VENERDì 14 FEBBRAIO 2020 Noi tutti conosciamo i Jalisse che con "" nel 1997 vinsero Sanremo. Loro sono Alessandra Drusian e Fabio Ricci. Lei veneta e ribelle, lui romano e innamorato della musica. Le loro strade s'incrociano Prima dei Jalisse: Alessandra e a Roma, dove se succede qualcosa nei loro cuori, non se ne rendono Fabio - intervista conto. Dovranno passare ancora due anni prima che si ritrovino e, come accade per le grandi storie d'amore, non si lascino più. Un interesse Storia di un amore reciproco dapprima professionale e una bella storia d'amore che hanno saputo difendere facendo della propria famiglia il punto cardine della loro lunga carriera. I Jalisse, che hanno da poco festeggiato vent'anni di matrimonio, hanno due splendide figlie e probabilmente sono "fuori CRISTIAN PEDRAZZINI moda" in un ambiente dove i matrimoni durano il tempo di uno scoop. Hanno appena debuttato in Teatro con il loro spettacolo "Non aver paura di chiamarlo Amore" dove mettono in scena la loro vita di coppia e musicale, raccontandosi.

Alessandra Drusian, quali erano i tuoi sogni prima dei Jalisse? Sono veneta cresciuta a Oderzo, in provincia di Treviso. Figlia unica, ero [email protected] una ragazzina ribelle che non aveva una passione particolare per lo SPETTACOLINEWS.IT studio. Mio papà, infermiere psichiatrico, avrebbe voluto facessi anch'io il suo stesso lavoro, ma sognavo di fare la poliziotta. Il mio gioco preferito già all'asilo era il canto. Il periodo dell'adolescenza è stato forse l'unico in cui ho pensato ad altro, un momento particolarmente difficile per me. Mentre frequentavo ragioneria, una ragazza insistette per portarmi a cantare in un coro e a quel punto riesplose la mia passione. Ho cominciato a fare concorsi di paese uno dopo l'altro, vincendoli tutti. Mia mamma era addirittura imbarazzata nei confronti dei partecipanti e si scusava di continuo, come se vincere fosse per me una colpa e non un merito.

Fabio Ricci, tu sei nato e vissuto a Roma, che tipo eri? Sono figlio di commercianti, i miei genitori avevano un bar all'interno di una delle prime UPIM e nelle feste di Natale, giracchiando qua e là, m'imbattei in una tastiera: è stato amore a prima vista. Da quel momento non ho più messo di suonare e, come si faceva allora, trascorrevo il tempo libero nelle cantine con piccole band suonando ovunque ce ne fosse l'occasione.

Come si sono incrociate le vostre strade? Ero a casa di Sergio Bardotti, grande paroliere, che mi fece vedere una videocassetta con immagini di Gran Premio, uno dei primi talent

Pag. 1 / 2 presentato da . In quel video c'era Alessandra e rimasi colpito dalla sua voce. Io all'epoca facevo il cantautore e Sergio mi propose di provare a scrivere per quella giovane talentuosa. Ormai il canto era il mio chiodo fisso- dice Alessandra - a quel punto ero certa che sarebbe stato il mio mestiere. Feci le selezioni e fui chiamata a Roma per Gran Premio, dove gareggiavano le regioni tra loro. Nell'agosto del 90 conobbi anch'io Sergio e proprio a casa di quest'ultimo, ci siamo incontrati.

Alessandra qual è il primo ricordo che hai di lui? Faceva caldissimo ed io ero a Roma, accompagnata dal mio fidanzato, perché avrei dovuto firmare un contratto. Fabio aveva una sigaretta tra le labbra, camicia bianca e pantaloni neri, i capelli lunghi tirati indietro. Devo confessare che al momento non capii bene cosa suscitasse in me, ma c'era qualcosa in lui che mi colpì. Fabio cosa ricordi di quel momento? Mi sono trovato di fronte una stangona, all'epoca era bruna, che aveva delle doti vocali pazzesche. Probabilmente ci siamo studiati entrambi, io avevo rotto da poco con la mia fidanzata e non ho pensato a lei se non come artista. Le diedi una cassetta con un mio brano "Liberami" che ci ha portati a Sanremo nel '96 e aperte le porte alla vittoria del '97 con "Fiumi di parole".

"Liberami" in realtà vi ha legati per la vita? Davvero! Io dopo quell'incontro sono tornata in e in quei due anni non ci siamo né visti né sentiti. Poi ricevetti la telefonata di Gino Landi, che era il regista di Gran Premio, che mi chiedeva di cantare in una sua nuova trasmissione. Quando sono arrivata a Roma in stazione, con l'amico che doveva venirmi a prendere, ho trovato Fabio. Io l'ho guardato dicendogli cosa ci facesse lì, ma il mio stupore è durato poco. Qualcosa era cambiato, in entrambi. Ci siamo guardati con occhi diversi, ci siamo caduti l'uno nel cuore dell'altro. Ho avuto la sensazione da subito che mi fosse stato affidato qualcosa di prezioso di cui prendermi cura - dice Fabio - ed è ancora così, non mi stancherò mai. Con "Liberami" andammo a Sanremo nel '96 e questo, di fatto, ci ha aperto le porte alla vittoria l'anno successivo. La cosa più assurda è stato nascondere la nostra relazione, perché a detta di tutti, avrebbe condizionato negativamente la nostra carriera. Noi siamo convinti che sia stata invece la nostra forza e il tempo insieme, la nostra famiglia ne sono la prova tangibile.

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