato ar- imbrogliare tutti quelli che hanno acceso le cande-

memorie 77 line di un alberello verde, ha scelto la data esatta. Osvaldo era consapevole che in un tempo in cui il L’hanno rivelato tra le lacrime le sue nipoti ad Am- ruolo dell’intellettuale era spazzato via dalla società burgo: il nonno ha fregato la chiesa […]”. dello spettacolo, si esigevano un impegno maggiore Per un’insolita coincidenza, dall’altra parte dell’o- e un coinvolgimento diretto. Per questo motivo, negli ceano, un altro compagno anarchico di 91 anni, ultimi anni della sua vita, anche quando la sua voce Gianni Forlano, è morto nella stessa notte di Natale. si levava solitaria, risuonava sempre chiara e for- “Sembra quasi che abbia scelto anche la data della te. Come nella difesa dei popoli indigeni. Quando ne sua morte per marcare il senso laico e anticlerica- parlava era solito ricordare che “si tratta di chiarire le della propria esistenza”, scrive il suo amico Paolo il nostro passato affinché non si ripeta mai”! Finzi nel numero scorso di “A” rivista. Non so se i A questo proposito – molti se lo ricordano anco- due si fossero mai incontrati nei crocevia del mondo ra – in un video dell’agosto 2017, all’età di 90 anni, o in questo loro ultimo viaggio. A me piace pensarlo. mentre, guardando fisso la fotocamera, dichiarava Osvaldo Bayer ha sempre sperato di potersi riu- in modo deciso: “Sono Osvaldo Bayer, 50 anni fa ho nire con tutte le persone anonime che hanno lotta- vissuto a Esquel e ho denunciato il furto di terra alla to per una giustizia terrena. Senza aver “sbandato”. comunità Mapuche di Cushamen. Esigo che termi- Senza essersi dati mai per vinti. nino le sparizioni forzate in Argentina. […] Un mese Gli anonimi che lottano tutti i giorni, senza appa- dopo la sparizione forzata di Santiago Maldonado, ci rire nei quotidiani o in televisione; sono questi che auto-convochiamo a Playa de Mayo per chiedere la il “vecchio”, come lo chiamavano affettuosamente gli sua riapparizione, vivo!”. amici, ha sempre ascoltato e a cui ha dato voce. A sostegno della famiglia Maldonado che chiede- va “verità e giustizia” si era schierata, con Osvaldo Chiarire il passato, Bayer, anche l’associazione delle madri dei desapa- recidos (Las Madres de Plaza de Mayo) che da tempo affinché non si ripeta protestava contro il nuovo presidente Mauricio Ma- In un’intervista di due anni fa, Osvaldo disse: “Ci crì, accusato di voler minimizzare i crimini commes- sono persone che non si arrendono, che resistono, si dalla dittatura di Videla fra il 1976 e il 1981. fino alla fine. Bisogna uscire in strada e smuovere i L’Argentina è ancora una volta divisa. Una parte politici, perché si rendano conto di quello che hanno chiede di voltare pagina, mettendo una pietra sopra fatto. L’unico modo per cambiare le cose è partire ai crimini commessi dai militari, l’altra invece ricor- dal basso”. da l’impegno preso con la fine della dittatura: Nunca Roberto Fiadone

Porta della casa “El Tuguro” di Osvaldo Bayer

78 memorie más (“Mai Più”). E, per molti, il caso di Santiago Mal- donado ha fatto ripiombare il paese nell’incubo di quegli anni. Era già il secondo caso di desaparecido durante il Governo di Macrì. Il primo fu la sparizione forzata – nel novembre 2016 – di Marcelino Olaire, un indio nipote del capo della comunità Qom. Ad oggi Marcelino non è stato ancora ritrovato. Santiago, il giovane attivista che lottava per i diritti dei popoli indigeni, era scomparso nel nulla l’1 agosto 2017 mentre, stava partecipando a una protesta dei Mapuche che era terminata con una violenta repres- sione da parte della Gendarmeria. La protesta era av- venuta nei pressi di Esquel in Patagonia. Lo stesso luogo dove Osvaldo Bayer, tornato in Argentina dopo aver conseguito una laurea in storia in Germania, si stabilì nel 1957. È qui dove iniziò il lavoro di giorna- lista nei quotidiani patagonici “Noticias Gráficas” ed “Esquel”, dal quale fu ben presto licenziato per la sua compromettente libertà di pensiero. Ma Osvaldo non si perse d’animo e non rinunciò a dedicarsi al giorna- Osvaldo Jorge Bayer, storico, scrittore, giornali- lismo d’inchiesta. Nel 1958 a Esquel fondò, insieme a sta, anarchico e dirigente sindacale era nato in Santa Fé, Juan Carlos Chayep, “La Chispa”. Il primo periodico Argentina il 18 febbraio 1927 ed è morto in Buenos Aires indipendente in Patagonia. il 24 dicembre 2018. Fu professore onorario e titolare Nel primo numero de “La Chispa”, Osvaldo Bayer della libera cattedra di Diritti Umani della Facoltà di Lette- scrisse che era “necessario trattare al più presto il re e Filosofia dell’Università di Buenos Aires. problema delle terre di Cushamen”. Raccontò le tra- Dal 1952 al 1956 studiò Storia nell’Università di Ambur- me della politica, che portarono – nella formazione go in Germania e al suo ritorno in Argentina, si dedicò al delle nuove classi dominanti in Argentina – all’ap- giornalismo, alla ricerca storica e a scrivere sceneggiatu- propriazione indebita di terre aborigene, da parte dei re per il cinema. proprietari terrieri e dei luogotenenti dell’esercito. Fu Lavorò nei quotidiani della Patagonia “Noticias Gráficas” anche l’inizio del suo lavoro di storico, che finalizzò e “Esquel” e, in seguito, fu segretario di redazione al con la pubblicazione del libro Los Vengadores de la quotidiano nazionale “El Clarín”. Nel 1958 fondó “La Patagonia Tragica. Un emblema della sua opera, ma Chispa”, primo periodico indipendente della Patagonia. anche della ricerca storica e giornalistica argentina. Dal 1959 al 1962, ricoprì anche il ruolo di segretario Sono quattro tomi pubblicati nel 1972, 1974 e 1975, generale del Sindacato della Stampa. raccolti sotto il titolo Patagonia Rebelde. Durante la presidenza di María Estela Martínez de Perón, A causa di questo libro la Alianza Anticomunista Bayer fu minacciato e perseguitato dalla Tripla A - Alianza Argentina, conosciuta come la tripla A – diretta da Anticomunista Argentina, diretta da José López Rega, a José López Rega – minacciò Osvaldo Bayer e la sua causa delle sue opere, soprattutto per il suo libro “Los famiglia, costringendoli all’esilio sin dal 1975, prima vengadores de la Patagonia trágica”. Per questo motivo del golpe militare. La scomparsa di Santiago Maldo- fu costretto all’esilio, vivendo a Berlino Ovest dal 1975 nado a Esquel, in quello stesso luogo dove Osvaldo al 1983. Rientrò in Argentina solo dopo la caduta della aveva vissuto e si era schierato per la verità storica dittatura militare. In tutti questi anni Osvaldo Bayer ha collaborato come e per i diritti dei popoli indigeni, acquisì per Osvaldo opinionista con il quotidiano Página12, fondato nel 1987 un significato profondo. da Jorge Lanata, dal suo amico (e scrittore argentino) Il primo settembre, raccogliendo l’appello di Osvaldo Soriano e dal giornalista Horacio Verbitsky. Inol- Osvaldo e de Las Madres y Abuelas, decine di miglia- tre, ha continuato la pubblicazione di numerosi libri (ve- ia di persone si radunarono in Plaza de Mayo. C’era dere bibliografia) e ha tradotto dal tedesco diverse opere un unico slogan: “Verità su Santiago”. La protesta si di Goethe, Kafka, Brecht. concluse con scontri nel centro di Buenos Aires. Un Ha ricevuto il titolo di Dottore honoris causa, per meriti mese dopo, il primo ottobre, ci fu un nuovo appunta- acquisiti nel campo dei diritti umani, della letteratura e del mento (l’ultimo) sempre in Plaza de Mayo a Buenos giornalismo, da diverse Università (Buenos Aires, Cor- Aires e in molte altre città argentine. doba, Quilmes, San Luis, del Sur, Comahue, San Juan). Solo dopo queste innumerevoli manifestazioni Bayer si auto-denominava “un anarchico e pacifista a della società civile in Argentina, e dopo le denunce oltranza”. a livello internazionale, il corpo senza vita di Santia- go Maldonado verrà ritrovato. Il 18 ottobre 2017 nel rio Chubut. L’omicidio di Santiago Maldonado, da quel momento, diventa uno dei simboli della lotta dei popoli nativi nel Cono Sud dell’America Latina e nel mondo.

memorie 79 Contro gli omicidi come inconcepibile un’operazione della polizia fede- di Stato rale con lo scopo di catturare i membri della comuni- tà di Lafken Winkul Mapu ed espellere con violenza Nonostante siano passati 60 anni dal primo nu- le famiglie Mapuche, la maggior parte di loro com- mero de “La Chispa”, i conflitti per la terra poste da donne e bambini, violando tutte le norme nella regione patagonica e nell’intera America La- legali e internazionali… “[…] Ho visto così tanta viltà tina coinvolgono ancora migliaia di comunità indige- nella storia con Mitre, Roca, Videla, Hipolito Yrigo- ne in tutto il continente. yen, con la Patagonia ribelle e ora in democrazia! Lo scontro oppone due logiche inconciliabili: da – una cosa inaudita. […] La stigmatizzazione, il raz- un lato una nuova ondata di accumulazione-espro- zismo e la violenza sono gli strumenti di coloro che priazione capitalista, attraverso il processo di estra- non hanno argomenti”. zione di risorse naturali della Terra da vendere nel Una costante nell’attivismo di Osvaldo Bayer era mercato globale; dall’altra quella dei popoli nativi, questo perenne coinvolgimento nella lotta a soste- come i Mapuche, che rivendicano il recupero delle gno delle rivendicazioni dei popoli indigeni. La sua terre ancestrali, per vivere costruendo una diversa non era una posizione solo politica, ma anche carat- relazione con la natura e il territorio. In questa lotta terizzata da una forte tensione etica e ideale. Contro i Mapuche (il popolo della Terra, da Mapu=Terra e qualsiasi governo. Durante il kirchnerismo, venne che=uomo) si trovano a combattere contro i Benet- presa dal governo argentino una decisione ostile nei ton, i maggiori latifondisti stranieri in Patagonia, e confronti di alcune comunità indigene. Così, quando non solo. nel 2015 in un’intervista gli chiesero chi fossero i Il 25 novembre 2017, poco più di un mese dopo Roca1 di oggi, rispose: “sono le grandi tenute latifon- il ritrovamento del corpo di Santiago Maldonado, diste e le imprese transnazionali.” è stato ucciso Rafael Nahuel, giovane mapuche di 22 anni che viveva e lavorava nei quartieri poveri Nessuna dittatura, di Bariloche. Rafael è stato colpito alla schiena du- rante lo sgombero della comunità nativa di Lafken nemmeno del proletariato Winkul Mapu, nella zona del Lago Mascardi, dispo- Nella sua vita, svoltasi per anni tra il mondo ac- sto dal giudice federale Gustavo Villanuev. Non è cademico, il sindacalismo e le redazioni dei giornali, stato dimostrato che Rafael avesse attaccato le for- Osvaldo Bayer ha dissacrato i “falsi eroi” massacra- ze di sicurezza, né che avesse avuto con sé armi da tori dei popoli indigeni e innalzato le bandiere delle fuoco. lotte operaie e dei diritti umani. E ha lottato con ma- Di fronte a questo ennesimo omicidio di Stato, estria usando la parola come sua principale arma Osvaldo Bayer non esitò a scrivere una lettera di- da combattimento. Nessuno più di lui ha difeso la retta al giudice Villanueva. Nella lettera denunciava causa di tutti gli “umiliati e offesi”.

Buenos Aires (Argentina), piazza Alberti, nel quartiere Belgrano, 28 dicembre 2018 - L’addio pubblico a Osvaldo Bayer

80 memorie Come ha ricordato Claudio Zeiger, opinionista del quotidiano “Página12”, il “vecchio” si è fatto stori- co per conoscere la vita collettiva, giornalista per narrarla senza aridità accademica, sceneggiatore di cinema per portare queste storie alle masse. In ogni passo e con ogni suo libro, Bayer ha tracciato Bibliografia di Osvaldo Bayer la mappa della lotta tra le classi e l’ha fatto con ve- (in lingua spagnola) rità testimoniale, con forza espressiva, disegnando il ritratto di insoliti personaggi che difficilmente figu- Severino Di Giovanni, el idealista de la violencia. Ensayo. rerebbero nella “storia ufficiale”. Editorial Galerna, Buenos Aires, (1970). Per questi motivi, “Il migliore omaggio che possia- mo fare a Osvaldo Bayer”, ha scritto il suo grande La Patagonia rebelde (tomos I y II). Ensayo. Editorial amico e storico argentino, Felipe Pigna, “è leggere i Galerna, Buenos Aires, (1972). suoi libri, ricordare la sua coerenza e seguire la sua La Patagonia rebelde (tomo III). Ensayo. Editorial Galer- lotta”. Un esempio di coerenza da tutti riconosciuto. na, Buenos Aires, (1974). Osvaldo Bayer, con il suo umorismo e la sua iro- La Patagonia rebelde (tomo IV). Ensayo. 1975, Berlín nia, trovava sempre il piacere di mettere in discus- (Alemania). sione le varie forme di potere che incontrava. Per questo lo hanno pianto in molti, sottolineando che Los anarquistas expropiadores y otros ensayos. Ensayo. con la sua morte, se ne va uno dei giornalisti più Editorial Galerna, Buenos Aires, (1975). degni e onesti del secolo XX e XXI. Exilio. Ensayo. Con Juan Gelman, editorial Legasa, Bue- Ma oltre al suo “attivismo della coerenza”, defini- nos Aires, (1984). zione che riassume efficacemente la sua vita, quale Fútbol argentino. Ensayo. Editorial Sudamericana, Bue- futuro sognava una persona come lui? La risposta nos Aires, (1990). è racchiusa nelle sue parole. “Sogno un socialismo libertario. Una società senza classi o povertà. Nes- Rebeldía y esperanza. Ensayo. Grupo Editorial Zeta, suna dittatura, nemmeno quella del proletariato. È Buenos Aires, (1993). un sogno... e nella vita dobbiamo lottare per rag- Severino Di Giovanni, el idealista de la violencia (reedi- giungerlo”. ción). Ensayo. Editorial Planeta, Buenos Aires, (1998). Infine, qualche parola sul suo rapporto di “anar- A contrapelo. Conversaciones con Osvaldo Bayer. Uli- chico e pacifista ad oltranza” (come lui stesso si de- ses Gorini. Editorial Desde la gente. Buenos finiva) con la democrazia, sviluppato in un paese e in un continente spesso vittima di involuzioni au- Aires, (1999). toritarie e feroci dittature militari. “Devi essere pre- En camino al paraíso. Ensayo. Editorial Vergara, Buenos parato a difendere la democrazia”1, disse nel 2012 Aires, (1999). davanti a un centinaio di studenti di giornalismo. Rainer y Minou. Novela. Editorial Planeta, Buenos Aires, “Democrazia, quella parola che molte volte diventa (2001). così leggera, così naturale, così eterna, è sempre sot- Obras completas, Página 12, Buenos Aires, (2009). to controllo, è sempre minacciata. In breve, è un’idea in costruzione”. Per poi aggiungere: “Finché c’è mi- ¿Qué debemos hacer los anarquistas?. Ensayo. Editorial seria, non c’è democrazia”. Osvaldo Bayer, durante Quadrata.Buenos Aires, (2014). tutta la sua vita, ha lasciato – come libertario – un messaggio ben chiaro: la democrazia deve essere Bibliografia di Osvaldo Bayer difesa oltre qualsiasi ambizione di partito. Ci sono dei limiti al potere che la società deve porre e che (in lingua italiana) nessun governo in carica, per quanto progressista o repressivo possa essere, può oltrepassare. Alla fine, Patagonia rebelde. Una storia di gauchos, bandoleros, tutto dipende da noi. anarchici, latifondisti e militari nell’Argentina degli anni Forse è questa l’eredità più importante lasciateci Venti, Edizioni Elèuthera, Milano (2009). da Osvaldo Bayer. Severino Di Giovanni. C’era una volta in America del Sud, Edizioni Agenzia X, Milano, (2011). Gianni Alioti Rebeldia y esperanza. Storia di un esilio, Edizioni Ouver- ture, Grosseto, (2016). 1 Alejo Julio Argentino (1843-1914) generale dell’esercito, politi- co, statista argentino, artefice della “conquista del deserto” da La storia sociale del calcio argentino, Edizioni Alegre, parte dello Stato nazionale. In realtà erano le terre della Pampa Roma, (2018). e della Patagonia, dei popoli indigeni come i Mapuche, che fu- rono deportati e sterminati. È stato due volte presidente della nazione —tra il 1880 e il 1886 e tra il 1898 e 1904. Attraverso la sua leadership del Partido Autonomista Nacional ha dominato la scena politica argentina per 30 anni.

memorie 81 nopoteribuoni Un bel tour

Dopo una prima trentina di presentazioni, il curatore del libro traccia un primo bilancio del nopoteribuoni tour. Con dati e impressioni, tante e variegate. Intanto il tour prosegue. Alla grande.

Scrivo alla fine di febbraio, quando ho “fatto” (finora) la andiamo realizzando, del ruolo che le attribuiamo. 31 presentazioni del libro sul pensiero (anche) anarchico Mi riferisco all’esistenza di una significativa quota di di Fabrizio De André. Ne sono in programma per ora persone che sono interessate e spesso coinvolte perso- altre 23, fino a fine novembre. E un’altra ventina sono in nalmente in riflessioni di segno libertario, di critica al via definizione. Sulla base delle richieste che continuano potere, di ricerca di percorsi concreti di vita e di impe- ad arrivare, è sicuro che il tour duri (almeno) fino alla gno che noi anarchiche e anarchici sentiamo vicini, ma primavera 2020. non nascono da un riferimento alla storia e ai filoni di Dal novembre 2018, saranno un centinaio di presen- pensiero anarchici. tazioni, spalmate in una ventina di mesi. Un’avventura Gente che a volte vota, altre volte non partecipa al affascinante. rito elettorale, raramente ha una tessera partitica in Le presentazioni vengono fatte sulla base della “chia- tasca, spesso è attiva in qualche forma di volontariato, mata” da parte di chiunque ci contatti. A parte quella militanza sociale, gruppi ecologisti. Ci sono vegetariani “ufficiale” di presentazione da noi promossa nel carcere o vegani, nonviolenti, persone attive nel sindacalismo di di Opera (Mi), i posti in cui si sono tenute e si terranno base o in più istituzionali forme di partecipazione (dagli sono: 22 in circoli culturali, biblioteche, centri sociali, organi collegiali scolastici alle raccolte di firme su singoli ecc.; 17 promosse da gruppi anarchici; 9 in librerie; 3 progetti locali). Insomma un mondo “alternativo”, spesso in scuole e università, 1 in una Fiera (Book Pride). Uno libertario nello sguardo che ha e vuole avere sul mondo. spaccato interessante dei punti di riferimento culturale, È questa tipologia di persone, spesso impegnate in con un terzo all’interno del movimento anarchico e il resto collettivi ma anche orgogliosamente individualità, che al di fuori. Ciò significa che l’operazione nopoteribuoni rappresenta la maggioranza delle circa 1.400 persone (le coinvolge sia il tessuto militante (4 gruppi aderenti alla ho contate sommariamente) che sono venute alle presen- Federazione Anarchica Italiana, 3 alla Federazione dei tazioni tenutesi fino alla fine di febbraio, in nemmeno Comunisti Anarchici, 10 “sciolti”) ma coinvolge in ma- tre mesi e mezzo dall’uscita del libro. Persone che si sono niera prevalente collettivi, librerie, centri di aggregazione sorbite l’almeno ora e mezza di mia densa presentazione esterni al movimento anarchico, spesso senza alcuna non tanto del libro, ma delle potenzialità che un’attenta relazione con esso. riflessione sulle tematiche sollevate da Fabrizio suscita e permette. Sempre a partire dalla sua poliedrica formazione Aperti al dibattito culturale, nella quale l’anarchismo ha un posto privilegiato È una prima conferma non solo delle idee, sensazioni, quanto perlopiù misconosciuto. convinzioni che sono state alla base del concepimento Avrò sicuramente modo di ritornare su quanto il e poi della realizzazione del libro, ma più in generale nopoteribuoni tour svela e propone. Si tratta, per me dell’impostazione stessa di “A”, di come mese dopo mese personalmente, ma anche per la redazione di “A” e per

82 nopoteribuoni il movimento anarchico di cui faccio e mi sento parte, Un bel mondo (anche) anarchico nel cuore del qua- di una specifica grossa opportunità di “propaganda” e di le il nostro tour nopoteribuoni proseguirà per mesi e riflessione. Un viaggio in decine e decine di realtà diverse mesi... Un bel viaggio collettivo, di cui continuerò a e variegate, da quelle all’interno di un movimento anar- riferirvi. Un viaggio che continuerà a dipanarsi nelle chico non certo in una delle sue stagioni più facili, ad città, nei piccoli centri, nelle isole, ovunque qualcuno altre aggregazioni culturali e/o operative che, con diverse ci chiami per parlare del libro, del pensiero di Fabri- gradazioni “libertarie”, segnalano una vivace rete di attività zio, del suo contributo (anche) anarchico. Abbiamo sociali. Gente che è influenzata da specifiche idee anar- al momento date fissate fino al prossimo novembre, chiche e libertarie, apprezzate e attuate completamente cioè tra 7 mesi. Le compagne/i e le amiche/ci abbiano al di fuori (e nel totale disinteresse) delle parole d’ordine pazienza. Ormai stiamo per entrare, con le nostre pre- (astensioniste, rivoluzionarie, antistatali) dell’anarchismo. sentazioni, nel 2020. Il nostro libro si occupa del pensiero del cantautore Un bel viaggio collettivo genovese, riflette sulle sue tematiche di fondo, vuol con- Un mondo non tanto di simpatizzanti per il nostro tribuire alle testimonianze e alle lotte per un mondo più quasi sconosciuto movimento anarchico, ma per le nostre solidale, umano, libertario. Sono cose che non hanno idee e anche la nostra storia in campo ecologista (Murray scadenza e non implicano urgenze. Un po’ alla volta Bookchin, nelle sue varie fasi), pedagogico (importante diremo di sì a tutte/i quante/i ci chiamano. l’opera e le decine di conferenze di Francesco Codello), Lo abbiamo scritto. Andremo avanti finchè qualcuno ci musicale (e sono decine le persone e i gruppi coinvolti), chiamerà. Questa grande avventura mia personale e col- di riflessioni sulla psichiatria (ho trovato tracce dell’opera lettiva va e andrà avanti. In direzione ostinata e contraria. dello psichiatra riluttante” Piero Cipriano), quasi tutte con la “A” molto minuscola e a volte senza nemmeno la Paolo Finzi “A”, che si intreccia con tante esistenze e attività.

Empoli/ Dalla locomotiva alla bicicletta (per colpa del PD)

Le forze del disordine, sotto la pressione dell’amministrazione comunale del PD, fanno togliere i manifesti affissi nel centro di Empoli che pubblicizzano la presentazione del libro di De Andrè il 2 marzo scorso. I compagni passano a metodi alternativi: la bici-sandwich. E pensare che un tempo gli anarchici sfrecciavano sulle locomotive. In tarda età arrancano in bicicletta.

nopoteribuoni 83 È stato lui!

L’abbiamo scovato: l’autore della scritta sul muro di un porticciolo sardo ha ora nome e cognome.

Riproduciamo qui a fianco la pag. 196 del nostro libro spray, una rossa e una nera, i colori dell’anarchia. sul pensiero di De André. La foto ci era stata proposta Con molta emozione feci quella scritta. e donata da Dori quando lavo- ravamo, quasi una ventina di

anni fa, al Cd+libretto “Fabrizio Debora Locci De André, ed avevamo gli occhi troppo belli”. L’autore della scrit- ta era naturalmente sconosciuto. La foto fu pubblicata, piccola piccola, nell’ultima pagina del libretto di quel cd. Durante il mio recente giro di presentazioni in Sardegna (7 - 10 febbraio 2019), il nostro collaboratore e - all’occasione - organizzatore delle 7 presen- tazioni sarde, Gerry Ferrara, è riuscito a “scovare” l’autore della Cagliari, 10 febbraio 2018 - Paolo Finzi, curatore del libro, e Sergio Stocchino, autore della scritta scritta. Più efficiente della Digos, ha fatto sì che Sergio Stocchino - così si chiama l’imbrat- Gli anni e le intemperie l’hanno cancellata. Adesso tatore di quel muro - sia venuto, domenica 10 febbraio, sono in pensione ma vado spesso al porto e quella a Cagliari, a Castello (lo storico quartiere centrale) nello scritta è rimasta indelebile nella mia mente. spazio Kairos. Lì si è tenuta l’ultima presentazione sarda, Una piccola cosa per un grande poeta. Grazie Faber!” con tanto di pranzo d’arrivederci a me dedicato e tanta Sergio Stocchino bella musica, intrattenimento, gente simpatica, esponenti del volontariato, archeologhe/gi, ecc. E lì ho abbracciato Sergio mi ha detto che in paese (e non solo) gli han- il sardissimo Stocchino Sergio, da Santa Maria Navarrese, no chiesto di rifarla. Ma non se la sente. Ci sono cose il paesino dell’Ogliastra nel cui porto fu realizzata quella nella vita che sono state, sono state belle, ma non ha scritta. Da lui, appunto. senso riproporle. La copia non ne potrebbe mai avere Ecco la sua testimonianza: il valore e non potrebbe riprodurre la magia di allora. Questo credo di aver colto dal suo sguardo profondo. “Facevo il guardiano notturno al porticciolo di Limpido come il mare. Debora Locci, un’altra bella Santa Maria Navarrese, quando appresi la notizia della persona impegnata da anni nella rassegna “Buon Com- morte di Faber. Rimasi sconcertato. Le sue canzoni pleanno Faber”, ha scattato, come sempre, tante foto. mi accompagnavano e la notte scorreva più veloce. Ne mettiamo solo una. Decisi così di prendere due bombolette di vernice Paolo Finzi

84 nopoteribuoni “Era l’estate del 2000 o del 2001 e in tre barche di un gruppo di amici decidemmo di attraccare al porto di Santa Maria Navarrese, frazione di Baunei, sulla costa orientale della Sardegna, non lontano da Arbatax. Il porto era ancora in costruzione, ma ci dettero il permesso di fermarci lì per un po’... Tirammo fuori i tavolini e mangiammo sul molo. Su un muro c’era questa grossa scritta che qualcuno di noi fotografò.”

Dori Ghezzi

nopoteribuoni 85 book tour

Ecco l’elenco delle prossime presentazioni del nostro volume che non ci sono poteri buoni – il pensiero (anche) anarchico di Fabrizio De André. Altre presentazioni sono in via di definizione. Chi ne vuole organizzare una, ovunque in Italia, ci contatti agli indirizzi riportati qui sotto. Tenete presente che le prime date disponibili sono da novembre in poi.

Sul nostro sito, al link: www.arivista.org/che-non-ci-sono-poteri-buoni/presentazioni troverete maggiori dettagli su ciascuna presentazione (indirizzo, chi organizza, chi interviene, eventuale parte musicale, ecc.) e l’elenco di quelle già avvenute.

Per qualsiasi chiarimento, oltre ai normali riferimenti della rivista, contattateci: info-line nopoteribuoni: 3395088407 e-mail: [email protected] aprile 2019 5 ore 21:00 Morbegno (So) Nuova Libreria Albo 6 ore 18:00 Ponte in Valtellina (So) Auditorium della biblioteca 7 ore 18:00 Milano Circolo anarchico Ponte della Ghisolfa 12 ore 20:00 Trento Bar Funivia 15 ore 21:30 Milano Cascina autogestita Torchiera Senzacqua 18 ore 19:00 Novate Milanese (Mi) La Campana di Vetro 27 ore 17:00 Brescia Libreria Rinascita maggio 2019

4 ore 10:30 Castel Bolognese (Ra) Biblioteca comunale “Luigi Dal Pane” 4 ore 18:00 Cesena (Fc) Libreria Epocalibri RISERVATO Liceo scientifico “G. Salvemini” 10 ore 09:30 Bari ALLA SCUOLA 10 ore 17:30 Bari Casa del Popolo (Bottega di umanesimo socialista) 24 ore 17:30 Pisa SMS Biblio (biblioteca comunale) 25 Capannori (Lu) Casa del Popolo di Lucca

86 nopoteribuoni nopoteribuoni giugno 2019 1 ore 18:00 Livorno “Le Cicale Operose” caffè letterario 8 ore 17:00 Venezia Ateneo degli Imperfetti di Marghera 15 ore 16:00 Alessandria Laboratorio Anarchico PerlaNera 22 ore 16:00 Cuggiono Villa Annoni settembre 2019 7 ore 16:00 Palermo 14 ore 18:00 Persichello (Cr) Circolo Arci Persichello 21 ore 21:00 San Quirico d’Orcia (Si) Vald’O vineria letteraria 22 Firenze 9a Vetrina dell’editoria anarchica e libertaria 27 ore 21:00 Piacenza Cooperativa Popolare Infrangibile 1946 ottobre 2019 5 ore 17:00 Bellinzona (Canton Ticino) Birreria Bavarese 12 ore 17:30 Imola Gruppi Anarchici Imolesi 23-26 Sicilia orientale (Ragusa, Catania, Enna, Avola - Sr) novembre 2019 23 ore 18:00 Pordenone 29 ore 20:00 Ravenna Mama’s Club

nopoteribuoni 87 Per favore, rompeteci tante scatole

Spesso, quando ci si trovava con Dori e Ma noi di “A”, in occasione dell'uscita di questo Fabrizio, prima di lasciarci lui staccava un libro, cerchiamo di far rivivere quella bella assegno e scriveva “lire cinquecentomila” tradizione e – convertito l'importo a 250 euro – Noi riempivamo subito lo spazio per il proponiamo, a chi può e vuole, di acquistare una destinatario, Editrice A, come a voler copia del libro in una confezione particolare e allontanare il sospetto che li avremmo limitata. Il libro – lo stesso in ogni dettaglio – usati per un salto alle Bahamas. si trova in una scatola di produzione artigianale, in cartone rivestito (base 21,6 cm, altezza 30,7 cm, Noi gli dicevamo sempre “Grazie” e lui, dorso 3 cm) stampata a colori e plastificata opaca, più o meno, ci rispondeva sempre con all’interno un nastro in tessuto per estrazione “Sono io che ringrazio voi per quello che facilitata del libro e chiusura con patella calamitata. fate da tanti anni.” Insomma, saremo felici se ci romperete, o Da una ventina d'anni questo meglio aprirete, il maggior numero possibile siparietto non è più possibile. di scatole, come queste qui sopra. www.arivista.org

88 nopoteribuoni Trentasette anni fa a cura della redazione

La sintetica colonna di presentazione redazionale di i nuovi punti-vendita, ecc.). “A” 101 (maggio 1982) segnala due fatti del prece- Per ultimo citiamo, al centro del numero, la tradu- dente mese di aprile che meritano una particolare zione dell’ultima versione aggiornata di un opuscolo attenzione: la morte dell’anziano muratore anarchico uscito cinque anni prima, pubblicato dal giornale Pio Turroni (Cesena 1906 – 1982), militante, antifa- pacifista inglese “Peace News” (“Notizie di pace”). Ne è scista, fin dalla nascita di “A” (1971) molto vicino ad autore Howard Clark: “Anarchismo e rivoluzione non- “A”, e la scarcerazione della tennista anarchica Monica violenta” è la libera traduzione dell’originario inglese Giorgi, al termine del processo di Firenze e di una “Making nonviolent revolution” (“Facendo la rivoluzione lunga vicenda politico-giudiziaria. Il primo interno nonviolenta”). Uno scritto lucido, una precisa scelta di copertina ricorda Turroni, le prime tre pagine del redazionale in linea con la critica della lotta armata numero ripercorrono le ultime vicende del caso Giorgi portata avanti su “A” con crescente determinazione fin (e una scritta “Monica è libera!” compare in copertina). dai primi episodi una decina di anni prima, nei primi Maria Teresa Romiti si occupa della condizione della anni ‘70. La pubblicazione di questo scritto segnala classe operaia (“Sindacati e stangati”), Luciano Lanza l’attenzione della nostra rivista anche al dibattito intervista l’intellettuale francese Cornelius Castoriadis in corso a livello internazionale, e in particolare nel sul potere militare in URSS, Paolo Finzi intervista a mondo libertario anglosassone, sulle eterne vicende sua volta l’anarchico cinese Mok Chiu Yu (ex-guardia della trasformazione sociale, del ricorso alla violenza rossa maoista, poi rifugiatosi a Hong Kong dopo l’ade- (quale? In che contesto? ecc.), del rapporto possibile sione all’anarchismo), una persona che si cela sotto lo tra pratiche anarchiche e libertarie e uso della violenza pseudonimo di Otrebla passa in rassegna tutti i prin- (intrinsecamente autoritaria). cipali gruppi musicali anarco-punk (mancano ancora Un dibattito che continua, 37 anni dopo, sulle un paio d’anni all’inizio della collaborazione di Marco nostre colonne. Pandin, tuttora presenza regolare sulla musica), due n scritti di Mario Verdini in tema di amore, nudismo, ecc. si segnalano per l’originalità del tema. Al cinema sono dedicati gli interventi di Franco Garnero e Mario Castellani. Della verità e della sua importanza nella vita e nella comunicazio- ne delle anarchiche e degli anarchici si occupa Andrea Papi, un nostro storico amico e compagno, che allora e an- cora oggi – quindi, da decenni – si è assunto di fatto il compito di aiutare noi tutti/e a riflettere criticamente sui mille aspetti dell’attualità politica e sociale, in un rapporto mai sclerotico e univoco tra gli ideali e i compiti dell’anarchismo e la concretezza della realtà. Un compito non fa- cile, che non è solo suo su “A” (ci mancherebbe!), al quale si dedica con lucida passione. Completano il numero un’intervista a un libertario tunisino ripresa dalla rivista libertaria lionese “IRL”, due lettere di altrettante lettrici, le consuete comunicazioni di servizio (sottoscrizioni, annate rilegate,

trentasette anni fa 89 storia Cospaia libera

di Alberto Brizioli

In una stanza del Vaticano sono esposte una serie di mappe delle regioni Italiane disegnate dal Boscowick. Pare che quella dell’Umbria rechi, in corrispondenza di una località all’estremo nord, la dicitura Cospaia Libera. Una repubblica libertaria?

ll’inizio del ‘700 il trattato di Utrecht ufficializ- Non tardarono, i Cospaiesi, nel 1441, a procla- za la definizione dei confini tra Guiana Fran- mare , seppur in senso lato, perché il Acese e Guiana Olandese. Nella spartizione è motto su cui la convivenza si reggeva era “se Iddio preso come punto di riferimento il fiume Maroni, ce l’ha donata a tutti quanti, non vogliam né gover- che si biforca, durante il suo corso, in due riviere. no, né governanti”. Tra queste due riviere sorge un’area, chiamata Awa, che per pura distrazione rimane al di fuo- Attività economica ri dei confini tracciati dai due stati. Nasce così un territorio neutrale, abitato da un migliaio di negri particolarmente redditizia che rispondono a un unico capo e che nessuno si Cospaia diede della libertà una definizione nuo- prende la briga di disturbare per quasi due secoli. va, che ha molto a che fare con l’amicizia e il duro Nel 1887 si scopre che in quel territorio si trovano lavoro, con la furbizia e l’onestà. Non esistono mol- dei giacimenti d’oro. Subito la libertà viene rimessa ti documenti scritti sui primi duecento anni di vita in discussione, come spesso è successo all’uomo e della microscopica repubblica. I cittadini erano per- come, in un certo senso, è successo in quello sputo lopiù contadini analfabeti, si dedicavano con abne- di terra italica di cui ci apprestiamo a parlare. gazione all’agricoltura, come gran parte degli abi- La genesi della cosiddetta “Repubblica di Cospa- tanti dell’alta valle del Tevere. ia”, da molti definita “Repubblica anarchica di Co- Peculiarità condivisa solo con Urbino, coltivava- spaia”, è anch’essa dovuta a un errore nella trac- no il Guato, rara pianta dalle tinte turchine usata ciatura dei confini. La faccenda risale alla prima per la tintura delle stoffe. Si amministrarono, da metà del XV secolo, quando il granduca di Toscana subito, sulla base di deliberazioni collegiali. Nessun prestò 25.000 fiorini al Papa, prendendosi in pegno cittadino vantava cariche onorarie; soltanto il par- la città di Borgo Sansepolcro (oggi uno dei comu- roco aveva un suo statuto speciale. Era una sorta ni più a nord dell’Umbria) e il relativo circondario. di ambasciatore dei cospaiesi all’estero, nonché l’u- La somma tardò a tornare indietro e si procedette nico in grado di scrivere. I suoi registri delle unioni dunque all’annessione. Due fiumiciattoli omonimi e delle nascite sono tra i rarissimi documenti scritti crearono l’equivoco, e un’area di 5km quadrati che della prima Cospaia. i due corsi d’acqua circoscrivevano divenne terra I due grandi stati confinanti, incapaci di cata- di nessuno. Per meglio dire, quella terra si trovò logare l’esperienza di quel lembo di terra secondo a non appartenere né allo Stato Pontificio né al dogmi politici noti, si resero – nel dubbio di poterne Granducato di Toscana, ma continuò ad apparte- ricavar vantaggio – disponibili alla fornitura di ser- nere, ancor più di prima, alle circa quattrocento vizi. Quando serviva un medico, ne giungeva pron- anime che vi risiedevano. tamente uno dalla repubblica fiorentina (pagato in

90 storia natura o con collette volontarie); i più spinosi giudi- una vera e propria area immune, che forniva dirit- zi civili, la cui soluzione sfuggiva al buon senso degli to d’asilo a chi vi si rifugiava, è tuttora oggetto di anziani, si rimettevano al foro di Città di Castello, dibattito, ma non ci sono documenti formali che lo dove non risulta che fu mai presentato appello ad attestino. Se nulla vietava che un reato fosse conte- una sentenza di primo grado, e anche la molitura stato a Cospaia, era però usanza che i birri toscani e dei cereali si effettuava, esentasse, presso il mulino i gendarmi pontifici evitassero intrusioni. di Città di Castello. C’è ad esempio memoria di un certo Mori che, La chiave della prosperità di Cospaia fu proprio sottoposto a istanza di fallimento, fu atteso alle l’esenzione da qualunque dazio o “balzello” (come porte della repubblica e non fu molestato finché allora si definivano alcune arbitrarie imposte ponti- rimase presso la sua abitazione. Pare poi che vari ficie). Questo dato rendeva l’attività economica par- soggetti, nel tempo, abbiano fatto perdere traccia di ticolarmente redditizia, e non tardò a trasformare sé rifugiandosi presso l’ospitale comunità di conta- Cospaia in un’oasi commerciale. dini. Tuttavia, seppur solletichi l’immaginazione Nel 1574 il cardinale Tornabuoni spedì raccontare di un’oasi di criminali e malfattori dalla Francia i primi semi incastonata tra le gri- di “erba tornabuona” gie regioni fiorentina (che presto sarebbe e pontificia, questo stata conosciuta con torbido panorama si il nome di “tabacco”), concretizzò soltanto e il connubio con i pri- in una breve parentesi vilegi fiscali scatenò temporale. Fu all’ini- un boom economico. zio del 1600 quando, La vendita dei frut- nell’arco di pochi anni, ti della terra seguiva si verificarono numerosi due principali canali: episodi turbolenti e al- quello legale agli stati trettanti fatti di sangue. limitrofi e quello illegale Cospaia fu sempre nota della ramificata rete del per l’indefessa cura dei contrabbando. campi e per l’organizzazione Mi è recentemente capi- di feste di sicuro successo, e tato di leggere, in un articolo non si può negare che, per un sulla fuga di capitali illeciti ver- certo periodo, il concludersi di so la Svizzera, il termine “spallo- queste ultime sia stato cadenza- ne” metaforicamente attualizzato to dalla combustione di archibugi. per indicare chi si incarica del L’episodio più noto è l’omicidio trasporto oltreconfine. Nel 1600 Stemma dell’antica Repubblica di Cospaia del marchese Ottavio Bufalini e non c’era nulla di metaforico. del suo servo Livio, il 10 agosto Cospaia era frequentata da un gran numero di con- 1623, durante la festa di San Lorenzo. Come d’abi- trabbandieri che attraversavano le zone d’ombra tudine si teneva un ballo, accompagnato dalla cetra non sorvegliate dalle autorità pontificie o toscane. del servo dello stesso Bufalini, quando nacque, tra In un testo ottocentesco, tuttora il più esausti- due contendenti, la disputa per arrogarsi il diritto vo sui quattrocento anni di vita della singolare re- di ballare con una donna, e in breve tempo inizia- pubblica, opera di tale Filippo Natali, si dedica un rono a scoccare colpi a destra e a manca. A farne capitoletto alla fisionomia e alle caratteristiche del le spese fu proprio il Bufalini, che tentò di sedare contrabbandiere: “[…] ci vuole forza muscolare non la contesa insieme al suo servo. Pare che zuffe di comune per sopportare il peso della merce contrab- simil natura fossero all’ordine del giorno e, benché bandata; agilità da leopardo per sgusciare fra i ce- non ci sia da dar letterale credito ai riluttanti e spugli, sotto le borre, in fondo ai torrenti, in cima interessati resoconti delle autorità confinanti, vari alle balze[…]; presenza di spirito per non turbarsi al atti ufficiali di quel periodo indicano Cospaia come sopraggiungere del pericolo, sia che provenga dalla covo di malaffare e ritrovo di banditi di vario ordine. condizione dei luoghi, sia che derivi dalla presenza Questo sarà uno dei pretesti sulla base del qua- degli uomini; coraggio ci vuole e fermezza. Eppu- le, nel ‘600, si muoveranno i primi tentativi di an- re con tutte queste qualità fisiche e morali, la vita nessione. Le dicerie e le invidie, nei piccoli centri del contrabbandiere è breve e pochi giungono alla umbri, costellano tuttora i bar e i pomeriggi. Figu- vecchiaia. I più finiscono tubercolosi e, quando non riamoci quante voci possa aver alimentato Cospaia soccombono assolutamente, traggono l’età avanza- nei territori vicini (e soprattutto quante invidie), per ta duramente in mezzo alle reumatiche affezioni e la propria prosperità economica e per l’immunità da alle bronchiti acute.” qualunque imposizione normativa. Questo passo sarà sufficiente a evocare l’imma- Il Papa e il Granduca, alla fine del ‘700, erano de- gine di una piccola repubblica dove si riuniva una terminati a risolvere una volta per tutte la questio- fauna insolita e poco raccomandabile. Se sia stata ne, e nel 1785 si apprestavano a ridefinire i confini.

storia 91 Qui, tuttavia, come in ogni storia che si rispetti, si della presa in giro, è consegnato un papetto (moneta fece strada un imprevisto. Dalla Francia arrivarono che al tempo valeva circa il quinto di uno scudo). Il i disordini della rivoluzione e Cospaia fu riportata a delegato pontificio, letti gli editti e terminati i rituali, questione da rimandare. La prima ed unica paren- si diresse, insieme ai quattordici capi famiglia che tesi di dominio altrui, negli altrimenti immacolati avevano appena presentato atto di sottomissione, 400 anni di anarchia cospaiese, si ebbe con l’an- in una delle abitazioni padronali. Entrò insieme con nessione di Napoleone nel 1808. Fino al 1814 sarà loro, uscì e li chiuse dentro. Si fece una passeggia- sottoposta agli stessi tributi (non irrisori viste le esi- ta per il paese, entrando, senza chiedere permesso, genze belliche) di tutte le città confinanti, nonché nelle abitazioni e ovunque ritenesse opportuno. Poi inquadrata nel loro stesso dipartimento governati- tornò dai quattordici, aprì la porta e gli spiegò che vo. Il ristabilirsi del precedente assetto politico por- quell’atto serviva a sancire che da quel momento terà con sé l’ormai annosa indecisione sul da farsi. Cospaia apparteneva al Papa. Sarà l’ennesima occasione per farsi i fatti propri, e Terminavano così, con un superfluo atto di vio- per dare avvio agli ultimi prosperi anni di attività lenza, quattrocento anni di funambolica autonomia. commerciale da zona franca. Se oggi si percorre una delle strade che attraver- Nel suo ultimo decennio di vita, Cospaia fu teatro sano San Giustino ci si imbatte, ad un tratto, in un di un’esplosione di magazzini per lo stoccaggio di cartello che recita Benvenuti nel territorio dell’antica merci e stoffe. I soliti mercanti si videro affiancati repubblica di Cospaia 1441-1826. Tangibili resti del da speculatori provenienti da ogni dove e il contrab- glorioso passato non se ne rinvengono. bando divenne pratica sistematica e consistente Esperienze come queste non arricchiscono i po- (anche grazie alla connivenza di qualche guardia steri di palazzi da adibire a musei. Quello che la- ben retribuita). sciano suona più come il consiglio di un anziano Più di un tentativo di introduzione di tributi fu nonno al nipote: “Persegui la tua libertà, destreg- prontamente disinnescato a fronte dei reclami co- giandoti tra le innumerevoli insidie che la minac- spaiesi, ma ormai la ricchezza non poteva più pas- ceranno. Non ti sottomettere mai. Che vengano a sare inosservata. L’attenzione dei confinanti era prenderti e gli costi il massimo sforzo. Soprattutto troppa perché quella longeva storia libertaria conti- celebra l’affrancamento da capi e padroni amando nuasse a prosperare. il prossimo. Fai dell’esenzione da regole l’occasione Nel 1825 diventa ufficiale che Cospaia verrà per un rispetto di molto superiore al minimo garan- spartita tra Stato Pontificio e Granducato di Tosca- tito dalla legge, che non conosce il sodalizio umano na anche se, in ultima istanza, quasi tutto il territo- ma soltanto il non uccidere e il non rubare”. rio finirà in mano al papato. Solo una norma scritta, l’unica su cui la vita e la Il 28 giugno 1826 vengono letti gli editti con i convivenza a Cospaia si ressero, è sopravvissuta ai quali si proclamano, nella rassegnata ilarità gene- secoli e ancora si legge all’ingresso della chiesa del rale, gli innumerevoli vantaggi che i cospaiesi trar- paese: perpetua et firma libertas. ranno dalla sudditanza al pontefice. A ciascun cittadino, per arricchire il panorama Alberto Brizioli

Leggere Cospaia

La storia di Cospaia e molte altre vicende straordinarie che hanno avuto luogo in Umbria sono narrate in Umbria Nascosta – guida psicogeografica della re- gione, edita da Emergenze Publi- shing. La guida, insieme alle due sorelle Perugia Nascosta e Fuori dalle Righe è in vendita a Perugia presso Edicola 518 e online su edicola518.com

92 storia Casella Postale 17120

Carcere & e del sociale. di fare la psicologa dei borghesi, di quelli Dopo cinque anni di studio, il tirocinio che hanno i mezzi per potersi curare – dintorni/ di mille ore per l’abilitazione, alcuni mesi l’unico sentiero che ho davanti a me è Lettera aperta di una per dare l’esame di stato, che ti confe- quello di spacciarmi per un’educatrice – giovane operatrice risce finalmente la possibilità di avere il di fatto non lo sono - e di lavorare con della salute mentale riconoscimento sociale – ti attribuisce l’età evolutiva. un ruolo, ti iscrivi a un albo – per ciò Sorgono spontanee un paio di Sono Elisa Mauri, ho ventisette anni e che vuoi diventare e, in alcuni casi, per domande: perché il sistema richiede sono una psicologa. essere semplicemente ciò che sei, arriva solo educatori? E perché così tanta Questa mattina stavo rileggendo un il fatidico momento in cui devi trovarti un attenzione all’infanzia? I più virtuo- paio di testi scritti da due basagliani di lavoro – ebbene sì, anche gli psicologi si risponderanno che è per fare pre- prima generazione: Lettera aperta a un hanno bisogno di lavorare. venzione – di che poi non l’ho ancora giovane operatore della salute mentale Facciamo un esperimento: prendete capito. Io invece credo che la sempre di Peppe dell’Acqua e Raccomandazioni un qualsiasi sito che contenga annunci più massiccia presenza degli educa- ai giovani marinai di un intrepido equi- di lavoro, inserite la parola psicologo e tori, soprattutto in ambito scolastico, paggio di Benedetto Saraceno. Entrambi il luogo in cui siete residenti, ma anche sia legata alla pioggia di diagnosi che riattualizzano i principi della deistituzio- paesi limitrofi, e cliccate “cerca”: vi ac- si abbatte sulle nuove generazioni: dai nalizzazione e forniscono indicazioni corgerete che i risultati fornirti non con- disturbi dell’attenzione, a quelli speci- precise su che cosa si deve intendere tengono la parola psicologo. Un risultato fici dell’apprendimento, a quelli dello per cura, salute mentale e relazione tera- paradossale, ma che dipinge realistica- spettro autistico ecc. ecc. peutica: fondamentalmente ti chiedono di mente il vuoto che c’è attorno a questa Qui potremmo aprire il drammatico prendere posizione come operatore e di figura professionale. discorso relativo all’avere un’etichetta fare una precisa scelta di campo. Se ci fate caso, gli annunci che, even- diagnostica all’età di cinque anni, op- Tornare sulle loro parole mi confor- tualmente, troverete appartengono a due pure al vissuto dei bambini, ma anche ta sempre, mi fa sentire un’operatrice macro gruppi: quello della selezione del degli adolescenti, che devono stare nel meno sola ma soprattutto mi permette personale nelle aziende oppure quello gruppo classe avendo accanto figure di di riflettere. dell’educazione scolastica e/o domiciliare. sostegno e/o educative: i bambini si ver- Questa lettera nasce dal confronto Quindi, io che sono una giovane psicolo- gognano, si sentono diversi e ti chiedono con queste parole ma soprat- ga e voglio lavorare nel sociale di andartene o di mentire sul tuo tutto dalla mia esperien- – perché non mi piace mol- ruolo. Potremmo aprirlo questo za di vita professionale to l’idea di appartenere capitolo, ma non posso parlare nell’ultimo anno e dalla a quell’antico clichè di tutto. condivisione con altri Dicevamo che servono tan- giovani colleghi. ti, tantissimi educatori al si- Gli scritti di questi stema di cura, ma perché gli due maestri sono un pas- educatori? Perché non si in- so avanti rispetto alla mia tegrano anche altre figure pro- riflessione, perché par- fessionali come per esempio lano di un operatore che gli psicologi? In questo caso si trova nelle condizioni non so quale potrebbe esse- di poter fare il suo lavoro re la risposta dei più virtuosi e che deve decidere in quindi dovrete accontentarvi quale modo lo vuole fare, solo della mia: gli educatori secondo quale paradigma costano meno: un’ora la- o posizionamento episte- vorativa di un educatore mologico. Purtroppo però è costa al sistema meno necessario fare un passo della metà di quella di indietro e parlare dell’as- uno psicologo. senza di possibilità lavora- Non chiedetemi tiva nel campo della cura l’origine di questa di-

lettere 93 sparità salariale, non la conosco. ingresso nel mondo del lavoro, e che pre- transumaniste. Vedo però il progressivo e ineluttabi- tende operatori sempre più specializzati, Dal libro Xenofemminismo di Helen le impoverimento delle politiche sociali: ma come la paga una formazione un* che Hester emergono molte fobie. i progetti che si occupano di marginalità non lavora? O hai alle spalle una famiglia Una fobia del corpo che diventa una quando riescono a partire o si basano che può permettersi di aiutarti oppure, “tecnologia da hackerare”, una “piattafor- sul volontariato – questo significa che ci oppure niente. Quindi ci risiamo: chi non ma rielaborabile”, “un’entità malleabile e sono operatori che lavorano e non ven- ha non è. modellabile” in cui le biotecnologie pos- gono pagati – oppure su finanziamenti Conosco diversi ragazzi che hanno sono offrire nuove possibilità. di enti privati di buon cuore. A me pare abbandonato l’idea di poter diventare Una fobia della natura: “Se la natura assurdo che un progetto che ha come psicologi perché questo tipo di forma- è ingiusta, cambiala!”, è il nuovo slogan obiettivo promuovere il benessere dell’in- zione era lunga e costosa e loro non ave- xenofemminista; quando il problema non tera comunità debba essere finanziato da vano i mezzi economici per farvi fronte. è la natura da cambiare, ma un sistema tasche private. Mi pare una contraddi- Oppure ragazz* che non hanno neppure da stravolgere. La crisi ecologica in atto zione in termini oltre che, vi garantisco, cominciato perché, guardando sapiente- mette in evidenza proprio l’indispensa- una ricerca alquanto certosina: cercare mente avanti, sapevano che non avrebbe- bilità del mondo naturale e l’impossibi- fondi diventa un lavoro per poter avere un ro trovato lavoro ma trovare un lavoro era lità di sostituirne o di artificializzarne i lavoro. Questa logorante caccia ai fon- per loro una necessità primaria. processi. di termina quando si riesce ad ottenere Abbiamo perso degli ottimi operatori Una fobia delle bambine e dei bam- un finanziamento sul lungo termine: per della salute mentale. bini, una fobia della procreazione in cui qualche anno, due o tre, il progetto è al Poi ci sono quelli come me, che in la gravidanza è vista come “deformazio- sicuro. Poi... chissà.. nessuno ci pensa. qualche modo, con qualche aiuto, ce ne”. Le tecnologie riproduttive, compresa Ci sono cooperative, che lavorano in l’hanno fatta a diventare psicologi e che l’ectogenesi (che prevede lo sviluppo del carcere con successo da molti anni, che riluttano e continuano a sperare. feto in un ambiente esterno artificiale), hanno dovuto ridurre il loro personale per Anche se, come mi insegnano i de- sono considerate un mezzo per liberarsi la mancanza di fondi e che non possono, tenuti lungo-espianti, la speranza non dalla “tirannia riproduttiva”. Così si con- per la stessa ragione, assumerne né tan- dura in eterno. La speranza ha bisogno segna in mano ai tecnici la dimensione tomeno possono pensare di avviare nuovi di essere nutrita da opportunità di vita della procreazione cancellando la nostra progetti di inclusione sociale. concrete. autonomia rimasta. Le comunità di accoglienza per per- La fobia e il conseguente rifiuto della sone migranti sono come paralizzate, Elisa Mauri sofferenza come componente della vita non sanno quale sarà il loro destino visti Monza e della nostra vulnerabilità: nello xeno- i decreti emanati dall’attuale governo. C’è mondo la liberazione del corpo è intesa una mia carissima amica e collega che come liberazione dal corpo e dai suoi è interessata al tema delle migrazioni e Dibattito limiti. L’oppressione femminile non è più che si è vista più volte chiudere la porta xenofemminismo/ da ricercare in un contesto sociale, ma in faccia a causa di questa incertezza. L’aberrazione è già qui frugando dentro i corpi, aspirando flussi La mancanza di opportunità rende il mestruali, passando con disinvoltura da futuro impensabile. uno strumento semplice come il Del-Em Se sei una giovane psicologa e hai una Sullo scorso numero abbiamo pubbli- (estrazione delle mestruazioni con can- forte passione per il sociale, l’unico modo cato una recensione di Marco Piracci del nule e siringhe) all’ingegneria genetica, per coltivarla è attraverso le esperienze libro di Helen Hester Xenofemminismo dal self-help al biohacking. di tirocinio, che contribuendo alla tua for- (Xenofemminismo/Liberazione o aberra- Significativo un progetto di coltivazione mazione professionale chiaramente non zione?, “A” 432, pp. 70-71). Sullo stesso di tabacco transgenico per autoprodurre ti vengono retribuite, oppure di volonta- argomento, pubblichiamo uno scrtto del liberamente ormoni senza impedimenti riato. E tu le fai anche: le prime perché collettivo Resistenze al Nanomondo. normativi, chiedendo l’accesso alle risorse obbligatorie e le seconde perché fanno scientifiche per sviluppare “metodi acces- curriculum – la classica frase consolatoria. Le ideologie del cyborg, del trans- sibili per produrre biotecnologie”. Senza Però a ventisette anni un* ragazz* xeno-femminismo queer, dalle polverose giri di parole si vuole “portare il laboratorio avrebbe anche voglia di costruirsi un’au- stanze accademiche dove sono nate si alle comunità queer” e fare di queste un tonomia e un’indipendenza economica stanno diffondendo in contesti anarchici, laboratorio. Così il laboratorio non è più un ma soprattutto vorrebbe vedere ricono- antispecisti, femministi. luogo di dominio da distruggere. sciuti i suoi sforzi, e anche quelli della Ideologie figlie di questi tempi post- “Il nostro destino è legato alla tecno- sua famiglia che gli ha pagato gli studi, moderni, senza memoria, alienati e scienza, dove nulla è tanto sacro da non per formarsi come operatore della salute biotecnologici, fatti di attivismo virtua- poter essere riprogettato e trasformato. mentale. Veniamo accusati di essere dei le, di pornoattivismo accademico e di [...] Non vi è nulla, sosteniamo, che non mammoni, dei bamboccioni senza spina rivoluzioni a ormoni. Idee, pratiche e si possa studiare scientificamente e dorsale né volontà da un sistema che non rivendicazioni che vorrebbero presen- manipolare tecnologicamente.” Bisogna è in grado di offrirci nessuna opportunità. tarsi alternative e sovversive, quando “schierare strategicamente le tecnologie Lo stesso sistema che allunga inesora- corrono perfettamente allineate a que- esistenti per riprogettare il mondo”. bilmente la nostra formazione, nel vano sto sistema tecno-scientifico, abbrac- Tutto ciò che esce da un laboratorio tentativo di ritardare il nostro inevitabile ciando logiche di dominio e aspirazioni non può essere considerato quale ele-

94 lettere mento potenzialmente in grado di scar- un attivismo genderqueer, transessuale e Profughi/ dinare una struttura di potere di cui è intersessuale che lotta per i diritti umani intriso. Il laboratorio che da tempo ha e medici [...] comprendendo procedure Quel silenzio aperto il proprio campo sperimentale al come la chirurgia plastica e ricostruttiva dell’opposizione mondo intero e ai corpi stessi che di- e la consulenza psicologica, così come assente ventano dei laboratori viventi. È ingenuo il test genetico, le terapie ormonali e le pensare di poter gestire e controllare gli tecnologie per la fertilità. [...]” Gentile Redazione, sviluppi tecno-scientifici e non è possi- Nessuna grande sfida, non sono ne- scrivo per unire la mia voce a quella bile un’emancipazione con tecnologie anche istanze che potrebbero essere già forte che rema contro le politiche au- che manipolano il vivente: il danno e il recuperate e riassorbite, vanno di pari toritarie applicate da questo nostalgico dominio sono insiti nell’idea di riproget- passo con questi tempi e sono perfetta- governo. tazione del mondo che rende i corpi tutti mente conformi alla tendenza di questo Anzitutto, vorrei congratularmi per l’ot- disponibili, smembrabili e modificabili ad sistema. Tempi di riproduzione artificiale timo lavoro giornalistico svolto, sostenuto uso e consumo del sistema. E l’accele- e di editing genetico, di GPA e PMA in- da solide basi ideologiche cui sento di razione dei processi tecnologici non può vocate a gran voce per tutti e tutte con aderire fortemente e con passione. Leg- portare alla riduzione delle disuguaglian- la retorica dell’ugua- gendo l’articolo pubblicato sul numero ze, ma ad un’aggravarsi della distruzione glianza contro le 430 di dicembre-gennaio, “Sti negri di di interi ecosistemi naturali, di comuni- discriminazio- merda”, ho compreso come atteggiamen- tà umane e animali, con ni, di risignifi- ti xenofobi e razzisti non siano causati tutto un portato di cazione della unicamente da un consenso delle masse, irreversibilità e di maternità e della ma anche dal silenzio di una opposizione ricombinabilità donna, di attacco da che pare assente. degli stessi di- parte della teoria e della Per non rimanere nel silenzio, ho ten- sastri. politica queer al corpo fem- tato dunque di esprimere, sensibilizzare Lo xenofem- minile, di autoimprendito- qualche animo, con l’unico metodo che minismo non ria e autogestione del mi è consono, quello poetico. Allego a pecca di inge- proprio sfruttamento. questa mail una lirica che narra del dialo- nuità, è un’ade- Nel libro viene cri- go fra un migrante morto nel tentativo di sione entusiasta al ticato l’ecologismo valicare il confine alpino e la madre. Tutto tecno-mondo e aspira per il suo senso di re- questo, per non essere silente assieme a una partecipazione alla sponsabilità verso le alla massa che annuisce stolta. società biotecnologica. È un nuove generazioni e per entusiasmo di chi può permettersi di la denuncia delle mutazioni Federico Lenzi fascinarsi pensando alle chimere transge- genetiche causate dall’inquinamento. Per Mesagne (Br) niche con voli pindarici che hanno perso lo xenofemminismo queste mutazioni ge- la realtà delle conseguenze sul mondo e netiche rappresentano “ambiguità, variabi- “…All’alba non muore solo la notte, sull’intero vivente. lità, mutevolezza”: in altre parole, una fonte muore anche l’uomo e il suo divenire…” Hester segue il pensiero di Precia- di ispirazione. Gli effetti dei perturbatori Riccardo Mannerini do che identifica l’intervento tecnico endocrini come benzene, diossina, PCB... sul corpo e all’interno di questo come rientrerebbero in “un’ontologia malleabile Lamento di un profugo mezzo di contestazione. Prendere testo- della vita”: una “queerness tossica”. Una ai morti sulle Alpi sterone non è un atto politico e non ci neolingua per nascondere quel sotteso fa diventare dissidenti, ma clienti delle sempre presente di adorazione per le Madre, son pungoli gelati le stelle multinazionali farmaceutiche. Doparsi manipolazioni genetiche. in questa notte di paura ansimante, con ormoni è una delle nuove frontiere Nel pensiero ecologista una foresta gocciolano sulla mia pelle della trasgressione pseudoalternativa. rappresenta un fitta rete di piccole e che già sento di marmo raggelante. Una sperimentazione e una propaganda grandi interrelazioni tra organismi viven- tra l’altro irrispettose nei confronti di chi ti, nuove generazioni che si affacciano Madre, ho veduto boschi, sentieri quegli ormoni li assume per un disagio nel mondo, pronte a interagire con esso. e fiumi di cristallo, ed io non forte con il proprio corpo. Nello xenomondo quello che nasce odiai colori del poeta, colori non veri Quando un bisogno privato diventa lo proviene da un intruglio di laboratorio, che dipingono vivaci la mia morte. sguardo e la prospettiva, la rivendicazio- unico luogo dove può essere compre- ne politica diventa solo una richiesta di so e dove può farsi comprendere. Lo Madre, ho veduto labbra d’amore soddisfazione di tale bisogno e questo xenofemminismo non ha bisogno della gonfiarsi e sputarmi in viso, non ha nulla di sovversivo. La sofferenza natura perchè nella sua premessa l’ha sputare non so quale dolore, e il disagio non possono rappresentare già sostituita con la biologia sintetica, i ché sono negro, negro deriso. il criterio con cui costruire la nostra anali- semi che si appresta a diffondere sono si, altrimenti sarà fuorviata da sofferenze, come quelli terminator della Monsanto. Madre, fra dirocche montagne bisogni e interessi personali. è il cimitero; chi lieto giungerà “Nell’ultimo decennio, un’altra grande Silvia Guerini ridente e benestante dalle campagne sfida all’ordine medico è stata lanciata da www.resistenzealnanomondo.org abbia rigurgito della mia pietà.

lettere 95 Madre, vent’anni per crescermi, L’inizio degli anni settanta coincise con bienti del PCI, raccoglievano comunque solo un’ora per appassire, la frequentazione dell’Istituto Professiona- molto consenso negli ambiti studente- con Nessuno qui a tessermi le (IPIA) dove vissi i primi subbugli giova- schi e giovanili mentre noi quattro gatti sudario, seta per fuggire. nili con assemblee generali, forti discus- della FGCI potevamo contare solo sul sioni politiche, cortei cittadini e addirittura grande Partito. Madre, è l’alba. Tempo di morire: un’occupazione sia pur di breve durata; Di quel periodo ricordo il grande en- un popolo gioirà contento. il preside Fausto Sidoli e la vice Elena tusiasmo nella diffusione de “L’Unità”, la Qui non solo l’uomo, ma il suo divenire, Meneghini non apprezzarono le nostre campagna a favore del divorzio, accese questo scritto con fame mio memento. contestazioni giovanili e ci fecero “sgom- discussioni, qualche manifestazione e, berare” dai genitori allarmati dall’idea che nell’apprendere l’uso del ciclostile iniziai Madre, furon pungoli gelate le stelle stessimo distruggendo la scuola. a soddisfare la passione tipografica che nella notte di paura ansimante, Nel settembre 1973 partecipai a mi inseguiva fin dai tempi delle scuole gocciolarono sulla mia pelle. Sondrio alla mia prima manifestazione elementari. Ora niente che marmo raggelante. politica, contro Pinochet e il suo golpe Nell’attesa del sorpasso cominciai appoggiato dal governo USA. Avevano a nutrire qualche dubbio sul ruolo del assassinato il Cile democratico e socia- Partito per un cambiamento sostanziale Il mio ‘68/ lista di Salvador Allende e da giovane dell’esistente e spesso nelle scelte e nei Le idee di rivolta non e ingenuo studente comunista rimasi comportamenti di vita quotidiana non ri- sono mai morte piuttosto stupito dalle tensioni tra Avan- uscivi a distinguere un democristiano da guardia Operaia e Movimento Studente- un comunista. Ci voleva ben altro che sco per il primato della testa del corteo. un cambio elettorale per rendere più Mio padre era un operaio del coto- Non riuscivo a capire queste divergenze orizzontale una società troppo elitaria e nificio Fossati. In una serata estiva del quando tutti si stava dalla stessa parte. verticistica e nelle mie inquietudini, più 1968, a fine turno, andai ad aspettarlo È verso la fine del 1973 che mi iscris- esistenziali che politiche, anche il Partito all’uscita della fabbrica e fui impressiona- si alla Federazione Giovanile Comunista era espressione di quel vecchio mondo to dal suono della sirena e dalla moltitu- (FGCI) entrando così sotto l’ala protet- che ci stava scavando la fossa. dine di operai che uscivano a ciclo con- tiva del più grande partito comunista Furono le amicizie e le letture giuste tinuo, contenti del fine lavoro quotidiano dell’Europa occidentale che tallonava, al momento giusto a facilitarmi l’uscita ma non certo felici. E infatti immerso in sia pur a distanza, la Democrazia Cristia- dalle sabbie mobili del conformismo di questa atmosfera al pensiero della mo- na; mi affascinava l’idea di un futuro sor- sinistra. Mi riconoscevo sempre più nei derna schiavitù industriale fui preso da passo per mettere finalmente in campo percorsi accidentati dell’anarchismo e una infinita tristezza. e concretizzare le idee di rinnovamento vedevo le mie inquietudini ben orienta- Da ragazzo della Via Maffei mi sentivo democratico ed equità sociale. te contro un vecchio mondo autoritario tagliato fuori dalla “Sondrio bene” ma ero La facile rivoluzione dei gruppi ex- da fare a pezzi. Sono riconoscente an- orgoglioso delle mie origini proletarie e traparlamentari non mi convinceva e la che al settimanale “Umanità Nova” e al di un padre che da comunista e attivista teoria della dittatura del proletariato mi mensile “A – rivista anarchica” per aver sindacale portava avanti le sue lotte con- lasciava piuttosto perplesso. I “gruppu- contribuito a sviluppare quel pensiero tro i padroni, per migliorare le condizioni scoli”, come venivano chiamati negli am- critico che mi aiutò nell’estate del 1975 di tutti noi. ad abbandonare la palude del

96 lettere riformismo di Stato. Valle, un Parco Lambro 1976 che non infame e grigio sistema, senza mediazioni La scoperta dell’anarchismo fu come mi lasciò entusiasta, una burrascosa politiche e senza dirigenti. Si leggeva di- esplorare un altro pianeta: le storie dei fuoriuscita dalla famiglia ed altro anco- vertiti la rivista satirica “Il Male”, i fumet- vecchi compagni tra esilio, carcere, fu- ra caratterizzarono quegli anni vivaci e ti di Andrea Pazienza, Scozzari e tutto ghe, la lotta armata contro i franchisti indimenticabili. quanto di creativo era in circolazione in (e gli stalinisti) in Spagna ed i fascisti Fui preso in contropiede dal servizio quel periodo, continuando a seguire con in Italia; fu importante nel corso degli militare che non seppi rifiutare andan- interesse le vicende del Paese. anni conoscere personalmente Franco do contro i miei ideali libertari nell’ac- La repressione di quel movimento del Leggio di Ragusa, Ivan Guerrini di Bre- cettare gli obblighi della naja. Quell’an- ’77 a cui sentivamo di appartenere ci sti- scia, Libero Fantazzini di Bologna, Pietro no in divisa vissuto a Bolzano fu terribi- molava ad agire. Mentre il fenomeno della Secchiari e Gogliardo Fiaschi di Carrara le. Non bastarono le contestazioni con lotta armata continuava la sua ascesa, la e altri che ho sempre considerato dei scioperi del silenzio in mensa dopo repressione era il prezzo da pagare per buoni maestri di vita. ogni suicidio in caserma o i volantini aver messo in discussione non solo i clas- Il ’68 fu certo una rinascita vitale antimilitaristi, attacchinati clandestina- sici poteri forti clerico-fascisti ma i nuovi dell’anarchismo dove i nonni incontra- mente nei cessi, per impedirmi di arri- padroni rossi, i tecnoburocrati della sini- rono i nipoti e a parte qualche inevitabile vare sul filo del deperimento organico stra, il PCI che si era fatto Stato, la compli- attrito generazionale si creò una buona e della depressione. cità dei Sindacati e le stesse avanguardie complicità antiautoritaria. Con entusia- Fortunatamente nel rientro a Sondrio sessantottine che si erano riciclate e ven- smo mi lanciai in questa nuova dimen- trovai un clima stranamente effervescen- dute per qualche briciola di potere. sione dove si confondevano militanza e te e un’abitazione collettiva con amici e Il problema Sondrio era che la crisi dei vita quotidiana. Diffusione della stampa compagni. Si allargò poi il giro e ci si gruppi extraparlamentari aveva creato un fuori dalle scuole, attacchinaggi nottur- ritrovò con spirito sovversivo e il forte de- pauroso vuoto, soprattutto nelle scuole. ni di manifesti, incontri e riunioni fuori siderio di dare uno scossone a questo Democrazia Proletaria era allora il punto

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lettere 97 di riferimento delle esperienze del ’68 e schiera o Gaeta. Ungaresca, vicino a Viale Venezia, a venti dei primi anni ’70, ma non era la nostra Fallito il tentativo di un cambiamento minuti a piedi dal centro storico. storia. radicale impostai la mia vita il più possibi- Chi conosce la nostra storia sa che Nel gennaio del 1978 aprimmo a le ai margini e contro una società sempre non abbiamo mai preso alcun soldo dal- Sondrio il “Circolo Rivoluzionario di più autoritaria. le istituzioni, anzi, a conti fatti abbiamo Controcultura”, in via Angelo Custode noi foraggiato il Comune di Pordenone 9, certo non era via dei Volsci a Roma Piero Tognoli con decine di migliaia di € in tutti questi ma ci si poteva accontentare. Ci si tro- Sondrio anni di permanenza in una sede della cui vò mischiati: anarchici, autonomi, indiani manutenzione ci siamo sostanzialmente metropolitani, studenti medi da Berbenno sobbarcati gran parte degli oneri.(...) all’Alta Valle e qualche occasionale suo- Pordenone/ Siamo pronti a ricominciare in un luo- nato di passaggio. Si ripartì dalle scuole La Biblioteca Mauro go nuovo, l’abbiamo trovato. Attraverso con volantini di controinformazione e Cancian ha trovato l’autofinanziamento totale acquisteremo presenza fisica nella città. Il tutto con- finalmente la sua la sede e la manterremo. Come? tornato da discussioni senza fine, buone Con l’auto tassazione, con le tante bevute, qualche fumata mettendo il veto nuova “casa” iniziative che svolgeremo, come sempre, all’eroina, ricerche storiche sulla caccia con i risparmi di questi anni e aprendo un alle streghe, musica rock e blues, critica Il Circolo Libertario E. Zapata, dopo mutuo della durata di 18 anni. femminista e i tentativi, purtroppo falliti, l’annunciato sfratto dalla sua sede stori- Noi non abbiamo, né li vogliamo, pre- di uno spazio per oggetti ad uso libero ca a Villanova ad opera della nuova giun- sidenti di provincia, assessori regionali o e di un orto biodinamico collettivo. Nel ta reazionaria a guida Ciriani, ha trovato sindaci che con i loro intrallazzi nepotisti corso di un corteo, senza cattiveria ma uno spazio adeguato alle tante attività dei e clientelari fanno acquistare sedi alle con determinazione, si invase il Centro libertari e degli anarchici pordenonesi, associazioni amiche o, peggio, di partito. Rosselli contestando l’iniziativa studen- sempre aperte alla città e alle pratiche Né abbiamo intenzione di mendicare tesca organizzata dal PCI. autogestionarie e solidali. Si trova in via sponsor privati mettendo un “prezzo” ad Non mancarono le solite intimidazioni sbirresche e addirittura un fermo aggres- sivo con armi spianate da parte dei locali Carabinieri, tanto per darci un segnale che l’aria era cambiata. E in effetti esauritisi i momenti ma- gici del movimento l’aria era cambiata. Il circolo iniziò a disgregarsi e si sfaldò del tutto; nei nostri limiti non si riuscì a contrastare le aziende idroelettriche e il monopolio delle banche locali. Soprattut- to non si riuscì a combattere il fenomeno dell’eroina che dal 1977 venne diffusa scientificamente in tutta Italia per toglie- re energie vitali a un’intera generazione ribelle. Nel frattempo sull’altro versante delle nostre Alpi Retiche, tra la Val Po- schiavo e Coira, sull’onda libertaria del ’68 era cresciuto l’impegno politico di Marco Camenisch. Un impegno orien- tato sempre più verso l’ecologismo ra- dicale, in rotta di collisione quindi con le grandi aziende elettronucleari tanto da riuscire a dinamitarle con un paio di sabotaggi a novembre e dicembre del 1979. Questo prima del suo arresto l’8 gennaio 1980. Collettivamente si continuarono le attività anarchiche con volantini, un fo- glio mensile ciclostilato, scritte murali ed iniziai la collaborazione con la rivista antimilitarista “Senzapatria” di Padova che sosteneva attivamente i giovani che per il rifiuto della coscrizione obbligatoria (servizio militare e civile) finivano a Pe-

98 lettere eventi e progetti: non ci interessa entrare vedere e immaginerete che i costi sa- per continuare, voi, se ne avete voglia e nell’ottica dei “prodotti culturali”, ci inte- ranno impegnativi per chi, come noi, ha possibilità, aiutateci in questo cammino. ressa il suo opposto e cioè la cultura, scelto questa strada. Chiediamo a tutti di diffusa, radicata, partecipata. Noi siamo fare sottoscrizioni sia dirette (donazioni Circolo Libertario E. Zapata di un’altra pasta, per scelta. tramite paypal, bonifici o contanti) sia nei Biblioteca M. Cancian Per questo ci rivolgiamo nuovamente modi che ritenete più opportuni (benefit, Pordenone a voi, amici, simpatizzanti, compagne e aste, iniziative ecc.) che possano rac- compagni. cogliere finanziamenti. Il primo obiettivo la solidarietà e il mutualismo come che ci poniamo è di raggiungere la soglia “A”/ Ero un po’ forma concreta di aiuto fa parte del no- dei 15.000 € di sottoscrizioni. Sappiamo scettico, ma... stro DNA: abbiamo raccolto soldi e beni che sono molti per chi, come noi, fatica di prima necessità per sostenere terre- ad arrivare alla fine del mese o, peggio, motati, alluvionati, lavoratori e lavoratrici, si barcamena in lavori precari o sempli- Buongiorno, carcerati, migranti e profughi. cemente è ancora studente. ho comprato la rivista di In molti hanno già espresso in questi Eppure è grazie a questa forza dal febbraio per la prima volta, due anni solidarietà nei modi più diver- basso, per quanto precaria e squattri- avendola vista esposta in si, partecipando alle iniziative, progetti nata, creativa e diffusa che siamo giunti una libreria e sono rimasto e percorsi e finanziandone l’attività. La alla soglia dei 40 anni di vita del Circolo colpito dalla cura della campagna nata su proposta del sito di libertario E. Zapata (2020) e della sua, grafica di copertina. storici nostrani “LaStoriaLeStorie” ha insostituibile, Biblioteca M. Cancian con Confesso che ero un raccolto nel giro di un paio di mesi 600 gli oltre 2500 volumi e materiale d’archi- po’ scettico: pensavo fos- firme che c’hanno aiutato a rendere pub- vio storico e prezioso. se il “solito” foglio di propa- blica non solo l’operazione di Ciriani & Noi contiamo sulla vostra generosità. ganda invece, con piacere, soci ma, soprattutto, la grande solidarietà Pensiamo che la nostra voce, che cerca ho scoperto una rivista ricevuta e che non c’aspettavamo: il tutto di darla anche a chi notoriamente non ne colma di analisi e rifles- esaurito (150 posti) al ridotto del Teatro ha o viene silenziata tra i ricatti, la repres- sioni oneste ed intelligenti. verdi con “Naon Jazz Up!”, le 400 perso- sione e sotto i colpi del profitto, sia una Molto bella l’infografica ne che hanno partecipato alla maratona risorsa per tutti. Persino per chi non ne (credo si chiami così) di Vale- “Punk4Zapata” al Parareit di Cordenons, condivide in parte le idee. ria De Paoli sulla filiera del pomodoro il “Blues Zapatista” nella sede di Villano- Perché una voce libera, libertaria e italocinese. va, strapieno di gente. non ricattabile, è comunque un’occasio- Complimenti, continuerò a seguirvi. Se fino ad oggi si trattava di una cam- ne di confronto e di crescita per una città, pagna generica, la ricerca di una “casa” per un territorio, per una comunità. Maurizio ideale, oggi la sede c’è, ve la facciamo Noi faremo tutto quello che potremo Torino

I nostri fondi neri

Sottoscrizioni. Maurizio Mancini (Catanzaro) 20,00; Franco Bellina (Roma) 10,00; Paolo Papini (Roma) 10,00; Aurora e Paolo (Milano) ricordando Amelia Pastorello e Alfonso Failla, 500,00; Alessandro e Valentina (Toronto – Canada) 100,00; Enrico Bonadei (Mautes - Francia) 100,00; Collettivo Anarchico Libertario “Stella Nera” (Modena) ricavato cena benefit per “A” sabato 19 gennaio scorso, 100,00; Sibila Strazicic (Jesolo - Ve) per Pdf; Paolo Papini (Roma) 50,00; Filippo Rebecchi (Pontenure – Pc) 10,00; Vito Mario Portone (Roma) 5,00; Nicolò Budini Gattai (Firenze) 50,00. Totale € 1.005,00.

Ricordiamo che tra le sottoscrizioni registriamo anche le quote eccedenti il costo dell’abbonamento annuo (che è di € 50,00 per l’Italia e di € 70,00 per l’estero).

Abbonamenti sostenitori (quando non altrimenti specificato, si tratta dell’importo di cento euro). Enrico Ca- landri (Roma); Gudo Bozak (Treviso) 200,00; Salvatore Corvaio (Vignale Monferrato – Al); Silvano Montanari (San Giovanni in Persiceto – Bo); Paolo Zonzini (Cailungo, Borgo Maggiore – Repubblica di San Marino); Roberto Di Giovannantonio (Roseto degli Abruzzi – Te); Roberto Panzeri (Valgreghentino – Lc) 110,00; Alberto Ramazzotti (Muggiò – Mb) 150,00; Chiara Mazzaroli (Trieste); Manuele Rampazzo (Padova); Tommaso Bressan (Forlì) 110,00; Pietro Mambretti (Lecco). Totale € 1.370,00.

lettere 99 un appello per “A” • dossier antifascismo: 24 pagine, 6 articoli, tavole, vignette e altro per ricordare il passato e soprattutto per riflettere e lottare oggi • la gaffe (?) del ministro Bussetti • USA/lettera da New York • scuola e psichiatria/ contro i bambini e le bambine • euromissili • Irak/ricordando Alaa Mashzoub • gilets jaunes • ergastolani • dibattito anarchismo • alienazione • Internet • numerodi speciale “A” un racconto • università • arte/intervista a Sergio Scognamiglio • musica: Alessio Lega • un inedito di Ursula K. Le Guin • 6 recensioni di libri • ricordando Osvaldo Bayer • nopoteribuoni tour • “A” 101 • storia/la “libera repubblica” di Cospaia • Lettere: carcere/xenofemminismo/profughi/il ‘68 in Valtellina/ nuova sede anarchica a Pordenone • i nostri fondi neri • libro De André che non ci sono 433 rivista anarchica poteri buoni ora e sempre il pensiero (anche) anarchico di Fabrizio De André Resistenza

pagine 200 • formato rivista • copertina cartonata • € 40,00 • contiene: redazionale di presentazione / Dori Ghezzi: io e l’anarchia / interviste a, scritti e disegni di: Roberto Ambrosoli, Stefano Benni, Bruno Bigoni, Carla Corso, Paolo Cossi, Fabrizio De André, Paolo Finzi, Alfredo Franchini, Sandro Fresi, Gabriella Armando Xifai / riproduzione anastatica Gagliardo, Andrea Gallo, Alessandro Gennari, di 25 pagine del volume “L’anarchia” di rivista anarchica n 433 aprile 2019 Dori Ghezzi, Paola Giua, Romano Giuffrida, Domenico Tarizzo appartenuto a Fabrizio, Franco Grillini, Amara Lakhous, Luciano Lanza, con le sue chiose, sottolineature Mauro Macario, Paolo Maddonni, Porpora ed evidenziazioni • notizie e riproduzione Marcasciano, Giulio Marcon, Massimo, Piero dei poster per 4 concerti per l’anarchia • 3 • Poste Italiane Spa - Sp. in a.p. - D.L. 353/2003 (conv. in L. 27/02/2004 n. 46)3 • Poste Italiane Spa - Sp. in a.p. D.L. 353/2003 art. 1, comma DCB in L. 27/02/2004 Milano (conv. Milesi, Gianni Mungiello, Gianna Nannini, Gianni foto inedite • rassegna-stampa • ecc. Novelli, Luca Nulchis, Mauro Pagani, Marco Pandin, Nadia Piave, Settimio Pretelli, Santino per saperne di più: • anno 49 • n. “Alexian” Spinelli, Renzo Sabatini, Paolo Solari, [email protected] Raffaella Saba, Fabio Santin, Alfredo Taracchini info-line 339 5088407 Antonaros, Cristina Valenti, Luca Vitone, www.arivista.org aprile 2019 EDITRICE A • cas. post. 17120 - Mi 67 20128 MILANO In caso di mancato recapito si restituisca al mittente che impegna a pagare la relativa tassa. 5,00 •

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