Storia, Politica, Società
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STORIA, POLITICA, SOCIETÀ Collana diretta da Barbara Bracco, Marco Cuzzi, Nicola Del Corno, Daniela Saresella, Giovanni Scirocco e Marco Soresina 44 Nella pagina precedente: Virgil Solis (1514-1562), “Clio die 2. Mvsa”, incisione. Parlare d’anarchia Le fonti orali per lo studio della militanza libertaria in Italia nel secondo Novecento a cura di Enrico Acciai, Luigi Balsamini e Carlo De Maria Questo volume è promosso dall’Archivio Famiglia Berneri-Aurelio Chessa, Biblioteca Panizzi di Reggio Emilia, e viene pubblicato con un contributo del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, Direzione generale biblioteche e istituti culturali. Comitato scientifico Archivio Famiglia Berneri-Aurelio Chessa: Enrico Acciai, Luigi Balsamini, Giampietro Berti, Elena Bignami, Gianni Carrozza, Alberto Ciampi, Carlo De Maria, Emanuela Minuto, Giorgio Sacchetti, Antonio Senta. ISBN 978-88-98490-87-5 1a Edizione dicembre 2017 I diritti di riproduzione e di adattamento totale o parziale e con qualsiasi mezzo sono riservati per tutti i Paesi. Nessuna parte di questo libro può essere riprodotta senza il consenso dell’Editore. © 2017 Biblion Edizioni srl Milano www.biblionedizioni.it [email protected] In copertina: Manifestazione per la morte di Franco Serantini. Ancona, piazza Roma, 8 maggio 1972 Prefazione Negli ultimi anni la storiografia sull’anarchismo italiano ha cono- sciuto un notevole sviluppo, favorendo una nuova stagione di studi che ha consentito di raggiungere notevoli progressi sul piano della ricerca. La vitalità della storiografia sull’anarchismo in Italia, riconducibile a una molteplicità di fattori favorevoli (crisi dei partiti, rivalutazione del- le fonti, superamento di pregiudizi ideologici, emergere di una nuova generazione di studiosi), ha permesso anche di lasciare definitivamente alle spalle una certa autoreferenzialità in questo ambito d’indagine. A tale “risveglio” degli studi ha contribuito in modo determinante l’Archivio Berneri-Chessa che, con il supporto della Biblioteca Panizzi di Reggio Emilia, ha promosso varie iniziative di carattere editoriale ottenendo significativi risultati. Questo volume rappresenta dunque una tappa importante di un percorso in grado di aprire nuove prospettive di ricerca; l’opera infatti raccoglie gli atti del Convegno, promosso dalla Biblioteca Panizzi e dall’Archivio Berneri-Chessa, svoltosi a Reggio Emilia il 19 novembre 2016 su La militanza anarchica e libertaria in Italia nel secondo Novecento. Le fonti orali: questioni metodologiche. L’iniziativa, promossa grazie all’impegno del Comitato scientifico dell’Archivio Berneri-Chessa, ha inteso rilanciare ulteriormente gli studi in un ambito ancora scarsamente battuto e indagato dalla ricerca; infat- ti le vicende libertarie del secondo Novecento (in particolare dagli anni Settanta in poi) costituiscono un cantiere storiografico tra i più aperti e richiedono un crescente sforzo di storicizzazione per passare dalla 5 memoria militante alla storiografia. Al tempo stesso, anche in prepara- zione di una campagna di raccolta delle fonti orali sull’anarchismo nel Novecento, il Comitato scientifico dell’Archivio Berneri ha ritenuto op- portuno approfondire le questioni metodologiche legate a tale attività, allo scopo di affrontare le complesse problematiche di raccolta, utilizzo e conservazione delle testimonianze orali. In effetti, il tema della ge- stione di queste fonti riveste grande importanza e necessita di una forte consapevolezza, quale presupposto per un corretto lavoro di ricerca. Gli interventi di carattere metodologico contenuti nel volume sono preceduti da alcuni contributi volti a contestualizzare le vicende dell’a- narchismo nel secondo Novecento. In tal modo vengono fornite le co- ordinate indispensabili per collocare adeguatamente le testimonianze destinate a essere raccolte nella progettata campagna di raccolta. Nel contempo, l’opera mette a disposizione contributi finalizzati a favorire quella storicizzazione delle vicende cui si faceva cenno in precedenza. Ai saggi dedicati alla ricostruzione storica dell’anarchismo fan- no seguito gli interventi in grado di restituire aspetti e problemati- che metodologiche per il trattamento delle testimonianze. Accanto a considerazioni di carattere generale riconducibili, ad esempio, al pro- cesso di “moltiplicazione della memoria” – attestato anche nel con- testo anarchico dalla proliferazione dei centri di documentazione tra gli anni Settanta e Ottanta del secolo scorso –, emergono specifiche problematiche legate alla storia orale, come il tema dell’adattamento e della selezione della memoria o ancora il delicato passaggio dall’o- ralità alla scrittura. Peraltro, accanto alle questioni metodologiche di valenza generale, nei diversi saggi affiorano alcuni spunti di riflessio- ne riconducibili direttamente alle peculiarità della memoria storica dell’anarchismo. In particolare, si deve ricordare l’importanza della dimensione antistituzionale e la propensione alle reti informali del movimento anarchico, destinata a rendere la fonte orale una risorsa particolarmente preziosa; al tempo stesso la mancanza di una solida struttura organizzata, comportante la polverizzazione e frammenta- zione della memoria, introduce problematiche metodologiche di note- vole complessità anche sul versante della storia orale. Altri motivi di riflessione scaturiscono poi dalle questioni relative alla iniziazione al 6 movimento anarchico e alla trasmissione della memoria, per giungere agli interrogativi suscitati dall’interazione dialogica tra intervistato e intervistatore nel processo di elaborazione storica. In sostanza, l’opera si presenta come un prezioso contributo in grado di aprire la strada a innovativi e promettenti percorsi di ricerca sull’a- narchismo del secondo Novecento. Giordano Gasparini Direttore Biblioteca Panizzi di Reggio Emilia 7 Nota dei curatori Le vicende del movimento anarchico e libertario, in Italia, tra anni Cinquanta e anni Ottanta del Novecento, sono state ancora solo ti- midamente approcciate dalla ricerca storica. Senza la presunzione di voler essere i primi, con questa pubblicazione e con il convegno di studi che ne è stato all’origine, ci siamo proposti di incoraggiare l’in- dagine storiografica su tale periodo, che ha segnato una profonda tra- sformazione del movimento anarchico – sempre che di movimento, al singolare, possa essere lecito parlare – sia per quanto riguarda le sue teorie di liberazione sociale, sia per la sua pratica militante, sia per il modo di concepire se stesso dentro, contro o fuori la dialettica politica contemporanea. Ciò che ci ha motivato è innanzitutto l’urgenza di recuperare la ma- teria prima del lavoro dello storico, ovvero le fonti documentarie. Di fonti scritte ne abbiamo in realtà in abbondanza, a partire da quelle con cui è tradizionalmente portato a confrontarsi chi si occupa di storia dei movimenti politici e sociali: le pubblicazioni a stampa, in particolare giornali e riviste, e gli archivi di polizia e dei vari organi deputati al controllo e alla repressione, che saranno mano a mano resi consulta- bili. Vi è inoltre tutta quella vasta produzione di volantini, manifesti e altra cosiddetta letteratura grigia (comunicati, relazioni, bozze, ecc.) che, insieme alla corrispondenza, in parte è andata dispersa per varie ragioni, non ultima la distruzione volontaria di materiale ritenuto “sco- modo”, in parte si trova ancora nella disponibilità privata dei prota- 9 gonisti di quei decenni, in parte, infine, è stata raccolta dagli archivi e centri di documentazione legati o affini al movimento anarchico. Altre fonti, sulle quali abbiamo voluto in questa sede concentrare l’at- tenzione, sono le fonti orali, cioè le interviste, le testimonianze, i racconti raccolti dalla viva voce di chi ha attraversato, dalle più diverse angolazio- ni, l’anarchismo del secondo Novecento italiano. Per parlare d’anarchia ci è sembrato opportuno, per prima cosa, mettere a fuoco le questioni metodologiche che stanno alla base della produzione e dell’utilizzo delle fonti orali, peraltro già definite e discusse da una scuola storiografica -or mai consolidata. La loro principale peculiarità è di essere fonti costruite a posteriori, con il contributo determinante e non imparziale del ricercato- re, e che devono fare i conti con i meccanismi della memoria e con tutta una serie di filtri soggettivi che intrecciano il passato e il presente. Il volume ospita contributi di studiosi di diverse generazioni che ringraziamo per aver accolto positivamente il nostro invito, così come ringraziamo l’Archivio Famiglia Berneri-Aurelio Chessa presso la Biblioteca Panizzi di Reggio Emilia, che ha ospitato il convegno del novembre 2016. Speriamo che tutto questo sia solo una tappa di un percorso e ci permettiamo di lanciare un appello per la registrazione di testimonianze orali sulla militanza anarchica e libertaria del secondo Novecento, consapevoli che la caducità della vita umana ci impone una finestra temporale abbastanza stretta per la loro raccolta. 10 I. IL CONTESTO E LE COORDINATE STORIOGRAFICHE ANTONIO SENTA, UNA STORIA DI STORIE. I MOLTEPLICI PIANI DEL POLITICO E DEL SOCIALE: IL MOVIMENTO ANARCHICO ITALIANO DAL DOPOGUERRA AGLI ANNI OTTANTA Delineo qui un quadro di riferimento che reputo potenzialmente utile per chi voglia approfondire la storia del movimento anarchico italiano nel secondo dopoguerra per mezzo delle fonti orali. Un lavo- ro, quest’ultimo, quanto mai necessario e urgente, ora che comincia- mo ad avere a disposizione diverse trattazioni sui decenni