RELAZIONE GEOLOGICA GEOTECNICA Dott
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Studio di Geologia Dott. Geol. Franco Chielli NUOVO PERCORSO LOCALITA’: DI ASPIO VIA FARFISA COMUNE: ZONA D6 CAMERANO COMMITTENTE: STUDIO GEOLOGICO ASPIO COSTRUZIONI S.R.L. PROGETTISTA: Dott. Geol. FRANCO CHIELLI Dott. Arch. PASQUALE PISCITELLI Dott. Arch. BENEDETTA MOSCOLONI Dott. Arch. CARLO PAOLUCCI BEDINI RELAZIONE GEOLOGICA GEOTECNICA Dott. Geol. Franco Chielli –Via Primo Maggio – 60131 Ancona – tel. 071204850 – e.mail : [email protected] 1 Studio di Geologia Dott. Geol. Franco Chielli ASPIO - CAMERANO PREMESSA MORFOLOGIA GEOLOGIA LITOLOGIA BACINO IMBRIFERO-RETICOLO IDROGRAFICO - IDROLOGIA - IDROGEOLOGIA INDAGINE INTROSPETTIVA - CARATTERISTICHE FISICHE CARATTERIZZAZIONE SISMICA CONCLUSIONI ALLEGATI - Aerofotogrammetrico - Stralcio PRG - Stralcio catastale - P.A.I. - Carta geologica – geomorfologica - idrogeologica - Ubicazione sondaggi - tracce sezione geologica - Stratigrafie sondaggi e prove penetrometriche - Sezione geologica COROGRAFIA 2 Studio di Geologia Dott. Geol. Franco Chielli STUDIO GEOLOGICO PER IL NUOVO TRACCIATO DI VIA FARFISA IN LOCALITA’ ASPIO NEL COMUNE DI CAMERANO ZONA D6 PREMESSA Su incarico della Proprietà è stato redatto il seguente studio geologico a supporto del progetto sul nuovo tracciato della Via Farfisa, Zona D6, che prevede Insediamenti Industriali, Artigianali, Commerciali, e Direzionali. AEROFOTOGRAMMETRICO STATO ATTUALE 3 Dott. Geol. Franco Chielli Studio di Geologia fosso fosso 4 NUOVO TRACCIATO DI VIA FARFISA Studio di Geologia Dott. Geol. Franco Chielli PROGETTO DI MITIGAZIONE COSTITUITO DA UNA DIGA IN TERRA A PROTEZIONE DELLE OPERE PUBBLICHE ESISTENTI E QUELLE IN PROGETTO 5 Studio di Geologia Dott. Geol. Franco Chielli 1.50 9.00 1.50 DIGA IN TERRA 2.00 MARCIAPIEDE STRADA MARCIAPIEDE TERRENO 2.00 4.00 SEZIONE ARGINE IN TERRA 6 Studio di Geologia Dott. Geol. Franco Chielli Lo studio proposto, come indicato dalla normativa vigente, analizza le caratteristiche geologiche, geomorfologiche, idrogeologiche e geotecniche dell'intera area solo in parte da destinare alla edificazione. Lo studio si è articolato: • Raccolta ed analisi dei dati desunti da precedenti studi eseguiti dallo scrivente utilizzati come verifica dei dati riportati nel presente studio; • Rilevamento geologico e geomorfologico, allargato ad un intorno significativo, dell'area interessata all’insediamento; • Analisi delle caratteristiche idrologiche ed idrogeologiche del sito; • Campagna per le prospezioni geognostiche, finalizzate alla valutazione dello spessore della coltre. In base al Piano Stralcio di Bacino per l'Assetto Idrogeologico (P.A.I.), parte dell'area ricade all’interno di un’area a Rischio Esondazione Medio (R2) ( E-14-0014). In tali aree l’art. 9, disciplina delle aree inondabili, delle Norme di Attuazione del PAI, prevede al punto 1, lettere i) j) k), la possibilità di realizzare opere tecnologiche e di sistemazioni esterne che non alterino il naturale deflusso delle acque. Attenti a questa prescrizione, il Piano di Lottizzazione ha destinato questa area a parcheggio a raso e a verde, servita dalla Via Farfisa rivisitata. 7 Studio di Geologia Dott. Geol. Franco Chielli 8 Studio di Geologia Dott. Geol. Franco Chielli MORFOLOGIA GEOLOGIA LITOLOGIA L’inquadramento geologico dell’area in questione è stato ottenuto mediante: - Ricognizioni pedologiche della zona; - L’esecuzione di sondaggi geognostici (n°2) finalizzati alla determinazione degli orizzonti litici ed al reperimento di campioni da analizzare in situ; - La rilettura di studi effettuati nelle immediate vicinanze oltre alla consultazione della letteratura esistente. CARTA GEOLOGICA – GEOMORFOLOGICA – IDROGEOLOGICA 9 Studio di Geologia Dott. Geol. Franco Chielli LEGENDA: 10 Studio di Geologia Dott. Geol. Franco Chielli L’area oggetto di tale studio è situata alla destra orografica del fiume Aspio a sud della confluenza del Fosso del Molino – Marganetto, a quota 29.5 metri s.l.m., in area pianeggiante. La presenza delle principali arterie ferro – gomma, che permettono collegamenti diretti sia a nord che a sud, la morfologia piatta che consente estesi insediamenti senza destabilizzanti opere di sbancamento, indicano questa zona come la più adatta allo scopo per il quale viene utilizzata: i poli produttivi di Ancona – Osimo – Camerano. I terreni affioranti tutti di origine sedimentaria possono essere raggruppati in due successioni stratigrafiche separate tra di loro da un limite trasgressivo medio pliocenico. La prima successione (A) racchiude termini della Serie Marchigiana in continuità di sedimentazione dal Totoniano al Pliocene Medio - basale ed occupa tutta la parte orientale, la seconda (B), assente nella parte orientale, affiora estesamente in quella occidentale ed è costituita prevalentemente da terreni pleistocenici argillo – marnosi e sabbiosi suddivisi in cinque cicli batimetrici trasgressivo – regressivi di unità informali litostratigrafiche in discordanza angolare sui precedenti. La dettagliata descrizione delle due successioni viene rimandata alle innumerevoli pubblicazioni presenti nella letteratura geologica dell’anconetano. L’attuale assetto del territorio anconetano è riconducibile a tre fasi tettoniche: - La prima fase, medio pliocenica , di tipo compressivo, ha originato le strutture maggiori (monoclinale di Ancona, anticlinale di M. Conero, 11 Studio di Geologia Dott. Geol. Franco Chielli ecc..), con la conseguente emersione di tutto il territorio. - Con la seconda fase, distensiva, pleistocenica, si ha il ritorno alla condizione di sedimentazione marina esclusivamente per la parte interna, mentre la zona costiera rimane emersa. - La terza fase, compressiva, pleistocenica, infine, ha portato all’innalzamento, ad oltre 300 metri di quota, i sedimenti di chiusura quaternari. Con l’inizio del Pliocene Inf. il margine orientale del bacino marchigiano esterno è caratterizzato da una forte subsidenza dimostrata dalla presenza di grossi banchi (spessore oltre due metri) di sedimenti torbiditici. Durante il Pliocene medio basale, con l’interruzione di una sedimentazione terrigena composta prevalentemente da argille marnoso - siltoso azzurrine, si ha una emersione del bacino che porta alla formazione delle principali strutture tuttora esistenti e particolarmente evidenti nella nostra zona. Ma per meglio comprendere l’assetto strutturale della nostra ristretta zona di indagine è necessario valicare i confini di questa, per un riferimento all’evoluzione geodinamica di tutta l’area anconetana. Con l’emersione del bacino prendono forma le pieghe anticlinaliche di Varano e del M. Conero, formanti all’origine una sola unità strutturale, la sinclinale di Tavernelle, l’anticlinale di Ancona, successivamente troncata in monoclinale, l’anticlinale di Polverigi nella parte interna. Le varie unità strutturali areali subiscono poi le prime manifestazioni lineari di taglio. Particolarmente importante è la faglia, a prevalente componente sinistra, che separa la prima unità strutturale in due blocchi a diversa 12 Studio di Geologia Dott. Geol. Franco Chielli evoluzione tettonica. A sud, l’anticlinale asimmetrica del M. Conero, con asse NW-SE , si stacca dalla zona interna, emigra verso oriente attraverso un sistema di faglie tutte a componente orizzontale sinistra, con due direttrici preferenziali; N 30° E e N 90° E. Ad esso si associano le faglie minori derivanti dal locale collassamento di piccoli blocchi. La zona nord costituita dalle pieghe di Varano, Tavernelle e di Ancona, con direzione degli assi NW – SE, subisce nello stesso periodo una diversa evoluzione. L’anticlinale di Varano, distaccata ormai dal M. Conero, viene compressa fino al sovrascorrimento dei terreni Tortoniani e Messiniani su quelli del Pliocene Inf. Il rigetto, maggiore a SE, è gradatamente decrescente verso NW. Analogamente, il fianco orientale della sinclinale di Tavernelle sovrascorre verso NE, lungo un piano di faglia immergente a SW, dopo che la piega era stata fortemente compressa. In questo blocco gli elementi lineari hanno direzioni simili a quelli areali (NW – SE). A questi movimenti di compressione, nel tardo Pliocene, si producono degli effetti locali di rottura, a carattere distensivo, il rigetto di poche decine di metri, diminuisce verso NW. Le deformazioni prodotte nel Pliocene medio sup. portano, all’inizio del Pleistocene, ad un riorientamento delle componenti principali del campo di stress agente nell’area anconetana. Nella zona occidentale più interna, si sviluppa così una tettonica di tipo distensivo che genera un nuovo sistema di strutture lineari ad andamento NW – SE (N 40° W) ed EW, di cui gran parte sono oggetto della nostra analisi strutturale. La prima grossa dislocazione in ordine di importanza, è la faglia che ribassa, ad occidente, tutta l’area 13 Studio di Geologia Dott. Geol. Franco Chielli interna separandola da quella orientale che rimane definitivamente fuori dalle acque. Si instaura cioè un nuovo bacino, con un assetto a gradinata e polarità di approfondimento S – SW, determinato da una successione di faglie coeve allineate pressappoco come le precedenti. Le faglie hanno tutte un rigetto maggiore a SE, dai 50 ai 200 metri, dovuto probabilmente ad una forte depressione creatasi, per la migrazione del Conero, intorno al ramo meridionale della valle dell’Aspio durante la subsidenza, cioè il bacino sprofonda maggiormente a SE. Infatti sui blocchi sud orientali si sono accumulati spessori maggiori di sedimenti quaternari con caratteristiche di mare profondo. Altre faglie, orientate a NW – SE, si sono prodotte quando ormai il bacino era prossimo