Michele Campanella Suona Il Pianoforte Steinway & Sons Di
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Michele Campanella suona il pianoforte Steinway & Sons di Giacomo Puccini Programma RICHARD WAGNER-FRANZ LISZT, Morte d’Isotta CESAR FRANCK, Prélude, Choral et Fugue CLAUDE DEBUSSY, Children’s corner CLAUDE DEBUSSY, Suite bergamasque Il programma comprende brani che risultano essere stati prediletti da Puccini (il Prélude, Choral et Fugue di Franck), che sottolineano la sua vicinanza a Richard Wagner (Morte d’Isotta, nella celebre trascrizione di Liszt) e che sono a lui coevi. Naturalmente della definizione del programma il Maestro Campanella ha tenuto in debita considerazione le caratteristiche foniche e meccaniche dello strumento, che conta almeno 110 anni di vita. Nota sul pianoforte Il Museo Casa natale di Giacomo Puccini custodisce uno straordinario strumento, un pianoforte Steinway & Sons (modello B-211 matricola n.98606) acquistato da Giacomo Puccini nella primavera del 1901. È sicuramente da considerare il pianoforte più importante tra i tanti posseduti dal compositore sia per la qualità che per la documentazione che ce ne racconta la storia. Inizialmente il pianoforte era stato collocato nella casa di Milano, poi Puccini lo fece trasportare, alla fine del 1921, nella nuova villa di Viareggio. Su questo pianoforte Puccini dunque ha composto molta della sua musica, ma soprattutto l’ultima opera, Turandot. Disponiamo di una ricca documentazione, epistolare e visiva, al riguardo. In particolare un cortometraggio, The great Musicien Giacomo Puccini, realizzato nel 1924, in cui si può vedere il compositore suonare proprio quel pianoforte. La Fondazione Puccini, considerando la straordinaria qualità dello strumento e il valore aggiunto derivante dall’essere appartenuto a Giacomo Puccini, decise nel 2002 di procedere ad un adeguato restauro. Con la preziosa consulenza del Maestro Campanella, che tutti conoscono come un conoscitore raffinato di strumenti d’epoca, e con la supervisione della Soprintendenza ai Beni artistici e storici di Lucca, fu affidato alla ditta di Roberto Valli di Ancona. Il restauro è stato completato nel 2006. Dalla relazione tecnica di Roberto Valli si può evincere che lo strumento ha conservato la sua struttura originale. Possiamo affermare con certezza quindi che oggi il pianoforte ha recuperato il suo suono originale. Michele Campanella, pianista Considerato internazionalmente uno dei maggiori virtuosi e interpreti lisztiani, Michele Campanella ha affrontato in oltre 40 anni di attività molte tra le principali pagine della letteratura pianistica. La Società "Franz Liszt" di Budapest gli ha conferito il Gran Prix du Disque nel 1976, 1977 e nel 1998, mentre nel 1986 il Ministero della Cultura ungherese gli ha conferito la medaglia ai “meriti lisztiani”, così come l’ American Liszt Society nel 2002. Ha suonato con le principali orchestre europee e statunitensi, collaborando con direttori quali Claudio Abbado, Gianluigi Gelmetti, Eliahu Inbal, Charles Mackerras, Zubin Mehta, Riccardo Muti, Georges Prêtre, Esa-Pekka Salonen, Wolfgang Sawallisch, Thomas Schippers, Hubert Soudant, Christian Thielemann. Negli anni recenti si è molto sviluppata l’attività di Michele Campanella in veste di direttore -solista con le più prestigiose orchestre italiane. Inoltre si dedica con passione all'insegnamento: è stato titolare della cattedra di pianoforte all'Accademia Chigiana di Siena dal 1986 al 2010 e per otto anni ha tenuto corsi di perfezionamento a Ravello. E’ membro delle Accademia di Santa Cecilia, dell’Accademia Filarmonica Romana, dell’Accademia Cherubini di Firenze. Dal 2008 è Presidente della Società Liszt, chapter italiano dell’American Liszt Society. Nel 2011, anno in cui si celebra in tutto il mondo il bicentenario della nascita di Franz Liszt, Campanella dedica gran parte della sua attività di pianista e direttore d’orchestra al compositore ungherese da lui studiato e amato fin dall’età di quattordici anni. All’attività di musicista, Campanella affianca quella di scrittore: è in libreria Il mio Liszt (Milano, Bompiani, [2011]), che il pianista dedica, per questi motivi, al suo autore di riferimento. .