Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L.353/2003 - art. 1, comma 1 - n. 6 anno XXV - Editore Regione Piemonte - p.zza Castello 165 - Torino 206 MONDI VICINI SGUARDI LONTANI SGUARDI VICINI MONDI dell’altra acqua dell’altra Il miracolo COPERTINAIN FAUNA ITTICA NATURA PROTETTA Giugno 2011

ACQUA, COMMERCI E SOCIETÀ Editoriale di William Casoni Assessore regionale al Commercio e ai Parchi

Questo numero di Piemonte Parchi è e lo scambio di materie e manufatti ac- dedicato all’acqua e al suo significato per compagnate dai commercianti che le l’umanità. Non solo quello, indispensabi- trasportavano, sono circolate anche le le, di elemento fondamentale per la no- conoscenze, le idee, le informazioni. stra vita e l’ambiente, ma anche il ruolo E non è certo un caso se nell’intera valle ricoperto come prima e principale via di del Po, ricca di corsi d’acqua in gran par- comunicazione e di sviluppo. te storicamente navigabili, si sia sviluppa- Il mutato equilibrio climatico della bio- ta una civiltà e un’economia che è sem- sfera, con l’alternarsi di periodi di siccità pre stata fra le più avanzate, ed è ancor e di eccezionale piovosità degli ultimi oggi di prim’ordine, a livello non solo na- anni, ci debbono indurre a profonde ri- zionale o europeo, ma mondiale. flessioni sul ruolo dell’acqua e sul suo In questo contesto il Piemonte, più di rapporto con la conservazione del ter- tutte le altre regioni padane ha mante- ritorio e delle zone più antropizzate, nuto un legame forte con l’acqua, basta spesso cresciute in maniera disordinata percorrere l’Autosole o il Tav che dai e poco rispettosa delle regole imposte confini orientali porta a Torino per ve- dalla natura. dere come la lunga teoria di industrie, Il ruolo delle aree di conservazione natu- fabbriche, capannoni arrivando nelle pia- rale, che interessano in grande parte an- nure del vercellese e del novarese a po- che il principale fiume del Piemonte, il co a poco si diradino per lasciare il po- Po, che è anche il più grande bacino im- sto, come dominatrici incontrastate del brifero italiano diventa così di straordi- territorio, alle immense distese d’acqua naria importanza nell’osservare e com- delle risaie, le più grandi d’Europa. prendere i cambiamenti per prevenire Non ci è dato sapere se e quando que- danni ai nostri territori oltre che fonda- sta realtà subirà l’ennesima storica tra- mentale risorsa per la tutela della biodi- sformazione e se le generazioni future versità. L’acqua rappresenta infatti l’habi- assisteranno (come attori o come spet- tat essenziale per la conservazione di tatori chissà?), all’ennesima mutazione molte specie vegetali ed animali. dell’habitat naturale che dalle foreste Ma alle vie d’acqua è stato legato per se- preistoriche, alle paludi medievali, alle ri- coli lo sviluppo dei commerci cresciuti in saie di oggi porterà la pianura piemonte- ogni epoca passata proprio grazie alla na- se come nelle regioni vicine ad una den- vigazione lungo i nostri fiumi in una sorta sa urbanizzazione. di “simbiosi” con l’acqua. Certo che il Po, i suoi affluenti, le acque Lo si esprime bene in un articolo sui di falda piuttosto che quelle meteoriche porti fluviali quando si evidenzia che le che da sempre hanno condizionato am- vie d’acqua sono state sin dalla preisto- biente, territorio, antropizzazione, eco- ria le principali vie di comunicazione, di nomia e commerci saranno sempre lì a penetrazione nel territorio ed anche di ricordarci che con l’acqua dovremo accesso alle sue ricchezze. E’ stato inevi- sempre misurarci se vogliamo salvaguar- tabile però che su quelle stesse vie di dare e migliorare le condizioni di benes- comunicazione utilizzate per il trasporto sere per tutti.

1 MONDI VICINI SGUARDI LONTANI Giugno 2011 AREE PROTETTE IN PIEMONTE

REGIONE PIEMONTE TORINO Bosco del Vaj, Collina di Superga ASSESSORATO COMMERCIO E FIERE, Via Alessandria, 2 - 10090 TO PARCHI E AREE PROTETTE tel. e fax 011 912462 Assessore William Casoni La Mandria, Collina di Rivoli, Madonna DIREZIONE AMBIENTE della Neve sul Monte Lera, Ponte del Diavolo, Direttore Salvatore De Giorgio Stura di Lanzo Via Principe Amedeo, 17 - 10123 Torino Viale Carlo Emanuele II, 256 - 10078 TO SETTORE PARCHI tel. 011 4993311 fax 011 4594352 Responsabile Giovanni Assandri Gran Bosco di IN COPERTINA via Nizza 18 – 10125 Torino Il miracolo Via Fransuà Fontan, 1 - 10050 Salbertrand TO dell’altra acqua tel. 011 4323524 fax 011 4324759/5397 tel. 0122 854720 fax 0122 854421 NATURA PROTETTA AREE PROTETTE REGIONALI Laghi di Via Monte Pirchiriano, 54 - 10051 Avigliana TO 206 FAUNA ITTICA

Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in Abbonamento Postale - D.L.353/2003 - art. 1, comma 1 - n. 6 anno XXV - Editore Regione Piemonte - p.zza Castello 165 - Torino Torino 165 - Castello p.zza - Piemonte Regione Editore - 6 anno XXV n. 1 - comma 1, art. - D.L.353/2003 - Postale Abbonamento in Spedizione - S.p.A. Italiane Poste ALESSANDRIA tel. 011 9313000 fax 011 9328055 Bosco delle Sorti La Communa Monti Pelati e Torre Cives, Sacro Monte c/o Comune, Piazza Vitt. Veneto - 15016 Cassine AL di Belmonte, Vauda In copertina: fontanile nella Stura di Lanzo (foto A. Molino) tel. e fax 0144 715151 Corso Massimo d’, 216 - 10081 TO Capanne di Marcarolo tel. 0124 510605 fax 0124 514463 Via Umberto I, 32 A - 15060 Bosio AL Orsiera Rocciavrè, Orrido di , tel. e fax 0143 684777 Orrido di Foresto PIEMONTE PARCHI Po (tratto vercellese-alessandrino) Via S. Rocco, 2 - Fraz. Foresto - 10053 TO Anno XXVI - N° 6 Fontana Gigante, Palude S. Genuario, Torrente Orba tel. 0122 47064 fax 0122 48383 Editore Regione Piemonte – p.zza Castello 165 – Torino Piazza Giovanni XXIII, 6 - 15048 Valenza AL Po (tratto torinese) Corso Trieste, 98 - 10024 TO Direzione e Redazione via Nizza 18 – 10125 Torino tel. 0131 927555 fax 0131 927721 tel. 011 432 5761 fax 011 432 5919 Sacro Monte di Crea tel. 011 64880 fax 011 643218 e-mail: [email protected] Cascina Valperone, 1 - 15020 Ponzano Monferrato AL Stupinigi Direttore responsabile tel. 0141 927120 fax 0141 927800 Via Magellano 1 - 10128 Torino Enzo Gino tel. e fax 011 5681650 Posta del direttore ASTI Val Troncea [email protected] Rocchetta Tanaro, Valle Andona, Direttore editoriale, marketing e diffusione Via della Pineta - La Rua - 10060 TO Gianluca Castro Valle Botto e Val Grande, Val Sarmassa tel. e fax 0122 78849 Vice direttore Via S. Martino, 5 - 14100 AT Enrico Massone tel. 0141 592091 fax 0141 593777 VERBANO-CUSIO-OSSOLA Caporedattore Alpe Veglia e Alpe Devero, Alta Valle Antrona Emanuela Celona BIELLA Viale Pieri, 27 - 28868 Varzo VB Redazione Baragge, Bessa, Brich di Zumaglia Toni Farina, Loredana Matonti, Aldo Molino, Mauro Pianta tel. 0324 72572 fax 0324 72790 Hanno collaborato a questo numero: e Mont Prevé Sacro Monte Calvario di Domodossola C. Bordese, S. Bovero, S. Camanni, F. Ceragioli, F. Chiaretta, B. Via Crosa, 1 - 13882 Cerrione BI Borgata S. Monte Calvario, 5 - 28845 Domodossola VB Gambarotta, C. Grande, I. Ostellino, M. Salvatore tel. 015 677276 fax 015 2587904 tel. 0324 241976 fax 0324 247749 Fotografi Burcina Sacro Monte della SS. Trinità di Ghiffa R. Borra, S. Bovero, CeDRAP, F. Chiaretta, C. Galasso/PandaPhoto, Cascina Emilia - 13814 Pollone BI Via SS. Trinità, 48 - 28823 Ghiffa VB C. Grande, T. Farina, L. Matonti, A. Molino, M. Salvatore, T. Spagone/RES, F. Tomasinelli, arc. Parco Naturale dei Laghi tel. 015 2563007 fax 015 2563 914 tel. 0323 59870 fax 0323 590800 di Avigliana, www.tipsimages.it Sacro Monte di Oropa VERCELLI Disegni c/o Santuario, Via Santuario di Oropa, 480 -13900 BI Alta Valsesia F. Cecchin, C. Girard, E. Mirri tel. 015 25551203 fax 015 25551209 Mappe e Grafici Corso Roma, 35 - 13019 Varallo VC S. Chiantore CUNEO tel. e fax 0163 54680 Segreteria amministrativa Alpi Marittime, Juniperus Phoenicea di Rocca, Bosco delle Sorti della Partecipanza Gigliola Di Tonno S. Giovanni-Saben Corso Vercelli, 3 - 13039 Trino VC Segreteria di redazione Loredana Matonti Piazza Regina Elena, 30 - 12010 Valdieri CN tel. 0161 828642 fax 0161 805515 (orario mart-giov dalle 10 alle 12.30 e dalle 14 alle 16.30) tel. 0171 97397 fax 0171 97542 Garzaia di Carisio, Garzaia di Villarboit, Arretrati e copie omaggio Alta Valle Pesio e Tanaro, Augusta Isolone di Oldenico, Lame del Sesia, Angela Eugenia, tel. 011 4323273 fax 011 4324759 Bagiennorum, Ciciu del Villar, Oasi di Crava [email protected] Palude di Casalbeltrame Morozzo, Sorgenti del Belbo Coordinamento Guide territoriali Via XX Settembre, 12 - 13030 Albano Vercellese VC Toni Farina Via S. Anna, 34 - 12013 Chiusa Pesio CN tel. 0161 73112 fax 0161 73311 Piemonte Parchi Web tel. 0171 734021 fax 0171 735166 Monte Fenera Mauro Pianta – www.piemonteparchiweb.it Boschi e Rocche del Roero Fraz. Fenera Annunziata - 13011 Borgosesia VC Biblioteca Aree Protette c/o Comune, Piazza Marconi 8 - 12040 Sommariva Mauro Beltramone, Paola Sartori - tel. 011 4323185 tel. e fax 0163 209356 Perno CN Sacro Monte di Varallo L’editore è disponibile per eventuali aventi diritto per fonti iconografiche non tel. 0172 46021 fax 0172 46658 individuate. Riproduzione anche parziale di testi, immagini e disegni è vietata Loc. Sacro Monte Piazza Basilica - 13019 Varallo VC salvo autorizzazione dell’editore. Testi e fotografie non richiesti non si Gesso e Stura tel. 0163 53938 fax 0163 54047 restituiscono e per gli stessi non è dovuto alcun compenso. c/o Comune Piazza Torino, 1 - 12100 Cuneo Registrazione tribunale di Torino n. 3624 del 10.2.1986 tel. 0171 444501 fax 0171 602669 PARCHI NAZIONALI Stampa: stampato su carta FSC Po (tratto cuneese), Rocca di Cavour Gran Paradiso Via Della Rocca, 47 - 10123 Torino Grafica, impaginazione, stampa e distribuzione Satiz Srl – Torino Via Griselda, 8 - 12037 Saluzzo CN tel. 0175 46505 fax 0175 43710 tel. 011 8606211 fax 011 8121305 Val Grande NOVARA Villa Biraghi, piazza Pretorio, 6 - 28805 Vogogna VB ABBONAMENTO ANNUALE CARTACEO 16 Bosco Solivo, Canneti di Dormelletto, Fondo tel. 0324 87540 fax 0324 878573 su c.c.p. 20530200 intestato a Staff Srl Toce, Lagoni di Mercurago via Bodoni 24, 20090 Buccinasco (MI) Via Gattico, 6 - 28040 Mercurago di Arona NO AREE PROTETTE ABBONAMENTO ANNUALE ONLINE - 10 D’INTERESSE PROVINCIALE Pagamento su Internet (possibile anche per il cartaceo) tel. 0322 240239 fax 0322 237916 www.piemonteparchi.it Colle della Torre di Buccione, Monte Mesma, Lago di Candia, Monte Tre-Denti e Freidour, Sacro Monte di Orta Monte San Giorgio, INFO ABBONAMENTI Via Sacro Monte - 28016 Orta S. Giulio NO Conca Cialancia, tel. 02 45702415 (dal lun. al ven. ore 9/12-14.30/17.30) tel. 0322 911960 fax 0322 905654 Stagno di , Colle del Lys [email protected] Valle del Ticino c/soProvincia di Torino - NUMERO VERDE 800 333 444 Villa Picchetta - 28062 Cameri NO c.so Inghilterra 7/9 - 10138 Torino tel. 0321 517706 fax 0321 517707 tel. 011 8616254 / Fax 011 8616477

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«I VICINI DEVONO EDITORIALE ACQUA, COMMERCI E SOCIETÀ 1 FARE COME LE TEGOLE di William Casoni – Assessore regionale al Commercio e ai Parchi DEL TETTO, IL MIRACOLO DELL’ALTRA ACQUA 6 A DARSI L’ACQUA di Carlo Grande L’UN L’ALTRO» IL PO E I SUOI PORTI FLUVIALI NELLA STORIA 9 di Enzo Gino ACQUA MOSSA 12 GIOVANNI VERGA di Filippo Ceragioli SUL LAGO DOVE NON TRAMONTA IL SOLE 16 di Emanuela Celona IN PRINCIPIO ERA LA CANOA… 18 di Mariano Salvatore LE SPIAGGE DEL PIEMONTE 21 di Mauro Pianta L’ACQUA SPAZIALE DI PIAN DELLA MUSSA 24 di Furio Chiaretta LE FONTANE DELLA STURA DI LANZO 28 di Toni Farina ARDECHE, UN TRANQUILLO WEEK-END DI PAURA 32 di Aldo Molino LA LAMPREDA PADANA 35 di Stefano Bovero ARNICA, LA PIANTA DEI TRAUMI 38 di Loredana Matonti

RUBRICHE 41

3 IL FIUME PO

4 SCORRONO SUL GRANDE FIUME

Hanno iniziato a circolare sul Po, a Torino, lo scorso aprile. Sono i due nuovi battelli che sostituiscono Valentino e Valentina, andati in pensione dopo tanti anni di onorato lavoro portando torinesi e turisti in giro sul fiume. I vecchi battelli, in servizio dal 1987, sono stati venduti per 100 mila euro. Quelli nuovi sono stati progettati dallo Studio Ruggiero S.r.l. di Genova, realizzati dal Cantiere Vemar Industria S.r.l. di La Spezia e finanziati con 600 mila euro dalla Regione Piemonte e con 500 mila euro dal Comune di Torino. Valentino II e Valentina II sono lunghi 20 metri e larghi 5 metri e si caratterizzano per la presenza di una vasta parte vetrata parzialmente apribile sulle superfici laterali e superiori, che consente ai passeggeri di godere dello scenario lungo il fiume con la massima visibilità e a più diretto contatto con la natura. A bordo è presente anche l'impianto di aria condizionata. I posti a sedere sono 78 e sono tutti dotati di cuffiette con audioguida in cinque lingue (italiano, francese, inglese, tedesco e spagnolo). Ai posti a sedere si aggiungono 22 posti in piedi.

Orari: il servizio sarà attivo tutti i giorni. Percorsi: il percorso di navigazione va dai Murazzi fino a Italia 61, in prossimità del Museo dell'Automobile. Tariffe e altre info: servizi turistici Gtt: 011 5764733; e-mail: servizi [email protected]; www.gtt.to.it Foto T. Spagone/Res T. Foto

5 L’ORO BLU IL MIRACOLO DELL’ALTRA ACQUA

Carlo Grande

Non è solo essenziale per il paesaggio e per l’estetica: l’acqua ci trasporta e ci diverte. In tempi di crisi l’Europa (non l’Italia) la riscopre anche come via ecologica di comunicazione e come spettacolare elemento di attrazione turistica

La spettacolare cascata di Iguaçu, sul confine tra lo stato brasiliano del Paraná e la provincia argentina di Misiones (foto C. Grande)

6 “L’anima dell’uomo somiglia all’acqua: viene dal cielo, risale al cielo e ancora alla terra deve tornare, vicenda eter- na”. L’acqua è intima parte della nostra essenza corporea, e della nostra vita: le parole di Johann Wolfgang Goethe esprimono la sua importanza con pre- cisione e poesia. Ma l’acqua è essen- ziale anche nel paesaggio e per il no- stro senso estetico – siamo acqua, l’ac- qua ci circonda –, l’acqua ci trasporta e l’acqua ci diverte, ovvero è essenzia- le come via di comunicazione e come loisir, e in termini di turismo. Le “vie d’acqua” e la navigazione lun- Un fotogramma da La dolce vita: Mastroianni e la Ekberg nella Fontana di Trevi a Roma go i fiumi ritrovano di questi tempi un appeal economico ed ecologico, rap- Rotterdam è un grande porto, così co- costruirono ponti stradali e ferroviari, Lpresentano un’opzione antica ma futu- me Anversa in Belgio e Amburgo in chiuse per un super-canale che avreb- ribile allo stesso tempo: nel medioevo, Germania. Nei Paesi Bassi una chiatta be dovuto unire Padova a Venezia, poi ad esempio, quando le strade romane con 376 containers equivale a sei chi- tutto fu lasciato andare in malora, dopo caddero in disuso e l’insicurezza si im- lometri di camion tolti dalle autostrade. aver fagocitato quasi 150 milioni di eu- padronì dei “pagus”, del territorio, i L’Italia si distingue per inefficienza: ro del contribuente. corsi d’acqua diedero nuovo impulso mentre l’Europa naviga sempre più sul Si preferì costruire il passante stradale ai trasporti e agli spostamenti delle filo della corrente (il trasporto pesante di Mestre, quando già nel 2004 la tan- persone. Fecero rinascere molte città, sulle acque interne è il 42% del totale genziale soffocava con 55 milioni di non a caso sorte sulle rive dei fiumi. in Olanda, il 18,5% in Austria, oltre il veicoli all’anno e 170 mila veicoli al L’antica soluzione delle “idrovie”, delle 15% in Francia, il 14% in Germania, e giorno. Ora nei quattro chilometri e vie fluviali (così come il “cabotaggio”, già si guarda alle immense distese mezzo realizzati di idrovia (completar- ovvero la navigazione in mare ma a ri- dell’Est), da noi i progetti sembrano la sarebbe costato assai meno) passa- dosso delle coste, che ha caratteristi- nascere già morti. Negli Anni ’60 si no solo anitre, cicloturisti e piccole che analoghe) rappresenta ormai una pensò all’idrovia Padova-Venezia e al barche private. risorsa importante per ridurre il tra- trasporto delle merci sul Po, da Porto L’acqua è in grado di suscitare pensieri sporto su gomma, purché venga svi- Marghera verso il Nord Europa, ma an- assai meno deprimenti, legati ad luppata convenientemente e non sia che dalla pianura padana verso esempio al turismo fluviale, diffuso in considerata una panacea. l’Adriatico, ma si perse l’occasione: nel Francia e Irlanda lungo favolosi itine- Chi ha già saputo puntare in questa di- 2004 una ricerca di Chiara Semenzato, rari storici su Loira, Charente, rezione, in Europa, sono soprattutto i studentessa della scuola di giornalismo Garonne, sul Rodano e sulla Mosa, e Paesi Nordici: vantano una rete di fiu- di Urbino, calcolò lo sperpero di dena- sulle “waterways” come lo Shannon, mi navigabili invidiabile, specie lungo ro pubblico e rivelò che in quarant’an- che sfiora la fiabesca città-monastero il Reno, fiume che accoglie chiatte fino ni l’utopia era diventata un buco nero, di Clonmacnoise, nel cuore dell’isola a tremila tonnellate ed è in grado di una grande “incompiuta” italiana. Si verde. I fiumi sono luoghi di diverti- ospitare navi oceaniche. In Germania, nel Land Nord Reno-Vestfalia, esistono Serafin De Avenda˘no, Lungo la Bormida, 1863-1866 700 chilometri di idrovie che collega- no Colonia, Dortmund, Duisburg e Düsseldorf. Il più grande porto fluviale d’Europa è appunto quello tedesco di Duisburg, alla confluenza tra la Ruhr e il Reno: movimenta quaranta milioni di tonnellate di merci l’anno, soprattut- to ferro, carbone, petrolio e acciaio. La Francia non è da meno, specie sulla Mosa, Senna e Rodano, così come la Svezia e la Finlandia, che hanno molti porti sulle rive dei grandi laghi, e i Paesi Bassi. L’Olanda vanta un com- mercio fluviale molto sviluppato:

7 L’ORO BLU

mento e relax da molto prima che gli tane (d’estate è immancabile la foto una roccia”». Ancora un poco e riem- impressionisti eternassero le meravi- del “refrigerio” in piazza, che immorta- piremo le borracce, ancora un passo e gliose “merende sull’erba”, rese ancora la spesso anche opere d’arte come la sazieremo le gole, asciugheremo il su- più maliziose dai racconti di fontana del Bernini a Roma). Perché dore, lasceremo la Terra desolata di Maupassant e Flaubert. La grazia di l’acqua, di fontane fonti o sorgenti si Eliot. C’è suono d’acqua, laggiù, c’è quel mondo è scomparsa ma tant’è, i tratti, come la Sorgue del Petrarca vici- una fontana, più in alto. C’è un incon- giovani amano l’acqua e si ritrovano no ad Avignone, scorre da sempre fra tro, da fare, un miracolo a cui assiste- d’estate a Parigi come a Berlino (e a i poeti e nel mondo dell’arte. re: sorgente, abbeveratoio, bordo di Torino) lungo sponde di fiumi, piscine Acque tranquille sono i laghi, che dal lago, riva di torrente. C’è un mistero e fontane, dove fra trampolini, creme punto di vista estetico hanno fatto in- da affrontare, che sgorga imprendibile, solari e sport acquatici rinnovano il namorare eserciti di stranieri, viaggia- multiforme, semplice e complicato co- trionfo delle tre “s”: sole, sabbia (ripor- tori, poeti e letterati. John Ruskin dice- me ogni cosa che ci sta intorno. tata, naturalmente) e sesso, imperativi va che “il paesaggio è il volto amato Incontrare l’acqua è un rito, una magia delle estati di massa. Ci sono anche ac- della patria” e cantava la bellezza dei che si realizza e ci trasforma, che se- que più “tranquille”, agé: l’hotel laghi italiani: “anche sulle marine, nei gna un prima e un dopo lungo il no- Gellert a Budapest, Baden Baden, Aix- fiumi e nei laghi madre natura ha fatto stro cammino. les-Bains e tante altre città termali intonare alle sirene un canto che è no- Acqua fra le mani, sulla pelle, sul viso. (Istambul!), per non parlare – tornan- stro supremo conforto”. La bellezza, Divina sostanza, energia e anima della do al frisson – alle industrie del “no li- dice, è anche il Po che avanza nella montagna, natura in movimento». mits”, con le discese in kayak e al raf- pianura lombarda. Last but not least, i Ecco l’acqua: avventura, mistero, in- ting. Scendere in canoa l’Ardèche è laghi di montagna, dai più remoti e sa- quietudine. È la nostra storia, come la un’esperienza emozionante e tranquil- cri (in Ladakh, scrivendo un romanzo, barca di Fitzcarraldo che risale la mon- la: trenta chilometri e più in un parco ne ho incontrato uno splendido, lo tagna da fiume a fiume, come la zatte- naturale che offre persino la visita alle Tso Moriri, meta di una “cavalcata sel- ra di Aguirre, che se ne va in mezzo pitture rupestri di Chauvet. vaggia” di prigionieri di guerra italiani alla foresta, come Burt Reynolds che Lungo fiumi molto speciali, che hanno in India) a quelli più piccoli e nascosti alza l’arco e si chiede “Dov’è la leg- cascate spettacolari, arrivano ogni an- delle Alpi. ge?!” nel fiume di Un tranquillo wee- no migliaia di turisti, come nel caso In Terre alte ho immaginato un vian- kend di paura. Come lo stagno e le del Niagara e dell’Iguaçù. È adrenalina dante che sogna l’acqua ad ogni pas- ninfee di Monet, sogno di rosa, azzur- anche quella, davanti all’immensità so: «“Se soltanto vi fosse un suono ri, blu e verdi profondi, diafani. Un della natura. Tornando alle acque che- d’acqua / non la cicala / e l’erba secca piccolo e tiepido stagno simbolico, te non si possono dimenticare le fon- che canta / ma un suono d’acqua su brodo primordiale da cui nasce la vita.

Il Lago Tso Moriri in Ladakh (foto C. Grande)

8 NAVIGAZIONE IL PO E I SUOI PORTI NELLA STORIA

Enzo Gino Il grande fiume è stato da sempre il principale protagonista dalla formazione del territorio e del suo ambiente sino allo sviluppo della sua economia

Sin dal lontano passato il Po è stato Argonautiche, descrivendo come l’im- ti, costituiva un comodo mezzo di ac- certamente uno dei principali attrattori provvido Fetonte cadde, incapace di cesso e di trasporto. della presenza umana nella valle che il guidare il carro che suo padre Zeus gli Nel XII secolo una serie di alluvioni fiume stesso ha creato con i suoi ap- aveva dato l’onore di condurre, oppu- catastrofiche cambiò il corso del gran- porti alluvionali. re Selva Lupanica: infestata dai lupi… de fiume creando ampie aree paludo- Esiste quindi uno stretto rapporto fra il Furono gli antichi romani a dare il via se che solo a seguito delle incessanti fiume il “suo” territorio i “suoi” abitanti. alla trasformazione della Pianura. bonifiche intraprese a partire dall’800 Se indaghiamo su questi rapporti sco- Attraverso le centuriazioni, il successi- hanno portato alla situazione attuale. priamo che oltre 2000 anni fa, la Valle vo disboscamento e coltivazione la tra- Dell’antica foresta planiziale oggi si so- Padana era sostanzialmente coperta da sformarono in una pianura più simile no salvati circa 8000 ettari sparsi come un unico grande bosco naturale in cui a quella che oggi conosciamo. coriandoli nelle grande Pianura Padana, i villaggi sorgevano nelle radure i suoi Successivamente i Longobardi prove- da noi il bosco della Partecipanza a abitanti erano dediti prevalentemente nienti dalle foreste del nord Europa, Trino. Nei secoli passati quindi si è alla caccia. La Pianura veniva identifi- considerate spesso luoghi sacri, tutela- perpetrata in Valle Padana una sorta di cata con il suo bosco a cui furono date rono ben più dei “civilizzati” Bizantini deforestazione simile a quella che oggi diverse denominazioni a seconda dei le foreste, viste invece da questi ultimi è in corso in Amazzonia. luoghi, i più noti: Selva Fetontea, co- come semplice oggetto di sfruttamen- In questo contesto il Po, come molti Sme narra il poema epico Le to di cui il Po, come tutti i suoi affluen- altri fiumi, ha sempre rivestito un ruo-

Traghetto sul Po presso Palazzo Vercellese (fonte: S. Venturi, Attraversare il Grande Fiume, ed. Sometti, 2002)

9 NAVIGAZIONE

Porto del Marchese (Valmacca) Barca del Canale di Mezzano Porto di Bozzole Attraversamenti di Valenza Porto di Mugarone Porto di Bassignana Porto di Alluvioni Cambiò Porto di Isola S. Antonio

Porto di Crescentino Porto di Camino Porto delle Ghiacciaie Porto di Pontestura Porto di Moncestino Porto di Morano sul Po Porto di Gabiano Porto di Coniolo Porto di Rocca delle Donne Ponti di Casale Monferrato Porto di Brusaschetto Porto di Frassineto Po

lo di fondamentale importanza nella ni che navigavano sui fiumi e i vari te- di deiezione alla confluenza dei piccoli storia e nell’evoluzione dei popoli, sti dicono soltanto che i trasporti flu- corsi d'acqua con il fiume. Le imbar- non solo quale linea di difesa bellica viali erano più veloci di quelli terrestri. cazioni approdavano incagliandosi: o di separazione etnica, ma soprattut- Liutprando di Cremona nel 943 coprì uno sportello ribaltabile aperto a prua to quale fonte di infinite risorse che in tre giorni il tratto da Pavia a facilitava lo scarico delle merci. Le at- possono essere tratte dalle sue acque Venezia, cioè almeno trecentoventi chi- trezzature dovevano essere modestissi- e ancor più dal loro movimento: tra- lometri sul Po. Da questi dati si ricava me, simili a quelle rappresentate in sporti, caccia, pesca, mulini, irrigazio- una velocità di circa 100 chilometri al tante vedute di città italiane e straniere, ne e… tasse. giorno per le imbarcazioni spinte dalla disegnate fra il XV e il XVII secolo con I corsi d'acqua da sempre sono stati corrente, notevolmente superiore per- porti fluviali che, quando non consiste- percorsi e risaliti e durante tutto il tanto alle prestazioni di un viandante, vano nella semplice riva naturale, era- Medioevo i trasporti fluviali ebbero circa 30 Km al giorno o di un corriere no dotati di rudimentali pontili in legno uno sviluppo eccezionale. In partico- a cavallo, circa 60 Km al giorno. con banchine sostenute da palizzate e lare a partire dall'alto Medioevo di- Non a caso da secoli i giuristi romani, tavoloni. Basti pensare che persino ventarono i principali assi di collega- prima di tutti Ulpiano, avevano dato l'impianto portuale di Genova sino al mento sul piano economico e strategi- vita a quattro princìpi fondamentali a XV secolo era in alcune parti ancora in co, tanto che enti religiosi e proprieta- garanzia del carattere pubblico delle legno. Da qui gli storici deducono che ri laici vollero assicurarsene il control- acque: anche nell'alto Medioevo e prima an- lo per incassarne i proventi derivanti a) ut in flumine publico navigare lice- cora, le strutture fossero altrettanto po- dal transito. at: si proclamava la libertà di naviga- vere e che proprio per questo oggi Il trasporto sulle vie d'acqua era molto zione sui fiumi; non se ne siano trovate tracce. più conveniente del trasporto terrestre b) de ripa munienda: si chiedeva di Probabilmente se oggi la Pianura per qualsiasi tipo di merce perché con rafforzare le sponde dei fiumi senza Padana specialmente nella parte cen- un solo barcone si poteva trasportare danneggiare la navigazione; tro-orientale, dove il Po è più navi- almeno trecento volte un carico terre- c) ne quid in flumine publico ripave gabile, è fra le aree a maggior svilup- stre; era più economico dal punto di eius fiat quo peius navigetur: si vietava po economico dell’intero continente vista del rapporto uomini impiegati- di ostacolare la circolazione fluviale; europeo il merito storico deriva pro- volume di merce trasportata, anche se d) ne quid in flumine publico ripave prio da questa sviluppata “economia bisogna tener conto, nel caso di risalita eius fiat qua aliter aqua fluat atque uti fluviale”. con traino da terra, delle risorse uma- priore aestate fluxit: si proibiva tutto La storia più o meno lontana ci rac- ne o animali impiegate; inoltre il tra- quello che poteva ostruire il corso del conta anche in Piemonte della presen- sporto fluviale era anche più sicuro, fiume. za di numerosi porti sul Po. più comodo e più veloce se effettuato Naturalmente i porti fluviali non aveva- Praticamente ogni cittadina che si af- in favore di corrente. no nulla a che vedere con quelli che facciava sul grande fiume aveva il suo Pochi documenti parlano espressa- oggi conosciamo. Come punti di ap- porto a partire da Torino, le comunità mente della velocità delle imbarcazio- prodo erano in genere sufficienti i coni poste sulle sue sponde erano spesso

10 in conflitto fra loro, vuoi per il posses- di Coniolo, era presente un attraversa- gio alle imbarcazioni. Basta pensare so delle fertili aree alluvionali che le mento fluviale, porto di Coniolo, di che a il canale Cavour può frequenti divagazioni dell’alveo crea- collegamento con tale centro abitato. arrivare a prelevare sino a 110 mc/s a vano ora su una sponda ora sull’altra, La città di Casale ha rappresentato nei cui si aggiungono i prelievi del Canale vuoi per il controllo dei porti che di- secoli un punto strategico per il con- Lanza a Casale. Ne risulta che la navi- ventavano importanti centri di traffici e trollo dei trasporti tra il Monferrato, il gazione oggi a monte di Casale può commerci e che talvolta sempre a cau- Milanese, il Genovesato e il Torinese e esser svolta solo con imbarcazioni leg- sa delle mutazioni d’alveo del fiume fu sede di un importante porto spesso gere come kajak, canoe o gommoni cambiavano sponda. in competizione con Valenza. Anche in da rafting. I cosiddetti porti erano assai frequenti prossimità dell'abitato di Frassineto Po, Così alcuni comuni, d’intesa con l’ente anche perché essi, oltre a costituire era presente un attraversamento fluvia- parco del Po alessandrino e dell’Orba l’attracco per le imbarcazioni che por- le e porto sul Po così come nei pressi hanno pensato bene di introdurre un tavano merci e persone lungo il Po, dell’abitato di Valmacca, in prossimità servizio, attualmente saltuario, di Soft erano spesso anche attracco per i tra- dell’avamposto fortificato denominato Rafting che consente di navigare da ghetti che collegavano le sponde op- Torre d'Isola. Porto sul Po e barca sul a Coniolo lungo oltre 20 poste del fiume. I ponti erano infatti canale di Mezzano costituivano il colle- km di fiume E’ previsto anche il ripri- opere assai impegnative all’epoca e gamento con il centro abitato di stino di alcuni degli antichi attracchi. Si realizzati raramente. Breme. potranno così godere panorami fra i Se esaminiamo la tratta di fiume che Si ricordano anche gli attraversamenti in più belli e incontaminati di tutto il lun- da Crescentino arriva alla confluenza prossimità dell'abitato di Bozzole e go percorso del Po che in questa tratta con lo Scrivia in Lombardia, vengono Bassignana, quest’ultimo di collegamen- è di difficile accesso da terra. Con essi individuati numerosi porti, traghetti e to con l'abitato di Suardi. A breve di- sono visibili anche numerose varietà attraversamenti. Praticamente ogni stanza dal nucleo di Bassignana, presso di fauna, per citarne solo alcuni: airo- paese aveva il suo. la frazione denominata Mugarone, era ni, falchi di palude, albanelle, cormo- A Verrua Savoia addirittura ve n’erano presente un secondo attraversamento rani, fischioni, marzaiole, corrieri, ster- due. Uno in prossimità del centro abi- fluviale. In prossimità dell'abitato di ne e martin pescatori che spesso, lun- tato di Crescentino di fronte alla sopra- Alluvioni Cambiò e ad Isola Sant’An - go le sponde, hanno le loro aree di ni- stante fortezza di Verrua denominato tonio ne sorgevano altri che collegava- dificazione protette dall’inaccessibilità “porto di Crescentino”, ed agli inizi no rispettivamente il piccolo nucleo di da terra lungo la sponda collinare (per dell'800 se ne aggiunse un secondo, Cambiò e il centro abitato di Mezzana informazioni rivolgersi 347/0193792). denominato “porto delle Ghiacciaie”. Bigli. Oggi tutte queste opere sono Come si vede anche a distanza di mil- In corrispondenza dell’abitato di scomparse, in parte sostituite da ponti. lenni e nonostante lo sfruttamento a Fontanetto Po, erano storicamente pre- Anche volendo, nella maggioranza dei cui è stato sottoposto, il “nostro” fiume, senti due attraversamenti fluviali, deno- casi non sarebbero più realizzabili in- oltre a contribuire con le sue acque a minati “porto di Gabiano” e “porto di fatti a causa dei prelievi idrici, lunghe sostenere importanti attività economi- Moncestino” di collegamento con i tratte del Po si riducono a torrenti che che, in primis l’agricoltura, è in grado centri abitati omonimi. In corrispon- non consentirebbero idoneo pescag- di darci ancora grandi emozioni. denza dell’abitato di Palazzolo, al pie- de della collina e di fronte al piccolo Caratteristiche imbarcazioni in uso nel tratto piemontese del Po: “i barcè” nucleo di Rocca delle Donne (frazione del comune di Camino) era presente un attraversamento fluviale, porto di Rocca delle Donne, appunto. In pros- simità dell'abitato di Pontestura era presente un attraversamento fluviale “porto” sul Po. In corrispondenza del- l’abitato di Trino Vercellese, al piede della collina, all’altezza dell'abitato di Camino c’era un attraversamento flu- viale, il “porto di Brusaschetto” altra frazione di Camino. Agli inizi dell'800 se ne aggiunse un secondo, il “porto di Camino” posto in corrispondenza della Grangia di Pobietto e, ovviamente, di collegamento con tali centri abitati. In prossimità dell’abitato di Morano Po, ai piedi della collina e di fronte all'abitato

11 SPORT NELLA NATURA ACQUA MOSSA

Filippo Ceragioli

Val Sesia e Valle Stura di Demonte riservano ai nuovi sport acquatici una particolare attenzione. Merito anche di acque limpide e cristalline che i parchi regionali L’imbarco nel medio corso del Sesia (foto A. Molino) contribuiscono a tutelare

12 La produzione di imbarcazioni non sarà forse antica come l’uomo, ma ha di sicuro preceduto la scrittura o l’in- venzione del denaro. Tra i primi manufatti che i nostri an- tenati realizzarono appena furono in grado di lavorare il legno ci sono in- fatti tronchi d’albero svuotati per far- ne pesanti canoe. Alcuni esempi si possono vedere al Museo di Antichità di Torino. Ma se queste po- tevano servire a muoversi sui laghi (come quelli di Viverone e di Bertignano in Piemonte) o sui grandi fiumi di pianura, per le acque mosse del mare o dei torrenti erano senza dubbio troppo difficili da manovrare.

LMuoversi nell’acqua mossa Fu così che in varie parti del mondo, alcune migliaia di anni prima di Cristo, gli uomini iniziarono a co- struire leggere canoe fatte da un’in- telaiatura di legno ricoperta di pelli animali o di cortecce rese impermea- bili con la pece. I popoli dell’Artico svilupparono poi il kayak, una va- riante della canoa utilizzata non solo per gli spostamenti dei nuclei fami- liari, ma soprattutto per la caccia alla foca. La differenza tra i due tipi di Rapide del Sesia a Balmuccia (foto A. Molino) imbarcazione resta ancora oggi at- tuale: il rematore o i rematori nel ca- impermeabili e, dopo non molto, an- con onde piccole, curve poco pro- so del kayak sono seduti anziché in- che i kayak iniziarono a diffondersi nunciate e senza ostacoli di rilievo) ginocchiati e la pagaia che si utilizza al di fuori dei loro tradizionali utiliz- al 6° (attribuito a quei tratti di un è doppia, ovvero è dotata di due pa- zatori. L’evoluzione tecnica è stata corso d’acqua così pericolosi da es- le e non di una sola, come nel caso poi molto veloce e ha visto sia l'uti- sere impraticabili se non in particola- della canoa. Lo scafo del kayak è lizzo dei materiali più diversi (mate- rissime condizioni idrauliche). inoltre chiuso superiormente e viene rie plastiche, alluminio, vetroresina, reso pressoché impermeabile da un fibra di carbonio e materiali compo- Sport e divertimento paraspruzzi, mentre quello della ca- siti) sia la nascita di imbarcazioni di Come l’alpinismo, dal cui ceppo so- noa è in genere aperto. Questo man- tipologie innovative specifiche per le no nate nel tempo branche sempre tiene asciutta la parte inferiore del nuove tecniche di navigazione che si più slegate dall’attività originaria corpo del rematore ed evita che, in facevano strada tra gli appassionati. quali l’arrampicata sportiva o il buil- caso di rovesciamento, l’imbarcazio- Poco per volta, a partire dall’Europa dering, anche gli sport “d’acqua vi- ne affondi. Si trattava di un accorgi- settentrionale e dal nord-America, è va” si sono poco per volta differen- mento particolarmente importante inoltre stata esplorata e classificata la ziati dando origine a numerose va- per gli abitanti dell’Artico, i quali maggior parte dei fiumi e dei torrenti rianti a cavallo tra la pratica sportiva spesso non sapevano nuotare e che, adatti alla discesa con piccole imbar- in senso stretto e un’attività pura- comunque, con le gelide temperatu- cazioni; con gli anni Cinquanta del mente ricreativa. Ad esempio verso re delle acque polari in caso di nau- Novecento si poi è consolidata una la metà degli anni Settanta del fragio avrebbero avuta una autono- classificazione internazionale delle Novecento iniziò a espandersi la pra- mia molto limitata. difficoltà nella navigazione fluviale. tica del rafting, ovvero la discesa di Nel mondo anglosassone verso la fi- Si tratta della “scala WW” (dall’ingle- torrenti impetuosi su canotti gonfia- ne dell’Ottocento si cominciarono a se “White Water”, “acqua bianca”), bili manovrati con pagaie e con 4-12 costruire le prime canoe di tipo “mo- costituita da sei gradi di difficoltà persone di equipaggio. Il rafting de- derno” sostituendo alla corteccia teli che vanno dal 1° (navigazione facile ve la sua popolarità al fatto di con-

13 SPORT NELLA NATURA

IL FIUME SESIA sentire anche ai prin- Tra i vari fiumi e torrenti cipianti la discesa in piemontesi navigabili la relativa sicurezza di Sesia (o, se si preferisce, tratti di fiume spetta- “il Sesia”) è uno dei più ap- colari ma che, per es- prezzati, con acque abbon- sere affrontati con il danti e pulite che scendo- kayak o con la ca- no dal Monte Rosa e dal noa, richiederebbero vasto parco naturale che periodi di apprendi- tutela buona parte del- stato piuttosto lun- l’area settentrionale della ghi. Accanto al raf- valle. ting si sta negli ultimi Il fiume offre agli appassio- anni diffondendo, nati un ambiente naturali- anche in Piemonte, la sticamente e paesaggistica- pratica dell’hydro- mente ancora quasi intat- speed (o riverboar- to; oltre all’asta fluviale Evoluzioni di canoisti e hydrospeed (foto A. Molino) ding). Nato in Fran- principale sono navigabili cia a fine anni Set- anche vari affluenti come il Sermenza, il Mastallone o il Sessera. Il tratto più “clas- tanta, consiste nella discesa di un sico”, di una quindicina di km con difficoltà sostenute ma non eccessive, è quello corso d’acqua su una tavola di mate- compreso tra Molllia e Scopetta. Più a monte (tra Alagna e Mollia) e nell’area delle riale plastico con tuta, casco, giub- “Gole del Sesia” (tra Scopetta e Balmuccia) il percorso è adatto solo a canoisti dav- botto salvagente, protezioni per il vero esperti; scendendo verso la pianura le acque si fanno gradualmente più tran- corpo e pinne da sub le quali, oltre quille e diventano adatte anche ai principianti, purché opportunamente seguiti. I a fornire la propulsione in eventuali periodi migliori per la discesa del tratto centrale sono la tarda primavera e l’inizio tratti di acqua calma, aiutano anche dell’estate, quando la portata è abbondante per lo scioglimento della neve; più a a timonare. Questa tecnica, utilizzata valle invece, grazie all’apporto idrico dei bacini laterali, il fiume è percorribile abba- anche per soccorrere persone in dif- stanza agevolmente anche in piena estate. La Sesia è spesso sede delle gare di cop- ficoltà all’interno dell’alveo di un pa del mondo di kayak, ed è stata teatro nel 2001 dei campionati europei e nel corso d’acqua a forte pendenza, è 2002 di quelli mondiali di discesa. Anche al di là dell’aspetto agonistico il fiume offre oggi proposta come alternativa indi- però opportunità sia agli sportivi di ogni livello sia a chi vuole semplicemente di- viduale al rafting, tipica attività di vertirsi. Da anni gli operatori locali infatti affiancano ai tradizionali servizi per i ca- gruppo. Siamo evidentemente molto noisti l’organizzazione di un’ampia gamma di attività individuali o di gruppo che lontani dai silenziosi appostamenti comprendono anche il rafting, il torrentismo e l’hydrospeed. dei cacciatori inuit e anche dallo spi-

14 rito pionieristico con cui, solo pochi LA STURA DI DEMONTE decenni fa, si percorrevano per la prima volta molti dei nostri torrenti. La Stura di Demonte è stata definita dai canoisti il “fiume più veloce d’Italia”. E’ bene però osservare che quelle ci- Nasce nei pressi del Colle della Maddalena, al confine con la Francia; a Cuneo ri- tate sono attività a basso impatto am- ceve da destra l’importante contributo del torrente Gesso, che convoglia le ac- bientale e che la loro diffusione, ol- que che scendono dal Parco naturale delle Alpi Marittime, e va poi a gettarsi nel tre a portare un reddito aggiuntivo in Tanaro presso Cherasco a più di 100 km dalla sorgente. alcune zone montane, può contribui- La Stura presenta due sezioni di grande interesse canoistico: quella tra Mollia e re a diffondere l’apprezzamento per Roccasparvera, dalle caratteristiche prettamente alpine, e quella tra Cuneo e un ambiente naturale intatto. Un fiu- Fossano che pur essendo situata ad una quota relativamente bassa mantiene una me impoverito da eccessivi prelievi notevole pendenza e, grazie al letto piuttosto ampio del corso d’acqua, offre agli di acqua per uso idroelettrico o irri- appassionati una discesa veloce e divertente. guo, interrotto da continui sbarra- Il tratto alpino è anche un percorso apprezzatissimo dagli amanti del rafting e in menti e il cui letto sia stato rettificato zona è possibile partecipare a corsi e stage per avvicinarsi agli sport di acqua viva. e inscatolato da arginature artificiali L’ambiente si presenta intatto, l’acqua pulita e il fiume percorre gole di grande difficilmente potrà dare grandi sod- bellezza. I mesi di maggio e di giugno sono in genere considerati il periodo mi- disfazioni agli appassionati, che sa- gliore per la discesa. Anche sulla Stura si svolgono spesso importanti competizio- ranno invece propensi a difendere ni sportive come, ad esempio, le gare nazionali di slalom tenutesi a Gaiola nel l’integrità del loro terreno di gioco. settembre 2010.

Preparativi per la discesa del Sesia (foto A. Molino)

15 PARCO NATURALE DEI LAGHI DI AVIGLIANA

"Gianni", la barca del Parco di Avigliana (foto arc. Parco) SUL LAGO DOVE NON TRAMONTA (QUASI MAI) IL SOLE

Emanuela Celona

Parte il 31 luglio sul Lago Grande di Avigliana la gara di barche solari che si concluderà il 13 agosto a Berlino. Da oltre dieci anni il parco organizza l’unica competizione italiana di slow navigation, cercando tecnologie integrate di eolico e solare e possibili sponsor

Potrebbe esserci per l’ultima volta. l’ambizione di modificare la conce- legato all’agricoltura sostenibile; con La gara di barche solari Lago Grande zione del parco da “egoistica” ad “al- il centro di ripopolamento per pesci, di Avigliana, giunta alla IX edizione truistica”. Solitamente pensiamo che oggi succursale dell’Università di e organizzata dal Parco in collabora- un parco serva per difendere la na- Veterinaria; con il centro di cura per zione con il Comune, ci sarà anche tura e quindi, “egoisticamente”, per rapaci e con l’uso dell’energia solare quest’anno ma grazie al budget ri- preservare la propria sopravvivenza. sfruttata dallo stesso Ente parco per sparmiato l’anno scorso. Poi, la scure In realtà è molto di più. soddisfare, almeno in parte, i propri dei tagli potrebbe colpire anche que- Quello di Avigliana, ad esempio, ha fabbisogni energetici». Il progetto, fi- sta manifestazione che anima l’estate una risorsa come l’acqua, della quale nanziato negli anni 2002-2008 dalla aviglianese da oltre dieci anni, e che può proporre un uso sostenibile e il Regione Piemonte, era rivolto anche nasce da un’attenta “filosofia”. «La progetto “Terre da vivere” ha un du- a una fruzione turistica e sostenibile gara è il frutto di un progetto com- plice obiettivo: salvaguardare le ri- del territorio: «Da qui l’idea di realiz- plesso – racconta il vicepresidente sorse e usarle sostenibilmente», spie- zare barche in grado di muoversi del parco Gianfranco Salotti – deno- ga Salotti. «È ciò che abbiamo fatto con energie alternative», aggiunge il minato “Terre da vivere” e nato con con Arcanova, il progetto del parco vicepresidente. Così il parco ha pro- P16 gettato una barca particolare: smon- e il rapporto emozionale tra il navi- tabile e dunque trasportabile; conce- gante e l’ambiente acquatico», spiega pita per l’uso di energia solare e non Salotti. solo predisposta per l’inserimento «Quest’anno la barca del parco navi- aggiuntivo di pannelli; adatta all’uso gherà anche sul Lago d’Iseo, al di energia eolica, sull’esempio delle Festival dei Laghi – dice Graziella barche transoceaniche che, oltre al Bazzan – mentre ad Avigliana non solare, utilizzano l’energia del vento. mancheranno tedeschi, francesi, Purtroppo, per mancanza di fondi, olandesi, svizzeri… E gli italiani? non è stato possibile realizzarla. Si Partecipano ma con fatica: un paio pensò quindi di dare vita a un’inizia- d’anni fa il Lago Maggiore aveva lan- tiva che permettesse l’esposizone di ciato una competizione simile, ma il tali marchingegni. resto d’Italia non è attivo. “Solo Sole”, la barca dell'Associazione Così Graziella Bazzan, responsabile Sembrerebbe che i giovani non ab- Serra Morena – (foto arc. Parco) Comunicazione e Fruizione del biano voglia di cimentarsi nella navi- Parco di Avigliana cominciò a pren- gazione solare: mentre a Berlino c’è dere contatti e si arrivò, nel 2002, al- una università che fa formazione, in la prima gara dilettantistica. «La no- Italia manca. «Per un paio d’anni ab- stra idea era dimostrare la fattibilità biamo coinvolto l’Istituto tecnico di di alcuni progetti e fornire una giusta Avigliana – racconta la Bazzan – ma ispirazione ai costruttori italiani di poi gli insegnanti, i presi- barche italiani – racconta Graziella. di, e non sempre c’è la stessa moti- Abbiamo coinvolto Azimut, il più vazione. Per questo, come Ente par- grande produttore europeo e alcuni co, sarebbe utile seguire da vicino i imprenditori locali che però si sono progetti avviati a Berlino e partecipa- limitati a realizzare barche da gara». re alle varie competizioni, cosa che Altri appassionati, come Senofonte però implica più risorse economiche Ambrosini, 86 anni, veterano della che al momento non abbiamo». competizione di Avigliana, hanno in- Quest’anno la gara partirà il 31 luglio vece costruito barche con cabinati, dal Parco di Avigliana, per finire il 13 "-CO2" particolare della barca del Comune utilizzabili non solo nelle gare. In agosto a Berlino: sono date pensate di Avigliana (foto arc. Parco) questo momento le uniche imbarca- per un regolamento comune, come zioni realizzate nell’ambito della so- in un vero campionato. lescopio del sole, in collaborazione lar challenge sono predisposte più Ad Avigliana, sul Lago Grande, sono con l’Osservatorio astronomico di per la competizione che per la filo- attese una decina di barche che do- . Oltre, naturalmente, sofia dello slow navigation. Il pro- vranno competere in una gara di re- alla gara. blema è che gli sforzi nella realizza- sistenza (30 km a cerchio sul lago), E già si respira nell’aria un certo fer- zione delle imbarcazioni non sono di slalom, di velocità e di mento: basta digitare su Google finalizzati alla slow navigation, ovve- “Stop&Go” (ovvero misurare la ve- “barche solari” e il Parco di ro «quella filosofia del navigare che locità tra boa e boa). Ma sarà l’inte- Avigliana è uno dei primi risultati privilegia la visita conoscitiva del ra giornata dedicata al sole: sono in- del motore di ricerca, e anche dei luogo al raggiungimento di una meta fatti in programma un workshop e video caricati su You Tube. A dimo- momenti di osservazione at- strazione che la “sfida” sul Lago traverso un te- Grande è una vera occasione, sep- pure per dilettanti: il varo di un esperimento, anche il più strano, e renderlo fonte d’ispirazione per una "Briona" la barca barca del futuro. costruita Questo è il sogno dei parteci- con materiali di recupero panti, perché la sostenibilità (foto arc. Parco) passa anche sull’acqua.

17 TERRITORIO IN PRINCIPIO ERA LA CANOA POI VENNE IL CARTONE

Mariano Salvatore A venti anni dalla prima edizione della Cartoon Rapid Race sempre più persone sfidano le rapide in un modo unico al mondo

Per quanti considerino sufficiente- prattutto, di non affondare al primo anno di richiamare centinaia di parte- mente emozionante discendere le ra- colpo di remo. cipanti e migliaia di spettatori sulle ri- pide di un fiume di montagna a bor- Vi sembra assurdo? Invece è esatta- ve della Dora Riparia nel tratto che do di una sinuosa canoa, la gara che mente ciò che fanno centinaia di per- scorre dalla frazio- stiamo per descrivere apparirà un’im- sone da venti anni, ogni prima dome- ne di Busson presa per folli. nica di luglio a , ov- alla più nota Prendete del cartone in gran quanti- vero: partecipare alla Cartoon Rapid meta sciistica tà, un rotolo di nastro adesivo, tre Race, la gara fluviale più bizzarra di Cesana. amici sprezzanti del pericolo e tutta d’Europa, nota anche come Questa assur- la fantasia di cui disponete e costruite “la gara delle barche di da competizio- in appena due ore un’imbarcazione cartone”. La Cartoon ne, con tanto di in grado di sopportare il vostro peso, Rapid Race è un avve- classifica e vincitori, quello del vostro equipaggio e, so- nimento capace ogni è una prova “estrema” di abilità sportiva, arti- stica e costruttiva allo stesso tempo, ma ve- diamo in cosa consiste P esattamente. Per partecipare occorre semplicemente una semplice

Imbarcazione “Trans-Tucano” durante la fase conclusiva della gara (foto M. Salvatore)

18 iscrizione on-line e recuperare quan- to più cartone è possibile. La gara si svolge di domenica ma occorre pre- sentarsi a Cesana il sabato per ultima- re le pratiche di iscrizione e ritirare remi e l’equipaggiamento di sicurez- za. La sicurezza è importante per par- tecipare ed è garantita dal personale dell’organizzazione, in venti anni di storia nessun incidente grave, solo qualche ammaccatura e tanti tuffi nelle fredde acque della Dora Riparia. Domenica mattina, vietato dormire, il piazzale antistante la cabi- novia di Cesana si riempie di piccole montagnole di cartone, tutt’intorno maestri d’ascia o per meglio dire di forbici, più o meno esperti, attendo- no il via della giuria per iniziare a co- struire il vascello con cui sfideranno l’impeto del torrente. L’atmosfera è festosa, ma fra tanti Un’imbarcazione scende sulle rapide (foto M. Salvatore) principianti alla prima esperienza ac- corsi per una domenica diversa dal re delle due ore il pubblico incurio- con tanto di equipaggio vestito con solito c’è chi invece si è preparato sito si aggira tra manufatti in cui si elmi cornuti, scudi e spadoni; poco per portare a casa l’ambito trofeo. possono riconoscere imbarcazioni distante un gruppo di gangster sta ul- La differenza tra partecipanti ai “pri- verosimili e autentici enigmi della timando la copia cartonata di una mi remi” ed equipaggi navigati è lam- nautica contemporanea. Qualcuno si Ford anni ’30; e ancora: galeoni spa- pante. Quando scatta il via per co- domanda come farà quel trapezio gnoli del diciassettesimo secolo, na- struire le imbarcazioni, i neofiti della senza prua né poppa a resistere alla vicelle spaziali o barche dalle fattezze manifestazione devono ancora deci- corrente del fiume; per non parlare zoomorfe. dere che forma dare all’imbarcazio- della barca battezzata “Si salvi chi L’unico rammarico è che tanta fatica ne, come assemblare la chiglia e se può”, decorata con vela e timone ma finirà distrutta a fine gara. Le barche azzardare una performante ma insta- che da già segni di cedimento ancor non possono essere riutilizzate, or- bile canoa o ripiegare verso una for- prima di essere poggiata in acqua. mai zuppe, e vengono adeguatamen- ma più rassicurante, tipo zattera o ca- Il bello della manifestazione è an- te smaltite a fine giornata. notto balneare. che questo: scom- I professionisti non hanno indecisio- mettere sulla du- ni. Il progetto dell’imbarcazione è rata in acqua del- pronto da mesi. Frutto di attenti cal- le varie imbarca- coli, sofisticati modelli matematici da zioni, su chi ta- far impallidire l’equipe di Luna Rossa glierà per pri- e, naturalmente, dell’esperienza, non mo il traguar- sempre vincente, maturata nelle pre- do e chi in- cedenti edizioni. Qui nulla è lasciato vece si ina- al caso, ogni singolo pezzo di carto- bisserà alla prima ne ha già il suo posto nella mente dei ondata. progettisti, e in una rapida successio- C’è chi non ne di tagli e assemblaggi prende for- compete per ma uno scafo che pare uscito da un il primo posto cantiere navale. Prua sagomata per ma per realizzare ridurre l’attrito con l’acqua, profilo la barca più origi- idrodinamico e posti interni progetta- nale. Così prendo- ti per permettere all’equipaggio la no forma vere migliore manovrabilità del mezzo. opere d’arte in Per la cronaca: non tutte le imbarca- cartone riciclato. zioni riescono così bene. Allo scade- Una nave vichinga Edizione 2009, primo premio sezione "Cartoon boat artistica" (foto M. Salvatore)

19 TERRITORIO

Nonostante l’accesa competizione, si tratta pur sempre di un evento gioio- ALLE PENDICI DEL MONTE CHABERTON so, e un premio viene riservato an- che alla cartonboat “ultima ma arriva- Visto da o Sansicario sembra un pettine poggiato sulla cima dell’alto gi- ta”, come riconoscimento all’impe- gante di roccia. gno dimostrato. La Cartoon Rapid Otto denti perfettamente allineati formavano, in realtà, la batteria di cannoni del Race nasce nel 1991 e ogni anno ha Forte dello Chaberton rivolti verso la Francia a minacciare un tempo il fondovalle registrato una costante crescita di di Briancon. Distrutti ancor prima di sparare un colpo, oggi rappresentano un se- pubblico e partecipanti. L’edizione gno distintivo del monte e il traguardo di escursioni e competizioni agonistiche. del 2010 ha visto la partecipazione di questo è quello che si trova in vetta, a 3130 m, (attualmente territorio francese) 20.000 persone e oltre mille “atleti” da cui si gode di una vista mozzafiato. divisi in 300 imbarcazioni di cui 178 Più in basso si estende, invece, uno degli ultimi SIC istituiti dalla Regione sono giunte al traguardo. Numeri Piemonte. SIC, ovvero: Sito di Interesse Comunitario. Collocato alla sinistra idro- consistenti per un’idea nata dall’ini- grafica del torrente Piccola Dora, comprende l’intero versante italiano del Monte ziativa di un gruppo di amici appas- Chaberton, a quote comprese tra i 1400m, in prossimità della piana di Cesana, e sionati di canoe, kayak e rafting. 2408 m, in corrispondenza del confine di Stato con la Francia. Dalle prime edizioni di stampo “ca- Un ambiente aspro, contraddistinto da profondi canaloni che il tempo ha inciso salingo” si è giunti ad eventi di respi- nella dura roccia carbonatica di cui è fatto il Monte, ma allo stesso tempo ricco ro internazionale (molti i partecipan- di singolari endemismi faunistici e vegetazionali. ti provenienti da tutt’Europa). Il co- Nel complesso l’ambiente, ben conservato, è dominato dalla vegetazione fore- mitato organizzatore ha dovuto per- stale, in cui si alternano pini uncinati, pini mughi e silvestri, oltre a larici e pini cem- fino redigere un regolamento di gara bri, capaci di resistere su pendii rocciosi e scoscesi. per evitare comportamenti poco Qui la fauna più interessante va osservata da vicino; si trova, infatti, l’unica popo- sportivi. Il cartone utilizzato può es- lazione piemontese di Pieris ergane, lepidottero raro almeno quanto il Mylabris sere solo di tipo marrone ondulato connata, coleottero presente solo nelle Alpi Occidentali. classico, vietato ogni tipo di cartone più sofisticato. Non è possibile verni- ciare il cartone per renderlo imper- ra e la montagna. Da anni si discute è inconsistente se paragonata a quel- meabile, apporre messaggi pubbli- su forme di sviluppo sostenibile per le la invernale, schiacciata però sugli citari o frasi offensive, men- aree alpine, su meccanismi in grado impianti sciistici molto costosi e pe- tre è obbligatorio dare un di richiamare un turismo più attento rennemente in balia delle condizioni nome alla propria imbar- e consapevole che non trasfor- meteorologiche. I nostri vicini, Fran - cazione, meglio se fanta- mino la montagna in un cesi, Svizzeri, e Austriaci, si sono at- sioso e originale. parco giochi, riem- trezzati da tempo con modelli di ge- Nell’elenco delle cartonboat in pendola di opere stione territoriale ampi. Da noi si gara si può trovare: “l’Amerigo e infrastruttu- preferisce aspettare, lasciando le po- Cartonucci”, “I pirati della Dora”, re che alteri- che iniziative presenti più alla vo- “La classe non è acqua”, ecc. no l’identità dei lontà dei singoli che a una program- Gli equipaggi possono essere compo- luoghi. Iniziative come mazione corale. sti da 2 a 4 persone, non è richiesta queste possono rappre- Vi è poi un aspetto meno appariscen- preparazione atletica, ma molto senso sentare una risposta con- te ma su cui sarebbe bene riflettere: dell’umorismo, soprattutto per chi ter- creta nell’ottica di ottene- chi partecipa alla Carton Rapid Race minerà la gara a mollo, fradicio da ci- re un grande risultato con il vive, almeno per un giorno, la natura ma a piedi. Gara a parte, la Cartoon minimo impatto ambientale in modo attivo e probabilmente com- Rapid Race è una festa, arricchita da possibile.L’offerta turistica prende che iniziative di questo gene- concerti, iniziative, stand dove degu- estiva delle località montane re sono possibili soltanto in ambienti stare prodotti tipici delle sani. Quanti si cimenterebbero in una valli alpine e competizione del genere nel tratto ur- tante occasioni bano della Dora Riparia? In questa di stringere nuo- domanda è sintetizzata parte delle ve amicizie reali stridenti contraddizioni che investono e durature. la società contemporanea stretta tra i La manifestazio- diktat del progresso e la ricerca di ne è anche un uno sfuggente benessere. modo per riflette- re sul nostro rap- Per info e iscrizioni porto con la natu- Un esempio di Cartoon boat pronta a scendere in acqua (foto M. Salvatore) www.cartoonrapidrace.it

20 BALNEABILITÀ LE SPIAGGE DEL PIEMONTE

Mauro Pianta

Il rapporto annuale dell’Arpa regionale fotografa lo stato di balneabilità delle nostre acque: ecco i sette laghi e i due fiumi dove fare il bagno in sicurezza

Tutti al mare, anzi no. Il popolo dei lungo otto metri venuto a galla fra le verse zone sono interessate da aree vacanzieri lo sa bene: la nostra regio- colline dell’astigiano nel 1959. Oggi protette: esistono 20 parchi e nume- ne può contare su diverse alternative la balenottera pliocenica di Val- rose riserve naturali acquatiche, balneari: laghi, fiumi, torrenti. Del re- montasca (frazione di Vigliano d’Asti) mentre la superficie delle aree pro- sto i “bogia-nen” doc lo ripetono è conservata a Torino nel Museo tette d’acqua supera i 42mila ettari. spesso: qui il mare non c’è, però da Regionale di Scienze Naturali. Sono protetti interi fiumi (il Po, il qui il mare si vede e soprattutto si Dunque il Piemonte, terra di monta- Ticino) e laghi (Avigliana e Candia). sente. La sua influenza è determinan- gne per definizione, presenta anche Ma allora, con l’estate che avanza, te sul clima e contribuisce in modo una sua vocazione “acquatica” gra- dove è possibile fare un bagno “ma- importante alla varietà di ambienti zie agli oltre 42mila chilometri com- de in ”? E, soprattutto, do- che caratterizza il territorio. E poi, in plessivi di fiumi e torrenti e ai suoi ve è possibile farlo rispettando la Piemonte, milioni di anni fa, il mare 200 laghi naturali. Peraltro fiumi, la- natura e in condizioni di sicurezza c’era davvero. Lo confermano i ritro- ghi e zone umide costituiscono ha- dal punto di vista igienico? vamenti fossili. Il più famoso è sen- bitat naturali per moltissime specie Le risposte sono contenute nel rap- Tz’altro lo scheletro di balenottera vegetali e animali. Ecco perché di- porto sulla qualità delle acque di bal- Foto www.tipsimages

21 BALNEABILITÀ

neazione redatto annualmente gnanti o dove il rischio di inquina- l’intervenire prontamente per rimuo- dall’Ar pa (Agenzia Regionale Pro - mento potrebbe risultare maggiore. vere le fonti degli apporti inquinanti tezione Ambiente) Piemonte. La “fo- Dunque qual è stato il verdetto finale loro segnalati». In effetti, spiegano tografia” scattata dai tecnici dei dipar- dell’indagine? «Anche per l’anno 2010 dall’Arpa, il salto di qualità è avvenu- timenti di Torino, Biella e Omegna – si legge nelle conclusioni del dos- to agli inizi degli anni Ottanta quan- indica come idonei alla balneazione sier – la qualità delle acque di bal- do sono stati introdotti gli impianti sette laghi (Maggiore, d’Orta, neazione dei laghi piemontesi è stata depurazione che trattano le acque Mergozzo, Viverone, Avigliana Gran - ancora una volta sostanzialmente ec- delle fognature reflue civili e i de, Sirio e Candia) e due corsi d’ac- cellente; infatti oltre il 93 per cento Comuni hanno messo in atto opere qua, entrambi in provincia di Ver delle zone lacustri monitorate sono di risanamento. «Per raggiungere la bania: il San Bernardino e il Can- risultate conformi ai requisiti previ- totale balneabilità – osserva il rappor- nobino. Le zone controllate, relative sti». Prosegue il rapporto: «Questo ri- to – devono essere risolte ancora al- a questi laghi e fiumi, sono state sultato, ormai consolidato da molti cune criticità legate a modesti e pun- complessivamente 95 per un totale di anni, è frutto sia delle scelte strategi- tali scarichi civile grezzi o solo par- 756 campioni sottoposti ad analisi. Il che operate a suo tempo a livello re- zialmente depurati: in quei pochi casi punto di monitoraggio, va detto, è gionale nell’ambito della depurazio- i Comuni interessati si sono attivati fissato all’interno di ciascuna zona di ne delle acque che della elevata sen- per rimuovere le cause». balneazione esattamente laddove si sibilità delle amministrazioni comu- Va da sé che il bollettino si concentra prevede il maggior afflusso di ba- nali territorialmente competenti nel- esclusivamente sui siti effettivamente

Bagnanti presso i canneti di Dormelletto (foto R. Borra/CeDRAP)

22 frequentati dai bagnanti. E se qualcu- “made in Arpa” visitabile sul sito grafiche estremamente dettagliate. no volesse bagnarsi altrove? www.arpa.piemonte.it, le acque da Così per esempio, è possibile scopri- Sconsigliato, oltre che pericoloso. bollino blu sarebbero quelle dei laghi re che l’estensione della spiaggia del- Spiega Luigi Guidetti, responsabile Maggiore, di Viverone, di Mergozzo e l’isola Bella sul Lago Maggiore è di del Dipartimento Arpa del Verbano- d’Orta. Non a caso, forse, secondo i appena 56 metri, identica a quella Cusio-Ossola: «La strada maestra resta dati forniti dall’assessorato regionale della vicina isola dei Pescatori. Oltre quella della richiesta da parte del al turismo e riferiti al periodo com- 267, invece, i metri del lido di Ba- Comune: l’amministrazione dovrà preso fra giugno e agosto del 2010, è veno, 254 quelli del litorale di Villa chiedere all’Arpa di attivare le proce- proprio in quelle zone che si registra Volpi a Griffa. dure previste al fine di inserire la zo- un incremento delle presenze turisti- Ma non ci sono solo i laghi. Il torren- na tra quelle controllate a fini balnea- che (+ 8 % rispetto al 2009 e + 5% ri- te San Bernardino (in provincia di ri». Chi si tuffa in acque non monito- spetto al 2008). Verbania, località Santino) può conta- rate lo fa a suo rischio e pericolo: in La navigazione sul sito internet re su una spiaggetta di 154 metri. Il agguato vi possono essere patologie dell’Arpa Piemonte, in ogni caso, torrente Cannobino offre due litorali legate all’inquinamento fecale umano consente di osservare da vicino tutte balenabili: l’Orrido Sant’Anna (80 e animale quali dissenteria, dermatiti le caratteristiche delle zone monito- metri di spiaggia) e la zona Ossidi e infezioni virali come le epatiti. rate attraverso schede che riportano Metallici (101 metri di litorale). A voler individuare una sorta di clas- immagini, possibilità di accesso attra- Insomma, altri modi per andare al sifica, stando sempre al bollettino verso strade e sentieri, cartine topo- mare e restare ai piedi dei monti.

“GIORNATE D’ACQUA” NEL TORINESE Eventi e iniziative che si tengono in cinque zone turistiche di pesca delle vallate torinesi, mescolando l’aspetto sportivo con quello didattico. Turismo e rispetto dell’ambiente, insomma. Eccole qui le “Giornate d’Acqua 2011”, una manifestazione organizzata dalla Provincia di Torino e che costi- tuisce una naturale evoluzione del Gran Premio di Pesca alla Trota vara- to nel 2010. Iniziato a maggio (termi- nerà a metà luglio), l’evento – il cui obiettivo è quello di sensibilizzare il pubblico sulla valenza ambientale dei corsi d’acqua – si tiene nelle valli di Viù, Sangone, Pellice, Chiusella e Orco. Da a , da a passando per , le gare di pesca, dunque, sono state abbinate a manifestazioni tradizionali legate al tema dell’acqua. Nelle sedi delle gare, inoltre, è possi-

bile visitare la mostra itinerante “H2O e dintorni” che descrive gli ambienti naturali, al fauna e la flora dei corsi d’acqua e dei laghi del territorio pro- vinciale. Con un occhio di riguardo ai pericoli ambientali e alle potenzialità turistiche del territorio stesso. Il programma completo delle “Giornate d’Acqua 2011” è disponibile sul sito in- ternet della Provincia all’indirizzo www.provincia.torino.it/natura/fauna_flora

23 NATURA PROTETTA L’ACQUA SPAZIALE DI PIAN DELLA MUSSA

Furio Chiaretta

Pascolo in alta valle di Ala (foto A. Molino)

24 Alla testata della Val di Ala il Pian della Mussa È davvero affascinante il colpo d’oc- chio che offre il Pian della Mussa ar- è luogo di acque e affascinanti montagne ora rivando da . Una piana vastis- comprese in un Sito di interesse comunitario sima, lunga 2,6 km e larga tra i 100 e i 400 metri, che si alza gradualmente dai 1740 fino ai 1850 metri del rifu- gio Ciriè. Fitti boschi ammantano l’ombroso versante meridionale, sco- scesi pascoli si estendono sul versan- te esposto al sole e anche sulla pia- na, in cui scorrono le acque della Stura di Ala. Di fronte appare l’imponente Bessanese (3618 m), punto culminate del frastagliato crinale che separa la testata della Val d’Ala dalla francese Haute Maurienne, con Monte Col- Èlerin (3475 m), Punta Rosenkrantz (3260 m), Punta di Balme (3306 m), Punta Maria (3211 m). Ma la cima più alta è l’Uja di Ciamarella (3676 m), che con l’Albaron di Sea (3262 m) si innalza tra Val d’Ala e Val Grande. Tutte cime che hanno visto la nascita dell’alpinismo torinese alla fine dell’Ottocento. Proprio in quegli anni, mentre gli al- pinisti si incontravano con le guide di Balme per organizzare le ascen- sioni, l’albergo Camusot offriva “in- trattenimenti e balli”, e le località delle Valli di Lanzo erano meta per la villeggiatura delle agiate famiglie to- rinesi, la testata della Val d’Ala vede- va altri visitatori. Erano i commissari del Comune di Torino che cercavano nuove fonti di approvvigionamento per l’acquedotto cittadino. “L’indagine – scrive Carlo Bima in L’acqua a Torino – si diresse in mo- do particolare sulle favorevoli condi- zioni presentate dalle acque dell’Alta Valle Stura, al Pian della Mussa, le quali, oltre ad essere abbondanti, fre- schissime e batteriologicamente pu- re, si giovano ancora della quantità di neve e di ghiaccio della Bessanese e della Ciamarella, della presenza di bacini e di laghi in cui s’accumulano per vie naturali e, infine, per la con- siderevole altezza.” Alla relazione dei commissari seguì la delibera del 26 dicembre 1896 con cui il Comune di Torino decise l’ac- quisto delle sorgenti di Pian della Mussa.

25 NATURA PROTETTA

sotterranee, il 20% è acqua trattata del Po. Così Torino è una delle po- che città al mondo a immettere nel- l’acquedotto anche purissima acqua d’alta montagna. E l’acqua che esce dai rubinetti è migliore di tante ac- que imbottigliate che si trovano nei supermercati (con grande spreco di plastica). Tanto che per anni una leggenda metropolitana ha spinto centinaia di torinesi a riempire tani- che e bottiglie a una fontanella di corso Francia pensando che arrivas- se solo da Pian della Mussa: invece era acqua identica a quella del rubi- netto. Ma oggi l’acqua del celebre pianoro è davvero disponibile, con- fezionata direttamente dalla Smat in boccioni che sono distribuiti ad aziende, scuole, uffici pubblici e in occasione di manifestazioni culturali e sportive, mentre una parte viene conservata come riserva per la popo- lazione in caso di emergenze idriche. E un po’ di litri vanno persino nello spazio. L’acqua di Pian della Mussa infatti è utilizzata sulla Stazione spa- ziale internazionale (Iss): grazie alla sua bassa percentuale di sali mine- rali risponde alle caratteristiche ri- chieste per gli astronauti americani (agli astronauti russi, che preferisco- no acqua con un più elevato grado di mineralizzazione, viene fornita l’acqua della centrale Regina Margherita a ). Salendo al Ghicet di Sea (foto A. Molino); sotto l’acqua “spaziale” (foto F. Chiaretta) L’eccezionale fornitura nasce da un accordo del 2002 fra Thales Alenia I primi progetti per portare queste acciaio da 300 a 500 mm di Space, impegnata nella realizza- acque a Torino vennero presentati diametro, era un’opera zione della Stazione spa- tra il 1898 e il 1900. Nel 1907 si av- eccezionale e davve- ziale internazionale, e la viarono i lavori per la costruzione ro all’avanguardia. Società Metro politana della condotta da Pian della Mussa a Tanto che ancora Acque Torino. Ceres, completati già nel 1909. funziona perfetta- La Smat ha potuto Invece lunghe trattative e poi la mente, portando garantire – grazie al Grande Guerra rallentarono la realiz- l’acqua di Pian del- suo consolidato ar- zazione del tratto da Ceres alla “ca- la Mussa nei rubi- chivio storico e alle mera di miscela” di Venaria, dove le netti di Torino. 600.000 analisi al- acque dei pozzi dei dintorni vengo- Oggi viene miscela- l’anno – una qualità no mescolate a quelle di Pian della ta con altre acque: di acqua costante Mussa. L’inaugurazione del nuovo circa il 4% arriva da anche nel tempo. acquedotto avviene così il 24 giugno Pian della Mussa, il Così il primo cari- del 1922. 6% dalle sorgenti di co dell’acqua di Con 49,2 km di lunghezza, 1440 me- , il 70% da volo per gli astro- tri di dislivello, 280 litri al secondo di oltre 600 impianti da nauti è stata spe- portata, 13 “camere di interruzione” pozzo che attingono dita nello spazio per controllare la pressione, tubi di da falde acquifere il 9 marzo 2008

26 con il modulo ATV: un’acqua che ni: la maggior parte cerca un angolo le sul versante opposto. La conca in- per le rilevanti “spese di spedizione” dove sistemare il tavolo da pic-nic, nevata è tra le più belle delle Alpi viene a costare 14.000 euro al litro! E lasciando alla fine della giornata una occidentali, e ben si comprende per- nei prossimi mesi verranno spediti discreta quantità di rifiuti, la cui rac- chè è stata classificata come SIC altri 9000 litri di acqua preparata se- colta tocca al comune. Così la scorsa (Sito di Interesse Comunitario). condo il protocollo americano, quin- estate l’amministrazione di Balme ha Il sito si estende per 4121 ha su tutta di proveniente proprio da Pian della istituito il parcheggio a pagamento la testata della Val d’Ala, da Pian del- Mussa. (3 euro/giorno) nei fine settimana la Mussa al crinale che la separa da da metà giugno a metà settembre e Val Grande e Maurienne, e com- Acqua e Sito d’interesse nel mese di agosto. Una decisione prende il Vallone d’Arnas in Val di comunitario molto opportuna, ma non si sa an- Viù. Tutto al Pian della Mussa ricorda cora se verrà ripetuta la prossima Nell’area sono stati segnalati ben 19 l’acqua. Il placido scorrere della estate. Forse sarebbe ancora meglio ambienti di interesse comunitario Stura, le sorgenti dell’acqua per chiudere la strada e istituire un ser- (tra cui le “formazioni pioniere alpi- Torino tra prati verdissimi difesi da vizio di navette, per eliminare l’in- ne del Caricion bicoloris-atrofu- una recinzione. E poi le cascate che quinamento: ma è una scelta molto scae”), decine di specie floristiche solcano le pareti rocciose, i ghiacciai difficile. Oggi chi cerca la tranquilli- endemiche (come le Campanule al- della Bessanese e della Ciamarella tà può salire al pianoro nei giorni fe- pestris, elatines, cenisia), la rara che – pur ridotti dal riscaldamento riali, quando le auto sono poche e Paeonia officinalis. E la fauna com- climatico – mantengono la loro bel- con una passeggiata su sentiero si prende, oltre a stambecchi e camo- lezza. Persino la strada che in 4 km possono osservare decine di mar- sci, 100 diverse specie di uccelli: tra sale da Balme al pianoro venne rea- motte. Oppure si sale al pianoro le specie nidificanti aquila reale, lizzata durante la costruzione del- d’inverno, quando diventa un am- biancone, falco pellegrino e pec- l’acquedotto. Una strada che nelle biente ideale per lo sci di fondo: chiaiolo, fagiano di monte, gufo rea- domeniche estive porta una gran l’anello si raggiunge sci ai piedi per- le, gracchio corallino, picchio nero e quantità di visitatori in automobile. correndo la strada innevata, ma c’è averla minore, con la presenza an- Pochi sono interessati alle escursio- anche un bel tracciato per le ciaspo- che del gipeto.

Uno degli alpeggi del Pian della Mussa (foto F. Chiaretta)

27 NATURA PROTETTA LE FONTANE DELLA STURA DI LANZO

Toni Farina

Un nuovo sentiero a due passi da Torino

Atmosfera di fontanile (foto A. Molino)

28 Andarci d’inverno alle fontane di Stura. Quando la natura riposa, gli al- beri sono spogli e, al mattino, dopo le notti serene, il terreno è indurito dal gelo. Andarci d'inverno in un mattino di aria di tramontana e due dita di ne- ve leggera, scesa nella notte a ingen- tilire il paesaggio. I raggi del sole sfuggiti alla bruma si insinuano nel bosco, mentre i vapori si sollevano dall'acqua e distribuiscono tepore e magia... Andarci a primavera, quando l’acqua è verde di riflessi e si confonde con le foglie novelle. La guardi sgorgare e scorrere e ti sembra un miracolo.

AIl Sentiero delle Fontane Andarci… è più semplice dopo l’inau- Sul sentiero delle fontane (foto T. Farina) gurazione del Sentiero. Un anello di un chilometro mezzo soltanto. Ma le Il percorso del percorso. Se ne segue la riva de- ragioni di sosta, di indugio, sono tali Partenza al limite dell’abitato delle stra fra ontani, querce, cespugli di che anche mezza giornata può non Grange, presso la bacheca della Zona biancospino e felci, accompagnati dal- bastare. Occorre andare piano sul naturale di Salvaguardia della Stura di la musica ruscellante dell’acqua che si Sentiero delle Fontane. Piano per en- Lanzo. Una stradina si inoltra subito cheta di lì a poco in una bella lanca: trare in sintonia con l’intorno, per per- nel bosco e dopo una cinquantina di ‘l Fontanin, secondo appuntamento dersi sotto le fronde, per non perdersi metri si biforca. Si va sulla strada di si- “ufficiale” del percorso. Ufficiale o i dettagli, le piccole-grandi meraviglie. nistra guidati da due pioppi neri mo- meno, è davvero arduo non fermarsi E occorre fare silenzio: per stupirsi del numentali: paiono colonne d'ercole ad apprezzare questo piccolo fram- suono dei propri passi sul terreno, per con il compito di separare il grande mento di natura libera, di acqua verde sentire lo scoscio dell’acqua, la brezza mare aperto dell’ambiente antropizza- di lenticchie e crescione. tra i rami, gli uccelli. to dal mare residuo della natura libe- Con rammarico ci si accomiata dalla Non è retorica: non è facile trovare in- ra. Una breve discesa conduce al pri- risorgiva e si va a destra a piccoli sali- canti di natura in tal concentrazione. mo appuntamento: la Fontana ‘d scendi (i citati segni lasciati dalla Sul Sentiero delle Fontane si può an- Genta (Fontana Genta, dal nome di di Stura). In un avvallamento più ampio che imparare: a entrare per un po’ di una famiglia locale), la prima risorgiva si incontra anche un segno lasciato tempo in armonia con l’ambiente na- turale, e a conoscerne alcune finezze. Nel primo caso si fa appello alle sen- sazioni, il secondo è facilitato dal- l’opuscolo che aiuta nell’individuazio- ne dei punti “ufficiali” di sosta. Difficoltà? Nessuna. Si cammina su terreno perlopiù pianeggiante guida- ti da segnavia. Si cammina là dove fi- no ad alcuni decenni or sono passa- va la Stura, poi il torrente si è sposta- to a nord lasciando in sua vece av- vallamenti e sponde, segni della sua azione di rimodellamento, della sua vitalità (con acqua abbondante se ne avverte la presenza al di là delle fronde). Il periodo? La prima volta è d’obbligo la primavera, ma ogni stagione ha le sue ragioni di interesse (inverno compreso!) Felce penna di struzzo (foto T. Farina)

29 NATURA PROTETTA

dall'uomo. Il pilastro di sostegno della na di erosione e deposizione. È bene Sul sentiero informati pianca (passarella) costruita nel 1915 e però prendersi il tempo per scendere Le fontane di Stura, come in genere le che fino agli anni '50 consentiva agli (con acqua tranquilla si intende) sul- venute d’acqua che spesso si riscon- abitanti di Grange di recarsi oltre Stura l'ampio greto per osservare nelle scar- trano lungo gli alvei di fiumi e torren- senza lunghi cammini. La motorizza- pate di sponda le formazioni sedimen- ti, si possono definire “sorgenti di ter- zione ha poi reso obsoleto il manufatto tarie degli strati fossili di Glyptostrobus razzo fluviale”. Dal punto di vista geo- (peraltro ricostruito più volte), tuttavia (una bacheca fornisce le opportune in- logico è quindi improprio definirle “ri- la realizzazione di una passerella a formazioni). Tornati sulla strada, con sorgive”, in quanto esterne alla linea esclusivo uso ciclo-pedonale sarebbe pochi passi a destra si accede al guado delle risorgive della Pianura Padana, oggi opportuna per consentire, a cicli- che consente di passare il rio formato collocata in questa zona una decina di sti e pedoni, di attraversare in sicurezza dalle risorgive: le loro acque ormai uni- chilometri più a valle. Tuttavia, di e tranquillità il torrente. Auspici a par- te concluderanno di lì a poco il loro queste ultime ripropongono appieno te, fa impressione questo blocco di cal- breve viaggio, arricchendo la Stura di le caratteristiche, a iniziare dalla por- cestruzzo "perso" nel bosco, fantasma acqua di buona qualità. Tornati sui pro- tata e dalla temperatura costanti. di un tempo che era appena ieri, ma pri passi si prosegue nel bosco verso Le fontane ‘d Cup e ‘d Genta, così co- che appare remoto. Il pilastro costitui- l'ultimo appuntamento. Che non può me la Fontana dij Gerët (Fontana dei sce il terzo punto sosta, poi si prose- essere che un’altra fontana: la Fontana Ghiaieti) situata circa un chilometro a gue su un sentiero incrociando di lì a ‘d Cup. Se ne risale brevemente la riva monte, sgorgano a 8, 9 gradi tutto breve un'altra carrareccia boschiva. La sinistra circondati da un letto di pervin- l’anno creando così un’area di micro- si imbocca verso valle. Pochi passi e, che (straordinaria fioritura a inizio pri- clima “fresco” d’estate e “tiepido” d’in- con occhio attento, si scorgono sulla si- mavera) verso il luogo di risorgenza, verno del quale approfittano volatili nistra, nascosti nella vegetazione, alcu- proprio accanto al limitare di Grange. Il di passo come beccacce e beccaccini ne pietre di grossa taglia: il basamento luogo è detto Casa ‘d Cup dal nome di che grazie all'azione mitigatrice del- del ricovero del custode della passarel- un'altra famiglia del luogo (cup: tetti in l'acqua riescono a trovare cibo sul ter- la, incaricato di riscuotere il pedaggio e piemontese). Sulla sponda destra un reno non gelato. di sorvegliarne l'utilizzo (niente teleca- masso arrotondato fungeva da Simili alle risorgive della pianura so- mere un tempo). Al successivo bivio si inginocchiatoio per il bucato. no anche l’aspetto e le peculiarità na- va a sinistra per affacciarsi dopo circa Si prosegue a destra per far ritorno turali, davvero notevoli. Mancando 500 metri sull'alveo della Stura. Il tor- sulla strada iniziale e chiudere l'anel- fenomeni di dilavamento del terreno rente costituisce un altro punto sosta: lo. Chiudere? A pensarci bene l’anel- le acque sono limpide e trasparenti e, basta un colpo d’occhio per coglierne lo si può riaprire, in senso contrario soprattutto, di buona qualità. Ed è l’energia e la vitalità, la sua opera alter- magari… questa la ragione per cui costituisco-

La lanca detta ‘l Fontanin (foto T. Farina)

30 Gambero autoctono d’acqua dolce (foto F. Tomasinelli) no l’habitat ideale di pesci rarissimi della Stura di Lanzo. La manutenzione Con mezzi propri. Da Torino si se- come la lampreda padana, anfibi co- del sentiero sarà curata dai proprietari gue la S. P. delle Valli di Lanzo (detta me il tritone crestato e crostacei co- tramite una convenzione con l’ente di Mandria) fino a , dove si me il gambero d’acqua dolce, tutte gestione del parco e il Comune di lascia la provinciale e si seguono a de- specie inserite nella Direttiva Habitat. Nole. stra le indicazioni per Cirié. Al termine Cambiando “regno della natura”, va- Un “sentiero voluto”, ma anche un della discesa dopo Robassomero, pri- lido indicatore ambientale è anche il sentiero fin da subito apprezzato, co- ma del ponte sulla Stura, si svolta a si- crescione, che colora di verde la su- me testimonia la folta partecipazione nistra per Vastalla (fraz. Di Cirié) e perficie dell'acqua nei mesi invernali. il giorno dell’inaugurazione, domeni- Grange di Nole. Gli fanno contorno piante palustri ca 3 aprile. È bene lasciare il mezzo nel parcheg- quali carici, tife e potamogeti. Diffusa gio accanto al cimitero, all'ingresso è la presenza della felce penna di Come arrivare al Sentiero dell'abitato. struzzo (Matteuccia struthiopteris), Entrare in sintonia con l’ambiente na- Con mezzi pubblici. Linee di pul- poco comune in Piemonte. turale. Può bastare un attimo, ma lman da Torino a Robassomero. Fra le specie arbustive da citare la può occorrere più tempo. Ed è per Possibilità interessante: con treno e bi- presenza dell’ontano bianco, specie questo che si consiglia di iniziare la cicletta al seguito da Torino Stazione di origine alpina che trova condizioni visita da “un po’ più lontano” in bici- Dora a Ciriè, distante circa 6 Km da propizie grazie alla temperatura cletta, mezzo ideale per creare la giu- Grange di Nole (attenzione nel transi- dell’acqua. sta predisposizione. Si può ad esem- to sul ponte sulla Stura, incautamente Belle le fioriture di biancospino, e di pio partire dalla Borgata Vastalla (di ricostruito dopo l’alluvione del 2000 pado (Prunus padus) il cui profumo Ciriè), separata da Grange da un chi- senza passaggio ciclo-pedonale). intenso annuncia l’esordio della pri- lometro di gradevole campagna. mavera. Passata la chiesa di Grange una ini- Info e visite guidate: ziale breve discesa conduce ai limiti Piero e Rita Beria, Azienda agricola Un sentiero voluto dell’abitato, alla bacheca che indica “Le Campagnette”, tel. 011 9235377; e- Da Piero e Rita Beria innanzitutto, l’inizio del cammino. mail: [email protected]. Visite anche proprietari dell’area dove passa il sen- La bicicletta sarà poi il mezzo giusto all’Oasi naturalistica dei Goret. tiero, che da anni gestiscono sulla per spingersi, al termine della cam- Parco La Mandria, punto info Ponte Stura di Lanzo attività di fruizione minata, ai Prati di Villanova e, attra- Verde, tel. 011 4993381; info@parco- nell’area naturalistica dei Goret, sulla versata la Stura, andare in favore di mandria.it. È disponibile, in particolare riva sinistra del torrente. E dall’Ente di corrente sulla riva opposta per visita- per le scuole, un opuscolo curato dal gestione del Parco La Mandria che ge- re la citata Oasi naturalistica dei servizio fruizione del Parco La Mandria stisce anche la Zona di Salvaguardia Goret. (scaricabile anche da Internet).

31 PARCHI ALTROVE Nel sud della Francia, le Gorges de l’Ardeche costituiscono una importante riserva naturale ma anche uno straordinario terreno di gioco e avventura

Monginevro, Serre Poncon, Gap, le Gorges de l’Aygues, Nyons, il Rodano. Da Torino sono circa trecentocinquan- ta chilometri. Superato il grande fiu- me su cui incombe la inquietante cen- trale nucleare di Tricastin e il paese di Pont Saint Esprite, inizia la panoramica Corniche, la strada turistica aperta nel 1970. Dal “Grand Belvédère” ecco fi- nalmente il nostro fiume: centocin- quanta metri più in basso l’Ardèche scorre pigramente (almeno così sem- bra dall’alto) tre le verticali pareti di calcare disegnando tortuosi meandri, grandi cicatrici nell’assolato altipiano. foto A. Molino A. foto Lunghi rosari colorati di canoe canade- si e kayak solcano le acque cristalline, le pareti rimbombano e amplificano l’allegro vociare degli improvvisati na- viganti alle prese con una delle tante rapide che complicano il percorso de- gli impavidi che sognano la grande av- ventura. Non c’è canoista piemontese che abbia saputo resistere al fascino di fare alme- no una volta la discesa dell’Ardèche, da quando almeno la storica “Rivista della Montagna” la fece conoscere an- che al pubblico subalpino. Non occorre una grande esperienza, anzi, è sufficiente saper nuotare e via. ARDÈCHE, Le difficoltà lungo i 30 km da Salavas a Sauze sono minime (ma dopo il Pont d’Arc bisogna arrivare al fondo perché UN TRANQUILLO il fiume scorre incassato e non c’è pos- sibilità con la canoa di raggiungere la strada), niente a che fare comunque con acque selvagge da brivido e i pas- WEEK-END saggi obbligati che non sono più di due o tre (la Tupine è forse il punto più impegnativo anche se la rapida DI PAURA più insidiosa è quella della Dent Noire). Non è neppure necessario por- tarsi l’attrezzatura da casa, si può tro- Aldo Molino vare tutto in loco dai bidoni stagni in

32 cui riporre il bagaglio personale, poi quando si arriva al fondo (Saint Martin d’Ardèche) un solerte servizio di tra- sporto riporta barche e canoisti ai pun- ti di partenza. D’estate la temperatura dell’acqua è assolutamente gradevole: tra una pa- gaiata e l’altra un bagno è d’obbligo e oltre al costume non serve molto di più. Il vero problema è l’affollamento che in certe domeniche estive è dav- vero proibitivo. Centinaia di barche si accalcano nei passaggi obbligati con veri e propri ingorghi. In pochi anni la canoa è diventata una vera e propria industria turistica, motore di sviluppo per paesi e villaggi un tempo assoluta- Il Rodano a Pont Saint Esprite; mente marginali. L’accesso sotto l’avvoltoio capovaccaio (foto A. Molino) al fiume è libero (i mesi mi- gliori sono maggio-giugno), carsiche, facies cespugliose ric- ma il pernottamento (si può che di orchidee, foreste di querce discendere l’Ardèche tran- sempreverdi, steppe a gramina- quillamente in sei-sette ore, cee annuali, sorgenti pietrificate ma fatto in due giorni con- a tufo. sente di gustare meglio il fa- Nel territorio della riserva tro- scino incredibile di questi viamo 21 specie di farfalle diur- luoghi) in una delle due sole ne, moltissime specie di uccelli aree dove il bivacco autoriz- tra cui sono da citare l’Aquila zate è consentito. La prenota- del Bonelli e il Capovaccaio. zione è obbligatoria e biso- Per quanto riguarda i mammi- gna munirsi, prima di iniziare feri, le grotte ospitano decine la discesa, dell’apposito cou- di specie di pipistrelli mentre nella pon all’ufficio del Turismo. macchia si aggira guardinga la genet- Il “Balcon des Templiers” offre uno da un apposito sindacato. Si tratta di ta, un viverride (la famiglia delle man- straordinario colpo d’occhio sul Cirque un’area di 7000 ettari dominata dal guste) simile a un gatto selvatico di de la Madeleine, un meandro da ma- calcare, con un ambiente tipicamente origine nord-africana il cui areale è in nuale sull’itsmo, del quale si possono mediterraneo e una incredibile varie- espansione e che recentemente si è vedere i ruderi di un lebbrosario dei tà di habitat anche molto rari che anche affacciata (sembra) al di qua Cavalieri Templari, il potente ordine contribuiscono a una sorprendente delle Alpi. Nell’alto corso dell’Ardèche religioso sciolto da papa Clemente V biodiversità come praterie calcaree è presente il castoro proveniente dal per volere del re di Francia Filippo IV il Bello nel 1307, che molte tracce ha Canoa canadese sulle acque dell’Ardeche (foto A. Molino) lasciato nel Midi francese. Poco oltre una deviazione conduce alla “Grotte de la Madeleine” e alla “Maison de la Riserve”. Lo spazio espositivo (visita gratuita) si articola all’esterno con una panoramica sulla flora locale, identificata tramite appo- siti pannelli, mentre all’interno diora- ma e giochi interattivi permettono di capire il paesaggio naturale ma anche i problemi relativi all’inquinamento delle acque. Le Gorges con la vicina area della Dent de Rez, costiscono un importan- te sito della rete Natura 2000, gestito

33 Una sosta durante la discesa (foto A. Molino)

bacino del Rodano e dopo molti anni di assenza è tornata anche la rarissi- ma lontra, specie a fortissimo rischio di estinzione a livello europeo ma che ultimamente sembra in lieve ri- presa. A tutto ciò non è estraneo l’uomo che percorreva i ventosi pla- teau già trentamila anni fa come te- stimoniano le straordinarie pitture ru- pestri che ornano la grotta Chauvet scoperta solamente nel 1994. Sono più di 250 i siti archeologici dell’alti- piano, tra cui molti dolmen e menhir e le grotte ornate, ma quella di Chauvet è davvero unica essendo una delle più antiche grotte con pit- ture parietali del mondo e per la va- rietà delle figurazioni che vanno dai cavalli ai bisonti ai rinoceronti raffi- gurati con un verismo sorprendente. Purtroppo la grotta che si trova nei Il Pont d’Arc presso la grotta di Chauvet (foto A. Molino) pressi del Pont d’Arc, non è visitabile per motivi di conservazione essendo colare lavoro di escavazione che ha tere gole ma che presenta diversi e l’ambiente ipogeo estremamente fra- traforato il sottile diaframma che costi- non facili guadi. Più a nord è un’altra gile, ma per il 2014 è prevista sia tuiva l’itsmo di un antico meandro ora storia: l’Ardèche ha le sue sorgenti un l’iscrizione al patrimonio Unesco, che abbandonato. Un bagno all’ombra del centinaio di chilometri più su, alle fal- l’apertura di uno spazio di restituzio- ciclopico arco e una sosta sulla spiag- de del Mont Mezenc, antico comples- ne, che proporrà su una superfice di gia di sabbia fine sono il preludio al- so vulcanico, e scorre ai margini 3000 mq un fac-simile della grotta l’idromassaggio naturale delle rapide orientali del Mas siccio Centrale nel- originale (come già avviene in di “Carlo Magno”, la prima difficoltà l’omonimo dipartimento, in una ver- Dordogna a Lescaux) e accanto un significativa per chi discende il fiume de vallata ricca di castagni (la crema centro di interpretazione del in canoa. di Marroni è rinomata), dove trovia- Paleolitico dove sarà possibile fami- Tutto finisce o inizia a Vallon Pont mo il Parco Regionale dell’Ardèche. liarizzare con la fauna, la flora e l’u - d’Arc, pochi chilometri più a monte ti- manità di 35.000 anni fa. pico paese di frontiera, dove la una Info Al Pont d’Arc si raggiunge finalmente variopinta umanità si scambia espe- Maison de la Riserve Tel 04 75 04 36 38 il livello del fiu me. È uno dei punti rienze o si accinge ad imbarcarsi per Syndicat de Gestions des Gorges del più spettacolari delle Gorges ma an- il viaggio, ma c’è anche chi vuole ar- l’Ardèche, le village 07700 Saint che uno dei più affollati. L’Ardèche at- rampicare in falesia o affrontare l’im- Remèze. Tel 04 75 98 77 31. traversa un arco naturale frutto del se- pegnativo sentiero che percorre le in- www.gorgesdelardeche.fr

34 LAMPREDA PADANA DALLE TAVOLE DEI RE AL RISCHIO D’ESTINZIONE

*Stefano Bovero

Nei fontanili del Piemonte vive ancora un interessante endemismo discendente dai primi vertebrati acquatici

Tra le specie animali più rare e mi- vi di mandibole articolate. Le lampre- preda padana era confusa con la lam- nacciate delle acque della nostra re- de infatti non sono dotate di una boc- preda di ruscello Lampetra planeri gione, la lampreda padana Lampetra ca ma hanno un’apertura circolare (Bloch, 1784). La lampreda padana è zanandreai Vladykov, 1955 occupa dotata di serie di denti cornei, atta a una specie endemica della regione pa- certamente una delle prime posizioni. succhiare. dana, ovvero è presente esclusivamen- Le lamprede possono essere conside- Il nome di Lampetra zanandreai si te in corsi d’acqua che ricadono nel ba- rate dei veri e propri fossili viventi in deve ad un importante studioso di cino idrografico del fiume Po, in pochi quanto non sono pesci veri e propri lamprede, il gesuita Giuseppe Zanan- corsi d’acqua dell’Appennino marchi- ma appartengono alla Classe dei drea, che dagli anni quaranta agli anni giano ed è stata segnalata anche sul Ciclostomi, ultimi rappresentanti vi- sessanta del secolo scorso si dedicò versante adriatico della Slovenia e in venti del gruppo degli Agnati, verte- con estrema passione allo studio di Dalmazia. Questa particolare distribu- Tbrati acquatici antichissimi ancora pri- questa specie; fino ad allora la lam- zione è spiegata dal fatto che, durante

Lampreda padana, esemplare adulto prossimo alla riproduzione (foto S. Bovero)

35 LAMPREDA PADANA

gli ultimi eventi glaciali pleistocenici, La lampreda padana vive e si ripro- ricoperti da pelle, fori branchiali uniti vale a dire tra 120.000 e 10.000 anni fa, duce esclusivamente nelle acque dol- da un solco longitudinale. Gli “am- il bacino idrografico del fiume Po era ci. Predilige le acque pulite dei tratti moceti” vivono immersi nel substrato molto più esteso verso sud e verso est. medi dei fiumi, dei piccoli ruscelli e si nutrono per filtrazione. La fase La lampreda padana, in dialetto pie- con acque limpide e fresche, in zone larvale dura quattro-cinque anni. montese nota come “lampré” e in al- con corrente moderata e fondali Raggiunta la dimensione di circa 20 cuni distretti con il simpatico appella- ghiaiosi, sabbiosi o fangosi. cm ha luogo la metamorfosi e viene tivo di “clarinett”, fino a circa 40 anni In particolar modo la specie era pre- assunto l’aspetto dell’adulto con oc- fa, era ancora piuttosto diffusa in di- sente in Piemonte in gran parte della chi visibili, disco orale rotondo con versi torrenti prealpini o nelle aree di fascia delle risorgive, soprattutto nel denti cornei e fori branchiali separati. risorgiva ed era considerata una pie- Biellese e nel basso Pinerolese, nella Gli adulti vivono sei-otto mesi e non tanza prelibata. Per questo veniva cat- zona attorno a Cercenasco. assumono cibo; si spostano lungo i turata con un sistema originale: con Il ciclo biologico è svolto interamente corsi d’acqua alla ricerca dei luoghi una pala o una piccola zappa veniva nelle acque dolci ed è molto partico- idonei per la deposizione dei gameti rimosso il sedimento limoso dei tor- lare. Sebbene la sua biologia non sia e dopo la riproduzione muoiono. renti, accumulato sulla riva e poi lava- ancora totalmente chiara, la riprodu- L’areale distributivo della lampreda to e/o setacciato per raccogliere le am- zione ha luogo tra gennaio e marzo a padana ha subito una forte contrazio- bite prede. La prelibatezza delle lam- seconda dei settori geografici. I gameti ne nel nostro paese in seguito ad prede piemontesi era tale che lo stesso vengono deposti in piccole buche di Napoleone I, avendole assaggiate du- 15-20 cm di profondità, site in aree rante la sua prima venuta a Torino nel ombreggiate. novembre 1797 ordinò ai cuochi im- In genere l’attività riproduttiva viene periali di “tenere sempre provvista di svolta da piccoli gruppi composti da lamprede all’uso torinese” la mensa una singola femmina accompagnata della capitale dell’Impero. da due o tre maschi. Alla schiusa del- Gli abitanti di ri- le uova i piccoli delle lamprede han- cordano, a questo proposito che no anatomia e aspetto diversi dal- Alexandre Dumas pone le lamprede di l’adulto. La larva detta “ammocete” ha Villafranca come piatto forte del pran- la bocca a ferro di cavallo, assenza di zo del Conte di Montecristo. denti cornei occhi non visibili perché

Ricercatori in una lanca del Parco La Mandria (foto S. Bovero)

36 estinzioni locali di numerose popola- vazione” (all. II) e tra le “specie ani- (TO), lungo il basso corso della zioni dovute principalmente alle alte- mali e vegetali d’interesse comunita- Stura di Lanzo, e porre le basi per la razioni degli habitat (canalizzazioni, rio il cui prelievo nella natura e il cui conservazione di questo ambiente prelievi di ghiaia, inquinamento delle sfruttamento potrebbero formare og- bellissimo e unico. In questo conte- acque e dei substrati e abbassamento getto di misure di gestione” (all. V). sto ambientale quasi incontaminato delle falde). È inoltre elencata tra le specie parti- formato dalle acque sorgive prove- Anche la pesca, se effettuata in modo colarmente protette nella Conven - niente dal fontane Cup e la loro uni- distruttivo, può causare ingenti danni zione di Berna (all. II). ne con le acque torrente Ronello, ol- alla specie; deleteri sono anche i mas- Recentemente, grazie a un progetto tre alla lampreda sono presenti altre sicci ripopolamenti di Salmonidi, in di monitoraggio e conservazione specie rare e importanti lo scazzone quanto le trote immesse cacciano at- dell’ittiofauna portato avanti dal par- Cottus gobio e il gambero di fiume tivamente le lamprede soprattutto allo co Regionale La Mandria in collabo- nostrano Austropotamobius pallipes. stadio larvale. La Lampetra zanan- razione con l’Associazione “Ziri - dreai è stata inserita nella Direttiva chiltaggi” Sardi nia Wildlife Con - *Stefano Bovero dell’Associazione Zirichil- 92/43/CEE tra le “specie animali e servation, è stato possibile rinvenire taggi” Sardinia Wildlife Conservation con la vegetali d’interesse comunitario la una grande popolazione di lampre- collaborazione di Gian Luigi Scoditti, Federica La Pietra, Marco Favelli, Giulia Tessa, Enrico cui conservazione richiede la desi- da padana presso le risorgive di Gazzaniga, Rafael Repetto e del Parco gnazione di zone speciali di conser- Fontane Cup, presso Grange di Nole Regionale La Mandria.

Sotto: Lampetra zanandreai allo stadio larvale (foto piccola) e la più comune lampreda di fiume Lampetra fluviatalis (foto C. Galasso/PandaPhoto)

37 ETNOBOTANICA ARNICA, LA PIANTA DEI TRAUMI

Loredana Matonti

Pianta comune nelle nostre valli, rappresentava il rimedio elettivo dei montanari per ogni sorta di dolore e trauma Foto www.tipsimages

38 Quando dentro di me, cominciò la sti e ricoperti da una fine peluria, che nomi volgari, come tabacco dei battaglia tra la vita e la morte, sentii spuntano da foglie basali ovate e op- Vosgi, tabacco di montagna o “fiür che le schiere della vita, con questo poste, riunite in rosetta. Come tutte le d’el tabac” in piemontese; i nostri fiore sul loro vessillo, aprivano con la Asteracee o Composite, i capolini so- nonni infatti, ne fumavano le foglie forza una breccia e preparavano una no composti da due parti; un grosso essiccate, anche per beneficiare delle sconfitta all’esitante nemico mortale e “bottone” centrale con piccoli fiorel- proprietà antiasmatiche, anticatarrali minaccioso. Ringiovanito dalla gua- lini tubulari gialli e, nella parte ester- e decongestionanti sulle vie respira- rigione, la elogio immensamente ma na, numerose ligule di colore giallo torie. Era altresì chiamata “china dei è la natura infaticabile che dà vita a arancio. Tre dentini all’estremità delle poveri”, perché il fiore si prescriveva questo fiore, porta la guarigione e in- stesse facilitano la distinzione della in infusione teiforme nelle febbri in- cessantemente rigenera. specie. L’odore è leggermente acre, il termittenti, in alternativa alla cortec- Goethe sapore amaro e un po’ piccante. cia di china, allora molto costosa. Chi desidera ammirarla, deve recarsi Molto curioso uno dei nomi popolari Si narra che il noto poeta, rinvigorito ad altitudini al di sopra dei 500 m, da usati in Germania, “fiore del lupo”, dopo la cura a base di arnica, levan- cui l’epiteto specifico montana; i suoi forse per il colore dei fiori, che face- do il suo potente sguardo, in cui era fiori fanno infatti capolino in quota, va pensare agli occhi gialli dell’ani- tornata a brillare la solita luce solare, fino ai 2200 m, da giugno ad agosto, male o più probabilmente per le cre- rivolgendosi al suo medico di fiducia su prati e pascoli poveri e brughiere denze popolari tedesche, secondo le affermò: “Siete troppo insicuri dei vo- a rododendro, generalmente evitan- quali, in tarda estate, quando il vento stri rimedi, mi seguite troppo. do i terreni calcarei a favore di quelli passava frusciava tra le spighe, il “lu- Quando si ha un malato del mio ca- acidi. po del grano” vagava tra i campi. libro, bisogna usare metodi un pò Figura mitologica, simboleggiava la napoleonici”. Detto ciò, bevve una Storia e impieghi forza del campo, lo spirito del cerea- tazza di decotto di arnica, riprenden- Come spesso accade, l’etimologia è le e portava l’energia necessaria alla dosi miracolosamente dall’ennesimo rivelatoria anche degli impieghi pas- maturazione. Se la spirito lasciava il attacco di angina pectoris che lo af- sati di questa apprezzata pianta delle campo, il grano si seccava; per evitar- fliggeva da tempo. Rimedio portento- nostre valli. L’origine del nome del lo i contadini circondavano gli ap- so, ma “napoleonico” certo, perché genere Arnica è controversa: è pro- pezzamenti con l’arnica, la “pianta già era nota, al tempo, la sua perico- babile che esso derivi dall’alterazione del lupo” appunto, che gli avrebbe Slosità e tossicità per uso interno. In del termine greco ptarmike, che si- impedito di andarsene anzitempo. estate questo bellissimo fiore sembra gnifica starnutire, con allusione alle Non appena l’ultima spiga veniva ta- schiudersi senza annunciarsi: im- proprietà starnutatorie delle sue fo- gliata, il “lupo del grano” si rifugiava provvisamente, il fusto coronato dai glie. Altri autori sostengono che l’ori- a dormire nell’ultimo covone rimasto, fiori dorati si erge sopra la rosetta di gine del nome sia da attribuirsi alla che veniva decorato e trasportato in foglie. parola greca arnakis (pelle di agnel- giro per il paese con grande festa. In L’arnica (Arnica montana L.) è una lo) alludendo alle fine peluria delle seguito, i contadini seminarono l’ar- pianta erbacea perenne, endemica foglie. Rivelatorio uno dei suoi tanti nica intorno ai campi nella notte di dell’Europa, dalla Penisola iberica al- la Scandinavia e ai Carpazi; in Italia è Arnica in pascolo alpino (foto L. Matonti) segnalata sulle Alpi, dal Goriziano al Cuneese, e nell’Appennino piemon- tese, pavese e parmigiano. Il fiore, decisamente di bell’aspetto, è simile a una “arruffata” margherita, di un bel giallo-arancio luminoso, lo stesso che i bambini usano quando colora- no il sole. A inizio estate, nei luoghi dove riesce a formare interi prati, sembra quasi di scorgere tanti piccoli astri ridenti, che illuminano il magro pascolo alpino e allietano la vista di chi vi si imbatte. La pianta sopravvive al rigido inver- no di montagna grazie al suo forte ri- zoma, i fiori di 4-8 cm, spesso solita- ri, sono sostenuti da steli ghiandolo- si, alti circa 20-60 cm, piuttosto robu-

39 ETNOBOTANICA

San Giovanni per proteggere i cereali macerate in alcol a 60° per dieci gior- nergica dei vari componenti. In pra- dal demone del grano. Anche la fa- ni. In particolare, prima che ci si ren- tica, essa blocca l’infiammazione do- mosa mistica ed erborista tedesca, desse conto della sua tossicità per vuta ai traumi con versamenti sierosi Santa Ildegarda di Bingen, la chiamò uso interno, venne utilizzata dai fisio- e incrementa il riassorbimento degli “wolfsgelegena”, definendola anche medicalisti dell’inizio secolo come stessi. un potente afrodisiaco. Forse perché, stimolante specifico del sistema ner- A titolo di curiosità, l’antica dottrina sempre secondo la tradizione mitte- voso centrale e per la sua azione mo- delle signature dava un’interpretazio- leuropea, l’arnica era dedicata alla deratrice e sedativa dei riflessi spina- ne “simbolica” della sua azione nei dea Freya e, accanto all’iperico e alla li. L’uso interno fu poi del tutto ab- traumi: i fiori gialli simboleggiano la felce, non poteva mancare nei rituali bandonato, in quanto poteva provo- forza formativa dei raggi solari da es- amorosi del solstizio d’estate. Si rite- care fenomeni irritativi a livello ga- si catturati. Il carattere, espresso dalle neva persino che avesse poteri magi- strico e a volte persino paralisi dei qualità solari di questa pianta e dal ci in grado di influenzare il tempo at- centri nervosi. Attualmente, l’uso in- meraviglioso ordine in cui sono rag- mosferico, per cui veniva bruciata terno è adottato solo in omeopatia, gruppati gli innumerevoli fiorellini, durante i temporali. In tutta Europa, dove le elevate diluizioni ne garanti- uniti a formare un fiore unico, aiute- l’arnica era il rimedio apprezzatissi- scono la sicurezza; in tale sistema te- rebbe direttamente il tessuto danneg- mo per ematomi, contusioni, dolori rapeutico è rimedio molto gettonato giato, che ha perso la propria forma, articolari e geloni nonché come sti- in caso di dolori e traumi fisici ma, a ripararsi. molante della sudorazione (diaforeti- in diluizioni più elevate ancora, an- Un’interpretazione poetica, su cui la co). Le veniva attribuita un’azione che per quelli psichici. Invalsa e mente può sognare quando, nei pa- antinfiammatoria e di regolarizzazio- confermata invece, l’efficacia per scoli di montagna, lo sguardo scorge ne della circolazione periferica, men- uso esterno che si deve all’azione si- i suoi dorati fiori che brillano al sole. tre la tintura trovava impiego come antireumatico ed antinevralgico. Fu solo nel XIX sec. che la pianta godet- te di particolare fama anche per le af- fezioni nervose e le commozioni ce- rebrali provocate da cadute o da col- pi ricevuti alla testa; per questa ragio- ne le farmacopee del tempo la defi- nirono “Panacea lapsorum”, ossia toccasana dei caduti. Anche in Piemonte l’uso esterno era molto diffuso tramite diverse prepa- razioni: l’infuso dei fiori freschi in im- pacchi e frizioni per le infiammazioni degli arti, per lenire il dolore prove- niente da contusioni e per assorbire gli ematomi. Spesso si confezionava o un alcolito, facendo macerare i fiori nella grappa per circa 40 giorni, op- pure un oleolito, in cui la macerazio- ne avveniva nell’olio di oliva; en- trambi venivano impiegati per uso esterno per problemi svariati, dalle foruncolosi alle contusioni, dolori e traumi articolari. In altre località nell’oleolito si scioglieva della cera d’api a caldo; l’unguento che ne ri- sultava era impiegato persino per le- nire la sintomatologia provocata dal fuoco di Sant’Antonio. In alcuni casi, l’alcolito veniva frizionato sulla schie- na, non solo per i dolori intercostali, ma anche per le bronchiti e le pol- moniti. In alcune località, oltre ai fio- ri, si raccoglievano anche le radici, Arnica montana in fiore (foto L. Matonti)

40 NOTIZIE E CURIOSITÀ a cura di Emanuela Celona Altre notizie e appuntamenti su www.piemonteparchi.it

Giovani marmotte al Parco Orsiera

Il Parco Orsiera Rocciavré, il cui simbolo Rifugio Imprimo; 26 giugno-2 luglio GM Senior itinerante. è la marmotta, si è ispirato alle Il programma di Avventure nel Parco, prevede in compagnia Giovani Marmotte, personaggi dei delle Guide del Parco (Gran Mogol) fantastiche av- fumetti Disney, per una proposta ri- venture nel territorio protetto: si scoprirà l’am- volta ai bambini e alle bambine che biente con escursioni e attività didattiche, si frequentano le scuole elementari e, giocherà con la natura, si imparerà a stare novità 2011, un’altra rivolta ai ragazzi insieme. Passeggiate, laboratori, momenti delle medie inferiori. Sei giorni, cinque di gioco guidato: per tornare a casa notti nella splendida cornice della da vere Giovani Marmotte o Giovani Valle di Susa, in rifugi attrezzati immersi Esploratrici! Info e prenotazioni: nel verde. I campi cominceranno la Guide del Parco - tel. 0122/ 640069, domenica pomeriggio. Le date: 20-25 320/ 4257106; guide.parco.orsiera@rupar- Igiugno Rifugio Valgravio; 4-9 luglio piemonte.it

"A piedi tra le nuvole" premiato dal Consiglio d'Europa Il progetto di mobilità sostenibile “A piedi tra le nuvole”, Apertura estiva Giardino botanico Rea promosso dal Parco Gran Paradiso, è stato premiato insie- Fino al 30 settembre 2011 riapre al pubblico domenicale me ai progetti selezionati e menzionati nella procedura ita- il Giardino Botanico Rea, Orto Botanico del Museo liana per la II edizione del Premio paesaggio del Consiglio Regionale di Scienze Naturali della Regione Piemonte, d'Europa. La commissione di valutazione dei progetti ha situato in Val Sangone a una trentina di km da Torino. Il consegnato il riconoscimento a Italo Cerise, commissario Giardino Botanico Rea offre la possibilità di osservare straordinario del parco, a testimonianza dell'importanza che numerose specie di alberi e arbusti provenienti da tutto "A piedi tra le nuvole" costituisce come strumento per la il mondo, piante esotiche perfettamente acclimatate e salvaguardia, la gestione e la pianificazione sostenibile del specie spontanee poco conosciute per le quali sono sta- paesaggio italiano. Il progetto è rientrato tra i dieci finalisti, te allestite aree che riproducono il loro habitat naturale. tra 95 partecipanti da tutta Italia; la scelta della candidatura Per le scolaresche e i gruppi di adulti (minimo 25 perso- italiana è poi ricaduta sul comune di Carbonia. ne) il Centro Didattico del Museo Regionale di Scienze Naturali propone, su prenotazione, visite guidate e la- boratori didattici (tel. 011/432.6307/6337; giardinobotani- [email protected], via 40, fraz. San Premio letterario nazionale Bernardino, (TO). "In poche parole… parco" - Edizione 2011 Il premio letterario nazionale di narrativa “In poche paro- Giardino botanico Rea (archivio GBR) le… parco”, è stato bandito per ricordare Luciano Rota, che ha dedicato la sua vita all'ambiente, dall'Istituto Nazionale Per le piante da legno e per l'ambiente (IPLA), al Parco Regionale de La Mandria e infine al Parco del Gran Paradiso, di cui è stato direttore dal 1993 al 1998. Il Comitato promotore del premio si propone di stimolare la riflessione sulla specificità e sul valore dei parchi naturali. Il premio let- terario è aperto a chiunque abbia voglia di scrivere rac- conti esperienze, emozioni e riflessioni sul tema del con- corso: "Il parco è un luogo dove l'insieme armonico di paesaggio, vita naturale, persone e attività stimola un sen- so di partecipazione diretta. Info: tel. 011 9576450; e-mail [email protected]

41 LE FORME DELLA NATURA Una spinosa questione

Testo di Stefano Camanni Disegno di Cristina Girard

Le spine pungono e fanno male. Ne sa qualcosa Willy il qua di condensa, limitando quindi ulte- Coyote quando in uno dei suoi instancabili inseguimenti di riormente le perdite idriche. Ma sono Road Runner finisce dritto dritto contro un cactus, ferito moltissimi i vegetali muniti di spine. Le pian- però forse più nell’orgoglio per non aver catturato Bip Bip te delle dune sabbiose ad esempio hanno qua- che dalle spine. Ma cosa sono in realtà le spine, così fre- si sempre forme strane e molto spesso spinose quenti in moltissimi vegetali e dalle mille forme? Queste per resistere al meglio alla forte brezza marina e per strutture acuminate e pungenti non sono altro che delle ridurre la perdita d’acqua. Tra queste è molto comune modificazioni delle foglie o del fusto che si originano per la calcatreppola, piccola pianta spinosa dal caratteristico particolari adattamenti. Le più conosciute sono sicuramen- color verde bluastro e dai bellissimi fiori bianco azzurri. te quelle dei cactus, e più in generale di tutte le piante Sempre in odore di mare, quasi tutte le piante della mac- Lgrasse come anche i fichi d’India. La loro funzione è dupli- chia mediterranea, ricche di aromi e dai profumi intensi, ce, in entrambi i casi legata all’ambiente e al clima ostili do- hanno un aspetto ruvido e sono generalmente piene di ve vivono, ovvero le regioni aride o desertiche. Da un lato spine per proteggersi dagli erbivori. Ma occorre ricordare sono un mezzo di difesa contro gli animali alla ricerca della ancora alcune palme che presentano delle radici spinose, o preziosa acqua contenuta nel loro fusto, dall’altro, quali fo- diverse piante nelle quail le spine sono vuote e contengo- glie modificate, uno stratagemma per riuscire a ridurre no al loro interno sostanze urticanti o tossiche. E infine moltissimo l’evaporazione, diminuendo così la perdita d’ac- non si può non pensare alle spine delle rose, collocate lun- qua. In più durante la notte sono in grado di fermare l’ac- go il fusto, che tante poesie hanno ispirato negli anni.

42 DAL MONDO DELLA RICERCA

Un lago è un gioiello naturale, una perla d’acqua incastonata in una valle glaciale o nel cratere di un vulcano spento. Non è eterno. I detriti trasportati dai suoi im- missari e il percolamento naturale lungo le sue rive, con il tempo ne riempiono il fondo, cambiandone aspetto ed ecologia. Certo non sono tempi umani, ma co- me sempre l’uomo ha premuto sull’acceleratore della natura, riempiendo i laghi di scarichi e rifiuti, sopraffacendone la naturale capacità di smaltimento e condan- nandoli all’eutrofizzazione. In pratica, scarichi eccessivamente ricchi in nutrienti – fosforo e azoto – favoriscono la proliferazione di alghe e fitoplancton. Ciò co- stringe a un super lavoro i batteri decompositori aerobi del fondo che, consu- Umando l’ossigeno disciolto, aprono le porte all’anossia e ai batteri anaerobi, non- ché alla produzione di sostanze tossiche. Lo scenario finale è un lago il cui fondale è privo di ossigeno per diversi metri, le acque di superficie sono torbide e le reti alimentari pesantemente compromesse. Il danno è attestato dalla crescente con- centrazione di fosforo nell’acqua, a partire dai fondali, e potenziato dalla stratifi- cazione termica, che impedisce il rimescolamento delle acque. Giacché dagli emissari esce unicamente acqua di superficie, la meno compromessa, il danno si accumula e peggiora in un drammatico circolo vizioso. Il quadro calza a pennello al lago grande di Avigliana, o meglio calzava fino al 2005, quando si è messa in Avigliana, pratica la felice intuizione – un vero uovo di Colombo – di Fabrizio Merati, idro- biologo, ovvero esperto conoscitore delle relazioni tra le variabili fisico-chimiche depurare e la biologia degli ecosistemi acquatici. L’uovo di Colombo è una tubatura dal dia- metro di mezzo metro appoggiata sul fondo del lago, e terminante in superficie a costo zero nella chiusa che regola la fuoriuscita delle acque del lago nell’emissario. Se questa viene parzialmente o totalmente bloccata, il livello del lago salirà rispetto a quello dell’emissario e di conseguenza, per il semplice principio dei vasi comunicanti, l’ac- Claudia Bordese qua fuoriuscirà dalla tubazione che pesca dal fondo del lago, ovvero dove mag- [email protected] giore è la concentrazione di fosforo. Nell’arco di tre soli anni, dal 2005 al 2007, questa è drasticamente diminuita, avvicinandosi ai va- lori ottimali di un lago naturale. Lavori lungo il canale scolmatore hanno bloccato il dispositivo dal 2008 al 2010, causando la risalita dei valori del fosforo e contemporaneamente dimostrando la vali- dità del metodo, tornato operativo a fine 2010 grazie al sostegno fi- nanziario del Comune di Avigliana. A tale riguardo va sottolineato il costo energetico zero di questo innovativo sistema di depurazione delle acque, giacché l’acqua esce senza la necessità di usare pompe di prelievo, ma unicamente sfruttando un elementare principio fisi- co. Gli unici costi sono legati ai prelievi eseguiti in otto differenti sta- zioni di campionamento, necessari non solo per verificare il miglio- ramento delle acque, ma anche per testimoniare l’efficacia e la vali- dità del dispositivo ideato e realizzato da Merati, e proporlo ad altre strutture nazionali e internazionali attive nella lotta all’eutrofizzazio- ne. E in questi tempi di magra, sapere che c’è chi non solo restitui- sce i laghi al corretto equilibrio ecologico, ma lo fa a costo zero, è una piacevole notizia. Panorama sui Laghi di Avigliana (foto arc CeDRAP)

43 SENTIERI PROVATI

Non sappiamo con certezza se Leonardo sia stato davvero da Sui Sentieri queste parti, di certo in un manoscritto del 1511 conservato a Parigi, il multiforme genio decantava le proprietà della pietra che già al- di Leonardo: lora si cavava dal Mombracco. In maniera circostanziata ne parla comunque come di una pietra priva di impurità e dura quanto il Balme, rocce porfido. Il Mombracco è un isolato scoglio che benché alto poco più di e incisioni 1300 metri (1307 m alla Croce di Envie per la precisione) è mon- tagna vera che separa la Valle del Po da quella del Pellice. Dalle cave che si trovano poco sotto la cima si ricava una pregiata pietra Rubrica a cura di Aldo Molino Nda costruzione (oggi l’attività è appannaggio soprattutto dei cinesi) [email protected] conosciuta come “bargiolina” esportata in tutto il mondo. La sua frequentazione è comunque molto antica come testimo- Il versante meridionale niano le numerose rocce istoriate che risalirebbero all’età del ferro del Mombracco offre e i resti di antiche costruzioni che sfruttando pareti di roccia ag- gettanti risparmiavano “sul tetto”. interessanti esempi La carta non è delle più precise, il sentiero non sempre così evi- di insediamenti rupicoli dente, e la segnaletica ha conosciuto tempi migliori, ma una pas- seggiata sul Mombracco utilizzando la cartoguida (Il Mombracco-le e siti dalle enigmatiche vie Fusta editore 2007) presenta davvero numerosi motivi di inte- incisioni rupestri resse che la suggestione del grande toscano contribuisce sicura- mente a valorizzare. Da Revello, dove va visitato il Museo Naturalistico del Parco del Po, si risale lungo la valle sino a Sanfront e a Robella. Qui si devia a destra su di una stradina secondaria (in- dicazioni per Balma Boves) che raggiunge il Po (500 m). Oltrepassato il fiume, si può parcheggiare. A piedi si continua sulla strada asfaltata che sale ripida verso le case Garzino. Si trascurano un paio di diramazioni sulla destra, poi giunti nei pressi di una casa ristrutturata si piega bruscamente a sinistra. Dopo pochi metri si lascia la via asfaltata per imboccare il sentiero che transita a monte della casa e che in piano supera una zona umida. Dopo il ponti- cello la mulattiera inizia a salire passa accanto ad alcuni massi e giunge a uno stradello in prossimità di una balma (le balme sono ripari sotto roccia). Lo si attraversa e si continua verso l’alto, quindi piegando verso sinistra si giunge al ponticello oltre il quale è il bivio che conduce al sito di Balma Boves. Per adesso continuiamo sulla larga mulattiera che passa poco sotto un altro sito rupestre che ri- corda con le sue alte scale gli insediamenti Anasazi (antica cultura nord-americana inspiegabilmente e improvvisamente scomparsa), per giungere in breve alle case Forano (667 m, area di sosta, ba- checa informativa). Seguendo le indicazioni si piega a sinistra per imboccare il sentiero fiancheggiato al suo inizio da due file di lastre di pietra infisse verticalmente e proseguire verso l’alto lungo il co- stolone. Il sentiero non troppo battuto ma ben segnato raggiunge una stradina forestale che si segue verso destra. Si continua pas- sando sotto una baita e attraversando un valloncello poco oltre il quale c’è una deviazione che scende a destra su Balma Boves. Trascuriamo adesso la deviazione per continuare verso l’alto. Quando la pista piega a sinistra la si lascia per seguire invece il sen- tiero segnalato che risale il costolone cespuglioso con affioramenti rocciosi. Si passa accanto ad alcuni lastroni e ad un cippo poi si co- steggia un muro di terrazzamento nel cui basamento si può indi- viduare una sorgente e si raggiunge in prossimità dei grandi roc- cioni il “Sentiero di Leonardo-giro del Montebracco, un lungo iti- nerario segnalato che compie l’intero periplo della montagna. Si va

44 Nelle foto dall’alto: Balma Boves, un’incisione nella Roccia la Casna, un insediamento rupestre (foto A. Molino). a destra superando i ruderi di alcune baite e in pochi minuti si giun- ge ad una svolta del sentiero oltre la quale e il grande roccione ag- gettante, vero trampolino naturale di Roccia la Casna (832 m, 1 ora, pannello informativo). Sulla roccia si trovano numerose isto- riazioni antropomorfe e piccole coppelle. Eccetto una croce non sono facilmente individuabili se non quando la luce è radente. Dopo uno sguarda alla baita il cui tetto è rappresentato da un uni- co lastrone inclinato, si ridiscende sino al bivio per Balma Boves. Lasciato il percorso di salita ci si abbassa sul sentiero che più in bas- so piega a destra e raggiunge i prati a monte di Balma Boves. È questo uno dei luoghi più singolari ed unici dell’intero Piemonte. Al riparo della gigantesca parete aggettante, per secoli una piccola comunità praticamente autarchica ha abitato in questo luogo da fa- scino esotico che ricorda i Pueblo americani. Una sorgente assicu- rava l’acqua necessaria, ma all’occorenza c’era anche la doccia natu- rale rappresentata dalla cascata dietro la quale passa tutt’ora il sen- tiero. Dopo anni di abbandono oggi Balma Boves divenuto di pro- prietà del Comune di Sanfront è un singolare museo etnografico. Dopo la visita, il sentiero dotato di mancorrente si riunisce sul per- corso dell’andata e seguendo il sentiero già noto si torna al punto di partenza (in tutto sono 2 ore di cammino e 300 m di dislivello).

Museo etnografico di Balma Boves Periodo di apertura •aprile, maggio, giugno: domenica 10.00 - 18.30 •luglio, agosto, settembre, ottobre: sabato 14.30 - 18.30; domenica 10.00 - 18.30 Per info Associazione culturale Marcovaldo tel. 0171 618260 - cell. 340 4962384 mail: [email protected] web: www.marcovaldo.it Museo naturalistico del parco del Po a Revello Periodo di apertura: tutto l'anno. Ingresso: gratuito. Orario: sabato ore 14,30-18,30; domenica ore 10,00-12,30 e 14,00-18,30; ferragosto ore 10-12,30 e 14-18,30.

Per gruppi sono possibili visite durante la settimana, previa prenotazione. Tel. 0175-46505, e-mail: [email protected]

45 LETTURE

vecchio e del nuovo che s’intrecciano e si ostacolano. In realtà sono due facce di una stessa moneta che genera strappi e ten- sioni, momenti collettivi di festa e solidarietà. Anche la società Il libro del mese riflette quel clima effervescente, ricco di stimoli e contraddizio- ni: il contrasto tra partiti di sinistra e azione cattolica s’inaspri- Enrico Massone sce e lo stesso autorevole don Terenzio, è costretto a capito- [email protected] lare di fronte alla passione per la partita alle bocce, che nei so- leggiati pomeriggi d’agosto, ipnotizza l’intera cittadinanza: “A Mezzi Po c’erano tre religioni monoteiste, alla stregua di Gerusalemme, soltanto un po’ meno complicate tra loro: la prima era la confessione cattolica, poi veniva il gioco delle boc- ce , infine la caccia. L’adesione a santa madre chiesa era soltan- to una fra le numerose confessioni praticate”. SULLE ALI DELL’AIRONE L’ambiente geografico gioca un ruolo di primo piano negli epi- Sulla riva del fiume - Cronache delle genti di Po sodi narrati, caricandoli di straordinaria originalità. Mezzi Po si di Marco Volpatto, ed. Angolo Manzoni estende sulla riva sinistra del Po, ma per secoli fu una breve € striscia di terra nel bel mezzo del grande fiume e ogni contatto (t. 011 4730775) 14. con le sponde, cioè col resto del mondo, era mediato dal “portonè”, l’uomo che stava al porto e governava il barcone a Saggio o romanzo? Presentazione critica di vicende storiche fondo piatto. Una delle tante alluvioni dell’Ottocento, spostò o sequenza di racconti emozionanti? Difficile rispondere, per- molta terra, colmando un brac- ché il libro ha diversi piani di cio del corso d’acqua e con- lettura e mescola sapientemen- giungendo gli uomini e le abita- te le informazioni sulle condi- zioni dell’isola, alla riva sinistra zioni di vita di una piccola co- del fiume. Ma, ancora per più munità coi sentimenti della gen- di cent’anni (fino al 1959), la te che la anima. gente della frazione Mezzi Po ISiamo nel tratto torinese del par- continuò a utilizzare il traghet- co fluviale del Po, a Mezzi Po, fra- to, per raggiungere la sede del zione di , alla fi- Comune di Gassino, sulla riva ne degli anni Cinquanta. C’è un destra, a cui era stata aggrega- grande fermento per il domani ta. Perciò, l’abitudine all’isola- che si avverte diverso e si vuole mento ha lasciato segni pro- migliore. Si cerca di dimenticare il fondi nella coscienza della mi- passato, la guerra, le fatiche della nuscola comunità: da una ricostruzione per aprirsi al nuovo parte la forte coesione tra i che avanza. Ma ogni rinnovamento residenti, dall’altra l’atavico si porta via qualche cosa in cui si è istinto difensivo contro gli creduto: i valori, le abitudini, le re- estranei: “ladri, cani randagi, lazioni, poco a poco si modificano stranieri e forestieri”. e iniziano a sbiadire sul fondo. Il fu- Oggi quel mondo non esiste turo che è ancora tutto da costrui- più, ma il libro ce ne restitui- re, porta inevitabilmente allo scon- sce un’immagine autentica e tro fra le generazioni, fra i diversi vivace. I personaggi descrit- modi di intendere la vita: c’è chi gli ti, sicuramente ispirati a in- va incontro con entusiasmo e chi gli dividui realmente vissuti, si oppone con forza, come Condo possiedono una forza evo- Caciòt o Nonno Pinin, classe di ferro cativa che supera la loro 1905 e un’irriducibile nostalgia mo- stessa concretezza fisica, narchica. C’è anche chi, pensando di trasformandoli in protagonisti-simbolo di un’epoca. Infine, voltare le spalle a quelle opportunità nascenti, si spinge invece il poetico airone parlante, voce narrante fuori campo , non la- ancora più avanti, scegliendo di andare lontano, emigrare in scia mai solo il lettore, proponendogli suggestive visioni dall’al- America, dove scienza e tecnica sono all’avanguardia. to che favoriscono la riflessione. Un libro appassionante e pia- Campagna e fabbrica, villaggio di provincia e metropoli, vecchi cevole dunque, anche per l’insolita dimensione dei caratteri, carretti, biciclette e prime automobili, sono le immagini del superiori alla media, vera delizia per gli occhi.

46 I Quaderni di Muscandia n. 10 dell’Asso - ciazione “Terra, Boschi, Gente, Memorie” (t. 011 883414). Una miscellanea di saggi ambientali, naturalistici e culturali del- l’area astigiana, di alto valore contenutisti- co. Un approccio olistico, emozionale ed empatico che favorisce la conoscenza, at- traverso il linguaggio scientifico-divulgati- vo di botanici ed entomologi. L. Gallo ag- giorna l’elenco floristico delle Colline del Po, segnalando alcune nuove specie re- centemente ritrovate. G. Allegro e F. € Correggia fissano l’attenzione sull’alneto di Santonco, biotopo forestale di grande importanza ecosistemica, mentre G. Baldizzone e R. Barbero presentano il ra- ro coleottero carabide Calosoma inquisi- tor, censito nell’Oasi WWF Bosco del Lago di Castello d’Annone. Sorprendenti infine le immagini del portfolio fotografi- co su alcune specie rare o comuni di re- cente osservate nelle campagne astigiane firmato da P. Grassi, E. Cazzuli, L. Dotti.

Il piacere dell’orto. Tradizionale, deco- rativo, urbano, educativo di A. Arossa, P. Bolzacchini, E. Giraudo, ed. Slow Food (t. 0172 419611) € 16,50. La guerra del miele di Pino Pace, con Un manuale agile e divertente di orticol- illustrazioni di Rossella Piccini, ed. tura sostenibile, nato da un patrimonio di Paoline (t. 02 438511) € 11. Un luogo esperienze maturate fra orti scolastici e magico, di forti emozioni e momenti sociali, progetti alternativi di supporto felici, dove vivere avventure e incon- all’agricoltura come gruppi e comunità trare amici molto speciali che abitano d’acquisto. Un’ampia introduzione aiuta il luoghi lontani e immaginari. Un am- lettore a sviluppare una consapevolezza biente fantastico popolato da api e critica sui principali condizionamenti quali vespe che appaiono simili, ma in real- clima, acqua, terreno e concimi. Una mi- tà sono veri nemici. “Le vespe hanno ni-guida mette poi in evidenza le esigenze in mente un piano scaltro per entrare pedologiche dell’aglio e dell’anguria, del nell’alveare. Perché il miele delle api cavolo e della salvia. Il libro propone, ol- piace molto anche a loro e farebbero tre ai sistemi consolidati, soluzioni inno- qualsiasi cosa, anche una guerra, pur vative che richiedono ampie superfici, co- di conquistarne il segreto. Chi aiuterà me gli orti verticali estesi su muri inutiliz- Solima, regina delle api, a difendere zati o pochi metri quadrati, come chi di- l’alveare dall’astuzia delle vespe?”. spone solo del balcone e vuol far cresce- Una storia destinata ai bambini che re gli ortaggi in vasi. piace anche agli adulti.

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AMBIENTALISTA SARÀ LEI... © FEDERICOCECCHIN.COM © Visto dal fiume è tutto un altro mondo di Bruno Gambarotta

In quarta e quinta elementare ho avuto la fortuna di avere un grande maestro: si chiamava Graziano e, dopo averci portato alla licenza elementare, dovette lasciare la scuola controvoglia perché era ma- lato. Da giovane era stato un gran viaggiatore; scapolo per scelta, con la sua Topolino aveva girato mezzo mondo. Insegnava la geografia attingendo ai suoi ricordi di viaggio ed era, nelle sue narrazioni, un incantatore di serpenti. In quella scuola, grazie a Dio felicemente nozionistica, si imparavano a me- moria i nomi delle Alpi, usando come promemoria la frase “Ma con gran pena le reca giù” (Marittime, Cozie, Graie, ecc.) e i nomi degli affluenti del Po, di destra e di sinistra. In quegli anni un piccolo gruppo di giovani astigiani si lanciò in un'avventura minuziosamente organizzata: un viaggio in barca sul Po, da Torino alla foce. Il maestro Graziano ce la fece seguire giorno per giorno su una carta molto detta- gliata, documentando i passaggi nei quali i viaggiatori dovevano uscire dall'acqua e portare sulle spalle la barca e i bagagli per superare ostacoli della più varia natura nonché le dighe. Ci diceva: “Siete for- tunati. Fra qualche anno il Po sarà tutto navigabile, ci saranno dei battelli per il servizio viaggiatori. IFatelo una volta nella vita quel viaggio perché il mondo, visto dalle sponde di un fiume, è completa- mente diverso”. Sono trascorsi 65 anni da allora e a rendere navigabile il Po non ci pensa nessuno, so- no tutti intenti a trovare una montagna di soldi al chilometro (con una buona percentuale da versare alla mafia) per raddoppiare tratti di autostrade che resteranno in perenne necessità di manutenzione. Il maestro parlava della rete di canali navigabili della vicina Francia e a noi sembrava che raccontasse una fiaba. Per noi il fiume è stato da sempre motivo di divisione; il primo fiume della mia vita è stato il Tanaro, ebbene, essere nati o risiedere “al di là del Tanaro” voleva dire essere astigiani di seconda scelta. Era inutile far finta di non esserlo poiché si era comunque traditi dal dialetto che da sempre ha sfumature diverse e percepibili da un orecchio allenato per i parlanti al di qua e al di là di un fiume. Forse per le nuove generazioni non è più così ma bisognerebbe chiederlo a loro. Quelle rare volte in cui mi sono trovato, non per merito mio, a navigare sulle acque di un fiume, ho ripensato alle parole del mio maestro, al fatto che il mondo, visto dalle sponde di un corso d'acqua, è un altro e che agli italiani è stata sottratta quest'esperienza, in nome del dio delle quattro ruote. A me è successo nel delta del Mekong, risalendo dalla foce il Mississippi, navigando alla confluenza della Sava col Danubio all'altezza di Belgrado. Alla fine del mese di marzo 1928, Georges Simenon naviga per sei mesi lungo i canali di Francia a bordo della Ginette, una barca a motore ristrutturata, con la moglie Tigy, la governante (nonché amante) Boule e il cane Olaf e scrive ininterrottamente romanzi popolari firmati con vari pseudonimi. L'anno dopo si stabilisce a bordo dell'Ostrogoth,un cutter ormeggiato sulla Senna, al centro del Pont Neuf. Su questa barca compie un viaggio in Belgio, nei Paesi Bassi e in Germania. In settembre si trova or- meggiato a Delfzijl (Paesi Bassi) e lì scrive il primo racconto con Maigret protagonista. Nel 2009, per celebrare gli 80 anni del personaggio, una statua è stata dedicata al celebre commissario. L'ambiente dei canali e della navigazione fa da sfondo a molti romanzi di Simenon e ad alcuni reportage. In uno di questi scrive: “Nella chiusa consiste la vera poesia del fiume o del canale. Avete appena superato una chiatta qualsiasi, o una scuderia, senza neppure prestarvi attenzione. Arrivate alla chiusa dove que- sta imbarcazione vi raggiunge e, in un piccolo bistrot come non se ne trovano da nessun'altra parte, ecco che, fortunatamente per voi, potere fare conoscenza con i barcaioli”. Che dire? Noi possiamo solo provare invidia e, per cercare di imitarlo, navigare sul Po con i due battelli, Valentino e Valentina, su e giù per qualche chilometro.

48 IL PO DEI LAGHI Un nuovo paesaggio per un nuovo ambiente fluviale Dalla fine degli anni 90 sino al 2011, il Parco del Po torinese ha utilizzato il Piano d'Area del terri- torio protetto per affrontare il tema del riordino delle attività estrattive presenti. I risultati sono stati interessanti. Si è trattato di un esempio importante, e unico a livello italiano, di programma di recupero che ha permesso di trasformare ben 700 ettari riqualificati. Il Piano ha inserito tali attività, già presenti all’istituzione del parco, in un disegno di paesaggio permettendo di continuare le atti- vità a condizione di: chiudere l'attività a fine coltivazione e allontanare dal sito gli impianti, cedere patrimonialmente o a uso pubblico i territori, destinare non più del 50% ad area di escavazione la- sciando il restante 50% ad aree emerse e riqualificate, versare un contributo economico al parco e ai comuni, fissare fidejussioni a garanzia dello svolgimento dei lavori approvati dal progetto. Questo percorso ha permesso di raggiungere risultati nel 95% dei casi, ottenendo oltre 34 milioni di euro di valore economico ceduto alle pubbliche amministrazioni divisi in circa 16 milioni in con- tributi economici versati (9 ai comuni interessati e 6 all'ente parco) e in circa 25 milioni di valore delle aree cedute a patrimonio pubblico; 700 ettari di aree recuperate di cui oltre la metà com- poste da aree emerse ed ambienti naturali; 21 milioni di euro di opere eseguite divisi fra 6 milioni di opere infrastrutturali e 15 milioni di opere di riqualificazione ambientale e paesaggistica. Si tratta di un risultato che ha permesso di costruire un’esperienza di convivenza fra un progetto di tutela e uno di carattere economico, anche grazie alla collaborazione attuata da tutte le parti interessate e in particolare dagli operatori del settore dell'organizzazione Unimin. Grazie ala collaborazione fra Regione Piemonte, Direzione Industria e dei Comuni questi spazi industriali sono stati ridisegnati per dare vita a nuovi paesaggi e a nuove opportunità di godibilità di luoghi, per lo più e da sempre negati ai cittadini. A fianco di questi successi il piano, tuttavia, non ha fornito strumenti per la ge- stione di queste aree una volta cedute ai comuni e per risolvere i temi della loro manutenzione e del loro uso in sicurezza. Oggi i temi della gestione e manutenzione sono divenuti nuovi terreni di confronto sui quali è fondamentale misurarsi. Il parco quindi, in alleanza con l'ATL Turismo Torino e Provincia e con i Comuni della fascia fluviale, ha pensato di dare vita a un progetto di fruizione che è sfociato nella costruzione della Marca turistica “Po Confluenze Nord Ovest” (recentemente inclusa con la Strada dei Colori e dei Sapori della Provincia di Torino nei Piani di valorizza- zione culturale della Regione Piemonte). L'idea è quella di approntare strutture e prodotti turistici per far diventare queste nuove aree recuperate, nonché i territori circo- stanti, una meta di attrazione e quindi anche un progetto di resa economica e occupazionale per il territorio. Per sviluppare il progetto della marca è necessario un proget- to complessivo che permetta di fare il catasto delle risorse e immaginare con quale progetto gestionale queste po- tranno essere rese fruibili. Di qui è nato il Masterplan del Po dei Laghi che ha visto l'avvio di un dialogo con diversi soggetti e cittadini in tavoli di lavoro che sono già partiti e tuttora in corso. Un progetto innovativo anche nelle mo- dalità di finanziamento che vede la compresenza del Parco della Regione Direzione Cultura e dell'Unione Industriale e della categoria delle società estrattive Unimin. Le pro- spettive sono dunque di completare lo sviluppo della par- te del territorio denominato il territorio del Po dei Laghi e di estendere il progetto alle altre due aree della marca turistica: il Po delle Colline compreso fra e Chivasso e il Po dei Re fra Moncalieri e San Mauro.

Ippolito Ostellino Direttore del Parco del Po - tratto torinese