Ultimo Giorno Di Scuola È Arrivato,Sanremo 2021, La
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È il momento dei saluti: l’ultimo giorno di scuola è arrivato L’ultimo giorno di scuola è arrivato. La Didattica a Distanza (DaD), necessaria per il Coronavirus, ha negato l’arte del salutarsi come rito necessario per tutti. La DaD ha le sembianze di un mostro. Se lo vediamo dal punto di vista delle Istituzioni, la didattica a distanza è un passo avanti concreto che ha dato buoni frutti. Il mondo dell’istruzione subirà un effetto positivo. L’accelerazione di una didattica mista, con un impiego più significativo e continuo dei contenuti digitali, migliorerà la qualità dell’istruzione del nostro Paese. Certo questa pandemia ha toccato tutti nel profondo. Ci ha privato di affetti e libertà e ci ha portato restrizioni e paure nuove. I ragazzi più di tutti hanno sofferto questo spettro, privati di una considerevole parte della loro libertà di espressione, di movimento e di socializzazione. Purtroppo sappiamo tutti che non si poteva fare diversamente. Ci sono stati ultimi giorni di scuola in cui il suono della campanella finale ha significato canti e abbracci, alcuni fatti di salti di gioia per la campanella che segnava la fine dell’ultima ora. Quest’anno tutto ciò non è successo. È il momento dei saluti, in cui chi proseguirà si scambia la promessa del “ci rivediamo a settembre”, imparando a costruire nel cuore e nel pensiero la costanza dell’oggetto, ovvero del fatto che le persone a cui vuoi bene rimangono e ci aspettano anche se non ci vedranno per tanto tempo; che le amicizie costruite sapranno resistere al tempo tanto quanto il sorriso e l’affetto dei professori. È il momento che segna l’inizio degli esami, i primi e unici momenti di passaggio ancora segnati da una ritualità precisa, in cui si deve dimostrare di essere diventati grandi abbastanza per fare il grande salto e affrontare la vita. Negando l’ultimo giorno di scuola, abbiamo negato tutto questo a milioni di futuri cittadini del mondo e stiamo consigliando loro di mantenere le distanze e nascondere il cuore dietro ad una mascherina colorata. Sanremo 2021, la finale: premiati i Maneskin con Zitti e buoni I vincitori della 71esima edizione del Festival di Sanremo sono i Maneskin con il brano Zitti e buoni. Il gruppo, lanciato da X-Factor, ha superato, in finale, Francesca Michielin e Fedez, secondi con Chiamami per nome, ed Ermal Meta, terzo con Un milione di cose da dirti. Un verdetto storico perché premia un genere che ha frequentato poco l’Ariston. Il Premio della Critica Mia Martini – Sezioni Campioni, è attribuito dalla Sala Stampa a Willie Peyote con il brano Mai dire mai (La locura). Colapesce e Dimartino con Musica Leggerissima hanno conquistato, invece, il Premio Lucio Dalla assegnato dalla Sala Stampa Radio-Tv-Web. Il Premio Sergio Bardotti per il miglior testo a Madame con Voce. Premio Giancarlo Bigazzi per la miglior composizione musicale è stato assegnato dall’orchestra ad Ermal Meta con Un milione di cose da dirti. L’ultima serata del Festival di Sanremo ha un’apertura patriottica, con l’inno di Mameli eseguito dalla Banda della Marina Militare. La serata finale di un’edizione difficile, in un momento drammatico, in una città semi-deserta, mentre sui social il Festival è in testa ai trending topic, soggetto principale dei numerosissimi meme che si sono moltiplicati negli ultimi giorni. Fiorello, giubbotto di pelle rossa con le frange, rende omaggio a Little Tony. Poi scherza con Amadeus che ha escluso l’ipotesi di un Festival-ter (“Ti capisco, perché è impegnativo, hai un’età, ma se non lo fai tu finalmente sto in pace”) e lancia una “maledizione” sul futuro: “In bocca al lupo a quelli che verranno l’anno prossimo a fare il festival: vi auguro questa platea piena, la galleria piena, il pubblico in mezzo all’orchestra, milioni persone fuori dell’Ariston, ospiti internazionali, ma vi deve andare malissimo, ve lo auguro con tutto il cuore“. “Ultima cosa. Mi ha chiamato Franceschini, sai che noi della cultura abbiamo la chat, e mi ha chiesto di ricordare che sono i 700 anni di Dante. Mi ha chiesto di leggere qualcosa: ma io le cose le so a memoria, declamo“. Recita l’incipit dell’Inferno, l’ultimo verso del Paradiso e dice: “Quello che c’è in mezzo ve lo leggete voi perché noi abbiamo 26 cantanti”. La gara è aperta da Ghemon, ma non mancano le gag sull’opera lirica (“si potrebbero dire anche le parolacce, non se ne accorge nessuno”), il balletto (“Il lago dei cigni dura due ore e mezza, il cigno non muore mai”) e le recite scolastiche. Zlatan Ibrahimovic, venuto a commissariare il festival, ha definito la sua squadra: “In attacco Zlatan Ibrahimovic, a centrocampo Fiorello perché serve il fantasista, in difesa l’orchestra perché ha difeso con i denti la forza della musica , Ama tu come portiere e come stopper Achille Lauro perché così allo stadio hanno paura. Lauro mi è simpatico, volevo fare lo scambio di maglia, ma non si può, perché è sempre nudo”. Il bomber del Milan ripercorre la sua carriera stellare, tra successi e sconfitte, e spiega il senso della sua presenza: “Il fallimento non è il contrario del successo, è una parte del successo. Fare niente è il più grande sbaglio che puoi fare. La cosa più importante è fare ogni giorno la differenza, con impegno, dedizione, costanza, concentrazione. Non è il mio Festival, né quello di Amadeus, ma è il vostro, dell’Italia intera, la mia seconda casa”. Ornella Vanoni si prende la scena: “Il pubblico non c’è, ma l’emozione è uguale“. E punzecchia Fiorello: “Ma la tua passione è cantare? È un Festival di musica, se canti anche tu non va bene, noi chi siamo?”. Poi si rivolge agli orchestrali: “Sono più importanti loro del pubblico, magari ne capiscono di più. Ma sono stanchi, sfatti”. Al pubblico regala il medley su Una ragione di più, La musica è finita, Mi sono innamorato di te, Domani è un altro giorno, poi duetta con Francesco Gabbani su Un sorriso dentro al pianto. Canta anche Serena Rossi, che dopo il successo di Mina Settembre è pronta per il nuovo show La canzone segreta, dal 12 marzo su Rai1, e sorprende ed emoziona Amadeus dedicandogli ‘A te’ di Jovanotti. Giovanna Botteri cita L’anno che verrà di Dalla, poi accenna alla sua esperienza da corrispondente in Cina, quando un anno fa il Paese scoprì di essere in guerra contro il virus. Achille Lauro per il quadro finale ha scelto la sua C’est la vie, con un omaggio all’orchestra, e stavolta invoca la benedizione di Dio “su tutti noi, esseri umani”. LA CLASSIFICA FINALE 1. Maneskin con Zitti e buoni; 2. Francesca Michielin e Fedez con Chiamami per nome; 3. Ermal Meta con Un milione di cose da dirti; 4. Colapesce e Dimartino con Musica leggerissima; 5. Irama con La genesi del tuo colore; 6. Willie Peyote con Mai dire mai (La locura); 7. Annalisa con Dieci; 8. Madame con Voce; 9. Orietta Berti con Quando ti sei innamorato; 10. Arisa con Potevi fare di più; 11. La Rappresentante di lista con Amare; 12. Extraliscio con Davide Toffolo con Bianca Luce Nera; 13. Lo Stato Sociale con Combat Pop; 14. Noemi con Glicine; 15. Malika Ayane con Ti piaci così; 16. Fulminacci con Santa Marinella; 17. Max Gazzè con Il farmacista; 18. Fasma con Parlami; 19. Gaia con Cuore amaro; 20. Coma_Cose con Fiamme negli occhi; 21. Ghemon con Momento perfetto; 22. Francesco Renga con Quando trovo te; 23. Gio Evan con Arnica; 24. Bugo con E invece sì; 25. Aiello con Ora; 26. Random con Torno a te. Sanremo 2021: in attesa della finale In attesa dell’ultima puntata di questa sera c’è già il primo vincitore di Sanremo 2021: il foggiano Gaudiano con il brano Polvere da sparo ha trionfato tra le Nuove Proposte e dedicato la vittoria al padre, scomparso. La co-conduttrice per una sera è Barbara Palombelli. Amadeus e Fiorello la presentano leggendo il gobbo in coro. La giornalista prosegue, auspicando cheSanremo sia “un segnale di ripartenza per tutto lo spettacolo dal vivo”. Poi dedica il suo monologo alle ragazze, alle donne, alle nonne: “La chiave del nostro futuro è ribellarci sempre, tanto ci umilieranno, ci metteranno le mani addosso, non saremo mai perfette, non andremo mai bene come non va bene Liliana Segre, senatrice a vita che a 90 anni non può vaccinarsi senza scatenare odi micidiali”. La giornalista racconta la sua storia di ragazza ribelle che iniziò a lavorare a 15 anni: “Studiate fino alle lacrime e lavorate fino all’indipendenza, perché alla fine funziona”, raccomanda. Coglie nel segno, invece, l’appello di Alessandra Amoroso e Matilde Gioli per i lavoratori dello spettacolo, rappresentati da una presenza simbolica sul palco:“Come voi vogliamo provare a tornare a sognare – dicono – ma il nostro sogno ha bisogno di altri cuori, delle mani e delle braccia di altre persone. Ora che il mondo si è fermato, le platee sono vuote, ci sono tante viste sospese in attesa di una ripartenza difficile da immaginare o di un aiuto che non è mai arrivato. Il lavoro deve essere un diritto di tutti, non un colpo di fortuna”. E sullo sfondo parte l’applauso registrato di attori, musicisti, cantanti. Tocca a Fiorello aprire la quarta serata del Festival di Sanremo, entrando in scena con la parrucca anni ’80-’90, un assaggio dell’annunciato duetto su Siamo donne, portato all’Ariston da Sabrina Salerno e Jo Squillo nel 1991. E poi, mantello nero e corona di spine, entra nel quadro di Achille Lauro.